Maria Elena Fantoni Portfolio - Fondazione Antonio Ratti

Tracce
ventiquattro pezzi di diario.
marzo 2011.
Ho ritagliato una parola per anno
dai miei quaderni e diari, dal 1987 ad oggi.
Ogni parola è significativa rispetto al periodo in cui veniva
scritta, è “pezzetto” e “traccia” di modi di vivere ed
emozioni di quei precisi momenti. La calligrafia cambia,
asseconda e registra nel suo piccolo l’evoluzione della
persona. Nel 2006, ad esempio, decide di cambiare
completamente direzione, inclinandosi dalla sinistra, alla
destra.
Ogni parola è forse, come mille altre, una “chiave” che
facilita l’accesso al periodo durante il quale è stata scritta.
Tutti i frammenti sono forse dei piccoli portali. Hanno
avuto un’origine ben determinata, che è ora dissimulata
da uno spazio vuoto su una e più pagine. Un’origine che
si espande e si disloca, mettendo in evidenza come già
da principio l’atto di scrivere abbracciasse tutti i punti
possibili di una “storia” che andava delineandosi.
Le parole passano il tempo a richiamarsi fra loro e a richiamarne
tante altre di non visibili. Gli strumenti “base”
della scrittura, il linguaggio e la calligrafia, continuano a
rimanere simili, mostrando le loro fattezze sopra la superficie
porosa dei vari frammenti di carta. Eppure, tutte
quelle linee assieme, tutti i significati richiamati alla
memoria, tutti i ritagli di tempo in cui ogni singola parola
è stata scritta, racchiudono fra le loro piccole anse e
superfici infinite differenze evocate.
La parola e il “vestito” che la ricopre, sono “tracce” di
una moltitudine di “presenze” e richiami: ogni elemento
visibile si rapporta a qualcosa di differente da sé stesso,
conserva la traccia di tutti gli elementi passati che evoca
e si apre già verso il futuro.
Tutte le tracce insieme, testimoniano della condensazione
di un tempo che continua ad allargarsi.