Il Viadotto Verrand - Spea Ingegneria Europea SpA
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52<br />
Autostrada Aosta-Monte Bianco<br />
<strong>Il</strong> viadotto <strong>Verrand</strong><br />
Aspetti innovativi di gestione e controllo delle indagini<br />
geognostiche, del monitoraggio e del progetto geotecnico<br />
Antonio Malgeri, Giorgio Fabriani, Tiziano Collotta, Mario Pignatelli, Alberto Selleri<br />
Nell'articolo vengono descritte<br />
le attività d'indagine e di monitoraggio connesse<br />
con l'attraversamento in viadotto di un versante<br />
acclive (pendenze dell'ordine di 50°) in ambiente<br />
morenico, già in passato coinvolto da movimenti<br />
gravitativi anche di notevole entità e sul quale<br />
insiste un'importante struttura viaria in esercizio.<br />
Sono, inoltre, descritti gli interventi adottati<br />
per la soluzione delle problematiche<br />
di stabilità del versante, nelle fasi provvisorie<br />
e per l'esercizio, nonché per le fondazioni<br />
delle pile e delle spalle del viadotto.<br />
<strong>Il</strong> viadotto <strong>Verrand</strong>, oggetto dello studio,<br />
è situato nel tratto<br />
Morgex-Courmayeur, di circa otto chilometri,<br />
che è stato aperto al traffico in direzione nord<br />
in data 13 agosto 2002.<br />
The paper dea/s with the investigation<br />
and monitoring aetivities eoneerning<br />
the viaduet crossing of a steep s/ope<br />
(s/opes of 50 degrees)<br />
in a morainie environment, whieh<br />
in the past was invo/ved in /ands/ides even<br />
of a /arge extension and on whieh stands<br />
an operating state/y road strueture.<br />
Furthermore, the paper describes<br />
the interventions adopted to avoid s/ope<br />
instabi/ity prob/ems, both in the provisiona/<br />
and operating stages, as we// as interventions<br />
for the foundations of the viaduet piers and abutments.<br />
The <strong>Verrand</strong> viaduet under discussion<br />
is /oeated in the Morgex-Courmayeur seetion,<br />
about eight ki/ometers in /ength, whieh was<br />
opened to northwards traffie on 13 August 2002.
1. Introduzione<br />
In prossimità dell'abitato di Courmayeur il tracciato<br />
dell'Autostrada Monte Bianco-Aosta, Tronco Traforo<br />
Monte Bianco-Morgex, corre in viadotto, su un versante<br />
fortemente acclive (con pendenze dell'ordine di 45-50°), in<br />
sponda orografica sinistra della Dora Baltea; il versante,<br />
costituito da depositi detritici prevalentemente morenici,<br />
presenta evidenze morfologiche di vecchi dissesti, anche di<br />
notevoli dimensioni.<br />
<strong>Il</strong> viadotto <strong>Verrand</strong> (fig.1) attraversa il versante con cinque<br />
campate di luce 100-130 m; le pile presentano un'altezza<br />
massima di == 50 metri.<br />
Nell'articolo vengono descritte le scelte tipologiche delle<br />
indagini e del monitoraggio geotecnico, le opere di fondazione<br />
delle pile e gli interventi di presidio del versante.<br />
Tenuto conto:<br />
• della notevole estensione dell'area di interesse (fronte di<br />
lunghezza L == 600 m per un'altezza pari a H == 100 m <br />
fig.1)<br />
Km 27 In esercizIo<br />
53
54<br />
Fig. 1 - Panoramica del viadotto nella fase finale di realizzazione<br />
del/'impalcato. Ai piedi del versante si osserva la<br />
costruzione per fasi successivedel rilevato in terra rinforzata<br />
{<br />
• delle complesse problematiche connesse con la caratterizzazione<br />
geologica, idrogeologica e geotecnica dell'area<br />
nonché delle evidenze di instabilità del versante<br />
• della notevole entità dei carichi indotti sulle strutture di<br />
fondazione, per effetto di un unico impalcato (L=21 m)<br />
con luci di =;130m<br />
la Società concessionaria RAV ha ritenuto opportuno che le<br />
attività di progettazione delle opere fossero individuate dal<br />
Progettista e discusse nell'ambito di un Comitato Tecnico di<br />
Esperti rappresentante le diversi componenti coinvolte nei<br />
lavori, Committente, Società Progetti sta, Impresa esecutrice<br />
dei lavori. Hanno partecipato al Comitato i rappresentanti<br />
dell'ANAS del Compartimento di Aosta e dell'Ufficio<br />
Speciale ANAS di Genova. Inoltre, il progetto è stato ogget<br />
to del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Tale<br />
innovativo approccio metodologico ha consentito di mobili<br />
tare, sin dalle prime fasi progettuali, tutte le risorse tecniche<br />
in grado di contribuire ad identificare le problematiche progettuali<br />
ed esecutive, definendo i vari "step" progettuali e le<br />
fasi di controllo.<br />
Alle attività di indagine e monitoraggio è stata riconosciuta<br />
un'importanza progettuale primaria, conferendo al<br />
Comitato i seguenti compiti:<br />
• valutazione degli elementi disponibili a carattere geolo<br />
gico, geomorfologico, geotecnico, geomeccanico ed<br />
idrogeologico, allo scopo di verificarne l'adeguatezza ai<br />
fini progettuali e fornire gli elementi per il progetto<br />
delle indagini integrative e del monitoraggio;<br />
• analisi dei risultati via via disponibili, allo scopo di definire<br />
le tipologie delle opere di presidio/consolidamento del<br />
versante, di fondazione delle pile nonché aggiornare le<br />
fasi e le tempistiche progettuali e dei lavori.<br />
2. Inquadramento geologico<br />
e geomorfologico<br />
La porzione di pendice attraversata dal viadotto autostradale<br />
s'inquadra, poco a valle dell'abitato di <strong>Verrand</strong> (Comune di<br />
Pré St. Didier), nel settore della Valle Dora Baltea altimetrica<br />
mente più depresso e che ha risentito dei rinnovati processi<br />
erosivi conseguenti al ritiro dei ghiacciai quaternari (fig. 2).<br />
I processi di ringiovanimento, attivi a partire dal Pleistocene<br />
inferiore, sono documentati dalla presenza, lungo i fianchi<br />
Fig. 2
Fig. 3 -Spalla lato Aosta del viadotto; nicchia di distacco di un<br />
recente movimento franoso dovuto all'erosione della Dora<br />
Baltea {<br />
vallivi, di lembi residui di diversi ordini di terrazzi, dovuti alla<br />
alternanza di fasi d'erosione a fasi di sedimentazione. Questi<br />
antichi fondovalle sono peraltro testimoniati anche da<br />
cumuli residui di antiche conoidi ormai stabilizzate.<br />
<strong>Il</strong> versante impegnato dalle diverse lavorazioni è modellato<br />
da un accumulo, di oltre 100 metri di potenza, di depositi<br />
quaternari prevalentemente di natura morenica. Nei livelli<br />
più superficiali si riscontrano materiali di paleofrana e di<br />
conoide, a loro volta ricoperti da prodotti detritici di derivazione<br />
naturale ed antropica.<br />
Litologicamente l'accumulo detritico è caratterizzato da una<br />
marcata eterogeneità granulometrica, dove blocchi e tro<br />
vanti (anche maggiori di 10m3) risultano caoticamente<br />
immersi in un'abbondante matrice sabbioso-limosa.<br />
In profondità l'ammasso risulta addensato e dotato di una<br />
modesta coesione prodotta da sostanze carbonatiche.<br />
<strong>Il</strong> versante è interessato dalla presenza di livelli di falda relativamente<br />
alta, che si colloca a profondità dell'ordine di 10<br />
metri dal piano campagna, in asse tracciato, per affiorare<br />
nella parte basale del versante ad una quota di :::::20-30m al<br />
di sopra del letto della Dora Baltea, dando origine a diffuse<br />
evidenze geomorfologiche d'instabilità locale.<br />
Nella parte meridionale del versante, l'azione combinata<br />
della falda e l'azione erosiva della Dora hanno dato origine<br />
ad un fenomeno di instabilità globale di ampie dimensioni,<br />
del quale nella figura 3 si coglie la nicchia di distacco.<br />
3. Indagini geognostiche e monitoraggio<br />
Le attività geognostiche e di monitoraggio tensio-deforma<br />
tivo sono state dimensionate, per consistenza, tipologia e<br />
tempistica esecutiva, alla luce della complessità delle proble<br />
matiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e<br />
geotecniche del versante, considerando l'importanza degli<br />
interventi da eseguirsi sul pendio.<br />
3.1. Indagini geognostiche<br />
Contestualmente all'esecuzione di un dettagliato rilievo<br />
geologico e geomorfologico del sito, si è proceduto ad ese<br />
guire una campagna d'indagine geotecnica, finalizzata alla<br />
determinazione delle caratteristiche meccaniche e di defor<br />
mabilità dell'ammasso detritico, così articolata:<br />
• n.14 sondaggi geotecnici, di cui n. 7 a carotaggio conti<br />
nuo, con esecuzione di prove SPT,prove di permeabilità<br />
tipo Lefranc e prove pressiometriche; prove di tipo DAC<br />
test sono state eseguite in alcune perforazioni a distruzione<br />
di nucleo. Considerata la natura prevalentemente<br />
granulare dei terreni indagati, i campioni prelevati nel<br />
corso dei sondaggi sono stati di tipo rimaneggiato;<br />
• stendimenti di sismica a rifrazione, per complessivi<br />
1.300 m;<br />
• esecuzione di n. 2 prove cross-holes, per complessivi 160<br />
m, al fine della valutazione delle velocità delle onde di<br />
taglio e di compressione dei terreni e, conseguentemen<br />
te, dei valori iniziali dei moduli di taglio;<br />
• rilievi termografici e multispettrali, finalizzati all'indivi<br />
duazione della aree del versante caratterizzate da mag<br />
giore grado di umidità/saturazione;<br />
55
56<br />
• foto aeree da elicottero, allo scopo di censire e contri<br />
buire a valutare la stabilità dei massi presenti a monte<br />
della strada di servizio e di cantiere. La stabilizzazione<br />
preventiva di porzioni di versante interessati da accumuli<br />
di blocchi e trovanti, alcuni dei quali vistosamente in<br />
precario equilibrio, si è resa necessaria per garantire la<br />
sicurezza operativa delle maestranze preposte ad iniziare<br />
i sottostanti lavori, anche a seguito di recenti fenomeni<br />
di dissesto;<br />
• prelievo ed analisi delle acque, per accertare l'eventuale<br />
aggressività chimica delle stessenei confronti delle opere<br />
in corso d'esecuzione.<br />
3.2. Monitoraggio del versante<br />
• Realizzazione di rete geodetica, su un'area d'estensione<br />
pari a circa 70 ettari, interessante tutto il pendio. <strong>Il</strong> relativo<br />
rilievo planoaltimetrico, restituito alla scala 1:500, ha<br />
previsto l'utilizzo di strumentazione topografica di precisione,<br />
con sistemi automatici di puntamento;<br />
• esecuzione di n.12 verticali piezometriche, in parte<br />
attrezzate con celle opportunamente predisposte con<br />
sensori elettrici di tipo estensimetrico e relativi acquisitori<br />
remoti per il rilevamento continuo ed automatico dell'escursione<br />
della falda acquifera nel tempo;<br />
• posa, in perfori orizzontali, di due estensimetri incre<br />
mentali tipo "sliding micrometer", L= 50 e 70 m, finalizzati<br />
a monitorare eventuali spostamenti orizzontali del<br />
terreno in corrispondenza della parte alta del versante<br />
interessata dal tracciato della SSn. 26 dir;<br />
• installazione di quattro verticali inclinometriche, con<br />
profondità massima di 85 m, per la registrazione dei<br />
movimenti superficiali e/o profondi del versante.<br />
4. Caratteristiche delle opere<br />
e problematiche progettuali<br />
Le attività propedeutiche alla scelta tipologica e al dimen<br />
sionamento delle opere sono state rappresentate da:<br />
• caratterizzazione geotecnica del versante, con particola-<br />
re riferimento ai parametri di resistenza delle coltri e alla<br />
deformabilità del "substrato";<br />
• caratterizzazione del regime idrologico del versante;<br />
• studio idraulico della Dora Baltea.<br />
Gli aspetti più strettamente progettuali hanno comportato<br />
l'analisi dei fenomeni d'instabilità e dei relativi interventi di<br />
presidio del versante, la definizione tipologica e il dimensionamento<br />
delle strutture di fondazione delle spalle e pile.<br />
Un ultimo ma non secondario aspetto, considerata l'acclività<br />
del versante, è stato rappresentato dal dimensionamento<br />
degli interventi di presidio dei fronti di scavo per l'esecuzione<br />
delle strade di servizio di accessoalle pile e dal progetto<br />
delle "edicole" per la realizzazione dei piani di lavoro per le<br />
fondazioni delle pile stesse.<br />
Con riferimento allo schema di fig. 5, si illustrano nel seguito<br />
gli interventi eseguiti sul versante:<br />
4.1. Opere di presidio dei fronti<br />
servizio<br />
di scavo delle strade di<br />
• Placcaggio al piede dei fronti di scavo necessari all'esecuzione<br />
delle edicole mediante piastre in c.a., dell'altezza<br />
di =3.0 m, tirantate con un doppio ordine di tiranti.<br />
• Consolidamento dei livelli più superficiali del terreno<br />
Fig. 4 - Consolidamento superficiale con sistema tipo<br />
HPentifix-Geobrugg H
mediante l'adozione di una chiodatura con ancoraggi<br />
pretesi, della lunghezza di 6-8 m, disposti secondo una<br />
maglia 2.2x2.2 m, nello spirito di un intervento di "soil<br />
nailing". <strong>Il</strong> consolidamento ha previsto, inoltre, la posa di<br />
pannelli in rete di funi metalliche, intrecciate diagonalmente,<br />
aventi maglie 250x250 mm (fig. 4).<br />
4.2. Edicole<br />
Le edicole, necessarie alla costruzione delle strutture di fon<br />
dazione delle pile, sono state progettate con geometrie fina<br />
lizzate a creare il minore disturbo possibile alla pendice, per<br />
1200<br />
1175<br />
1150<br />
1125<br />
1100<br />
1075<br />
1050 -,<br />
1<br />
Berlinese<br />
con<br />
Pozzo<br />
cavo<br />
evitare ripercussioni alla viabilità ordinaria presente alla<br />
sommità del versante (S.S.26 dir). In tal senso, i piani di lavo<br />
ro per l'esecuzione delle fondazioni delle pile sono stati previsti<br />
a due quote diverse; inoltre si è imposto che le aree<br />
necessarie alla movimentazione dei mezzi d'opera fossero<br />
ottenute anche attraverso la realizzazione di rilevati in terra<br />
rinforzata, alleggeriti con argilla espansa (fig. 5).<br />
4.3. Opere di stabilizzazione del versante e fondazioni<br />
delle pile<br />
I dati acquisiti sulla base del programma di indagine e di<br />
Impalcato in acciaio con<br />
lastra .<br />
/<br />
Rilevato alleggerito<br />
Scarico di fondo<br />
drenagg<br />
Rilevato in terra rinforzata<br />
/<br />
Difesa spondale<br />
/<br />
Dora Baltea<br />
------~------- T<br />
- -- - - - --~- - - -- - - - ----- ~---- -- ~- ------ -- - - -- - - - ----- - -- - - -- --- - - ---- -- -- -- - - - - - - - - - - - - - - - - ---- - -- --- - - ---- --- - -- --- - - --- -~~- --- -- - -- - -- - - - -- --- - --------<br />
Fig. 5 - Schema riassuntivo degli interventi<br />
57
58<br />
• I 12QO{ì ---<br />
Fig. 6 - Planimetria e sezione edicola pila 1<br />
monitoraggio, predisposto dal Comitato Tecnico, hanno con<br />
sentito di giungere alla conclusione che la morfologia attuale<br />
del versante nella parte basale è sostanzialmente vincolata<br />
dall'andamento dei livelli di falda e localmente dall'azione<br />
erosiva della Dora Baltea.<br />
Sulla base delle conclusioni di cui sopra, gli interventi di sta<br />
bilizzazione superficiale e profonda del versante sono stati<br />
orientati verso opere drenanti.<br />
La decisione di affidare l'incremento delle condizioni di<br />
stabilità del versante ad interventi di drenaggio si è trasferita<br />
alla fase di elaborazione delle tipologie delle<br />
opere di fondazione (pozzi di fondazione), che nel caso<br />
specifico svolgono la duplice funzione di trasferire i cari<br />
chi e di garantire, attraverso il sistema di drenaggio, la<br />
stabilità degli stessi e l'aumento dei coefficienti di sicurezza<br />
nei confronti della stabilità superficiale e globale<br />
del versante. I pozzi, che presentano diametro utile varia<br />
bile tra 10 m e 13 m e lunghezza di 30+35 m, hanno pertanto<br />
struttura cava in modo da consentire la realizzazio<br />
ne dei dreni dal loro interno e la possibilità del loro controllo<br />
nel tempo.<br />
La realizzazione dei pozzi ha previsto la realizzazione di<br />
coronelle di micropali e in jet-grouting, secondo lo schema di<br />
figura 6.<br />
Una doppia coronella di micropali d=220 mm armati con tubi<br />
d=168.3 mm sp=12.5 mm si estende da testa pozzo sino alla<br />
profondità di 16 m. A partire da quota 10.5 m la protezione<br />
degli scavi è stata realizzata mediante una doppia coronella<br />
di colonne di jet-grouting d=800 mm; la coronella più interna<br />
è stata riperforata ed armata con tubi d=168.3 mm<br />
sp=12.5 mm.<br />
A fondo pozzo è stato realizzato un tampone in jet-grouting<br />
dello spessore complessivo di 6.0 m, di cui 3.0 m all'interno<br />
del pozzo .<br />
In ogni pozzo è stata prevista l'esecuzione di 2-3 ordini di<br />
dreni microfessurati, del diametro di 4" e della lunghezza di<br />
50-70 m; lo scarico delle acque drenate è stato previsto a gravità.<br />
<strong>Il</strong> dimensionamento dei pozzi di fondazione ha comportato<br />
l'esecuzione di analisi tensio-deformative in condizioni 3D.
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SEZIONE VERTICALE POZZO<br />
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Fig. 7 - Schema dei pozzi di fondazione<br />
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vedere il comportamento deformazionale dell'opera, con<br />
particolare riguardo alla risposta alle sollecitazioni orizzontali.<br />
In tal senso, si è operato secondo due linee di intervento:<br />
• realizzazione dell'impalcato con una struttura in lastra<br />
ortotropa, in grado di ridurre l'entità delle azioni orizzontali<br />
del 15-20% rispetto ad una soluzione mista<br />
(acciaio - calcestruzzo);<br />
Fig. 8 - Pozzo di pila 3: realizzazione dei dreni microfessurati alla profondità di 25 m<br />
• esecuzione di un rilevato di appesantimento in terra<br />
rinforzata, al piede del versante. Nelle sezioni di massi<br />
ma altezza (fig.1 - fig. 3) il rilevato è costituito da tre<br />
blor:chi (H == 9 m), ciascuno armato con diversi ordini di<br />
teli, variabili per interasse, lunghezza e caratteristiche<br />
di resistenza.
-<br />
4,----- --.--"' ..------.-- ------ --- ..--~ ._"'~~~-~----~--_..,,_.---~- --~ ------.."'--- --'9.·--~--~-M~--__r 120<br />
• I I , • I<br />
, . ,<br />
: : I ~CECLA 1<br />
6~~-·-~---------~-----····--·--~--------------~-···----~-----~--------------~---------<br />
-PRECIPITAZIONI<br />
8 ~ "':'" - .....•.... ~.......•........•............ ~...• -- ...........•.. ---~ ........•.................. ~ -- ~ -_ ..__ ..~...•....•....................<br />
• I , I I<br />
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I I , I I<br />
I I I I I<br />
10..1 .............................•.. ~ .. "' ; .•.............•............ ; .............•..•........... ; "'; ; ...........•..............•.<br />
12 1 ~.. of ••••••••••••••••••••••••<br />
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14~ •••••••• •• •••• ~ ••<br />
16<br />
18<br />
20<br />
11/03/1997<br />
{11/03/1998<br />
11/03/1999<br />
10/03/2000<br />
10/03/200 l<br />
10/03/2002<br />
10/03/2003<br />
Fig. 9 - Andamenti pluviometrici e dei livelli di falda del piezometro PZ3M2, posto a 40 m dal pozzo della pila 3<br />
5. Monitoraggio delle opere<br />
e dei manufatti esistenti<br />
<strong>Il</strong> monitoraggio nella fase esecutiva e nell'esercizio dell'opera<br />
è consistito in:<br />
• messa in opera di 3 estensimetri multi base, ciascuno a 5<br />
basi d'ancoraggio e lunghezza pari a 25 m, in corrispondenza<br />
di tre diversi livelli della berlinese dell'edicola della<br />
pila 3. La strumentazione è stata dotata di trasduttori<br />
elettrici e di idonee scatole di centralizzazione;<br />
• posa, in corrispondenza delle pile di sostegno dell'attigua<br />
galleria artificiale presente sulla soprastante SS26<br />
dir, di n. 3 clinometri biassiali da parete a sensori elettrolitici.<br />
<strong>Il</strong> controllo deformativo della struttura e di un<br />
ampio tratto di strada statale viene eseguito con il contributo<br />
di una diffusa serie di deformometri e fessurime-<br />
Tempo<br />
100<br />
80<br />
40<br />
20<br />
o<br />
09/03/2004<br />
tri e con capisaldi topografici;<br />
• installazione di celle dinamometriche toroidali atte a<br />
registrare le variazioni di tensione degli ancoraggi delle<br />
berlinesi delle edicole;<br />
• controllo delle azioni interne presenti nelle strutture<br />
provvisionali (coronelle di micropali e/in colonne di jet<br />
grouting), necessarie al sostegno degli scavi dei pozzi di<br />
fondazione, mediante la predisposizione d'estensimetri<br />
elettrici "strain gauges" vincolati sia sulle armature centi<br />
nate (n. 4 strumenti su complessivi n. 8 centine interessanti<br />
i pozzi 4 e 2), sia sui ferri d'armatura costituenti una<br />
trave in cemento armato del pozzo n. 2.<br />
Tutto il sistema viene sistematicamente rilevato, con idonei e<br />
certificati mezzi d'acquisizione, con frequenza mensile a partire<br />
dall'aprile '97.<br />
Vista l'importanza progettuale rivolta al sistema di drenag-<br />
61
62<br />
gio predisposto, il rilievo automatizzato della falda acquifera<br />
verrà costantemente mantenuto in funzione anche duran<br />
te il successivo esercizio dei manufatti autostradali, allo<br />
scopo di verificare l'opportunità o meno di eventuali interventi<br />
di manutenzione.<br />
Quest'ultima attività prosegue con sistematicità e il monito<br />
raggio viene sviluppato con l'acquisizione, l'interpretazione<br />
e l'elaborazione dei dati, secondo specifiche preventivamente<br />
definite.<br />
I risultati del monitoraggio vengono periodicamente ripro<br />
dotti e riportati alla conoscenza e all'esame del Comitato<br />
d'Esperti. Attualmente, dopo l'entrata in esercizio del viadotto,<br />
non si segnalano deformazioni e sollecitazioni superiori<br />
ai limiti giudicati ammissibili.<br />
Le misurazioni topografiche forniscono valori che rientrano<br />
nell'ambito degli errori strumentali statisticamente calcolati,<br />
in analogia con quanto registrato da tutti<br />
installati.<br />
gli altri strumenti<br />
<strong>Il</strong> grafico della figura 9, a riscontro della validità degli interventi<br />
realizzati, mohra il progressivo abbattimento della<br />
falda, registrato dalla verticale piezometrica PZ3M2 ubicata<br />
a 40 m circa dal pozzo n. 3, prodotto dall'attivazione progressiva<br />
dei tubi drenanti e dalla realizzazione degli scavi di<br />
sottofondazione.<br />
6. Conclusioni<br />
La particolare attenzione rivolta alla pianificazione delle<br />
indagini e al conseguente monitoraggio, individuati dal<br />
Progetti sta con il contributo di un Comitato d'Esperti rappresentante<br />
le diverse figure professionali coinvolte nei<br />
lavori, ha consentito una dettagliata valutazione di tutte le<br />
problematiche presenti, permettendo l'adozione di soluzioni<br />
e di fasi costruttive più confacenti alle complessità che<br />
caratterizzano l'acclive pendice del <strong>Verrand</strong>, nel rispetto del<br />
contesto programmatico prestabilito per portare in esercizio<br />
il tratto autostradale in costruzione.<br />
Antonio Malgeri<br />
RAV Raccordo Autostradale Valle d'Aosta<br />
Giorgio Fabriani<br />
Autostrade<br />
Tiziano Collotta, Mario Pignatelli, Alberto Selleri<br />
<strong>Spea</strong> - <strong>Ingegneria</strong> <strong>Europea</strong>