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Poste Italiane SPA spedizione in abbonamento postale DL 353 / 2003 (Conv. In L 27/02/2004 N° 46) Art. 1 Comma 1 DCB Roma ISSN 1590-668X<br />
PAOLO REPETTO<br />
I l<br />
lavoro è cambiato, nel segno dell’incertezza e<br />
della paura del futuro. Ma questo non significa<br />
che l’operaio e l’impiegato medio cerchino una risposta<br />
a sinistra. Anzi. Se dal voto del 13 e 14 aprile<br />
era emersa questa “verità” con disastrosa evidenza,<br />
se ne trova riscontro registrando qualche voce nelle<br />
fabbriche e negli uffici nel corso della prima puntata<br />
di un’inchiesta sulla condizione lavorativa che La Rinascita<br />
ha deciso di avviare.<br />
Nonostante gli auspici di “confederalità”, da decenni<br />
alla base dell’azione di radicamento sociale dei tre<br />
principali sindacati, le categorie tra loro non si parlano,<br />
L’intervista<br />
Mediterranei<br />
Almamegretta:<br />
in “Vulgus”<br />
tracce di Napoli<br />
PAGINA 20<br />
Il dibattito<br />
Ricostruire<br />
la sinistra:<br />
cominciamo<br />
dai comunisti<br />
DA PAGINA 6 A 9<br />
PAGINA 10<br />
Le prime<br />
mosse del<br />
governo:<br />
Ici, la falsa<br />
priorità<br />
PAGINA 23<br />
Satyricamente:Roma,<br />
da ladrona<br />
a<br />
xenofoba<br />
DA PAGINA 2 A 5<br />
e brancolano disperse nella parcellizzazione imposta al<br />
mondo del lavoro. Esemplari le paure delle lavoratrici<br />
tessili: vivono sulla pelle la competizione impari con la<br />
Cina, prefigurano il passaggio da distretto produttivo<br />
a polo commerciale, non si aspettano nulla dalla politica<br />
e sentono distanti i sindacati.<br />
E’ evidente come dalle lavoratrici e dai lavoratori<br />
arrivi forte e chiaro un grido di allarme, che prende<br />
forma nel più spinto individualismo. In fabbrica funziona<br />
spesso l’«ognun per sé e Dio per tutti», tanto<br />
più se si è precari o immigrati. Poi una volta usciti dal<br />
capannone, si pretendono risposte contro i competitori.<br />
Perciò il clandestino «se ne deve andare» (po-<br />
FACILI PROFETI<br />
GIAMPIERO CAZZATO<br />
NON CI VOLEVA molto a prevedere<br />
che con la vittoria della<br />
destra nel paese e, nello specifico,<br />
di Alemanno a Roma, si sarebbero<br />
liberati i peggiori istinti<br />
squadristi. E così è stato. Due<br />
numeri fa su questo giornale<br />
avevamo posto proprio il tema<br />
del ritorno aggressivo della<br />
violenza fascista. Fummo facili<br />
profeti. Il sindaco della capitale<br />
minimizza l’aggressione al Pigneto:<br />
«Non mi pare che ci sia<br />
un movente politico, penso che<br />
sia un problema di intolleranza<br />
e xenofobia di quartiere».<br />
SEGUE A PAGINA 16<br />
Settimanale di politica e cultura - € 2,00<br />
Numero 21 - Giovedì 29 Maggio 2008<br />
Detassazione e maschilismo<br />
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Numero verde<br />
800 60 61 62<br />
trebbe rubare il lavoro all’immigrato più garantito),<br />
perciò ogni precario diffida dal compagno di reparto<br />
(in quanto pericoloso concorrente al ribasso), perciò<br />
chi mostra i muscoli in tv incontra tanta fortuna nell’urna<br />
elettorale.<br />
Ma da un primo giro alla ricerca della nuova condizione<br />
lavorativa si intuisce che la “pancia” e la “testa”<br />
si muovono assieme. Dunque agli sfoghi immediati e<br />
irrazionali si abbina la critica spietata nei confronti di<br />
sinistra e sindacati: la prima è vissuta come distante<br />
dai problemi reali, i secondi vengono percepiti come<br />
sodali dei più tutelati a discapito di chi è quotidianamente<br />
ricattato.<br />
Donne, tutte a casa<br />
MAURIZIO MUSOLINO<br />
D onne?<br />
“Tutte a casa”.<br />
Parafrasando il famoso<br />
film di Luigi Comencini<br />
il governo Berlusconi<br />
nel suo primo<br />
consiglio dei ministri<br />
ha approvato una serie<br />
di provvedimenti<br />
che, fra il repressivo<br />
e il populista, hanno<br />
anche un forte<br />
sapore sessista. Tutt’altra<br />
aria rispetto<br />
alle “donne... in cerca di guai”<br />
che aveva caratterizzato l’era<br />
del centrosinistra. Infatti, se da<br />
una parte si cerca di compia-<br />
cere un’opinione pubblica che<br />
vede corrodere la sua posizione<br />
sociale da un potere d’acquisto<br />
sempre più basso e risponde<br />
con una richiesta<br />
di sicurezza a volte<br />
schizofrenica e piena<br />
di contraddizioni;<br />
dall’altra, con la<br />
detassazione del lavoro<br />
straordinario, si<br />
assecondano quanti<br />
vorrebbero un ritorno<br />
della donna fra le<br />
mura domestiche e comunque<br />
in posizione subordinata rispetto<br />
all’uomo.<br />
SEGUE A PAGINA 12
La solidarietà operaia<br />
è ridotta ormai<br />
a un concetto astratto<br />
PAOLO REPETTO<br />
BERGAMO<br />
L e<br />
vecchie certezze non abitano<br />
qui. Le periferie industriali<br />
del profondo Nord<br />
presentano “inclusi” contrapposti<br />
a “precari”, “stranieri” al cospetto di<br />
“italiani”. Alla globalizzazione del<br />
mercato delle merci corrisponde<br />
la parcellizzazione dei lavoratori<br />
delle fabbriche lombarde, poco<br />
organizzati sotto il capannone e<br />
con mille altri problemi nella restante<br />
parte della giornata.<br />
«Certe volte senti parlare in<br />
televisione di operai, e ti spiegano<br />
che guadagnano 1.300, 1.400 euro<br />
al mese. Non ho capito a chi si<br />
riferiscono, perché io quei soldi li<br />
vedo col binocolo». Maria Teresa<br />
Monzani è operaia tessile e lavora<br />
alla Lemie, azienda con 168<br />
dipendenti (di cui 120 donne)<br />
che produce cinture per alcune<br />
grandi marche. Ci accoglie fuori<br />
dalla fabbrica<br />
con Emanuela<br />
Legrenzi, operaia<br />
e delegata<br />
Filtea Cgil:<br />
siamo a Verdello,<br />
ad una<br />
manciata di<br />
chilometri dal<br />
centro di Bergamo,<br />
in un ex<br />
paese agricolo<br />
attraversato<br />
da una distesa<br />
di capannoni<br />
industriali.<br />
2<br />
«Prendiamo mille euro al mese<br />
– spiega Emanuela – e con questo<br />
stipendio non siamo certo<br />
invogliate a sbatterci, figurati poi<br />
di questi tempi che siamo in crisi».<br />
Il motivo? «La nostra crisi si<br />
chiama Cina. Ci hanno portato<br />
via il lavoro su marchi importanti<br />
e famosi. Il meccanismo lo conosci:<br />
il disegno dei capi avviene da<br />
noi, la produzione è largamente<br />
dirottata laggiù e qui rischiamo<br />
di mantenere in prospettiva solo<br />
le funzioni commerciali. Ma<br />
è ovvio che, in quel caso, su 168<br />
lavoratori ne bastano 60 o 70».<br />
La Lemie ha una storia comune<br />
a quella di molte piccole<br />
o medie imprese nordiche: gestione<br />
familiare, rapporti diretti<br />
e “amichevoli” tra capi e dipendenti.<br />
«Figurati che l’azienda esiste<br />
dal 1976 – spiega la delegata<br />
Cgil – e il sindacato si è radicato<br />
da tre anni…». Anche la vita di<br />
Emanuela è esemplificativa della<br />
condizione operaia attuale:<br />
sposata con un altro lavoratore<br />
(nel suo caso metalmeccanico),<br />
780 euro al mese di mutuo sulla<br />
prima casa, un figlio piccolo da<br />
crescere. «La gente qua dentro<br />
è preoccupata, ma se credi che<br />
abbia voglia di chiedere aiuto alla<br />
politica ti sbagli. I ragazzi giova-<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
DIRITTI AL CAPOLINEA<br />
Le periferie<br />
industriali<br />
del Nord<br />
presentano<br />
“inclusi”<br />
contrapposti<br />
a precari<br />
e stranieri<br />
al cospetto<br />
di italiani.<br />
sono lavoratoriparcellizzati<br />
ni sono superdisimpegnati, son<br />
contenti se riescono a saltare il<br />
corso da apprendisti per correre a<br />
casa a giocare con la playstation, e<br />
anche noi che siamo più motivati<br />
proviamo un senso di grande impotenza.<br />
Certe volte mi interrogo<br />
su che cosa accadrebbe se l’azienda<br />
decidesse di chiudere: penso<br />
che non saremmo in grado di fare<br />
niente». La solidarietà operaia<br />
è un concetto astratto, ognuno<br />
si arrangia come meglio crede:<br />
«Alcuni ragazzi – osserva Maria<br />
Teresa – non si preoccupano più<br />
di tanto, perché hanno i genitori<br />
alle spalle, altri accettano di vivere<br />
alla giornata perché non vedono<br />
il futuro e si rimettono nelle mani<br />
del mercato. Io non ero così, e<br />
non ragionavano in questo modo<br />
i nostri padri, ma la realtà è cambiata».<br />
Studiosi e analisti spiegano<br />
l’importanza della formazione<br />
permanente per fronteggiare il<br />
dinamismo del mondo del lavoro,<br />
ma anche su questo Emanuela<br />
(che ha frequentato il liceo) è<br />
pessimista: «Senza formazione<br />
un lavoratore non va da nessuna<br />
parte – dice – eppure tra i ragazzi<br />
la volontà fa difetto. Ed è un problema<br />
enorme, perché se l’operaio<br />
italiano non mostra il suo valore<br />
aggiunto, ha perso in partenza, è<br />
destinato a scomparire dinanzi<br />
alla concorrenza dei cinesi. Mi<br />
sento assolutamente contraria<br />
alla guerra tra poveri, eppure la<br />
nostra storia, la nostra professionalità<br />
rischia di fare una bruttissima<br />
fine». Sulla scia di quanto già<br />
accaduto negli ultimi vent’anni in<br />
uno dei settori (il tessile, appunto)<br />
più colpiti dalle ristrutturazioni.<br />
«Tra noi operaie – argomenta<br />
Maria Teresa, anche lei iscritta<br />
alla Filtea – non ci nascondiamo<br />
certo le critiche al sindacato. Certe<br />
volte diciamo: la Fiom almeno<br />
si fa sentire, ma la nostra categoria<br />
che fa? Lo sai che su mille<br />
euro di stipendio ne paghiamo<br />
13 di tessera sindacale? E perché<br />
i precari, ricattati e senza tutele,<br />
dovrebbero fare lo stesso?». Alla<br />
fine, aggiunge Emanuela, «guadagno<br />
come mio suocero, che è<br />
in pensione, e il sindacato sembra<br />
che difenda più lui che non me.<br />
Anche la sinistra sembra che viva<br />
in un altro mondo, come se non<br />
vedesse che cosa ci sta accadendo».<br />
«Mio padre – è la chiosa di<br />
Maria Teresa – era operaio alla<br />
Dalmine e aveva cinque figli. Eppure<br />
rinunciava a giorni di salario<br />
per scioperare a difesa dell’articolo<br />
18. Ora è cambiato tutto. E il<br />
passato non torna».<br />
MODELLO LOMBARDO<br />
Iscritti alla Fiom, votano Lega<br />
MILANO<br />
UN MODELLO LOMBARDO non esiste: guardando<br />
ad esempio a est (Bergamo, Brescia) domina la<br />
fabbrica, a sud (Lodi, Cremona) agricoltura e allevamento<br />
giocano ancora un ruolo importante,<br />
mentre il capoluogo è terra di sperimentazione<br />
delle varie articolazioni del pubblico impiego.<br />
Cominciamo da qui: Gabriele Galati e Simona<br />
Makris sono entrambi delegati Fp Cgil alla Fondazione<br />
delle scuole civiche di Milano, ente che<br />
racchiude dal 2000 quattro istituti di eccellenza<br />
in campo artistico (a cominciare dalla “Paolo<br />
Grassi”). «Attraverso la Fondazione – spiegano<br />
– è stata trasferita la gestione dal Pubblico ad un<br />
modello privatistico, tenendo assieme i “gioielli<br />
di famiglia” e modificando il rapporto tra le singole<br />
scuole, il territorio e i cittadini». Il Comune<br />
ha mantenuto una golden share sulla nuova realtà<br />
ma non la esercita: «Chi pensava che il nuovo<br />
corso potesse rappresentare un’opportunità<br />
– aggiungono i due delegati – si è dovuto ricredere:<br />
basti pensare che la giunta Moratti ha<br />
soppresso l’assessorato all’Educazione, spezzettandolo<br />
tra la delega all’Infanzia e quella alle<br />
Politiche occupazionali». Così facendo ha privato<br />
di un punto di riferimento istituzionale uno<br />
dei fiori all’occhiello della formazione culturale<br />
e artistica milanese. «Da quando dipendiamo<br />
dall’assessorato alle Politiche occupazionali<br />
– spiegano Gabriele e Simona – i corsi delle<br />
scuole vengono valutati alla luce degli sbocchi<br />
lavorativi: ha un senso per chi studia lingue, non<br />
ce l’ha per chi studia teatro e musica».<br />
Dei tanti luoghi comuni sui “fannulloni” è<br />
primopiano<br />
La nostra c<br />
made in
primopiano 3<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
risi<br />
INBREVE<br />
VINCENZO MORIELLO*<br />
D al<br />
costretto invece ad occuparsi Francesco Meduri,<br />
delegato Fp presso la direzione lombarda<br />
dell’Inail: «Il pubbligo impiego che conosco io<br />
è costituito da lavoratori che suppliscono a carenzerenze<br />
e disservizi andando con la propria auto a<br />
casa casa di infortunati gravi a rimuovere le barrierere<br />
architettoniche. Spiace piuttosto – aggiunge<br />
– che una dirigenza spesso miope si fermi alla<br />
burocrazia delle circolari. Bisogna superare queste<br />
logiche, aiutando i molti lavoratori che vivono<br />
la loro attività come servizio al cittadino. Da<br />
questo punto di vista, vedo un ritardo anche nel<br />
modo di condurre le trattative sindacali».<br />
L’inadeguatezza delle confederazioni torna<br />
nelle parole di Franco Bosisio, delegato Fiom<br />
alla Siac di Bergamo (multinazionale che produceduce<br />
cabine per trattori): «All’ultimo attivo provinciale,<br />
Cgil, Cisl e Uil hanno posto la necessità<br />
di entrare nella gestione dell’Expo, con la scusa<br />
di occuparsi dei lavoratori che verranno impiegati<br />
nell’opera. Ma se il sindacato cambia natura,<br />
chi chi ci rappresenterà?». La domanda trova un’immediata<br />
risposta inquietante: «La Lega nord in<br />
MILANO, LAVORO FRANTUMATO<br />
Milano non è più da tempo la capitale dell’industria.<br />
Anzi, di industrie, sostanzialmente, non ve ne sono<br />
più. E questo lo sappiamo tutti. Quello che non<br />
abbiamo capito è la rilevanza di questi mutamenti.<br />
Oggi Milano è la capitale della frantumazione del<br />
mondo del lavoro dipendente. Lavoro dipendente,<br />
punto: cos’altro hanno in comune, infatti, un<br />
rumeno che lavora in nero nei cantieri edili, un<br />
dipendente pubblico, un precario delle cooperative<br />
sociali, le centinaia di partite iva parasubordinate?<br />
Difficile in queste condizioni rappresentare<br />
politicamente il mondo del lavoro, non v’è altra<br />
soluzione, allora, che essere presente nei luoghi<br />
di lavoro. Semplice e banale, si direbbe. Però,<br />
quante sono le sezioni di lavoro del Pdci e del Prc<br />
a Milano? Poche, pochissime. E allora<br />
il tema dell’insediamento<br />
dei comunisti nei territori<br />
dove le mutazioni del<br />
mondo del lavoro sono<br />
più avanzate, non appare<br />
più così scontato e banale.<br />
Si può e si deve pur<br />
cominciare, quindi. Noi<br />
un tentativo l’abbiamo<br />
fatto: due nostre sezioni<br />
organizzano i lavoratori del<br />
pubblico impiego e stiamo iniziando<br />
a ragionare con i lavoratori<br />
delle cooperative sociali.<br />
Una cosa è certa: se la sinistra non capisce i profondi<br />
mutamenti del lavoro, la sua diversa composizione<br />
e le tendenze in atto, subisce delle tremende<br />
sconfitte. Mica qualcuno - specie se marxista come<br />
noi - vorrà dire che è un caso se nel Nord, dove<br />
ci sono i più alti tassi di occupazione, la sinistra<br />
ottiene meno voti che nel resto del paese? Sono<br />
proprio i nostri risultati elettorali al Nord che ci<br />
dovrebbero far capire quanto terreno abbiamo da<br />
recuperare nell’insediamento tra i lavoratori.<br />
F. F.<br />
1995 al 2008 la Lombardia<br />
ha cambiato volto.<br />
Insieme alla sua struttura<br />
produttiva è mutata la sua composizione<br />
sociale. Nello stesso periodo<br />
al dinamismo economico e sociale<br />
ha fatto riscontro una incredibile<br />
stabilità politica intorno a Formigoni,<br />
il protagonista dell’affermazione<br />
del cosiddetto modello lombardo.<br />
Il modello lombardo si è caratterizzato<br />
per una forte impronta<br />
autonomistica. La sussidiarietà, in<br />
particolare quella orizzontale, è stato<br />
il principio che ha ispirato, più di<br />
ogni altro, i programmi della giun-<br />
SOLIDARIETÀ. La sezione del Pdci “Karl Marx” della zona Industriale<br />
di Modugno (Ba) è solidale con il compagno Felice Di Leo.<br />
Di Leo si è incatenato di fronte alla sede della Cgil proclamando lo<br />
sciopero della fame. Alla Natuzzi - la sua azienda, dove gli operai<br />
ta: è la società civile, l’imprenditoria<br />
privata, profit e no profit, l’associazionismo,<br />
la famiglia, la singola<br />
persona che devono farsi carico di<br />
rispondere alle proprie domande<br />
sociali; si relega così lo stato ad un<br />
ruolo marginale e suppletivo. In<br />
coerenza con questa impostazione,<br />
in sanità, cosi come per i servizi<br />
socio assistenziali e socio-sanitari si<br />
è avviato un processo che ha visto<br />
affermarsi il principio della equiparazione<br />
tra pubblico e privato:<br />
così è cresciuto il privato. La sanità<br />
privata, dal ‘95 ad oggi, ha raddoppiato<br />
le risorse che riceve dal pubblico.<br />
Successivamente si è avviata<br />
alcune aziende ha già preso contatto con delegati<br />
Fiom e cerca di utilizzarli per disorientare e<br />
spaccare il mondo del lavoro. In qualche fabbrica<br />
si sono affacciati i primi banchetti del partito di<br />
Bossi: è pensabile che un fenomeno del genere<br />
non ci riguardi? Il punto è che più la Cgil accetta<br />
la svolta moderata, più è facile che certi segnali si<br />
trasformino in un processo devastante».<br />
Sullo sfondo ci sono i precari e le loro richieste<br />
spesso inascoltate: «I giovani – sostiene Giuseppe<br />
Zucchini, operaio siderurgico da 35 anni,<br />
di cui 20 trascorsi da delegato Fiom a Brescia<br />
– vivono la loro vita separando il lavoro e il resto;<br />
in fabbrica sono qualunquisti ma sanno di poter<br />
contare sul sindacato. Poi, quando escono, cercano<br />
chiarezza su alcuni grandi temi e la trovano<br />
nella destra. Ho a che fare con operai immigrati<br />
che votano An perché temono che il clandestino<br />
rubi loro il posto, o addirittura Udc in difesa<br />
della famiglia. Resta il fatto che il precario-tipo<br />
è ricattato e non si sente difeso: perciò cerca di<br />
sfangarsela da solo».<br />
PA. REP.<br />
rimproverano anche i rappresentanti sindacali per il rischio di mobilità<br />
di 1000 persone - le organizzazioni sindacali di categoria non<br />
indicono le elezioni delle Rsu e Rls privando i lavoratori di una loro<br />
rappresentanza, questo il motivo della contestazione di Di Leo.<br />
LOMBARDIA Tutte le risorse trasferite al privato<br />
Lo strapotere<br />
di Formigoni<br />
Cambiato il volto della società<br />
una fase di privatizzazione, con la<br />
trasformazione in Fondazioni degli<br />
Istituti di ricovero e cura a carattere<br />
scientifico (Policlinico, Istituto dei<br />
Tumori, San Matteo di Pavia) e<br />
con le sperimentazioni gestionali<br />
pubblico-privato. Nel campo dei<br />
servizi sociali è stata privatizzata<br />
quasi tutta la rete delle ex Ipab che<br />
assicuravano servizi socio sanitari<br />
assistenziali ed educativi eccellenti.<br />
L’altro principio fondamentale del<br />
modello lombardo e quello della libera<br />
scelta del cittadino. Il pubblico<br />
si affida sempre più al mercato. Il<br />
comune si fa più leggero, dismette i<br />
propri servizi e distribuisce ai cittadini,<br />
considerati dei clienti, buoni e<br />
vouchers per acquistare sul mercato<br />
le prestazioni. Una libertà di scelta<br />
tutta teorica in quando le famiglie,<br />
soprattutto quelle più fragili, non<br />
possiedono adeguate conoscenze<br />
e competenze per scegliere. Così si<br />
spostano i rischi dalla dimensione<br />
collettiva a quella individuale e/o<br />
familiare con il risultato di avere<br />
cittadini più soli. Si contrasta questo<br />
modello rilanciando una strategia<br />
politica e culturale che rilanci il<br />
valore del pubblico intorno ad una<br />
nuova idea delle funzioni pubbliche.<br />
Esse vanno rideterminate e riorganizzate<br />
avendo come fondamento,<br />
l’idea che costituiscono i luoghi<br />
della società – la fabbrica dei diritti<br />
- nei quali assumono consistenza i<br />
diritti di cittadinanza.<br />
Vi è poi una questione squisitamente<br />
politica. Il modello lombardo<br />
non fa leva sullo sviluppo economico<br />
e sulla capacità di generare risor-<br />
se da parte del sistema produttivo e<br />
del sistema economico-finanziario.<br />
Le vere risorse su cui fa leva Formigoni<br />
sono quelle pubbliche. Si<br />
trasferiscono enormi risorse pubbliche<br />
dal pubblico al privato, per<br />
esempio nella sanità, nell’assistenza,<br />
nella formazione professionale, nei<br />
servizi educativi, attribuendo forte<br />
rilevanza al no profit. Si finanziano,<br />
così, attività sostanzialmente private<br />
di piccole imprese, o cooperative<br />
che, spesso, sono riconducibili alla<br />
Compagnia delle opere. Cosa ha significato,<br />
in termini di trasferimento<br />
economico, trasferire da pubblico<br />
al privato, ingenti risorse pubbliche,<br />
sotto l’egida<br />
Il comune<br />
si fa più<br />
leggero:<br />
dismette<br />
i propri<br />
servizi e<br />
distribuisce<br />
ai cittadini<br />
buoni e<br />
voucher<br />
per acuistare<br />
le prestazioni<br />
della sussidiarietà?<br />
Perché su<br />
questa domanda<br />
non si interroga<br />
la sinistra?<br />
Perché in<br />
questi anni non<br />
ci si è misurati<br />
con l’obiettivo<br />
di costruire un<br />
modello alternativo,proponendo<br />
una<br />
diversa gestione<br />
delle risorse<br />
pubbliche? Inerzia o affermazione<br />
di una lobby bipartisan? Una bella<br />
domanda per il futuro e per chi<br />
vuole costruire una alternativa politica<br />
oltre che economica, culturale e<br />
sociale allo strapotere di Formigoni<br />
in questa regione.<br />
*SEGRETARIO GENERALE FP CGIL<br />
LOMBARDIA
GERARDO GIANNONE<br />
I l<br />
compagno Pietro Ingrao<br />
in un congresso del Pci, rivolgendosi<br />
ai dirigenti del<br />
partito disse «non mi avete<br />
convinto» e uso quella frase<br />
così giusta in quel periodo e in<br />
quel contesto perchè è valida<br />
ancora oggi.<br />
Il percorso unitario che le<br />
confederazioni sindacali stanno<br />
attuando in questo periodo<br />
lascia presupporre la fine del<br />
Ccnl, e come negli anni 80 si<br />
cercava di nascondere quello<br />
che c’era dietro la riforma<br />
della scala mobile, ora si vuole<br />
nascondere quello che c’è dietro<br />
questa riforma: la fine del<br />
contratto collettivo nazionale<br />
di lavoro.<br />
Credo che le rassicurazioni<br />
che il sindacato sta dando e il<br />
finto referendum (vedi quello<br />
sulle pensioni e welfare) siano<br />
null’altro che il passaggio alla<br />
terza fase del mutamento iniziato<br />
nel 1986.<br />
La mor-<br />
te della scala<br />
mobile ha<br />
prodotto una<br />
disuguaglianza<br />
sociale di<br />
grande rilievo;<br />
ha portato<br />
i lavoratori a<br />
restare senza<br />
soldi alla fatidica<br />
terza<br />
settimana e<br />
a lasciare che<br />
il rinnovo del<br />
Ccnl, il quale<br />
4<br />
peraltro avviene sempre in ritardo<br />
e con accordi al ribasso,<br />
rimanesse l’unica arma di difesa<br />
dei lavoratori.<br />
I lavoratori di una grande<br />
industria potranno contrattare<br />
un fantomatico rinnovo contrattuale<br />
di secondo livello diverso<br />
da città a città ottenendo,<br />
secondo quanto prospettato dai<br />
dirigenti del sindacato, ampi<br />
benefici sia economici sia occupazionali,<br />
ma, come sempre<br />
avviene in ogni favola c’è sempre<br />
un pericolo nascosto.<br />
Ad esempio, lo stabilimento<br />
Fiat di Pomigliano che sorge su<br />
un’area di 6 Km quadrati dove<br />
lavorano 5 mila dipendenti<br />
Fiat e circa 3 mila dell’indotto<br />
interno, nella teoria potrebbe<br />
beneficiare di lauti aumenti salariali<br />
e potrebbe migliorare sia<br />
gli aspetti di sicurezza sia quelli<br />
di lavoro, però, il tutto può avvenire<br />
solo a una condizione: la<br />
produzione.<br />
Nasce la domanda: chi garantisce<br />
la produzione? Il padrone?<br />
e perché dovrebbe garantire<br />
la produzione in un sito<br />
che rivendica più soldi e più<br />
sicurezza?<br />
La domanda seppur provocatoria<br />
è sensata. A tuttoggi<br />
l’ad Marchionne ancora non ha<br />
deciso quale missione produttiva<br />
dare al sito pomiglianese. Se<br />
noi oggi fossimo in fase di trattativa<br />
contrattuale non avremmo<br />
elementi di supporto alle<br />
nostre rivendicazioni, e tra l’altro,<br />
se noi dipendenti della Fiat,<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
DIRITTI AL CAPOLINEA<br />
«La strada<br />
dello sviluppo<br />
non<br />
può essere<br />
disegnata<br />
dalle imprese,<br />
e il<br />
mercato<br />
non può<br />
essere<br />
l’unico elemento<br />
di<br />
progresso»<br />
e dipendenti dello stabilimento<br />
più grande del mezzogiorno<br />
abbiamo difficoltà a chiedere<br />
aumenti, figurarsi quelli più<br />
piccoli dove il sindacato proprio<br />
non esiste.<br />
Passare da una citazione di<br />
Ingrao a una di Andreotti è una<br />
forzatura ma permettetemi di<br />
farlo comunque: «a pensar male<br />
si fa peccato ma a volte ci si<br />
azzecca».<br />
Negli anni del dopoguerra<br />
fino agli inizi degli anni 90<br />
esisteva un sindacato di classe<br />
e di lotta, poi siamo passati<br />
ad un sindacato concertativo e<br />
partecipativo (nessuna concer-<br />
tazione ha mai dato risultati per<br />
i lavoratori) ora con la vittoria<br />
della destra Berlusconiana e<br />
con l’esclusione dei comunisti<br />
dal Parlamento si sta pensando<br />
ad un sindacato di servizio.<br />
Questa formula di fatto già<br />
esiste, basta guardare al ruolo<br />
che hanno i servizi di assistenza<br />
fiscale e quella relativa alle<br />
pratiche Inps. Insomma i soldi<br />
che girano fra i rimborsi dei<br />
vari Caf e Previdenza abbinati<br />
alla automatica iscrizione al<br />
sindacato da parte dei pensionati<br />
(i quali sono circa il 50%<br />
del totale degli iscritti di Cgil<br />
Cisl e Uil) lascia presupporre<br />
che la voglia di volare alto sia<br />
meno forte di quella di stare sul<br />
ramo ad aspettare.<br />
Il sindacato, in questo contesto<br />
storico dove anche il sindacalismo<br />
di base viene stralciato<br />
dalle fabbriche e quando ha la<br />
forza di resistere è ridotto a puro<br />
simbolo, sta legittimando la<br />
richiesta di Confindustria e del<br />
governo di annullare quanto<br />
di buono è rimasto delle lotte<br />
degli anni settanta: il contratto<br />
collettivo nazionale di lavoro.<br />
Credo che bisogna cominciare<br />
un’altra volta a sognare<br />
tenendo ben presente ciò che<br />
avviene senza quindi dimen-<br />
primopiano<br />
Il nuovo modello dà il via al “sindacato di servizio”<br />
NUCLEARE<br />
Una falsa soluzione a un problema vero<br />
A 21 ANNI dal referendum con il quale, seppur sull’onda emotiva<br />
del disastro di Cernobyl, gli italiani hanno deciso a larghissima<br />
maggioranza di bandire la produzione di energia nucleare, ora il<br />
governo delle destre ci riprova e promette entro il 2<strong>01</strong>3 le prime<br />
pietre di tante nuove centrali nucleari nel nostro Paese. Sarebbe<br />
sbagliato liquidare la questione rubricandola nel libro dei sogni,<br />
o degli incubi, del Berlusconi quarto. Dobbiamo attrezzarci ad<br />
analizzare con serietà la questione perché questo tema sarà un<br />
banco di prova dell’opposizione sociale dei prossimi anni. Opposizione<br />
a quel progetto che si scontrerà con le crescenti, motivatissime,<br />
preoccupazioni per la crisi energetica globale. Ma<br />
tornare ora al nucleare è praticabile, conveniente e sicuro? Pare<br />
proprio di no. Per quattro validi motivi che sono noti anche ai<br />
sostenitori del nucleare e che sono alla base delle previsioni della<br />
stessa Aiea di una riduzione del nucleare su scala mondiale dal<br />
15% al 13% entro il 2030 (che poi è l’anno nel quel è prevedibile<br />
ticare il metodo usato dal direttore<br />
del Gb Vico (Fiat) di<br />
Pomigliano che ha intimorito i<br />
lavoratori attraverso lettere spedite<br />
alle famiglie, che ha cercato<br />
la partecipazione alla produzione<br />
ma non ha accettato che<br />
qualcuno potesse “disturbare il<br />
conducente”. Questo è il sintomo<br />
dell’arretramento culturale<br />
in atto.<br />
Concludo ricordando che la<br />
strada dello sviluppo non può<br />
essere disegnata dalle imprese<br />
ma che, al contrario, possiamo<br />
affermare che proprio quel modello<br />
è fallito e che il mercato<br />
non può essere l’unico elemen-<br />
che il programma nucleare italiani possa realisticamente vedere<br />
la luce)<br />
1. richiede investimenti e tempi di realizzazione ingenti;<br />
2. la materia prima, l’uranio, scarseggia;<br />
3. produce scorie pericolosissime e non smaltibili;<br />
4. non è vero che ora le centrali sono sicure.<br />
Partiamo dal primo problema. Se decidessimo oggi di riportare<br />
il nostro Paese nel club del nucleare allineandolo alla<br />
produzione elettrica media Ue da nucleare (30%), dovremmo<br />
costruire 8 reattori come quello che sta realizzando la Finlandia<br />
(il più grande al mondo), oppure 8 come gli ultimi completati in<br />
Francia, oppure 12 di quelli più grandi in costruzione in Cina o<br />
13 di quelli di tipologia russa. Quindi servirebbero tempi lunghi<br />
e investimenti economici giganteschi dei quali Belrusconi non<br />
parla. Per non parlare della scelta dei siti. Sulla realizzazione concreta<br />
delle centrali poi dovremmo andare a vedere che succede
primopiano 5<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
to di progresso.<br />
Ripartire dal sogno che<br />
tutti i lavoratori siano uguali<br />
e che tutti abbiano diritto ad<br />
un salario giusto (intendendo<br />
per giusto una retribuzione di<br />
minimo 2300 € mensili) non è<br />
utopia e se anche fosse voglio<br />
dirvi come Eduardo Galeano la<br />
descrive:<br />
«L’utopia è come l’orizzonte,<br />
fai un passo e si allontana di un<br />
passo fai due passi e si allontana<br />
di due passi fai dieci passi e si<br />
allontana di dieci passi. Allora<br />
a cosa serve l’utopia? Serve a<br />
camminare». La classe operaia<br />
è ferma da troppo tempo.<br />
INBREVE<br />
ROSSANO ROSSI<br />
N egli<br />
ultimi 15 anni abbiamo<br />
avuto uno spostamento<br />
costante della ricchezza dai<br />
salari alla rendita e ai profitti, con<br />
una dinamica delle retribuzioni<br />
nette inferiore a quella inflazionistica<br />
senza alcuna ridistribuzione di<br />
produttività e con un crescente impoverimento<br />
dei lavoratori, che in<br />
ampie fasce si è tradotto in impoverimento<br />
assoluto. Abbiamo poi<br />
avuto una affermazione disastrosa<br />
della precarietà, iniziata con il famigerato<br />
“Pacchetto Treu” e proseguita<br />
con la “Legge 30”, che ha<br />
colpito i soggetti più esposti della<br />
società come i giovani, le donne, i<br />
migranti e gli over 50, e che inoltre,<br />
si è rivelata terreno favorevole per<br />
gli incidenti sul lavoro.<br />
L’accordo del 23 luglio 1993<br />
sul modello contrattuale non ha<br />
quindi tutelato i salari, l’accordo del<br />
23 luglio 2007 sulla reiterazione<br />
dei contratti a termine è l’emblema<br />
dell’inefficacia della lotta alla precarietà!<br />
Tutto questo in un quadro<br />
in cui per le strade imperversano<br />
“fascistelli” vari, i comunisti sono<br />
stati mandati a casa e il buonismo<br />
la fa da padrone.<br />
E deve essere veramente buona<br />
anche la piattaforma sulla “Riforma<br />
del modello contrattuale” perché<br />
va bene a tutti, piace a Cisl e<br />
Uil, alla Mercegaglia e Montezemolo,<br />
all’Ugl, al governo e all’opposizione,<br />
rischia di piacere più della<br />
Nutella!<br />
In realtà la piattaforma sul<br />
modello contrattuale approvata<br />
da Cgil Cisl e Uil è già di se un<br />
cedimento della Cgil rispetto alla<br />
linea che aveva deciso nell’ultimo<br />
Congresso di Rimini, e ciò avviene<br />
abbracciando la filosofia da sempre<br />
cara alla Cisl. Infatti, non si persegue<br />
l’aumento salariale e il recupero<br />
della produttività nel Contratto<br />
in Finlandia ad Olkiluoto dove<br />
per la nuova centrale che stanno<br />
costruendo i francesi della<br />
Areva, ci sono ritardi ormai<br />
di due anni sulla realizzazione<br />
ed una lievitazione dei costi di<br />
700 milioni di euro. Rischiamo<br />
insomma di avviare un progetto<br />
che sarà una idrovora di<br />
denaro pubblico e che potrebbe<br />
entrare in funzione troppo<br />
tardi per la stessa emergenza<br />
energetica.<br />
In secondo luogo, ed in<br />
modo collegato ai tempi di<br />
realizzazione, c’è il non secondario<br />
problema dell’esaurimento dell’uranio. L’uranio (precisamente<br />
il suo isotopo uranio-235) è il maggiore “combustibile” di<br />
una centrale nucleare. Ma quanto uranio c’è nel mondo? Poco,<br />
molto poco. Lo dicono le analisi di settore e lo dice il mercato.<br />
Per il centro di ricerca australiano Abare e per l’Agenzia internazionale<br />
dell’energia (essa stessa favorevole all’uso dell’energia<br />
NO GRAZIE. Sgobio: «Come dimostra la presa di posizione di Marcegaglia,<br />
anche sul nucleare, si è aperto l’appetito dei padroni, pronti<br />
a buttarsi sulla ghiotta e appetitosa torta. Puntare sul nucleare, come<br />
fa il governo Berlusconi e Confindustria significa sabotare strumental-<br />
nazionale ma si depotenzia cercando<br />
di spostare le rivendicazioni<br />
salariali nella piattaforma fiscale<br />
e nelle varie contrattazioni di secondo<br />
livello, che adesso, è bene<br />
ricordare, esclude oltre il 90% dei<br />
lavoratori. Si continua a legare gli<br />
eventuali aumenti di stipendio al<br />
recupero inflazionistico e dopo<br />
il fallimento dell’inflazione programmata<br />
del ‘93 questa volta in<br />
un delirio di fantasia si parla di “inflazione<br />
realisticamente prevedibile”,<br />
e in un mondo in cui è oggettivamente<br />
impossibile prevedere ciò<br />
che avviene nel giro di poche settimane<br />
(basti pensare all’andamento<br />
del costo del petrolio o del grano<br />
nucleare), la domanda mondiale di uranio potrà essere soddisfatta<br />
solo fino al 2030. Il mercato dell’uranio ci dice che mentre<br />
nel 2003 il prezzo di una libbra di uranio oscillava attorno ai 10<br />
dollari, oggi siamo già sopra i 62 dollari: una crescita record. Le<br />
agenzie finanziarie prevedono che il prezzo potrà superare i 100<br />
dollari entro 6 mesi.<br />
Inoltre come è noto le scorie nucleari sono pericolosissime<br />
per migliaia di anni e quindi i costi dell’energia nucleare sarebbero<br />
reali solo se mettessimo in conto anche la filiera dello smaltimento.<br />
E in un Paese che deve ancora risolvere problemi ben<br />
più semplici di smaltimenti dei rifiuti urbani e che le sue scorie<br />
nucleari derivanti dalle centrali pre-referendum deve ancora sistemarle<br />
sorge più di qualche legittimo sospetto.<br />
Infine la sicurezza. Ci raccontano che si starebbe lavorando<br />
alle centrali sicure di quarta generazione. Non è vero. O almeno<br />
non saranno quelle che vuole costruire Berlusconi. Perché quel<br />
tipo di reattore al quale stanno lavorando principalmente gli Stati<br />
Uniti (recentemente si è aggiunta anche l’Italia), che sarebbero<br />
raffreddati ad acqua e a gas o quelli a “spettro veloce”, sarebbero<br />
pronti a livello di prototipo non prima del 2030 (ancora questa<br />
data!)<br />
NICOLA ATALMI<br />
mente la volontà degli italiani, che ventuno anni fa, in un referendum, si<br />
sono espressi contro. Il rischio incidenti, il problema dello smaltimento<br />
delle scorie e degli impianti in disuso sono problemi reali di fronte ai<br />
quali i cittadini del nostro Paese hanno già detto “no, grazie”».<br />
LA PIATTAFORMA<br />
Più adatti i rinnovi annuali<br />
Eppure la riforma piace a tutti, più della Nutella<br />
e dei cereali) si cede alla triennalizzazione<br />
della vigenza contrattuale,<br />
quando in realtà sarebbero<br />
più adatti e giusti rinnovi annuali<br />
dei contratti. Nella piattaforma si<br />
rivaluta la bilateralità tanto cara a<br />
Cisl e Uil, che però lasciano sola<br />
la Cgil a contestare la detassazione<br />
degli straordinari, operazione<br />
fatta al posto della riduzione delle<br />
tasse sulla busta paga di tutti i<br />
lavoratori e soprattutto sbagliata<br />
e ingiusta perché si privilegiano i<br />
lavoratori che possono lavorare di<br />
più, una minoranza, e si discriminano<br />
innanzitutto le donne. Inoltre<br />
si danneggia l’occupazione soprattutto<br />
dei giovani. S’incentiva il<br />
peggioramento delle condizioni di<br />
lavoro con danni certi alla salute e<br />
alla sicurezza di tutti i lavoratori!<br />
La nuova politica sindacale<br />
sui modelli contrattuali, l’indebolimento<br />
del Contratto nazionale,<br />
rischia la trasformazione del sindacato<br />
in appendice paraistituzionale,<br />
una scelta che può aggravare<br />
definitivamente una concezione<br />
sindacale partecipativa e rivendicativa,<br />
un modello che è l’architrave<br />
su cui si regge la nostra idea<br />
di democrazia, basata sul diritto<br />
diseguale che bilancia il dislivello<br />
di potere tra capitale e lavoro.<br />
Ora se non vogliamo che la<br />
sconfitta politica diventi la definitiva<br />
sconfitta sociale del paese<br />
bisogna che la Cgil riscopra la sua<br />
natura vertenziale e di lotta, mollando<br />
l’alibi del difficile contesto<br />
socio-politico, non ascoltando le<br />
sirene del “buonismo”! Nessuno è<br />
cattivo per natura ma quando un<br />
operaio è costretto a lavorare 12<br />
ore al giorno, quando comunque<br />
non ha i soldi per arrivare alla fine<br />
del mese, quando viene sfrattato,<br />
quando vede i propri figli che<br />
con sacrifici immensi è riuscito a<br />
far studiare affogare nel mare della<br />
precarietà, quando ti tolgono vita<br />
e dignità, allora c’è poco da essere<br />
buoni e diventa giusto anche<br />
arrabbiarsi e lottare! La Cgil negli<br />
anni del governo Prodi è purtroppo<br />
ricaduta nella sindrome<br />
del “governo amico”, ora sarebbe<br />
assurdo e paradossale essere subalterni<br />
a “governi ombra amici” a loro<br />
volta troppo amici di un brutto<br />
governo vero!
FRANCESCO FRANCESCAGLIA<br />
L a<br />
6<br />
ricostruzione della sinistra<br />
in Italia sarà una lunga<br />
traversata nel deserto,<br />
perché, ancor più della rovinosa<br />
sconfitta elettorale, pesa l’ormai<br />
compiuto mutamento del senso<br />
comune nella nostra società.<br />
Dopo vent’anni di resistenza<br />
delle sinistre, la cultura e i valori<br />
delle destre sono ormai egemoni.<br />
Berlusconi l’ha capito, Fini<br />
l’ha detto esplicitamente: «Non<br />
siamo più figli di un dio minore<br />
[…] si onorano i nostri morti, la<br />
nostra politica diventa centrale.<br />
E’ la dimostrazione che abbiamo<br />
davvero vinto». Le destre italiane,<br />
però, non sono come le altre che<br />
governano in Europa. Tengono<br />
insieme i fascisti, i razzisti della<br />
Lega, i collusi coi mafiosi e sono<br />
guidate da uno come Berlusconi.<br />
La specificità italiana è questa: la<br />
natura tendenzialmente non democratica<br />
delle destre.<br />
Uno scenario da “fine della<br />
storia”, per dirla con Fukuyama.<br />
Ma davve-<br />
ro pensiamo<br />
che il capitale<br />
abbia risolto<br />
le sue contraddizioni?<br />
La<br />
risposta, per i<br />
comunisti, è<br />
scontata. Ma<br />
il combinato<br />
disposto del<br />
nuovo senso<br />
comune e di<br />
un sistema<br />
politico che<br />
normalizza e<br />
soffoca ogni conflitto sociale ed<br />
istituzionale costituisce una miscela<br />
esplosiva che ci pone una<br />
sfida difficilissima: rilanciare la<br />
battaglia delle idee per riuscire,<br />
un domani purtroppo ancora<br />
lontano, a trasformare la società e<br />
a superare il capitalismo.<br />
Il disgregarsi dell’egemonia<br />
culturale della sinistra negli ultimi<br />
vent’anni, ci ha portato a fare<br />
resistenza per difendere le conquiste<br />
del movimento operaio<br />
ed arginare le derive neoliberiste.<br />
Con questa logica il ruolo della<br />
sinistra è divenuto subalterno,<br />
passando dal “migliorismo” al<br />
“menopeggismo”. I comunisti, in<br />
particolare, hanno subito la costante<br />
imposizione dell’agenda<br />
politica da parte delle forze mo-<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
RICOSTRUIRE A SINISTRA<br />
Ricominciamo<br />
dai comunisti<br />
La débacle elettorale dell’Arcobaleno<br />
ha reso quel progetto irrecuperabile<br />
Dopo 20<br />
anni di resistenza<br />
delle<br />
sinistre, la<br />
cultura e i<br />
valori delle<br />
destre sono<br />
egemoni.<br />
Berlusconi<br />
l’ha capito,<br />
Fini l’ha dettoesplicitamente<br />
derate della coalizione ed hanno<br />
cercato di aprire le contraddizioni<br />
interne al centrosinistra contrapponendo<br />
rifiuti netti sostenuti,<br />
molto spesso, dalle dinamiche di<br />
conflitto presenti nella società, nei<br />
movimenti e nel mondo del lavoro.<br />
Progressivamente la politica<br />
del “no” ha segnato di se<br />
l’identità della sinistra,<br />
dei comunisti<br />
e delle forze<br />
d’alternativa,<br />
fino quasi far<br />
scomparire,<br />
nell’immaginario<br />
collettivo, l’idea che<br />
la sinistra abbia an- an-<br />
cora un progetto di<br />
trasformazione della società. La<br />
proposta politica dei comunisti<br />
che vogliono parlare al Paese,<br />
per provare a cambiarne il senso<br />
comune, non può più essere percepita<br />
come mera sommatoria di<br />
“no”, ancorché derivanti da giustissime<br />
rivendicazioni. Dobbiamo<br />
riappropriarci di una nostra<br />
proposta di alternativa di società<br />
e tradurla in precise rivendicazione<br />
programmatiche: una svolta a<br />
sinistra sui contenuti riformatori.<br />
Noi non siamo sufficienti per<br />
cimentarci con questo compito.<br />
Per questo abbiamo raccolto l’appello<br />
che ci propone un processo<br />
di riunificazione dei comunisti, a<br />
partire dal Pdci e dal Prc, per ricostruire<br />
la sinistra.<br />
La debacle elettorale dell’Arcobaleno<br />
ha reso quel progetto<br />
irrecuperabile e, infatti, i Verdi<br />
veleggiano verso il Pd con Boato<br />
e Sd mira al partito unico della sinistra.<br />
Cosa rimane fuori da queste<br />
ipotesi inaccettabili? Restano<br />
i comunisti, noi e il Prc, ovvero<br />
coloro che non sono disponibili a<br />
fare una bolognigna con 20 anni<br />
di ritardo, e restano i tanti, tantissimi,<br />
che sono fuori dai partiti e<br />
sono di sinistra. Per questo oggi<br />
proponiamo di partire dall’unificazione<br />
del Pdci col Prc. Riunificazione,<br />
non una costituente<br />
comunista, che vorrebbe dire<br />
sciogliere il partito ancor prima<br />
che gli altri ci abbiano risposto<br />
positivamente.<br />
Per riuscire in questa impresa<br />
non possiamo rassegnarci a fare<br />
testimonianza. Un partito che si<br />
richiama al marxismo e al leninismo<br />
non è tale se si riduce a un circolo<br />
culturale settario rinunciando<br />
ad esaltare il momento soggettivo<br />
dell’autonoma iniziativa del partito.<br />
Un partito comunista che si<br />
richiama a Togliatti e Berlinguer<br />
non è tale se non si pone il problema<br />
del governo del Paese, scadendo<br />
nel massimalismo. Il Partito<br />
dei comunisti italiani rinnegherebbe<br />
se stesso<br />
se non praticasse,<br />
sempre e con<br />
tenacia, la politica<br />
delle alleanze<br />
possibili e se<br />
non avesse una<br />
linea d’attacco<br />
unitaria.<br />
Tutto è in<br />
movimento in<br />
questa fase politica complicatissima:<br />
la nostra proposta politica,<br />
sulla quale terremo il congresso,<br />
ci consente di tracciare una rotta<br />
a partire dalla nostra identità<br />
e ci consente di avere un profilo<br />
che miri a ricostruire la sinistra<br />
in Italia: intanto cominciamo dai<br />
comunisti.<br />
POLTRONISTI<br />
Della serie “un<br />
uomo per tutte<br />
le stagioni”. Dini<br />
è stato eletto<br />
presidente della<br />
commissione<br />
Esteri del Senato.<br />
L’ex presidente<br />
del Consiglio,<br />
esempio da manuale<br />
del trasformismo<br />
italico,<br />
succede dunque<br />
a se stesso<br />
LAURA BOTTAI<br />
G li<br />
uomini e le donne non sono uguali<br />
e il neutro non esiste; l fuomo<br />
non può rappresentare entrambi,<br />
né parlare a nome degli uni, comprenden-<br />
do anche le altre. I problemi e le questioni<br />
quotidiane, la materialità della vita<br />
resteranno fuori dalla politica<br />
fino a quando sarà solo<br />
un genere a decidere e<br />
saranno anche donne ad<br />
assumersi la responsabilità<br />
delle scelte.<br />
Nella fase congressuale<br />
appena avviata, è necessario<br />
rimettere al centro<br />
della nostra riflessione<br />
anche la presenza sessuata,<br />
realizzare una nuova<br />
solidarietà tra i generi<br />
per risolvere insieme, e in ugual misura,<br />
il vero conflitto, che è e resta quello<br />
di classe. Senza tuttavia dimenticare che<br />
quando si parla di classe operaia, occorre<br />
tenere presente che, qualunque sia il gene-<br />
politica<br />
GENERI Una nuovo patto sociale per risolvere il conflitto di classe<br />
Compagne e compagni<br />
confrontiamoci...<br />
re, si tratta pur sempre di precari, sfruttati,<br />
e discriminati. Infatti, il genere femminile<br />
non gode degli stessi diritti dell faltro,<br />
persistono disparità politiche, economiche,<br />
sociali, la dignità e la libertà delle donne è<br />
continuamente calpestata, ferita, utilizzata,<br />
come si è visto anche recentemente, con<br />
le ultime vicende legate alla legge 194/78<br />
e con le continue uccisioni, massacri, ecc.<br />
che vedono le donne tra i bersagli preferiti,<br />
spesso – ingiustificabilmente troppo spesso<br />
– grazie anche all findifferenza, quando<br />
non acquiescenza, della nostra classe di riferimento.<br />
Intendiamo perciò sollecitare i compagni<br />
a confrontarsi con noi per ridefinire<br />
una gvisione del mondo e della vita h plurisoggettiva<br />
e condivisa: non si può avere la<br />
pretesa di essere comunista, se si continua<br />
a comportarsi secondo una cultura piccolo<br />
borghese e discriminatoria, funzionale al<br />
potere economico e non alle persone.<br />
L felaborazione delle donne, la critica<br />
all funiversalismo astratto, dimostrano<br />
come la differenza sia un valore, un con-
politica 7<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
HANNODETTO<br />
OSKAR LAFONTAINE. Presidente della Linke. «Abbiamo il vento della storia che soffia nelle nostre<br />
vele»: lo ha detto al congresso della formazione della sinistra nata lo scorso anno in Germania che ha<br />
riconfermato Lafontaine e Bisky ai vertici. Il leader dell’ormai terzo partito tedesco (i sondaggi lo fotografano<br />
al 14%) si dice sicuro di una prossima fine del governo della Grande Coalizione (Cdu-Spd)<br />
Una sinistra<br />
tributo fondamentale a tutta la politica.<br />
Soprattutto esorta a compiere una svolta<br />
culturale nelle scelte: non percorsi paralleli<br />
o separati, ma sollecitazioni a superare stereotipi<br />
radicati e culturali che autorizzano<br />
discriminazioni di genere, oltre a quelle<br />
etniche e razziali, ormai diventate sentire<br />
comune, pure di parte dei nostri compagni<br />
e dei nostri elettori.<br />
Per noi essere donna in politica è un<br />
valore aggiunto che vogliamo condividere<br />
con tutto il partito: con i compagni, perché<br />
tempi, modi e priorità della politica siano<br />
scelti insieme, siano accessibili a più donne<br />
(ma anche più uomini c) per un progetto<br />
politico concreto e credibile, ma prima di<br />
tutto con le altre compagne, le quali legittimamente<br />
sono convinte, al<br />
contrario, che non esistono differenze<br />
di sesso in politica.<br />
È importante perciò potersi<br />
incontrare per scambiarci idee<br />
ed esperienze affinché diventino<br />
proposta di tutto il partito;<br />
lo statuto prevede l fAssemblea<br />
delle donne, che tuttavia non<br />
è stata mai attivata, né sono<br />
previsti i modi per avviarla, a<br />
riprova della poca attenzione<br />
del partito alle questioni che le donne<br />
pongono; è vero che il Comitato centrale,<br />
è composto in numero pari da donne<br />
e da uomini, ma è stato il prodotto di un<br />
raddoppio degli organismi del partito, e i<br />
posti di potere restano agli uomini; non<br />
LUCA ROBOTTI<br />
N elle<br />
sono state le donne a scegliere, si è trattato<br />
di una semplicecooptazione, o inclusione<br />
subalterna, compiuta sempre e solo dagli<br />
uomini.<br />
In Toscana, un gruppo di compagne<br />
ha provato a costruire un gLuogo di<br />
donne h, con risultati minimi, ma positivi;<br />
oggi la nostra pur breve esperienza la mettiamo<br />
a disposizione di tutte quelle compagne<br />
siano interessate a percorsi simili (i<br />
riferimenti sono: ldidonne.@gmail.com,<br />
tel. 3270497784), in particolare in vista<br />
del congresso dove vogliamo essere protagoniste<br />
paritarie delle scelte. Inoltre, in<br />
assenza di una struttura specifica dove<br />
le donne possano confrontarsi<br />
per con–correre (ossia contribuire<br />
insieme ai compagni e<br />
a quelle donne che non<br />
sentono la necessità di<br />
conclusioni, all’ultimo<br />
Comitato centrale,<br />
il Segretario Diliberto<br />
affermava che, se non fosse<br />
stato concomitante con i nostri<br />
lavori, lui avrebbe partecipato<br />
alla manifestazione di Torino.<br />
Voglio dirgli, in modo educato,<br />
che avrebbe sbagliato, che un<br />
segretario di un partito che si<br />
richiama al Pci, non dovrebbe<br />
neanche porsi il problema di<br />
partecipare ad un corteo convocato<br />
per chiedere il boicottaggio<br />
della cultura e l’annullamento<br />
di uno Stato democratico.<br />
Anzi, un partito comunista<br />
si pone il tema delle modalità<br />
organizzative e politiche della<br />
manifestazione, chiedendosi<br />
prima se queste rafforzano la<br />
lotta ed il perseguimento dell’obbiettivo<br />
o no.<br />
Il compito dei comunisti è<br />
quello di schierarsi con i pacifisti<br />
di ambedue le parti, dalla<br />
parte di coloro che perseguono<br />
una specifica elabora-<br />
zione di genere)<br />
a realizzare quel<br />
gnuovo inizio hsi<br />
riferisce anche il<br />
Segretario Diliberto,<br />
proponiamo di individuare<br />
questo luogo,<br />
fino a quando non siano definite<br />
o ridefinite le regole e i luoghi della<br />
politica del partito, come riferimen- riferimen-<br />
to autorevole per quelle compagne che<br />
preferiscono l fidentità all fomologazione<br />
e come interlocutore il partito nel suo<br />
complesso.<br />
ampia e plurale<br />
Il congresso servirà a chiarirci la natura<br />
identitaria e lo scopo del nostro partito<br />
AL TELEFONO<br />
D’Alema riceve<br />
una telefonata<br />
di un amico dal<br />
Brasile: «Nei<br />
Paesi vecchi e<br />
impoveriti governa<br />
la destra,<br />
in quelli giovani<br />
e pieni di speranze<br />
la sinistra».<br />
D’Alema<br />
ha provato un<br />
certo rammarico...<br />
la creazione di due stati per i due<br />
popoli, e non di scatenare sentimenti<br />
di vicinanza a Israele ed<br />
alla sua politica espansionistica<br />
da parte dell’opinione pubblica<br />
italiana.<br />
Alla Palestina, al suo popolo,<br />
servono alleati e risonanza<br />
positiva nell’opinione pubblica<br />
e nella stampa internazionale,<br />
contro coloro che descrivono<br />
la loro lotta come violenta e del<br />
terrore armato, fatta da terroristi<br />
in loco ed estremisti e massimalisti<br />
in giro per il mondo. Serve<br />
coraggio, fermezza per dire che<br />
non è bruciando le bandiere di<br />
Israele e chiedendone il suo annullamento<br />
come Stato che si<br />
aiuta la pacificazione tra i due<br />
popoli. Era, quindi, sbagliato<br />
aderire e occorre al più presto<br />
aprire un dibattito vero sulla<br />
nostra politica estera e sulle<br />
modalità di tessere relazioni<br />
internazionali e di scegliere i<br />
nostri interlocutori.<br />
Il congresso servirà anche a<br />
questo, oltre che a chiarirci sulla<br />
natura identitaria e sullo scopo<br />
storico del nostro partito, che io<br />
ritengo debba essere quello di<br />
unire la sinistra e creare le condizioni<br />
per dare ai lavoratori un<br />
soggetto organizzato più ampio,<br />
forte e ancorato alle culture della<br />
sinistra italiana, in cui i comunisti<br />
siano egemoni. Una prospettiva<br />
ineludibile che non può venire<br />
dopo a nulla, prioritaria.<br />
Non condivido “l’unità dei<br />
comunisti” proposta dal Segretario,<br />
non capisco cosa voglia<br />
dire e cosa potrebbe produrre,<br />
visto le esigue e “selezionatissime”<br />
adesioni all’appello, il<br />
diniego del Prc e il poco interesse<br />
tra il popolo di sinistra. Ci<br />
porteremmo<br />
Occorre<br />
aprire un dibattito<br />
vero<br />
sulla nostra<br />
politica<br />
estera e sulle<br />
modalità<br />
di tessere<br />
relazioni internazionali<br />
e di scegliere<br />
i nostri<br />
interlocutori<br />
su un terreno<br />
identitario<br />
minoritario<br />
e dal respiro<br />
cortissimo,<br />
finiremmo<br />
in un vero e<br />
proprio fortino,<br />
assediato<br />
all’esterno dal<br />
Pd e in eterno<br />
conflitto interno<br />
con chi<br />
proveniente<br />
dall’Ernesto,<br />
chi da Essere comunisti o da<br />
qualche altro gruppo o gruppetto.<br />
Una proposta, peraltro,<br />
fuori dalla stessa tradizione del<br />
Pci. Sarebbe la fine di una prospettiva<br />
di cambiamento socia-<br />
le reale, il rischio dell’autorefe-<br />
renzialità; sicuramente non una<br />
scelta utile al movimento operaio,<br />
una scelta di ceto politico,<br />
di conservazione, che peraltro<br />
lascerebbe i territori in preda<br />
alla gestione sempre più personalistica<br />
dei gruppi dirigenti,<br />
causa dell’abbandono, già<br />
ora, di molti compagni<br />
dalla militanza attiva.<br />
La vera sfida è oggi,<br />
come lo è stata nel<br />
‘98, è la costruzione di<br />
una sinistra ampia,<br />
plurale e soprattutto<br />
popolare,<br />
mai culturalmente<br />
minoritaria.<br />
Non abbiamo<br />
altre strade, an-<br />
che per questo il<br />
nostro deve essere un congresso<br />
vero, su posizioni chiare e distinte,<br />
senza più falsi unanimismi.<br />
Il nostro compito storico è<br />
quello di aiutare il processo di<br />
ricomposizione della sinistra<br />
che ne colmi l’assenza dai processi<br />
di cambiamento e ne rilanci<br />
il ruolo di governo, all’interno<br />
di una alleanza di centro<br />
sinistra.<br />
Io intendo impegnarmi con<br />
tante altre compagne e compagni<br />
su questo terreno, per salvare<br />
il nostro partito e la sinistra<br />
innanzitutto.
MANUELA PALERMI<br />
S e<br />
8<br />
addirittura viene cancellata<br />
la rappresentanza parlamentare,<br />
vuol dire che s’è determinata<br />
una rottura drammatica col tuo<br />
elettorato, che sono subentrate una<br />
critica e una sfiducia che lo hanno<br />
indotto a respingerti. Occorre riflettere<br />
e cercare di capire. Non tanto<br />
degli altri, ché serve a poco, ma di noi.<br />
Cominciamo dai venti mesi del<br />
governo Prodi. Siamo stati troppo<br />
piegati, troppo pressanti? Se penso<br />
al Senato, posso dire in piena sincerità<br />
che abbiamo pressato molto.<br />
Piegati no. Rissosi qualche volta.<br />
Niente di male, ma non siamo riusciti<br />
a determinare sbocchi. Prendiamo<br />
i due punti su cui lo scontro<br />
è stato più forte: la guerra in Afghanistan<br />
e il protocollo sul welfare.<br />
Venivamo da un risultato forte:<br />
il ritiro dei militari dall’Iraq, e<br />
speravamo che quella scelta se ne<br />
trascinasse dietro altre, ad iniziare<br />
dall’Afghanistan. Non essendo<br />
gattini ciechi, sapevamo che l’Afghanistan<br />
significava equilibri decisivi<br />
nei rapporti internazionali,<br />
ad iniziare dagli Usa. E d’altronde<br />
D’Alema stava portando significativi<br />
cambiamenti nella gestione<br />
della politica estera da noi apprezzati:<br />
la questione israelo-palestinese,<br />
in primo luogo, e il protagonismo<br />
positivo in occasione del Libano.<br />
La maggioranza in Senato aveva<br />
solo due voti in più, più tardi uno<br />
solo, così che ogni scelta diventava<br />
di vita o di morte del governo. E<br />
l’ostilità del Vaticano, degli Usa e<br />
di Confindustria si inaspriva ogni<br />
giorno.<br />
Questo avrebbe dovuto renderci<br />
più cauti? Va aggiunto<br />
che su tutta la Sinistra<br />
presente in Parlamento<br />
pesava come un macigno<br />
la scelta del ’98 del<br />
Prc di provocare la caduta<br />
di Prodi. Contro<br />
quella scelta noi arrivammo<br />
alla scissione<br />
e fondammo il Pdci,<br />
eppure l’opinione pub-<br />
blica ci percepiva come cor- corresponsabili<br />
di quella caduta.<br />
Sono invece convinta che abbiamo<br />
pagato il nostro comportamento<br />
sul pacchetto welfare.<br />
Ci siamo rivoltati ad un pessimo<br />
accordo che smentiva clamorosamente<br />
il programma dell’Unione<br />
e sviliva l’unico risultato di valore<br />
da noi raggiunto: il superamento<br />
del precariato nelle pubbliche amministrazioni.<br />
Nella nostra rivolta<br />
abbiamo smarrito la dimensione<br />
politica replicando quella sindacale,<br />
percorrendone lo specifico terreno.<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
RICOSTRUIRE A SINISTRA<br />
Le ragioni di una sconfitta<br />
Si è determinata una rottura drammatica<br />
con l’elettorato, la sinistra cancellata dal Parlamento<br />
Il referendum indetto dai sindacati<br />
ha smentito clamorosamente noi<br />
ed ha contemporaneamente isolato<br />
quei lavoratori, contrari all’accordo,<br />
che volevamo difendere e rappresentare.<br />
Una doppia sconfitta. Il<br />
nostro dissenso aveva comportato<br />
le ire di tutta la maggioranza, la Bonino<br />
aveva dato le dimissioni, Dini<br />
minacciava, e venivamo presentati<br />
al Paese come quelli che avrebbero<br />
fatto cadere il governo. Equivoco<br />
che persiste nel senso comune.<br />
Mi sono chiesta più vol- t e ,<br />
anche con qualche an-<br />
goscia, se in<br />
quell’occasione<br />
non avremmo<br />
dovuto votare<br />
contro. Avremmo<br />
dovuto far<br />
cadere il governo su un<br />
accordo che aveva avu-<br />
to il pronunciamento<br />
maggioritario dei lavoratori? Quando<br />
la passione non ha il sopravvento,<br />
mi dico che il nostro isolamento sarebbe<br />
stato pauroso. Penso piuttosto<br />
che non saremmo dovuti arrivare a<br />
quel punto, che avremmo dovuto<br />
tenere divise le competenze politiche<br />
da quelle sindacali e aspettare<br />
con più consapevole attenzione il<br />
RAFFAELLA ANGELINO<br />
«P<br />
enso che non si possa prescindere dal<br />
risultato elettorale, però credo che<br />
dobbiamo continuare a pensare che<br />
l’idea di una sinistra unita è fondamentale soprattutto<br />
in un periodo in cui non è rappresentata<br />
al Parlamento». Così Wladimir<br />
Luxuria, deputata uscente di Rifon-<br />
dazione, sempre in prima fila nelle batta- batta-<br />
glie per l’uguaglianza, la libertà,<br />
il riconoscimento dei diritti. Ed<br />
è, infatti, preoccupata per «l’aria<br />
xenofoba e omofoba» che si respira<br />
in Italia. «In questo clima<br />
culturale clerico-governativo<br />
rischiamo un imbarbarimento<br />
incredibile».<br />
Dopo il risultato elettorale<br />
da dove deve ripartire la sinistra?<br />
Credo molto in una sinistra unita, dinami-<br />
ca, aperta ai movimenti, capace di accogliere<br />
le trasformazioni di una società, non per subirle,<br />
ovviamente, ma per governarle e interpretarle secondo<br />
i criteri storici dei nostri partiti, a partire da<br />
quello dell’uguaglianza: diritti sociali e diritti civili<br />
sono due questioni che devono essere trattate in<br />
maniera intrecciata e contemporaneamente.<br />
C’è un appello sostenuto da associazioni,<br />
movimenti, intellettuali, mondo del lavoro che<br />
chiede ai due partiti comunisti, Pdci e Prc di “ripartire<br />
da noi”: che ne pensi?<br />
C’è un’unione fisiologica tra i due partiti che si<br />
richiamano al comunismo, Rifondazione e Pdci.<br />
E non è una fusione a freddo, come è avvenuto<br />
risultato referendario.<br />
Avremmo dovuto tenere stretto<br />
il legame con i lavoratori che s’erano<br />
opposti mantenendo aperti gli<br />
obiettivi nel lavoro istituzionale, non<br />
considerando definitivo l’accordo e<br />
non lasciandoli così soli e senza parola<br />
nella sconfitta. Non facile, ma<br />
avremmo dovuto provarci. E invece<br />
ci siamo trovati lontani dal senso<br />
comune, completamente soli nella<br />
maggioranza, con un rapporto del<br />
tutto negativo con la Cgil che addirittura<br />
accusammo<br />
di brogli e con una<br />
drammatica distanza<br />
proprio da<br />
quei lavoratori che,<br />
come noi, avevano<br />
respinto l’accordo.<br />
Ho pensato<br />
spesso allora che<br />
i lavoratori non ci<br />
chiedono di perdere<br />
con loro; ci chiedono uno<br />
schieramento e un’appartenenza alla<br />
loro classe per portare miglioramenti<br />
(nei momenti duri anche minimi,<br />
anche graduali) alla loro condizione.<br />
Se questi due fatti, come io credo,<br />
sono stati emblematici della nostra<br />
esperienza di governo, non possono<br />
però essere considerati esaustivi<br />
L'intervista<br />
del nostro fallimento. E qui entra<br />
in gioco la Sinistra arcobaleno.<br />
Un cartello elettorale, niente di più,<br />
a cui nessuno ha creduto. Inoltre nel<br />
partito s’era aperto il pesante sospetto<br />
di un possibile scioglimento del<br />
Pdci nella Sinistra arcobaleno. Del<br />
tutto falso. Ma i comportamenti<br />
ne sono stati segnati. Avremmo<br />
dovuto fare i salti mortali per dare<br />
dignità alla Sinistra arcobaleno,<br />
avremmo dovuto rassicurare gli<br />
elettori sul suo futuro (sennò perché<br />
votarla?), avremmo dovuto recuperare<br />
ed esaltare la spinta unitaria<br />
della manifestazione del 20 ottobre,<br />
scendendo in piazza, manifestando<br />
la possibile unità. Abbiamo fatto il<br />
contrario perché la difesa del partito<br />
è stata più urgente della prospettiva.<br />
Le provocazioni di Bertinotti<br />
sul soggetto unico ci hanno spinto<br />
a prendere le distanze, a sentirci<br />
“diversi” da quell’accozzaglia di diversi<br />
tra loro, irrigidendo la nostra<br />
identità. Abbiamo dato per certo<br />
che i voti sarebbero arrivati, che non<br />
c’era bisogno di sporcarci le mani.<br />
C’è anche un’altra e più pesante<br />
storia che va raccontata, perché<br />
la fragilità del voto non si<br />
spiegherebbe solo con un’analisi,<br />
anche più attenta della mia, dei<br />
Vladimir Luxuria<br />
CAMMINIAMO INSIEME<br />
COME NEL QUARTO STATO<br />
per il Pd, perché abbiamo un percorso, un’origine<br />
comune, i valori in cui crediamo sono gli stessi.<br />
Credo che le vicende che hanno comportato la<br />
scissione siano superate. Dunque, come in un<br />
“quarto stato”, queste due grandi figure - i due<br />
partiti - devono tenersi mano nella mano, assieme<br />
a chi vuole camminare con noi. Magari con<br />
meno diktat...<br />
A cosa ti riferisci?<br />
Sia sul simbolo, sia sulle candidature,<br />
la Sinistra arcobaleno<br />
è sembrata un’operazione calata<br />
dall’alto. Questo ha contribuito<br />
a creare la sfiducia che poi si<br />
è tradotta nel calo del consenso<br />
elettorale. Ora è un momento di<br />
assestamento, bisogna capire in<br />
quanti credono nel progetto dell’unità,<br />
ma la cosa fondamentale<br />
è fare una consultazione con gli<br />
iscritti, ritornare a fare dibattiti, incontri, radicarsi<br />
nei territori, sentire gli umori dei tesserati. E’ più il<br />
contenuto di un progetto a determinarne il sim-<br />
politica<br />
C’è un’unione fisiologica tra Prc e Comunisti italiani<br />
bolo che viceversa.<br />
E comunque i simboli del lavoro non sono<br />
superati...<br />
Assolutamente, sono di grande attualità. C’è<br />
una frase di Giorgio Gaber che dice: “Qualcuno<br />
era comunista perché chi era contro era comunista,<br />
qualcuno era comunista perché sognava una<br />
libertà diversa da quella americana,<br />
qualcuno era comunista<br />
perché pensava di poter essere<br />
felice solo se lo erano anche gli<br />
altri”. Ecco, quest’ultima frase<br />
per me riassume quello che è il<br />
comunismo.<br />
In che modo stai continuando<br />
a fare politica in questo periodo?<br />
Come la facevo prima del<br />
2006. Non ho mai perso i contatti<br />
con il mio movimento, infatti parteciperò<br />
al Gay Pride di Roma, di Biella, di Bologna:<br />
non mi sento meno legittimata a sostenere le<br />
mie idee perché non sono più parlamentare.
politica 9<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
soli 20 mesi di governo Prodi.<br />
C’è una lunga sconfitta operaia alla<br />
nostre spalle. E quando sei sconfitto<br />
diventi peggiore, non migliore. Vale<br />
per tutti, anche per i lavoratori.<br />
Se lego la sconfitta operaia ai miei<br />
ricordi personali, non penso agli anni<br />
70, al terrorismo. Mi verrebbe da<br />
dire che quel fenomeno è stato così<br />
gigantesco e insieme così infame da<br />
permettere infinite compagne mediatiche<br />
sull’equazione tra conflitto<br />
sociale e terro-<br />
rismo,un’operazione delle<br />
classi dirigenti<br />
per finirla una<br />
volta per tutte<br />
con il ruolo di<br />
interesse generale<br />
della classe<br />
operaia.<br />
Nella mia<br />
personale esperienza,<br />
la sconfitta<br />
operaia è<br />
legata agli anni<br />
80. Quelli del-<br />
I lavoratori<br />
non ci<br />
chiedono di<br />
perdere con<br />
loro, ci chiedonoun’appartenenza<br />
alla loro<br />
classe per<br />
portare miglioramenti<br />
alla loro<br />
condizione<br />
le ristrutturazioni riduttive e della<br />
cassintegrazione. In quegli anni<br />
sparirono le lotte e la contrattazione<br />
rivendicativa, perché ad essere messa<br />
in discussione era l’occupazione<br />
e l’esistenza della fabbrica (che si<br />
spostava in Paesi più appetibili, si<br />
spezzettava, esternalizzava), sostituita<br />
dalla richiesta convulsa di cassintegrazione.<br />
E quegli operai cassintegrati,<br />
tolti dalla loro comunità<br />
di lavoro, emarginati nel quartiere e<br />
in casa, sfruttati in qualche lavoretto<br />
occasionale, persero la coscienza di<br />
sé e del senso della loro azione collettiva.<br />
La cassintegrazione operò<br />
come un tarlo. Divorò appartenenza<br />
di classe, professionalità operaia,<br />
capacità di lotta. I sindacalisti, formati<br />
alla scuola della contrattazione<br />
rivendicativa e delle lotte, si trasformarono<br />
in organizzatori di assem-<br />
blee aperte (col sindaco, l’assessore,<br />
il parlamentare) ed esperti conoscitori<br />
di stanze e funzionari del<br />
ministero del Lavoro: la richiesta<br />
era sempre quella, cassintegrazione.<br />
Gli operai di Mirafiori tentarono<br />
di opporsi e l’Italia assistette ad<br />
una delle più grandi lotte e, forse,<br />
alla più grande sconfitta del<br />
movimento operaio. Da quella<br />
sconfitta ne vennero altre. Una, su<br />
tutte, il taglio della scala mobile<br />
e, negli anni, la sua cancellazione.<br />
Con la classe operaia piegata e il<br />
sindacato profondamente mutato,<br />
si arrivò all’accordo del ’93. Per la<br />
Cgil fu come una serpe che ti entra<br />
in casa: dimissioni di Trentin, polemiche<br />
furibonde, riunioni separate,<br />
fino alla nascita formalizzata, finanziariamente<br />
sostenuta, delle correnti.<br />
Non quelle storiche. La crisi azzerò<br />
la differenza tra comunisti e socialisti.<br />
Nacquero correnti e faide interne.<br />
L’accordo del ’93 – più cono-<br />
sciuto come “politica dei<br />
redditi” – era stato precedu- precedu-<br />
to da diverse campagne<br />
sui grandi<br />
giornali italiani.<br />
Il salario diventava<br />
“una variabile<br />
dipendente”<br />
dal profitto, dalla<br />
produttività, dal<br />
mercato; l’allora<br />
segretario generale<br />
Pizzinato,<br />
in un’intervista a<br />
Rossanda, dichiarò che il<br />
sindacato doveva “gestire il<br />
peggioramento”: dei diritti, delle<br />
tutele, del salario, della contrattazione,<br />
della sicurezza. Nel frattempo<br />
stabilimenti e settori industriali<br />
subivano profonde ristrutturazioni<br />
che sindacato e lavoratori dovettero<br />
gestire in difesa: il “peggioramento”<br />
di Pizzinato era entrato nell’agire<br />
quotidiano del movimento operaio.<br />
La parola “riforma” assunse un significato<br />
maledetto: riduzione di<br />
tutele, appunto, di occupazione, di<br />
diritti, di salario.<br />
Da quegli anni i lavoratori sono<br />
usciti logorati e sconfitti. Lo Statuto<br />
è stato cancellato: l’articolo 18,<br />
con l’espandersi della precarietà, è<br />
sostanzialmente abolito. Il “peggioramento”<br />
è stato introiettato come<br />
condizione ineludibile. La classe<br />
s’è divisa, individualizzata, ha cercato<br />
di sopravvivere. E’ anche così<br />
che si spiega la forte affermazione<br />
della Lega. Non ha il consenso dei<br />
lavoratori, perlomeno non quello di<br />
cui hanno goduto Pci e Cgil. Nelle<br />
fabbriche del nord la Lega svolge<br />
un ruolo di intermediazione tra lavoratore<br />
e padrone. In assenza della<br />
contrattazione, garantisce alcuni<br />
elementi essenziali. Persino, nella<br />
solitudine e nella perdita di sé del lavoratore,<br />
fa in modo che l’immigrato<br />
stia peggio dell’italiano, per salario,<br />
orario e diritti. Tutela piccoli egoismi<br />
e minimi corporativismi. E’ il testimone<br />
più spietato della sconfitta.<br />
Può essere ricercata anche in ciò la<br />
perdita di consenso? Nell’incapacità<br />
di saper parlare e comprendere una<br />
classe duramente colpita? Gli sconfitti<br />
non sono eroi. Troppo spesso<br />
invochiamo la classe come elemento<br />
taumaturgico assegnando ad una<br />
fantasia il nostro stesso riscatto.<br />
Non è vero che non abbiamo più<br />
cercato la “base”, come grossolanamente<br />
viene detto. Ma la “base” ha<br />
dovuto attenuare e persino mutare<br />
le sue esigenze. Siamo stati così presuntuosi<br />
da pensare che essa fosse<br />
impermeabile, che alla parola d’ordine<br />
giusta corrispondesse la giusta<br />
reazione, e ci siamo allontanati dalla<br />
materialità della sua condizione.<br />
Il mio ragionamento potrebbe<br />
essere ribaltato. Proprio<br />
perché sconfitta, la classe<br />
aspettava da noi di<br />
più. Non ci credo, non<br />
c’è separazione.<br />
Il 20 ottobre,<br />
a Roma, non<br />
ci chiedevano<br />
dateci più salario,<br />
più più diritti, più sicurezza,za,<br />
meno precarietà.<br />
Unitevi, dicevano, perché siamo<br />
a pezzi ed abbiamo bisogno di<br />
ricominciare e voi, separati, siete<br />
troppo deboli per aiutarci. Non fate<br />
cadere il governo Prodi, dicevano,<br />
perché dopo c’è solo di peggio, ma<br />
unitevi per modificarne le politiche.<br />
I lavoratori sono la nostra gente e chi<br />
li abbia un po’ conosciuti sa che sono<br />
prudenti perché hanno un senso innato<br />
dei rapporti di forza. Quando<br />
perdono, non è solo una battaglia<br />
politica che se ne va in frantumi. Si<br />
fa più dura la loro vita.<br />
Forse la nostra sconfitta potrebbe<br />
essere interpretata così: abbiamo<br />
agito senza fare i conti con i rapporti<br />
di forza (un governo debolissimo in<br />
mano a economisti tecnocrati, maggioranza<br />
e opposizione che avevano<br />
gli stessi numeri, una destra fortissima<br />
anche culturalmente, l’avversità<br />
dei poteri forti). Quando la politica<br />
si basa sul legame con la tua gente,<br />
puoi aspettarti grande generosità e<br />
grande severità. La nostra gente ci<br />
ha percepito come inutili, e non perché<br />
fossimo deboli (lo sapeva, lo sa),<br />
ma perché siamo venuti meno nel<br />
lavoro durissimo della ricostruzione,<br />
assegnandola magicamente alla vittoria<br />
del centrosinistra di Prodi.<br />
COMUNISTI La questione centrale è il lavoro<br />
Pdci e Prc, un patto<br />
d’azione comune<br />
FABIO NOBILE<br />
L<br />
a<br />
L<br />
a discussione che<br />
si sta affrontando<br />
Ldopo dopo la sconfitta<br />
della sinistra si traduce<br />
in dispute terminologiche:<br />
alternativi<br />
o meno, di sinistra<br />
o comunisti e<br />
così via. Credo sia<br />
utile immettere alcuni<br />
elementi di chiarezza. I<br />
comunisti fanno oggettivamente<br />
parte della sinistra, intendendo<br />
per sinistra lo spazio politico che<br />
si è andato sviluppando a partire<br />
dal movimento operaio. Oggi i<br />
comunisti sono gli unici, a sinistra,<br />
ad aver mantenuto una forza<br />
organizzata. E sbaglia chi accetta<br />
che la questione comunista si<br />
possa derubricare a pura tendenza<br />
culturale.<br />
In realtà lo si voglia o no la<br />
proposta di unificazione dei comunisti<br />
partendo da Prc e Pdci<br />
è in sé la riapertura di uno spazio<br />
politico a sinistra. E’ chiaro che<br />
tale proposta apre un processo.<br />
Non sarà semplice ma è un processo<br />
necessario che può partire<br />
da un patto d’azione comune su<br />
obiettivi concreti.<br />
Dobbiamo porre le basi perché<br />
il movimento comunista si<br />
doti di un’elaborazione strategica<br />
in grado di rappresentare di<br />
nuovo la parte più avanzata della<br />
sinistra. La prima questione è<br />
quella della centralità, dell’unità<br />
e della ricomposizione politica<br />
della classe lavoratrice. Il corteo<br />
del 20 ottobre ha visto emergere<br />
la parte migliore di quella classe,<br />
giovane, nuova, dentro il conflitto<br />
del terzo millennio. Quello è<br />
il Partito in potenza. E’ necessario<br />
mettere in campo obiettivi<br />
politici intermedi che rendano<br />
chiaro ed esplicito il progetto di<br />
società a cui aspirano oggi i comunisti.<br />
In questo senso la definizione<br />
di tale obiettivo nell’applicazione<br />
integrale della Costituzione<br />
repubblicana quale via<br />
transitoria al nostro progetto di<br />
società, credo, vada in tale direzione.<br />
La Lega, dal suo punto di<br />
vista, ha fatto proprio questo. E’<br />
riuscita sullo sfondo ad indicare<br />
la propria strategia secessionista,<br />
traducendola nello Stato Federale<br />
come obiettivo intermedio<br />
di un progetto di società basato<br />
sulla difesa di determinati interessi<br />
egemoni della borghesia<br />
del Nord.<br />
Dentro tale orizzonte è necessario<br />
introdurre elementi di<br />
lotta per ricomporre la classe: salario<br />
diretto e indiretto, organizzazione<br />
del lavoro, diritti, ripensando<br />
anche all’attività del partito<br />
dentro gli organismi di massa.<br />
E’ evidente che anche su questi<br />
terreni, nonché quelli di difesa<br />
democratica, della pace contro la<br />
rapina imperialista il nostro campo<br />
d’azione non si esaurisce nell’Italia.<br />
Il nostro diretto campo di<br />
battaglia è l’Europa. L’orizzonte<br />
dell’unità dei lavoratori sul piano<br />
continentale è un obiettivo che<br />
va continuamente praticato anche<br />
evocandolo come necessità.<br />
Ad esempio la differenziazione<br />
salariale e dei diritti tra i Paesi del<br />
vecchio continente è o no questione<br />
che riguarda il fenomeno<br />
dell’immigrazione di massa e<br />
viene tradotta nel nostro Paese in<br />
termini ideologici esclusivamente<br />
sul piano della sicurezza?<br />
In questo contesto l’antimperialismo,<br />
nella pericolosa china<br />
che sta assumendo la crisi capitalistica,<br />
deve essere elemento<br />
estremamente concreto della<br />
nostra politica. In primo luogo<br />
per questo motivo la nettezza di<br />
una posizione a sostegno del popolo<br />
palestinese non può cedere<br />
ad una visione politicista. L’ autodeterminazione<br />
dei popoli, è elemento<br />
formidabile per cambiare<br />
il corso della storia che la barbarie<br />
capitalistica sta portando verso<br />
il baratro e va fatta vivere ricostruendo<br />
i giusti anticorpi materiali<br />
e ideali tra il nostro popolo<br />
e nel Paese.<br />
Porre le basi<br />
perché il<br />
movimento<br />
comunista<br />
si doti di<br />
un’elaborazione<br />
in<br />
grado di<br />
rappresentare<br />
la parte<br />
più avanzata<br />
della<br />
sinistra<br />
Le critiche<br />
alla nostra<br />
presenza al<br />
corteo di Torino<br />
sono in<br />
questo senso<br />
miopi.<br />
La definizione<br />
di<br />
un profilo<br />
politico, organizzativo<br />
ed ideale pone<br />
la condizione<br />
per la<br />
costruzione di una politica delle<br />
alleanze che permetta in primo<br />
luogo un legame di massa. Una<br />
politica unitaria al cui cuore sta<br />
l’unità di classe.<br />
Per quanto riguarda il Pd,<br />
verso la cui natura siamo oggettivamente<br />
alternativi, sarà la<br />
politica dei prossimi anni e la sua<br />
presa egemonica su pezzi fondamentali<br />
del movimento operaio<br />
a definirne i rapporti partendo<br />
dal terreno di opposizione a Berlusconi.<br />
Senza darli per scontati,<br />
ma nemmeno escluderli aprioristicamente.<br />
Tenendo ben in<br />
mente che il centrosinistra non<br />
esiste più e il partito “di lotta e di<br />
governo” ha evidentemente fallito<br />
i suoi obiettivi.<br />
Saranno nodi che scioglieremo<br />
al Congresso, tenendo conto<br />
che si è aperta una fase nuova<br />
e non basta più a giustificare la<br />
nostra azione l’essere eredi del<br />
Pci. Dobbiamo essere in grado<br />
di rilanciare una prospettiva. Il<br />
compito storico dei comunisti è<br />
lavorare alla costruzione di una<br />
prospettiva di trasformazione<br />
generale della società, nostro<br />
compito dell’oggi è contribuire a<br />
costruire la strada per essere all’altezza<br />
di quell’obiettivo.
LUIGI MARINO<br />
L’<br />
10<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
CONTI ITALIANI<br />
extragettito non è una favola,<br />
come invece sostiene<br />
il sottosegretario Vegas,<br />
tant’è che nel primo trimestre di<br />
quest’anno quest’anno le entrate in più rispetto<br />
alle previsioni assommano<br />
a ben 6,8 miliardi, +8,6<br />
in percentuale in raffronto al<br />
trimestre 2007. Il bollettino della<br />
Banca d’Italia segnala un calo del<br />
gettito dell’Iva del 6%, il che sta<br />
ad indicare una preoccupante<br />
riduzione dei consumi.<br />
Ancorché le aspetta-<br />
tive di crescita siano<br />
state ridimensionate,<br />
tuttavia l’incremento<br />
delle entrate è in buona<br />
parte strutturale e deriva<br />
soprattutto dalla lotta all’evasione<br />
fiscale intrapresa durante<br />
il governo Prodi. Se non ci<br />
saranno condoni e sanatorie, come<br />
pure afferma Vegas, con tutte<br />
le le possibili cautele, sull’extragettito<br />
sarà possibile contare per finanziare<br />
provvedimenti a sostegno dei<br />
redditi redditi da lavoro dipendente, anche<br />
ai fini dell’allargamento della<br />
domanda interna.<br />
A meno che non si voglia negare<br />
anche l’evidenza, pur di giustificare<br />
tagli alla spesa programmati<br />
nel triennio per 30 miliardi.<br />
Negare poi che i conti siano stati<br />
messi in ordine, come fa il ministrostro<br />
Tremonti, è quasi un oltraggio<br />
al pudore, se non altro perché a livello<br />
europeo la procedura d’infrazione<br />
promossa contro l’Italia con<br />
le inevitabili<br />
sanzioni è del<br />
tutto rientrata. Sarebbe<br />
S t a r e m o opportuno<br />
a vedere se il intervenire<br />
governo Ber- in favore di<br />
lusconi IV chi la casa<br />
p r o s e g u i r à non ce l’ha<br />
nell’azione di e che vive<br />
risanamento con ango-<br />
del paese, che scia il pro-<br />
resta comunblemadelqueineludil’aumentobile, ma che è dei canoni<br />
costata tanta di affitto<br />
ingiusta impopolarità<br />
soprattutto alla sinistra,<br />
ancora una volta chiamata ad assumersi<br />
la responsabilità e l’onere<br />
di riparare i guasti procurati dal<br />
precedente governo Berlusconi,<br />
sia per lo sforamento dei parametri,<br />
sia per l’aumento del deficit e<br />
del debito.<br />
Ora ovviamente si dovranno<br />
mantenere le promesse fatte in<br />
campagna elettorale a cominciare<br />
dalla tanto strombazzata abolizione<br />
dell’Ici sulla prima casa. Ma<br />
dopo che il governo Prodi con la<br />
Finanziaria 2008 ha di fatto già<br />
esentato dal pagamento dell’Ici più<br />
del 40% delle famiglie, a reddito<br />
medio-basso, ha veramente carattere<br />
di priorità un provvedimento<br />
di abolizione totale del tributo?<br />
Non sarebbe più opportuno nel-<br />
l’attuale contesto concedere tutt’al<br />
più l’esenzione ad un numero più<br />
esteso di famiglie, intervenendo<br />
con quanto risparmiato in favore<br />
di chi la casa non ce l’ha e che vive<br />
con angoscia il problema dell’aumento<br />
dei canoni di fitto? E<br />
non sarebbe ancora più<br />
efficace, anche<br />
in relazio-<br />
n e<br />
a l l a<br />
esigenza<br />
di aumentare<br />
la domanda<br />
interna e<br />
quindi i consumi,<br />
procedere<br />
con queste stesse risorse alla detassazione<br />
dei salari e delle pensioni,<br />
attraverso soprattutto detrazioni<br />
fiscali per i<br />
redditi da lavoro,<br />
anziché insistere per gli<br />
sgravi fiscali, illusori e discriminatori,<br />
sul lavoro straordinario, con<br />
tutto tutto quello che ne consegue? Ma<br />
si preferisce mandare un segnale<br />
immediatamente percepibile di<br />
alleggerimento fiscale come segno<br />
di “discontinuità” e non utilizzare<br />
le risorse disponibili per interventi<br />
più incisivi e funzionali alla difesa<br />
del potere d’acquisto dei salari, stipendi<br />
e pensioni.<br />
Come saranno coperti i primi<br />
provvedimenti annunciati e come<br />
politica<br />
Ici, ovvero la falsa priorità<br />
Ad esentare il 40% delle famiglie ci aveva già pensato Prodi<br />
DETASSAZIONE DEI SALARI<br />
A RISCHIO IL CONTRATTO DI LAVORO NAZIONALE<br />
DINO TIBALDI<br />
Dopo aver strombazzato per tutta la<br />
campagna elettorale che uno degli impegni<br />
prioritari del governo Berlusconi sarebbe<br />
stato a favore dei salari dei lavoratori e dei<br />
pensionati, il provvedimento sulla detassazione,<br />
con cedolare secca del 10%, degli straordinari<br />
e del salario aziendale, non solo smentisce le<br />
promesse, è risibile in termini d’aumento reale<br />
dei salari, è, in realtà, una polpetta avvelenata<br />
utile unicamente alle imprese che hanno<br />
immediatamente espresso apprezzamento.<br />
Anche se di carattere sperimentale, per sei<br />
mesi, divide i lavoratori, tutti i dipendenti<br />
pubblici ne sono esclusi, rischia in alcuni settori<br />
come l’edilizia, il ricorso al lavoro irregolare ed<br />
all’elusione f iscale, apre la strada ad un grave<br />
peggioramento delle condizioni di lavoro, mina<br />
fortemente la sicurezza dei lavoratori e rende<br />
carta straccia tutte quelle norme inserite nei<br />
contratti di lavoro sulla gestione degli orari.<br />
La risposta alla perdita del potere d’acquisto<br />
dei salari, che la scorsa legge f inanziaria<br />
prevedeva di affrontare destinando il cosiddetto<br />
tesoretto - che esiste nonostante le smentite<br />
di Tremonti - all’aumento delle detrazioni<br />
per la produzione del reddito e quindi a tutti<br />
i lavoratori e pensionati in modo certo ed<br />
immediato, è semplicemente un regalo alle<br />
imprese ed un inaccettabile ricatto ai lavoratori.<br />
Si dice esplicitamente: se volete guadagnare<br />
qualcosa in più dovete lavorare di più,<br />
aumentando le ore straordinarie di lavoro!<br />
Soprattutto, se fosse def initivamente<br />
confermato, tra sei mesi, metterebbe seriamente a<br />
rischio il contratto nazionale di lavoro, in quanto,<br />
una volta introdotto un regime di favore per le<br />
componenti variabili del salario, i datori di lavoro<br />
(ed anche i lavoratori) tenderanno sempre più a<br />
trasferire gran parte della retribuzione da f issa a<br />
variabile. Quindi il provvedimento dividerebbe<br />
ulteriormente i lavoratori ed aprirebbe una deriva<br />
che nel tempo porterebbe alla reintroduzione<br />
delle famose gabbie salariali, superate attraverso<br />
un ciclo di lotte durissime negli anni sessanta.<br />
Non c’è da stupirsi se le uniche critiche,<br />
anche se a mio avviso ancora troppo deboli,<br />
siano venute dalla Cgil ed in particolare da<br />
alcune categorie come gli edili, i meccanici e gli<br />
alimentaristi, mentre un sostanziale plauso<br />
sia stato espresso dalla Cisl e dalla Uil.<br />
Questo provvedimento è in realtà un primo<br />
tassello di quel disegno generale di mutamento<br />
genetico del sindacato italiano, del ruolo e<br />
della funzione della contrattazione, a partire<br />
dal contratto nazionale, che vede in prima<br />
f ila schierati il Governo e la Conf industria<br />
e che trova ampi spazi nello stesso documento<br />
unitario recentemente approvato da tutte le<br />
organizzazioni sindacale nel merito del quale ho<br />
già avuto modo di esprimere le mie valutazioni in<br />
un recentissimo articolo su questo stesso giornale.<br />
saranno risarciti i Comuni per le<br />
perdite degli introiti derivanti dall’Ici?l’Ici?<br />
Certamente non attraverso<br />
l’armonizzazione della tassazione<br />
delle delle rendite finanziarie, scandalosamente<br />
differenziata e tutta a<br />
favore di quel 10% delle famiglie<br />
più ricche del paese, che detengono<br />
il 40% delle attività finanziarie.<br />
Il ministro Tremonti assicura<br />
che le coperture ci sono. Saranno<br />
inoltre tassati, successivamente<br />
però!, banche, assicurazioni e<br />
petrolieri. Non saremo certamente<br />
noi a contestare<br />
un’imposizione aggiuntiva<br />
in settori, come quello<br />
bancario, assicurativo,<br />
ecc., che, senza alcun<br />
intento persecutorio…!<br />
, possono dare<br />
di più rispetto ad<br />
altri per i guadagni<br />
realizzati, come da<br />
noi più volte richiesto<br />
con vari emendamenti alle Finanziarie<br />
di questi anni. Purché<br />
quanto annunciato dal ministro<br />
non si risolva invece con il solito<br />
rivalersi da parte delle banche e<br />
dei petrolieri sugli utenti, non sia<br />
cioè solo di apparenza, di “estetica<br />
fiscale” e non di sostanza. Staremo<br />
a vedere! Ma non è questo<br />
che ci preoccupa di più del nuovo<br />
governo. Quello che ci angustia<br />
è l’atteggiamento di disponibilità<br />
dell’attuale “opposizione” parlamentare<br />
in relazione ai provve- provvedimenti<br />
annunciati, come se non<br />
fosse noto l’operato del governo<br />
Berlusconi nel<br />
quinquennio<br />
Negare 20<strong>01</strong>-2006 in<br />
che i conti politica este-<br />
siano stati ra, interna,<br />
messi in nel fisco, nella<br />
ordine, scuola, ecc..<br />
come fa il Ed i segnali<br />
ministro di disponibidell’Econolità<br />
vengono<br />
mia Giulio dati anche<br />
Tremonti, in materia di<br />
è quasi un federalismo<br />
oltraggio al fiscale, cer-<br />
pudore tamente non<br />
improntato a<br />
principi di solidarietà e di coesione<br />
nazionale, tant’è che, secondo<br />
dati ormai di dominio pubblico,<br />
quello che alcune regioni, come la<br />
Lombardia, potranno avere in più<br />
per federalismo fiscale e differenziato<br />
finirà per togliere ad altre,<br />
ad esempio la Basilicata, anche i<br />
fondi per la sanità pubblica.<br />
La demagogia e le bugie hanno<br />
le gambe corte. E la ricetta<br />
della destra aggraverà quelli che<br />
sono i reali problemi del paese:<br />
la questione salariale ed abitativa,<br />
la sicurezza e stabilità del lavoro,<br />
le infrastrutture compatibili con<br />
la difesa ambientale, la ricerca, un<br />
welfare all’altezza dei tempi e dei<br />
problemi che la competizione<br />
internazionale pone, l’equità fiscale.
politica 11<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
DOMENICO MORO<br />
L’<br />
espulsione dal Parlamento<br />
della sinistra e<br />
lo spostamento a destra<br />
dell’asse politico italiano non<br />
sono dovuti soltanto a fattori<br />
contingenti o tattici ma affondano<br />
le loro radici lontano, nelle<br />
modificazioni di carattere strategico<br />
dei rapporti di forza tra<br />
le classi sociali. Dal momento<br />
che il salario relativo, ovvero il<br />
salario in rapporto al profitto,<br />
rappresenta l’indicatore più efficace<br />
dello stato dei rapporti di<br />
forza tra impresa e lavoro salariato,<br />
risultano di particolare<br />
interesse i dati contenuti in una<br />
ricerca condotta da Luci Ellis<br />
e Kathrin Smith, economiste<br />
della autorevole Banca dei Regolamenti<br />
internazionali (Bri),<br />
e ripresa recentemente anche da<br />
la Repubblica. In questo studio si<br />
rileva che, nei paesi capitalistici<br />
più avanzati, a partire dalla metà<br />
degli anni 80 si è registrata una<br />
ininterrotta tendenza all’innalzamento<br />
della quota del Pil che<br />
va al profitto. Tale quota è inconsuetamente<br />
alta e senza precedenti<br />
negli<br />
ultimi 45 anni.<br />
Ma vediamo<br />
l’esempio<br />
dell’Italia, uno<br />
dei paesi dove<br />
la tendenza è<br />
stata più marcata.<br />
Mentre<br />
nel periodo<br />
di lotte che va<br />
dall’”autunno<br />
caldo” del ’69<br />
alla fine degli<br />
anni 70 la<br />
quota del Pil<br />
In Italia la<br />
quota del<br />
Pil andata<br />
ai profitti<br />
è passata<br />
dal 23,1 per<br />
cento al 27,9<br />
per cento<br />
dell’89 per<br />
crescere fino<br />
al 31,3 per<br />
cento del<br />
2005<br />
che andava in salari aumentò di<br />
qualche punto percentuale, dopo<br />
l’83 si è avuta una decisa inversione<br />
di tendenza. La quota<br />
del Pil andata ai profitti è passata<br />
dal 23,1% al 27,9% dell’89,<br />
per crescere ancora negli anni 90<br />
ed arrivare al 31,3% del 2005. Si<br />
tratta di otto punti percentuali<br />
in meno del Pil per i lavoratori,<br />
che, tradotti in denaro, rappresentano<br />
120 miliardi di euro all’anno<br />
che passano dalle tasche<br />
dei lavoratori salariati a quelle<br />
degli imprenditori. Per essere<br />
più chiari, ognuno dei 17milioni<br />
di lavoratori salariati italiani<br />
perde all’anno 7mila euro, ben<br />
più che il taglio delle aliquote<br />
Irpef. Altra questione interes-<br />
RAPPORTO BRI Più alta la quota del Pil che va ai profitti<br />
Lavoro, salario<br />
e lotta di classe<br />
Aumenta la povertà assoluta e relativa<br />
sante posta in luce dallo studio<br />
del Bri è che il processo di perdita<br />
di posizioni del salario nei<br />
confronti del profitto inizia ben<br />
prima della fine degli anni 90,<br />
quando cominciano a sentirsi<br />
gli effetti della globalizzazione<br />
sui salari dei lavoratori dei paesi<br />
avanzati, a seguito della entrata<br />
nel mercato del lavoro mondiale<br />
di centinaia di milioni di<br />
lavoratori dei paesi più arretrati.<br />
La causa principale della ormai<br />
ventennale tendenza viene individuata<br />
nella “terza rivoluzione<br />
industriale”, determinata dalla<br />
introduzione massiccia nei processi<br />
di produzione e circolazione<br />
della tecnologia informatica.<br />
Usualmente l’introduzione di<br />
una nuova tecnologia serve ad<br />
aumentare la forza produttiva<br />
del lavoro, sostituendo lavoratori<br />
con macchine. La riorganiz-<br />
zazione dei processi produttivi e<br />
l’espulsione di lavoratori, che ne<br />
conseguono, riducono il potere<br />
generale di negoziazione dei<br />
lavoratori e quindi il salario.<br />
Dal momento che la tecnologia<br />
informatica ha un tasso<br />
di invecchiamento<br />
più alto del normale,<br />
e che è<br />
contenuta<br />
in una<br />
a m p i a<br />
v a r i e t à<br />
di macchine,<br />
si<br />
sono accelerati<br />
anche i<br />
cicli di ristrutturazionedell’organizzazione<br />
del lavoro,<br />
accentuando così la<br />
perdita del potere negoziale dei<br />
lavoratori e la riduzione della<br />
loro capacità di resistenza. Si<br />
tratta di una clamorosa conferma<br />
della “legge generale dell’accumulazione”<br />
del vecchio Marx,<br />
secondo cui lo sviluppo tecnologico<br />
del capitale genera contemporaneamente<br />
l’aumento<br />
assoluto dei lavoratori salariati<br />
(perché la produzione capitalistica<br />
si estende a nuovi settori) e<br />
la loro diminuzione relativa per<br />
unità di capitale impiegata.<br />
La produzione di un numero<br />
maggiore di disoccupati o di occupati<br />
precari aumenta l’offerta<br />
di lavoro e con essa la pressione<br />
sui lavoratori occupati, che sono<br />
costretti a accettare la riduzione<br />
dei salari. E, dal momento che<br />
il capitale preferisce aumentare<br />
la domanda di lavoro e non di<br />
lavoratori, la conseguenza finale<br />
della riduzione dei salari è<br />
l’obbligo al lavoro straordinario.<br />
Si arriva così al paradosso che<br />
quanto maggiore è l’accumulazione<br />
di ricchezza, tanto più<br />
grande è l’accumulazione di<br />
povertà. Alla lunga, inoltre, la<br />
riduzione dei salari scoraggia<br />
l’innovazione, in quanto, dati i<br />
rapporti di forza sfavorevoli ai<br />
lavoratori, le imprese incentrano<br />
la loro competitività sulla<br />
riduzione dei salari. Infatti, la<br />
ricerca della Bri ci dice che gli<br />
investimenti lordi negli ultimi<br />
anni sono calati in molti paesi.<br />
L’incremento della quota del<br />
profitto diviene così il frutto di<br />
una pura rendita di posizione<br />
economica, soprattutto quando,<br />
in mercati controllati da una o<br />
poche aziende, l’aumento della<br />
produttività non si traduce in<br />
riduzione dei prezzi. E così oltre<br />
all’impoverimento relativo<br />
dei lavoratori si accentua anche<br />
quello assoluto.<br />
La produzione<br />
di un<br />
numero<br />
maggiore di<br />
disoccupati<br />
o di occupati<br />
precari<br />
aumenta<br />
l’offerta di<br />
lavoro e la<br />
pressione<br />
sui lavoratori<br />
occupati<br />
MERCATO E RECESSIONE<br />
Quando<br />
vince<br />
il capitale<br />
S econdo<br />
le autrici del<br />
rapporto della Bri la<br />
liberalizzazione dei<br />
mercati e la recessione potrebbero<br />
ridurre la quota<br />
del Pil che va al profitto. Ci<br />
sembra però che, mentre di<br />
lotta ai monopoli non ci sia<br />
avvisaglia, ci sono invece segni<br />
che la recessione verrà<br />
fatta pagare ai lavoratori, aumentando<br />
l’orario di lavoro e<br />
precarizzando ancor di più il<br />
lavoro. La detassazione degli<br />
straordinari e l’allungamento<br />
oltre i 36 mesi dei contratti a<br />
termine vanno in questo senso.<br />
Le campagne d’opinione<br />
contro immigrati e rom, così<br />
come quelle sui “costi” della<br />
politica, non a caso organizzate<br />
da organi di stampa<br />
nelle mani di Confindustria<br />
o di grandi gruppi imprenditoriali,<br />
hanno assolto allo<br />
scopo di deviare l’attenzione<br />
di milioni di lavoratori dalle<br />
vere cause della insicurezza<br />
da cui sono attanagliati. Del<br />
resto, il copione del capro<br />
espiatorio è ben collaudato in<br />
tutte le epoche di recessione<br />
e polarizzazione sociale. Le<br />
vere ragioni della insicurezza<br />
stanno nella lotta di classe<br />
che il capitale ha ampiamente<br />
vinta, prima ancora che<br />
in Parlamento, nella produzione.<br />
E’ per questo che è<br />
fondamentale ripartire dalla<br />
ricognizione della nuova<br />
struttura della produzione e<br />
della nuova composizione di<br />
classe per trovare linguaggi e<br />
forme organizzative adeguate.<br />
Senza alcun cedimento,<br />
però, a un “nuovismo” astratto<br />
e al di fuori dei rapporti fra<br />
le classi, ma al contrario con<br />
la capacità di innovare, attualizzando<br />
quanto di positivo<br />
– ed è molto - l’esperienza<br />
delle lotte dei lavoratori del<br />
900 ci trasmette ancora oggi.<br />
D. M.
FABRIZIO DEL PRATO<br />
N el<br />
12 Giovedì<br />
CONFINDUSTRIA ALL’ATTACCO<br />
giorno del suo insediamento,<br />
Emma Marcegaglia<br />
ha parlato di tutto<br />
ma un argomento in particolare<br />
era di stringente attualità anche<br />
personale per lei: la sicurezza sul<br />
lavoro. Praticamente alla vigilia<br />
della sua incoronazione ufficiale<br />
alla presidenza della Confindustria,<br />
un operaio, un suo dipendente,<br />
è morto schiacciato<br />
da tubi d’acciaio proprio in uno<br />
stabilimento del gruppo. Invano<br />
la Fiom le ha chiesto un<br />
“ripensamento strategico” sulla<br />
richiesta di modificare il decreto<br />
legislativo sulla sicurezza sul lavoro.<br />
Nel nuovo vertice di Confindustria<br />
c’è una delega anche<br />
alla sicurezza. Con un sangue<br />
freddo impressionante, Marcegaglia<br />
ha confermato la linea oltranzista<br />
della sua organizzazione<br />
contro le sanzioni ai padroni<br />
che mettono a rischio la vita dei<br />
loro lavoratori: «La sicurezza<br />
sul lavoro – ha spiegato – è un<br />
nostro obiettivo, prima ancora<br />
che la legge ce lo imponga».<br />
Tradotto: ci pensiamo noi, lo<br />
Stato si faccia i fatti suoi e non<br />
disturbi il manovratore. «Come<br />
sapete – ha aggiunto – noi non<br />
condividiamo il provvedimento<br />
approvato negli ultimi giorni<br />
della scorsa legislatura, soprattutto<br />
perché manca quasi del<br />
tutto una politica attiva a favore<br />
della sicurezza».<br />
Per il resto, la nuova leader<br />
degli industriali italiani ha sciorinato<br />
il suo programma di legislatura,<br />
collocando la sua organizzazione<br />
al centro del quadro<br />
politico, annunciando che collaborerà<br />
con il governo «per realizzare<br />
le riforme necessarie». La<br />
risposta della politica non poteva<br />
essere più chiara: Walter Veltroni<br />
e Silvio Berlusconi hanno<br />
accolto festosamente il discorso<br />
di insediamento di Marcegaglia.<br />
«Sinteticamente posso dire<br />
– ha commentato fulmineo il<br />
capo del governo – che la rela-<br />
29 Maggio 2008<br />
zione che ho molto apprezzato<br />
della presidente sarà il nostro<br />
programma di governo». Ma il<br />
suo presunto oppositore non è<br />
stato da meno. Per il segretario<br />
del Pd, quella di Marcegaglia è<br />
«una relazione molto interessante<br />
e convincente che prosegue la<br />
tradizione di Montezemolo». Al<br />
limite del sur-<br />
realel’apprezzamento per<br />
il passaggio<br />
sulla sicurezza<br />
del lavoro,<br />
da Veltroni<br />
giudicato<br />
«importante»:<br />
peccato che la<br />
presidente di<br />
Confindustria<br />
avesse appena<br />
censurato il<br />
p r o v v e d i -<br />
mento varato<br />
dal vecchio governo di centrosinistra.<br />
A Veltroni dunque il<br />
governo Prodi dava fastidio non<br />
solo quando litigava, ma anche<br />
quando agiva. Almeno quando<br />
agiva (assai di rado) dando<br />
SEGUE DALLA PRIMA<br />
La nuova<br />
presidente<br />
degli industriali<br />
riceve<br />
il plauso di<br />
Berlusconi<br />
e del governo<br />
ombra<br />
di Veltroni,<br />
il quale<br />
sconfessa<br />
Prodi sulla<br />
sicurezza<br />
qualche modesto<br />
dispiacere ai poteri<br />
forti.<br />
Q u e l l o<br />
esposto dalla<br />
rampolla<br />
della famiglia<br />
lombarda di<br />
industriali dell’acciaio<br />
è un<br />
programma<br />
limpidamente<br />
antisociale, violento, sinceramente<br />
estremistico, una sorta<br />
di assalto al cielo alla rovescia. E<br />
visto che piace tanto al governo<br />
quanto al governo ombra, vediamo<br />
di che si tratta: capitolo<br />
sicurezza a parte, il “vogliamo<br />
tutto” di Emma si compone<br />
della riforma (leggi drastico ridimensionamento)<br />
dei contratti<br />
nazionali di lavoro, della pretesa<br />
di un abbassamento ulteriore<br />
della pressione fiscale sulle<br />
imprese (il regalone del cuneo<br />
fiscale di Padoa Schioppa è già<br />
dimenticato), di un duro attacco<br />
alla pubblica amministrazione,<br />
con il licenziamento dei “fannulloni”<br />
e un deciso stop agli<br />
Detassazione e maschilismo<br />
Donne, tutte a casa<br />
DETASSARE IL LAVORO straordinario ha una<br />
serie di conseguenze sicuramente sottovalutate<br />
nei commenti di questi giorni, ad iniziare<br />
da una più diffusa insicurezza. E’ statisticamente<br />
dimostrato che il maggior numero<br />
di incidenti sul lavoro avvengono in presenza<br />
di un elevato monte ore lavorate. Un paradosso,<br />
visto che nel momento in cui tutti<br />
non fanno altro che parlare di sicurezza si<br />
accettano misure che mettono ancora di più<br />
a rischio la vita di quanti di lavoro dovrebbero<br />
vivere e non morire. Ma le ripercussioni<br />
non si fermano qui. Sono infatti pesanti<br />
quelle sulle donne.<br />
Le donne da sempre hanno maggiore<br />
difficoltà ad accedere agli straordinari perché<br />
gravate dal peso di un lavoro domestico,<br />
Foto<br />
di Mauro<br />
Scrobogna/<br />
Lapresse<br />
aumenti salariali,<br />
ma in prospettiva<br />
con la ripresa delle<br />
privatizzazioni nei<br />
servizi essenziali,<br />
dall’acqua in giù,<br />
addirittura di una<br />
richiesta di un nuovo<br />
innalzamento<br />
dell’età pensionabile.<br />
E ancora: revisione<br />
dei provvedimenti<br />
attuativi della nuova legge sulla<br />
sicurezza del lavoro e rilancio<br />
in grande stile del business<br />
dell’energia nucleare, che molti<br />
anni prima di poter produrre<br />
un solo watt di energia produrrà<br />
appalti pubblici a pioggia, cioè<br />
un flusso gigantesco di denaro<br />
pubblico alle grandi imprese<br />
nelle mani dei soliti noti.<br />
Marcegaglia ha ammonito<br />
la politica a non sprecare lo<br />
«scenario nuovo e irripetibile»<br />
che si è aperto in Italia in conseguenza<br />
del risultato elettorale.<br />
Lo scenario da “governissimo”<br />
che ha accolto il suo esordio<br />
non fa pensare certo che possa<br />
rimanere delusa.<br />
mai pienamente riconosciuto, che gli impedisce<br />
di stare più ore lontane dalla casa: figli,<br />
genitori anziani, mariti e altro, assorbono<br />
gran parte delle giornate. In questo modo<br />
lo straordinario finirà per concentrarsi sulla<br />
parte maschile della famiglia con una seconda<br />
conseguenza: i salari degli uomini saranno<br />
più elevati di quelli delle loro colleghe<br />
donne e quindi gli uomini avranno un peso<br />
sociale maggiore. Alle donne non resterà che<br />
rimanere chiuse fra le “sicure” mura domestiche,<br />
con buona pace della ministra Carfagna,<br />
che fra una caduta di stile su uomini<br />
e donne non etero e una dichiarazione sulle<br />
coppie di fatto, porta a casa il primo grande<br />
regalo ad uno dei principali tifosi di questo<br />
esecutivo: papa Ratzinger.<br />
MAURIZIO MUSOLINO<br />
politica<br />
CONFINDUSTRIALI<br />
SICUREZZA<br />
SUL LAVORO<br />
E IMPUNITÀ<br />
ALESSANDRA VALENTINI<br />
La scorsa settimana<br />
ancora un infortunio<br />
mortale sul lavoro, questa<br />
volta alla Marcegaglia di<br />
Casalmaggiore (Cremona),<br />
proprio il gruppo di proprietà<br />
della famiglia del nuovo<br />
presidente di Conf industria,<br />
Emma Marcegaglia. Mario<br />
Di Girolamo di 32 anni<br />
è morto durante il primo<br />
turno di lavoro rimanendo<br />
schiacciato da un pacco<br />
di tubi del peso di alcuni<br />
quintali che si è sganciato.<br />
Alla Marcegaglia erano già<br />
successi incidenti per fortuna<br />
non mortali, come quello del<br />
marzo 2007 nello stabilimento<br />
di Boltiere e quello del<br />
gennaio 2006 a Taranto.<br />
La neo presidente di<br />
Conf industria si è detta<br />
rattristata, peccato che la<br />
sua tristezza non serve<br />
a nessuno e non serve a<br />
fermare la drammatica<br />
catena degli omicidi bianchi<br />
e degli infortuni. Piuttosto<br />
la Marcegaglia dovrebbe<br />
spiegare ai lavoratori come mai<br />
Conf industria ha disertato<br />
il tavolo sulla sicurezza nei<br />
luoghi di lavoro; perché i<br />
padroni parlano di misure<br />
troppo severe previste nel<br />
Testo Unico; perché si seguita<br />
a risparmiare sulla sicurezza<br />
e sulla salute dei lavoratori.<br />
Durante l’assemblea<br />
annuale degli industriali la<br />
Marcegaglia ha affermato che<br />
la sicurezza sul lavoro è per<br />
Conf industria «un impegno<br />
strategico». L’intervento<br />
prosegue con quella che sembra<br />
una battuta, «sappiamo quanto<br />
i veri imprenditori tengano ai<br />
loro lavoratori. Siamo pronti<br />
a collaborare in ogni modo<br />
per combattere gli infortuni<br />
sul lavoro, anzitutto con una<br />
campagna di sensibilizzazione,<br />
formazione, prevenzione».<br />
Visto il numero di<br />
morti sul lavoro in Italia,<br />
di “veri imprenditori” ce<br />
ne sono ben pochi. E poi,<br />
tanto per non lasciare dubbi,<br />
Emma ha aggiunto di non<br />
condividere il testo unico<br />
sulla sicurezza «soprattutto<br />
perché manca quasi del tutto<br />
una politica attiva a favore<br />
della sicurezza». Tradotto<br />
signif ica che va bene qualche<br />
opuscolo e qualche convegno<br />
volto alla “prevenzione” con<br />
tanto di incentivo, ma guai<br />
a perseguire e controllare<br />
- questo sì prima che ci sia<br />
l’incidente - chi tiene aziende,<br />
fabbriche e fabbrichette<br />
prive di tutte quelle<br />
condizioni che dovrebbero<br />
permettere ai lavoratori di<br />
lavorare in sicurezza.
Edizione Esclusiva per La Rinascita della Sinistra<br />
Le famiglie cubane complete hanno sfilato nella Plaza en Revolución e in tutte le località dell’Isola, a migliaia<br />
MAGGIO 2008<br />
www.granma.cu<br />
ITALIA<br />
Supplemento di Cuba<br />
e America Latina<br />
Tutto l’anno un Primo maggio a Cuba,<br />
un anno di Unità, Fermezza e Vittoria<br />
Salvador Valdés, segretario generale della CTC, ha indicato che sono molte le ragioni per festeggiare nel 2008: i 50 Anni di<br />
Rivoluzione vittoriosa e i 70 dalla creazione della Centrale dei Lavoratori<br />
PAGINA 5<br />
A Cuba il Giorno Mondiale<br />
contro l’Omofobia<br />
e la Transfobia<br />
Il Pentagono<br />
inserisce chips negli<br />
insetti per spiare<br />
Fidel:<br />
La risposta<br />
emisferica yankee<br />
PAGINA 3 PAGINA 5 PAGINA 6<br />
Salud, salud,<br />
salud: l’auge del<br />
tiranno Batista<br />
PAGINA 8<br />
Samuel HERNÁNDEZ
GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA NOTIZIE<br />
Il criminale blocco degli USA contro Cuba ostacola ogni attività<br />
scambi culturali<br />
Maggiori<br />
una necessità<br />
USA-Cuba:<br />
• Louis Head, uno dei promotori<br />
nordamericani dell’iniziativa per gli Scambi<br />
Culturali tra Stati Uniti e Cuba, ha<br />
affermato parlando a nome del suo<br />
gruppo: “Non possiano restare a braccia<br />
incrociate, siamo parte e domani saremo<br />
una marea”.<br />
In un’intervista pubblicata nel quotidiano<br />
Granma, Head ha commentato, a<br />
proposito del rafforzamento della politica<br />
verso Cuba dei governi di George W.<br />
Bush, che ha negato i visti ai cubani<br />
residenti nell’Isola, nominati ai Grammy.<br />
Head, che vive ad Albuquerque, in<br />
Nuevo México, lavora come produttore<br />
nell’emittente KUNM ed inoltre è<br />
promotore culturale, uno dei più noti<br />
esperti statunitensi di musica popolare<br />
cubana.<br />
L’attitudine ostile verso gli artisti cubani<br />
aveva già toccato il fondo dopo la<br />
presentazione a L’Avana della banda<br />
Audioslave.<br />
“Il sucesso del DVD su questo concerto<br />
nella Tribuna Antimperialista José Martí ha<br />
infastidito, siamo sicuri, qualche autorità.<br />
Hanno chiuso le porte a tutti i che vivono<br />
a Cuba e anche a noi altri”.<br />
Il fatto ha preocupato molto Head, tanto<br />
da farlo andare dall’avvocato Bill Martínez,<br />
che ha molta esperienza nel rilascio di<br />
permessi e visti per artisti dell’Isola negli<br />
USA dal 2004 e segue, come lui stesso,<br />
un’iniziativa che si chiama Scambio<br />
Culturale tra gli Stati Uniti e Cuba.<br />
“Uno dei momenti più stimolanti della<br />
nostra attività è avvenuto l’anno scorso,<br />
quando abbiamo ricevuto un messaggio<br />
della ballerina Alicia Alonso che incitava<br />
i suoi colleghi e gli intellettuali del<br />
nordamerica a pronunciarsi<br />
pubblicamente sulla necessità di favorire<br />
i vincoli culturali tra i due paesi e<br />
contribuire a porre fine alla politica di<br />
restrizioni della Casa Bianca.<br />
“Questo ci spinse a indirizzare una<br />
lettera aperta a Bush, firmata da migliaia<br />
di persone tra le quali molte note<br />
personalità del mondo dello spettacolo e<br />
dell’indutria culturale”, ha aggiunto<br />
Head. •<br />
La Casa de las Américas compie 49 anni<br />
Uno dei primi e più validii progetti<br />
•<br />
della Rivoluzione<br />
culturali<br />
• Quattro mesi dopo il trionfo della<br />
Rivoluzione cubana, il Governo<br />
Rivoluzionario, grazie alla Legge 299 del<br />
28 aprile del 1959, creò la Casa de las<br />
Américas, un’istituzione, con personalità<br />
giuridica propria, che realizza attività di<br />
carattere non governativo, incamminata a<br />
sviluppare e ampliare le relazioni socio<br />
culturali con i popoli dell’America Latina, i<br />
Caraibi e il resto del mondo.<br />
Concepita come uno spazio d’incontro e<br />
dialogo di distinte prospettive in un clima<br />
d’idee rinnovatrici, la Casa de las<br />
Américas promuove, investiga, auspica,<br />
premia e pubblica i lavori di scrittori, pitori,<br />
scultori, musicisti, attori e studiosi<br />
della letteratura, le arti e le scienze<br />
sociali del Continente, la cui integrazione<br />
culturale stimola, mentre fomenta gli<br />
scambi con istituzioni e persone di tutto il<br />
mondo.<br />
Quando tutti i governi dell’America<br />
Latina, con eccezione del Messico,<br />
ruppero le relazioni con Cuba, l’istituzione<br />
contribuì ad impedire che i vincoli culturali<br />
tra l’Isola e il resto del Continente si<br />
tagliassero completamente.<br />
La Casa diffuse l’opera della Rivoluzione<br />
e propiziò la visita a Cuba di molti<br />
intellettuali che entrarono in contatto con<br />
la nuova realtà dell’Isola.<br />
Haydee Santamaría (1923-1980), eroina<br />
della lotta rivoluzionaria, è stata<br />
presidentessa della Casa de las Américas<br />
dalla sua fondazione al 1980, anno in cui<br />
morì. Alla sua chiara visione integratrice e<br />
latino-americanista, alla sua sensibilità e<br />
talento, alla sua generosità e<br />
comprensione si deve quello che oggi<br />
rappresenta la Casa de las Américas.<br />
Dal 1980 la Casa de las Américas è<br />
stata presieduta dal pittore Mariano<br />
Rodríguez (1912- 1990), e dal 1986, dal<br />
poeta e saggista Roberto Fernández<br />
Retamar (1930).<br />
In occasione del suo 49º anniversario, la<br />
Casa de las Américas ha offerto una ricca<br />
programmazione intitolata “Vamos a<br />
caminar por Casa”, un occasione per i<br />
visitatori d’essere protagonisti in una delle<br />
istituzioni culturali più prestigiose di Cuba<br />
e del continente.<br />
Da quasi mezzo secolo l’emblematica<br />
costruzione di calle 3ª e G, nel quartiere<br />
Vedado, riceve la crema dell’intellettualità<br />
latino americana e dei Caraibi, con eventi<br />
teorici e concorsi come quello letterario –<br />
uno dei premi più importanti del continente<br />
- tribune per difendere i valori, il<br />
patrimonio artistico e l’identità dei popoli<br />
della regione. •<br />
più grande Fiera del<br />
La<br />
di Cuba<br />
Turismo<br />
FITCuba 2009 sarà<br />
•<br />
alla Germania<br />
dedicata<br />
e alle Città Patrimoniali<br />
AMAURY DEL VALLE<br />
• Manuel Marrero,<br />
ministro del settore, ha<br />
assicurato che nel 2008<br />
giungeranno nell’Isola più di<br />
2,3 milioni di viaggiatori,<br />
perchè il prodotto turistico<br />
cubano sta conquistando<br />
una posizione sempre più<br />
positiva tra le tradizionali e<br />
principali destinazioni dei<br />
mercati apportatori e anche<br />
tra quelle in sviluppo.<br />
La stessa stagione alta lo<br />
ha dimostrato, poiché al<br />
termine del primo trimestre del<br />
2008, l’arrivo dei visitatori nell’Isola era<br />
cresciuto del 15,2% rispetto allo stesso<br />
periodo dell’anno precedente.<br />
Inoltre ci sono programmi di sviluppo a<br />
medio tempo, che prevedono la rianimazione<br />
e la rivitalizzazione di installazioni già<br />
esistenti, investimenti alberghieri e per<br />
infrastrutture stradali e della segnaletica, per i<br />
rifornimenti d’acqua e il trattamento dei<br />
residui e altro, programmi destinati alla<br />
conquista di nuovi segmenti di mercato. Si<br />
stanno preparando dieci campi da golf e si<br />
inaugureranno vari hotels E, un nuovo<br />
prodotto che integra piccoli e mediani<br />
alberghi con alti valori patrimoniali in varie<br />
città del paese. Si stanno costruendo, a<br />
medio e lungo tempo, 30 alberghi, marine e<br />
parchi tematici.<br />
Sono già più di un milione!<br />
Più di un milione di viaggiatori ha già<br />
raggiunto Cuba quest’anno: lo ha<br />
comunicato in una conferenza stampa<br />
nell’Hotel Nacional, la vice ministro del<br />
turismo, María Elena Gómez. Nell’incontro,<br />
con la presenza di dirigenti, touroperatori,<br />
agenti di viaggio, la funzionaria ha segnalato<br />
che si è giunti a questa cifra lunedì 28 aprile,<br />
22 giorni prima di quel che si prevedeva, un<br />
vero record rispetto ai periodi precedenti.<br />
Quest’anno Cuba spera di raggiungere per la<br />
quarta volta consecutiva.<br />
Il turismo è una fortezza per la nazione.<br />
Eusebio Leal ha offerto un’indimenticabile<br />
conferenza magistrale, durante le sessioni di<br />
FITCuba 2008. Nella sua dissertazione ha<br />
raccontato le origini del turismo in Cuba ed<br />
• L’eposizione di Giulio Gioia<br />
• Il corpo esplode d’energia, il ritmo del<br />
ballo e il colore che emana ad ogni<br />
movimento, con sfumature costanti che<br />
dinstinguono l’opera del pittore e scultore<br />
italiano Giulio Gioia, nella sua recente<br />
esposizione “La danza”, nella Galleria Pierre<br />
Renoir dell’Unione Francese di Cuba in<br />
omaggio ai 60 anni del Balletto Nazionale di<br />
Cuba, una decina di opere tra dipinti e<br />
disegni di medio e grande formato. “Vari piatti<br />
di ceramica formano questa mostra singolare<br />
che l’autore ha creato in una storia vibrante<br />
di colori e di emozioni”, scrive Angelo Busi<br />
nel catalogo. L’ambito della mostra delle<br />
opere di Gioia è semplicemente un invito a<br />
raccogliere la presenza di qualcosa di più<br />
Il Ministro cubano Marrero e il Re di Spagna<br />
ha confermato che questo rappresenta una<br />
fortezza per lo sviluppo della nazione, con le<br />
sue famose ricchezze culturali, storiche e<br />
patrimoniali.<br />
Leal ha commento i valori delle città<br />
storiche, costruite su insediamenti indigeni,<br />
che formarono le prima sette città fondate dai<br />
conquistadores...<br />
Con una sequenza d’immagini ha spiegato<br />
la grande dimensione dell’opera di restauro<br />
che si esegue nel Centro Storico de L’Avana<br />
Vecchia, dove si ristrutturano edifici di grande<br />
valore patrimoniale per trasformarli in hotels,<br />
case e altri immobili per uso sociale.<br />
Secondo Leal, solo dalla cultura è possibile<br />
avanzare nel turismo. Egli ha avvisato sul<br />
pericolo di fomentarlo in forma esagerata e<br />
poco controllata, una realtà che ha fatto<br />
disastri nelle altre isole.<br />
2009 DEDICATA ALLA<br />
FITCUBA<br />
E ALLE CITTÀ PATRIMONIALI<br />
GERMANIA<br />
La 29ª Edizione della Fiera Internazionale<br />
del Turismo (FITCuba 2009), sarà dedicata<br />
alla promozione delle città patrimoniali di<br />
Cuba e avrà la Germania come paese<br />
invitato.<br />
Dal 4 all’8 maggio del 2009, nel Parco<br />
Morro-Cabaña si svolgerà l’incontro per<br />
professionisti più importante<br />
dell’industria turistica cubana e come<br />
ogni anno riunirà tour-operatori, agenti di<br />
viaggi, addetti ai trasporti, dirigenti di<br />
linee aeree e di alberghi con la stampa<br />
specializzata. •<br />
Alicia Alonso La natura si ribella<br />
L’arte della Danza nell’arte di un artista<br />
che cercare un’uscita da una società che sa<br />
poco del mistero e della profondità<br />
dell’essere umano (...) è la sopresa dell’arte,<br />
la narrazione di quel che non si può dire in<br />
un altro modo, la sorpresa che coglie lo<br />
stesso artista che si sente guidare dalle<br />
emozioni e le intuizioni che lo afferrano, con<br />
una forza misteriosa, chiedendogli solamente<br />
di prestare la sua capacità manuale per far<br />
irrompere il segno nel mondo degli uomini.<br />
La danza non è solo il motivo<br />
dell’esposizione: è il pretesto per incontrarsi<br />
ancora una volta con vecchi e nuovi amici<br />
che lo vogliono premiare come si merita,<br />
facendo nostra una storia che vibra e va al<br />
di là del piano in cui si attua. Lasciamo che le<br />
opere parlino da sole. ( CUBARTE). •
GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA GENERALI<br />
l’Omofobia<br />
Contro<br />
la Transfobia<br />
e<br />
La necessità di promuovere<br />
•<br />
di sensibilizzazione<br />
azioni<br />
Cuba celebrerà il prossimo 17 maggio<br />
•<br />
alla chiusura di questo giornale - il<br />
–<br />
Mondiale contro l’Omofobia e la<br />
Giorno<br />
con l’obiettivo di promuovere<br />
Transfobia,<br />
di sensibilizzazione per il libero<br />
azioni<br />
sessuale delle persone.<br />
orientamento<br />
una conferenza stampa, Mariela<br />
In<br />
Espín, direttrice del Centro<br />
Castro<br />
d’Educazione Sessuale<br />
Nazionale<br />
ha segnalato la realizzazione<br />
(CENESEX),<br />
una giornata educativa dedicata al<br />
di<br />
alla quale parteciperanno varie<br />
tema,<br />
dell’Isola.<br />
istituzioni<br />
Cuba gli uomini sono i più colpiti dal<br />
A<br />
soprattutto coloro che fanno<br />
VIH/SIDA,<br />
con altri uomini (HSH) e da lì<br />
sesso<br />
di sottolineare la prevenzione<br />
l’importanza<br />
in questo gruppo, ha segnalato<br />
soprattutto<br />
l’esperta.<br />
dottoressa Rosaida Ochoa, direttrice<br />
La<br />
Centro Nazionale di Prevenzione ITS-<br />
del<br />
ha sottolineato a sua volta che<br />
VIH/SIDA,<br />
omosessuali sono vulnerabili da un<br />
gli<br />
di vista biologico, psicologico e<br />
punto<br />
e tutto questo viene relazionato in<br />
sociale<br />
diretta con la presenza del SIDA<br />
maniera<br />
Cuba guida l’America Latina ed i<br />
•<br />
nella relazione sull’Educazione<br />
Caraibi<br />
Tutti 2008 dell’Organizzazione delle<br />
per<br />
Unite per l’Educazione, la<br />
Nazioni<br />
e la Cultura (UNESCO).<br />
Scienza<br />
documento è stato presentato dal<br />
Il<br />
dell’UNESCO a Cuba,<br />
rappresentate<br />
van-Hoof, che ha sottolineato il<br />
Herman<br />
sforzo dell’isola per garantire<br />
grande<br />
importante settore sociale e<br />
questo<br />
esprimendo una sentita<br />
umano,<br />
al paese per i risultati.<br />
congratulazione<br />
studio riconosce che la maggiore<br />
Lo<br />
Antille è il paese leader in America<br />
delle<br />
ed occupa mondialmente la<br />
Latina<br />
23 della lista guidata dalla<br />
posizione<br />
e che include l’Argentina (27),<br />
Norvegia<br />
Cile (37) e il Messico (48).<br />
il<br />
ha espresso la soddisfazione<br />
Hoof<br />
che rappresenta e per la<br />
dell’istituzione<br />
all’Avana del documento<br />
presentazione<br />
all’anno in corso, che si<br />
relativo<br />
“Raggiungeremo la meta?”.<br />
domanda:<br />
documento evidenzia l’importanza<br />
Il<br />
tutti i paesi concedano maggiore<br />
che<br />
all’educazione per tutti,<br />
appoggio<br />
che è stato fissato per il 2<strong>01</strong>5.<br />
obiettivo<br />
responsabile dell’UNESCO per<br />
Il<br />
Miguel Olivina, ha spiegato i<br />
l’Educazione,<br />
obiettivi di Educazione per Tutti ed il ruolo<br />
sei<br />
Cuba in ognuno di questi.<br />
di<br />
si è svolta la Settimana<br />
Recentemente<br />
dell’Educazione per Tutti, con il<br />
Mondiale<br />
di questa organizzazione delle<br />
patrocinio<br />
Unite, con il fine di mettere in risalto i<br />
Nazioni<br />
e quello che ancora c’è da fare.<br />
risultati<br />
Cuba. a<br />
manifestazioni di disprezzo, di<br />
Le<br />
e l’omofobia hanno un’alta<br />
scherno<br />
tra i cubani e quindi è<br />
incidenza<br />
educare la società e far<br />
indispensabile<br />
e conoscere sulla<br />
comprendere<br />
sessuale, per influire sui<br />
biodiversità<br />
contagi.<br />
amplio programma d’attività è<br />
Un<br />
per l’occasione, che include<br />
previsto<br />
di lavori scientifici, di libri,<br />
presentazioni<br />
di teatro, concerti e rassegne<br />
opere<br />
relazionate al tema, in<br />
cinematografiche<br />
città dell’Isola.<br />
diverse<br />
si offriranno servizi d’appoggio e<br />
Inoltre<br />
sulla diversità sessuale,<br />
orientamento<br />
compagne di prevenzione,<br />
consultazioni,<br />
d’informazioni a favore del<br />
distribuzione<br />
e della dignità piena di<br />
rispetto<br />
bisessuali e transgenetici.<br />
omosessuali,<br />
Giorno Mondiale contro l’Omofobia e la<br />
Il<br />
ha origine dall’eliminazione<br />
Transfobia<br />
voce “omosessualità” dall’elenco<br />
della<br />
malattie mentali dell’Organizzazione<br />
delle<br />
della Salute nel 1990.<br />
Mondiale<br />
lo ha festeggiato per la prima volta<br />
Cuba<br />
2007, con un cine-dibattito organizzato<br />
nel<br />
CENESEX. (PL). •<br />
dal<br />
L’Unesco colloca l’educazione cubana<br />
alla guida dell’America Latina<br />
garantisce l’educazione gratuita per<br />
Cuba<br />
i livelli, come un diritto ed un dovere di<br />
tutti<br />
i cittadini, senza distinzione di età, sesso,<br />
tutti<br />
credo religioso o residenza. Inoltre, è<br />
razza,<br />
come il paese con il maggior<br />
riconosciuta<br />
di docenti pro capite a livello<br />
numero<br />
mondiale.<br />
stessa maniera, Cuba offre<br />
Nella<br />
a giovani ed adulti che vogliono<br />
agevolazioni<br />
studi specializzati e superiori. •<br />
continuare<br />
Cubadisco 2008 è dedicata<br />
•<br />
e alla sua diaspora<br />
all’Africa<br />
La rumba più lunga del mondo, un<br />
•<br />
culturale che dal 3<br />
avvenimento<br />
sta percorrendo tuta Cuba, è<br />
maggio<br />
anche a Matanzas, la culla<br />
giunta<br />
di questo ritmo per più di tre<br />
ancestrale<br />
secoli.<br />
provincia di Cienfuegos, i<br />
Dalla<br />
hanno ricevuto i tamburi, i<br />
“matanzeri”<br />
e i canti eseguiti da gruppi di<br />
balli<br />
e dilettanti che si<br />
professionisti<br />
al Festival<br />
integrano<br />
Cubadisco 2008,<br />
Internazionale<br />
all’Africa e alla sua diaspora.<br />
dedicato<br />
località della provincia di<br />
Le<br />
Jovellanos, Limonar e<br />
Matanzas,<br />
sono<br />
Cárdenas<br />
gli scenari<br />
stati<br />
ai rumberos<br />
aperti<br />
un tocco<br />
con<br />
nella<br />
speciale<br />
de Reyes, il<br />
Unión<br />
che rende<br />
uogo<br />
perpetuo<br />
omaggio<br />
José Rosario<br />
a<br />
Oviedo,<br />
nel<br />
conosciuto<br />
come<br />
mondo<br />
uno dei<br />
Malanga,<br />
grandi<br />
più<br />
della<br />
esponenti<br />
rumba<br />
famosi<br />
Gruppi<br />
Afrocuba,<br />
come<br />
del<br />
Columbia<br />
Reyes del<br />
Puerto,<br />
Obbiní<br />
Tambor,<br />
Abaniculá e Clave<br />
Un’inchiesta formale sul<br />
•<br />
di 180 milioni di<br />
pagamento<br />
che sarebbero stati<br />
dollari,<br />
da una filiale della società<br />
versati<br />
ad alcuni funzionari<br />
Halliburton<br />
tra il 1997 e il 2004, è<br />
nigeriani<br />
avviata dalla Commissione<br />
stata<br />
di vigilanza sulla<br />
statunitense<br />
(Sec).<br />
borsa<br />
riferisce l’agenzia Misna. Le<br />
Lo<br />
servivano per ottenere<br />
tangenti<br />
contratto del valore di sei<br />
un<br />
di dollari per la<br />
miliardi<br />
dell’impianto di<br />
costruzione<br />
del gas naturale a<br />
liquefazione<br />
Island, nel Delta del Niger,<br />
Bonny<br />
collaborazione con le aziende<br />
in<br />
di vari altri paesi.<br />
petrolifere<br />
giunta a una<br />
Sembrerebbe<br />
l’inchiesta per le<br />
svolta<br />
ottenute dalla Kellog<br />
facilitazioni<br />
& Root (Kbr), consorzio<br />
Brown<br />
fino all’anno scorso<br />
controllato<br />
Halliburton, sulle cui<br />
dalla<br />
nigeriane il ministero<br />
operazioni<br />
Giustizia americano<br />
della<br />
riferito di avere le prove<br />
avrebbe<br />
tangenti e starebbe verificando<br />
di<br />
fatti negli ultimi 20 anni in<br />
pagamenti<br />
paesi del mondo dalla società,<br />
vari<br />
fino al 2000 da Dick<br />
amministrata<br />
attuale vicepresidente<br />
Cheney,<br />
statunitense.<br />
rumba<br />
La<br />
lunga<br />
più<br />
del mondo<br />
Guaguancó sono alcuni dei<br />
y<br />
di questa lunghissima<br />
protagonisti<br />
rumba.<br />
Muñequitos di Matanzas, diretti dal<br />
I<br />
Diosdado Ramos, con Rumba<br />
profesor<br />
e varie comparse sono stati i<br />
Timba<br />
dei tamburi dimostrando la<br />
padroni<br />
e l’identità nazionale e per<br />
vigenza<br />
omaggio alle donne e agli<br />
rendere<br />
portati come schiavi, che<br />
uomini<br />
in catene in questi territori<br />
giunsero<br />
natia,<br />
dall’Africa<br />
rumba, dopo Pinar del Río, giungerà<br />
La<br />
L’Avana il17 maggio (in chiusura di<br />
a<br />
giornale), nell’ambito di<br />
questo<br />
2008, il Festival della musica,<br />
Cubadisco<br />
vedrà anche la partecipazione di 18<br />
che<br />
ministriafricani.•<br />
La società Halliburton sotto<br />
inchiesta per le tangenti<br />
Dick Cheney<br />
società è stata coinvolta in varie<br />
La<br />
anche per quanto riguarda<br />
irregolarità<br />
militari in Iraq.<br />
forniture<br />
caso, oltre agli Stati Uniti, coinvolge<br />
Il<br />
anche investigatori in Nigeria,<br />
adesso<br />
e Francia. (Irib). •<br />
Svizzera
GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA SOCIETÀ<br />
Il Congresso Partito • VI che del mentre si<br />
maggiori l’idea siano le<br />
controllare e coordinare il lavoro dei produzione della adozione delle misure<br />
che si è cominciato ad applicare<br />
Comitato Centrale del PCC<br />
del<br />
semestre secondo nel svolgerà<br />
2009<br />
Se si è lavorato duro negli ultimi mesi,<br />
•<br />
farlo molto di più in quelli che<br />
bisognerà<br />
verranno.<br />
ha affermato Raul, nelle conclusioni<br />
Lo<br />
VI Plenum del Comitato Centrale del<br />
del<br />
Ha trasmesso la proposta del Burò<br />
PCC.<br />
di celebrare il VI Congresso del<br />
Politico<br />
nei mesi finali dell’anno prossimo.<br />
Partito<br />
inviato a consolidare il ruolo del Partito<br />
Ha<br />
società e rafforzare l’istituzionalità<br />
nella<br />
Paese. Eletti membri del Burò Politico i<br />
nel<br />
Comandante della Rivoluzione<br />
compagni<br />
Valdés Menéndez, Salvador<br />
Ramiro<br />
Mesa e il generale di corpo<br />
Valdés<br />
Álvaro López Miera.<br />
d’armata<br />
dal Secondo Segretario del<br />
Presieduto<br />
compagno Raúl Castro Ruz, lo<br />
Partito,<br />
28 aprile, si è svolto il VI Plenum<br />
scorso<br />
Comitato Centrale che ha analizzato<br />
del<br />
legati al funzionamento<br />
temi<br />
tra altri riferiti allo<br />
dell’organizzazione,<br />
del paese e al complesso<br />
sviluppo<br />
internazionale.<br />
panorama<br />
prima della fine della riunione, Raúl<br />
Poco<br />
reso noto che il Burò Politico riteneva<br />
ha<br />
svolgere il VI Congresso del<br />
necessario<br />
Ha spiegato che nella riunione,<br />
Partito.<br />
nella stessa mattinata, si è<br />
svoltasi<br />
di proporre al Comitato Centrale<br />
valutato<br />
realizzarlo alla fine del secondo<br />
di<br />
dell’anno prossimo, anche se la<br />
semestre<br />
si renderà nota al momento<br />
convocazione<br />
opportuno.<br />
IL LAVORO DEL<br />
PERFEZIONARE<br />
RAFFORZARE<br />
PARTITO:<br />
L’ISTITUZIONALITA’<br />
Secondo Segretario del Partito ha<br />
Il<br />
che è necessario e decisivo<br />
ribadito<br />
disporre di istituzioni forti. Ha riaffermato<br />
reclusione illegale<br />
Il presidente dell’Assemblea<br />
•<br />
del Poder Popular di<br />
Nazionale<br />
Ricardo Alarcon, ha<br />
Cuba,<br />
a moltiplicare gli sforzi<br />
incitato<br />
far conoscere la verità<br />
per<br />
Stati Uniti e nel mondo,<br />
negli<br />
la campagna<br />
con<br />
per la<br />
internazionale<br />
dei Cinque<br />
liberazione<br />
reclusi nell’impero.<br />
antiterroristi<br />
ha fatto un appello alla<br />
Alarcón<br />
nelle azioni a sostegno<br />
creatività<br />
scarcerazione immediata di<br />
della<br />
Gonzalez, Gerardo<br />
René<br />
Hernandez, Ramon Labañino,<br />
più ordine e disciplina si<br />
difficoltà,<br />
e perciò è vitale rafforzare<br />
richiedono,<br />
l’istituzionalità.<br />
detto che il Partito deve continuare a<br />
Ha<br />
il suo lavoro e l’autorità<br />
perfezionare<br />
alle masse ed ha affermato che<br />
davanti<br />
si è fatto un passo importante il tal<br />
oggi<br />
e nel consolidamento del suo ruolo<br />
senso<br />
avanguardia organizzata nella<br />
come<br />
cubana, che lo posizionerà in<br />
nazione<br />
condizioni per affrontare le sfide<br />
migliori<br />
futuro e – come ha detto il compagno<br />
del<br />
– per assicurare la continuità della<br />
Fidel<br />
quando non ci saranno più i<br />
Rivoluzione<br />
dirigenti storici.<br />
suoi<br />
ha reso nota la decisione di<br />
Raúl<br />
il compagno José Ramón<br />
designare<br />
Álvarez, vice presidente del<br />
Fernández<br />
Consiglio dei Ministri, per curare,<br />
dell’Educazione ed Educazione<br />
ministri<br />
oltre che dell’INDER e delle<br />
Superiore,<br />
legate all’educazione che<br />
attività<br />
altri organismi<br />
promuovono<br />
Centrale dello Stato,<br />
dell’Amministrazione<br />
i centri d’insegnamento e le<br />
inclusi<br />
militari. Dopo aver sottolineato<br />
università<br />
sue qualità ed i buoni risultati, ha detto:<br />
le<br />
che sorgano molti ispirati al<br />
«Desideriamo<br />
esempio».<br />
suo<br />
spiegato che la produzione di<br />
Ha<br />
costituisce un compito<br />
alimenti<br />
per i dirigenti del Partito,<br />
fondamentale<br />
si tratta di un problema di<br />
perché<br />
nazionale, che esige dai primi<br />
sicurezza<br />
di municipi il massimo controllo e<br />
segretari<br />
non attraverso carteggi e<br />
sostegno,<br />
ma sul campo, parlando<br />
riunioni<br />
direttamente con gli addetti alla<br />
nell’agricoltura.<br />
DECISIONE DI COMMUTARE LA<br />
LA<br />
DI MORTE AD UN GRUPPO DI<br />
PENA<br />
CONDANNATI<br />
conclusioni, in compagno Raúl ha<br />
Nelle<br />
nota la decisione adottata, nella<br />
reso<br />
mattinata, dal Consiglio di Stato, di<br />
stessa<br />
ad un gruppo di condannati la<br />
commutare<br />
di morte in ergastolo, tranne per<br />
pena<br />
che hanno commesso i fatti prima<br />
coloro<br />
in vigore del carcere a vita nel<br />
dell’entrata<br />
Penale, i quali saranno condannati<br />
Codice<br />
30 anni di privazione della libertà.<br />
a<br />
ricordato che dall’anno 2000 si è<br />
Ha<br />
la politica di non eseguire<br />
adottata<br />
condanna capitale, interrotta solo<br />
nessuna<br />
del 2003 per frenare l’ondata di<br />
nell’aprile<br />
30 tentativi e piani di sequestro di<br />
oltre<br />
ed imbarcazioni, incitati dalla politica<br />
aerei<br />
Stati Uniti, non appena iniziata la<br />
degli<br />
in Iraq.<br />
guerra<br />
ha enfatizzato che la decisione<br />
Raúl<br />
è una atto sovrano e non<br />
adottata<br />
da pressioni, in conformità con<br />
motivato<br />
condotta umanitaria ed etica della<br />
la<br />
animata dalla spirito di<br />
Rivoluzione,<br />
e non di vendetta, sapendo,<br />
giustizia<br />
che il compagno Fidel è<br />
inoltre,<br />
ad eliminare, quando<br />
favorevole<br />
le condizioni propizie, la pena<br />
esistano<br />
morte per qualsiasi tipo di reato e si<br />
di<br />
ai metodi extragiudiziali che<br />
oppone<br />
noti paesi praticano<br />
alcuni<br />
impudicamente.<br />
spiegato che questa decisione del<br />
Ha<br />
di Stato non significa la<br />
Consiglio<br />
della pena capitale dal<br />
soppressione<br />
Penale cubano, perché nelle<br />
Codice<br />
circostanze non possiamo<br />
attuali<br />
di fronte ad un impero che non<br />
disarmarci<br />
smette di perseguirci ed aggredirci. •<br />
I Cinque Eroi cubani prigionieri dell’impero<br />
12 settembre Antonio Guerrero e Fernando queste è sufficiente per annullare<br />
Il • si<br />
di anni dieci compiono<br />
L’auge dell’esercito<br />
•<br />
più poderoso<br />
mercenario<br />
del mondo<br />
L’impresa privata di mercenari<br />
•<br />
Blackwater, che ha<br />
statunitensi<br />
la sua fortuna prestando<br />
fatto<br />
paramilitari in Iraq, ha<br />
servizi<br />
gli occhi sull’America<br />
posto<br />
come futuro mercato.<br />
Latina<br />
ha assicurato il giornalista<br />
Lo<br />
USA Jeremy Scahill, autore<br />
degli<br />
del libro: “Blackwater: L’auge<br />
Ramiro Valdés, Juan Almeida y Raúl Castro del CC del PCC<br />
Gonzalez.<br />
forma di fare giustizia è<br />
“L’unica<br />
loro la libertà<br />
concedere<br />
ha dichiarato<br />
incondizionata”,<br />
a 400 accademici ed<br />
davanti<br />
sociali nel Palazzo delle<br />
attivisti<br />
de L’Avana.<br />
Convenzioni<br />
prossimo 12 settembre si<br />
“Il<br />
10 anni dalla<br />
compiranno<br />
dei Cinque cubani,<br />
detenzione<br />
poi in prigioni di massima<br />
reclusi<br />
degli Stati Uniti per<br />
sicurezza<br />
lottato contro il terrorismo”,<br />
aver<br />
ricordato.<br />
ha<br />
processo contro gli<br />
“Nel<br />
sono state<br />
antiterroristi<br />
un’infinità di<br />
commesse<br />
una qualunque tra<br />
violazioni:<br />
mercenario più<br />
dell’esercito<br />
del mondo”, presentato<br />
poderoso<br />
Spagna. Questo libro racconta<br />
in<br />
storia non autorizzata<br />
la<br />
ascesa di questa<br />
dell’incredibile<br />
dagli attentati dell’11<br />
impresa<br />
del 20<strong>01</strong> a New York,<br />
settembre<br />
la sua trasformazione in uno<br />
e<br />
poteri tattici più influenti del<br />
dei<br />
militare-industriale<br />
complesso<br />
statunitense.<br />
ha rivelato che<br />
Scahill<br />
ha conseguito<br />
Blackwater<br />
da record negli ultimi<br />
benefici<br />
semestri, ma che il suo<br />
due<br />
è differenziare gli affari<br />
obiettivo<br />
l’America Latina non sfugge a<br />
e<br />
realtà.<br />
questa<br />
potrebbe giungere in<br />
“Blackwater<br />
Latina”, sostiene Scahill,<br />
America<br />
ha segnalato che il Pentagono<br />
che<br />
chiesto alla compagnia,<br />
ha<br />
presieduta da Erik Prince, un ex<br />
caso, ha denunciato. La<br />
il<br />
nordamericana nella<br />
strategia<br />
giudiziaria e politica contro<br />
causa<br />
Cinque, è occultare la verità.<br />
i<br />
e la divulgazione<br />
L’accesso<br />
del caso<br />
dell’illegalità<br />
al mondo il<br />
rivelerebbero<br />
terrorista del governo,<br />
carattere<br />
dice di sferrare guerre in<br />
che<br />
della lotta contro questo<br />
nome<br />
flagello”.<br />
termine dell’intervento del<br />
Al<br />
cubano, tutti i delegati<br />
politico<br />
IV Conferenza “L’opera di<br />
alla<br />
Marx e le sfide del XXI<br />
Karl<br />
si sono impegnati ad<br />
secolo”<br />
la campagna per la<br />
intensificare<br />
dei Cinque.•<br />
libertà<br />
Blackwater punta sull’America Latina<br />
ricco e molto<br />
militare<br />
di studiare un piano<br />
conservatore,<br />
per il Messico e la<br />
antidroga,<br />
con un finanziamento di<br />
Colombia,<br />
mila milioni di dollari.<br />
15<br />
giornalista sostiene che in<br />
Il<br />
modo Washington cerca<br />
questo<br />
garantire la sua presenza nella<br />
di<br />
senza lasciare “impronte<br />
regione,<br />
militari”.<br />
Scahill, un esempio di<br />
Secondo<br />
è la Colombia, che riceve<br />
questo<br />
USA circa 630 milioni di<br />
dagli<br />
annuali, dei quali una<br />
dollari<br />
parte sono destinati a<br />
buona<br />
i servizi delle imprese con<br />
pagare<br />
stesse caratteristiche di<br />
le<br />
come la DynCorp.<br />
Blackwater,<br />
CARNE DA CANNONE<br />
logica dell’affare e del<br />
La<br />
libero ha portato la<br />
mercato<br />
e altre imprese<br />
Blackwater,<br />
a guardare da<br />
mercenarie,<br />
la mano d’opera<br />
vicino<br />
che offrono paesi<br />
economica<br />
Cile, El Salvador, Perù e<br />
come<br />
Bolivia.<br />
un mercenario d’altri<br />
Mentre<br />
per un mese di servizio in<br />
paesi,<br />
viene pagato circa 10.000<br />
Iraq<br />
i latino americani<br />
dollari,<br />
gli stessi rischi per un<br />
accettano<br />
solamente...<br />
migliaio<br />
il suo futuro Blackwater<br />
“Per<br />
all’addestramento e la<br />
guarda<br />
dei militari latino<br />
preparazione<br />
con l’obiettivo<br />
americani,<br />
piccoli gruppi<br />
d’avere<br />
che lavorino in<br />
paramilitari<br />
Latina” ha segnalato<br />
America<br />
pronosticando che:<br />
Scahill,<br />
un incremento di<br />
“Vedremo<br />
imprese che<br />
queste<br />
radicheranno nella regione”.<br />
giornalista ha affermato che i<br />
Il<br />
ricchi possono reclutare i<br />
paesi<br />
di tutto il mondo e usarli<br />
poveri<br />
carne da cannone per<br />
come<br />
le nazioni deboli.<br />
conquistare<br />
caso dell’Iraq, Scahill ha<br />
Nel<br />
che senza mercenari<br />
sostenuto<br />
Stati Uniti non potrebbero<br />
gli<br />
l’occupazione che<br />
continuare<br />
nel paese dal<br />
mantengono<br />
2003.<br />
recluta in tutto il<br />
Blackwater<br />
e si nutre di gente con<br />
mondo<br />
d’esperienza di<br />
anni<br />
proscritti,<br />
controrivoluzionari<br />
riciclati per la<br />
perfettamente<br />
globale contro il<br />
“guerra<br />
dicono.<br />
terrorismo”,<br />
impresa è stata<br />
Questa<br />
d’aver assassinato<br />
accusato<br />
200 civili a sangue<br />
almeno<br />
innocenti, solamente in<br />
freddo,<br />
Iraq (TeleSur). •<br />
Olga<br />
Salanueva<br />
Adriana e<br />
mogli<br />
Pérez,<br />
René di<br />
Gerardo<br />
e
GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA VARIE<br />
50 ANNI DI RIVOLUZIONE VITTORIOSA<br />
Il presidente Raúl Castro ha presieduto la sfilata per il<br />
•<br />
Maggio in Plaza de la Revolución José Martí,<br />
Primo<br />
alle otto di mattina.<br />
iniziata<br />
blocco di giovani e di studenti ha aperto il corteo che<br />
Un<br />
dalle arterie principali della capitale: lo slogan<br />
giungeva<br />
fermezza e vittoria” a sostegno della Rivoluzione.<br />
“Unità,<br />
sfilata ha evidenziato l’appoggio popolare alla<br />
La<br />
e al suo leader Fidel Castro, al suo<br />
Rivoluzione<br />
Rául Castro e ha reso omaggio al 50º<br />
presidente<br />
del Trionfo della Rivoluzione del 1º<br />
Anniversario<br />
e al 70º della creazione della Centrale dei<br />
Gennaio<br />
CTC.<br />
Lavoratori,<br />
degli obiettivi dei manifestanti è stato il reclamo<br />
Uno<br />
libertà per i Cinque Eroi cubani ingiustamente<br />
della<br />
nell’impero. Milioni di cubani hanno sfilato in tutte<br />
reclusi<br />
piazze di Cuba con i dirigenti sindacali, che hanno<br />
le<br />
tutti i lavoratori e le famigli cubane per<br />
convocato<br />
le convinzioni patriottiche rivoluzionarie e<br />
riaffermare<br />
assieme ai più alti dirigenti.<br />
socialiste,<br />
segretario generale della CTC, Salvador Valdés, ha<br />
Il<br />
che sono molte le ragioni per festeggiare il Iº<br />
indicato<br />
e tra queste l’ampio processo politico e ideologico<br />
Maggio<br />
si sta svolgendo nel movimento operaio, per dare un<br />
che<br />
allo sviluppo economico e produttivo dell’Isola.<br />
impulso<br />
Piazza, dove ha cantato il Grande Coro della CTC,<br />
La<br />
tutta piena di colori.<br />
era<br />
ospiti e invitati da tutto il mondo, con<br />
1386<br />
di 173 associazioni, sindacati e<br />
rappresentanti<br />
I turisti, nei giorni precedenti, guardavano<br />
confederazioni.<br />
il lavoro intenso e soprattutto chiedevano di<br />
stupefatti<br />
fotografie dei lavoratori sorridenti che cantavano<br />
scattare<br />
e gli Inni del proletariato della storica<br />
l’Internazionale<br />
seguendo le note diffuse dagli altoparlanti. I visi di<br />
data,<br />
Peña e di Jesús Menéndez, tra i tanti leaders del<br />
Lázaro<br />
I cambi in Cuba<br />
con i paesi socialisti,<br />
ORLANDO ORAMAS LEON<br />
nostro commercio<br />
nelle oggi inimmaginabile URSS, la con<br />
Si parla molto e si danno molti giudizi<br />
•<br />
media internazionali sui cambiamenti<br />
nei<br />
Cuba. “ I Cubani autorizzati ad usare i<br />
in<br />
si legge in un media, seguito<br />
cellulari”,<br />
da altri, che hanno riferito delle<br />
poi<br />
di elettrodomestici o dell’accesso<br />
vendite<br />
alberghi che operano in moneta<br />
agli<br />
convertibile.<br />
queste ed altre decisioni,<br />
Benvenute<br />
eliminano restrizioni o proibizioni<br />
che<br />
vinte dalla vita, molte applicate<br />
ormai<br />
il proposito d’evitare<br />
con<br />
nei momenti di più duro<br />
disuguaglianze,<br />
con gli Stati Uniti, per la<br />
confronto<br />
di fronte all’indurimento<br />
sopravvivenza<br />
blocco divenuto un doppio assedio<br />
del<br />
la disgregazione del campo<br />
dopo<br />
e dell’Unione Sovietica.<br />
socialista<br />
ritorneranno improvvisamente, e<br />
Non<br />
meno per decreto, quei giorni in cui<br />
tanto<br />
fine settimana nell’Hotel Habana<br />
un<br />
era alla portata di tutti, o quando le<br />
Libre<br />
cubane viaggiavano per tutta<br />
famiglie<br />
o ancora l’epoca del turismo<br />
Cuba<br />
nei paesi socialisti.<br />
nazionale<br />
Peso cubano aveva un alto valore e i<br />
Il<br />
erano uno stimolo al lavoro.<br />
salari<br />
compiva il suo compito e non<br />
L’offerta<br />
necessario avere valuta forte in<br />
era<br />
per aspirare a una vita migliore o<br />
tasca<br />
risolvere determinate necessità.<br />
per<br />
tempi migliori quelli degli anni<br />
Erano<br />
dico ai miei figli adolescenti, ai quali<br />
’80,<br />
i dettagli e anche com’era il<br />
racconto<br />
trattamento preferenziale e d’equità del<br />
ROSA MIRIAM ELIZALDE<br />
Mentre criminalizza il<br />
•<br />
presentandolo come un<br />
Venezuela<br />
coinvolto nello spionaggio<br />
paese<br />
e tenta di<br />
internazionale<br />
una campagna contro<br />
cominciare<br />
satellite Simón Bolívar.,l’Agenza<br />
il<br />
Progetti d’Investigazione<br />
dei<br />
(Darpa) del Pentagono -<br />
Avanzata<br />
stessa che ha creato Internet -<br />
la<br />
annunciato ufficialmente le sue<br />
ha<br />
nei progetti per ottenere<br />
novità<br />
ibridi che si utilizzano per<br />
insetti<br />
missioni di “vigilanza”.<br />
del detto “libero commercio”.<br />
condizioni<br />
che stiamo compiendo un<br />
Credo<br />
a rovescio, come apertura delle<br />
cammino<br />
potenzialità per rafforzare le basi<br />
nostre<br />
fomentare la costruzione del<br />
e<br />
quale espressione superiore<br />
socialismo,<br />
la soddisfazione crescente delle<br />
per<br />
spirituali e materiali della<br />
necessità<br />
società.<br />
un processo che sta accadendo in<br />
È<br />
condizioni e in un panorama<br />
differenti<br />
diverso, dove siamo arrivati<br />
geopolitica<br />
la volontà di sopravvivere alla disfatta<br />
con<br />
socialismo europeo e di resistere agli<br />
del<br />
violenti degli Stati Uniti, nella loro<br />
attacchi<br />
di dare l’ultima stoccata.<br />
ansia<br />
stato un cammino duro, nel quale<br />
È<br />
avuto delle perdite.<br />
abbiamo<br />
ne è parlato nel VII Congresso<br />
Se<br />
ed è motivo d’analisi in<br />
dell’UNEAC<br />
Forum. Stiamo vivendo in un<br />
diversi<br />
di bilancio, di riflessione e di<br />
momento<br />
continuando il dibattito<br />
costruzione,<br />
fomentato da Raul, una vera<br />
nazionale<br />
popolare che ha contribuito<br />
tribuna<br />
a una correzione delle<br />
decisamente<br />
una realtà proclamata da<br />
prospettive,<br />
in quel discorso nell’Aula Magna<br />
Fidel<br />
de L’Avana nel novembre<br />
dell’Università<br />
2005, quando ci scosse l’anima<br />
del<br />
che il processo rivoluzionario<br />
dicendo<br />
covare germi mortali, se non lo si<br />
poteva<br />
a tempo contro la malattia.<br />
vaccinava<br />
un appello per far sì che si<br />
Era<br />
riprendesse l’etica rivoluzionaria, la<br />
ha sviluppato vari tipi di<br />
Darpa<br />
- organismi metà biologici<br />
cyborg<br />
metà tecnici -, con i quali<br />
e<br />
completamente la<br />
controllano<br />
di alcuni insetti<br />
locomozione<br />
minuscoli chips di<br />
inserendo<br />
nelle larve.<br />
riconoscimento<br />
l’insetto è adulto lo si<br />
Quando<br />
usare per spiare<br />
può<br />
scoprire esplosivi<br />
conversazioni,<br />
realizzare missioni di vigilanza<br />
o<br />
modo teleguidato.<br />
in<br />
comunicato firmato da Amit<br />
Un<br />
il gerente principale del<br />
Lal,<br />
progetto HI-MEMS (Ibridi-Sistemi<br />
cubano, dominavano la piazza, mentre dalla<br />
proletariato<br />
della Biblioteca Nazionale ci guardava Lázaro<br />
facciata<br />
Il Primo Maggio a L’Avana<br />
per dire “Presente!”, lui che realizzò un incredibile<br />
Peña<br />
a favore dell’unità e della ricostruzione del<br />
lavoro<br />
sindacale dell’Isola.<br />
movimento<br />
sforzi di questo “capitalino”, come si dice in cubano,<br />
Gli<br />
tra il 1911 e il 1974, diedero i loro frutti con la<br />
vissuto<br />
il 28 gennaio del 1938 della Confederazione<br />
creazione<br />
Lavoratori di Cuba, della quale fu il primo segretario<br />
dei<br />
eletto.<br />
ha commentato che questa sfilata è stata la<br />
Qualcuno<br />
grande di tutte, perchè i lavoratori hanno marciato<br />
più<br />
per i 50 Anni di Rivoluzione vittoriosa.<br />
IL PRIMO MAGGIO A CUBA: PRIMA E ADESSO<br />
Giorno dei Lavoratori è stato festeggiato a Cuba per la<br />
Il<br />
volta il Iº Maggio del 1890 rispondendo alla<br />
prima<br />
di Federico Engels e della Seconda<br />
chiamata<br />
Internazionale.<br />
operai approfittavano delle occasioni per denunciare<br />
Gli<br />
governi di turno che incitavano i giovani cubani a<br />
i<br />
alle guerre d’aggressione degli Stati Uniti.<br />
partecipare<br />
poche occasioni i festeggiamenti per il Iº Maggio<br />
In<br />
legali, ma gli operai cubani approfittavano della<br />
furono<br />
per denunciare le tirannie amiche dell’imperialismo e<br />
data<br />
straniera.<br />
l’ingerenza<br />
quando fu creata, la Confederazione dei Lavoratori<br />
Da<br />
Cuba, la CTC, le celebrazioni acquistarono qualità e<br />
di<br />
grazie, soprattutto, all’operato di Lázaro<br />
organizzazione<br />
Peña.<br />
di leaders corrotti e venduti nel sindacato,<br />
L’imposizione<br />
la divisione del movimento operaio, ma non per<br />
provocò<br />
si spense la combattività e mentre i divisionisti<br />
questo<br />
Elettronici Meccanici) di<br />
Micro<br />
si utilizzano i bruchi e le<br />
Darpa,<br />
degli insetti.<br />
pupe<br />
che nella maggioranza<br />
Dato<br />
insetti lo sviluppo dei tessuti<br />
degli<br />
produce nelle ultime tappe<br />
si<br />
metamorfosi, il tessuto<br />
della<br />
all’impianto tende a<br />
attorno<br />
rapidamente e si forma un<br />
sanare<br />
stabile e sicuro.<br />
tessuto-macchina<br />
dei MEMS negli<br />
L’obiettivo<br />
è il controllo della<br />
insetti<br />
in accordo con la<br />
locomozione,<br />
prefissata che può<br />
traiettoria<br />
essere controllata da GPS,<br />
del cambiamento che ha reso<br />
difesa<br />
diversa, per i suoi valori, quelli che<br />
Cuba<br />
stati decisivi nella sconfitta<br />
sono<br />
in Africa e per salvare vite<br />
dell’apartheid<br />
luoghi lontani, illuminati dalla<br />
in<br />
e dall’internazionalismo.<br />
solidarietà<br />
spiritualità ci deve<br />
Questa<br />
per affrontare i complessi<br />
accompagnare<br />
di oggi e di domani. Tempi<br />
compiti<br />
dovranno ritornare, ma dobbiamo<br />
migliori<br />
con il lavoro e l’intelligenza<br />
svilupparli<br />
come aveva sottolineato il<br />
perché,<br />
della Rivoluzione, i problemi<br />
leader<br />
della società cubana richiedono<br />
attuali<br />
ogni problema concreto più varianti<br />
per<br />
risposte di quelle che si trovano in<br />
nelle<br />
scacchiera.<br />
una<br />
nocciolo di queste risposte v molto<br />
Il<br />
in là dell’eliminazione delle<br />
più<br />
in questione: è necessario<br />
proibizioni<br />
le varianti che cambiano la<br />
sviluppare<br />
per incentivare la produzione,<br />
mentalità<br />
degli alimenti.<br />
soprattutto<br />
Rivoluzione Energetica ci ha<br />
La<br />
una mentalità di risparmio come<br />
restituito<br />
d’entrata e dobbiamo far sì che per<br />
fonte<br />
sia così. La spirale dei prezzi degli<br />
tutti<br />
nel mercato mondiale impone la<br />
alimenti<br />
delle importazioni, perchè è<br />
sostituzione<br />
tema di vita o di morte.<br />
un<br />
cominciano già a vedere i risultati<br />
Si<br />
sono stati trattati nelle nostre pagine<br />
che<br />
Granma. La battaglia contro il<br />
del<br />
tra le altre, è parte d’una<br />
marabú,<br />
per convertire terre oziose in<br />
strategia<br />
e rendere più ottimisti quelli<br />
produttive<br />
le coltivano. Incentivi al produttore,<br />
che<br />
dei gruppi decisionali, la<br />
decentramento<br />
delle terre, sono ingredienti<br />
consegna<br />
nuova concezione agricola del<br />
della<br />
paese. L’agricoltura si profila come<br />
ottici o segnali di<br />
controllatori<br />
emessi da un comando<br />
ultrasuoni<br />
distanza.<br />
a<br />
cyborgs - aggiunge la nota -<br />
I<br />
si può leggere nella pagina<br />
che<br />
www.darpa.mil-potranno<br />
web<br />
uno o più sensori, come<br />
portare<br />
microfono o un sensore di<br />
un<br />
per transmettire le<br />
gas,<br />
riunite alla<br />
informazioni<br />
appena a riempire il Paseo del Prado della<br />
riuscivano<br />
gli unitari colmavano lo stadio del Cerro. Quelli<br />
capitale,<br />
il denaro del governo, ma questi tutto l’appoggio<br />
avevano<br />
affetto delle masse popolari.<br />
e<br />
1957 gli elementi rivoluzionari approfittarono della<br />
Nel<br />
governativa per far conoscere le<br />
concentrazione<br />
del popolo e denunciare i dirigenti corrotti e<br />
domande<br />
al tiranno.<br />
venduti<br />
la Rivoluzione al potere, il proletariato ha riempito<br />
Con<br />
e decine di volte la Plaza José Martì in appoggio a<br />
decine<br />
Rául e alla Rivoluzione.<br />
Fidel,<br />
false consegne furono abbandonate per iniziare un<br />
Le<br />
tempo, dapprima con la Riforma Agraria poi con le<br />
nuovo<br />
territoriali...<br />
milizie<br />
popolo lavoratore al potere, in una data così<br />
Il<br />
oggi proclama ai quattro venti che questo è il<br />
significativa,<br />
di Baraguà, dove non ci sarà mai pace per i<br />
Popolo<br />
e gli invasori. Questo Primo Maggio una<br />
nemici<br />
di lavoratori della stirpe di Baraguà riempirà le<br />
moltitudine<br />
di tutta Cuba per reiterare la ferma decisione di<br />
piazze<br />
un popolo di costruire una nuova società, differente<br />
tutto<br />
migliore, a solamente 90 miglia dall’impero più<br />
e<br />
poderoso della storia (Mario Martín Martín) . •<br />
Il Pentagono inserisce chips negli insetti per spiare<br />
destinazione.<br />
derivati delle tecnologie HI-<br />
I<br />
permetteranno molte<br />
MEMS<br />
robotiche a basso costo,<br />
capacità<br />
con un impatto nello sviluppo dei<br />
delle trasformazioni da<br />
scenario<br />
a medio termine, per<br />
realizzare<br />
la vita della popolazione.<br />
migliorare<br />
un anteprima, un trampolino per<br />
Sono<br />
cambiamenti.<br />
altri<br />
mi dice: “Adesso somigliamo<br />
Qualcuno<br />
altri, alludendo all’accesso a servizi<br />
agli<br />
si pagano con valute pregiate<br />
che<br />
hotel, noleggio d’auto) e che<br />
(cellulari,<br />
una minoranza, la cui<br />
beneficeranno<br />
non è sempre associata alla<br />
solvenza<br />
socialista che “ad ognuno<br />
massima<br />
la sua capacità, ad ognuno<br />
secondo<br />
il suo lavoro”.<br />
secondo<br />
misure non ci fanno<br />
Queste<br />
che quel che più<br />
dimenticare<br />
è somigliare sempre più a<br />
necessitiamo<br />
stessi: se riusciremo a costruire il<br />
noi<br />
e a costruire una società con<br />
socialismo<br />
quote economiche e culturali<br />
superiori<br />
sarà il vero cambiamento e il<br />
quello<br />
premio per il nostro lavoro.<br />
migliore<br />
premio alla resistenza e ai sacrifici<br />
Un<br />
varie generazioni di cubani.<br />
di<br />
analisti ed a coloro che si dedicano<br />
Agli<br />
descrivere la nuova realtà cubana<br />
a<br />
far credere che le misure che si<br />
volendo<br />
in diverse sfere sono<br />
applicando<br />
di una sola persona, io ricordo<br />
decisioni<br />
fanno parte di un processo iniziato e<br />
che<br />
da Fidel, approfondito da Raul<br />
convocato<br />
dalla Direzione del Partito, con<br />
e<br />
sano ed aperto di milioni di<br />
l’apporto<br />
che hanno criticato e suggerito<br />
cittadini<br />
per perfezionare la nostra opera,<br />
molto<br />
“il nostro socialismo”, come garanti,<br />
leggi<br />
non ritornare mai più a quella Cuba<br />
per<br />
prima del 1959.<br />
di<br />
è stato l’anno in cui<br />
Quello,<br />
i veri cambiamenti! (vice<br />
cominciarono<br />
direttore del quotidiano Granma). •<br />
sistemi di “difesa autonoma”<br />
futuri<br />
spionaggio).<br />
(leggasi<br />
tipo di dispositivo è già<br />
Questo<br />
utilizzato nelle proteste<br />
stato<br />
la guerra in Iraq, per<br />
contro<br />
i manifestanti, in accordo<br />
vigilare<br />
una denuncia pubblicata dal<br />
con<br />
Washington Post lo scorso<br />
The<br />
ottobre del 2007, in un articolo<br />
10<br />
“Libellule o insetti spie?”.<br />
intitolato<br />
nota originale firmata da Amit<br />
La<br />
si può leggere in<br />
Lal<br />
http://www.darpa.mil/MTO/Program<br />
s/himems/index.html<br />
(Fonte Cubadebate).•
GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA NAZIONALI<br />
Le di Castro sulla<br />
•<br />
La<br />
analisi<br />
grande<br />
Fidel<br />
fame<br />
internazionale,<br />
alimentare crisi<br />
dal 1992<br />
• Nella Conferenza delle Nacioni<br />
Unite su Medio Ambiente e Sviluppo<br />
svolta a Río de Janeiro il 12 giugno<br />
del 1992, Fidel Castro aveva<br />
sentenziato:<br />
“Un’importante specie biologica corre<br />
il pericolo di sparire per la rapida e<br />
progressiva liquidazione delle sue<br />
condizioni naturali di vita: l’uomo!”<br />
Più tardi aveva segnalato alcune<br />
importanti idee che illustravano il<br />
panorama che vive il mondo in<br />
relazione alla fame, sull’uso razionale<br />
delle risorse e del medio ambiente.<br />
“La pressione delle popolazioni e la<br />
miseria conducono a sforzi disperati<br />
per sopravvivere anche a costo della<br />
natura”, disse, e riferendosi alla<br />
società dei consumi, cioè ai grandi<br />
responsabili dell’atroce distruzione del<br />
medio ambiente: “Con solo il 20%<br />
della popolazione del mondo,<br />
consumano due terzi dei metalli e tre<br />
quarti dell’energia che si produce nel<br />
mondo”.<br />
“Alcune formule per salvare<br />
l’umanità: meno lussi e meno sperperi<br />
in pochi paesi per far sì che esistano<br />
meno miseria e meno fame, in gran<br />
parte della terra. Che scompaia la<br />
fame, non l’uomo!”<br />
Nella sua riflessione del 30 aprile de<br />
2007, “Quel che s’impone<br />
immediatamente è una rivoluzione<br />
energetica”, Fidel ricorda che ogni<br />
anno si distrugge quello che la natura<br />
ha creato in milioni di anni e il 1º<br />
Maggio, nella riflessione “Il dibattito<br />
s’intensifica”, sintetizzava alcune idee<br />
di Attilio Borón, ex presidente del<br />
Consiglio Latinoamericano di Scienze<br />
Sociali, sul fatto che gli alimenti<br />
vengono trasformati in combustibili per<br />
l’irrazionalità d’una civilizzazione che<br />
per sostenere la sua ricchezza e i<br />
privilegi di pochissimi provoca attacchi<br />
brutali al medio ambiente.<br />
“La trasformazione degli alimenti in<br />
combustibili è un atto mostruoso,<br />
perchè gli effetti devastanti<br />
dell’aumento di prezzi si sentiranno<br />
Fidel ha marciato nella Piazza in Rivoluzione<br />
Trasformato in un mare di<br />
•<br />
popolo...<br />
• Fidel ha sfilato il 1º Maggio in Plaza<br />
de la Revolución.<br />
Portava la sua uniforme verde olivo,<br />
il suo carisma antologico, la sua<br />
parola accesa e i suoi passi da<br />
gigante.<br />
Nessuno lo ha visto, ma tutti lo<br />
hanno visto: è un affermazione<br />
LE RIFLESSIONI DI FIDEL<br />
risposta<br />
La<br />
emisferica<br />
yankee:<br />
IV flotta<br />
la<br />
d’intervento<br />
• Era sorta nel 1943 per combattere<br />
contro i sottomarini dei nazisti e<br />
proteggere la navigazione durante la<br />
Seconda Guerra mondiale.<br />
Era inattiva dal 1959 perchè non<br />
necessaria. Il Comando Sud copriva le<br />
necessità egemoniche degli Stati Uniti<br />
nella nostra area.<br />
Senza dubbio ora è rinata di recente,<br />
dopo 48 anni, e i suoi fini d’intervento<br />
non è nemmeno necessario dimostrarli.<br />
Gli stessi capi militari, nelle loro<br />
dichiarazioni, lo divulgano naturalmente,<br />
spontaneamente ed anche in forma<br />
discreta.<br />
Stanchi dei problemi dei prezzi degli<br />
alimenti, l’energia, gli scambi disuguali,<br />
la recessione economica nel mercato più<br />
importante per i loro prodotti, l’inflazione,<br />
i cambi climatici e gli investimenti<br />
richiesti dai sogni consumisti, impegnano<br />
assolutamente vera, anche se sembra<br />
contraddittoria.<br />
Fidel ha marciato trasformato in un<br />
mare di popolo.<br />
Sorridente, andava a lato dei<br />
bambini, dei giovani, degli adulti e<br />
degli anziani; camminava tra i pionieri,<br />
gli studenti, gli operai, gli intellettuali, i<br />
militari, i miliziani, gli atleti, i maestri e<br />
tanti altri rappresentanti del suo<br />
popolo.<br />
così il tempo e le energie di dirigenti e<br />
subalterni<br />
In realtà la decisione di ristabilire la IV<br />
Flotta è stata annunciata nella prima<br />
settimana d’aprile, quasi un mese dopo<br />
l’attacco nel territorio dell’Ecuador con<br />
bombe e tecnologie degli Stati Uniti e<br />
per loro pressioni, uccidendo e ferendo<br />
cittadini di diversi paesi, fatto che ha<br />
provocato una pronta condanna tra i<br />
leaders latinoamericani nella riunione del<br />
Gruppo di Rio, che si è svolta nella<br />
capitale della Repubblica Dominicana.<br />
E anche peggio: il fatto avviene quando<br />
è quasi unanime la condanna alla<br />
disintegrazione della Bolivia promossa<br />
dagli Stati Uniti.<br />
Gli stessi capi militari spiegano che<br />
avranno sotto la loro responsabilità più di<br />
Ha sfilato anche con i Cinque Eroi e<br />
con la storia di Cuba, ed è passato<br />
con un’enorme bandiera cubana<br />
bordata con un inno di speranza di<br />
fronte all’immagine di José Martí.<br />
Nessuno lo ha visto, ma tutti l’hanno<br />
visto. Era Fidel, con la su uniforme<br />
verde olivo, il suo carisma antologico,<br />
la sua parola accesa, i suoi passi da<br />
gigante...<br />
Silva Silva).•<br />
(Adolfo<br />
30 paesi, coprendo 15,6 milioni di miglia<br />
quadrate nelle acque adiacenti di Centro<br />
e Sudamerica, il mare dei Caraibi e le<br />
sue 12 isole, Messico e i territori europei<br />
in questo lato dell’Atlantico.<br />
Gli Stati Uniti dispongono di 10<br />
portaaerei di tipo Nimitz, i cui parametri<br />
più o meno simili sono: capacità per un<br />
carico tra 1<strong>01</strong>.000 e 104.0000 tonnellate<br />
di carico massimo; la coperta lunga 333<br />
metri e larga 76,8; 2 reattori nucleari; una<br />
velocità che può toccare i 56 Km l’ora ; 90<br />
aerei da guerra.<br />
L’ultima si chiama George H.W. Bush,<br />
come il padre dell’attuale Presidente ed<br />
è stata battezzata proprio da costui. Si<br />
unirà alle altre navi nei prossimi mesi.<br />
Nessun paese del mondo possiede<br />
navi come queste, equipaggiate con armi<br />
sofisticate, nucleari, che possono<br />
avvicinarsi a poche miglia da qualsiasi<br />
dei nostri paesi.<br />
La prossima portaerei, la ULS Gerald<br />
Ford, sarà di nuovo tipo: con tecnologia<br />
Stealth invisibile ai radars e armi<br />
elettromagnetiche.<br />
La principale fabbricante di uno e l’altro<br />
tipo è la Northrop Grumman, il cui<br />
attuale presidente fa parte della Giunta<br />
Dirigente della petrolifera degli Stati<br />
Uniti, Chevron-Texaco.<br />
Il costo dell’ultima Nimitz è stato di<br />
seimila (6.000) milioni di dollari, senza<br />
includere gli aerei, i proiettili e le spese<br />
delle operazioni, che possono toccare le<br />
migliaia di milioni di dollari. Sembra un<br />
racconto di fantascienza!<br />
Con questo denaro si poteva salvare la<br />
vita di milioni di bambini.<br />
soprattutto nei paesi del Terzo<br />
Mondo”.<br />
Nel suo articolo “Quel che abbiamo<br />
appreso nel VI Incontro Emisferico de<br />
L’Avana”, del 14 maggio e in “Nessuno<br />
vuole prendere il toro per le corna”,<br />
del 22 dello stesso mese, Fidel<br />
riassume le idee fondamentali delle<br />
riflessioni precedenti sul tema, come i<br />
quattro punti espressi in un suo<br />
discorso del 1º maggio riferito a come<br />
si pratica a Cuba la Rivoluzione<br />
Energetica.<br />
1- Le riserve certe e probabili di<br />
idrocarburi dureranno il doppio;<br />
2- Gli elementi inquinanti che si<br />
lanciano nell’atmosfera si ridurrebbero<br />
alla metà;<br />
3- L’economia mondiale riceverebbe<br />
un respiro dato che un enorme volume<br />
di mezzi di trasporto e di strumenti<br />
elettrici d’essere riciclato; 4 - Una<br />
moratoria di 15 anni senza iniziare la<br />
costruzione di nuovi impianti nucleari<br />
si potrebbe proclamare.<br />
Le conseguenze umane erano<br />
riflesse il 23 maggio in per i sordi che<br />
non vogliono sentire con riferimento ai<br />
prezzi dei cereali aumenti del 2006 –<br />
‘07 e la proiezione della crescita per il<br />
2007- 08 come si legge sulle<br />
prospettive di raccolti e situazioni<br />
alimentari della FAO il 16 dello stesso<br />
mese.<br />
Parlando alla radio con Randy<br />
Alonso, presentatore del programma<br />
Tavola Rotonda, il 5 giugno, Fidel ha<br />
segnalato la crescita della coscienza<br />
nel mondo sui pericoli del cambio<br />
climatico e dell’importanza degli<br />
alimenti.<br />
Fidel ha detto che più la gente<br />
consocerà i valori degli alimenti, più<br />
coscienza avrà per resistere alla<br />
tirannia mondiale. “Utilizzare gli<br />
alimenti come materia prima è davvero<br />
una invenzione orribile”, ha<br />
condannato .•<br />
Qual’è l’obiettivo dichiarato della IV<br />
Flotta?<br />
Combattere il terrorismo e le attività<br />
illecite come il narcotraffico, così come<br />
inviare un messaggio in Venezuela e al<br />
resto della regione.<br />
Si annuncia che entrerà in operazione<br />
dal prossimo 1º luglio.<br />
Il capo del Comando Sud degli Stati<br />
Uniti, l’ammiraglio James Stavrides, ha<br />
dichiarato che il suo paese “deve<br />
lavorare più forte nel mercato delle idee<br />
per guadagnarsi i cuori e le menti della<br />
popolazione della regione”.<br />
Gli Stati Uniti hanno le flotte II, III, V, VI<br />
y VII sparse nell’Atlantico Occidentale, il<br />
Pacifico Orientale, il Medio Oriente, il<br />
Mediterraneo e l’Atlantico Orientale e il<br />
Pacifico Occidentale.<br />
Mancava solo la IV Flotta per custodire<br />
tutte i mari del pianeta.<br />
Totale: nove porta aererei Nimitz in<br />
attivo o prossime ad esserlo, in completa<br />
disposizione di combattimento, come la<br />
George H. W. Bush che dispone di una<br />
riserva sufficiente per triplicare e anche<br />
quadruplicare il potere di qualsiasi teatro<br />
d’operazioni.<br />
Le portaerei e le bombe nucleari con<br />
cui minacciano i nostri paesi servono per<br />
seminare terrore e morte, ma non per<br />
combattere il terrorismo e le attività<br />
illecite.<br />
Dovrebbero anche servire per far<br />
vergognare i complici dell’impero e<br />
moltiplicare la solidarietà tra i popoli.<br />
Castro Ruz - 4 maggio 2008 •<br />
Fidel<br />
20.46 – Traduzione Gioia Minuti)<br />
(Ore
GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA NUESTRA AMÉRICA<br />
Alleanze energetiche nella<br />
strategia petrolifera del Venezuela<br />
Le alleanze energetiche con le compagnie<br />
•<br />
si fanno notare nella strategia dell’industria<br />
straniere<br />
del Venezuela, orientata a sviluppare<br />
petrolifera<br />
potenziale degli idrocarburi localizzati in<br />
l’enorme<br />
come la Striscia dell’Orinoco.<br />
zone<br />
il ministro del Venezuela d’Energia e<br />
Secondo<br />
Rafael Ramírez, nel processo di<br />
Petrolio,<br />
e certificazione delle riserve nella<br />
quantificazione<br />
menzionata intervengono imprese di cinque<br />
zona<br />
sudamericane, tra le quali Petrobrás<br />
nazioni<br />
ENAP (Cile), Enarsa (Argentina) ANCAP<br />
(Brasile),<br />
e Petroecuador.<br />
(Uruguay)<br />
si sommano le compagnie Statoil<br />
Inoltre<br />
Total (Francia), ONGC (India), Chevron<br />
(Norvegia),<br />
(Stati Uniti), CNPC (Cina), Repsol (Spagna),<br />
Texaco<br />
e Gazprom (Russia), tra le tante.<br />
Lukoil<br />
ha detto che sono state effettuate le<br />
Ramírez<br />
delle nuove riserve della Striscia<br />
certificazioni<br />
tra le quali 26.200 milioni di barili nel<br />
dell’Orinoco,<br />
Carabobo, 12.900 milioni a Junín e 2.900<br />
campo<br />
nel Ayacucho, con la partecipazione di firme<br />
milioni<br />
straniere<br />
si sono sommati 30.000 milioni di barili<br />
Quest’anno<br />
quelli già inventariati nel paese, che erano già<br />
a<br />
milioni di barili.<br />
130.000<br />
azioni si complimentano con la politica di<br />
Queste<br />
Fame, povertà, disuguaglianza, aumento dei<br />
•<br />
cambio climatico...<br />
prezzi,<br />
I rappresentanti di 60 paesi latinoamericani, dei<br />
•<br />
e dell’Europa stanno dibattendo a Lima le<br />
Caraibi<br />
che le due regioni dovranno adottare nel futuro<br />
strategie<br />
per salvare l’umanità dai peggiori flagelli che<br />
immediato<br />
l’affliggono.<br />
dibattiti vertono sulla lotta contro la povertà, la difesa<br />
I<br />
e la ricerca di soluzioni alla crisi mondiale<br />
dell’ecosistema<br />
alimenti, temi al centro del V Vertice dell’America<br />
degli<br />
i Caraibi e l’Unione Europea (ALC-UE).<br />
Latina,<br />
primi addetti ai lavori sono stati gli esperti o funzionari<br />
I<br />
livello delle nazioni partecipanti, la cui prima<br />
d’alto<br />
si è svolta nel 1999 a Rio de Janeiro.<br />
edizione<br />
due giorni, i tecnici hanno definito iniziative concrete<br />
Per<br />
far diminuire la povertà, combattere gli effetti del<br />
per<br />
globale ed avanzare in una serie di accordi<br />
riscaldamento<br />
mitighino la crisi per la penuria degli alimenti nel<br />
che<br />
pianeta.<br />
sovranità petrolifera applicata dal Venezuela,<br />
piena<br />
ha determinato l’emigrazione della figura delle<br />
che<br />
miste, degli antichi accordi operativi e delle<br />
imprese<br />
associazioni.<br />
questa forma la statale Petróleos de Venezuela<br />
In<br />
partecipa agli affari come socio<br />
(PDVSA)<br />
con un miglior utilizzo delle entrate<br />
maggioritario,<br />
dalle vendite degli idrocarburi per<br />
provenienti<br />
l’esecuzione di progetti di ampio impatto sociale.<br />
HA FIRMATO LA LEGGE PER LA<br />
CHÁVEZ<br />
DELLA SIDOR<br />
NAZIONALIZZAZIONE<br />
presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha<br />
Il<br />
la legge per la nazionalizzazione della<br />
firmato<br />
dell’Orinoco (SIDOR), con la quale si<br />
Siderurgica<br />
ufficiale la decisione di statalizzare l’impresa.<br />
rende<br />
della manifestazione centrale per il 1<br />
Nell’ambito<br />
il presidente ha comunicato, dopo la firma,<br />
Maggio,<br />
il decreto passerà al Tribunale Supremo per<br />
che<br />
avallato. Con questa azione lo statista ha<br />
essere<br />
i lavoratori della SIDOR a convertire la<br />
convocato<br />
in un’impresa socialista.<br />
società<br />
misura era stata annunciata poco tempo fa<br />
La<br />
davanti al fallimento di un processo di<br />
dall’esecutivo,<br />
negoziati sul contratto collettivo di lavoro, durato<br />
mesi. Il ministro venezuelano delle Industrie<br />
diversi<br />
e Miniere, Rodolfo Sanz, ha indicato che gli<br />
Basiche<br />
stimano in 800 milioni di dollari il prezzo<br />
studi<br />
agli azionisti per le loro partecipazioni nella<br />
dovuto<br />
SIDOR.<br />
è considerata tra le principali<br />
L’impresa<br />
del sud America e costituisce un<br />
siderurgiche<br />
essenziale nella strategia di sviluppo del<br />
elemento<br />
governo. (PL). •<br />
Evo Morales: l’oligarchia non accetta un indio al governo della Bolivia<br />
Il referendum di revoca per il 10<br />
•<br />
agosto<br />
Il presidente Evo Morales ha dichiarato<br />
•<br />
la destra e l’oligarchia boliviana<br />
che<br />
deporlo, perché non accettano<br />
vogliono<br />
un indio governi la Bolivia.<br />
che<br />
principio hanno detto, i settori<br />
“Al<br />
destra: “Povero indio, si diverta<br />
della<br />
mesi e dopo lo cacciamo (…),<br />
quattro<br />
dicono: Questo indio sta<br />
adesso<br />
s i d ib a t t e n e l<br />
Cosa<br />
V e r t ic e E u r o p a -<br />
V<br />
A m e r ic a L a t in a<br />
troppo tempo e stanno<br />
rimanendo<br />
come eliminarmi”, ha<br />
progettando<br />
Morales in una manifestazione<br />
detto<br />
città andina di Oruro (al sud), ha<br />
nella<br />
noto l’agenzia AFP.<br />
reso<br />
destra si oppone alla politica di<br />
La<br />
promossa dal leader<br />
cambiamento<br />
che andrà ad un referendum<br />
andino,<br />
prossimi tre mesi, insieme al vice<br />
nei<br />
e nove prefetti, di cui sei<br />
presidente<br />
per convalidare il<br />
dell’opposizione,<br />
mandato.<br />
non è un problema di autonomie<br />
“Qui<br />
decentralizzati) non è un<br />
(governi<br />
di IDH (distribuzione<br />
problema<br />
petrolifera alle province).<br />
dell’imposta<br />
problema è Evo Morales. Questi<br />
Il<br />
non accettano che un<br />
gruppi<br />
un indio, un indigeno sia<br />
contadino,<br />
della Repubblica”, ha detto<br />
presidente<br />
ancora.<br />
presidente di origine aymara (il<br />
Il<br />
di questa origine che governa la<br />
primo<br />
nei suoi 182 anni di storia<br />
Bolivia<br />
vuole evitare un duro<br />
repubblicana)<br />
con i prefetti di quattro<br />
scontro<br />
feudi dell’opposizione di<br />
dipartimenti,<br />
che tentano di dotarsi di<br />
destra,<br />
autonomi, senza il conforto<br />
governi<br />
Costituzione.<br />
della<br />
10 agosto deciderà il popolo<br />
Il<br />
boliviano.<br />
presidente della Bolivia, Evo<br />
Il<br />
ha promulgato la legge sul<br />
Morales,<br />
referendum revocatorio degli incarichi<br />
presidente e del vicepresidente<br />
del<br />
Repubblica e dei nove prefetti<br />
della<br />
e dopo aver letto la<br />
dipartimentali<br />
ha firmato il testo, grazie al<br />
legge,<br />
la popolazione deciderà, con un<br />
quale<br />
diretto, la continuità delle<br />
voto<br />
autorità della nazione.<br />
principali<br />
un breve discorso nel Palazzo<br />
In<br />
il capo del governo ha<br />
Quemado,<br />
d’aver promulgato la legge<br />
confermato<br />
rispettare la Costituzione politica<br />
per<br />
Stato boliviano nel Congresso<br />
dello<br />
cioè rispettare la legalità<br />
Nazionale,<br />
paese, dove per la prima volta il<br />
del<br />
potrà revocare gli incarichi dei<br />
popolo<br />
dirigenti.<br />
suoi<br />
leader cocalero ha sottolineato<br />
L’ex<br />
possibilità che offre questo<br />
la<br />
fissato per il 10 agosto<br />
plebiscito<br />
di riaffermare<br />
prossimo,<br />
chi serve gli<br />
democraticamente<br />
dei boliviani, dopo la sua<br />
interessi<br />
elezione.<br />
importante continuare ad<br />
“È<br />
la democrazia, non solo<br />
approfondire<br />
, ma vigilando e<br />
teoricamente<br />
le autorità nei municipi,<br />
controllando<br />
o a livello nazionale.<br />
dipartimenti<br />
a costruire la nostra<br />
Continuiamo<br />
lasciando al popolo boliviano il<br />
storia,<br />
di decidere”, ha affermato<br />
diritto<br />
che ha dichiarato d’essere<br />
Morales<br />
contento per questa possibilità,<br />
molto<br />
non teme che il popolo<br />
perché<br />
giudicherà negativamente il lavoro<br />
sarà il turno dei ministri degli Esteri e quindi dei capi<br />
Poi<br />
Stato e di Governo di ALC-UE, incaricati di firmare la<br />
di<br />
di Lima.<br />
Dichiarazione<br />
analisti sostengono che la sfida per l’UE consiste nel<br />
Gli<br />
e riattivare le relazioni con un subcontinente<br />
rinforzare<br />
dopo un forte avvicinamento agli Stati Uniti ora<br />
che<br />
lo sguardo verso l’Asia, in particolare verso la<br />
sposta<br />
Cina.<br />
Vertice di Rio sono seguiti quelli di Madrid (2002),<br />
Al<br />
Messico (2004) e Vienna (2006).<br />
Guadalajara,<br />
governo peruviano, l’ospite, ha l’obiettivo di far sì che<br />
Il<br />
V edizione dell’incontro elabori l’Agenda di Lima<br />
questa<br />
la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione, una<br />
contro<br />
molto difficile se si considera che in America<br />
missione<br />
vive la quarta parte degli 800 milioni di poveri del<br />
Latina<br />
pianeta.<br />
IL SUMMIT DEI POPOLI<br />
dai suoi dirigenti, e così:<br />
sviluppato<br />
risolvere le differenze<br />
“Potremo<br />
tra il Governo ed alcuni<br />
esistenti<br />
prefetti”.<br />
Capo dello Stato ha richiamato le<br />
Il<br />
competenti ad offrire ai<br />
istanze<br />
boliviani all’estero la<br />
residenti<br />
di partecipare alla votazione<br />
possibilità<br />
ha chiesto alla Corte Nazionale<br />
ed<br />
(CNE) di garantire un<br />
Elettorale<br />
trasparente, che rispetti la<br />
referendum<br />
che serva successivamente<br />
legalità,<br />
un precedente valido per<br />
come<br />
nello stesso modo i problemi<br />
risolvere<br />
possono colpire molti municipi.<br />
che<br />
continuare e svolgere i loro<br />
Per<br />
i dirigenti non possono<br />
incarichi,<br />
un totale di voti contrari<br />
ricevere<br />
a quelli favorevoli ottenuti<br />
superiore<br />
sono stati eletti.<br />
quando<br />
questa forma, l’incarico del<br />
In<br />
terminerà solo si<br />
presidente<br />
più del 53,7% di schede<br />
raggiungerà<br />
per i prefetti il 37,98% e il<br />
contrarie,e<br />
48,03%.<br />
fosse revocato il presidente, lo<br />
Se<br />
Morales convocherà nuove<br />
stesso<br />
politiche, che verranno<br />
elezioni<br />
dopo 90–180 giorni dalle<br />
realizzate<br />
dei risultati del<br />
pubblicazioni<br />
referendum.<br />
le prefetture, il presidente della<br />
Per<br />
designerà un dirigente<br />
Repubblica<br />
fino a quando si svolgeranno<br />
interino<br />
le successive elezioni. •<br />
III Summit dei Popoli è iniziato nella capitale del Perù<br />
Il<br />
un messaggio di sfida al neoliberismo e con<br />
come<br />
di giudicare in un simbolico tribunale una<br />
l’intenzione<br />
di multinazionali per presunte violazioni dei diritti<br />
ventina<br />
dei popoli latinoamericani<br />
umani<br />
Guillén, coordinatrice generale di questo incontro<br />
Rosa<br />
che si svolge in coincidenza al V Vertice ALC<br />
alternativo,<br />
UE, ha detto nel discorso inaugurale che la riunione è<br />
–<br />
risposta profonda al neoliberismo che vuole trattare<br />
una<br />
merci le relazioni sociali e si appropria delle risorse<br />
come<br />
di vita delle popolazioni. (EFE- PL). •
CUBA E LA SUA STORIA<br />
ITALIA<br />
Salud, salud, salud<br />
Il signor Cantero, in precedenza,<br />
REINALDO TALADRID HERRERO<br />
Florida.<br />
di una radio<br />
microfoni dai definito, aveva<br />
Così diceva sempre in pubblico il dit-<br />
•<br />
Fulgencio Batista y Zaldivar e<br />
tatore<br />
che questo sia lo stato di salute<br />
sembra<br />
cui gode, oggi, nella città di Miami, la<br />
di<br />
eredità storica.<br />
sua<br />
tempo Miami si è convertita, sempre<br />
Da<br />
più, un in regime che rende culto al<br />
di<br />
e, secondo altri, controllato da<br />
tiranno<br />
batistiani.<br />
devoti<br />
differenza di trentanni fa, oggi, alcune<br />
A<br />
di questa città confermano che è<br />
fonti<br />
impossibile anche solo criticare<br />
diventato<br />
nei mass media di Miami. Poco a<br />
Batista<br />
si è sviluppata l’organizzazione di<br />
poco<br />
per nulla discrete di date<br />
celebrazioni<br />
batistiane nelle residenze di<br />
storiche<br />
Gables.<br />
Coral<br />
congressisti Díaz-Balart hanno elogia-<br />
I<br />
in pubblico l’opera della dittatura di<br />
to<br />
che il loro nonno e il padre<br />
Batista,<br />
servito con alti incarichi e non si<br />
hanno<br />
più di citare chi è stato il padrino di<br />
evita<br />
del congressista repubblicano<br />
battesimo<br />
Florida, Lincoln Díaz-Balart.<br />
della<br />
tutto ciò è aumentato<br />
Curiosamente,<br />
nascita ed approvazione, nel 1996,<br />
dopo<br />
Legge Helms-Burton, chiamata nei<br />
della<br />
del Congresso nordamericano<br />
corridoi<br />
Bacardí Bill” o la Legge Bacardí.<br />
“The<br />
norma, una specie di “trucchetto”<br />
Nella<br />
permette a tutti i batis-<br />
semantico-legale<br />
scappati da Cuba il 1 gennaio 1959<br />
tiani<br />
“reclamare” le loro proprietà in un’ipo-<br />
di<br />
Cuba occupata dalle truppe nordatetica <br />
mericane.<br />
per cominciare, cosa si intende per<br />
Ma,<br />
“batistiano”?<br />
è chi continua e rende culto<br />
Batistiano<br />
di Fulgencio Batista y Zaldivar,<br />
all’opera<br />
solo per citare un giudizio non cuba-<br />
che,<br />
fu “uno dei dittatori più sanguinari e<br />
no,<br />
dell’America Latina”, com’è stato<br />
corrotti<br />
in un documentario sulla Mafia e<br />
definito<br />
prodotto e trasmesso dall’emitten-<br />
Cuba,<br />
nordamericana History Channel.<br />
te<br />
cubani sappiamo il perché di questo<br />
Noi<br />
La verità è che sappiamo molto<br />
giudizio.<br />
più. di<br />
Miami, però, il regime che controlla la<br />
A<br />
o lo ignora o sta cercando di cam-<br />
città<br />
la storia. Vediamo alcuni di questi<br />
biare<br />
fatti:<br />
quotidiano El Nuevo Herald descrive-<br />
Il<br />
in un articolo, a proposito del rinnova,<br />
interesse storico sulla figura di<br />
vato<br />
i fatti accaduti il 14 gennaio<br />
Batista,<br />
in una messa celebrata nella chie-<br />
20<strong>01</strong>,<br />
di San Giovanni Bosco di Miami, per<br />
sa<br />
l’ex governante (Batista) in<br />
onorare<br />
del centenario della sua nas-<br />
occasione<br />
e scriveva: “Gruppi di esiliati hanno<br />
cita<br />
a commemorare altre date<br />
continuato<br />
a Batista, come gli anniversari del<br />
legate<br />
settembre 1933, quando l’allora ser-<br />
4<br />
guidò la rivolta che lo catapultò<br />
gente<br />
storia di Cuba e portò alla rinuncia<br />
nella<br />
presidente provvisorio Carlos Manuel<br />
il<br />
Céspedes”.<br />
de<br />
con questa succinta rela-<br />
Continuando<br />
dei fatti, nel giugno del 2002, l’allozione<br />
governatore Jeb Bush nominò Raúl<br />
ra<br />
Cantero Batista, nipote del dittato-<br />
García<br />
re, Giudice della Corte Suprema della<br />
PER LA RINASCITA DELLA SINISTRA<br />
SPECIALE<br />
Generale: Lázaro Barredo Medina. Direttore Editoriale: Gabriel Molina Franchossi.<br />
Direttore<br />
redazione e traduzione: Gio ia Minuti. Redacción y Administración: Avenida General Suárez<br />
Capo<br />
Territorial Plaza de la revolución José Martí Apartado Postal 6260 — L’Avana 6 - Cuba CP 10699<br />
y<br />
(53 7) 33-5176 / 33-5826 Tel.: (53 7) 881 6265 / 881-7443 Centralino (53 7) 881-3333 Est. 23 / 19<br />
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elettronica: informacion@granmai.cip.cu Internet: http://www.granma.cu<br />
Posta<br />
patrioti cubani stanno scontando lunghe condanne nelle carceri degli USA, per aver difeso il loro popolo dal terrorismo. Per ulteriori informazioni vedere<br />
Cinque<br />
www.granma.cubaweb.cu, www.antiterroristas.cu<br />
www.granma.cu,<br />
SCRIVETE AI 5 EROI<br />
GUERRERO<br />
ANTONIO<br />
RODRIGUEZ<br />
No 58741-004<br />
U.S.P. Florence<br />
P.O. Box 7000<br />
Florence CO 81226<br />
Miami, Orlando Bosch come “un gran<br />
di<br />
cubano”.<br />
patriota<br />
il Nuevo Herald ha pubblicato<br />
Sempre<br />
notizia che «nel 2005, gli eredi di<br />
la<br />
hanno donato alla Cuban<br />
Batista<br />
Collection dell’Università di<br />
Heritage<br />
miglia di documenti – lettere,<br />
Miami,<br />
manoscritti, ritagli di pubblicazioni,<br />
foto,<br />
riviste – che coprono, fondamental-<br />
libri,<br />
gli anni del suo esilio, dal 1958<br />
mente,<br />
al 1973.<br />
fino<br />
alcuni di questi documenti, dove non<br />
In<br />
praticamente nulla sul colpo di<br />
appare<br />
del 10 marzo 1952 - come afferma<br />
stato<br />
li ha consultati – si possono leggere<br />
chi<br />
citazioni rivelatrici.<br />
due<br />
prima è un pensiero di Batista su<br />
La<br />
che era la controrivoluzione cuba-<br />
quello<br />
che oggi conserva piena vigenza,<br />
na,<br />
il 15 aprile 1967, da Estoril, in<br />
quando,<br />
scriveva ad Eusebio Mujal, ex<br />
Portogallo,<br />
generale della batistiana<br />
segretario<br />
dei Lavoratori di Cuba:<br />
Confederazione<br />
volte i gruppi, che già sono numerosi,<br />
“A<br />
simbolici o strumenti di due o tre<br />
sono<br />
interessate a mettersi in eviden-<br />
persone<br />
di ansiosi e disperati che, a loro volta,<br />
za,<br />
utilizzati per sommare fattori alla<br />
sono<br />
Non c’è dubbio che conos-<br />
dispersione”.<br />
bene questa mafia che oggi cerca<br />
ceva<br />
ricordarlo.<br />
di<br />
ci rivela qualcosa di molto simbo-<br />
L’altra<br />
Fu Batista in persona, grazie alla<br />
lico.<br />
grande fortuna rubata al popolo di<br />
sua<br />
a pagare la costruzione a Miami<br />
Cuba,<br />
monumento alla Brigata mercenaria<br />
del<br />
Playa Girón. Si legge in uno di questi<br />
di<br />
una lettera del 1971, dove la<br />
documenti,<br />
direttiva della Brigata 2506 scrive<br />
giunta<br />
Miami per ringraziarlo “della generosa<br />
da<br />
economica”, che permise la<br />
donazione<br />
del Memorial di Calle Ocho.<br />
costruzione<br />
7 ottobre 2006 si sono svolti i funerali<br />
Il<br />
vedova di Batista, Martha<br />
della<br />
de Batista e il quotidiano di<br />
Fernández<br />
Beach Post li descriveva così: “Tra<br />
Palm<br />
addolorati c’erano i discendenti dei<br />
gli<br />
delle piantagioni di zucchero,<br />
proprietari<br />
e militari della Cuba pre-Castro”.<br />
politici<br />
resto di quel che sta succedendo si<br />
Il<br />
arrivare.<br />
vedeva<br />
Nuevo Herald riporta che “nel 2006, lo<br />
Il<br />
cubano americano Frank-<br />
storiografo<br />
Freyre pubblicò (il libro) Fulgencio<br />
Argote<br />
From revolutionary to strongman<br />
Batista:<br />
rivoluzionario a uomo forte).<br />
(Da<br />
storiografo del regime di Miami<br />
Questo<br />
ben chiara nel Miami Herald la<br />
poneva<br />
posizione. “Uno dei miti della<br />
sua<br />
è che Batista fu un demo-<br />
Rivoluzione<br />
la sua mente era molto sottile,<br />
nio...<br />
il potere e i meccanismi per<br />
capiva<br />
tempo fa lo dovevamo<br />
maneggiarlo,<br />
con occhi più storici e meno<br />
guardare<br />
appassionati”.<br />
ora l’orientamento di riscrivere la sto-<br />
E<br />
di Batista per glorificarlo continua a<br />
ria<br />
alla perfezione.<br />
svilupparsi<br />
maggio del 2006, Emilio Ichikawa<br />
Nel<br />
e pubblicò a Miami un’estesa<br />
realizzò<br />
al figlio maggiore di Batista,<br />
intervista<br />
Rubén (Papo) Batista, morto<br />
Fulgencio<br />
nel 2007.<br />
GONZALEZ<br />
FERNANDO<br />
(RUBEN CAMPA)<br />
LLORT<br />
No 58733-004<br />
FCI Terre Haute<br />
P.O. Box 33<br />
Terre Haute, IN 47808<br />
quei frammenti, al di là della relazio-<br />
In<br />
padre-figlio, affiorano chiaramente gli<br />
ne<br />
HERNANDEZ NORDELO<br />
GERARDO<br />
VIRAMONTES)<br />
(MANUEL<br />
No 58739-004<br />
U.S.P. Victorville<br />
P.O. Box 5500<br />
reali della stessa.<br />
obiettivi<br />
Rubén “Papo” Batista: “Mio<br />
Fulgencio<br />
lo hanno asdirittura trasformato<br />
padre<br />
personificazione del male. E fu un<br />
nella<br />
internazionale, ma il problema non<br />
fatto<br />
solamente essere batistiano ma esse-<br />
era<br />
proclive a Batista. Per fortuna ci sono<br />
re<br />
spregiudicati nell’Isola e speria-<br />
storiografi<br />
anche dentro Cuba, che possono anamo<br />
i fatti. Quest’obiettività io comincio<br />
lizzare<br />
sentirla nell’ambito dell’accademia ame-<br />
a<br />
dove si comincia a studiare l’eporicana,<br />
di Batista senza pregiudizi”.<br />
ca<br />
“Se lei dovesse definire la<br />
Domanda:<br />
politica di Batista, in generale,<br />
posizione<br />
lo farebbe”?<br />
come<br />
Batista: “Un giorno io ho fatto la<br />
Papo<br />
domanda a mio padre. Lui si con-<br />
stessa<br />
un uomo di centro, con molta<br />
siderava<br />
per i necessitati, per le classi<br />
sensibilità<br />
favorite. Tempo fa mi chiesero qua-<br />
meno<br />
secondo me il fatto più importante<br />
l’era<br />
storia di Batista, mio padre. Io ho<br />
nella<br />
che anche se erano state impor-<br />
risposto<br />
le sue opere pubbliche, il suo lavoro<br />
tanti<br />
nella sanità, il suo<br />
nell’educazione,<br />
all’economia, soprattutto nella<br />
impulso<br />
tappa e le leggi sociali che<br />
seconda<br />
implementato, quello che ammira-<br />
aveva<br />
di più era come aveva percorso il provo<br />
istituzionale culminato con la<br />
cesso<br />
del 1940”.<br />
Costituente<br />
El El Nuevo Herald aggiungeva che:<br />
Il<br />
Spagna, il giovane giornalista<br />
“In<br />
León ha ottenuto il X Premio<br />
Gregorio<br />
romanzo della Città di Badajoz, nel<br />
al<br />
con ‘Murciélagos en un<br />
2007<br />
in un bordello), ispirata<br />
burdel’,(Pipistrelli<br />
fallito assalto al Palazzo Presidenziale<br />
al<br />
1957 e dove ricrea la personalità del<br />
nel<br />
golpista”.<br />
generale<br />
a Batista l’etichetta di dittatore<br />
“Togliere<br />
tanto difficile come cancellare una<br />
è<br />
Non potrei descriverlo come il<br />
tatuaggio.<br />
che ha tracciato il regime<br />
sanguinario<br />
storicamente, ma tanto meno<br />
cubano,<br />
all’altro estremo”, aveva aggiunto<br />
portarlo<br />
giornalista premiato, ripetendo curiosa-<br />
il<br />
il messaggio lanciato dallo “storiomente<br />
Frank-Argote Freyre.<br />
grafo”<br />
finalmente si è confermato qualcosa<br />
E<br />
era già stata rivelata nel programma<br />
che<br />
Miami, dell’emittente radiofonica<br />
Radio<br />
città, la WOCN, che alcuni com-<br />
della<br />
sostenendo che era un’invenmentarono<br />
indirizzata a danneggiare l’immagizione,<br />
della scrittrice d’origine cubana Zoe<br />
ne<br />
Valdés.<br />
un recente lavoro citato da El Nuevo<br />
In<br />
sul nuovo interesse storico in<br />
Herald<br />
si può leggere: “A Parigi, la scrit-<br />
Batista,<br />
Zoe Valdés sta preparando un<br />
trice<br />
sul “penultimo dittatore cubano”.<br />
romanzo<br />
Valdés si è limitata a dire che l’opera<br />
La<br />
da Quintín Banderas alla morte di<br />
va<br />
Batista”.<br />
pare (ha spiegato Zoes Valdés) che<br />
“Mi<br />
passato molto tempo e che la figura<br />
sia<br />
Batista comincia a ingrandirsi, parago-<br />
di<br />
con Castro perchè non è stato il ditnato<br />
che si diceva, ha fatto molto bene<br />
tatore<br />
paese da un lato ed ha vissuto un<br />
al<br />
degno esilio dall’altro, sino alla morte”.<br />
Adelanto, CA 923<strong>01</strong><br />
LABAÑINO SALAZAR<br />
RAMON<br />
MEDINA)<br />
(LUIS<br />
No 58734-004<br />
U.S.P. Beaumont<br />
P.O. Box 26030<br />
dittatura di Batista in termini di<br />
La<br />
repressione, corruzione e altri<br />
assassinii,<br />
fu l’orrore per Cuba ed ha lasciato<br />
mali<br />
profonda di dolore tra i cubani.<br />
un’orma<br />
quotidiano Granma ha trattato il tema<br />
Il<br />
profondità in un articolo intitolato<br />
con<br />
Beaumont TX 77720-6035<br />
è stata la dittatura di Batista”.<br />
“Così<br />
fatti, più di quello che è descritto in<br />
I<br />
righe, parlano da soli e ci permet-<br />
queste<br />
di determinare quel che sta succetono<br />
Si tratta dell’ignoranza del regime<br />
dendo.<br />
Miami o è un tentativo di riscrivere in<br />
di<br />
manipolata la storia?<br />
maniera<br />
sono solamente alcuni fatti<br />
Questi<br />
perchè, come sempre chiedo,<br />
esposti,<br />
tragga le sue proprie conclusioni.<br />
ognuno<br />
DATI DELLA CUBA CHE<br />
ALCUNI<br />
IL TIRANNO BATISTA<br />
LASCIÒ<br />
1958, l’8% dei proprietari possede-<br />
Nel<br />
più del 70% delle terre. Tra loro i lativa<br />
yankee. Il debito estero era di<br />
fondisti<br />
milioni di dollari. I disoccupati erano<br />
788<br />
su una forza lavoro di circa 2<br />
549.000,<br />
204,000. Tra gli “occupati” però<br />
milioni<br />
tutti coloro che lavoravano occa-<br />
c’erano<br />
come i 700.000 tagliatori di<br />
sionalmente,<br />
miseri e affamati, che lavoravano<br />
canne,<br />
durante i raccolti. Nel 1958, la popo-<br />
solo<br />
cubana era di 6 milioni 547 mila;<br />
lazione<br />
sanità aveva 8.209 lavoratori (ora<br />
la<br />
più di 500.000). Il tasso di mortalità<br />
sono<br />
era superiore a 60 bambini morti<br />
infantile<br />
mille nati vivi. Ora, con il doppio della<br />
su<br />
è di 5,3. L’aspettativa di<br />
popolazione,<br />
non giungeva ai 55 anni: ora è di<br />
vita<br />
anni per uomini e donne rispettiva-<br />
77/78<br />
mente.<br />
1958 erano due milioni gli analfabe-<br />
Nel<br />
e semi analfabeti, un terzo della popoti<br />
Solo il 15% dei giovani tra 15 e<br />
lazione<br />
anni poteva studiare.<br />
19<br />
di 600.000 bambini erano senza<br />
Più<br />
ma le spese per tutte queste voci<br />
scuola,<br />
immense nel bilancio...(Fonte:<br />
erano<br />
- Randy Alonso è il conduttore<br />
Granma<br />
trasmissione TV e Radio quotidiana<br />
della<br />
Tavola Rotonda).•<br />
GONZALEZ<br />
RENE<br />
SEHWERERT<br />
No 58738-004<br />
FCI Marianna<br />
P.O. Box 7007<br />
Marianna, FL 32447-7007
GIAMPIERO CAZZATO<br />
D opo<br />
l’omicidio di Giovanna<br />
Reggiani, la quarantasettenne<br />
romana uccisa da<br />
un immigrato romeno, il bar sulla<br />
piazza di <strong>Prima</strong> Porta ha messo<br />
all’ingresso la bandiera italiana: un<br />
modo per far capire che “qui siamo<br />
a casa nostra, qui comandiamo noi,<br />
non passa lo straniero”. «Peccato<br />
– racconta Marcello Emilio Tomassini,<br />
di “3 febbraio”, l’associazione<br />
che da anni si occupa di rom<br />
e migranti – che nello stesso bar di<br />
prima mattina servono superalcolici<br />
agli stranieri che stazionano lì<br />
davanti in attesa che qualche caporale<br />
li ingaggi». Paura e cinismo,<br />
sfruttamento ed intolleranza. E’<br />
lungo questo asse contorto che si<br />
deve provare a ragionare sull’integrazione<br />
mancata e sui sentimenti<br />
xenofobi che si allargano a macchia<br />
d’olio nelle periferie delle grandi<br />
città e di cui il governo Berlusconi<br />
si appresta ad essere - in barba al<br />
monito dell’Europa - l’ostetrica. Il<br />
passo verso il razzismo è breve. La<br />
destra ha vinto queste elezioni anche<br />
(non solo) perché ha dato una<br />
risposta tutta in chiave securitaria<br />
al fenomeno dell’immigrazione e<br />
alla presenza dei rom. E a Roma<br />
Gianni Alemanno è diventato sindaco<br />
anche (e non solo) perché ha<br />
giocato le sue carte sull’immigrazione<br />
“incontrollata”. Liquidare il<br />
tutto come intolleranza che non ci<br />
appartiene può essere anche consolatorio:<br />
loro sono i cattivi, noi<br />
i buoni. Ma non è così semplice.<br />
Non se in borgata ci vivi e se hai<br />
paura quando i tuoi figli escono la<br />
sera. Allora il punto è capire come<br />
costruire integrazione e regole in<br />
realtà che il disagio se lo portano<br />
dietro dalla nascita.<br />
Labaro, XX municipio, estrema<br />
periferia nord di Roma a ridosso<br />
del grande raccordo anulare e a<br />
due passi dal Tevere. «Qui - dice<br />
Gaetano Seminatore, segretario<br />
della locale sezione dei Comunisti<br />
italiani - durante la campagna elettorale<br />
giravano le voci più strane<br />
sulla realizzazione di nuovi campi<br />
nomadi. Tutte notizie infondate<br />
che però hanno esacerbato gli animi<br />
degli abitanti del municipio».<br />
Rom, extracomunitari, rumeni, «la<br />
gente non fa molta differenza».<br />
Pensa che se non ti rubano il lavoro<br />
(i rumeni) ti<br />
rubano in casa<br />
(i rom). Anzi,<br />
se possibile ce<br />
l’hanno più<br />
con i rumeni<br />
che con i rom,<br />
perché fanno<br />
casino, bevono,<br />
si sistemano a<br />
poche decine<br />
di metri da casa<br />
tua in baracche<br />
fatiscenti.<br />
La destra nel<br />
XX municipio<br />
14 Giovedì<br />
vince sempre. Stavolta ha stravinto.<br />
Al di là dei propri confini.<br />
Il municipio ha facce diverse: da<br />
una parte Labaro, borgata venuta<br />
su senza uno straccio di pianificazione<br />
urbanistica, dall’altra Vigna<br />
Clara, Collina Fleming. Nei quartieri<br />
bene gli immigrati li vedono<br />
solo di giorno: muratori e badanti.<br />
29 Maggio 2008<br />
XENOFOBI D’EUROPA<br />
Di qualunque<br />
cosa si<br />
dà la colpa<br />
agli “extracomunitari”<br />
e agli<br />
zingari, anchequando<br />
si tratta<br />
di episodi<br />
di violenza<br />
“made in<br />
Italy”<br />
Intolleranza e<br />
disagio sociale<br />
Convivenze: Labaro, periferia nord<br />
di Roma, dove i diversi fanno paura<br />
Lavorano e spariscono. Frattura di<br />
classe e, all’interno di questa, altre<br />
fratture, etniche, religiose, giù giù<br />
fino a far emergere nettamente i<br />
contorni di una brutta guerra tra<br />
poveri, dove chi ha poco se la prende<br />
con chi ha meno o addirittura<br />
niente. Tafferugli e risse tra italiani<br />
e stranieri e tra stranieri sono all’ordine<br />
del giorno. Pochi mesi fa c’è<br />
scappato pure il morto in una rissa<br />
tra rumeni davanti ad un bar. «Di<br />
qualunque cosa si dà la colpa agli<br />
“extracomunitari” - racconta Linda<br />
Federici, della sezione Pdci di<br />
Labaro – anche quando si tratta di<br />
episodi di violenza made in Italy».<br />
Parla di un brutto clima Linda: «Se<br />
una volta andavi al mercato a fare<br />
volantinaggio la gente si fermava,<br />
discuteva di politica. Oggi ti dicono<br />
a brutto muso: “perché difendete<br />
i delinquenti?”, “non li vogliamo,<br />
sono troppi”, “perché dobbiamo<br />
pagare le tasse per questi qui, si<br />
pensi prima a noi”. Anche elet-<br />
tori della sinistra. La nostra gente<br />
– scuote le testa Linda –. Il problema<br />
vero è che abbiamo avuto paura<br />
ad affrontare il fenomeno con il<br />
nostro punto di vista, da sinistra, e<br />
su questo la destra ha speculato a<br />
mani basse facendo un uso politico<br />
della paura. Molte certezze del<br />
passato si sono dissolte, niente più<br />
lavoro sicuro, nessuna possibilità di<br />
comprarsi una casa e l’insicurezza<br />
sociale ha preso la via della paura<br />
e dell’intolleranza. La battaglia che<br />
politica<br />
UE La Commissione, per bocca di Vladimir Spidla, «condanna vivamente qualsiasi forma di violenza nei confronti dei rom»<br />
Immigrati, l’Europa ci guarda<br />
«LA STORIA EUROPEA ci ha mostrato<br />
che razzismo, odio e intolleranza<br />
portano prima o poi<br />
inevitabilmente alla catastrofe,<br />
in ogni caso e senza eccezioni. Se<br />
non traiamo lezioni dal passato,<br />
siamo condannati a riviverlo».<br />
Non ha usato mezze parole il<br />
commissario europeo agli Affari<br />
sociali, il ceco Vladimir Spidla,<br />
solitamente molto cauto, per<br />
spiegare la posizione dell’esecutivo<br />
comunitario sulle violenze<br />
contro i rom degli ultimi giorni.<br />
Il monito è giunto all’inizio di un<br />
acceso dibattito al Parlamento di<br />
Strasburgo.<br />
«La Commissione - ha detto<br />
Spidla - condanna vivamente<br />
qualsiasi forma di violenza nei<br />
confronti dei rom e chiede agli<br />
Stati membri di garantire la sicurezza<br />
personale di tutte le persone<br />
che sono sul loro territorio».<br />
Parole che suonano come una<br />
denuncia dei recenti incidenti<br />
accaduti in Italia.<br />
La discussione in Europa arriva<br />
mentre il nostro paese vive<br />
clima da “caccia alle streghe” nei<br />
confronti degli immigrati e dei cittadini<br />
rumeni e rom, ed il governo<br />
mette in atto un’ossessiva campagna<br />
sulla sicurezza che chiama in<br />
causa la Ue, il trattato di Schengen<br />
e la direttiva europea sulla libera<br />
circolazione. Ma la “questione sicurezza”<br />
non può essere piegata ad<br />
emozioni o a logiche emergenziali.<br />
Lo stato di diritto impone che<br />
la responsabilità penale sia individuale<br />
e non può essere attribuita<br />
a categorie collettive. Deviare da<br />
questo principio sarebbe un precedente<br />
pericoloso che può portare<br />
alla criminalizzazione di interi<br />
gruppi etnici o di particolari nazionalità<br />
di migranti.<br />
dobbiamo intraprendere nelle periferie<br />
è lunga, prima di tutto culturale».<br />
D’altronde il “rinascimento<br />
romano” di Veltroni a Labaro si è<br />
visto poco o nulla, non c’è un teatro,<br />
un cinema, i giovani stanno stravaccati<br />
sui muretti tutto il giorno<br />
e hanno perso capacità critica e di<br />
analisi. Il pericolo non è l’ingiustizia<br />
sociale, la precarietà, è il rumeno<br />
che si ubriaca, il rom.<br />
Se poi è un rom italiano non<br />
importa, se ne deve andare lo stesso.<br />
Vicino al centro Rai di Saxa Rubra<br />
vive da qualche anno un piccolo<br />
nucleo di rom kalderasha, provenienti<br />
dall’ex Foro Boario, dove<br />
erano perfettamente integrati con<br />
il territorio e con gli altri soggetti<br />
che erano ospitati in quell’area che<br />
ha rappresentato un laboratorio<br />
sociale unico e positivo per Roma.<br />
Per far spazio all’Università Roma<br />
tre i rom kalderasha, tutti di cittadinanza<br />
italiana, furono mandati,<br />
su indicazione del comune nel<br />
campo sosta di Saxa Rubra, con<br />
la promessa che sarebbe stata una<br />
sistemazione temporanea. Promessa<br />
non mantenuta. In compenso<br />
sull’onda dell’allarme mediatico<br />
suscitato dalla tragica morte della<br />
Reggiani sono iniziate una seri di<br />
sgomberi che hanno interessato<br />
anche le famiglie di Saxa Rubra.<br />
Chi ha visitato quel campo è rimasto<br />
colpito dalla pulizia e dall’ordine<br />
che vi regnava, sembra un’area sosta<br />
di un campeggio per turisti. I bambini<br />
vanno a scuola, nonostante per<br />
molti lo sradicamento da Testaccio<br />
è stato traumatico. Eppure l’onda<br />
nera dell’intolleranza ha colpito<br />
anche loro. Ma non è detto che<br />
le “vittime” siano solidali tra loro:<br />
capita così che alcuni rom kalderasha<br />
votano Alemanno nel nome<br />
di quella stessa “sicurezza” che in<br />
questi giorni è sfociata in pogrom<br />
contro gli “zingari”. Rom contro<br />
rom. Una matassa difficile da sbrogliare<br />
se non si esce dalla logica dell’emergenza.<br />
E soprattutto se non si<br />
pensa a tenere insieme accoglienza<br />
dell’altro e sicurezza. Se non si restituisce<br />
dignità ai rom. Nel campo<br />
di Tor di Quinto vivono poco<br />
meno di 300 persone, in uno stato<br />
di degrado fortissimo. E il bello è<br />
che non è illegale. No, è solo stato<br />
abbandonato a se stesso. Salvo poi<br />
gridare all’allarme sociale.<br />
La domanda di sicurezza è legittima,<br />
ma non possiamo cadere<br />
nelle strumentalizzazioni create<br />
dalla destra per alimentare odio<br />
e xenofobia per meri fini politici.<br />
Ci sono problemi che vengono<br />
da lontano, come quelli prodotti<br />
dai processi di globalizzazione,<br />
che meritano un approccio meno<br />
superficiale e che non si possono<br />
affrontare con la sola logica securitaria.<br />
Il pacchetto “sicurezza” che introduce<br />
il “reato di clandestinità”<br />
non risolverà il problema. Vi sono<br />
circa 650 mila irregolari che lavo
politica<br />
DOMENICO GIOVINAZZO<br />
«L<br />
a maggioranza degli<br />
spagnoli crede che sia<br />
razzista e xenofoba la<br />
criminalizzazione dell’immigrazione<br />
clandestina». Marià Pere, segretario<br />
generale del Partito comunista<br />
catalano (Pcc), descrive così la reazione<br />
dell’opinione pubblica iberica<br />
ai provvedimenti adottati nel primo<br />
Consiglio dei ministri del IV governo<br />
Berlusconi riunito a Napoli. Le<br />
aspre critiche formulate da due ministri<br />
dell’esecutivo Zapatero, bollate<br />
dagli esponenti del Pdl e della Lega<br />
come “opposizioni ideologiche”,<br />
sono condivise dalla maggioranza<br />
della popolazione spagnola abituata,<br />
da tempo come noi italiani, a convivere<br />
con flussi migratori provenienti<br />
dai paesi del Nord Africa. Secondo<br />
Pere, che non usa mezzi termini,<br />
istituire il reato di immigrazione<br />
clandestina vuol dire schierarsi su<br />
«posizioni di ultradestra e fasciste».<br />
Poi specifica che «noi non pensiamo<br />
che gli italiani siano xenofobi. Tuttavia,<br />
in un periodo di crisi, la paura<br />
generalizzata può determinare una<br />
attrazione verso un discorso “chiaro”,<br />
semplicista e che esprime forza:<br />
un discorso fascista. Tanto più in<br />
un contesto come quello attuale, in<br />
cui la sinistra è debole e fa discorsi<br />
confusi o sottovaluta il problema<br />
dell’immigrazione.<br />
Come viene gestita l’immigrazione<br />
in Spagna? Avete anche<br />
voi i Cpt?<br />
Sono esistiti per un breve periodo<br />
di tempo durante il governo<br />
di destra. Però la pressione dei<br />
cittadini ha costretto il governo a<br />
cambiare strada.<br />
La legge italiana costringe un<br />
immigrato che voglia ottenere il<br />
permesso di soggiorno a una lunga<br />
trafila burocratica. Inoltre, c’è il<br />
paradosso che non si può avere un<br />
permesso di soggiorno se non si<br />
ha un lavoro, ma non si può avere<br />
un lavoro senza permesso di soggiorno.<br />
Anche in Spagna è così<br />
complicato?<br />
Sì, anche in Spagna il procedimento<br />
è complesso. Ma la mobilitazione<br />
dei sindacati e delle forze<br />
democratiche e di sinistra è andata<br />
modificando positivamente, in<br />
senso progressista, le diverse leggi<br />
sull’immigrazione. Così si è reso<br />
possibile il rilascio del permesso di<br />
rano in nero in Italia. Persone integrate,<br />
spesso ricattabili a causa<br />
della precarietà del loro lavoro;<br />
uomini e donne che dovrebbero<br />
essere regolarizzati e che la destra<br />
vuole confinare<br />
in carcere per la<br />
mancanza di un<br />
foglio di carta.<br />
Invece di<br />
brandire il<br />
reato di immigrazioneclandestina,<br />
il governo<br />
italiano<br />
dovrebbe, piuttosto,<br />
coordinare e rafforzare gli<br />
strumenti giudiziari e di polizia<br />
a livello europeo per colpire<br />
la criminalità organizzata e la<br />
tratta degli esseri umani, nonché<br />
utilizzare più efficacemente<br />
15<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
CLANDESTINITÀ<br />
L'intervista Marià Pere<br />
«SONO SCELTE<br />
DA FASCISTI»<br />
La Spagna critica il governo italiano<br />
soggiorno a chi non l’aveva. E’ stato<br />
un risultato delle negoziazioni sindacali<br />
e delle pressioni dei partiti di<br />
sinistra.<br />
Qual è la posizione del tuo<br />
partito sull’immigrazione clandestina?<br />
L’immigrazione clandestina risponde<br />
a necessità di sopravvivenza.<br />
Il Pcc fa una netta distinzione tra le<br />
mafie che gestiscono i traffici e le<br />
persone che, disperate dalle condizioni<br />
di vita nei loro paesi di origine,<br />
i fondi Ue per l’integrazione<br />
delle minoranze (fondi per cui<br />
l’Italia non ha nemmeno presentato<br />
domanda).<br />
Il governo italiano è sembrato<br />
isolato nel<br />
Parlamento<br />
europeo dove<br />
molti gruppi<br />
politici hanno<br />
fortemente<br />
stigmatizzato<br />
l’operato delle<br />
nostre autorità.<br />
Spetta<br />
alle forze democratiche<br />
della società italiana,<br />
reagire a questo clima di barbarie<br />
e mostrare che l’Italia è ancora<br />
un paese civile e degno di stare<br />
in Europa.<br />
UMBERTO GUIDONI<br />
si rivolgono a quelle mafie. Sono<br />
proprio queste ultime che devono<br />
essere criminalizzate, non i clandestini<br />
che cercano una alternativa<br />
di sopravvivenza, e che vengono<br />
nei nostri paesi a cercar lavoro. Le<br />
forze ultrareazionarie tentano di<br />
confondere i cittadini spiegando<br />
che clandestini e trafficanti sono la<br />
stessa cosa.<br />
Recentemente Mario Borghezio,<br />
europarlamentare leghista, ha<br />
parlato a Strasburgo di una proposta<br />
di legge del<br />
Governo regionalecatalano<br />
per porre un<br />
tetto al numero<br />
di studenti immigrati.Conosci<br />
questa<br />
proposta?<br />
Non c’è<br />
nessuna legge<br />
del genere,<br />
né approvata<br />
ne in fase di<br />
discussione.<br />
Anzi, mentre prima solo le scuole<br />
pubbliche accoglievano studenti<br />
immigrati, che venivano ripartiti<br />
tra i vari istituti, oggi il governo di<br />
sinistra ha esteso quest’obbligo anche<br />
alle scuole private che ricevono<br />
finanziamenti pubblici. Quanto riportato<br />
da Borghezio quindi è falso.<br />
Non solo il governo catalano non<br />
ha posto limiti, ma al contrario ha<br />
L’IMMIGRAZIONE<br />
CLANDESTINA<br />
RISPONDE<br />
A NECESSITÀ DI<br />
SOPRAVVIVENZA<br />
A centro pagina:<br />
una bambina<br />
rom. Sopra:<br />
il segretario<br />
generale<br />
del Partito<br />
comunista<br />
catalano, Marià<br />
Pere. Nella<br />
pagina accanto:<br />
la stazione di<br />
Labaro (Roma)<br />
esteso agli istituti privati l’obbligo di<br />
scolarizzare lo stesso numero di studenti<br />
immigrati rispetto alla scuola<br />
pubblica. Tutti i bambini e le bambine<br />
hanno il diritto a ricevere una<br />
istruzione nel paese in cui risiedono,<br />
a prescindere dalla loro nazionalità.<br />
Quali sono le battaglie che la<br />
sinistra spagnola sta combattendo<br />
sul tema dell’immigrazione?<br />
Stiamo lottando perché gli immigrati<br />
e le immigrate abbiano gli<br />
stessi diritti e doveri di qualunque<br />
cittadino Spagnolo. Lottiamo per<br />
ottenere l’integrazione degli immigrati<br />
e perché<br />
non si consolidino<br />
i ghetti, le<br />
emarginazioni,<br />
le discriminazioni<br />
e le esclusioni.<br />
Lottiamo<br />
contro il razzismo<br />
e la xenofobia.<br />
Facciamo<br />
proposte perché<br />
il migrante o la<br />
migrante si<br />
stabiliscano nel<br />
paese, perché<br />
non siano di<br />
passaggio. Ora, nel governo catalano<br />
di sinistra sono state approvate alcune<br />
leggi in questo senso. E in particolare,<br />
adesso stiamo dibattendo un<br />
Patto nazionale per l’immigrazione,<br />
e ovviamente pretendiamo che sia<br />
progressista.<br />
BENVENUTO<br />
ABDWAHD<br />
PINO SGOBIO<br />
C on<br />
il pacchetto sicurezza<br />
presentato la scorsa<br />
settimana in pompa<br />
magna a Napoli dal governo<br />
Berlusconi quater, nel corso del<br />
Cdm passato alla cronaca politica<br />
come il “cassonetto” dei ministri,<br />
viene introdotto nell’ordinamento<br />
giuridico del nostro paese una<br />
nuova classe di reato, in base alla<br />
quale si diventa colpevoli per la<br />
sola appartenenza a uno status<br />
sociale: la clandestinità. E’ ciò che<br />
succederà, d’ora in avanti, a tutti<br />
coloro i quali approderanno su<br />
fatiscenti navi alle coste italiane.<br />
E’ ciò che è successo ad Abdwahd,<br />
in italiano “Fortunato”, nella<br />
notte del 22 maggio scorso, a<br />
Lampedusa, quando, in barba<br />
a quanto veniva stabilito in<br />
Italia, ha deciso di nascere su<br />
un gommone sbalzato dalle<br />
onde, mentre una motovedetta<br />
della Marina militare andava<br />
incontro all’imbarcazione che<br />
aveva lanciato un allarme.<br />
Ben arrivato e buona fortuna<br />
Abdwahd, nato in quest’Italia<br />
che cambia in peggio!<br />
Secondo quanto previsto dal<br />
provvedimento governativo,<br />
infatti, si può f inire nelle patrie<br />
galere anche senza aver commesso<br />
nulla di illecito o di illegale ma<br />
solo per il fatto di esistere in<br />
quanto clandestino. In un sol<br />
colpo, il PdL riduce a macerie la<br />
cultura giuridica dell’Italia, sferra<br />
un attacco senza precedenti ai<br />
principi di umanità, tolleranza,<br />
solidarietà e convivenza, che<br />
da sempre caratterizzano la<br />
civiltà del nostro paese, e calpesta<br />
lo stesso dettato costituzionale,<br />
laddove, all’articolo 2, in<br />
materia di diritti inviolabili,<br />
fa esplicitamente riferimento<br />
all’uomo e non al cittadino.<br />
L’Ue – e tutte le persone<br />
realmente democratiche<br />
– rimangono impressionate dalla<br />
facilità e dalla scioltezza con cui<br />
l’esecutivo italiano ha proceduto<br />
a introdurre tale reato. Segno dei<br />
tempi e segnale inequivocabile,<br />
oltremodo caratteristico,<br />
dell’aspetto più retrivo, rozzo e<br />
razzista che contraddistingue<br />
questa compagine governativa.<br />
La decisione sul reato della<br />
clandestinità, che fa il paio con il<br />
piano anti rif iuti, è l’emblema<br />
di questo governo: autoritario<br />
e dispotico. Pensare di risolvere<br />
la questione immigrazione<br />
esasperando ed enfatizzando le<br />
percezioni di paura degli italiani,<br />
oppure preferire affrontare<br />
l’emergenza della pattumiera in<br />
Campania calando le decisioni<br />
dall’alto, non dialogando con la<br />
cittadinanza, inasprendo le pene<br />
per chi manifesta contrarietà<br />
e utilizzando l’esercito per<br />
militarizzare il territorio, è<br />
proprio da modello parafascista.<br />
Urge vigilare, quindi, a<br />
difesa della democrazia, aff inché<br />
Abdwahd – e con lui il nostro<br />
paese – non si senta colpevole di<br />
essere giunto qui da noi, fuggito<br />
da un altro paese – la Somalia<br />
– in preda alla totale rovina.
16<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
DIRITTI INUMANI<br />
MEDIO ORIENTE<br />
La violenza è proseguita anche<br />
in questo primo scorcio di<br />
2008, specialmente in Iraq e in<br />
Israele e Territori occupati palestinesi.<br />
In Iraq molti iracheni<br />
sono stati obbligati ad abbandonare<br />
le loro case; il numero<br />
di rifugiati è stimato a circa 2<br />
milioni, ai quali si aggiungono<br />
2,2 milioni di sfollati. In Palestina<br />
- fa sapere Amnesty - nei<br />
primi 4 mesi dell’anno oltre<br />
330 palestinesi (più della metà<br />
civili, bambini compresi), sono<br />
stati uccisi nel corso di attacchi<br />
israeliani, prevalentemente<br />
a Gaza. Nello stesso periodo,<br />
hanno perso la vita 14 civili e 9<br />
soldati israeliani. Inoltre, Israele<br />
ha proseguito a costruire il muro<br />
di 700 chilometri, a espandere<br />
gli insediamenti<br />
illegali e<br />
a demolire le<br />
abitazioni dei<br />
palestinesi a<br />
Gerusalemme<br />
Est e altrove.<br />
AFRICA SUBSAHARIANA<br />
Nel 2007 molte persone in<br />
Africa hanno continuato a vedere<br />
violati i propri diritti. I<br />
conflitti armati interni sono<br />
stati accompagnati da gravi violazioni<br />
dei diritti umani, come<br />
uccisioni illegali, tortura e stupri.<br />
E’ il caso di Somalia, Ciad,<br />
Darfur, Nigeria e del Congo<br />
dove, nonostante un “atto di<br />
impegno” (2008), prosegue,<br />
secondo Amnesty, il reclutamento<br />
dei bambini da parte dei<br />
gruppi armati, uccisioni di civili,<br />
torture e violenze sessuali.<br />
La “guerra al terrore” americana<br />
ha avuto un impatto crescente<br />
negli Stati del Corno d’Africa<br />
e in altre regioni del continente.<br />
A gennaio, si calcola che almeno<br />
140 persone in fuga dalla Somalia<br />
verso il Kenya siano state<br />
detenute dalle autorità kenyane<br />
e poi trasferite illegalmente. Oltre<br />
80 di questi detenuti sono<br />
stati trattenuti senza accusa né<br />
processo.<br />
In guerra come<br />
in democrazia<br />
Le violazioni denunciate da Amnesty<br />
Una manifestazione a Londra<br />
DOMENICO GIOVINAZZO<br />
«I<br />
AGGRESSIONI, FACILI PROFETI<br />
SEGUE DALLA PRIMA<br />
INSOMMA LA COLPA ultima pare<br />
essere degli stranieri per il solo fatto<br />
di esserci, di calpestare l’italico<br />
suolo. I fatti del Pigneto stanno<br />
alla destra neonazista come le ronde<br />
alla Lega. Per il segretario del<br />
Pdci Diliberto «Il raid e l’aggressione<br />
nella zona del Pigneto sono<br />
il frutto avvelenato del clima xenofobo<br />
indotto dalle politiche del<br />
governo». Se ripercorriamo le fasi<br />
della nascita e dell’avvento del fascismo<br />
rivediamo in parte lo stesso<br />
copione. Di fronte alle aggressioni<br />
più violente, alle esecuzioni sommarie<br />
di dirigenti sindacali, di amministratori<br />
e politici cattolici e di<br />
sinistra, che segnarono i primi anni<br />
leader mondiali devono porgere le proprie scuse<br />
per non aver realizzato la promessa di giu-<br />
stizia e uguaglianza contenuta nella Dichiara-<br />
zione universale dei diritti umani (Dudu)». E’ l’incipit<br />
dell’ultimo rapporto annuale di Amnesty international,<br />
presentato in questi giorni dall’organizzazione che tutela<br />
i diritti umani. Nell’introduzione si ricorda lo spirito<br />
lungimirante con cui 60 anni fa la Dudu fu approvata<br />
all’Onu, ma la realtà odierna è purtroppo lontana dalla<br />
realizzazione dei principi previsti in quel documento.<br />
Una situazione che non riguarda solo i tanti paesi dilaniati<br />
da conflitti o quelli governati da regimi autoritari,<br />
ma anche le democrazie occidentali di più antica tradizione.<br />
Ad esempio gli Stati Uniti: «L’amministrazione<br />
americana – si legge nel rapporto 2008 – ha proseguito<br />
nel tentativo di indebolire il divieto assoluto della<br />
tortura e dei maltrattamenti». E il presidente Bush «ha<br />
autorizzato la Cia a ricorrere ancora alla detenzione e<br />
agli interrogatori segreti, sebbene ciò si configuri come<br />
crimine internazionale». Il riferimento è alla pratica<br />
delle rendition, cui diversi stati dell’Unione europea<br />
hanno partecipato «voltandosi dall’altra parte o hanno<br />
colluso con la Cia nel sequestro, la detenzione segreta e<br />
il trasferimento illegale di prigionieri verso paesi in cui<br />
del suo avvento<br />
al potere il fascismo<br />
fece finta<br />
di non avere<br />
responsabilità<br />
dirette. E’ bene ri- ri-<br />
cordare che nei mesi che seguirono<br />
al sequestro di Matteotti lo stesso<br />
duce fece circolare ad arte voci che<br />
davano il dirigente socialista fuori<br />
dall’Italia, in una fuga d’amore.<br />
Il corpo di Matteotti fu ritrovato<br />
due mesi dopo il rapimento in un<br />
bosco a pochi chilometri da Roma.<br />
Ed è bene ricordare che con la “costituzionalizzazione”<br />
del fascismo<br />
lo squadrismo divenne un corpo<br />
dello stato.<br />
GIA. C.<br />
sono stati sottoposti a torture».<br />
Oltre a grandi potenze come la Russia, che «ha represso<br />
il dissenso politico e fatto pressione sui giornalisti<br />
indipendenti», anche molti paesi emergenti rappresentano<br />
contesti critici per i diritti umani. E’ il caso dell’India,<br />
consolidata democrazia in forte crescita economica:<br />
a Nandigram, nel Bengala occidentale, alcuni «agricoltori<br />
che protestavano contro l’istituzione di una Zona<br />
economica speciale per l’industria sono stati attaccati,<br />
feriti e uccisi grazie alla complicità della polizia».<br />
Il rapporto di Amnesty non manca di sottolineare alcuni<br />
importanti progressi – come l’approvazione all’Onu<br />
della moratoria sulla pena di morte, o le elezioni in Nepal<br />
dove i cittadini, mandando il partito comunista al potere,<br />
hanno espresso la volontà di veder rispettati i diritti<br />
umani – ma ricorda anche «il fallimento della leadership<br />
collettiva internazionale nel contrastare l’impunità e l’ingiustizia»<br />
con cui Israele continua da 60 anni a opprimere<br />
la popolazione palestinese. Nonostante la drammatica<br />
realtà emersa dal rapporto, secondo Amnesty ci sono<br />
motivi di ottimismo: «Il potere della gente di generare<br />
speranza e produrre il cambiamento è molto attivo nel<br />
60° anniversario della Dudu. La consapevolezza dei diritti<br />
umani si sta diffondendo a livello globale. I leader<br />
mondiali la stanno ignorando, a loro rischio».<br />
mondo<br />
POLITICA<br />
La sinistra e l’ambiente<br />
LA SINISTRA E l’ambiente. L’urgenza di intervenire,<br />
i problemi in lista d’attesa ormai da troppo tempo, le<br />
questioni aperte e quelle “riaperte” dal nuovo governo di<br />
centrodestra. Da qui è ricominciato lo scorso 23 maggio<br />
a Roma, nella redazione di Carta, il discorso sulla<br />
politica ambientale in Italia da parte di Verdi, Pdci, Prc<br />
e l’associazionismo. Tra gli aderenti a queste discussioni,<br />
che proseguiranno, sullo stato dell’arte: Riccardo Petrella,<br />
Massimo Serafini, Claudio Saroufim, Vezio De Lucia,<br />
Gianni Mattioli, Grazia Francescato, Georg Frisch e<br />
tanti, tantissimi altri. Discussione aperta, franca, a volte<br />
accesa. Il primo approdo di questo rinnovato impegno<br />
della sinistra sarà la manifestazione nazionale che si terrà<br />
a Milano il 7 giugno sul binomio clima ed energia (al<br />
tema dedicheremo spazio nel prossimo numero), preceduta<br />
il 5 da un’iniziativa che racconta crisi e storia del<br />
AMERICHE<br />
Nel centro di detenzione di<br />
Guantánamo Bay, diretto dagli<br />
Usa restano circa 270 prigionieri.<br />
7 detenuti “di alto valore” sono<br />
stati incriminati: 6 di essi erano<br />
stati vittime di sparizione forzata<br />
e forse di tortura nel contesto<br />
del programma di detenzioni<br />
segrete della Cia. Il settimo era<br />
stato sottoposto a torture e altri<br />
maltrattamenti nell’ambito del<br />
“piano di interrogatori speciali”<br />
autorizzato da Rumsfeld.<br />
ASIA<br />
In questa regione, i casi più<br />
eclatanti di violazioni di diritti<br />
umani, secondo Amnesty, sono<br />
quello dell’Afghanistan dove nei<br />
primi 4 mesi si contano 120 vittime<br />
civili a causa di violenze di<br />
gruppi antigovernativi e attacchi<br />
suicidi; nell’ex Birmania è proseguita<br />
la repressione nei confronti<br />
delle persone coinvolte<br />
nelle proteste del 2007. Almeno<br />
700 prigionieri di coscienza<br />
rimangono tuttora in carcere.<br />
EUROPA<br />
Una macchia nera: le rendition.<br />
Nonostante siano emerse prove<br />
che hanno confermato la<br />
complicità degli Stati europei, i<br />
governi continuano a non mostrare<br />
volontà politica sul tema.<br />
Il Vecchio continente, inoltre, si<br />
distingue in negativo per le restrizioni<br />
ai diritti dei migranti. In<br />
particolare, Amnesty denuncia<br />
le discriminazioni basate sull’identità<br />
nei confronti di rom,<br />
rimasti ampiamente esclusi dalla<br />
vita pubblica, impossibilitati<br />
a godere di diritti e vittime di<br />
crimini dettati dall’odio.<br />
nucleare. «La società non è la stessa del periodo che evocò<br />
il nucleare» spiega infatti nel suo intervento Massimo Serafini,<br />
del direttivo di Legambiente, che dice che «l’attuale<br />
scelta climatica è insidiosa». Insomma ci sono di mezzo<br />
le imprese, gli ex ambientalisti, gli affari... poi compaiono<br />
anche i cavilli, le leggi, anche quelle che non esistono<br />
come racconta l’urbanista Vezio De Lucia che fa il<br />
punto su cementificazione, speculazione, diritti edificatori<br />
(assenti nell’ordinamento italiano) citando il caso Roma,<br />
non quello dell’ormai mitico “modello” veltroniano ma lo<br />
scempio della Capitale - del parco dell’Appia antica per<br />
esempio - documentato da Report. E adesso, “In marcia<br />
per il clima” (per adesioni marcia.clima@legambiente.eu),<br />
dal titolo dell’iniziativa che ci sarà a Milano tra meno di<br />
dieci giorni, il prossimo approdo della discussione.<br />
ANTONELLA DE BIASI
mondo 17<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
BEIRUT Suleiman dovrà nominare il successore di Siniora<br />
Libano, le sfide<br />
del presidente<br />
Foto di<br />
Hussein<br />
Malla/<br />
Lapresse<br />
MAURIZIO MUSOLINO<br />
A lla<br />
proclamazione dell’elezione<br />
di Michel Suleiman<br />
alla presidenza del Libano<br />
in molti hanno tirato un sospiro di<br />
sollievo. La paura che qualcosa potesse<br />
all’ultimo minuto impedire la<br />
realizzazione di uno dei punti principali<br />
dell’accordo raggiunto a Doha<br />
la settimana scorsa fra le varie forze<br />
politiche libanesi – che aveva scongiurato<br />
lo sprofondare in una nuova<br />
guerra civile di cui si erano viste<br />
pericolose avvisaglie – era vivissima.<br />
Le misure di sicurezza segnavano<br />
codice rosso, ma tutto poteva rivelarsi<br />
insufficiente. La storia recente<br />
e passata ci ha insegnato, infatti, che<br />
il Paese dei cedri può incendiarsi<br />
anche per banali incidenti. Ma così<br />
non è stato, e per ora il Libano<br />
sembra avviarsi verso un periodo di<br />
relativa tranquillità. Il condizionale<br />
è sempre d’obbligo.<br />
A Doha infatti si è trovata una<br />
intesa che con equilibrio e realismo<br />
fotografa la situazione attuale del<br />
paese. Senza particolari forzature<br />
ma con un impegno, di tutti, a preservare<br />
quanto restava dello Stato.<br />
Garante di un patto del genere non<br />
poteva che essere chi in questi anni<br />
aveva guidato l’esercito libanese,<br />
riuscendo a tenerlo fuori dalle dispute<br />
e facendolo affermare come<br />
uno dei pochi collanti nazionali. Lo<br />
aveva fatto durante la guerra del luglio<br />
2006, non ostacolando la resi-<br />
stenza che si opponeva all’invasione<br />
israeliana, lo aveva fatto reprimendo<br />
con il pugno di ferro le milizie qaediste<br />
nel campo di Naher al Bared;<br />
lo aveva fatto restando neutrale<br />
durante gli scontri che nei giorni<br />
scorsi avevano messo a ferro e fuoco<br />
il centro della capitale. Il generale<br />
Michel Suleiman si era conquistato<br />
così, sul campo prima ancora<br />
che nella sede del Parlamento, la<br />
qualifica di garante del suo popolo.<br />
Adesso il neo presidente dovrà<br />
iniziare delle difficili consultazioni<br />
per arrivare in tempi stretti a definire<br />
la nomina di un nuovo primo<br />
ministro, che sostituirà il filo-statunitense<br />
Siniora, dando così vita a un<br />
governo di unità nazionale che vedrà<br />
al suo interno la presenza di ben<br />
11 membri dell’opposizione guidata<br />
da Hezbollah e dal cristiano Aoun<br />
e che avrà il compito di portare il<br />
Libano alle elezioni politiche della<br />
prossima primavera.<br />
Ma le incognite sono tutte dietro<br />
l’angolo. Gli accordi di Doha<br />
segnano indiscutibilmente una vittoria<br />
dell’opposizione che si vede<br />
riconoscere il ruolo di veto sul futuro<br />
esecutivo e una mini riforma<br />
elettorale che dovrebbe permettere<br />
una qualche maggiore rappresentatività<br />
del prossimo Parlamento.<br />
Non ci scordiamo che in Libano il<br />
sistema confessionale impedisce a<br />
un partito come quello comunista,<br />
nonostante un forte radicamento<br />
sociale e territoriale, di avere una<br />
qualsivoglia rappresentanza a causa<br />
del suo rifiuto a sottostare a queste<br />
logiche. A Doha ha vinto la voglia<br />
dei libanesi di rinascere, di vivere,<br />
ma soprattutto di essere libanesi,<br />
indipendentemente da tutte le ingerenze<br />
straniere, siano queste arabo-islamiche<br />
(Siria e Iran e Arabia<br />
saudita) o filo occidentali (Usa,<br />
Francia e Italia). L’esatto contrario,<br />
quindi, di quello che l’amministrazione<br />
Bush ha tentato di far prevalere<br />
in questi anni. Bush ha cercato<br />
di usare il piccolo Paese dei cedri<br />
come ennesimo laboratorio per lo<br />
sgretolamento degli stati unitari in<br />
favore di un iperconfessionalismo<br />
che già ha prodotto nefasti risultati<br />
in Iraq. Da qui i principali rischi.<br />
Vorrà l’amministrazione americana<br />
rispettare questa pace libanese?<br />
Accetterà, chi ha fatto dello<br />
scontro preventivo e della guerra<br />
di civiltà la sua arma preferita, un<br />
accordo frutto del dialogo fra parti<br />
fino a ieri contrapposte? E infine<br />
Israele, lo stato ebraico da sempre<br />
grande regista delle divisioni del<br />
Libano, avrà la capacità di confrontarsi<br />
con un Medio Oriente<br />
composto da stati sovrani e non da<br />
vassalli dell’inquilino di turno della<br />
Casa Bianca? Come sempre in<br />
Libano sono in gioco disegni ben<br />
più grandi di quanto questa piccola<br />
nazione grande come l’Abruzzo<br />
potrebbe far pensare.<br />
MONTEVIDEO Un’azione comune e permanente<br />
L’esperienza<br />
del Foro, tra<br />
passato e futuro<br />
STEFANO FEDELI<br />
I l<br />
14° incontro del Foro di San<br />
Paolo (Fsp) è parte importante<br />
del processo di rilancio di quella<br />
istanza, promossa per la prima volta,<br />
dal Pt di Lula nel 1991. Potremo<br />
dire che con la vittoria di Monsignor<br />
Lugo in Paraguay, a capo di<br />
una coalizione opposta al Partito<br />
Colorado (che aveva governato per<br />
60 anni) forse si sta concludendo<br />
una fase. Un lungo percorso che<br />
ha visto i candidati progressisti<br />
vincere in tutti i Paesi escluso la<br />
Colombia di Uribe. Quanto questo<br />
corrisponda al superamento del<br />
modello neoliberista e delle nefaste<br />
conseguenze economiche, sociali,<br />
culturali e politiche sui popoli latinoamericani<br />
è da analizzare e con<br />
molta attenzione e precisione. Non<br />
solo perché, come più volte abbiamo<br />
detto e scritto, i nuovi governi<br />
del continente non sono assimilabili<br />
tout court alla stessa idea di società.<br />
Ma anche e soprattutto perché “la<br />
reazione del sistema” è partita ed in<br />
alcuni casi si è già portata<br />
avanti con il lavoro. In<br />
questo vedo una analogia<br />
con la recente esperienza<br />
dell’ultimo Governo<br />
Prodi: ovvero la politica<br />
dei due tempi, prima risanare<br />
poi risarcire, che<br />
spesso - forse quasi mai<br />
- si riesce a portare avanti.<br />
Di più: mentre si tenta<br />
di risanare, le oligarchie si<br />
adeguano, si modellano, resistono,<br />
rallentano i processi e li sabotano.<br />
Non è un caso che i governi che<br />
di più stanno soffrendo in questo<br />
momento sono quelli con “progetti<br />
di società” veramente diversi, Bolivia,<br />
Venezuela ed in parte l’Ecuador.<br />
Ora per il Foro si tratta di non<br />
solo immaginare il futuro possibile<br />
ma di tentare di costruirlo a partire<br />
da quanto sin qui ha contribuito a<br />
realizzare. I documenti preparatori<br />
parlano di obbiettivi strategici per<br />
il prossimo futuro che devono contemplare<br />
la riaffermazione del Fsp<br />
come lo spazio di riferimento della<br />
Sinistra del Continente. Ambito di<br />
dibattito puntuale dove produrre<br />
idee condivise che possano orientare<br />
la quotidiana azione politica<br />
nazionale delle forze che ne fanno<br />
parte. Si tratta di “riviltalizzare“<br />
l’agenda politica dell’integrazione<br />
regionale e continentale, affrontando<br />
con più determinazione<br />
strategica, i dossier rilevanti fra i<br />
quali infrastrutture, energia, finanza,<br />
commercio e complementarietà<br />
produttiva. Per arrivarci, servirà<br />
perfezionare la strategia politica<br />
del Foro. Intanto assumendo i<br />
principali conflitti continentali in<br />
una forma condivisa e ratificata<br />
nelle conclusioni dell’incontro di<br />
questo anno. Decisivo sarà il coinvolgimento<br />
permanente e concre-<br />
to delle forze politiche attive nei<br />
principali processi e nei governi di<br />
ciascun Paese. Senza una maggiore<br />
assunzione di responsabilità da<br />
parte degli attori principali il Foro<br />
corre il rischio concreto di non<br />
essere in grado di rielaborarsi partendo<br />
dai risultati sin qui ottenuti.<br />
La lotta alla fame ed alla povertà,<br />
radicamento della democrazia sia<br />
formale che partecipativa, la lotta<br />
alle disuguaglianze, sviluppo ed<br />
integrazione sociale.<br />
Queste le questioni che devono<br />
costituire la base di un programma<br />
comune di azioni congiunte. Un<br />
programma ambizioso non solo<br />
negli intenti ma anche soprattutto<br />
nelle politiche concrete dei governi<br />
e partiti. Si dovranno adottare<br />
nuove forme di lavoro che, senza<br />
abbandonare le istanze formali<br />
ed informali esistenti, permettano<br />
di sostenere nel modo migliore le<br />
sfide, coordinando e alimentando<br />
confronti ed esperienze su questioni<br />
di interesse comune. Natural-<br />
mente si pensa anche di adeguare<br />
la struttura organizzativa coinvolgendo<br />
i nuovi e diversi interpreti<br />
che rendano possibile e concreta<br />
un’azione coordinata, permanente<br />
ed immediata. Insomma fra le<br />
righe leggiamo la preoccupazione<br />
forte di sentirsi appagati dai risultati<br />
sin qui ottenuti. Così come il<br />
rischio che comporta misurare<br />
l’identità del Fsp con una strategia<br />
di livello superiore indispensabile<br />
a difendere prima e consolidare<br />
poi i giovani e fragili governi del<br />
cambiamento. In particolare proprio<br />
quelli che sono impegnati a<br />
costruire progetti di società non<br />
solo alternativi ma profondamente<br />
diversi. Morales, impegnato nella<br />
lotta alle oligarchie che puntano<br />
dichiaratamente alla disgregazione<br />
del Paese. Chavez, costretto ormai<br />
da tempo a contrastare intense<br />
campagne denigratorie portate<br />
avanti dai media in maggioranza a<br />
lui ostili. Infine Correa, in Ecuador,<br />
alle prese con la reazione della più<br />
potente confederazione indigena,<br />
che rivendica il diritto esclusivo<br />
sulle risorse naturali, contestandogli<br />
il disegno di restituirle al<br />
popolo intero. Insomma difficile<br />
il compito del Fsp schiacciato fra<br />
un recente passato di importanti<br />
successi ed un incombente futuro<br />
ricco di insidie.
PAGINA 20<br />
Le tracce<br />
di Napoli.<br />
Intervista<br />
agli Almamegretta<br />
CANNES (FRANCIA)<br />
MAURIZIO ERMISINO<br />
I confini del mio linguaggio sono i confini del mio mondo.<br />
PROBABILMENTE CHI SCRIVE di cinema<br />
non dovrebbe interessarsi particolarmente<br />
di applausi, incassi,<br />
dichiarazioni d’intenti e qualsivoglia<br />
elemento collaterale ai<br />
film stessi. Eppure, isolando il<br />
caso Gomorra, la buona acco-<br />
glienza al festival di Cannes e<br />
soprattutto il successo di pubblico<br />
nelle sale italiane del film<br />
di Matteo Garrone, assumono<br />
un valore che esula dalla mera<br />
commercializzazione di un film<br />
per investire la sfera dell’urgenza<br />
del suo assunto. Questo senza voler<br />
riproporre la vecchia e oziosa questione<br />
dell’eccessivo pedagogismo<br />
che connatura storicamente la produzione<br />
italiana e financo la sua ricezione<br />
(portata a valutare il cinema in<br />
virtù del valore del suo messaggio<br />
La Campania della camorra<br />
è una zona di guerra, in cui<br />
l’associazione a delinquere ha<br />
sostituito lo Stato e le imprese: crea<br />
le sue leggi e mantiene la propria<br />
gente. Matteo Garrone ha drammatizzato<br />
Gomorra, il libro inchiesta<br />
di Saviano, traendone cinque<br />
storie che ci raccontano non solo<br />
che cos’è la camorra, ma cosa significhi<br />
convivere con essa, respirarla<br />
dalla nascita fino alla morte, viverla<br />
come l’unica realtà possibile.<br />
Lo stile di Garrone si avvicina al<br />
neorealismo, per la scelta degli attori,<br />
presi dal teatro o dalla strada,<br />
facce e corpi irripetibili e indelebili.<br />
E per il lavoro sui luoghi, gli stessi<br />
dove nascono le storie. Lo sguardo<br />
di Garrone sugli ambienti è impietoso,<br />
freddo. Lo squallore di certi<br />
ambienti, come le case/caserme di<br />
Scampia o le discariche, è qualcosa<br />
che si respira, si vive, si può quasi<br />
toccare.<br />
Hai girato davvero nei luoghi<br />
della camorra. Che sensazioni<br />
hai avuto?<br />
In partenza qualche preoccupazione<br />
ce l’ho avuta, vista la situazione<br />
in cui si trova Saviano. Stando lì<br />
mi sono accorto della grande disponibilità<br />
di tutti a partecipare al film.<br />
La gente ha addirittura contribuito<br />
attivamente, aiutandomi nella ricostruzione<br />
di certi dettagli. Erano i<br />
primi spettatori del film: stavano<br />
dietro ai monitor mentre giravo, e<br />
dibattevano tra di loro.<br />
Rispetto ad altri film sulle mafie,<br />
qui non si parla di politica.<br />
Raccontare la corruzione politica,<br />
che c’è, non mi sembrava così<br />
sorprendente. Anche il libro di Saviano<br />
fa capire che dietro a questa<br />
situazione c’è una responsabilità<br />
politica, ma si concentra su altri temi.<br />
Il film viene da questo libro, che<br />
poteva dar vita a cento film diversi:<br />
noi abbiamo scelto di raccontare<br />
delle storie dal basso, dal punto di<br />
vista umano, di mostrare in che<br />
maniera le vite delle persone sono<br />
18<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
CULTU E<br />
condizionata dal sistema, i conflitti<br />
che vivono e le conseguenze delle<br />
loro scelte.<br />
Che sistema è?<br />
Evidentemente è una sorta di<br />
ecosistema, di giungla, ed è questa<br />
la cosa che mi ha colpito di più: anche<br />
per come ne parlano i media,<br />
dall’esterno si è portati a credere che<br />
ci siano i cattivi e i buoni; quando lo<br />
osservi dall’interno capisci che esiste<br />
una zona grigia, in cui la legalità<br />
e l’illegalità si mescolano, il buono e<br />
il cattivo si confondono.<br />
Nel film si parla anche dei<br />
rifiuti: vediamo come arrivino<br />
dal Nord. La responsabilità è di<br />
LA RECENSIONE<br />
Il cinema civile<br />
che fa bene all’Italia<br />
invece che della questione<br />
morale e politica che mette<br />
in campo), ma semplicemente<br />
rilevando l’importanza per<br />
il film di arrivare a un pubblico<br />
più vasto possibile.<br />
Il successo di un film di cui<br />
ormai si sa tutto, fornisce così<br />
anche una chiave interpretativa<br />
delle sue scelte realizzative e<br />
quindi una nuova possibilità di<br />
lettura delle stesso. Dall’esigenza<br />
di arrivare a “tutti” quindi, la<br />
spinta a un cinema chiaro,<br />
SE OSSERVI<br />
QUESTO MONDO<br />
DALL’INTERNO<br />
NON CI SONO<br />
BUONI E CATTIVI<br />
diretto e in equivoco, che rifugge ogni ariosità,<br />
ma che gela il sangue proprio in virtù<br />
di ciò che mostra. Non è assolutamente<br />
l’unica strada per un cinema civile, ma è altresì<br />
vero che nel caso di Gomorra, la scelta<br />
si dimostra funzionale alla trasposizione<br />
cinematografica del romanzo-inchiesta di<br />
Roberto Saviano, la cui ricchezza descrittiva<br />
è nota. Non è un caso allora che la stampa<br />
internazione ha tessuto lodi trasversali<br />
a Gomorra, ma anche sollevato giustificati<br />
dubbi su una certa insistita antispettacolarizzazione.<br />
Un film col freno tirato è l’accusa<br />
che si è fatta più di frequente alla pel-<br />
L'intervista Matteo Garrone<br />
tutta l’Italia?<br />
Senz’altro: sicuramente il rapporto<br />
tra l’Occidente ricco e il Sud<br />
del mondo sfruttato è un tema ancora<br />
più ampio, mondiale. Il libro<br />
di Saviano è per tanti aspetti innovativo,<br />
mi ha colpito la sua capacità<br />
di descrivere le dimensioni del fenomeno<br />
a livello mondiale, come<br />
la camorra investe e si ramifica nel<br />
mondo. Non è solo un problema<br />
locale. E il fatto che il film abbia<br />
avuto un’accoglienza così buona<br />
a Cannes, a livello internazionale,<br />
mi fa pensare che abbia vari livelli<br />
di lettura.<br />
Che domande ti ha fatto la<br />
LUDWIG WITTGENSTEIN, FILOSOFO<br />
PAGINA 21<br />
Roma,<br />
Quarticciolo.<br />
Il teatro<br />
e l’antica<br />
borgata<br />
licola. Una tesi legittima ma incompleta,<br />
perché Gamorra è sì, un film nero e senza<br />
speranze, sempre attento a non presentare<br />
il mondo della criminalità in modo affascinante.<br />
Ma in particolar modo è un film<br />
animato dal comprensibile desiderio di<br />
riappropriarsi di una contemporaneità che<br />
ci sfugge in modo irreversibile. E’ questo<br />
contatto col presente che manca alla stragrande<br />
maggioranza del cinema italiano,<br />
commerciale o autoriale che sia. E non è<br />
in gioco la quantità di finzione, ma la capacità<br />
di messa a fuoco di una società che si<br />
dimostra sempre meno intellegibile con gli<br />
strumenti tradizionali della politica, delle<br />
scienze sociali e infine del cinema. La sua<br />
essenzialità semi documentarista non getta<br />
Gomorra nel volga del cinema didascalico,<br />
perché le storie umane raccontate aprono<br />
squarci di ottimo cinema e lasciano addosso<br />
un disagio difficilmente rimuovibile.<br />
A. A.<br />
Ho filmato<br />
la zona grigia<br />
“Gomorra” e i luoghi di Saviano<br />
In alto: Toni Servillo<br />
sul set di “Gomorra”<br />
Il regista Matteo Garrone.<br />
In alto: Toni Servillo<br />
stampa estera?<br />
La domanda più ricorrente era<br />
se mi sentivo in pericolo, avendo<br />
tratto il film da un libro di uno scrittore<br />
minacciato di morte. Ci sono<br />
state varie letture del film, e vuol<br />
dire che è arrivato a tutti.<br />
In Gomorra c’è una<br />
stana fusione tra arte<br />
e vita: molti degli<br />
attori erano sullo<br />
schermo quello<br />
che sono nella<br />
vita.<br />
Per il mio modo<br />
di lavorare l’incontro<br />
tra la persona<br />
e il personaggio<br />
è importante, è<br />
sempre una sorta<br />
di matrimonio in<br />
cui si confondonono<br />
l’uno e l’altro.<br />
Quando Quando giro faccio<br />
molta attenzione ai<br />
luoghi, ai volti, perché<br />
entrambi parlano.lano.<br />
E poi verifico<br />
e riscrivo la sceneggiatura,<br />
e sono<br />
disposto anche a<br />
tradirla, se vedo<br />
che dall’esterno<br />
mi arriva qualche<br />
idea. Qui ho avuto<br />
la fortuna di lavorare con molti<br />
attori che vengono da esperienze<br />
in carcere, che hanno portato sullo<br />
schermo il loro vissuto. Così come<br />
molti ragazzi che vivono a Scampia<br />
e fanno teatro. Sono tutti attori, ma<br />
con alle spalle esperienze profonde<br />
che hanno portato dentro al film.<br />
Il cinema ha preso molto dalla<br />
malavita, ma anche dato: vediamo<br />
ragazzi che si ispirano a Scarface.<br />
Scarface è emblematico: la villa<br />
dove giocano i due ragazzi è quella<br />
di Schiavone, un boss ora in carcere,<br />
che aveva dato la cassetta di Scarface<br />
all’architetto dicendo: voglio una<br />
villa come quella di Tony Montana.<br />
La villa che vediamo all’inizio è<br />
proprio quella.
culture 19<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
ALL’OMBRA DEL VESUVIO<br />
Napoli, Grecia<br />
e piombo<br />
sotto la pelle<br />
ADRIANO MARENCO<br />
è in sala.<br />
Napoli è l’ombeli-<br />
“Gomorra”<br />
co di piombo del<br />
mondo. Napoli è tragedia greca,<br />
il destino inchiodato all’assenza<br />
di futuro, il piombo sotto la<br />
pelle, lo sguardo appassionato e<br />
glaciale, a volte un lampo di speranza.<br />
Napoli è il territorio artisticamente<br />
più fertile d’Italia.<br />
Napoli è cinema. Le sue contraddizioni,<br />
le frizioni eruttano<br />
scintille. Uno dei punti d’irradiazione<br />
è stata la scena teatrale<br />
a partire dal gruppo “Falso<br />
Movimento” di Mario Martone.<br />
Molto del cinema migliore<br />
degli ultimi anni viene da là.<br />
Napoli è un set pulsante dove si<br />
mescolano vita e morte, furore<br />
e comprensione. Gettiamo un<br />
breve sguardo sull’architettura<br />
mentale e fisica del set Napoli<br />
degli ultimi anni. Ecco allora le<br />
opere straordinarie di Antonio<br />
Capuano come Vito e gli altri,<br />
1991, storia presa dalla cronaca,<br />
i botti dell’ultimo dell’anno<br />
diventano i botti degli spari di<br />
un padre contro la famiglia.<br />
Vito resta orfano e diventa un<br />
killer bambino a 12 anni. Film<br />
di crudezza disarmante; Luna<br />
rossa, 20<strong>01</strong>, che è una canzone<br />
sul tradimento, qui la camorra<br />
diventa atemporale, eternamente<br />
fissata nell’Orestiade di<br />
Eschilo. Un capolavoro assoluto,<br />
straziante. Bellissimo anche<br />
La guerra di Mario, 2005. Altro<br />
protagonista è Mario Martone<br />
con L’amore molesto, 1995,<br />
film sull’ambigua ripetizione<br />
nei meandri della memoria<br />
del corpo da madre a figlia nei<br />
meandri di Napoli; Teatro di<br />
guerra, 1998, dove Napoli incontra<br />
ancora la tragedia eterna<br />
e fratricida nella compagnia<br />
che prova I sette contro Tebe di<br />
Eschilo nei Quartieri Spagnoli<br />
e vuole rappresentarla nella Sarajevo<br />
distrutta dalla guerra.<br />
Altri protagonisti sono Palo<br />
Sorrentino, artista di fama<br />
internazionale, L’uomo in più,<br />
20<strong>01</strong>; Francesco Patierno che<br />
con Pater Familias, 2003, ci dà<br />
uno sguardo architettonico,<br />
glaciale che strappa le budella<br />
su una generazione senza padri.<br />
E ancora Vincenzo Marra,<br />
Vento di terra, 2004; Antonietta<br />
de Lillo, Non è giusto, 20<strong>01</strong>;<br />
i fratelli Frazzi, Certi bambini,<br />
2004; Diego Olivares, I cinghiali<br />
di Portici, 2003; Giuseppe<br />
M. Gaudino che in Giro di lune<br />
tra terra e mare, 1998, narra<br />
il dramma della disgregazione<br />
fisica e mentale di Pozzuoli.<br />
Infine gli attori protagonisti<br />
di questo cinema da Anna<br />
Bonaiuto, Carlo Cecchi, Toni<br />
Servillo, Andrea Renzi a Licia<br />
Maglietta. Il tessuto connettivo<br />
comune è una città che vive e<br />
marcisce continuamente e continuamente<br />
si muove restando<br />
fissata al suo destino.<br />
Il cartoon sull’eccidio di Sabra e Chatila<br />
CANNES (FRANCIA)<br />
ADRIANO AIELLO<br />
Se un festival cinematografico<br />
dello spessore e della<br />
storia di Cannes, attraverso<br />
la sua selezione, si fa inevitabilmente<br />
specchio dei tempi<br />
che stiamo vivendo, l’edizione<br />
2008 getta una pietra tombale<br />
su una contemporaneità nera e<br />
deprimente. Perché a Cannes<br />
quest’anno non c’è stato spazio<br />
per il sorriso, ma solo per il dolore,<br />
la desolazione e l’angoscia<br />
per il futuro. Come per le famiglie<br />
senza speranza di Three<br />
Monkeys del turco Nuri Bilge<br />
Ceylan, o in Tokyo Sonata di<br />
Kurosawa Kyoshi. Come per il<br />
nostro Gomorra, o per Serbis che<br />
fa parlare di sé per le fellatio reali,<br />
o per altre furbe provocazioni,<br />
ma che racconta le Filippine con<br />
una disperazione che inquieta.<br />
Durezze di sguardo ma anche<br />
un’insopprimibile esigenza di<br />
riappropriarsi di una memoria<br />
storica che vacilla, come negli<br />
italiani Sangue pazzo e Il Divo,<br />
nel documentario di finzione<br />
cinese 24 City o nello straordinario<br />
Changelling di Clint Eastwood.<br />
Grande spazio anche<br />
alle biografie, in un festival, che<br />
mai come quest’anno, si è soffermato<br />
sui percorsi individuali,<br />
o raccontano pezzi di vita, estrapolati<br />
dal quotidiano, con risultati<br />
artisticamente discutibili, o<br />
centrando lo sguardo su personaggi<br />
di grande rilievo come nel<br />
fluviale biopic che Soderbergh<br />
ha dedicato al Che, o come nello<br />
splendido Hunger, ritratto del<br />
martire della resistenza nord-irlandese<br />
Bobby Sands.<br />
Ma è stato soprattutto il festival<br />
del discusso Waltz with<br />
Bashir, il film israeliano che ha<br />
in prima istanza dimostrato<br />
(come fu per Persepolis) che è<br />
possibile fare un cinema politico<br />
anche attraverso un linguaggio<br />
inaspettato, come quello dei car-<br />
WALTZ WITH BASHIR<br />
Libano<br />
danza di sangue<br />
toon. Che in un’opera antimilitarista<br />
funge soprattutto da messaggio,<br />
suggerendo l’idea che<br />
non esiste autentica possibilità<br />
di rappresentazione realistica<br />
dell’orrore di una strage falangista<br />
come quella che nel 1982<br />
colpì tremila rifugiati palestinesi<br />
che si trovavano nei campi profughi<br />
di Sabra e Shatila alla periferia<br />
di una Beirut ancora sotto<br />
il fuoco della guerra civile. Il<br />
titolo Waltz with Bashir si riferisce<br />
alla danza con mitra, di un<br />
soldato, che spara all’impazzata,<br />
sotto il ritratto gigante di Bashir<br />
Gemayel, il politico libanese ucciso<br />
in un attentato prima dell’investitura<br />
a Presidente della<br />
Repubblica ed è il risultato del<br />
costante lavoro di Ari Folman,<br />
documentarista della televisione<br />
israeliana, impegnato a far luce<br />
sulla situazione politica e sociale<br />
dei territori occupati. 2.300<br />
tavole disegnate e poi animate<br />
dallo studio dello stesso Folman,<br />
il Bridgit Folman Film Gang,<br />
con un interessante miscuglio di<br />
animazione tradizionale, tridimensionale<br />
e in Flash, per questo<br />
suo secondo esperimento di<br />
animazione, dopo che nel 2004<br />
aveva girato una serie televisiva<br />
dal titolo Parashat Ha-Shavua.<br />
Ed è proprio Folman in persona<br />
a fare da ponte con i fatti<br />
raccontati per ricordare quello<br />
che aveva vissuto durante il<br />
servizio militare in Libano nel<br />
1982 e che aveva del tutto rimosso.<br />
Attraverso le nove testimonianze<br />
registrate riaffiorano<br />
dalla memoria i terribili fatti<br />
di Beirut. Eppure, nonostante<br />
l’importanza dell’operazione e<br />
l’attenta ricostruzione dei fatti, il<br />
film non arriva completamente<br />
al nocciolo quella questione e il<br />
nodo politico rimane sospeso<br />
nel limbo di una pratica discorsiva<br />
piuttosto compromissoria.<br />
Se il lavoro sulla memoria<br />
storica è innegabile - come an-<br />
Un’immagine<br />
tratta dal<br />
film animato<br />
presentato a<br />
Cannes “Waltz<br />
with Bashir”<br />
sull’eccidio<br />
di Sabra e<br />
Chatila del 1982<br />
in Libano<br />
Il discusso<br />
lavoro di<br />
Ari Folman,<br />
documentarista<br />
della<br />
tv israeliana,racconta<br />
i terribili<br />
fatti di Beirut<br />
del 1982<br />
per sensibilizzare<br />
i<br />
giovani all’obiezione<br />
di coscienza<br />
che è indubbiamente vero che il<br />
film non risparmia critiche dirette<br />
o indirette alla possibile connivenza<br />
di Ariel Sharon, allora<br />
ministro della difesa israeliano<br />
- Folman sembra concentrarsi<br />
eccessivamente sull’universale<br />
bruttura della guerra attraverso<br />
un percorso suggestivo e onirico,<br />
che suggerisce il primato della<br />
psicologia sulla storia. Non è un<br />
caso che il suo primo obiettivo<br />
dichiarato è quello di sensibilizzare<br />
i giovani israeliani alla pra-<br />
Amatissimi gli italiani del 61esimo<br />
Festival del cinema di Cannes<br />
che portano a casa il Gran<br />
premio della giuria a Il Divo di<br />
Paolo Sorrentino e il Grand Prix<br />
a Gomorra di Matteo Garrone,<br />
tratto dal best seller di Saviano.<br />
E la Palma d’oro va, dopo ventuno<br />
anni, alla Francia: vince Entre<br />
les murs di Laurent Cantet. Premiate<br />
opere anti-hollywoodiane<br />
in toto, che somigliano al suo<br />
presidente – il contestatore e<br />
“anti-Bush” Sean Penn.<br />
Fra i film, gli autori e gli attori<br />
premiati si notano Le silence de<br />
Lorna dei fratelli Dardenne, premiato<br />
per la sceneggiatura;<br />
il Che ritratto da Steven<br />
Soderbergh, premiato<br />
per l’interpretazione di<br />
Benicio Del Toro; Linha<br />
da paso di Walter Salles,<br />
premiato per l’interpretazione<br />
di Sandra Corveloni,<br />
una matura esordiente. The<br />
Exchange di Clint Eastwood<br />
ha avuto un grottesco premio<br />
di consolazione; Tre<br />
scimmie del turco Nuri Bilge<br />
Ceylan è stato premiato per<br />
la regia; il Conte de Noel di Arnaud<br />
Desplechin invece ha dato<br />
modo di premiare Catherine<br />
Deneuve, immancabile come il<br />
tappeto rosso della croisette.<br />
A. S.<br />
tica dell’obiezione di coscienza,<br />
anche conscio dello stress posttraumatico<br />
che colpisce molti<br />
militari, afflitti da incubi e deliri.<br />
Uno scopo legittimo e in coerenza<br />
con il suo film, ma che<br />
nella realtà dei fatti, gli permette<br />
di minimizzare le responsabilità<br />
israeliane per l’accaduto, attraverso<br />
il ricorso alla metodologia<br />
assolutoria più classica, ovvero<br />
quella che vede i persecutori<br />
come delle pedine in un gioco<br />
comandato dall’alto.
EMILIANO CORARETTI<br />
20 Giovedì<br />
STEREO<br />
Si i sente una eco di anni No- Novanta<br />
in Vulgus, il nuovo disco<br />
degli Almamegretta. Ma nessuno<br />
si azzardi a parlare di operazione<br />
nostalgia. Perché sì, è vero,<br />
questa volta la band partenopea ha<br />
deciso di mettere insieme gli amici<br />
di un tempo: dall’ex frontman del<br />
gruppo, Raiz, che canta in Guarda<br />
annanz’, , a Julie Higgins, la cantante<br />
che li ha accompagnati nelle loro<br />
tournée più importanti. Però, se<br />
uno ripensa alla storia di Gennaro<br />
Tesone e compagni, non ha nulla<br />
di cui meravigliarsi: «Gli Almamegretta<br />
- spiega il fondatore del<br />
gruppo - è sempre stato un laboratorio<br />
sempre poco definibile. E<br />
probabilmente è proprio per questo<br />
motivo motivo che non siamo mai riusciti<br />
a fare un disco simile all’altro. Anche<br />
se c’è stato un momento in cui<br />
ci veniva richiesto». Per capire bene,<br />
bisogna tornare<br />
alla metà degli<br />
E’ impossi- anni Novanbile<br />
per una ta. Dopo che<br />
band nata l’esordio Figli di<br />
e cresciuta Annibale ne<br />
nella città fece<br />
partenopea<br />
fare un disco<br />
senza<br />
questa impronta:<br />
un<br />
mondo pieno<br />
di storia<br />
e tradizioni<br />
conoscere il sound dal respiro internazionale<br />
e Sanacore diventò un<br />
autentico disco di culto, con Lingo<br />
gli Almamegretta arrivarono a<br />
diventare delle pop star. O quasi.<br />
«Ricordo il concerto a Napoli per<br />
la presentazione dell’album: c’era<br />
davvero tanta gente, quasi a voler<br />
dimostrare che in quel periodo potevamo<br />
accontentare tutti».<br />
Da Lingo sono passati dieci<br />
anni esatti. E anche se la band<br />
ha subìto diversi cambiamenti,<br />
oggi gli Almamegretta sembrano<br />
aver trovato un suono che guarda<br />
al passato senza il rischio di facili<br />
ammiccamenti, continuando a<br />
LO SCRITTORE ISRAELIANO Abraham B.<br />
Yehoshua è noto in tutto il mondo, ed anche<br />
in Italia, per i suoi romanzi in parte ambientati<br />
ai giorni nostri ed in parte rivolti ad indagare<br />
la storia passata dell’ebraismo attraverso<br />
le vicende di personaggi che, pur colti nella<br />
loro dimensione familiare, sono governati<br />
dalla religione attraverso i suoi riti ed i suoi<br />
precetti. Da un suo romanzo Viaggio alla fine<br />
del millennio egli stesso ha ricavato il libretto<br />
dell’opera. Parrebbe che l’impulso iniziale del<br />
progetto sia partito proprio dallo scrittore,<br />
che, secondo quanto da lui stesso dichiarato,<br />
con l’avanzare dell’età (è nato nel 1936) ha<br />
cominciato ad amare il melodramma e dopo<br />
aver studiato numerosi libretti d’opera, per<br />
comprenderne lo spirito e le esigenze formali,<br />
ha deciso di predisporre il testo poetico da<br />
affidare alla musica di Josef Bardanashvili, un<br />
israeliano nato in Georgia. Il frutto di questa<br />
collaborazione, Viaggio alla fine del millennio,<br />
opera lirica in dieci scene (che ebbe la sua pri-<br />
29 Maggio 2008<br />
L'intervista Almamegretta<br />
CONFLITTI<br />
Yehoshua si dà all’Opera<br />
ma nel 2005 in Israele) è approdato all’Opera<br />
di Roma nella messa in scena originaria e con<br />
i cantanti, il corpo di ballo, il<br />
coro e l’orchestra dell’Opera<br />
di Tel Aviv.<br />
La storia, ambientata<br />
nel 999, dunque in pieno<br />
medioevo, narra del conflitto<br />
che sorge fra persone unite<br />
da legami familiari a causa<br />
delle differenti consuetudini<br />
matrimoniali. Yehoshua,<br />
sefardita di antica famiglia<br />
di Gerusalemme, e dunque<br />
ebreo “orientale” in un paese,<br />
Israele, votato alla cultura ed<br />
ai modi di vita occidentali<br />
esercitare una sana voglia di<br />
sperimentazione: «Sapevamo<br />
che mettendo insieme<br />
ben nove cantanti diversi<br />
- continua a spiegare Gennaro<br />
- rischiavamo una sorta<br />
di effetto compilation. Ma volevamo<br />
che Vulgus fosse il frutto<br />
delle nostre esperienze, una sintesi<br />
di quello che siamo<br />
sempre<br />
stati. E<br />
poi<br />
“Vulgus” , un mix sonoro istintivo<br />
CHI<br />
I napoletani Almamegretta, con<br />
Raiz alla voce, formano la band nel<br />
1991 e fin da subito si impongono<br />
sulla scena musicale italiana con il<br />
primo mini-album Figli di Annibale.<br />
Nel 1993 esce il primo cd Animamigrante,<br />
ed è proprio durante la<br />
produzione di quel disco che avviene<br />
l’incontro con Stefano “D.Rad”,<br />
soundman del gruppo, morto tragicamente<br />
nel 2004 in un incidente<br />
stradale e al quale è stato dedicato<br />
un concerto all’Auditorium di Roma<br />
con tanti ospiti musicali illustri.<br />
Foto:<br />
Mario<br />
Di Bonito<br />
Da quella serata è stato tratto un<br />
“instant cd”. Negli anni successivi<br />
si consolida il successo della band<br />
partenopea (Sanacore, Indubb, Lingo,<br />
ecc.). Nel 2003 Raiz lascia la<br />
band per intraprendere la carriera<br />
solista, quindi ha inizio una nuova<br />
fase della storia degli Almamegretta<br />
con Lucariello e le voci femminili<br />
prima di Patrizia Di Fiore e poi di<br />
Zaira e Marina. Nel 2006 esce Dubfellas,<br />
primo cd stumentale e nel<br />
2008 Vulgus, con ospiti come Raiz<br />
e Massive Attack.<br />
La soprano Larissa Tetuev<br />
crediamo che il suono del cd sia<br />
anche il risultato di tutti i live che<br />
facciamo anche quando non siamo<br />
in tour per presentare un prodotto<br />
nuovo».<br />
Nelle quindici tracce dell’album<br />
c’è la voglia di ballare e quella<br />
di creare un mix sonoro “istintivo” e<br />
facilmente riconoscibile, l’esigenza<br />
di essere mediterranei e quella di<br />
restare napoletani: «E’ impossibile,<br />
per una band nata e cresciuta a<br />
Napoli, fare un disco senza lasciarci<br />
dentro tracce della città. Ma all’inizio<br />
delle registrazioni ci siamo detti:<br />
“Non facciamoci tentare dalla<br />
situazione, non scriviamo canzoni<br />
deve aver vissuto personalmente la lacerazione<br />
fra due visioni della vita per molti aspetti<br />
contrastanti, ne ha sicuramente<br />
tratto ispirazione per<br />
questo testo come anche pel<br />
suo libro più famoso Il signor<br />
Mani. Su un piano più<br />
generale il conflitto che egli<br />
mette in scena alla fine del<br />
primo millennio adombra<br />
il ben più violento conflitto<br />
che stiamo oggi vivendo -<br />
Israele e Palestina ne sono<br />
la ferita sanguinante - tra<br />
mondo occidentale e mondo<br />
orientale.<br />
Il regista, Omri Nitzan,<br />
culture<br />
per piangerci addosso”. Abbiamo<br />
così cercato di trasformare Napoli<br />
in un simbolo: nella voglia di essere<br />
parte di un mondo pieno di storia e<br />
di tradizione. La nostra città ne ha<br />
da vendere, di storia: solo che ormai<br />
quel Rinascimento che si respirava<br />
qualche tempo fa si è trasformato<br />
in puzza di mondezza….». Per affrontare<br />
Napoli in modo diverso,<br />
questa volta gli Almamegretta si<br />
sono anche lasciati aiutare.<br />
Tra gli ospiti di Vulgus, infatti,<br />
IL TOUR<br />
Prosegue il<br />
tour degli Almamegretta:<br />
il<br />
3/7 a Corsico<br />
(Mi), il 4 a<br />
Nervi (Ge), il<br />
5 a Grottammare<br />
(Ap), il<br />
17 a Napoli<br />
con Raiz, più<br />
Massive Attack,<br />
il 23 a<br />
Suisio (Bg), il<br />
25 a Staranzano<br />
(Go), il 27<br />
a Roma. Ad<br />
agosto: il 9 a<br />
Melfi (Pz), il 10<br />
a Cervinara<br />
(Av), l’11 a<br />
Montefalcone<br />
di Val Fortore<br />
(Bn) e il 23 a<br />
Cotronei (Kr)<br />
c’è anche Peppe<br />
Lanzetta, storica<br />
voce della città,<br />
attore e autore<br />
di un testo fondamentale<br />
come<br />
Figli di un Bronx<br />
minore, e nel disco<br />
voce recitante<br />
di Bum Bum:<br />
«L’incontro con<br />
Peppe è stato<br />
naturale. Come<br />
naturale è stato<br />
ascoltare la sua<br />
voce nel nostro<br />
album: del resto<br />
noi e lui abbiamo<br />
sempre<br />
fatto due percorsi<br />
paralleli,<br />
raccontando<br />
un po’ le stesse<br />
cose con due<br />
linguaggi simili<br />
ma non uguali».<br />
“Naturale”, in<br />
questo momento di ritorno alle<br />
origini, è stata anche la re-union<br />
con i Massive Attack. La collaborazione<br />
tra gli Almamegretta e<br />
la band di Bristol rimane ormai<br />
negli annali della musica dello<br />
scorso decennio (avete presente<br />
il remix del brano Karmacoma?).<br />
Ma se si chiede a Gennaro cosa si<br />
aspetta dal concerto del 17 luglio<br />
al Neapolis Festival, quando il suo<br />
gruppo (con Raiz alla voce) aprirà<br />
il live dei maestri del trip hop, lui<br />
non ha dubbi: «Vogliamo divertirci,<br />
suonare con dei vecchi amici e<br />
non lasciarci andare alla nostalgia.<br />
Che non fa mai bene».<br />
ha solo in parte colto questo aspetto di attualità<br />
politica, preferendo una lettura fiabesca<br />
che evidenziasse la magia del viaggio, gli<br />
abbandoni sentimentali e gli spunti comici<br />
ben assecondato dalla costumista e scenografa<br />
(Ruth Dar). Quanto alla musica l’impressione<br />
di sintesi è che l’autore sia un frutto<br />
maturo della stagione dei grandi compositori<br />
russi del secolo scorso e persino del nostro<br />
Puccini per la struttura complessiva dell’opera<br />
che, pur dando molto spazio al declamato,<br />
fa ancora ricorso alle arie, ai concertati, ai<br />
duetti e agli ensemble. In definitiva quella di<br />
Bardanashvili, alla sua prima prova nell’opera<br />
lirica, può essere definita una musica colta,<br />
per alcuni tratti accademica, molto legata alle<br />
origini georgiane dell’autore. Le pagine più<br />
apprezzate, dove ha saputo mettere in mostra<br />
le sue migliori qualità musicali sono quelle,<br />
molto numerose, affidate al coro, accattivanti<br />
e di grande presa emotiva.<br />
GUIDO CORAZZIARI
culture<br />
La Costituzione<br />
che “resiste”<br />
Ninni Bruschetta porta in scena<br />
“poesia e necessità” del testo del ’48<br />
DIEGO VINCENTI<br />
A<br />
SIPARIO<br />
scorrere la Costituzione viene<br />
la pelle d’oca. Emozione<br />
e angoscia. Perché ormai<br />
sembra quasi che parli ad un altro<br />
Paese. Diritto al lavoro, pace,<br />
uguaglianza, libertà religiosa, democrazia.<br />
Con la cronaca (nera e<br />
politica) a contraddirla quotidianamente.<br />
Ma nonostante insulti,<br />
minacce e tradimenti, la Costituzione<br />
resiste. Per ora. Fragile<br />
baluardo cartaceo di unità e valori<br />
universali, arriva a compiere i 60<br />
anni dall’entrata in vigore. Era il<br />
primo gennaio 1948 e l’Italietta<br />
cercava di riscoprirsi grande dopo<br />
i fasci-deliri. Come i giornali, anche<br />
il teatro è da sempre sensibile<br />
agli anniversari, e ogni tanto qualche<br />
buon’anima ancora considera<br />
il palcoscenico riflesso privilegiato<br />
della realtà. Di tutte le realtà.<br />
Nasce così, dove non ti aspetti,<br />
uno dei progetti più interessanti<br />
legato a questi 60 anni. Merito del<br />
Teatro del Quarticciolo, impegnatosi<br />
nella sua prima produzione<br />
(alle spalle il Teatro di Roma)<br />
che pare segnare qualcosa di più<br />
di una semplice volontà artistica.<br />
(In)diretta dichiarazione d’intenti,<br />
per un palcoscenico giovane<br />
giovane ma già amatissimo. A<br />
dirigere La Costituzione (in prima<br />
nazionale dal 2 al 4 giugno)<br />
Ninni Bruschetta, tante volte visto<br />
a teatro e al cinema (Luchetti,<br />
Giordana, Battiato), ora spinto<br />
dal desiderio di riscoprire il conosciuto,<br />
di riappropriarsi di ciò che<br />
già dovrebbe appartenere.<br />
«Il primo obiettivo è quello<br />
di spiegare che cosa sia la Costituzione<br />
– sottolinea – perché in<br />
realtà ben pochi la conoscono.<br />
Poi come al solito a teatro, ad<br />
emergere è il racconto: della sua<br />
nascita, della sua vitalità, come<br />
anche dell’indifferenza e delle pericolose<br />
violazioni che minano la<br />
natura stessa della democrazia e<br />
della Repubblica. Una democrazia<br />
assente, non perché non siamo<br />
liberi, ma perché non abbiamo<br />
reali governi del popolo, solo governi<br />
di sistema. Quello scarto fra<br />
il palazzo e la nazione di cui già<br />
parlava Pasolini. Ma lo spettacolo<br />
è anche il racconto dei principi e<br />
dei valori che la sostengono, che<br />
ne fanno un testo umano, quasi<br />
poetico nella sua essenzialità».<br />
Poetico e necessario. Ma certo<br />
difficile da mettere in scena. Un<br />
lavoro in divenire che parte dal<br />
Ventennio (con la lettera di Einstein<br />
a Mussolini sulla libertà del-<br />
la scienza), passa per<br />
Trilussa e si concentra<br />
infine sui primi 54 articoli,<br />
declinati in un<br />
rito teatrale che apre<br />
fessure, dubbi, nuove<br />
resistenze. Con al centro sempre<br />
l’attore. «Ci sono 3 o 4 professionisti,<br />
il resto sono studenti, appassionati,<br />
gente comune. Tutti legati<br />
al territorio, parte integrante di<br />
questo quartiere popolare antico<br />
e bellissimo, che ora sta anche<br />
scoprendo il teatro. Ed è incredibile<br />
come il luogo abbia da subito<br />
avuto una forza attrattiva magnetica.<br />
Ci sono mascherine che du-<br />
INSCENA<br />
SERATA D’ADDIO. Fino al 1°<br />
giugno. Di e con Paolo Villaggio,<br />
al Teatro della Cometa di Roma.<br />
Tre atti unici ispirati dalle opere<br />
di Cechov e Pirandello. Villaggio,<br />
in forma e solo sul palcoscenico,<br />
ci regala Il fumo uccide (ispirato a<br />
Il tabacco fa male di Cechov), Una<br />
vita all’asta (da Il canto del cigno<br />
di Cechov) e L’ultima fidanzata<br />
(ispirato a L’uomo dal fiore in bocca<br />
di Pirandello). Ironico, cattivo,<br />
grottesco, divertente, Villaggio<br />
racconta intermezzi di vita e di<br />
teatro, di maschera e di uomo<br />
in solitudine coi suoi demoni e i<br />
suoi ricordi romantici.<br />
A CURA DI A. D. B.<br />
La sala del nuovo Teatro-biblioteca<br />
del Quarticciolo a Roma, diretto da Paola<br />
Cortellesi e Valerio Mastandrea (nella foto<br />
a destra); a sinistra: Ninni Bruschetta, attore<br />
e regista de “La Costituzione”<br />
rante le prove stanno<br />
lì a sentirsi quattro<br />
ore di laboratorio<br />
che mi romperei le<br />
palle io di ascoltare.<br />
Eppure rimangono<br />
lì, dalla prima all’ultima parola»<br />
racconta l’attore. Professionismo<br />
e la freschezza del non scolarizzato.<br />
Sensibilità libere che donano<br />
sfumature nuove alle dinamiche<br />
drammaturgiche.<br />
Sul palco, un’umanità varia:<br />
dall’operaio che finalmente ci<br />
prova, al musicista palestinese, fino<br />
a una giovane madre che alle<br />
19 deve inderogabilmente staccare<br />
(causa famiglia). Non tutti<br />
d’altronde si possono permettere i<br />
fusi orari teatrali… E tra le pieghe,<br />
la celebre conferenza di Calamandrei<br />
all’Umanitaria di Milano (26<br />
gennaio 1955). «Un testo meraviglioso<br />
- conclude Bruschetta - in<br />
cui si sottolinea come la Costituzione<br />
sia stata scritta con il sangue<br />
della Resistenza, in opposizione al<br />
fascismo. Calamandrei lo diceva,<br />
non certo un pericoloso bolscevico.<br />
E senza rivalsa politica, come<br />
il dato di fatto quale è». Teatro<br />
che si schiera, senza nascondersi<br />
nei salotti della cultura. Sarebbero<br />
piaciuti a Calamandrei, il progetto<br />
e questo teatrino di periferia. Molto.<br />
A lui che, oltre a ricordare la<br />
lotta antifascista, censurava la passività<br />
di fronte agli avvenimenti:<br />
“una delle offese che si fanno alla<br />
Costituzione è l’indifferenza alla<br />
politica”. Lunga vita allora. E che<br />
sia Resistenza. Ora e sempre.<br />
Giovedì 29 Maggio 2008 21<br />
Al nuovo<br />
Teatro del<br />
Quarticciolo<br />
a Roma, lo<br />
spettacolo<br />
sarà in primanazionale<br />
dal 2 al 4<br />
giugno. Sul<br />
palco anche<br />
un operaio e<br />
un musicista<br />
palestinese<br />
NELLA CAPITALE<br />
L’antica borgata<br />
e il palcoscenico<br />
Era l’ex mercato coperto del quartiere. Una<br />
costruzione terminata nel 1960, buttata<br />
lì, proprio nel cuore. Ma da qualche mese<br />
è divenuto il nuovo Teatro-Biblioteca del<br />
Quarticciolo a Roma, avveniristico che pare<br />
di stare a Parigi. Con l’antica borgata a far<br />
spazio al palcoscenico. All’improvviso. Girato<br />
un angolo. Parte del progetto dei Teatri<br />
di Cintura (insieme a Tor Bella Monaca e al<br />
Lido ad Ostia), è stato dato in gestione allo<br />
Stabile che ne ha affidato la direzione alla<br />
coppia Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea.<br />
Già anomali solo per la carta d’identità, figurarsi<br />
nello spirito.<br />
E’ nata così una mezza stagione sorprendente,<br />
fra teatro e letteratura, con nomi di<br />
richiamo e interessantiscoperte.<br />
Morale,<br />
platea piena<br />
ogni sera. Ora<br />
si concretizza<br />
anche l’impegnoproduttivo,<br />
con il<br />
progetto sullaCostituzione<br />
e i suoi<br />
sessant’anni.<br />
Il 2 giugno<br />
il debutto<br />
del lavoro sul territorio curato da Ninni Bruschetta.<br />
Intorno, come satelliti, letture pubbliche,<br />
incontri e il curioso lavoro dell’associazione<br />
culturale livornese “Teatro del Porto”: da<br />
qualche tempo se ne vanno in giro a chiedere<br />
alle persone che cosa ne pensano della Costituzione.<br />
Terrore nel quartiere. Video-indagine<br />
che sarà trasmessa durante i giorni di festa.<br />
E sarà curioso sentire come si è trasformata la<br />
borgata, quali le nuove sensibilità, cosa si dice<br />
fra i vicoli. Che una volta Quarticciolo significava<br />
Resistenza, il Gobbo e la sua banda, gli<br />
immigrati pugliesi e non, che alle strade davano<br />
il nome del paese che lasciavano. Mentre<br />
ultimamente lo si ricordava soprattutto<br />
per aver visto i primi calci al pallone di Paolo<br />
Di Canio… Segno dei tempi.<br />
In via Castellaneta, fra viale Palmiro Togliatti<br />
e via Prenestina. Info: 06 98951725 o<br />
www.teatrobibliotecaquarticciolo.it.<br />
D. V.
22<br />
Giovedì 29 Maggio 2008<br />
Comunisti a Vicenza<br />
Il laboratorio dell’unità<br />
Il 23 maggio 2008 ha avuto luogo a Vicenza un’iniziativa sull’unità<br />
dei comunisti con (tra gli altri) Gianluigi Pegolo e Oliviero Diliberto.<br />
E’ una scommessa. Vicenza è, da sempre, una città e una<br />
provincia moderata, prima democristiana e ora leghista, per molti è un<br />
simbolo: per Berlusconi che spesso è qui per le sue campagne elettorali<br />
e mediatiche; per la Lega che ha qui il suo parlamento del nord; per il<br />
Pd che sperimenta qui le rotture delle alleanze (come alle provinciali<br />
del 2007) e le candidature emblematiche (Calearo); per i padroni che<br />
sperimentano qui, approfittando di un sindacato debole e di una sinistra<br />
ancor più debole, le loro “nuove” forme di contrattazione, la delocalizzazione<br />
selvaggia, lo sfruttamento intensivo delle persone e del<br />
territorio, l’uso degli organi di informazione (di cui sono proprietari)<br />
che li fanno apparire “moderni”, “buoni”, “sorridenti”. Ma Vicenza è<br />
un simbolo anche per chi si oppone alla costruzione della nuova base<br />
Usa al Dal Molin.<br />
I comunisti, comunque, sono pochissimi, esclusi dagli organi di informazione,<br />
con scarsissime risorse. Eppure la bella sala dei Chiostri<br />
di Santa Corona è stracolma. Arrivano donne, uomini e tanti giovani.<br />
Si salutano compagni che non si vedevano da tempo, cittadini che<br />
partecipano per la prima volta a una manifestazione di comunisti. Per<br />
Vicenza è una cosa straordinaria. Alvise (Giovani comunisti), parla per<br />
primo e presenta la serata. Poi è la volta di Trevisan (No Dal Molin).<br />
Dinucci (manifesto) illustra lo scenario internazionale con la consueta<br />
competenza e chiarezza. Interviene Giovanni Baron, operaio di una<br />
grande fabbrica di Bassano del Grappa, comunista italiano, e parla di<br />
condizioni nei luoghi di lavoro, di speranze deluse, della progressiva<br />
cancellazione della solidarietà di classe. Dice della debolezza di un sindacato<br />
troppo attento a difendere diritti già acquisiti, poco propositivo,<br />
raramente conflittuale. Un discorso breve, sincero e appassionato che<br />
afferma un’esigenza: la politica deve tornare in fabbrica. I lavoratori si<br />
sentono abbandonati ma hanno ancora l’esigenza di costruire una prospettiva<br />
di cambiamento della società. Vogliono poter sperare ancora.<br />
Dopo l’intervento di Pegolo del Prc, il segretario nazionale del Pdci<br />
Oliviero Diliberto conclude la serata, iniziando proprio dalla necessità<br />
di avere ancora speranza. La storia non è finita e la ricostruzione di una<br />
prospettiva di cambiamento non può procedere che da quelle forze organizzate<br />
della sinistra italiana che da sempre hanno lottato per la difesa<br />
e l’affermazione dei principi costituzionali. Dai comunisti appunto.<br />
Il Pdci non si scioglie, si mette a disposizione di questo grande progetto.<br />
E’ un appello accorato all’unità dei comunisti. La platea ascolta con<br />
attenzione. La sala è piena zeppa di cittadini e lo resterà fino alla fine.<br />
Gli applausi sono continui quando si parla dei valori, degli ideali che<br />
devono tornare ad essere fondamento della politica, quando si parla<br />
della falce e martello non come simbolo di un passato glorioso, ma di<br />
una prospettiva. Applausi convinti quando Diliberto parla di necessità<br />
di conflitto sociale riportando la politica nei luoghi di lavoro, di esigenza<br />
che la cultura sia il motore del fare politica. Ma soprattutto quando,<br />
concludendo, dice di quanto sia necessaria la diversità comunista<br />
in Italia. Di come sia attuale la questione morale così come l’ha posta<br />
Enrico Berlinguer quasi trent’anni fa. In un tempo di omologazione<br />
è indispensabile costruire e mantenere vivo un partito che sia diverso<br />
dagli altri, che dia speranza di poter trasformare la società. Un Partito<br />
Comunista. La serata finisce con la convinzione che stiamo percorrendo<br />
un strada difficile e piena di insidie, ma che ce la faremo.<br />
GIORGIO LANGELLA<br />
SEGRETARIO PDCI VICENZA<br />
VENETO<br />
PADOVA. 4 giugno ore 20,30. Presso<br />
la Federazione Pdci, via Fra’<br />
Gerolamo Eremitano 24, attivo<br />
provinciale delgi iscritti,<br />
interviene Severino<br />
Galante, segreteria<br />
nazionale Pdci.<br />
ROVIGO. 29 maggio<br />
ore 20,30. Presso la<br />
sala Arci, via Trieste.<br />
Attivo provinciale<br />
degli iscritti, interviene<br />
Severino Galante, segreteria<br />
nazionale Pdci.<br />
EMILIA ROMAGNA<br />
PAVULLO NEL FRIGNANO<br />
(MO). 30 maggio ore 20,30. Sala<br />
Consiliare della Comunità Montana,<br />
piazza Montecuccoli, presentazione<br />
del libro: “Lotte di<br />
classe e Costituzione. Diagnosi<br />
dell’Italia repubblicana”, di Andrea<br />
Catone. Ne discutono con<br />
l’autore: Piergiorgio Bergonzi, se-<br />
COME ABBONARSI<br />
Annuale (50 numeri)<br />
• postale<br />
€ 36,00<br />
• coupon in edicola<br />
€ 44,00<br />
• sostenitore<br />
€ 155,00<br />
• enti e associazioni<br />
greteria nazionale Pdci, Marcello<br />
Graziosi, scrittore.<br />
MARCHE<br />
ANCONA. 30 maggio ore 17,30.<br />
Sala comunale audiovisivi, via Bernabei<br />
30: “Unire i comunisti per<br />
ricostruire la sinistra e il fronte<br />
democratico”. Intervengono: Enrico<br />
Massera, tecnico Telecomsegretario<br />
sezione Prc, Ciro Argentino,<br />
operaio Thyssen Krupp<br />
Torino.<br />
PUGLIA<br />
MODUGNO (BA).<br />
30 maggio ore 21.<br />
Sala Beatrice Romita,<br />
via Maranda<br />
52: “I lavoratori si<br />
organizzano per ridare<br />
centralità e sicurezza<br />
al lavoro”. Introduce Sebastiano<br />
Pantaleo, sezione “Karl<br />
Marx” zona industriale Bari-Modugno;<br />
conclude, Gianni Pagliarini,<br />
segreteria nazionale Pdci.<br />
SARDEGNA<br />
TRAMATZA (OR). 30 maggio ore<br />
16. Presso il Centro Servizi: comitato<br />
regionale sulla situazione<br />
politica. Interviene Pino Sgobio,<br />
segreteria nazionale Pdci.<br />
€ 51,00<br />
• estero<br />
€ 130,00<br />
Semestrale (25 numeri)<br />
€ 18,00<br />
Numeri arretrati<br />
www.larinascita.net<br />
distribuzione@larinascita.net<br />
€ 4,00<br />
tel 06.68400824<br />
fax 06.68892730<br />
c. c. p. 30756696<br />
intestato a LAERRE<br />
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Gli abbonamenti possono anche essere sottoscritti telefonicamente<br />
pagando con la carta di credito. La stessa modalità di pagamento potrà<br />
essere utilizzata per le copie destinate alla diffusione militante. Per<br />
informazioni telefonare dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,30 alle ore 14,30<br />
al numero 06.68400824.<br />
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essere comunicati a soggetti pubblici, in aderenza ad obblighi di legge e a soggetti privati per<br />
trattamenti funzionali all’adempimento del contratto. L’elenco aggiornato di tutti i Responsabili<br />
del trattamento dati può essere richiesto per iscritto presso la sede del Titolare del trattamento<br />
dati, Via Cola di Rienzo 280, 0<strong>01</strong>92 Roma, tel. 06.6840081. La sottoscrizione dell’abbonamento<br />
costituisce presa visione ed accettazione implicita della presente informativa.<br />
post@<br />
AREZZO, UN PARTITO<br />
SEMPRE PIÙ FORTE<br />
LAURA VICHI, ASSESSORE alle<br />
Politiche sociali, alla Scuola e alle<br />
Politiche giovanili del comune di<br />
Monte San Savino, si è tesserata<br />
al partito dei Comunisti italiani.<br />
Esprimo viva soddisfazione per<br />
il fatto che Vichi abbia deciso<br />
di entrare nel partito che rappresento<br />
in provincia di Arezzo.<br />
L’operato della compagna Laura<br />
Vichi nel Comune della Valdichiana<br />
è assolutamente apprezzabile<br />
e molto importante per la<br />
comunità; alla luce, anche, degli<br />
importanti compiti che deve affrontare<br />
sul tema dell’istruzione,<br />
delle politiche sociali e delle politiche<br />
giovanili.<br />
In questa fase politica, nella<br />
quale la sinistra dovrà lavorare sodo<br />
per ricostruire un radicamento<br />
sociale nel paese, l’apporto di<br />
nuove energie è assolutamente un<br />
dato di notevole importanza. Penso,<br />
infine, sia importante ricordare<br />
la tanta esperienza nel mondo del<br />
volontariato e delle politiche sociali<br />
della compagna Laura Vichi;<br />
un’esperienza che potrà portare nel<br />
partito dei Comunisti italiani per<br />
far crescere ancora di più la nostra<br />
proposta politica ad Arezzo e in<br />
tutto il paese.<br />
GIANCARLO CATENI<br />
SETTIMANALE DI POLITICA E CULTURA<br />
DEL PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI, REGISTRATO AL<br />
TRIBUNALE DI ROMA - N°46 IN DATA 27 GENNAIO 1999<br />
DIRETTORE<br />
MAURIZIO MUSOLINO<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
GIANNI MONTESANO<br />
DIRETTORE EDITORIALE<br />
CORRADO PERNA<br />
CAPOREDATTORE<br />
RAFFAELLA ANGELINO<br />
PROGETTO GRAFICO<br />
GABRIELE FASAN<br />
SEGRETARIA DI REDAZIONE<br />
VALERIA RUSSO<br />
REDAZIONE@LARINASCITA.NET<br />
VIA COLA DI RIENZO 280, 0<strong>01</strong>92 ROMA<br />
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EDITORE LAERRE SOC. COOPERATIVA, VIA COLA DI<br />
RIENZO 280, 0<strong>01</strong>92 ROMA, TEL. +39.06.6840081,<br />
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DISTRIBUZIONE SODIP, VIA BETTOLA 18, CINISELLO<br />
BALSAMO.<br />
RICEZIONE E STAMPA ROTOPRESS SRL, VIALE ENRICO<br />
ORTOLANI 33/37 ROMA<br />
CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 26 MAGGIO 2008 ALLE 17<br />
QUESTA TESTATA FRUISCE DEI CONTRIBUTI<br />
DI CUI ALLA LEGGE 7 AGOSTO 1990 N°250 E S.M.
COLIER<br />
Quando la strategia politica per prossimi anni sarà ultimata non ci sarà più nulla da fare!<br />
Le trasformazioni internazionali<br />
PRIORITA’<br />
RIFIUTI<br />
(ROM INCLUSI)<br />
La strategia<br />
araba<br />
tratta da “Hizbollah Tv”<br />
Appena insediato, il Berlusconi<br />
IV ha dovuto affrontare le<br />
questioni sicurezza e rif iuti<br />
campani. Essendo però impossibile<br />
capire quale di queste emergenze<br />
sia prioritaria sull’altra, si è deciso<br />
di risolverle insieme in un unico<br />
Cdm. L’accostamento coatto ha però<br />
reso più vivace il dibattito nella<br />
destra e da più parti si è giunti alla<br />
conclusione che in fondo la sicurezza<br />
dipende dagli immigrati e che<br />
questi possono essere equiparati alla<br />
spazzatura. Bocciata invece l’ipotesi<br />
leghista di considerare clandestini i<br />
campani al di sopra di Caserta. Così,<br />
se la destra moderata vede di buon<br />
occhio incenerire i clandestini insieme<br />
ai cumuli di spazzatura, quella più<br />
radicale è per rispedire spazzatura<br />
e clandestini nei paesi d’origine. E’<br />
infatti assodato che non esistendo più<br />
il “made in Italy”, si possa rispedire<br />
la totalità dei rif iuti in Cina e negli<br />
altri paesi esportatori in Italia. A chi<br />
in Europa dice che così si potrebbe<br />
inconsapevolmente sfociare in una<br />
variante di destra del nazismo, il<br />
governo è pronto a rispondere che<br />
da giugno le baracche dei rom non<br />
pagheranno più l’Ici. Comprese<br />
quelle di lusso! Si è deciso di venire<br />
incontro alle critiche escludendo dai<br />
provvedimenti le badanti, la tv<br />
spazzatura e i casi umani per la tv<br />
spazzatura. Da approfondire invece<br />
la richiesta della campana Carfagna:<br />
fare la raccolta differenziata senza<br />
discriminazioni e cumulare i<br />
sacchetti di spazzatura con sobrietà.<br />
Allo studio un apposito f iocco rosa.<br />
L’ALTRO SECOLO<br />
23<br />
a cura di<br />
Giorgio Fasan Giovedì 29 Maggio 2008<br />
Lido Contemori<br />
Giuliano - “Un anno da rottamare” , Ponte alle Grazie1997<br />
Cosimo Brunetti<br />
Cosimo Brunetti<br />
Paco<br />
Roma capitale:<br />
da “ladrona”<br />
a xenofoba<br />
In Italia proseguono con successo<br />
gli interventi di ingegneria genetica<br />
«<strong>Prima</strong> di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.<br />
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.<br />
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.<br />
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.<br />
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare»<br />
Bertolt Brecht<br />
Cosimo Brunetti<br />
hanno collaborato<br />
Lido Contemori, Marco Vukic,<br />
Italìus, Pedro, Manlio Truscia,<br />
Bertolt Brecht, Cosimo Brunetti,<br />
Marco “Gaucho” Filippi, Paco<br />
Oggi, forse, è presto per rimettersi veramente in moto. Domani certamente sarà tropo tardi<br />
“Gaucho”<br />
Vukic<br />
Pedro<br />
Marco Vukic<br />
Pigneto: il buon Gianni,<br />
detto Alemanno: “...il raid<br />
e l’aggressione sono<br />
di una gravità inaudita.<br />
Non passeranno<br />
sotto silenzio”.<br />
Difatti il rumore cresce!<br />
E assieme cresce anche<br />
chi lo ha alimentato.<br />
E’ il Nero<br />
il colore<br />
che più<br />
fa salire<br />
il sangue<br />
alla testa<br />
Italìus<br />
Manlio Truscia