Valeria Parrella 瓦莱丽娅·帕莱拉 Nata a Torre del Greco (Napoli) nel 1974, vive a Napoli. Laureata in Lettere Classiche, interprete della Lingua Italiana Segni, lavora all’Ente Nazionale Sordomuti di Napoli. Collabora con la redazione napoletana de “la Repubblica”, con il settimanale “l’Espresso”, con “Marieclaire” e cura la rubrica dei libri di “Grazia”. Ha esordito nel 2003 con una raccolta di sei racconti intitolati Mosca più balena con la quale ha vinto il Premio Campiello Opera Prima. Nel 2004 ha pubblicato nell’antologia La qualità dell’aria il suo racconto Verissimo e nel 2005 un’altra raccolta di racconti, Per grazia ricevuta, vincitore del Premio Renato Fucini per la miglior raccolta di racconti. Nel 2008 è uscito il suo primo romanzo, Lo spazio bianco, da cui nel 2009 è stato tratto l’omonimo film di Francesca Comencini, presentato alla 66esima Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2009 il suo libro Ciao Maschio, è diventato anche uno spettacolo teatrale. Dal gennaio 2008 al 2010 è stata nel comitato di Direzione Artistica del Teatro Mercadante di Napoli. È nel comitato artistico del Teatro Stabile di Napoli. Il suo ultimo romanzo è Ma quale amore (2010). I suoi racconti sono tradotti in Germania, Francia, Spagna e Stati Uniti. 1974年生于那不勒斯,目前工作并居住在那里。古典文学系毕业,任职于意大利国家聋哑人协 会,担任哑语翻译。 帕莱拉长期与意大利《共和国报》那不勒斯专版和《l’Espresso》、《Marieclaire》等杂志合作, 并且是《Grazia》杂志图书专栏主编。 帕莱拉2003年以短篇小说集《苍蝇和鲸鱼》初入文坛,当年就赢得坎皮埃罗新作品奖。2004 年,她的小说《非常真实》被选入《空气的质量》文集。2005年,她的另一部短篇集《还愿》获得 弗奇尼文学奖最佳短篇文集奖,并在当年的斯特雷加文学大奖评选中进入前五。2007年,出版作品 《判决》。2008年,她的首部小说《白色空间》面世,并被改编成同名电影,由著名导演科曼奇尼 执导,并参加了第66届威尼斯国际电影节。2009年,帕莱拉的作品《你好男人》还被搬上了戏剧舞 台。此外,在2008年1月到2010年间,她还是那不勒斯麦卡丹特剧院和那不勒斯市立剧院艺术委员会 成员。帕莱拉的最新作品是2010年出版的《何爱之有》。 帕莱拉的著作曾被翻译成多种语言在德国、西班牙和美国等地出版。 Ma quale amore (Rizzoli, 2010) Una scrittrice parte per Buenos Aires per comporre un libro che le è stato commissionato in gran fretta da un editore esigente. Lei accetta il lavoro solo perché è l’unico modo che ha per fare un viaggio con Michele, l’uomo che ama ma che non la ama più. Nelle strade argentine si consumerà tra i due un definitivo distacco silenzioso. La donna vive con lucidità il dolore dell’indifferenza che Michele le dimostra. 《何爱之有》 (Rizzoli出版社,2010) 为尽快完成出版商交给的任务,女作家前往布依诺斯艾利斯进行创作。她之所以答应写这本 书,完全是因为这可以让她有机会和米凯莱一起旅行,她很爱米凯莱,但后者却已不再爱她了。在 阿根廷,两人在沉默中彻底分手。面对米凯莱的冷漠无情,女作家感到痛苦万分。 Ma quale amore Il punto è che quando ti fanno sentire di troppo, ergo ti senti di troppo, ergo sei di troppo: allora il resto del mondo ha più diritti di te di starci. E spesso il resto del mondo sono altre donne. Quelle stesse che hai guardato da molti metri di altezza appena un anno prima. O che non avresti mai considerato un pericolo. Perchè passeggiando per la Recoleta ci imbattiamo in questi due clown, un maschio e una femmina, che fanno clownerie per pubblicizzare una serie di spettacoli che hanno a che fare con i quattro elementi. Quello che stiamo per vedere noi si chiama Agua. Ed è davvero uno spettacolo bello, già da fuori mentre si sta in fila con bambini di varie età e genitori assai, tutti ordinati però smaniosi come quelle file che stanno fuori dai circhi o dietro il porto di Genova il giorno della befana, ad aspettare che arrivino i regali. Così, e poi entriamo in un cortile, e si capisce da subito che bisogna sedersi dietro: prima di tutto perchè noi siamo adulti ma soprattutto adulti senza bambini. E forse siamo gli unici adulti senza bambini. E quindi forse non eravamo del tutto adulti in questa occasione qua, sennò non si spiega perchè siamo entrati. E poi perchè, chiamandosi Agua lo spettacolo, si capisce proprio che questi prestigiatori ci stanno per spruzzare e spugnare ben bene con le loro acrobazie. D’un tratto sbuca fuori questa clown anziana, cioè anziana come possono essere i clown, avrà meno di sessant’anni. Ed è bravissima. E ci commuove, e io vedendo quello spettacolo capisco proprio bene dentro di me perchè mi sono innamorata di quest’uomo. Che appena un anno fa mi ha detto le poesie in un altro modo che non con le parole. Con il sorriso e con il cilindro, con i trucchi, le magie, e fermo come una statua sotto il sole. Porca miseria, c’è un motivo se io mi sono innamorata di Michele. Ma adesso perchè ha chiuso il suo sipario? Porca miseria. Ebbene, però a pubblicizzare quello spettacolo alla Recoleta c’è questa ragazza clown e con Michele si sono guardati profondi negli occhi. Che forse è come quando io attingo da una pagina di Borges quella complicità che nessun altro uomo riesce a darmi. Quell’essersi capiti prima di tutti i tempi. Però Borges è morto e stramorto mentre quella ragazza è proprio sexy e viva, vivissima direi, in abiti da pagliaccio. E dagli a mettere su nasi come pomodori, è proprio sexy. E così Michele si ferma a parlarci tutto ben disposto. E io questa cosa la posso pure capire e proteggere. Ma quando le chiede: “E dove ce lo mangiamo un bel gelato? Ce lo consigli un posto?” Allora là ci sono dei princìpi sottesi che mi sfuggono. 1.Perchè le gelaterie sono tutte in fila lì lungo la tirata ovest della piazza e sono chiaramente, visibilmente, tutte sorte a bella posta per i turisti e dubito che qualcuna di loro dischiuda il supremo segreto del gelato. 2.Perchè noi non vogliamo mangiare un gelato. Non ci piacciono i gelati. Per fortuna ci ha pensato Proust a dare dignità alla gelosia, che è opera dell’umano sentire di tutto rispetto, mentre io ne ho avuto solo un’immagine immorale, squallida, quando, dopo quegli sms dai quali nonostante chiamassi a raccolta tutta la mia saggezza non c’è più stato ritorno, ho deciso di aprirmi un “profilo” su facebook. In realtà era una porta, un passaggio, non credo di essermi soffermata più di tre secondi a curare la mia bacheca virtuale, niente: memorizzato il nome, infilavo la password e mi fiondavo sul suo profilo. Credo di aver guardato quella pagina insistentemente, di aver scorso tutti i suoi “amici” cercando di indovinare, di aver decrittato i possibili post delle altre, dal manifesto con i segni zodiacali al filmato di youtube. E non sono arrivata a capirci una mazza. E quello che mi faceva più male non era questa autotortura di guardare ste ragazzette pronte a cambiare immagine un minuto si e quello pure appresso, eliminando sempre più dettagli irrilevanti, quali che so, il sorriso o i capelli, e lanciando piuttosto determinate l’obiettivo sull’Origine, ovvero: tutto un guizzare di foto di gambe , e di dècolletè, e di smorfie della serie quanto-sono-spiritosa, quanto-sono-autoironica, che mi veniva voglia di fotografarmi direttamente la fica e metterla una buona volta affianco alle info “personali”, quanto piuttosto. Piuttosto erano le info personali di Michele che me lo allontanavano. Perchè lui non era quella cosa là, come si descriveva. O perlomeno non lo era per me, perchè io a un disperato così neppure neppure di uno sguardo l’avrei degnato. Poi una sera, passeggiavamo per i decumani, e l’avevamo incontrata. Quella, l’aspirante attrice dell’sms sottosopra. E dopo cinque minuti di imbarazzo, prontamente subissato dal pour parler di tutti e tre all’unisono, lui l’ha salutata, e per farlo le ha preso entrambe le guance tra le mani, le sue mani, e le ha detto ciao. E allora là, Lettori miei, le spiegazioni spicciole dell’imbarazzo possono essere queste: che loro lo erano perchè veramente mi avevano cornificata ma poi avevano deciso di finirla, che io lo ero perchè sospettavo e ottundevo il tutto, che lei e/ 20 21