31.05.2013 Views

I “Gulliver's Travels” e la satira di Swift

I “Gulliver's Travels” e la satira di Swift

I “Gulliver's Travels” e la satira di Swift

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

I “Gulliver’s <strong>Travels”</strong> e <strong>la</strong><br />

<strong>satira</strong> <strong>di</strong> <strong>Swift</strong><br />

<strong>di</strong> Antonino Nangano


I “Gulliver’s travels” e <strong>la</strong> <strong>satira</strong> <strong>di</strong> <strong>Swift</strong><br />

In questo mio <strong>la</strong>voro ho deciso <strong>di</strong> analizzare alcuni aspetti dei Gulliver’s<br />

Travels che mi hanno colpito durante <strong>la</strong> lettura. In partico<strong>la</strong>re le allegorie<br />

presenti nel romanzo; <strong>la</strong> teoria del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tività delle grandezze, che<br />

probabilmente ebbe una grande influenza su <strong>Swift</strong> per <strong>la</strong> stesura delle<br />

prima due parti del romanzo; nonché <strong>la</strong> presenza nell’opera <strong>di</strong> situazioni e<br />

descrizioni <strong>di</strong>sgustose. Ho ritenuto poi opportuno illustrare fino a che punto<br />

i Gulliver’s Travels possono essere inseriti all’interno del<strong>la</strong> narrativa <strong>di</strong><br />

viaggio e in ultima analisi descrivere <strong>la</strong> tecnica dello straniamento<br />

utilizzata da <strong>Swift</strong> per dare sfogo all’ironia e al<strong>la</strong> <strong>satira</strong>.<br />

Le allegorie nei Gulliver’s Travels<br />

Leggendo il romanzo <strong>di</strong> <strong>Swift</strong> non sarà <strong>di</strong>fficile al lettore in<strong>di</strong>viduare alcuni<br />

episo<strong>di</strong> dotati <strong>di</strong> una funzione prettamente allegorica. Dove per allegoria<br />

inten<strong>di</strong>amo quel<strong>la</strong> figura retorica in cui un termine (denotazione) si<br />

riferisce ad un significato più profondo e nascosto<br />

(connotazione).<br />

L’allegoria più <strong>di</strong>scussa e analizzata dei Gulliver’s<br />

Travels è sicuramente quel<strong>la</strong> del primo viaggio a<br />

Lilliput che a livello connotativo sembra fornire<br />

una descrizione aderente <strong>di</strong> fatti, persone e<br />

istituzioni dell’Inghilterra nell’età augustea.<br />

E’ facile ricollegare infatti Lilliput al<strong>la</strong> stessa<br />

Inghilterra, le lotte tra i partiti dai Tacchi Alti e dai Tacchi Bassi alle<br />

1


e<strong>la</strong>tive <strong>di</strong>spute tra i partiti dei Tories e dei Whigs. Il principe <strong>di</strong> Lilliput a<br />

Giorgio I re d’Inghilterra il quale per non schierarsi apertamente con uno<br />

dei due partiti, trova il compromesso <strong>di</strong> indossare una scarpa dal tacco alto<br />

e una dal tacco basso. Di conseguenza Blefuscu incarna <strong>la</strong> rivale storica<br />

dell’Inghilterra, ovvero <strong>la</strong> Francia.<br />

Nonostante l’allegoria sia abbastanza valida, bisogna però <strong>di</strong>re che <strong>Swift</strong><br />

non <strong>di</strong>chiarò mai esplicitamente <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra il viaggio a Lilliput e <strong>la</strong><br />

descrizione dell’Inghilterra, pertanto tutto ciò che è stato detto finora,<br />

anche se motivato da vali<strong>di</strong>ssime ragioni rischia <strong>di</strong> rimanere soltanto<br />

un’ipotesi.<br />

Al contrario possiamo focalizzare <strong>la</strong> nostra attenzione su alcune allegorie<br />

utilizzate dall’autore per dare vita al<strong>la</strong> sua <strong>satira</strong>. In partico<strong>la</strong>re<br />

sull’episo<strong>di</strong>o in cui Gulliver descrive <strong>la</strong> “Rope Dance” ovvero <strong>la</strong> danza<br />

sul<strong>la</strong> corda nel<strong>la</strong> quale si cimentano i lillipuziani per vedersi assegnare le<br />

cariche governative. La descrizione iniziale<br />

dell’avvenimento sembra essere del tutto<br />

analoga a quel<strong>la</strong> delle testimonianze che<br />

descrivevano gli spettacoli acrobatici e<br />

funambolici che avevano luogo nelle città<br />

occidentali. Si viene a creare nel lettore un’area<br />

<strong>di</strong> significato che si potrebbe riassumere come<br />

“spettacolo <strong>di</strong> acrobati e <strong>di</strong> funamboli”. A<br />

questo significato nel<strong>la</strong> mente del lettore se ne<br />

aggiunge un altro non appena questi viene a conoscenza <strong>di</strong> chi sono i<br />

protagonisti dello spettacolo e per quali ragioni esso viene svolto. I due<br />

significati vengono a sovrapporsi nel<strong>la</strong> mente del lettore in un rapporto <strong>di</strong><br />

equivalenza (spettacolo <strong>di</strong> acrobati e funamboli = concorso per<br />

assegnazione <strong>di</strong> cariche pubbliche a can<strong>di</strong>dati), generando una certa<br />

2


stranezza. Il criterio si scelta dei governanti a Lilliput <strong>di</strong>viene proprio <strong>la</strong><br />

destrezza sul<strong>la</strong> fune. Da qui <strong>la</strong> definizione “funambolismo dei politici”<br />

termine utilizzato per descrivere il tatticismo dei politici, gli intricati giochi<br />

<strong>di</strong> politica nonché gli equilibrismi <strong>di</strong> cui spesso nei Gulliver’s Travels<br />

vengono accusati i governanti 1 .<br />

In questo senso si potrebbe procedere ad oltranza e interpretare le cadute<br />

dal<strong>la</strong> fune come l’equivalente degli errori politici e così via.<br />

Ma ciò che <strong>Swift</strong> vuole realmente denunciare non è tanto il bizzarro<br />

sistema con il quale vengono attribuite le cariche più importanti del paese,<br />

quanto l’asservimento e l’umiliazione che i can<strong>di</strong>dati sono <strong>di</strong>sposti a subire<br />

davanti ad un potere superbo e capriccioso quale quello del sovrano.<br />

Attraverso l’occhio del “gigante” Gulliver, tutte le <strong>di</strong>atribe, le lotte interne,<br />

le cerimonie, nonché <strong>la</strong> guerra stessa vengono ri<strong>di</strong>colizzate e descritte come<br />

inutili e futili 2 . <strong>Swift</strong> denuncia <strong>la</strong> crudeltà delle punizioni che vengono<br />

inflitte a coloro che vio<strong>la</strong>no <strong>la</strong> legge, lo stesso Gulliver viene condannato<br />

al<strong>la</strong> per<strong>di</strong>ta del<strong>la</strong> vista solo per alcuni sospetti infondati e <strong>la</strong> sua condanna<br />

non prevede <strong>la</strong> morte solo perché i lillipuziani temono che <strong>la</strong> sua carcassa<br />

in putrefazione possa <strong>di</strong>ffondere <strong>la</strong> pestilenza nel paese. In ogni caso il<br />

protagonista riesce ad evitare <strong>la</strong> punizione fuggendo a Blefuscu.<br />

<strong>Swift</strong> è riuscito a dare a questa opera un assoluto equilibrio d'insieme, l'ha<br />

costruita come un pro<strong>di</strong>gioso giocattolo meccanico. Il suo terribile<br />

significato allegorico è accessibile a chi vuole intenderlo, ma non<br />

danneggia mai <strong>la</strong> capacità immaginativa <strong>di</strong> <strong>Swift</strong>, né le sue suggestive<br />

costruzioni fantastiche. Di qui l'apparente ironia leggera <strong>di</strong> facile lettura<br />

che sembra presente nel testo.<br />

1 Cfr. Graziano Alba, (1982), pp. 125-127<br />

2 Cfr. Bertinetti Paolo, (2003), pag. 324<br />

3


Gulliver e <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tività delle grandezze<br />

Analizzando i Gullliver’s Travels, <strong>Swift</strong> sembra essersi impadronito <strong>di</strong> un<br />

concetto del tutto moderno, quello <strong>di</strong> re<strong>la</strong>tività, e mostra come col<br />

cambiare delle <strong>di</strong>mensioni degli esseri umani, cambi <strong>la</strong> proporzione tra i<br />

fatti, e <strong>di</strong> conseguenza il giu<strong>di</strong>zio sui fatti stessi, il che non toglie che,<br />

lillipuziana o gigantesca, l’umanità sia sempre ri<strong>di</strong>co<strong>la</strong> e abietta. A<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> Voltaire, che probabilmente trasse dall’ir<strong>la</strong>ndese l’ispirazione<br />

per il Micromegas, <strong>Swift</strong> si <strong>di</strong>stingue per il suo giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong>sperato sul<strong>la</strong><br />

con<strong>di</strong>zione umana; se il suo è il secolo dei lumi, egli non v’appartiene<br />

poiché non crede nel progresso 3 .<br />

Fungendo da metro <strong>di</strong> misura Gulliver attiva <strong>la</strong><br />

nostra immaginazione su questi mon<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

grandezze invertite. Se lui può tenere nel palmo<br />

del<strong>la</strong> mano un <strong>di</strong>gnitario <strong>di</strong> Lilliput, e viceversa<br />

essere tenuto in mano dalle donne <strong>di</strong><br />

Brob<strong>di</strong>ngnag, ciò suggerisce che i criteri <strong>di</strong><br />

grandezza tendono ad assumere in ogni paese il<br />

valore assoluto <strong>di</strong> "leggi <strong>di</strong> Natura", o viceversa<br />

che le "leggi <strong>di</strong> Natura" sono valori re<strong>la</strong>tivi, ma<br />

intese in ogni paese come grandezze assolute. Pertanto non esistono<br />

grandezze assolute, ma soltanto valori <strong>di</strong>fferenziali, valori che hanno senso<br />

solo in quanto <strong>di</strong>fferenze rispetto a quelli <strong>di</strong> altri paesi. Si tratta del<strong>la</strong> tesi<br />

del filosofo ir<strong>la</strong>ndese George Berkeley sul<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tività delle grandezze, che<br />

<strong>di</strong>pendono dal<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> dell'osservatore in rapporto al<strong>la</strong> cosa osservata; il che<br />

elimina l'idea che esista una realtà materiale assoluta, perché fa <strong>di</strong>pendere il<br />

3 Cfr. Astal<strong>di</strong> Maria Luisa, (2006), pag. XV<br />

4


valore o <strong>la</strong> misura d'ogni cosa dai mo<strong>di</strong> in cui viene percepita. Ma Gulliver,<br />

pur citando quel principio, se ne <strong>di</strong>mentica sempre; così in ogni viaggio si<br />

trova a dover riadattarsi a una <strong>di</strong>versa percezione delle cose. Significativo<br />

in questo senso è l’episo<strong>di</strong>o in cui Gulliver viene recuperato a bordo <strong>di</strong> una<br />

nave dopo aver <strong>la</strong>sciato l’iso<strong>la</strong> dei giganti all’interno del<strong>la</strong> sua casa-scato<strong>la</strong>.<br />

Il me<strong>di</strong>co infatti udendo <strong>la</strong> voce <strong>di</strong> un marinaio proveniente dall’esterno,<br />

prega questi <strong>di</strong> infi<strong>la</strong>re il <strong>di</strong>to nell’occhiello del<strong>la</strong> scato<strong>la</strong> e <strong>di</strong> tirar<strong>la</strong> fuori<br />

dall’acqua. O poco più tar<strong>di</strong> quando, dopo aver messo piede sul<strong>la</strong> terra<br />

ferma Gulliver fa attenzione nel camminare per paura <strong>di</strong> schiacciare le altre<br />

persone che al<strong>la</strong> sua vista risultano piccolissime, dopo aver abituato il suo<br />

occhio alle grandezze dell’iso<strong>la</strong> <strong>di</strong> Brob<strong>di</strong>ngnag.<br />

Si potrebbe affermare che, quando Gulliver si trova nell’iso<strong>la</strong> dei giganti, il<br />

suo pensiero sia invaso da idee <strong>di</strong> gigantismo, poiché quel<strong>la</strong> è “<strong>la</strong> legge<br />

del<strong>la</strong> natura” <strong>di</strong> quel luogo. Così, quando lo stesso protagonista viene<br />

portato a visitare <strong>la</strong> cattedrale del<strong>la</strong> capitale <strong>di</strong> Brob<strong>di</strong>ngnag, quasi ne<br />

rimane deluso avendo<strong>la</strong> immaginata molto più maestosa e ad<strong>di</strong>rittura,<br />

facendo un paragone con le cattedrali europee, tenendo conto delle dovute<br />

proporzioni, giunge al<strong>la</strong> conclusione che quelle sono <strong>di</strong> gran lunga più<br />

maestose.<br />

Tutta <strong>la</strong> parte su Brob<strong>di</strong>ngnag è una <strong>di</strong>vertente lezione sulle abitu<strong>di</strong>ni, che<br />

trasformano i comportamenti e <strong>la</strong> percezione più comuni, a partire da certe<br />

idee a priori. Questa lezione va a parare negli episo<strong>di</strong> in cui il minuscolo<br />

Gulliver (<strong>di</strong>ventato tra i giganti un megalomane) quasi affoga in una zuppa,<br />

poi <strong>di</strong>venta preda delle bestiole più insignificanti; infine si rompe uno<br />

stinco inciampando nel guscio <strong>di</strong> una lumaca, mentre sta me<strong>di</strong>tando in<br />

grande stile sul<strong>la</strong> sua Inghilterra; episo<strong>di</strong> che mostrano uno scarto tra le<br />

5


idee a priori che si impongono al<strong>la</strong> mente, e il loro risultato nel<strong>la</strong> pratica<br />

delle abitu<strong>di</strong>ni quoti<strong>di</strong>ane.<br />

Il piccolo esposto allo sguardo del grande appare ri<strong>di</strong>colizzato, come nel<br />

caso in cui Gulliver par<strong>la</strong> con il monarca <strong>di</strong> Brob<strong>di</strong>ngnag. In questo caso<br />

l'esposizione ri<strong>di</strong>colizza il delirio <strong>di</strong> grandezza delle monarchie europee,<br />

togliendo <strong>di</strong> mezzo l'idea d'una grandezza assoluta. Viceversa, se il grande<br />

è esposto allo sguardo del piccolo, rive<strong>la</strong> imperfezioni e sgradevoli aspetti<br />

che sfuggono a una normale percezione.<br />

Il gusto per il corrotto<br />

Molti hanno interpretato l’incalzante genere satirico-grottesco <strong>di</strong> <strong>Swift</strong><br />

come lo sfogo <strong>di</strong> un misantropo, ma in realtà il <strong>di</strong>scorso è molto complesso.<br />

Vi sono aspetti singo<strong>la</strong>ri nei Gulliver’s Travels verso i quali da qualche<br />

tempo si è prestata <strong>la</strong> dovuta attenzione. Uno <strong>di</strong><br />

questi è l’aspetto scatologico, ovvero l’insistenze<br />

su certe parti del corpo e alle funzioni ad esse<br />

collegate, soprattutto quel<strong>la</strong> dell’evacuazione.<br />

Per citare alcuni esempi presenti nel testo basti<br />

pensare all’episo<strong>di</strong>o per certi versi <strong>di</strong>vertente nel<br />

quale Gulliver doma l’incen<strong>di</strong>o al pa<strong>la</strong>zzo reale<br />

<strong>di</strong> Lilliput con una scarica <strong>di</strong> pipì; ma se per certi<br />

versi questo episo<strong>di</strong>o ci fa sorridere, altri invece, in cui le feci hanno un<br />

ruolo rilevante, <strong>di</strong>sgustano il lettore. A questa seconda categoria possiamo<br />

ricollegare l’episo<strong>di</strong>o dell’accademia <strong>di</strong> Lagado, in cui uno scienziato tenta<br />

invano <strong>di</strong> far tornare gli escrementi allo stato originale, ovvero in cibo;<br />

6


ancora più nauseanti risultano invece gli episo<strong>di</strong> presenti nel<strong>la</strong> quarta parte,<br />

in cui gli yahoo eleggono il loro nuovo capo ricoprendolo <strong>di</strong> escrementi, o<br />

quando lo stesso Gulliver giunto sull’iso<strong>la</strong> degli huyhnhnm. Viene<br />

attorniato dagli yahoo i quali arrampicandosi su <strong>di</strong> un albero fanno ricadere<br />

sul me<strong>di</strong>co le loro feci. L’insistenza <strong>di</strong> <strong>Swift</strong> nel descrivere tutto ciò che è<br />

putrido e corrotto non si nota soltanto nei Gulliver’s Travels, ma è presente<br />

in molte delle sue opere tra le quali: A description of a city shower,<br />

Strefone and Cloe, o A beautiful young woman going to bed.<br />

Molti stu<strong>di</strong>osi sono intervenuti sull’insistente ricorrenza <strong>di</strong> questa tematica<br />

nelle opere si <strong>Swift</strong>. Si può pensare che si tratti <strong>di</strong> un recupero arcaico e<br />

popo<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> cui tra<strong>di</strong>zione risalirebbe ad Aristofane. L’episo<strong>di</strong>o già citato<br />

dell’accademia <strong>di</strong> Lagado può essere attribuito invece allo scetticismo<br />

dell’autore nei confronti dello scientifismo che dopo le scoperte <strong>di</strong> Newton<br />

aveva contagiato tutti. La <strong>satira</strong> contro le newtoniane leggi del<strong>la</strong> Natura<br />

non passò inosservata. In un brano del 1783, un emerito professore <strong>di</strong><br />

filosofia morale, James Beattie, ci tiene a spiegare come <strong>la</strong> favo<strong>la</strong> <strong>di</strong> <strong>Swift</strong><br />

sia in <strong>di</strong>retta contrad<strong>di</strong>zione con le sopra citate leggi. Nel campo del<strong>la</strong><br />

filosofia morale, <strong>la</strong> "legge <strong>di</strong> Natura", ormai data per scontata, era l'idea che<br />

l'uomo sia un essere infallibilmente dotato <strong>di</strong> ragione, dunque naturalmente<br />

superiore ad animali irrazionali come i cavalli. Per questo motivo, secondo<br />

l'emerito professore, <strong>la</strong> favo<strong>la</strong> swiftiana sui cavalli razionali e gli uomini<br />

irrazionali sarebbe "una assurda, abominevole finzione, esagerata fino<br />

all'assoluta falsità".<br />

Arrivati al ventesimo secolo, <strong>la</strong> musica non cambia. Nel 1954, uno dei più<br />

autorevoli critici britannici, Middleton Murry, spiegava che il reverendo<br />

<strong>Swift</strong> era stato respinto da una donna, il che gli avrebbe provocato un o<strong>di</strong>o<br />

contro le grazie femminili che si è trasformata in una voglia <strong>di</strong> insozzare<br />

tutto; anche perché sua madre lo aveva abbandonato da piccolo,<br />

7


producendogli un morboso gusto per <strong>la</strong> sozzura,<br />

come si vede dal<strong>la</strong> descrizione degli yahoo. Tutto<br />

questo solo per <strong>di</strong>re che <strong>la</strong> storia degli yahoo è<br />

"intollerabile, così perversa, così innaturale, così<br />

mentalmente ma<strong>la</strong>ta, da essere umanamente falsa".<br />

In effetti le brutture coincidono spesso con le figure<br />

femminili nel romanzo <strong>di</strong> <strong>Swift</strong>. La visione delle<br />

gigantesse nude è per Gulliver qualcosa <strong>di</strong> così<br />

nauseabondo che per poco egli non sviene al<strong>la</strong> vista e all’odore sgradevole<br />

del<strong>la</strong> pelle <strong>di</strong> queste.<br />

Non è un caso poi, che nel<strong>la</strong> quarta parte del romanzo, Gulliver <strong>di</strong>venga<br />

consapevole <strong>di</strong> appartenere al<strong>la</strong> stessa<br />

specie <strong>di</strong> quelle immonde bestie quali gli<br />

yahoo, non nel momento in cui viene<br />

messo a confronto con uno <strong>di</strong> loro, bensì<br />

quando recatosi al fiume per fare un<br />

bagno e spogliatosi dei suoi abiti, viene<br />

“abbracciato” da “una femmina <strong>di</strong> yahoo non più grande <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci anni”.<br />

L’orrore <strong>di</strong> appartenere a una così <strong>di</strong>sgustosa specie è quin<strong>di</strong> re<strong>la</strong>zionato<br />

all’orrore provocato dal<strong>la</strong> figura femminile colta in atteggiamento<br />

abominevole 4 .<br />

William Thackeray, dopo più <strong>di</strong> un secolo scrive riguardo all’opera: “In<br />

quanto all’umorismo e all’azione <strong>di</strong> questa famosa favo<strong>la</strong>, credo che non ci<br />

sia nessuno che possa legger<strong>la</strong> senza ammirar<strong>la</strong>. In quanto al<strong>la</strong> morale, mi<br />

pare orribile, vergognosa, indegna d’uomo, b<strong>la</strong>sfema; e, per quanto il<br />

decano sia grande, <strong>di</strong>co che lo dovremmo <strong>di</strong>sapprovare” 5 .<br />

4 Cfr. Flynn Carol, (1990), pp. 88-90<br />

5 Cfr. Astal<strong>di</strong> Maria Luisa, (2006) pag. XIV<br />

8


Le reazioni che il libro riesce a scatenare dopo due secoli mostrano che ha<br />

toccato dei punti deboli nel<strong>la</strong> coscienza dell'uomo civilizzato, perché<br />

prende <strong>di</strong> mira i luoghi comuni del<strong>la</strong> politica e del<strong>la</strong> morale, con una<br />

derisione atroce dell'ottimismo modernista. Ma è anche un teatrino <strong>di</strong><br />

arguzie che esce dal suo tempo, e non smette mai <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>vertente,<br />

anche se non sappiamo nul<strong>la</strong> dei suoi retroscena 6 .<br />

Altri stu<strong>di</strong>osi invece hanno attribuito l’aspetto scatologico, come un fattore<br />

legato al<strong>la</strong> vita sessuale dell’autore, che nonostante le numerose indagini<br />

rimane un mistero. Sembra infatti che <strong>Swift</strong> non abbia mai avuto una vera e<br />

propria vita sessuale, nonostante il rapporto intimo con Stel<strong>la</strong> e Vanessa, le<br />

cui lettere sembrano escludere qualsiasi incontro carnale, e che l’autore sia<br />

dunque rimasto al<strong>la</strong> fase del<strong>la</strong> sessualità infantile 7 , al<strong>la</strong> base del leit-motiv<br />

<strong>di</strong> tutta <strong>la</strong> sua opera.<br />

<strong>Swift</strong> e <strong>la</strong> letteratura <strong>di</strong> viaggio<br />

Il romanzo, pubblicato anonimo nel 1926, in realtà fu iniziato qualche anno<br />

prima e presenta una <strong>satira</strong> in forma <strong>di</strong> narrativa <strong>di</strong> viaggio, idea che<br />

presumibilmente ebbe origine da alcune <strong>di</strong>scussioni avvenute all’interno<br />

dello Scriblerus Club 8 .<br />

Dunque l’autore del romanzo risultava essere il capitano Gulliver. Il gioco<br />

<strong>di</strong> attribuire le sue opere a personaggi fittizi è ricorrente in <strong>Swift</strong>, questi<br />

personaggi sono <strong>di</strong> solito caricaturali, cloni <strong>di</strong> letterati al<strong>la</strong> moda, <strong>di</strong><br />

scienziati demenziali o in alcuni casi ideatori <strong>di</strong> assurde riforme politiche,<br />

6 http://www.zibaldoni.it/seconda_serie/2005_04_20.htm<br />

7 Cfr. Freud Sigmund, pp. 45-61<br />

8 Con i poeti e amici Alexander Pope e John Arbuthnot, <strong>Swift</strong> fondò nel 1720 lo "Scriblerus Club",<br />

gruppo che si incontrava per <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> letteratura e comporre paro<strong>di</strong>e sul<strong>la</strong> cultura pedantesca.<br />

9


come nel caso del trattatello A modest proposal for preventing the children<br />

of poor people from being a burden to their parents (1729), in cui propone<br />

con amaro sarcasmo, che il problema dei genitori poveri sia risolto con <strong>la</strong><br />

ven<strong>di</strong>ta dei loro figli come cibo per i ricchi. Questi sono i personaggi che<br />

<strong>Swift</strong> elegge a suoi portavoce e su cui fa ricadere le proprie beffe.<br />

Nel c<strong>la</strong>ssificare <strong>la</strong> più importante opera <strong>di</strong> <strong>Swift</strong> si è spesso fatto<br />

riferimento al<strong>la</strong> categoria dei resoconti <strong>di</strong> viaggio, molto <strong>di</strong>ffusi in quel<br />

periodo. In realtà analizzando il romanzo ci si rende conto che <strong>la</strong> categoria<br />

presa <strong>di</strong> mira è proprio quel<strong>la</strong> dei viaggiatori moderni, autori <strong>di</strong> libri <strong>di</strong><br />

dubbio valore artistico che tanto in voga erano in quel periodo. Nel fare<br />

paro<strong>di</strong>a a tal proposito, <strong>Swift</strong> imita <strong>la</strong> loro prosa pratica e informativa,<br />

riprende le loro frasi fatte e le formule cerimoniose, a volte le loro<br />

descrizioni <strong>di</strong> paesi lontani; e quando deve par<strong>la</strong>re d'una tempesta (come<br />

nel<strong>la</strong> seconda parte), copia paro<strong>la</strong> per paro<strong>la</strong> <strong>la</strong> pagina d'una rivista per<br />

navigatori del suo tempo. Gulliver sembra uno che si proponga <strong>di</strong><br />

descrivere <strong>la</strong> pura oggettività delle cose, ma senza sapere se sta sognando o<br />

se è sveglio.<br />

I Gulliver’s Travels traggono <strong>la</strong> loro materia anche da un genere narrativo<br />

molto in voga dopo Thomas More: l’utopia. Attraverso l’invenzione <strong>di</strong><br />

mon<strong>di</strong> inesistenti <strong>Swift</strong> confeziona precisi modelli culturali e politici che,<br />

per contrasto o per affinità, mettono in evidenza le debolezze e i <strong>di</strong>fetti<br />

del<strong>la</strong> società europea dell’epoca.<br />

“<strong>Swift</strong>’s paro<strong>di</strong>c writing is restless, allusive, and eccentric, its status easily<br />

imagined as “a multi-<strong>di</strong>mensional space in which a variety of writings non<br />

10


of them original, blend and c<strong>la</strong>sh”, and as “a tissue of quotations drawn<br />

from innumerable centres of culture” 9 .<br />

Al<strong>la</strong> fine del XVIII secolo l’e<strong>di</strong>tore francese Garnier, crea uno schema utile<br />

a c<strong>la</strong>ssificare le opere che hanno come soggetto il viaggio fittizio:<br />

• C<strong>la</strong>sse I: Viaggi Immaginari<br />

1. Romanzesco (verosimile)<br />

2. Meraviglioso (inverosimile)<br />

3. Allegorico (utopico)<br />

4. Divertente, comico e critico (satirico)<br />

• C<strong>la</strong>sse II: Sogni e Visioni<br />

• C<strong>la</strong>sse III: Romanzo Cabalistico<br />

Sarebbe abbastanza logico ritrovare i Gulliver’s Travels nel<strong>la</strong> terza o nel<strong>la</strong><br />

quarta sottocategoria del<strong>la</strong> C<strong>la</strong>sse I e invece l’e<strong>di</strong>tore francese li inserisce<br />

nel<strong>la</strong> seconda. La critica riguardante l’opera <strong>di</strong> <strong>Swift</strong> in effetti non<br />

smentisce questa c<strong>la</strong>ssificazione, ed Emile Pons, uno dei gran<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi<br />

dell’ opera, fa notare come <strong>Swift</strong> utilizzi un po’ tutti gli stili in<strong>di</strong>cati, ma<br />

riconosce nel viaggio meraviglioso il genere imitato più spesso. Tuttavia,<br />

secondo lo stesso critico, è bene fare <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>stinzioni all’interno del<br />

genere meraviglioso, <strong>di</strong>stinguendo ad esempio tra il tipo orientale (Le mille<br />

e una notte), quello fantascientifico (Le “macchine” <strong>di</strong> Cyrano) e ancora il<br />

favoloso puro.<br />

Pons sottolinea anche il carattere <strong>di</strong> pastiche dell’opera <strong>di</strong> <strong>Swift</strong>, che<br />

racchiude al suo interno più categorie letterarie le quali vengono<br />

paro<strong>di</strong>zzate.<br />

9 Cfr. Phid<strong>di</strong>an Robert, (1995), pag. 6<br />

11


Secondo <strong>la</strong> definizione <strong>di</strong> Todorov, “un testo può essere considerato<br />

fantastico quando obbliga il lettore a considerare il mondo che in esso<br />

viene creato come un mondo non <strong>di</strong> fantasmi, ma <strong>di</strong> vivi e nello stesso<br />

tempo ad esitare tra una spiegazione “naturale” ed una “soprannaturale”<br />

dei fatti che vi accadono. Se magari il lettore viene condotto dal testo<br />

stesso a decidere che le leggi del<strong>la</strong> realtà rimangono intatte e permettono<br />

<strong>di</strong> spiegare i fenomeni descritti, <strong>di</strong>ciamo che l’opera appartiene a un altro<br />

genere: l’étrange (il singo<strong>la</strong>re). Se al contrario, lo stesso lettore riconosce<br />

<strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> ammettere nuove leggi del<strong>la</strong> natura, tramite le quali<br />

spiegare il fenomeno, si entra allora nel genere del meraviglioso”.<br />

Ecco che allora possiamo meglio comprendere perché il romanzo <strong>di</strong> <strong>Swift</strong><br />

venga associato al genere meraviglioso. Gulliver non rimane mai sbigottito<br />

al<strong>la</strong> vista dei giganti o dei lillipuziani, seppur con qualche stupore iniziale.<br />

Egli fa rientrare tutto nell’or<strong>di</strong>ne e nelle leggi naturali. In poche parole tutto<br />

ciò che egli vede può essere spiegato con delle leggi naturali proprie.<br />

C<strong>la</strong>moroso è l’esempio dell’iso<strong>la</strong> vo<strong>la</strong>nte, il cui fenomeno viene descritto<br />

con tanto <strong>di</strong> spiegazioni scientifiche da parte <strong>di</strong> coloro che <strong>la</strong> abitano e del<br />

quale lo stesso Gulliver fornisce persino<br />

uno schema <strong>di</strong> funzionamento.<br />

A tal proposito c’è chi ha perfino<br />

ipotizzato che l’iso<strong>la</strong> vo<strong>la</strong>nte descritta da<br />

<strong>Swift</strong> altri non era che un mastodontico<br />

<strong>di</strong>rigibile ideato da Montgonfier per<br />

conto dei savoia. Seppure le informazioni a riguardo non siano tantissime<br />

(data <strong>la</strong> segretezza con <strong>la</strong> quale era stato costruito il <strong>di</strong>rigibile), esse bastano<br />

e avanzano per affermare che questo straor<strong>di</strong>nario mezzo sia esistito<br />

veramente. I savoia se ne avvalsero per effettuare controlli sul territorio, in<br />

modo da verificare che le tasse pagate dai conta<strong>di</strong>ni fossero adeguate ai<br />

12


loro posse<strong>di</strong>menti. In poche parole con questo mezzo il regime sabaudo<br />

esercitava in maniera <strong>di</strong>spotica il suo potere, proprio come accadeva con<br />

l’iso<strong>la</strong> <strong>di</strong> Laputa, il cui sovrano poteva decidere <strong>di</strong> radere al suolo una città<br />

facendo ca<strong>la</strong>re <strong>di</strong> colpo su <strong>di</strong> essa l’iso<strong>la</strong>, qualora i loro citta<strong>di</strong>ni si fossero<br />

ribel<strong>la</strong>ti al<strong>la</strong> legge 10 .<br />

L’ipotesi <strong>di</strong> identificare con l’Italia i luoghi visitati da Gulliver nel<strong>la</strong> terza<br />

parte, viene rafforzata da alcuni resoconti <strong>di</strong> viaggio dell’epoca che<br />

descrivono il regno sabaudo come un luogo degradato, le cui città si<br />

trovavano in pessime con<strong>di</strong>zioni così come i loro citta<strong>di</strong>ni. Proprio come<br />

constata Gulliver durante <strong>la</strong> sua visita a Balnibarbi. Lo stesso Gulliver nel<br />

descrivere gli abitanti <strong>di</strong> Laputa, afferma che questi par<strong>la</strong>vano una lingua<br />

simile all’italiano e che eccellevano nell’arte del<strong>la</strong> musica. Difficile che si<br />

trattasse solo <strong>di</strong> una coincidenza.<br />

Lo straniamento<br />

Per dare sfogo al<strong>la</strong> sua <strong>satira</strong> contro i costumi europei, <strong>Swift</strong> si avvale <strong>di</strong> un<br />

proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> partenza del tutto simile a quello utilizzato per esempio da<br />

Montesquieu nelle sue Lettere Persiane del 1721. I costumi europei<br />

vengono straniati attraverso il punto <strong>di</strong> vista incontaminato <strong>di</strong> un ingénu,<br />

che nel caso delle romanzo episto<strong>la</strong>re <strong>di</strong> Montesquieu coincide con <strong>la</strong><br />

figura <strong>di</strong> Usbek, sultano persiano che viaggia per l’Europa, mentre nel caso<br />

dei Gulliver’s Travels cambia a seconda dei casi.<br />

Nel caso dei Gulliver’s Travels però a complicare ed arricchire l’effetto<br />

del<strong>la</strong> <strong>satira</strong> contro i costumi europei, Gulliver col<strong>la</strong>bora con il punto <strong>di</strong> vista<br />

10 http://www.ecofantascienza.it/articoli/i_viaggi_<strong>di</strong>_gulliver.html<br />

13


alieno. Viene giu<strong>di</strong>cato subito come uno sp<strong>la</strong>cknuck per via del<strong>la</strong> sua<br />

piccolezza sull’iso<strong>la</strong> dei giganti, oppure come uno yahoo a causa del<strong>la</strong> sua<br />

incre<strong>di</strong>bile somiglianza con le orrende creature che abitano l’iso<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

Huyhnhnm. Egli potrebbe contrad<strong>di</strong>rli con le sue perorazioni, e invece sono<br />

queste ultime che spingono gli estranei a dare giu<strong>di</strong>zi feroci sul<strong>la</strong> razza<br />

umana. 11<br />

Viktor Sklovskij 12 definiva il proce<strong>di</strong>mento dello straniamento come il<br />

proce<strong>di</strong>mento fondamentale dell’arte, quello che ne realizza in pieno lo<br />

scopo, che è quello <strong>di</strong> trasmettere l’impressione dell’oggetto, come<br />

“visione” e non come “riconoscimento”, attraverso <strong>la</strong> creazione <strong>di</strong> una<br />

forma oscura che aumenta <strong>la</strong> <strong>di</strong>fficoltà e <strong>la</strong> durata del<strong>la</strong> percezione dal<br />

momento che il processo percettivo, nell’arte, è fine a se stesso e deve<br />

essere prolungato 13 . Egli ne rintracciava esempi illustri quali Tolstoj e<br />

Gogol, come anche nelle favole popo<strong>la</strong>ri e negli indovinelli russi. “Ogni<br />

indovinello è un’esposizione dell’oggetto con parole che lo definiscono e lo<br />

delineano, ma che <strong>di</strong> solito non si applicano al<strong>la</strong> sua descrizione”.<br />

Questa definizione <strong>di</strong> Sklovskij può essere applicata perfettamente a due<br />

situazioni presenti sui Gulliver’s Travels. Una <strong>di</strong> queste è sicuramente<br />

quel<strong>la</strong> in cui l’ufficiale lillipuziano fa una re<strong>la</strong>zione riguardo al contenuto<br />

delle tasche del gigante Gulliver; l’altra è sicuramente quel<strong>la</strong> analoga del<br />

ritrovamento del suo cappello sul<strong>la</strong> spiaggia.<br />

11 Cfr. Guardamagna Danie<strong>la</strong>, http://www.intercom.publinet.it/cs/3cs1.htm<br />

12 Viktor Borisovic Sklovskij nato a Pietroburgo nel 1893 (morto a Mosca nel 1984), è stato uno dei maggiori<br />

rappresentanti del formalismo cui <strong>di</strong>ede il contributo fondamentale con il saggio-manifesto L'arte come artificio<br />

(1917) e con numerosi altri scritti teorici come: Sul<strong>la</strong> teoria del<strong>la</strong> prosa (1925), Materiale e stile in "Guerra e Pace" <strong>di</strong><br />

L.N. Tolstoj (1928). A lui si debbono alcuni concetti basi<strong>la</strong>ri come quello del<strong>la</strong> natura puramente convenzionale<br />

dell'opera d'arte in quanto somma <strong>di</strong> "artifici", cioè delle tecniche deliberatamente usate dall'autore, e quello dello<br />

"straniamento", il processo per cui l'immagine poetica "strania" l'usuale presentandolo in una nuova luce.<br />

13 Cfr. Graziano Alba, (1982), pp. 113-117<br />

14


Nel primo caso <strong>Swift</strong> avrebbe potuto semplicemente elencare gli oggetti<br />

che si erano miracolosamente salvati dopo il naufragio, esattamente come<br />

fa Defoe nel caso <strong>di</strong> Robinson Crusoe. Ma se per Robinson gli oggetti che<br />

riesce a salvare sono necessari per <strong>la</strong> sua sopravvivenza, per Gulliver ciò<br />

non avviene, poiché egli approda sempre in isole popo<strong>la</strong>te da esseri viventi<br />

organizzati in società, e decisamente evolute, siano essi lillipuziani, giganti,<br />

scienziati o cavalli. Pertanto gli oggetti che Gulliver porta con se <strong>di</strong>ventano<br />

un motivo <strong>di</strong> confronto tra il me<strong>di</strong>co e le <strong>di</strong>verse culture via via visitate.<br />

All’ironia, derivante dal proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> straniare gli oggetti attraverso <strong>la</strong><br />

descrizione secondo parametri lillipuziani, contribuisce inoltre in maniera<br />

rilevante il ricorso al<strong>la</strong> traduzione letterale <strong>di</strong> quelle descrizioni con tutte le<br />

<strong>di</strong>fficoltà che ne derivano. Per prima cosa,<br />

questa traduzione letterale rafforza il gioco<br />

<strong>di</strong> ritardare <strong>la</strong> percezione da parte del lettore,<br />

aumentando l’umorismo del brano. Dopo<br />

un’attenta riflessione, <strong>la</strong> trasposizione<br />

letterale <strong>di</strong> “mani, palizzate, teste, colonne”<br />

come unità <strong>di</strong> misura che i lillipuziani usano<br />

per descrivere gli oggetti <strong>di</strong> Gulliver, nei corrispondenti segni inglesi<br />

mostra <strong>di</strong> aver ben tradotto <strong>la</strong> proporzione dei rapporti <strong>di</strong>mensionali nei due<br />

mon<strong>di</strong>. Ma prima che il riconoscimento degli oggetti avvenga, l’incertezza<br />

del<strong>la</strong> loro identità viene aumentata dal fatto che in presenza <strong>di</strong> quei<br />

significati inglesi <strong>la</strong> mente <strong>di</strong> chi legge si sposta prima <strong>di</strong> tutto al sistema<br />

linguistico e <strong>di</strong>mensionale inglese, che non prevede come logico ad<br />

esempio il paragone tra i denti <strong>di</strong> un pettine e i pali <strong>di</strong> una staccionata.<br />

Straor<strong>di</strong>naria in questo senso è poi <strong>la</strong> descrizione dell’orologio, che oltre a<br />

subire il già descritto processo <strong>di</strong> straniamento applicato agli altri oggetti, è<br />

sottoposto ad un secondo straniamento che passa per quel<strong>la</strong> che si potrebbe<br />

15


definire una traduzione <strong>di</strong> secondo grado. Così quando Gulliver <strong>di</strong>ce che<br />

quell’oggetto è il suo oracolo, in quanto egli non fa nul<strong>la</strong> senza prima<br />

consultarlo, <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> oracolo viene tradotta dai lillipuziani nel corrispettivo<br />

del<strong>la</strong> loro lingua e l’orologio <strong>di</strong>viene “il <strong>di</strong>o che egli adora”.<br />

16


Bibliografia<br />

Astal<strong>di</strong> Maria Luisa (2006), Viaggi <strong>di</strong> Gulliver, Mi<strong>la</strong>no, I gran<strong>di</strong> romanzi<br />

BUR<br />

Bertinetti Paolo (2000), Storia del<strong>la</strong> letteratura Inglese, Torino, Einau<strong>di</strong><br />

E<strong>di</strong>tore.<br />

Flynn Carol (1990), The body in <strong>Swift</strong> and Defoe, Cambridge University<br />

Press.<br />

Freud Sigmund, Sessualità e vita amorosa, Gran<strong>di</strong> Tascabili Economici<br />

Newton (2003).<br />

Graziano Alba (1982), Il linguaggio dell’ironia: Saggio sui Gulliver’s<br />

Travels, Roma, Bulzoni.<br />

Guardamagna Danie<strong>la</strong>, Gulliver’s Travels; Straniamento e agnizione<br />

dell’estraneo, http://www.intercom.publinet.it/cs/3csl.htm.<br />

Phid<strong>di</strong>an Robert (1995), <strong>Swift</strong>’s Parody, Cambridge University Press.<br />

Sitografia<br />

http://www.ecofantascienza.it/articoli/i_viaggi_<strong>di</strong>_gulliver.html<br />

http://www.intercom.publinet.it/cs/3cs1.htm<br />

http://www.zibaldoni.it/seconda_serie/2005_04_20.htm

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!