volta e Federì, nel rievocare quel periodo, ha insistito sempre e soltanto sui torti che gli facevano, sui quadri che tuttavia vendeva, sulle recensioni buone e su quelle malvagie. La moglie, dalle sue memorie di quei giorni di giugno, era rigorosamente espulsa. Noi figli pure. Compariva invece il costruttore La Padula, che a un certo punto entrava nella galleria San Carlo vestito con grande eleganza, pressato da una corte ossequiosa e famelica, e si innamorava subito del quadro intitolato Cantiere ’54, tanto da decidere di farne dono al figlio prossimo alla laurea in architettura. Firmava perciò un assegno di centoventimila lire, due stipendi e mezzo da ferroviere. Lo firmava sotto gli occhi di tutti, anche sotto quelli del critico d’arte comunista Paolo Ricci. Una cifra che non saprò mai quanto fosse il frutto delle esagerazioni di mio padre, quanto una mossa ambigua del danaro, che proveniente a fiumi dalla fatica vera, dal suono reale dei battipali e degli elevatori sotto le nostre finestre, dalle colate dei silos di cemento, ora serviva ad acquistare con munificenza l’immagine dipinta di quel lavorio e appenderla come un trofeo nello studio di un architetto. Lui, il ferroviere-artista o l’artistaferroviere o l’artista soltanto, intascò quella somma con la fierezza di chi può dimostrare di saper fare soldi meglio e più degnamente dei macellai, dei salumieri, dei pasticcieri, di tutti quelli che allora cominciavano ad arricchirsi sotto i suoi occhi ansiosi. Intanto ecco che andava incontro all’ingegnere Isabella, assessore all’edilizia, meno munifico del costruttore, meno sensibile alle betoniere e alle casseforme malgrado il suo ruolo politico, o forse proprio a causa di quello. L’ingegnere fu più impressionato da una Natura morta con pesci, che pretendeva di portare a casa non per cinquantamila lire (uno stipendio delle ferrovie), ma per quaranta (poco meno di uno stipendio delle ferrovie). E la trattativa stava andando avanti – mio padre: cinquanta; l’ingegnere: quaranta – e si stava quasi per venire a un accordo – quaranta, pazienza -, quando gli bastò girare lo sguardo e c’era lì al centro della sala Rusinè. Non era sola né badava ai figli aggirandosi a disagio per la galleria. Aveva intorno un fitto sciame di pittori di merda, poeti analfabeti, critici d’arte incompetenti, e chi le diceva una cosa e chi un’altra, e lei rispondeva con toni squillanti o scoccava risate dai denti bianchissimi, gli occhi mobili e vivi di taglio orientale che proprio in quel momento lo stesso costruttore La Padula pareva apprezzare; senza contare un poeta di mezza età che buttava lì frasi cadenzate di complimenti, quasi endecasillabi, diceva, e prometteva di farle omaggio d’un suo libro di versi con dedica personalizzata concludendo: “Verrò io stesso a casa vostra domani, cara signora, per farvene omaggio”; tanto che mia madre rispondeva con una smorfia di compiacimento: “Grazie”; ed era così splendente che persino l’ingegnere Isabella disse qualcosa su quella signora tanto piacente rivolgendosi a mio padre; ma mio padre non ebbe il tempo di ribattere perché a quel punto arrivò Chiancone (o Cucurra o altri: Federì metteva nomi secondo l’estro del momento), professore dell’Istituto d’arte e pittore, un tipo allampanato, il viso dell’itterico, che subito mise bocca nella trattativa; e l’ingegnere Isabella volle chiedergli: “Chiancone, secondo voi questa Natura morta con pesci le vale cinquantamila lire?”; e quello stronzo cosa rispose? Rispose: “Signor ingegnere, i gusti sono gusti, e uno può spendere quello che vuole per una cosa che gli piace, ma non sempre quello che piace è opera d’arte”; come a dire che la Natura morta con pesci non era opera d’arte; cazzo, non era opera d’arte? e opere d’arte allora erano le opere di merda di Chiancone? che si purgasse e cacasse tutta la bile e vomitasse tutto il suo fiele e andasse affanculo insieme all’ingegnere Isabella. Mio padre, furibondo, interruppe la trattativa. Qui c’è un vuoto. Poi tutto ricomincia quando sto a letto. Mio fratello dorme da piedi o finge di dormire. Su un lettino proprio accanto al mio c’è mia nonna col mio terzo fratello che ha sette anni. L’ultimo dorme nel letto dei miei genitori, che però non dormono. Sento le urla di mio padre, le frasi singhiozzate di mia madre, uno scalpiccio come di inseguimento, cose che cadono e si rompono. Dico preghiere che mia nonna mi ha insegnato da piccolo, l’Ave Maria per esempio. Recito mentalmente ma faccio in modo che la voce mi risuoni forte nella testa, più forte delle urla di mio padre. Accorgimento inutile. Penso allora che, preghiere o no, la Madonna, se esiste da qualche parte e ha un qualche potere, farà di tutto per impedirgli di uccidere mia madre. Dico perciò a fior di labbro, in dialetto, l’unica lingua che conosco bene: “Madonna mia, fallo smettere”. Lo dico decine di volte, con molta concentrazione, come se l’iterazione potesse risultare più persuasiva. La Madonna però non fa niente. Allora cerco di vincere il terrore, mi alzo piano piano dal letto, vado alla porta, la socchiudo. Non so cosa fare. Ho dodici anni ma ho paura di mio padre. Non è una paura fisica, o comunque la paura fisica è quella che percepisco di meno, che ricordo di meno. È una paura d’altro genere. Temo di ritrovarmi vuoto di fronte a lui, senza ragioni che giudichi degne di opporsi alle sue, pura cassa di risonanza degli insulti che sta gridando, delle bestemmie. Temo, di conseguenza, che mi costringa ad ammettere che ha il diritto sacrosanto di uccidere mia madre. Temo di acconsentire. Sicché la paura è insopportabile… 杰米托路 ……但是,我母亲不愿意呆在家里,尤其是 在那种情况下。她34岁了, 有四个孩子,结婚 已经十三个年头。她没有父亲,从还是小女孩的 时候,她就开始作手套工(“你会做手套?那就 做手套吧!你懂什么绘画?”)5岁的时候,她 的工作是将表面装饰性图案留在手套内部的棉线 挑出来,然后再把它们缠好,以便缝在手套外边 的图案能够结实。这个工作使她指甲破裂,手指 肚也磨破了皮。和他在一起,尽管可以和他聊 天,事情并没有改变很多。怎么办呢?耐心点 吧,他的某些方面不太好,不过另外一些方面依 旧吸引着她。他富于幻想,喜欢开玩笑。尽管他 疯狂,母亲还是立刻就喜欢上了他,就在1938年 那个温和的下午,当他在街上拦住她的去路,对 她说“打扰了,小姐”的时候。他的举止和声调 都与众不同,不像她的兄弟佩皮诺,不像她兄弟 的朋友,也不像她母亲的姐妹们的男人。他不像 任何人。 他是在和一些朋友,也就是仓库里的那些工 人们谈天说地的时候发现她的。她也注意到了那 个眼神。他是从高处的斯密斯塔蒙托桥上看到她 的,当时她正走在尘土飞扬的大道上,背后的大 海反射着蓝色的光。他无法控制自己,像一只鹰 一样扑到了她身上:在用怀旧的腔调回忆那次的 相遇时,父亲把自己比作了那种飞禽。她很美, 或许没有现在美,现在她34岁。当时她只有17 岁,留着散开的黑发,有一张像东方人一样的面 孔,身上穿着满是闪闪发光的褶皱,一直垂到漂 亮的脚踝的玫瑰色长裙,上身是一件浅色的小衬 衣,外面配一件短上衣。 “小姐,打扰了小姐。”他一边笑着,一边 吹嘘着,而且焦躁不安。她却保持沉默,敏捷地 向前走,眼睛直直地注视着前方,只是偶尔斜眼 望望他,带着讽刺的表情,心里掂量着那个陌生 人:他周身穿着黑色的衣服,额头非常高,蓄着 胡子,显得很老。某一刻,她甚至对他说:“对 我来说您太老了。”为的是让他灰心。他有点不 悦,也有点泄气,辩解说他只有21岁,是那身衣 服让他显老,或者是因为劳累,也可能是因为留 了胡子。 到了这个时候,她才发现自己喜欢那个人。 谁知道她为什么会被他吸引,这种神秘的事情永 远无法解释。或许因为他的举止就像是一位出于 一些秘密的原因化装成电器修理工的王子。又或 者是因为他拿出了一张纸,一支铅笔,给她画了 一张栩栩如生的肖像,令她吃惊地半张着嘴。无 论如何,他们在家里订了婚。她为自己的运气感 到高兴:一个能够让她快乐的男人,总是在说呀 说呀,从来不会沉默。这还不算他有一份固定的 工资。客观地讲,她还想要什么呢? 可是现在,1955年6月,他仿佛突然将变 成十五年以来他始终发誓要变成的人,一个著名 的艺术家,而她也不愿意失去在公众面前尽可能 好地扮演一个著名艺术家妻子的机会。因此,当 我父亲辱骂所有的圣人和所有的圣母的时候,她 脱去作为孩子母亲的衣服,从柜子里拿出有时是 为了一个表姐的婚礼,有时又是为了出席一个熟 人的坚信礼而准备的衣服。她从其中选了一件, 不施脂粉,只是涂一些妮维雅面霜和一点口红, 就立马儿变成了一个令人屏息静气的美人。 他骂得更凶了。现在,我怀疑他仇恨他的妻 子那种独特的美貌,因为一旦他意识到他习以为 常的那种举止和形式背后的威力,就会觉得焦虑 在噬食着他。那是机体的一种难以捉摸的特征, 一种任何人都无法揭开的超级秘密,因此才会 令人着迷。只有她真正了解其中的窍门,并且谨 慎地运用它。露西娜知道如何在几个月里灰头土 脸,然后出其不意地如同闪电一样闪闪发亮。为 了那个场合,她用两个小梳子卡住头发,梳子上 绘制着螺旋形,非常优雅,是我父亲送给她的, 这令她显得非常美丽。随后,她用方言——我们 之间只说方言——对丈夫宣布:“我准备好了, 费德利。” 准备好干什么了?我操你祖宗!露西娜。他 丈夫先是侮辱她,称她打扮得花枝招展。这个说 法是他用在形容我姥姥那些新近发财的亲戚的, 她们戴着有羽毛的小帽子,两腮涂着胭脂,全 身金光闪闪。我想他要说的是穿着粗俗的女人, 庸俗的女人,卖弄风骚的女人。由于她继续坚持 着,而且对自己的着装不加任何修改,我父亲生 气了,因此要把我和兄弟都带去享受他作为艺术 家的胜利。而且,假如另外两个孩子不是一个过 于活泼,另一个只有两岁,他还要把他们也带 上。可是,他妈的,他甚至会愿意他们也跟着 来,还有姥姥,所有人,大家一起出门,以便使 她记起自己作为孩子们母亲的角色,而不是一个 女歌手,就好像她希望表现的那样,使他在那些 已经把他当作外人看待的人们面前丢脸。现在, 一个又一个晚上,她试着用各种方式给他穿小 鞋。他到底做了什么错事,要摊上这么个女人? 对于我们那次参观画展,我几乎什么也不记 得了。可能我们是从中央缆车下去,然后经过托 雷多街,再从翁贝托一世长廊的拱廊下走过。我 父亲恶狠狠地走在前面五步远的地方,我们三个 跟在他的身后。 对于那次的事情,露西娜从来没有说过什 么,而费德利在讲到那个时期的时候,总是而且 仅仅在重复那些人的错误,还有就是尽管评价有 好有坏,他的画都在卖。在他对六月那些日子的 记忆中,妻子完全被排除在外。我们这些孩子也 是。 26 27