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<strong>Il</strong> <strong>Vulcano</strong> <strong>Laziale</strong>, con una base di 60 km di diametro ed un’altezza di circa<br />
1.700 m, emise circa 200 km³ di materiali durante la sua trascorsa attiv<strong>it</strong>à. Le<br />
esplosioni, causate dalla presenza di elevate quant<strong>it</strong>à di anidride carbonica<br />
trascinarono fino a 10.000-15.000 m di quota diversi km³ di un’emulsione assai<br />
densa di gas e polveri ad alta temperatura (700-800°C), cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e da numerosi<br />
frammenti di varia dimensioni (da pochi mm fino a mezzo metro) e pezzi di lava, a<br />
formare la caratteristica forma a “fungo”.<br />
Tali nubi precip<strong>it</strong>arono sulla terra all’esaurirsi della spinta iniziale (collasso), come<br />
una valanga di materiale alla temperatura di 400-500°C (colate piroclastiche)<br />
che si dispersero muovendosi a veloc<strong>it</strong>à anche di 150 km/h. I prodotti emessi dal<br />
vulcano durante tutte le fasi esplosive si depos<strong>it</strong>arono sopra i precedenti depos<strong>it</strong>i<br />
continentali e di transizione dando origine a quelle formazioni comunemente note<br />
come tufi (rocce compatte) e pozzolane (poco coerenti e sciolte).<br />
I VULCANO LAZIALE<br />
a cura di Flavio Comandini<br />
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