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<strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> <strong>sul</strong> <strong>Federalismo</strong><br />
Simona Calissano<br />
“L’Europa in prima pagina.<br />
Il giornalismo europeista e federalista nel secondo dopoguerra”<br />
dall’altro, si era ormai tragicamente rilevata la loro incapacità a gestire tale<br />
interdipendenza senza sfociare apertamente nei conflitti 8 .<br />
Durante il periodo resistenziale, le riflessioni politiche si erano naturalmente<br />
concentrate <strong>sul</strong> ruolo dell’Europa nel dopoguerra 9 ; il sentire comune vedeva il vecchio<br />
continente posto di fronte a un bivio: “scomparire definitivamente o far scomparire la<br />
sovranità nazionale illimitata” riprendendo le parole di Guglielmo Usellini 10 .<br />
Quest’ultimo affermava nel primo numero dell’Unità Europea che l’articolo<br />
fondamentale della futura federazione avrebbe dovuto essere “Lo stato nazionale<br />
sovrano è abolito: ogni nazione d’Europa deferisce una parte della sua sovranità ad un<br />
organismo collettivo che la esercita in nome di tutte” 11 . Gli faceva eco, nello stesso<br />
numero, Ernesto Rossi, secondo il quale lo stato nazionale aveva “esaurito il suo<br />
compito storico” 12 trasformandosi in uno strumento di distruzione; solo la federazione<br />
avrebbe impedito il ricorso alla guerra. Lungi dal costituire un ideale astratto, il<br />
raggiungimento dell’unità europea – un elemento significativamente presente nei<br />
programmi dei partiti – era una battaglia concreta, un’opera “rivoluzionaria e<br />
progressista 13 ” che mirava a una profonda riforma politica, economica e giuridica. I<br />
“caratteri” della federazione venivano poi approfonditi nel secondo numero da Eugenio<br />
Colorni 14 , il quale prendeva le mosse dal discorso pronunciato da Churchill il 21 aprile<br />
1943 circa la costituzione, in seno a una qualche istituzione mondiale, di un “consiglio<br />
d’Europa” fondato <strong>sul</strong>lo spirito animatore della Società delle Nazioni, fornito di un’Alta<br />
Corte in grado di regolare le vertenze e di una forza nazionale o internazionale per dare<br />
esecuzione alle decisioni prese. L’accento posto dal leader britannico <strong>sul</strong>la costruzione<br />
di un’adeguata struttura internazionale in grado di garantire una pace duratura era molto<br />
apprezzato da Colorni, il quale auspicava che il governo inglese si facesse promotore<br />
8<br />
Cfr. Sergio Pistone, La lotta del Movimento federalista europeo dalla Resistenza alla caduta della<br />
Comunità europea di difesa del 1954, in I movimenti per l’unità europea 1945-1954, pp. 17-60, precipue<br />
pp. 18-19, Milano, JacaBook, 1992.<br />
9<br />
Sulle riflessioni e i progetti politici relativi alla riorganizzazione dell’Europa alla fine del conflitto, si<br />
vedano: Arturo Colombo (a cura di), La Resistenza e l’Europa, Firenze, Le Monnier, 1984; Walter<br />
Lipgens, Documents on the History of European Integration, 4 voll., Berlin-New York 1986; Michel<br />
Dumoulin (a cura di), Plans des temps de guerre pour l’Europe d’après-guerre (1940-1947), Bruxelles<br />
1995.<br />
10<br />
G. Usellini, Il Movimento Federalista, in “L’Unità Europea”, n. 1, maggio 1943, pp. 1-2. Si ricorda che<br />
gli scritti pubblicati su “L’Unità Europea” clandestina erano naturalmente anonimi; successivamente sono<br />
stati attribuiti agli Autori qui di seguito indicati.<br />
11<br />
Ibidem.<br />
12<br />
E. Rossi, premesse sociali del federalismo, in “L’Unità Europea”, n. 1, maggio 1943, pp. 2-3.<br />
13<br />
Ibidem.<br />
14<br />
E. Colorni, I caratteri della federazione europea, “L’Unità Europea”, n. 2, agosto 1943, pp. 2-3.<br />
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