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n. 8 Ottobre 2009 - Anno V - Free Service srl

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<strong>Free</strong> <strong>Service</strong> <strong>srl</strong> Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 3 al n. 10 <strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong> di Regioni&Ambiente - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DGB Ancona<br />

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SOMMARIO<br />

DALLA CRISI LA SPINTA ALLA MOBILITÀ SOSTENIBILE ....5<br />

Invemet Srl<br />

CAMPIONATORE E MULINO:<br />

GUARDARE AL FUTURO IN UN MOMENTO DI CRISI ....8<br />

L’ITALIA AI MARGINI DELLA<br />

EUROPEAN MOBILITY WEEK ............................. 11<br />

FORMULARIO IDENTIFICATIVO DEL RIFIUTO<br />

EQUIPOLLENTE ALLA SCHEDA DI TRASPORTO ........ 15<br />

LOGIMA <strong>srl</strong><br />

CON LOGIMA PIÙ COMPETITIVI, PIÙ EFFICIENTI .... 17<br />

ITALIA LEADER EUROPEO NEL<br />

RECUPERO DEI LUBRIFICANTI .......................... 19<br />

Inserto normativo<br />

MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI AMBIENTALI<br />

DEL SISTEMA DI TRASPORTO MERCI<br />

L’ITALIA SI CONFORMA ALLA NORMATIVA<br />

UE SUI VEICOLI A FINE VITA ............................. 23<br />

UNA MOSSA CHE SALVA LE CASE<br />

AUTOMOBILISTICHE… MA L’AMBIENTE? ............. 26<br />

DAL WWF LA RICETTA PER LA<br />

RIVOLUZIONE SOSTENIBILE DEI TRASPORTI ......... 29<br />

PM10: BRUXELLES BOCCIA L’ITALIA ................... 33<br />

INCENTIVI AGLI AUTOTRASPORTATORI<br />

PER L’UTILIZZO DELLE VIE DEL MARE .................. 37<br />

3


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Saremo presenti ECOMONDO <strong>2009</strong> – CI TROVATE AL PAD 5 / STAND 40


Presentato il XVII Rapporto ACI - Censis Servizi<br />

“Da una congiuntura costrittiva ad una mobilità eco-compatibile”<br />

DALLA CRISI LA SPINTA<br />

ALLA MOBILITÀ SOSTENIBILE<br />

Sale la benzina, l’uso dell’auto si fa più “risparmioso” e cresce il ricorso al trasporto pubblico.<br />

Questa in sintesi la fotografi a della mobilità italiana del <strong>2009</strong><br />

Sale il prezzo della benzina e anche l’automobilista italiano<br />

tira la cinghia e diventa meno auto-dipendente.<br />

A scattare la foto della mobilità italiana alle prese con la crisi<br />

è il XVII Rapporto Aci - Censis Servizi “Da una congiuntura<br />

costrittiva ad una mobilità eco-compatibile”.<br />

Secondo il Rapporto, con l’aumento del prezzo della benzina<br />

a 1,5 euro 13 italiani su 100 hanno deciso di lasciare a<br />

casa l’auto, o meglio, di consolidarne un uso più “attento”<br />

e “parsimonioso”.<br />

Mentre 79 automobilisti avrebbero continuato ad utilizzare<br />

l’auto con la stessa intensità; 21 ne avrebbero ridotto<br />

l’utilizzo solo in concomitanza dell’impennata dei prezzi;<br />

8 avrebbero tirato fuori l’auto dal garage con il calare dei<br />

prezzi; mentre 13 avrebbero continuato ad optare per altre<br />

forme di mobilità.<br />

Ma non solo. La riduzione nell’utilizzo dell’auto si sarebbe<br />

tradotta anche nella riduzione dei suoi costi di “gestione”<br />

che nel biennio 2007-<strong>2009</strong> si sarebbero ridotti dello 0,9%,<br />

(da 3.339 a 3.306 euro annui).<br />

Nell’analizzare poi le varie voci dei costi di gestione emergono<br />

i paradossi della mobilità italiana: si spende meno per<br />

carburante (-5,2%) e assicurazione (-7,3%), molto di più per<br />

parcheggi (+50%) e multe (+57%).<br />

Con la crisi nel <strong>2009</strong> si riduce, così, rispetto al 2008, il<br />

numero di km percorsi (da 16.300 a 15.700); il numero di<br />

giorni d’uso (da 5,3 a 4,9); il numero di spostamenti giornalieri<br />

inferiori al kilometro (0,2 spostamenti/giorno contro<br />

0,6) e il numero di spostamenti effettuati nei giorni festivi<br />

(2,0 contro 2,2).<br />

Insomma, il consumo di mobilità, secondo il Rapporto, si<br />

fa “meno sprecone”.<br />

L’anno “nero” della crisi si rivela l’ “anno verde” per la mobilità:<br />

dal 2007 al <strong>2009</strong> il trasporto pubblico urbano (bus, metro,<br />

treni) è cresciuto del 7,9%; l’utilizzo della bicicletta dell’8%;<br />

% la condivisione dell’auto (car-sharing) del 4,2%.<br />

Fare di necessità virtù, si dice.<br />

Insomma, dell’auto si può fare a meno, specie in tempi<br />

di crisi.<br />

Gli italiani lo avrebbero capito, stando ai dati riportati nel<br />

Rapporto ACI- Censis Servizi.<br />

La congiuntura avrebbe indotto così nuovi comportamenti<br />

virutosi, spingendo forme di mobilità più sostenibili, a scapito<br />

di un uso sconsiderato dell’auto.<br />

La scelta più “naturale” cade sui mezzi pubblici per il 41,2%<br />

degli intervistati, la camminata a piedi è scelta dal 34,3%, la<br />

bicicletta con il 16,3% di preferenze “supera” invece la moto/<br />

scooter, indicata come “vice” dell’auto dal 15,7%.<br />

L’ultima opzione è infi ne il “car-sharing” fai da te (13,1%).<br />

Cambia anche la percezione dell’inquinamento urbano e la<br />

“coscienza ambientale” degli automobilisti italiani.<br />

Piuttosto che fare mea culpa, gli automobilisti puntano il dito<br />

sugli scarichi e sui veicoli industriali. E non solo. Bocciano<br />

di Silvia Barchiesi<br />

come “poco o per nulla effi cienti” le politiche per fronteggiare<br />

il problema del traffi co (43,9%) e come “inadeguate”<br />

quelle rivolte a contenere l’inquinamento (54,3%).<br />

Poco entusiasti delle “targhe alterne’” e delle ztl, specie<br />

nei comuni con meno di 250mila abitanti, gli automobilisti<br />

italiani vedono nel trasporto pubblico locale la misura antismog<br />

più effi cace e quindi da perseguire.<br />

Peccato che poi il trasporto pubblico disattenda le loro<br />

aspettative.<br />

“Lo studio conferma l’inadeguatezza del trasporto pubblico<br />

locale che non riesce a costituire una valida alternativa<br />

all’auto nemmeno in tempo di crisi: anche se bus e tram<br />

fanno registrare un incremento del 7,9% della domanda,<br />

il 46,3% degli italiani rifi uta il mezzo pubblico perché scomodo<br />

e poco pratico - commenta Enrico Gelpi, Presidente<br />

dell’Automobile Club d’Italia -All’incremento della domanda<br />

non corrispondere un’offerta caratterizzata da quegli standard<br />

di qualità del servizio necessari (puntualità, comfort,<br />

svecchiamento del parco veicolare) affi nché il ricorso al<br />

mezzo pubblico non sia determinato da qualunque tipo di<br />

contingenza ma si consolidi come abitudine. Ora più che<br />

mai - continua Gelpi - bisognerebbe cavalcare questa crescita<br />

di interesse impegnandosi per migliorare al massimo<br />

il servizio offerto così da non perdere i nuovi passeggeri<br />

acquisiti e trasformare un fenomeno congiunturale in un<br />

dato strutturale”.<br />

Ma poiché, l’auto, allo stato attuale, rimane la regina incontrastata<br />

tra tutte le forme di mobilità, l’ACI sottolinea la<br />

necessità del prolungamento degli incentivi: “Poiché non<br />

si riesce a fare a meno dell’auto – puntualizza Gelpi - è opportuno<br />

prevedere una nuova serie di incentivi nel 2010 per<br />

favorire il rinnovo del parco veicolare con vetture a basso<br />

impatto ambientale e dotate dei principali dispositivi per la<br />

sicurezza. Tali incentivi dovrebbero essere estesi anche alle<br />

auto usate più moderne”.<br />

Promossi dall’ACI, gli ecoincentivi piacciono anche agli<br />

automobilisti, perché aiutano a ridurre l’inquinamento atmosferico<br />

(34,8%), contribuiscono al rilancio di un settore<br />

in forte diffi coltà con effetti positivi sul mercato del lavoro<br />

(22,2%), agevolano lo svecchiamento del parco veicoli circolante<br />

(21,6%).<br />

Ma i paradossi della mobilità italiana vengono al pettine se<br />

si analizza l’universo dei giovani conducenti, sempre più<br />

sensibili verso il problema della sicurezza stradale, ma recidivi<br />

nei loro atteggiamenti di guida trasgressivi, consapevoli<br />

della scorrettezza dei loro comportamenti e allo stesso tempo<br />

esigenti nel richiedere una maggiore repressione.<br />

I paradossi della mobilità italiana non fi niscono qui.<br />

“Gli automobilisti - commenta il Presidente dell’ACI - hanno<br />

poca fi ducia verso gli altri pur avendo la presunzione che i<br />

propri comportamenti non destino preoccupazione”.<br />

Eccesso di velocità (59,3%), alcool (59,1%), scarsa educa-<br />

5


zione di automobilisti e motociclisti (27,8%) e distrazione<br />

(15,9%) si confermano i principali nemici della sicurezza<br />

sulle strade.<br />

Le più diffi denti nei confronti dei “colleghi al volante” sono<br />

proprio le donne, più “preoccupate” dall’eccesso di velocità<br />

(63,9% rispetto al 54,7% dei maschi) e dalla guida sotto l’infl<br />

usso di alcool (60,2% rispetto al 58,1% dei maschi).<br />

Gli uomini invece prestano più attenzione a manutenzione<br />

delle strade, ineffi cienza dei veicoli obsoleti e della segnaletica.<br />

Secondo il Rapporto, calano, tuttavia, gli incidenti nel primo<br />

semestre del <strong>2009</strong>.<br />

A confermare la tendenza al ribasso sono i dati dell’Osservatorio<br />

ASAPS - Il Centuaro (Polizia di Stato), che evidenziano<br />

una riduzione degli incidenti (-5,4%), una diminuzione delle<br />

vittime (-27,6%) e un più lieve calo dei feriti (-4,3%).<br />

Secondo il Rapporto, è il venerdì la giornata nera per la sicurezza<br />

stradale. Di venerdì si concentrano, infatti, il maggior<br />

numero di incidenti (15,7% del totale) e di feriti (15,2%). Di sabato,<br />

invece, si registra il maggior numero di morti (17,6%).<br />

In particolare, il venerdì e il sabato notte (tra le 22 e le 6) si<br />

verifi ca il 44,6% del totale degli incidenti notturni.<br />

6<br />

Il collegamento tra incidenti, alcool e movida giovanile salta<br />

così subito in primo piano.<br />

Fra i maschi che vanno in discoteca più di 12 volte l’anno,<br />

il 35,1% dichiara di consumare alcool in modo rischioso, le<br />

femmine sono il 12,8%. La percentuale diminuisce (24,2%<br />

per i maschi, 6,2% per le femmine) fra chi non va in discoteca.<br />

Inoltre sono sempre di più i giovani (18-24) che consumano<br />

alcool in maniera occasionale, senza consuetudine<br />

di utilizzo.<br />

Dilaga anche il fenomeno del cosiddetto binge drinking<br />

(il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in<br />

un’unica occasione), che nel 2008 ha coinvolto 8,5 milioni<br />

di under trenta, di cui 6 milioni e 531 mila maschi ed 1<br />

milione 910 mila femmine.<br />

I dati dell’ACI rivelano la pericolosità del binomio alcool-guida.<br />

I giovani ne sono consapevoli. Ma come si comportano<br />

dopo aver bevuto? Il Rapporto parla chiara: “Un rassicurante<br />

37,9% di under 30, rispetto ad una media totale del 36,9%,<br />

sceglie responsabilmente di limitare il consumo di alcolici;<br />

ancor più saggi i 30-44enni che ne contengono l’utilizzo nel<br />

41% dei casi. Il 47,1% (dato stabile rispetto alla precedente


ilevazione) afferma di non preoccuparsi del problema della<br />

guida dopo il consumo di alcool ‘perché non è un bevitore<br />

abituale’. D’altra parte il 22,1% degli under 30 (quasi 1 su<br />

4) preferisce responsabilmente non guidare pur, però, di<br />

non rinunciare a bere. Preoccupante (anche se si tratta di<br />

una percentuale piuttosto bassa) la quota di giovani (3,4%<br />

rispetto ad una media totale dell’1,2%) che pur sapendo di<br />

doversi mettere alla guida sceglie di non limitare il consumo<br />

di alcool”.<br />

Buone notizie arrivano invece sul versante dei controlli che,<br />

per fortuna, aumentano: nel <strong>2009</strong> il 9,2% degli intervistati<br />

è stato testato dall’etilometro almeno una volta (erano 8%<br />

nel 2007).<br />

Tra le misure di prevenzione adotate per contrastare gli<br />

incidenti stradali non piacciono agli automobilisti le tabelle<br />

sull’alcolemia, entrate in vigore nel settembre 2008.<br />

Il 22,8% degli intervistati le giudica diffi cili da leggere, il<br />

14%<br />

le ha trovate di diffi cile comprensione, mentre il 28,% degli<br />

automobilisti, addirittura, non le ha mai lette, perché non<br />

le ha mai notate.<br />

Eppure gli automobilisti chiedono maggior repressione.<br />

A richiedere più controlli e sanzioni è il 45% degli intervistati,<br />

mentre il 20% invoca addirittura il divieto assoluto<br />

di bere.<br />

Insomma, gli automobilisti non solo chiedono di essere<br />

frenati, ma addirittura di essere puniti per le loro trasgressioni.<br />

Di qui l’accordo plebiscitario degli intervistati (oltre<br />

il 72%) sulla possibilità di prevedere l’arresto immediato<br />

di chi causa incidenti mortali sotto l’infl usso di sostanze<br />

stupefacenti o alcool.<br />

Tra le trasgressioni dichiarate, le più frequenti tra gli automobilisti<br />

sono il superamento dei limiti di velocità (24,3%)<br />

ed il mancato uso delle cinture di sicurezza (19,2%).<br />

Ma la lista delle cattive abitudini al volante comprende anche<br />

infrazioni non pericolose: il parcheggio in divieto di sosta<br />

(27,7%), il parcheggio in doppia fi la (21,2%) ed il mancato<br />

uso degli indicatori direzionali (12,7%).<br />

I giovani risultano la categoria più trasgressiva, soprattutto<br />

per l’abuso di alcool associato alla guida, mentre gli<br />

over 55 risultano i più corretti, soprattutto per il minor uso<br />

dell’auto.<br />

Di qui la necessità, si legge in un comunicato dell’ACI, “di<br />

un percorso formativo continuo che parta dall’obbligo della<br />

prova pratica per il patentino dei ciclomotori, prosegua a 17<br />

anni con un anno di apprendistato alla guida di un’auto<br />

affi ancati da un tutor, e si consolidi con corsi periodici di<br />

guida sicura presso una struttura qualifi cata come i Centri<br />

di Guida Sicura dell’ACI”.<br />

“Una più moderna e costante formazione - sottolinaea Enrico<br />

Gelpi- unitamente alla frequenza di corsi di guida sicura ed<br />

eco-compatibile entro i tre anni dal conseguimento della patente,<br />

che l’ACI auspica vengano al più presto resi obbligatori<br />

come in Europa, siamo certi potranno contribuire ad<br />

accelerare il cambiamento negli stili di vita dell’automobilista.<br />

Dovrebbero frequentare corsi di guida sicura<br />

soprattutto i conducenti che hanno provocato incidenti pericolosi<br />

o commesso gravi violazioni alle norme del Codice<br />

della strada, e più in generale chi deve recuperare punti<br />

sulla patente”.<br />

7


Invemet<br />

CAMPIONATORE E MULINO: GUARDARE<br />

AL FUTURO IN UN MOMENTO DI CRISI<br />

Ora che il <strong>2009</strong> sta fi nalmente volgendo<br />

al termine, mentre le agenzie di rating<br />

rivedono costantemente le previsioni<br />

per il 2010 ritoccandole a volte verso il<br />

basso, si rafforza nell’opinione pubblica<br />

la sensazione che anche il prossimo potrebbe<br />

essere un altro annus horribilis<br />

dell’economia mondiale. La ripresa infatti<br />

è lenta e stentata e non ha toccato<br />

in modo omogeneo tutti i settori dell’industria,<br />

bensì se ne intravedono i primi<br />

effetti un po’ a macchia di leopardo.<br />

Logico pensare che in un momento<br />

come questo si attuino politiche aziendali<br />

improntate all’austerity, in attesa<br />

di tempi migliori. Invemet, come molte<br />

8<br />

di Anna Marchisio - Comunicazione e Marketing Invemet S.r.l.<br />

altre aziende del settore, al momento<br />

opera con una prudenza e una cautela<br />

ancora maggiori del solito, ricevendo i<br />

primi risultati positivi di scelte inizialmente<br />

complesse o impegnative. Lo<br />

sviluppo del sistema della categorizzazione<br />

dei catalizzatori, ad esempio,<br />

si è confermato uno tra gli strumenti<br />

più effi caci a sostegno di una politica<br />

trasparente e razionale degli acquisti.<br />

L’inaugurazione del laboratorio di<br />

analisi nella sede di Cirié (TO) un paio<br />

di anni fa è stato un ulteriore passo<br />

avanti nella direzione di una trasparenza<br />

e di un’affi dabilità sempre maggiori,<br />

ma ora, a dispetto della criticità della<br />

situazione attuale, i soci dell’azienda<br />

torinese (compartecipata al 50% da<br />

una fi nanziaria italiana e al 50% da<br />

Techemet, il leader texano del riciclo<br />

dei catalizzatori) hanno optato per un<br />

altro importante investimento.<br />

Parliamo di un campionatore industriale<br />

per monolite tra i più<br />

tecnologicamente avanzati (metodo<br />

cosiddetto “a cascata”), che entrerà in<br />

funzione nel tardo autunno di quest’anno,<br />

dopo che saranno stati effettuati i<br />

test di rito e i tecnici giunti da Houston<br />

avranno dato la loro l’approvazione.<br />

Il campionatore ha una capacità di<br />

2 t di ceramica l’ora e contribuirà ad


un ulteriore salto di qualità, rendendo<br />

possibile la campionatura di un lotto<br />

di catalizzatori (quali che siano le sue<br />

dimensioni) in tempi davvero brevi. Da<br />

questa lavorazione verrà ricavato il cosiddetto<br />

“campione signifi cativo”, ovvero<br />

una quantità di ceramica oscillante tra i<br />

200 e i 300 g che, ripartita omogeneamente<br />

in tre successivi campioni (uno<br />

per il fornitore, uno per Invemet e uno<br />

da conservarsi in caso di arbitrato) e sottoposta<br />

ad analisi chimica, permetterà di<br />

stabilire il valore di un lotto di catalizzatori<br />

in tempi ora inimmaginabili - ovvero, al<br />

più tardi dieci giorni dopo il ricevimento<br />

della merce a magazzino.<br />

Il campionatore è stato costruito a Houston<br />

da tecnici Techemet sul modello<br />

di campionatori già esistenti presso lo<br />

stabilimento texano, e quindi già ampliamente<br />

testati, ed è stato riprodotto in<br />

quattro esemplari, che oltre ad Invemet<br />

sono stati consegnati ad altre consociate<br />

del Gruppo. La presenza del campionatore<br />

a Cirié signifi ca soddisfare l’esigenza<br />

di quei fornitori che attualmente predili-<br />

gono il metodo della “resa sul metallo”,<br />

rispetto a quello della vendita unitaria<br />

dei catalizzatori, nonché offrire anche ai<br />

fornitori che fi no ad ora hanno venduto<br />

i propri catalizzatori “un tanto al pezzo”<br />

una valutazione più trasparente tramite il<br />

metodo della campionatura e dell’analisi<br />

del proprio materiale.<br />

Parallelamente a questo importante investimento,<br />

sul fronte texano sta per<br />

essere messo in funzione un mulino<br />

per la lavorazione dei catalizzatori<br />

metallici, che fi no a poco tempo fa il<br />

Gruppo dava in lavorazione alla concorrenza.<br />

Eliminare questa contraddizione<br />

ovviamente non risolveva il problema in<br />

sé: per questo Techemet ha deciso di<br />

cercare una propria strada, mettendosi<br />

in gioco con un investimento economicamente<br />

importante ma che, ne siamo<br />

sicuri, col tempo darà i suoi frutti.<br />

Per Invemet il vantaggio è evidente:<br />

anche sui catalizzatori metallici l’azienda<br />

torinese sarà in grado di presentare<br />

un’offerta più competitiva e se necessario<br />

su misura - cioè, anche in questo<br />

caso, con un’eventuale “resa sul metallo”.<br />

Siamo, dunque, indipendenti anche per<br />

questo tipo di lavorazione che prevede<br />

metodologie e tecniche diverse rispetto<br />

al riciclo dei catalizzatori ceramici.<br />

È quindi possibile, senza facili retoriche<br />

o falsi ottimismi, guardare al futuro con<br />

realismo e fi ducia, sapendo cogliere<br />

anche nei momenti di maggiore crisi gli<br />

stimoli e le sfi de per migliorare le proprie<br />

prestazioni, correggere eventuali<br />

errori, crescere in modo responsabile e<br />

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L’ITALIA AI MARGINI DELLA<br />

EUROPEAN MOBILITY WEEK<br />

Dal 16 al 22 settembre si è tenuta in più di 1.550 città europee la settimana della Mobilità Sostenibile.<br />

Appena 22 città italiane hanno aderito a questo evento e non è la prima volta<br />

“Migliorare il clima urbano”. Questo<br />

è il tema attorno al quale più di 1.300<br />

città d’Europa (ma l’anno scorso le adesioni<br />

avevano superato quota 2.100)<br />

hanno organizzato eventi ed iniziative<br />

di sensibilizzazione per la Settimana<br />

Europea della Mobilità in programma<br />

dal 16 al 22 settembre.<br />

Lo slogan scelto per l’edizione <strong>2009</strong><br />

sottolinea ancora una volta le responsabilità<br />

ed il ruolo delle politiche<br />

ambientali urbane nella lotta ai cambiamenti<br />

climatici globali.<br />

Da quando è stata organizzata per la<br />

prima volta nel 2002, la Settimana Europea<br />

della Mobilità ha visto aumentare<br />

di 6 volte il numero delle città partecipanti.<br />

L’anno scorso, sotto l’egida del<br />

tema centrale “Aria pulita per tutti”,<br />

sono state 2.102 le autorità locali che<br />

hanno fi rmato la Ccarta della Settimana<br />

della mobilità e/o che hanno registrato<br />

le loro attività sul sito della campagna<br />

www.mobilityweek.eu, battendo così<br />

il record di adesioni.<br />

A livello di popolazione, questo signifi -<br />

ca che, potenzialmente, 220 milioni di<br />

cittadini in 39 Pesi hanno partecipato<br />

alla manifestazione nel 2008.<br />

Il tasso di partecipazione è aumentato<br />

di quasi il 4% rispetto al 2007e l’iniziativa<br />

è stata seguita con interesse sia nei<br />

vecchi che nei nuovi Stati membri, così<br />

come nei paesi candidati all’adesione e<br />

in quelli del SEE e dell’EFTA.<br />

La Settimana Europea della Mobilità<br />

è un’iniziativa di successo che viene<br />

adottata sempre più spesso anche al<br />

di fuori dell’Europa, per esempio in<br />

Brasile, Venezuela, Colombia, Canada,<br />

Giappone, Corea del Sud e Taiwan:<br />

all’edizione del 2008 hanno partecipato<br />

importanti città quali Seul, Rio de<br />

Janeiro, Taipei, Montreal, Yokohama<br />

e Quito.<br />

La Settimana europea della mobilità è<br />

coordinata da tre organizzazioni non<br />

governative specializzate nelle questioni<br />

ambientali nelle aree urbane:<br />

Eurocities, Energie-Cités e Climate<br />

Alliance.<br />

La Direzione Generale dell’Ambiente<br />

di Valentina Bellucci<br />

della Commissione Europea fornisce il<br />

supporto fi nanziario e organizza i premi<br />

annuali per il miglior programma di<br />

attività e misure.<br />

Nel commentare l’iniziativa <strong>2009</strong>,<br />

Stavros Dimas, Commissario Responsabile<br />

dell’Ambiente, ha dichiarato: “Le<br />

automobili producono una notevole<br />

quantità di gas a effetto serra che contribuiscono<br />

ai cambiamenti climatici<br />

e incidono gravemente sulla qualità<br />

della vita in città. È quindi importante<br />

che le autorità pubbliche e i cittadini<br />

in tutta l’Unione europea adottino modi<br />

di trasporto meno inquinanti. Così<br />

verrà ridotto l’impatto dei cambiamenti<br />

climatici e miglioreranno le condizioni<br />

di vita nelle nostre città”.<br />

Anche Antonio Tajani, Vicepresidente<br />

della Commissione europea responsabile<br />

dei trasporti, ha voluto sentenziare<br />

come: “La Settimana europea della mobilità<br />

è un chiaro esempio di come le<br />

iniziative a livello europeo possano incoraggiare<br />

e agevolare l’azione a livello<br />

locale. Il nuovo Piano d’Azione sulla<br />

Mobilità Urbana che intendo proporre<br />

a breve scadenza seguirà precisamente<br />

questa fi losofi a. Infatti metterà a<br />

disposizione delle autorità comunali<br />

una serie di strumenti pratici con cui<br />

potranno affrontare la questione dei<br />

cambiamenti climatici e migliorare la<br />

sostenibilità della mobilità urbana”.<br />

Il <strong>2009</strong> dovrebbe essere un anno cruciale<br />

nella lotta contro i cambiamenti<br />

climatici, visto che i leader mondiali<br />

intendono concludere un accordo che<br />

faccia seguito al protocollo di Kyoto in<br />

occasione della conferenza della Nazioni<br />

Unite sui cambiamenti climatici<br />

(COP15) programmata per dicembre<br />

a Copenaghen. Dal momento che oltre<br />

il 70% della popolazione europea<br />

vive in aree urbane, le autorità locali<br />

dispongono di un potenziale notevole<br />

per attenuare i cambiamenti climatici<br />

progettando politiche pubbliche<br />

coerenti con gli obiettivi globali e incentivando<br />

i cittadini a ridurre la loro<br />

impronta ambientale. La Settimana<br />

Europea della Mobilità intende sensi-<br />

bilizzare la popolazione: considerando<br />

che i trasporti rappresentano circa un<br />

terzo del consumo totale di energia e<br />

oltre un quinto delle emissioni di gas<br />

a effetto serra, l’uso di modi alternativi<br />

di trasporto può ridurre sensibilmente<br />

queste cifre.<br />

Come di consueto, anche quest’anno i<br />

paesi più attivi in occasione di questo<br />

evento, sono stati Francia, Austria e<br />

Germania, a seguire Polonia e Budapest.<br />

In Francia si è ripetuta la Giornata<br />

del trasporto pubblico:i francesi hanno<br />

viaggiato su autobus, tram, metro e<br />

treni al prezzo giornaliero di un euro.<br />

L’iniziativa ha coperto gran parte del<br />

territorio francese: hanno partecipato<br />

4 regioni, 31 dipartimenti e 121 città<br />

per un totale di 156 reti di trasporto<br />

pubblico. Rispetto all’anno passato si<br />

è registrato un aumento delle adesioni<br />

all’iniziativa del 10%.<br />

In Austria, per chi viaggia in treno,<br />

le compagnie ferroviarie sono hanno<br />

offerto sconti fi no al 50% durante la<br />

Settimana della Mobilità. Con lo slogan<br />

“Andare in bici è sano, fa bene al clima<br />

ed è il modo più veloce per muoversi nel<br />

traffi co”, il Ministero austriaco per la<br />

Qualità della Vita ha indetto il concorso<br />

“Die Tägliche Radfahrwette – La gara<br />

quotidiana della bici”: una sfi da di velocità<br />

tra colleghi di lavoro che vanno<br />

in bici o in auto per vedere chi arriva<br />

prima in uffi cio. I concorsi sembrano<br />

piacere ai Paesi di lingua tedesca.<br />

In Germania è stato organizzato il<br />

“Fahr Rad - Vai in bici”: classi e gruppi<br />

di ragazzi tra i 12 e 18 anni partecipano<br />

ad un tour virtuale on-line attraverso la<br />

Germania sommando i chilometri che<br />

quotidianamente compiono andando in<br />

bici: per tutti in palio gadget per la bici.<br />

Lo stesso meccanismo di conteggio dei<br />

chilometri è utilizzato da “Stadtradeln<br />

- Pedala in città”, una campagna<br />

dell’Allenza tedesca per il Clima che<br />

ha invitato ad organizzare biciclettate<br />

cittadine: ha vinto la città che ha percorso<br />

più chilometri in base al numero<br />

di partecipanti.<br />

11


Budapest, in Ungheria, ha organizzato<br />

tre giornate senza traffi co. La Via<br />

Andrássy, inclusa nell’elenco del patrimonio<br />

mondiale dell’UNESCO, è stata<br />

chiusa al traffi co automobilistico e trasformata<br />

in una “strada viva”, completa<br />

di erba verde sui marciapiedi, tornei<br />

sportivi, teatro di strada, dimostrazioni<br />

con veicoli puliti, gare di biciclette e attività<br />

di pittura in strada per bambini.<br />

Ad Almada, in Portogallo, i cittadini<br />

hanno ricevuto biglietti gratuiti per i<br />

mezzi di trasporto pubblico in cambio<br />

di materiale riciclabile, per esempio<br />

lattine, bottiglie di plastica e batterie.<br />

In un cinema all’aperto sono stati proiettati<br />

gratuitamente diversi fi lm celebri<br />

sui cambiamenti climatici.<br />

Al contrario, l’Italia rimane ai margini<br />

manifestando come questa Settimana<br />

sia sempre meno sentita nel nostro Paese<br />

(salvo casi peculiari) in cui anche<br />

le azioni dimostrative,di carattere culturale,<br />

contro il traffi co e l’inquinamento<br />

che caratterizza i centri urbani, sono<br />

sempre più sporadiche.<br />

Il nostro Ministero non ha dato neanche<br />

l’adesione così che la rappresentanza<br />

italiana è stata affi data alle singole iniziative<br />

delle città.<br />

Bologna è alla guida di questo sparuto<br />

gruppo di città attive: Comune e<br />

Regione hanno concentrato gli sforzi<br />

organizzando vari appuntamenti:<br />

workshop, convegni alimentati da “bicigeneratori”,<br />

laboratori, ciclostaffette<br />

alimentari, mercatini delle biciclette<br />

usate, consulenze in piazza di mobility<br />

manager. Anche il Comune di Parma,<br />

insieme a Infomobility, ha organizzato<br />

diverse iniziative dal 16 al 22 settembre:<br />

ogni giorno alle 11 e alle 18 presso il<br />

Mobility Point, appositamente allestito<br />

in piazza Garibaldi, sono state diverse<br />

le occasioni di confronto e di dibattito,<br />

alla presenza di docenti universitari,<br />

assessori, dirigenti e tecnici del Comune<br />

sui temi della mobilità sostenibile.<br />

Sono stati inoltre rilanciati diversi servizi<br />

legati alla mobilità sostenibile quali<br />

l’iscrizione al car sharing e al bike sharing.<br />

La Città ha aderito anche a “In<br />

12<br />

town without my car” chiudendo alle<br />

auto il centro storico 10 alle 18.<br />

Diverse le iniziative in programma anche<br />

a Ferrara dove molto interessante<br />

è stato un convegno sulle facilitazioni<br />

alla fruizione delle stazioni ferroviarie<br />

da parte dei ciclisti alle presso la Sala<br />

Alfonso del Castello Estense.<br />

Le iniziative organizzate dalle amministrazioni<br />

di Padova e Vicenza hanno<br />

avuto il loro culmine nel blocco domenicale<br />

del traffi co: a Vicenza dalle<br />

9 alle 18, a Padova dalle 10 alle 18. A<br />

Vicenza per l’occasione tutti gli autobus<br />

di linea sono stati gratuiti.<br />

Molte le programmazioni anche a Torino,<br />

dove la bicicletta è stata celebrata<br />

in ogni sua forma: laboratori, mostre,<br />

proiezioni, biciclettate nel centro storico.<br />

Paradossalmente mentre nel Vecchio<br />

Continente è diminuita l’attenzione<br />

(e un po’ anche le adesioni), in vari<br />

Paesi del Nuovo Mondo, soprattutto<br />

in America Latina sembra crescere la<br />

partecipazione a manifestazioni simili<br />

volte a eliminare per un giorno l’uso<br />

dell’auto.<br />

Dall’Ecuador al Cile sono state fatte<br />

iniziative per incentivare la mobilità<br />

sostenibile. E per la prima volta, a Rio<br />

de Janeiro, sono state chiuse al traffi co<br />

alcune strade di Copacabana.<br />

Il settore dei trasporti, fonte principale<br />

di emissioni di CO 2 , continua ad essere<br />

l’indiziato principale per la sua<br />

dipendenza dai carburanti di origine<br />

fossile.<br />

La Commissione Europea ha invitato,<br />

quindi, le amministrazioni locali ad<br />

organizzare iniziative volte a sensibilizzare<br />

la popolazione ma anche ad<br />

impegnarsi politicamente adottando le<br />

“tecnologie verdi” più all’avanguardia<br />

per rendere pulito ed energeticamente<br />

effi ciente il sistema dei trasporti locale.<br />

Le politiche locali a favore della<br />

mobilità ciclabile, pedonale, del trasporto<br />

pubblico e dei mezzi condivisi,<br />

potranno essere più che mai in questo<br />

momento vetrina importante per<br />

l’Europa a poco più di due mesi dall’appuntamento<br />

di Copenhagen, quando gli<br />

occhi e le speranze di tutto il mondo<br />

saranno rivolti al meeting delle Nazioni<br />

Unite sui cambiamenti climatici.<br />

L’UEpuò incoraggiare le città a sviluppare<br />

politiche volte a raggiungere<br />

gli obiettivi UE in materia di lotta ai<br />

cambiamenti climatici, creazione di un<br />

effi ciente sistema di trasporti e rafforzamento<br />

della coesione sociale.<br />

In questo senso la Commissione Europea<br />

ha presentato per la prima volta<br />

un programma globale di sostegno per<br />

la mobilità urbana. Le autorità locali,<br />

regionali e nazionali possono benefi -<br />

ciare di tale programma di sostegno e<br />

degli strumenti che verranno offerti. Il<br />

loro utilizzo permetterà di affrontare la<br />

sfi da della mobilità urbana sostenibile<br />

e facilitare il processo decisionale politico.<br />

Inoltre, i cittadini e le imprese<br />

europee benefi ceranno del programma<br />

di sostegno su base giornaliera.<br />

Il Piano d’Azione sulla Mobilità Urbana<br />

prevede 20 azioni riguardanti i<br />

temi seguenti:<br />

Miglioramento dell’informazione,<br />

per agevolare i trasporti, la Commissione<br />

lavorerà di concerto con gli<br />

operatori e con le autorità del settore<br />

per migliorare le informazioni sui<br />

viaggi. Verranno studiate le norme<br />

di accesso alle zone verdi introdotte<br />

in tutta l’UE, nonché l’eventuale necessità<br />

di azioni future.<br />

Diritti dei passeggeri, la Commissione<br />

lavorerà di concerto con gli<br />

interessati per fi ssare una serie di<br />

impegni volontari sui diritti dei passeggeri<br />

nel trasporto urbano. Poiché<br />

le persone con disabilità hanno il diritto<br />

di accedere al trasporto urbano<br />

al pari delle persone normodotate,<br />

il tema della mobilità urbana farà<br />

parte della strategia UE in materia<br />

di disabilità.<br />

Migliore pianifi cazione, una pianifi<br />

cazione integrata può offrire una<br />

risposta alle numerose sfi de della<br />

mobilità che le città si trovano ad<br />

affrontare. Per accelerare la sotto-


scrizione di piani di mobilità urbana<br />

sostenibili nelle città e nelle regioni,<br />

la Commissione preparerà materiale<br />

informativo e avvierà attività promozionali.<br />

Verranno altresì redatti<br />

documenti di orientamento su aspetti<br />

importanti relativi a detti piani, quali<br />

la distribuzione delle merci nelle<br />

aree urbane e i sistemi di trasporto<br />

intelligenti per la mobilità urbana.<br />

• Rendere i trasporti più ecologici,<br />

molti sono i cittadini che vorrebbero<br />

rendere i trasporti più ecologici. La<br />

Commissione continuerà a sostenere<br />

i progetti di ricerca e dimostrazione,<br />

ad esempio sui veicoli a basse emissioni<br />

e a emissioni zero. Verrà proposta<br />

una guida internet ai veicoli puliti e<br />

a basso consumo energetico e, di concerto<br />

con gli Stati membri, verranno<br />

stabilite le modalità per includere<br />

la guida effi ciente sotto il profi lo del<br />

consumo energetico nei programmi<br />

degli esami di guida. La Commissione<br />

tratterà inoltre questioni di mobilità<br />

urbana con gli interessati del settore<br />

della sanità.<br />

• Condividere le esperienze, per<br />

aiutare i responsabili politici a condividere<br />

le esperienze, la Commissione<br />

instituirà un database contenente<br />

informazioni su un’ampia gamma<br />

di soluzioni testate e già attuate. Il<br />

database conterrà inoltre un riepilogo<br />

della normativa e degli strumenti<br />

fi nanziari UE inerenti alla mobilità<br />

urbana e offrirà strumenti didattici.<br />

La Commissione cercherà di capire<br />

come migliorare la disponibilità dei<br />

dati e delle statistiche, favorire lo<br />

scambio di informazioni sulla tariffazione<br />

urbana e promuovere il<br />

dialogo internazionale sulla mobilità<br />

urbana con le regioni vicine dell’Europa<br />

e con i partner mondiali.<br />

• Finanziamento, per fi nire, verrà affrontata<br />

la questione fondamentale<br />

dei fi nanziamenti. La Commissione<br />

si impegnerà ad ottimizzare le<br />

attuali fonti di fi nanziamento UE,<br />

tenendo altresì in considerazione<br />

le future necessità in materia. Ver-<br />

rà inoltre redatto un documento di<br />

orientamento sulla mobilità urbana<br />

sostenibile e sulla politica di coesione,<br />

e verrà analizzata l’effi cacia<br />

delle varie soluzioni di tariffazione<br />

dei trasporti urbani. Le campagne<br />

d’istruzione, d’informazione e di<br />

sensibilizzazione svolgono un ruolo<br />

importante nella creazione di una<br />

nuova cultura della mobilità urbana.<br />

La Commissione continuerà perciò<br />

a promuovere l’organizzazione di<br />

campagne di sensibilizzazione del<br />

pubblico, ad esempio la Settimana<br />

Europea della Mobilità.<br />

Anche l’associazionismo ambientale si<br />

interroga continuamente sull’argomento<br />

mobilità, infatti, recentemente il WWF<br />

ha redatto il Dossier “Potenziale delle<br />

misure di riduzione del gas-serra nel<br />

sistema de trasporti italiano”, realizzato<br />

con la collaborazione del Gruppo Allianz<br />

(Ndr: per maggiori informazioni<br />

su questo particolare si veda l’articolo<br />

alle pagg. 29-31).<br />

Si ricorda, a questo proposito che in 16<br />

anni (dal 1990 al 2006) le emissioni nel<br />

settore dei trasporti sono aumentate del<br />

28,1% e se non ci saranno inversioni<br />

di tendenza, all’orizzonte del 2020 si<br />

potrebbe arrivare ad un apporto di CO 2<br />

per questo settore di 180-190 milioni di<br />

t/a, con uno scarto del 75-80% rispetto<br />

al target di Kyoto.<br />

La qual cosa confermerebbe il primato<br />

negativo dell’Italia rispetto ai Paesi europei<br />

più avanzati: il nostro Paese con<br />

il suo aumento del 28% viene prima<br />

della Francia (+17% ) del Regno Unito<br />

(+15%), della Svezia (+ 9%), e della<br />

Germania (-2%).<br />

Del resto la situazione del nostro Paese<br />

è chiara: aumentano le immatricolazioni<br />

(nel mese di agosto e settembre<br />

hanno avuto un buon incremento, infatti<br />

la Motorizzazione ha immatricolato<br />

84.560 autovetture con una variazione<br />

di +8,54%, rispetto ad agosto 2008<br />

durante il quale furono immatricolate<br />

77.905 autovetture) e di pari passo sale<br />

l’inquinamento da CO 2 anche perché<br />

non vengono attuate le giuste contromisure<br />

e l’obiettivo di Kyoto sembra<br />

allontanarsi inesorabilmente.<br />

Le tiepidi contromisure, come ad<br />

esempio blocchi al traffi co o incentivi<br />

per le biciclette (e a questo proposito<br />

non si può non ricordare il successo<br />

ottenuto dal recente meccanismo di<br />

incentivazione all’acquisto) non forniscono<br />

garanzie immediate, al punto<br />

che a breve in alcune zone i blocchi al<br />

traffi co verranno estesi anche ai veicoli<br />

diesel Euro2.<br />

Su questo fronte l’Emilia-Romagna è<br />

intervenuta già nella passata stagione<br />

invernale, limitando la circolazione oltre<br />

che a tutti i veicoli Euro0 e diesel<br />

Euro1 anche ai diesel Euro2 sprovvisti<br />

di fi ltro anti-particolato.<br />

Analogo provvedimento in provincia<br />

di Torino, dove, con un anno di ritardo,<br />

entrerà in vigore il blocco alla<br />

circolazione degli Euro2 diesel immatricolati<br />

da più di 10 anni, in tutto circa<br />

76 mila veicoli.<br />

La misura, prevista dal piano regionale<br />

di risanamento della qualità dell’aria,<br />

doveva essere recepita dai Comuni piemontesi<br />

attraverso il coordinamento<br />

delle Province, già nell’autunno 2008,<br />

ma un anno fa rispettò le disposizioni<br />

regionali solo Verbania.<br />

A questo punto si ritiene che diffi cilmente<br />

la qualità dell’aria degli ambienti<br />

urbani italiani migliorerà a breve e ciò<br />

causerà per il nostro Paese l’ennesima<br />

inosservanza delle direttive europee.<br />

13


Approfondimento<br />

FORMULARIO IDENTIFICATIVO DEL RIFIUTO<br />

EQUIPOLLENTE ALLA SCHEDA DI TRASPORTO<br />

Una nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti fa chiarezza<br />

sull’argomento anche grazie ad una sollecitazione di C.A.R.<br />

Sul numero di Agosto/Settembre del Notiziario avevamo<br />

ampiamente trattato di come il D. Lgs n. 214 del 22 dicembre<br />

2008, modifi cando il precedente D. Lgs n. 286 del 22<br />

novembre 2005 (“Disposizioni per il riassetto normativo di<br />

liberalizzazione regolata dell’esercizio dell’attività di autotrasporto”),<br />

ha introdotto, con l’articolo 7-bis, la cosiddetta:<br />

scheda di trasporto.<br />

Il fi ne del documento è quello di conseguire maggiori livelli<br />

di sicurezza stradale, e favorire, nel contempo, le verifi che<br />

sul corretto esercizio dell’attività di autotrasporto merci per<br />

conto terzi tramite un meccanismo di tracciabilità,<br />

La scheda di trasporto identifi ca tutti i soggetti coinvolti<br />

nella fi liera del trasporto stesso e costituisce la documentazione<br />

idonea ai fi ni della procedura di accertamento delle<br />

responsabilità nei confronti di tali soggetti, ossia: vettore,<br />

committente, caricatore, e proprietario delle merci.<br />

Il Decreto Interministeriale emanato dal Ministero delle<br />

Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero<br />

dell’Interno ed il Ministero dell’Economia e delle<br />

Finanze, il 30 giugno <strong>2009</strong> (“Approvazione della scheda di<br />

trasporto”), ha dato attuazione delle disposizioni contenute<br />

nel sopra citato art. 7-bis del D. Lgs 286/2005, stabilendo<br />

quindi, il contenuto della scheda di trasporto e degli altri<br />

eventuali documenti ad essa equivalenti.<br />

Successivamente, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza<br />

del Ministero dell’Interno e il Dipartimento per i trasporti, la<br />

navigazione ed i sistemi informativi e statistici – Direzione<br />

generale per il trasporto stradale e per l’intermodalità del<br />

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno diramato,<br />

in data 17 luglio e, a seguire, in data 7 agosto, due Circolari<br />

che presentavano, in oggetto: “Disposizioni operative per la<br />

corretta compilazione del documento e per il suo controllo”<br />

e “ulteriori disposizioni operative” che, tuttavia, per la categoria<br />

degli Autodemolitori, non presentavano caratteristiche<br />

totalmente esplicative.<br />

In sostanza, non venivano specifi cati al meglio i trasporti<br />

esenti dalla tenuta della scheda di trasporto.<br />

Questa incertezza ha mosso la Confederazione degli Autodemolitori<br />

Riuniti – C.A.R., nell’interesse dei propri Soci<br />

e della Categoria tutta, a richiedere un chiarimento (prot.<br />

239/07/09) agli uffi ci preposti, nel quale si legge:<br />

“Il sottoscritto Alfonso Gifuni, nella qualità di Presidente<br />

della Associazione “C.A.R., Confederazione Autodemolitori<br />

Riuniti”, avanza all’Autorità in indirizzo la seguente richiesta<br />

di chiarimento tecnico-giuridico.<br />

La suddetta Confederazione, che riunisce operatori del settore<br />

specifi co del recupero e del trattamento degli autoveicoli e<br />

pone tra i propri obiettivi lo sviluppo, il coordinamento, la disciplina,<br />

la difesa dell’attività imprenditoriale del recupero e<br />

del trattamento degli autoveicoli e la rappresentanza e tutela<br />

morale, giuridica ed economica delle aziende associate,<br />

premesso che:<br />

• vista l’entrata in vigore del D.lgs n. 214/09, che, nel modifi -<br />

care il D.lgs n. 286/05, ha inserito l’art. 7-bis che istituisce<br />

la cd. “scheda di trasporto”;<br />

• vista la recentissima entrata in vigore del relativo D.M.<br />

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 30/6/09 “Approvazione<br />

della scheda di trasporto” ( G.U. n.153 del 4<br />

luglio <strong>2009</strong>);<br />

• lette “Le disposizioni operative per la corretta compilazione<br />

del documento e per il suo controllo”, diramate dal Dipartimento<br />

dei Trasporti Terrestri e Intermodale (Registro<br />

Uffi ciale Uscita- Prot.: 0071914 del 17/7/09);<br />

• conscio che la “ratio” di tale istituto giuridico consiste nel<br />

risalire ai diversi soggetti della fi liera del trasporto, cui<br />

sono imputabili le responsabilità condivise per la corretta<br />

esecuzione del servizio;<br />

• considerato che tale funzione di tracciabilità delle merce<br />

trasportata a bordo in conto terzi è alternativamente assolta<br />

dalla tenuta a bordo di documenti elencati ex art. 3<br />

del suddetto D.M. 30/6/09, tra i quali lo stesso documento<br />

di trasporto( D.D.T.);<br />

• considerato che quanto trasportato dagli autodemolitori<br />

- veicolo fuori uso da demolire- rifi uto speciale pericoloso<br />

- è soggetto a normativa speciale, ex D.lgs n. 209/03 e<br />

succ. modif., nonché la sua tracciabilità viene assolta<br />

dalla compilazione dei Formulari Identifi cativi del Rifi uto<br />

( F.I.R.), oltre chiaramente al D.D.T.;<br />

• pur consapevole che, alla lettera, non viene posto alcun<br />

obbligo in capo agli autodemolitori per la compilazione<br />

di tale scheda di trasporto;<br />

• letta, altresì, però, l’unica esenzione che si pone ex art. 4<br />

del suddetto D.M., che testualmente :<br />

“Sono esentati dalla compilazione della scheda di trasporto<br />

i trasporti di collettame che avvengono mediante un unico<br />

veicolo, di partite di peso inferiore a 50 quintali, commissionate<br />

da diversi mittenti, purché accompagnati da idonea<br />

documentazione comprovante la tipologia del trasporto effettuato”;<br />

• onde evitare letture equivoche di tale ultima disposizione-<br />

dagli operatori del settore, ma specie dagli organi di<br />

controllo-;<br />

• a difesa della categoria, la quale pur si interroga su eventuali<br />

adempimenti legati a tale nuovo istituto giuridico;<br />

tanto premesso,<br />

si richiede a codesto spett.le Ministero di voler chiarire con<br />

una uniforme interpretazione la lettura dell’ art. 4 D.M.<br />

30/6/09, al fi ne di specifi care al meglio i trasporti esenti<br />

dalla tenuta della scheda di trasporto.<br />

15


Ebbene, in data 24 settembre <strong>2009</strong> il Dipartimento della<br />

Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e il Dipartimento<br />

per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi<br />

e statistici – Direzione generale per il trasporto stradale e<br />

per l’intermodalità del Ministero delle Infrastrutture e dei<br />

Trasporti ha fornito le seguenti precisazioni:<br />

“Ai sensi della norma indicata in oggetto, e del connesso<br />

decreto ministeriale n. 554/<strong>2009</strong> (art. 3), che disciplina nel<br />

dettaglio i contenuti della scheda di trasporto, può considerarsi<br />

equipollente alla scheda ogni altro documento che<br />

deve obbligatoriamente accompagnare il trasporto<br />

stradale delle merci, ai sensi della normativa comunitaria,<br />

degli accordi o delle convenzioni internazionali<br />

o di altra norma vigente o emanata successivamente<br />

al presente decreto.<br />

Al riguardo, preso atto delle considerazioni esposte da codesto<br />

Ministero, si ritiene che il formulario previsto dal D. Lgs.<br />

2 aprile 2006, n. 152, art. 193 e dal decreto del Ministero<br />

dell’Ambiente 1° aprile 1998, n. 148, che deve obbligatoriamente<br />

accompagnare il trasporto dei rifi uti, possa essere<br />

considerato documentazione equipollente, a norma della<br />

disciplina sopra richiamata.<br />

Peraltro, nelle Circolari applicative diramate dagli organi<br />

di Polizia sul territorio, è stato precisato che i documenti<br />

equipollenti debbono comunque contenere i dati relativi<br />

al vettore, al committente, al caricatore ed al proprietario<br />

della merce, nonché quelli relativi alla tipologia e al peso<br />

della merce trasportata ed ai luoghi di carico e scarico della<br />

merce stessa.<br />

16<br />

Dall’esame del formulario di identifi cazione dei rifi uti, si<br />

rileva che in esso sono senz’altro contenuti i dati circa il<br />

vettore, la tipologia e il peso della merce e i luoghi di carico<br />

e scarico.<br />

Sempre nel formulario viene individuata la fi gura del “produttore/detentore”<br />

del rifi uto che, di norma, è il soggetto<br />

che dispone il trasporto, ne cura il carico sui veicoli e, in<br />

genere, è proprietario del rifi uto fi no al conferimento dello<br />

stesso al destinatario.<br />

Pertanto, ai fi ni dell’accertamento delle responsabilità<br />

concorrenti dei soggetti di fi liera del trasporto di cui<br />

al D. Lgs. 286/2005, qualora non altrimenti indicato con<br />

apposita dichiarazione sottoscritta dal produttore/<br />

detentore, e nel caso in cui non venga redatta apposita<br />

scheda di trasporto, la fi gura del produttore/detentore<br />

coincide con le fi gure del committente, del caricatore<br />

e del proprietario della merce.<br />

In tal caso, si provvede a diramare istruzioni agli Organi<br />

di controllo operanti sul territorio”.<br />

In conseguenza di tale precisazione, in data 6 ottobre <strong>2009</strong><br />

C.A.R. ha diramato a tutti Soci una Circolare (n. 15) nella<br />

quale si trasmette che: è stata sancita la equipollenza<br />

del formulario identifi cativo del rifi uto ( F.I.R) con<br />

la recente scheda di trasporto, esonerando di conseguenza<br />

gli Autodemolitori dalla tenuta della scheda<br />

di trasporto.


LogiMa <strong>srl</strong><br />

CON LOGIMA PIÙ<br />

COMPETITIVI, PIÙ EFFICIENTI<br />

Lo attesta la C.E.R.V Urciuoli <strong>srl</strong> di Atripalda (AV) che grazie ai<br />

cantilever LogiMa può contare su di un centro moderno, ordinato e sicuro<br />

Centri di autodemolizione più competitivi e più effi cienti?<br />

Con LogiMa <strong>srl</strong> si può!<br />

Basta dare un’occhiata al centro C.E.R.V Urciuoli <strong>srl</strong> di<br />

Atripalda (AV) per capire come l’adozione delle soluzioni<br />

LogiMa faccia realmente la differenza.<br />

Daniele Urciuoli, uno dei titolari dell’azienda, lo ha capito<br />

fi n da subito, da quando ha acquistatoi suoi primi 10<br />

cantilever, apposite scaffalature per lo stoccaggio ordinato<br />

e sicuro degli autoveicoli, targate LogiMa.<br />

Da alcuni mesi a questa parte, grazie ai cantilever, infatti,<br />

il suo centro è cambiato: “Numerosi i benefi ci che abbiamo<br />

riscontrato dopo l’installazione dei cantilever – soha<br />

sottolineato soddisfatto Urciuoli- I veicoli non sono più abbandonati<br />

nel piazzale e accatastati l’uno sull’altro. Grazie<br />

a queste apposite scaffalature evitiamo anche il loro danneggiamento.<br />

Il vantaggio però non è solo economico. Anche<br />

l’occhio infatti vuole la sua parte. Tutto risulta più ordinato<br />

e più gestibile. Addirittura grazie ai cantilever e tramite un<br />

sistema di telecamere interne ci è possibile fornire istruzioni<br />

sullo stoccaggio dei veicoli dagli uffi ci al piazzale. E non solo.<br />

Anche la viabilità interna al piazzale è decisamente miglio-<br />

di Silvia Barchiesi<br />

rata e di conseguenza anche la sicurezza. I nostri dipendenti<br />

lavorano meglio e più sicuri. Con i cantilever il nostro centro<br />

ha operato un vero e proprio salto di qualità”.<br />

Specializzata per lo più nella vendita di ricambi usati, la<br />

C.E.R.V Urciuoli <strong>srl</strong> di Atripalda, dall’alto della sua esperienza<br />

cinquantennale, ha creduto fi n da subito nella tecnologia<br />

LogiMa, azienda leader nella progettazione, consulenza e<br />

vendita di soluzioni per la logistica e la gestione di magazzino,<br />

e sosì, dopo aver toccato con mano i vantaggi dei<br />

cantilever, a soli tre mesi di distanza, ha effettuato un nuovo<br />

ordine: altri 10 cantilever .<br />

“Con questo secondo ordine abbiamo continuato il lavoro<br />

di ampliamento e di potenziamento del nostro centro. Ma<br />

c’è ancora molto da fare”, sottolinea Urciuoli.<br />

Nell’ambito della strategia di ampliamento del centro, attualmente<br />

esteso su una superfi cie di oltre 5.000 metri quadrati<br />

e destinato a raddoppiare entro il prossimo febbraio, l’azienda,<br />

rimasta pienamente soddisfatta, ha già in programma<br />

altri ordini.<br />

La gamma dei prodotti LogiMa è infatti è ampia, tale da<br />

soddisfare ogni tipo di esigenza.<br />

Specie per chi, come la C.E.R.V Urciuoli <strong>srl</strong> di Atripalda<br />

punta a fare dell’effi cienza la chiave del proprio successo<br />

e si appoggia a LogiMa come trampolino verso la competitività.<br />

Per contatti:<br />

Giovanni Paolini 348 3034493<br />

Giovanni Del Moro 393 9609502<br />

17


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Riciclaggio degli oli esausti<br />

ITALIA LEADER EUROPEO NEL<br />

RECUPERO DEI LUBRIFICANTI<br />

Ma una correzione al contributo per il riciclaggio è stata resa necessaria a seguito di una procedura<br />

di infrazione comminataci dalla Commissione europea per aver aggirato la regola sulla concorrenza<br />

Oltre 4.000.000 di tonnellate di oli<br />

usati raccolti in 25 anni per un risparmio<br />

equivalente di circa un miliardo di<br />

euro nella bolletta energetica italiana<br />

nei corrispettivi 25 anni.<br />

Ben 212.497 tonnellate di oli lubrifi -<br />

canti usati raccolti nel solo 2008.<br />

Sono questi i numeri del riciclaggio<br />

di oli usati, desunti dal sito uffi ciale<br />

del COOU, il Consorzio che da<br />

1984 opera per garantire la raccolta<br />

e il corretto riutilizzo degli oli<br />

lubrifi canti usati, e per informare<br />

l’opinione pubblica sui rischi derivanti<br />

dalla loro dispersione nell’ambiente.<br />

Proseguendo nella visione della home<br />

page del sito www.coou.it, si legge<br />

che “L’attività di raccolta è passata da<br />

50.000 tonnellate nel 1984 a 212.497<br />

tonnellate di oli usati nel 2008, il 93%<br />

del potenziale raccoglibile. Questo risultato<br />

ha consentito alla rigenerazione<br />

di produrre oltre 117.000 tonnellate<br />

di basi lubrifi canti e 35.000 tonnellate<br />

di altri prodotti petroliferi (gasoli e<br />

bitume), confermando, così, la leadership<br />

europea del nostro Paese in questo<br />

particolare processo di trattamento e<br />

riutilizzo di lubrifi canti usati”.<br />

“Le aziende che immettono sul mercato<br />

olio nuovo e rigenerato sono tenute<br />

a fi nanziarne i costi della raccolta<br />

attraverso il “contributo consortile”.<br />

Tale contributo è pari a 75 euro per<br />

ogni tonnellata di olio immesso al consumo”.<br />

Riandando con la memoria ad un passato<br />

non tanto recente, si può verifi care<br />

che già nel 1975 una Direttiva del<br />

Consiglio della Comunità Economica<br />

Europea (75/439/CEE del 16 giugno),<br />

poneva ai Paesi membri il problema<br />

dell’eliminazione degli oli usati, facendo<br />

precedere al dettato normativo le<br />

seguenti considerazioni:<br />

• ogni regolamento in materia di eliminazione<br />

degli oli usati deve avere<br />

fra i suoi obiettivi principali la protezione<br />

dell’ambiente contro gli effetti<br />

nocivi dello scarico, del deposito o del<br />

trattamento di detti oli;<br />

• la riutilizzazione degli oli usati può<br />

di Alberto Piastrellini<br />

contribuire ad una politica d’approvvigionamento<br />

di combustibili;<br />

• il programma d’azione delle Comunità<br />

europee in materia ambientale<br />

sottolinea l’importanza del problema<br />

dell’eliminazione degli oli usati senza<br />

conseguenze nocive per l’ ambiente;<br />

• le quantità di oli usati, ed in particolare<br />

delle emulsioni, sono aumentate<br />

nella Comunità;<br />

• un sistema effi cace e coerente di<br />

trattamento di questi oli, tale da non<br />

ostacolare gli scambi intracomunitari<br />

e da non alterare le condizioni di<br />

concorrenza, dovrebbe essere applicato<br />

a tutti questi prodotti, compresi<br />

quelli composti soltanto in parte di<br />

olio, e prevederne il trattamento innocuo<br />

a condizioni economicamente<br />

soddisfacenti;<br />

• un tale sistema dovrebbe regolare il<br />

trattamento, lo scarico, il deposito e<br />

la raccolta degli oli usati e prevedere<br />

un meccanismo di autorizzazione<br />

delle imprese che eliminano tali oli,<br />

nonché , in taluni casi, la raccolta<br />

e/o l’eliminazione obbligatoria di<br />

questi oli e le idonee procedure di<br />

controllo;<br />

• qualora determinate imprese fossero<br />

tenute a procedere alla raccolta<br />

e/o all’eliminazione degli oli usati,<br />

la parte delle spese da esse sostenute<br />

e non coperte dalle loro entrate dovrebbe<br />

poter essere compensata da<br />

indennità che possono tra l’altro ,<br />

essere fi nanziate da una tassa sugli<br />

oli nuovi o rigenerati.<br />

Ebbene, nel tempo il nostro Paese<br />

si è dotato di strumenti normativi e<br />

strutturali per rispondere positivamente<br />

alle istanze di recupero di materia<br />

e di energia già da tempo perseguite<br />

dall’Europa, sino a raccogliere i frutti di<br />

un lavoro virtuoso ad opera di aziende<br />

ed enti appositamente dedicati.<br />

Tuttavia, come spiega in una nota Palazzo<br />

Chigi: “per incentivare le imprese<br />

alla raccolta e alla rigenerazione degli<br />

oli usati, l’Italia ha adottato per molti<br />

anni un sistema di compensazione dei<br />

maggiori costi per tale attività mediante<br />

lo strumento fi scale dell’imposta di<br />

consumo, riconoscendo alle basi lubrifi<br />

canti rigenerate una misura ridotta<br />

del 50%”.<br />

Non solo, successivamente, la Legge n.<br />

266 del 2005 ha limitato l’agevolazione<br />

alle sole basi ottenute dalla rigenerazione<br />

di oli esausti raccolti in Italia.<br />

Questo ha portato la Commissione<br />

Europea, nel 2007, ad avviare una<br />

procedura di infrazione contro l’Italia<br />

per violazione dell’art. 90 (ex 95) del<br />

Trattato Europeo, che recita: “Nessuno<br />

Stato membro applica direttamente o<br />

indirettamente ai prodotti degli altri<br />

Stati membri imposizioni interne, di<br />

qualsivoglia natura, superiori a quelle<br />

applicate direttamente o indirettamente<br />

ai prodotti nazionali similari.<br />

Inoltre, nessuno Stato membro applica<br />

ai prodotti degli altri Stati membri<br />

imposizioni interne intese a proteggere<br />

indirettamente altre produzioni”.<br />

Orbene, onde rimuovere la procedura<br />

di infrazione e “tutelare al tempo stesso<br />

la raccolta dell’olio usato secondo<br />

quanto disposto dalle direttive comunitarie<br />

che sono state emanate allo scopo<br />

di incoraggiare l’avvio a rigenerazione<br />

degli oli usati (più di 200 milioni di litri<br />

all’anno in Italia), favorendo così lo<br />

smaltimento di un rifi uto liquido, tossico<br />

e pericoloso”, il Governo italiano<br />

ha varato un Decreto-legge (più noto<br />

come: “salva infrazioni”), recante “Disposizioni<br />

urgenti per l’attuazione di<br />

obblighi internazionali e comunitari e<br />

per l’esecuzione di sentenze della Corte<br />

di Ciustizia delle Comunità Europee”.<br />

L’art. 13 di tale D. L. (del quale per<br />

maggiore completezza d’informazione<br />

riportiamo il dettato nel box seguente),<br />

prevede un nuovo contributo per il riciclo<br />

degli oli usati.<br />

La norma, infatti, regola l’unifi cazione<br />

dell’imposta di consumo tra oli rigenerati<br />

e oli di prima raffi nazione alla<br />

nuova aliquota di 750 euro per 1.000<br />

Kg.<br />

Nel dettato vengono inoltre meglio spe-<br />

19


cifi cate le attribuzioni del Consorzio<br />

Obbligatorio degli Oli Usati (COOU),<br />

al quale viene affi dato il compito di<br />

assicurare il corretto trattamento degli<br />

oli usati.<br />

Si dispone, quindi, che per i servizi<br />

che riceve il COOU potrà riconoscere<br />

ai rigeneratori un compenso fi ssato<br />

sulla base di criteri di mercato.<br />

Nel passaggio dall’agevolazione fi scale<br />

a un sistema di remunerazione, da<br />

parte del Consorzio, del servizio di rigenerazione<br />

degli oli usati si intravede la<br />

soluzione per far cadere il presupposto<br />

giuridico della procedura d’infrazione<br />

comunitaria; inoltre, secondo gli estensori<br />

della legge, la soluzione proposta<br />

non comporta perdite di gettito per<br />

l’erario e non provoca alcun aggravio<br />

al consumatore.<br />

Di seguito riportiamo l’illustrazione<br />

tecnica dell’art. 13, così come appare<br />

nel sito del Dipartimento Politiche<br />

Comunitarie – Presidenza del Consiglio<br />

dei Ministri<br />

Con la nota C(2007)2863 del 27 giugno<br />

2007, la Commissione europea ha<br />

emesso, nei confronti della Repubblica<br />

italiana, un parere motivato ai sensi<br />

dell’articolo 226, primo comma, del<br />

Trattato CE con il quale si contesta<br />

la mancata osservanza degli obblighi<br />

comunitari che incombono in virtù<br />

dell’articolo 90 del Trattato medesimo.<br />

Successivamente la Commissione ha<br />

deferito, dinnanzi alla Corte di Giustizia<br />

CE (Causa C-572/08), la Repubblica<br />

italiana per non essersi adeguata alle<br />

indicazioni della medesima Commissione<br />

nei tempi previsti.<br />

Oggetto della procedura di infrazione<br />

in parola è il combinato disposto dalle<br />

norme dell’art. 62 del decreto legislativo<br />

26 ottobre 1995, n. 504, (testo unico<br />

accise - TUA) secondo l’interpretazione<br />

recata dalla circolare n. 24/D del 2004<br />

dell’Agenzia delle dogane e dell’art. 1,<br />

comma 116, della legge 23 dicembre<br />

2005, n. 266 (legge fi nanziaria 2006)<br />

20<br />

art. 13<br />

Decreto-legge recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi internazionali e<br />

comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di Ciustizia delle Comunità Europee”.<br />

(Modifi che alle disposizioni tributarie in materia di imposte di consumo sugli oli lubrifi<br />

canti rigenerati – Procedura d’infrazione n. 2004/2190)<br />

1. All’articolo 1, comma 116, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: “e al primo<br />

periodo del comma 5 del medesimo articolo 62 la denominazione “oli usati” deve intendersi<br />

riferita agli oli usati raccolti in Italia” sono soppresse.<br />

2. Nel testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui<br />

consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre<br />

1995, n. 504, sono apportate le seguenti modifi cazioni:<br />

a) all’articolo 62, nel comma 5:<br />

1) il primo periodo è sostituito dal seguente: “Gli oli lubrifi canti ottenuti dalla rigenerazione<br />

di oli usati, derivanti da oli, a base minerale o sintetica, già immessi<br />

in consumo, sono sottoposti all’imposta di cui al comma 1 nella stessa misura<br />

prevista per gli oli di prima distillazione.”;<br />

2) il secondo periodo è sostituito dal seguente: “Per i prodotti energetici ottenuti nel<br />

processo di rigenerazione congiuntamente agli oli lubrifi canti trovano applicazione<br />

le disposizioni di cui all’articolo 21.”;<br />

b) nell’allegato I, l’aliquota relativa all’imposta di consumo sugli oli lubrifi canti è determinata<br />

in euro 750,00 per mille chilogrammi.<br />

3. Limitatamente alle basi ed agli oli lubrifi canti rigenerati che, alle ore zero della data di<br />

entrata in vigore della presente disposizione, risultino giacenti, per fi ni commerciali, in<br />

quantità complessivamente non inferiore a 1.000 chilogrammi, presso depositi commerciali<br />

nazionali e non ancora assoggettati all’imposta di consumo di cui all’articolo 62 del citato<br />

decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, è applicata l’imposta di consumo prevista, per<br />

gli oli e le basi rigenerate, dal medesimo articolo 62 nella formulazione in vigore il giorno<br />

precedente alla data di entrata in vigore della presente disposizione.<br />

4. All’articolo 236, comma 12, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, sono apportate<br />

le seguenti modifi cazioni:<br />

a) le lettere i) e l) sono sostituite dalle seguenti:<br />

“i) concordare con le imprese che svolgono attività di rigenerazione i parametri<br />

tecnici per la selezione degli oli usati idonei per l’avvio alla rigenerazione;<br />

l) incentivare la raccolta di oli usati rigenerabili;”;<br />

b) dopo la lettera l) sono inserite le seguenti:<br />

l-bis) cedere gli oli usati rigenerabili raccolti alle imprese di rigenerazione che ne facciano<br />

richiesta in ragione del rapporto fra quantità raccolte e richieste, delle capacità<br />

produttive degli impianti previste dalle relative autorizzazioni e, per gl’impianti già<br />

in funzione, della pregressa produzione di basi lubrifi canti rigenerate di qualità<br />

idonea per il consumo;<br />

l-ter) corrispondere alle imprese di rigenerazione un corrispettivo a fronte del trattamento<br />

determinato in funzione della situazione corrente del mercato delle basi lubrifi canti<br />

rigenerate, dei costi di raffi nazione e del prezzo ricavabile dall’avvio degli oli usati<br />

al riutilizzo tramite combustione; tale corrispettivo sarà erogato con riferimento<br />

alla quantità di base lubrifi cante ottenuta per tonnellata di olio usato, di qualità<br />

idonea per il consumo ed effettivamente ricavata dal processo di rigenerazione<br />

degli oli usati ceduti dal consorzio all’impresa stessa;<br />

l-quater) assicurare l’avvio alla combustione dell’olio usato non rigenerabile ma riutilizzabile<br />

ovvero dell’olio rigenerabile non ritirato dalle imprese di rigenerazione e lo<br />

smaltimento dell’olio usato non riutilizzabile nel rispetto delle disposizioni contro<br />

l’inquinamento”.<br />

che stabilirebbe una tassazione discri- prosegue a pag. 21


MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI<br />

AMBIENTALI DEL SISTEMA<br />

DI TRASPORTO MERCI (Marco Polo II)<br />

Approvato il 16 settembre <strong>2009</strong> un nuovo Regolamento (CE) relativo<br />

alle concessioni di contributi fi nanziari comunitari (GUUE L. 266 del 9/10/<strong>2009</strong>)<br />

(ndr. Si avverte che il testo del Decreto Legislativo<br />

inserito nelle pagine di questo Inserto non riveste carattere<br />

di ufficialità e non sostitutivo in alcun modo<br />

della pubblicazione ufficiale cartacea).<br />

IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO<br />

DELL’UNIONE EUROPEA,<br />

visto il trattato che istituisce la Comunità europea,<br />

in particolare l’articolo 71, paragrafo 1, e l’articolo<br />

80, paragrafo 2,<br />

vista la proposta della Commissione, visto il parere<br />

del Comitato economico e sociale europeo (1) ,<br />

previa consultazione del Comitato delle regioni,<br />

deliberando secondo la procedura di cui all’articolo<br />

251 del trattato (2) ,<br />

considerando quanto segue:<br />

(1) Il riesame intermedio del Libro bianco sui trasporti<br />

pubblicato nel 2001 dalla Commissione dal<br />

titolo «Mantenere l’Europa in movimento - Una<br />

mobilità sostenibile per il nostro continente»,<br />

del 22 giugno 2006, evidenzia il potenziale del<br />

programma Marco Polo, istituito dal regolamento<br />

(CE) n. 1382/2003 del Parlamento europeo e<br />

del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativo alla<br />

concessione di contributi fi nanziari comunitari<br />

destinati a migliorare le prestazioni ambientali<br />

del sistema di trasporto merci («programma Marco<br />

Polo») (3) come fonte di fi nanziamento in grado<br />

di offrire agli operatori del trasporto stradale su<br />

assi congestionati soluzioni alternative con altri<br />

modi di trasporto. Il programma Marco Polo<br />

costituisce pertanto un elemento fondamentale<br />

dell’attuale politica dei trasporti.<br />

(1) Parere del 24 marzo <strong>2009</strong> (non ancora pubblicato nella Gazzetta<br />

uffi ciale).<br />

(2) Parere del Parlamento europeo del 23 aprile <strong>2009</strong> (non ancora<br />

pubblicato nella Gazzetta uffi ciale) e decisione del Consiglio del<br />

27 luglio <strong>2009</strong>.<br />

(3) GU L 196 del 2.8.2003, pag. 1.<br />

(2) In assenza di un’azione risoluta, il trasporto di<br />

merci complessivo su strada in Europa dovrebbe<br />

crescere di oltre il 60 % entro il 2013. L’effetto<br />

sarebbe un aumento previsto del trasporto internazionale<br />

di merci su strada di 20,5 miliardi di<br />

tonnellate/km l’anno per l’Unione europea entro<br />

il 2013, con conseguenze negative in termini di<br />

ulteriori costi per infrastrutture stradali, incidenti,<br />

congestione del traffi co, inquinamento locale e<br />

globale, danni ambientali e inaffi dabilità della<br />

catena di approvvigionamento e delle attività<br />

logistiche.<br />

(3) Per far fronte a questo aumento è necessario<br />

utilizzare più di quanto si faccia attualmente il<br />

trasporto marittimo a corto raggio, il trasporto<br />

ferroviario e per vie d’acqua interne ed incentivare<br />

nuove poderose iniziative del settore dei<br />

trasporti e della logistica, compresi gli interporti<br />

e altre piattaforme che facilitano l’intermobilità,<br />

per promuovere nuovi approcci e l’impiego di<br />

innovazioni tecniche in tutti i modi di trasporto<br />

e nella loro gestione.<br />

(4) Un obiettivo dell’Unione europea è rafforzare le<br />

modalità di trasporto ecocompatibili, indipendentemente<br />

dal fatto che tale obiettivo determini<br />

o meno uno specifi co trasferimento modale o<br />

un effetto di prevenzione nel caso del trasporto<br />

di merci su strada.<br />

(5) A norma del regolamento (CE) n. 1692/2006 (4) ,<br />

alla Commissione è stato richiesto di effettuare<br />

una valutazione del programma Marco Polo («il<br />

programma») e, qualora necessario, di presentare<br />

proposte per la modifi ca di tale programma.IT<br />

9.10.<strong>2009</strong> Gazzetta uffi ciale dell’Unione europea<br />

L 266/1<br />

(6) Una valutazione esterna dei risultati del programma<br />

Marco Polo stimava che tale programma non<br />

avrebbe conseguito i suoi obiettivi di trasferimento<br />

modale e conteneva alcune raccomandazioni<br />

per migliorarne l’effi cacia.<br />

(4) GU L 328 del 24.11.2006, pag. 1.<br />

I<br />

inserto normativo


(7) La Commissione ha effettuato un’analisi d’impatto<br />

delle misure proposte dalla valutazione<br />

esterna e di altre misure volte a potenziare l’effi<br />

cienza del programma. Da tale analisi è emersa<br />

la necessità di apportare una serie di modifi che<br />

al regolamento (CE) n. 1692/2006 intese a facilitare<br />

la partecipazione delle piccole imprese e<br />

delle microimprese, abbassare le soglie di ammissibilità<br />

delle azioni, aumentare l’intensità del<br />

fi nanziamento e semplifi care l’attuazione del<br />

programma e le relative procedure amministrative.<br />

(8) È opportuno incrementare la partecipazione al<br />

programma delle piccole imprese e delle microimprese<br />

consentendo a singole imprese di<br />

presentare domanda di fi nanziamento e abbassando<br />

le soglie di ammissibilità per le proposte<br />

presentate da imprese di navigazione interna.<br />

(9) Le soglie di ammissibilità delle proposte presentate<br />

per il fi nanziamento dovrebbero essere<br />

abbassate ed espresse in tonnellate/km trasferite<br />

annualmente, fatta eccezione per le azioni comuni<br />

di apprendimento. Queste soglie dovrebbero<br />

essere calcolate su tutto il periodo di attuazione<br />

delle azioni di cui all’allegato senza fi ssare alcun<br />

tasso annuale di attuazione. Non dovrebbe<br />

essere più necessaria una soglia specifi ca applicabile<br />

alle azioni di riduzione del traffi co e per<br />

questo tipo di azione, così come per le azioni<br />

catalizzatrici e le azioni delle autostrade del mare,<br />

è opportuno stabilire una durata minima.<br />

(10) È opportuno aumentare l’intensità del fi nanziamento<br />

introducendo una defi nizione di «merci»<br />

che includa l’elemento del trasporto nel calcolo<br />

del trasferimento modale e autorizzando in via<br />

eccezionale proroghe alla durata massima per<br />

azioni che registrano ritardi di avviamento. È<br />

opportuno che si tenga conto nel testo, come<br />

modifi cato, dell’allegato al regolamento (CE) n.<br />

1692/2006, dell’adeguamento dell’intensità del<br />

fi nanziamento da 1 EUR a 2 EUR, secondo la<br />

procedura di cui all’allegato I di detto regolamento.<br />

II<br />

(11) Al fi ne di semplifi care l’attuazione del programma,<br />

è opportuno sopprimere l’allegato II del regolamento<br />

(CE) n. 1692/2006 sulle condizioni per la<br />

concessione del contributo fi nanziario applicabile<br />

alle infrastrutture ausiliarie. È inoltre opportuno<br />

eliminare la procedura di comitato per la selezione<br />

annuale delle azioni da fi nanziare.<br />

(12) Si dovrebbe istituire un collegamento più dettagliato<br />

fra il programma e la rete transeuropea dei<br />

trasporti («RTE-T») che istituisce il quadro per le<br />

autostrade del mare, nonché ampliare le considerazioni<br />

ambientali in modo che comprendano<br />

la totalità dei costi esterni delle azioni.<br />

(13) È pertanto opportuno modifi care di conseguenza<br />

il regolamento (CE) n. 1692/2006.<br />

(14) Affi nché le misure previste dal presente regolamento<br />

possano essere attuate nel modo più<br />

opportuno e rapido, il presente regolamento<br />

dovrebbe entrare in vigore quanto prima successivamente<br />

alla sua adozione,<br />

HANNO ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:<br />

Articolo 1<br />

Il regolamento (CE) n. 1692/2006 è così modifi cato:<br />

1) all’articolo 2 è aggiunta la seguente lettera:<br />

«p) “merci”: ai fi ni del calcolo delle «tonnellate/<br />

km» trasferite su strada, le merci trasportate,<br />

l’unità di trasporto intermodale più il veicolo<br />

stradale, comprese le unità di trasporto<br />

intermodale vuote e i veicoli stradali vuoti,<br />

nel caso in cui siano trasferiti su strada.»;<br />

2) all’articolo 4, il paragrafo 1 è sostituito dal seguente:<br />

«1. Le azioni sono presentate da imprese o consorzi<br />

stabiliti negli Stati membri o nei paesi<br />

(*) GU L 228 del 9.9.1996, pag. 1.»;


partecipanti di cui all’articolo 3, paragrafi 3<br />

e 4.»;<br />

3) l’articolo 5 è così modifi cato:<br />

a) al paragrafo 1, la lettera b) è sostituita dalla<br />

seguente:<br />

«b) azioni per le autostrade del mare; all’interno<br />

dell’Unione europea queste azioni<br />

sono coerenti con le caratteristiche del<br />

progetto prioritario delle autostrade del<br />

mare defi nito nel quadro della decisione<br />

n. 1692/96/CE del Parlamento europeo<br />

e del Consiglio, del 23 luglio 1996, sugli<br />

orientamenti comunitari per lo sviluppo<br />

della rete transeuropea dei trasporti (*);<br />

b) il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:<br />

«2. Le specifi che condizioni per l’erogazione dei<br />

contributi e altre disposizioni relative alle<br />

diverse azioni sono stabilite nell’allegato.»;<br />

4) l’articolo 7 è sostituito dal seguente:<br />

«Articolo 7<br />

Aiuti di Stato<br />

Il contributo fi nanziario comunitario alle azioni<br />

contemplate dal programma non impedisce la concessione<br />

alle stesse di aiuti di Stato a livello nazionale,<br />

regionale o locale, purché tali aiuti siano compatibili<br />

con il regime degli aiuti di Stato prescritto dal trattato<br />

e nei limiti cumulativi fi ssati per i singoli tipi di<br />

azione di cui all’allegato.»;<br />

5) l’articolo 8 è sostituito dal seguente:<br />

«Articolo 8<br />

Presentazione di azioni<br />

Le azioni sono presentate alla Commissione in conformità<br />

delle disposizioni procedurali dettagliate<br />

adottate a norma dell’articolo 6. Le presentazioni<br />

contengono tutte le informazioni necessarie per consentire<br />

alla Commissione di procedere alla selezione<br />

a norma dei criteri di cui all’articolo 9.<br />

Se necessario, la Commissione fornisce assistenza<br />

ai richiedenti per facilitare il procedimento di presentazione,<br />

per esempio mediante un help-desk on<br />

line.»;<br />

6) l’articolo 9 è sostituito dal seguente:<br />

«Articolo 9<br />

Selezione delle azioni ai fi ni della concessione<br />

del contributo fi nanziario<br />

Le azioni presentate sono valutate dalla Commissione.<br />

Nella selezione delle azioni ai fi ni della concessione<br />

del contributo fi nanziario ai sensi del programma, la<br />

Commissione tiene conto di quanto segue:<br />

a) degli obiettivi di cui all’articolo 1;<br />

b) delle condizioni stabilite nella colonna appropriata<br />

dell’allegato;<br />

c) del contributo delle azioni fi nalizzate alla riduzione<br />

della congestione stradale;<br />

d) dei relativi benefi ci ambientali delle azioni e dei<br />

relativi benefi ci delle azioni in termini di riduzione<br />

dei costi esterni, compreso il loro contributo<br />

alla riduzione delle incidenze ambientali negative<br />

causate dal trasporto marittimo a breve distanza,<br />

dal trasporto ferroviario e per vie d’acqua interne.<br />

Attenzione specifi ca è data alle azioni che<br />

prescrivono requisiti più severi di quelli previsti<br />

dalla normativa ambientale in vigore;<br />

e) della complessiva sostenibilità delle azioni.<br />

La Commissione, dopo aver informato il comitato di<br />

cui all’articolo 10, adotta la decisione di concedere<br />

un contributo fi nanziario.<br />

(*) GU L 266 del 9.10.<strong>2009</strong>, pag. 1»;<br />

III<br />

ormativo


La Commissione informa i benefi ciari delle decisioni<br />

adottate.»;<br />

7) l’articolo 14 è così modifi cato:<br />

IV<br />

a) il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:<br />

«2. La Commissione presenta al Parlamento<br />

europeo, al Consiglio, al Comitato economico<br />

e sociale europeo e al Comitato<br />

delle regioni una comunicazione sui<br />

risultati ottenuti dai programmi Marco<br />

Polo nel periodo 2003- 2010. La Commissione<br />

presenta tale comunicazione<br />

prima di elaborare una proposta per<br />

un terzo programma Marco Polo e<br />

tiene conto delle osservazioni contenute<br />

nella comunicazione al momento<br />

dell’elaborazione di detta proposta.»;<br />

b) è aggiunto il seguente paragrafo:<br />

«2 bis. La comunicazione di cui al paragrafo<br />

2 tratta in particolare quanto segue:<br />

— l’impatto del presente regolamento,<br />

quale modifi cato dal regolamento (CE)<br />

n. 923/<strong>2009</strong> del Parlamento europeo e<br />

del Consiglio, del 16 settembre <strong>2009</strong>,<br />

recante modifi ca del regolamento (CE)<br />

n. 1692/2006 che istituisce il secondo<br />

programma “Marco Polo” relativo alla<br />

concessione di contributi fi nanziari<br />

comunitari per migliorare le prestazioni<br />

ambientali del sistema di trasporto<br />

merci (Marco Polo II) (*),<br />

— le esperienze in materia di gestione<br />

del programma da parte dell’Agenzia<br />

esecutiva per la competitività e l’innovazione,<br />

— la necessità di differenziare tra i modi<br />

di trasporto in riferimento alle condizioni<br />

per la concessione del contributo<br />

fi nanziario, in base alla sicurezza, alle<br />

prestazioni ambientali e all’effi cienza<br />

energetica,<br />

— l’effi cacia dell’azione per la prevenzione<br />

dei trasporti su strada,<br />

— la necessità di istituire un’assistenza<br />

orientata alla domanda nella fase di<br />

presentazione delle domande, tenendo<br />

conto delle necessità delle piccole e<br />

microimprese di trasporto,<br />

— il riconoscimento della recessione economica<br />

quale motivo eccezionale per<br />

prorogare la durata delle azioni,<br />

— la riduzione delle soglie di ammissibilità<br />

specifi ca per azioni specifi che del<br />

prodotto,<br />

— la possibilità di indicare i valori delle<br />

soglie minime di fi nanziamento per le<br />

azioni proposte in termini di effi cienza<br />

energetica e benefi ci ambientali oltre<br />

che di tonnellate/km trasferite,<br />

— l’opportunità di inserire “unità di trasporto”<br />

nella defi nizione del termine<br />

“merci”,<br />

— la disponibilità di rassegne annuali<br />

complete delle azioni che sono state<br />

cofi nanziate,<br />

— la possibilità di assicurare la coerenza<br />

tra il programma, il Piano d’azione per<br />

la logistica e la RTE-T, adottando le<br />

misure appropriate al fi ne di coordinare<br />

l’assegnazione dei fondi comunitari, in<br />

particolare per le autostrade del mare,<br />

— la possibilità di rendere ammissibili le<br />

spese sostenute in un paese terzo se<br />

l’azione è effettuata da imprese di uno<br />

Stato membro,


— la necessità di tener conto delle caratteristiche<br />

specifi che del settore della<br />

navigazione interna e delle sue piccole<br />

e medie imprese, per esempio per<br />

mezzo di un apposito programma per<br />

il settore della navigazione interna,<br />

— la possibilità di estendere il programma<br />

ai paesi confi nanti, e<br />

— la possibilità di un ulteriore adeguamento<br />

del programma per gli Stati<br />

membri costituiti da isole o arcipelaghi.<br />

8) l’articolo 15 è sostituito dal seguente:<br />

«Articolo 15<br />

Abrogazione<br />

Il regolamento (CE) n. 1382/2003 è in tal modo abrogato<br />

con effetto dal 14 dicembre 2006.<br />

I contratti relativi alle azioni realizzate nell’ambito<br />

del regolamento (CE) n. 1382/2003 continuano a<br />

essere disciplinati da detto regolamento fi no al loro<br />

completamento operativo e fi nanziario.»;<br />

9) l’allegato I del regolamento (CE) n. 1692/2006<br />

è sostituito dal testo che fi gura nell’allegato del<br />

presente regolamento;<br />

10) l’allegato II del regolamento (CE) n. 1692/2006<br />

è soppresso.<br />

Articolo 2<br />

Il presente regolamento entra in vigore il giorno<br />

successivo alla pubblicazione nella Gazzetta uffi -<br />

ciale dell’Unione europea. Il presente regolamento<br />

è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente<br />

applicabile in ciascuno degli Stati membri. Fatto a<br />

Strasburgo, addì 16 settembre <strong>2009</strong>.<br />

Per il Parlamento europeo<br />

Il presidente<br />

J. BUZEK<br />

Per il Consiglio<br />

La presidente<br />

C. MALMSTRÖM<br />

V<br />

ormativo


VII<br />

ormativo


VIII


segue da pag. 20<br />

minatoria in materia di oli lubrifi canti<br />

rigenerati.<br />

Tale articolo 62 prevede, attualmente, la<br />

sottoposizione degli oli lubrifi canti ad<br />

una imposta di consumo che si applica,<br />

ai sensi del comma 5 del medesimo<br />

articolo 62, in misura ridotta (50 per<br />

cento) sugli oli lubrifi canti ottenuti<br />

dalla rigenerazione di oli lubrifi canti<br />

usati. Tale riduzione di tassazione è<br />

fi nalizzata ad incoraggiare la rigenerazione<br />

dei lubrifi canti esausti attraverso<br />

la compensazione del maggior costo<br />

produttivo dei lubrifi canti ottenuti a<br />

partire da oli usati rispetto quelli ottenuti<br />

a partire da prodotti petroliferi.<br />

L’agevolazione fi scale suddetta compete<br />

anche agli oli lubrifi canti rigenerati<br />

in altri Paesi dell’UE e successivamente<br />

commercializzati in Italia; per tali<br />

prodotti, al fi ne di incoraggiare lo<br />

smaltimento, attraverso la rigenerazione,<br />

degli oli lubrifi canti usati raccolti<br />

nel territorio nazionale, l’agevolazione<br />

fi scale in parola compete a condizione<br />

che gli oli rigenerati in parola siano<br />

ottenuti a partire da oli esausti raccolti<br />

in Italia, come ribadito dall’art. 1, comma<br />

116, della citata legge n. 266 del<br />

2005.<br />

Tale ultima disposizione fu approvata<br />

dal legislatore nazionale per ribadire<br />

la connotazione ambientale del benefi<br />

cio fi scale in questione (fi nalizzato<br />

allo smaltimento di “rifi uti” italiani). In<br />

tal senso è opportuno evidenziare che<br />

non è tecnicamente possibile, in linea<br />

generale, distinguere gli oli lubrifi canti<br />

ottenuti dagli oli usati da quelli ottenuti,<br />

ex novo, dal petrolio.<br />

L’effettiva origine degli oli lubrifi canti<br />

può essere effettuata solo controllando<br />

che la loro produzione sia avvenuta in<br />

specifi ci stabilimenti di rigenerazione<br />

e verifi cando che gli stessi stabilimenti<br />

abbiano acquisito, come materia prima,<br />

oli esausti.<br />

Occorre rilevare anche che la citata<br />

disposizione contenuta nell’articolo<br />

62 del testo unico delle accise, ine-<br />

rente il suddetto benefi cio fi scale, è<br />

attualmente fi nalizzata, indirettamente,<br />

a sostenere la raccolta stessa degli<br />

oli usati. Infatti il COOU (Consorzio<br />

obbligatorio degli oli usati – soggetto<br />

istituzionalmente preposto alla raccolta<br />

degli oli esausti) vende a titolo oneroso<br />

i lubrifi canti usati raccolti nel territorio<br />

nazionale ai soggetti rigeneratori quale<br />

materia prima per la loro attività, ricavando,<br />

in parte, le risorse economiche<br />

per il proprio sostentamento.<br />

Ciò detto si rileva che, a parere della<br />

Commissione europea il luogo di raccolta<br />

degli oli (c.d. criterio dell’origine)<br />

risulta discriminatorio e tale da favorire,<br />

attraverso una tassazione differenziata,<br />

la commercializzazione del prodotto<br />

nazionale rispetto al prodotto importato,<br />

in spregio ai principi comunitari<br />

dettati dall’articolo 90 del Trattato CE.<br />

Pertanto, al fi ne di superare i suddetti<br />

rilievi comunitari, è stato predisposto<br />

il presente schema di norme che, modifi<br />

cando talune disposizioni nazionali,<br />

adegua il quadro normativo interno a<br />

quello comunitario.<br />

Con lo stesso schema si intende anche<br />

dare soluzione ad un altro rilievo<br />

comunitario parimenti connesso all’attività<br />

di rigenerazione dei lubrifi canti<br />

usati. Nell’ambito della produzione di<br />

oli lubrifi canti rigenerati vengono, infatti,<br />

realizzati, in piccole percentuali,<br />

prodotti energetici che sono successivamente<br />

impiegati, a seguito di<br />

ulteriori trattamenti, come carburanti<br />

o combustibili. Tali prodotti ai sensi del<br />

suddetto comma 5 dell’articolo 62 del<br />

TUA risultano sottoposti ad accisa in<br />

misura ridotta (50 per cento dell’aliquota).<br />

Non risultando tale disposizione<br />

aderente con quanto previsto dalla<br />

direttiva 2003/96/CE in materia di tassazione<br />

dei prodotti energetici, lo Stato<br />

italiano ha chiesto alla Commissione<br />

europea la concessione di una specifi ca<br />

deroga comunitaria ai sensi di quanto<br />

previsto dall’articolo 19 della medesima<br />

direttiva 2003/96/CE.<br />

Con la Comunicazione del Consiglio<br />

COM(2007) 826 fi nal del 19 dicembre<br />

2007 l’Esecutivo comunitario ha, però,<br />

rigettato la suddetta domanda di deroga,<br />

rendendo indispensabile la modifi ca<br />

della disposizione contenuta nell’articolo<br />

62, comma 5 del TUA inerente la<br />

suddetta riduzione dell’accisa. In tale<br />

senso lo schema che segue prevede<br />

anche l’adeguamento, del medesimo<br />

art. 62, comma 5, al quadro normativo<br />

comunitario in materia di accisa.<br />

Il testo normativo predisposto tiene<br />

conto della prioritaria esigenza di risolvere<br />

la procedura d’infrazione in corso,<br />

attribuendo al COOU, che per legge<br />

deve raccogliere gli oli usati, l’obbligo<br />

di farsi carico degli eventuali maggiori<br />

costi della rigenerazione non recuperabili<br />

dal mercato.<br />

La soluzione proposta prevede:<br />

- sotto il profi lo dell’imposta di consumo,<br />

l’applicazione di unica aliquota<br />

a tutti gli olii lubrifi canti, sia di prima<br />

distillazione che rigenerati, in<br />

una misura inferiore a quella attualmente<br />

applicabile agli olii di prima<br />

distillazione, tale per cui il gettito per<br />

l’erario, e conseguentemente l’onere<br />

per il consumatore, restino immutati.<br />

- sotto il profi lo della normativa<br />

ambientale, l’obbligo per il Consorzio<br />

di pagare alla rigenerazione un<br />

corrispettivo per lo smaltimento<br />

in misura adeguata rispetto alla<br />

situazione di mercato, ai costi di rigenerazione<br />

ed all’eventuale ricavo<br />

che potrebbe derivare al Consorzio<br />

stesso nel caso di avviamento degli<br />

oli usati raccolti alla combustione.<br />

Così facendo lo Stato italiano demanda<br />

al COOU la determinazione del<br />

corrispettivo, sia alla raccolta che alla<br />

rigenerazione, tramite negoziazione<br />

con le categorie d’imprese interessate<br />

consentendone la copertura tramite<br />

l’obbligo imposto alle imprese che<br />

immettono al consumo oli lubrifi canti<br />

di partecipare al Consorzio e di corrispondergli<br />

un contributo suffi ciente a<br />

coprire il costo dei riferiti corrispettivi<br />

e della sua gestione, al netto dei ricavi<br />

eventualmente conseguiti dal Consorzio<br />

medesimo.<br />

21


Decreto “Salva Infrazioni”<br />

L’ITALIA SI CONFORMA<br />

ALLA NORMATIVA UE SUI<br />

VEICOLI A FINE VITA<br />

A diversi anni dalla messa in mora, un D. L. tenta di adempiere agli obblighi<br />

comunitari circa la mancata trasposizione operata dal D. Lgs. 209/2003.<br />

Il D. L. del 25 settembre <strong>2009</strong>, n. 235, “Disposizioni urgenti<br />

per l’attuazione di obblighi comunitari e per<br />

l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle<br />

Comunità europee”, approvato dal Consiglio dei Ministri il<br />

18 settembre <strong>2009</strong>, su proposta del Presidente del Consiglio<br />

e del Ministro per le Politiche Europee è stato pubblicato<br />

sulla Gazzetta Uffi ciale n. 223 del 25 settembre <strong>2009</strong>.<br />

Esso risponde alla necessità di adempiere ad obblighi comunitari<br />

già giunti in scadenza per il ritardo o il non corretto<br />

recepimento della normativa comunitaria nell’ordinamento<br />

italiano.<br />

Si tratta di situazioni eterogenee nei contenuti ma accomunate<br />

dalla identica necessità di garantire l’assolvimento degli<br />

impegni dell’Italia, tenendo presente che già in alcuni casi,<br />

peraltro, la Commissione europea ha dato avvio a numerose<br />

procedure d’infrazione.<br />

Tra gli argomenti affrontati, accanto al funzionamento<br />

dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, la<br />

gestione dei rifi uti di apparecchiature elettriche ed elettroniche,<br />

l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei<br />

prodotti alimentari, la promozione dell’ambientalizzazione<br />

a cura di Alberto Piastrellini<br />

CONSORZIO NAZIONALE ELV DEDICATO ALLE AZIENDE CHE IDENTIFICANO<br />

IL LORO FUTURO NELLA SINERGIA ORGANIZZATIVA ED ECONOMICA<br />

Due immagini dell’Assemblea del 23 gennaio <strong>2009</strong> in Bologna<br />

delle imprese e delle innovazioni tecnologiche fi nalizzate<br />

alla protezione dell’ambiente e alla riduzione delle emissioni,<br />

l’individuazione di risorse per il Numero di emergenza<br />

unico europeo, i controlli in materia di sicurezza alimentare,<br />

i sistemi di misura installati nelle reti di trasporto del gas,<br />

l’adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi<br />

pubblici locali di rilevanza economica e le norme sul Made<br />

In Italy, per la categoria delle imprese di Autodemolizione<br />

si rimarca: l’obbligo di consegna ai centri di raccolta dei<br />

pezzi usati asportati al momento della riparazione solo<br />

in capo alle imprese di autoriparazione.<br />

Di seguito pubblichiamo una interpretazione del Ministero<br />

per le Politiche Europee ed un box che contiene il dettato<br />

normativo afferente le “Modifi che al decreto legislativo<br />

24 giugno 2003, n. 209, recante attuazione della direttiva<br />

2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso. Procedura d’infrazione<br />

2204/2003 ex articolo 228 TCE”.<br />

Descrizione del Ministero<br />

La disposizione di cui all’articolo 1 è volta a porre rimedio<br />

alla non conformità al diritto comunitario delle norme na-<br />

Le nostre attività<br />

• Recupero e smaltimento rifiuti<br />

• Polizze assicurative (tutti i rami)<br />

• Consulenze specifiche per il settore<br />

• Ricambistica<br />

• Attrezzature e tecnologie<br />

23


zionali di trasposizione della direttiva 2000/53/CE, relativa<br />

ai veicoli fuori uso, accertata dalla Corte di Giustizia delle<br />

Comunità europee con la sentenza ex articolo 226 TCE del<br />

24 maggio 2007 (causa C-394/05).<br />

A seguito della sentenza, la Commissione europea ha avviato<br />

nei confronti dell’Italia una procedura d’infrazione per<br />

inadempimento degli obblighi di esecuzione della sentenza,<br />

ai sensi dell’art. 228 TCE (attualmente in fase di messa<br />

in mora), in esito alla quale, com’è noto, la Commissione<br />

potrebbe proporre un nuovo ricorso innanzi alla Corte di<br />

Giustizia delle Comunità europee, per vedere accertato l’ulteriore<br />

inadempimento dello Stato italiano, con conseguente<br />

possibile irrogazione di pesanti sanzioni pecuniarie.<br />

Da ciò la necessità e l’urgenza di provvedere a porre rimedio<br />

alle difformità rilevate nella sentenza che si ritengono<br />

effettivamente sussistenti.<br />

Con la lettera di messa in mora, la Commissione europea<br />

ha contestato, tra l’altro:<br />

a) l’errato recepimento dell’articolo 5, par. 1, della direttiva<br />

ad opera dell’articolo 5, comma 15, del decreto legislativo<br />

n. 209 del 2003, come modifi cato, in quanto tale ultima<br />

24<br />

previsione, ponendo l’obbligo di consegna ai centri di<br />

raccolta dei pezzi usati asportati al momento della riparazione<br />

solo in capo alle imprese di autoriparazione,<br />

restringerebbe il campo di applicazione della direttiva;<br />

b) la mancata trasposizione dell’articolo 8, comma 4, della<br />

direttiva a seguito dell’abrogazione dell’articolo 10, comma<br />

2, del decreto legislativo n. 209 del 2003 ad opera<br />

del decreto legislativo 23 febbraio 2003, n. 149.<br />

La norma in esame intende:<br />

- precisare che le imprese di autoriparazione tenute all’obbligo<br />

di consegna dei pezzi usati asportati al momento<br />

della riparazione adempiranno a tale obbligo direttamente,<br />

qualora iscritte all’Albo nazionale dei gestori ambientali,<br />

ovvero, in caso contrario, avvalendosi di un operatore<br />

autorizzato alla raccolta ed al trasporto di rifi uti, così da<br />

superare i rilievi di cui alla lettera a);<br />

- reintrodurre la disposizione dell’abrogato articolo 10,<br />

comma 2, del decreto legislativo n. 209 del 2003 per<br />

rispondere alla contestazione di cui alla lettera b).<br />

(Modifi che al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, recante<br />

attuazione della direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso. Procedura d’infrazione 2204/2003 ex articolo 228 TCE)<br />

1. Al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e successive modifi cazioni, sono apportate le seguenti modifi che:<br />

a) all’articolo 5, il comma 15 è sostituito dal seguente:<br />

“15. Le imprese esercenti attività di autoriparazione, di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 122, e successive modifi cazioni,<br />

devono consegnare, ove ciò sia tecnicamente fattibile, ad un centro di raccolta di cui all’articolo 5, comma 3, direttamente,<br />

qualora iscritti all’Albo nazionale dei gestori ambientali, ovvero avvalendosi di un operatore autorizzato alla raccolta ed al<br />

trasporto di rifi uti, i pezzi usati allo stato di rifi uto derivanti dalle riparazioni dei veicoli, ad eccezione di quelle per cui è previsto<br />

dalla legge un consorzio obbligatorio di raccolta.”;<br />

b) all’articolo 10, dopo il comma 1 è inserito il seguente:<br />

“1-bis. Fermo restando il rispetto delle norme vigenti in materia di riservatezza commerciale ed industriale, il produttore dei<br />

componenti del veicolo mette a disposizione dei centri di raccolta di cui all’articolo 3, comma 1, lettera p), adeguate informazioni<br />

sulla demolizione, sullo stoccaggio e sulla verifi ca dei componenti che possono essere reimpiegati”.


®<br />

s.s. 361 km 51 LOC.PITINO<br />

62027 S. SEVERINO M.(MC)<br />

Tel. 0733/63 63 69 - FAX 0733/63 67 82<br />

Cell. 335/54 28 963<br />

gruppobrutti@libero.it<br />

Gruppo Brutti sas<br />

di Brutti Riccardo C.<br />

Fondata nel 1993<br />

Da impresa certificata di autodemolizioni autoveicoli Gruppo<br />

Brutti sas si è via via specializzata nel trattamento e riciclaggio<br />

dei rifiuti plastici (Polietilene LD, Polipropilene).<br />

Proprio l’esperienza acquisita nel settore<br />

dell’autodemolizione, ha sollecitato l’impresa<br />

ad intraprendere la valorizzazione di alcune parti dei veicoli,<br />

contenenti plastiche, quali: paraurti e serbatoi.<br />

Tale attività di riciclaggio viene svolta, utilizzando macchinari<br />

tecnologicamente avanzati.<br />

Al fine di rendere continuo il processo, l’Azienda si rende<br />

disponibile a ritirare direttamente, presso gli impianti di<br />

demolizione tali rifiuti, nella consapevolezza che essi risultano<br />

ingombranti e di difficile stoccaggio.<br />

Si acquistano materiali triturati<br />

UNA SOLUZIONE “VERDE”<br />

PER GLI AUTODEMOLITORI


Ecoincentivi alla rottamazione<br />

UNA MOSSA CHE SALVA LE CASE<br />

AUTOMOBILISTICHE… MA L’AMBIENTE?<br />

Una rifl essione “fuori dal coro” su una strategia di sostegno all’impresa dal “fi ato corto”<br />

Puntuale, come ogni anno a questa<br />

parte, col fi nire della bella stagione, le<br />

colonne di quotidiani, periodici e siti<br />

specializzati, cominciano a riempirsi<br />

di dichiarazioni d’intenti, dati, report<br />

analisi e dotte dissertazioni, nonché<br />

esempi concreti di“buone pratiche” e<br />

“best technologies”.<br />

Il problema di fondo è sempre quello:<br />

diminuire la concentrazione di inquinanti<br />

gassosi e particolato atmosferico che<br />

attanaglia le vie respiratorie dell’opulento<br />

e mobilissimo Occidente.<br />

Il tutto, in un momento che vede, ancora<br />

una volta, l’Italia fanalino di coda<br />

dell’Europa per quanto riguarda Piani<br />

e progetti (realizzati) volti alla mobilità<br />

sostenibile e alla diminuzione dello<br />

smog derivante dal traffi co veicolare<br />

Come avvenuto per altri settori, anche<br />

quello della mobilità si ritrova, purtroppo,<br />

ad essere una voce in “perdita”<br />

nel bilancio della qualità della vita dei<br />

cittadini europei.<br />

Se da un lato, infatti, la libertà conquistata<br />

col perseguire sistemi economici<br />

capitalistici ha portato un diffuso benessere<br />

in appena quarant’anni dalla<br />

più grande esperienza bellica mondiale,<br />

dall’altro, l’esigenza di aver a disposizione,<br />

sempre e comunque, merci,<br />

materie o, semplicemente, la possibilità<br />

di spostarsi nello spazio, ha fi nito per<br />

congestionare incredibilmente strade<br />

ed arterie viarie.<br />

Non solo, siccome per anni non si è<br />

minimamente pensato al fatto che in<br />

un sistema chiuso e fi nito come quello<br />

rappresentato dal pianeta Terra, non<br />

è fi sicamente possibile lo sviluppo<br />

continuo, ci si è illusi con la favola<br />

della soddisfazione dei bisogni ad ogni<br />

costo.<br />

Ma tale miraggio impone, nella realtà,<br />

scelte economiche ed industriali piuttosto<br />

aggressive nei confronti della fonte<br />

primaria di materia prima ed energia:<br />

l’ambiente, con tutte le forme di vita<br />

ivi comprese (la nostra specie non fa<br />

eccezione, in questo senso: tanto dal<br />

punto di vista biologico, quanto da<br />

quello sociale).<br />

26<br />

di Alberto Piastrellini<br />

Prima si crea il bisogno, poi le condizioni<br />

affi nché questo venga soddisfatto. Il<br />

sogno di Robert Ford (il “papà” della prima<br />

industria automobilistica americana,<br />

per molti anni colosso dai piedi d’argilla<br />

di un sistema economico basato sulle<br />

sfruttamento eccessivo delle risorse e sul<br />

consumismo sfrenato), per intenderci.<br />

Ma soddisfatto il bisogno, l’impresa si<br />

dovrebbe fermare?<br />

Mai più!<br />

Basta lavorare sul prodotto ed ecco<br />

nascere nuovi bisogni.<br />

Per un po’ il meccanismo ha tenuto,<br />

la storia degli ultimi trent’anni ce lo<br />

ha dimostrato e tutti (pur rinunciando<br />

a certi aspetti della vita e della salute),<br />

ci abbiamo guadagnato.<br />

Ma a che prezzo?<br />

Prima o poi, giunge il momento in<br />

cui i miraggi si palesano per quello<br />

che effettivamente sono, ed ecco che,<br />

fatti salvi gli episodi puntuali di crisi<br />

economica e normali fl uttuazioni del<br />

mercato, ci si è improvvisamente resi<br />

conto che i compratori non sempre<br />

sono perennemente disponibili all’acquisto<br />

di nuovi prodotti, quand’anche<br />

ingolositi da costi vantaggiosi o performance<br />

strabilianti.<br />

Nel settore delle auto la crisi è aperta<br />

da tempo e analizzati i dati del primo<br />

semestre di ogni anno, la questua è<br />

sempre la stessa: servono gli incentivi.<br />

Per meglio indorare la pillola, qualche<br />

copywriter avrà pure ben pensato<br />

di inserire il prefi sso “eco”, tanto per<br />

stuzzicare qualche corda e stimolare<br />

portafogli riottosi, dando, al contempo,<br />

l’ulteriore illusione a governanti ed amministratori<br />

pubblici di agire in nome e<br />

per conto di una mission etica perché<br />

rivolta al bene dell’“ambiente”<br />

Per carità, non che un rinnovo del vetusto<br />

parco auto circolante non apporti<br />

alcuni benefi ci alla qualità dell’aria, ma<br />

fi ntanto che le vetture saranno alimentate<br />

a derivati del petrolio, sarà dura<br />

eliminare le emissioni di gas serra a<br />

partire da quelle direttamente imputabili<br />

al traffi co.<br />

E poi, le autovetture emettono solo<br />

quando circolano oppure, ad ognuna<br />

non è del tutto impossibile associare<br />

una quota di emissione derivante dal<br />

suo ciclo di produzione e dal suo ciclo<br />

di fi ne vita?<br />

Quindi, ammesso e non concesso che<br />

si riuscisse (solo in Occidente, poi) a<br />

rinnovare l’intero parco auto circolante<br />

con vetture meno (non assolutamente)<br />

inquinanti, i benefi ci per l’ambiente e la<br />

salute sarebbero comunque pochi.<br />

Tuttavia, non si può non considerare<br />

che dietro il problema rappresentato<br />

dagli autoveicoli c’è tutto un mondo<br />

industriale che coinvolge migliaia di<br />

operatori.<br />

E infatti, ecco pronto, sempre, lo spauracchio<br />

dei licenziamenti di massa per<br />

quelle Case che non riescono a vendere<br />

in ragione dei livelli produttivi di<br />

dieci o vent’anni fa.<br />

Anche il settore dell’autodemolizione,<br />

seppur in maniera indiretta benefi cia<br />

dei contributi alla rottamazione (sempre<br />

che il ciclo ELV proceda come<br />

ipotizzato dalle normative).<br />

Quindi, ogni anno, notevoli somme<br />

di denaro pubblico, vengono stornate<br />

verso aziende private che danno sì,<br />

lavoro a tanti, ma lo fanno rischiando<br />

soldi di tutti a fronte di guadagni che<br />

non ricadono sulla comunità o meglio,<br />

se vi ricadono sotto forma di stipendi,<br />

debbono tuttavia essere ridimensionati<br />

dai costi (pubblici) relativi alla salute,<br />

alla tutela della qualità dell’aria, alle<br />

parcelle dei mobility manager comunali,<br />

ecc.<br />

La cosa assurda, poi, è che collegato<br />

al comparto automobilistico, c’è quello<br />

relativo all’implementazione delle<br />

infrastrutture.<br />

L’imperativo è: puntare a vendere più<br />

auto e costruire più strade.<br />

Ma per andare dove?<br />

La Terra è sempre quella e proprio gli<br />

spazi dedicati al sostentamento delle<br />

specie (compresa la nostra), vanno riducendosi<br />

drasticamente.<br />

Continuare ad incentivare il mercato<br />

dell’auto, può dare una boccata


d’ossigeno ad un sistema economico<br />

e sociale sull’orlo del baratro, ma i<br />

maligni (o i cinici realistici) chiosano<br />

tirando in ballo espressioni più forti<br />

che alludono a porzioni ben più<br />

discrete della coscienza umana: “accanimento<br />

terapeutico” e “alimentazione<br />

forzata”.<br />

Forse occorrerebbe incentivare la riduzione<br />

della produzione tradizionale ed<br />

una riconversione delle fi liere verso prodotti<br />

tecnologici veramente più utili.<br />

27


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Dossier WWF: “Potenziale delle misure di riduzione del gas-serra nel sistema de trasporti italiano”<br />

DAL WWF LA RICETTA PER LA<br />

RIVOLUZIONE SOSTENIBILE DEI TRASPORTI<br />

Presentato il piano di azione che in 12 mosse punta a ri-orientare il sistema<br />

dei trasporti italiano verso la riduzione dei consumi e dei gas serra prodotti.<br />

L’umanità impiega solo 10 mesi a bruciare tutte le risorse<br />

energetiche che la Terra produce in un anno.<br />

È quanto emerge da una ricerca condotta dal Global Footprint<br />

Network.<br />

Per quest’anno siamo dunque già in debito ecologico con<br />

la Terra: abbiamo già consumato il potenziale energetico<br />

che avevamo a disposizione per il <strong>2009</strong>.<br />

La colpa? Anche dei trasporti. Se poi si considera che i trasporti<br />

sono anche al primo posto per l’emissione dei gas<br />

serra fra i settori di consumo energetico fi nale, la sfi da che<br />

punta a dare una sterzata ecologica al trasporto verso orizzonti<br />

più sostenibili diventa doppia: ridurre il sovraconsumo<br />

ed evitare l’accumulo di CO 2 nell’atmosfera.<br />

Parte da qui la nuova rivoluzione del trasporto lanciata dal<br />

WWF nel Dossier “Potenziale delle misure di riduzione<br />

del gas-serra nel sistema de trasporti italiano”, realizzato<br />

con la collaborazione del Gruppo Allianz.<br />

Il Rapporto, che fotografa la situazione generale del trasporto<br />

italiano ricostruendo il quadro delle emissioni di CO 2<br />

che questo produce, si spinge oltre e azzarda anche alcune<br />

soluzioni concrete per la riduzione delle emissioni.<br />

Lungi dall’ipotizzare uno scenario futuribile, lo Studio avanza<br />

risposte concrete e facilmente applicabili per risolvere il problema<br />

dell’inquinamento del traffi co automobilistico, quello<br />

che più incide sulla crescita delle emissioni climalteranti,<br />

sviluppando un piano in 12 punti per ridurre, nell’immediato<br />

futuro, del 25-30% le emissioni di CO 2 in atmosfera.<br />

Invertire la tendenza in corso si può, anzi si deve, dice in<br />

breve lo studio. Bisogna cambiare rotta.<br />

L’attuale sistema dei traporti italiano, basato per lo più sulla<br />

mobilità stradale, è insostenibile: il trasporto su strada consuma<br />

troppo e produce troppe emissioni.<br />

A confermarlo sono i dati.<br />

Secondo quelli raccolti dall’Agenzia Europea per l’Ambiente,<br />

dal 1990 al 2006 le emissioni prodotte dal settore dei<br />

trasporti sono cresciute del 28,1%.<br />

Eppure la mobilità di molti Paesi europei nord-occidentali,<br />

dove l’aumento è stato molto inferiore, sembrerebbe viaggiare<br />

in direzioni diverse.<br />

Ne sono un esempio la Francia (+17%), il Regno Unito<br />

(+15%), la Svezia (+9%) e la Germania (-2%).<br />

Ma non solo crescono le emissioni generate dal trasporto,<br />

ma cresce anche l’incidenza del trasporto sulla produzione<br />

di CO 2 .<br />

Nel 2000 il settore italiano dei trasporti ha prodotto quasi<br />

104 milioni di tonnnellate, oltre il 23% del totale nazionale<br />

netto. Poca cosa, paragonata ai dati del 2006: 133 milioni di<br />

tonnellate e oltre il 28% del totale netto nazionale.<br />

La quota di emissioni imputabile al settore dei trasporti<br />

sarebbe quindi cresciuta, nei 16 anni considerati, di circa<br />

5 punti percentuali.<br />

Tra tutti i settori di consumo energetico fi nale, quello dei tra-<br />

di Silvia Barchiesi<br />

sporti , quanto ad effetto serra, è dunque il più “costoso”.<br />

Con quasi 123 milioni di tonnellate di emissioni il trasporto<br />

su strada, supera qualsiasi altra forma di trasporto, generando<br />

ben il 92% del totale netto (vedi grafi co 1).<br />

Seguono la navigazione marittima (12,8 milioni di tonnellate),<br />

quella aerea (12,1 milioni di tonnellate) e infi ne il<br />

trasporto ferroviario (0,4 milioni di tonnellate). Altre modalità<br />

di trasporto<br />

contribuiscono solo per circa 1 milione di tonnellate.<br />

Tra tutte le forme di trasporto, la mobilità stradale è la meno<br />

“conveniente” e la più “cara” anche per consumi.<br />

“Il trasporto su strada - si legge infatti nel Dossier del WWF<br />

- costituisce di gran lunga, a livello nazionale, la prima<br />

sorgente di consumi<br />

energetici, e conseguentemente di emissioni serra, da traffi<br />

co”.<br />

Secondo il Bilancio Energetico Nazionale (BEN), tra il 1990<br />

ed il 2006 gli usi fi nali complessivamente imputabili al settore<br />

dei trasporti sono aumentati da 39,5 a 55,0 milioni di<br />

tonnellate equivalenti di petrolio (tep), con un incremento<br />

superiore a quello registrato in ogni altro settore.<br />

Ma tra tutte le modalità di trasporto quello che consuma di<br />

più è quello stradale.<br />

Nonostante la sua incidenza sul totale dei consumi sia risultata<br />

leggermente diminuita, passando dal 77,3% del 1990 al<br />

71,8% del 2006, in termini complessivi, tra il 1990 ed il 2006<br />

i consumi energetici del settore hanno subito un incremento<br />

sostanziale, passando da 30,5 a 39,5 milioni di tep.<br />

Insomma, lo scenario attuale del trasporto italiano è ormai<br />

insostenibile.<br />

Di questo passo, di qui al 2020, le emissioni climalteranti<br />

imputabili al settore dei trasporti ammonterebbero, su<br />

scala nazionale, a 180-190 milioni di tonnellate di CO 2 equivalenti/anno,<br />

con uno scarto del 75-80% e un aumento di<br />

circa il 25-30% rispetto ai livelli attuali.<br />

Di qui la necessità di una “rivoluzione sostenibile” della<br />

mobilità italiana.<br />

A dispensare la ricetta è lo stesso Rapporto, elaborato per<br />

il WWF, dalla società di ricerca Polinomia, che individua<br />

un elenco di strategie integrate ed ecostenibili, dall’elevato<br />

potenziale di risparmio energetico e di emissioni.<br />

“In realtà – si legge nel Dossier- non esiste alcuna ricetta<br />

facile,<br />

ma al contrario vi sono molti elementi per sostenere che<br />

ogni risultato signifi cativo e perdurante nel tempo richieda<br />

politiche integrate ed attente, basate su mix di misure effi caci<br />

ed equilibrate.<br />

A tale proposito, pare necessario agire quanto meno su tre<br />

livelli, assai differenziati in ordine alle loro implicazioni<br />

sociali, economiche ed organizzative, sia interne che esterne<br />

al settore:<br />

a) incentivare l’innovazione tecnologica, orientandola verso<br />

29


obiettivi di effettiva compatibilità ambientale;<br />

b) riorganizzare radicalmente l’offerta di trasporto, sviluppando<br />

un sistema integrato nel quale ciascuna tecnologia<br />

venga usata entro un intervallo di ragionevole effi cienza<br />

tecnica;<br />

c) raffreddare la domanda di mobilità, riorientando le<br />

dinamiche dei consumi verso una maggiore qualità dell’esistenza”.<br />

La sterzata verso la sostenibilità della mobilità su strada arriva<br />

dunque da misure di carattere tecnologico, da misure relative<br />

all’offerta di trasporto e da interventi di governo della<br />

domanda di mobilità, 12 misure per ridurre, nell’immediato<br />

futuro, le emissioni di CO 2 in atmosfera, contribuendo alla<br />

lotta ai cambiamenti climatici in atto.<br />

Misure di carattere tecnologico<br />

Tali misure consistono in due tipi di interventi:<br />

1) modifi che delle dimensioni dei veicoli;<br />

2) modifi che dei motori;<br />

Il downsizing delle autovetture circolanti e il miglioramento<br />

delle loro prestazioni d’uso e delle loro prestazioni ambientali<br />

sono dunque le prime misure di risparmio energetico e<br />

di riduzione delle CO 2 .<br />

Secondo il Rapporto, il parco auto circolante ideale dovrebbe<br />

quindi essere composto da auto più piccole e da<br />

auto ibride.<br />

Niente di nuovo. Del resto, il target di 140 g di CO 2 /vkm<br />

da applicare ai veicoli di qualunque dimensione, fi ssato<br />

dall’Unione Europea non fa altro che incentivare alla riduzione<br />

delle cilindrate e delle potenze installate.<br />

Misure di riorganizzazione dell’offerta di trasporto.<br />

Tali misure includono i seguenti interventi:<br />

3) il sostegno alla mobilità non motorizzata (pedoni e ciclisti).<br />

L’invito alle amministrazioni è quello di “mettere in rete”<br />

gli itinerari locali, garantendo uniformità di trattamento alle<br />

direttrici principali e il superamento delle principali discontinuità<br />

(corsi d’acqua, barriere infrastrutturali, ecc.).<br />

In questo modo, sostituendo anche solo il 2% della mobilità<br />

di ogni italiano (ovvero circa 500 metri), con spostamenti<br />

a piedi o in bici, avremmo un risparmio di CO 2 di oltre 2<br />

milioni di t/anno.<br />

4) Il potenziamento delle reti del trasporto pubblico e il suo<br />

adeguamento in base alle esigenze dei cittadini.<br />

Occorre apportare modifi che qualitative all’offerta di<br />

trasporto collettivo e renderlo più attrattivo, senza però<br />

incrementare il parco veicoli, ma aumentando il loro coeffi<br />

cente di occupazione. I consumi pro-capite di un autobus<br />

con 3-4 persone a bordo sono infatti paragonabili a quelli<br />

di un autovettura con il solo conducente. Diventa pertanto<br />

necessaria l’integrazione delle reti, degli orari e delle tariffe<br />

affi chè il 10% della mobilità, di qui al 2020, passi dall’au-<br />

30<br />

to al trasporto pubblico, con un risparmio delle emissioni<br />

dell’ordine di 2,4 - 3,5 mln di t/a.<br />

5) Gli interventi di trasferimento modale nel campo del<br />

trasporto merci, ovvero l’introduzione di incentivi per il<br />

trasferimento modale delle merci (da strada a ferrovia e<br />

navigazione marittima).<br />

6) I potenziamenti e gli adeguamenti della rete stradale/<br />

autostradale.<br />

7) L’imposizione di limiti di velocità autostradali più restrittivi.<br />

La rimodulazione dei limiti di velocità autostradali, rappresenta<br />

una forte misura di contenimento dei consumi<br />

energetici e dell’inquinamento atmosferico, oltreché dell’incidentalità.<br />

Non bisogna tuttavia sottovalutare che il rallentamento del<br />

traffi co sugli itinerari autostradali determinerebbe una deviazione<br />

di fl ussi veicolari verso la rete stradale ordinaria,<br />

con ripercussioni ambientali diverse da caso a caso: nei casi<br />

in cui gli itinerari alternativi siano rappresentati da strade<br />

extraurbane poco traffi cate, le prestazioni ambientali non<br />

andrebbero vanifi cate, nel caso invece in cui gli itinerari alternativi<br />

siano rappresentati da strade urbane congestionate,<br />

il bilancio ambientale non sarebbe affatto positivo.<br />

8) Citylogistik, ovvero l’implementazione di politiche di “logistica<br />

urbana” e Multimodal Transport Operator (MTO).<br />

Sostenere politiche innovative per la riorganizzazione della<br />

distribuzione delle merci attraverso l’innalzamento del<br />

coeffi ciente medio di carico dei veicoli industriali su scala<br />

urbana, migliora l’effi cienza, anche ambientale ed energetica,<br />

del sistema dei trasporti.<br />

Il miglioramento delle prestazioni energetiche, determinato<br />

dagli schemi di city logistik, è dovuto infatti a due fattori:<br />

a) la diminuzione delle percorrenze veicolari a parità di<br />

consegne effettuate;<br />

b) la diminuzione dei consumi e delle emissioni unitarie<br />

associata all’utilizzo di mezzi più effi cienti.<br />

9) Si delinea così una nuova fi gura professionale: il Multimodal<br />

Transport Operator (MTO), ovvero l’operatore che<br />

agisce nel settore della logistica multimodale integrata in<br />

grado di ottimizzare i fl ussi di traporto individuando i siti<br />

di stoccaggio delle merci più idonei.<br />

Si ridurrebbero in questo modo i chilometri percorsi e di<br />

conseguenza anche la quantità di CO 2 prodotta.<br />

Misure di governo della domanda di mobilità<br />

Sono le misure sviluppate per regolare e frenare l’andamento<br />

della domanda di mobilità. Tra le misure proposte<br />

per orientare la domanda, alcune fanno leva su politiche<br />

tariffarie studiate ad hoc, alter sullo sviluppo di schemi logistici<br />

integrati volti alla riduzione dell’intensità di trasporto<br />

merci, altre ancora sulla pianifi cazione territoriale e su quella<br />

infrastrutturale.


10) Demand side management (DSM), in campo logistico. Si<br />

tratta della taduzione, tutta italiana, applicata al sistema dei<br />

trasporti, delle misure adottate dalle grandi imprese energetiche<br />

private degli Stati Uniti che, a fronte di una domanda di<br />

energia crescente, piuttosto che investire in nuove centrali,<br />

hanno scelto di orietare i propri utenti verso l’effi cienza<br />

energetica, incentivandoli all’acquisto di dispositivi a basso<br />

consumo energetico tramite tariffe in base al risparmio energetico<br />

ottenuto. Trasposta nel campo dei trasporti e della<br />

logistica, la misura implicherebbe un graduale, ma sostanziale,<br />

aumento delle tariffe applicate per l’uso delle reti al<br />

traffi co commerciale e di conseguenza alla razionalizzazione<br />

e all’ottimizzazione dei fl ussi di trasporto. La riduzione del<br />

5% delle distanze medie percorse dalle merci porterebbe<br />

su scala nazionale ad una riduzione di circa 3,2 milioni di<br />

3,2 t di CO 2 (-2,8% rispetto ai livelli del 1990).<br />

11) Coordinamento trasporti-usi del suolo: politiche ABC.<br />

Considerato che buona parte della crescita della domanda di<br />

mobilità, registrata nel corso degli ultimi 15-20 anni, dipende<br />

dallo smisurato sviluppo urbano ed insediativo, l’integrazione<br />

tra pianifi cazione dei trasporti e degli usi del suolo diventa<br />

un imperativo nella progettazione-programmazione urbana.<br />

Ma come è possibile l’integrazione? Secondo il Report del<br />

WWF, attraverso l’introduzione di criteri selettivi e/o incentivi<br />

che consentano di realizzare espansioni urbane solo nelle<br />

aree dove si sviluppi anche la rete di trasporto pubblico.La<br />

cosiddetta politica “ABC”, che ricerca la coerenza fra profi li<br />

di accessibilità e tipi di attività insediate nelle singole zone<br />

urbane è alla base della pianifi cazione territoriale nei Paesi<br />

Bassi. Se correttamente introdotta, tale misura consentirebbe<br />

di deviare lo 0,5% della domanda di mobilità dalla strada<br />

al trasporto pubblico, contribuendo ad una riduzione delle<br />

emissioni di CO 2 do oltre i 4 milioni di t/anno.<br />

12) Patti territoriali di accompagnamento alle gradi infrastrutture.<br />

Considerato che la realizzazione di ogni nuova<br />

infrastruttura infl uisce direttamente sulla domanda di mobilità,<br />

è necessario defi nire veri e propri Patti territoriali<br />

con cittadini ed enti locali che consentano di realizzare<br />

infrastrutture funzionali a soddisfare una mobilità locale<br />

extraurbana e abbiano effetti benefi ci sulla riqualifi cazione,<br />

sul riordino e sul riuso urbano. Lungi dall’essere esaustivo<br />

e defi nitivo, l’elenco delle 12 azioni presentate nel Dossier<br />

del WWF e riassunte nel box, non è altro che “un insieme<br />

evidentemente aperto - si legge nel Rapporto stesso - tale da<br />

trasformare la costruzione di ogni strategia di sostenibilità<br />

nel settore in un vero e proprio work in progress”.<br />

Ma il WWF non si limita alla semplice “lista della spesa”.<br />

A conferma della praticabilità delle soluzioni proposte, il<br />

Dossier, inviato anche ai Ministri dei Trasporti e delle Infrastrutture<br />

e dell’Ambiente, snocciola anche i numeri delle<br />

stime di CO 2 che ogni singolo intervento contribuirebbe a<br />

ridurre (vedi tabella 2).<br />

Certo, si tratta di stime e il condizionale rimane d’obbligo.<br />

Eppure, di fronte ai dati reali sull’aumento delle emissioni<br />

di CO 2 negli ultimi anni, l’invito del WWF a invertire la rotta,<br />

suona anche come un monito.<br />

Si può fare. Anzi, si deve fare!<br />

1. Auto più piccole = - 1,5 mln di t/a di CO 2<br />

2. Auto ibride = - 2,4 mln di t/a di CO 2<br />

3. Più spostamenti in bicicletta = - 2,7 mln di t/a di CO 2<br />

4. Più viaggi in treno, bus e tram = - 2,4/3,5 mln di t/a di CO 2<br />

5. Più trasporti in nave = - 300 mila/900 mila t/a di CO 2<br />

6. Rete stradale intelligente = - 90 mln di t/a di CO 2<br />

7. Chi va piano... va lontano = - 1 mln di t/a di CO 2<br />

8. City logistik = - 1,5 mln di t/a di CO210.<br />

9. Green jobs: gli esperti in mobilità effi ciente = - 3,2 mln di<br />

t/a di CO 2<br />

10. La tariffa assicurativa equa: pay-as-you-drive (PAYD) = - 3,7<br />

mln di t/a di CO 2<br />

11. Coordinamento tra trasporti e usi del suolo = - 4 mln di t/a<br />

di CO 2<br />

12. Patti territoriali di accompagnamento a grandi infrastrutture<br />

= - 1 mln di t/a di CO 2<br />

31


Dalla Commissione Europa arriva il no alla deroga alle norme UE sulle polveri sottili<br />

PM10: BRUXELLES BOCCIA L’ITALIA<br />

In assenza di un piano nazionale di risanamento dell’aria, niente sconti all’Italia. Questa la decisione<br />

della Commissione Europea che respinge la proroga al 2011 all’applicazione dei limiti fi ssati da Bruxelles<br />

Niente sconti all’Italia che non applica<br />

le norme UE sulle polveri sottili.<br />

Così la Commissione Europea “bacchetta”<br />

l’Italia che “sgarra” e annuncia<br />

la linea dura nei confronti del nostro<br />

Paese.<br />

Nessuna tolleranza dunque per chi<br />

supera i limiti previsti: 40 microgrammi<br />

per metro cubo d’aria come media<br />

annua e picchi non superabili di 50<br />

microgrammi per metro cubo per un<br />

massimo di 35 giorni l’anno. E l’Italia<br />

non fa eccezione, nonostate la<br />

proroga al 2011 chiesta dal Ministro<br />

dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo<br />

all’applicazione dei limiti in vigore dal<br />

2005.<br />

Il valore limite giornaliero (50 microgrammi<br />

per metro cubo da non<br />

superare più di 35 volte l’anno) è stato<br />

disatteso nel 61% delle stazioni di<br />

monitoraggio. Sono i dati contenuti nel<br />

documento inviato dal Ministro alla<br />

Commissione che evidenzia come la<br />

situazione più critica si concentri nel<br />

nord Italia.<br />

Di qui la richiesta della deroga al 2011<br />

da parte dell’Italia.<br />

Entro il 2011, assicura l’Italia, tutto sarà<br />

a posto: “il conseguimento dei valori<br />

limite entro la data prevista dalla deroga<br />

è assicurato, presso una serie di<br />

agglomerati dalle misure previste nei<br />

piani adottati a livello regionale e, presso<br />

tutte le altre zone, dall’attuazione<br />

di un complesso di misure aggiuntive<br />

individuate e avviate a livello nazionale”.<br />

Ma la proroga non convince<br />

l’ENEA. Secondo l’Agenzia nazionale<br />

per le nuove tecnologie, l’energia e lo<br />

sviluppo economico sostenibile le azioni<br />

previste non bastano. Di qui al 2011<br />

non c’è alcune speranza di rientrare nei<br />

limiti fi ssati da Bruxelles: in sei regioni<br />

le PM10 continueranno ad aumentare<br />

e nelle restanti 14 la riduzione sarà insuffi<br />

ciente.<br />

Troppo poco per rientrare nella norma.<br />

La deroga era stata chiesta per 67 zone<br />

delle regioni del centro-nord (Lombardia,<br />

Emilia Romagna, Piemonte, Veneto,<br />

di Silvia Barchiesi<br />

Provincia Autonoma di Trento, Provincia<br />

Autonoma di Bolzano,Valle d’Aosta,<br />

Friuli Venia Giulia, Liguria, Toscana,<br />

Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo).<br />

In alcune zone di queste regioni, come<br />

quelle della Pianura Padana, è vera e<br />

propria emergenza polveri sottili.<br />

Va un po’ meglio, invece, in Valle<br />

D’Aosta e in alcune zone delle Marche<br />

e del Lazio.<br />

Ma eccezioni a parte, Bruxelles liquida<br />

la deroga chiesta dall’Italia: i piani<br />

regionali di risanamento dell’aria non<br />

bastano a garantire l’adeguamento<br />

dell’Italia ai limiti fi ssati dall’Europa<br />

entro il 2011.<br />

Potrebbero funzionare solo se accompagnati<br />

da un piano nazionale. Ma di<br />

questo ancora neanche l’ombra.<br />

Secondo la Commissione, il Governo<br />

non può lasciare da sole le Regioni<br />

nella lotta alle PM10.<br />

Gli ecoincentivi per il rinnovo del parco<br />

auto non sono suffi cienti.<br />

Nonostante le concentrazioni da PM10<br />

si siano ridotte di circa il 25% negli<br />

ultimi due anni, serve molto di più per<br />

risolvere l’emergenza inquinamento.<br />

Di qui la decisione di riattivare nei<br />

confronti dell’Italia la procedura di infrazione,<br />

sospesa nel 2008 a condizione<br />

che quest’ultima dimostrasse un serio<br />

impegno nella lotta alle PM10. La motivazione<br />

della decisione è riassunta<br />

nel punto 32 del documento trasmesso<br />

dalla Commissione Europea al nostro<br />

Paese: “Dall’esame dei documenti<br />

presentati dalle autorità competenti<br />

si ricava che senza misure nazionali,<br />

le sole misure regionali e locali non<br />

bastano ad ottenere la conformità ai<br />

valori consentiti entro il nuovo termine.<br />

Poiché le informazioni contenute nella<br />

notifi ca non illustrano a suffi cienza le<br />

misure che dovrebbero essere attuate a<br />

livello nazionale e dal momento che il<br />

piano nazionale per la qualità dell’aria<br />

è ancora in fase di stesura, la Commissione<br />

ritiene che, sebbene non sia<br />

da escludersi che una combinazione<br />

di misure nazionali, locali e regionali<br />

potrebbe garantire il rispetto dei valori<br />

consentiti, non è possibile, in base alle<br />

informazioni attualmente disponibili<br />

e in assenza di un impegno formale<br />

a livello nazionale sotto forma di un<br />

piano nazionale per la qualità dell’ari,<br />

stabilire con certezza se tali valori saranno<br />

rispettati entro il 2011”.<br />

Così Bruxelles boccia l’Italia, a metà<br />

tra l’insuffi cienza e il non classifi cabile<br />

e respinge la richiesta di proroga al<br />

2011di quasi tutte le zone delle regioni<br />

centro-settentrionali, nell’attesa di fornire<br />

una risposta per quanto riguarda<br />

le regioni meridionali.<br />

Il monito, però, non implica che le<br />

sanzioni scatteranno nell’immediato.<br />

Ma intanto invita il Governo alla mobilitazione<br />

e all’azione.<br />

In assenza di una chiara volontà di intraprendere<br />

un percorso virtuoso nella<br />

lotta all’inquinamento, la Commissione<br />

conferma la linea dura: all’Italia “inadempiente”<br />

non sono concessi sconti.<br />

Al nostro Paese, invece, non rimane<br />

che prendere nota dei limiti e cominciare<br />

a “rigare dritto”!<br />

33


Commercio all’ingrosso di rottami ferrosi e metallici<br />

SERVIZI<br />

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35


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INCENTIVI AGLI AUTOTRASPORTATORI<br />

PER L’UTILIZZO DELLE VIE DEL MARE<br />

Varato un apposito D. M. che individua i percorsi e determina le percentuali di incentivazione<br />

Il Ministero delle Infrastrutture e<br />

dei Trasporti ha recentemente varato<br />

un Decreto Ministeriale che mira ad<br />

incentivare il trasporto delle merci attraverso<br />

le cosiddette “vie del mare”.<br />

Nella fattispecie, il D. M. indica le<br />

percentuali di contribuzione sul prezzo<br />

della tariffa del viaggio a favore<br />

delle imprese di autotrasporto che<br />

utilizzano, durante la tratta, la modalità<br />

marittima.<br />

Nell’unico articolo che citiamo di seguito,<br />

unitamente al testo completo<br />

dell’intero D. M., sono riportate le<br />

rotte incentivate e i contributi fi ssati<br />

da calcolarsi sulla tariffa corrisposta<br />

al vettore marittimo.<br />

(Si avverte che il testo del D.M. inserito<br />

nelle pagg. seguenti non riveste carattere<br />

di uffi cialità e non è sostitutivo<br />

in alcun modo della pubblicazione<br />

uffi ciale cartacea) Decreto 14 settembre<br />

<strong>2009</strong><br />

Ministero delle Infrastrutture e dei<br />

Trasporti. Incentivi agli autotrasportatori<br />

per l’utilizzo delle vie<br />

del mare, individuazione di nuove<br />

rotte e determinazione delle misure<br />

percentuali.<br />

(GU n. 233 del 7-10-<strong>2009</strong>)<br />

IL MINISTRO DELLE INFRASTRUT-<br />

TURE E DEI TRASPORTI<br />

Visto l’art. 3 comma 2-quater del decreto-legge<br />

24 settembre 2002, n. 209,<br />

convertito con modifi cazioni, dalla<br />

legge 22 novembre 2002 n. 265;<br />

Visto il regolamento adottato con il<br />

decreto del Presidente della Repubblica<br />

11 aprile 2006, n. 205, recante<br />

le modalità di ripartizione ed erogazione<br />

dei fondi per l’innovazione del<br />

sistema dell’autotrasporto merci, lo<br />

sviluppo delle catene logistiche ed il<br />

potenziamento dell’intermodalità, ed<br />

in particolare l’art. 3, commi 2, 4 e 5;<br />

a cura di Alberto Piastrellini<br />

Visti i decreti del Ministro dei trasporti,<br />

emessi rispettivamente, il primo in<br />

data 31 gennaio 2007, pubblicato nella<br />

Gazzetta uffi ciale n. 35 del 12 febbraio<br />

2007 ed il secondo, ad integrazione<br />

del primo, in data 26 marzo 2007,<br />

pubblicato nella Gazzetta uffi ciale n.<br />

79 del 4 aprile 2007, con i quali sono<br />

state individuate, ai sensi dell’art.<br />

3, comma 6, del richiamato d.P.R. n.<br />

205/2006, le rotte incentivabili;<br />

Visto il decreto-legge 1° ottobre 2007,<br />

n. 159, convertito, con modifi cazioni,<br />

dalla legge 29 novembre 2007, n. 222,<br />

pubblicata nella Gazzetta Uffi ciale n.<br />

279 del 30 novembre 2007, recante<br />

«Interventi urgenti in materia economico-fi<br />

nanziaria, per lo sviluppo e<br />

l’equità sociale», ed in particolare l’art.<br />

8, concernente interventi per il trasferimento<br />

modale da e per la Sicilia e per<br />

il miglioramento del trasporto pubblico<br />

in Calabria e nello Stretto di Messina;<br />

Visto il decreto del Ministro dei<br />

trasporti del 23 novembre 2007, n.<br />

187/T, che prevede un aumento del<br />

contributo di cui all’art. 3 del citato<br />

d.P.R. 11 aprile 2006, n. 205;<br />

Visto il decreto del Presidente della<br />

Repubblica 9 novembre 2007, n. 252,<br />

pubblicato nella Gazzetta Uffi ciale del<br />

5 gennaio 2008, recante modifi che al<br />

citato d.P.R. 11 aprile 2006, n. 205;<br />

Vista la legge 24 dicembre 2007, n.<br />

244 (legge fi nanziaria 2008), ed in<br />

particolare l’art. 2, comma 232, che<br />

autorizza la spesa di 77 milioni di<br />

euro per ciascuno degli anni 2008,<br />

<strong>2009</strong> e 2010, al fi ne di consentire la<br />

piena operatività agli incentivi di cui<br />

al richiamato decreto del Presidente<br />

della Repubblica 11 aprile 2006, n.<br />

205;<br />

Vista la normativa comunitaria in<br />

materia di aiuti di Stato ai trasporti<br />

marittimi, pubblicati nella Gazzetta<br />

Uffi ciale delle Comunità europee n.<br />

C. 205 del 5 luglio 1997, e successive<br />

modifi cazioni;<br />

Visto il decreto del Ministro dei trasporti<br />

8 gennaio 2008, n. 1/T, relativo<br />

all’individuazione delle misure percentuali<br />

di contribuzione sul prezzo<br />

della tariffa del viaggio a favore delle<br />

imprese di autotrasporto che utilizzano<br />

la modalità marittima;<br />

Visto il decreto del Ministro delle infrastrutture<br />

e dei trasporti 16 dicembre<br />

2008, n. 281, con il quale sono state<br />

apportate semplifi cazioni alla documentazione<br />

da presentare da parte<br />

degli aspiranti benefi ciari, al fi ne di<br />

facilitare la procedura di ammissione<br />

ai contributi in parola;<br />

Viste le comunicazioni relative<br />

all’istituzione delle nuove rotte Civitavecchia-Messina,<br />

Savona Vado-Termini<br />

Imerese e Marina di Carrara-Castellon<br />

de La Plana;<br />

Decreta:<br />

Articolo unico<br />

1. Ai sensi dell’art. 2, comma 1, del<br />

decreto ministeriale 31 gennaio 2007,<br />

sono considerate nuove rotte incentivabili<br />

i seguenti itinerari marittimi:<br />

Civitavecchia-Messina;<br />

Savona Vado-Termini Imerese;<br />

Marina di Carrara-Castellon de La<br />

Plana.<br />

2. I contributi alle imprese di autotrasporto,<br />

per l’utilizzo delle rotte di<br />

cui al comma 1, sono fi ssati nelle misure<br />

percentuali di cui alla seguente<br />

tabella, da calcolarsi sulla tariffa corrisposta<br />

al vettore marittimo:<br />

3. La misura dei contributi di cui al<br />

comma 2 resta in vigore per il biennio<br />

2008-<strong>2009</strong> e potrà essere rimodulata<br />

37


Rotte nazionali<br />

con successivo decreto, in funzione<br />

delle istanze pervenute e delle risorse<br />

disponibili.<br />

4. L’attività di monitoraggio preordinata<br />

alla verifi ca, nei confronti dei<br />

soggetti benefi ciari dei contributi di<br />

cui al presente decreto, della sussi-<br />

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38<br />

Da 80 a 1.599 viaggi annui effettuati dal 1°<br />

gennaio 2008 al 31 dicembre <strong>2009</strong><br />

stenza dello stesso numero di viaggi<br />

effettuati sulle tratte marittime interessate<br />

dal contributo, ovvero della<br />

sussistenza dello stesso quantitativo<br />

di merci trasportate nel triennio per<br />

il quale hanno ricevuto i contributi<br />

medesimi, è svolta dalla RAM S.p.a.,<br />

in quanto soggetto espressamente<br />

Da 1.600 viaggi annui e oltre effettuati dal 1°<br />

gennaio 2008 al 31 dicembre <strong>2009</strong><br />

Civitavecchia-Messina 28% 30%<br />

Savona Vado-Termini Imprese 28% 30%<br />

Rotta comunitaria<br />

Da 80 a 1.599 viaggi annui effettuati dal 1°<br />

gennaio 2008 al 31 dicembre <strong>2009</strong><br />

Da 1.600 viaggi annui e oltre effettuati dal 1°<br />

gennaio 2008 al 31 dicembre <strong>2009</strong><br />

Marina di Carrara - Castellon De La Plana 15% 18,75%<br />

incaricato dalle competenti strutture<br />

del Ministero delle infrastrutture e dei<br />

trasporti.<br />

Roma, 14 settembre <strong>2009</strong><br />

Il Ministro: Altero Matteoli<br />

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