uomini e sport - DF Sport Specialist
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24<br />
TORRE TRIESTE NEL<br />
REGNO DEL CIVETTA:<br />
PRIMA INVERNALE DELLA CASSIN<br />
Sul traversino, che trovasi subito dopo la fessura breve che termina<br />
in ottima fermata, Arcelli a causa della scarsa visibilità vola<br />
a pendolo per circa 10 metri. Negri è sempre attento e pronto<br />
per ogni evenienza e ricupera il compagno tempestivamente. A<br />
causa di questo lasciamo in parete due staffe e sei moschettoni;<br />
alla fine della salita il materiale impiegato sarà il seguente: 30<br />
moschettoni, 6 staffe, 30 chiodi e 4 cunei di legno.<br />
Quindi ci prepariamo per il bivacco. Ci piazziamo in una cengia<br />
inclinata, abbastanza comoda. Prima di sistemarci, sono le 19,<br />
riceviamo da Listolade le segnalazioni che il popolare Silvio ci<br />
fa pervenire a mezzo lampada e contraccambiamo. (Nel venire<br />
passando da Listolade avevamo parlato a Silvio di ciò che andavamo<br />
a fare e lui s’era offerto di aiutarci in tal senso). Questo<br />
fatto ha il potere di farci sentire ancora legati al mondo e non<br />
abbandonati da soli contro la montagna e gli elementi. Quindi,<br />
indossate le giacche a piuma ed infilatisi nei sacchi da bivacco,<br />
attendiamo che la notte ci porti nel mondo dei sogni e che l’alba<br />
possa poi ricondurci nella realtà. Ma prima d’addormentarci<br />
sfottiamo Arcelli per il… bel pendolo di cui prima s’era reso protagonista.<br />
E lui, vedendosi schernito, dapprima ci fulmina con<br />
sguardo cattivo e poi ci fa la… diagnosi del suo “incidente”. Dice:<br />
“attraversavo lento, con cautela, accarezzando gli appigli prima<br />
di fidarmene: sembravano sicuri, ma non lo erano affatto. Sotto i<br />
piedi, ad un tratto, il vuoto.<br />
Il resto lo sapete”.<br />
Domenica 2 febbraio, ore 8: si riprende a salire. Formiamo due<br />
cordate: in testa Negri e Arcelli, seguiamo io e Cattaneo. Il freddo<br />
intenso ci paralizza ed ogni tanto ci dobbiamo fermare per<br />
scaldarci. Dopo questo tratto di arrampicata libera, arriviamo su<br />
una cengia e passo in testa io con Cattaneo; segue la cordata di<br />
Negri e Arcelli. Si prosegue per altri due tiri di corda, poi ci alterniamo<br />
nuovamente. Finalmente il sole giunto a farci compagnia<br />
ci riscalda debolmente, ma il vento sorto ci frusterà fino a sera.<br />
Dopo aver percorso una sessantina di metri in obliquo, giungiamo<br />
ad un diedro.<br />
In questo superamento, a 300 metri dalla vetta, vola Negri a causa<br />
della fuoriuscita di un cuneo, effettuando un volo di 20 metri.<br />
Prontamente tiriamo le corde ed io mi procuro alle mani scottature<br />
di una certa entità. Odo il respiro breve, mozzo dallo sforzo<br />
di Negri, ma quando mi arriva vicino la sua risata aperta ancora<br />
una volta ha il potere di darci sicurezza senza drammatizzare<br />
sull’accaduto. Arriviamo ad un terrazzo. Proseguiamo sino ad<br />
una nicchia posta a 50 metri sopra la seconda grande cengia<br />
e qui bivacchiamo per la seconda volta. Sono le 16.30’. È un<br />
bivacco disagiato di poco agevole adattamento.<br />
Alle 19, a causa dell’ubicazione del bivacco e della nebbia, attendiamo<br />
invano le segnalazioni da Listolade. Parliamo delle difficoltà<br />
da superare, dei 300 metri di parete percorsi oggi; pensiamo ai<br />
nostri cari. Ma noi siamo soli quassù, sopra di noi strapiombi.<br />
Il fatto di non aver avuto tramite le segnalazioni contatto alcuno<br />
con il mondo, mi fa sentire scoraggiato e stanco, e quasi… vorrei<br />
non essermi mai cacciato in questa impresa.<br />
Ma che cosa ci ha fatto venire qui ad affrontare soli pericoli e<br />
ACCADEVA NELL’ANNO…