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Diapositiva 1 - Cagliari Calcio

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<strong>Cagliari</strong>: La storia<br />

1980-1990<br />

8


Pietro Paolo Virdis non si è mai inserito nella Juventus, complici una serie di infortuni. Boniperti,<br />

suo grande estimatore, decide di mandarlo ancora a <strong>Cagliari</strong> per rigenerarlo, nel fisico e nel morale.<br />

Mario Tiddia si ritrova dunque con una batteria di attaccanti da fare invidia alle grandi: Virdis, Piras<br />

e Selvaggi. Addirittura in alcune occasioni, il tecnico di Sarroch li schiera contemporaneamente, alla<br />

faccia del tatticismo. Tutto è possibile, del resto, quando si ha in squadra un elemento duttile e<br />

generoso come Gigi Piras. I tre attaccanti sono in campo nella prestigiosa vittoria del Sant’Elia<br />

contro la Roma di Falçao. Il gol vincente è proprio di Virdis, che brucia il suo marcatore – a zona –<br />

deviando di testa in rete un traversone dalla fascia. E’ il momento più alto di un campionato più che<br />

positivo. La squadra gioca a memoria, si muove su meccanismi rodati. Ancora Piras e Virdis segnano<br />

i gol coi quali il <strong>Cagliari</strong> viola il terreno del Torino. Virdis non fa sconti a nessuno.<br />

Franco Selvaggi<br />

Fa tremare la sua Juventus, che raggiunge al<br />

“Comunale” i rossoblu solo nella ripresa, e va in<br />

gol pure sette giorni dopo contro l’Inter. Un altro<br />

in grande forma è Selvaggi, convocato in<br />

Nazionale da Bearzot. Saranno 8 alla fine<br />

dell’anno i suoi centri. La crisi invernale, ormai<br />

un classico, impedisce di puntare più in alto,<br />

ma il 6° posto è un piazzamento rimarchevole.<br />

Sarebbe valso il passaporto per l’UEFA, ma da<br />

qualche stagione sono solo due le squadre<br />

italiane qualificate per la competizione continen-<br />

tale, quindi il <strong>Cagliari</strong> resta fuori.<br />

1980-81


Grandi novità bollono in pentola a livello<br />

societario. Alvaro Amarugi, un imprenditore<br />

toscano con interessi in Sardegna, acquista<br />

il pacchetto di maggioranza della Società e<br />

ne diventa Presidente. E’ un uomo dotato di<br />

forte personalità, che vuol dettare legge.<br />

Entra subito in conflitto con Riva e col<br />

nuovo allenatore, Paolo Carosi, ex della<br />

Fiorentina. Virdis è tornato alla Juventus,<br />

Selvaggi, il cui passaggio alla Juventus è<br />

sfumato negli ultimi giorni di mercato, forse<br />

è un po’ demotivato, lo stesso Corti non è<br />

più il portiere-saracinesca che si conosce. Il<br />

<strong>Cagliari</strong> è l’ombra della squadra degli anni<br />

precedenti, e si ritrova a lottare per la<br />

salvezza. Alcune ottime prestazioni (a<br />

Firenze, pareggio con gol di Piras, abbonato<br />

a segnare ai viola; e a Milano con l’Inter,<br />

vittoria per 3-1) vengono annullate da prove<br />

sconcertanti. Come il 2-4 casalingo contro<br />

la Roma, o la sconfitta con lo stesso<br />

risultato ottenuta a Torino. Brugnera è agli<br />

ultimi fuochi: Carosi prova il giovane Loi<br />

come libero, e il ragazzino se la cava bene.<br />

Alla 29° giornata, i rossoblu passano<br />

largamente ad Avellino. Gli ultimi 90 minuti<br />

decideranno le sorti del campionato.<br />

1981-82<br />

Oreste Lamagni dopo il gol in <strong>Cagliari</strong>-Ascoli


Roberto Quagliozzi durante <strong>Cagliari</strong>-Inter<br />

Al Sant’Elia arriva la Fiorentina, che<br />

deve assolutamente far sua l’intera<br />

posta in palio per sperare nello scudetto.<br />

Al <strong>Cagliari</strong> basterebbe anche il pareggio.<br />

La partita è un inno al non gioco. Carosi<br />

ha il centrocampo a pezzi, alterna Bellini<br />

e Quagliozzi, che hanno solo 45 minuti<br />

di autonomia a testa. La Fiorentina<br />

sembra spenta, non spinge come<br />

potrebbe e dovrebbe. Per la verità<br />

Graziani va in gol, ma l’arbitro annulla,<br />

per un’irregolarità apparsa veniale. Lo<br />

0-0 resiste sino al termine: il <strong>Cagliari</strong> è<br />

salvo, anche se con tanta fatica e<br />

batticuore. E’ stato il primo anno con il<br />

nome di uno sponsor sulle maglie. Il<br />

battesimo è toccato all’Ariostea, azienda<br />

reggiana di ceramiche.<br />

1981-82


Carosi viene<br />

inizialmente<br />

confermato, ma poi il<br />

tecnico sceglie di<br />

andarsene. Troppi i<br />

conflitti col Presidente<br />

e con Riva. Amarugi,<br />

giustamente,<br />

rivoluziona una<br />

squadra che sembra<br />

alla frutta. Partono<br />

Selvaggi, Bellini,<br />

Longobucco e Corti.<br />

Ammaina bandiera<br />

anche l’ultimo degli<br />

eroi dello scudetto,<br />

Mario Brugnera. Si<br />

ritira dopo avere<br />

stabilito il record<br />

assoluto di presenze<br />

con la maglia del<br />

<strong>Cagliari</strong> in<br />

campionato: onore al<br />

merito. Purtroppo i<br />

nuovi acquisti non<br />

paiono in grado di<br />

rimpiazzare<br />

degnamente i partenti.<br />

Amarugi non ha tanti<br />

soldi da investire sul<br />

mercato. Si affida a<br />

delle scommesse e a<br />

Una formazione del 1982-83<br />

1982-83<br />

giocatori che hanno<br />

già dato il meglio di<br />

sé. Capitolo a parte i<br />

due stranieri:<br />

Waldemar Victorino,<br />

centravanti<br />

uruguayano di grande<br />

fama, e Julio Cesar<br />

Uribe, “La Perla Nera”,<br />

terzo miglior giocatore<br />

del Sud-America alle<br />

spalle di Zico e<br />

Maradona. Per la<br />

panchina, Amarugi<br />

pensa a Gustavo<br />

Giagnoni, che corona<br />

il sogno di una vita. Il<br />

mister di Olbia si<br />

rende subito conto<br />

delle difficoltà del<br />

compito. La squadra<br />

ha chiari limiti tecnici,<br />

soprattutto a<br />

centrocampo, dove i<br />

giovani Mariano<br />

Marchetti, Mazzarri e<br />

Rovellini non sono di<br />

categoria. Victorino,<br />

quasi a fine carriera,<br />

finisce subito in<br />

panchina e poi in<br />

tribuna.


Diverso il discorso per Uribe, trequartista di purissima classe, ma inadatto ad una squadra che deve<br />

lottare per salvarsi. Il peruviano regala comunque lampi notevoli, anche se i gol li segna l’eterno Piras.<br />

Dopo una prima fase della stagione da dimenticare, il lavoro di Giagnoni inizia a pagare. Eccellente il<br />

rendimento del portiere Malizia. A novembre, la rosa viene assestata con gli acquisti dell’ottimo<br />

centrocampista Pileggi e del promettente attaccante Poli. Il <strong>Cagliari</strong> al termine del girone d’andata ha 15<br />

punti, perfetta media salvezza. Stupendo il pari colto a Torino con la Juventus di Platini e dei Mundiales<br />

azzurri, grazie al solito guizzo di Piras. Qualcosa inizia a rompersi in primavera. Uribe entra in rotta di<br />

collisione con Giagnoni, reo di averlo escluso a Pisa, mentre la popolarità di Amarugi è ai minimi<br />

termini, fomentata pure da un’intensa campagna di stampa. Alla 25° giornata, il <strong>Cagliari</strong> supera il<br />

Verona e guadagna quattro punti sulla zona retrocessione. L’imperiosa rimonta di Genoa e Napoli<br />

trascina però nuovamente i rossoblu nella mischia. Contro la Juventus al Sant’Elia, distratta dalla<br />

prossima finale di Coppa Campioni, basterebbe il pari.<br />

Vincono invece i bianconeri, mettendo nei guai la<br />

squadra di Giagnoni. L’ultima partita in programma,<br />

ad Ascoli, è uno specie di spareggio. Chi perde,<br />

saluta la compagnia. Tocca al <strong>Cagliari</strong>, che conferma<br />

la tradizione negativa in partite dentro o fuori.<br />

L’Ascoli si impone 2-0, e in Sardegna cominciano i<br />

processi. Anche perché un chiacchieratissimo Genoa-<br />

Inter si risolve con un’archiviazione da parte della<br />

Giustizia Sportiva che non prende alcun<br />

provvedimento verso le due squadre.<br />

1982-83<br />

Lo staff tecnico di Gustavo Giagnoni


Julio Cesar Uribe tra il Presidente e un tifoso


Gustavo Giagnoni viene esonerato il<br />

giorno dopo la sconfitta con l’Ascoli. Il<br />

tecnico se ne va sbattendo la porta, gonfio<br />

di risentimento verso Amarugi. Anche<br />

Riva lascia la Società, solidale verso<br />

Giagnoni. Il Presidente resta solo, e<br />

procede all’ennesima rivoluzione. Partono<br />

nove giocatori, tra cui Alberto Marchetti e<br />

Malizia, ne arrivano altrettanti. Elementi<br />

di categoria, come Guido Biondi dal<br />

Campobasso (detto “Il Platini del Molise”),<br />

ma anche qualcosa di meno. Si punta<br />

tutto sulla voglia di riscatto di Uribe, e sul<br />

ritorno in panchina di Mario Tiddia.<br />

Niente da fare. Il <strong>Cagliari</strong> fa fatica.<br />

Incomprensibile la politica societaria.<br />

Andrea Carnevale, il giovane centravanti<br />

destinato ad una grande carriera, viene<br />

ceduto al mercato di novembre dopo sole<br />

7 partite. Addirittura ad un certo punto i<br />

rossoblu scivolano ancora più in basso, a<br />

lottare per tenere il posto in B.<br />

Uno scontato pareggio a Monza e<br />

un’altrettanta scontata vittoria nell’ultima<br />

giornata sul demotivato Arezzo, salvano la<br />

barca. Non preservano certo Amarugi<br />

dalla contestazione crescente.<br />

Tiddia, Reginato, Minguzzi, Valentini e<br />

Bellini durante un allenamento<br />

1983-84


1984-85<br />

La rosa del <strong>Cagliari</strong> nella stagione 1984-85<br />

“Don Alvaro” in estate finalmente riesce a sbarazzarsi della sua creatura. Il nuovo proprietario della Società è<br />

Fausto Moi, impresario romano di chiare origini sarde. Per i tifosi del <strong>Cagliari</strong>, è come cadere dalla padella<br />

nella brace. Moi è digiuno di calcio, e non può permettersi sciali. Con premesse del genere, logico che la<br />

campagna di rafforzamento estiva non si possa considerare tale. Basti solo pensare che il fiore all’occhiello è<br />

l’acquisto del libero ex Milan Maurizio Venturi. Gli altri sono nomi di contorno, portatori d’acqua dai quali non<br />

è lecito attendersi troppo. L’allenatore Fernando Veneranda, detto “Il Gringo”, un duro, viene licenziato dopo<br />

la qualificazione in Coppa Italia e cinque sconfitte consecutive in campionato. Arriva al capezzale dei rossoblu<br />

un altro tecnico di grande personalità: Renzo Ulivieri. Il nuovo mister si preoccupa di recuperare alla causa<br />

Roberto Quagliozzi, emarginato da Veneranda. Ulivieri vince bene la sua prima partita, ma appare evidente<br />

che la salvezza non sarà una passeggiata. Nemmeno l’innesto del centravanti Gianni De Rosa, ex<br />

capocannoniere del campionato, risolleva le sorti di una squadra nata per soffrire. De Rosa si presenta con tre<br />

gol al Pescara all’esordio, farà ancora centro tre settimane dopo contro l’Arezzo, e stop.


Saluta la compagnia invece Uribe, che con la<br />

squadra in piena bagarre, si aggrega alla sua<br />

Nazionale per giocare le partite di qualificazione<br />

ai Mondiali. Regge la baracca il “gatto magico”<br />

Roberto Sorrentino. La rivelazione è Vittorio<br />

Pusceddu, terzino-mediano di vent’anni, dal<br />

sinistro al fulmicotone. Il <strong>Cagliari</strong> accusa un calo<br />

nel finale, e giunge disperato all’ultima partita di<br />

campionato. Deve battere il Catania al Sant’Elia<br />

per salvarsi. Solo che gli etnei non possono<br />

perdere, ed ergono un catenaccio d’altri tempi.<br />

Ulivieri non ha praticamente attaccanti: De Rosa<br />

e il giovane Branca sono infortunati. I rossoblu,<br />

sospinti da uno stadio esaurito, ci provano sino<br />

all’ultimo generosamente, ma non passano.<br />

Lo 0-0 li condanna alla C, ma la buona novella è<br />

dietro l’angolo. L’Ufficio Inchieste della FIGC<br />

smaschera la combine nella gara Taranto-Padova.<br />

I veneti sono retrocessi, il <strong>Cagliari</strong> è ripescato.<br />

Salvo per il rotto della cuffia.<br />

1984-85<br />

Vittorio Pusceddu


1985-86<br />

Renzo Ulivieri è confermato in panchina, e la squadra viene ancora una volta rifondata. Sono<br />

ben 9 i nuovi arrivati. Anche gente di nome, come i centrocampisti Bergamaschi, Occhipinti,<br />

Casale e Miani, il difensore Davin e l’attaccante Montesano. Atteso con curiosità il 21enne<br />

mediano Ivo Pulga. Il direttore sportivo Vittorio Galigani è convinto di aver fatto le cose per<br />

bene. Intanto dà il benservito ai gloriosi Quagliozzi e Piras: mosse che si riveleranno errori<br />

grossolani. Gigi, giubilato da Ulivieri, si allena per conto suo. Ha solo 32 anni e un fisico<br />

integro, non vuole ancora appendere le scarpe al chiodo. Lui fuori e in campo gente che non<br />

ha un minimo attaccamento<br />

alla maglia. Prima fase del<br />

torneo con un’alternanza di<br />

vittorie e sconfitte.<br />

Successivamente, inizia per il<br />

<strong>Cagliari</strong> una crisi<br />

apparentemente senza<br />

ritorno, tecnica e finanziaria.<br />

Ulivieri ci mette l’anima, ma i<br />

suo giocatori non<br />

rispondono, ad eccezione di<br />

Bernardini e Montesano.<br />

Nulli De Rosa e Casale, sui<br />

quali molto si faceva<br />

affidamento.<br />

Ulivieri guida un allenamento


1985-86<br />

Il Presidente Gigi Riva esulta al termine della vittoria<br />

sulla Lazio<br />

Contemporaneamente, la gestione di Moi è al capolinea. Il Presidente lascia terra bruciata. Irrompe una<br />

cordata di imprenditori con alla testa Gigi Riva. Il bomber diventa il nuovo Presidente della Società. La prima<br />

mossa è di richiamare in panchina Gustavo Giagnoni; la seconda è di richiamare dall’esilio forzato Gigi Piras.<br />

Il <strong>Cagliari</strong> comincia una rincorsa che sembra impossibile. Il nuovo spirito si vede subito: una doppietta di<br />

Montesano stende a domicilio la forte Triestina. La salvezza viene comunque guadagnata in casa. I rossoblu<br />

vincono le ultime sette partite al Sant’Elia, senza incassare nemmeno un gol. Piras è ancora una volta l’eroe<br />

dell’impresa, coi suoi 8 gol in 14 partite. La gioia per la permanenza in B dura lo spazio di un mattino.<br />

Scoppia infatti un altro scandalo legato al calcio scommesse. Stavolta è implicato anche il <strong>Cagliari</strong>, con l’ex<br />

allenatore Ulivieri, il difensore Chinellato, e l’ex Presidente Moi. La partita sotto accusa è Perugia-<strong>Cagliari</strong> di<br />

due anni prima. C’è il rischio della retrocessione a tavolino. Grazie al lavoro degli avvocati Delogu e Bellu, la<br />

Società se la cava con una penalizzazione di 5 punti, da scontare nel prossimo campionato. Cinque anni<br />

invece per Ulivieri, poi ridotti a tre; altrettanti a Chinellato; radiazione per Moi.


1986-87<br />

Il nuovo campionato prende il via tra tanti dubbi e molte paure. Il bilancio della Società un immenso buco<br />

nero. I nuovi dirigenti (Sarritzu, Carta, Simonetti, Demontis, Cogliolo e Tonino Orrù) mettono pezze ovunque,<br />

per consentire il pagamento degli stipendi arretrati e l’iscrizione della squadra al campionato. Gigi Riva, dopo<br />

aver ottenuto un contratto di sponsorizzazione triennale dalla Regione,lascia definitivamente la Società: ci ha<br />

messo la faccia nel momento più difficile. La ricapitalizzazione del sodalizio di via Tola è affidato al professor<br />

Lucio Cordeddu. Come è immaginabile, la campagna acquisti è di basso profilo. Tre centrocampisti<br />

(Maritozzi, Pallanch e Pecoraro), e il giovane attaccante Massimo Pellegrini, dall’Inter. Davvero non un<br />

granchè, specie in considerazione dell’handicap del -5 di partenza. Un macigno impossibile da scrollarsi di<br />

dosso. Il <strong>Cagliari</strong> totalizza sul campo 36 punti che sarebbero bastati per la salvezza. La penalizzazione<br />

inchioda i rossoblu all’ultimo posto. Si torna in Serie C, dopo 25 anni. Semplicemente incredibile il cammino<br />

in Coppa Italia. Il <strong>Cagliari</strong> fa fuori il Torino (1-0 e 0-0), la Juventus (1-1 e 2-2, con gol di Piras nel finale), e si<br />

arrende in semifinale soltanto al Napoli di Diego Maradona. I partenopei, neo campioni d’Italia, espugnano il<br />

Sant’Elia con gol del fuoriclasse argentino e demoliscono 4-1 in casa i rossoblu.


1987-88<br />

Non c’è solo la retrocessione. La Società attraversa una crisi economica senza precedenti e rischia di non<br />

potersi iscrivere al campionato. Alla fine, Tonino Orrù si accolla tutti i debiti, grazie anche all’opera di<br />

convincimento di Riva e alla generosità dei soci che regalano le loro quote. Orrù coinvolge nella nuova<br />

avventura la sua famiglia: il padre Mario, i fratelli Ninnino, Carlo ed Efisio col nipote Giammario. Il <strong>Cagliari</strong><br />

respira, dopo tanto patire. Naturalmente all’inizio ci sono lacrime e sangue. La maggior parte dei giocatori ha<br />

traslocato verso altri lidi. Anche Piras è al passo d’addio. Della vecchia guardia restano soltanto Valentini,<br />

Pulga e il capitano Bernardini.<br />

L’allenatore è scelto all’ultimo momento: Enzo Robotti,<br />

vecchio terzino della Fiorentina. I rinforzi sono l’esperto<br />

libero Zandonà, il baby attaccante Saurini, la punta<br />

Barozzi e il portiere Ielpo. La preparazione viene svolta<br />

frettolosamente a Monte Urpinu. Un calvario la Coppa<br />

Italia, dove i rossoblu vanno incontro a sconfitte in<br />

serie. Pessimo anche l’esordio in campionato a<br />

Cosenza, complice un Ielpo febbricitante.<br />

La squadra procede tra alti e bassi. Robotti non è<br />

comunque l’uomo giusto per questa compagine<br />

sfilacciata e arruffona. Orrù decide per l’esonero, e<br />

richiama per la terza volta in panchina Mario Tiddia.<br />

Con “Cincinnato” alla guida, e l’acquisto del<br />

centravanti Guglielmo Coppola, i rossoblu risalgono la<br />

china, scacciando i fantasmi di una nuova clamorosa<br />

discesa. I due derby con la Torres finiscono in parità:<br />

0-0 a Sassari e 1-1 a <strong>Cagliari</strong>, con rete del libero<br />

Zandonà.<br />

Pani e Festa in allenamento


1988-89 Tiddia<br />

Claudio Ranieri<br />

ha finalmente esaurito il suo lungo<br />

ciclo. Lascia dopo avere compiuto<br />

l’ennesima impresa. Adesso urge gente più<br />

giovane e motivata, che possa aprire una<br />

nuova era di successi. Il Presidente Orrù,<br />

coadiuvato dal ds Carmine Longo, vara un<br />

progetto triennale. Serve un allenatore<br />

capace e voglioso di affermarsi. La scelta<br />

ricade sull’ex terzino di Catanzaro e<br />

Catania, Claudio Ranieri. Ha solo 36 anni,<br />

ed è fresco di esonero dal Campania<br />

retrocesso in C2. Ranieri però non ha colpe:<br />

con la sua media punti, la squadra si<br />

sarebbe salvata. Orrù e Longo si rivolgono<br />

alla Roma per portare forze fresche, salutati<br />

alcuni veterani stanchi. La tradizionale<br />

prolificità del vivaio giallorosso non si<br />

smentisce. Vestono il rossoblu il<br />

centrocampista Massimiliano Cappioli,<br />

l’attaccante Fabrizio Provitali e il difensore<br />

Gianluca Pacioni. Dei tre, solo l’ultimo sarà<br />

una meteora. Importantissimo l’arrivo in<br />

mezzo al campo del roccioso mediano<br />

Luciano De Paola. Ci vuole uno come lui ad<br />

una squadra troppo abituata a giocare di<br />

fioretto. Per la difesa, torna dal prestito<br />

dalla Fersulcis un giovane difensore<br />

cresciuto in casa, forse grezzo<br />

tecnicamente, ma ammirevole per tenacia,<br />

combattività, attaccamento alla maglia:<br />

Gianluca Festa. Fa coppia centrale con il<br />

navigato libero Maurizio Giovanelli.


1988-89<br />

Non c’è in giro molto entusiasmo, ma i più lungimiranti ostentano fiducia. Questa squadra di ragazzini merita<br />

rispetto. Il Sant’Elia è chiuso per i lavori di ristrutturazione in vista del Mondiale. Si torna a giocare<br />

all’Amsicora, rimesso a nuovo a tempo di record. Il vecchio stadio conferma di essere un talismano prezioso,<br />

quasi voglia dare una mano ai nipotini degli assi che hanno portato lo scudetto trent’anni prima.Il <strong>Cagliari</strong><br />

parte in sordina. 1-1 a Monopoli, 2-0 sulla Salernitana, 0-1 a Giarre, 1-0 sul Casarano, 0-1 a Campobasso.<br />

Ranieri lavora per mettere a punto un’auto ancora poco affidabile. E’ solo una questione di tempo. Il <strong>Cagliari</strong><br />

non conosce avversari, in casa e fuori. Le altre grandi, Foggia, Palermo e Brindisi, devono cedere il passo.<br />

Resiste solo la Torres di Zola, che costringe a due stiracchiati pareggi la squadra di Ranieri. E’ un trionfo: il<br />

<strong>Cagliari</strong> vince il campionato con il bilancio di 16 vittorie, 10 pareggi e 3 sconfitte, l’ultima delle quali a torneo<br />

già in bacheca. Il bomber è Coppola, con 11 gol, coadiuvato dal furetto Giampietro Piovani, idolo della Curva<br />

Nord per l’impegno che mette a tacere le amnesie in zola gol. Non è finita. Sullo slancio, il <strong>Cagliari</strong> conquista<br />

pure la Coppa Italia di Serie C. La Spal si arrende in finale: 3-0 a Ferrara, 2-1 al Sant’Elia che ha riaperto i<br />

battenti in tempo per la grande festa promozione.


La festa negli spogliatoi


Sopra, i tifosi affollano le strade<br />

della città. A destra, la tradizionale<br />

vestizione della statua di Carlo<br />

Felice in Piazza Yenne


1989-90<br />

Restano tutti i protagonisti della promozione, a parte Coppola e Piovani, l’uno ceduto al Taranto, l’altro<br />

rientrato al Brescia per fine prestito. La Società non può permettersi sprechi. Ranieri fa di necessità virtù, e<br />

promuove titolare in pianta stabile Provitali, accompagnandolo da un altro ragazzino, l’interista Paolino. Una<br />

coppia d’attacco frizzante e vitale, ma a detta di tutti gli osservatori, inadatta per la Serie B. Longo e Orrù<br />

finiscono nel mirino di critica e tifosi. I dirigenti vanno avanti per la loro strada, forti dei risultati fin qui<br />

conseguiti. Giovani e smaniosi di mettersi in mostra: ecco l’identikit dei giocatori adatti per il <strong>Cagliari</strong>.<br />

Arrivano anche un altro prodotto del vivaio interista, Pasquale Rocco; i difensori Aldo Firicano (Udinese) e<br />

Carlo Cornacchia (Reggiana); il terzino sinistro Maurizio Poli (Frosinone); il centrocampista Alfonso Greco<br />

(Lazio); l’attaccante Francesco Pisicchio (Bari). Tragico sarà il destino di quest’ultimo, ragazzo simpatico e<br />

umile, che perirà in un incidente stradale due anni dopo.


1989-90<br />

Maurizio Poli abbracciato dai compagni<br />

Paolino, Provitali e Valentini dopo un gol<br />

L’inizio del campionato pare dare<br />

ragione agli scettici. Dopo una<br />

secca sconfitta ad Avellino, i<br />

rossoblu battono la Reggina, ma si<br />

inceppano dinanzi al Cosenza e<br />

perdono ancora, sul campo del<br />

Licata. Insomma, non certo la<br />

crema del campionato. In realtà, è<br />

l’esatta fotocopia del torneo<br />

precedente. Una partenza lenta, cui<br />

segue un’accelerazione bruciante:<br />

cinque vittorie e un pareggio, che<br />

proietta i rossoblu in cima alla<br />

classifica. Esaltante la vittoria sul<br />

terreno del favoritissimo Brescia,<br />

firmata proprio dalla discussa<br />

coppia gol Provitali-Paolino. Un<br />

mini ciclo negativo (1 punto in 3<br />

gare), è superato brillantemente.<br />

Vanno bene anche i pareggi, tutto<br />

fa brodo. Il <strong>Cagliari</strong> ne inanella<br />

quattro consecutivi, contro le altre<br />

regine del torneo, Torino e Parma.<br />

Poi due rigori dell’infallibile<br />

Bernardini matano Padova e Como.<br />

Nessuno può più fermare la marcia<br />

degli uomini di Ranieri. Il punto<br />

della matematica promozione arriva<br />

a Pisa, terz’ultima giornata. Un 2-2<br />

con gol di Valentini e Provitali.


Indimenticabile l’abbraccio che i tifosi riservano in aeroporto ai rossoblu di ritorno dalla<br />

Toscana. E’ una grande festa di popolo. Meritata, dopo tante amarezze e avere visto da<br />

vicino lo spettro della sparizione. A Claudio Ranieri è riuscita l’impresa di Silvestri: dalla<br />

Terza Serie alla A nel giro di due stagioni. Degno erede di cotanto esempio.


Tutte le foto sono tratte dal libro<br />

“ROSSOBLUOTTANTACINQUE” di Valerio Vargiu

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