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<strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> <strong>sul</strong> <strong>Federalismo</strong><br />
Simona Calissano<br />
“L’Europa in prima pagina.<br />
Il giornalismo europeista e federalista nel secondo dopoguerra”<br />
scriveva Spinelli, verso la fine del dicembre 1954, nel suo diario 91 ; e pochi giorni dopo<br />
riprendeva: “Garosci ha fatto ancora un po’ di opposizione, ma attenuata, alla nuova<br />
formula di «Europa Federata»” 92 . In apertura del primo numero della nuova serie<br />
(febbraio 1955) Spinelli scriveva una lunga riflessione intitolata La nostra battaglia:<br />
“All’inizio del suo ottavo anno di vita, rivolgendosi ormai a un pubblico più vasto, essa<br />
sente il dovere di riesporre senza equivoci le grandi linee della sua politica, che è poi la<br />
politica dei federalisti di tutta Europa 93 ”. Ripercorrendo i principi fondamentali della<br />
lotta federalista – smantellare il sistema delle sovranità nazionali per dar vita a un<br />
mercato comune e, soprattutto, a un’unione politica federale – Spinelli focalizzava<br />
l’attenzione <strong>sul</strong>la volontà dei popoli europei, l’Assemblea costituente europea e la<br />
costituzione dei futuri Stati Uniti d’Europa:<br />
“Europa Federata” si propone di dare il suo contributo a questa lotta, che sarà lunga e<br />
dura, smascherando il falso europeismo con cui oggi si cerca di coprire la miope politica di<br />
conservazione nazionale, indicando le conseguenze necessariamente disastrose di questa<br />
politica, mostrando le possibilità pratiche che volta a volta si presenteranno, di uscire dal vicolo<br />
cieco in cui i nostri popoli si trovano, facendo appello a tutte le forze democratiche, politiche,<br />
culturali, professionali, economiche 94 .<br />
Un nuovo “documento programmatico” per una rivista che si voleva rafforzare e<br />
qualificare più nettamente come “giornale di battaglia”. Nel momento in cui il<br />
movimento si spendeva per la convocazione di una Costituente europea, puntando<br />
quindi <strong>sul</strong>la “base” e non <strong>sul</strong>le troppo deboli e generiche politiche europeiste dei<br />
governi nazionali, Spinelli delineava una pubblicazione non solo puramente teorica,<br />
quindi, ma destinata a calarsi nel vivo del dibattito e diventare una sorta di agorà in cui i<br />
lettori avrebbero potuto incontrarsi, argomentare e consolidare il proprio contributo alla<br />
causa federalista. Non a caso egli paragonò i militanti a Giovanna D’Arco, la quale<br />
operò con ostinata determinazione contro “un’imponente massa di inerzia”; allo stesso<br />
modo, il successo dei federalisti sarebbe stato determinato dalla loro ostinazione a<br />
mettere in luce “l’evidenza” cioè la necessità di unire l’Europa in uno stato<br />
91<br />
A. Spinelli, Diario europeo1948-1969, cit., 23 dicembre 1954 (p. 228) e 5 gennaio 1955 (p. 232).<br />
92<br />
Ibidem.<br />
93<br />
A. Spinelli, La nostra battaglia, in “Europa Federata”, a. VIII, n. 1, 1° febbraio 1955.<br />
94 Ibidem.<br />
-33-