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Il Viadotto Verrand - Spea Ingegneria Europea SpA

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52<br />

Autostrada Aosta-Monte Bianco<br />

<strong>Il</strong> viadotto <strong>Verrand</strong><br />

Aspetti innovativi di gestione e controllo delle indagini<br />

geognostiche, del monitoraggio e del progetto geotecnico<br />

Antonio Malgeri, Giorgio Fabriani, Tiziano Collotta, Mario Pignatelli, Alberto Selleri<br />

Nell'articolo vengono descritte<br />

le attività d'indagine e di monitoraggio connesse<br />

con l'attraversamento in viadotto di un versante<br />

acclive (pendenze dell'ordine di 50°) in ambiente<br />

morenico, già in passato coinvolto da movimenti<br />

gravitativi anche di notevole entità e sul quale<br />

insiste un'importante struttura viaria in esercizio.<br />

Sono, inoltre, descritti gli interventi adottati<br />

per la soluzione delle problematiche<br />

di stabilità del versante, nelle fasi provvisorie<br />

e per l'esercizio, nonché per le fondazioni<br />

delle pile e delle spalle del viadotto.<br />

<strong>Il</strong> viadotto <strong>Verrand</strong>, oggetto dello studio,<br />

è situato nel tratto<br />

Morgex-Courmayeur, di circa otto chilometri,<br />

che è stato aperto al traffico in direzione nord<br />

in data 13 agosto 2002.<br />

The paper dea/s with the investigation<br />

and monitoring aetivities eoneerning<br />

the viaduet crossing of a steep s/ope<br />

(s/opes of 50 degrees)<br />

in a morainie environment, whieh<br />

in the past was invo/ved in /ands/ides even<br />

of a /arge extension and on whieh stands<br />

an operating state/y road strueture.<br />

Furthermore, the paper describes<br />

the interventions adopted to avoid s/ope<br />

instabi/ity prob/ems, both in the provisiona/<br />

and operating stages, as we// as interventions<br />

for the foundations of the viaduet piers and abutments.<br />

The <strong>Verrand</strong> viaduet under discussion<br />

is /oeated in the Morgex-Courmayeur seetion,<br />

about eight ki/ometers in /ength, whieh was<br />

opened to northwards traffie on 13 August 2002.


1. Introduzione<br />

In prossimità dell'abitato di Courmayeur il tracciato<br />

dell'Autostrada Monte Bianco-Aosta, Tronco Traforo<br />

Monte Bianco-Morgex, corre in viadotto, su un versante<br />

fortemente acclive (con pendenze dell'ordine di 45-50°), in<br />

sponda orografica sinistra della Dora Baltea; il versante,<br />

costituito da depositi detritici prevalentemente morenici,<br />

presenta evidenze morfologiche di vecchi dissesti, anche di<br />

notevoli dimensioni.<br />

<strong>Il</strong> viadotto <strong>Verrand</strong> (fig.1) attraversa il versante con cinque<br />

campate di luce 100-130 m; le pile presentano un'altezza<br />

massima di == 50 metri.<br />

Nell'articolo vengono descritte le scelte tipologiche delle<br />

indagini e del monitoraggio geotecnico, le opere di fondazione<br />

delle pile e gli interventi di presidio del versante.<br />

Tenuto conto:<br />

• della notevole estensione dell'area di interesse (fronte di<br />

lunghezza L == 600 m per un'altezza pari a H == 100 m ­<br />

fig.1)<br />

Km 27 In esercizIo<br />

53


54<br />

Fig. 1 - Panoramica del viadotto nella fase finale di realizzazione<br />

del/'impalcato. Ai piedi del versante si osserva la<br />

costruzione per fasi successivedel rilevato in terra rinforzata<br />

{<br />

• delle complesse problematiche connesse con la caratterizzazione<br />

geologica, idrogeologica e geotecnica dell'area<br />

nonché delle evidenze di instabilità del versante<br />

• della notevole entità dei carichi indotti sulle strutture di<br />

fondazione, per effetto di un unico impalcato (L=21 m)<br />

con luci di =;130m<br />

la Società concessionaria RAV ha ritenuto opportuno che le<br />

attività di progettazione delle opere fossero individuate dal<br />

Progettista e discusse nell'ambito di un Comitato Tecnico di<br />

Esperti rappresentante le diversi componenti coinvolte nei<br />

lavori, Committente, Società Progetti sta, Impresa esecutrice<br />

dei lavori. Hanno partecipato al Comitato i rappresentanti<br />

dell'ANAS del Compartimento di Aosta e dell'Ufficio<br />

Speciale ANAS di Genova. Inoltre, il progetto è stato ogget­<br />

to del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Tale<br />

innovativo approccio metodologico ha consentito di mobili­<br />

tare, sin dalle prime fasi progettuali, tutte le risorse tecniche<br />

in grado di contribuire ad identificare le problematiche progettuali<br />

ed esecutive, definendo i vari "step" progettuali e le<br />

fasi di controllo.<br />

Alle attività di indagine e monitoraggio è stata riconosciuta<br />

un'importanza progettuale primaria, conferendo al<br />

Comitato i seguenti compiti:<br />

• valutazione degli elementi disponibili a carattere geolo­<br />

gico, geomorfologico, geotecnico, geomeccanico ed<br />

idrogeologico, allo scopo di verificarne l'adeguatezza ai<br />

fini progettuali e fornire gli elementi per il progetto<br />

delle indagini integrative e del monitoraggio;<br />

• analisi dei risultati via via disponibili, allo scopo di definire<br />

le tipologie delle opere di presidio/consolidamento del<br />

versante, di fondazione delle pile nonché aggiornare le<br />

fasi e le tempistiche progettuali e dei lavori.<br />

2. Inquadramento geologico<br />

e geomorfologico<br />

La porzione di pendice attraversata dal viadotto autostradale<br />

s'inquadra, poco a valle dell'abitato di <strong>Verrand</strong> (Comune di<br />

Pré St. Didier), nel settore della Valle Dora Baltea altimetrica­<br />

mente più depresso e che ha risentito dei rinnovati processi<br />

erosivi conseguenti al ritiro dei ghiacciai quaternari (fig. 2).<br />

I processi di ringiovanimento, attivi a partire dal Pleistocene<br />

inferiore, sono documentati dalla presenza, lungo i fianchi<br />

Fig. 2


Fig. 3 -Spalla lato Aosta del viadotto; nicchia di distacco di un<br />

recente movimento franoso dovuto all'erosione della Dora<br />

Baltea {<br />

vallivi, di lembi residui di diversi ordini di terrazzi, dovuti alla<br />

alternanza di fasi d'erosione a fasi di sedimentazione. Questi<br />

antichi fondovalle sono peraltro testimoniati anche da<br />

cumuli residui di antiche conoidi ormai stabilizzate.<br />

<strong>Il</strong> versante impegnato dalle diverse lavorazioni è modellato<br />

da un accumulo, di oltre 100 metri di potenza, di depositi<br />

quaternari prevalentemente di natura morenica. Nei livelli<br />

più superficiali si riscontrano materiali di paleofrana e di<br />

conoide, a loro volta ricoperti da prodotti detritici di derivazione<br />

naturale ed antropica.<br />

Litologicamente l'accumulo detritico è caratterizzato da una<br />

marcata eterogeneità granulometrica, dove blocchi e tro­<br />

vanti (anche maggiori di 10m3) risultano caoticamente<br />

immersi in un'abbondante matrice sabbioso-limosa.<br />

In profondità l'ammasso risulta addensato e dotato di una<br />

modesta coesione prodotta da sostanze carbonatiche.<br />

<strong>Il</strong> versante è interessato dalla presenza di livelli di falda relativamente<br />

alta, che si colloca a profondità dell'ordine di 10<br />

metri dal piano campagna, in asse tracciato, per affiorare<br />

nella parte basale del versante ad una quota di :::::20-30m al<br />

di sopra del letto della Dora Baltea, dando origine a diffuse<br />

evidenze geomorfologiche d'instabilità locale.<br />

Nella parte meridionale del versante, l'azione combinata<br />

della falda e l'azione erosiva della Dora hanno dato origine<br />

ad un fenomeno di instabilità globale di ampie dimensioni,<br />

del quale nella figura 3 si coglie la nicchia di distacco.<br />

3. Indagini geognostiche e monitoraggio<br />

Le attività geognostiche e di monitoraggio tensio-deforma­<br />

tivo sono state dimensionate, per consistenza, tipologia e<br />

tempistica esecutiva, alla luce della complessità delle proble­<br />

matiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e<br />

geotecniche del versante, considerando l'importanza degli<br />

interventi da eseguirsi sul pendio.<br />

3.1. Indagini geognostiche<br />

Contestualmente all'esecuzione di un dettagliato rilievo<br />

geologico e geomorfologico del sito, si è proceduto ad ese­<br />

guire una campagna d'indagine geotecnica, finalizzata alla<br />

determinazione delle caratteristiche meccaniche e di defor­<br />

mabilità dell'ammasso detritico, così articolata:<br />

• n.14 sondaggi geotecnici, di cui n. 7 a carotaggio conti­<br />

nuo, con esecuzione di prove SPT,prove di permeabilità<br />

tipo Lefranc e prove pressiometriche; prove di tipo DAC<br />

test sono state eseguite in alcune perforazioni a distruzione<br />

di nucleo. Considerata la natura prevalentemente<br />

granulare dei terreni indagati, i campioni prelevati nel<br />

corso dei sondaggi sono stati di tipo rimaneggiato;<br />

• stendimenti di sismica a rifrazione, per complessivi<br />

1.300 m;<br />

• esecuzione di n. 2 prove cross-holes, per complessivi 160<br />

m, al fine della valutazione delle velocità delle onde di<br />

taglio e di compressione dei terreni e, conseguentemen­<br />

te, dei valori iniziali dei moduli di taglio;<br />

• rilievi termografici e multispettrali, finalizzati all'indivi­<br />

duazione della aree del versante caratterizzate da mag­<br />

giore grado di umidità/saturazione;<br />

55


56<br />

• foto aeree da elicottero, allo scopo di censire e contri­<br />

buire a valutare la stabilità dei massi presenti a monte<br />

della strada di servizio e di cantiere. La stabilizzazione<br />

preventiva di porzioni di versante interessati da accumuli<br />

di blocchi e trovanti, alcuni dei quali vistosamente in<br />

precario equilibrio, si è resa necessaria per garantire la<br />

sicurezza operativa delle maestranze preposte ad iniziare<br />

i sottostanti lavori, anche a seguito di recenti fenomeni<br />

di dissesto;<br />

• prelievo ed analisi delle acque, per accertare l'eventuale<br />

aggressività chimica delle stessenei confronti delle opere<br />

in corso d'esecuzione.<br />

3.2. Monitoraggio del versante<br />

• Realizzazione di rete geodetica, su un'area d'estensione<br />

pari a circa 70 ettari, interessante tutto il pendio. <strong>Il</strong> relativo<br />

rilievo planoaltimetrico, restituito alla scala 1:500, ha<br />

previsto l'utilizzo di strumentazione topografica di precisione,<br />

con sistemi automatici di puntamento;<br />

• esecuzione di n.12 verticali piezometriche, in parte<br />

attrezzate con celle opportunamente predisposte con<br />

sensori elettrici di tipo estensimetrico e relativi acquisitori<br />

remoti per il rilevamento continuo ed automatico dell'escursione<br />

della falda acquifera nel tempo;<br />

• posa, in perfori orizzontali, di due estensimetri incre­<br />

mentali tipo "sliding micrometer", L= 50 e 70 m, finalizzati<br />

a monitorare eventuali spostamenti orizzontali del<br />

terreno in corrispondenza della parte alta del versante<br />

interessata dal tracciato della SSn. 26 dir;<br />

• installazione di quattro verticali inclinometriche, con<br />

profondità massima di 85 m, per la registrazione dei<br />

movimenti superficiali e/o profondi del versante.<br />

4. Caratteristiche delle opere<br />

e problematiche progettuali<br />

Le attività propedeutiche alla scelta tipologica e al dimen­<br />

sionamento delle opere sono state rappresentate da:<br />

• caratterizzazione geotecnica del versante, con particola-<br />

re riferimento ai parametri di resistenza delle coltri e alla<br />

deformabilità del "substrato";<br />

• caratterizzazione del regime idrologico del versante;<br />

• studio idraulico della Dora Baltea.<br />

Gli aspetti più strettamente progettuali hanno comportato<br />

l'analisi dei fenomeni d'instabilità e dei relativi interventi di<br />

presidio del versante, la definizione tipologica e il dimensionamento<br />

delle strutture di fondazione delle spalle e pile.<br />

Un ultimo ma non secondario aspetto, considerata l'acclività<br />

del versante, è stato rappresentato dal dimensionamento<br />

degli interventi di presidio dei fronti di scavo per l'esecuzione<br />

delle strade di servizio di accessoalle pile e dal progetto<br />

delle "edicole" per la realizzazione dei piani di lavoro per le<br />

fondazioni delle pile stesse.<br />

Con riferimento allo schema di fig. 5, si illustrano nel seguito<br />

gli interventi eseguiti sul versante:<br />

4.1. Opere di presidio dei fronti<br />

servizio<br />

di scavo delle strade di<br />

• Placcaggio al piede dei fronti di scavo necessari all'esecuzione<br />

delle edicole mediante piastre in c.a., dell'altezza<br />

di =3.0 m, tirantate con un doppio ordine di tiranti.<br />

• Consolidamento dei livelli più superficiali del terreno<br />

Fig. 4 - Consolidamento superficiale con sistema tipo<br />

HPentifix-Geobrugg H


mediante l'adozione di una chiodatura con ancoraggi<br />

pretesi, della lunghezza di 6-8 m, disposti secondo una<br />

maglia 2.2x2.2 m, nello spirito di un intervento di "soil<br />

nailing". <strong>Il</strong> consolidamento ha previsto, inoltre, la posa di<br />

pannelli in rete di funi metalliche, intrecciate diagonalmente,<br />

aventi maglie 250x250 mm (fig. 4).<br />

4.2. Edicole<br />

Le edicole, necessarie alla costruzione delle strutture di fon­<br />

dazione delle pile, sono state progettate con geometrie fina­<br />

lizzate a creare il minore disturbo possibile alla pendice, per<br />

1200<br />

1175<br />

1150<br />

1125<br />

1100<br />

1075<br />

1050 -,<br />

1<br />

Berlinese<br />

con<br />

Pozzo<br />

cavo<br />

evitare ripercussioni alla viabilità ordinaria presente alla<br />

sommità del versante (S.S.26 dir). In tal senso, i piani di lavo­<br />

ro per l'esecuzione delle fondazioni delle pile sono stati previsti<br />

a due quote diverse; inoltre si è imposto che le aree<br />

necessarie alla movimentazione dei mezzi d'opera fossero<br />

ottenute anche attraverso la realizzazione di rilevati in terra<br />

rinforzata, alleggeriti con argilla espansa (fig. 5).<br />

4.3. Opere di stabilizzazione del versante e fondazioni<br />

delle pile<br />

I dati acquisiti sulla base del programma di indagine e di<br />

Impalcato in acciaio con<br />

lastra .<br />

/<br />

Rilevato alleggerito<br />

Scarico di fondo<br />

drenagg<br />

Rilevato in terra rinforzata<br />

/<br />

Difesa spondale<br />

/<br />

Dora Baltea<br />

------~------- T<br />

- -- - - - --~- - - -- - - - ----- ~---- -- ~- ------ -- - - -- - - - ----- - -- - - -- --- - - ---- -- -- -- - - - - - - - - - - - - - - - - ---- - -- --- - - ---- --- - -- --- - - --- -~~- --- -- - -- - -- - - - -- --- - --------<br />

Fig. 5 - Schema riassuntivo degli interventi<br />

57


58<br />

• I 12QO{ì ---<br />

Fig. 6 - Planimetria e sezione edicola pila 1<br />

monitoraggio, predisposto dal Comitato Tecnico, hanno con­<br />

sentito di giungere alla conclusione che la morfologia attuale<br />

del versante nella parte basale è sostanzialmente vincolata<br />

dall'andamento dei livelli di falda e localmente dall'azione<br />

erosiva della Dora Baltea.<br />

Sulla base delle conclusioni di cui sopra, gli interventi di sta­<br />

bilizzazione superficiale e profonda del versante sono stati<br />

orientati verso opere drenanti.<br />

La decisione di affidare l'incremento delle condizioni di<br />

stabilità del versante ad interventi di drenaggio si è trasferita<br />

alla fase di elaborazione delle tipologie delle<br />

opere di fondazione (pozzi di fondazione), che nel caso<br />

specifico svolgono la duplice funzione di trasferire i cari­<br />

chi e di garantire, attraverso il sistema di drenaggio, la<br />

stabilità degli stessi e l'aumento dei coefficienti di sicurezza<br />

nei confronti della stabilità superficiale e globale<br />

del versante. I pozzi, che presentano diametro utile varia­<br />

bile tra 10 m e 13 m e lunghezza di 30+35 m, hanno pertanto<br />

struttura cava in modo da consentire la realizzazio­<br />

ne dei dreni dal loro interno e la possibilità del loro controllo<br />

nel tempo.<br />

La realizzazione dei pozzi ha previsto la realizzazione di<br />

coronelle di micropali e in jet-grouting, secondo lo schema di<br />

figura 6.<br />

Una doppia coronella di micropali d=220 mm armati con tubi<br />

d=168.3 mm sp=12.5 mm si estende da testa pozzo sino alla<br />

profondità di 16 m. A partire da quota 10.5 m la protezione<br />

degli scavi è stata realizzata mediante una doppia coronella<br />

di colonne di jet-grouting d=800 mm; la coronella più interna<br />

è stata riperforata ed armata con tubi d=168.3 mm<br />

sp=12.5 mm.<br />

A fondo pozzo è stato realizzato un tampone in jet-grouting<br />

dello spessore complessivo di 6.0 m, di cui 3.0 m all'interno<br />

del pozzo .<br />

In ogni pozzo è stata prevista l'esecuzione di 2-3 ordini di<br />

dreni microfessurati, del diametro di 4" e della lunghezza di<br />

50-70 m; lo scarico delle acque drenate è stato previsto a gravità.<br />

<strong>Il</strong> dimensionamento dei pozzi di fondazione ha comportato<br />

l'esecuzione di analisi tensio-deformative in condizioni 3D.


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SEZIONE VERTICALE POZZO<br />

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Fig. 7 - Schema dei pozzi di fondazione<br />

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vedere il comportamento deformazionale dell'opera, con<br />

particolare riguardo alla risposta alle sollecitazioni orizzontali.<br />

In tal senso, si è operato secondo due linee di intervento:<br />

• realizzazione dell'impalcato con una struttura in lastra<br />

ortotropa, in grado di ridurre l'entità delle azioni orizzontali<br />

del 15-20% rispetto ad una soluzione mista<br />

(acciaio - calcestruzzo);<br />

Fig. 8 - Pozzo di pila 3: realizzazione dei dreni microfessurati alla profondità di 25 m<br />

• esecuzione di un rilevato di appesantimento in terra<br />

rinforzata, al piede del versante. Nelle sezioni di massi­<br />

ma altezza (fig.1 - fig. 3) il rilevato è costituito da tre<br />

blor:chi (H == 9 m), ciascuno armato con diversi ordini di<br />

teli, variabili per interasse, lunghezza e caratteristiche<br />

di resistenza.


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14~ •••••••• •• •••• ~ ••<br />

16<br />

18<br />

20<br />

11/03/1997<br />

{11/03/1998<br />

11/03/1999<br />

10/03/2000<br />

10/03/200 l<br />

10/03/2002<br />

10/03/2003<br />

Fig. 9 - Andamenti pluviometrici e dei livelli di falda del piezometro PZ3M2, posto a 40 m dal pozzo della pila 3<br />

5. Monitoraggio delle opere<br />

e dei manufatti esistenti<br />

<strong>Il</strong> monitoraggio nella fase esecutiva e nell'esercizio dell'opera<br />

è consistito in:<br />

• messa in opera di 3 estensimetri multi base, ciascuno a 5<br />

basi d'ancoraggio e lunghezza pari a 25 m, in corrispondenza<br />

di tre diversi livelli della berlinese dell'edicola della<br />

pila 3. La strumentazione è stata dotata di trasduttori<br />

elettrici e di idonee scatole di centralizzazione;<br />

• posa, in corrispondenza delle pile di sostegno dell'attigua<br />

galleria artificiale presente sulla soprastante SS26<br />

dir, di n. 3 clinometri biassiali da parete a sensori elettrolitici.<br />

<strong>Il</strong> controllo deformativo della struttura e di un<br />

ampio tratto di strada statale viene eseguito con il contributo<br />

di una diffusa serie di deformometri e fessurime-<br />

Tempo<br />

100<br />

80<br />

40<br />

20<br />

o<br />

09/03/2004<br />

tri e con capisaldi topografici;<br />

• installazione di celle dinamometriche toroidali atte a<br />

registrare le variazioni di tensione degli ancoraggi delle<br />

berlinesi delle edicole;<br />

• controllo delle azioni interne presenti nelle strutture<br />

provvisionali (coronelle di micropali e/in colonne di jet<br />

grouting), necessarie al sostegno degli scavi dei pozzi di<br />

fondazione, mediante la predisposizione d'estensimetri<br />

elettrici "strain gauges" vincolati sia sulle armature centi<br />

nate (n. 4 strumenti su complessivi n. 8 centine interessanti<br />

i pozzi 4 e 2), sia sui ferri d'armatura costituenti una<br />

trave in cemento armato del pozzo n. 2.<br />

Tutto il sistema viene sistematicamente rilevato, con idonei e<br />

certificati mezzi d'acquisizione, con frequenza mensile a partire<br />

dall'aprile '97.<br />

Vista l'importanza progettuale rivolta al sistema di drenag-<br />

61


62<br />

gio predisposto, il rilievo automatizzato della falda acquifera<br />

verrà costantemente mantenuto in funzione anche duran­<br />

te il successivo esercizio dei manufatti autostradali, allo<br />

scopo di verificare l'opportunità o meno di eventuali interventi<br />

di manutenzione.<br />

Quest'ultima attività prosegue con sistematicità e il monito­<br />

raggio viene sviluppato con l'acquisizione, l'interpretazione<br />

e l'elaborazione dei dati, secondo specifiche preventivamente<br />

definite.<br />

I risultati del monitoraggio vengono periodicamente ripro­<br />

dotti e riportati alla conoscenza e all'esame del Comitato<br />

d'Esperti. Attualmente, dopo l'entrata in esercizio del viadotto,<br />

non si segnalano deformazioni e sollecitazioni superiori<br />

ai limiti giudicati ammissibili.<br />

Le misurazioni topografiche forniscono valori che rientrano<br />

nell'ambito degli errori strumentali statisticamente calcolati,<br />

in analogia con quanto registrato da tutti<br />

installati.<br />

gli altri strumenti<br />

<strong>Il</strong> grafico della figura 9, a riscontro della validità degli interventi<br />

realizzati, mohra il progressivo abbattimento della<br />

falda, registrato dalla verticale piezometrica PZ3M2 ubicata<br />

a 40 m circa dal pozzo n. 3, prodotto dall'attivazione progressiva<br />

dei tubi drenanti e dalla realizzazione degli scavi di<br />

sottofondazione.<br />

6. Conclusioni<br />

La particolare attenzione rivolta alla pianificazione delle<br />

indagini e al conseguente monitoraggio, individuati dal<br />

Progetti sta con il contributo di un Comitato d'Esperti rappresentante<br />

le diverse figure professionali coinvolte nei<br />

lavori, ha consentito una dettagliata valutazione di tutte le<br />

problematiche presenti, permettendo l'adozione di soluzioni<br />

e di fasi costruttive più confacenti alle complessità che<br />

caratterizzano l'acclive pendice del <strong>Verrand</strong>, nel rispetto del<br />

contesto programmatico prestabilito per portare in esercizio<br />

il tratto autostradale in costruzione.<br />

Antonio Malgeri<br />

RAV Raccordo Autostradale Valle d'Aosta<br />

Giorgio Fabriani<br />

Autostrade<br />

Tiziano Collotta, Mario Pignatelli, Alberto Selleri<br />

<strong>Spea</strong> - <strong>Ingegneria</strong> <strong>Europea</strong>

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