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VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact

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<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> allegati<br />

Comuni con scarse competenze di progettazione/gestione) come denota il primo monitoraggio sui PAtti per lo<br />

Sviluppo Locale (vedi Dpef 2009 – risoluzione del C.R. n. 65 del 23 luglio 2008). Il ruolo dell’Associazione, non<br />

dovrebbe essere quello di gestire i progetti, così come richiesto dai soggetti locali, ma quello di sfruttare le competenze<br />

di progettazione delle alte professionalità presenti in Firenze Futura, come strumento di<br />

supporto/accompagnamento ai territori ai quali spetterà poi la gestione del progetto. In questo modo sarebbe<br />

garantito un maggior raccordo con le strategie “alte”del Piano Strategico e l’attività di progettazione/gestione in<br />

cui sarebbe fortemente coinvolto anche il livello tecnico degli enti locali. In questo modo dovrebbe essere superata<br />

anche la discrasia tra strategia e attività di implementazione segnalata nel documento.<br />

Se però, nella nuova predisposizione del Piano Strategico, si continua a parlare di idee progettuali avendo a livello<br />

regionale, nazionale ed europeo, una serie di canali di finanziamento disponibili e attivi per lo sviluppo dei territori,<br />

significa non dare concretezza al Piano stesso. Oggi il quadro strategico può essere rivisto e ricalibrato ma<br />

deve emergere una maggiore attenzione alla progettazione che deve essere più operativa per cogliere tutte le<br />

opportunità di finanziamento possibili.<br />

Altro punto da sviluppare pare essere il sistema di monitoraggio. Questa funzione non costituisce un mero<br />

adempimento burocratico, ma serve in corso di implementazione di un progetto a correggere il tiro e a far sì che<br />

gli interventi in esso contenuti possano essere attuati con successo. Anche qui l’Associazione potrebbe giocare<br />

un ruolo di supporto presso le Amministrazioni che ne fanno parte. La Regione Toscana, considerata la propria<br />

esperienza in questo capo, può fornire un supporto metodologico sulle attività di monitoraggio anche in considerazione<br />

del lavoro in essere sui PASL di Area vasta e su quelli provinciali (es. riuso della procedura informatica<br />

di monitoraggio dei PASL oppure, quando i progetti di Firenze Futura coincidono con quelli PASL, si può usare<br />

direttamente il monitoraggio di questi ultimi per evitare duplicazioni di attività operative negli enti coinvolti).<br />

Sicuramente un ruolo di supporto può essere svolto in questo senso anche dalla Provincia di Firenze che, ai sensi<br />

delle delibere della Giunta regionale nn. 149/2007 e 814/2007, è titolare del monitoraggio PASL per il proprio territorio<br />

(a parte il Circondario Empolese Valdelsa che ha un proprio Patto).<br />

Osservazioni specifiche sulle politiche regionali<br />

Per le Politiche formative, beni e attività culturali, la Direzione generale competente in materia segnala quanto<br />

segue.<br />

Per i progetti relativi al cap. 3, par. 1 “Produzione culturale e alta formazione”, non emerge niente da eccepire salvo<br />

il fatto che manca ogni riferimento alla possibilità di reperire le risorse necessarie a realizzare i progetti, cosa che<br />

vale in particolare per il Museo dell'Universo, progetto che ha avuto ampio consenso ma che non ha mai trovato<br />

chi fosse in grado di farsi carico dei costi di realizzazione e, forse soprattutto, di gestione che, come emerge da<br />

uno studio di fattibilità di qualche anno fa, superano i 2 milioni di Euro all'anno.<br />

Per quanto concerne, invece, il progetto “Firenze sapere: la rete del sapere e del saper fare” si ricorda che la L.R.<br />

32/2002 definisce funzioni e compiti della Regione, delle Province e dei Comuni. Tale normativa attribuisce alle<br />

Province la competenza e relative funzioni su Istruzione, Formazione e Lavoro, con particolare riferimento all'orientamento<br />

e formazione professionale, al diritto allo studio scolastico e sviluppo del sistema di educazione<br />

oltre all'organizzazione della rete scolastica, al mercato e alle politiche del lavoro. Inoltre alle Province sono attribuite<br />

anche funzioni di integrazione in materia di politiche del lavoro, formazione professionale e istruzione.<br />

Fermo restando che i finanziamenti relativi sono assegnati alle Province, il progetto deve trovare un momento di<br />

confronto con la Provincia di Firenze e le proprie politiche di settore.<br />

Per quanto attiene le politiche di e-government, la Direzione generale competente per materia evidenzia quanto<br />

segue:<br />

- la struttura del documento: si tratta in generale di un’analisi di particolare spessore e dettaglio dell’esistente,<br />

con ramificazioni anche complesse nel passato ma con scarsa o nulla penetrazione del futuro, anche perché<br />

sono molte le variabili strutturali da definire a partire da quelle di contesto (es.: quale forma utilizzare per l’aggregazione/integrazione<br />

dei soggetti sia sotto il profilo politico che sotto quelle tecnico-organizzativo?<br />

L’esame acquisito si limita ad indicare alcuni pro e contro ma non sceglie la strada su cui movimentare il passaggio<br />

da una serie di atomicità ad un cluster integrato di temi, processi, operazioni e risultati)<br />

- conseguentemente una serie di affermazioni – pienamente condivisibili – su tematiche di indubbio spessore<br />

(es.: economia della conoscenza, sostenibilità ambientale, pressione territoriale, diffusione e specializzazione<br />

della formazione, accesso multilevel alle risorse turistiche e culturali, etc.) sono inquadrate a volte nel minimo<br />

dettaglio ma non trovano un legame teorico-pratico in proposte di soluzioni realistiche e sostenibili, nemmeno<br />

attraverso la proposta di scenari alternativi con la classica metodologia “what-if”

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