PREVIDENZA AGRICOLA - Fondazione ENPAIA
PREVIDENZA AGRICOLA - Fondazione ENPAIA PREVIDENZA AGRICOLA - Fondazione ENPAIA
settembre-ottobre 2007 - mensile - Poste Italiane SPA - sped. in abb. post. - Dl. 353/203 (convertito in Legge 27/02 2004 , n° 46) art. 1 - comma1/DCB - Roma PREVIDENZA AGRICOLA mensile ENPAIA n° 9-10 anno 2007 La previdenza in agricoltura Il convegno Enpaia a CremonaFiere
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settembre-ottobre 2007 - mensile - Poste Italiane SPA - sped. in abb. post. - Dl. 353/203 (convertito in Legge 27/02 2004 , n° 46) art. 1 - comma1/DCB - Roma<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong><br />
mensile <strong>ENPAIA</strong> n° 9-10 anno 2007<br />
La previdenza in agricoltura<br />
Il convegno Enpaia a CremonaFiere
SOMMARIO<br />
Enpaia<br />
Il Consiglio di Amministrazione approva la semestrale Augusto Bocchini 1<br />
Riformata la previdenza agricola Pietro Massini 2<br />
62° Fiera del bovino da latte Daniela Cerrocchi 4<br />
Welfare<br />
Covip: 2,7 milioni iscritti ai Fondi Fabio Serafini 5<br />
Gli interventi previdenziali dell'Accordo Antonio Positino 6<br />
Gli interventi assistenziali dell'Accordo Maria Miligi 8<br />
Siglato il contratto per gli allevatori Lucia Russillo 10<br />
L’Accordo tra Governo e parti sociali agricole Redazione 11<br />
Al via la Formazione agricola continua Roberto Caponi 12<br />
Soddisfazione delle parti sociali Luigino Scricciolo e Gianluca Cicinelli 13<br />
Europa<br />
Gli Stati generali dell'agricoltura Ariel F. Dumont 15<br />
Ortofrutta: rincari e riforme Giuseppe De Marco 16<br />
I prodotti di qualità accrescono la voglia di turismo Milica Ostojic 17<br />
La tavola calda Massimiliano Di Noia 18<br />
Grecia in fiamme Dimitri Deliolanes 19<br />
Il fascicolo elettronico del produttore Daniele De Sillo 20<br />
Mondo<br />
Prezzi agricoli in forte aumento Giovanni Martirano 21<br />
Agricoltura<br />
Il progetto Agronoma illumina le donne dell’agricoltura Redazione 23<br />
Da “Agricoltura in Città” a “Biofiera” Tiziano Marelli 24<br />
Nessun catastrofismo Francesco Bardaro Grella 25<br />
Dal Carcere di Mamone, un progetto-speranza Concetto Iannello 26<br />
Cheese 2007 Micaela Taroni 27<br />
Vini di qualità: dai Castelli romani al mercato mondiale Veronica Rossi 28<br />
<strong>ENPAIA</strong><br />
Convegno<br />
La Previdenza in Agricoltura<br />
INPS - <strong>ENPAIA</strong> - FONDI<br />
Venerdì 26 ottobre 2007, ore 10<br />
Fiera Internazionale del Bovino da Latte<br />
Cremona - Quartiere fi eristico<br />
Sala Zelioli Lanzini<br />
Presiede il dottor Augusto Bocchini (presidente Enpaia)<br />
Relazione del dottor Gabriele Mori (direttore generale Enpaia)<br />
<strong>ENPAIA</strong><br />
RUBRICHE<br />
30 Fisco Gaetano Tutino<br />
31 Previdenza Daniela Lambertini<br />
32 Contratti Marco Togna<br />
33<br />
34<br />
35<br />
36<br />
37<br />
38<br />
39<br />
40<br />
Diritto Ue Fabio Cavicchioli<br />
Giurisprudenza Antonio Positino<br />
Cibus Severo De Pignolis<br />
Carta Stefania Sepulcri<br />
Web Ran Garin<br />
News Maria Cartia<br />
P.A. risponde Redazione<br />
Medicina Fabio Forleo<br />
INSERTO<br />
La previdenza agricola<br />
I contributi e le prestazioni<br />
Inps ed Enpaia<br />
a cura del Centro Studi Enpaia
<strong>ENPAIA</strong><br />
Augusto Bocchini*<br />
Il Consiglio di Amministrazione approva la semestrale<br />
Il Consiglio di Amministrazione della <strong>Fondazione</strong> ha approvato la semestrale del 2007. Tale<br />
atto, pressoché unico nel panorama degli Enti Previdenziali, è inserito in un sistema di controllo<br />
di gestione che monitorizza mensilmente l’andamento delle attività delle entrate e dei<br />
costi dell’<strong>ENPAIA</strong> garantendo il rispetto delle previsioni di spesa, effi cienza e trasparenza.<br />
La gestione della <strong>Fondazione</strong> nel corso del primo semestre, con esclusione delle plusvalenze dovute<br />
a cessioni immobiliari, evidenzia un risultato positivo pari a € 2.511.092, in notevole incremento<br />
rispetto sia al risultato del primo semestre 2006 che a quello della previsione 2007. Tale<br />
lusinghiero risultato è dovuto in gran parte all’ottima performance dei proventi fi nanziari, che<br />
si sono incrementati del 41,18% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, passando da<br />
11,866 milioni di euro a 16,753 milioni di euro. La gestione fi nanziaria che al 30 giugno presentava<br />
un totale delle attività pari a 783 milioni di euro, ha risentito positivamente del nuovo asset<br />
allocation deciso nel secondo semestre del 2006, con rendimenti provenienti da un paniere di titoli diversifi -<br />
cati e legati al mercato. La maggiore attenzione ai mercati e un puntuale trading hanno permesso, inoltre, una<br />
plusvalenza pari a circa € 2.300.000.<br />
Nel complesso l’attività fi nanziaria, al netto della liquidità disponibile, ha prodotto una redditività pari al<br />
5,04%, in incremento rispetto al 4,40% del primo semestre 2006.<br />
Per il settore immobiliare si deve innanzitutto rilevare che i proventi da immobili presentano un incremento<br />
dell’1,1% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno in cui erano conteggiate anche le entrate da cinque<br />
complessi ceduti nel 2006. Tale eccellente risultato è dovuto ad una gestione oculata dei contratti e ad una<br />
politica di totale locazione degli immobili. L’incremento delle rendite sarà più marcato dall’inizio del 2008,<br />
in quanto saranno messi a reddito i due prestigiosi immobili acquistati nel centro storico di Roma in via del<br />
Colosseo e nelle adiacenze di piazza di Spagna. La dinamica attività di trading effettuata dalla <strong>Fondazione</strong> nel<br />
settore immobiliare ha evidenziato negli ultimi due anni notevoli plusvalenze (32 milioni di euro nel 2006) e<br />
ha permesso una più elevata redditività con la cessione di immobili residenziali bisognosi di notevole manutenzione<br />
e a basso reddito, nonché l’acquisto di immobili commerciali e residenziali ad alto reddito. Plusvalenze<br />
che si sono espresse anche nel primo semestre dell’anno in corso per € 1.094.000.<br />
Ottimi risultati sono stati altresì ottenuti nell’ambito dell’attività previdenziale propria della <strong>Fondazione</strong>. Infatti<br />
nel primo semestre sono stati accertati contributi pari a 60,308 milioni di euro, in incremento di oltre il<br />
5% rispetto all’analogo periodo del 2006. Tale incremento è dovuto all’aumento delle retribuzioni e del numero<br />
degli iscritti che è stato circa del 3%.<br />
La buona performance dell’attività di accertamento è correlata a una percentuale di riscossione dei contributi<br />
che supera il 96%. Ciò è dovuto anche al sistema di denunce mensili on-line che permette controlli rapidi e<br />
incisivi nei confronti delle aziende che omettono denunce e pagamenti. A fronte dell’attività di accertamento<br />
sono appostati nel fondo del TFR e nel Fondo di Previdenza gli accantonamenti rivalutati, per un totale di<br />
62,373 milioni di euro, necessari a coprire i conti individuali di ciascun iscritto, che vede quindi garantite le<br />
prestazioni previdenziali conseguenti. Anche la Gestione dei dipendenti dei Consorzi di Bonifi ca ha raggiunto<br />
nel primo semestre un buon risultato accantonando nel proprio fondo 2,224 milioni di euro.<br />
In conclusione i risultati raggiunti dalle attività fi nanziarie e immobiliari della <strong>Fondazione</strong> hanno garantito,<br />
nel primo semestre dell’anno in corso, oltre a un consistente margine operativo anche la copertura delle rivalutazioni<br />
dei fondi previdenziali, in particolare quella del 4% su base annua per il Fondo di Previdenza e quella<br />
prevista dalla legge per il Trattamento di Fine Rapporto a cui va aggiunto 0,91% della retribuzione in quanto<br />
l’aliquota contributiva è pari al 6%.<br />
Tali risultati ci rendono ottimisti per il futuro dell’<strong>ENPAIA</strong> anche alla luce del contenimento dei costi di funzionamento<br />
la cui incidenza è diminuita rispetto alle entrate. <br />
*Presidente Enpaia<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 1
Sostenere le<br />
imprese virtuose<br />
e ridurre i costi<br />
Plinio Nomellini<br />
Mezzogiorno, 1908-10<br />
2<br />
<strong>ENPAIA</strong><br />
Pietro Massini*<br />
Riformata la previdenza agricola<br />
Una priorità per tornare competitivi<br />
Se ancora non è primavera, stiamo superando l’inverno, avevamo concluso<br />
nel numero scorso di Previdenza Agricola. Il tavolo di confronto con<br />
le parti sociali, dopo un periodo di analisi e discussione, ha prodotto un<br />
accordo generale sullo stato sociale che rappresenta l’entrata nella bella<br />
stagione. È vero, l’agricoltura attraversa una fase di stagnazione, il supereuro ha<br />
penalizzato l’export agroalimentare nel primo semestre di quest’anno: eppure il<br />
quadro dell’andamento complessivo delle esportazioni del settore alimentare riguardante<br />
i prodotti di qualità del Made in Italy è stato positivo (+4,9%). Si tratta<br />
di performance molto rassicuranti che spingono tutte le parti interessate a rafforzare<br />
relazioni tra le parti che aiutino tutti gli sforzi per cogliere le potenzialità di<br />
sviluppo del prodotto alimentare italiano nei mercati internazionali. Ecco perché<br />
l’accordo recente tra Governo e parti sociali che razionalizza le disposizioni vigenti<br />
in materia, assicura lavoro certo e qualifi cato per i lavoratori, aggredisce il lavoro<br />
nero e sommerso ed individua aree di intervento per rilanciare la competitività<br />
delle aziende agricole che assumono manodopera, rappresenta un pilastro positivo<br />
per produrre meglio, in quantità e qualità.<br />
Le aziende agricole hanno posto il problema gravoso dell’impossibilità di far fronte<br />
al cumulo dei debiti previdenziali degli anni ante-2004. Ebbene la proposta, più<br />
volte posta sul tavolo da parte delle organizzazioni professionali, di una soluzione<br />
tombale ha trovato, nella ristrutturazione dei crediti, una via<br />
defi nitiva per guardare al futuro senza il peso di una situazione<br />
debitoria complessa e pesante. Ed anche i sindacati dei lavoratori,<br />
pur senza osservare che si crea una forte disparità tra<br />
chi ha sempre pagato e chi ha sempre eluso, hanno accettato<br />
questa proposta pur di mettere fi ne ad una situazione di aziende<br />
che, pervicacemente, evitano di “dare a Cesare quel che è di<br />
Cesare” e all’Inps quello che è dell’Inps. La richiesta delle imprese<br />
agricole di una urgente revisione del carico contributivo,<br />
pena la perdita di competitività nei confronti dei produttori<br />
dei Paesi in cui il costo del lavoro è meno gravoso, ha trovato<br />
forma e spazio nella parte di accordo che prevede importanti<br />
interventi di modernizzazione della previdenza agricola, di razionalizzazione<br />
e di riduzione dei suoi costi nonché di contenimento<br />
del costo del lavoro.<br />
L’introduzione del complesso delle misure concordate porterà<br />
all’incremento del numero di giornate denunciate e consentirà attraverso incentivi,<br />
alle imprese agricole di liberare risorse per investirle in azioni direttamente<br />
mirate a rafforzare la competitività del settore, a benefi cio dell’economia e della<br />
società. La scelta di mettere nero su bianco, aiuti alle imprese che facciano buona<br />
occupazione è fatto di rilievo per le aziende agricole e per il futuro occupazionale<br />
dei lavoratori. E servirà a dare stabilità al mercato del lavoro: le imprese agricole<br />
potranno oggi guardare alla modernizzazione, agli investimenti e alla qualità dei<br />
*Vicepresidente Enpaia<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
prodotti per allargare la propria capacità di stare nel mercato globale. Il Governo<br />
si era impegnato ad adottare disposizioni contrattate, condivise e concertate con<br />
tutte le parti sociali agricole per la semplifi cazione e la razionalizzazione delle norme<br />
previdenziali per il settore agricolo. Le parti sociali hanno accettato la sfi da di<br />
condurre in porto una riforma a costi molto limitati.<br />
L’Avviso comune in materia di emersione del lavoro irregolare in agricoltura,<br />
sottoscritto nel maggio 2004 da Confagricoltura, Coldiretti, Cia,<br />
Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil nell’ambito delle iniziative intraprese dal Comitato<br />
nazionale per l’emersione del lavoro non regolare, ha rappresentato un primo<br />
passo responsabile. Tale documento conteneva tra le altre cose una serie di<br />
indicazioni condivise in materia di previdenza agricola con particolare riguardo<br />
alla disciplina delle prestazioni temporanee (disoccupazione in primis) al fi ne di<br />
evitare abusi e illecite percezioni.<br />
L’Accordo sottoscritto da Governo, Organizzazioni imprenditoriali e Federazioni<br />
Sindacali dell’agricoltura per la riforma degli ammortizzatori e l’emersione rappresenta<br />
la tappa fondamentale di un processo traguardato<br />
alla trasparenza del mercato del lavoro ed alla garanzia<br />
piena dei diritti per i lavoratori agricoli. Il superamento<br />
delle fasce nel sistema di erogazione dei trattamenti di disoccupazione,<br />
l’unifi cazione della misura dell’indennità al<br />
40% per il numero di giornate di lavoro, il riconoscimento<br />
dell’anno pieno ai fi ni pensionistici per tutti i lavoratori<br />
con occupazione annua superiore a 50 giornate, la possibilità<br />
di aggiungere al lavoro svolto in agricoltura anche<br />
quello extra-agricolo unitamente all’incentivo riconosciuto<br />
alle aziende che denunciano occupazione aggiuntiva<br />
rispetto all’anno precedente, costituiscono misure effi caci<br />
per l’emersione e consolidano i diritti previdenziali dei lavoratori. Il Sindacato,<br />
unitariamente, ha scelto di dare un colpo defi nitivo al lavoro nero, ha accettato la<br />
riforma della disoccupazione nella convinzione di abbattere il lavoro nero e fi ttizio.<br />
I lavoratori agricoli vogliono uscire da ogni ambiguità. Chi lavora deve essere garantito<br />
e deve poter usufruire di tutti gli istituti moderni che governano i rapporti<br />
di lavoro subordinato. Le parti sociali hanno difeso la previdenza pubblica ed hanno<br />
dato un forte impulso alla previdenza complementare come dimostrano i dati<br />
di adesione, in primis, ad Alifond e Filcoop e ad Agrifondo, appena costituito.<br />
Non basta. L’accordo raggiunto assicura la prevenzione in materia di sicurezza,<br />
con incentivi alle aziende che riducono i rischi.<br />
L’avvio della formazione continua anche per gli operai agricoli sinora esclusi ed il<br />
riconoscimento della cassa integrazione per situazioni di crisi settoriali e territoriali,<br />
indotti dall’applicazione delle decisioni prese a livello comunitario nelle Organizzazioni<br />
Comunitarie di Mercato (Ocm) e dalla revisione della Pac. Questo accordo<br />
unitario, condiviso, qualifi cato ed assunto con convinzione dalle Organizzazioni<br />
professionali e dal Sindacato produrà una svolta signifi cativa al mondo agricolo e<br />
attenuerà anche gli accenti diversi delle singole organizzazioni di questi mesi.<br />
È per questo che possiamo affermare la primavera è iniziata ed è sbocciata nelle<br />
campagne. <br />
<strong>ENPAIA</strong><br />
La piaga<br />
del lavoro<br />
nero<br />
Plinio Nomellini<br />
Sera di marzo, 1896<br />
La formazione<br />
continua per gli<br />
operai agricoli<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 3
La Fiera agricola<br />
più importante<br />
d’Europa<br />
4<br />
<strong>ENPAIA</strong><br />
Daniela Cerrocchi<br />
62 a Fiera del bovino da latte<br />
Il Convegno a CremonaFiere della <strong>Fondazione</strong> Enpaia<br />
Anche quest’anno la città di Cremona, negli spazi espositivi all’avanguardia<br />
di CremonaFiere (68.000 mq e 3.500 posti auto), ha rinnovato il tradizionale<br />
invito agli allevatori e imprenditori agricoli d’Italia e del mondo<br />
per la 62 a Fiera internazionale del bovino da latte. Questo appuntamento,<br />
in programma dal 25 al 28 ottobre, è il più atteso dell’anno da chi lavora nel settore<br />
e, di fatto, si può considerare il più importante d’Europa, per le strutture messe in<br />
campo e per il numero dei partecipanti. E quale ubicazione migliore di questa? La<br />
città lombarda si trova infatti in un punto cruciale per la produzione italiana del<br />
latte (il 40% viene prodotto nel raggio di 100 km!) ed europea, nel cuore della fi liera<br />
del latte e dei suoi derivati.<br />
Faranno bella mostra di sé prodotti ed attrezzature per l’allevamento, la cura e la<br />
fecondazione artifi ciale del bestiame, macchinari per la lavorazione del latte e dei<br />
prodotti caseari, ma anche per la lavorazione del terreno e la gestione delle moderne<br />
aziende agricole. Sin dalla conclusione dell’edizione 2006, che ha visto uno<br />
straordinario successo di espositori (832) e di pubblico (con 68.815 visitatori provenienti<br />
da 45 Paesi) e la partecipazione di numerosi giornalisti delle principali<br />
riviste straniere specializzate (come la tedesca “Milchrind”, la francese “Typex”, le<br />
spagnole “Afriga” e “Mundo Ganadero”), gli organizzatori dell’evento hanno lavorato<br />
per accrescerne la visibilità e il peso a livello mondiale.<br />
Così durante questi mesi “La Fiera del Bovino di Cremona” si è presentata<br />
ai partners mondiali più importanti, partecipando alle fi ere organizzate negli<br />
USA (Word Diary Expo), in Francia (Sima), Iran (Agrovet), Spagna (Fima<br />
Ganadera),Turchia e Grecia. Sono questi ultimi quattro i Paesi che presentano le<br />
novità più interessanti e che stanno crescendo più velocemente nel settore dell’allevamento<br />
e della produzione lattiero-casearia.<br />
Il programma convegnistico prevede più di 25 appuntamenti di alto valore<br />
tecnico, scientifi co e politico, nell’ambito della IV edizione degli Stati Generali<br />
del latte. Invitati a discutere delle novità del settore economisti, produttori<br />
e distributori internazionali. In occasione della Fiera, CremonaFiere e Mondo<br />
Agricolo promuovono il Concorso “Targa Beltrami-Mondo Agricolo” per le categorie:<br />
macchine e attrezzature<br />
per l’allevamento, servizi e<br />
mezzi tecnici per l’allevamento,<br />
<strong>ENPAIA</strong><br />
Convegno<br />
La Previdenza in Agricoltura<br />
INPS - <strong>ENPAIA</strong> - FONDI<br />
Venerdì 26 ottobre 2007, ore 10<br />
Fiera Internazionale del Bovino da Latte<br />
Cremona - Quartiere fi eristico<br />
Sala Zelioli Lanzini<br />
Segreteria organizzativa Enpaia<br />
Il presente invito presentato alle casse dà diritto all’ingresso gratuito,<br />
previo cambio con regolare biglietto Siae<br />
Segreteria organizzativa alla Fiera<br />
Viale Beethoven, 48 - 00144 Roma di Cremona (giornata del Convegno):<br />
Tel. 06.5458210 - mellano@enpaia.it tel. 06.62277640 - mobile 333.3208168<br />
macchine e attrezzature per la<br />
lavorazione dei terreni, servizi<br />
e mezzi tecnici per l’ottimizzazione<br />
delle colture.<br />
La fiera sarà aperta ogni giorno<br />
dalle 9.00 alle 18.30 con<br />
orario continuato, ingresso a<br />
Piazza Zelioli Lanzini 1, a un<br />
Km dalla stazione ferroviaria<br />
di Cremona. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
Covip: 2,7 milioni gli iscritti ai Fondi<br />
La conferenza stampa del presidente Luigi Scimìa<br />
A conclusione<br />
del primo semestre dalla riforma del Tfr torniamo<br />
sull’argomento (cfr. precedente intervento sul numero 7-8 di luglio-agosto<br />
2007 di Previdenza Agricola); dalla relazione della Covip (Commissione di<br />
vigilanza sui fondi pensione, presentata dal Presidente, Luigi Scimia) emerge<br />
che al 30 giugno 2007 i dipendenti del settore privato che hanno conferito il Tfr ai<br />
fondi pensione sono stati circa 900mila. Rispetto agli iscritti a fi ne 2006 (1 milione e<br />
800mila circa), c’è stato un incremento di quasi il 50%; va tenuto presente, però, che<br />
la platea dei lavoratori dipendenti con fondi di categoria operativi a disposizione, alla<br />
data del 31 dicembre 2006, era di circa 8 milioni di persone.<br />
La ripartizione delle adesioni (solo quelle “esplicite”, al netto dei c.d. “silenti”, cioè<br />
di quei lavoratori che non hanno fatto nessuna scelta sul proprio Tfr e che, quindi,<br />
vedranno la loro liquidazione futura destinata al fondo pensione di categoria di<br />
riferimento), vede circa 600mila adesioni ai fondi negoziali (nel complesso saliti a<br />
circa 1 milione 700mila iscritti), 190mila adesioni ai fondi pensione aperti e 110mila<br />
adesioni ai piano pensionistici individuali (Pip).<br />
Sempre dalla relazione Covip si ricava che gli iscritti a forme pensionistiche complementari,<br />
compresi i lavoratori autonomi che pur in assenza di Tfr hanno sottoscritto<br />
un fondo pensione, sono 3 milioni e 500mila. Considerando anche i sottoscrittori di<br />
piani pensionistici di tipo assicurativo (non appropriati rispetto alla riforma), il numero<br />
di iscritti sale a 4 milioni e 300mila, rispetto al complesso di oltre 22 milioni di<br />
lavoratori in Italia (di cui 12 milioni e 200mila dispongono del Tfr). I dati esposti sono<br />
ancora provvisori, un quadro più completo della situazione sarà disponibile entro la<br />
fi ne di ottobre, quando è previsto, per la gran parte dei fondi, il versamento delle quote<br />
di Tfr (che dovrebbero tener conto anche di quelle dei silenti). Il tasso di adesione<br />
complessivo raggiunge il 28% (tenendo conto soltanto dei potenziali aderenti ai fondi<br />
pensione negoziali già operativi al 31 dicembre 2006 e dei fondi preesistenti, rivolti<br />
ai soli lavoratori dipendenti), con signifi cative variazioni territoriali (per i lavoratori<br />
delle regioni nord-occidentali gli iscritti sfi orano il 36%, nelle regioni nord-orientali<br />
il 25%, il 24% nelle regioni centrali e il 15% nelle regioni meridionali e insulari). Aggiungendo<br />
al 28% citato la quota delle adesioni dei c.d. “silenti”, stimata intorno al 5%,<br />
il tasso di adesione complessivo ai fondi negoziali dovrebbe<br />
superare il 30%.<br />
Dalla relazione Covip emerge ancora un consistente insieme<br />
di lavoratori che ha optato per il mantenimento del Tfr<br />
presso l’azienda di appartenenza, privandosi così del secondo<br />
pilastro previdenziale; tali lavoratori risultano concentrati,<br />
prevalentemente, tra le fasce più giovani della popolazione,<br />
proprio quelle che dovrebbero preoccuparsi di più del loro<br />
avvenire previdenziale, tenuto conto che la riforma Dini<br />
(legge n. 335/1995), che ha introdotto il calcolo contributivo,<br />
lega le prestazioni pensionistiche ai contributi effettivamente<br />
versati ed ha ridotto il c.d. “tasso di sostituzione” (la differenza tra reddito da pensione<br />
e quello da lavoro), del 30% circa, rendendo inadeguata, per tali soggetti, l’entità della<br />
rendita promessa dal sistema di base. <br />
WELFARE<br />
Fabio Serafi ni<br />
Luigi Scimìa<br />
Forte<br />
l’incremento<br />
degli iscritti ai<br />
Fondi<br />
Giorgio Kienerk<br />
In riva all’Arno, 1891<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 5
Eliminazione<br />
dello scalone<br />
per l’età<br />
pensionabile<br />
Plinio Nomellini<br />
I mattonai, 1889<br />
L’impianto<br />
del sistema<br />
contributivo<br />
6<br />
WELFARE<br />
Antonio Positino<br />
Gli interventi previdenziali dell’Accordo<br />
Le novità in materia previdenziale e pensionistica<br />
L’intesa raggiunta fra il Governo e le organizzazioni sindacali migliorerà<br />
il sistema pensionistico per renderlo più idoneo al raggiungimento degli<br />
impegni presi, in sede europea, sul risanamento dei conti pubblici e richiederà,<br />
per lo Stato, un impiego complessivo di 29 miliardi di euro nel<br />
prossimo decennio.<br />
Il nuovo sistema abroga l’innalzamento dell’età di pensione a 60 anni prevista dal<br />
1° gennaio 2008 (il cosiddetto scalone) e lo sostituisce con un percorso graduale<br />
di “scalini” e quote costituite dalla somma di età anagrafi ca ed anni contributivi.<br />
In particolare, i lavoratori dipendenti, con un’anzianità contributiva minima di 35<br />
anni, potranno accedere alla pensione di anzianità: a partire dal 1° gennaio 2008,<br />
con il contestuale requisito dei 58 anni di età e 35 di contributi; a partire dal 1° luglio<br />
2009, al raggiungimento di “quota 95”, requisito ottenibile sommando all’età<br />
anagrafi ca l’anzianità contributiva, con minimo 59 anni. Questo meccanismo porterà,<br />
nel 2013, ad una età minima di 61 con la quota a 98.<br />
L’introduzione della “quota” consente di ampliare il ventaglio delle possibilità<br />
di uscita dal lavoro, rendendo più fl essibile il pensionamento.<br />
Restano, ovviamente, confermati i requisiti per l’accesso alla pensione<br />
di vecchiaia per gli uomini (65 anni) e le donne (60 anni), cosi come la<br />
possibilità di accesso al pensionamento anticipato al raggiungimento<br />
dei quaranta anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafi ca.<br />
Sono state previste risorse per consentire ai lavoratori impegnati<br />
in lavori usuranti, in lavori con turni notturni, agli addetti a linee<br />
a catena o ai mezzi pubblici pesanti di andare in pensione con requisito<br />
anagrafi co ridotto di tre anni rispetto ai requisiti suddetti e con<br />
età minima di 57 anni. Il dibattito sulle modalità pensionistiche sui<br />
lavoratori usuranti è ancora aperto.<br />
È stato previsto un suo rafforzamento attraverso l’applicazione di<br />
nuovi coeffi cienti di trasformazione ovvero di nuovi moltiplicatori<br />
del montante contributivo maturato all’atto del pensionamento<br />
a partire dal 2010 ed è inoltre stata costituita una commissione per verifi care e<br />
proporre modifi che che tengano conto delle nuove condizioni economiche e del<br />
mercato del lavoro. È qui utile precisare, per render ancor più chiaro l’effetto della<br />
modifi ca dei moltiplicatori, che la pensione maturata si calcola, con il metodo contributivo,<br />
applicando al totale dei contributi accreditati e rivalutati, a tal proposito<br />
si prende a riferimento la contribuzione accreditata durante l’intera vita lavorativa,<br />
rivalutata in base all’indice calcolato dall’Istat riferito alla variazione media<br />
quinquennale del Pil nominale, i coeffi cienti di trasformazione previsti dalla legge<br />
335/95, ovvero dei moltiplicatori legati all’aspettativa di vita residua al momento<br />
del pensionamento. La legge 335/95 ha previsto una revisione decennale dei coeffi<br />
cienti di trasformazione, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza<br />
sociale, di concerto con il Ministro del tesoro, sentite le organizzazioni sindacali<br />
dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazio-<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
nale. L’accordo in commento prevede che una Commissione di<br />
esperti, nominati dal Governo e dalle OO.SS., proponga entro<br />
il 31/12/2008, modifi che alle modalità e ai criteri dell’adeguamento<br />
dei dianzi detti moltiplicatori nel rispetto degli equilibri<br />
della spesa pensionistica di lungo periodo. Lo stesso accordo,<br />
nelle more dell’eventuale modifi ca legislativa sulla base delle<br />
proposte formulate dalla Commissione suddetta, stabilisce,<br />
in apposita tabella allegata, nuovi coeffi cienti riadeguati con<br />
effetto dal 1° gennaio 2010. Nell’accordo è altresì prevista la<br />
rivalutazione delle pensioni in essere; gli aumenti riguarderanno circa 3.400.000<br />
persone. Di queste, 300.000 sono i soggetti più svantaggiati (titolari di pensioni<br />
e assegni sociali, trattamenti di invalidità, ecc.), per i quali l’accordo prevede, a<br />
partire del 2008, l’incremento delle maggiorazioni sociali al fi ne di assicurare un<br />
reddito individuale mensile complessivo pari a 580 euro, per le restanti 3.100.000<br />
è stabilito che riceveranno aumenti legati alla propria storia lavorativa ovvero sulla<br />
base dei contributi versati. Una particolare attenzione è dedicata al sostegno della<br />
condizione lavorativa dei giovani al fi ne di evitare che le fl essibilità contrattuali e la<br />
discontinuità dei rapporti di lavoro, attualmente ampliamente diffusi specie nella<br />
prima parte della vita lavorativa, compromettano il raggiungimento di adeguati<br />
livelli di copertura pensionistica. Gli interventi fi nalizzati a questo scopo essenzialmente<br />
sono: l’ampliamento della la possibilità di cumulo, c.d. totalizzazione,<br />
dei contributi versati nelle diverse gestioni, la copertura fi gurativa previdenziale<br />
piena dei trattamenti di disoccupazione (commisurata alla retribuzione percepita),<br />
nuove disposizioni che mirano a consentire il riscatto del corso legale di laurea a<br />
condizioni più vantaggiose rispetto a quelle attuali nonché l’estensione delle tutele<br />
sociali e contributive, oggi previste per i lavoratori a tempo indeterminato, anche<br />
ai giovani con occupazione precaria e discontinua.<br />
L’attuale normativa sulla decontribuzione dei premi di risultato erogati dalla contrattazione<br />
di II° livello, sia essa aziendale che territoriale, viene sostituita con un<br />
sistema di sgravi a benefi cio dei datori di lavoro e dei lavoratori (competitività).<br />
Nel dettaglio, per il triennio 2008-2010, nel limite delle risorse stanziate in apposito<br />
fondo, 480 milioni di euro per l’intero triennio, gli sgravi contributivi sono cosi<br />
articolati: le imprese riceveranno uno sgravio contributivo in misura fi ssa pari al<br />
25% dell’erogazione ammessa allo sgravio; il tetto del premio individuato dalla contrattazione<br />
di II° livello ed ammesso allo sgravio sarà pari al 5% della retribuzione<br />
annua (a fronte del tetto dell’attuale regime di decontribuzione del 3%); i lavoratori,<br />
invece, riceveranno uno sgravio contributivo pari ai contributi previdenziali a<br />
loro carico, calcolati sul premio di risultato ammesso all’agevolazione (deve trattarsi<br />
di aumenti economici derivanti dalla contrattazione integrativa, aziendale o<br />
territoriale) e l’integrale copertura contributiva fi gurativa ai fi ni previdenziali sulle<br />
relative somme erogate. L’accordo prevede altresì l’abolizione della contribuzione<br />
aggiuntiva sulle somme erogate per il lavoro straordinario introdotta dalla legge<br />
549/1995.<br />
Previsto l’avvio del processo di riordino e razionalizzazione degli Enti di previdenza<br />
attraverso la redazione di un apposito piano industriale che il Governo dovrà presentare<br />
entro il 31 dicembre 2007. <br />
WELFARE<br />
Plinio Nomellini<br />
Golfo di Genova, 1891<br />
La totalizzazione<br />
dei contributi<br />
delle diverse<br />
gestioni<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 7
8<br />
WELFARE<br />
Maria Miligi<br />
Plinio Nomellini<br />
La diana del lavoro, 1893<br />
La riforma<br />
degli<br />
ammortizzatori<br />
sociali<br />
Gli interventi assistenziali dell’Accordo<br />
Le disposizioni su mercato del lavoro ed ammortizzatori sociali<br />
L’ipotesi di accordo prevede una progressiva<br />
armonizzazione degli attuali istituti di<br />
disoccupazione ordinaria e di mobilità, con<br />
la creazione di uno strumento unico indirizzato<br />
al sostegno del reddito e al reinserimento lavorativo<br />
delle persone disoccupate. La modulazione<br />
dei trattamenti andrà collegata all’età anagrafi ca dei<br />
lavoratori e alle condizioni occupazionali più diffi cili<br />
presenti nelle regioni del sud Italia. Ancora, tutti i<br />
trattamenti, in coerenza con la normativa comunitaria,<br />
offriranno la piena copertura fi gurativa a fi ni previdenziali e calcolata sulle retribuzioni,<br />
con evidenti vantaggi in termini di trattamento pensionistico dei lavoratori<br />
interessati.<br />
La prima fase del progetto di riforma degli ammortizzatori intende effettuare interventi<br />
migliorativi delle indennità di disoccupazione che riguardano tutte le categorie<br />
di lavoratori, detti interventi si articoleranno in un miglioramento dell’indennità<br />
ordinaria di disoccupazione in riferimento al livello, alla durata e all’attuale profi lo<br />
a “scalare” ed un aumento delle indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, con<br />
profi lo che incentivi i contratti a termine più lunghi. Inoltre, in una prospettiva di<br />
universalizzazione degli strumenti la riforma, pur prevedendo specifi cità di funzionamento,<br />
il progetto tenderà alla progressiva estensione e unifi cazione della cassa<br />
integrazione ordinaria e straordinaria con forme di regolazione basate sulle fi nalità<br />
sostanzialmente diverse che hanno le due attuali casse.<br />
Nell’immediato l’accordo ha previsto che il Governo stanzi una quota dell’extragettito,<br />
pari a circa 700 milioni di euro, in direzione di un primo intervento sugli<br />
ammortizzatori sociali. Lo stanziamento servirà a migliorare le tutele economiche<br />
in caso di disoccupazione non agricola per i soggetti più deboli, nello specifi co: la<br />
durata della indennità di disoccupazione con requisiti pieni verrà portata a 8 mesi<br />
per gli infracinquantenni e a 12 mesi per gli over 50; l’importo della indennità di<br />
disoccupazione con requisiti pieni sarà portato al 60% dell’ultima retribuzione per<br />
i primi 6 mesi, al 50% dal 7° all’8° mese, al 40% per gli eventuali mesi successivi<br />
mantenendo in vigore gli attuali massimali; l’indennità di disoccupazione con<br />
requisiti ridotti calcolata sui redditi da lavoro dell’anno precedente passerà dall’attuale<br />
30 al 35% per i primi 120 giorni e al 40% per i successivi per una durata<br />
massima di 180 giorni; al fi ne di garantire una piena copertura previdenziale, la<br />
contribuzione fi gurativa verrà assicurata per l’intero periodo di godimento delle<br />
indennità, con riferimento alla retribuzione già percepita; si aumenterà la perequazione<br />
relativa ai tetti delle indennità dall’80% al 100% dell’infl azione.<br />
La strategia di riforma poggia su integrazioni e modifi che del decreto legislativo<br />
276/2003 e sul potenziamento dei servizi pubblici per l’impiego. L’operatività dei<br />
servizi pubblici per l’impiego sarà rafforzata anche con l’avvio a regime del sistema<br />
informativo, la comunicazione preventiva di assunzione e la revisione delle procedu-<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
e amministrative. Le procedure di trasmissione dei dati utili alla gestione complessiva<br />
del mercato del lavoro tra tutti i soggetti della rete dei servizi pubblici saranno<br />
velocizzate e semplifi cate. Per conseguire più elevati tassi di “buona” occupazione occorrerà<br />
riorganizzare l’intero sistema degli incentivi, in gran parte pensato in tempi<br />
lontani e rapportato ad un mercato del lavoro profondamente diverso dall’attuale.<br />
Il Governo s’impegna a rivedere il sistema degli incentivi e ad orientarli, tenendo<br />
conto dei risultati conseguiti e dei profi li di effi cienza e di equità, rispetto alle nuove<br />
priorità: l’occupazione delle donne, dei giovani, dei lavoratori ultra-cinquantenni.<br />
In questo stesso quadro si procederà anche a ridefi nire la disciplina del contratto<br />
d’inserimento. Il Governo e le parti sociali, al fi ne di valorizzare l’apprendistato, valuteranno<br />
opportuni provvedimenti rivolti a contrastarne l’utilizzo improprio. La<br />
direttiva 1999/70/CE relativa all’accordo quadro Ces, Unice e Ceep sul lavoro a tempo<br />
determinato, da una parte, indica il contratto di lavoro a tempo indeterminato<br />
come “la forma comune dei rapporti di lavoro” e, dall’altra, chiede che<br />
vengano prevenuti “gli abusi derivanti dall’utilizzo di una successione<br />
di contratti o rapporti a tempo determinato”. A tal proposito l’accordo<br />
prevede che il rapporto di lavoro fra lo stesso datore di lavoro e lo stesso<br />
lavoratore abbia complessivamente superato i 36 mesi comprensivi di<br />
proroghe e rinnovi, ogni eventuale successivo contratto a termine fra gli<br />
stessi soggetti dovrà essere stipulato presso la Direzione provinciale del<br />
lavoro competente per territorio, con l’assistenza di un rappresentante<br />
dell’organizzazione sindacale cui il lavoratore sia iscritto o conferisca<br />
mandato. In caso di mancato rispetto della procedura indicata, il nuovo<br />
contratto si considera a tempo indeterminato. Inoltre, il lavoratore, che<br />
nell’esecuzione di uno o più contratti a termine presso la stessa azienda<br />
abbia prestato attività lavorativa per un periodo superiore a 6 mesi, ha<br />
diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate<br />
dal datore di lavoro entro i successivi 12 mesi con riferimento alle mansioni<br />
già espletate in esecuzione dei rapporti a termine.<br />
Per quel che riguarda il lavoro a tempo parziale l’accordo intende porre fi ne alle<br />
problematiche tecnico-giuridiche connesse ad un testo legislativo a doppia versione<br />
per il lavoro pubblico e per quello privato. Sulle norme previste dal D. Lgs. 276/03<br />
e concernenti il lavoro a chiamata, art. 33-40, l’orientamento del Governo è quello<br />
di procedere alla loro abrogazione ed attivare un tavolo di confronto con le parti sociali<br />
per esaminare ipotesi di part-time che rispondano a esigenze di attività di breve<br />
durata per lavoratori ed imprese. Divenuta ormai sempre più diffi cile l’applicazione<br />
dell’art. 12 della legge 68 ai fi ni dell’occupazione delle persone con disabilità tramite<br />
apposite Convenzioni con le cooperative sociali o con disabili liberi professionisti<br />
(n. 10 nel 2004 e n. 112 nel 2005), l’accordo, per favorire l’inserimento lavorativo<br />
dei disabili ha previsto la “riscrittura”, con alcuni correttivi, dell’art. 12 della legge<br />
68/99 avendo cura di salvaguardare, peraltro, alcuni risultati positivi ottenuti quali<br />
ad esempio le “buoni prassi” adottate a livello locale ed il dialogo partecipato con i<br />
soggetti attivi nel territorio (Convenzioni quadro).<br />
Questo protocollo dedica particolare attenzione ai giovani. In particolare, l’adozione<br />
di misure solidaristiche a favore dei lavoratori con carriere discontinue, in un quadro<br />
di rafforzamento del sistema pensionistico, garantendo i giovani.<br />
WELFARE<br />
Riorganizzare<br />
il mercato del<br />
lavoro per dare<br />
occupazione ai<br />
soggetti deboli<br />
Plinio Nomellini<br />
San Rossore, 1901<br />
Il Governo punta<br />
ad occupare<br />
giovani e donne<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 9
La riforma<br />
degli<br />
ammortizzatori<br />
sociali<br />
10<br />
WELFARE<br />
Un sistema del welfare e delle tutele riformato nella direzione indicata sopra è il<br />
presupposto, si legge testualmente, per una politica di sviluppo che sia in grado di<br />
offrire una prospettiva di buona occupazione ai giovani e alle donne. Anche se vi è<br />
stato un considerevole aumento di donne sul mercato del lavoro nell’ultimo decennio,<br />
a testimonianza di una aumentata offerta di lavoro delle donne, specie delle più<br />
giovani e istruite, occorre moltiplicare gli sforzi e potenziare gli strumenti. L’aumento<br />
dell’occupazione femminile è legato ovviamente alle prospettive di sviluppo, ma<br />
è altrettanto forte il legame con gli assetti collettivi e culturali della società e con gli<br />
assetti del welfare e dei servizi. Per questo l’intervento di potenziamento e di ammodernamento<br />
del welfare per le donne è la condizione necessaria per raggiungere gli<br />
obiettivi di una società con un livello di occupazione adeguato alle sfi de demografi -<br />
che ed economiche del futuro.<br />
Il Governo e le Parti sociali concordano sulla necessità di proseguire negli interventi<br />
già avviati con la Legge fi nanziaria per il 2007 con una maggiore riduzione del cuneo<br />
fi scale per l’assunzione a tempo indeterminato di donne nelle aziende del Mezzogiorno<br />
e di mettere in atto una serie di misure per favorire l’integrazione delle donne<br />
nel mercato del lavoro. Nel quadro del riordino complessivo degli incentivi e degli<br />
sgravi contributivi, che inizierà con la prossima fi nanziaria, si defi niranno sgravi mirati<br />
a sostenere i regimi di orari fl essibili legati alle necessità della conciliazione tra<br />
lavoro e vita familiare e gli interventi saranno defi niti di concerto con le parti sociali<br />
e attuati progressivamente; si potenzieranno gli attuali strumenti disponibili come<br />
l’articolo 9 della legge 53 e si incentiverà l’uso del part-time. <br />
Siglato il contratto per gli allevatori<br />
Soddisfatte le parti sociali<br />
Lucia Russillo<br />
L’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti della Organizzazione<br />
degli Allevatori, Consorzi ed Enti Zootecnici è stato concluso. La platea dei lavoratori<br />
interessati riguarda oltre 2.800 tecnici ed impiegati dipendenti dalle Organizzazioni<br />
degli Allevatori, che svolgono un prezioso ruolo in materia di controlli funzionali zootecnici,<br />
d’assistenza tecnica alle imprese zootecniche nonché funzioni nel campo della sicurezza alimentare. I<br />
punti qualificanti dell’intesa sono:<br />
• l’implementazione del ruolo delle parti nazionali fi rmatarie in materia di gestione del contratto con<br />
particolare riferimento al corretto esercizio della contrattazione articolata;<br />
• la possibilità, per i lavoratori, di aderire al Fondo di previdenza complementare “Agrifondo” rafforzando<br />
e integrando le tutele previdenziali che già da tempo l’Enpaia garantisce ai lavoratori del settore;<br />
• l’aumento retributivo del 5,1% per il biennio 2007-2008;<br />
• l’aumento del 2,5% del valore degli scatti di anzianità.<br />
“Viste le problematiche organizzativo-fi nanziarie che condizionano le attività del sistema allevatoriale<br />
- il segretario generale della Fai-Cisl, Albino Gorini - considera i contenuti dell’intesa raggiunta<br />
accettabili sia per quanto attiene gli aspetti economici che normativi. La conclusione del negoziato<br />
è un atto di fi ducia, delle parti fi rmatarie, nel sistema organizzativo allevatoriale. Auspichiamo che<br />
le parti possano meglio collaborare per dare al sistema più certezze, in particolare nel rapporto con<br />
la pubblica amministrazione, realizzando con ciò il rilancio del sistema e migliori tutele per il lavoro<br />
dipendente”. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
WELFARE<br />
L’Accordo tra Governo e parti sociali agricole<br />
“Il Governo<br />
(Ministro del Lavoro, Ministro<br />
delle Politiche Agricole), le parti sociali<br />
(Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Flai-Cgil,<br />
Fai-Cisl, Uila-Uil, Confcooperative-Fedagri,<br />
Legacoop-Agroalimentare, Agci-Agrital), Inps e Inail<br />
concordano sulle seguenti misure in materia di emersione<br />
del lavoro nero e sommerso in agricoltura.<br />
Riforma dei trattamenti di disoccupazione agricola<br />
- L’attuale sistema delle soglie (51-101-151 giornate<br />
annue), in base alle quali scatta un diverso livello di<br />
indennità (rispettivamente 30%, 40%, 60%) incentiva<br />
da una parte l’evasione contributiva parziale e dall’altra<br />
il cosiddetto lavoro fi ttizio. La riforma concordata prevede<br />
una soglia di ingresso (51 giornate), l’eliminazione<br />
delle altre due soglie e il pagamento della disoccupazione<br />
nella misura unitaria del 40% della retribuzione.<br />
Ai fi ni del raggiungimento del requisito annuo di 270<br />
contributi giornalieri, valido per il diritto e la misura<br />
delle prestazioni pensionistiche, si prevede un contributo<br />
di solidarietà nella misura del 9% dell’indennità di<br />
disoccupazione per ogni giornata indennizzata sino ad<br />
un massimo di 150 giornate. Oneri per la fi nanza pubblica<br />
di 90 milioni di euro annui.<br />
Accesso alla cassa integrazione salari straordinaria<br />
- Ferma restando la cassa integrazione speciale<br />
nei casi di calamità naturale, si prevede di estendere<br />
la cassa integrazione salariale straordinaria in deroga<br />
al settore agricolo nei casi di ristrutturazione e riconversione<br />
aziendale connessi alle profonde modifi che<br />
del mercato, quali le nuove Organizzazioni Comuni del<br />
Mercato stabilite a livello europeo (Ocm).<br />
Nell’ambito delle risorse per gli ammortizzatori in deroga<br />
a partire dal 2008 sarà riservata una quota di 20<br />
milioni di euro per gli interventi di cui sopra che pertanto<br />
non grava sul costo complessivo del provvedimento,<br />
ma sulle risorse eventualmente destinate dalla<br />
fi nanziaria 2008 agli ammortizzatori.<br />
Incentivi alla stabilizzazione dei rapporti di<br />
lavoro - A completamento degli interventi volti alla<br />
qualifi cazione del mercato del lavoro dei braccianti<br />
agricoli, si intende introdurre un’agevolazione - sotto<br />
forma di credito di imposta - per le imprese per ciascuna<br />
giornata lavorativa ulteriore rispetto all’anno precedente.<br />
Il contributo, in misura diversifi cata in modo da<br />
favorire le zone considerate economicamente svantaggiate<br />
secondo i parametri comunitari, viene concesso in<br />
relazione al numero delle giornate lavorative ulteriori<br />
Redazione<br />
rispetto a quelle svolte nell’anno precedente. Si tratta<br />
di riconoscere - alla particolare struttura stagionale del<br />
lavoro agricolo - parte delle agevolazioni concesse agli<br />
altri settori economici in favore del lavoro a tempo indeterminato.<br />
Sicurezza sul lavoro - Al fi ne di promuovere la sicurezza<br />
e la salute nei luoghi di lavoro si consente all’Inail<br />
di applicare, una riduzione, in misura comunque non<br />
superiore al 20%, della contribuzione dovuta per l’assicurazione<br />
dei lavoratori agricoli dipendenti, alle imprese<br />
con almeno due anni di attività, che siano in regola<br />
con tutti gli obblighi in tema di sicurezza ed igiene del<br />
lavoro, che non abbiano registrato infortuni nel biennio<br />
precedente e che abbiano attivato piani pluriennali di<br />
prevenzione.<br />
Finanziamento della formazione - Il decisivo rilancio<br />
della formazione professionale dei lavoratori<br />
agricoli, anche attraverso la funzionalità dei fondi paritetici<br />
costituiti nel settore, si ottiene poi con la previsione<br />
del fi nanziamento della formazione continua, con la<br />
destinazione dello 0,30% della retribuzione lorda, nell’ambito<br />
dei contributi già versati all’Inps per la disoccupazione,<br />
senza oneri aggiuntivi a carico delle aziende<br />
che aderiscono ai fondi paritetici nazionali interprofessionali.<br />
Nell’ambito delle risorse disponibili verranno<br />
attivati i fi nanziamenti allo start-up per sostenere il<br />
primo anno di attività del For.Agri ai fi ni della valorizzazione<br />
della formazione continua in agricoltura.<br />
Riordino degli interventi a favore dell’occupazione<br />
nelle aziende colpite da calamità naturale<br />
- Si prevede la revisione dei requisiti di accesso al benefi<br />
cio della indennità di disoccupazione agevolata nei<br />
casi di calamità naturali. Il numero dei benefi ciari non<br />
sarà più quello di tutti i lavoratori residenti nei territori<br />
colpiti da calamità, individuati con decreto regionale,<br />
bensì solo quello dei lavoratori dipendenti dalle aziende<br />
operanti nei suddetti territori che siano state effettivamente<br />
danneggiate dalle predette calamità, con conseguente<br />
risparmio di spesa pubblica.<br />
Attuazione del Durc - Introdotto nella legislazione<br />
del 2006 per l’accesso alle provvidenze comunitarie, si<br />
prevede la compensazione diretta da parte dell’Agea sul<br />
pagamento degli aiuti comunitari, dei debiti previdenziali<br />
già scaduti, compresi gli interessi di legge a qualsiasi<br />
titolo maturati e tutte le sanzioni conseguenti.<br />
Complessivamente l’accordo costa 140 milioni<br />
di euro. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 11
12<br />
WELFARE<br />
Roberto Caponi<br />
Al via la Formazione agricola continua<br />
Il ruolo di For.Agri<br />
Con la sottoscrizione dell’Accordo sulla<br />
“Emersione del lavoro nero e<br />
sommerso in agricoltura” avvenuta<br />
il 21 settembre scorso, si è compiuto<br />
un ulteriore importante passo avanti<br />
nel percorso di realizzazione di un complesso<br />
sistema di formazione continua in agricoltura.<br />
L’accordo in questione, infatti, ha previsto<br />
la concessione di un contributo pubblico di<br />
avviamento (cd. start up) al Fondo Paritetico<br />
Nazionale Interprofessionale per la formazione<br />
continua in Agricoltura, denominato “For.<br />
Agri”, costituito nel dicembre scorso dalle<br />
Organizzazioni datoriali e sindacali agricole<br />
(Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Cgil,<br />
Cisl, Uil e Confederdia).<br />
L’accordo estende inoltre alle aziende agricole<br />
che occupano operai, la possibilità di<br />
iscriversi e contribuire al Fondo in questione,<br />
mediante la introduzione, anche per tale categoria<br />
di dipendenti, di un contributo pari allo<br />
0,30% della retribuzione da destinare a tale<br />
fi nalità. Attualmente infatti, mentre per la generalità<br />
dei lavoratori dipendenti (impiegati,<br />
quadri e dirigenti agricoli compresi) esiste<br />
una contribuzione da destinare al fi nanziamento<br />
della formazione continua, per gli operai<br />
agricoli tale contribuzione non è prevista.<br />
Merita di essere sottolineato che l’introduzione<br />
del contributo dello 0,30% avverrà senza<br />
oneri aggiuntivi per le aziende e per i lavoratori<br />
interessati giacché tale contributo verrà<br />
prelevato da quello per la disoccupazione. È<br />
ora importante che i contenuti dell’accordo<br />
vengano tradotti al più presto in norme di<br />
legge, coerentemente con gli impegni assunti<br />
dal Governo. Probabilmente le relative disposizioni<br />
confl uiranno in uno dei disegni di<br />
legge di accompagnamento alla fi nanziaria<br />
2008, da approvarsi entro l’anno in corso. Il<br />
Fondo potrà così contare su adeguate risorse<br />
fi nanziarie e diventare pienamente operativo,<br />
considerato che è già stato autorizzato dal Ministro<br />
del Lavoro con decreto del 28 febbraio<br />
2007.<br />
A tal riguardo è opportuno ricordare che For.<br />
Agri, si pone l’ambizioso obiettivo di realizzare<br />
un compiuto sistema di formazione continua<br />
in una dei settori fondamentali dell’economia:<br />
quello agricolo. Il suo scopo, infatti, è quello<br />
di promuovere e fi nanziare, integralmente o<br />
parzialmente, piani di formazione continua<br />
aziendali, territoriali, settoriali o individuali<br />
concordati tra le parti sociali. Le aziende che<br />
decidono di iscriversi al Fondo, quindi, possono<br />
chiedere ed ottenere il fi nanziamento<br />
di piani formativi destinati al miglioramento<br />
delle competenze professionali dei propri dipendenti.<br />
È bene sottolineare che l’adesione<br />
a For.Agri non comporta alcun onere a carico<br />
delle imprese e dei lavoratori. Con l’adesione<br />
al Fondo, infatti, l’azienda destina al fi nanziamento<br />
della formazione dei propri dipendenti<br />
un contributo che comunque è tenuta<br />
a versare all’Inps, acquisendo la possibilità<br />
di ottenere fi nanziamenti da parte del Fondo<br />
per la realizzazione di iniziative di formazione<br />
continua per i lavoratori in forza. Insomma:<br />
oneri nessuno, vantaggi enormi. Attualmente,<br />
però, possono aderire al Fondo soltanto i datori<br />
di lavoro che operano col sistema DM10,<br />
e quindi, per quanto riguarda il nostro settore,<br />
le aziende che occupano impiegati, quadri<br />
e dirigenti dell’agricoltura. Solo quando verranno<br />
approvate le disposizioni concordate<br />
nell’avviso comune sopra ricordato anche le<br />
aziende agricole che occupano operai potranno<br />
aderire a For.Agri.<br />
L’approvazione tempestiva del disegno di<br />
legge che recepisce i contenuti dell’accordo<br />
è dunque fondamentale per dotare il settore<br />
agricolo, fi nalmente, di un compiuto e moderno<br />
sistema di formazione continua dei lavoratori.<br />
<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
WELFARE<br />
Luigino Scricciolo e Gianluca Cicinelli<br />
Soddisfazione delle parti sociali agricole<br />
Damiano e De Castro: “accordo storico”<br />
Cesare Damiano, ministro del lavoro e Paolo De Castro, ministro delle<br />
politiche agricole, non hanno risparmiato aggettivi. “Non amo le espressione<br />
esagerate, per cui non voglio dire che sia un accordo storico, ma è<br />
sicuramente una riforma molto importante, radicale”, ha detto Damiano,<br />
secondo il quale esso dimostra come “aver scelto da parte nostra e delle parti sociali<br />
il sistema della concertazione porta a risultati importanti. L’accordo è un prolungamento,<br />
una ulteriore specifi cazione del protocollo generale sul welfare del 3 luglio,<br />
e non c’è dubbio che contenga elementi di fortissima innovazione, tra cui in particolare<br />
le norme sulla disoccupazione agricola. L’accordo porta anche nel settore<br />
agricolo elementi di trasparenza e modernizzazione condivisi dalle parti”. L’intesa<br />
che coinvolge un milione di lavoratori e 220.000 imprese, rappresenta per De Castro<br />
“un importantissimo tassello sulla strada intrapresa dal governo nel segno della<br />
trasparenza e della regolarizzazione del settore agricolo. Grazie a questo processo,<br />
il settore agricolo può ora a buon titolo dire di essere un settore trasparente, che<br />
rispetta le regole e che paga le tasse e che quindi vuole partecipare a quel processo<br />
di sviluppo e di crescita del paese”. Dopo 30-40 anni che “si tentava di mettere mano<br />
al welfare agricolo senza successo, oggi siamo qui io e Damiano a spiegare i termini<br />
dell’Accordo”.<br />
L’accordo è un ulteriore, importante passo verso quella riforma della previdenza<br />
agricola che Confagricoltura sollecita da tempo, “per garantire<br />
sostenibilità, effi cienza e trasparenza ad un sistema che non è<br />
più al passo nè con i tempi nè con il resto d’Europa”. Il presidente<br />
di Confagricoltura, Federico Vecchioni, esprime la<br />
propria soddisfazione per la fi rma perché “il provvedimento, che<br />
sarà presentato dal governo insieme alla fi nanziaria contiene<br />
importanti interventi di modernizzazione della previdenza agricola,<br />
di razionalizzazione e di riduzione dei suoi costi, nonchè<br />
di contenimento del costo del lavoro”. Confagricoltura ha inoltre<br />
sottolineato l’importanza della semplifi cazione burocratica e la<br />
diminuzione degli adempimenti onde evitare costi aggiuntivi alle<br />
imprese.<br />
Per Sergio Marini della Coldiretti, si tratta di “un importante impulso alla crescita<br />
dell’occupazione e alla trasparenza dei rapporti di lavoro per quasi un milione<br />
di persone impegnate in agricoltura, dove nel secondo trimestre del 2007<br />
si è registrata una brusca frenata dell’occupazione con una calo del 6,6%. Non si<br />
può accettare che su un territorio che offre produzioni da primato per il “made in<br />
Italy”, si diffondano inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano uomini e il proprio<br />
lavoro e gettano un’ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada<br />
dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune”.<br />
Dall’Avviso comune all’accordo odierno, l’agricoltura ha raggiunto un livello<br />
di modernizzazione ragguardevole. “Tra gli elementi positivi anche se in ritardo<br />
per quest’anno, anche il via libera ai ticket per la vendemmia che - conclude la<br />
Coldiretti - danno la possibilità a studenti e pensionati di essere assunti in forma<br />
semplifi cata per la raccolta delle uve”.<br />
Per<br />
Confagricoltura,<br />
Coldiretti e<br />
Cia l’accordo<br />
modernizza il<br />
sistema<br />
Plinio Nomellini<br />
Ore quiete, 1898<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 13
Plinio Nomellini<br />
La sera, 1898<br />
Riaffermato<br />
il ruolo delle<br />
cooperative<br />
agricole<br />
Il comunicato<br />
unitario dei<br />
sindacati agricoli<br />
14<br />
WELFARE<br />
“In materia di previdenza - ha proseguito Fabiola di Loreto per conto delle tre<br />
organizzazioni della cooperazione - ad essere danneggiata è soprattutto l’impresa<br />
che lavora nel rispetto delle regole; su questo versante la cooperazione è impegnata<br />
già da molti anni nel combattere fenomeni di illegalità nel lavoro, non soltanto nel<br />
settore agricolo ma anche negli altri settori in cui opera”. L’apprezzamento della<br />
cooperazione è soprattutto diretto al lavoro congiunto dei due ministeri, del lavoro e<br />
delle politiche agricole che hanno portato ad un ottimo risultato, favorendo anche la<br />
concertazione tra i sindacati, le organizzazioni professionali e la cooperazione. “Oggi<br />
il Governo fa suo l’Avviso comune sul lavoro nero - ha detto Sabina Valentini, responsabile<br />
relazione sindacali di Confcooperative - siglato nel mese di gennaio tra<br />
le centrali cooperative agricole e i sindacati di settore, in questo modo le parti sociali<br />
si sono fatte promotrici dell’accordo che oggi è stato recepito dal governo, a dimostrazione<br />
che le imprese sane che operano sul mercato secondo le regole, con la massima<br />
trasparenza e leicità, al fi anco del governo, sono in prima linea a combattere<br />
chi non è in regola”. Auspichiamo che questo accordo – ha aggiunto Mario Campli<br />
di Legacoop - possa “rappresentare l’avvio di un percorso di lavoro fruttuoso, anche<br />
per altre questioni ancora aperte del mondo agroalimentare italiano”.<br />
La Confederazione Italiana Agricoltori, in un comunicato indica di “particolare<br />
rilievo e valore, le misure sul riordino degli ammortizzatori sociali, sugli<br />
incentivi alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro e alla sicurezza sul lavoro, sul<br />
fi nanziamento della formazione e sul riordino degli interventi a favore dell’occupazione<br />
nelle aziende colpite da calamità naturale. l’introduzione del complesso delle<br />
misure concordate all’interno di quella che fi nalmente si può dire una riforma della<br />
previdenza agricola porterà all’incremento del numero di giornate denunciate e<br />
consentirà alle imprese agricole di liberare risorse per investirle in azioni direttamente<br />
mirate a rafforzare la competitività del settore, a benefi cio dell’economia e<br />
della società”.<br />
I sindacati agricoli, Flai-Cgil,Uila-Uil, Fai-Cisl, hanno espresso la loro soddisfazione<br />
con un comunicato unitario evitando singole dichiarazioni, a riaffermare l’unità<br />
di intenti e di obiettivi “L’Accordo sottoscritto oggi a Palazzo Chigi da Governo-Organizzazioni<br />
imprenditoriali-Federazioni Sindacali dell’agricoltura per la riforma<br />
degli ammortizzatori e l’emersione rappresenta la tappa fondamentale di un processo<br />
traguardato alla trasparenza del mercato del lavoro ed alla garanzia piena<br />
dei diritti per i lavoratori agricoli.<br />
Il superamento delle fasce nel sistema di erogazione dei trattamenti di disoccupazione,<br />
l’unifi cazione della misura dell’indennità al 40% per il numero di giornate di lavoro,<br />
il riconoscimento dell’anno pieno ai fi ni pensionistici per tutti i lavoratori con<br />
occupazione annua superiore a 50 giornate, la possibilità di aggiungere al lavoro<br />
svolto in agricoltura anche quello extra-agricolo unitamente all’incentivo riconosciuto<br />
alle aziende che denunciano occupazione aggiuntiva rispetto all’anno precedente,<br />
costituiscono misure effi caci per l’emersione e consolidano i diritti previdenziali dei<br />
lavoratori. Completano tali fondamentali aspetti, altri provvedimenti signifi cativi<br />
per la qualifi cazione del lavoro in agricoltura, quali: la prevenzione in materia di<br />
sicurezza, con incentivi alle aziende che riducono i rischi; l’avvio della formazione<br />
continua anche per gli operai agricoli sinora esclusi; il riconoscimento della cassa<br />
integrazione per situazioni di crisi settoriali e territoriali, indotti dall’applicazione<br />
degli Ocm e da una Pac che andrà profondamente rivista”. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
Gli Stati generali dell’agricoltura<br />
Visibilmente, il ministro dell’Agricoltura<br />
francese Michel Barnier vuole seguire<br />
le orme di Nicolas Sarkozy moltiplicando<br />
gli impegni. Ma è soprattutto sulle famose<br />
Assise dell’agricoltura che Michel Barnier intende<br />
fare “bella fi gura” insistendo su un concetto a prova di<br />
bombe almeno verbalmente.<br />
“Voglio un’agricoltura produttiva, competitiva e<br />
durevole nel tempo” ha ripetuto il ministro francese<br />
rivolgendosi ai giornalisti durante la presentazione<br />
delle Assise o Stati generali dell’agricoltura che si<br />
svolgeranno con il supporto e la partecipazione di vari<br />
rappresentanti delle grandi catene di distribuzione,<br />
i maggiori sindacati agricoli e le associazioni di consumatori.<br />
L’obiettivo dichiarato è di individuare una<br />
strategia mirata per l’agricoltura e l’industria agro-alimentare<br />
che possa essere inserita nel prossimo bilancio<br />
della Pac.<br />
Articolati in tre fasi, questi stati generali dovranno<br />
servire a delimitare gli obiettivi di una politica agricola<br />
per il 2013 con un rapporto consegnato prima di<br />
Natale. Poi, seguirà un bilancio della Pac a gennaio ed<br />
infi ne, vari piani d’azione che dovrebbero segnare la<br />
fi ne di queste Assise verso metà marzo.<br />
Le linee guide sono state tracciate i primi di settembre:<br />
defi nire una visione condivisa con la società agricola,<br />
identifi care gli obiettivi strategici e le vie percorribili<br />
per migliorare e ottimizzare la produzione con<br />
un occhio al “bio”. Infi ne, salvaguardare l’ambiente e<br />
migliorare l’uso dello spazio agricolo per contribuire<br />
allo sviluppo delle regioni.<br />
L’ambiente è uno dei punti chiave dei dibattiti che si<br />
svolgono e si svolgeranno durante i prossimi mesi ol-<br />
EUROPA<br />
Ariel F. Dumont<br />
Assise dell’agricoltura, il Grenelle dell’ambiente, scambi con la<br />
Commissione europea sul futuro della Pac prima dell’inverno,<br />
cooperazione con gli altri paesi dell’Unione europea<br />
tre Alpi. Uno degli argomenti che sarà ampiamente dibattuto<br />
durante i vari incontri, gira intorno all’idea di<br />
sviluppare un’agricoltura compatibile con l’ambiente<br />
o l’ecologia. Per Parigi, le soluzioni non passano per la<br />
divisione degli spazi bensì per lo sviluppo di un’agricoltura<br />
integrata nella gestione dei territori. In chiaro,<br />
si tratta di qualifi care ed identifi care i nuovi metodi<br />
produttivi, certifi care i prodotti e la loro preparazione.<br />
E ancora: moltiplicare i segnali economici in direzione<br />
degli operatori di settori, migliorare o limitare l’uso<br />
dei pesticidi, valorizzare l’uso dell’acqua per salvaguardare<br />
le risorse naturali, fare circolare l’informazione<br />
sullo stato attuale dei canali di distribuzioni e<br />
dei mercati e le prospettive di evoluzione in un ambito<br />
sempre europeo, una parola diventata d’ordine. Infi -<br />
ne, spingere sulla ricerca, lo sviluppo e la formazione,<br />
trovare nuovi strumenti di strutturazione delle reti di<br />
distribuzione per potenziare la ripartizione dei prodotti<br />
sul mercato, promuovere il consumo di prodotti<br />
biologici.<br />
Sul piano prettamente economico, il parlamento francese<br />
dovrebbe studiare una nuova valorizzazione del<br />
credito d’imposta per incrementare le superfi cie riservate<br />
alle culture biologiche attraverso il raddoppio dei<br />
terreni coltivati (1 milione di ettari) in Francia da qui<br />
al 2012.<br />
Sulla carta, gli stati generali voluti da Michel Barnier<br />
hanno il sapore dell’inizio di una nuova era. Ma sul<br />
fronte degli agricoltori e degli esperti, si dice che le<br />
decisioni politiche che saranno prese durante i prossimi<br />
mesi in Francia ma anche in Europa peseranno sul<br />
futuro dell’agricoltura biologica e tradizionale. E su<br />
questo punto, lo scetticismo è un po’ di rigore. <br />
Servizio di recapito a casa di prodotti biologici<br />
Pare che si risparmi tra il 34 e il 40% rispetto ai negozi specializzati. Pare anche che sia la soluzione ai problemi legati<br />
ad una dimenticanza o più prosaicamente alla non voglia di cercare un negozio biologico per tutta la città. Il fatto<br />
sta che da qualche settimane, un servizio di recapiti di giornali a domicilio ha siglato un accordo con il consorzio<br />
delle “offi cine bio” che raggruppa 12 aziende sparse sul territorio. Vengono preparate delle cassette o cassettoni<br />
con 10 o 5 chili di prodotti vari raccolti il giorno precedente in base alla stagione. Costo? Venti euro per 10 chili, quindici<br />
euro per 5 chili. Il costo è più basso perché si saltano alcuni passaggi nelle fi liere. Un gesto che va in direzione della legge<br />
adottata dall’assessorato all’agricoltura della regione Lazio e prevede incentivi per chi si impegna a coltivare prodotti tipici<br />
di una regione e a fare una fi liera corta. Sarà la soluzione ai problemi delle famiglie che non riescono più a chiudere il mese<br />
e riducono sempre di più la parte del bilancio dedicato alla spesa a discapito dei prodotti biologici? (afd)<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 15
Oscar Ghiglia<br />
Natura morta con ramo di<br />
magnolia, 1923<br />
Troppi<br />
intermediari tra<br />
produttore<br />
e consumatore<br />
16<br />
EUROPA<br />
L’ortofrutta in Italia<br />
Produzione<br />
(in milioni di euro)<br />
Centro-nord<br />
Sud<br />
Giuseppe De Marco<br />
Aziende 800.000<br />
Import/export<br />
(in milioni di euro)<br />
Import/export<br />
(in migliaia di tonnellate)<br />
Ortofrutta: rincari e riforme<br />
Per l’Antitrust, aumenti esagerati<br />
Puntuale come l’avvicendarsi delle stagioni è esplosa anche quest’anno la polemica<br />
sul caro-ortofrutta, che infi amma gli animi delle associazioni dei consumatori<br />
e accende la miccia del confronto tra industria alimentare e associazioni<br />
di categoria. Lo spunto stavolta viene dalle affermazioni dell’Authority per la<br />
concorrenza al termine di un’indagine svolta con la collaborazione del Ministero per<br />
le politiche agricole e forestali. Lo studio ha messo sotto la lente di ingrandimento<br />
l’intera fi liera produttiva del mercato ortofrutticolo italiano, dalla produzione alla vendita<br />
al dettaglio, evidenziando rincari giudicati allarmanti, soprattutto se posti a confronto<br />
con i dati europei.<br />
L’acquisto diretto dal produttore di frutta e verdura in Italia, infatti, già prevede un rincaro<br />
di circa il 77% su prezzo di base. Questo rialzo può arrivare al 132% nel caso in cui nel<br />
tragitto si inserisca un intermediario e addirittura al 290% se gli intermediari salgono a<br />
due. Un dato preoccupante soprattutto se si considera che, secondo il presidente dell’Antitrust,<br />
Antonio Catricalà, “tra il produttore e il consumatore fi nale si frappongono<br />
solitamente non meno di quattro intermediari, causando un rincaro medio del 200%”.<br />
Il risultato è che dal confronto con i nostri principali partner europei, l’Italia registra<br />
il maggior incremento di prezzo negli ultimi anni (+35%, a fronte di un -3% registrato<br />
negli altri paesi). La ricetta per venirne fuori è altrettanto chiara. “La struttura della produzione<br />
e della distribuzione ortofrutticola – spiega il presidente dell’Antitrust Antonio<br />
Catricalà – deve rinnovarsi per evitare che i troppi attori in campo facciano lievitare i<br />
prezzi ai consumatori fi nali”. L’Authority punta il dito soprattutto contro i troppi micromercati,<br />
dove spesso si annidano situazioni di rendita, e consiglia di potenziare il ruolo<br />
della grande distribuzione e dei supermercati (che coprono oggi il 50% del settore, contro<br />
il 70% nell’alimentare in genere) che “potrebbero assumere un ruolo decisivo nell’incrementare<br />
l’effi cienza dell’intera fi liera produttiva”.<br />
Semaforo verde anche per i mercati rionali e gli ambulanti che “possono continuare a svolgere<br />
uno stimolo al contenimento dei costi”. Non altrettanto invece per i<br />
11.250<br />
negozietti tradizionali, sui quali pesa l’accusa di non riuscire ad evitare una<br />
eccessiva lievitazione dei prezzi. La lotta all’eccessiva frammentazione della<br />
Ortaggi 42% fi liera ortofrutticola passa anche, sempre secondo l’Authority, attraverso<br />
Frutta 68%<br />
un maggiore incentivo all’aggregazione in forme associative o consortili.<br />
Ortaggi 58% Anche i produttori, chiamati in campo, hanno però le loro soluzioni. La<br />
Frutta 32%<br />
Coldiretti, ad esempio, suggerisce di incrementare il ricorso ai cosiddetti<br />
farmers’ markets, cioè mercati degli agricoltori nelle città, dove<br />
2.312/2.830 possano incontrarsi direttamente produttori ed acquirenti, secondo una<br />
formula che sta conoscendo un grande successo in Francia, Inghilterra e<br />
2.710/3.477 soprattutto negli Stati Uniti, dove il loro numero è cresciuto del 30% negli<br />
ultimi cinque anni.<br />
D’accordo con le conclusioni dell’Authority si è mostrato anche il ministro delle politiche<br />
agricole Paolo De Castro, che ha ricordato come la Finanziaria 2007 abbia promosso<br />
la vendita diretta dei prodotti agricoli proprio attraverso i “mercati degli agricoltori”<br />
suggeriti dalla Coldiretti. Il Ministro ha dichiarato di puntare molto anche sulla borsa<br />
merci agroalimentare (un altro fattore di incertezza sul quale aveva puntato il dito la ricerca<br />
dell’Authority), tenuta a battesimo pochi mesi fa e sulla quale si punterà molto per<br />
rafforzarne il ruolo e l’ampliamento dei generi quotati.<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
Un aiuto potrebbe venire anche dalla recente riforma dell’Organizzazione del mercato ortofrutticolo<br />
(Ocm), approvata dai ministri dell’agricoltura europei, che ha riconosciuto un<br />
sostegno comunitario di 473 milioni di euro (sui 1.500 complessivi) al nostro Paese, che<br />
si conferma così il primo benefi ciario nel settore. L’accordo però ha segnato anche l’introduzione<br />
di un’importante (e discussa) novità. Si tratta dell’estensione al settore ortofrutticolo<br />
del concetto di “disaccoppiamento” (aiuti comunitari slegati dalla produzione)<br />
introdotto con la riforma della Pac del 2003 al fi ne di razionalizzare le spese e sviluppare<br />
una maggiore aderenza della produzione alla domanda effettiva.<br />
Il punto maggiormente controverso per l’Italia era legato soprattutto al periodo di fl essibilità<br />
da accordare per il passaggio al completo disaccoppiamento degli aiuti, in particolare<br />
per i prodotti trasformati (il pomodoro soprattutto, ma anche pere, pesche e agrumi)<br />
che da soli ricevono oltre 320 milioni l’anno sul totale di 473. Il rischio principale connesso<br />
al disaccoppiamento, infatti, è quello di un calo nella produzione. In un settore che, è<br />
bene ricordarlo, rimane un settore di punta per il nostro Paese che fornisce il 24,3% della<br />
produzione complessiva di ortaggi nell’Unione europea a 25 Stati e il 29% della produzione<br />
complessiva di frutta. Il settore del pomodoro da industria, in particolare, con un fatturato<br />
annuo da 1,8 miliardi, è secondo solo agli Stati Uniti. L’accordo fi nale ha stabilito<br />
un periodo transitorio massimo di quattro anni per il pomodoro e di cinque per gli altri<br />
tipi di coltura. Durante questo periodo sarà possibile erogare forme di aiuto accoppiato<br />
(sul modello del riso o del tabacco) mantenendo una parte di aiuti legati alla produzione.<br />
Italia e Spagna, in particolare, sono state autorizzate ad erogare specifi ci aiuti di Stato per<br />
15 milioni di euro. <br />
Un recente studio del World Economic Forum<br />
sulla competitività del settore Viaggi e<br />
Turismo, ha posto l’Italia alla 33 a posizione<br />
mondiale, benchè sia il Paese con il maggior<br />
numero di Siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco<br />
e benché possegga un patrimonio incomparabile<br />
di bellezze paesaggistiche, storiche, artistiche e<br />
di tesori di sapienza enogastronomica. Le cause di ciò<br />
sono molteplici: dalle infrastrutture carenti, alla scarsa<br />
percezione di sicurezza che il Paese offre, ma certamente<br />
una ragione non secondaria è data dal concentrasi<br />
del fl usso turistico verso direttrici ben precise: città<br />
d’arte, località balneari o montane in cui proprio l’eccessiva<br />
concentrazione di turisti rende poco fruibile il<br />
patrimonio turistico di quei luoghi. E ciò è veramente<br />
un peccato, perché l’Italia in ogni piccolo borgo offre<br />
un patrimonio turistico, una varietà di specialità enogastronomiche<br />
veramente ineguagliabile. Tuttavia questi<br />
piccoli paesi non hanno l’organizzazione per farsi adeguatamente<br />
conoscere ed apprezzare.<br />
È per questo che sono sorte due Associazioni che si propongono<br />
il medesimo scopo: valorizzare l’immagine dei<br />
piccoli centri, favorendone la conoscenza da parte di un<br />
EUROPA<br />
Coldiretti:<br />
istituire i mercati<br />
degli agricoltori in<br />
città<br />
I prodotti di qualità accrescono la voglia di turismo<br />
Oscar Ghiglia<br />
Mele e conchiglia, 1920 c.<br />
Milica Ostojic<br />
più vasto pubblico e stimolando la crescita di un turismo<br />
sostenibile, quindi la proposta di riscoprire luoghi in cui<br />
la vita è ancora vera. Il primo di questi sodalizi, Sapori<br />
& Sapere (associazione No Profi t dei Comuni d’Italia ed<br />
Enti locali) mentre l’altro, Italia del Gusto (associazione<br />
di giornalisti e pubblici amministratori): ambedue puntano<br />
alla valorizzazione di territori e borghi poco conosciuti,<br />
attraverso progetti e iniziative fi nalizzate a ‘informare<br />
chi informa’. Nei giorni scorsi si sono svolte alcuni<br />
eventi in Piemonte e Val d’Aosta, per richiamare l’attenzione<br />
sui tesori turistici e gastronomici, invitando giornalisti<br />
ed operatori del settore. La delegazione di giornalisti<br />
ha incontrato amministratori ed imprenditori locali,<br />
partecipando alla Festa del Lardo di Arnad (unico Dop<br />
europeo). Questo nasce dalla lavorazione della spalla e<br />
del dorso dei suini il cui lardo è conservato, in salamoia<br />
aromatizzata, per mesi in contenitori di legno. Il prodotto<br />
fi nale è di alta qualità. Inoltre, sono state presentate<br />
una serie di produzioni artigianali tipicamente valdostane<br />
della Alpenzu della vicina Verrès: castagne sciroppate,<br />
frutti di bosco, salse, funghi ed ogni altra delizia offerta<br />
dalla montagna. Il tutto innaffi ato dal vino Caluso Passito,<br />
prodotto da uve essiccate naturalmente. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 17
I consumatori<br />
protestano per i<br />
rincari;<br />
i produttori per<br />
gli scarsi ricavi<br />
Giorgio Kienerk<br />
Sorge la luna, 1897<br />
18<br />
EUROPA<br />
Massimiliano Di Noia<br />
Riorganizzare la<br />
distribuzione dei<br />
prodotti<br />
La tavola calda<br />
Non si ferma la corsa al rialzo di grano e cereali<br />
Tavole calde per l’autunno imminente. Anzi, caldissime. Dopo sei anni di<br />
crescita zero, con i prezzi alimentari inchiodati ben al di sotto dell’infl azione,<br />
i tanto temuti rincari su pasta, carne, latte e derivati sono ormai alle porte.<br />
A preoccupare sono soprattutto i prezzi del grano, più che raddoppiati<br />
nell’ultimo anno e con una crescita concentrata per oltre il 70% nell’ultimo trimestre.<br />
Ma anche mais (+25%) e soia (+38%) viaggiano ormai a ritmi di crescita maggiori<br />
del petrolio. I motivi sono molteplici. Naturalmente pesano i problemi della tortuosa<br />
fi liera alimentare italiana, che fa lievitare il costo dei prodotti lungo il tragitto dalla<br />
terra alla tavola. Ma stavolta le ragioni sembrano più complesse e coinvolgono la<br />
siccità australiana, il boom del bio-etanolo negli Stati Uniti, la domanda dei paesi<br />
asiatici emergenti: insomma, il lato oscuro della globalizzazione.<br />
L’industria molitoria italiana, rappresentata da Italmopa, ha reso noti i numeri di<br />
questa crisi in una recente conferenza stampa che si è svolta il 19 settembre a Roma.<br />
Le scorte mondiali, in particolare, sono ridotte a 111 milioni di tonnellate, il livello<br />
più basso degli ultimi 30 anni, con una produzione (secondo i dati<br />
dell’International Grains Council) che non arriva a 610 milioni di<br />
tonnellate a fronte di un consumo stimato per il prossimo anno<br />
a quota 614 milioni. Con questi numeri, se oggi si smettesse di<br />
produrre grano, le riserve mondiali basterebbero per un mese, o<br />
poco più. Non stupisce, quindi, che il prezzo del grano duro – che<br />
pesa per oltre il 50% sul costo fi nale della pasta – sia salito ormai<br />
a 350 euro a tonnellata. Risultato: un chilo di pasta passerà da 1,2<br />
euro a una media di 1,5.<br />
E non fi nisce qui. Il rincaro di grano e cereali si rifl ette anche sui<br />
mangimi per gli animali, e quindi sul costo della carne e del latte.<br />
Il commissario Ue all’Agricoltura Fischer Boel, ha reso note le<br />
sue perplessità: “Non abbiamo ancora visto le conseguenze dell’aumento del grano<br />
sulla carne, ma è ovvio che dobbiamo aspettarci rincari anche in questo settore”.<br />
Secondo i primi calcoli ci si aspetta un aumento del 7% sulla carne bovina, del 10%<br />
sull’avicola e addirittura del 30% su quella suina. Gli aumenti per ora sono scongiurati<br />
solo dal fatto che i produttori lavorano con contratti a lunga scadenza. Gli operatori<br />
del settore, tuttavia, sostengono che in questo caso eventuali aumenti non sarebbero<br />
drammatici considerato che il prezzo della carne è ripetutamente sceso negli ultimi<br />
anni. Per latte e suoi derivati invece, già si parla di un aumento medio del 10%. In<br />
Germania, burro e formaggio aumenteranno fi no al 40% nei prossimi mesi.<br />
Per consolarci? Almeno due notizie. Una riguarda il peso dei rincari sull’infl azione<br />
che, assicurano gli esperti, sarà contenuto visto lo scarso peso della voce alimentare<br />
sul paniere di beni. L’altra viene da Bruxelles e riguarda un insolito nesso tra<br />
l’aumento dei prezzi delle derrate agricole e il sistema di navigazione satellitare<br />
Galileo (tutto europeo). È proprio tra le pieghe del bilancio agricolo, infatti, che il<br />
commissario europeo ai trasporti Jacques Barrot ha affermato di poter trarre ben<br />
2,2 miliardi di euro, necessari per garantire l’allestimento del network di 30 satelliti<br />
con risorse pubbliche e lanciare così la sfi da al Gps americano.<br />
Insomma, magari a pancia vuota, ma almeno sapremo sempre dove siamo. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
EUROPA<br />
Dimitri Deliolanes<br />
Grecia in fi amme<br />
Danno irreparabile all’agricoltura<br />
Una distruzione di gigantesche proporzioni non solo per l’ambiente ma anche per l’economia agricola<br />
della Grecia. I grandi incendi di quest’estate hanno provocato la distruzione completa di 21 villaggi<br />
del Peloponneso ed hanno provocato gravi danni ad una quarantina. Complessivamente, le fi amme<br />
hanno incenerito più di un milione e mezzo di chilometri quadrati non solo di boschi, ma anche<br />
di terreno coltivato. Si calcola che siano andati in fumo 4,5 milioni di ulivi e di vigne in una regione che da<br />
sola produce il 26% dell’olio d’oliva del paese. Secondo i primi censimenti del governo, gli agricoltori colpiti<br />
ammontano a 150 mila.<br />
Complessivamente, il costo delle distruzioni viene calcolato sui 5 miliardi di euro, con conseguenze pesanti<br />
sull’economia di un paese che già da prima si trovava negli ultimi posti tra i partners europei. Lo stipendio<br />
base, congelato su 668 euro negli ultimi tre anni, rappresenta il 66% di quello europeo, mentre la retribuzione<br />
media annua è inferiore del 72% di quello europeo. All’inizio dell’anno il governo si era posto come obiettivo<br />
di limitare alla fi ne dell’anno il defi cit pubblico al 2,4% del Pil, ma ora ad Atene si dà per certo che raggiungerà<br />
il 3%, mettendo a rischio il rispetto dei parametri di Maastricht. Paradossalmente, gli incendi di agosto hanno<br />
evidenziato quelle che da tempo venivano da molti considerate le storture strutturali dell’economia greca:<br />
un’economia speculativa, poco propensa ad investire nell’attività produttiva. Un virus che gradualmente ha<br />
raggiunto anche il mondo agricolo, dando luogo alle distruzioni<br />
di quest’estate.<br />
La catastrofe ambientale ha infatti avuto origine<br />
dalla volontà di una parte della popolazione del Peloponneso<br />
sud-occidentale (nelle zone costiere) di<br />
riconvertire le sue attività dall’agricoltura al turismo.<br />
Sono emersi in queste settimane sulla stampa<br />
ateniese grandiosi progetti di investimenti turistici<br />
nel paese di Zaharo (ora completamente distrutto)<br />
apertamente sponsorizzati dal sindaco e da una parte<br />
consistente della popolazione.<br />
I conservatori al governo avevano apertamente sostenuto questi progetti, creando un clima di generale delegittimazione<br />
verso l’economia tradizionale agricola e di aperto disprezzo verso ogni sensibilità ambientale. Il<br />
governo infatti aveva ripreso il progetto di “ridefi nizione” delle aree boschive presentato dal precedente esecutivo<br />
socialista e messo da parte a causa delle vibrate proteste della stampa. In alcune regioni, si trattava semplicemente<br />
di aprire la strada al condono clientelare di costruzioni abusive già edifi cate in aree del demanio<br />
pubblico, approfi ttando del fatto che in Grecia non è mai esistito un catasto. Il relativo fi nanziamento da parte<br />
dell’Unione europea, una decina di anni fa, fu allegramente disperso in mille rivoli, provocando uno dei tanti<br />
scandali del lungo regno socialista. Anche sul piano della prevenzione l’attuale governo ha seguito il cattivo<br />
esempio di quello precedente. La protezione civile infatti da decenni si era ridotta in ricettacolo di raccomandati<br />
e di grandi elettori, assolutamente incapace di affrontare catastrofi di grandi proporzioni.<br />
È questo il motivo del terremoto che hanno provocato le elezioni del 16 settembre. I due maggiori partiti, Nuova<br />
Democrazia (conservatori al governo) e Pasok (socialisti all’opposizione), che prima da soli rappresentavano<br />
più del 90% degli elettori, ne sono usciti fortemente ridimensionati. I conservatori hanno perso circa il 2%<br />
pur ottenendo la maggioranza con solo due seggi. Più grave la sconfi tta del Pasok che ha perso il 4%, tornando<br />
ai livelli del 1977. L’elettorato ha preferito indirizzare il suo voto di protesta verso i due partiti della sinistra e<br />
verso l’estrema destra, che per la prima volta è entrata in Parlamento.<br />
Uno dei primi banchi di prova della nuova maggioranza sarà proprio il modello che sarà applicato nella ricostruzione<br />
delle aree distrutte. <br />
Francesco<br />
Fanelli<br />
Falaschi nel<br />
padule, 1898<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 19
Lorenzo Viani<br />
Vele rosse<br />
e gialle,<br />
1913-14<br />
20<br />
EUROPA<br />
Daniele De Sillo<br />
Il fascicolo elettronico del produttore<br />
Il Grande Fratello dell’Agricoltura<br />
La riforma Pac del 2003 ha portato dei<br />
cambiamenti notevoli nel campo dell’agricoltura.<br />
Uno tra questi è la costituzione<br />
su banca dati informatica del “fascicolo<br />
del produttore”. Si tratta in poche parole,<br />
di un fi le on-line che si trova nell’area riservata<br />
del portale Sian (Sistema Informativo Agricolo<br />
Nazionale)<br />
ed accessibile<br />
solo<br />
dai mandataridella<br />
gestione<br />
dei fascicoli<br />
(Centri di<br />
Assistenza<br />
Agricola: Caa) e dagli Organismi Pagatori (Op)<br />
ovvero Agea, Arbea e Finpiemonte. In questo<br />
fi le, che si può consultare on-line al pari di un fascicolo<br />
cartaceo, vengono visualizzati tutti i dati<br />
riguardanti un produttore agricolo che intenda<br />
avere accesso ai contributi Pac previsti dal premio<br />
unico (Domanda Unica: Du) in agricoltura.<br />
Cosa contiene il fascicolo? Dati personali e di<br />
impresa reperibili in Anagrafe Tributaria. Inoltre,<br />
attraverso l’attribuzione di un codice alfanumerico<br />
di identifi cazione, contiene informazioni<br />
riguardanti dati e documenti non presenti virtualmente<br />
nel fascicolo elettronico: contratti di<br />
affi tto, certifi cato di P. Iva, copia del documento<br />
di identità ed altra documentazione che viene<br />
però fi sicamente conservata negli archivi dei<br />
Caa. L’aggiornamento in tempo reale e l’obbligo<br />
di inserire alcuni dati (per esempio i codici fi scali<br />
di chi affi tta il terreno) impedisce errori di sovrapposizione,<br />
a volte involontari che creavano<br />
il paradosso della richiesta di premio sulla stessa<br />
superfi cie, ad opera di due richiedenti distinti.<br />
Altra informazione importante, riguarda la consistenza<br />
terreni, ovvero l’elenco dettagliato per<br />
ciascuna azienda dei terreni che la costituiscono.<br />
La novità risiede nel fatto che il sistema è collegato<br />
con il catasto informatico in tempo reale.<br />
Signifi ca che ogni variazione catastale della con-<br />
sistenza terreni viene immediatamente segnalato<br />
come anomalia. Attraverso un link è possibile<br />
avere sempre una visione in ortofoto (foto aerea)<br />
dei terreni. Ciò consente di verifi care periodicamente<br />
la reale situazione della particella.<br />
L’ortofoto inoltre, distingue rispetto alla superfi<br />
cie catastale quella effettivamente eleggibile<br />
come agricola (seminativi, pascoli permanenti<br />
ed arboree permanenti) e la divide ulteriormente<br />
in pagabile e non. L’introduzione della<br />
condizionalità obbligatoria inoltre permette attraverso<br />
la fotointerpretazione, prima ancora di<br />
un eventuale e più costoso sopraluogo in campo,<br />
di verifi care il rispetto delle prescrizioni circa il<br />
buon mantenimento di tutte le superfi ci aziendali.<br />
Perciò, se è possibile per un agricoltore, grazie<br />
agli aiuti disaccoppiati (sostegno diretto al<br />
reddito), chiedere il contributo su una superfi cie<br />
agricola anche non seminata o su un oliveto dal<br />
quale decide di non raccogliere neppure un’oliva,<br />
non può trascurare di mantenere “puliti” campi<br />
e fossi o fare la potatura di mantenimento del su<br />
citato oliveto. Pena la decurtazione percentuale,<br />
fi no al ritiro totale del contributo erogato.<br />
Nonostante errori e problemi di rodaggio di questo<br />
sistema, il fascicolo elettronico è una realtà<br />
consolidata nel panorama produttivo agricolo<br />
italiano. Una Grande Fratello dell’agricoltura<br />
che però non deve essere negativamente percepito<br />
come quello di “1984” e nulla davvero ha a<br />
che fare con i recenti reality che imperversano<br />
nei palinsesti tivù.<br />
Avere tutte le informazioni che riguardano<br />
un’azienda “on line” aggiornate in tempo reale<br />
attraverso l’incrocio dei dati ad es. con catasto<br />
informatico o con l’anagrafe tributaria consente<br />
un importante duplice risultato: l’effi cienza<br />
maggiore dei controlli in atto per evitare vizi<br />
di forma o illeciti in sostanza, ma soprattutto<br />
consentire una gestione più snella e veloce nella<br />
gestione dei pagamenti. Il fascicolo elettronico<br />
è uno strumento di effi cienza al servizio<br />
dell’agricoltore, quanto degli enti erogatori dei<br />
contributi. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
La previdenza in agricoltura<br />
La riscossione dei contributi Inps<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007<br />
INSERTO<br />
a cura del Centro Studi Enpaia<br />
La Denuncia Aziendale<br />
Con l’entrata in vigore della legge 11 marzo 2006, n.81, al comma 7 dell’articolo 01 si prescrive a<br />
tutte le aziende agricole in attività di ripresentare all’Inps entro il 30 giugno 2006, per via telematica,<br />
la Denuncia Aziendale di cui all’articolo 5 del decreto legislativo 11 agosto 1993, n.375.<br />
A decorrere dal 1° luglio 2006, le aziende agricole che denunciano l’inizio di attività o quelle che<br />
devono presentare variazioni colturali, trasmetteranno il modello all’Inps solo per via telematica. Ai<br />
datori di lavoro che assumono operai a tempo determinato è fatto obbligo di inserire nel modello<br />
di Denuncia Aziendale l’indicazione del tipo di coltura praticata o allevamento condotto, nonché il<br />
presunto fabbisogno di manodopera (comma 8). Il richiamato comma prosegue defi nendo i controlli<br />
che l’Inps dovrà fare verifi cando le Denunce Aziendali con priorità a quelle che presentano valori di<br />
manodopera impiegata inferiori a quelli calcolati sulla base di valori medi di impiego di manodopera,<br />
conformemente a quanto previsto dall’articolo 8 della legge 12 marzo, n. 334.<br />
L’Inps con la circolare n. 88 del 2006 presenta la versione on line della Denuncia Aziendale, questa<br />
contiene notizie specifi che fi nalizzate all’accertamento dei contributi e delle giornate lavorative degli<br />
operai agricoli occupati. L’istituzione informatica ha l’obiettivo di costituire un’anagrafe centrale delle<br />
aziende agricole e raccogliere e gestire le notizie di carattere economico, statistico ed amministrativo<br />
necessarie per il completamento del REA da parte delle Camere di Commercio attraverso uno scambio<br />
di informazioni e dati con l’Inps.<br />
Viene introdotto il CIDA (Codice Identifi cativo Denuncia Aziendale) che, attribuito direttamente dalla<br />
procedura a seguito della trasmissione telematica della D.A. , costituisce l’identifi cativo univoco<br />
dell’azienda e dovrà essere utilizzato anche in occasione della trasmissione dei Registri d’Impresa<br />
(R.I.) nonché del modello DMAG-UNICO.<br />
Il termine di presentazione della Denuncia Aziendale è di 30 giorni per le aziende di nuova costituzione<br />
e per le variazioni rilevanti ai fi ni dell’assunzione di manodopera riferite alle aziende già esistenti.<br />
La richiesta del PIN (Personal Identifi cation Number - codice segreto identifi cativo -) e di abilitazione<br />
al singolo servizio di trasmissione telematica deve essere presentata dall’utente interessato o dall’intermediario<br />
alla Sede Inps competente. Nell’ottica della semplifi cazione,gli utenti in possesso di PIN,<br />
già abilitati alla trasmissione per via telematica del DMAG, sono automaticamente abilitati anche alla<br />
trasmissione della denuncia aziendale (D.A.). I datori di lavoro che trasmettono personalmente la denuncia<br />
aziendale devono chiedere l’abilitazione al servizio di trasmissione telematica delle Denunce<br />
Aziendali; a tal proposito si ricorda che possono chiedere l’abilitazione anche i legali rappresentanti<br />
delle aziende o soggetti delegati dai titolari. Si aggiunga che i datori di lavoro, per la trasmissione<br />
delle denunce, possono avvalersi dei soggetti abilitati a svolgere gli adempimenti di cui all’articolo 1<br />
della legge 11 gennaio 1979, n. 12. (circ. Inps n. 100/2006).<br />
Il Registro d’Impresa<br />
Il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, con le note n. 0000440 del 4 gennaio 2007 e n.<br />
0004746 del 14 febbraio 2007, ha fornito chiarimenti in merito alla portata delle novità introdotte dalla<br />
legge Finanziaria 2007 (legge 27 dicembre 2006, n.296) sugli adempimenti connessi all’instaurazione,<br />
cessazione e trasformazione dei rapporti di lavoro. Con la Legge Finanziaria 2007, comma 1180,<br />
viene nuovamente modifi cato e sostituito il comma 2 dell’articolo 9-bis del decreto legge 1 ottobre<br />
1996, n. 510, con il seguente: “In caso di instaurazione del rapporto di lavoro subordinato e di lavoro<br />
I
II<br />
INSERTO<br />
autonomo in forma coordinata e continuativa, anche nella modalità a progetto, di socio lavoratore<br />
di cooperativa e di associato in partecipazione con apporto lavorativo, i datori di lavoro privati, ivi<br />
compresi quelli agricoli, gli enti pubblici economici e le pubbliche amministrazioni sono tenuti a darne<br />
comunicazione a Servizio competente (Centro per l’Impiego n.d.r.) nel cui ambito territoriale è ubicata<br />
la sede di lavoro entro il giorno antecedente a quello di instaurazione dei relativi rapporti, mediante<br />
documentazione avente data certa di trasmissione. La comunicazione deve indicare i dati anagrafi ci<br />
del lavoratore, la data di assunzione, la data di cessazione qualora il rapporto non sia a tempo indeterminato,<br />
la tipologia contrattuale, la qualifi ca professionale e il trattamento economico e normativo<br />
applicato. La medesima procedura si applica ai tirocini di formazione e orientamento e ad ogni atro<br />
tipo di esperienza lavorativa ad essi assimilata. Le Agenzie di lavoro autorizzate dal Ministero del<br />
lavoro e della previdenza sociale sono tenute a comunicare, entro il ventesimo giorno del mese<br />
successivo alla data si assunzione, al Servizio competente nel cui ambito territoriale è ubicata la loro<br />
sede operativa, l’assunzione, la proroga e la cessazione dei lavoratori temporanei assunti nel mese<br />
precedente”.<br />
La comunicazione contestuale, stabilita con legge nel 2003, mai di fatto attuata, non entrerà in vigore,<br />
sostituita, così come già accade nel settore edile, da una comunicazione di assunzione preventiva<br />
trasmessa il giorno antecedente il giorno dell’instaurazione del rapporto di lavoro, nuovamente al<br />
Centro per l’Impiego territorialmente competente.<br />
A decorrere dalla medesima data che avrebbe dovuto stabilire il predetto decreto ministeriale, sarebbe<br />
stato soppresso il comma 2 dell’articolo 14 del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, ovvero l’obbligo<br />
di comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro entro le 24 del giorno stesso all’Inail (D.N.A.).<br />
Il citato Ministero ha altresì precisato che, fi no alla emanazione del Decreto Interministeriale, che dovrà<br />
defi nire i moduli di trasmissione e le modalità di inoltro dei dati in invia telematica all’Inps, all’Inail e<br />
alla Direzione Provinciale del Lavoro (servizi competenti, centri per l’impiego, ecc.), le comunicazioni<br />
dei datori di lavoro agricolo, ai sensi dell’art. 01, comma 9, del D. L. 10 gennaio 2006, convertito con<br />
modifi cazioni dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, continueranno ad essere effettuate secondo le modalità<br />
in essere. Peraltro tale linea è condivisa anche nell’ “Avviso Comune 2007 – Emersione del lavoro<br />
nero e sommerso in agricoltura”, predisposto dalle parti sociali.<br />
L’Inps, così come comunicato con circolare n. 80 del 27 aprile 2007 ha messo a disposizione l’acquisizione<br />
on-line dei Registri di Impresa, mediante l’accesso al sito www.inps.it , servizi online.<br />
Sulla pagina di autenticazione al servizio “RI Internet”, sono presenti i moduli di “Comunicazione di<br />
avviamento al lavoro” :<br />
• Modello RI Ordinario, utilizzabile dalle Aziende che abbiano prescelto il Registro di Impresa ordinario;<br />
• Modello RI Semplifi cato, utilizzabile dalle Aziende che abbiano prescelto il Registro di Impresa semplifi<br />
cato.<br />
Il registro d’impresa ordinario è composto di due sezioni: 1)la sezione matricola e paga 2) la sezione<br />
presenze, costituita da un solo foglio, è stata predisposta per registrazioni della presenza sul posto di<br />
lavoro di ogni lavoratore per ciascun trimestre dell’anno solare.<br />
Il registro d’impresa semplifi cato è costituito da una sola sezione. Per i rapporti di lavoro superiori al<br />
mese, il datore di lavoro deve rilasciare il prospetto paga per ogni periodo di paga; per i rapporti di<br />
lavoro inferiori al mese puo’ utilizzare in sostituzione del prospetto paga il quinto esemplare del foglio<br />
del registro.<br />
La denuncia di manodopera agricola operaia all’Inps<br />
Con le circolari n. 57 del 14 aprile 2006 e n. 115 del 19 ottobre 2006, l’Inps mette a disposizione le<br />
istruzioni per la trasmissione telematica della dichiarazione trimestrale della manodopera occupata,<br />
ex art. 6 D.lgs 11 agosto 1993, n. 375, in ottemperanza a quanto disposto dal comma 6 art. 01 art. 01<br />
D.L. 10 gennaio 2006, n. 2 convertito con modifi cazioni dalla Legge 11 marzo 2006, n. 81, che testual-<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007<br />
INSERTO<br />
mente recita: “A decorrere dal 1° luglio 2006, i datori di lavoro agricolo devono trasmettere all’I.N.P.S.<br />
per via telematica trimestralmente, entro il mese successivo al trimestre di riferimento, le dichiarazioni<br />
di manodopera agricola con i dati retributivi e le informazioni necessarie per il calcolo dei contributi,<br />
per l’implementazione delle posizioni assicurative individuali e per l’erogazione delle prestazioni. A tal<br />
fi ne l’I.N.P.S. emana le relative istruzioni tecniche e procedurali.<br />
Pertanto a decorrere dal mese di luglio 2006, e quindi relativamente alla manodopera occupata dal 3°<br />
trimestre 2006, le novità introdotte riguardano l’obbligo di trasmissione delle dichiarazioni trimestrali<br />
esclusivamente per via telematica ed il termine di presentazione della dichiarazione trimestrale della<br />
manodopera occupata.<br />
Il legislatore, nell’introdurre l’obbligo dell’invio telematico della dichiarazione trimestrale della manodopera<br />
occupata, defi nisce i soggetti che possono effettuare tale adempimento, prevedendo esplicitamente<br />
che: ”Il datore di lavoro ha facoltà di effettuare le dichiarazioni di cui ai commi 6, 7, 8 e 9 del<br />
presente articolo per il tramite dei soggetti di cui all’articolo 1 della legge 11 gennaio 1979, n. 12, e<br />
successive modifi cazioni, e degli altri soggetti abilitati dalle vigenti disposizioni di legge alla gestione<br />
ed alla amministrazione del personale dipendente del settore agricolo.”<br />
I termini della presentazione del modello DMAG (dichiarazione trimestrale della manodopera occupata),<br />
già fi ssati dal comma 2, art. 6, D.lgs 11 agosto 1993, n. 375 entro il 25 giorno dalla fi ne di ciascun<br />
trimestre, e differiti al 25 del secondo mese successivo alla fi ne del trimestre per le denunce presentate<br />
in via telematica, decreto ministeriale 16 febbraio 2004, sono individuati entro la fi ne del mese<br />
solare successivo al trimestre di riferimento (comma 6 art. 01 D.L. 10 gennaio 2006 n. 2, convertito<br />
con modifi cazioni dalla legge 11 marzo 2006, n. 81).<br />
Trimestre Scadenza presentazione dichiarazione trimestrale<br />
I entro il 30 aprile<br />
II entro il 31 luglio<br />
III entro il 31 ottobre<br />
IV<br />
entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello solare di<br />
riferimento<br />
Le dichiarazioni trimestrali della manodopera agricola devono inoltre contenere i dati retributivi e le<br />
informazioni necessarie per il calcolo dei contributi, per l’implementazione delle posizioni assicurative<br />
individuali e per l’erogazione delle prestazioni.<br />
L’Inps per rendere più agevole la presentazione interamente telematica delle denunce trimestrali<br />
DMAG, ha aggiunto, all’interno del servizio DMAG Internet presente sul sito www.inps.it, la nuova<br />
funzionalità di acquisizione on-line della denuncia stessa.<br />
La disciplina giuridica della retribuzione imponibile contributiva<br />
fi no all’entrata in vigore della legge n. 81/2006<br />
Il 13 marzo 2006 entra in vigore la legge n. 81 di conversione, con modifi cazioni, del decreto-legge<br />
10 gennaio 2006, n.2, recante interventi urgenti per i settori dell’agricoltura, dell’agroindustria, della<br />
pesca, nonché in materia di fi scalità d’impresa. All’articolo 01, comma 4, viene modifi cata la modalità<br />
di esposizione della retribuzione che sarà quella effettivamente corrisposta dal datore di lavoro, superando<br />
defi nitivamente il concetto di salario medio convenzionale, infatti:<br />
“A decorrere dal 1° gennaio 2006, la retribuzione imponibile per il calcolo dei contributi<br />
agricoli unifi cati, dovuti per tutte le categorie di lavoratori agricoli a tempo determinato e<br />
indeterminato, è quella indicata all’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 9 ottobre 1989,<br />
n. 338, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 7 dicembre 1989, n. 389”.<br />
III
IV<br />
INSERTO<br />
A decorrere dal 1° gennaio 2006, pertanto, parifi cando l’imponibile contributivo riferito agli operai<br />
agricoli a quello degli altri settori, nel modello DMAG del 1° trimestre verranno denunciati i dipendenti<br />
esponendo esclusivamente la retribuzione effettivamente percepita.<br />
Come si determina il contributo previdenziale unifi cato<br />
Dopo la presentazione delle denunce di manodopera agricola (DMAG-UNICO) entro le previste scadenze,<br />
l’Inps determina l’importo dei contributi (dovuti all’Inps e all’Inail) ed invia ai contribuenti il modello<br />
F24 preintestato. Vediamo ora quale calcolo viene sviluppato da parte dell’Istituto impositore.<br />
Dal 1 gennaio 1998 in virtù del D.L.vo n. 146/97 anche per gli Operai a Tempo Determinato deve<br />
essere denunciata la retribuzione effettivamente corrisposta, pertanto da questo momento il calcolo<br />
contributivo sarà:<br />
Base imponibile = Giornate denunciate x retribuzione<br />
Contributi da versare =<br />
Base<br />
imponibile<br />
X<br />
100<br />
valori<br />
percentuali<br />
Per gli Operai a Tempo Indeterminato il calcolo contributivo si determina in questo modo:<br />
Base imponibile = Giornate denunciate x retribuzione<br />
Contributi da versare =<br />
Base<br />
imponibile<br />
X<br />
100<br />
valori<br />
percentuali<br />
Per gli operai a tempo determinato (Otd) ed tempo indeterminato (Oti), le aliquote si differenziano:<br />
per zona tariffaria (zone particolarmente svantaggiate, zone svantaggiate, zone non<br />
svantaggiate); per tipo ditta (cooperative, cooperative di trasformazione, aziende in economia,<br />
coltivatori diretti, Iap, consorzi di bonifi ca, etc.); per tipo contratto (contratti di formazione,<br />
apprendistato, part-time, etc.).<br />
Nel caso in cui per disguidi postali non venga recapitato il modello F24 entro il termine previsto, il contribuente<br />
è tenuto, entro i successivi dieci giorni, a richiedere alle sedi Inps competenti per territorio,<br />
i duplicati ed a provvedere al versamento entro i successivi cinque giorni (art. 6, comma 14 Decreto<br />
Legge 30 dicembre 1987 n.536 convertito in Legge 28 febbraio 1988 n.48).<br />
Le agevolazioni contributive<br />
La legge n. 81 dell’11 marzo 2006, al comma 3 dell’articolo 01, dispone che dal primo gennaio 2006<br />
al 31 dicembre 2008, le agevolazioni contributive previste dall’articolo 9, commi 5, 5-bis e 5-ter, della<br />
legge 11 marzo 1988, n.67, e successive modifi cazioni, vengono così modifi cate (vedi tabella seguente)<br />
Le riduzioni contributive per zone tariffarie dal 1° gennaio 2006<br />
Territori Agevolazioni tariffarie<br />
Zona normale (zn) nessuna<br />
Zona svantaggiata (zv) 68%<br />
Zona montana (zm) 75%<br />
Nelle aree svantaggiate rientrano i comuni dell’obiettivo 1 del regolamento Cee n. 2081 del 20 luglio<br />
1993, cioè le zone defi nite come Mezzogiorno ad esclusione dei comuni delle regioni Abruzzo e Molise<br />
per i quali i benefi ci saranno estesi dal 2001. Con decorrenza 1 gennaio 2005 si conclude il periodo<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007<br />
INSERTO<br />
previsto da decreto citato con il ripristino del codice unico da esporre nella tabella relativa alle zone<br />
tariffarie da esporre nel modello DMAG-UNICO (Circ. Inps n. 38/2005)<br />
Gli sgravi contributivi per calamità naturali<br />
Con l’entrata in vigore del D.lgs. n. 102 del 29 marzo 2004 viene abrogata la legge 14 febbraio 1992 n.<br />
185 ed all’art. 8 si defi niscono gli aspetti previdenziali degli esoneri per calamità. Alle imprese agricole<br />
in possesso dei requisiti di cui all’articolo 5, comma 1(“le imprese agricole di cui all’articolo 2135 del<br />
codice civile, nonché le cooperative di raccolta, lavorazione, trasformazione e commercializzazione di<br />
prodotti agricoli e le organizzazioni dei produttori riconosciute, ricadenti nelle zone delimitate ai sensi<br />
dell’articolo 6, che abbiano subito danni non inferiori al 20 per cento della produzione lorda vendibile,<br />
qualora siano ubicate nelle aree svantaggiate di cui all’articolo 17 del regolamento (CE) n. 1257/1999<br />
del Consiglio, del 17 maggio 1999, ed al 30 per cento della produzione lorda vendibile se ubicate<br />
nelle altre zone. Nel caso di danni alle produzioni vegetali, sono escluse dal calcolo dell’incidenza<br />
di danno sulla produzione lorda vendibile le produzioni zootecniche”), iscritte nella relativa gestione<br />
previdenziale, è concesso, a domanda, l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali<br />
e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in<br />
cui si è verifi cato l’evento. Il Ministro del lavoro e delle politiche<br />
sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle<br />
fi nanze, è autorizzato a determinare, con proprio decreto, la<br />
percentuale dell’esonero fi no ad un massimo del 50%.<br />
La misura dell’esonero è aumentata del 10% nel secondo<br />
anno e per gli anni successivi, qualora le condizioni di cui<br />
all’articolo 5, comma 1, si verifi chino a carico della stessa<br />
azienda per due o più anni consecutivi. L’esonero è accordato<br />
dall’ente impositore su presentazione di apposita domanda<br />
degli interessati, corredata da dichiarazione resa ai<br />
sensi e per gli effetti della legislazione in materia.<br />
Con circolare n. 35 del 6 marzo 2006, l’Inps fornisce le istruzioni<br />
relative alle richieste di riduzione dei contributi attraverso<br />
interventi compensativi dei danni al fi ne di favorire<br />
Francesco Fanelli<br />
Vecchia darsena di Viareggio, 1908-10<br />
la ripresa economica e produttiva delle aziende colpite da calamità naturali o eventi eccezionali.<br />
Per il raggiungimento di dette fi nalità vengono previsti interventi volti a favorire la stipula di contratti<br />
assicurativi per le colture espressamente indicate nell’allegato A del decreto 17 marzo 2005 del Ministero<br />
delle Politiche Agricole e Forestali; pertanto, così come espressamente stabilito dall’articolo<br />
5, comma 4, del D.Lgs. 102/04, sono escluse dagli interventi compensativi le colture ammissibili<br />
all’assicurazione agevolata (“Sono esclusi dalle agevolazioni previste al presente articolo i danni alle<br />
produzioni ed alle strutture ammissibili all’assicurazione agevolata. Nel calcolo della percentuale dei<br />
danni sono comprese le perdite derivanti da eventi calamitosi, subiti dalla stessa azienda, nel corso<br />
dell’annata agraria, che non siano stati oggetto di precedenti benefi ci. La produzione lorda vendibile<br />
per il calcolo dell’incidenza di danno non è comprensiva dei contributi o delle altre integrazioni concessi<br />
dall’Unione europea”.) L’articolo 5, comma 2 del Decreto di cui si novella, tra gli aiuti concessi<br />
alle imprese agricole colpite da calamità, alla lettera d) prevede le agevolazioni previdenziali di cui al<br />
successivo articolo 8, che individua le imprese benefi ciarie, ovvero quelle condotte in forma singola<br />
ed associata da coltivatori diretti, coloni e mezzadri e Imprenditori Agricoli Professionali.<br />
La circolare dell’Inps coglie l’occasione per ricordare che, a proposito dei destinatari, in virtù dell’art.<br />
1, co. 5-bis, del D.lgs. 101/2005 “L’imprenditore agricolo professionale persona fi sica, anche ove<br />
socio di società di persone o cooperative, ovvero amministratore di società di capitali, deve iscriversi<br />
nella gestione previdenziale ed assistenziale per l’agricoltura. Ai soci lavoratori di cooperative si applica<br />
l’art. 1, co. 3, della legge 3 aprile 2001, n. 142”.<br />
V
VI<br />
INSERTO<br />
Con Decreto Ministeriale 21 luglio 2005 del<br />
Ministro del lavoro e delle politiche sociali,<br />
di concerto con il Ministro dell’economia e<br />
delle fi nanze, così come previsto dall’articolo<br />
8 D.lgs. 102/04, sono state fi ssate le<br />
seguenti misure percentuali di esonero dei<br />
contributi previdenziali:<br />
• 17% per le aziende che abbiano subito<br />
danni in misura non inferiore al 20%, qualora<br />
ubicate nelle aree svantaggiate di cui<br />
all’art. 17 del regolamento (CE) n. 1257 del<br />
Consiglio del 17 maggio, ovvero al 30% se<br />
ubicate nelle altre zone, e non superiore al 70% della produzione lorda vendibile;<br />
Amedeo Lori<br />
Padule di Arnino-Bocca d’Arno, 1905 c.<br />
• 50% per le aziende che abbiano subito danni in misura superiore al 70% della produzione lorda<br />
vendibile.<br />
L’esonero parziale del pagamento dei contributi decorre dalla data fi nale dell’evento stesso, quale<br />
risulta dal relativo decreto. Nel caso di concorrenza di più calamità nello stesso periodo, ai fi ni dell’esonero<br />
di cui trattasi deve essere presa in considerazione la percentuale di danno più alta. Con<br />
l’art. 2 del richiamato Decreto Ministeriale viene precisato che : “A decorrere dal 9 maggio 2004 la<br />
misura dell’esonero, di cui all’art. 1, è aumentata del dieci per cento nel secondo anno e per gli anni<br />
successivi qualora le condizioni di cui all’art. 5, comma 1, del citato decreto legislativo n. 102 del<br />
2004, si verifi chino a carico della stessa azienda per due o più anni consecutivi.”<br />
La concessione dell’ulteriore esonero del 10% si verifi ca quando le calamità intervengono: entro 365<br />
giorni dalla data fi nale della precedente calamità; dopo 365 giorni dalla data fi nale della precedente<br />
calamità, sempre che l’evento si verifi chi nell’anno solare consecutivo alla prima calamità. Si ricorda<br />
che, al fi ne di evitare il recupero coattivo attraverso le cartelle esattoriali per il mancato versamento<br />
dei contributi previdenziali, la domanda di riduzione dei contributi va presentata entro la scadenza del<br />
periodo cui si riferisce il benefi cio. La domanda di esonero parziale del pagamento dei contributi deve<br />
essere presentata all’Inps entro 60 giorni dalla pubblicazione del Decreto Ministeriale con cui viene<br />
dichiarata l’eccezionalità dell’evento calamitoso.<br />
Le prestazioni<br />
Le pensioni dei lavoratori agricoli<br />
Un argomento molto sentito, ma scarsamente dibattuto per la complessità delle norme succedutesi<br />
nel tempo, è quello relativo ai requisiti per il diritto e la misura delle pensioni dei lavoratori agricoli.<br />
In linea generale per l’accesso alla pensione di anzianità o di vecchiaia tali lavoratori sono inquadrati<br />
come l’intera platea dei lavoratori del settore privato extraagricolo.<br />
In particolare per l’accesso alla pensione di vecchiaia occorre che siano soddisfatti i seguenti<br />
requisiti di anzianità contributiva e di età anagrafi ca.<br />
Donne: almeno 20 (venti) anni di contributi (1040 settimane); aver compiuto 60 anni di età.<br />
Uomini: almeno 20 (venti) anni di contributi (1040 settimane); aver compiuto 65 anni di età.<br />
Fermo restando il requisito anagrafi co ed indipendentemente dal sesso, si può accedere al<br />
trattamento pensionistico di vecchiaia anche con 15 (quindici) anni di contributi (780 settimane)<br />
purché maturati entro la data del 31.12.1992. Si ha diritto, altresì, alla pensione di vecchiaia con 55<br />
anni di età per le donne e 60 per gli uomini nel caso in cui, al compimento di tali età, il richiedente<br />
soffra di una patologia invalidante riconosciuta dai sanitari dell’Inps (c.d. vecchiaia anticipata).<br />
Per l’accesso alla pensione di anzianità i requisiti sono i seguenti e valgono indistintamente sia<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
per gli uomini che per le donne.<br />
Lavoratori dipendenti: almeno 35 anni di<br />
contributi (1820 settimane); almeno 57 anni di<br />
età.<br />
Lavoratori autonomi: almeno 35 anni di<br />
contributi (1820 settimane); almeno 58 anni di<br />
età.<br />
Tali requisiti devono essere maturati entro e<br />
non oltre il 30 giugno del 2007 per i lavoratori<br />
dipendenti ed entro e non oltre il 30 aprile 2007<br />
per i lavoratori autonomi. In questo caso l’ultima<br />
“fi nestra” utile per l’accesso alla pensione di<br />
anzianità è fi ssata al 1.10.2007.<br />
Se non interviene un modifi ca legislativa, di<br />
cui si parla insistentemente in questo ultimo<br />
periodo, dall’1.1.2008 entra in vigore la c.d.<br />
Legge Maroni secondo la quale, fermo restando<br />
a 35 anni il requisito contributivo, l’età anagrafi ca<br />
minima viene portata a 60 (sessanta) anni (c.d.<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007<br />
Plinio Nomellini<br />
Campagna toscana, 1900-1903<br />
INSERTO<br />
scalone). L’attuale Esecutivo ha in cantiere la volontà di mitigare questo drastico innalzamento<br />
dell’età pensionabile, portandola, per l’anno 2008, a 58 anni per i dipendenti e 59 per gli autonomi.<br />
Questo è quanto previsto nel Protocollo sottoscritto lo scorso 23 luglio da Governo e parti sociali.<br />
Approfondiremo i dettagli della eventuale riforma in altra occasione.<br />
Calcolo delle settimane utili: l’estratto conto assicurativo dei lavoratori agricoli riporta il numero<br />
di giornate lavorate ed accreditate ai fi ni pensionistici, ma non il numero delle settimane. Pertanto<br />
è indispensabile conoscere le modalità di trasformazione dei giorni lavorati in settimane al fi ne<br />
di renderne comprensibile la lettura ed individuare il numero di settimane utili per l’accesso alla<br />
pensione.<br />
Innanzitutto bisogna distinguere i periodi relativi all’accredito.<br />
Pensione di vecchiaia<br />
Contributi giornalieri versati fi no alla data del 31.12.1983: ai fi ni del diritto alla pensione di<br />
vecchiaia le giornate accreditate (esempio 51) maggiorate della indennità di disoccupazione<br />
ordinaria (esempio 180) devono essere rivalutate per un coeffi ciente pari a 3,86 se trattasi di<br />
contribuente di sesso femminile; il coeffi ciente è 2,60 nel caso di contribuente maschio. Il valore<br />
così ottenuto va moltiplicato per 0,19259. Si otterrà, quindi, il numero di settimane utili. Ovviamente<br />
se il prodotto di tale operazione è superiore a 52 (numero massimo di settimane accreditabili per<br />
ogni anno solare), l’accredito viene effettuato fi no a concorrenza di tale cifra.<br />
Contributi giornalieri versati dall’1.1.1984 in poi: ai fi ni del diritto alla pensione di vecchiaia le<br />
giornate accreditate (esempio 51) maggiorate della indennità di disoccupazione ordinaria (esempio<br />
180) devono essere moltiplicate per 0,19259. Il numero così ottenuto rappresenta le settimane<br />
corrispondenti. A puro titolo esemplifi cativo, con 102 giornate di lavoro prestato, 78 giorni di<br />
disoccupazione ordinaria e 90 di trattamento speciale di disoccupazione, le settimane accreditate<br />
sono 52 (anno pieno). Invece, con 51 giorni di lavoro e 180 di trattamento ordinario di disoccupazione<br />
le settimane accreditate saranno 45.<br />
Pensione di anzianità<br />
Contributi giornalieri versati fi no alla data del 31.12.1983: per quanto attiene il calcolo delle<br />
settimane ai fi ni della pensione di anzianità bisogna procedere in maniera diversa. È necessario<br />
VII
VIII<br />
INSERTO<br />
Galileo Chini<br />
Paese con alberi, 1905 c.<br />
premettere che per il computo delle settimane<br />
non sono validi i periodi coperti da indennità<br />
ordinaria di disoccupazione. Il Trattamento Speciale<br />
(normalmente 90 giorni per chi ha lavorato un numero<br />
di giornate pari o superiore a 101) è ritenuto valido ai<br />
fi ni del calcolo. La somma di giornate ed eventuale<br />
trattamento speciale è soggetta a rivalutazione (2,60<br />
per gli uomini e 3,86 per le donne) e quindi diviso per<br />
3 (tre). Il risultato rappresenta il numero di settimane<br />
utili ai fi ni del diritto alla pensione di anzianità Pertanto<br />
51 giorni di lavoro effettuati da una donna prima del<br />
31.12.1983 rappresentano 52 settimane (anno pieno),<br />
invece per gli uomini “soltanto” 44 settimane.<br />
Contributi giornalieri versati dall’1.1.1984 in poi:<br />
dall’1.1.1984 in poi le giornate lavorate più l’eventuale<br />
trattamento speciale devono essere divisi per 3 (tre)<br />
senza alcuna rivalutazione. Quindi per riprendere l’esempio del caso precedente 51 giorni di lavoro<br />
corrispondono, sia per gli uomini che per le donne, a 17 settimane. Invece 101 giorni più 90 di<br />
trattamento speciale corrispondono a 52 settimane (anno pieno). In altra occasione ci soffermeremo<br />
sui criteri di trasformazione in settimane delle giornate di lavoro prestate dai lavoratori autonomi<br />
agricoli (coltivatori diretti, coloni e mezzadri, Iap), per i quali, non vigendo il principio dell’automaticità<br />
delle prestazioni (valido per i lavoratori dipendenti), l’accredito dei contributi è subordinato oltre che a<br />
puri calcoli matematici anche all’effettivo ed integrale pagamento all’Inps dei contributi previdenziali<br />
dovuti.<br />
Le prestazione Inps erogate in agricoltura<br />
L’Inps eroga, in favore dei lavoratori agricoli dipendenti ed applicando particolari requisiti specifi ci<br />
dell’area, le seguenti prestazioni temporanee legate al reddito:<br />
• Indennità di malattia - L’insorgenza del diritto si verifi ca contestualmente all’iscrizione negli<br />
elenchi nominativi per i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Per quelli a tempo<br />
determinato occorre un’iscrizione per almeno 51 giornate nell’anno precedente.<br />
• Indennità di maternità - Il diritto insorge per le lavoratrici agricole che abbiano effettuato un<br />
minimo di 51 giornate di lavoro nell’anno precedente il periodo di assenza obbligatoria.<br />
• L’indennità di disoccupazione secondo il protocollo di intesa sul mercato del lavoro<br />
agricolo - È di questi giorni il protocollo d’intesa sul mercato del lavoro agricolo fi rmato dal<br />
governo e dalle parti sociali, con l’obiettivo di scongiurare defi nitivamente il lavoro fi ttizio ed il<br />
lavoro nero in agricoltura. Nel verbale di accordo sulla emersione del lavoro nero e sommerso<br />
in agricoltura si legge che il governo e le parti sociali, Inps e Inail concordano sulle misure<br />
da intraprendere, ed in particolare sottolineano la necessità di una modifi ca dei trattamenti<br />
di disoccupazione agricola: l’attuale sistema delle soglie legato al raggiungimento da parte<br />
dei lavoratori a tempo determinato delle 51, 101, 151 giornate, in base alle quali scatta un<br />
diverso livello di indennità rispettivamente pari al 30%, 40%, 60% della retribuzione percepita,<br />
si modifi cherebbe a favore di una soglia di ingresso unica pari a 51 giornate di effettivo lavoro<br />
a cui corrisponderebbe il pagamento della disoccupazione nella misura unitaria del 40%<br />
della retribuzione. Per ciò che concerne il raggiungimento del requisito annuo di 270 giornate<br />
valide ai fi ni contributivi sia per il diritto che per la misura delle prestazioni pensionistiche,<br />
è previsto un contributo di solidarietà pari al 9% dell’indennità di disoccupazione per ogni<br />
giornata indennizzata fi no ad un massimo di 150 giornate.<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007<br />
INSERTO<br />
Prestazioni e servizi agli iscritti all’Enpaia<br />
Fondo per il trattamento di fi ne rapporto<br />
L’aliquota contributiva prevista è del 6% a totale carico del datore di lavoro. Tale aliquota risulta dalla<br />
differenza fra il contributo del 6,50% vigente dal 1° gennaio 1983 e il contributo dello 0,50% accreditato<br />
alle aziende, in quanto da queste dovuto, a partire dalla stessa data del 1° gennaio 1983, in via<br />
aggiuntiva per il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti gestito dall’Inps ed il cui corrispondente importo<br />
viene detratto dall’ammontare del trattamento di fi ne rapporto spettante a ciascun dipendente.<br />
All’atto della cessazione del rapporto di impiego, l’<strong>ENPAIA</strong>, anche in caso di morosità contributiva<br />
del datore di lavoro, corrisponde direttamente all’assicurato il trattamento di fi ne rapporto accantonato<br />
a suo nome ai sensi della legge 297/82, pari ad un 1/13,5 della retribuzione utile per ogni anno<br />
lavorato (al netto della contribuzione aggiuntiva dello 0,50 % dovuta al Fondo pensioni dei lavoratori<br />
dipendenti), più la rivalutazione di legge del saldo accantonato al 31 dicembre di ciascun anno. Per<br />
consentire il pagamento del Tfr a favore dell’iscritto, il datore di lavoro dovrà inviare alla <strong>Fondazione</strong><br />
il modulo PREV./01 (scaricabile dal sito internet) compilato in ogni sua parte e sottoscritto anche dal<br />
dipendente, il quale avrà l’onere di indicare le coordinate di un conto corrente bancario o postale a lui<br />
intestato (o almeno contestato).<br />
La liquidazione del trattamento sarà effettuata entro il termine massimo di sessanta giorni dalla data<br />
in cui la documentazione risulterà regolare e completa.<br />
Anticipazione sul TFR<br />
L’anticipazione - ai sensi della legge 29/05/82 n. 297 e dell’art. 5 del Regolamento del trattamento<br />
di fi ne rapporto approvato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale in data 30/03/94 e<br />
aggiornato secondo la delibera 15/04/96 - può essere chiesta dall’impiegato con almeno otto anni<br />
di iscrizione al Fondo, può essere ottenuta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e non può<br />
essere superiore al 70% del trattamento maturato alla data della domanda. In caso di concorrenza tra<br />
anticipazione e prestito, l’importo complessivamente erogato non può comunque superare il 70% del<br />
maturato a titolo di trattamento di fi ne rapporto.<br />
Le richieste sono soddisfatte annualmente entro i limiti del 10% degli aventi titolo (di coloro che, con<br />
un’anzianità di servizio almeno pari ad otto anni, possono concorrere all’anticipazione) e del 4% del<br />
numero totale dei dipendenti. In caso di concorrenza tra anticipazione e fi nanziamento mediante<br />
Carta Enpaia, l’importo complessivamente erogato non può comunque superare il 70% del maturato<br />
a titolo di trattamento di fi ne rapporto.<br />
Le richieste devono essere giustifi cate dalla necessità di:<br />
- spese sanitarie per terapie ed interventi straordinari riconosciuti necessari dalle competenti<br />
strutture pubbliche. Sono ammesse anche le spese sanitarie occorrenti per i familiari viventi a carico<br />
per i quali va documentata la parentela con lo stato di famiglia o documento equipollente;<br />
- acquisto, anche in itinere, della prima casa di abitazione per sé o per i fi gli;<br />
- estinzione anche parziale, di mutui contratti al fi ne dell’acquisto o della costruzione della prima<br />
casa di abitazione;<br />
- ristrutturazione della prima casa di abitazione indispensabile per l’agibilità dell’alloggio;<br />
- congedi parentali e per la formazione per il conseguimento di titoli di studio, di cui alla legge<br />
8 marzo 2000, n. 53, per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura dei<br />
fi gli ed alla formazione, al fi ne di favorire i lavoratori durante i periodi di fruizione dei congedi<br />
stessi.<br />
IX
X<br />
INSERTO<br />
Trattamento di miglior favore per l’Anticipazione sul TFR<br />
Gli iscritti possono accedere all’anticipazione sul Tfr a condizione di miglior favore rispetto a quanto<br />
previsto dalla legge 297/82; a seguito della Delibera del Consiglio di Amministrazione del 15/04/1996,<br />
possono fruire delle suddette anticipazioni anche i dipendenti delle ditte che non raggiungono i limiti<br />
di cui innanzi (meno di 25 dipendenti a tempo indeterminato e meno di 10 dipendenti con almeno 8<br />
anni di anzianità), ma che siano in regola con il versamento dei contributi dovuti fi no al momento della<br />
domanda, possono ugualmente fruire delle anticipazioni. Tali domande vengono soddisfatte secondo<br />
l’ordine cronologico di arrivo delle richieste e nei limiti delle disponibilità fi ssate di anno in anno con<br />
apposita delibera del Consiglio di Amministrazione della <strong>Fondazione</strong>, entro il tetto massimo del 50%<br />
delle somme complessivamente corrisposte, a titolo di anticipazione del trattamento di fi ne rapporto,<br />
nell’anno precedente.<br />
Per ottenere l’anticipazione, gli interessati devono inviare la richiesta con la precisazione della<br />
causale, allegando una dichiarazione del datore di lavoro attestante il numero complessivo dei<br />
dipendenti (compresi gli operai) in servizio, il numero di questi che possono richiedere l’anticipazione,<br />
nonché il numero dei dipendenti che nell’anno solare hanno ottenuto l’anzidetta anticipazione,<br />
e una dichiarazione attestante che non sussiste la condizione di “crisi aziendale” di cui alla legge<br />
675/77, come prescritto all’articolo 5 - ultimo comma - del Regolamento del Fondo per il trattamento<br />
di fi ne rapporto.<br />
L’iscritto deve inoltre trasmettere, a seconda del tipo di richiesta la documentazione indicata nell’elenco<br />
allegato. Una volta pervenuta la documentazione l’Ente provvederà a completare l’istruttoria della<br />
pratica e, in caso di accoglimento, a liquidare la prestazione richiesta.<br />
Fondo di previdenza<br />
L’aliquota contributiva è del 4% (di cui l’1,50% a carico del dipendente).<br />
Dell’intero contributo per il fondo, l’aliquota 1% è destinata alla corresponsione di prestazioni<br />
economiche per la copertura del rischio di morte e di invalidità totale ed assoluta e l’aliquota 3%<br />
è destinata ad alimentare i conti individuali dei singoli assicurati.<br />
Il fondo di previdenza assicura la corresponsione di:<br />
a) conto individuale<br />
Il conto individuale è corrisposto all’iscritto al raggiungimento del 65° anno di età.<br />
Il conto individuale è liquidato prima del compimento del 65° anno di età:<br />
- all’iscritto che abbia cessato il rapporto di impiego ed abbia conseguito il trattamento pensionistico<br />
di vecchiaia e sempreché non instauri un nuovo rapporto di lavoro; a tal fine<br />
l’interessato dovrà presentare la domanda allegando la documentazione relativa al conseguimento<br />
della pensione di vecchiaia e dichiarare le condizioni inerenti la situazione lavorativa<br />
- in caso di decesso<br />
- in caso di riconoscimento della invalidità permanente totale ed assoluta<br />
Negli altri casi l’assicurato potrà ottenere la liquidazione del fondo inoltrando esplicita richiesta,<br />
trascorsi sei mesi dalla data di risoluzione dell’ultimo rapporto di impiego in agricoltura, sempreché<br />
non ne abbia instaurato un altro con conseguente diritto alla reiscrizione alla <strong>Fondazione</strong>.<br />
Il conto individuale è corrisposto sulla base dei contributi versati dalla data di iscrizione e dagli<br />
interessi composti al tasso annuo del 4%; se più favorevole, viene corrisposto l’importo determinato<br />
moltiplicando per il numero degli anni di effettiva contribuzione l’85% della media annua<br />
dell’ultimo triennio di contribuzione al fondo.<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007<br />
INSERTO<br />
L’assicurato, se in possesso dei requisiti previsti dal Regolamento, può chiedere che la liquidazione<br />
del proprio conto individuale avvenga, anziché in capitale, sotto forma di pensione.<br />
Possono optare per la liquidazione della prestazione sotto forma di pensione:<br />
- gli iscritti che abbiano raggiunto il sessantacinquesimo anno di età;<br />
- gli iscritti che abbiano cessato il rapporto di impiego ed abbiano conseguito il trattamento pensionistico<br />
di vecchiaia nell’ assicurazione generale obbligatoria o in forme sostitutive e sempreché<br />
non abbiano instaurato un nuovo rapporto di lavoro;<br />
- gli iscritti colpiti da invalidità permanente totale ed assoluta di cui all’art. 4 del Regolamento del<br />
Fondo, con almeno cinque anni di contribuzione al Fondo medesimo.<br />
L’opzione di cui sopra deve essere esercitata entro tre mesi dalla maturazione del diritto a percepire<br />
il conto individuale ovvero tre mesi dal riconoscimento dell’invalidità.<br />
Gli iscritti, non in possesso dei requisiti sopra indicati, ma che abbiano cessato definitivamente<br />
l’attività lavorativa nel settore agricolo e che abbiano maturato un’anzianità contributiva<br />
complessivamente non inferiore a cinque anni, allo scopo di esercitare la facoltà di opzione,<br />
possono chiedere, entro nove mesi dalla data di cessazione dell’ultimo rapporto di impiego in<br />
agricoltura, di rinviare la liquidazione del conto individuale al compimento del sessantacinquesimo<br />
anno di età ovvero alla data di maturazione del trattamento di vecchiaia da conseguirsi<br />
nell’assicurazione generale obbligatoria o in forme sostitutive. L’ammontare annuo della pensione<br />
spettante è corrisposto in sei rate bimestrali posticipate di pari importo a partire dal primo<br />
giorno del mese successivo alla data di cessazione del rapporto di impiego o al compimento<br />
del sessantacinquesimo anno di età. L’importo annuo iniziale della pensione è determinato dal<br />
prodotto fra il montante del conto individuale di pertinenza di ciascun iscritto, accantonato per<br />
effetto della capitalizzazione del contributo, ed i coefficienti di cui alle tabelle “A” e “B” allegate<br />
al Regolamento.<br />
b) assegno di morte<br />
In caso di decesso, che non sia conseguenza diretta ed esclusiva di infortunio, i superstiti hanno<br />
diritto ad un assegno pari a 20 mensilità di retribuzione. L’assegno è maggiorato in presenza<br />
di figli di età inferiore a 21 anni di età viventi a carico dell’assicurato al momento del decesso.<br />
La domanda deve essere inoltrata alla <strong>Fondazione</strong> a cura degli aventi causa entro trenta giorni dal<br />
verifi carsi dell’evento mortale e deve indicare: la generalità dell’impiegato deceduto; l’azienda presso<br />
cui prestava servizio; giorno, ora e luogo in cui è avvenuto il decesso; circostanze in cui si è verifi cata<br />
la morte; le cause del decesso, attestate da certifi cato medico.<br />
c) assegno per invalidità permanente totale ed assoluta<br />
In caso di perdita completa, per tutta la vita, di ogni attitudine al lavoro - che non sia conseguenza<br />
diretta ed esclusiva di infortunio e tale da rendere indispensabile un’assistenza personale<br />
continuativa - l’assicurato ha diritto ad un’indennità pari a 25 mensilità di retribuzione.<br />
La domanda, a pena di decadenza da ogni diritto, deve essere presentata entro e non oltre<br />
il 30° giorno dalla data in cui l’iscritto è stato colpito da invalidità permanente ed assoluta e<br />
deve essere corredata da un certificato medico in cui siano indicate le cause e le infermità che<br />
hanno determinato l’invalidità stessa. Il diritto alle prestazioni per i casi di morte e di invalidità<br />
permanente totale ed assoluta è riconosciuto sempreché l’iscritto sia in attività di servizio e non<br />
abbia superato il 65° anno di età.<br />
Tali prestazioni spettano anche se gli eventi tutelati si verifichino nei trenta giorni successivi alla<br />
cessazione dell’iscrizione all’Ente (sempreché non sia svolta attività lavorativa alle dipendenze<br />
di terzi o in proprio) e nel periodo di astensione dal servizio in conseguenza di malattia o di<br />
infortunio contemplato dai contratti collettivi di lavoro.<br />
XI
XII<br />
INSERTO<br />
Estratti conto<br />
La <strong>Fondazione</strong> provvede ad aggiornare i conti individuali del trattamento di fi ne rapporto e del fondo<br />
di previdenza degli iscritti sulla base delle retribuzioni denunciate dalla Aziende.<br />
In conformità a quanto previsto dalla normativa vigente, provvede ad inviare i relativi estratti conto<br />
a tutti gli iscritti, i quali sono tenuti a formulare eventuali osservazioni entro il termine di trenta giorni<br />
dall’invio degli stessi.<br />
Documenti da allegare alla richiesta di anticipazione sul Tfr<br />
Spese sanitarie<br />
- certifi cazione rilasciata dalla competente ASL, attestante la necessità della terapia o dell’intervento;<br />
- regolare fattura attestante la spesa sostenuta o preventivo di spesa, riconosciuto dalla ASL, accompagnato<br />
da dichiarazione d’impegno a presentare regolare fattura;<br />
- certifi cato di stato di famiglia;<br />
- dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestante che il familiare di cui si tratta è a carico del richiedente<br />
l’anticipazione.<br />
Congedo parentale<br />
- documentazione attestante la collocazione in astensione facoltativa dal lavoro e il relativo periodo<br />
di durata.<br />
Acquisto di prima casa di abitazione<br />
- atto notarile di compravendita completo del prezzo d’acquisto o, qualora non ancora stipulato, preliminare<br />
di compravendita con scrittura privata registrata e con autentica delle fi rme delle parti contraenti,<br />
accompagnato da dichiarazione d’impegno a trasmettere l’atto defi nitivo.<br />
Costruzione di prima casa di abitazione<br />
- documentazione comprovante che il suolo è nella piena proprietà e disponibilità del benefi ciario<br />
dell’anticipazione (richiedente o fi gli);<br />
- copia autenticata della concessione edilizia;<br />
- preventivo di spesa per la costruzione;<br />
- dichiarazione del direttore dei lavori circa lo stato di avanzamento degli stessi o del Comune attestante<br />
la presentazione del certifi cato di ultimazione lavori;<br />
- regolare fattura attestante la spesa sostenuta o dichiarazione d’impegno a trasmetterla al termine<br />
dei lavori.<br />
Acquisto di prima casa di abitazione in cooperativa<br />
- atto notarile pubblico di assegnazione in proprietà;<br />
- dichiarazione del presidente della cooperativa, con sottoscrizione autenticata, da cui risulti:<br />
a) che la cooperativa è iscritta al Tribunale Civile nel Registro delle Imprese;<br />
b) che il richiedente, o secondo i casi il fi glio o la fi glia, è socio della cooperativa;<br />
c) che la cooperativa ha acquisito la proprietà del suolo;<br />
d) che la cooperativa ha ottenuto il rilascio della concessione edilizia assumendo l’impegno degli<br />
oneri concessori;<br />
e) l’entità dell’importo previsto per l’alloggio;<br />
- atto di assegnazione provvisoria comprovata dall’estratto notarile della relativa deliberazione del<br />
consiglio di amministrazione della cooperativa;<br />
- dichiarazione con la quale il richiedente si impegna a presentare l’atto notarile di assegnazione defi<br />
nitiva dell’immobile, con trasferimento della proprietà in capo all’assegnatario, entro 90 giorni dalla<br />
medesima (come da schema allegato);<br />
- dichiarazione del direttore dei lavori circa lo stato di avanzamento degli stessi o del Comune atte-<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
stante la presentazione del certifi cato di ultimazione<br />
lavori.<br />
Acquisto o costruzione in momento antecedente<br />
alla data di richiesta dell’anticipazione<br />
- copia del contratto di mutuo;<br />
- dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestante<br />
che l’immobile su cui grava il residuo mutuo<br />
rappresenta tuttora la prima casa di abitazione<br />
del richiedente;<br />
- certifi cato catastale relativo all’immobile oggetto<br />
del mutuo;<br />
- attestato dell’istituto bancario mutuante con indicazione<br />
del debito residuo;<br />
- dichiarazione d’impegno del richiedente ad uti-<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007<br />
INSERTO<br />
Giovanni Bartolena<br />
Marina livornese, 1925-28<br />
lizzare la somma anticipata per l’estinzione (totale o parziale) della quota capitale del residuo mutuo<br />
e a fornire in seguito documentazione che comprovi l’avvenuto pagamento;<br />
- in caso di mutuo erogato dall’<strong>ENPAIA</strong>, autorizzazione a trattenere la somma anticipata.<br />
Ristrutturazione di prima casa di abitazione<br />
- documentazione comprovante che la casa da ristrutturare è nella piena proprietà e disponibilità del<br />
richiedente, che la abita;<br />
- dettagliata relazione del direttore dei lavori, o di tecnico abilitato, che attesti la necessità di eseguire<br />
i lavori in quanto indispensabili per l’agibilità dell’alloggio;<br />
- copia autenticata della concessione edilizia relativa alla ristrutturazione, o della D.I.A. (Denuncia<br />
Inizio Lavori);<br />
- preventivo di spesa della ditta cui vengono affi dati i lavori;<br />
- regolare fattura attestante la spesa sostenuta, o dichiarazione d’impegno a trasmetterla al termine<br />
dei lavori.<br />
Formazione per il conseguimento di titoli di studio o l’accrescimento di conoscenze e competenze<br />
professionali<br />
- istanza scritta per ottenere il congedo per la formazione;<br />
- impegno a presentare il certifi cato di iscrizione al corso di studio o di attività formativa, certifi cati di<br />
frequenza e di avvenuta frequenza.<br />
Infortuni<br />
Denuncia dell’infortunio<br />
In caso di un evento infortunistico, l’assicurato o l’azienda deve comunicarlo alla <strong>Fondazione</strong> entro<br />
venti giorni, compreso il giorno dell’infortunio. Superato tale termine, l’indennizzo dell’indennità giornaliera<br />
per inabilità temporanea assoluta al lavoro e dell’indennità di ricovero partirà dal giorno della<br />
denuncia dell’evento stesso.<br />
Il termine di denuncia è lo stesso sia per gli infortuni professionali o in itinere sia per gli infortuni<br />
extraprofessionali. In caso di infortunio professionale o in itinere, il datore di lavoro ha l’obbligo di<br />
denunciare l’evento stesso, entro quarantotto ore, all’autorità di pubblica sicurezza.<br />
La denuncia deve essere redatta sul modello PREV/05. Alla <strong>Fondazione</strong> deve essere prodotta una<br />
copia di tale modello e l’attestazione dell’avvenuta trasmissione all’autorità. Nel caso di infortuni determinati<br />
da incidente stradale in itinere o extraprofessionale e da eventi extralavorativi, l’assicurato<br />
deve compilare il modello PREV/37.<br />
Si sottolinea la necessità che la denuncia contenga tutte le informazioni espressamente richieste e<br />
XIII
XIV<br />
INSERTO<br />
che la descrizione della dinamica dell’infortunio sia esaustiva, tanto da permettere la correlazione<br />
tra l’evento e il trauma prodottosi. In caso di infortunio in itinere, deve essere compilato e sottoscritto<br />
dall’assicurato e dal datore di lavoro il modello QUEST/IT.<br />
Richiesta di riconoscimento di malattia professionale<br />
La richiesta di riconoscimento di malattia professionale deve essere prodotta dall’assicurato mediante<br />
l’utilizzo del modello MAL/PROF. Il modello è composto da due distinte sezioni che devono essere<br />
compilate e sottoscritte dall’assicurato e dal medico che ha seguito l’evoluzione della patologia oggetto<br />
di richiesta di riconoscimento.<br />
Il datore di lavoro deve produrre una relazione dalla quale risultino le mansioni di fatto svolte dall’assicurato<br />
nei cinque anni precedenti la richiesta di riconoscimento e fornire, a richiesta della <strong>Fondazione</strong>,<br />
il documento di valutazione dei rischi nonché copia degli esiti delle valutazioni mediche ai sensi del<br />
D.Lgs. n. 626 e successivi aggiornamenti.<br />
Denuncia di decesso per infortunio<br />
La denuncia deve essere prodotta entro ventiquattro ore dall’infortunio dal datore di lavoro o dagli<br />
eredi dell’assicurato. Se la morte, conseguenza dell’infortunio, si verifi ca in un momento successivo,<br />
il termine di denuncia rimane il medesimo.<br />
Documentazione medica<br />
La denuncia di infortunio deve essere corredata da un certifi cato medico, possibilmente di pronto<br />
soccorso, che contenga la diagnosi e la prognosi. Qualora in sede di visita di pronto soccorso siano<br />
stati effettuati accertamenti diagnostici (radiografi e, ecografi e, risonanze), gli esiti degli stessi devono<br />
essere prodotti alla <strong>Fondazione</strong>.<br />
Si rammenta che la documentazione medica deve essere trasmessa in originale o in copia conforme<br />
all’originale. Un’eventuale certifi cazione della prosecuzione dell’infortunio deve attestare chiaramente<br />
la totale inabilità al lavoro dell’assicurato, in quanto, l’art. 8 del vigente regolamento delle<br />
prestazioni prevede l’erogazione dell’indennità giornaliera esclusivamente per l’assenza dal servizio<br />
determinata da inabilità assoluta. Eventuali consulenze specialistiche ed ulteriori accertamenti<br />
diagnostici devono parimenti essere inviati.<br />
Tutta la documentazione medica agli atti è, comunque, oggetto di valutazione da parte della consulenza<br />
medico-legale della <strong>Fondazione</strong>.<br />
La determinazione medico-legale tiene conto dell’età e dell’attività lavorativa svolta dall’assicurato,<br />
della natura e dell’evoluzione delle lesioni nonché di tutti gli elementi documentali noti. In relazione<br />
all’attività lavorativa, sarebbe opportuno che, in fase di denuncia dell’evento, il datore di lavoro indicasse<br />
le effettive mansioni svolte dall’assicurato in azienda in modo da fornire un importante elemento<br />
di valutazione alla consulenza medico-legale della <strong>Fondazione</strong>. Qualora la consulenza medico-legale<br />
della <strong>Fondazione</strong> lo ritenga necessario, sono disposti accertamenti diretti nei confronti degli assicurati<br />
durante il periodo di assenza dal lavoro.<br />
Il diniego o l’ingiustifi cato ritardo a sottoporsi agli accertamenti comporta la perdita al diritto alle prestazioni.<br />
Esito dell’infortunio<br />
In assenza di un certifi cato medico di esito dell’infortunio, espressamente previsto dall’art. 18 del Regolamento<br />
delle prestazioni, prodotto entro il trentesimo giorno dal conseguimento della guarigione<br />
clinica o dal termine del periodo di cura, l’infortunio verrà considerato chiuso allo scadere dell’ultima<br />
prognosi rilasciata.<br />
Determinazione dell’invalidità permanente assoluta o parziale<br />
In caso di postumi, l’assicurato deve trasmettere, entro i termini summenzionati, un certifi cato medico<br />
che attesti chiaramente le limitazioni funzionali.<br />
In caso di infortunio professionale o di incidente stradale in itinere, viene valutato anche il danno<br />
biologico.<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
Richiesta di revisione per aggravamento dell’invalidità<br />
permanente assoluta o parziale<br />
In caso di aggravamento dell’invalidità permanente<br />
parziale precedentemente riconosciuta dalla consulenza<br />
medico-legale della <strong>Fondazione</strong>, l’assicurato<br />
deve produrre una relazione medica dalla quale<br />
risultino le cause dell’aggravamento ed il nuovo<br />
grado di invalidità.<br />
Il vigente Regolamento delle prestazioni prevede la<br />
possibilità di richiedere tre revisioni entro il periodo<br />
massimo di sei anni dalla comunicazione delle prime<br />
determinazioni della consulenza medico-legale della<br />
<strong>Fondazione</strong>.<br />
La prima revisione non può essere richiesta prima di<br />
un anno dalla data dell’infortunio e almeno sei mesi<br />
dopo la comunicazione summenzionata. Le successive<br />
revisioni non possono essere richieste prima di un<br />
anno dalla precedente. Per gli infortuni, non ancora<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007<br />
INSERTO<br />
Giovanni Bartolena<br />
Natura morta su fondo rosso, 1927-28<br />
prescritti, avvenuti prima dell’entrata in vigore del vigente Regolamento, la richiesta di revisione può<br />
essere ammessa per cinque volte entro il periodo massimo di dieci anni dalla comunicazione delle<br />
prime determinazioni della consulenza medico-legale della <strong>Fondazione</strong>. Le revisioni non possono<br />
essere richieste prima di un anno dalla precedente.<br />
Liquidazione delle prestazioni<br />
La liquidazione delle prestazioni avviene, in osservanza a quanto previsto dal vigente Regolamento<br />
delle prestazioni, al completamento dell’istruzione della pratica di infortunio.<br />
La liquidazione dell’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta è subordinata alla ricezione<br />
del modello PREV/50, compilato e sottoscritto dall’assicurato e dal datore di lavoro.<br />
Si sottolinea l’opportunità di inserire le coordinate bancarie del benefi ciario onde permettere una più<br />
celere e sicura liquidazione della prestazione.<br />
La liquidazione dell’indennità di ricovero è effettuata, a fronte della presentazione della cartella clinica,<br />
direttamente all’assicurato.<br />
La liquidazione del contributo per indispensabili cure fi sioterapiche resesi necessarie in conseguenza di<br />
un infortunio professionale o di un incidente stradale in itinere, è effettuata, a fronte della presentazione<br />
della prescrizione medica e dell’originale o degli originali delle fatture, direttamente all’assicurato.<br />
La liquidazione dell’indennità per invalidità permanente assoluta o parziale avviene dopo la restituzione<br />
dell’atto di quietanza trasmesso all’assicurato in conseguenza delle determinazioni della consulenza<br />
medico-legale della <strong>Fondazione</strong>.<br />
La liquidazione dell’indennità per il caso di morte da infortunio avviene nei confronti del benefi ciario<br />
dopo la restituzione dell’atto di quietanza e dell’eventuale provvedimento del giudice tutelare in caso<br />
di benefi ciari minori.<br />
Carta Enpaia<br />
Il Consiglio di Amministrazione della <strong>Fondazione</strong> ha reso operante la convenzione con la Banca Popolare<br />
di Sondrio, secondo cui è data facoltà agli iscritti, che abbiano compiuto due anni di servizio<br />
effettivo nel rapporto di impiego presso un’azienda agricola, di fruire di una carta di credito denominata<br />
Carta <strong>ENPAIA</strong>, rilasciata dalla Banca medesima. Il plafond della Carta, compreso da un minimo<br />
di 1.300 euro e un massimo di 15.000 euro, non può essere superiore al 70% del maturato a titolo di<br />
XV
XVI<br />
INSERTO<br />
trattamento di fi ne rapporto accantonato a nome dell’iscritto al momento della richiesta. Per accedere<br />
a tale servizio, che consiste nella concessione di una carta di fi nanziamento, la “Carta Enpaia”, il<br />
richiedente dovrà trasmettere alla <strong>Fondazione</strong> il modulo di adesione scaricabile direttamente dal sito<br />
della <strong>Fondazione</strong>.<br />
Le condizioni economiche relative all’utilizzo della carta ed il testo completo della convenzione può<br />
essere consultato sul sito Internet della <strong>Fondazione</strong> www.enpaia.it. Ogni eventuale richiesta di chiarimenti<br />
può essere inoltrata al call center o direttamente agli uffi ci preposti.<br />
Mutui<br />
Gli iscritti all’<strong>ENPAIA</strong> possono accedere ai mutui fondiari ed edilizi tramite la Convenzione con la Banca<br />
Popolare di Sondrio benefi ciando delle condizioni contrattuali stabilite dall’<strong>ENPAIA</strong>.<br />
I mutui garantiti da ipoteca di primo grado, di durata di 5, 10, 15 o 20 anni per un importo non superiore<br />
a euro 200.000,00 a tasso fi sso, variabile o misto possono essere concessi per l’acquisto, la<br />
ristrutturazione o la costruzione di unità immobiliari destinate ad abitazione o per la rinegoziazione di<br />
mutui in essere.<br />
Il rimborso avverrà in rate semestrali, posticipate, costanti, comprensive di capitale ed interessi.<br />
Le informazioni aggiornate su tassi di interesse e procedure di richiesta coi relativi moduli, sono pubblicate<br />
sul sito internet della <strong>Fondazione</strong>.<br />
<strong>Fondazione</strong> <strong>ENPAIA</strong>: www.enpaia.it<br />
In arrivo la quattordicesima per le pensioni minime<br />
Aumento delle pensioni basse per oltre 3 milioni di pensionati con almeno 64 anni di età, per uomini<br />
e donne, che non possiedono un reddito complessivo individuale pari a 8.504,73 di euro.<br />
È operativo l’accordo tra Governo e sindacati raggiunto questa estate che prevede un aumento delle<br />
pensioni basse per oltre 3 milioni di pensionati con almeno 64 anni di età - uomini e donne - e un<br />
reddito complessivo personale inferiore a 8.504,73 di euro. A benefi ciare di tale agevolazione sono<br />
i pensionati titolari di uno o più trattamenti pensionistici erogati dall’Inps e delle forme sostitutive<br />
gestite da enti pubblici di previdenza obbligatoria, mentre sono esclusi i titolari di trattamenti pensionistici<br />
assistenziali. L’aumento riguarda in modo differenziato lavoratori dipendenti e autonomi, a<br />
seconda del numero degli anni di versamenti contributivi, come evidenziato nella tabella.<br />
Lavoratori dipendenti<br />
Anni di contribuzione<br />
Lavoratori autonomi<br />
Anni di contribuzione<br />
Somma aggiuntiva<br />
2007<br />
Somma aggiuntiva<br />
2008<br />
Fino a 15 Fino a 18 Euro 262 Euro 336<br />
Oltre 15 fi no a 25 Oltre 18 fi no a 28 Euro 327 Euro 420<br />
Oltre 25 Oltre 28 Euro392 Euro 504<br />
I requisiti per accedere al benefi cio sono determinati sulla base dei redditi individuali di qualsiasi<br />
natura al netto del reddito della casa di abitazione, degli assegni al nucleo familiare e di altre competenze<br />
di carattere straordinario. Per i pensionati che hanno già comunicato all’Inps i propri redditi<br />
relativi al 2006 la somma aggiuntiva gli verrà corrisposta con la mensilità di ottobre. Per gli altri<br />
l’Inps sta provvedendo all’invio della dichiarazione reddituale che dovrà essere compilata e consegnata<br />
nel più breve tempo possibile per permettere all’Istituto di erogare la prestazione.<br />
(a cura di Alessandra De Luca)<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
Prezzi agricoli in forte aumento<br />
Il dibattito sulla stampa internazionale<br />
La crescita dei prezzi agricoli, in particolare per quanto riguarda le materie<br />
prime più importanti quali cereali e latte, domina il dibattito sulle prime<br />
pagine non solo della stampa italiana ma anche di quella internazionale.<br />
Nessun esperto aveva previsto un rovesciamento così improvviso e così<br />
cospicuo dei prezzi agricoli e dunque le ipotesi in campo sono molte e le analisi sono<br />
numerose. Michel Barnier sul quotidiano francese di sinistra “Liberation” il 3<br />
settembre fa il punto sulle cause del rialzo che, a suo giudizio, sono quattro. Egli<br />
scrive: “la domanda alimentare mondiale aumenta, ed i modi d’alimentazione<br />
evolvono. La Cina e l’India consumano più proteine animali, cosa che si traduce<br />
con una domanda aumentata di cereali foraggeri, base dell’alimentazione<br />
zootecnica. Incidenti climatici a ripetizione in Australia hanno molto<br />
infl uito sulla produzione mondiale di cereali mentre perturbazioni in<br />
Nuova Zelanda sono all’origine della vampata dei prezzi del burro<br />
e della polvere di latte. La crisi energetica ha portato gli Stati Uniti<br />
a sviluppare la produzione d’etanolo a partire dal mais e dunque a<br />
ridurre fortemente le esportazioni. Da qui un gioco di domino con un<br />
trasferimento della domanda di mais sul grano, ed un arretramento<br />
delle superfi ci a soia che crea così un aumento del suo prezzo. Non<br />
occorre dimenticare la debolezza degli stock mondiali che risulta<br />
da politiche agricole restrittive, in particolare in Europa.” “In<br />
Europa, - conclude Barnier - questo aumento dei prezzi permetterà<br />
agli agricoltori di dipendere meno dagli aiuti e trovare un livello di<br />
prezzo economicamente signifi cativo, cosa che è uno degli obiettivi del<br />
presidente della Repubblica” francese Sarkozy.<br />
Altri interessanti articoli provengono dalla Scozia dove - riferisce tra<br />
la fi ne di agosto e i primi di settembre “The Scotsman”, autorevole<br />
quotidiano nazionale britannico - il latte è in vendita ad una sterlina al litro nei negozi<br />
(circa 1,5 euro) e i rappresentanti agricoli sottolineano che la ragione è da collegarsi<br />
al fatto che i prezzi “insostenibilmente bassi” dei supermercati hanno costretto molti<br />
produttori di latte ad abbandonare l’attività, portando ad una carenza nelle forniture.<br />
Tuttavia osserva il giornale - quelli che intendono rimanere in produzione per la<br />
maggior parte stanno optando per una espansione delle proprie mandrie. (...).<br />
In Spagna invece - annuncia “El Pais” - il ministero dell’agricoltura guidato da<br />
Elena Espinosa eliminerà il set aside obbligatorio per frenare l’aumento del<br />
prezzo dei cereali. Espinosa,attribuisce l’aumento del prezzo dei cereali all’offerta e<br />
alla domanda del mercato e defi nisce “un’analisi semplicistica” considerarla il frutto<br />
dell’aumento della produzione dei biocarburanti. Il ministro ha spiegato che tra le<br />
misure che l’Unione Europea prenderà per compensare l’aumento della domanda<br />
ci sarà “la coltivazione di un 10% di terreni che prima erano ritirati in modo<br />
obbligatorio”, intervento che aumenterà la produzione. “Siamo in una situazione di<br />
congiuntura internazionale di aumento di prezzo di tutti i cereali; non si tratta di<br />
una vicenda isolata della Spagna, per cui cercheremo di trovare tutti i meccanismi<br />
per adeguare offerta e domanda” ha detto Espinosa.<br />
MONDO<br />
Giovanni Martirano<br />
Cresce la<br />
domanda<br />
alimentare<br />
Amedeo Modigliani<br />
Ritratto di Paul Alexandre su<br />
fondo verde, 1909<br />
Prezzi in<br />
aumento per<br />
pane e pasta<br />
nell’UE<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 21
Giovanni Bartolena<br />
Antignano, 1918 c.<br />
I produttori<br />
protestano<br />
perché i loro<br />
redditi non<br />
crescono<br />
22<br />
MONDO<br />
Il 29 agosto il “Financial Times” sottolinea come il giorno precedente i prezzi<br />
del grano siano saliti ad un livello record in Europa dopo che Sharad Pawar,<br />
ministro dell’agricoltura indiano, ha annunciato che nel corso dell’anno il paese<br />
indirà nuove aste per le importazioni di grano per rafforzare gli stock. A questo si<br />
aggiungono - precisa l’importante foglio fi nanziario - i forti acquisti effettuati ....da<br />
alcuni paesi importatori, come la Giordania e l’Iraq, hanno contribuito all’aumento<br />
delle quotazioni.<br />
Dal canto suo il quotidiano canadese “Toronto<br />
Star” rende noto, il 28 agosto, che il reddito<br />
agricolo canadese è salito a livelli record nei<br />
primi sei mesi del 2007, grazie all’aumento<br />
dei prezzi del grano e di altre colture . Spiega<br />
il giornale: “agricoltori ed hanno generato<br />
un reddito di 19,9 miliardi di dollari canadesi,<br />
contro i 18,1 miliardi dei primi sei mesi del<br />
2006, secondo quanto reso noto dall’uffi cio<br />
statistico del Canada. Le entrate del grano<br />
(eslcuso quello duro) sono aumentate del 66% a 1,5 miliardi, dopo un aumento dei<br />
prezzi del 33% per e l’incremento della produzione. Il grano duro è arrivato a 375<br />
milioni, con un aumento del 52%. Complessivamente, le entrate per i seminativi<br />
sono aumentate del 26% ad 8,37 miliardi (...) e quelle per la zootecnia del 4,9%<br />
a 9,25 miliardi. Le entrate derivanti dai pagamenti di sostegno del governo sono<br />
calate del 14% a 2,25 miliardi”.<br />
La forte perturbazione sui prezzi agita i responsabili politici di mezza Europa e anche<br />
la Pac è in discussione. È sempre “The Scotsman” ad asserire il 3 settembre che<br />
“gli agricoltori non fanno sciopero, ma possono smettere di produrre”. La Pac<br />
deve essere riformata e su questo punto non ci sarà bisogno di un referendum.<br />
Tuttavia nononostante il fatto che in Francia l’estate sia stata caratterizzata da segni<br />
che annunciavano per l’autunno un probabile ritocco dei prezzi, il primo ministro<br />
Francois Fillon - sottolinea “Le Monde” il 28 agosto - ha voluto essere rassicurante<br />
affermando: “Non credo che ci sarà molta infl azione nelle prossime settimane e<br />
mesi nè per l’anno 2008”. Secondo l’Uffi cio federale tedesco per la statistica a luglio<br />
i prezzi dei beni alimentari sono aumentati in media dell’ 1,9%. Tuttavia per frutta<br />
(3%), latte (8%) e cereali (40%) l’aumento è stato superiore ricorda il 27 agosto<br />
“Die Welt” che sentendo una serie di esperti giunge alla conclusione che c’è da<br />
attendersi un generale rincaro dei prezzi.<br />
Ma non tutti i prezzi lievitano allo stesso modo. In Gran Bretagna il prezzo della<br />
carne - sostengono i sindacalisti agricoli - dovrà aumentare per proteggere la salute<br />
del settore zootecnico, che sta cercando di riprendersi dai danni causati dall’ultimo<br />
focolaio di afta epizootica e dall’estate più umida della storia. Lo dice il 28 agosto<br />
“The Indipendent” citando Peter King, della Nfu (sindacato nazionale degli<br />
agricoltori britannici) che ha spiegato che “da quando è stata smantellata la politica<br />
agricola comune (Pac), che garantiva un prezzo minimo ai produttori, gli allevatori<br />
britannici sono in diffi coltà. Essi ricevono 200 sterline per chilo, il che signifi ca il 15-<br />
20% meno del costo di produzione, ha aggiunto. Il raddoppio dei prezzi del grano<br />
ha aggiunto 45-50 sterline extra al costo di un chilogranno, che gli agricoltori non<br />
sono in grado di riottenere indietro”. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
AGRICOLTURA<br />
Il progetto Agronoma illumina le donne dell’agricoltura<br />
Si è svolto a Roma, nella splendida cornice<br />
della Sala della Protomoteca in Campidoglio,<br />
il Convegno conclusivo del Progetto<br />
A.G.R.O.N.O.M.A. ammesso a fi nanziamento<br />
dal Ministero del Lavoro, nel fi lone della Legge 125/91<br />
“Azioni Positive per la Parità Uomo Donna<br />
nel Lavoro”.<br />
Presenti i partners: per la Confederdia, capofi la e<br />
soggetto proponente, il presidente Luciano Bozzato<br />
e il direttore Silvia Vannucci, hanno salutato<br />
gli ospiti e illustrato l’attività della Confederdia che<br />
ancora oggi rappresenta il maggior numero dei dirigenti,<br />
quadri e impiegati dell’Agricoltura; la responsabile<br />
del Progetto Loredana Pesoli, coordinatrice<br />
nazionale delle Donne Confederdia, impegnato per<br />
il riconoscimento delle competenze femminili anche<br />
in un settore così tradizionalmente maschile; per il<br />
Consorzio Casa Internazionale delle Donne, la responsabile<br />
Marina del Vecchio ha posto in evidenza<br />
quanto questo Progetto, con i suoi contenuti<br />
nuovi e insoliti abbia interrogato anche moltissime<br />
donne che, pure impegnate nelle politiche di genere<br />
e nelle professioni, sono state sollecitate a reimparare<br />
molte cose dell’agricoltura. Ed infi ne, con il<br />
ruolo di padrone di casa, il Comune di Roma con la<br />
dott.ssa Francesca Marta, che ha seguito personalmente<br />
tutte le fasi del Progetto e il gradito intervento<br />
dell’Assessora alla Comunicazione, Semplifi -<br />
cazione e Pari Opportunità, Cecilia D’Elia che ha<br />
portato un messaggio di chiaro interesse al Progetto,<br />
auspicando che divenga uno strumento pilota per<br />
esercitare valutazioni, anche a distanza di qualche<br />
tempo. Quindi le consulenti di orientamento Claudia<br />
Piccini e Paola Frezza, che hanno realizzato<br />
le Fasi del Progetto nelle scuole secondarie medie e<br />
superiori ed il cui lavoro sarà replicabile in tutte le<br />
scuole che vorranno utilizzare il materiale prodotto;<br />
i dati relativi ai livelli retributivi ed alle carriere,<br />
presentati dalla dott.ssa Alda Leo della <strong>Fondazione</strong><br />
Enpaia, che non risultano esenti dall’allineamento<br />
con il resto dell’Italia e dell’Europa nell’assegnare<br />
alle donne un ruolo di minore presenza al crescere<br />
delle qualifi che, nonostante esse risultino qualifi cate<br />
quanto e più dei colleghi. Per citare qualche dato<br />
solo il 6% di donne tra i dirigenti, il 16% tra i quadri,<br />
21% nella 1° categoria e il 67% della 5° categoria.<br />
E, purtroppo, il differenziale retributivo a parità di<br />
qualifi ca è presente e necessiterà di analisi e correttivi<br />
adeguati. La relazione della sociologa, Marina<br />
Redazione<br />
Piazza ha riportato ai convenuti i risultati dell’indagine<br />
svolta all’interno di sindacati e organizzazioni<br />
professionali, nei quali la presenza femminile non è<br />
ancora proporzionale alla presenza di base e fatica<br />
a realizzare spazi e modalità che si affermino con la<br />
dovuta incidenza, in termini di agenda di priorità e<br />
modalità più condivise.<br />
La consigliera di Parità della Provincia di Roma,<br />
Franca Cipriani ha dimostrato quanto la grande<br />
maggioranza delle denunce che giungono all’uffi cio<br />
della consigliera derivino soprattutto da discriminazioni<br />
subite in funzione del genere, della mancanza di<br />
strumenti conciliatori tra vita familiare e vita professionale,<br />
che rendono complicata la convivenza tra il<br />
ruolo di madre e quello di lavoratrice.<br />
Le conclusioni sono state affi date alla dott.ssa Alessandra<br />
Servidori, componente del Collegio Istruttorio<br />
del Ministero del Lavoro, la quale ha ricordato<br />
l’ammissione a fi nanziamento del Progetto, quando il<br />
collegio fu piacevolmente sorpreso dalla novità, dalla<br />
serietà e dalla modestia con la quale ci si proponeva<br />
per un lavoro così complesso. La forza di questo Progetto<br />
si è mostrata nella ricerca di un rapporto stretto<br />
tra scuola e mondo del lavoro, e, all’interno di questi<br />
nell’indagare sui motivi che ancora rendono oscuro<br />
il lavoro in agricoltura per molti giovani che, come<br />
rileva la ricerca, sono legati a modelli tradizionali e<br />
superati. Nel lavoro e nella rappresentanza sindacale<br />
si evidenziano i molti ostacoli che ancora “legano” la<br />
migliore utilizzazione delle risorse femminili.<br />
Non è infatti accettabile un gap retributivo tra uomini<br />
e donne, a parità di mansioni e qualifi che, e non è opportuno<br />
che gli uomini troneggino nella rappresentanza<br />
dei vertici sindacali, quando la base degli iscritti<br />
vede un numero di donne crescente e qualifi cato.<br />
Quindi al Progetto il merito di avere acceso i rifl ettori<br />
sulle donne che possono divenire un esempio da<br />
imitare per le giovani chiamate a scegliere percorsi<br />
formativi più legati alla scienza ed alla tecnica, come<br />
sostenuto e raccomandato anche dal VII Programma<br />
dell’Unione Europea su Scienza e Tecnologia, a correzione<br />
del divario con il resto dell’Europa. Il Progetto<br />
fornisce inoltre ai sindacati di categoria e alle organizzazioni<br />
professionali dati e informazioni sui quali i<br />
rifl ettori non dovranno spengersi, ma aiutare a comprendere<br />
la realtà e modifi carla positivamente.<br />
Dal ministero l’augurio che il Progetto si ripeta sul<br />
territorio e che sia l’inizio di un lavoro profi cuo e continuo<br />
tra tutti gli attori coinvolti. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 23
24<br />
AGRICOLTURA<br />
Tiziano Marelli<br />
Da “Agricoltura in Città” a “Biofi era”<br />
Forte dei successi ottenuti con la prima<br />
edizione della “Biofi era – poco<br />
meno di un anno fa: più di cinquantamila<br />
i cittadini che vi presenziarono<br />
– e con la recente “Agricoltura in Città”<br />
(quarantacinque giorni di eventi ed iniziative,<br />
fra giugno e luglio scorsi, al Foro Italico di<br />
Roma), l’Assessorato all’Agricoltura del Lazio<br />
di Daniela Valentini ha deciso di dare<br />
vita anche alla seconda edizione della “Biofi era”.<br />
La manifestazione è stata in calendario<br />
- sempre a Roma - da giovedì 11 a domenica<br />
14 ottobre e si è svolta al Parco della Resistenza,<br />
in viale Aventino. Nell’occasione era<br />
prevista un’ampia esposizione e vendita di<br />
prodotti biologici: sono stati almeno un centinaio,<br />
infatti, gli stand installati negli spazi<br />
verdi del parco, dove si sono alternati dibattiti,<br />
convegni, incontri, è stata allestita una<br />
libreria dedicata all’agroalimentare, e non<br />
sono mancati programmi dedicati ai ragazzi<br />
delle scuole di tutte le province laziali (con<br />
picnic a base di merende biologiche), attività<br />
dedicate ai bambini (giochi, spettacoli,<br />
animazione, lezioni di educazione alimentare),<br />
musica live e proiezione di fi lm. Inoltre è<br />
sempre stato in funzione un ristorante a base<br />
di prodotti esclusivamente biologici, curato<br />
dagli chef dell’Enoteca Regionale Palatium.<br />
Si può quindi già parlare di un continuum<br />
rispetto a quanto avviato ormai da tempo da<br />
Daniela Valentini, amministratore determinato<br />
nell’intenzione di voler unire spazi di<br />
dibattito e momenti di svago, approfondimenti<br />
di grande competenza e degustazione<br />
delle eccellenze della produzione enogastronomica<br />
laziale. Una “politica” della comunicazione<br />
rurale che fi nora è stata giudicata<br />
premiante dagli addetti ai lavori, soddisfatti<br />
all’unanimità della visibilità raggiunta - grazie<br />
a questo tipo di strategia - dal settore<br />
agricolo regionale negli ultimi due anni. Una<br />
strategia che ha avuto fi nora il suo culmine<br />
grazie agli incontri che si sono succeduti ad<br />
“Agricoltura in Città”. Tanti (una decina di<br />
grande spessore, capaci di spaziare in ogni<br />
argomento di interesse per il settore) ma, fra<br />
gli altri, sono due quelli che qui vogliamo citare.<br />
Il primo ci riguarda da vicino, ed è stata<br />
la presentazione – una sorta di “battesimo”<br />
romano - di Agrifondo, che al Foro Italico,<br />
lunedì 2 luglio, ha potuto contare sulla<br />
presenza di “padrini” d’eccezione: oltre alla<br />
stessa Valentini, anche il presidente del Senato<br />
Franco Marini insieme ai presidenti<br />
nazionali delle organizzazioni professionali,<br />
ai segretari generali delle confederazioni<br />
sindacali, al direttore generale della <strong>Fondazione</strong><br />
Enpaia Gabriele Mori e al presidente<br />
di Agrifondo, Mauro Tonello. Poi,<br />
la lunga kermesse si è conclusa la sera di giovedì<br />
19 luglio, con un raduno che ha visto la<br />
partecipazione di oltre cinquecento agricoltori<br />
convenuti da tutte le province laziali. Un<br />
appuntamento contraddistinto da un autentico<br />
“botto” fi nale: non solo quello assicurato<br />
dai fuochi artifi ciali che hanno concluso<br />
la serata, piuttosto per quello dato dalla presenza<br />
di un autentico “parterre de roi”, che<br />
ha visto – oltre all’assessore-padrone di casa<br />
– la partecipazione del presidente della Regione<br />
Lazio Piero Marrazzo, del ministro<br />
alle politiche agricole Paolo De Castro e di<br />
(pressoché) tutte le massime cariche istituzionali<br />
regionali. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
Nessun catastrofi smo<br />
Per Paolo Bruni si prevede una buona vendemmia<br />
AGRICOLTURA<br />
Catastrofici gridi di allarme riempivano le pagine dei giornali già ad aprile:<br />
sarà un’estate torrida, i fiumi toccheranno il loro record storico di siccità,<br />
l’Italia intera sarà stretta in una morsa di calore che non lascerà tregua<br />
per tutta l’estate. Previsione nere tanto che il Governo pensò anche di<br />
decretare lo stato di emergenza fino a quando provvidenziali piogge misero tutto a<br />
tacere. Ora che l’estate è ormai al termine si possono tirare le somme sulle annunciate<br />
emergenze climatiche.<br />
“Se si considera come “normalità” il riferimento climatico degli ultimi 30 anni – spiega<br />
Luigi Perini ricercatore dell’Uffi cio centrale di ecologia agraria di Roma - ogni<br />
regione ha marcato quest’estate uno scostamento più o meno ampio riguardo alle<br />
temperature. Le “anomalie” termiche, ovvero le temperature al di sopra del range<br />
climatico, si sono verifi cate un po’ ovunque soprattutto nel mese di maggio ed<br />
in agosto. Nell’ultima decade di agosto, ad esempio, si sono registrate temperature<br />
massime giornaliere da 1 fi no a 7 °C in più, toccando spesso valori superiori ai 32 - 33<br />
°C. Ma a volte il termometro è salito anche oltre i 40°C”.<br />
Dati alla mano infatti il mese più caldo di questa estate è stato Luglio con una temperatura<br />
media di 25,2 gradi, mentre in agosto la temperatura media reale è stata di 24,4<br />
gradi. Rispetto alle estati degli ultimi trenta anni la variazione climatica più importante<br />
si è verifi cata a maggio e Giugno con una percentuale rispettivamente del 16 e del<br />
12 %. In altre parole quindi è stato più caldo del previsto nei primi mesi dell’estate,<br />
mentre luglio e agosto hanno riportato temperature più nella media. Un’estate quindi<br />
calda ma non caldissima, che non ha toccato i picchi di calore registrati negli anni<br />
passati. Infatti incrociando i dati degli ultimi dieci anni sembra che le temperature più<br />
alte si siano registrate nel 2003 con una temperatura media di 14.6 gradi seguito dal<br />
2000 e dal 2001 con rispettivamente 14,1 e 14,0 gradi di temperatura media annua.<br />
Gli allarmi pre-estivi riguardavano anche le precipitazioni e la prevista scarsità di acqua<br />
con possibili gravi ricadute anche sull’agricoltura. Secondo i dati raccolti dall’Uffi -<br />
cio centrale di ecologia agraria l’allarme siccità è stato scongiurato. “A livello nazionale<br />
complessivo – spiega ancora Perini - le precipitazioni del periodo estivo possono<br />
considerarsi in linea alle attese climatiche, comprese le precipitazioni abbondanti<br />
verifi catesi in Agosto al nord. Il dato anomalo di quest’anno, semmai, risiede nella<br />
siccità invernale e primaverile che ha preceduto l’estate e ciò ha fatto temere per la<br />
“tenuta” delle riserve idriche. Il defi cit pluviometrico all’inizio dell’estate ha toccato<br />
il 34% a livello nazionale con punte di oltre del 40% in genere nelle regioni centro<br />
settentrionali fi no al massimo del 57% nel nord-ovest. Purtroppo come spesso accade<br />
in estate, questi fenomeni spesso assumono carattere temporalesco molto intenso<br />
apportando più danni che vantaggi per le coltivazioni“.<br />
Riassumendo quindi l’estate appena passata non ha registrato temperature eccessive<br />
né anomalie dal punto di vista delle precipitazioni. Se questo è stato il clima che l’estate<br />
del 2007 ci ha regalato, le previsioni sul raccolto autunnale non dovrebbero essere<br />
catastrofi che, anzi. Secondo l’Ismea, per esempio, la produzione di olio di oliva non<br />
dovrebbe registrare sostanziali variazioni rispetto allo scorso anno. Anche la vendemmia,<br />
che registra un leggero calo della produzione del 10% si prevede buona così come<br />
ha annunciato Paolo Bruni, presidente di Fedagri. <br />
Francesco Bardaro Grella<br />
Clima, ambiente<br />
e società<br />
Lorenzo Viani<br />
La moglie del marinaio,<br />
1912-15<br />
Lieve calo della<br />
produzione<br />
olearia<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 25
26<br />
AGRICOLTURA<br />
Concetto Iannello*<br />
Dal Carcere di Mamone, un progetto-speranza<br />
L’impegno di Acliterra per sostenere l’agricoltura sociale<br />
Un importante convegno di AcliTerra<br />
“Le politiche pubbliche per l’agricoltura<br />
sociale in area di rigore” si è svolto<br />
all’interno della Colonia Penale di Mamone<br />
in Sardegna, nel nuorese. Alcuni dati della<br />
Colonia in oggetto: 2700 ht di superfi cie, 5 laghetti,<br />
oltre 1000 pecore in allevamento, c.a. 300 bovini<br />
di bruna sarda, 100 suini scrofe in produzione,<br />
15 cavalli, oltre 50 arnie per la produzione di<br />
miele, strutture di trasformazione per alcune delle<br />
fi liere di prodotto (formaggio, miele, carni bovine,<br />
porcetto tipico sardo, etc…).<br />
Per quel che riguarda gli aspetti sociali, sono presenti<br />
126 detenuti, molti dei quali oltre la soglia<br />
dei 40 anni, ulteriore handicap nell’ambito lavorativo,<br />
la gran parte di questi è già positivamente<br />
orientata al lavoro agricolo: un progetto di inclusione<br />
deve signifi care per loro reddito e stabilità<br />
occupazionale. Un aspetto di grande potenzialità<br />
economica e territoriale è rappresentato dalla varietà,<br />
quantità, e qualità dei prodotti dell’azienda<br />
agricola, che attualmente non sono suffi cientemente<br />
valorizzati ma rappresentano un paniere<br />
strategico per lo sviluppo di tutto il territorio rurale<br />
della Barbagia.<br />
Alla giornata, hanno partecipato, oltre a numerosissimi<br />
abitanti del territorio, il presidente nazionale<br />
Acliterra Concetto Iannello, il direttore<br />
della Colonia Penale Vincenzo Alastra, il presidente<br />
regionale Acli Ottavio Sanna, l’assessore<br />
regionale all’Agricoltura Franco Foddis, Giuseppe<br />
Cuccu Commissione regionale agricoltura,<br />
Roberto Deriu presidente Provincia di Nuoro.<br />
Tra i relatori spiccano nomi come Flaminia<br />
Ventura dell’Università degli Studi di Perugia,<br />
Francesco Di Iacovo dell’Università degli Studi<br />
di Pisa, Roberto Finuola Coordinatore amministrativo<br />
segreteria tecnica della Presidenza del<br />
Consiglio.<br />
Dal convegno emerge un approccio integrato di<br />
sviluppo dell’azienda agricola che supera la contrapposizione<br />
tra competitività produttiva e multifunzionalità<br />
sociale. Ma perché l’azienda agricola<br />
è il luogo più appropriato allo svolgimento delle<br />
*Presidente Acliterra<br />
funzioni di carattere sociale, e perché quindi sostenere<br />
l’agricoltura sociale come nuovo orizzonte<br />
del settore?<br />
Il motivo sta nel fatto che nell’impresa agricola<br />
è la natura a dettare i tempi, c’è una versatilità<br />
nell’ordinamento produttivo e una varietà nelle<br />
tecniche di produzione: tutto ciò consente di<br />
sperimentare una molteplicità di forme di inserimento,<br />
di riabilitazione, di spazi inclusivi, dove<br />
nelle campagne una persona con disagi ha sempre<br />
trovato un modo per collocarsi nella comunità.<br />
In tutto questo è chiaramente irrinunciabile<br />
la dimensione economica e l’orientamento<br />
al mercato, aspetti che consentono la solidità<br />
e la durevolezza delle iniziative. L’impresa agricola,<br />
in questo caso fattivamente riferita a quella<br />
della Colonia Penale di Mamone, può diventare<br />
il perno di un nuovo sviluppo per tutto il territorio,<br />
in un’ottica di sistema, capace di coniugare<br />
le produzioni alle nuove domande di mercato e<br />
gli aspetti sociali connessi, inserimento e reinserimento<br />
di molti soggetti reclusi, con un modello<br />
organizzativo innovativo in cui si utilizzano le potenzialità<br />
delle dimensioni aziendali. “Il carcere è<br />
un luogo di pena, ma può essere anche e soprattutto<br />
un luogo di riscatto da un passato caratterizzato<br />
dalla presenza di qualche errore di vita”.<br />
Queste le parole del direttore del carcere di Mamone,<br />
Vincenzo Alastra che prosegue, “Penso<br />
ad una giustizia e ad un carcere i cui simboli siano<br />
meno mortifi canti di una chiave, di un muro<br />
e delle sbarre, e che a questi simboli si affi anchi<br />
sempre di più la fi gura della comunità esterna e<br />
delle istituzioni”.<br />
In tal senso, in territori a forte ruralità, come l’area<br />
interna della Sardegna, in cui si colloca l’azienda<br />
agricola del Penitenziario di Mamone, è necessaria<br />
una concertazione di politiche, che riportino<br />
l’agricoltura a settore strategico.<br />
Se politiche, strumenti e risorse troveranno una<br />
fattiva concertazione, nei prossimi mesi Acliterra<br />
inizierà un progetto integrato di sviluppo<br />
per l’azienda agricola del Penitenziario di<br />
Mamone. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
AGRICOLTURA<br />
Cheese 2007: degustazioni e impegno alla<br />
grande fi era del formaggio<br />
I formaggi<br />
Micaela Taroni<br />
erborinati e le produzioni casearie dei Paesi dell’Est europeo, in particolare di Romania<br />
a Bulgaria, appena entrate a far parte dell’Ue: sono loro la principale attrazione di<br />
“Cheese 2007”, la rassegna internazionale a cadenza biennale dedicata al formaggio, e più<br />
in generale al latte nelle sue varie coniugazioni svoltasi a Bra (Cuneo) dal 21 al 24 settembre.<br />
In dieci anni (la prima edizione è del 1997), la manifestazione è diventata per gli esperti del settore<br />
caseario un’occasione per confrontarsi e portare all’attenzione del pubblico le tematiche più attuali<br />
del panorama mondiale. Tra i suoi intenti, sviluppare nei consumatori la consapevolezza delle loro<br />
scelte, offrendo la possibilità di degustare e confrontare i formaggi dop o igp d’Europa; creare eventi<br />
e spazi che siano una vetrina unica per il settore lattiero-caseario artigianale di qualità; portare a<br />
contatto del grande pubblico formaggi e produttori dalle più diverse parti del mondo.<br />
Cheese 2007 si presenta come un grande mercato del formaggio che raccoglie anche i prodotti più<br />
rari con ampi spazi dedicati alla degustazione e alla conoscenza. A Cheese 2007, non sono mancati i<br />
tradizionali momenti dedicati all’approfondimento: laboratori del Gusto, convegni, presentazioni,<br />
incontri. La manifestazione ha coinvolto anche il territorio di Langhe e Roero: nei ristoranti della<br />
zona il formaggio è stato protagonista degli “Appuntamenti a tavola”. Come è tradizione alle manifestazioni<br />
di Slow Food, un ampio spazio è stato dedicato all’educazione alimentare, il tendone<br />
del Circo dell’Educazione del Gusto, in cui si svolgono percorsi didattici per scuole e adulti e i corsi<br />
Master of Cheese. Inoltre mini Laboratori del Gusto, pensati espressamente per i bambini, si sono<br />
svolti nello spazio Cheese Bimbi. Iniziative che testimoniano l’impegno ormai ventennale di Slow<br />
Food nel cercare di trasformare il consumatore in soggetto sempre più consapevole delle dinamiche<br />
del mercato alimentare, co-produttore insomma. Un’altra novità tra gli eventi di Cheese 2007<br />
è stata l’asta del vino presso l’Agenzia di Pollenzo, occasione per aggiudicarsi lotti di bottiglie dei<br />
300 migliori produttori italiani.<br />
La manifestazione ha segnato profondamante in questi anni il mondo del formaggio, lo ha cambiato,<br />
ne ha dettato regole nuove. Nella prima edizione del 1997 si affrontò il tema del latte crudo<br />
come elemento imprescindibile di eccellenza gastronomica e, parallelamente, come uno dei pilastri<br />
dell’azione di Slow Food nel settore caseario. L’esito di quel dibattito fu dirompente, anche<br />
perché era supportato da una quantità di fi rme a sostegno di quel modo di caseifi cazione, raccolte<br />
in tutta Italia e in tutti i comparti dell’enogastronomia. E dirompente lo fu non soltanto perché<br />
spalancò le porte a un universo di piccole produzioni artigianali che sino a quel tempo erano vissute<br />
in semiclandestinità, non solo perché contribuì a fornire ai consumatori un elemento forte<br />
di conoscenza e di piacere gastronomico, ma perché il tema del latte crudo stabilì un rapporto<br />
forte, visibile tra produzione e territorio, tra ambiente e agroalimentare. Solo il latte crudo infatti<br />
garantisce l’approvvigionamento locale, la lavorazione con metodi naturali, la valorizzazione<br />
delle razze autoctone. Oggi queste affermazioni paiono scontate, tanto sono patrimonio comune<br />
di tutti coloro che hanno a cuore le sorti delle nostre identità alimentari. Ma allora erano proposte<br />
forti, innovative, anticipatrici di concetti che via via trovavano nuovi terreni di applicazione<br />
anche per altri comparti, che sfociarono nel concetto di “buono pulito e giusto”, oggi stella polare<br />
del nostro movimento. Proprio a partire dal tema del latte crudo presero vita nelle edizioni successive<br />
le iniziative a favore della caseifi cazione in alpeggio, della salvaguardia delle tradizioni<br />
pastorali, dell’agricoltura nelle aree marginali, delle tecniche sostenibili di allevamento. Iniziative<br />
che hanno caratterizzato Cheese come evento fortemente educativo, di approfondimento e<br />
scambio culturale unico al mondo. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 27
Mario Puccini<br />
Vele al vento, 1913<br />
Una<br />
produzione<br />
di 2 milioni di<br />
bottiglie Doc<br />
Qualità,<br />
quantità e<br />
territorialità<br />
28<br />
AGRICOLTURA<br />
Veronica Rossi<br />
Vini di qualità: dai Castelli<br />
romani al mercato mondiale<br />
Intervista a Claudio Ciuffa della Cantina Cerquetta<br />
Nunc est bibendum. Questo verso tratto dalle “Odi” del poeta Orazio,<br />
è stato scelto come motto dalla Cantina Cerquetta, azienda vitivinicola<br />
nata nel 1793 alle pendici dei Colli Tuscolani, nella zona di<br />
produzione del Frascati Doc, dove vigono una millenaria tradizione<br />
e una rinomata cultura del vino. A proseguire con dedizione la bicentenaria<br />
attività vinicola familiare è attualmente Vincenzo Ciuffa, coadiuvato dalla<br />
moglie Ida e dai fi gli Francesca, Claudio e Valentina che curano rispettivamente<br />
i rapporti commerciali con l’estero, la qualità della produzione e gli aspetti<br />
editoriali.<br />
La Cantina Cerquetta ha due sedi: una a Monteporzio Catone, operativa solo<br />
durante la vendemmia e uno stabilimento a Montecompatri, distante 3 km ed<br />
in funzione tutto l’anno, dove si compie lo stoccaggio e l’imbottigliamento.<br />
Claudio Ciuffa, al quale abbiamo chiesto di descriverci il lavoro<br />
svolto, illustra l’attività dell’azienda snocciolando numeri importanti.<br />
Possediamo circa 25 ettari di terreni che si estendono nel comune di Montecompatri<br />
dove produciamo Frascati Doc Superiore e vini rossi. Da 20 anni<br />
acquistiamo inoltre le uve da 150 fornitori locali, arrivando ad una produzione<br />
di 30.000 quintali che corrispondono a 20.000 hl di vini Doc e Igt. Quest’anno<br />
arriveremo a produrre quasi due milioni di bottiglie.<br />
La Cantina Cerquetta è rinomata non solo per la quantità di uva<br />
vinifi cata ma soprattutto, per la qualità del vino prodotto, garantita<br />
dall’applicazione di tradizionali tecniche di vinifi cazione e dall’uso<br />
di attrezzature enologiche d’avanguardia. Quali miglioramenti avete<br />
apportato negli ultimi anni al processo di vinifi cazione?<br />
Tutta la nostra attività è fi nalizzata a garantire la qualità del vino prodotto<br />
che deve rispondere alle caratteristiche del territorio. L’obiettivo dell’azienda<br />
è, infatti, quello di specializzarci sulla produzione di vini tipicamente laziali,<br />
valorizzare dunque, la tipicità dei vitigni autoctoni, quali la Malvasia e il<br />
Cesanese.<br />
Un altro nostro obiettivo è imbottigliare tutto ciò che produciamo. A tal fi ne<br />
abbiamo acquistato nel 2000 un impianto d’imbottigliamento, per il momento<br />
unico qui ai Castelli Romani, in grado di confezionare 6.000 bottiglie l’ora.<br />
Questa apparecchiatura è il nostro fi ore all’occhiello: consiste in un’unica<br />
macchina chiusa ermeticamente che permette di sciacquare, riempire e tappare<br />
le bottiglie nuove in un ambiente completamente sterile in cui circola<br />
aria microfi ltrata con cartucce farmaceutiche.<br />
Vengono così prodotti vini di pregio e nerbo, stimati anche dai professionisti<br />
del settore. Quali sono le perle enologiche della vostra<br />
Cantina?<br />
Il nostro vanto è “Antico Cenacolo”, una versione del Frascati Doc Superiore<br />
a 13 gradi con prevalenza di vitigni autoctoni che donano peculiarità al<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
AGRICOLTURA<br />
prodotto. È un vino tradizionale ma con un’interpretazione moderna che sta<br />
riscuotendo la giusta affermazione: ha conquistato, infatti, una “Gran menzione”<br />
al Concorso Enologico Internazionale del Vinitaly 2006.<br />
Un altro nostro prodotto che sta ottenendo molto successo è il “Frascati Doc<br />
Cannellino”, versione dolce del Frascati nonché il più antico e tradizionale<br />
vino della zona. Per produrlo seguiamo, infatti, la tipica ricetta della vendemmia<br />
tardiva e macerazione sulle bucce che permette di ottenere un piacevole<br />
residuo zuccherino e una moderata gradazione alcolica. È stato inoltre,<br />
il primo vino che abbiamo esportato in Giappone, precisamente ad una catena<br />
che rappresenta 120 enoteche in tutta la nazione.<br />
I vostri vini varcano dunque i confi ni nazionali e sono molto conosciuti<br />
e apprezzati anche all’estero. Qual è il vostro mercato di<br />
riferimento?<br />
Esportiamo circa l’80% della produzione. I nostri principali mercati di riferimento<br />
sono: la Gran Bretagna, il Brasile e il Giappone, paesi questi che non<br />
essendo storicamente grandi produttori di vino, richiedono spesso il Frascati<br />
Doc, uno dei primi vini che hanno conosciuto. La nostra gamma di prodotti<br />
è molto diversifi cata: abbiamo una linea dedicata esclusivamente alla ristorazione<br />
e una linea denominata Terre Romane, rivolta alla grande distribuzione<br />
in Italia e all’estero e caratterizzata da un packaging più semplice e<br />
moderno”.<br />
Come curate la distribuzione all’estero?<br />
Partecipiamo a diverse fi ere internazionali a Londra, Dusseldorf e Bordeaux<br />
che rappresentano un’occasione di visibilità e di contatto diretto con i clienti.<br />
Organizziamo spesso anche dei workshop di degustazione presso grandi alberghi.<br />
Abbiamo inoltre, una rete d’agenti, dei referenti per ogni Paese che si<br />
occupano della distribuzione dei nostri prodotti. Noi seguiamo l’agente, poi<br />
l’operatore a sua volta, cura i clienti per conto di Cerquetta.<br />
L’azienda è anche attrezzata per accogliere gli enoturisti sempre<br />
più numerosi lungo “La strada dei vini dei Castelli Romani”?<br />
Nella sede di Monte Porzio Catone abbiamo un’ampia e panoramica sala degustazione<br />
dove accogliamo i visitatori ed un’enoteca dove vendiamo oltre<br />
che tutta la gamma dei nostri vini, anche quelli più rappresentativi d’ogni<br />
regione d’Italia e varie prelibatezze gastronomiche. Abbiamo un bel giro di<br />
clientela proveniente dai Castelli Romani e da Roma, che spesso ci fa visita<br />
durante il periodo della vendemmia perché è interessata a conoscere i nostri<br />
processi di vinifi cazione. Inoltre siamo legati ad alcune agenzie in Italia e<br />
all’estero con le quali abbiamo creato dei pacchetti degustazione in cui offriamo<br />
la visita dell’azienda, anche in lingua straniera, e la degustazione dei<br />
nostri vini e dei prodotti tipici locali.<br />
I numerosi pullman di turisti italiani e stranieri che quotidianamente visitano<br />
la Cantina Cerquetta, sono dunque attratti dall’eccellente qualità dei vini prodotti,<br />
qualità lodata da molte riviste specializzate e confermata anche a livello<br />
internazionale dai premi vinti dall’azienda nel corso degli anni all’International<br />
Wine Challenge di Londra. La Cantina Cerquetta è ormai divenuta quindi,<br />
una pregevole protagonista dell’enoturismo locale e una valida rappresentante<br />
internazionale del ricco patrimonio enogastronomico dei Castelli Romani. <br />
Metodologia di<br />
imbottigliamento<br />
all’avanguardia<br />
Mario Puccini<br />
Garofani in vaso bianco,<br />
1913-14<br />
L’80% della<br />
produzione<br />
è destinata<br />
all’export<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 29
30<br />
FISCO<br />
Gaetano Tutino<br />
L’azienda “agriturismo”<br />
Il fenomeno “agriturismo”, negli ultimi anni, ha registrato una crescita sempre costante; le<br />
cause si possono sintetizzare sia attraverso un’esigenza turistica che mira ad una vacanza<br />
alternativa, fondata sulla tranquillità, semplicità e rilassatezza, sia da un’offerta che ha<br />
scorto nell’attività turistica la possibilità di consolidare le proprie attività agricole tipiche<br />
e soprattutto trovare nuove occasioni lavorative. L’investimento, da parte di un imprenditore<br />
agricolo che gode di un patrimonio edilizio rurale, relativamente alla riconversione della struttura<br />
stessa, si può rivelare veramente vantaggioso e remunerativo.<br />
La legge quadro sull’agriturismo, L. n. 730 del 5/12/1985, individua come fi ne principale dell’agriturismo<br />
la valorizzazione del patrimonio rurale e il sostegno all’agricoltura; defi nisce l’attività<br />
agrituristica come quella di ricezione ed ospitalità da parte dell’imprenditore agricolo;<br />
elenca le modalità di svolgimento dell’attività agrituristica; stabilisce i locali che possono essere<br />
utilizzati per agriturismo ed individua i compiti demandati all’autonomia delle Regioni.<br />
Tutte le Regioni determinano criteri e limiti di svolgimento dell’attività agrituristica ma riprendono<br />
anche disposizioni contenute nella legge nazionale, per cui l’operatore agrituristico<br />
che voglia avere un quadro completo della disciplina amministrativa può tranquillamente fare<br />
riferimento alla normativa in vigore nella propria regione.<br />
L’unico fruitore della suddetta legge è l’imprenditore agricolo, ai sensi dell’art. 2135 del c.c.;<br />
il reddito derivante dall’attività di agriturismo, considerata come attività commerciale, viene<br />
equiparato a quella del reddito d’impresa e perciò non può benefi ciare del regime fi scale speciale<br />
previsto per l’agricoltura.<br />
Il regime fi scale è regolato dall’art. 5 della L. n. 430 del 30/12/1991, il quale ha introdotto<br />
un regime forfetario apposito per l’agriturismo che trova applicazione se l’attività è svolta nel<br />
rispetto delle autorizzazioni amministrative previste dalle leggi regionali. Tale regime non è<br />
obbligatorio e pertanto è possibile optare per la determinazione dei redditi e dell’Iva secondo<br />
i metodi ordinari. Ai fi ni Iva, il regime forfetario, applicabile a tutti i soggetti che esercitano<br />
l’attività , sia in forma individuale sia societaria, consiste nell’applicazione di una percentuale<br />
di detrazione pari al 50% dell’imposta sulle operazioni attive relative all’agriturismo.<br />
Ai fini delle imposte sul reddito, invece, la determinazione del reddito imponibile avviene<br />
applicando ai ricavi derivanti dall’attività agrituristica un coefficiente di redditività<br />
pari al 25%, però tale modalità di assoggettamento a tassazione esclude le società di<br />
capitali e gli enti commerciali.<br />
Concretamente, nell’esercizio dell’attività agrituristica, il gestore rilascerà ricevuta fi scale o<br />
scontrino fi scale per ogni prestazione di ospitalità, annotando il relativo provento in contabilità<br />
ed applicando l’aliquota Iva del 10% ad ogni prestazione di alloggio, campeggio e ristorazione<br />
o del 20% tutti gli altri servizi agrituristici. Inoltre, l’eventuale vendita di prodotti agricoli, è da<br />
considerare nell’ambito del reddito agrario e quindi sconta l’aliquota propria del bene ceduto.<br />
Pertanto sarà importante porre attenzione nel fatturare e nell’annotare nei registri Iva separati<br />
i passaggi dei beni dall’attività agricola all’attività agrituristica.<br />
L’ultima osservazione che il caso di specie consente di fare riguarda i fabbricati, i quali, utilizzati per<br />
fi ni agrituristici, sono considerati rurali e pertanto tassati secondo i criteri di assoggettamento dei<br />
terreni agricoli sia ai fi ni delle imposte sul reddito sia Ici. Infi ne, gli incentivi fi nanziari alle aziende<br />
agricole che intendono praticare l’attività agrituristica sono di esclusiva competenza regionale<br />
e possono essere erogati a fondo perduto o in conto interessi. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
La ristrutturazione dei crediti Inps è un successo<br />
<strong>PREVIDENZA</strong><br />
Daniela Lambertini<br />
La ristrutturazione dei crediti agricoli Inps ha raggiunto la<br />
soglia di 2 miliardi di euro di debiti accumulati dalle aziende agricole<br />
e dai lavoratori autonomi fi no al 31.12.2004. Le opzioni di adesione<br />
alla ristrutturazione con le Banche sono due. La prima consiste nel<br />
pagamento in unica soluzione di un importo pari al 30% dell’ammontare<br />
del debito. Qualora l’adesione alla ristrutturazione superino determinate<br />
soglie, tale percentuale verrà progressivamente ridotta fi no<br />
al 22%, con rimborso all’aderente della differenza già versata da quest’ultimo. La secondo opzione è<br />
basata sul pagamento dilazionato di un importo pari al 39,8% del debito. Di tale importo, il 5% sarà<br />
versato in acconto al momento dell’adesione. La parte restante sarà distribuita in 40 rate trimestrali<br />
a partire dal 31 gennaio 2008. Il debitore dovrà contrarre una fi deiussione bancaria a garanzia del<br />
pagamento. I contribuenti, in debito verso l’Inps, che non si siano avvalsi della ristrutturazione<br />
dei crediti saranno sottoposti alle vigenti modalità di recupero crediti a mezzo cartella esattoriale.<br />
(www.inps.it)<br />
La “quattordicesima” ai pensionati Inpdap ed Inps<br />
L’Inpdap ha chiarito che, in base alle disposizioni del D.L 2 Luglio 2007, n. 81 (“Disposizioni urgenti<br />
in materia fi nanziaria”), nel mese di novembre prossimo i pensionati con 64 anni compiuti e<br />
con un reddito complessivo non superiore a € 8.504,73 percepiranno una somma aggiuntiva. La<br />
“quattordicesima” verrà erogata dall’Inpdap nel caso in cui il pensionato sia titolare della sola<br />
pensione Inpdap, mentre l’Inps la erogherà per i pensionati a suo carico. Condizioni per il diritto<br />
Inps: sono destinatari della somma aggiuntiva i pensionati di età pari o superiore ai 64 anni, che<br />
non possiedono un reddito complessivo individuale relativo all’anno stesso superiore a una volta e<br />
mezza il trattamento minimo annuo del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti. Per l’anno 2007 il<br />
limite reddituale è pari ed euro 8.504,73.<br />
(www.inpdap.it – nota n. 200 del 10.09.2007/ www.inps.it - msg Inps 11.09.2007, n. 22211)<br />
Contributi da riscatto e delle ricongiunzioni contributive: possibile pagare on-line<br />
L’Inps ha reso noto che dal 17 settembre è possibile effettuare il pagamento on-line dei contributi<br />
da riscatto e delle ricongiunzioni contributive. Il servizio, realizzato con la collaborazione di<br />
Posteitaliane, è raggiungibile nella sezione Servizi online per il Cittadino presente sul sito internet<br />
dell’Istituto (www.inps.it) e consente di pagare i bollettini in qualunque giorno, anche festivo e nelle<br />
ore di chiusura degli uffi ci. Registrandosi gratuitamente sul sito di Posteitaliane (www.poste.it),<br />
dunque, è possibile effettuare il pagamento di un singolo riscatto o di una sola ricongiunzione o di<br />
più riscatti e/o ricongiunzioni. Nel primo caso, l’utente accede al servizio inserendo il codice fi scale<br />
e il numero di pratica. In caso contrario deve inserire anche il codice di identifi cazione personale<br />
(Pin). Dopo la ricezione del pagamento da parte di Posteitaliane, l’utente riceverà al proprio indirizzo<br />
di posta elettronica un codice BancoPosta che attesta l’avvenuta operazione.<br />
Emersione dei rapporti di lavoro non risultanti da scritture<br />
Il 30 settembre 2007 scade il termine, fi ssato dall’art. 1, comma 1192 della Legge 27 dicembre 2006<br />
n. 296, entro il quale i datori di lavoro, previo accordo sindacale, possono presentare all’Inps istanza<br />
di regolarizzazione per i lavoratori non risultanti da scritture o da altra documentazione<br />
obbligatoria, al fi ne di far emergere i rapporti lavoro subordinato non denunciati. Le istruzioni operative<br />
per il versamento dei contributi e premi oggetto di regolarizzazione all’Inps e all’Inail sono<br />
state dettate dell’Inps.<br />
(www.inps.it – Circ. Inps n. 116 del 7 settembre 2007)<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 31
Cooperative<br />
alimentari<br />
Lavoratori<br />
del tabacco<br />
Addetti industria<br />
olearia<br />
Riconversione<br />
zuccherifi ci<br />
Contratti<br />
integrativi<br />
Barilla e Gruppo<br />
Italiano Vini<br />
Lotte contadine di Rolando Mensi<br />
32<br />
CONTRATTI<br />
Marco Togna<br />
Una busta paga più pesante di 108 euro al mese, per 14 mensilità, nel primo biennio. È<br />
questo il risultato economico del rinnovo del contratto dei 70 mila dipendenti delle<br />
cooperative di trasformazione alimentare (impiegati in gruppi come Granarolo,<br />
Conserve Italia, Arena), scaduto nel maggio scorso. L’aumento è erogato in tre tranches:<br />
43,20 euro (1 giugno 2007), 43,20 (1 aprile 2008) e 21,60 (1 gennaio 2009). Per i Quadri<br />
è stata anche stabilita un’indennità di funzione di 120 euro (livello 1A) e di 90 (livello 1).<br />
Siglato il 31 luglio, è accompagnato da un Protocollo riguardante la sicurezza del lavoro, la<br />
salubrità e la qualità delle produzioni, la responsabilità sociale ed etica dell’impresa.<br />
Rinnovato il contratto dei 15 mila lavoratori delle aziende di lavorazione della<br />
foglia di tabacco secco allo stato sciolto, scaduto nel dicembre scorso. L’intesa,<br />
sottoscritta il 18 luglio scorso, prevede un incremento a regime di 70,50 euro per il primo<br />
biennio (versato in tre tranches semestrali di 23, 23,50 e 24 euro), più una “una tantum”<br />
per il primo semestre di 60 euro, con una crescita media (al quarto livello A) del 6,12%.<br />
È stato fi rmato il 26 luglio scorso il contratto degli addetti dell’industria olearia<br />
e margariniera, che ora confl uisce nel Ccnl dell’industria alimentare. Assorbe infatti<br />
l’incremento retributivo di 108 euro (erogato in tre tranches) e rivisita in senso migliorativo<br />
alcune parti di natura economica, come la rivalutazione del 12% sugli importi degli<br />
scatti di anzianità e l’estensione progressiva e graduale, in varie percentuali, della 14 mensilità<br />
a tutte le aziende.<br />
È partita la riconversione degli ex zuccherifi ci italiani, disattivati in seguito alla<br />
riforma comunitaria (Ocm) del settore bieticolo-saccarifero, in moderni grandi stabilimenti<br />
per la produzione di bioetanolo. Il 26 giugno scorso è stato fi rmato l’accordo per<br />
l’impianto di Porto Viro (Rovigo), che verrà spostato a Loreo; l’11 agosto per quello di<br />
Casei Gerola (Pavia), trasferito nell’area industriale di Zinasco. Le intese s’inseriscono nel<br />
quadro delle iniziative avviate nell’ambito del piano industriale predisposto dal gruppo<br />
Co.Pro.B.-Italia Zuccheri. Per le nuove distillerie –operative la prima nell’autunno 2009,<br />
la seconda nella primavera 2010 – sono previsti complessivamente investimenti per circa<br />
220 milioni di euro e l’impiego di oltre 100 addetti fi ssi (con un forte impatto sul relativo<br />
indotto agricolo di produzione di mais, frumento e sorgo).<br />
Firmati alcuni importanti contratti integrativi. Intesa alla Barilla, siglata il 31 luglio, sull’accordo<br />
di gruppo 2007-2010: il premio per obiettivi è salito a 7.800 euro (1.850 nel<br />
2007, 1.950 nel 2008, 2.000 nel 2009 e nel 2010); previste anche maggiorazioni per il<br />
lavoro notturno e misure per la stabilizzazione dei precari. Sottoscritto il 13 settembre il<br />
primo contratto integrativo del Gruppo Italiano Vini (500 dipendenti): l’accordo stabilisce<br />
un incremento economico annuo pari a 1.400 euro.<br />
Sindacati e governo hanno firmato il 21 settembre scorso l’accordo sul welfare<br />
e l’emersione per il settore agricolo (per un impegno di spesa di 140 milioni<br />
l’anno). L’intesa prevede anzitutto la riforma dei trattamenti di disoccupazione: il superamento<br />
delle fasce nel sistema di erogazione, l’unificazione della misura<br />
dell’indennità al 40% per una soglia minima d’ingresso di 51 giornate<br />
di lavoro, il riconoscimento dell’anno pieno ai fini pensionistici,<br />
la possibilità di aggiungere al lavoro svolto in agricoltura anche quello<br />
extra-agricolo. L’accordo prevede anche l’estensione al settore della cigs<br />
in deroga, incentivi alla stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato,<br />
nuove norme in materia di sicurezza (con sgravi contributivi alle<br />
aziende che riducono i rischi), l’avvio della formazione continua per gli<br />
operai agricoli, l’applicazione del Documento unico di regolarità contributiva<br />
(Durc).<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
DIRITTO UE<br />
Fabio Cavicchioli<br />
La scelta della Commissione Europea sulle semine<br />
Il 13 settembre scorso la Commissione<br />
europea ha proposto di fi ssare a zero il<br />
tasso di ritiro obbligatorio per le<br />
semine dell’autunno 2007 e della<br />
primavera 2008. La riduzione del tasso di<br />
ritiro dal 10% allo 0% dovrebbe consentire<br />
un aumento della produzione pari almeno a<br />
10 milioni di tonnellate.<br />
Il futuro del sistema di ritiro obbligatorio verrà<br />
discusso nel quadro del dibattito che sarà<br />
avviato in novembre dalla comunicazione<br />
sulla verifi ca dello “stato di salute” della Pac.<br />
Secondo le aspettative della Commissione<br />
fi ssare a zero il tasso di ritiro potrebbe aumentare<br />
la produzione UE di almeno 10 milioni<br />
di tonnellate e migliorare la situazione<br />
di mercato.<br />
Il ritiro delle colture fu introdotto per limitare<br />
la produzione di cereali nell’UE e venne<br />
applicato su base volontaria dal 1988/1989.<br />
Dopo la riforma del 1992 divenne obbligatorio:<br />
per avere diritto agli aiuti diretti, i produttori<br />
operanti nell’ambito del regime generale<br />
erano tenuti a mettere a riposo una determinata<br />
percentuale della superfi cie dichiarata.<br />
Con la riforma del 2003 essi hanno ricevuto<br />
diritti di ritiro, che prevedono un aiuto se associati<br />
alla messa a riposo di parti dei terreni<br />
coltivabili, secondo le proporzioni fi ssate in<br />
sede comunitaria.<br />
Inizialmente il tasso di ritiro obbligatorio veniva<br />
stabilito ogni anno, ma per semplifi carne<br />
l’applicazione nel 1999/2000 è stato fi ssato<br />
in via defi nitiva al 10%. Sono esentati dall’obbligo<br />
di ritiro dalla produzione gli agricoltori<br />
dei nuovi Stati membri che hanno optato per<br />
il regime di pagamento unico per superfi cie,<br />
ossia Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia,<br />
Ungheria, Lituania, Lettonia, Estonia, Cipro,<br />
Bulgaria e Romania? <br />
La politica comunitaria per lo sviluppo rurale<br />
Il Comitato per lo sviluppo rurale ha espresso un parere positivo sui programmi di<br />
sviluppo rurale presentati da cinque stati, fra i quali l’Italia - per Veneto, Lombardia e<br />
Toscana -, per il periodo 2007-2013.<br />
Questi programmi mirano a creare infrastrutture e nuove fonti di reddito per le regioni<br />
rurali, nonché promuovere la crescita e combattere la disoccupazione.<br />
Nell’ambito della radicale riforma della Politica agricola comune, avviata nel 2003, la<br />
Commissione ha condotto un’analisi approfondita della “Politica di sviluppo rurale”,<br />
comprendente una “valutazione di impatto estesa” ed ha presentato una proposta nel<br />
luglio 2004. Nel settembre 2005, il Consiglio ha adottato le disposizioni relative ad una<br />
nuova politica di sviluppo rurale per il periodo 2007 20132, i cui principi ispiratori sono<br />
“continuità e cambiamento”.<br />
La nuova normativa prevede misure per le quali gli Stati membri possono ottenere<br />
fi nanziamenti comunitari nell’ambito di programmi integrati.<br />
La futura politica di sviluppo rurale si impernia su tre settori centrali di intervento, defi niti<br />
di comune accordo (i cosiddetti assi):<br />
• miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale;<br />
• sostegno alla gestione del territorio e miglioramento dell'ambiente;<br />
• miglioramento della qualità di vita e promozione della diversifi cazione delle attività<br />
economiche nelle zone rurali. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 33
34<br />
GIURISPRUDENZA<br />
Antonio Positino<br />
In caso di annullamento del licenziamento il datore di lavoro deve pagare i contributi previdenziali<br />
sulla retribuzione dovuta sino alla reintegrazione<br />
Nel caso di annullamento del licenziamento in base all’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori con ordine di reintegrazione<br />
e condanna dell’azienda al risarcimento del danno questo può essere determinato anche in misura inferiore rispetto<br />
alla retribuzione relativa al periodo intercorso tra la data del recesso e quella della reintegrazione. In tal caso, tuttavia,<br />
il datore di lavoro è tenuto a versare i contributi previdenziali su un importo commisurato all’intera retribuzione<br />
contrattualmente dovuta. È quanto stabilito dalle Sezioni Unite della Suprema Corte nella sentenza che qui ci occupa<br />
e nella quale si precisa che la retribuzione deve considerarsi dovuta, con conseguente obbligo di contribuzione<br />
del datore di lavoro, in tutte le ipotesi in cui il rapporto di lavoro sia in atto de jure, con esclusione dei casi in cui<br />
la prestazione lavorativa non viene resa per fatto imputabile al dipendente o per sospensione concordata, mentre in<br />
presenza di determinati eventi che impediscono la prestazione lavorativa non vi è obbligo di contribuzione, ma il periodo<br />
è ugualmente coperto da contribuzione figurativa a carico della collettività, per esigenze generali di tutela. Avuto<br />
riguardo a tali regole, nel rapporto tra datore di lavoro ed ente previdenziale, spiegano le SS.UU., non vi è alcuna<br />
norma che esoneri il primo dal pagamento dei contributi quando il rapporto di lavoro sia giuridicamente in atto e la<br />
mancata prestazione lavorativa è imputabile esclusivamente al datore stesso. Pertanto, l’obbligo contributivo, commisurato<br />
alla retribuzione contrattuale dovuta, esiste perché esiste la obbligazione retributiva, e non viene meno se, a<br />
causa del suo inadempimento, la prestazione originariamente pattuita si trasforma in altra di natura risarcitoria, perché<br />
siffatta trasformazione opera solo sul piano del rapporto tra datore e lavoratore, in cui l’interesse di quest’ultimo<br />
resta soddisfatto ovvero secondo un criterio di equivalenza, mediante l’erogazione della prestazione risarcitoria.<br />
(Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza n. 15143 del 05.07.2007) <br />
Chi lavora tutti i giorni della settimana ha diritto a due distinte indennità: una per la maggiore penosità<br />
della prestazione domenicale e l’altra per non avere fruito del riposo dopo sei giorni consecutivi di lavoro<br />
Al lavoratore turnista, che esplichi la propria attività con spostamento del riposo settimanale in un giorno diverso dalla domenica<br />
e con una cadenza variabile, per cui detto riposo intervenga oltre il sesto giorno lavorativo, spetta, nonostante la fruizione<br />
di riposo compensativo, una maggiorazione sia per maggiore penosità del lavoro svolto di domenica, sia per la privazione della<br />
pausa destinata al recupero delle energie psico-fi siche con cadenza settimanale, salvo che la disciplina contrattuale preveda<br />
indennità o benefi ci destinati a compensare la maggiore penosità sia del lavoro domenicale che di quello prestato oltre il sesto<br />
giorno. La maggiorazione per il lavoro prestato di domenica, si legge nel dispositivo della Sentenza i cui estremi sono riportati in<br />
calce, trova il suo fondamento legislativo, anche in mancanza di disposizione contrattuale e nonostante il previsto riposo compensativo,<br />
nell’art. 2109 primo comma cod. civ. il quale, nel prescrivere che il prestatore di lavoro ha diritto ad un giorno di riposo<br />
settimanale “di regola coincidente con la domenica”, implicitamente attribuisce al giorno della domenica una valenza superiore<br />
a quello degli altri giorni della settimana, recependo il consolidato costume sociale che vede nella domenica il giorno dedicato<br />
dal lavoratore al riposo ed alle attività sociali e culturali. A non diverse conclusioni deve pervenirsi in relazione al lavoro prestato<br />
oltre il sesto giorno consecutivo, infatti, per giurisprudenza ormai costante della Suprema Corte e confermata con la pronuncia<br />
de quo, il lavoro prestato oltre il sesto giorno consecutivo ha, rispetto a quello scandito da pause aventi la normale cadenza settimanale,<br />
una gravosità maggiore alla quale deve corrispondere una maggiore retribuzione. Sul fondamento di tale maggiorazione<br />
la Corte ha avuto modo di precisare che, anche in mancanza di una espressa previsione contrattuale, essa è dovuta a titolo<br />
retributivo in base al principio di proporzionalità di cui all’art. 36 della Costituzione e senza che sia richiesta la prova del danno.<br />
(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 18708 del 06.09.2007) <br />
L’uso indebito del cellulare aziendale da parte del dipendente ne legittima il licenziamento<br />
È legittimo il licenziamento per giusta causa del dipendente che abbia usato per fini personali il cellulare aziendale.<br />
È quanto stabilito dai giudici di Piazza Cavour con la decisione in rassegna. Gli “Ermellini” hanno dapprima ricordato<br />
un consolidato orientamento secondo cui l’elencazione delle ipotesi di giusta causa di licenziamento contenuta<br />
nei contratti collettivi, al contrario che per le sanzioni disciplinari con effetto conservativo, ha valenza meramente<br />
esemplificativa e non esclude, perciò, la sussistenza della giusta causa per un grave inadempimento o per altro grave<br />
comportamento del lavoratore contrario alle norme della comune etica o del comune vivere civile, alla sola condizione<br />
che tale grave inadempimento o tale grave comportamento, con apprezzamento di fatto del giudice di merito<br />
non sindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato, abbia fatto venir meno il rapporto fiduciario tra datore<br />
di lavoro e lavoratore. L’uso indebito del cellulare, si legge nel dispositivo, si configura come un grave inadempimento<br />
che ha fatto venir meno il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore, per i profili soggettivi ed oggettivi,<br />
per essersi protratto nel tempo nonché per gli indebiti vantaggi conseguiti in danno del datore di lavoro.<br />
(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 15334 del 09.07.2007) <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
Il cibo di dopo-domani<br />
A tavola con la fantascienza<br />
«Il ritorno dei contadini» [Jaca Book] di Silvia Pérez-Vittoria è un libro che, sin<br />
dal titolo, ha creato un minimo di scompiglio. Ad accrescere la confusione - almeno<br />
per chi legge «Rivista dei libri» o il supplemento domenicale de «Il sole-24<br />
ore» - ci si è messo pure Freeman Dyson, fi sico, matematico e “guru” ad honorem<br />
che ha perentoriamente annunciato «il futuro è la campagna».<br />
Ohibò. Noi profani siamo spiazzati. Allora il domani è agricolo? O magari bio-tecno-cyber-agricolo?<br />
E poi? Più saperi per più sapori; insomma buon cibo (agricoltura<br />
e allevamento servono a nutrirci giusto?) a volontà per tutte e tutti? Pancia<br />
mia fatti futuro? Varrà la pena di rileggere anche un po’ di fantascienza? Mentre<br />
ci pensate su, io sono andato a spulciare il mio archivio di science fi ction: con il<br />
nome e cognome che mi ritrovo (a proposito sul sito di scommesse www.migiocoancheilpupo.zot<br />
si dà 2 a 1 che è uno pseudonimo) ho rintracciato varie cosette<br />
“frizzanti” soprattutto sul cibo di dopo-domani. Fai una pagina frizzy mi dicono<br />
in redazione e io ci provo. Ecco.<br />
Prima dritta dal bolognese Stefano Benni. Nel romanzo «Terra» ci racconta<br />
la bella storia del fungo «se-mi-piaci». Il maitre spiega agli avventori che «se voi<br />
gli siete antipatici il fungo diventerà verde, grinzoso e molliccio e sarà velenoso<br />
come poche cose al mondo. Se gli piacete si accenderà di un bel colore rosso<br />
e giallo, un boccone squisito». I commensali osservano con ansia il fungo che<br />
– ohhhhhhhhh – in pochi attimi diventa più giallorosso di Totti. A questo punto<br />
però l’appetito passa: come nutrirsi di qualcosa che ti ha in simpatia? Il cuoco-<br />
Benni chiarisce: «Per questo se-mi-piaci è un piatto così raro: nessuno lo ha mai<br />
mangiato. Quelli che avrebbero voluto non hanno potuto, e viceversa».<br />
Un bicchierino a fi ne pasto, magari per digerire anche la sorpresa di non aver<br />
mangiato «se-mi-piaci»? Però si sa come vanno queste cose (non solo a Belluno):<br />
bevi questo, assaggia quello, hic, prova ‘st’altro, la staffa… La soluzione è bere<br />
woji, come nel racconto «Torna a casa terrestre» di Mack Reynolds. È vero<br />
che pochi bicchieri di woji fanno star male ma «svegliandovi, la mattina dopo, vi<br />
sentirete, in forma perfetta perché il liquore contiene un ingrediente che funziona<br />
al contrario dell’alcool. Prima si soffrono un po’ di postumi della sbornia ma la<br />
mattina dopo ci si sente benone». Ve gusta?<br />
Terzo esempio per quelli che vogliono coniugare natura e matematica (fanno<br />
bene? È rischioso? Bue più bue fa quattro? Bio è logico o magico?): secondo Robert<br />
Sheckley la formula per trasformare le mele in arance è semplicissima<br />
«Gusto diviso sapore più la radice quadrata di colore moltiplicato per il quadrato<br />
dei semi».<br />
Ma chiederete voi – forse - al vostro Severo De Pignolis: ci sono romanzi di fantascienza<br />
tutti di ricette? Certo. Leggete a esempio, fra quelli più recenti, «Il dono<br />
di Farhome» di Ted White o «Memorie di un cuoco d’astronave» di Massimo<br />
Mongai, entrambi usciti nella mitica collana Urania.<br />
Obietterà qualcuno (come Lesto Arriba, il mio zio spagnolo che legge in fretta)<br />
che la fantascienza è scritta da scienziati e/o pazzi dunque cosa diavolo ne sanno<br />
di semi e galline? Ma io rammento bene a esempio che Ward Moore, uno dei migliori<br />
scrittori dell’età d’oro della science fi ction, era un allevatore di pollame; e<br />
si sente…. per esempio nel racconto «Quello che sposò la fi glia di Maxill». Ma lo<br />
spazio è fi nito, magari questa ve la racconterò un’altra volta. <br />
CIBUS<br />
Severo De Pignolis<br />
Il ritorno dei<br />
contadini<br />
Mario Puccini<br />
Garofani rossi, 1915 c.<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 35
36<br />
CARTA<br />
Stefania Sepulcri<br />
Arsia- Regione Toscana<br />
Agricoltura sociale<br />
Presentato nell’ultima giornata<br />
di FestAmbiente, il volume<br />
“Agricoltura sociale e agricoltura<br />
di comunità” raccoglie materiali,<br />
documenti e rifl essioni<br />
nati da un progetto di animazione<br />
rurale avviato nel 2003<br />
in Toscana, sul tema ‘agricoltura<br />
sociale’, promosso dall’Arsia<br />
ed Acliterra. Le realtà conosciute e ‘contattate’<br />
dal progetto sono oltre 50: si tratta di cooperative<br />
agricole, forestali, comunità di persone o comunità<br />
terapeutiche, famiglie di coltivatori diretti, associazioni,<br />
cooperative sociali, accomunati da una<br />
particolare tensione etica oltre che dalla capacità<br />
progettuale e dalla professionalità e coerenza. “In<br />
Italia siamo ancora all’anno zero. C’è bisogno di<br />
normative e agevolazioni per incrementare il fenomeno”<br />
sottolinea il sen. Luca Marcora.<br />
Arsia ed. € 14,00<br />
Franco Giustolisi<br />
L’Armadio della vergogna<br />
Tra il 1943 e il 1945 l’Italia è stata<br />
investita da una tragica catena<br />
di crimini commessi dai soldati<br />
tedeschi e dai fascisti. I civili uccisi<br />
sono stati più di 15.000. Gli<br />
episodi più gravi avvennero fra<br />
il giugno e l’ottobre del 1944 in<br />
Toscana e in Emilia. Fra le stragi<br />
più gravi ricordiamo, quella<br />
di Marzabotto in provincia di Bologna e, Sant’Anna<br />
di Stazzema in provincia di Lucca. Nel maggio<br />
1994, cinquant’anni dopo, il procuratore militare di<br />
Roma, Antonio Intelisano, scopre, in una stanza di<br />
Palazzo Cesi, sede della Procura Generale Militare,<br />
un armadio con le porte sigillate e rivolto verso la<br />
parete. Lo si apre: contiene 695 fascicoli relativi ad<br />
altrettanti crimini nazifascisti e anche informazioni<br />
sugli eccidi dei militari italiani che non si arresero<br />
ai tedeschi, a Cefalonia e in altre località. È l’armadio<br />
della vergogna.<br />
Ed. Nutrimenti € 18,00<br />
Luisa Fressoia (cura)<br />
Profumo di pane<br />
Profumo di pane è profumo di<br />
vita: il volume di voci, storie,<br />
memorie del ‘900 è una raccolta<br />
di autobiografi e dall’Umbria.<br />
Di un’esistenza trascorsa tra<br />
gli affetti e le tribolazioni della<br />
propria terra, quella aspra e<br />
selvaggia che trasuda di guerra,<br />
lacrime e fatiche, ma anche<br />
dispensatrice di speranze, creatività e amore.<br />
Accanto, come splendido fondale di queste vite, il<br />
delicato affresco della quotidianità, un ventaglio<br />
di conoscenze e sentimenti accordati con i ritmi<br />
naturali; le voci, le credenze, i misteri e i luoghi<br />
della memoria accompagnano l’esistenza e l’incredibile<br />
vitalità di questi autori che narrano di sé e<br />
delle proprie radici. Una vitalità forgiata prima di<br />
tutto dai valori, comune denominatore di tutte le<br />
storie.<br />
Alieno Ed. € 14,00<br />
AA.VV.<br />
La Rivista delle Politiche Sociali<br />
La Rivista trimestrale è strumento<br />
di luogo di rifl essione e di approfondimento<br />
sui temi legati al welfare ed<br />
opportunità per lo sviluppo di sinergie<br />
fra strutture sindacali, studiosi<br />
e policy makers. Il 2° fascicolo di<br />
“Rps” ospita nella sua prima parte<br />
i risultati di un’interessante attività<br />
di analisi condotta a livello europeo sulle recenti<br />
riforme del mercato del lavoro, con l’individuazione<br />
di parametri condivisi per l’osservazione e la<br />
valutazione degli effetti delle riforme sul mercato<br />
del lavoro e sul sistema di welfare state in singoli<br />
paesi e in chiave comparata. La seconda parte della<br />
Rivista espone approfonditamente la posizione della<br />
Cgil sul dibattito relativo alla riforma dello stato<br />
sociale, concentrandosi sulle asimmetrie presenti e<br />
potenzialmente future fra sistema di protezione sociale<br />
del lavoro e differenziazione delle condizioni<br />
d’impiego.<br />
Ediesse € 20,00<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
http://www.aiab.it<br />
AIAB è una associazione non lucrativa che si impegna da oltre<br />
20 anni per la conversione ecologica dell’ambiente rurale. Aiab<br />
opera sul territorio a stretto contatto con le realtà locali tramite<br />
18 Associazioni Regionali. Dal 2000 Aiab, per meglio svolgere<br />
le attività associative, ha fondato insieme ad altre strutture<br />
l’icea, Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, a cui<br />
ha affidato l’attività di controllo e certificazione per l’utilizzo<br />
dei propri marchi di qualità. Aiab, in seguito al lavoro di ricerca<br />
del Comitato Scientifico, ha sviluppato dei disciplinari<br />
produttivi specifici per ogni settore alimentare, più restrittivi<br />
rispetto alle norme europee, che sono contraddistinti dal marchio<br />
garanzia Aiab. Disciplinari specifici, sono stati studiati<br />
anche per i settori non alimentari degli agriturismi, del tessile,<br />
della cosmesi e della detergenza, contraddistinti anch’essi da<br />
relativi marchi di qualità. <br />
WEB<br />
Ran Garin<br />
http://www.cremonafi ere.it<br />
CremonaFiere è uno strumento fi eristico di marketing collettivo<br />
per dare visibilità agli espositori e catalizzare l’interesse degli operatori<br />
professionali. CremonaFiere, oggi, ha una sempre maggiore<br />
importanza a supporto delle imprese produttive non solo grazie<br />
alle sue strutture moderne e funzionali, ma soprattutto grazie al<br />
suo approccio innovativo che si riferisce a tutti i mercati italiani,<br />
europei e mondiali. La Fiera di Cremona, che già oggi è il secondo<br />
polo fi eristico della Lombardia, secondo solo a Milano, è in<br />
continua espansione: nell’ultimo anno si è dotata di due ulteriori<br />
padiglioni, così da raggiungere una superfi cie espositiva coperta<br />
di 55.000 metri quadrati, a cui si deve naturalmente aggiungere<br />
l’area espositiva esterna e di servizio di oltre 165.000 metri quadrati<br />
CremonaFiere è oggi una realtà in continua crescita ed espansione,<br />
che si è posta l’obiettivo di giocare un ruolo di sempre maggiore<br />
spessore a favore dello sviluppo dei mercati di riferimento. <br />
http://www.liberidaogm.org<br />
La Coalizione “ItaliaEuropa – Liberi da Ogm” è un vasto schieramento<br />
costituito dalle maggiori organizzazioni degli agricoltori,<br />
del commercio, della moderna distribuzione, dell’artigianato,<br />
della piccola e media impresa, dei consumatori, dell’ambientalismo,<br />
della scienza, della cultura, della cooperazione internazionale,<br />
e delle autonomie locali. La sua prima iniziativa è la<br />
promozione di una Consultazione nazionale sul tema “Vuoi che<br />
l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità, siano il cuore dello<br />
sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile<br />
e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da Ogm?”, organizzata<br />
su tutto il territorio nazionale dal 15 settembre al 15 novembre<br />
2007. Le fi nalità dell’iniziativa sono: coinvolgere l’intera<br />
comunità nazionale in un processo di elevamento delle conoscenze<br />
scientifi che e della consapevolezza culturale, di ricoesione<br />
sociale, di democrazia partecipata, ampia e reale, su tematiche<br />
di così decisiva portata per l’Italia, l’Europa e il mondo. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 37<br />
37
38<br />
NEWS<br />
Maria Cartia<br />
Lombrichi per la lotta ai rifi uti<br />
Per fronteggiare il problema rifi uti, pari a<br />
15mila tonnellate al giorno, Hong Kong vuole<br />
assoldare 80 milioni di lombrichi. Questi<br />
netturbini naturali trasformeranno gli scarti<br />
in ottimo fertilizzante per i campi. Una misura<br />
necessaria dopo l’annuncio che i siti di smaltimento<br />
del Paese potrebbero diventare saturi<br />
nel giro di soli tre anni. Avete lombrichi che<br />
cercano lavoro? (Fonte: Lanuovaecologia) <br />
Coldiretti aiuta la comunicazione tra imprese e<br />
banche…<br />
Si chiama “Criteri generali di valutazione<br />
per le imprese agricole” la Guida nata dalla<br />
collaborazione tra il Consorzio PattiChiari e la<br />
Coldiretti per semplifi care i rapporti tra banche e<br />
imprese agricole. La Guida fornisce gli strumenti<br />
utili alle imprese ad effettuare un’auto-diagnosi<br />
dell’azienda e a determinare tutti gli elementi<br />
signifi cativi per le richieste di fi nanziamento<br />
ed è strutturata in cinque aree tematiche che<br />
aiutano l’imprenditore agricolo nell’autovalutazione<br />
e nella conoscenza economica della sua<br />
impresa, dalla defi nizione del business, al mercato<br />
di riferimento nella quale opera l’azienda,<br />
passando attraverso la gestione operativa. <br />
Confagricoltura diffonde i “manuali delle buone<br />
pratiche agricole”<br />
La Confagricoltura ha perfezionato i “Manuali<br />
delle Buone Pratiche Agricole” (Bpa) per il<br />
rispetto dei requisiti del “Pacchetto Igiene”. In<br />
pratica, nei volumetti sono illustrati al meglio<br />
gli strumenti applicativi delle norme relative alla<br />
sicurezza alimentare ed alla rintracciabilità. La<br />
nuova normativa sulla sicurezza alimentare richiede<br />
al settore della produzione primaria nuovi<br />
adempimenti, ed i manuali della Bpa vogliono<br />
rappresentare uno strumento utile per agevolarne<br />
l’applicazione. Insieme ai Manuali sono stati<br />
sviluppati i programmi informatici di gestione. Il<br />
kit è stato posto a disposizione di tutti i centri di<br />
consulenza aziendale provinciali e regionali della<br />
Confagricoltura. I primi manuali riguardano cinque<br />
fi liere: cereali, olive, allevamenti suinicoli,<br />
ortaggi, foraggiere), ai quali si aggiungeranno a<br />
breve quelli relativi alle uova, alla viticoltura, alla<br />
frutta, agli allevamenti avicoli, bovini da carne e<br />
bovini da latte. <br />
Bloccare subito le vendite all’asta delle aziende<br />
sarde<br />
Una delegazione di contadini sardi organizzati<br />
nel Comitato di lotta degli esecutati ha incontrato<br />
il sottosegretario del Mipaf, Stefano<br />
Boco, rappresentando il dramma di oltre cinquemila<br />
aziende agricole sarde, la disperazione<br />
di tante famiglie che corrono il rischio di perdere<br />
la terra su cui hanno investito la loro vita, per le<br />
vendite all’asta. Oggi le banche pretendono circa<br />
700 milioni di Euro dai contadini sardi. Giorgio<br />
Matta, del Soccorso Contadino Sardo ha illustrato<br />
le proposte: “Bloccare immediatamente tutte le<br />
vendite all’asta e tutti gli atti esecutivi, accertare<br />
la reale natura dell’indebitamento delle aziende<br />
verifi cando quanto sia il dovuto e quanto, in realtà,<br />
sia artifi ciosamente e colpevolmente gonfi ato<br />
nella determinazione delle somme dovute al sistema<br />
creditizio, aprire un tavolo di trattativa<br />
con le banche e con l’Unione Europea con l’obiettivo<br />
di realizzare misure straordinarie per risolvere<br />
la drammatica situazione”. <br />
Coldiretti e Cia nella Campagna Ogm-free<br />
Più di mille iniziative<br />
su tutto<br />
il territorio nazionale<br />
per ottenere<br />
tre milioni<br />
di voti a favore<br />
di una agricoltura<br />
di qualità e<br />
libera da Ogm. Con questo obiettivo la Coalizione<br />
“ItaliaEuropa – Liberi da Ogm” ha<br />
promosso dal 15 settembre al 15 novembre in<br />
tutto il Paese la prima Consultazione Nazionale<br />
su Ogm e modello agroalimentare. Anche l’Avis<br />
aderisce alla Campagna. “Per essere donatori di<br />
sangue – spiega il Presidente Nazionale Avis,<br />
Andrea Tieghi– occorre avere stili di vita<br />
sani, incentrati su un’alimentazione a base di<br />
prodotti naturali e di qualità”. La Coalizione<br />
e le iniziative sono promosse da Acli, Adiconsum,<br />
Adoc, Adusbef, Agci Agrital, Aiab,Alpa,<br />
Assocap, Cia, Cic, Città del Vino, Cna Alimentare,<br />
Codacons, Coldiretti, Confartigianato Alimentazione,<br />
Coop, Copagri, Federconsumatori,<br />
Focsiv, <strong>Fondazione</strong> Diritti Genetici, Greenpeace,<br />
Legacoop Agroalimentare, Legambiente,<br />
Libera, Res Tipica, Slow Food, Vas, Wwf. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
P.A. RISPONDE<br />
a cura della redazione<br />
Norme per l’aspettativa dal lavoro<br />
Un mio impiegato mi ha chiesto di potersi assentare dal lavoro per quattro mesi per ragioni di<br />
carattere personale. Mi ha parlato di aspettativa. Di che si tratta? Sono obbligato a riconoscerla?<br />
(Norma Rageri, Spello)<br />
In linea generale l’aspettativa consiste in un periodo di sospensione del rapporto di lavoro subordinato durante<br />
il quale il prestatore di lavoro è esonerato, per il tempo previsto, dall’adempimento della prestazione<br />
lavorativa, e il datore di lavoro non è tenuto, almeno di regola, a corrispondere la retribuzione. Il rapporto,<br />
in altre parole, resta in uno stato di quiescenza e riprende, coi reciproci obblighi, alla scadenza del periodo di<br />
sospensione. La legge prevede una pluralità di ipotesi sospensive del rapporto di lavoro in ragione dei diversi<br />
presupposti, delle modalità di esercizio, dei relativi trattamenti retributivi e/o contributivi. Basti citare i congedi<br />
e le aspettative previsti dallo Statuto dei lavoratori e da altre leggi speciali, quali ad esempio i congedi<br />
parentali e per motivi di studio, le aspettative per funzioni pubbliche elettive e per incarichi sindacali. In tutti<br />
questi casi il datore di lavoro è obbligato a concedere il periodo di aspettativa in presenza dei presupposti previsti.<br />
Naturalmente la contrattazione collettiva può integrare le previsioni legali o creare nuove ipotesi di congedi<br />
o aspettative. In particolare il contratto collettivo nazionale di lavoro degli impiegati agricoli prevede, all’art.<br />
46, che nelle aziende con oltre 5 impiegati può essere concesso un periodo di aspettativa da 1 a 6 mesi in caso di<br />
motivata richiesta da parte di un dipendente non in prova. L’aspettativa può essere concessa solo se l’assenza<br />
non comporti nocumento al normale andamento del servizio e non ci siano altri impiegati già in aspettativa.<br />
Durante il periodo di congedo non è dovuta retribuzione, né decorre l’anzianità di servizio. È appena il caso di<br />
precisare, da ultimo, che anche al di fuori delle ipotesi previste dalla legge e dalla contrattazione, il datore di<br />
lavoro, qualora lo ritenga opportuno, può sempre volontariamente concedere eventuali periodi di aspettativa<br />
anche in assenza di un preciso obbligo giuridico.<br />
Cosa è il decreto Alemanno<br />
Sono il titolare di un’impresa agricola ma non sono iscritto all’Inps né come imprenditore agricolo<br />
professionale né come coltivatore diretto ai fi ni previdenziali. Per lo svolgimento dell’attività<br />
imprenditoriale mi avvalgo di lavoratori dipendenti tutti regolarmente denunciati e assicurati.<br />
Tuttavia nel corso del 2003 non sono riuscito a pagare tutti i contributi dovuti all’Inps a causa di<br />
un’alluvione di particolare intensità che ha colpito la mia azienda. Ho sentito parlare della possibilità<br />
di qualche sgravio in forza di un certo decreto Alemanno. Potete darmi qualche notizia<br />
in più?<br />
(Gianni Roveri, Reggio Emilia)<br />
L’articolo 4, commi 21 e 22, della legge n.350 del 2003 (e successive modifi che ed integrazioni), come attuato<br />
dal decreto interministeriale del 21 aprile 2004 (cosiddetto “decreto Alemanno”), ha previsto delle importanti<br />
agevolazioni in favore delle imprese agricole colpite da eventi eccezionali verifi catisi fi no al 31 dicembre 2005.<br />
In particolare le norme citate prevedono:<br />
• la riduzione delle somme aggiuntive sui contributi pregressi dovuti fi no alla misura del tasso di interesse<br />
legale (2,5% annuo);<br />
• il pagamento rateale fi no a 40 rate trimestrali costanti (10 anni) al tasso di interesse legale, in caso di particolare<br />
eccezionalità dell’evento.<br />
I presupposti per usufruire delle due tipologie di agevolazioni sono parzialmente diversi. Ed infatti, mentre per<br />
la riduzione delle somme aggiuntive è suffi ciente che si siano verifi cati “eventi eccezionali”, per la dilazione agevolata<br />
è necessario un ulteriore elemento, e cioè che gli eventi siano “di particolare eccezionalità”. In relazione<br />
alla prima misura (riduzione sanzioni) gli eventi da considerarsi eccezionali secondo il citato decreto interministeriale<br />
sono tutti quelli considerati tali dal Ministro delle politiche agricole, nonché gli altri eventi eccezionali<br />
che abbiano formato oggetto di disposizioni di legge. In relazione alla seconda agevolazione (rateazione<br />
decennale) il decreto interministeriale ha chiarito che la particolare eccezionalità sussiste qualora gli eventi si<br />
siano protratti per due o più anni consecutivi, ovvero abbiano comportato danni alla produzione lorda vendibile<br />
non inferiori al 35% rispetto all’anno precedente. Da ultimo si precisa che per poter benefi ciare di queste<br />
provvidenze non è necessario che il titolare dell’azienda sia iscritto come imprenditore agricolo professionale o<br />
coltivatore diretto ai fi ni previdenziali. <br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007 39
Alzheimer va di<br />
moda ed è fonte<br />
di business<br />
Plinio Nomellini<br />
Cacciatore a San Rossore, 1905 c.<br />
40<br />
MEDICINA<br />
Fabio Forleo<br />
Malattie ed interessi<br />
Il cattivo uso degli utenti<br />
Nell’ambito della Medicina esistono, come in tutte le manifestazioni umane,<br />
uomini che si dedicano, con oscura abnegazione, ad una missione ed<br />
ad uno scopo nell’interesse del prossimo ed altri che, pur meritori nella<br />
sostanza, non trascurano la propria immagine e la propria visibilità.<br />
Quando, negli anni Ottanta, la terribile Sindrome da Immunodefi cienza Acquisita<br />
(Aids) divenne la malattia più nominata, discussa e quindi più conosciuta dal grande<br />
pubblico dei non addetti, molti illustri scienziati oltre all’ impegno per debellarla<br />
conobbero una grande popolarità mediatica: interviste, congressi, trasmissioni,<br />
articoli e pubblicazioni divulgative; in altre parole fama e potere.<br />
Ora che l’ Aids è un po’ calato nell’ interesse del grande pubblico bisogna trovare<br />
nuovi stimoli, nuovi fondi e nuovi centri di ricerca ….e potere.<br />
La popolazione invecchia, fortunatamente, si campa sempre di più. Vivere oltre i<br />
90 anni non è più una rarità alla quale si guarda con invidia e speranza.<br />
I nostri grandi anziani avranno, almeno, il diritto di non essere lucidissimi ed effi<br />
cienti come dei ventenni senza, per questo, essere meticolosamente (e costosamente)<br />
studiati ed analizzati perché tutti affetti da possibile Morbo di Alzheimer?<br />
Quando, ai primi del Novecento, il grande neuropsichiatria tedesco descrisse la<br />
malattia, che da Lui avrebbe preso il nome, la inquadrò come una demenza precoce<br />
che insorgeva, addirittura, tra i 45 ed i 65 anni … non dopo gli 85!<br />
Il lungo preambolo mira a manifestare un mio personale<br />
e, sicuramente sbagliato, sospetto: i “centri Uva”<br />
(Unità Valutativa Alzheimer) nascono come funghi<br />
perché è scoppiata una nuova “necessità” o perché si<br />
è spostata l’età di insorgenza di questa terribile malattia?<br />
Le decine di prescrizioni di invio in Ospedale per “<br />
Valutazione Multidimensionale” che, ogni mese, vengono<br />
richieste a noi Medici di Base hanno un senso<br />
scientifi co e terapeutico o servono a far circolare molti<br />
“pazienti” in strutture create allo scopo?<br />
Investire sulla ricerca è prioritario ed indispensabile per i malati veri e ai loro familiari<br />
ma non credo che possa essere la strada giusta quella di affollare i centri<br />
pubblici di nonnetti un po’ svampiti e con il solo torto di essere nati più di novanta<br />
anni fa! Considerando, poi, che una base ereditaria sembra entrare in gioco, i fi -<br />
gli (sessantacinquenni) dei vecchietti di cui sopra entrano nel panico alla prima,<br />
innocente, dimenticanza di una data o di un nome e corrono, anche loro, presso i<br />
“centri Uva” … e il giro continua. <br />
“Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi, per questo è detto democrazia. Un cittadino ate- ate-<br />
niese non trascura i pubblici affari quando attende le proprie faccende private. Ma in nessun caso si<br />
avvale delle pubbliche cariche per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così. ”<br />
(Discorso di Pericle agli Ateniesi nel 461 a.C.)<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2007
L’E.N.P.A.I.A. è al servizio<br />
dell’utenza con il<br />
800.010270 800.313231<br />
800.242621 800.242624<br />
notizie, informazioni, chiarimenti<br />
anche all’indirizzo web<br />
www.enpaia.it<br />
posta elettronica:<br />
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<strong>ENPAIA</strong><br />
Convegno<br />
La Previdenza in Agricoltura<br />
INPS - <strong>ENPAIA</strong> - FONDI<br />
Venerdì 26 ottobre 2007, ore 10<br />
Fiera Internazionale del Bovino da Latte<br />
Cremona - Quartiere fi eristico<br />
Sala Zelioli Lanzini<br />
In caso di mancato recapito rinviare a Ufficio poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito
EDITORE<br />
FONDAZIONE <strong>ENPAIA</strong><br />
Direzione, redazione e amministrazione:<br />
Viale Beethoven, 48 - 00144 Roma<br />
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Presidente<br />
Augusto Bocchini<br />
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Comitato di Direzione<br />
Roberto Caponi, Fabrizio De Pascale,<br />
Fiorito Leo, Claudia Merlino, Roberto Orlandi,<br />
Piero Pecciarini, Gino Rotella, Carlo Sacchetto,<br />
Fabrizio Stelluto, Ruggero Tagliavini,<br />
Silvia Vannucci, Giancarmine Vicinanza<br />
Redazione<br />
Giovanna Mellano (mellano@enpaia.it)<br />
Hanno collaborato<br />
Augusto Bocchini, Gabriele Mori, Daniela<br />
Cerrocchi, Pietro Massini, Antonio Positino, Maria<br />
Miligi, Ariel F. Dumont, Giovanna Mellano, Lucia<br />
Russillo, Tania Pagano, Luigino Scricciolo,<br />
Alessandra De Luca, Girolamo Giovinazzo, Fabio<br />
Serafini, Giuseppe Di Marco, Milica Ostojic,<br />
Massimiliano Di Noia, Gianluca Cicinelli, Dimitri<br />
Deliolanes, Giovanni Martirano, Tiziano Marelli,<br />
Francesco Bardaro Grella, Veronica Rossi, Micaela<br />
Taroni, Roberto Caponi, Concetto Iannello,<br />
Daniela Lambertini, Marco Togna, Fabio<br />
Cavicchioli, Antonio Positino, Severo De Pignolis,<br />
Daniele De Sillo, Gaetano Tutino, Stefania<br />
Sepulcri, Ran Garin, Maria Cartia, Massimo<br />
Sortino, Fabio Forleo, Centro Studi Enpaia.<br />
Grafica, stampa e spedizione:<br />
Tipografia Litografia Spoletina<br />
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Associato all’USPI Unione Stampa<br />
Periodica Italiana<br />
Tiratura: 80.000 copie<br />
Chiuso in tipografia: 8 ottobre 2007<br />
IN COPERTINA<br />
In copertina: Lodovico Tommasi, Il Lago di Massaciuccoli, 1896<br />
Dopo i “Macchiaioli” degli anni '50-'60 in Toscana nasce intorno al 1880 una<br />
nuova corrente stilistica formata da una ventina di pittori che, pur evitando<br />
le secche naturaliste ed i fraintendimenti impressionisti, furono capaci di una visualità<br />
della natura rinnovata, sensibilmente aperta verso il nuovo secolo, ma di<br />
formazione macchiaioliana, per questo definiti "Postmacchiaioli":<br />
Giovani pittori tutti o quasi di scuola fattoriana e di nascita livornese, si riunirono<br />
intorno alla personalità carismatica di Giacomo Puccini, a Torre del Lago<br />
(1899), rifugio naturale ai limiti della Versilia, tra mare e palude, in una terra<br />
ancora intatta e tranquilla.<br />
Tra questi, Oscar Ghiglia, Giovanni Bartolena, Amedeo Lori, Plinio Nomellini,<br />
Amedeo Modigliani, Mario Puccini, Ulivi Liegi, Antony de Witt. Sotto lo pseudonimo<br />
di Ulivi Liegi, il giovane livornese, Luigi Levi, colto, irrequieto, sofisticato,<br />
dipinge tele e tavolette che, oltre la meditata matrice signoriniana, presentano<br />
tratti di originalità e di alto livello formale. È capace di adoperare tutti gli<br />
elementi della visione consueta alla stregua di "materiali" elaborati mentalmente<br />
attraverso un procedimento astrattivo. Viaggiando a Parigi e a Londra, pur<br />
nella comprensione ammirata dei grandi eventi dell'Impressionismo non modifica<br />
il suo stile. Liegi rimarrà per tutta la vita un isolato, capace di guardare la<br />
storia dall'alta di una inconvenzionalità ai limiti dello snobismo.<br />
Plinio Nomellini, allievo di Fattori, con influenze signoriniane, nell'88 era balzato<br />
alla notorietà con "Il Fieno", grade tela, piaciuta immediatamente a Martelli<br />
e Signorini. Dipinti di una limpidezza adamantina a esprimere sensi vivissimi di<br />
profondità d'aria e di lontananze fermate quasi in uno stato 'evocazione dalla<br />
puntura del pennello. Ma già in una delle sue opere più belle, "Sorge la luna",<br />
quasi un trasalimento simbolista amplia il respiro del bellissimo paesaggio;<br />
Se Nomellini fu la personalità emergente in questa piccola scuola di bohèmiennes,<br />
Ferruccio Pagni e Francesco Fanelli sono gli interpreti più singolari di questo<br />
episodio relativamente marginale ma così significativo da non poter essere<br />
trascurato.<br />
Firenze stava diventando una delle capitali del cèzannismo europeo anche per<br />
l'imponente numero di opere del maestro di Aix presenti nelle maggiori collezioni<br />
della città e Oscar Ghiglia si servirà della pennellata "alla Cèzanne" per<br />
rafforzare la propria idea strutturale. Ghiglia esegue le opere che gli daranno<br />
una rapida fama di ritrattista, Modigliani di poco più giovane è ancora in pieno<br />
sviluppo formativo e viaggia tra Venezia, Napoli, Roma, Firenze. Giunto a Parigi<br />
la scelta del ritratto come unica realtà formale è già definitiva; il giovane guarda<br />
ancora alle secessioni impiantando figure che sotto una coloratura pezzata ed<br />
a volte grondante, danno il via a quello straordinario rapporto tra disegno e<br />
struttura che sarà il motivo maggiore del suo stile.<br />
(Giovanna Mellano)