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VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact

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<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> L’AREA URBANA FIORENTINA: DALLA CITTÀ MONOCENTRICA ALLA CITTÀ POLICENTRICA<br />

nuovo assetto della fiscalità locale metropolitana e dei sistemi di coordinamento tra pianificazione urbanisticoterritoriale<br />

e politiche fiscali degli Enti Locali. Inoltre, deve essere considerato come l’eventuale aumento del<br />

grado di autonomia tributaria degli enti locali connesso a tali pratiche può comportare un processo potenzialmente<br />

virtuoso o vizioso, a seconda che la competizione per l’allargamento della base imponibile si svolga all’interno<br />

di regole di coordinamento fiscale e con l’utilizzo di strumenti perequativi atti a promuovere una fornitura<br />

efficiente dei servizi pubblici locali o che, invece, sia il frutto di forme di concorrenza fiscale non regolata.<br />

È comunque necessario che i livelli di governo nazionale e regionale definiscano modalità di trasferimenti finanziari<br />

per le città metropolitane basati sulla popolazione effettivamente presente (e non su quella residente), poiché<br />

è questa a determinare un aumento del fabbisogno di spesa a carico delle amministrazioni delle città principali.<br />

Come si vede anche nell’approfondimento sulle esperienze di alcune città europee riportato in seguito, varie<br />

sono le possibili soluzioni all’attenuazione dell’impatto delle popolazioni esterne sul Comune centrale.<br />

Una prima ipotesi potrebbe essere rappresentata dall’introduzione di una tassazione di soggiorno applicata alle<br />

strutture ricettive, misura questa che risulterebbe di particolare efficacia per un’area turistica quale quella fiorentina.<br />

La tassa di scopo impone di rispondere a due aspetti indispensabili per dare coerenza all’obiettivo perseguito:<br />

l’area territoriale di riferimento e la distribuzione delle risorse. Affinché la redistribuzione dei costi non penalizzi<br />

il sistema turistico, l’imposizione deve essere differenziata rispetto alla tipologia delle strutture ricettive. Questo<br />

per eliminare possibili competizioni fiscali e permettere la realizzazione, sull’intero territorio fiorentino, di sistemi<br />

di gestione associata sulla raccolta e destinazione del gettito.<br />

Una seconda ipotesi, che scaturisce anche dalla necessità di ridurre l’ingresso delle auto all’interno della città,<br />

potrebbe essere data da un sistema di incentivazione e disincentivazione legato all’uso del mezzo privato.<br />

Nel caso della tassa di soggiorno solo una legge nazionale può istituire tale prelievo, come già applicata in<br />

Francia da più di cento anni e abolita in Italia nei decenni passati; nel secondo caso, invece, le deliberazioni sono<br />

di competenza dei singoli Comuni.<br />

Per la verifica empirica delle principali implicazioni di finanza locale potenzialmente derivanti dallo sviluppo del<br />

ciclo urbano appena delineato, si ritiene importante puntare l’interesse sull’analisi delle conseguenze propriamente<br />

fiscali determinate dalla trasformazione strutturale vissuta dal grande centro urbano.<br />

Con riferimento ad alcune grandi città statunitensi, una serie di studi economici ha messo in luce come i processi<br />

di suburbanizzazione e deurbanizzazione abbiano determinato, tra gli anni ’70 e ’80, uno spostamento significativo<br />

di popolazione appartenente alle classi medio-alte dal nucleo urbano centrale verso le cinture esterne<br />

dell’hinterland metropolitano. Questo fenomeno, assieme al processo di avanzata terziarizzazione, ha comportato<br />

una robusta riduzione delle basi imponibili cittadine, causando una rilevante contrazione delle entrate fiscali.<br />

Di conseguenza, non potendo far leva su un continuo aumento della pressione fiscale per evidenti ragioni di<br />

sostenibilità politico-sociale, in diversi casi il policy maker è stato costretto ad operare un ridimensionamento<br />

complessivo dei servizi pubblici locali, a discapito della competitività economica e della qualità della vita del<br />

polo urbano di riferimento.<br />

Pertanto, muovendo da questi contributi della letteratura economica 9 si è ritenuto opportuno rivolgere l’attenzione<br />

sullo stato di salute del potenziale economico del comune centrale della città metropolitana fiorentina,<br />

ricavando una serie di informazioni sia in termini di capacità fiscale che per quanto concerne il valore aggiunto<br />

della produzione economica.<br />

Seguendo l’impostazione metodologica utilizzata dall’Ires Piemonte (2006) in uno studio analogo, attraverso l’utilizzo<br />

della base imponibile ai fini Irpef quale proxy attendibile, si ricava che la capacità fiscale del comune fiorentino<br />

nel corso degli ultimi anni subisce un rallentamento in termini assoluti, sia per contribuente che in termini<br />

pro capite (graff. 1.13 e 1.14), registrando comunque un tasso di decrescita sostanzialmente in linea con il<br />

relativo valore della sua cintura urbana e del resto della provincia fiorentina, nonostante al contempo si contrassegni<br />

come l’ambito territoriale con la minore propensione all’acquisizione di nuovi contribuenti (tab. 1.15).<br />

9 Oakland W.H (1979) Central Cities: Fiscal Plight and Prospects for<br />

Reform, in Mieszkowski P., Straszheim (a cura di) Current Issues in<br />

Urban Economics, Jhon Hopkins University Press, Baltimora.<br />

Reschovsky A. (1997) Are City Fiscal Crises on the Horizon?, in<br />

Netzer D., Drennan M.P. (a cura di) Reading in State and Local<br />

public Finance, Blackwell, Oxford. Rothblatt D.N. (1998) North<br />

American metropolitan planning re-examined, working paper 99-<br />

2, Urban and regional planning departement, Sant José State<br />

University. Inman R.P. (2004) Financing cities, working paper,<br />

University of Pennsylvania.

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