VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact
VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact
VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> INNOVAZIONE E SV<strong>IL</strong>UPPO: ASSI, FATTORI E PROGETTI<br />
ne è rilevabile per il biossido di zolfo, ormai a livelli di non significatività e per il benzene, riconducibile, come per<br />
il CO2, alle trasformazioni del parco autoveicolare.<br />
Meno significativa appare invece la riduzione delle concentrazioni di ossidi di azoto, le quali a partire dal 2000<br />
risultano nel complesso abbastanza stabili o addirittura nuovamente in crescita, soprattutto per quanto riguarda<br />
le stazioni di rilevamento maggiormente correlate alla componente di inquinamento da traffico.<br />
Analogamente, per quanto riguarda le polveri sottili le concentrazioni, pur largamente influenzate dalle condizioni<br />
meteoclimatiche, non rilevano segni univoci e appaiono relativamente costanti.<br />
Le concentrazioni di ozono troposferico, correlate alle condizioni meteo e alle emissioni di ossidi di azoto, pur se<br />
in costante decremento, si mantengono elevate.<br />
Il confronto con i valori limite annuali fissati dal DM 60/2002 ai fini della protezione umana, evidenzia come i<br />
valori di NO2 e PM10 si mantengano costantemente al di sopra o prossimi al valore limite in tutti i comuni dell’area<br />
fiorentina. Il benzene rimane al di sopra dei limiti in alcuni punti dell’area urbana fiorentina.<br />
Per il biossido di azoto (NO2), si evidenzia una diminuzione significativa degli episodi di superamento dei limiti<br />
negli anni ’90, ed il loro azzeramento nel 2000-2001. A partire dal 2002 si assiste invece ad una ripresa, in particolare<br />
nel comune di Firenze, con una punta di 130 eccessi di superamento raggiunti nel 2004.<br />
Per ozono (O3) e particolato fine (PM10), si rileva invece una sostanziale costanza degli andamenti, con un numero<br />
significativo di superamenti per tutti gli anni e in tutti i comuni oggetto di monitoraggio.<br />
Da rilevare che, in particolare per NO2 e PM10, le stazioni maggiormente interessate sono quelle correlate all’inquinamento<br />
da traffico (Firenze-Rosselli, Firenze-Ponte alle Mosse).<br />
La rete pubblica di monitoraggio presente nell’area fiorentina è attualmente costituita (fine 2005), da 12 stazioni<br />
fisse per il rilevamento degli inquinanti e da 2 stazioni meteorologiche.<br />
Le stazioni di rilevamento della qualità dell’aria sono localizzate a Firenze (7 centraline), Scandicci (1), Calenzano<br />
(2), Signa (1), Campi Bisenzio (1).<br />
Tale situazione è sicuramente positiva e mette in evidenza un miglioramento dell’efficienza della rete rispetto<br />
agli anni precedenti.<br />
Sempre nell’ambito della componente aria relativamente all’inquinamento acustico emerge che delle tre sorgenti<br />
prese in esame (traffico veicolare, rumore ferroviario, rumore aeroportuale), il traffico stradale è certamente<br />
quella più rilevante agli effetti del disturbo, in quanto interessa l’intera area comunale. Il rumore ferroviario e<br />
quello dovuto all’aeroporto presentano caratteristiche locali, interessando solo i ricettori nelle vicinanze delle<br />
infrastrutture (linea ferrata e pista di decollo e atterraggio).<br />
Tabella 3.32 RUMORE DA TRAFFICO VEICOLARE. Popolazione esposta<br />
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Arpat<br />
Per quanto riguarda il rumore veicolare, il limite notturno è superato da oltre la metà delle residenze (55,5%),<br />
quello diurno nel 45% dei casi. Il confronto con dati relativi ai 10 anni precedenti (decennio 1994-2003), condotto<br />
da Arpat, dimostra che il rumore in città è rimasto nel periodo sostanzialmente invariato.<br />
Per quanto riguarda il rumore ferroviario i dati dei rilievi non evidenziano significative variazioni del livello di<br />
esposizione fra il periodo diurno e quello notturno, come conseguenza si ha una percentuale di popolazione più<br />
elevata nel periodo notturno.<br />
Gli studi condotti da Arpat hanno evidenziato invece la tendenza a una lieve diminuzione dell’esposizione al<br />
rumore dell’aeroporto.<br />
In molti dei rilievi effettuati, sulla base di campagne di rilevamento condotte da Arpat, si evidenzia il mancato<br />
rispetto dei limiti di riferimento e la presenza di situazioni di disturbo per la popolazione. Nel periodo 2000-2006,<br />
la maggior parte dei monitoraggi effettuati (151 su 213) evidenzia il superamento dei limiti di riferimento per il<br />
periodo diurno o notturno.<br />
La situazione appare abbastanza differenziata nell’area considerata e risulta difficile esprimere una valutazione<br />
complessiva delle criticità esistenti sul territorio, ciò che appare evidente è l’esistenza di numerose situazioni di