Quando il legno diviene un importante elemento di aggregazione

arte del legno
Sopra, l’artista al lavoro.
Sotto, “Fuga” (Angelo Guerriero).
LA scuLturA di AriAnnA GAsperinA
La Passione è nata durante l’iter
scolastico ed è poi proseguita in laboratori
di valenti artisti, dove ho
affrontato la lavorazione di varie tipologie
di materiali, dal bronzo alla
pietra, dal marmo fino alle più varie
essenze lignee.
Frequentando il Liceo Artistico ho
capito che dentro me c’era un’attrazione
particolare verso la scultura.
Non bastava un foglio, colori, matita...avevo
bisogno di andare oltre.
Sentire sotto le mie mani forme,
volumi, quelle stesse forme che volevo
venissero sentite da tutti.
Attratta dal Bello, attraverso gli studi
dell’Arte, ovviamente mi ero attaccata
a nomi di grandi artisti che
sentivo in linea con il mio modo di
essere. Volevo anch’io realizzare
opere belle, armoniose, eleganti ma
allo stesso tempo forti.
Questo è quello che fin da subito
esplodeva in me, desiderio irrefrenabile
di realizzare sculture che
dovevano esplodere in un’elegante
determinazione.
Ricercando il bello, mi sono resa
conto che volevo anche esprimere
dell’altro. Volevo dare qualcosa a
chi si sarebbe soffermato a guardare
i miei lavori. Ed ecco che inizio
a parlare con le mie mani, a urlare
ciò che un uomo o una donna porta
intimamente dentro sé!
Quindi dagli albori del mio crescere
scultore, ero alle prese con la ricerca
non solo della forma, ma anche del
dialogo. Non è ovviamente stato facile;
l’esprimere se stessi è per me
oggi normale e indispensabile, non
è una cosa che ho cercato, sono
così ... ma non è facile conviverci.
Mi si domanda come vivo l’arte,
che emozioni ho mentre eseguo
un’opera e poi appena ultimata. È
difficile da spiegare. All’inizio c’è
quella furia, quel bisogno di affondare
le mani nella materia, nei volumi
del mio essere. Inizio l’opera
con un’ idea appena accennata, su
di un pezzo di carta, con un segno
AriAnnA GAsperinA
“L’attesa”. “Isabella”.
furente di matita e come compagno
ho costantemente un vortice di forte
emozioni, un magma di sensazioni.
Sgrezzo l’opera con un’energia
addosso unica, travolgente, poi
passo alle forme più finite. È lì che
le mani lavorano sfiorando queste
emozioni che parlano attraverso la
materia, coccolando l’essere che si
sta formando sotto questi miei polpastrelli.
Alla fine c’è una specie di
resa dei conti. Mi sento sfinita da
uno svuotamento dell’anima, sfinita
per la difficile realizzazione volumetrica
dei miei sentimenti, sfinita
per la fatica fisica fatta. Per poi
sedermi a terra a gambe incrociate
o rannicchiate al petto e osservare
da una certa distanza il mio lavoro...
ed è Emozione, alle volte talmente
forte da sentire lungo la colon-
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“Dignità”.
na vertebrale un brivido scendere,
e magari una lacrima, perché da
quell’opera percepisco chi sono in
quel momento, cosa sento e cosa
sto cercando. Tutto racchiuso da
colpi di scalpello, tagli violenti di
motosega e parti dolcemente lavorate
a raspa cercando quella morbidezza
del mio essere più profondo.
Lo scolpire è una gioia, difficile da
raggiungere. Ogni volta mi sento
camminare come su di un filo, trasportata
dal vento, trascinata da un
mare in burrasca, baciata teneramente
da un caldo sole improvviso.
La scultura per me è tutto questo,
è forte e immenso movimento di
energie! Quando scolpisco, quando
prendo in mano la motosega o
un qualsiasi altro attrezzo, non mi
sento “donna” mi sento “semplicemente”
scultore! Certo poi quando
la gente mi vede lavorare è scettica
nel credere che sia proprio io a
realizzare quelle sculture. All’inizio
questo mi disturbava, alle volte mi
feriva, ma ora mi scivola via, anzi
sorrido perché comprendo che ci
sarà sempre questo stupore, ma poi
chi ha la possibilità di conoscermi
comprende l’energia che si muove
in me e quella sensibilità verso la
vita che mi fa realizzare questi lavori
forti ma anche profondi, intrisi di
quell’essenza che è “Me”.
www.ariannagasperina.com
“La schiava”.