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Poste Italiane SPA spedizione in abbonamento postale DL 353 / 2003 (Conv. In L 27/02/2004 N° 46) Art. 1 Comma 1 DCB Roma ISSN 1590-668X<br />

PAOLO REPETTO<br />

I l<br />

lavoro è cambiato, nel segno dell’incertezza e<br />

della paura del futuro. Ma questo non significa<br />

che l’operaio e l’impiegato medio cerchino una risposta<br />

a sinistra. Anzi. Se dal voto del 13 e 14 aprile<br />

era emersa questa “verità” con disastrosa evidenza,<br />

se ne trova riscontro registrando qualche voce nelle<br />

fabbriche e negli uffici nel corso della prima puntata<br />

di un’inchiesta sulla condizione lavorativa che La Rinascita<br />

ha deciso di avviare.<br />

Nonostante gli auspici di “confederalità”, da decenni<br />

alla base dell’azione di radicamento sociale dei tre<br />

principali sindacati, le categorie tra loro non si parlano,<br />

L’intervista<br />

Mediterranei<br />

Almamegretta:<br />

in “Vulgus”<br />

tracce di Napoli<br />

PAGINA 20<br />

Il dibattito<br />

Ricostruire<br />

la sinistra:<br />

cominciamo<br />

dai comunisti<br />

DA PAGINA 6 A 9<br />

PAGINA 10<br />

Le prime<br />

mosse del<br />

governo:<br />

Ici, la falsa<br />

priorità<br />

PAGINA 23<br />

Satyricamente:Roma,<br />

da ladrona<br />

a<br />

xenofoba<br />

DA PAGINA 2 A 5<br />

e brancolano disperse nella parcellizzazione imposta al<br />

mondo del lavoro. Esemplari le paure delle lavoratrici<br />

tessili: vivono sulla pelle la competizione impari con la<br />

Cina, prefigurano il passaggio da distretto produttivo<br />

a polo commerciale, non si aspettano nulla dalla politica<br />

e sentono distanti i sindacati.<br />

E’ evidente come dalle lavoratrici e dai lavoratori<br />

arrivi forte e chiaro un grido di allarme, che prende<br />

forma nel più spinto individualismo. In fabbrica funziona<br />

spesso l’«ognun per sé e Dio per tutti», tanto<br />

più se si è precari o immigrati. Poi una volta usciti dal<br />

capannone, si pretendono risposte contro i competitori.<br />

Perciò il clandestino «se ne deve andare» (po-<br />

FACILI PROFETI<br />

GIAMPIERO CAZZATO<br />

NON CI VOLEVA molto a prevedere<br />

che con la vittoria della<br />

destra nel paese e, nello specifico,<br />

di Alemanno a Roma, si sarebbero<br />

liberati i peggiori istinti<br />

squadristi. E così è stato. Due<br />

numeri fa su questo giornale<br />

avevamo posto proprio il tema<br />

del ritorno aggressivo della<br />

violenza fascista. Fummo facili<br />

profeti. Il sindaco della capitale<br />

minimizza l’aggressione al Pigneto:<br />

«Non mi pare che ci sia<br />

un movente politico, penso che<br />

sia un problema di intolleranza<br />

e xenofobia di quartiere».<br />

SEGUE A PAGINA 16<br />

Settimanale di politica e cultura - € 2,00<br />

Numero 21 - Giovedì 29 Maggio 2008<br />

Detassazione e maschilismo<br />

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Numero verde<br />

800 60 61 62<br />

trebbe rubare il lavoro all’immigrato più garantito),<br />

perciò ogni precario diffida dal compagno di reparto<br />

(in quanto pericoloso concorrente al ribasso), perciò<br />

chi mostra i muscoli in tv incontra tanta fortuna nell’urna<br />

elettorale.<br />

Ma da un primo giro alla ricerca della nuova condizione<br />

lavorativa si intuisce che la “pancia” e la “testa”<br />

si muovono assieme. Dunque agli sfoghi immediati e<br />

irrazionali si abbina la critica spietata nei confronti di<br />

sinistra e sindacati: la prima è vissuta come distante<br />

dai problemi reali, i secondi vengono percepiti come<br />

sodali dei più tutelati a discapito di chi è quotidianamente<br />

ricattato.<br />

Donne, tutte a casa<br />

MAURIZIO MUSOLINO<br />

D onne?<br />

“Tutte a casa”.<br />

Parafrasando il famoso<br />

film di Luigi Comencini<br />

il governo Berlusconi<br />

nel suo primo<br />

consiglio dei ministri<br />

ha approvato una serie<br />

di provvedimenti<br />

che, fra il repressivo<br />

e il populista, hanno<br />

anche un forte<br />

sapore sessista. Tutt’altra<br />

aria rispetto<br />

alle “donne... in cerca di guai”<br />

che aveva caratterizzato l’era<br />

del centrosinistra. Infatti, se da<br />

una parte si cerca di compia-<br />

cere un’opinione pubblica che<br />

vede corrodere la sua posizione<br />

sociale da un potere d’acquisto<br />

sempre più basso e risponde<br />

con una richiesta<br />

di sicurezza a volte<br />

schizofrenica e piena<br />

di contraddizioni;<br />

dall’altra, con la<br />

detassazione del lavoro<br />

straordinario, si<br />

assecondano quanti<br />

vorrebbero un ritorno<br />

della donna fra le<br />

mura domestiche e comunque<br />

in posizione subordinata rispetto<br />

all’uomo.<br />

SEGUE A PAGINA 12


La solidarietà operaia<br />

è ridotta ormai<br />

a un concetto astratto<br />

PAOLO REPETTO<br />

BERGAMO<br />

L e<br />

vecchie certezze non abitano<br />

qui. Le periferie industriali<br />

del profondo Nord<br />

presentano “inclusi” contrapposti<br />

a “precari”, “stranieri” al cospetto di<br />

“italiani”. Alla globalizzazione del<br />

mercato delle merci corrisponde<br />

la parcellizzazione dei lavoratori<br />

delle fabbriche lombarde, poco<br />

organizzati sotto il capannone e<br />

con mille altri problemi nella restante<br />

parte della giornata.<br />

«Certe volte senti parlare in<br />

televisione di operai, e ti spiegano<br />

che guadagnano 1.300, 1.400 euro<br />

al mese. Non ho capito a chi si<br />

riferiscono, perché io quei soldi li<br />

vedo col binocolo». Maria Teresa<br />

Monzani è operaia tessile e lavora<br />

alla Lemie, azienda con 168<br />

dipendenti (di cui 120 donne)<br />

che produce cinture per alcune<br />

grandi marche. Ci accoglie fuori<br />

dalla fabbrica<br />

con Emanuela<br />

Legrenzi, operaia<br />

e delegata<br />

Filtea Cgil:<br />

siamo a Verdello,<br />

ad una<br />

manciata di<br />

chilometri dal<br />

centro di Bergamo,<br />

in un ex<br />

paese agricolo<br />

attraversato<br />

da una distesa<br />

di capannoni<br />

industriali.<br />

2<br />

«Prendiamo mille euro al mese<br />

– spiega Emanuela – e con questo<br />

stipendio non siamo certo<br />

invogliate a sbatterci, figurati poi<br />

di questi tempi che siamo in crisi».<br />

Il motivo? «La nostra crisi si<br />

chiama Cina. Ci hanno portato<br />

via il lavoro su marchi importanti<br />

e famosi. Il meccanismo lo conosci:<br />

il disegno dei capi avviene da<br />

noi, la produzione è largamente<br />

dirottata laggiù e qui rischiamo<br />

di mantenere in prospettiva solo<br />

le funzioni commerciali. Ma<br />

è ovvio che, in quel caso, su 168<br />

lavoratori ne bastano 60 o 70».<br />

La Lemie ha una storia comune<br />

a quella di molte piccole<br />

o medie imprese nordiche: gestione<br />

familiare, rapporti diretti<br />

e “amichevoli” tra capi e dipendenti.<br />

«Figurati che l’azienda esiste<br />

dal 1976 – spiega la delegata<br />

Cgil – e il sindacato si è radicato<br />

da tre anni…». Anche la vita di<br />

Emanuela è esemplificativa della<br />

condizione operaia attuale:<br />

sposata con un altro lavoratore<br />

(nel suo caso metalmeccanico),<br />

780 euro al mese di mutuo sulla<br />

prima casa, un figlio piccolo da<br />

crescere. «La gente qua dentro<br />

è preoccupata, ma se credi che<br />

abbia voglia di chiedere aiuto alla<br />

politica ti sbagli. I ragazzi giova-<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

DIRITTI AL CAPOLINEA<br />

Le periferie<br />

industriali<br />

del Nord<br />

presentano<br />

“inclusi”<br />

contrapposti<br />

a precari<br />

e stranieri<br />

al cospetto<br />

di italiani.<br />

sono lavoratoriparcellizzati<br />

ni sono superdisimpegnati, son<br />

contenti se riescono a saltare il<br />

corso da apprendisti per correre a<br />

casa a giocare con la playstation, e<br />

anche noi che siamo più motivati<br />

proviamo un senso di grande impotenza.<br />

Certe volte mi interrogo<br />

su che cosa accadrebbe se l’azienda<br />

decidesse di chiudere: penso<br />

che non saremmo in grado di fare<br />

niente». La solidarietà operaia<br />

è un concetto astratto, ognuno<br />

si arrangia come meglio crede:<br />

«Alcuni ragazzi – osserva Maria<br />

Teresa – non si preoccupano più<br />

di tanto, perché hanno i genitori<br />

alle spalle, altri accettano di vivere<br />

alla giornata perché non vedono<br />

il futuro e si rimettono nelle mani<br />

del mercato. Io non ero così, e<br />

non ragionavano in questo modo<br />

i nostri padri, ma la realtà è cambiata».<br />

Studiosi e analisti spiegano<br />

l’importanza della formazione<br />

permanente per fronteggiare il<br />

dinamismo del mondo del lavoro,<br />

ma anche su questo Emanuela<br />

(che ha frequentato il liceo) è<br />

pessimista: «Senza formazione<br />

un lavoratore non va da nessuna<br />

parte – dice – eppure tra i ragazzi<br />

la volontà fa difetto. Ed è un problema<br />

enorme, perché se l’operaio<br />

italiano non mostra il suo valore<br />

aggiunto, ha perso in partenza, è<br />

destinato a scomparire dinanzi<br />

alla concorrenza dei cinesi. Mi<br />

sento assolutamente contraria<br />

alla guerra tra poveri, eppure la<br />

nostra storia, la nostra professionalità<br />

rischia di fare una bruttissima<br />

fine». Sulla scia di quanto già<br />

accaduto negli ultimi vent’anni in<br />

uno dei settori (il tessile, appunto)<br />

più colpiti dalle ristrutturazioni.<br />

«Tra noi operaie – argomenta<br />

Maria Teresa, anche lei iscritta<br />

alla Filtea – non ci nascondiamo<br />

certo le critiche al sindacato. Certe<br />

volte diciamo: la Fiom almeno<br />

si fa sentire, ma la nostra categoria<br />

che fa? Lo sai che su mille<br />

euro di stipendio ne paghiamo<br />

13 di tessera sindacale? E perché<br />

i precari, ricattati e senza tutele,<br />

dovrebbero fare lo stesso?». Alla<br />

fine, aggiunge Emanuela, «guadagno<br />

come mio suocero, che è<br />

in pensione, e il sindacato sembra<br />

che difenda più lui che non me.<br />

Anche la sinistra sembra che viva<br />

in un altro mondo, come se non<br />

vedesse che cosa ci sta accadendo».<br />

«Mio padre – è la chiosa di<br />

Maria Teresa – era operaio alla<br />

Dalmine e aveva cinque figli. Eppure<br />

rinunciava a giorni di salario<br />

per scioperare a difesa dell’articolo<br />

18. Ora è cambiato tutto. E il<br />

passato non torna».<br />

MODELLO LOMBARDO<br />

Iscritti alla Fiom, votano Lega<br />

MILANO<br />

UN MODELLO LOMBARDO non esiste: guardando<br />

ad esempio a est (Bergamo, Brescia) domina la<br />

fabbrica, a sud (Lodi, Cremona) agricoltura e allevamento<br />

giocano ancora un ruolo importante,<br />

mentre il capoluogo è terra di sperimentazione<br />

delle varie articolazioni del pubblico impiego.<br />

Cominciamo da qui: Gabriele Galati e Simona<br />

Makris sono entrambi delegati Fp Cgil alla Fondazione<br />

delle scuole civiche di Milano, ente che<br />

racchiude dal 2000 quattro istituti di eccellenza<br />

in campo artistico (a cominciare dalla “Paolo<br />

Grassi”). «Attraverso la Fondazione – spiegano<br />

– è stata trasferita la gestione dal Pubblico ad un<br />

modello privatistico, tenendo assieme i “gioielli<br />

di famiglia” e modificando il rapporto tra le singole<br />

scuole, il territorio e i cittadini». Il Comune<br />

ha mantenuto una golden share sulla nuova realtà<br />

ma non la esercita: «Chi pensava che il nuovo<br />

corso potesse rappresentare un’opportunità<br />

– aggiungono i due delegati – si è dovuto ricredere:<br />

basti pensare che la giunta Moratti ha<br />

soppresso l’assessorato all’Educazione, spezzettandolo<br />

tra la delega all’Infanzia e quella alle<br />

Politiche occupazionali». Così facendo ha privato<br />

di un punto di riferimento istituzionale uno<br />

dei fiori all’occhiello della formazione culturale<br />

e artistica milanese. «Da quando dipendiamo<br />

dall’assessorato alle Politiche occupazionali<br />

– spiegano Gabriele e Simona – i corsi delle<br />

scuole vengono valutati alla luce degli sbocchi<br />

lavorativi: ha un senso per chi studia lingue, non<br />

ce l’ha per chi studia teatro e musica».<br />

Dei tanti luoghi comuni sui “fannulloni” è<br />

primopiano<br />

La nostra c<br />

made in


primopiano 3<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

risi<br />

INBREVE<br />

VINCENZO MORIELLO*<br />

D al<br />

costretto invece ad occuparsi Francesco Meduri,<br />

delegato Fp presso la direzione lombarda<br />

dell’Inail: «Il pubbligo impiego che conosco io<br />

è costituito da lavoratori che suppliscono a carenzerenze<br />

e disservizi andando con la propria auto a<br />

casa casa di infortunati gravi a rimuovere le barrierere<br />

architettoniche. Spiace piuttosto – aggiunge<br />

– che una dirigenza spesso miope si fermi alla<br />

burocrazia delle circolari. Bisogna superare queste<br />

logiche, aiutando i molti lavoratori che vivono<br />

la loro attività come servizio al cittadino. Da<br />

questo punto di vista, vedo un ritardo anche nel<br />

modo di condurre le trattative sindacali».<br />

L’inadeguatezza delle confederazioni torna<br />

nelle parole di Franco Bosisio, delegato Fiom<br />

alla Siac di Bergamo (multinazionale che produceduce<br />

cabine per trattori): «All’ultimo attivo provinciale,<br />

Cgil, Cisl e Uil hanno posto la necessità<br />

di entrare nella gestione dell’Expo, con la scusa<br />

di occuparsi dei lavoratori che verranno impiegati<br />

nell’opera. Ma se il sindacato cambia natura,<br />

chi chi ci rappresenterà?». La domanda trova un’immediata<br />

risposta inquietante: «La Lega nord in<br />

MILANO, LAVORO FRANTUMATO<br />

Milano non è più da tempo la capitale dell’industria.<br />

Anzi, di industrie, sostanzialmente, non ve ne sono<br />

più. E questo lo sappiamo tutti. Quello che non<br />

abbiamo capito è la rilevanza di questi mutamenti.<br />

Oggi Milano è la capitale della frantumazione del<br />

mondo del lavoro dipendente. Lavoro dipendente,<br />

punto: cos’altro hanno in comune, infatti, un<br />

rumeno che lavora in nero nei cantieri edili, un<br />

dipendente pubblico, un precario delle cooperative<br />

sociali, le centinaia di partite iva parasubordinate?<br />

Difficile in queste condizioni rappresentare<br />

politicamente il mondo del lavoro, non v’è altra<br />

soluzione, allora, che essere presente nei luoghi<br />

di lavoro. Semplice e banale, si direbbe. Però,<br />

quante sono le sezioni di lavoro del Pdci e del Prc<br />

a Milano? Poche, pochissime. E allora<br />

il tema dell’insediamento<br />

dei comunisti nei territori<br />

dove le mutazioni del<br />

mondo del lavoro sono<br />

più avanzate, non appare<br />

più così scontato e banale.<br />

Si può e si deve pur<br />

cominciare, quindi. Noi<br />

un tentativo l’abbiamo<br />

fatto: due nostre sezioni<br />

organizzano i lavoratori del<br />

pubblico impiego e stiamo iniziando<br />

a ragionare con i lavoratori<br />

delle cooperative sociali.<br />

Una cosa è certa: se la sinistra non capisce i profondi<br />

mutamenti del lavoro, la sua diversa composizione<br />

e le tendenze in atto, subisce delle tremende<br />

sconfitte. Mica qualcuno - specie se marxista come<br />

noi - vorrà dire che è un caso se nel Nord, dove<br />

ci sono i più alti tassi di occupazione, la sinistra<br />

ottiene meno voti che nel resto del paese? Sono<br />

proprio i nostri risultati elettorali al Nord che ci<br />

dovrebbero far capire quanto terreno abbiamo da<br />

recuperare nell’insediamento tra i lavoratori.<br />

F. F.<br />

1995 al 2008 la Lombardia<br />

ha cambiato volto.<br />

Insieme alla sua struttura<br />

produttiva è mutata la sua composizione<br />

sociale. Nello stesso periodo<br />

al dinamismo economico e sociale<br />

ha fatto riscontro una incredibile<br />

stabilità politica intorno a Formigoni,<br />

il protagonista dell’affermazione<br />

del cosiddetto modello lombardo.<br />

Il modello lombardo si è caratterizzato<br />

per una forte impronta<br />

autonomistica. La sussidiarietà, in<br />

particolare quella orizzontale, è stato<br />

il principio che ha ispirato, più di<br />

ogni altro, i programmi della giun-<br />

SOLIDARIETÀ. La sezione del Pdci “Karl Marx” della zona Industriale<br />

di Modugno (Ba) è solidale con il compagno Felice Di Leo.<br />

Di Leo si è incatenato di fronte alla sede della Cgil proclamando lo<br />

sciopero della fame. Alla Natuzzi - la sua azienda, dove gli operai<br />

ta: è la società civile, l’imprenditoria<br />

privata, profit e no profit, l’associazionismo,<br />

la famiglia, la singola<br />

persona che devono farsi carico di<br />

rispondere alle proprie domande<br />

sociali; si relega così lo stato ad un<br />

ruolo marginale e suppletivo. In<br />

coerenza con questa impostazione,<br />

in sanità, cosi come per i servizi<br />

socio assistenziali e socio-sanitari si<br />

è avviato un processo che ha visto<br />

affermarsi il principio della equiparazione<br />

tra pubblico e privato:<br />

così è cresciuto il privato. La sanità<br />

privata, dal ‘95 ad oggi, ha raddoppiato<br />

le risorse che riceve dal pubblico.<br />

Successivamente si è avviata<br />

alcune aziende ha già preso contatto con delegati<br />

Fiom e cerca di utilizzarli per disorientare e<br />

spaccare il mondo del lavoro. In qualche fabbrica<br />

si sono affacciati i primi banchetti del partito di<br />

Bossi: è pensabile che un fenomeno del genere<br />

non ci riguardi? Il punto è che più la Cgil accetta<br />

la svolta moderata, più è facile che certi segnali si<br />

trasformino in un processo devastante».<br />

Sullo sfondo ci sono i precari e le loro richieste<br />

spesso inascoltate: «I giovani – sostiene Giuseppe<br />

Zucchini, operaio siderurgico da 35 anni,<br />

di cui 20 trascorsi da delegato Fiom a Brescia<br />

– vivono la loro vita separando il lavoro e il resto;<br />

in fabbrica sono qualunquisti ma sanno di poter<br />

contare sul sindacato. Poi, quando escono, cercano<br />

chiarezza su alcuni grandi temi e la trovano<br />

nella destra. Ho a che fare con operai immigrati<br />

che votano An perché temono che il clandestino<br />

rubi loro il posto, o addirittura Udc in difesa<br />

della famiglia. Resta il fatto che il precario-tipo<br />

è ricattato e non si sente difeso: perciò cerca di<br />

sfangarsela da solo».<br />

PA. REP.<br />

rimproverano anche i rappresentanti sindacali per il rischio di mobilità<br />

di 1000 persone - le organizzazioni sindacali di categoria non<br />

indicono le elezioni delle Rsu e Rls privando i lavoratori di una loro<br />

rappresentanza, questo il motivo della contestazione di Di Leo.<br />

LOMBARDIA Tutte le risorse trasferite al privato<br />

Lo strapotere<br />

di Formigoni<br />

Cambiato il volto della società<br />

una fase di privatizzazione, con la<br />

trasformazione in Fondazioni degli<br />

Istituti di ricovero e cura a carattere<br />

scientifico (Policlinico, Istituto dei<br />

Tumori, San Matteo di Pavia) e<br />

con le sperimentazioni gestionali<br />

pubblico-privato. Nel campo dei<br />

servizi sociali è stata privatizzata<br />

quasi tutta la rete delle ex Ipab che<br />

assicuravano servizi socio sanitari<br />

assistenziali ed educativi eccellenti.<br />

L’altro principio fondamentale del<br />

modello lombardo e quello della libera<br />

scelta del cittadino. Il pubblico<br />

si affida sempre più al mercato. Il<br />

comune si fa più leggero, dismette i<br />

propri servizi e distribuisce ai cittadini,<br />

considerati dei clienti, buoni e<br />

vouchers per acquistare sul mercato<br />

le prestazioni. Una libertà di scelta<br />

tutta teorica in quando le famiglie,<br />

soprattutto quelle più fragili, non<br />

possiedono adeguate conoscenze<br />

e competenze per scegliere. Così si<br />

spostano i rischi dalla dimensione<br />

collettiva a quella individuale e/o<br />

familiare con il risultato di avere<br />

cittadini più soli. Si contrasta questo<br />

modello rilanciando una strategia<br />

politica e culturale che rilanci il<br />

valore del pubblico intorno ad una<br />

nuova idea delle funzioni pubbliche.<br />

Esse vanno rideterminate e riorganizzate<br />

avendo come fondamento,<br />

l’idea che costituiscono i luoghi<br />

della società – la fabbrica dei diritti<br />

- nei quali assumono consistenza i<br />

diritti di cittadinanza.<br />

Vi è poi una questione squisitamente<br />

politica. Il modello lombardo<br />

non fa leva sullo sviluppo economico<br />

e sulla capacità di generare risor-<br />

se da parte del sistema produttivo e<br />

del sistema economico-finanziario.<br />

Le vere risorse su cui fa leva Formigoni<br />

sono quelle pubbliche. Si<br />

trasferiscono enormi risorse pubbliche<br />

dal pubblico al privato, per<br />

esempio nella sanità, nell’assistenza,<br />

nella formazione professionale, nei<br />

servizi educativi, attribuendo forte<br />

rilevanza al no profit. Si finanziano,<br />

così, attività sostanzialmente private<br />

di piccole imprese, o cooperative<br />

che, spesso, sono riconducibili alla<br />

Compagnia delle opere. Cosa ha significato,<br />

in termini di trasferimento<br />

economico, trasferire da pubblico<br />

al privato, ingenti risorse pubbliche,<br />

sotto l’egida<br />

Il comune<br />

si fa più<br />

leggero:<br />

dismette<br />

i propri<br />

servizi e<br />

distribuisce<br />

ai cittadini<br />

buoni e<br />

voucher<br />

per acuistare<br />

le prestazioni<br />

della sussidiarietà?<br />

Perché su<br />

questa domanda<br />

non si interroga<br />

la sinistra?<br />

Perché in<br />

questi anni non<br />

ci si è misurati<br />

con l’obiettivo<br />

di costruire un<br />

modello alternativo,proponendo<br />

una<br />

diversa gestione<br />

delle risorse<br />

pubbliche? Inerzia o affermazione<br />

di una lobby bipartisan? Una bella<br />

domanda per il futuro e per chi<br />

vuole costruire una alternativa politica<br />

oltre che economica, culturale e<br />

sociale allo strapotere di Formigoni<br />

in questa regione.<br />

*SEGRETARIO GENERALE FP CGIL<br />

LOMBARDIA


GERARDO GIANNONE<br />

I l<br />

compagno Pietro Ingrao<br />

in un congresso del Pci, rivolgendosi<br />

ai dirigenti del<br />

partito disse «non mi avete<br />

convinto» e uso quella frase<br />

così giusta in quel periodo e in<br />

quel contesto perchè è valida<br />

ancora oggi.<br />

Il percorso unitario che le<br />

confederazioni sindacali stanno<br />

attuando in questo periodo<br />

lascia presupporre la fine del<br />

Ccnl, e come negli anni 80 si<br />

cercava di nascondere quello<br />

che c’era dietro la riforma<br />

della scala mobile, ora si vuole<br />

nascondere quello che c’è dietro<br />

questa riforma: la fine del<br />

contratto collettivo nazionale<br />

di lavoro.<br />

Credo che le rassicurazioni<br />

che il sindacato sta dando e il<br />

finto referendum (vedi quello<br />

sulle pensioni e welfare) siano<br />

null’altro che il passaggio alla<br />

terza fase del mutamento iniziato<br />

nel 1986.<br />

La mor-<br />

te della scala<br />

mobile ha<br />

prodotto una<br />

disuguaglianza<br />

sociale di<br />

grande rilievo;<br />

ha portato<br />

i lavoratori a<br />

restare senza<br />

soldi alla fatidica<br />

terza<br />

settimana e<br />

a lasciare che<br />

il rinnovo del<br />

Ccnl, il quale<br />

4<br />

peraltro avviene sempre in ritardo<br />

e con accordi al ribasso,<br />

rimanesse l’unica arma di difesa<br />

dei lavoratori.<br />

I lavoratori di una grande<br />

industria potranno contrattare<br />

un fantomatico rinnovo contrattuale<br />

di secondo livello diverso<br />

da città a città ottenendo,<br />

secondo quanto prospettato dai<br />

dirigenti del sindacato, ampi<br />

benefici sia economici sia occupazionali,<br />

ma, come sempre<br />

avviene in ogni favola c’è sempre<br />

un pericolo nascosto.<br />

Ad esempio, lo stabilimento<br />

Fiat di Pomigliano che sorge su<br />

un’area di 6 Km quadrati dove<br />

lavorano 5 mila dipendenti<br />

Fiat e circa 3 mila dell’indotto<br />

interno, nella teoria potrebbe<br />

beneficiare di lauti aumenti salariali<br />

e potrebbe migliorare sia<br />

gli aspetti di sicurezza sia quelli<br />

di lavoro, però, il tutto può avvenire<br />

solo a una condizione: la<br />

produzione.<br />

Nasce la domanda: chi garantisce<br />

la produzione? Il padrone?<br />

e perché dovrebbe garantire<br />

la produzione in un sito<br />

che rivendica più soldi e più<br />

sicurezza?<br />

La domanda seppur provocatoria<br />

è sensata. A tuttoggi<br />

l’ad Marchionne ancora non ha<br />

deciso quale missione produttiva<br />

dare al sito pomiglianese. Se<br />

noi oggi fossimo in fase di trattativa<br />

contrattuale non avremmo<br />

elementi di supporto alle<br />

nostre rivendicazioni, e tra l’altro,<br />

se noi dipendenti della Fiat,<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

DIRITTI AL CAPOLINEA<br />

«La strada<br />

dello sviluppo<br />

non<br />

può essere<br />

disegnata<br />

dalle imprese,<br />

e il<br />

mercato<br />

non può<br />

essere<br />

l’unico elemento<br />

di<br />

progresso»<br />

e dipendenti dello stabilimento<br />

più grande del mezzogiorno<br />

abbiamo difficoltà a chiedere<br />

aumenti, figurarsi quelli più<br />

piccoli dove il sindacato proprio<br />

non esiste.<br />

Passare da una citazione di<br />

Ingrao a una di Andreotti è una<br />

forzatura ma permettetemi di<br />

farlo comunque: «a pensar male<br />

si fa peccato ma a volte ci si<br />

azzecca».<br />

Negli anni del dopoguerra<br />

fino agli inizi degli anni 90<br />

esisteva un sindacato di classe<br />

e di lotta, poi siamo passati<br />

ad un sindacato concertativo e<br />

partecipativo (nessuna concer-<br />

tazione ha mai dato risultati per<br />

i lavoratori) ora con la vittoria<br />

della destra Berlusconiana e<br />

con l’esclusione dei comunisti<br />

dal Parlamento si sta pensando<br />

ad un sindacato di servizio.<br />

Questa formula di fatto già<br />

esiste, basta guardare al ruolo<br />

che hanno i servizi di assistenza<br />

fiscale e quella relativa alle<br />

pratiche Inps. Insomma i soldi<br />

che girano fra i rimborsi dei<br />

vari Caf e Previdenza abbinati<br />

alla automatica iscrizione al<br />

sindacato da parte dei pensionati<br />

(i quali sono circa il 50%<br />

del totale degli iscritti di Cgil<br />

Cisl e Uil) lascia presupporre<br />

che la voglia di volare alto sia<br />

meno forte di quella di stare sul<br />

ramo ad aspettare.<br />

Il sindacato, in questo contesto<br />

storico dove anche il sindacalismo<br />

di base viene stralciato<br />

dalle fabbriche e quando ha la<br />

forza di resistere è ridotto a puro<br />

simbolo, sta legittimando la<br />

richiesta di Confindustria e del<br />

governo di annullare quanto<br />

di buono è rimasto delle lotte<br />

degli anni settanta: il contratto<br />

collettivo nazionale di lavoro.<br />

Credo che bisogna cominciare<br />

un’altra volta a sognare<br />

tenendo ben presente ciò che<br />

avviene senza quindi dimen-<br />

primopiano<br />

Il nuovo modello dà il via al “sindacato di servizio”<br />

NUCLEARE<br />

Una falsa soluzione a un problema vero<br />

A 21 ANNI dal referendum con il quale, seppur sull’onda emotiva<br />

del disastro di Cernobyl, gli italiani hanno deciso a larghissima<br />

maggioranza di bandire la produzione di energia nucleare, ora il<br />

governo delle destre ci riprova e promette entro il 2<strong>01</strong>3 le prime<br />

pietre di tante nuove centrali nucleari nel nostro Paese. Sarebbe<br />

sbagliato liquidare la questione rubricandola nel libro dei sogni,<br />

o degli incubi, del Berlusconi quarto. Dobbiamo attrezzarci ad<br />

analizzare con serietà la questione perché questo tema sarà un<br />

banco di prova dell’opposizione sociale dei prossimi anni. Opposizione<br />

a quel progetto che si scontrerà con le crescenti, motivatissime,<br />

preoccupazioni per la crisi energetica globale. Ma<br />

tornare ora al nucleare è praticabile, conveniente e sicuro? Pare<br />

proprio di no. Per quattro validi motivi che sono noti anche ai<br />

sostenitori del nucleare e che sono alla base delle previsioni della<br />

stessa Aiea di una riduzione del nucleare su scala mondiale dal<br />

15% al 13% entro il 2030 (che poi è l’anno nel quel è prevedibile<br />

ticare il metodo usato dal direttore<br />

del Gb Vico (Fiat) di<br />

Pomigliano che ha intimorito i<br />

lavoratori attraverso lettere spedite<br />

alle famiglie, che ha cercato<br />

la partecipazione alla produzione<br />

ma non ha accettato che<br />

qualcuno potesse “disturbare il<br />

conducente”. Questo è il sintomo<br />

dell’arretramento culturale<br />

in atto.<br />

Concludo ricordando che la<br />

strada dello sviluppo non può<br />

essere disegnata dalle imprese<br />

ma che, al contrario, possiamo<br />

affermare che proprio quel modello<br />

è fallito e che il mercato<br />

non può essere l’unico elemen-<br />

che il programma nucleare italiani possa realisticamente vedere<br />

la luce)<br />

1. richiede investimenti e tempi di realizzazione ingenti;<br />

2. la materia prima, l’uranio, scarseggia;<br />

3. produce scorie pericolosissime e non smaltibili;<br />

4. non è vero che ora le centrali sono sicure.<br />

Partiamo dal primo problema. Se decidessimo oggi di riportare<br />

il nostro Paese nel club del nucleare allineandolo alla<br />

produzione elettrica media Ue da nucleare (30%), dovremmo<br />

costruire 8 reattori come quello che sta realizzando la Finlandia<br />

(il più grande al mondo), oppure 8 come gli ultimi completati in<br />

Francia, oppure 12 di quelli più grandi in costruzione in Cina o<br />

13 di quelli di tipologia russa. Quindi servirebbero tempi lunghi<br />

e investimenti economici giganteschi dei quali Belrusconi non<br />

parla. Per non parlare della scelta dei siti. Sulla realizzazione concreta<br />

delle centrali poi dovremmo andare a vedere che succede


primopiano 5<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

to di progresso.<br />

Ripartire dal sogno che<br />

tutti i lavoratori siano uguali<br />

e che tutti abbiano diritto ad<br />

un salario giusto (intendendo<br />

per giusto una retribuzione di<br />

minimo 2300 € mensili) non è<br />

utopia e se anche fosse voglio<br />

dirvi come Eduardo Galeano la<br />

descrive:<br />

«L’utopia è come l’orizzonte,<br />

fai un passo e si allontana di un<br />

passo fai due passi e si allontana<br />

di due passi fai dieci passi e si<br />

allontana di dieci passi. Allora<br />

a cosa serve l’utopia? Serve a<br />

camminare». La classe operaia<br />

è ferma da troppo tempo.<br />

INBREVE<br />

ROSSANO ROSSI<br />

N egli<br />

ultimi 15 anni abbiamo<br />

avuto uno spostamento<br />

costante della ricchezza dai<br />

salari alla rendita e ai profitti, con<br />

una dinamica delle retribuzioni<br />

nette inferiore a quella inflazionistica<br />

senza alcuna ridistribuzione di<br />

produttività e con un crescente impoverimento<br />

dei lavoratori, che in<br />

ampie fasce si è tradotto in impoverimento<br />

assoluto. Abbiamo poi<br />

avuto una affermazione disastrosa<br />

della precarietà, iniziata con il famigerato<br />

“Pacchetto Treu” e proseguita<br />

con la “Legge 30”, che ha<br />

colpito i soggetti più esposti della<br />

società come i giovani, le donne, i<br />

migranti e gli over 50, e che inoltre,<br />

si è rivelata terreno favorevole per<br />

gli incidenti sul lavoro.<br />

L’accordo del 23 luglio 1993<br />

sul modello contrattuale non ha<br />

quindi tutelato i salari, l’accordo del<br />

23 luglio 2007 sulla reiterazione<br />

dei contratti a termine è l’emblema<br />

dell’inefficacia della lotta alla precarietà!<br />

Tutto questo in un quadro<br />

in cui per le strade imperversano<br />

“fascistelli” vari, i comunisti sono<br />

stati mandati a casa e il buonismo<br />

la fa da padrone.<br />

E deve essere veramente buona<br />

anche la piattaforma sulla “Riforma<br />

del modello contrattuale” perché<br />

va bene a tutti, piace a Cisl e<br />

Uil, alla Mercegaglia e Montezemolo,<br />

all’Ugl, al governo e all’opposizione,<br />

rischia di piacere più della<br />

Nutella!<br />

In realtà la piattaforma sul<br />

modello contrattuale approvata<br />

da Cgil Cisl e Uil è già di se un<br />

cedimento della Cgil rispetto alla<br />

linea che aveva deciso nell’ultimo<br />

Congresso di Rimini, e ciò avviene<br />

abbracciando la filosofia da sempre<br />

cara alla Cisl. Infatti, non si persegue<br />

l’aumento salariale e il recupero<br />

della produttività nel Contratto<br />

in Finlandia ad Olkiluoto dove<br />

per la nuova centrale che stanno<br />

costruendo i francesi della<br />

Areva, ci sono ritardi ormai<br />

di due anni sulla realizzazione<br />

ed una lievitazione dei costi di<br />

700 milioni di euro. Rischiamo<br />

insomma di avviare un progetto<br />

che sarà una idrovora di<br />

denaro pubblico e che potrebbe<br />

entrare in funzione troppo<br />

tardi per la stessa emergenza<br />

energetica.<br />

In secondo luogo, ed in<br />

modo collegato ai tempi di<br />

realizzazione, c’è il non secondario<br />

problema dell’esaurimento dell’uranio. L’uranio (precisamente<br />

il suo isotopo uranio-235) è il maggiore “combustibile” di<br />

una centrale nucleare. Ma quanto uranio c’è nel mondo? Poco,<br />

molto poco. Lo dicono le analisi di settore e lo dice il mercato.<br />

Per il centro di ricerca australiano Abare e per l’Agenzia internazionale<br />

dell’energia (essa stessa favorevole all’uso dell’energia<br />

NO GRAZIE. Sgobio: «Come dimostra la presa di posizione di Marcegaglia,<br />

anche sul nucleare, si è aperto l’appetito dei padroni, pronti<br />

a buttarsi sulla ghiotta e appetitosa torta. Puntare sul nucleare, come<br />

fa il governo Berlusconi e Confindustria significa sabotare strumental-<br />

nazionale ma si depotenzia cercando<br />

di spostare le rivendicazioni<br />

salariali nella piattaforma fiscale<br />

e nelle varie contrattazioni di secondo<br />

livello, che adesso, è bene<br />

ricordare, esclude oltre il 90% dei<br />

lavoratori. Si continua a legare gli<br />

eventuali aumenti di stipendio al<br />

recupero inflazionistico e dopo<br />

il fallimento dell’inflazione programmata<br />

del ‘93 questa volta in<br />

un delirio di fantasia si parla di “inflazione<br />

realisticamente prevedibile”,<br />

e in un mondo in cui è oggettivamente<br />

impossibile prevedere ciò<br />

che avviene nel giro di poche settimane<br />

(basti pensare all’andamento<br />

del costo del petrolio o del grano<br />

nucleare), la domanda mondiale di uranio potrà essere soddisfatta<br />

solo fino al 2030. Il mercato dell’uranio ci dice che mentre<br />

nel 2003 il prezzo di una libbra di uranio oscillava attorno ai 10<br />

dollari, oggi siamo già sopra i 62 dollari: una crescita record. Le<br />

agenzie finanziarie prevedono che il prezzo potrà superare i 100<br />

dollari entro 6 mesi.<br />

Inoltre come è noto le scorie nucleari sono pericolosissime<br />

per migliaia di anni e quindi i costi dell’energia nucleare sarebbero<br />

reali solo se mettessimo in conto anche la filiera dello smaltimento.<br />

E in un Paese che deve ancora risolvere problemi ben<br />

più semplici di smaltimenti dei rifiuti urbani e che le sue scorie<br />

nucleari derivanti dalle centrali pre-referendum deve ancora sistemarle<br />

sorge più di qualche legittimo sospetto.<br />

Infine la sicurezza. Ci raccontano che si starebbe lavorando<br />

alle centrali sicure di quarta generazione. Non è vero. O almeno<br />

non saranno quelle che vuole costruire Berlusconi. Perché quel<br />

tipo di reattore al quale stanno lavorando principalmente gli Stati<br />

Uniti (recentemente si è aggiunta anche l’Italia), che sarebbero<br />

raffreddati ad acqua e a gas o quelli a “spettro veloce”, sarebbero<br />

pronti a livello di prototipo non prima del 2030 (ancora questa<br />

data!)<br />

NICOLA ATALMI<br />

mente la volontà degli italiani, che ventuno anni fa, in un referendum, si<br />

sono espressi contro. Il rischio incidenti, il problema dello smaltimento<br />

delle scorie e degli impianti in disuso sono problemi reali di fronte ai<br />

quali i cittadini del nostro Paese hanno già detto “no, grazie”».<br />

LA PIATTAFORMA<br />

Più adatti i rinnovi annuali<br />

Eppure la riforma piace a tutti, più della Nutella<br />

e dei cereali) si cede alla triennalizzazione<br />

della vigenza contrattuale,<br />

quando in realtà sarebbero<br />

più adatti e giusti rinnovi annuali<br />

dei contratti. Nella piattaforma si<br />

rivaluta la bilateralità tanto cara a<br />

Cisl e Uil, che però lasciano sola<br />

la Cgil a contestare la detassazione<br />

degli straordinari, operazione<br />

fatta al posto della riduzione delle<br />

tasse sulla busta paga di tutti i<br />

lavoratori e soprattutto sbagliata<br />

e ingiusta perché si privilegiano i<br />

lavoratori che possono lavorare di<br />

più, una minoranza, e si discriminano<br />

innanzitutto le donne. Inoltre<br />

si danneggia l’occupazione soprattutto<br />

dei giovani. S’incentiva il<br />

peggioramento delle condizioni di<br />

lavoro con danni certi alla salute e<br />

alla sicurezza di tutti i lavoratori!<br />

La nuova politica sindacale<br />

sui modelli contrattuali, l’indebolimento<br />

del Contratto nazionale,<br />

rischia la trasformazione del sindacato<br />

in appendice paraistituzionale,<br />

una scelta che può aggravare<br />

definitivamente una concezione<br />

sindacale partecipativa e rivendicativa,<br />

un modello che è l’architrave<br />

su cui si regge la nostra idea<br />

di democrazia, basata sul diritto<br />

diseguale che bilancia il dislivello<br />

di potere tra capitale e lavoro.<br />

Ora se non vogliamo che la<br />

sconfitta politica diventi la definitiva<br />

sconfitta sociale del paese<br />

bisogna che la Cgil riscopra la sua<br />

natura vertenziale e di lotta, mollando<br />

l’alibi del difficile contesto<br />

socio-politico, non ascoltando le<br />

sirene del “buonismo”! Nessuno è<br />

cattivo per natura ma quando un<br />

operaio è costretto a lavorare 12<br />

ore al giorno, quando comunque<br />

non ha i soldi per arrivare alla fine<br />

del mese, quando viene sfrattato,<br />

quando vede i propri figli che<br />

con sacrifici immensi è riuscito a<br />

far studiare affogare nel mare della<br />

precarietà, quando ti tolgono vita<br />

e dignità, allora c’è poco da essere<br />

buoni e diventa giusto anche<br />

arrabbiarsi e lottare! La Cgil negli<br />

anni del governo Prodi è purtroppo<br />

ricaduta nella sindrome<br />

del “governo amico”, ora sarebbe<br />

assurdo e paradossale essere subalterni<br />

a “governi ombra amici” a loro<br />

volta troppo amici di un brutto<br />

governo vero!


FRANCESCO FRANCESCAGLIA<br />

L a<br />

6<br />

ricostruzione della sinistra<br />

in Italia sarà una lunga<br />

traversata nel deserto,<br />

perché, ancor più della rovinosa<br />

sconfitta elettorale, pesa l’ormai<br />

compiuto mutamento del senso<br />

comune nella nostra società.<br />

Dopo vent’anni di resistenza<br />

delle sinistre, la cultura e i valori<br />

delle destre sono ormai egemoni.<br />

Berlusconi l’ha capito, Fini<br />

l’ha detto esplicitamente: «Non<br />

siamo più figli di un dio minore<br />

[…] si onorano i nostri morti, la<br />

nostra politica diventa centrale.<br />

E’ la dimostrazione che abbiamo<br />

davvero vinto». Le destre italiane,<br />

però, non sono come le altre che<br />

governano in Europa. Tengono<br />

insieme i fascisti, i razzisti della<br />

Lega, i collusi coi mafiosi e sono<br />

guidate da uno come Berlusconi.<br />

La specificità italiana è questa: la<br />

natura tendenzialmente non democratica<br />

delle destre.<br />

Uno scenario da “fine della<br />

storia”, per dirla con Fukuyama.<br />

Ma davve-<br />

ro pensiamo<br />

che il capitale<br />

abbia risolto<br />

le sue contraddizioni?<br />

La<br />

risposta, per i<br />

comunisti, è<br />

scontata. Ma<br />

il combinato<br />

disposto del<br />

nuovo senso<br />

comune e di<br />

un sistema<br />

politico che<br />

normalizza e<br />

soffoca ogni conflitto sociale ed<br />

istituzionale costituisce una miscela<br />

esplosiva che ci pone una<br />

sfida difficilissima: rilanciare la<br />

battaglia delle idee per riuscire,<br />

un domani purtroppo ancora<br />

lontano, a trasformare la società e<br />

a superare il capitalismo.<br />

Il disgregarsi dell’egemonia<br />

culturale della sinistra negli ultimi<br />

vent’anni, ci ha portato a fare<br />

resistenza per difendere le conquiste<br />

del movimento operaio<br />

ed arginare le derive neoliberiste.<br />

Con questa logica il ruolo della<br />

sinistra è divenuto subalterno,<br />

passando dal “migliorismo” al<br />

“menopeggismo”. I comunisti, in<br />

particolare, hanno subito la costante<br />

imposizione dell’agenda<br />

politica da parte delle forze mo-<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

RICOSTRUIRE A SINISTRA<br />

Ricominciamo<br />

dai comunisti<br />

La débacle elettorale dell’Arcobaleno<br />

ha reso quel progetto irrecuperabile<br />

Dopo 20<br />

anni di resistenza<br />

delle<br />

sinistre, la<br />

cultura e i<br />

valori delle<br />

destre sono<br />

egemoni.<br />

Berlusconi<br />

l’ha capito,<br />

Fini l’ha dettoesplicitamente<br />

derate della coalizione ed hanno<br />

cercato di aprire le contraddizioni<br />

interne al centrosinistra contrapponendo<br />

rifiuti netti sostenuti,<br />

molto spesso, dalle dinamiche di<br />

conflitto presenti nella società, nei<br />

movimenti e nel mondo del lavoro.<br />

Progressivamente la politica<br />

del “no” ha segnato di se<br />

l’identità della sinistra,<br />

dei comunisti<br />

e delle forze<br />

d’alternativa,<br />

fino quasi far<br />

scomparire,<br />

nell’immaginario<br />

collettivo, l’idea che<br />

la sinistra abbia an- an-<br />

cora un progetto di<br />

trasformazione della società. La<br />

proposta politica dei comunisti<br />

che vogliono parlare al Paese,<br />

per provare a cambiarne il senso<br />

comune, non può più essere percepita<br />

come mera sommatoria di<br />

“no”, ancorché derivanti da giustissime<br />

rivendicazioni. Dobbiamo<br />

riappropriarci di una nostra<br />

proposta di alternativa di società<br />

e tradurla in precise rivendicazione<br />

programmatiche: una svolta a<br />

sinistra sui contenuti riformatori.<br />

Noi non siamo sufficienti per<br />

cimentarci con questo compito.<br />

Per questo abbiamo raccolto l’appello<br />

che ci propone un processo<br />

di riunificazione dei comunisti, a<br />

partire dal Pdci e dal Prc, per ricostruire<br />

la sinistra.<br />

La debacle elettorale dell’Arcobaleno<br />

ha reso quel progetto<br />

irrecuperabile e, infatti, i Verdi<br />

veleggiano verso il Pd con Boato<br />

e Sd mira al partito unico della sinistra.<br />

Cosa rimane fuori da queste<br />

ipotesi inaccettabili? Restano<br />

i comunisti, noi e il Prc, ovvero<br />

coloro che non sono disponibili a<br />

fare una bolognigna con 20 anni<br />

di ritardo, e restano i tanti, tantissimi,<br />

che sono fuori dai partiti e<br />

sono di sinistra. Per questo oggi<br />

proponiamo di partire dall’unificazione<br />

del Pdci col Prc. Riunificazione,<br />

non una costituente<br />

comunista, che vorrebbe dire<br />

sciogliere il partito ancor prima<br />

che gli altri ci abbiano risposto<br />

positivamente.<br />

Per riuscire in questa impresa<br />

non possiamo rassegnarci a fare<br />

testimonianza. Un partito che si<br />

richiama al marxismo e al leninismo<br />

non è tale se si riduce a un circolo<br />

culturale settario rinunciando<br />

ad esaltare il momento soggettivo<br />

dell’autonoma iniziativa del partito.<br />

Un partito comunista che si<br />

richiama a Togliatti e Berlinguer<br />

non è tale se non si pone il problema<br />

del governo del Paese, scadendo<br />

nel massimalismo. Il Partito<br />

dei comunisti italiani rinnegherebbe<br />

se stesso<br />

se non praticasse,<br />

sempre e con<br />

tenacia, la politica<br />

delle alleanze<br />

possibili e se<br />

non avesse una<br />

linea d’attacco<br />

unitaria.<br />

Tutto è in<br />

movimento in<br />

questa fase politica complicatissima:<br />

la nostra proposta politica,<br />

sulla quale terremo il congresso,<br />

ci consente di tracciare una rotta<br />

a partire dalla nostra identità<br />

e ci consente di avere un profilo<br />

che miri a ricostruire la sinistra<br />

in Italia: intanto cominciamo dai<br />

comunisti.<br />

POLTRONISTI<br />

Della serie “un<br />

uomo per tutte<br />

le stagioni”. Dini<br />

è stato eletto<br />

presidente della<br />

commissione<br />

Esteri del Senato.<br />

L’ex presidente<br />

del Consiglio,<br />

esempio da manuale<br />

del trasformismo<br />

italico,<br />

succede dunque<br />

a se stesso<br />

LAURA BOTTAI<br />

G li<br />

uomini e le donne non sono uguali<br />

e il neutro non esiste; l fuomo<br />

non può rappresentare entrambi,<br />

né parlare a nome degli uni, comprenden-<br />

do anche le altre. I problemi e le questioni<br />

quotidiane, la materialità della vita<br />

resteranno fuori dalla politica<br />

fino a quando sarà solo<br />

un genere a decidere e<br />

saranno anche donne ad<br />

assumersi la responsabilità<br />

delle scelte.<br />

Nella fase congressuale<br />

appena avviata, è necessario<br />

rimettere al centro<br />

della nostra riflessione<br />

anche la presenza sessuata,<br />

realizzare una nuova<br />

solidarietà tra i generi<br />

per risolvere insieme, e in ugual misura,<br />

il vero conflitto, che è e resta quello<br />

di classe. Senza tuttavia dimenticare che<br />

quando si parla di classe operaia, occorre<br />

tenere presente che, qualunque sia il gene-<br />

politica<br />

GENERI Una nuovo patto sociale per risolvere il conflitto di classe<br />

Compagne e compagni<br />

confrontiamoci...<br />

re, si tratta pur sempre di precari, sfruttati,<br />

e discriminati. Infatti, il genere femminile<br />

non gode degli stessi diritti dell faltro,<br />

persistono disparità politiche, economiche,<br />

sociali, la dignità e la libertà delle donne è<br />

continuamente calpestata, ferita, utilizzata,<br />

come si è visto anche recentemente, con<br />

le ultime vicende legate alla legge 194/78<br />

e con le continue uccisioni, massacri, ecc.<br />

che vedono le donne tra i bersagli preferiti,<br />

spesso – ingiustificabilmente troppo spesso<br />

– grazie anche all findifferenza, quando<br />

non acquiescenza, della nostra classe di riferimento.<br />

Intendiamo perciò sollecitare i compagni<br />

a confrontarsi con noi per ridefinire<br />

una gvisione del mondo e della vita h plurisoggettiva<br />

e condivisa: non si può avere la<br />

pretesa di essere comunista, se si continua<br />

a comportarsi secondo una cultura piccolo<br />

borghese e discriminatoria, funzionale al<br />

potere economico e non alle persone.<br />

L felaborazione delle donne, la critica<br />

all funiversalismo astratto, dimostrano<br />

come la differenza sia un valore, un con-


politica 7<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

HANNODETTO<br />

OSKAR LAFONTAINE. Presidente della Linke. «Abbiamo il vento della storia che soffia nelle nostre<br />

vele»: lo ha detto al congresso della formazione della sinistra nata lo scorso anno in Germania che ha<br />

riconfermato Lafontaine e Bisky ai vertici. Il leader dell’ormai terzo partito tedesco (i sondaggi lo fotografano<br />

al 14%) si dice sicuro di una prossima fine del governo della Grande Coalizione (Cdu-Spd)<br />

Una sinistra<br />

tributo fondamentale a tutta la politica.<br />

Soprattutto esorta a compiere una svolta<br />

culturale nelle scelte: non percorsi paralleli<br />

o separati, ma sollecitazioni a superare stereotipi<br />

radicati e culturali che autorizzano<br />

discriminazioni di genere, oltre a quelle<br />

etniche e razziali, ormai diventate sentire<br />

comune, pure di parte dei nostri compagni<br />

e dei nostri elettori.<br />

Per noi essere donna in politica è un<br />

valore aggiunto che vogliamo condividere<br />

con tutto il partito: con i compagni, perché<br />

tempi, modi e priorità della politica siano<br />

scelti insieme, siano accessibili a più donne<br />

(ma anche più uomini c) per un progetto<br />

politico concreto e credibile, ma prima di<br />

tutto con le altre compagne, le quali legittimamente<br />

sono convinte, al<br />

contrario, che non esistono differenze<br />

di sesso in politica.<br />

È importante perciò potersi<br />

incontrare per scambiarci idee<br />

ed esperienze affinché diventino<br />

proposta di tutto il partito;<br />

lo statuto prevede l fAssemblea<br />

delle donne, che tuttavia non<br />

è stata mai attivata, né sono<br />

previsti i modi per avviarla, a<br />

riprova della poca attenzione<br />

del partito alle questioni che le donne<br />

pongono; è vero che il Comitato centrale,<br />

è composto in numero pari da donne<br />

e da uomini, ma è stato il prodotto di un<br />

raddoppio degli organismi del partito, e i<br />

posti di potere restano agli uomini; non<br />

LUCA ROBOTTI<br />

N elle<br />

sono state le donne a scegliere, si è trattato<br />

di una semplicecooptazione, o inclusione<br />

subalterna, compiuta sempre e solo dagli<br />

uomini.<br />

In Toscana, un gruppo di compagne<br />

ha provato a costruire un gLuogo di<br />

donne h, con risultati minimi, ma positivi;<br />

oggi la nostra pur breve esperienza la mettiamo<br />

a disposizione di tutte quelle compagne<br />

siano interessate a percorsi simili (i<br />

riferimenti sono: ldidonne.@gmail.com,<br />

tel. 3270497784), in particolare in vista<br />

del congresso dove vogliamo essere protagoniste<br />

paritarie delle scelte. Inoltre, in<br />

assenza di una struttura specifica dove<br />

le donne possano confrontarsi<br />

per con–correre (ossia contribuire<br />

insieme ai compagni e<br />

a quelle donne che non<br />

sentono la necessità di<br />

conclusioni, all’ultimo<br />

Comitato centrale,<br />

il Segretario Diliberto<br />

affermava che, se non fosse<br />

stato concomitante con i nostri<br />

lavori, lui avrebbe partecipato<br />

alla manifestazione di Torino.<br />

Voglio dirgli, in modo educato,<br />

che avrebbe sbagliato, che un<br />

segretario di un partito che si<br />

richiama al Pci, non dovrebbe<br />

neanche porsi il problema di<br />

partecipare ad un corteo convocato<br />

per chiedere il boicottaggio<br />

della cultura e l’annullamento<br />

di uno Stato democratico.<br />

Anzi, un partito comunista<br />

si pone il tema delle modalità<br />

organizzative e politiche della<br />

manifestazione, chiedendosi<br />

prima se queste rafforzano la<br />

lotta ed il perseguimento dell’obbiettivo<br />

o no.<br />

Il compito dei comunisti è<br />

quello di schierarsi con i pacifisti<br />

di ambedue le parti, dalla<br />

parte di coloro che perseguono<br />

una specifica elabora-<br />

zione di genere)<br />

a realizzare quel<br />

gnuovo inizio hsi<br />

riferisce anche il<br />

Segretario Diliberto,<br />

proponiamo di individuare<br />

questo luogo,<br />

fino a quando non siano definite<br />

o ridefinite le regole e i luoghi della<br />

politica del partito, come riferimen- riferimen-<br />

to autorevole per quelle compagne che<br />

preferiscono l fidentità all fomologazione<br />

e come interlocutore il partito nel suo<br />

complesso.<br />

ampia e plurale<br />

Il congresso servirà a chiarirci la natura<br />

identitaria e lo scopo del nostro partito<br />

AL TELEFONO<br />

D’Alema riceve<br />

una telefonata<br />

di un amico dal<br />

Brasile: «Nei<br />

Paesi vecchi e<br />

impoveriti governa<br />

la destra,<br />

in quelli giovani<br />

e pieni di speranze<br />

la sinistra».<br />

D’Alema<br />

ha provato un<br />

certo rammarico...<br />

la creazione di due stati per i due<br />

popoli, e non di scatenare sentimenti<br />

di vicinanza a Israele ed<br />

alla sua politica espansionistica<br />

da parte dell’opinione pubblica<br />

italiana.<br />

Alla Palestina, al suo popolo,<br />

servono alleati e risonanza<br />

positiva nell’opinione pubblica<br />

e nella stampa internazionale,<br />

contro coloro che descrivono<br />

la loro lotta come violenta e del<br />

terrore armato, fatta da terroristi<br />

in loco ed estremisti e massimalisti<br />

in giro per il mondo. Serve<br />

coraggio, fermezza per dire che<br />

non è bruciando le bandiere di<br />

Israele e chiedendone il suo annullamento<br />

come Stato che si<br />

aiuta la pacificazione tra i due<br />

popoli. Era, quindi, sbagliato<br />

aderire e occorre al più presto<br />

aprire un dibattito vero sulla<br />

nostra politica estera e sulle<br />

modalità di tessere relazioni<br />

internazionali e di scegliere i<br />

nostri interlocutori.<br />

Il congresso servirà anche a<br />

questo, oltre che a chiarirci sulla<br />

natura identitaria e sullo scopo<br />

storico del nostro partito, che io<br />

ritengo debba essere quello di<br />

unire la sinistra e creare le condizioni<br />

per dare ai lavoratori un<br />

soggetto organizzato più ampio,<br />

forte e ancorato alle culture della<br />

sinistra italiana, in cui i comunisti<br />

siano egemoni. Una prospettiva<br />

ineludibile che non può venire<br />

dopo a nulla, prioritaria.<br />

Non condivido “l’unità dei<br />

comunisti” proposta dal Segretario,<br />

non capisco cosa voglia<br />

dire e cosa potrebbe produrre,<br />

visto le esigue e “selezionatissime”<br />

adesioni all’appello, il<br />

diniego del Prc e il poco interesse<br />

tra il popolo di sinistra. Ci<br />

porteremmo<br />

Occorre<br />

aprire un dibattito<br />

vero<br />

sulla nostra<br />

politica<br />

estera e sulle<br />

modalità<br />

di tessere<br />

relazioni internazionali<br />

e di scegliere<br />

i nostri<br />

interlocutori<br />

su un terreno<br />

identitario<br />

minoritario<br />

e dal respiro<br />

cortissimo,<br />

finiremmo<br />

in un vero e<br />

proprio fortino,<br />

assediato<br />

all’esterno dal<br />

Pd e in eterno<br />

conflitto interno<br />

con chi<br />

proveniente<br />

dall’Ernesto,<br />

chi da Essere comunisti o da<br />

qualche altro gruppo o gruppetto.<br />

Una proposta, peraltro,<br />

fuori dalla stessa tradizione del<br />

Pci. Sarebbe la fine di una prospettiva<br />

di cambiamento socia-<br />

le reale, il rischio dell’autorefe-<br />

renzialità; sicuramente non una<br />

scelta utile al movimento operaio,<br />

una scelta di ceto politico,<br />

di conservazione, che peraltro<br />

lascerebbe i territori in preda<br />

alla gestione sempre più personalistica<br />

dei gruppi dirigenti,<br />

causa dell’abbandono, già<br />

ora, di molti compagni<br />

dalla militanza attiva.<br />

La vera sfida è oggi,<br />

come lo è stata nel<br />

‘98, è la costruzione di<br />

una sinistra ampia,<br />

plurale e soprattutto<br />

popolare,<br />

mai culturalmente<br />

minoritaria.<br />

Non abbiamo<br />

altre strade, an-<br />

che per questo il<br />

nostro deve essere un congresso<br />

vero, su posizioni chiare e distinte,<br />

senza più falsi unanimismi.<br />

Il nostro compito storico è<br />

quello di aiutare il processo di<br />

ricomposizione della sinistra<br />

che ne colmi l’assenza dai processi<br />

di cambiamento e ne rilanci<br />

il ruolo di governo, all’interno<br />

di una alleanza di centro<br />

sinistra.<br />

Io intendo impegnarmi con<br />

tante altre compagne e compagni<br />

su questo terreno, per salvare<br />

il nostro partito e la sinistra<br />

innanzitutto.


MANUELA PALERMI<br />

S e<br />

8<br />

addirittura viene cancellata<br />

la rappresentanza parlamentare,<br />

vuol dire che s’è determinata<br />

una rottura drammatica col tuo<br />

elettorato, che sono subentrate una<br />

critica e una sfiducia che lo hanno<br />

indotto a respingerti. Occorre riflettere<br />

e cercare di capire. Non tanto<br />

degli altri, ché serve a poco, ma di noi.<br />

Cominciamo dai venti mesi del<br />

governo Prodi. Siamo stati troppo<br />

piegati, troppo pressanti? Se penso<br />

al Senato, posso dire in piena sincerità<br />

che abbiamo pressato molto.<br />

Piegati no. Rissosi qualche volta.<br />

Niente di male, ma non siamo riusciti<br />

a determinare sbocchi. Prendiamo<br />

i due punti su cui lo scontro<br />

è stato più forte: la guerra in Afghanistan<br />

e il protocollo sul welfare.<br />

Venivamo da un risultato forte:<br />

il ritiro dei militari dall’Iraq, e<br />

speravamo che quella scelta se ne<br />

trascinasse dietro altre, ad iniziare<br />

dall’Afghanistan. Non essendo<br />

gattini ciechi, sapevamo che l’Afghanistan<br />

significava equilibri decisivi<br />

nei rapporti internazionali,<br />

ad iniziare dagli Usa. E d’altronde<br />

D’Alema stava portando significativi<br />

cambiamenti nella gestione<br />

della politica estera da noi apprezzati:<br />

la questione israelo-palestinese,<br />

in primo luogo, e il protagonismo<br />

positivo in occasione del Libano.<br />

La maggioranza in Senato aveva<br />

solo due voti in più, più tardi uno<br />

solo, così che ogni scelta diventava<br />

di vita o di morte del governo. E<br />

l’ostilità del Vaticano, degli Usa e<br />

di Confindustria si inaspriva ogni<br />

giorno.<br />

Questo avrebbe dovuto renderci<br />

più cauti? Va aggiunto<br />

che su tutta la Sinistra<br />

presente in Parlamento<br />

pesava come un macigno<br />

la scelta del ’98 del<br />

Prc di provocare la caduta<br />

di Prodi. Contro<br />

quella scelta noi arrivammo<br />

alla scissione<br />

e fondammo il Pdci,<br />

eppure l’opinione pub-<br />

blica ci percepiva come cor- corresponsabili<br />

di quella caduta.<br />

Sono invece convinta che abbiamo<br />

pagato il nostro comportamento<br />

sul pacchetto welfare.<br />

Ci siamo rivoltati ad un pessimo<br />

accordo che smentiva clamorosamente<br />

il programma dell’Unione<br />

e sviliva l’unico risultato di valore<br />

da noi raggiunto: il superamento<br />

del precariato nelle pubbliche amministrazioni.<br />

Nella nostra rivolta<br />

abbiamo smarrito la dimensione<br />

politica replicando quella sindacale,<br />

percorrendone lo specifico terreno.<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

RICOSTRUIRE A SINISTRA<br />

Le ragioni di una sconfitta<br />

Si è determinata una rottura drammatica<br />

con l’elettorato, la sinistra cancellata dal Parlamento<br />

Il referendum indetto dai sindacati<br />

ha smentito clamorosamente noi<br />

ed ha contemporaneamente isolato<br />

quei lavoratori, contrari all’accordo,<br />

che volevamo difendere e rappresentare.<br />

Una doppia sconfitta. Il<br />

nostro dissenso aveva comportato<br />

le ire di tutta la maggioranza, la Bonino<br />

aveva dato le dimissioni, Dini<br />

minacciava, e venivamo presentati<br />

al Paese come quelli che avrebbero<br />

fatto cadere il governo. Equivoco<br />

che persiste nel senso comune.<br />

Mi sono chiesta più vol- t e ,<br />

anche con qualche an-<br />

goscia, se in<br />

quell’occasione<br />

non avremmo<br />

dovuto votare<br />

contro. Avremmo<br />

dovuto far<br />

cadere il governo su un<br />

accordo che aveva avu-<br />

to il pronunciamento<br />

maggioritario dei lavoratori? Quando<br />

la passione non ha il sopravvento,<br />

mi dico che il nostro isolamento sarebbe<br />

stato pauroso. Penso piuttosto<br />

che non saremmo dovuti arrivare a<br />

quel punto, che avremmo dovuto<br />

tenere divise le competenze politiche<br />

da quelle sindacali e aspettare<br />

con più consapevole attenzione il<br />

RAFFAELLA ANGELINO<br />

«P<br />

enso che non si possa prescindere dal<br />

risultato elettorale, però credo che<br />

dobbiamo continuare a pensare che<br />

l’idea di una sinistra unita è fondamentale soprattutto<br />

in un periodo in cui non è rappresentata<br />

al Parlamento». Così Wladimir<br />

Luxuria, deputata uscente di Rifon-<br />

dazione, sempre in prima fila nelle batta- batta-<br />

glie per l’uguaglianza, la libertà,<br />

il riconoscimento dei diritti. Ed<br />

è, infatti, preoccupata per «l’aria<br />

xenofoba e omofoba» che si respira<br />

in Italia. «In questo clima<br />

culturale clerico-governativo<br />

rischiamo un imbarbarimento<br />

incredibile».<br />

Dopo il risultato elettorale<br />

da dove deve ripartire la sinistra?<br />

Credo molto in una sinistra unita, dinami-<br />

ca, aperta ai movimenti, capace di accogliere<br />

le trasformazioni di una società, non per subirle,<br />

ovviamente, ma per governarle e interpretarle secondo<br />

i criteri storici dei nostri partiti, a partire da<br />

quello dell’uguaglianza: diritti sociali e diritti civili<br />

sono due questioni che devono essere trattate in<br />

maniera intrecciata e contemporaneamente.<br />

C’è un appello sostenuto da associazioni,<br />

movimenti, intellettuali, mondo del lavoro che<br />

chiede ai due partiti comunisti, Pdci e Prc di “ripartire<br />

da noi”: che ne pensi?<br />

C’è un’unione fisiologica tra i due partiti che si<br />

richiamano al comunismo, Rifondazione e Pdci.<br />

E non è una fusione a freddo, come è avvenuto<br />

risultato referendario.<br />

Avremmo dovuto tenere stretto<br />

il legame con i lavoratori che s’erano<br />

opposti mantenendo aperti gli<br />

obiettivi nel lavoro istituzionale, non<br />

considerando definitivo l’accordo e<br />

non lasciandoli così soli e senza parola<br />

nella sconfitta. Non facile, ma<br />

avremmo dovuto provarci. E invece<br />

ci siamo trovati lontani dal senso<br />

comune, completamente soli nella<br />

maggioranza, con un rapporto del<br />

tutto negativo con la Cgil che addirittura<br />

accusammo<br />

di brogli e con una<br />

drammatica distanza<br />

proprio da<br />

quei lavoratori che,<br />

come noi, avevano<br />

respinto l’accordo.<br />

Ho pensato<br />

spesso allora che<br />

i lavoratori non ci<br />

chiedono di perdere<br />

con loro; ci chiedono uno<br />

schieramento e un’appartenenza alla<br />

loro classe per portare miglioramenti<br />

(nei momenti duri anche minimi,<br />

anche graduali) alla loro condizione.<br />

Se questi due fatti, come io credo,<br />

sono stati emblematici della nostra<br />

esperienza di governo, non possono<br />

però essere considerati esaustivi<br />

L'intervista<br />

del nostro fallimento. E qui entra<br />

in gioco la Sinistra arcobaleno.<br />

Un cartello elettorale, niente di più,<br />

a cui nessuno ha creduto. Inoltre nel<br />

partito s’era aperto il pesante sospetto<br />

di un possibile scioglimento del<br />

Pdci nella Sinistra arcobaleno. Del<br />

tutto falso. Ma i comportamenti<br />

ne sono stati segnati. Avremmo<br />

dovuto fare i salti mortali per dare<br />

dignità alla Sinistra arcobaleno,<br />

avremmo dovuto rassicurare gli<br />

elettori sul suo futuro (sennò perché<br />

votarla?), avremmo dovuto recuperare<br />

ed esaltare la spinta unitaria<br />

della manifestazione del 20 ottobre,<br />

scendendo in piazza, manifestando<br />

la possibile unità. Abbiamo fatto il<br />

contrario perché la difesa del partito<br />

è stata più urgente della prospettiva.<br />

Le provocazioni di Bertinotti<br />

sul soggetto unico ci hanno spinto<br />

a prendere le distanze, a sentirci<br />

“diversi” da quell’accozzaglia di diversi<br />

tra loro, irrigidendo la nostra<br />

identità. Abbiamo dato per certo<br />

che i voti sarebbero arrivati, che non<br />

c’era bisogno di sporcarci le mani.<br />

C’è anche un’altra e più pesante<br />

storia che va raccontata, perché<br />

la fragilità del voto non si<br />

spiegherebbe solo con un’analisi,<br />

anche più attenta della mia, dei<br />

Vladimir Luxuria<br />

CAMMINIAMO INSIEME<br />

COME NEL QUARTO STATO<br />

per il Pd, perché abbiamo un percorso, un’origine<br />

comune, i valori in cui crediamo sono gli stessi.<br />

Credo che le vicende che hanno comportato la<br />

scissione siano superate. Dunque, come in un<br />

“quarto stato”, queste due grandi figure - i due<br />

partiti - devono tenersi mano nella mano, assieme<br />

a chi vuole camminare con noi. Magari con<br />

meno diktat...<br />

A cosa ti riferisci?<br />

Sia sul simbolo, sia sulle candidature,<br />

la Sinistra arcobaleno<br />

è sembrata un’operazione calata<br />

dall’alto. Questo ha contribuito<br />

a creare la sfiducia che poi si<br />

è tradotta nel calo del consenso<br />

elettorale. Ora è un momento di<br />

assestamento, bisogna capire in<br />

quanti credono nel progetto dell’unità,<br />

ma la cosa fondamentale<br />

è fare una consultazione con gli<br />

iscritti, ritornare a fare dibattiti, incontri, radicarsi<br />

nei territori, sentire gli umori dei tesserati. E’ più il<br />

contenuto di un progetto a determinarne il sim-<br />

politica<br />

C’è un’unione fisiologica tra Prc e Comunisti italiani<br />

bolo che viceversa.<br />

E comunque i simboli del lavoro non sono<br />

superati...<br />

Assolutamente, sono di grande attualità. C’è<br />

una frase di Giorgio Gaber che dice: “Qualcuno<br />

era comunista perché chi era contro era comunista,<br />

qualcuno era comunista perché sognava una<br />

libertà diversa da quella americana,<br />

qualcuno era comunista<br />

perché pensava di poter essere<br />

felice solo se lo erano anche gli<br />

altri”. Ecco, quest’ultima frase<br />

per me riassume quello che è il<br />

comunismo.<br />

In che modo stai continuando<br />

a fare politica in questo periodo?<br />

Come la facevo prima del<br />

2006. Non ho mai perso i contatti<br />

con il mio movimento, infatti parteciperò<br />

al Gay Pride di Roma, di Biella, di Bologna:<br />

non mi sento meno legittimata a sostenere le<br />

mie idee perché non sono più parlamentare.


politica 9<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

soli 20 mesi di governo Prodi.<br />

C’è una lunga sconfitta operaia alla<br />

nostre spalle. E quando sei sconfitto<br />

diventi peggiore, non migliore. Vale<br />

per tutti, anche per i lavoratori.<br />

Se lego la sconfitta operaia ai miei<br />

ricordi personali, non penso agli anni<br />

70, al terrorismo. Mi verrebbe da<br />

dire che quel fenomeno è stato così<br />

gigantesco e insieme così infame da<br />

permettere infinite compagne mediatiche<br />

sull’equazione tra conflitto<br />

sociale e terro-<br />

rismo,un’operazione delle<br />

classi dirigenti<br />

per finirla una<br />

volta per tutte<br />

con il ruolo di<br />

interesse generale<br />

della classe<br />

operaia.<br />

Nella mia<br />

personale esperienza,<br />

la sconfitta<br />

operaia è<br />

legata agli anni<br />

80. Quelli del-<br />

I lavoratori<br />

non ci<br />

chiedono di<br />

perdere con<br />

loro, ci chiedonoun’appartenenza<br />

alla loro<br />

classe per<br />

portare miglioramenti<br />

alla loro<br />

condizione<br />

le ristrutturazioni riduttive e della<br />

cassintegrazione. In quegli anni<br />

sparirono le lotte e la contrattazione<br />

rivendicativa, perché ad essere messa<br />

in discussione era l’occupazione<br />

e l’esistenza della fabbrica (che si<br />

spostava in Paesi più appetibili, si<br />

spezzettava, esternalizzava), sostituita<br />

dalla richiesta convulsa di cassintegrazione.<br />

E quegli operai cassintegrati,<br />

tolti dalla loro comunità<br />

di lavoro, emarginati nel quartiere e<br />

in casa, sfruttati in qualche lavoretto<br />

occasionale, persero la coscienza di<br />

sé e del senso della loro azione collettiva.<br />

La cassintegrazione operò<br />

come un tarlo. Divorò appartenenza<br />

di classe, professionalità operaia,<br />

capacità di lotta. I sindacalisti, formati<br />

alla scuola della contrattazione<br />

rivendicativa e delle lotte, si trasformarono<br />

in organizzatori di assem-<br />

blee aperte (col sindaco, l’assessore,<br />

il parlamentare) ed esperti conoscitori<br />

di stanze e funzionari del<br />

ministero del Lavoro: la richiesta<br />

era sempre quella, cassintegrazione.<br />

Gli operai di Mirafiori tentarono<br />

di opporsi e l’Italia assistette ad<br />

una delle più grandi lotte e, forse,<br />

alla più grande sconfitta del<br />

movimento operaio. Da quella<br />

sconfitta ne vennero altre. Una, su<br />

tutte, il taglio della scala mobile<br />

e, negli anni, la sua cancellazione.<br />

Con la classe operaia piegata e il<br />

sindacato profondamente mutato,<br />

si arrivò all’accordo del ’93. Per la<br />

Cgil fu come una serpe che ti entra<br />

in casa: dimissioni di Trentin, polemiche<br />

furibonde, riunioni separate,<br />

fino alla nascita formalizzata, finanziariamente<br />

sostenuta, delle correnti.<br />

Non quelle storiche. La crisi azzerò<br />

la differenza tra comunisti e socialisti.<br />

Nacquero correnti e faide interne.<br />

L’accordo del ’93 – più cono-<br />

sciuto come “politica dei<br />

redditi” – era stato precedu- precedu-<br />

to da diverse campagne<br />

sui grandi<br />

giornali italiani.<br />

Il salario diventava<br />

“una variabile<br />

dipendente”<br />

dal profitto, dalla<br />

produttività, dal<br />

mercato; l’allora<br />

segretario generale<br />

Pizzinato,<br />

in un’intervista a<br />

Rossanda, dichiarò che il<br />

sindacato doveva “gestire il<br />

peggioramento”: dei diritti, delle<br />

tutele, del salario, della contrattazione,<br />

della sicurezza. Nel frattempo<br />

stabilimenti e settori industriali<br />

subivano profonde ristrutturazioni<br />

che sindacato e lavoratori dovettero<br />

gestire in difesa: il “peggioramento”<br />

di Pizzinato era entrato nell’agire<br />

quotidiano del movimento operaio.<br />

La parola “riforma” assunse un significato<br />

maledetto: riduzione di<br />

tutele, appunto, di occupazione, di<br />

diritti, di salario.<br />

Da quegli anni i lavoratori sono<br />

usciti logorati e sconfitti. Lo Statuto<br />

è stato cancellato: l’articolo 18,<br />

con l’espandersi della precarietà, è<br />

sostanzialmente abolito. Il “peggioramento”<br />

è stato introiettato come<br />

condizione ineludibile. La classe<br />

s’è divisa, individualizzata, ha cercato<br />

di sopravvivere. E’ anche così<br />

che si spiega la forte affermazione<br />

della Lega. Non ha il consenso dei<br />

lavoratori, perlomeno non quello di<br />

cui hanno goduto Pci e Cgil. Nelle<br />

fabbriche del nord la Lega svolge<br />

un ruolo di intermediazione tra lavoratore<br />

e padrone. In assenza della<br />

contrattazione, garantisce alcuni<br />

elementi essenziali. Persino, nella<br />

solitudine e nella perdita di sé del lavoratore,<br />

fa in modo che l’immigrato<br />

stia peggio dell’italiano, per salario,<br />

orario e diritti. Tutela piccoli egoismi<br />

e minimi corporativismi. E’ il testimone<br />

più spietato della sconfitta.<br />

Può essere ricercata anche in ciò la<br />

perdita di consenso? Nell’incapacità<br />

di saper parlare e comprendere una<br />

classe duramente colpita? Gli sconfitti<br />

non sono eroi. Troppo spesso<br />

invochiamo la classe come elemento<br />

taumaturgico assegnando ad una<br />

fantasia il nostro stesso riscatto.<br />

Non è vero che non abbiamo più<br />

cercato la “base”, come grossolanamente<br />

viene detto. Ma la “base” ha<br />

dovuto attenuare e persino mutare<br />

le sue esigenze. Siamo stati così presuntuosi<br />

da pensare che essa fosse<br />

impermeabile, che alla parola d’ordine<br />

giusta corrispondesse la giusta<br />

reazione, e ci siamo allontanati dalla<br />

materialità della sua condizione.<br />

Il mio ragionamento potrebbe<br />

essere ribaltato. Proprio<br />

perché sconfitta, la classe<br />

aspettava da noi di<br />

più. Non ci credo, non<br />

c’è separazione.<br />

Il 20 ottobre,<br />

a Roma, non<br />

ci chiedevano<br />

dateci più salario,<br />

più più diritti, più sicurezza,za,<br />

meno precarietà.<br />

Unitevi, dicevano, perché siamo<br />

a pezzi ed abbiamo bisogno di<br />

ricominciare e voi, separati, siete<br />

troppo deboli per aiutarci. Non fate<br />

cadere il governo Prodi, dicevano,<br />

perché dopo c’è solo di peggio, ma<br />

unitevi per modificarne le politiche.<br />

I lavoratori sono la nostra gente e chi<br />

li abbia un po’ conosciuti sa che sono<br />

prudenti perché hanno un senso innato<br />

dei rapporti di forza. Quando<br />

perdono, non è solo una battaglia<br />

politica che se ne va in frantumi. Si<br />

fa più dura la loro vita.<br />

Forse la nostra sconfitta potrebbe<br />

essere interpretata così: abbiamo<br />

agito senza fare i conti con i rapporti<br />

di forza (un governo debolissimo in<br />

mano a economisti tecnocrati, maggioranza<br />

e opposizione che avevano<br />

gli stessi numeri, una destra fortissima<br />

anche culturalmente, l’avversità<br />

dei poteri forti). Quando la politica<br />

si basa sul legame con la tua gente,<br />

puoi aspettarti grande generosità e<br />

grande severità. La nostra gente ci<br />

ha percepito come inutili, e non perché<br />

fossimo deboli (lo sapeva, lo sa),<br />

ma perché siamo venuti meno nel<br />

lavoro durissimo della ricostruzione,<br />

assegnandola magicamente alla vittoria<br />

del centrosinistra di Prodi.<br />

COMUNISTI La questione centrale è il lavoro<br />

Pdci e Prc, un patto<br />

d’azione comune<br />

FABIO NOBILE<br />

L<br />

a<br />

L<br />

a discussione che<br />

si sta affrontando<br />

Ldopo dopo la sconfitta<br />

della sinistra si traduce<br />

in dispute terminologiche:<br />

alternativi<br />

o meno, di sinistra<br />

o comunisti e<br />

così via. Credo sia<br />

utile immettere alcuni<br />

elementi di chiarezza. I<br />

comunisti fanno oggettivamente<br />

parte della sinistra, intendendo<br />

per sinistra lo spazio politico che<br />

si è andato sviluppando a partire<br />

dal movimento operaio. Oggi i<br />

comunisti sono gli unici, a sinistra,<br />

ad aver mantenuto una forza<br />

organizzata. E sbaglia chi accetta<br />

che la questione comunista si<br />

possa derubricare a pura tendenza<br />

culturale.<br />

In realtà lo si voglia o no la<br />

proposta di unificazione dei comunisti<br />

partendo da Prc e Pdci<br />

è in sé la riapertura di uno spazio<br />

politico a sinistra. E’ chiaro che<br />

tale proposta apre un processo.<br />

Non sarà semplice ma è un processo<br />

necessario che può partire<br />

da un patto d’azione comune su<br />

obiettivi concreti.<br />

Dobbiamo porre le basi perché<br />

il movimento comunista si<br />

doti di un’elaborazione strategica<br />

in grado di rappresentare di<br />

nuovo la parte più avanzata della<br />

sinistra. La prima questione è<br />

quella della centralità, dell’unità<br />

e della ricomposizione politica<br />

della classe lavoratrice. Il corteo<br />

del 20 ottobre ha visto emergere<br />

la parte migliore di quella classe,<br />

giovane, nuova, dentro il conflitto<br />

del terzo millennio. Quello è<br />

il Partito in potenza. E’ necessario<br />

mettere in campo obiettivi<br />

politici intermedi che rendano<br />

chiaro ed esplicito il progetto di<br />

società a cui aspirano oggi i comunisti.<br />

In questo senso la definizione<br />

di tale obiettivo nell’applicazione<br />

integrale della Costituzione<br />

repubblicana quale via<br />

transitoria al nostro progetto di<br />

società, credo, vada in tale direzione.<br />

La Lega, dal suo punto di<br />

vista, ha fatto proprio questo. E’<br />

riuscita sullo sfondo ad indicare<br />

la propria strategia secessionista,<br />

traducendola nello Stato Federale<br />

come obiettivo intermedio<br />

di un progetto di società basato<br />

sulla difesa di determinati interessi<br />

egemoni della borghesia<br />

del Nord.<br />

Dentro tale orizzonte è necessario<br />

introdurre elementi di<br />

lotta per ricomporre la classe: salario<br />

diretto e indiretto, organizzazione<br />

del lavoro, diritti, ripensando<br />

anche all’attività del partito<br />

dentro gli organismi di massa.<br />

E’ evidente che anche su questi<br />

terreni, nonché quelli di difesa<br />

democratica, della pace contro la<br />

rapina imperialista il nostro campo<br />

d’azione non si esaurisce nell’Italia.<br />

Il nostro diretto campo di<br />

battaglia è l’Europa. L’orizzonte<br />

dell’unità dei lavoratori sul piano<br />

continentale è un obiettivo che<br />

va continuamente praticato anche<br />

evocandolo come necessità.<br />

Ad esempio la differenziazione<br />

salariale e dei diritti tra i Paesi del<br />

vecchio continente è o no questione<br />

che riguarda il fenomeno<br />

dell’immigrazione di massa e<br />

viene tradotta nel nostro Paese in<br />

termini ideologici esclusivamente<br />

sul piano della sicurezza?<br />

In questo contesto l’antimperialismo,<br />

nella pericolosa china<br />

che sta assumendo la crisi capitalistica,<br />

deve essere elemento<br />

estremamente concreto della<br />

nostra politica. In primo luogo<br />

per questo motivo la nettezza di<br />

una posizione a sostegno del popolo<br />

palestinese non può cedere<br />

ad una visione politicista. L’ autodeterminazione<br />

dei popoli, è elemento<br />

formidabile per cambiare<br />

il corso della storia che la barbarie<br />

capitalistica sta portando verso<br />

il baratro e va fatta vivere ricostruendo<br />

i giusti anticorpi materiali<br />

e ideali tra il nostro popolo<br />

e nel Paese.<br />

Porre le basi<br />

perché il<br />

movimento<br />

comunista<br />

si doti di<br />

un’elaborazione<br />

in<br />

grado di<br />

rappresentare<br />

la parte<br />

più avanzata<br />

della<br />

sinistra<br />

Le critiche<br />

alla nostra<br />

presenza al<br />

corteo di Torino<br />

sono in<br />

questo senso<br />

miopi.<br />

La definizione<br />

di<br />

un profilo<br />

politico, organizzativo<br />

ed ideale pone<br />

la condizione<br />

per la<br />

costruzione di una politica delle<br />

alleanze che permetta in primo<br />

luogo un legame di massa. Una<br />

politica unitaria al cui cuore sta<br />

l’unità di classe.<br />

Per quanto riguarda il Pd,<br />

verso la cui natura siamo oggettivamente<br />

alternativi, sarà la<br />

politica dei prossimi anni e la sua<br />

presa egemonica su pezzi fondamentali<br />

del movimento operaio<br />

a definirne i rapporti partendo<br />

dal terreno di opposizione a Berlusconi.<br />

Senza darli per scontati,<br />

ma nemmeno escluderli aprioristicamente.<br />

Tenendo ben in<br />

mente che il centrosinistra non<br />

esiste più e il partito “di lotta e di<br />

governo” ha evidentemente fallito<br />

i suoi obiettivi.<br />

Saranno nodi che scioglieremo<br />

al Congresso, tenendo conto<br />

che si è aperta una fase nuova<br />

e non basta più a giustificare la<br />

nostra azione l’essere eredi del<br />

Pci. Dobbiamo essere in grado<br />

di rilanciare una prospettiva. Il<br />

compito storico dei comunisti è<br />

lavorare alla costruzione di una<br />

prospettiva di trasformazione<br />

generale della società, nostro<br />

compito dell’oggi è contribuire a<br />

costruire la strada per essere all’altezza<br />

di quell’obiettivo.


LUIGI MARINO<br />

L’<br />

10<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

CONTI ITALIANI<br />

extragettito non è una favola,<br />

come invece sostiene<br />

il sottosegretario Vegas,<br />

tant’è che nel primo trimestre di<br />

quest’anno quest’anno le entrate in più rispetto<br />

alle previsioni assommano<br />

a ben 6,8 miliardi, +8,6<br />

in percentuale in raffronto al<br />

trimestre 2007. Il bollettino della<br />

Banca d’Italia segnala un calo del<br />

gettito dell’Iva del 6%, il che sta<br />

ad indicare una preoccupante<br />

riduzione dei consumi.<br />

Ancorché le aspetta-<br />

tive di crescita siano<br />

state ridimensionate,<br />

tuttavia l’incremento<br />

delle entrate è in buona<br />

parte strutturale e deriva<br />

soprattutto dalla lotta all’evasione<br />

fiscale intrapresa durante<br />

il governo Prodi. Se non ci<br />

saranno condoni e sanatorie, come<br />

pure afferma Vegas, con tutte<br />

le le possibili cautele, sull’extragettito<br />

sarà possibile contare per finanziare<br />

provvedimenti a sostegno dei<br />

redditi redditi da lavoro dipendente, anche<br />

ai fini dell’allargamento della<br />

domanda interna.<br />

A meno che non si voglia negare<br />

anche l’evidenza, pur di giustificare<br />

tagli alla spesa programmati<br />

nel triennio per 30 miliardi.<br />

Negare poi che i conti siano stati<br />

messi in ordine, come fa il ministrostro<br />

Tremonti, è quasi un oltraggio<br />

al pudore, se non altro perché a livello<br />

europeo la procedura d’infrazione<br />

promossa contro l’Italia con<br />

le inevitabili<br />

sanzioni è del<br />

tutto rientrata. Sarebbe<br />

S t a r e m o opportuno<br />

a vedere se il intervenire<br />

governo Ber- in favore di<br />

lusconi IV chi la casa<br />

p r o s e g u i r à non ce l’ha<br />

nell’azione di e che vive<br />

risanamento con ango-<br />

del paese, che scia il pro-<br />

resta comunblemadelqueineludil’aumentobile, ma che è dei canoni<br />

costata tanta di affitto<br />

ingiusta impopolarità<br />

soprattutto alla sinistra,<br />

ancora una volta chiamata ad assumersi<br />

la responsabilità e l’onere<br />

di riparare i guasti procurati dal<br />

precedente governo Berlusconi,<br />

sia per lo sforamento dei parametri,<br />

sia per l’aumento del deficit e<br />

del debito.<br />

Ora ovviamente si dovranno<br />

mantenere le promesse fatte in<br />

campagna elettorale a cominciare<br />

dalla tanto strombazzata abolizione<br />

dell’Ici sulla prima casa. Ma<br />

dopo che il governo Prodi con la<br />

Finanziaria 2008 ha di fatto già<br />

esentato dal pagamento dell’Ici più<br />

del 40% delle famiglie, a reddito<br />

medio-basso, ha veramente carattere<br />

di priorità un provvedimento<br />

di abolizione totale del tributo?<br />

Non sarebbe più opportuno nel-<br />

l’attuale contesto concedere tutt’al<br />

più l’esenzione ad un numero più<br />

esteso di famiglie, intervenendo<br />

con quanto risparmiato in favore<br />

di chi la casa non ce l’ha e che vive<br />

con angoscia il problema dell’aumento<br />

dei canoni di fitto? E<br />

non sarebbe ancora più<br />

efficace, anche<br />

in relazio-<br />

n e<br />

a l l a<br />

esigenza<br />

di aumentare<br />

la domanda<br />

interna e<br />

quindi i consumi,<br />

procedere<br />

con queste stesse risorse alla detassazione<br />

dei salari e delle pensioni,<br />

attraverso soprattutto detrazioni<br />

fiscali per i<br />

redditi da lavoro,<br />

anziché insistere per gli<br />

sgravi fiscali, illusori e discriminatori,<br />

sul lavoro straordinario, con<br />

tutto tutto quello che ne consegue? Ma<br />

si preferisce mandare un segnale<br />

immediatamente percepibile di<br />

alleggerimento fiscale come segno<br />

di “discontinuità” e non utilizzare<br />

le risorse disponibili per interventi<br />

più incisivi e funzionali alla difesa<br />

del potere d’acquisto dei salari, stipendi<br />

e pensioni.<br />

Come saranno coperti i primi<br />

provvedimenti annunciati e come<br />

politica<br />

Ici, ovvero la falsa priorità<br />

Ad esentare il 40% delle famiglie ci aveva già pensato Prodi<br />

DETASSAZIONE DEI SALARI<br />

A RISCHIO IL CONTRATTO DI LAVORO NAZIONALE<br />

DINO TIBALDI<br />

Dopo aver strombazzato per tutta la<br />

campagna elettorale che uno degli impegni<br />

prioritari del governo Berlusconi sarebbe<br />

stato a favore dei salari dei lavoratori e dei<br />

pensionati, il provvedimento sulla detassazione,<br />

con cedolare secca del 10%, degli straordinari<br />

e del salario aziendale, non solo smentisce le<br />

promesse, è risibile in termini d’aumento reale<br />

dei salari, è, in realtà, una polpetta avvelenata<br />

utile unicamente alle imprese che hanno<br />

immediatamente espresso apprezzamento.<br />

Anche se di carattere sperimentale, per sei<br />

mesi, divide i lavoratori, tutti i dipendenti<br />

pubblici ne sono esclusi, rischia in alcuni settori<br />

come l’edilizia, il ricorso al lavoro irregolare ed<br />

all’elusione f iscale, apre la strada ad un grave<br />

peggioramento delle condizioni di lavoro, mina<br />

fortemente la sicurezza dei lavoratori e rende<br />

carta straccia tutte quelle norme inserite nei<br />

contratti di lavoro sulla gestione degli orari.<br />

La risposta alla perdita del potere d’acquisto<br />

dei salari, che la scorsa legge f inanziaria<br />

prevedeva di affrontare destinando il cosiddetto<br />

tesoretto - che esiste nonostante le smentite<br />

di Tremonti - all’aumento delle detrazioni<br />

per la produzione del reddito e quindi a tutti<br />

i lavoratori e pensionati in modo certo ed<br />

immediato, è semplicemente un regalo alle<br />

imprese ed un inaccettabile ricatto ai lavoratori.<br />

Si dice esplicitamente: se volete guadagnare<br />

qualcosa in più dovete lavorare di più,<br />

aumentando le ore straordinarie di lavoro!<br />

Soprattutto, se fosse def initivamente<br />

confermato, tra sei mesi, metterebbe seriamente a<br />

rischio il contratto nazionale di lavoro, in quanto,<br />

una volta introdotto un regime di favore per le<br />

componenti variabili del salario, i datori di lavoro<br />

(ed anche i lavoratori) tenderanno sempre più a<br />

trasferire gran parte della retribuzione da f issa a<br />

variabile. Quindi il provvedimento dividerebbe<br />

ulteriormente i lavoratori ed aprirebbe una deriva<br />

che nel tempo porterebbe alla reintroduzione<br />

delle famose gabbie salariali, superate attraverso<br />

un ciclo di lotte durissime negli anni sessanta.<br />

Non c’è da stupirsi se le uniche critiche,<br />

anche se a mio avviso ancora troppo deboli,<br />

siano venute dalla Cgil ed in particolare da<br />

alcune categorie come gli edili, i meccanici e gli<br />

alimentaristi, mentre un sostanziale plauso<br />

sia stato espresso dalla Cisl e dalla Uil.<br />

Questo provvedimento è in realtà un primo<br />

tassello di quel disegno generale di mutamento<br />

genetico del sindacato italiano, del ruolo e<br />

della funzione della contrattazione, a partire<br />

dal contratto nazionale, che vede in prima<br />

f ila schierati il Governo e la Conf industria<br />

e che trova ampi spazi nello stesso documento<br />

unitario recentemente approvato da tutte le<br />

organizzazioni sindacale nel merito del quale ho<br />

già avuto modo di esprimere le mie valutazioni in<br />

un recentissimo articolo su questo stesso giornale.<br />

saranno risarciti i Comuni per le<br />

perdite degli introiti derivanti dall’Ici?l’Ici?<br />

Certamente non attraverso<br />

l’armonizzazione della tassazione<br />

delle delle rendite finanziarie, scandalosamente<br />

differenziata e tutta a<br />

favore di quel 10% delle famiglie<br />

più ricche del paese, che detengono<br />

il 40% delle attività finanziarie.<br />

Il ministro Tremonti assicura<br />

che le coperture ci sono. Saranno<br />

inoltre tassati, successivamente<br />

però!, banche, assicurazioni e<br />

petrolieri. Non saremo certamente<br />

noi a contestare<br />

un’imposizione aggiuntiva<br />

in settori, come quello<br />

bancario, assicurativo,<br />

ecc., che, senza alcun<br />

intento persecutorio…!<br />

, possono dare<br />

di più rispetto ad<br />

altri per i guadagni<br />

realizzati, come da<br />

noi più volte richiesto<br />

con vari emendamenti alle Finanziarie<br />

di questi anni. Purché<br />

quanto annunciato dal ministro<br />

non si risolva invece con il solito<br />

rivalersi da parte delle banche e<br />

dei petrolieri sugli utenti, non sia<br />

cioè solo di apparenza, di “estetica<br />

fiscale” e non di sostanza. Staremo<br />

a vedere! Ma non è questo<br />

che ci preoccupa di più del nuovo<br />

governo. Quello che ci angustia<br />

è l’atteggiamento di disponibilità<br />

dell’attuale “opposizione” parlamentare<br />

in relazione ai provve- provvedimenti<br />

annunciati, come se non<br />

fosse noto l’operato del governo<br />

Berlusconi nel<br />

quinquennio<br />

Negare 20<strong>01</strong>-2006 in<br />

che i conti politica este-<br />

siano stati ra, interna,<br />

messi in nel fisco, nella<br />

ordine, scuola, ecc..<br />

come fa il Ed i segnali<br />

ministro di disponibidell’Econolità<br />

vengono<br />

mia Giulio dati anche<br />

Tremonti, in materia di<br />

è quasi un federalismo<br />

oltraggio al fiscale, cer-<br />

pudore tamente non<br />

improntato a<br />

principi di solidarietà e di coesione<br />

nazionale, tant’è che, secondo<br />

dati ormai di dominio pubblico,<br />

quello che alcune regioni, come la<br />

Lombardia, potranno avere in più<br />

per federalismo fiscale e differenziato<br />

finirà per togliere ad altre,<br />

ad esempio la Basilicata, anche i<br />

fondi per la sanità pubblica.<br />

La demagogia e le bugie hanno<br />

le gambe corte. E la ricetta<br />

della destra aggraverà quelli che<br />

sono i reali problemi del paese:<br />

la questione salariale ed abitativa,<br />

la sicurezza e stabilità del lavoro,<br />

le infrastrutture compatibili con<br />

la difesa ambientale, la ricerca, un<br />

welfare all’altezza dei tempi e dei<br />

problemi che la competizione<br />

internazionale pone, l’equità fiscale.


politica 11<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

DOMENICO MORO<br />

L’<br />

espulsione dal Parlamento<br />

della sinistra e<br />

lo spostamento a destra<br />

dell’asse politico italiano non<br />

sono dovuti soltanto a fattori<br />

contingenti o tattici ma affondano<br />

le loro radici lontano, nelle<br />

modificazioni di carattere strategico<br />

dei rapporti di forza tra<br />

le classi sociali. Dal momento<br />

che il salario relativo, ovvero il<br />

salario in rapporto al profitto,<br />

rappresenta l’indicatore più efficace<br />

dello stato dei rapporti di<br />

forza tra impresa e lavoro salariato,<br />

risultano di particolare<br />

interesse i dati contenuti in una<br />

ricerca condotta da Luci Ellis<br />

e Kathrin Smith, economiste<br />

della autorevole Banca dei Regolamenti<br />

internazionali (Bri),<br />

e ripresa recentemente anche da<br />

la Repubblica. In questo studio si<br />

rileva che, nei paesi capitalistici<br />

più avanzati, a partire dalla metà<br />

degli anni 80 si è registrata una<br />

ininterrotta tendenza all’innalzamento<br />

della quota del Pil che<br />

va al profitto. Tale quota è inconsuetamente<br />

alta e senza precedenti<br />

negli<br />

ultimi 45 anni.<br />

Ma vediamo<br />

l’esempio<br />

dell’Italia, uno<br />

dei paesi dove<br />

la tendenza è<br />

stata più marcata.<br />

Mentre<br />

nel periodo<br />

di lotte che va<br />

dall’”autunno<br />

caldo” del ’69<br />

alla fine degli<br />

anni 70 la<br />

quota del Pil<br />

In Italia la<br />

quota del<br />

Pil andata<br />

ai profitti<br />

è passata<br />

dal 23,1 per<br />

cento al 27,9<br />

per cento<br />

dell’89 per<br />

crescere fino<br />

al 31,3 per<br />

cento del<br />

2005<br />

che andava in salari aumentò di<br />

qualche punto percentuale, dopo<br />

l’83 si è avuta una decisa inversione<br />

di tendenza. La quota<br />

del Pil andata ai profitti è passata<br />

dal 23,1% al 27,9% dell’89,<br />

per crescere ancora negli anni 90<br />

ed arrivare al 31,3% del 2005. Si<br />

tratta di otto punti percentuali<br />

in meno del Pil per i lavoratori,<br />

che, tradotti in denaro, rappresentano<br />

120 miliardi di euro all’anno<br />

che passano dalle tasche<br />

dei lavoratori salariati a quelle<br />

degli imprenditori. Per essere<br />

più chiari, ognuno dei 17milioni<br />

di lavoratori salariati italiani<br />

perde all’anno 7mila euro, ben<br />

più che il taglio delle aliquote<br />

Irpef. Altra questione interes-<br />

RAPPORTO BRI Più alta la quota del Pil che va ai profitti<br />

Lavoro, salario<br />

e lotta di classe<br />

Aumenta la povertà assoluta e relativa<br />

sante posta in luce dallo studio<br />

del Bri è che il processo di perdita<br />

di posizioni del salario nei<br />

confronti del profitto inizia ben<br />

prima della fine degli anni 90,<br />

quando cominciano a sentirsi<br />

gli effetti della globalizzazione<br />

sui salari dei lavoratori dei paesi<br />

avanzati, a seguito della entrata<br />

nel mercato del lavoro mondiale<br />

di centinaia di milioni di<br />

lavoratori dei paesi più arretrati.<br />

La causa principale della ormai<br />

ventennale tendenza viene individuata<br />

nella “terza rivoluzione<br />

industriale”, determinata dalla<br />

introduzione massiccia nei processi<br />

di produzione e circolazione<br />

della tecnologia informatica.<br />

Usualmente l’introduzione di<br />

una nuova tecnologia serve ad<br />

aumentare la forza produttiva<br />

del lavoro, sostituendo lavoratori<br />

con macchine. La riorganiz-<br />

zazione dei processi produttivi e<br />

l’espulsione di lavoratori, che ne<br />

conseguono, riducono il potere<br />

generale di negoziazione dei<br />

lavoratori e quindi il salario.<br />

Dal momento che la tecnologia<br />

informatica ha un tasso<br />

di invecchiamento<br />

più alto del normale,<br />

e che è<br />

contenuta<br />

in una<br />

a m p i a<br />

v a r i e t à<br />

di macchine,<br />

si<br />

sono accelerati<br />

anche i<br />

cicli di ristrutturazionedell’organizzazione<br />

del lavoro,<br />

accentuando così la<br />

perdita del potere negoziale dei<br />

lavoratori e la riduzione della<br />

loro capacità di resistenza. Si<br />

tratta di una clamorosa conferma<br />

della “legge generale dell’accumulazione”<br />

del vecchio Marx,<br />

secondo cui lo sviluppo tecnologico<br />

del capitale genera contemporaneamente<br />

l’aumento<br />

assoluto dei lavoratori salariati<br />

(perché la produzione capitalistica<br />

si estende a nuovi settori) e<br />

la loro diminuzione relativa per<br />

unità di capitale impiegata.<br />

La produzione di un numero<br />

maggiore di disoccupati o di occupati<br />

precari aumenta l’offerta<br />

di lavoro e con essa la pressione<br />

sui lavoratori occupati, che sono<br />

costretti a accettare la riduzione<br />

dei salari. E, dal momento che<br />

il capitale preferisce aumentare<br />

la domanda di lavoro e non di<br />

lavoratori, la conseguenza finale<br />

della riduzione dei salari è<br />

l’obbligo al lavoro straordinario.<br />

Si arriva così al paradosso che<br />

quanto maggiore è l’accumulazione<br />

di ricchezza, tanto più<br />

grande è l’accumulazione di<br />

povertà. Alla lunga, inoltre, la<br />

riduzione dei salari scoraggia<br />

l’innovazione, in quanto, dati i<br />

rapporti di forza sfavorevoli ai<br />

lavoratori, le imprese incentrano<br />

la loro competitività sulla<br />

riduzione dei salari. Infatti, la<br />

ricerca della Bri ci dice che gli<br />

investimenti lordi negli ultimi<br />

anni sono calati in molti paesi.<br />

L’incremento della quota del<br />

profitto diviene così il frutto di<br />

una pura rendita di posizione<br />

economica, soprattutto quando,<br />

in mercati controllati da una o<br />

poche aziende, l’aumento della<br />

produttività non si traduce in<br />

riduzione dei prezzi. E così oltre<br />

all’impoverimento relativo<br />

dei lavoratori si accentua anche<br />

quello assoluto.<br />

La produzione<br />

di un<br />

numero<br />

maggiore di<br />

disoccupati<br />

o di occupati<br />

precari<br />

aumenta<br />

l’offerta di<br />

lavoro e la<br />

pressione<br />

sui lavoratori<br />

occupati<br />

MERCATO E RECESSIONE<br />

Quando<br />

vince<br />

il capitale<br />

S econdo<br />

le autrici del<br />

rapporto della Bri la<br />

liberalizzazione dei<br />

mercati e la recessione potrebbero<br />

ridurre la quota<br />

del Pil che va al profitto. Ci<br />

sembra però che, mentre di<br />

lotta ai monopoli non ci sia<br />

avvisaglia, ci sono invece segni<br />

che la recessione verrà<br />

fatta pagare ai lavoratori, aumentando<br />

l’orario di lavoro e<br />

precarizzando ancor di più il<br />

lavoro. La detassazione degli<br />

straordinari e l’allungamento<br />

oltre i 36 mesi dei contratti a<br />

termine vanno in questo senso.<br />

Le campagne d’opinione<br />

contro immigrati e rom, così<br />

come quelle sui “costi” della<br />

politica, non a caso organizzate<br />

da organi di stampa<br />

nelle mani di Confindustria<br />

o di grandi gruppi imprenditoriali,<br />

hanno assolto allo<br />

scopo di deviare l’attenzione<br />

di milioni di lavoratori dalle<br />

vere cause della insicurezza<br />

da cui sono attanagliati. Del<br />

resto, il copione del capro<br />

espiatorio è ben collaudato in<br />

tutte le epoche di recessione<br />

e polarizzazione sociale. Le<br />

vere ragioni della insicurezza<br />

stanno nella lotta di classe<br />

che il capitale ha ampiamente<br />

vinta, prima ancora che<br />

in Parlamento, nella produzione.<br />

E’ per questo che è<br />

fondamentale ripartire dalla<br />

ricognizione della nuova<br />

struttura della produzione e<br />

della nuova composizione di<br />

classe per trovare linguaggi e<br />

forme organizzative adeguate.<br />

Senza alcun cedimento,<br />

però, a un “nuovismo” astratto<br />

e al di fuori dei rapporti fra<br />

le classi, ma al contrario con<br />

la capacità di innovare, attualizzando<br />

quanto di positivo<br />

– ed è molto - l’esperienza<br />

delle lotte dei lavoratori del<br />

900 ci trasmette ancora oggi.<br />

D. M.


FABRIZIO DEL PRATO<br />

N el<br />

12 Giovedì<br />

CONFINDUSTRIA ALL’ATTACCO<br />

giorno del suo insediamento,<br />

Emma Marcegaglia<br />

ha parlato di tutto<br />

ma un argomento in particolare<br />

era di stringente attualità anche<br />

personale per lei: la sicurezza sul<br />

lavoro. Praticamente alla vigilia<br />

della sua incoronazione ufficiale<br />

alla presidenza della Confindustria,<br />

un operaio, un suo dipendente,<br />

è morto schiacciato<br />

da tubi d’acciaio proprio in uno<br />

stabilimento del gruppo. Invano<br />

la Fiom le ha chiesto un<br />

“ripensamento strategico” sulla<br />

richiesta di modificare il decreto<br />

legislativo sulla sicurezza sul lavoro.<br />

Nel nuovo vertice di Confindustria<br />

c’è una delega anche<br />

alla sicurezza. Con un sangue<br />

freddo impressionante, Marcegaglia<br />

ha confermato la linea oltranzista<br />

della sua organizzazione<br />

contro le sanzioni ai padroni<br />

che mettono a rischio la vita dei<br />

loro lavoratori: «La sicurezza<br />

sul lavoro – ha spiegato – è un<br />

nostro obiettivo, prima ancora<br />

che la legge ce lo imponga».<br />

Tradotto: ci pensiamo noi, lo<br />

Stato si faccia i fatti suoi e non<br />

disturbi il manovratore. «Come<br />

sapete – ha aggiunto – noi non<br />

condividiamo il provvedimento<br />

approvato negli ultimi giorni<br />

della scorsa legislatura, soprattutto<br />

perché manca quasi del<br />

tutto una politica attiva a favore<br />

della sicurezza».<br />

Per il resto, la nuova leader<br />

degli industriali italiani ha sciorinato<br />

il suo programma di legislatura,<br />

collocando la sua organizzazione<br />

al centro del quadro<br />

politico, annunciando che collaborerà<br />

con il governo «per realizzare<br />

le riforme necessarie». La<br />

risposta della politica non poteva<br />

essere più chiara: Walter Veltroni<br />

e Silvio Berlusconi hanno<br />

accolto festosamente il discorso<br />

di insediamento di Marcegaglia.<br />

«Sinteticamente posso dire<br />

– ha commentato fulmineo il<br />

capo del governo – che la rela-<br />

29 Maggio 2008<br />

zione che ho molto apprezzato<br />

della presidente sarà il nostro<br />

programma di governo». Ma il<br />

suo presunto oppositore non è<br />

stato da meno. Per il segretario<br />

del Pd, quella di Marcegaglia è<br />

«una relazione molto interessante<br />

e convincente che prosegue la<br />

tradizione di Montezemolo». Al<br />

limite del sur-<br />

realel’apprezzamento per<br />

il passaggio<br />

sulla sicurezza<br />

del lavoro,<br />

da Veltroni<br />

giudicato<br />

«importante»:<br />

peccato che la<br />

presidente di<br />

Confindustria<br />

avesse appena<br />

censurato il<br />

p r o v v e d i -<br />

mento varato<br />

dal vecchio governo di centrosinistra.<br />

A Veltroni dunque il<br />

governo Prodi dava fastidio non<br />

solo quando litigava, ma anche<br />

quando agiva. Almeno quando<br />

agiva (assai di rado) dando<br />

SEGUE DALLA PRIMA<br />

La nuova<br />

presidente<br />

degli industriali<br />

riceve<br />

il plauso di<br />

Berlusconi<br />

e del governo<br />

ombra<br />

di Veltroni,<br />

il quale<br />

sconfessa<br />

Prodi sulla<br />

sicurezza<br />

qualche modesto<br />

dispiacere ai poteri<br />

forti.<br />

Q u e l l o<br />

esposto dalla<br />

rampolla<br />

della famiglia<br />

lombarda di<br />

industriali dell’acciaio<br />

è un<br />

programma<br />

limpidamente<br />

antisociale, violento, sinceramente<br />

estremistico, una sorta<br />

di assalto al cielo alla rovescia. E<br />

visto che piace tanto al governo<br />

quanto al governo ombra, vediamo<br />

di che si tratta: capitolo<br />

sicurezza a parte, il “vogliamo<br />

tutto” di Emma si compone<br />

della riforma (leggi drastico ridimensionamento)<br />

dei contratti<br />

nazionali di lavoro, della pretesa<br />

di un abbassamento ulteriore<br />

della pressione fiscale sulle<br />

imprese (il regalone del cuneo<br />

fiscale di Padoa Schioppa è già<br />

dimenticato), di un duro attacco<br />

alla pubblica amministrazione,<br />

con il licenziamento dei “fannulloni”<br />

e un deciso stop agli<br />

Detassazione e maschilismo<br />

Donne, tutte a casa<br />

DETASSARE IL LAVORO straordinario ha una<br />

serie di conseguenze sicuramente sottovalutate<br />

nei commenti di questi giorni, ad iniziare<br />

da una più diffusa insicurezza. E’ statisticamente<br />

dimostrato che il maggior numero<br />

di incidenti sul lavoro avvengono in presenza<br />

di un elevato monte ore lavorate. Un paradosso,<br />

visto che nel momento in cui tutti<br />

non fanno altro che parlare di sicurezza si<br />

accettano misure che mettono ancora di più<br />

a rischio la vita di quanti di lavoro dovrebbero<br />

vivere e non morire. Ma le ripercussioni<br />

non si fermano qui. Sono infatti pesanti<br />

quelle sulle donne.<br />

Le donne da sempre hanno maggiore<br />

difficoltà ad accedere agli straordinari perché<br />

gravate dal peso di un lavoro domestico,<br />

Foto<br />

di Mauro<br />

Scrobogna/<br />

Lapresse<br />

aumenti salariali,<br />

ma in prospettiva<br />

con la ripresa delle<br />

privatizzazioni nei<br />

servizi essenziali,<br />

dall’acqua in giù,<br />

addirittura di una<br />

richiesta di un nuovo<br />

innalzamento<br />

dell’età pensionabile.<br />

E ancora: revisione<br />

dei provvedimenti<br />

attuativi della nuova legge sulla<br />

sicurezza del lavoro e rilancio<br />

in grande stile del business<br />

dell’energia nucleare, che molti<br />

anni prima di poter produrre<br />

un solo watt di energia produrrà<br />

appalti pubblici a pioggia, cioè<br />

un flusso gigantesco di denaro<br />

pubblico alle grandi imprese<br />

nelle mani dei soliti noti.<br />

Marcegaglia ha ammonito<br />

la politica a non sprecare lo<br />

«scenario nuovo e irripetibile»<br />

che si è aperto in Italia in conseguenza<br />

del risultato elettorale.<br />

Lo scenario da “governissimo”<br />

che ha accolto il suo esordio<br />

non fa pensare certo che possa<br />

rimanere delusa.<br />

mai pienamente riconosciuto, che gli impedisce<br />

di stare più ore lontane dalla casa: figli,<br />

genitori anziani, mariti e altro, assorbono<br />

gran parte delle giornate. In questo modo<br />

lo straordinario finirà per concentrarsi sulla<br />

parte maschile della famiglia con una seconda<br />

conseguenza: i salari degli uomini saranno<br />

più elevati di quelli delle loro colleghe<br />

donne e quindi gli uomini avranno un peso<br />

sociale maggiore. Alle donne non resterà che<br />

rimanere chiuse fra le “sicure” mura domestiche,<br />

con buona pace della ministra Carfagna,<br />

che fra una caduta di stile su uomini<br />

e donne non etero e una dichiarazione sulle<br />

coppie di fatto, porta a casa il primo grande<br />

regalo ad uno dei principali tifosi di questo<br />

esecutivo: papa Ratzinger.<br />

MAURIZIO MUSOLINO<br />

politica<br />

CONFINDUSTRIALI<br />

SICUREZZA<br />

SUL LAVORO<br />

E IMPUNITÀ<br />

ALESSANDRA VALENTINI<br />

La scorsa settimana<br />

ancora un infortunio<br />

mortale sul lavoro, questa<br />

volta alla Marcegaglia di<br />

Casalmaggiore (Cremona),<br />

proprio il gruppo di proprietà<br />

della famiglia del nuovo<br />

presidente di Conf industria,<br />

Emma Marcegaglia. Mario<br />

Di Girolamo di 32 anni<br />

è morto durante il primo<br />

turno di lavoro rimanendo<br />

schiacciato da un pacco<br />

di tubi del peso di alcuni<br />

quintali che si è sganciato.<br />

Alla Marcegaglia erano già<br />

successi incidenti per fortuna<br />

non mortali, come quello del<br />

marzo 2007 nello stabilimento<br />

di Boltiere e quello del<br />

gennaio 2006 a Taranto.<br />

La neo presidente di<br />

Conf industria si è detta<br />

rattristata, peccato che la<br />

sua tristezza non serve<br />

a nessuno e non serve a<br />

fermare la drammatica<br />

catena degli omicidi bianchi<br />

e degli infortuni. Piuttosto<br />

la Marcegaglia dovrebbe<br />

spiegare ai lavoratori come mai<br />

Conf industria ha disertato<br />

il tavolo sulla sicurezza nei<br />

luoghi di lavoro; perché i<br />

padroni parlano di misure<br />

troppo severe previste nel<br />

Testo Unico; perché si seguita<br />

a risparmiare sulla sicurezza<br />

e sulla salute dei lavoratori.<br />

Durante l’assemblea<br />

annuale degli industriali la<br />

Marcegaglia ha affermato che<br />

la sicurezza sul lavoro è per<br />

Conf industria «un impegno<br />

strategico». L’intervento<br />

prosegue con quella che sembra<br />

una battuta, «sappiamo quanto<br />

i veri imprenditori tengano ai<br />

loro lavoratori. Siamo pronti<br />

a collaborare in ogni modo<br />

per combattere gli infortuni<br />

sul lavoro, anzitutto con una<br />

campagna di sensibilizzazione,<br />

formazione, prevenzione».<br />

Visto il numero di<br />

morti sul lavoro in Italia,<br />

di “veri imprenditori” ce<br />

ne sono ben pochi. E poi,<br />

tanto per non lasciare dubbi,<br />

Emma ha aggiunto di non<br />

condividere il testo unico<br />

sulla sicurezza «soprattutto<br />

perché manca quasi del tutto<br />

una politica attiva a favore<br />

della sicurezza». Tradotto<br />

signif ica che va bene qualche<br />

opuscolo e qualche convegno<br />

volto alla “prevenzione” con<br />

tanto di incentivo, ma guai<br />

a perseguire e controllare<br />

- questo sì prima che ci sia<br />

l’incidente - chi tiene aziende,<br />

fabbriche e fabbrichette<br />

prive di tutte quelle<br />

condizioni che dovrebbero<br />

permettere ai lavoratori di<br />

lavorare in sicurezza.


Edizione Esclusiva per La Rinascita della Sinistra<br />

Le famiglie cubane complete hanno sfilato nella Plaza en Revolución e in tutte le località dell’Isola, a migliaia<br />

MAGGIO 2008<br />

www.granma.cu<br />

ITALIA<br />

Supplemento di Cuba<br />

e America Latina<br />

Tutto l’anno un Primo maggio a Cuba,<br />

un anno di Unità, Fermezza e Vittoria<br />

Salvador Valdés, segretario generale della CTC, ha indicato che sono molte le ragioni per festeggiare nel 2008: i 50 Anni di<br />

Rivoluzione vittoriosa e i 70 dalla creazione della Centrale dei Lavoratori<br />

PAGINA 5<br />

A Cuba il Giorno Mondiale<br />

contro l’Omofobia<br />

e la Transfobia<br />

Il Pentagono<br />

inserisce chips negli<br />

insetti per spiare<br />

Fidel:<br />

La risposta<br />

emisferica yankee<br />

PAGINA 3 PAGINA 5 PAGINA 6<br />

Salud, salud,<br />

salud: l’auge del<br />

tiranno Batista<br />

PAGINA 8<br />

Samuel HERNÁNDEZ


GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA NOTIZIE<br />

Il criminale blocco degli USA contro Cuba ostacola ogni attività<br />

scambi culturali<br />

Maggiori<br />

una necessità<br />

USA-Cuba:<br />

• Louis Head, uno dei promotori<br />

nordamericani dell’iniziativa per gli Scambi<br />

Culturali tra Stati Uniti e Cuba, ha<br />

affermato parlando a nome del suo<br />

gruppo: “Non possiano restare a braccia<br />

incrociate, siamo parte e domani saremo<br />

una marea”.<br />

In un’intervista pubblicata nel quotidiano<br />

Granma, Head ha commentato, a<br />

proposito del rafforzamento della politica<br />

verso Cuba dei governi di George W.<br />

Bush, che ha negato i visti ai cubani<br />

residenti nell’Isola, nominati ai Grammy.<br />

Head, che vive ad Albuquerque, in<br />

Nuevo México, lavora come produttore<br />

nell’emittente KUNM ed inoltre è<br />

promotore culturale, uno dei più noti<br />

esperti statunitensi di musica popolare<br />

cubana.<br />

L’attitudine ostile verso gli artisti cubani<br />

aveva già toccato il fondo dopo la<br />

presentazione a L’Avana della banda<br />

Audioslave.<br />

“Il sucesso del DVD su questo concerto<br />

nella Tribuna Antimperialista José Martí ha<br />

infastidito, siamo sicuri, qualche autorità.<br />

Hanno chiuso le porte a tutti i che vivono<br />

a Cuba e anche a noi altri”.<br />

Il fatto ha preocupato molto Head, tanto<br />

da farlo andare dall’avvocato Bill Martínez,<br />

che ha molta esperienza nel rilascio di<br />

permessi e visti per artisti dell’Isola negli<br />

USA dal 2004 e segue, come lui stesso,<br />

un’iniziativa che si chiama Scambio<br />

Culturale tra gli Stati Uniti e Cuba.<br />

“Uno dei momenti più stimolanti della<br />

nostra attività è avvenuto l’anno scorso,<br />

quando abbiamo ricevuto un messaggio<br />

della ballerina Alicia Alonso che incitava<br />

i suoi colleghi e gli intellettuali del<br />

nordamerica a pronunciarsi<br />

pubblicamente sulla necessità di favorire<br />

i vincoli culturali tra i due paesi e<br />

contribuire a porre fine alla politica di<br />

restrizioni della Casa Bianca.<br />

“Questo ci spinse a indirizzare una<br />

lettera aperta a Bush, firmata da migliaia<br />

di persone tra le quali molte note<br />

personalità del mondo dello spettacolo e<br />

dell’indutria culturale”, ha aggiunto<br />

Head. •<br />

La Casa de las Américas compie 49 anni<br />

Uno dei primi e più validii progetti<br />

•<br />

della Rivoluzione<br />

culturali<br />

• Quattro mesi dopo il trionfo della<br />

Rivoluzione cubana, il Governo<br />

Rivoluzionario, grazie alla Legge 299 del<br />

28 aprile del 1959, creò la Casa de las<br />

Américas, un’istituzione, con personalità<br />

giuridica propria, che realizza attività di<br />

carattere non governativo, incamminata a<br />

sviluppare e ampliare le relazioni socio<br />

culturali con i popoli dell’America Latina, i<br />

Caraibi e il resto del mondo.<br />

Concepita come uno spazio d’incontro e<br />

dialogo di distinte prospettive in un clima<br />

d’idee rinnovatrici, la Casa de las<br />

Américas promuove, investiga, auspica,<br />

premia e pubblica i lavori di scrittori, pitori,<br />

scultori, musicisti, attori e studiosi<br />

della letteratura, le arti e le scienze<br />

sociali del Continente, la cui integrazione<br />

culturale stimola, mentre fomenta gli<br />

scambi con istituzioni e persone di tutto il<br />

mondo.<br />

Quando tutti i governi dell’America<br />

Latina, con eccezione del Messico,<br />

ruppero le relazioni con Cuba, l’istituzione<br />

contribuì ad impedire che i vincoli culturali<br />

tra l’Isola e il resto del Continente si<br />

tagliassero completamente.<br />

La Casa diffuse l’opera della Rivoluzione<br />

e propiziò la visita a Cuba di molti<br />

intellettuali che entrarono in contatto con<br />

la nuova realtà dell’Isola.<br />

Haydee Santamaría (1923-1980), eroina<br />

della lotta rivoluzionaria, è stata<br />

presidentessa della Casa de las Américas<br />

dalla sua fondazione al 1980, anno in cui<br />

morì. Alla sua chiara visione integratrice e<br />

latino-americanista, alla sua sensibilità e<br />

talento, alla sua generosità e<br />

comprensione si deve quello che oggi<br />

rappresenta la Casa de las Américas.<br />

Dal 1980 la Casa de las Américas è<br />

stata presieduta dal pittore Mariano<br />

Rodríguez (1912- 1990), e dal 1986, dal<br />

poeta e saggista Roberto Fernández<br />

Retamar (1930).<br />

In occasione del suo 49º anniversario, la<br />

Casa de las Américas ha offerto una ricca<br />

programmazione intitolata “Vamos a<br />

caminar por Casa”, un occasione per i<br />

visitatori d’essere protagonisti in una delle<br />

istituzioni culturali più prestigiose di Cuba<br />

e del continente.<br />

Da quasi mezzo secolo l’emblematica<br />

costruzione di calle 3ª e G, nel quartiere<br />

Vedado, riceve la crema dell’intellettualità<br />

latino americana e dei Caraibi, con eventi<br />

teorici e concorsi come quello letterario –<br />

uno dei premi più importanti del continente<br />

- tribune per difendere i valori, il<br />

patrimonio artistico e l’identità dei popoli<br />

della regione. •<br />

più grande Fiera del<br />

La<br />

di Cuba<br />

Turismo<br />

FITCuba 2009 sarà<br />

•<br />

alla Germania<br />

dedicata<br />

e alle Città Patrimoniali<br />

AMAURY DEL VALLE<br />

• Manuel Marrero,<br />

ministro del settore, ha<br />

assicurato che nel 2008<br />

giungeranno nell’Isola più di<br />

2,3 milioni di viaggiatori,<br />

perchè il prodotto turistico<br />

cubano sta conquistando<br />

una posizione sempre più<br />

positiva tra le tradizionali e<br />

principali destinazioni dei<br />

mercati apportatori e anche<br />

tra quelle in sviluppo.<br />

La stessa stagione alta lo<br />

ha dimostrato, poiché al<br />

termine del primo trimestre del<br />

2008, l’arrivo dei visitatori nell’Isola era<br />

cresciuto del 15,2% rispetto allo stesso<br />

periodo dell’anno precedente.<br />

Inoltre ci sono programmi di sviluppo a<br />

medio tempo, che prevedono la rianimazione<br />

e la rivitalizzazione di installazioni già<br />

esistenti, investimenti alberghieri e per<br />

infrastrutture stradali e della segnaletica, per i<br />

rifornimenti d’acqua e il trattamento dei<br />

residui e altro, programmi destinati alla<br />

conquista di nuovi segmenti di mercato. Si<br />

stanno preparando dieci campi da golf e si<br />

inaugureranno vari hotels E, un nuovo<br />

prodotto che integra piccoli e mediani<br />

alberghi con alti valori patrimoniali in varie<br />

città del paese. Si stanno costruendo, a<br />

medio e lungo tempo, 30 alberghi, marine e<br />

parchi tematici.<br />

Sono già più di un milione!<br />

Più di un milione di viaggiatori ha già<br />

raggiunto Cuba quest’anno: lo ha<br />

comunicato in una conferenza stampa<br />

nell’Hotel Nacional, la vice ministro del<br />

turismo, María Elena Gómez. Nell’incontro,<br />

con la presenza di dirigenti, touroperatori,<br />

agenti di viaggio, la funzionaria ha segnalato<br />

che si è giunti a questa cifra lunedì 28 aprile,<br />

22 giorni prima di quel che si prevedeva, un<br />

vero record rispetto ai periodi precedenti.<br />

Quest’anno Cuba spera di raggiungere per la<br />

quarta volta consecutiva.<br />

Il turismo è una fortezza per la nazione.<br />

Eusebio Leal ha offerto un’indimenticabile<br />

conferenza magistrale, durante le sessioni di<br />

FITCuba 2008. Nella sua dissertazione ha<br />

raccontato le origini del turismo in Cuba ed<br />

• L’eposizione di Giulio Gioia<br />

• Il corpo esplode d’energia, il ritmo del<br />

ballo e il colore che emana ad ogni<br />

movimento, con sfumature costanti che<br />

dinstinguono l’opera del pittore e scultore<br />

italiano Giulio Gioia, nella sua recente<br />

esposizione “La danza”, nella Galleria Pierre<br />

Renoir dell’Unione Francese di Cuba in<br />

omaggio ai 60 anni del Balletto Nazionale di<br />

Cuba, una decina di opere tra dipinti e<br />

disegni di medio e grande formato. “Vari piatti<br />

di ceramica formano questa mostra singolare<br />

che l’autore ha creato in una storia vibrante<br />

di colori e di emozioni”, scrive Angelo Busi<br />

nel catalogo. L’ambito della mostra delle<br />

opere di Gioia è semplicemente un invito a<br />

raccogliere la presenza di qualcosa di più<br />

Il Ministro cubano Marrero e il Re di Spagna<br />

ha confermato che questo rappresenta una<br />

fortezza per lo sviluppo della nazione, con le<br />

sue famose ricchezze culturali, storiche e<br />

patrimoniali.<br />

Leal ha commento i valori delle città<br />

storiche, costruite su insediamenti indigeni,<br />

che formarono le prima sette città fondate dai<br />

conquistadores...<br />

Con una sequenza d’immagini ha spiegato<br />

la grande dimensione dell’opera di restauro<br />

che si esegue nel Centro Storico de L’Avana<br />

Vecchia, dove si ristrutturano edifici di grande<br />

valore patrimoniale per trasformarli in hotels,<br />

case e altri immobili per uso sociale.<br />

Secondo Leal, solo dalla cultura è possibile<br />

avanzare nel turismo. Egli ha avvisato sul<br />

pericolo di fomentarlo in forma esagerata e<br />

poco controllata, una realtà che ha fatto<br />

disastri nelle altre isole.<br />

2009 DEDICATA ALLA<br />

FITCUBA<br />

E ALLE CITTÀ PATRIMONIALI<br />

GERMANIA<br />

La 29ª Edizione della Fiera Internazionale<br />

del Turismo (FITCuba 2009), sarà dedicata<br />

alla promozione delle città patrimoniali di<br />

Cuba e avrà la Germania come paese<br />

invitato.<br />

Dal 4 all’8 maggio del 2009, nel Parco<br />

Morro-Cabaña si svolgerà l’incontro per<br />

professionisti più importante<br />

dell’industria turistica cubana e come<br />

ogni anno riunirà tour-operatori, agenti di<br />

viaggi, addetti ai trasporti, dirigenti di<br />

linee aeree e di alberghi con la stampa<br />

specializzata. •<br />

Alicia Alonso La natura si ribella<br />

L’arte della Danza nell’arte di un artista<br />

che cercare un’uscita da una società che sa<br />

poco del mistero e della profondità<br />

dell’essere umano (...) è la sopresa dell’arte,<br />

la narrazione di quel che non si può dire in<br />

un altro modo, la sorpresa che coglie lo<br />

stesso artista che si sente guidare dalle<br />

emozioni e le intuizioni che lo afferrano, con<br />

una forza misteriosa, chiedendogli solamente<br />

di prestare la sua capacità manuale per far<br />

irrompere il segno nel mondo degli uomini.<br />

La danza non è solo il motivo<br />

dell’esposizione: è il pretesto per incontrarsi<br />

ancora una volta con vecchi e nuovi amici<br />

che lo vogliono premiare come si merita,<br />

facendo nostra una storia che vibra e va al<br />

di là del piano in cui si attua. Lasciamo che le<br />

opere parlino da sole. ( CUBARTE). •


GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA GENERALI<br />

l’Omofobia<br />

Contro<br />

la Transfobia<br />

e<br />

La necessità di promuovere<br />

•<br />

di sensibilizzazione<br />

azioni<br />

Cuba celebrerà il prossimo 17 maggio<br />

•<br />

alla chiusura di questo giornale - il<br />

–<br />

Mondiale contro l’Omofobia e la<br />

Giorno<br />

con l’obiettivo di promuovere<br />

Transfobia,<br />

di sensibilizzazione per il libero<br />

azioni<br />

sessuale delle persone.<br />

orientamento<br />

una conferenza stampa, Mariela<br />

In<br />

Espín, direttrice del Centro<br />

Castro<br />

d’Educazione Sessuale<br />

Nazionale<br />

ha segnalato la realizzazione<br />

(CENESEX),<br />

una giornata educativa dedicata al<br />

di<br />

alla quale parteciperanno varie<br />

tema,<br />

dell’Isola.<br />

istituzioni<br />

Cuba gli uomini sono i più colpiti dal<br />

A<br />

soprattutto coloro che fanno<br />

VIH/SIDA,<br />

con altri uomini (HSH) e da lì<br />

sesso<br />

di sottolineare la prevenzione<br />

l’importanza<br />

in questo gruppo, ha segnalato<br />

soprattutto<br />

l’esperta.<br />

dottoressa Rosaida Ochoa, direttrice<br />

La<br />

Centro Nazionale di Prevenzione ITS-<br />

del<br />

ha sottolineato a sua volta che<br />

VIH/SIDA,<br />

omosessuali sono vulnerabili da un<br />

gli<br />

di vista biologico, psicologico e<br />

punto<br />

e tutto questo viene relazionato in<br />

sociale<br />

diretta con la presenza del SIDA<br />

maniera<br />

Cuba guida l’America Latina ed i<br />

•<br />

nella relazione sull’Educazione<br />

Caraibi<br />

Tutti 2008 dell’Organizzazione delle<br />

per<br />

Unite per l’Educazione, la<br />

Nazioni<br />

e la Cultura (UNESCO).<br />

Scienza<br />

documento è stato presentato dal<br />

Il<br />

dell’UNESCO a Cuba,<br />

rappresentate<br />

van-Hoof, che ha sottolineato il<br />

Herman<br />

sforzo dell’isola per garantire<br />

grande<br />

importante settore sociale e<br />

questo<br />

esprimendo una sentita<br />

umano,<br />

al paese per i risultati.<br />

congratulazione<br />

studio riconosce che la maggiore<br />

Lo<br />

Antille è il paese leader in America<br />

delle<br />

ed occupa mondialmente la<br />

Latina<br />

23 della lista guidata dalla<br />

posizione<br />

e che include l’Argentina (27),<br />

Norvegia<br />

Cile (37) e il Messico (48).<br />

il<br />

ha espresso la soddisfazione<br />

Hoof<br />

che rappresenta e per la<br />

dell’istituzione<br />

all’Avana del documento<br />

presentazione<br />

all’anno in corso, che si<br />

relativo<br />

“Raggiungeremo la meta?”.<br />

domanda:<br />

documento evidenzia l’importanza<br />

Il<br />

tutti i paesi concedano maggiore<br />

che<br />

all’educazione per tutti,<br />

appoggio<br />

che è stato fissato per il 2<strong>01</strong>5.<br />

obiettivo<br />

responsabile dell’UNESCO per<br />

Il<br />

Miguel Olivina, ha spiegato i<br />

l’Educazione,<br />

obiettivi di Educazione per Tutti ed il ruolo<br />

sei<br />

Cuba in ognuno di questi.<br />

di<br />

si è svolta la Settimana<br />

Recentemente<br />

dell’Educazione per Tutti, con il<br />

Mondiale<br />

di questa organizzazione delle<br />

patrocinio<br />

Unite, con il fine di mettere in risalto i<br />

Nazioni<br />

e quello che ancora c’è da fare.<br />

risultati<br />

Cuba. a<br />

manifestazioni di disprezzo, di<br />

Le<br />

e l’omofobia hanno un’alta<br />

scherno<br />

tra i cubani e quindi è<br />

incidenza<br />

educare la società e far<br />

indispensabile<br />

e conoscere sulla<br />

comprendere<br />

sessuale, per influire sui<br />

biodiversità<br />

contagi.<br />

amplio programma d’attività è<br />

Un<br />

per l’occasione, che include<br />

previsto<br />

di lavori scientifici, di libri,<br />

presentazioni<br />

di teatro, concerti e rassegne<br />

opere<br />

relazionate al tema, in<br />

cinematografiche<br />

città dell’Isola.<br />

diverse<br />

si offriranno servizi d’appoggio e<br />

Inoltre<br />

sulla diversità sessuale,<br />

orientamento<br />

compagne di prevenzione,<br />

consultazioni,<br />

d’informazioni a favore del<br />

distribuzione<br />

e della dignità piena di<br />

rispetto<br />

bisessuali e transgenetici.<br />

omosessuali,<br />

Giorno Mondiale contro l’Omofobia e la<br />

Il<br />

ha origine dall’eliminazione<br />

Transfobia<br />

voce “omosessualità” dall’elenco<br />

della<br />

malattie mentali dell’Organizzazione<br />

delle<br />

della Salute nel 1990.<br />

Mondiale<br />

lo ha festeggiato per la prima volta<br />

Cuba<br />

2007, con un cine-dibattito organizzato<br />

nel<br />

CENESEX. (PL). •<br />

dal<br />

L’Unesco colloca l’educazione cubana<br />

alla guida dell’America Latina<br />

garantisce l’educazione gratuita per<br />

Cuba<br />

i livelli, come un diritto ed un dovere di<br />

tutti<br />

i cittadini, senza distinzione di età, sesso,<br />

tutti<br />

credo religioso o residenza. Inoltre, è<br />

razza,<br />

come il paese con il maggior<br />

riconosciuta<br />

di docenti pro capite a livello<br />

numero<br />

mondiale.<br />

stessa maniera, Cuba offre<br />

Nella<br />

a giovani ed adulti che vogliono<br />

agevolazioni<br />

studi specializzati e superiori. •<br />

continuare<br />

Cubadisco 2008 è dedicata<br />

•<br />

e alla sua diaspora<br />

all’Africa<br />

La rumba più lunga del mondo, un<br />

•<br />

culturale che dal 3<br />

avvenimento<br />

sta percorrendo tuta Cuba, è<br />

maggio<br />

anche a Matanzas, la culla<br />

giunta<br />

di questo ritmo per più di tre<br />

ancestrale<br />

secoli.<br />

provincia di Cienfuegos, i<br />

Dalla<br />

hanno ricevuto i tamburi, i<br />

“matanzeri”<br />

e i canti eseguiti da gruppi di<br />

balli<br />

e dilettanti che si<br />

professionisti<br />

al Festival<br />

integrano<br />

Cubadisco 2008,<br />

Internazionale<br />

all’Africa e alla sua diaspora.<br />

dedicato<br />

località della provincia di<br />

Le<br />

Jovellanos, Limonar e<br />

Matanzas,<br />

sono<br />

Cárdenas<br />

gli scenari<br />

stati<br />

ai rumberos<br />

aperti<br />

un tocco<br />

con<br />

nella<br />

speciale<br />

de Reyes, il<br />

Unión<br />

che rende<br />

uogo<br />

perpetuo<br />

omaggio<br />

José Rosario<br />

a<br />

Oviedo,<br />

nel<br />

conosciuto<br />

come<br />

mondo<br />

uno dei<br />

Malanga,<br />

grandi<br />

più<br />

della<br />

esponenti<br />

rumba<br />

famosi<br />

Gruppi<br />

Afrocuba,<br />

come<br />

del<br />

Columbia<br />

Reyes del<br />

Puerto,<br />

Obbiní<br />

Tambor,<br />

Abaniculá e Clave<br />

Un’inchiesta formale sul<br />

•<br />

di 180 milioni di<br />

pagamento<br />

che sarebbero stati<br />

dollari,<br />

da una filiale della società<br />

versati<br />

ad alcuni funzionari<br />

Halliburton<br />

tra il 1997 e il 2004, è<br />

nigeriani<br />

avviata dalla Commissione<br />

stata<br />

di vigilanza sulla<br />

statunitense<br />

(Sec).<br />

borsa<br />

riferisce l’agenzia Misna. Le<br />

Lo<br />

servivano per ottenere<br />

tangenti<br />

contratto del valore di sei<br />

un<br />

di dollari per la<br />

miliardi<br />

dell’impianto di<br />

costruzione<br />

del gas naturale a<br />

liquefazione<br />

Island, nel Delta del Niger,<br />

Bonny<br />

collaborazione con le aziende<br />

in<br />

di vari altri paesi.<br />

petrolifere<br />

giunta a una<br />

Sembrerebbe<br />

l’inchiesta per le<br />

svolta<br />

ottenute dalla Kellog<br />

facilitazioni<br />

& Root (Kbr), consorzio<br />

Brown<br />

fino all’anno scorso<br />

controllato<br />

Halliburton, sulle cui<br />

dalla<br />

nigeriane il ministero<br />

operazioni<br />

Giustizia americano<br />

della<br />

riferito di avere le prove<br />

avrebbe<br />

tangenti e starebbe verificando<br />

di<br />

fatti negli ultimi 20 anni in<br />

pagamenti<br />

paesi del mondo dalla società,<br />

vari<br />

fino al 2000 da Dick<br />

amministrata<br />

attuale vicepresidente<br />

Cheney,<br />

statunitense.<br />

rumba<br />

La<br />

lunga<br />

più<br />

del mondo<br />

Guaguancó sono alcuni dei<br />

y<br />

di questa lunghissima<br />

protagonisti<br />

rumba.<br />

Muñequitos di Matanzas, diretti dal<br />

I<br />

Diosdado Ramos, con Rumba<br />

profesor<br />

e varie comparse sono stati i<br />

Timba<br />

dei tamburi dimostrando la<br />

padroni<br />

e l’identità nazionale e per<br />

vigenza<br />

omaggio alle donne e agli<br />

rendere<br />

portati come schiavi, che<br />

uomini<br />

in catene in questi territori<br />

giunsero<br />

natia,<br />

dall’Africa<br />

rumba, dopo Pinar del Río, giungerà<br />

La<br />

L’Avana il17 maggio (in chiusura di<br />

a<br />

giornale), nell’ambito di<br />

questo<br />

2008, il Festival della musica,<br />

Cubadisco<br />

vedrà anche la partecipazione di 18<br />

che<br />

ministriafricani.•<br />

La società Halliburton sotto<br />

inchiesta per le tangenti<br />

Dick Cheney<br />

società è stata coinvolta in varie<br />

La<br />

anche per quanto riguarda<br />

irregolarità<br />

militari in Iraq.<br />

forniture<br />

caso, oltre agli Stati Uniti, coinvolge<br />

Il<br />

anche investigatori in Nigeria,<br />

adesso<br />

e Francia. (Irib). •<br />

Svizzera


GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA SOCIETÀ<br />

Il Congresso Partito • VI che del mentre si<br />

maggiori l’idea siano le<br />

controllare e coordinare il lavoro dei produzione della adozione delle misure<br />

che si è cominciato ad applicare<br />

Comitato Centrale del PCC<br />

del<br />

semestre secondo nel svolgerà<br />

2009<br />

Se si è lavorato duro negli ultimi mesi,<br />

•<br />

farlo molto di più in quelli che<br />

bisognerà<br />

verranno.<br />

ha affermato Raul, nelle conclusioni<br />

Lo<br />

VI Plenum del Comitato Centrale del<br />

del<br />

Ha trasmesso la proposta del Burò<br />

PCC.<br />

di celebrare il VI Congresso del<br />

Politico<br />

nei mesi finali dell’anno prossimo.<br />

Partito<br />

inviato a consolidare il ruolo del Partito<br />

Ha<br />

società e rafforzare l’istituzionalità<br />

nella<br />

Paese. Eletti membri del Burò Politico i<br />

nel<br />

Comandante della Rivoluzione<br />

compagni<br />

Valdés Menéndez, Salvador<br />

Ramiro<br />

Mesa e il generale di corpo<br />

Valdés<br />

Álvaro López Miera.<br />

d’armata<br />

dal Secondo Segretario del<br />

Presieduto<br />

compagno Raúl Castro Ruz, lo<br />

Partito,<br />

28 aprile, si è svolto il VI Plenum<br />

scorso<br />

Comitato Centrale che ha analizzato<br />

del<br />

legati al funzionamento<br />

temi<br />

tra altri riferiti allo<br />

dell’organizzazione,<br />

del paese e al complesso<br />

sviluppo<br />

internazionale.<br />

panorama<br />

prima della fine della riunione, Raúl<br />

Poco<br />

reso noto che il Burò Politico riteneva<br />

ha<br />

svolgere il VI Congresso del<br />

necessario<br />

Ha spiegato che nella riunione,<br />

Partito.<br />

nella stessa mattinata, si è<br />

svoltasi<br />

di proporre al Comitato Centrale<br />

valutato<br />

realizzarlo alla fine del secondo<br />

di<br />

dell’anno prossimo, anche se la<br />

semestre<br />

si renderà nota al momento<br />

convocazione<br />

opportuno.<br />

IL LAVORO DEL<br />

PERFEZIONARE<br />

RAFFORZARE<br />

PARTITO:<br />

L’ISTITUZIONALITA’<br />

Secondo Segretario del Partito ha<br />

Il<br />

che è necessario e decisivo<br />

ribadito<br />

disporre di istituzioni forti. Ha riaffermato<br />

reclusione illegale<br />

Il presidente dell’Assemblea<br />

•<br />

del Poder Popular di<br />

Nazionale<br />

Ricardo Alarcon, ha<br />

Cuba,<br />

a moltiplicare gli sforzi<br />

incitato<br />

far conoscere la verità<br />

per<br />

Stati Uniti e nel mondo,<br />

negli<br />

la campagna<br />

con<br />

per la<br />

internazionale<br />

dei Cinque<br />

liberazione<br />

reclusi nell’impero.<br />

antiterroristi<br />

ha fatto un appello alla<br />

Alarcón<br />

nelle azioni a sostegno<br />

creatività<br />

scarcerazione immediata di<br />

della<br />

Gonzalez, Gerardo<br />

René<br />

Hernandez, Ramon Labañino,<br />

più ordine e disciplina si<br />

difficoltà,<br />

e perciò è vitale rafforzare<br />

richiedono,<br />

l’istituzionalità.<br />

detto che il Partito deve continuare a<br />

Ha<br />

il suo lavoro e l’autorità<br />

perfezionare<br />

alle masse ed ha affermato che<br />

davanti<br />

si è fatto un passo importante il tal<br />

oggi<br />

e nel consolidamento del suo ruolo<br />

senso<br />

avanguardia organizzata nella<br />

come<br />

cubana, che lo posizionerà in<br />

nazione<br />

condizioni per affrontare le sfide<br />

migliori<br />

futuro e – come ha detto il compagno<br />

del<br />

– per assicurare la continuità della<br />

Fidel<br />

quando non ci saranno più i<br />

Rivoluzione<br />

dirigenti storici.<br />

suoi<br />

ha reso nota la decisione di<br />

Raúl<br />

il compagno José Ramón<br />

designare<br />

Álvarez, vice presidente del<br />

Fernández<br />

Consiglio dei Ministri, per curare,<br />

dell’Educazione ed Educazione<br />

ministri<br />

oltre che dell’INDER e delle<br />

Superiore,<br />

legate all’educazione che<br />

attività<br />

altri organismi<br />

promuovono<br />

Centrale dello Stato,<br />

dell’Amministrazione<br />

i centri d’insegnamento e le<br />

inclusi<br />

militari. Dopo aver sottolineato<br />

università<br />

sue qualità ed i buoni risultati, ha detto:<br />

le<br />

che sorgano molti ispirati al<br />

«Desideriamo<br />

esempio».<br />

suo<br />

spiegato che la produzione di<br />

Ha<br />

costituisce un compito<br />

alimenti<br />

per i dirigenti del Partito,<br />

fondamentale<br />

si tratta di un problema di<br />

perché<br />

nazionale, che esige dai primi<br />

sicurezza<br />

di municipi il massimo controllo e<br />

segretari<br />

non attraverso carteggi e<br />

sostegno,<br />

ma sul campo, parlando<br />

riunioni<br />

direttamente con gli addetti alla<br />

nell’agricoltura.<br />

DECISIONE DI COMMUTARE LA<br />

LA<br />

DI MORTE AD UN GRUPPO DI<br />

PENA<br />

CONDANNATI<br />

conclusioni, in compagno Raúl ha<br />

Nelle<br />

nota la decisione adottata, nella<br />

reso<br />

mattinata, dal Consiglio di Stato, di<br />

stessa<br />

ad un gruppo di condannati la<br />

commutare<br />

di morte in ergastolo, tranne per<br />

pena<br />

che hanno commesso i fatti prima<br />

coloro<br />

in vigore del carcere a vita nel<br />

dell’entrata<br />

Penale, i quali saranno condannati<br />

Codice<br />

30 anni di privazione della libertà.<br />

a<br />

ricordato che dall’anno 2000 si è<br />

Ha<br />

la politica di non eseguire<br />

adottata<br />

condanna capitale, interrotta solo<br />

nessuna<br />

del 2003 per frenare l’ondata di<br />

nell’aprile<br />

30 tentativi e piani di sequestro di<br />

oltre<br />

ed imbarcazioni, incitati dalla politica<br />

aerei<br />

Stati Uniti, non appena iniziata la<br />

degli<br />

in Iraq.<br />

guerra<br />

ha enfatizzato che la decisione<br />

Raúl<br />

è una atto sovrano e non<br />

adottata<br />

da pressioni, in conformità con<br />

motivato<br />

condotta umanitaria ed etica della<br />

la<br />

animata dalla spirito di<br />

Rivoluzione,<br />

e non di vendetta, sapendo,<br />

giustizia<br />

che il compagno Fidel è<br />

inoltre,<br />

ad eliminare, quando<br />

favorevole<br />

le condizioni propizie, la pena<br />

esistano<br />

morte per qualsiasi tipo di reato e si<br />

di<br />

ai metodi extragiudiziali che<br />

oppone<br />

noti paesi praticano<br />

alcuni<br />

impudicamente.<br />

spiegato che questa decisione del<br />

Ha<br />

di Stato non significa la<br />

Consiglio<br />

della pena capitale dal<br />

soppressione<br />

Penale cubano, perché nelle<br />

Codice<br />

circostanze non possiamo<br />

attuali<br />

di fronte ad un impero che non<br />

disarmarci<br />

smette di perseguirci ed aggredirci. •<br />

I Cinque Eroi cubani prigionieri dell’impero<br />

12 settembre Antonio Guerrero e Fernando queste è sufficiente per annullare<br />

Il • si<br />

di anni dieci compiono<br />

L’auge dell’esercito<br />

•<br />

più poderoso<br />

mercenario<br />

del mondo<br />

L’impresa privata di mercenari<br />

•<br />

Blackwater, che ha<br />

statunitensi<br />

la sua fortuna prestando<br />

fatto<br />

paramilitari in Iraq, ha<br />

servizi<br />

gli occhi sull’America<br />

posto<br />

come futuro mercato.<br />

Latina<br />

ha assicurato il giornalista<br />

Lo<br />

USA Jeremy Scahill, autore<br />

degli<br />

del libro: “Blackwater: L’auge<br />

Ramiro Valdés, Juan Almeida y Raúl Castro del CC del PCC<br />

Gonzalez.<br />

forma di fare giustizia è<br />

“L’unica<br />

loro la libertà<br />

concedere<br />

ha dichiarato<br />

incondizionata”,<br />

a 400 accademici ed<br />

davanti<br />

sociali nel Palazzo delle<br />

attivisti<br />

de L’Avana.<br />

Convenzioni<br />

prossimo 12 settembre si<br />

“Il<br />

10 anni dalla<br />

compiranno<br />

dei Cinque cubani,<br />

detenzione<br />

poi in prigioni di massima<br />

reclusi<br />

degli Stati Uniti per<br />

sicurezza<br />

lottato contro il terrorismo”,<br />

aver<br />

ricordato.<br />

ha<br />

processo contro gli<br />

“Nel<br />

sono state<br />

antiterroristi<br />

un’infinità di<br />

commesse<br />

una qualunque tra<br />

violazioni:<br />

mercenario più<br />

dell’esercito<br />

del mondo”, presentato<br />

poderoso<br />

Spagna. Questo libro racconta<br />

in<br />

storia non autorizzata<br />

la<br />

ascesa di questa<br />

dell’incredibile<br />

dagli attentati dell’11<br />

impresa<br />

del 20<strong>01</strong> a New York,<br />

settembre<br />

la sua trasformazione in uno<br />

e<br />

poteri tattici più influenti del<br />

dei<br />

militare-industriale<br />

complesso<br />

statunitense.<br />

ha rivelato che<br />

Scahill<br />

ha conseguito<br />

Blackwater<br />

da record negli ultimi<br />

benefici<br />

semestri, ma che il suo<br />

due<br />

è differenziare gli affari<br />

obiettivo<br />

l’America Latina non sfugge a<br />

e<br />

realtà.<br />

questa<br />

potrebbe giungere in<br />

“Blackwater<br />

Latina”, sostiene Scahill,<br />

America<br />

ha segnalato che il Pentagono<br />

che<br />

chiesto alla compagnia,<br />

ha<br />

presieduta da Erik Prince, un ex<br />

caso, ha denunciato. La<br />

il<br />

nordamericana nella<br />

strategia<br />

giudiziaria e politica contro<br />

causa<br />

Cinque, è occultare la verità.<br />

i<br />

e la divulgazione<br />

L’accesso<br />

del caso<br />

dell’illegalità<br />

al mondo il<br />

rivelerebbero<br />

terrorista del governo,<br />

carattere<br />

dice di sferrare guerre in<br />

che<br />

della lotta contro questo<br />

nome<br />

flagello”.<br />

termine dell’intervento del<br />

Al<br />

cubano, tutti i delegati<br />

politico<br />

IV Conferenza “L’opera di<br />

alla<br />

Marx e le sfide del XXI<br />

Karl<br />

si sono impegnati ad<br />

secolo”<br />

la campagna per la<br />

intensificare<br />

dei Cinque.•<br />

libertà<br />

Blackwater punta sull’America Latina<br />

ricco e molto<br />

militare<br />

di studiare un piano<br />

conservatore,<br />

per il Messico e la<br />

antidroga,<br />

con un finanziamento di<br />

Colombia,<br />

mila milioni di dollari.<br />

15<br />

giornalista sostiene che in<br />

Il<br />

modo Washington cerca<br />

questo<br />

garantire la sua presenza nella<br />

di<br />

senza lasciare “impronte<br />

regione,<br />

militari”.<br />

Scahill, un esempio di<br />

Secondo<br />

è la Colombia, che riceve<br />

questo<br />

USA circa 630 milioni di<br />

dagli<br />

annuali, dei quali una<br />

dollari<br />

parte sono destinati a<br />

buona<br />

i servizi delle imprese con<br />

pagare<br />

stesse caratteristiche di<br />

le<br />

come la DynCorp.<br />

Blackwater,<br />

CARNE DA CANNONE<br />

logica dell’affare e del<br />

La<br />

libero ha portato la<br />

mercato<br />

e altre imprese<br />

Blackwater,<br />

a guardare da<br />

mercenarie,<br />

la mano d’opera<br />

vicino<br />

che offrono paesi<br />

economica<br />

Cile, El Salvador, Perù e<br />

come<br />

Bolivia.<br />

un mercenario d’altri<br />

Mentre<br />

per un mese di servizio in<br />

paesi,<br />

viene pagato circa 10.000<br />

Iraq<br />

i latino americani<br />

dollari,<br />

gli stessi rischi per un<br />

accettano<br />

solamente...<br />

migliaio<br />

il suo futuro Blackwater<br />

“Per<br />

all’addestramento e la<br />

guarda<br />

dei militari latino<br />

preparazione<br />

con l’obiettivo<br />

americani,<br />

piccoli gruppi<br />

d’avere<br />

che lavorino in<br />

paramilitari<br />

Latina” ha segnalato<br />

America<br />

pronosticando che:<br />

Scahill,<br />

un incremento di<br />

“Vedremo<br />

imprese che<br />

queste<br />

radicheranno nella regione”.<br />

giornalista ha affermato che i<br />

Il<br />

ricchi possono reclutare i<br />

paesi<br />

di tutto il mondo e usarli<br />

poveri<br />

carne da cannone per<br />

come<br />

le nazioni deboli.<br />

conquistare<br />

caso dell’Iraq, Scahill ha<br />

Nel<br />

che senza mercenari<br />

sostenuto<br />

Stati Uniti non potrebbero<br />

gli<br />

l’occupazione che<br />

continuare<br />

nel paese dal<br />

mantengono<br />

2003.<br />

recluta in tutto il<br />

Blackwater<br />

e si nutre di gente con<br />

mondo<br />

d’esperienza di<br />

anni<br />

proscritti,<br />

controrivoluzionari<br />

riciclati per la<br />

perfettamente<br />

globale contro il<br />

“guerra<br />

dicono.<br />

terrorismo”,<br />

impresa è stata<br />

Questa<br />

d’aver assassinato<br />

accusato<br />

200 civili a sangue<br />

almeno<br />

innocenti, solamente in<br />

freddo,<br />

Iraq (TeleSur). •<br />

Olga<br />

Salanueva<br />

Adriana e<br />

mogli<br />

Pérez,<br />

René di<br />

Gerardo<br />

e


GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA VARIE<br />

50 ANNI DI RIVOLUZIONE VITTORIOSA<br />

Il presidente Raúl Castro ha presieduto la sfilata per il<br />

•<br />

Maggio in Plaza de la Revolución José Martí,<br />

Primo<br />

alle otto di mattina.<br />

iniziata<br />

blocco di giovani e di studenti ha aperto il corteo che<br />

Un<br />

dalle arterie principali della capitale: lo slogan<br />

giungeva<br />

fermezza e vittoria” a sostegno della Rivoluzione.<br />

“Unità,<br />

sfilata ha evidenziato l’appoggio popolare alla<br />

La<br />

e al suo leader Fidel Castro, al suo<br />

Rivoluzione<br />

Rául Castro e ha reso omaggio al 50º<br />

presidente<br />

del Trionfo della Rivoluzione del 1º<br />

Anniversario<br />

e al 70º della creazione della Centrale dei<br />

Gennaio<br />

CTC.<br />

Lavoratori,<br />

degli obiettivi dei manifestanti è stato il reclamo<br />

Uno<br />

libertà per i Cinque Eroi cubani ingiustamente<br />

della<br />

nell’impero. Milioni di cubani hanno sfilato in tutte<br />

reclusi<br />

piazze di Cuba con i dirigenti sindacali, che hanno<br />

le<br />

tutti i lavoratori e le famigli cubane per<br />

convocato<br />

le convinzioni patriottiche rivoluzionarie e<br />

riaffermare<br />

assieme ai più alti dirigenti.<br />

socialiste,<br />

segretario generale della CTC, Salvador Valdés, ha<br />

Il<br />

che sono molte le ragioni per festeggiare il Iº<br />

indicato<br />

e tra queste l’ampio processo politico e ideologico<br />

Maggio<br />

si sta svolgendo nel movimento operaio, per dare un<br />

che<br />

allo sviluppo economico e produttivo dell’Isola.<br />

impulso<br />

Piazza, dove ha cantato il Grande Coro della CTC,<br />

La<br />

tutta piena di colori.<br />

era<br />

ospiti e invitati da tutto il mondo, con<br />

1386<br />

di 173 associazioni, sindacati e<br />

rappresentanti<br />

I turisti, nei giorni precedenti, guardavano<br />

confederazioni.<br />

il lavoro intenso e soprattutto chiedevano di<br />

stupefatti<br />

fotografie dei lavoratori sorridenti che cantavano<br />

scattare<br />

e gli Inni del proletariato della storica<br />

l’Internazionale<br />

seguendo le note diffuse dagli altoparlanti. I visi di<br />

data,<br />

Peña e di Jesús Menéndez, tra i tanti leaders del<br />

Lázaro<br />

I cambi in Cuba<br />

con i paesi socialisti,<br />

ORLANDO ORAMAS LEON<br />

nostro commercio<br />

nelle oggi inimmaginabile URSS, la con<br />

Si parla molto e si danno molti giudizi<br />

•<br />

media internazionali sui cambiamenti<br />

nei<br />

Cuba. “ I Cubani autorizzati ad usare i<br />

in<br />

si legge in un media, seguito<br />

cellulari”,<br />

da altri, che hanno riferito delle<br />

poi<br />

di elettrodomestici o dell’accesso<br />

vendite<br />

alberghi che operano in moneta<br />

agli<br />

convertibile.<br />

queste ed altre decisioni,<br />

Benvenute<br />

eliminano restrizioni o proibizioni<br />

che<br />

vinte dalla vita, molte applicate<br />

ormai<br />

il proposito d’evitare<br />

con<br />

nei momenti di più duro<br />

disuguaglianze,<br />

con gli Stati Uniti, per la<br />

confronto<br />

di fronte all’indurimento<br />

sopravvivenza<br />

blocco divenuto un doppio assedio<br />

del<br />

la disgregazione del campo<br />

dopo<br />

e dell’Unione Sovietica.<br />

socialista<br />

ritorneranno improvvisamente, e<br />

Non<br />

meno per decreto, quei giorni in cui<br />

tanto<br />

fine settimana nell’Hotel Habana<br />

un<br />

era alla portata di tutti, o quando le<br />

Libre<br />

cubane viaggiavano per tutta<br />

famiglie<br />

o ancora l’epoca del turismo<br />

Cuba<br />

nei paesi socialisti.<br />

nazionale<br />

Peso cubano aveva un alto valore e i<br />

Il<br />

erano uno stimolo al lavoro.<br />

salari<br />

compiva il suo compito e non<br />

L’offerta<br />

necessario avere valuta forte in<br />

era<br />

per aspirare a una vita migliore o<br />

tasca<br />

risolvere determinate necessità.<br />

per<br />

tempi migliori quelli degli anni<br />

Erano<br />

dico ai miei figli adolescenti, ai quali<br />

’80,<br />

i dettagli e anche com’era il<br />

racconto<br />

trattamento preferenziale e d’equità del<br />

ROSA MIRIAM ELIZALDE<br />

Mentre criminalizza il<br />

•<br />

presentandolo come un<br />

Venezuela<br />

coinvolto nello spionaggio<br />

paese<br />

e tenta di<br />

internazionale<br />

una campagna contro<br />

cominciare<br />

satellite Simón Bolívar.,l’Agenza<br />

il<br />

Progetti d’Investigazione<br />

dei<br />

(Darpa) del Pentagono -<br />

Avanzata<br />

stessa che ha creato Internet -<br />

la<br />

annunciato ufficialmente le sue<br />

ha<br />

nei progetti per ottenere<br />

novità<br />

ibridi che si utilizzano per<br />

insetti<br />

missioni di “vigilanza”.<br />

del detto “libero commercio”.<br />

condizioni<br />

che stiamo compiendo un<br />

Credo<br />

a rovescio, come apertura delle<br />

cammino<br />

potenzialità per rafforzare le basi<br />

nostre<br />

fomentare la costruzione del<br />

e<br />

quale espressione superiore<br />

socialismo,<br />

la soddisfazione crescente delle<br />

per<br />

spirituali e materiali della<br />

necessità<br />

società.<br />

un processo che sta accadendo in<br />

È<br />

condizioni e in un panorama<br />

differenti<br />

diverso, dove siamo arrivati<br />

geopolitica<br />

la volontà di sopravvivere alla disfatta<br />

con<br />

socialismo europeo e di resistere agli<br />

del<br />

violenti degli Stati Uniti, nella loro<br />

attacchi<br />

di dare l’ultima stoccata.<br />

ansia<br />

stato un cammino duro, nel quale<br />

È<br />

avuto delle perdite.<br />

abbiamo<br />

ne è parlato nel VII Congresso<br />

Se<br />

ed è motivo d’analisi in<br />

dell’UNEAC<br />

Forum. Stiamo vivendo in un<br />

diversi<br />

di bilancio, di riflessione e di<br />

momento<br />

continuando il dibattito<br />

costruzione,<br />

fomentato da Raul, una vera<br />

nazionale<br />

popolare che ha contribuito<br />

tribuna<br />

a una correzione delle<br />

decisamente<br />

una realtà proclamata da<br />

prospettive,<br />

in quel discorso nell’Aula Magna<br />

Fidel<br />

de L’Avana nel novembre<br />

dell’Università<br />

2005, quando ci scosse l’anima<br />

del<br />

che il processo rivoluzionario<br />

dicendo<br />

covare germi mortali, se non lo si<br />

poteva<br />

a tempo contro la malattia.<br />

vaccinava<br />

un appello per far sì che si<br />

Era<br />

riprendesse l’etica rivoluzionaria, la<br />

ha sviluppato vari tipi di<br />

Darpa<br />

- organismi metà biologici<br />

cyborg<br />

metà tecnici -, con i quali<br />

e<br />

completamente la<br />

controllano<br />

di alcuni insetti<br />

locomozione<br />

minuscoli chips di<br />

inserendo<br />

nelle larve.<br />

riconoscimento<br />

l’insetto è adulto lo si<br />

Quando<br />

usare per spiare<br />

può<br />

scoprire esplosivi<br />

conversazioni,<br />

realizzare missioni di vigilanza<br />

o<br />

modo teleguidato.<br />

in<br />

comunicato firmato da Amit<br />

Un<br />

il gerente principale del<br />

Lal,<br />

progetto HI-MEMS (Ibridi-Sistemi<br />

cubano, dominavano la piazza, mentre dalla<br />

proletariato<br />

della Biblioteca Nazionale ci guardava Lázaro<br />

facciata<br />

Il Primo Maggio a L’Avana<br />

per dire “Presente!”, lui che realizzò un incredibile<br />

Peña<br />

a favore dell’unità e della ricostruzione del<br />

lavoro<br />

sindacale dell’Isola.<br />

movimento<br />

sforzi di questo “capitalino”, come si dice in cubano,<br />

Gli<br />

tra il 1911 e il 1974, diedero i loro frutti con la<br />

vissuto<br />

il 28 gennaio del 1938 della Confederazione<br />

creazione<br />

Lavoratori di Cuba, della quale fu il primo segretario<br />

dei<br />

eletto.<br />

ha commentato che questa sfilata è stata la<br />

Qualcuno<br />

grande di tutte, perchè i lavoratori hanno marciato<br />

più<br />

per i 50 Anni di Rivoluzione vittoriosa.<br />

IL PRIMO MAGGIO A CUBA: PRIMA E ADESSO<br />

Giorno dei Lavoratori è stato festeggiato a Cuba per la<br />

Il<br />

volta il Iº Maggio del 1890 rispondendo alla<br />

prima<br />

di Federico Engels e della Seconda<br />

chiamata<br />

Internazionale.<br />

operai approfittavano delle occasioni per denunciare<br />

Gli<br />

governi di turno che incitavano i giovani cubani a<br />

i<br />

alle guerre d’aggressione degli Stati Uniti.<br />

partecipare<br />

poche occasioni i festeggiamenti per il Iº Maggio<br />

In<br />

legali, ma gli operai cubani approfittavano della<br />

furono<br />

per denunciare le tirannie amiche dell’imperialismo e<br />

data<br />

straniera.<br />

l’ingerenza<br />

quando fu creata, la Confederazione dei Lavoratori<br />

Da<br />

Cuba, la CTC, le celebrazioni acquistarono qualità e<br />

di<br />

grazie, soprattutto, all’operato di Lázaro<br />

organizzazione<br />

Peña.<br />

di leaders corrotti e venduti nel sindacato,<br />

L’imposizione<br />

la divisione del movimento operaio, ma non per<br />

provocò<br />

si spense la combattività e mentre i divisionisti<br />

questo<br />

Elettronici Meccanici) di<br />

Micro<br />

si utilizzano i bruchi e le<br />

Darpa,<br />

degli insetti.<br />

pupe<br />

che nella maggioranza<br />

Dato<br />

insetti lo sviluppo dei tessuti<br />

degli<br />

produce nelle ultime tappe<br />

si<br />

metamorfosi, il tessuto<br />

della<br />

all’impianto tende a<br />

attorno<br />

rapidamente e si forma un<br />

sanare<br />

stabile e sicuro.<br />

tessuto-macchina<br />

dei MEMS negli<br />

L’obiettivo<br />

è il controllo della<br />

insetti<br />

in accordo con la<br />

locomozione,<br />

prefissata che può<br />

traiettoria<br />

essere controllata da GPS,<br />

del cambiamento che ha reso<br />

difesa<br />

diversa, per i suoi valori, quelli che<br />

Cuba<br />

stati decisivi nella sconfitta<br />

sono<br />

in Africa e per salvare vite<br />

dell’apartheid<br />

luoghi lontani, illuminati dalla<br />

in<br />

e dall’internazionalismo.<br />

solidarietà<br />

spiritualità ci deve<br />

Questa<br />

per affrontare i complessi<br />

accompagnare<br />

di oggi e di domani. Tempi<br />

compiti<br />

dovranno ritornare, ma dobbiamo<br />

migliori<br />

con il lavoro e l’intelligenza<br />

svilupparli<br />

come aveva sottolineato il<br />

perché,<br />

della Rivoluzione, i problemi<br />

leader<br />

della società cubana richiedono<br />

attuali<br />

ogni problema concreto più varianti<br />

per<br />

risposte di quelle che si trovano in<br />

nelle<br />

scacchiera.<br />

una<br />

nocciolo di queste risposte v molto<br />

Il<br />

in là dell’eliminazione delle<br />

più<br />

in questione: è necessario<br />

proibizioni<br />

le varianti che cambiano la<br />

sviluppare<br />

per incentivare la produzione,<br />

mentalità<br />

degli alimenti.<br />

soprattutto<br />

Rivoluzione Energetica ci ha<br />

La<br />

una mentalità di risparmio come<br />

restituito<br />

d’entrata e dobbiamo far sì che per<br />

fonte<br />

sia così. La spirale dei prezzi degli<br />

tutti<br />

nel mercato mondiale impone la<br />

alimenti<br />

delle importazioni, perchè è<br />

sostituzione<br />

tema di vita o di morte.<br />

un<br />

cominciano già a vedere i risultati<br />

Si<br />

sono stati trattati nelle nostre pagine<br />

che<br />

Granma. La battaglia contro il<br />

del<br />

tra le altre, è parte d’una<br />

marabú,<br />

per convertire terre oziose in<br />

strategia<br />

e rendere più ottimisti quelli<br />

produttive<br />

le coltivano. Incentivi al produttore,<br />

che<br />

dei gruppi decisionali, la<br />

decentramento<br />

delle terre, sono ingredienti<br />

consegna<br />

nuova concezione agricola del<br />

della<br />

paese. L’agricoltura si profila come<br />

ottici o segnali di<br />

controllatori<br />

emessi da un comando<br />

ultrasuoni<br />

distanza.<br />

a<br />

cyborgs - aggiunge la nota -<br />

I<br />

si può leggere nella pagina<br />

che<br />

www.darpa.mil-potranno<br />

web<br />

uno o più sensori, come<br />

portare<br />

microfono o un sensore di<br />

un<br />

per transmettire le<br />

gas,<br />

riunite alla<br />

informazioni<br />

appena a riempire il Paseo del Prado della<br />

riuscivano<br />

gli unitari colmavano lo stadio del Cerro. Quelli<br />

capitale,<br />

il denaro del governo, ma questi tutto l’appoggio<br />

avevano<br />

affetto delle masse popolari.<br />

e<br />

1957 gli elementi rivoluzionari approfittarono della<br />

Nel<br />

governativa per far conoscere le<br />

concentrazione<br />

del popolo e denunciare i dirigenti corrotti e<br />

domande<br />

al tiranno.<br />

venduti<br />

la Rivoluzione al potere, il proletariato ha riempito<br />

Con<br />

e decine di volte la Plaza José Martì in appoggio a<br />

decine<br />

Rául e alla Rivoluzione.<br />

Fidel,<br />

false consegne furono abbandonate per iniziare un<br />

Le<br />

tempo, dapprima con la Riforma Agraria poi con le<br />

nuovo<br />

territoriali...<br />

milizie<br />

popolo lavoratore al potere, in una data così<br />

Il<br />

oggi proclama ai quattro venti che questo è il<br />

significativa,<br />

di Baraguà, dove non ci sarà mai pace per i<br />

Popolo<br />

e gli invasori. Questo Primo Maggio una<br />

nemici<br />

di lavoratori della stirpe di Baraguà riempirà le<br />

moltitudine<br />

di tutta Cuba per reiterare la ferma decisione di<br />

piazze<br />

un popolo di costruire una nuova società, differente<br />

tutto<br />

migliore, a solamente 90 miglia dall’impero più<br />

e<br />

poderoso della storia (Mario Martín Martín) . •<br />

Il Pentagono inserisce chips negli insetti per spiare<br />

destinazione.<br />

derivati delle tecnologie HI-<br />

I<br />

permetteranno molte<br />

MEMS<br />

robotiche a basso costo,<br />

capacità<br />

con un impatto nello sviluppo dei<br />

delle trasformazioni da<br />

scenario<br />

a medio termine, per<br />

realizzare<br />

la vita della popolazione.<br />

migliorare<br />

un anteprima, un trampolino per<br />

Sono<br />

cambiamenti.<br />

altri<br />

mi dice: “Adesso somigliamo<br />

Qualcuno<br />

altri, alludendo all’accesso a servizi<br />

agli<br />

si pagano con valute pregiate<br />

che<br />

hotel, noleggio d’auto) e che<br />

(cellulari,<br />

una minoranza, la cui<br />

beneficeranno<br />

non è sempre associata alla<br />

solvenza<br />

socialista che “ad ognuno<br />

massima<br />

la sua capacità, ad ognuno<br />

secondo<br />

il suo lavoro”.<br />

secondo<br />

misure non ci fanno<br />

Queste<br />

che quel che più<br />

dimenticare<br />

è somigliare sempre più a<br />

necessitiamo<br />

stessi: se riusciremo a costruire il<br />

noi<br />

e a costruire una società con<br />

socialismo<br />

quote economiche e culturali<br />

superiori<br />

sarà il vero cambiamento e il<br />

quello<br />

premio per il nostro lavoro.<br />

migliore<br />

premio alla resistenza e ai sacrifici<br />

Un<br />

varie generazioni di cubani.<br />

di<br />

analisti ed a coloro che si dedicano<br />

Agli<br />

descrivere la nuova realtà cubana<br />

a<br />

far credere che le misure che si<br />

volendo<br />

in diverse sfere sono<br />

applicando<br />

di una sola persona, io ricordo<br />

decisioni<br />

fanno parte di un processo iniziato e<br />

che<br />

da Fidel, approfondito da Raul<br />

convocato<br />

dalla Direzione del Partito, con<br />

e<br />

sano ed aperto di milioni di<br />

l’apporto<br />

che hanno criticato e suggerito<br />

cittadini<br />

per perfezionare la nostra opera,<br />

molto<br />

“il nostro socialismo”, come garanti,<br />

leggi<br />

non ritornare mai più a quella Cuba<br />

per<br />

prima del 1959.<br />

di<br />

è stato l’anno in cui<br />

Quello,<br />

i veri cambiamenti! (vice<br />

cominciarono<br />

direttore del quotidiano Granma). •<br />

sistemi di “difesa autonoma”<br />

futuri<br />

spionaggio).<br />

(leggasi<br />

tipo di dispositivo è già<br />

Questo<br />

utilizzato nelle proteste<br />

stato<br />

la guerra in Iraq, per<br />

contro<br />

i manifestanti, in accordo<br />

vigilare<br />

una denuncia pubblicata dal<br />

con<br />

Washington Post lo scorso<br />

The<br />

ottobre del 2007, in un articolo<br />

10<br />

“Libellule o insetti spie?”.<br />

intitolato<br />

nota originale firmata da Amit<br />

La<br />

si può leggere in<br />

Lal<br />

http://www.darpa.mil/MTO/Program<br />

s/himems/index.html<br />

(Fonte Cubadebate).•


GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA NAZIONALI<br />

Le di Castro sulla<br />

•<br />

La<br />

analisi<br />

grande<br />

Fidel<br />

fame<br />

internazionale,<br />

alimentare crisi<br />

dal 1992<br />

• Nella Conferenza delle Nacioni<br />

Unite su Medio Ambiente e Sviluppo<br />

svolta a Río de Janeiro il 12 giugno<br />

del 1992, Fidel Castro aveva<br />

sentenziato:<br />

“Un’importante specie biologica corre<br />

il pericolo di sparire per la rapida e<br />

progressiva liquidazione delle sue<br />

condizioni naturali di vita: l’uomo!”<br />

Più tardi aveva segnalato alcune<br />

importanti idee che illustravano il<br />

panorama che vive il mondo in<br />

relazione alla fame, sull’uso razionale<br />

delle risorse e del medio ambiente.<br />

“La pressione delle popolazioni e la<br />

miseria conducono a sforzi disperati<br />

per sopravvivere anche a costo della<br />

natura”, disse, e riferendosi alla<br />

società dei consumi, cioè ai grandi<br />

responsabili dell’atroce distruzione del<br />

medio ambiente: “Con solo il 20%<br />

della popolazione del mondo,<br />

consumano due terzi dei metalli e tre<br />

quarti dell’energia che si produce nel<br />

mondo”.<br />

“Alcune formule per salvare<br />

l’umanità: meno lussi e meno sperperi<br />

in pochi paesi per far sì che esistano<br />

meno miseria e meno fame, in gran<br />

parte della terra. Che scompaia la<br />

fame, non l’uomo!”<br />

Nella sua riflessione del 30 aprile de<br />

2007, “Quel che s’impone<br />

immediatamente è una rivoluzione<br />

energetica”, Fidel ricorda che ogni<br />

anno si distrugge quello che la natura<br />

ha creato in milioni di anni e il 1º<br />

Maggio, nella riflessione “Il dibattito<br />

s’intensifica”, sintetizzava alcune idee<br />

di Attilio Borón, ex presidente del<br />

Consiglio Latinoamericano di Scienze<br />

Sociali, sul fatto che gli alimenti<br />

vengono trasformati in combustibili per<br />

l’irrazionalità d’una civilizzazione che<br />

per sostenere la sua ricchezza e i<br />

privilegi di pochissimi provoca attacchi<br />

brutali al medio ambiente.<br />

“La trasformazione degli alimenti in<br />

combustibili è un atto mostruoso,<br />

perchè gli effetti devastanti<br />

dell’aumento di prezzi si sentiranno<br />

Fidel ha marciato nella Piazza in Rivoluzione<br />

Trasformato in un mare di<br />

•<br />

popolo...<br />

• Fidel ha sfilato il 1º Maggio in Plaza<br />

de la Revolución.<br />

Portava la sua uniforme verde olivo,<br />

il suo carisma antologico, la sua<br />

parola accesa e i suoi passi da<br />

gigante.<br />

Nessuno lo ha visto, ma tutti lo<br />

hanno visto: è un affermazione<br />

LE RIFLESSIONI DI FIDEL<br />

risposta<br />

La<br />

emisferica<br />

yankee:<br />

IV flotta<br />

la<br />

d’intervento<br />

• Era sorta nel 1943 per combattere<br />

contro i sottomarini dei nazisti e<br />

proteggere la navigazione durante la<br />

Seconda Guerra mondiale.<br />

Era inattiva dal 1959 perchè non<br />

necessaria. Il Comando Sud copriva le<br />

necessità egemoniche degli Stati Uniti<br />

nella nostra area.<br />

Senza dubbio ora è rinata di recente,<br />

dopo 48 anni, e i suoi fini d’intervento<br />

non è nemmeno necessario dimostrarli.<br />

Gli stessi capi militari, nelle loro<br />

dichiarazioni, lo divulgano naturalmente,<br />

spontaneamente ed anche in forma<br />

discreta.<br />

Stanchi dei problemi dei prezzi degli<br />

alimenti, l’energia, gli scambi disuguali,<br />

la recessione economica nel mercato più<br />

importante per i loro prodotti, l’inflazione,<br />

i cambi climatici e gli investimenti<br />

richiesti dai sogni consumisti, impegnano<br />

assolutamente vera, anche se sembra<br />

contraddittoria.<br />

Fidel ha marciato trasformato in un<br />

mare di popolo.<br />

Sorridente, andava a lato dei<br />

bambini, dei giovani, degli adulti e<br />

degli anziani; camminava tra i pionieri,<br />

gli studenti, gli operai, gli intellettuali, i<br />

militari, i miliziani, gli atleti, i maestri e<br />

tanti altri rappresentanti del suo<br />

popolo.<br />

così il tempo e le energie di dirigenti e<br />

subalterni<br />

In realtà la decisione di ristabilire la IV<br />

Flotta è stata annunciata nella prima<br />

settimana d’aprile, quasi un mese dopo<br />

l’attacco nel territorio dell’Ecuador con<br />

bombe e tecnologie degli Stati Uniti e<br />

per loro pressioni, uccidendo e ferendo<br />

cittadini di diversi paesi, fatto che ha<br />

provocato una pronta condanna tra i<br />

leaders latinoamericani nella riunione del<br />

Gruppo di Rio, che si è svolta nella<br />

capitale della Repubblica Dominicana.<br />

E anche peggio: il fatto avviene quando<br />

è quasi unanime la condanna alla<br />

disintegrazione della Bolivia promossa<br />

dagli Stati Uniti.<br />

Gli stessi capi militari spiegano che<br />

avranno sotto la loro responsabilità più di<br />

Ha sfilato anche con i Cinque Eroi e<br />

con la storia di Cuba, ed è passato<br />

con un’enorme bandiera cubana<br />

bordata con un inno di speranza di<br />

fronte all’immagine di José Martí.<br />

Nessuno lo ha visto, ma tutti l’hanno<br />

visto. Era Fidel, con la su uniforme<br />

verde olivo, il suo carisma antologico,<br />

la sua parola accesa, i suoi passi da<br />

gigante...<br />

Silva Silva).•<br />

(Adolfo<br />

30 paesi, coprendo 15,6 milioni di miglia<br />

quadrate nelle acque adiacenti di Centro<br />

e Sudamerica, il mare dei Caraibi e le<br />

sue 12 isole, Messico e i territori europei<br />

in questo lato dell’Atlantico.<br />

Gli Stati Uniti dispongono di 10<br />

portaaerei di tipo Nimitz, i cui parametri<br />

più o meno simili sono: capacità per un<br />

carico tra 1<strong>01</strong>.000 e 104.0000 tonnellate<br />

di carico massimo; la coperta lunga 333<br />

metri e larga 76,8; 2 reattori nucleari; una<br />

velocità che può toccare i 56 Km l’ora ; 90<br />

aerei da guerra.<br />

L’ultima si chiama George H.W. Bush,<br />

come il padre dell’attuale Presidente ed<br />

è stata battezzata proprio da costui. Si<br />

unirà alle altre navi nei prossimi mesi.<br />

Nessun paese del mondo possiede<br />

navi come queste, equipaggiate con armi<br />

sofisticate, nucleari, che possono<br />

avvicinarsi a poche miglia da qualsiasi<br />

dei nostri paesi.<br />

La prossima portaerei, la ULS Gerald<br />

Ford, sarà di nuovo tipo: con tecnologia<br />

Stealth invisibile ai radars e armi<br />

elettromagnetiche.<br />

La principale fabbricante di uno e l’altro<br />

tipo è la Northrop Grumman, il cui<br />

attuale presidente fa parte della Giunta<br />

Dirigente della petrolifera degli Stati<br />

Uniti, Chevron-Texaco.<br />

Il costo dell’ultima Nimitz è stato di<br />

seimila (6.000) milioni di dollari, senza<br />

includere gli aerei, i proiettili e le spese<br />

delle operazioni, che possono toccare le<br />

migliaia di milioni di dollari. Sembra un<br />

racconto di fantascienza!<br />

Con questo denaro si poteva salvare la<br />

vita di milioni di bambini.<br />

soprattutto nei paesi del Terzo<br />

Mondo”.<br />

Nel suo articolo “Quel che abbiamo<br />

appreso nel VI Incontro Emisferico de<br />

L’Avana”, del 14 maggio e in “Nessuno<br />

vuole prendere il toro per le corna”,<br />

del 22 dello stesso mese, Fidel<br />

riassume le idee fondamentali delle<br />

riflessioni precedenti sul tema, come i<br />

quattro punti espressi in un suo<br />

discorso del 1º maggio riferito a come<br />

si pratica a Cuba la Rivoluzione<br />

Energetica.<br />

1- Le riserve certe e probabili di<br />

idrocarburi dureranno il doppio;<br />

2- Gli elementi inquinanti che si<br />

lanciano nell’atmosfera si ridurrebbero<br />

alla metà;<br />

3- L’economia mondiale riceverebbe<br />

un respiro dato che un enorme volume<br />

di mezzi di trasporto e di strumenti<br />

elettrici d’essere riciclato; 4 - Una<br />

moratoria di 15 anni senza iniziare la<br />

costruzione di nuovi impianti nucleari<br />

si potrebbe proclamare.<br />

Le conseguenze umane erano<br />

riflesse il 23 maggio in per i sordi che<br />

non vogliono sentire con riferimento ai<br />

prezzi dei cereali aumenti del 2006 –<br />

‘07 e la proiezione della crescita per il<br />

2007- 08 come si legge sulle<br />

prospettive di raccolti e situazioni<br />

alimentari della FAO il 16 dello stesso<br />

mese.<br />

Parlando alla radio con Randy<br />

Alonso, presentatore del programma<br />

Tavola Rotonda, il 5 giugno, Fidel ha<br />

segnalato la crescita della coscienza<br />

nel mondo sui pericoli del cambio<br />

climatico e dell’importanza degli<br />

alimenti.<br />

Fidel ha detto che più la gente<br />

consocerà i valori degli alimenti, più<br />

coscienza avrà per resistere alla<br />

tirannia mondiale. “Utilizzare gli<br />

alimenti come materia prima è davvero<br />

una invenzione orribile”, ha<br />

condannato .•<br />

Qual’è l’obiettivo dichiarato della IV<br />

Flotta?<br />

Combattere il terrorismo e le attività<br />

illecite come il narcotraffico, così come<br />

inviare un messaggio in Venezuela e al<br />

resto della regione.<br />

Si annuncia che entrerà in operazione<br />

dal prossimo 1º luglio.<br />

Il capo del Comando Sud degli Stati<br />

Uniti, l’ammiraglio James Stavrides, ha<br />

dichiarato che il suo paese “deve<br />

lavorare più forte nel mercato delle idee<br />

per guadagnarsi i cuori e le menti della<br />

popolazione della regione”.<br />

Gli Stati Uniti hanno le flotte II, III, V, VI<br />

y VII sparse nell’Atlantico Occidentale, il<br />

Pacifico Orientale, il Medio Oriente, il<br />

Mediterraneo e l’Atlantico Orientale e il<br />

Pacifico Occidentale.<br />

Mancava solo la IV Flotta per custodire<br />

tutte i mari del pianeta.<br />

Totale: nove porta aererei Nimitz in<br />

attivo o prossime ad esserlo, in completa<br />

disposizione di combattimento, come la<br />

George H. W. Bush che dispone di una<br />

riserva sufficiente per triplicare e anche<br />

quadruplicare il potere di qualsiasi teatro<br />

d’operazioni.<br />

Le portaerei e le bombe nucleari con<br />

cui minacciano i nostri paesi servono per<br />

seminare terrore e morte, ma non per<br />

combattere il terrorismo e le attività<br />

illecite.<br />

Dovrebbero anche servire per far<br />

vergognare i complici dell’impero e<br />

moltiplicare la solidarietà tra i popoli.<br />

Castro Ruz - 4 maggio 2008 •<br />

Fidel<br />

20.46 – Traduzione Gioia Minuti)<br />

(Ore


GRANMA INTERNACIONAL - ITALIA NUESTRA AMÉRICA<br />

Alleanze energetiche nella<br />

strategia petrolifera del Venezuela<br />

Le alleanze energetiche con le compagnie<br />

•<br />

si fanno notare nella strategia dell’industria<br />

straniere<br />

del Venezuela, orientata a sviluppare<br />

petrolifera<br />

potenziale degli idrocarburi localizzati in<br />

l’enorme<br />

come la Striscia dell’Orinoco.<br />

zone<br />

il ministro del Venezuela d’Energia e<br />

Secondo<br />

Rafael Ramírez, nel processo di<br />

Petrolio,<br />

e certificazione delle riserve nella<br />

quantificazione<br />

menzionata intervengono imprese di cinque<br />

zona<br />

sudamericane, tra le quali Petrobrás<br />

nazioni<br />

ENAP (Cile), Enarsa (Argentina) ANCAP<br />

(Brasile),<br />

e Petroecuador.<br />

(Uruguay)<br />

si sommano le compagnie Statoil<br />

Inoltre<br />

Total (Francia), ONGC (India), Chevron<br />

(Norvegia),<br />

(Stati Uniti), CNPC (Cina), Repsol (Spagna),<br />

Texaco<br />

e Gazprom (Russia), tra le tante.<br />

Lukoil<br />

ha detto che sono state effettuate le<br />

Ramírez<br />

delle nuove riserve della Striscia<br />

certificazioni<br />

tra le quali 26.200 milioni di barili nel<br />

dell’Orinoco,<br />

Carabobo, 12.900 milioni a Junín e 2.900<br />

campo<br />

nel Ayacucho, con la partecipazione di firme<br />

milioni<br />

straniere<br />

si sono sommati 30.000 milioni di barili<br />

Quest’anno<br />

quelli già inventariati nel paese, che erano già<br />

a<br />

milioni di barili.<br />

130.000<br />

azioni si complimentano con la politica di<br />

Queste<br />

Fame, povertà, disuguaglianza, aumento dei<br />

•<br />

cambio climatico...<br />

prezzi,<br />

I rappresentanti di 60 paesi latinoamericani, dei<br />

•<br />

e dell’Europa stanno dibattendo a Lima le<br />

Caraibi<br />

che le due regioni dovranno adottare nel futuro<br />

strategie<br />

per salvare l’umanità dai peggiori flagelli che<br />

immediato<br />

l’affliggono.<br />

dibattiti vertono sulla lotta contro la povertà, la difesa<br />

I<br />

e la ricerca di soluzioni alla crisi mondiale<br />

dell’ecosistema<br />

alimenti, temi al centro del V Vertice dell’America<br />

degli<br />

i Caraibi e l’Unione Europea (ALC-UE).<br />

Latina,<br />

primi addetti ai lavori sono stati gli esperti o funzionari<br />

I<br />

livello delle nazioni partecipanti, la cui prima<br />

d’alto<br />

si è svolta nel 1999 a Rio de Janeiro.<br />

edizione<br />

due giorni, i tecnici hanno definito iniziative concrete<br />

Per<br />

far diminuire la povertà, combattere gli effetti del<br />

per<br />

globale ed avanzare in una serie di accordi<br />

riscaldamento<br />

mitighino la crisi per la penuria degli alimenti nel<br />

che<br />

pianeta.<br />

sovranità petrolifera applicata dal Venezuela,<br />

piena<br />

ha determinato l’emigrazione della figura delle<br />

che<br />

miste, degli antichi accordi operativi e delle<br />

imprese<br />

associazioni.<br />

questa forma la statale Petróleos de Venezuela<br />

In<br />

partecipa agli affari come socio<br />

(PDVSA)<br />

con un miglior utilizzo delle entrate<br />

maggioritario,<br />

dalle vendite degli idrocarburi per<br />

provenienti<br />

l’esecuzione di progetti di ampio impatto sociale.<br />

HA FIRMATO LA LEGGE PER LA<br />

CHÁVEZ<br />

DELLA SIDOR<br />

NAZIONALIZZAZIONE<br />

presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha<br />

Il<br />

la legge per la nazionalizzazione della<br />

firmato<br />

dell’Orinoco (SIDOR), con la quale si<br />

Siderurgica<br />

ufficiale la decisione di statalizzare l’impresa.<br />

rende<br />

della manifestazione centrale per il 1<br />

Nell’ambito<br />

il presidente ha comunicato, dopo la firma,<br />

Maggio,<br />

il decreto passerà al Tribunale Supremo per<br />

che<br />

avallato. Con questa azione lo statista ha<br />

essere<br />

i lavoratori della SIDOR a convertire la<br />

convocato<br />

in un’impresa socialista.<br />

società<br />

misura era stata annunciata poco tempo fa<br />

La<br />

davanti al fallimento di un processo di<br />

dall’esecutivo,<br />

negoziati sul contratto collettivo di lavoro, durato<br />

mesi. Il ministro venezuelano delle Industrie<br />

diversi<br />

e Miniere, Rodolfo Sanz, ha indicato che gli<br />

Basiche<br />

stimano in 800 milioni di dollari il prezzo<br />

studi<br />

agli azionisti per le loro partecipazioni nella<br />

dovuto<br />

SIDOR.<br />

è considerata tra le principali<br />

L’impresa<br />

del sud America e costituisce un<br />

siderurgiche<br />

essenziale nella strategia di sviluppo del<br />

elemento<br />

governo. (PL). •<br />

Evo Morales: l’oligarchia non accetta un indio al governo della Bolivia<br />

Il referendum di revoca per il 10<br />

•<br />

agosto<br />

Il presidente Evo Morales ha dichiarato<br />

•<br />

la destra e l’oligarchia boliviana<br />

che<br />

deporlo, perché non accettano<br />

vogliono<br />

un indio governi la Bolivia.<br />

che<br />

principio hanno detto, i settori<br />

“Al<br />

destra: “Povero indio, si diverta<br />

della<br />

mesi e dopo lo cacciamo (…),<br />

quattro<br />

dicono: Questo indio sta<br />

adesso<br />

s i d ib a t t e n e l<br />

Cosa<br />

V e r t ic e E u r o p a -<br />

V<br />

A m e r ic a L a t in a<br />

troppo tempo e stanno<br />

rimanendo<br />

come eliminarmi”, ha<br />

progettando<br />

Morales in una manifestazione<br />

detto<br />

città andina di Oruro (al sud), ha<br />

nella<br />

noto l’agenzia AFP.<br />

reso<br />

destra si oppone alla politica di<br />

La<br />

promossa dal leader<br />

cambiamento<br />

che andrà ad un referendum<br />

andino,<br />

prossimi tre mesi, insieme al vice<br />

nei<br />

e nove prefetti, di cui sei<br />

presidente<br />

per convalidare il<br />

dell’opposizione,<br />

mandato.<br />

non è un problema di autonomie<br />

“Qui<br />

decentralizzati) non è un<br />

(governi<br />

di IDH (distribuzione<br />

problema<br />

petrolifera alle province).<br />

dell’imposta<br />

problema è Evo Morales. Questi<br />

Il<br />

non accettano che un<br />

gruppi<br />

un indio, un indigeno sia<br />

contadino,<br />

della Repubblica”, ha detto<br />

presidente<br />

ancora.<br />

presidente di origine aymara (il<br />

Il<br />

di questa origine che governa la<br />

primo<br />

nei suoi 182 anni di storia<br />

Bolivia<br />

vuole evitare un duro<br />

repubblicana)<br />

con i prefetti di quattro<br />

scontro<br />

feudi dell’opposizione di<br />

dipartimenti,<br />

che tentano di dotarsi di<br />

destra,<br />

autonomi, senza il conforto<br />

governi<br />

Costituzione.<br />

della<br />

10 agosto deciderà il popolo<br />

Il<br />

boliviano.<br />

presidente della Bolivia, Evo<br />

Il<br />

ha promulgato la legge sul<br />

Morales,<br />

referendum revocatorio degli incarichi<br />

presidente e del vicepresidente<br />

del<br />

Repubblica e dei nove prefetti<br />

della<br />

e dopo aver letto la<br />

dipartimentali<br />

ha firmato il testo, grazie al<br />

legge,<br />

la popolazione deciderà, con un<br />

quale<br />

diretto, la continuità delle<br />

voto<br />

autorità della nazione.<br />

principali<br />

un breve discorso nel Palazzo<br />

In<br />

il capo del governo ha<br />

Quemado,<br />

d’aver promulgato la legge<br />

confermato<br />

rispettare la Costituzione politica<br />

per<br />

Stato boliviano nel Congresso<br />

dello<br />

cioè rispettare la legalità<br />

Nazionale,<br />

paese, dove per la prima volta il<br />

del<br />

potrà revocare gli incarichi dei<br />

popolo<br />

dirigenti.<br />

suoi<br />

leader cocalero ha sottolineato<br />

L’ex<br />

possibilità che offre questo<br />

la<br />

fissato per il 10 agosto<br />

plebiscito<br />

di riaffermare<br />

prossimo,<br />

chi serve gli<br />

democraticamente<br />

dei boliviani, dopo la sua<br />

interessi<br />

elezione.<br />

importante continuare ad<br />

“È<br />

la democrazia, non solo<br />

approfondire<br />

, ma vigilando e<br />

teoricamente<br />

le autorità nei municipi,<br />

controllando<br />

o a livello nazionale.<br />

dipartimenti<br />

a costruire la nostra<br />

Continuiamo<br />

lasciando al popolo boliviano il<br />

storia,<br />

di decidere”, ha affermato<br />

diritto<br />

che ha dichiarato d’essere<br />

Morales<br />

contento per questa possibilità,<br />

molto<br />

non teme che il popolo<br />

perché<br />

giudicherà negativamente il lavoro<br />

sarà il turno dei ministri degli Esteri e quindi dei capi<br />

Poi<br />

Stato e di Governo di ALC-UE, incaricati di firmare la<br />

di<br />

di Lima.<br />

Dichiarazione<br />

analisti sostengono che la sfida per l’UE consiste nel<br />

Gli<br />

e riattivare le relazioni con un subcontinente<br />

rinforzare<br />

dopo un forte avvicinamento agli Stati Uniti ora<br />

che<br />

lo sguardo verso l’Asia, in particolare verso la<br />

sposta<br />

Cina.<br />

Vertice di Rio sono seguiti quelli di Madrid (2002),<br />

Al<br />

Messico (2004) e Vienna (2006).<br />

Guadalajara,<br />

governo peruviano, l’ospite, ha l’obiettivo di far sì che<br />

Il<br />

V edizione dell’incontro elabori l’Agenda di Lima<br />

questa<br />

la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione, una<br />

contro<br />

molto difficile se si considera che in America<br />

missione<br />

vive la quarta parte degli 800 milioni di poveri del<br />

Latina<br />

pianeta.<br />

IL SUMMIT DEI POPOLI<br />

dai suoi dirigenti, e così:<br />

sviluppato<br />

risolvere le differenze<br />

“Potremo<br />

tra il Governo ed alcuni<br />

esistenti<br />

prefetti”.<br />

Capo dello Stato ha richiamato le<br />

Il<br />

competenti ad offrire ai<br />

istanze<br />

boliviani all’estero la<br />

residenti<br />

di partecipare alla votazione<br />

possibilità<br />

ha chiesto alla Corte Nazionale<br />

ed<br />

(CNE) di garantire un<br />

Elettorale<br />

trasparente, che rispetti la<br />

referendum<br />

che serva successivamente<br />

legalità,<br />

un precedente valido per<br />

come<br />

nello stesso modo i problemi<br />

risolvere<br />

possono colpire molti municipi.<br />

che<br />

continuare e svolgere i loro<br />

Per<br />

i dirigenti non possono<br />

incarichi,<br />

un totale di voti contrari<br />

ricevere<br />

a quelli favorevoli ottenuti<br />

superiore<br />

sono stati eletti.<br />

quando<br />

questa forma, l’incarico del<br />

In<br />

terminerà solo si<br />

presidente<br />

più del 53,7% di schede<br />

raggiungerà<br />

per i prefetti il 37,98% e il<br />

contrarie,e<br />

48,03%.<br />

fosse revocato il presidente, lo<br />

Se<br />

Morales convocherà nuove<br />

stesso<br />

politiche, che verranno<br />

elezioni<br />

dopo 90–180 giorni dalle<br />

realizzate<br />

dei risultati del<br />

pubblicazioni<br />

referendum.<br />

le prefetture, il presidente della<br />

Per<br />

designerà un dirigente<br />

Repubblica<br />

fino a quando si svolgeranno<br />

interino<br />

le successive elezioni. •<br />

III Summit dei Popoli è iniziato nella capitale del Perù<br />

Il<br />

un messaggio di sfida al neoliberismo e con<br />

come<br />

di giudicare in un simbolico tribunale una<br />

l’intenzione<br />

di multinazionali per presunte violazioni dei diritti<br />

ventina<br />

dei popoli latinoamericani<br />

umani<br />

Guillén, coordinatrice generale di questo incontro<br />

Rosa<br />

che si svolge in coincidenza al V Vertice ALC<br />

alternativo,<br />

UE, ha detto nel discorso inaugurale che la riunione è<br />

–<br />

risposta profonda al neoliberismo che vuole trattare<br />

una<br />

merci le relazioni sociali e si appropria delle risorse<br />

come<br />

di vita delle popolazioni. (EFE- PL). •


CUBA E LA SUA STORIA<br />

ITALIA<br />

Salud, salud, salud<br />

Il signor Cantero, in precedenza,<br />

REINALDO TALADRID HERRERO<br />

Florida.<br />

di una radio<br />

microfoni dai definito, aveva<br />

Così diceva sempre in pubblico il dit-<br />

•<br />

Fulgencio Batista y Zaldivar e<br />

tatore<br />

che questo sia lo stato di salute<br />

sembra<br />

cui gode, oggi, nella città di Miami, la<br />

di<br />

eredità storica.<br />

sua<br />

tempo Miami si è convertita, sempre<br />

Da<br />

più, un in regime che rende culto al<br />

di<br />

e, secondo altri, controllato da<br />

tiranno<br />

batistiani.<br />

devoti<br />

differenza di trentanni fa, oggi, alcune<br />

A<br />

di questa città confermano che è<br />

fonti<br />

impossibile anche solo criticare<br />

diventato<br />

nei mass media di Miami. Poco a<br />

Batista<br />

si è sviluppata l’organizzazione di<br />

poco<br />

per nulla discrete di date<br />

celebrazioni<br />

batistiane nelle residenze di<br />

storiche<br />

Gables.<br />

Coral<br />

congressisti Díaz-Balart hanno elogia-<br />

I<br />

in pubblico l’opera della dittatura di<br />

to<br />

che il loro nonno e il padre<br />

Batista,<br />

servito con alti incarichi e non si<br />

hanno<br />

più di citare chi è stato il padrino di<br />

evita<br />

del congressista repubblicano<br />

battesimo<br />

Florida, Lincoln Díaz-Balart.<br />

della<br />

tutto ciò è aumentato<br />

Curiosamente,<br />

nascita ed approvazione, nel 1996,<br />

dopo<br />

Legge Helms-Burton, chiamata nei<br />

della<br />

del Congresso nordamericano<br />

corridoi<br />

Bacardí Bill” o la Legge Bacardí.<br />

“The<br />

norma, una specie di “trucchetto”<br />

Nella<br />

permette a tutti i batis-<br />

semantico-legale<br />

scappati da Cuba il 1 gennaio 1959<br />

tiani<br />

“reclamare” le loro proprietà in un’ipo-<br />

di<br />

Cuba occupata dalle truppe nordatetica <br />

mericane.<br />

per cominciare, cosa si intende per<br />

Ma,<br />

“batistiano”?<br />

è chi continua e rende culto<br />

Batistiano<br />

di Fulgencio Batista y Zaldivar,<br />

all’opera<br />

solo per citare un giudizio non cuba-<br />

che,<br />

fu “uno dei dittatori più sanguinari e<br />

no,<br />

dell’America Latina”, com’è stato<br />

corrotti<br />

in un documentario sulla Mafia e<br />

definito<br />

prodotto e trasmesso dall’emitten-<br />

Cuba,<br />

nordamericana History Channel.<br />

te<br />

cubani sappiamo il perché di questo<br />

Noi<br />

La verità è che sappiamo molto<br />

giudizio.<br />

più. di<br />

Miami, però, il regime che controlla la<br />

A<br />

o lo ignora o sta cercando di cam-<br />

città<br />

la storia. Vediamo alcuni di questi<br />

biare<br />

fatti:<br />

quotidiano El Nuevo Herald descrive-<br />

Il<br />

in un articolo, a proposito del rinnova,<br />

interesse storico sulla figura di<br />

vato<br />

i fatti accaduti il 14 gennaio<br />

Batista,<br />

in una messa celebrata nella chie-<br />

20<strong>01</strong>,<br />

di San Giovanni Bosco di Miami, per<br />

sa<br />

l’ex governante (Batista) in<br />

onorare<br />

del centenario della sua nas-<br />

occasione<br />

e scriveva: “Gruppi di esiliati hanno<br />

cita<br />

a commemorare altre date<br />

continuato<br />

a Batista, come gli anniversari del<br />

legate<br />

settembre 1933, quando l’allora ser-<br />

4<br />

guidò la rivolta che lo catapultò<br />

gente<br />

storia di Cuba e portò alla rinuncia<br />

nella<br />

presidente provvisorio Carlos Manuel<br />

il<br />

Céspedes”.<br />

de<br />

con questa succinta rela-<br />

Continuando<br />

dei fatti, nel giugno del 2002, l’allozione<br />

governatore Jeb Bush nominò Raúl<br />

ra<br />

Cantero Batista, nipote del dittato-<br />

García<br />

re, Giudice della Corte Suprema della<br />

PER LA RINASCITA DELLA SINISTRA<br />

SPECIALE<br />

Generale: Lázaro Barredo Medina. Direttore Editoriale: Gabriel Molina Franchossi.<br />

Direttore<br />

redazione e traduzione: Gio ia Minuti. Redacción y Administración: Avenida General Suárez<br />

Capo<br />

Territorial Plaza de la revolución José Martí Apartado Postal 6260 — L’Avana 6 - Cuba CP 10699<br />

y<br />

(53 7) 33-5176 / 33-5826 Tel.: (53 7) 881 6265 / 881-7443 Centralino (53 7) 881-3333 Est. 23 / 19<br />

Fax:<br />

elettronica: informacion@granmai.cip.cu Internet: http://www.granma.cu<br />

Posta<br />

patrioti cubani stanno scontando lunghe condanne nelle carceri degli USA, per aver difeso il loro popolo dal terrorismo. Per ulteriori informazioni vedere<br />

Cinque<br />

www.granma.cubaweb.cu, www.antiterroristas.cu<br />

www.granma.cu,<br />

SCRIVETE AI 5 EROI<br />

GUERRERO<br />

ANTONIO<br />

RODRIGUEZ<br />

No 58741-004<br />

U.S.P. Florence<br />

P.O. Box 7000<br />

Florence CO 81226<br />

Miami, Orlando Bosch come “un gran<br />

di<br />

cubano”.<br />

patriota<br />

il Nuevo Herald ha pubblicato<br />

Sempre<br />

notizia che «nel 2005, gli eredi di<br />

la<br />

hanno donato alla Cuban<br />

Batista<br />

Collection dell’Università di<br />

Heritage<br />

miglia di documenti – lettere,<br />

Miami,<br />

manoscritti, ritagli di pubblicazioni,<br />

foto,<br />

riviste – che coprono, fondamental-<br />

libri,<br />

gli anni del suo esilio, dal 1958<br />

mente,<br />

al 1973.<br />

fino<br />

alcuni di questi documenti, dove non<br />

In<br />

praticamente nulla sul colpo di<br />

appare<br />

del 10 marzo 1952 - come afferma<br />

stato<br />

li ha consultati – si possono leggere<br />

chi<br />

citazioni rivelatrici.<br />

due<br />

prima è un pensiero di Batista su<br />

La<br />

che era la controrivoluzione cuba-<br />

quello<br />

che oggi conserva piena vigenza,<br />

na,<br />

il 15 aprile 1967, da Estoril, in<br />

quando,<br />

scriveva ad Eusebio Mujal, ex<br />

Portogallo,<br />

generale della batistiana<br />

segretario<br />

dei Lavoratori di Cuba:<br />

Confederazione<br />

volte i gruppi, che già sono numerosi,<br />

“A<br />

simbolici o strumenti di due o tre<br />

sono<br />

interessate a mettersi in eviden-<br />

persone<br />

di ansiosi e disperati che, a loro volta,<br />

za,<br />

utilizzati per sommare fattori alla<br />

sono<br />

Non c’è dubbio che conos-<br />

dispersione”.<br />

bene questa mafia che oggi cerca<br />

ceva<br />

ricordarlo.<br />

di<br />

ci rivela qualcosa di molto simbo-<br />

L’altra<br />

Fu Batista in persona, grazie alla<br />

lico.<br />

grande fortuna rubata al popolo di<br />

sua<br />

a pagare la costruzione a Miami<br />

Cuba,<br />

monumento alla Brigata mercenaria<br />

del<br />

Playa Girón. Si legge in uno di questi<br />

di<br />

una lettera del 1971, dove la<br />

documenti,<br />

direttiva della Brigata 2506 scrive<br />

giunta<br />

Miami per ringraziarlo “della generosa<br />

da<br />

economica”, che permise la<br />

donazione<br />

del Memorial di Calle Ocho.<br />

costruzione<br />

7 ottobre 2006 si sono svolti i funerali<br />

Il<br />

vedova di Batista, Martha<br />

della<br />

de Batista e il quotidiano di<br />

Fernández<br />

Beach Post li descriveva così: “Tra<br />

Palm<br />

addolorati c’erano i discendenti dei<br />

gli<br />

delle piantagioni di zucchero,<br />

proprietari<br />

e militari della Cuba pre-Castro”.<br />

politici<br />

resto di quel che sta succedendo si<br />

Il<br />

arrivare.<br />

vedeva<br />

Nuevo Herald riporta che “nel 2006, lo<br />

Il<br />

cubano americano Frank-<br />

storiografo<br />

Freyre pubblicò (il libro) Fulgencio<br />

Argote<br />

From revolutionary to strongman<br />

Batista:<br />

rivoluzionario a uomo forte).<br />

(Da<br />

storiografo del regime di Miami<br />

Questo<br />

ben chiara nel Miami Herald la<br />

poneva<br />

posizione. “Uno dei miti della<br />

sua<br />

è che Batista fu un demo-<br />

Rivoluzione<br />

la sua mente era molto sottile,<br />

nio...<br />

il potere e i meccanismi per<br />

capiva<br />

tempo fa lo dovevamo<br />

maneggiarlo,<br />

con occhi più storici e meno<br />

guardare<br />

appassionati”.<br />

ora l’orientamento di riscrivere la sto-<br />

E<br />

di Batista per glorificarlo continua a<br />

ria<br />

alla perfezione.<br />

svilupparsi<br />

maggio del 2006, Emilio Ichikawa<br />

Nel<br />

e pubblicò a Miami un’estesa<br />

realizzò<br />

al figlio maggiore di Batista,<br />

intervista<br />

Rubén (Papo) Batista, morto<br />

Fulgencio<br />

nel 2007.<br />

GONZALEZ<br />

FERNANDO<br />

(RUBEN CAMPA)<br />

LLORT<br />

No 58733-004<br />

FCI Terre Haute<br />

P.O. Box 33<br />

Terre Haute, IN 47808<br />

quei frammenti, al di là della relazio-<br />

In<br />

padre-figlio, affiorano chiaramente gli<br />

ne<br />

HERNANDEZ NORDELO<br />

GERARDO<br />

VIRAMONTES)<br />

(MANUEL<br />

No 58739-004<br />

U.S.P. Victorville<br />

P.O. Box 5500<br />

reali della stessa.<br />

obiettivi<br />

Rubén “Papo” Batista: “Mio<br />

Fulgencio<br />

lo hanno asdirittura trasformato<br />

padre<br />

personificazione del male. E fu un<br />

nella<br />

internazionale, ma il problema non<br />

fatto<br />

solamente essere batistiano ma esse-<br />

era<br />

proclive a Batista. Per fortuna ci sono<br />

re<br />

spregiudicati nell’Isola e speria-<br />

storiografi<br />

anche dentro Cuba, che possono anamo<br />

i fatti. Quest’obiettività io comincio<br />

lizzare<br />

sentirla nell’ambito dell’accademia ame-<br />

a<br />

dove si comincia a studiare l’eporicana,<br />

di Batista senza pregiudizi”.<br />

ca<br />

“Se lei dovesse definire la<br />

Domanda:<br />

politica di Batista, in generale,<br />

posizione<br />

lo farebbe”?<br />

come<br />

Batista: “Un giorno io ho fatto la<br />

Papo<br />

domanda a mio padre. Lui si con-<br />

stessa<br />

un uomo di centro, con molta<br />

siderava<br />

per i necessitati, per le classi<br />

sensibilità<br />

favorite. Tempo fa mi chiesero qua-<br />

meno<br />

secondo me il fatto più importante<br />

l’era<br />

storia di Batista, mio padre. Io ho<br />

nella<br />

che anche se erano state impor-<br />

risposto<br />

le sue opere pubbliche, il suo lavoro<br />

tanti<br />

nella sanità, il suo<br />

nell’educazione,<br />

all’economia, soprattutto nella<br />

impulso<br />

tappa e le leggi sociali che<br />

seconda<br />

implementato, quello che ammira-<br />

aveva<br />

di più era come aveva percorso il provo<br />

istituzionale culminato con la<br />

cesso<br />

del 1940”.<br />

Costituente<br />

El El Nuevo Herald aggiungeva che:<br />

Il<br />

Spagna, il giovane giornalista<br />

“In<br />

León ha ottenuto il X Premio<br />

Gregorio<br />

romanzo della Città di Badajoz, nel<br />

al<br />

con ‘Murciélagos en un<br />

2007<br />

in un bordello), ispirata<br />

burdel’,(Pipistrelli<br />

fallito assalto al Palazzo Presidenziale<br />

al<br />

1957 e dove ricrea la personalità del<br />

nel<br />

golpista”.<br />

generale<br />

a Batista l’etichetta di dittatore<br />

“Togliere<br />

tanto difficile come cancellare una<br />

è<br />

Non potrei descriverlo come il<br />

tatuaggio.<br />

che ha tracciato il regime<br />

sanguinario<br />

storicamente, ma tanto meno<br />

cubano,<br />

all’altro estremo”, aveva aggiunto<br />

portarlo<br />

giornalista premiato, ripetendo curiosa-<br />

il<br />

il messaggio lanciato dallo “storiomente<br />

Frank-Argote Freyre.<br />

grafo”<br />

finalmente si è confermato qualcosa<br />

E<br />

era già stata rivelata nel programma<br />

che<br />

Miami, dell’emittente radiofonica<br />

Radio<br />

città, la WOCN, che alcuni com-<br />

della<br />

sostenendo che era un’invenmentarono<br />

indirizzata a danneggiare l’immagizione,<br />

della scrittrice d’origine cubana Zoe<br />

ne<br />

Valdés.<br />

un recente lavoro citato da El Nuevo<br />

In<br />

sul nuovo interesse storico in<br />

Herald<br />

si può leggere: “A Parigi, la scrit-<br />

Batista,<br />

Zoe Valdés sta preparando un<br />

trice<br />

sul “penultimo dittatore cubano”.<br />

romanzo<br />

Valdés si è limitata a dire che l’opera<br />

La<br />

da Quintín Banderas alla morte di<br />

va<br />

Batista”.<br />

pare (ha spiegato Zoes Valdés) che<br />

“Mi<br />

passato molto tempo e che la figura<br />

sia<br />

Batista comincia a ingrandirsi, parago-<br />

di<br />

con Castro perchè non è stato il ditnato<br />

che si diceva, ha fatto molto bene<br />

tatore<br />

paese da un lato ed ha vissuto un<br />

al<br />

degno esilio dall’altro, sino alla morte”.<br />

Adelanto, CA 923<strong>01</strong><br />

LABAÑINO SALAZAR<br />

RAMON<br />

MEDINA)<br />

(LUIS<br />

No 58734-004<br />

U.S.P. Beaumont<br />

P.O. Box 26030<br />

dittatura di Batista in termini di<br />

La<br />

repressione, corruzione e altri<br />

assassinii,<br />

fu l’orrore per Cuba ed ha lasciato<br />

mali<br />

profonda di dolore tra i cubani.<br />

un’orma<br />

quotidiano Granma ha trattato il tema<br />

Il<br />

profondità in un articolo intitolato<br />

con<br />

Beaumont TX 77720-6035<br />

è stata la dittatura di Batista”.<br />

“Così<br />

fatti, più di quello che è descritto in<br />

I<br />

righe, parlano da soli e ci permet-<br />

queste<br />

di determinare quel che sta succetono<br />

Si tratta dell’ignoranza del regime<br />

dendo.<br />

Miami o è un tentativo di riscrivere in<br />

di<br />

manipolata la storia?<br />

maniera<br />

sono solamente alcuni fatti<br />

Questi<br />

perchè, come sempre chiedo,<br />

esposti,<br />

tragga le sue proprie conclusioni.<br />

ognuno<br />

DATI DELLA CUBA CHE<br />

ALCUNI<br />

IL TIRANNO BATISTA<br />

LASCIÒ<br />

1958, l’8% dei proprietari possede-<br />

Nel<br />

più del 70% delle terre. Tra loro i lativa<br />

yankee. Il debito estero era di<br />

fondisti<br />

milioni di dollari. I disoccupati erano<br />

788<br />

su una forza lavoro di circa 2<br />

549.000,<br />

204,000. Tra gli “occupati” però<br />

milioni<br />

tutti coloro che lavoravano occa-<br />

c’erano<br />

come i 700.000 tagliatori di<br />

sionalmente,<br />

miseri e affamati, che lavoravano<br />

canne,<br />

durante i raccolti. Nel 1958, la popo-<br />

solo<br />

cubana era di 6 milioni 547 mila;<br />

lazione<br />

sanità aveva 8.209 lavoratori (ora<br />

la<br />

più di 500.000). Il tasso di mortalità<br />

sono<br />

era superiore a 60 bambini morti<br />

infantile<br />

mille nati vivi. Ora, con il doppio della<br />

su<br />

è di 5,3. L’aspettativa di<br />

popolazione,<br />

non giungeva ai 55 anni: ora è di<br />

vita<br />

anni per uomini e donne rispettiva-<br />

77/78<br />

mente.<br />

1958 erano due milioni gli analfabe-<br />

Nel<br />

e semi analfabeti, un terzo della popoti<br />

Solo il 15% dei giovani tra 15 e<br />

lazione<br />

anni poteva studiare.<br />

19<br />

di 600.000 bambini erano senza<br />

Più<br />

ma le spese per tutte queste voci<br />

scuola,<br />

immense nel bilancio...(Fonte:<br />

erano<br />

- Randy Alonso è il conduttore<br />

Granma<br />

trasmissione TV e Radio quotidiana<br />

della<br />

Tavola Rotonda).•<br />

GONZALEZ<br />

RENE<br />

SEHWERERT<br />

No 58738-004<br />

FCI Marianna<br />

P.O. Box 7007<br />

Marianna, FL 32447-7007


GIAMPIERO CAZZATO<br />

D opo<br />

l’omicidio di Giovanna<br />

Reggiani, la quarantasettenne<br />

romana uccisa da<br />

un immigrato romeno, il bar sulla<br />

piazza di <strong>Prima</strong> Porta ha messo<br />

all’ingresso la bandiera italiana: un<br />

modo per far capire che “qui siamo<br />

a casa nostra, qui comandiamo noi,<br />

non passa lo straniero”. «Peccato<br />

– racconta Marcello Emilio Tomassini,<br />

di “3 febbraio”, l’associazione<br />

che da anni si occupa di rom<br />

e migranti – che nello stesso bar di<br />

prima mattina servono superalcolici<br />

agli stranieri che stazionano lì<br />

davanti in attesa che qualche caporale<br />

li ingaggi». Paura e cinismo,<br />

sfruttamento ed intolleranza. E’<br />

lungo questo asse contorto che si<br />

deve provare a ragionare sull’integrazione<br />

mancata e sui sentimenti<br />

xenofobi che si allargano a macchia<br />

d’olio nelle periferie delle grandi<br />

città e di cui il governo Berlusconi<br />

si appresta ad essere - in barba al<br />

monito dell’Europa - l’ostetrica. Il<br />

passo verso il razzismo è breve. La<br />

destra ha vinto queste elezioni anche<br />

(non solo) perché ha dato una<br />

risposta tutta in chiave securitaria<br />

al fenomeno dell’immigrazione e<br />

alla presenza dei rom. E a Roma<br />

Gianni Alemanno è diventato sindaco<br />

anche (e non solo) perché ha<br />

giocato le sue carte sull’immigrazione<br />

“incontrollata”. Liquidare il<br />

tutto come intolleranza che non ci<br />

appartiene può essere anche consolatorio:<br />

loro sono i cattivi, noi<br />

i buoni. Ma non è così semplice.<br />

Non se in borgata ci vivi e se hai<br />

paura quando i tuoi figli escono la<br />

sera. Allora il punto è capire come<br />

costruire integrazione e regole in<br />

realtà che il disagio se lo portano<br />

dietro dalla nascita.<br />

Labaro, XX municipio, estrema<br />

periferia nord di Roma a ridosso<br />

del grande raccordo anulare e a<br />

due passi dal Tevere. «Qui - dice<br />

Gaetano Seminatore, segretario<br />

della locale sezione dei Comunisti<br />

italiani - durante la campagna elettorale<br />

giravano le voci più strane<br />

sulla realizzazione di nuovi campi<br />

nomadi. Tutte notizie infondate<br />

che però hanno esacerbato gli animi<br />

degli abitanti del municipio».<br />

Rom, extracomunitari, rumeni, «la<br />

gente non fa molta differenza».<br />

Pensa che se non ti rubano il lavoro<br />

(i rumeni) ti<br />

rubano in casa<br />

(i rom). Anzi,<br />

se possibile ce<br />

l’hanno più<br />

con i rumeni<br />

che con i rom,<br />

perché fanno<br />

casino, bevono,<br />

si sistemano a<br />

poche decine<br />

di metri da casa<br />

tua in baracche<br />

fatiscenti.<br />

La destra nel<br />

XX municipio<br />

14 Giovedì<br />

vince sempre. Stavolta ha stravinto.<br />

Al di là dei propri confini.<br />

Il municipio ha facce diverse: da<br />

una parte Labaro, borgata venuta<br />

su senza uno straccio di pianificazione<br />

urbanistica, dall’altra Vigna<br />

Clara, Collina Fleming. Nei quartieri<br />

bene gli immigrati li vedono<br />

solo di giorno: muratori e badanti.<br />

29 Maggio 2008<br />

XENOFOBI D’EUROPA<br />

Di qualunque<br />

cosa si<br />

dà la colpa<br />

agli “extracomunitari”<br />

e agli<br />

zingari, anchequando<br />

si tratta<br />

di episodi<br />

di violenza<br />

“made in<br />

Italy”<br />

Intolleranza e<br />

disagio sociale<br />

Convivenze: Labaro, periferia nord<br />

di Roma, dove i diversi fanno paura<br />

Lavorano e spariscono. Frattura di<br />

classe e, all’interno di questa, altre<br />

fratture, etniche, religiose, giù giù<br />

fino a far emergere nettamente i<br />

contorni di una brutta guerra tra<br />

poveri, dove chi ha poco se la prende<br />

con chi ha meno o addirittura<br />

niente. Tafferugli e risse tra italiani<br />

e stranieri e tra stranieri sono all’ordine<br />

del giorno. Pochi mesi fa c’è<br />

scappato pure il morto in una rissa<br />

tra rumeni davanti ad un bar. «Di<br />

qualunque cosa si dà la colpa agli<br />

“extracomunitari” - racconta Linda<br />

Federici, della sezione Pdci di<br />

Labaro – anche quando si tratta di<br />

episodi di violenza made in Italy».<br />

Parla di un brutto clima Linda: «Se<br />

una volta andavi al mercato a fare<br />

volantinaggio la gente si fermava,<br />

discuteva di politica. Oggi ti dicono<br />

a brutto muso: “perché difendete<br />

i delinquenti?”, “non li vogliamo,<br />

sono troppi”, “perché dobbiamo<br />

pagare le tasse per questi qui, si<br />

pensi prima a noi”. Anche elet-<br />

tori della sinistra. La nostra gente<br />

– scuote le testa Linda –. Il problema<br />

vero è che abbiamo avuto paura<br />

ad affrontare il fenomeno con il<br />

nostro punto di vista, da sinistra, e<br />

su questo la destra ha speculato a<br />

mani basse facendo un uso politico<br />

della paura. Molte certezze del<br />

passato si sono dissolte, niente più<br />

lavoro sicuro, nessuna possibilità di<br />

comprarsi una casa e l’insicurezza<br />

sociale ha preso la via della paura<br />

e dell’intolleranza. La battaglia che<br />

politica<br />

UE La Commissione, per bocca di Vladimir Spidla, «condanna vivamente qualsiasi forma di violenza nei confronti dei rom»<br />

Immigrati, l’Europa ci guarda<br />

«LA STORIA EUROPEA ci ha mostrato<br />

che razzismo, odio e intolleranza<br />

portano prima o poi<br />

inevitabilmente alla catastrofe,<br />

in ogni caso e senza eccezioni. Se<br />

non traiamo lezioni dal passato,<br />

siamo condannati a riviverlo».<br />

Non ha usato mezze parole il<br />

commissario europeo agli Affari<br />

sociali, il ceco Vladimir Spidla,<br />

solitamente molto cauto, per<br />

spiegare la posizione dell’esecutivo<br />

comunitario sulle violenze<br />

contro i rom degli ultimi giorni.<br />

Il monito è giunto all’inizio di un<br />

acceso dibattito al Parlamento di<br />

Strasburgo.<br />

«La Commissione - ha detto<br />

Spidla - condanna vivamente<br />

qualsiasi forma di violenza nei<br />

confronti dei rom e chiede agli<br />

Stati membri di garantire la sicurezza<br />

personale di tutte le persone<br />

che sono sul loro territorio».<br />

Parole che suonano come una<br />

denuncia dei recenti incidenti<br />

accaduti in Italia.<br />

La discussione in Europa arriva<br />

mentre il nostro paese vive<br />

clima da “caccia alle streghe” nei<br />

confronti degli immigrati e dei cittadini<br />

rumeni e rom, ed il governo<br />

mette in atto un’ossessiva campagna<br />

sulla sicurezza che chiama in<br />

causa la Ue, il trattato di Schengen<br />

e la direttiva europea sulla libera<br />

circolazione. Ma la “questione sicurezza”<br />

non può essere piegata ad<br />

emozioni o a logiche emergenziali.<br />

Lo stato di diritto impone che<br />

la responsabilità penale sia individuale<br />

e non può essere attribuita<br />

a categorie collettive. Deviare da<br />

questo principio sarebbe un precedente<br />

pericoloso che può portare<br />

alla criminalizzazione di interi<br />

gruppi etnici o di particolari nazionalità<br />

di migranti.<br />

dobbiamo intraprendere nelle periferie<br />

è lunga, prima di tutto culturale».<br />

D’altronde il “rinascimento<br />

romano” di Veltroni a Labaro si è<br />

visto poco o nulla, non c’è un teatro,<br />

un cinema, i giovani stanno stravaccati<br />

sui muretti tutto il giorno<br />

e hanno perso capacità critica e di<br />

analisi. Il pericolo non è l’ingiustizia<br />

sociale, la precarietà, è il rumeno<br />

che si ubriaca, il rom.<br />

Se poi è un rom italiano non<br />

importa, se ne deve andare lo stesso.<br />

Vicino al centro Rai di Saxa Rubra<br />

vive da qualche anno un piccolo<br />

nucleo di rom kalderasha, provenienti<br />

dall’ex Foro Boario, dove<br />

erano perfettamente integrati con<br />

il territorio e con gli altri soggetti<br />

che erano ospitati in quell’area che<br />

ha rappresentato un laboratorio<br />

sociale unico e positivo per Roma.<br />

Per far spazio all’Università Roma<br />

tre i rom kalderasha, tutti di cittadinanza<br />

italiana, furono mandati,<br />

su indicazione del comune nel<br />

campo sosta di Saxa Rubra, con<br />

la promessa che sarebbe stata una<br />

sistemazione temporanea. Promessa<br />

non mantenuta. In compenso<br />

sull’onda dell’allarme mediatico<br />

suscitato dalla tragica morte della<br />

Reggiani sono iniziate una seri di<br />

sgomberi che hanno interessato<br />

anche le famiglie di Saxa Rubra.<br />

Chi ha visitato quel campo è rimasto<br />

colpito dalla pulizia e dall’ordine<br />

che vi regnava, sembra un’area sosta<br />

di un campeggio per turisti. I bambini<br />

vanno a scuola, nonostante per<br />

molti lo sradicamento da Testaccio<br />

è stato traumatico. Eppure l’onda<br />

nera dell’intolleranza ha colpito<br />

anche loro. Ma non è detto che<br />

le “vittime” siano solidali tra loro:<br />

capita così che alcuni rom kalderasha<br />

votano Alemanno nel nome<br />

di quella stessa “sicurezza” che in<br />

questi giorni è sfociata in pogrom<br />

contro gli “zingari”. Rom contro<br />

rom. Una matassa difficile da sbrogliare<br />

se non si esce dalla logica dell’emergenza.<br />

E soprattutto se non si<br />

pensa a tenere insieme accoglienza<br />

dell’altro e sicurezza. Se non si restituisce<br />

dignità ai rom. Nel campo<br />

di Tor di Quinto vivono poco<br />

meno di 300 persone, in uno stato<br />

di degrado fortissimo. E il bello è<br />

che non è illegale. No, è solo stato<br />

abbandonato a se stesso. Salvo poi<br />

gridare all’allarme sociale.<br />

La domanda di sicurezza è legittima,<br />

ma non possiamo cadere<br />

nelle strumentalizzazioni create<br />

dalla destra per alimentare odio<br />

e xenofobia per meri fini politici.<br />

Ci sono problemi che vengono<br />

da lontano, come quelli prodotti<br />

dai processi di globalizzazione,<br />

che meritano un approccio meno<br />

superficiale e che non si possono<br />

affrontare con la sola logica securitaria.<br />

Il pacchetto “sicurezza” che introduce<br />

il “reato di clandestinità”<br />

non risolverà il problema. Vi sono<br />

circa 650 mila irregolari che lavo


politica<br />

DOMENICO GIOVINAZZO<br />

«L<br />

a maggioranza degli<br />

spagnoli crede che sia<br />

razzista e xenofoba la<br />

criminalizzazione dell’immigrazione<br />

clandestina». Marià Pere, segretario<br />

generale del Partito comunista<br />

catalano (Pcc), descrive così la reazione<br />

dell’opinione pubblica iberica<br />

ai provvedimenti adottati nel primo<br />

Consiglio dei ministri del IV governo<br />

Berlusconi riunito a Napoli. Le<br />

aspre critiche formulate da due ministri<br />

dell’esecutivo Zapatero, bollate<br />

dagli esponenti del Pdl e della Lega<br />

come “opposizioni ideologiche”,<br />

sono condivise dalla maggioranza<br />

della popolazione spagnola abituata,<br />

da tempo come noi italiani, a convivere<br />

con flussi migratori provenienti<br />

dai paesi del Nord Africa. Secondo<br />

Pere, che non usa mezzi termini,<br />

istituire il reato di immigrazione<br />

clandestina vuol dire schierarsi su<br />

«posizioni di ultradestra e fasciste».<br />

Poi specifica che «noi non pensiamo<br />

che gli italiani siano xenofobi. Tuttavia,<br />

in un periodo di crisi, la paura<br />

generalizzata può determinare una<br />

attrazione verso un discorso “chiaro”,<br />

semplicista e che esprime forza:<br />

un discorso fascista. Tanto più in<br />

un contesto come quello attuale, in<br />

cui la sinistra è debole e fa discorsi<br />

confusi o sottovaluta il problema<br />

dell’immigrazione.<br />

Come viene gestita l’immigrazione<br />

in Spagna? Avete anche<br />

voi i Cpt?<br />

Sono esistiti per un breve periodo<br />

di tempo durante il governo<br />

di destra. Però la pressione dei<br />

cittadini ha costretto il governo a<br />

cambiare strada.<br />

La legge italiana costringe un<br />

immigrato che voglia ottenere il<br />

permesso di soggiorno a una lunga<br />

trafila burocratica. Inoltre, c’è il<br />

paradosso che non si può avere un<br />

permesso di soggiorno se non si<br />

ha un lavoro, ma non si può avere<br />

un lavoro senza permesso di soggiorno.<br />

Anche in Spagna è così<br />

complicato?<br />

Sì, anche in Spagna il procedimento<br />

è complesso. Ma la mobilitazione<br />

dei sindacati e delle forze<br />

democratiche e di sinistra è andata<br />

modificando positivamente, in<br />

senso progressista, le diverse leggi<br />

sull’immigrazione. Così si è reso<br />

possibile il rilascio del permesso di<br />

rano in nero in Italia. Persone integrate,<br />

spesso ricattabili a causa<br />

della precarietà del loro lavoro;<br />

uomini e donne che dovrebbero<br />

essere regolarizzati e che la destra<br />

vuole confinare<br />

in carcere per la<br />

mancanza di un<br />

foglio di carta.<br />

Invece di<br />

brandire il<br />

reato di immigrazioneclandestina,<br />

il governo<br />

italiano<br />

dovrebbe, piuttosto,<br />

coordinare e rafforzare gli<br />

strumenti giudiziari e di polizia<br />

a livello europeo per colpire<br />

la criminalità organizzata e la<br />

tratta degli esseri umani, nonché<br />

utilizzare più efficacemente<br />

15<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

CLANDESTINITÀ<br />

L'intervista Marià Pere<br />

«SONO SCELTE<br />

DA FASCISTI»<br />

La Spagna critica il governo italiano<br />

soggiorno a chi non l’aveva. E’ stato<br />

un risultato delle negoziazioni sindacali<br />

e delle pressioni dei partiti di<br />

sinistra.<br />

Qual è la posizione del tuo<br />

partito sull’immigrazione clandestina?<br />

L’immigrazione clandestina risponde<br />

a necessità di sopravvivenza.<br />

Il Pcc fa una netta distinzione tra le<br />

mafie che gestiscono i traffici e le<br />

persone che, disperate dalle condizioni<br />

di vita nei loro paesi di origine,<br />

i fondi Ue per l’integrazione<br />

delle minoranze (fondi per cui<br />

l’Italia non ha nemmeno presentato<br />

domanda).<br />

Il governo italiano è sembrato<br />

isolato nel<br />

Parlamento<br />

europeo dove<br />

molti gruppi<br />

politici hanno<br />

fortemente<br />

stigmatizzato<br />

l’operato delle<br />

nostre autorità.<br />

Spetta<br />

alle forze democratiche<br />

della società italiana,<br />

reagire a questo clima di barbarie<br />

e mostrare che l’Italia è ancora<br />

un paese civile e degno di stare<br />

in Europa.<br />

UMBERTO GUIDONI<br />

si rivolgono a quelle mafie. Sono<br />

proprio queste ultime che devono<br />

essere criminalizzate, non i clandestini<br />

che cercano una alternativa<br />

di sopravvivenza, e che vengono<br />

nei nostri paesi a cercar lavoro. Le<br />

forze ultrareazionarie tentano di<br />

confondere i cittadini spiegando<br />

che clandestini e trafficanti sono la<br />

stessa cosa.<br />

Recentemente Mario Borghezio,<br />

europarlamentare leghista, ha<br />

parlato a Strasburgo di una proposta<br />

di legge del<br />

Governo regionalecatalano<br />

per porre un<br />

tetto al numero<br />

di studenti immigrati.Conosci<br />

questa<br />

proposta?<br />

Non c’è<br />

nessuna legge<br />

del genere,<br />

né approvata<br />

ne in fase di<br />

discussione.<br />

Anzi, mentre prima solo le scuole<br />

pubbliche accoglievano studenti<br />

immigrati, che venivano ripartiti<br />

tra i vari istituti, oggi il governo di<br />

sinistra ha esteso quest’obbligo anche<br />

alle scuole private che ricevono<br />

finanziamenti pubblici. Quanto riportato<br />

da Borghezio quindi è falso.<br />

Non solo il governo catalano non<br />

ha posto limiti, ma al contrario ha<br />

L’IMMIGRAZIONE<br />

CLANDESTINA<br />

RISPONDE<br />

A NECESSITÀ DI<br />

SOPRAVVIVENZA<br />

A centro pagina:<br />

una bambina<br />

rom. Sopra:<br />

il segretario<br />

generale<br />

del Partito<br />

comunista<br />

catalano, Marià<br />

Pere. Nella<br />

pagina accanto:<br />

la stazione di<br />

Labaro (Roma)<br />

esteso agli istituti privati l’obbligo di<br />

scolarizzare lo stesso numero di studenti<br />

immigrati rispetto alla scuola<br />

pubblica. Tutti i bambini e le bambine<br />

hanno il diritto a ricevere una<br />

istruzione nel paese in cui risiedono,<br />

a prescindere dalla loro nazionalità.<br />

Quali sono le battaglie che la<br />

sinistra spagnola sta combattendo<br />

sul tema dell’immigrazione?<br />

Stiamo lottando perché gli immigrati<br />

e le immigrate abbiano gli<br />

stessi diritti e doveri di qualunque<br />

cittadino Spagnolo. Lottiamo per<br />

ottenere l’integrazione degli immigrati<br />

e perché<br />

non si consolidino<br />

i ghetti, le<br />

emarginazioni,<br />

le discriminazioni<br />

e le esclusioni.<br />

Lottiamo<br />

contro il razzismo<br />

e la xenofobia.<br />

Facciamo<br />

proposte perché<br />

il migrante o la<br />

migrante si<br />

stabiliscano nel<br />

paese, perché<br />

non siano di<br />

passaggio. Ora, nel governo catalano<br />

di sinistra sono state approvate alcune<br />

leggi in questo senso. E in particolare,<br />

adesso stiamo dibattendo un<br />

Patto nazionale per l’immigrazione,<br />

e ovviamente pretendiamo che sia<br />

progressista.<br />

BENVENUTO<br />

ABDWAHD<br />

PINO SGOBIO<br />

C on<br />

il pacchetto sicurezza<br />

presentato la scorsa<br />

settimana in pompa<br />

magna a Napoli dal governo<br />

Berlusconi quater, nel corso del<br />

Cdm passato alla cronaca politica<br />

come il “cassonetto” dei ministri,<br />

viene introdotto nell’ordinamento<br />

giuridico del nostro paese una<br />

nuova classe di reato, in base alla<br />

quale si diventa colpevoli per la<br />

sola appartenenza a uno status<br />

sociale: la clandestinità. E’ ciò che<br />

succederà, d’ora in avanti, a tutti<br />

coloro i quali approderanno su<br />

fatiscenti navi alle coste italiane.<br />

E’ ciò che è successo ad Abdwahd,<br />

in italiano “Fortunato”, nella<br />

notte del 22 maggio scorso, a<br />

Lampedusa, quando, in barba<br />

a quanto veniva stabilito in<br />

Italia, ha deciso di nascere su<br />

un gommone sbalzato dalle<br />

onde, mentre una motovedetta<br />

della Marina militare andava<br />

incontro all’imbarcazione che<br />

aveva lanciato un allarme.<br />

Ben arrivato e buona fortuna<br />

Abdwahd, nato in quest’Italia<br />

che cambia in peggio!<br />

Secondo quanto previsto dal<br />

provvedimento governativo,<br />

infatti, si può f inire nelle patrie<br />

galere anche senza aver commesso<br />

nulla di illecito o di illegale ma<br />

solo per il fatto di esistere in<br />

quanto clandestino. In un sol<br />

colpo, il PdL riduce a macerie la<br />

cultura giuridica dell’Italia, sferra<br />

un attacco senza precedenti ai<br />

principi di umanità, tolleranza,<br />

solidarietà e convivenza, che<br />

da sempre caratterizzano la<br />

civiltà del nostro paese, e calpesta<br />

lo stesso dettato costituzionale,<br />

laddove, all’articolo 2, in<br />

materia di diritti inviolabili,<br />

fa esplicitamente riferimento<br />

all’uomo e non al cittadino.<br />

L’Ue – e tutte le persone<br />

realmente democratiche<br />

– rimangono impressionate dalla<br />

facilità e dalla scioltezza con cui<br />

l’esecutivo italiano ha proceduto<br />

a introdurre tale reato. Segno dei<br />

tempi e segnale inequivocabile,<br />

oltremodo caratteristico,<br />

dell’aspetto più retrivo, rozzo e<br />

razzista che contraddistingue<br />

questa compagine governativa.<br />

La decisione sul reato della<br />

clandestinità, che fa il paio con il<br />

piano anti rif iuti, è l’emblema<br />

di questo governo: autoritario<br />

e dispotico. Pensare di risolvere<br />

la questione immigrazione<br />

esasperando ed enfatizzando le<br />

percezioni di paura degli italiani,<br />

oppure preferire affrontare<br />

l’emergenza della pattumiera in<br />

Campania calando le decisioni<br />

dall’alto, non dialogando con la<br />

cittadinanza, inasprendo le pene<br />

per chi manifesta contrarietà<br />

e utilizzando l’esercito per<br />

militarizzare il territorio, è<br />

proprio da modello parafascista.<br />

Urge vigilare, quindi, a<br />

difesa della democrazia, aff inché<br />

Abdwahd – e con lui il nostro<br />

paese – non si senta colpevole di<br />

essere giunto qui da noi, fuggito<br />

da un altro paese – la Somalia<br />

– in preda alla totale rovina.


16<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

DIRITTI INUMANI<br />

MEDIO ORIENTE<br />

La violenza è proseguita anche<br />

in questo primo scorcio di<br />

2008, specialmente in Iraq e in<br />

Israele e Territori occupati palestinesi.<br />

In Iraq molti iracheni<br />

sono stati obbligati ad abbandonare<br />

le loro case; il numero<br />

di rifugiati è stimato a circa 2<br />

milioni, ai quali si aggiungono<br />

2,2 milioni di sfollati. In Palestina<br />

- fa sapere Amnesty - nei<br />

primi 4 mesi dell’anno oltre<br />

330 palestinesi (più della metà<br />

civili, bambini compresi), sono<br />

stati uccisi nel corso di attacchi<br />

israeliani, prevalentemente<br />

a Gaza. Nello stesso periodo,<br />

hanno perso la vita 14 civili e 9<br />

soldati israeliani. Inoltre, Israele<br />

ha proseguito a costruire il muro<br />

di 700 chilometri, a espandere<br />

gli insediamenti<br />

illegali e<br />

a demolire le<br />

abitazioni dei<br />

palestinesi a<br />

Gerusalemme<br />

Est e altrove.<br />

AFRICA SUBSAHARIANA<br />

Nel 2007 molte persone in<br />

Africa hanno continuato a vedere<br />

violati i propri diritti. I<br />

conflitti armati interni sono<br />

stati accompagnati da gravi violazioni<br />

dei diritti umani, come<br />

uccisioni illegali, tortura e stupri.<br />

E’ il caso di Somalia, Ciad,<br />

Darfur, Nigeria e del Congo<br />

dove, nonostante un “atto di<br />

impegno” (2008), prosegue,<br />

secondo Amnesty, il reclutamento<br />

dei bambini da parte dei<br />

gruppi armati, uccisioni di civili,<br />

torture e violenze sessuali.<br />

La “guerra al terrore” americana<br />

ha avuto un impatto crescente<br />

negli Stati del Corno d’Africa<br />

e in altre regioni del continente.<br />

A gennaio, si calcola che almeno<br />

140 persone in fuga dalla Somalia<br />

verso il Kenya siano state<br />

detenute dalle autorità kenyane<br />

e poi trasferite illegalmente. Oltre<br />

80 di questi detenuti sono<br />

stati trattenuti senza accusa né<br />

processo.<br />

In guerra come<br />

in democrazia<br />

Le violazioni denunciate da Amnesty<br />

Una manifestazione a Londra<br />

DOMENICO GIOVINAZZO<br />

«I<br />

AGGRESSIONI, FACILI PROFETI<br />

SEGUE DALLA PRIMA<br />

INSOMMA LA COLPA ultima pare<br />

essere degli stranieri per il solo fatto<br />

di esserci, di calpestare l’italico<br />

suolo. I fatti del Pigneto stanno<br />

alla destra neonazista come le ronde<br />

alla Lega. Per il segretario del<br />

Pdci Diliberto «Il raid e l’aggressione<br />

nella zona del Pigneto sono<br />

il frutto avvelenato del clima xenofobo<br />

indotto dalle politiche del<br />

governo». Se ripercorriamo le fasi<br />

della nascita e dell’avvento del fascismo<br />

rivediamo in parte lo stesso<br />

copione. Di fronte alle aggressioni<br />

più violente, alle esecuzioni sommarie<br />

di dirigenti sindacali, di amministratori<br />

e politici cattolici e di<br />

sinistra, che segnarono i primi anni<br />

leader mondiali devono porgere le proprie scuse<br />

per non aver realizzato la promessa di giu-<br />

stizia e uguaglianza contenuta nella Dichiara-<br />

zione universale dei diritti umani (Dudu)». E’ l’incipit<br />

dell’ultimo rapporto annuale di Amnesty international,<br />

presentato in questi giorni dall’organizzazione che tutela<br />

i diritti umani. Nell’introduzione si ricorda lo spirito<br />

lungimirante con cui 60 anni fa la Dudu fu approvata<br />

all’Onu, ma la realtà odierna è purtroppo lontana dalla<br />

realizzazione dei principi previsti in quel documento.<br />

Una situazione che non riguarda solo i tanti paesi dilaniati<br />

da conflitti o quelli governati da regimi autoritari,<br />

ma anche le democrazie occidentali di più antica tradizione.<br />

Ad esempio gli Stati Uniti: «L’amministrazione<br />

americana – si legge nel rapporto 2008 – ha proseguito<br />

nel tentativo di indebolire il divieto assoluto della<br />

tortura e dei maltrattamenti». E il presidente Bush «ha<br />

autorizzato la Cia a ricorrere ancora alla detenzione e<br />

agli interrogatori segreti, sebbene ciò si configuri come<br />

crimine internazionale». Il riferimento è alla pratica<br />

delle rendition, cui diversi stati dell’Unione europea<br />

hanno partecipato «voltandosi dall’altra parte o hanno<br />

colluso con la Cia nel sequestro, la detenzione segreta e<br />

il trasferimento illegale di prigionieri verso paesi in cui<br />

del suo avvento<br />

al potere il fascismo<br />

fece finta<br />

di non avere<br />

responsabilità<br />

dirette. E’ bene ri- ri-<br />

cordare che nei mesi che seguirono<br />

al sequestro di Matteotti lo stesso<br />

duce fece circolare ad arte voci che<br />

davano il dirigente socialista fuori<br />

dall’Italia, in una fuga d’amore.<br />

Il corpo di Matteotti fu ritrovato<br />

due mesi dopo il rapimento in un<br />

bosco a pochi chilometri da Roma.<br />

Ed è bene ricordare che con la “costituzionalizzazione”<br />

del fascismo<br />

lo squadrismo divenne un corpo<br />

dello stato.<br />

GIA. C.<br />

sono stati sottoposti a torture».<br />

Oltre a grandi potenze come la Russia, che «ha represso<br />

il dissenso politico e fatto pressione sui giornalisti<br />

indipendenti», anche molti paesi emergenti rappresentano<br />

contesti critici per i diritti umani. E’ il caso dell’India,<br />

consolidata democrazia in forte crescita economica:<br />

a Nandigram, nel Bengala occidentale, alcuni «agricoltori<br />

che protestavano contro l’istituzione di una Zona<br />

economica speciale per l’industria sono stati attaccati,<br />

feriti e uccisi grazie alla complicità della polizia».<br />

Il rapporto di Amnesty non manca di sottolineare alcuni<br />

importanti progressi – come l’approvazione all’Onu<br />

della moratoria sulla pena di morte, o le elezioni in Nepal<br />

dove i cittadini, mandando il partito comunista al potere,<br />

hanno espresso la volontà di veder rispettati i diritti<br />

umani – ma ricorda anche «il fallimento della leadership<br />

collettiva internazionale nel contrastare l’impunità e l’ingiustizia»<br />

con cui Israele continua da 60 anni a opprimere<br />

la popolazione palestinese. Nonostante la drammatica<br />

realtà emersa dal rapporto, secondo Amnesty ci sono<br />

motivi di ottimismo: «Il potere della gente di generare<br />

speranza e produrre il cambiamento è molto attivo nel<br />

60° anniversario della Dudu. La consapevolezza dei diritti<br />

umani si sta diffondendo a livello globale. I leader<br />

mondiali la stanno ignorando, a loro rischio».<br />

mondo<br />

POLITICA<br />

La sinistra e l’ambiente<br />

LA SINISTRA E l’ambiente. L’urgenza di intervenire,<br />

i problemi in lista d’attesa ormai da troppo tempo, le<br />

questioni aperte e quelle “riaperte” dal nuovo governo di<br />

centrodestra. Da qui è ricominciato lo scorso 23 maggio<br />

a Roma, nella redazione di Carta, il discorso sulla<br />

politica ambientale in Italia da parte di Verdi, Pdci, Prc<br />

e l’associazionismo. Tra gli aderenti a queste discussioni,<br />

che proseguiranno, sullo stato dell’arte: Riccardo Petrella,<br />

Massimo Serafini, Claudio Saroufim, Vezio De Lucia,<br />

Gianni Mattioli, Grazia Francescato, Georg Frisch e<br />

tanti, tantissimi altri. Discussione aperta, franca, a volte<br />

accesa. Il primo approdo di questo rinnovato impegno<br />

della sinistra sarà la manifestazione nazionale che si terrà<br />

a Milano il 7 giugno sul binomio clima ed energia (al<br />

tema dedicheremo spazio nel prossimo numero), preceduta<br />

il 5 da un’iniziativa che racconta crisi e storia del<br />

AMERICHE<br />

Nel centro di detenzione di<br />

Guantánamo Bay, diretto dagli<br />

Usa restano circa 270 prigionieri.<br />

7 detenuti “di alto valore” sono<br />

stati incriminati: 6 di essi erano<br />

stati vittime di sparizione forzata<br />

e forse di tortura nel contesto<br />

del programma di detenzioni<br />

segrete della Cia. Il settimo era<br />

stato sottoposto a torture e altri<br />

maltrattamenti nell’ambito del<br />

“piano di interrogatori speciali”<br />

autorizzato da Rumsfeld.<br />

ASIA<br />

In questa regione, i casi più<br />

eclatanti di violazioni di diritti<br />

umani, secondo Amnesty, sono<br />

quello dell’Afghanistan dove nei<br />

primi 4 mesi si contano 120 vittime<br />

civili a causa di violenze di<br />

gruppi antigovernativi e attacchi<br />

suicidi; nell’ex Birmania è proseguita<br />

la repressione nei confronti<br />

delle persone coinvolte<br />

nelle proteste del 2007. Almeno<br />

700 prigionieri di coscienza<br />

rimangono tuttora in carcere.<br />

EUROPA<br />

Una macchia nera: le rendition.<br />

Nonostante siano emerse prove<br />

che hanno confermato la<br />

complicità degli Stati europei, i<br />

governi continuano a non mostrare<br />

volontà politica sul tema.<br />

Il Vecchio continente, inoltre, si<br />

distingue in negativo per le restrizioni<br />

ai diritti dei migranti. In<br />

particolare, Amnesty denuncia<br />

le discriminazioni basate sull’identità<br />

nei confronti di rom,<br />

rimasti ampiamente esclusi dalla<br />

vita pubblica, impossibilitati<br />

a godere di diritti e vittime di<br />

crimini dettati dall’odio.<br />

nucleare. «La società non è la stessa del periodo che evocò<br />

il nucleare» spiega infatti nel suo intervento Massimo Serafini,<br />

del direttivo di Legambiente, che dice che «l’attuale<br />

scelta climatica è insidiosa». Insomma ci sono di mezzo<br />

le imprese, gli ex ambientalisti, gli affari... poi compaiono<br />

anche i cavilli, le leggi, anche quelle che non esistono<br />

come racconta l’urbanista Vezio De Lucia che fa il<br />

punto su cementificazione, speculazione, diritti edificatori<br />

(assenti nell’ordinamento italiano) citando il caso Roma,<br />

non quello dell’ormai mitico “modello” veltroniano ma lo<br />

scempio della Capitale - del parco dell’Appia antica per<br />

esempio - documentato da Report. E adesso, “In marcia<br />

per il clima” (per adesioni marcia.clima@legambiente.eu),<br />

dal titolo dell’iniziativa che ci sarà a Milano tra meno di<br />

dieci giorni, il prossimo approdo della discussione.<br />

ANTONELLA DE BIASI


mondo 17<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

BEIRUT Suleiman dovrà nominare il successore di Siniora<br />

Libano, le sfide<br />

del presidente<br />

Foto di<br />

Hussein<br />

Malla/<br />

Lapresse<br />

MAURIZIO MUSOLINO<br />

A lla<br />

proclamazione dell’elezione<br />

di Michel Suleiman<br />

alla presidenza del Libano<br />

in molti hanno tirato un sospiro di<br />

sollievo. La paura che qualcosa potesse<br />

all’ultimo minuto impedire la<br />

realizzazione di uno dei punti principali<br />

dell’accordo raggiunto a Doha<br />

la settimana scorsa fra le varie forze<br />

politiche libanesi – che aveva scongiurato<br />

lo sprofondare in una nuova<br />

guerra civile di cui si erano viste<br />

pericolose avvisaglie – era vivissima.<br />

Le misure di sicurezza segnavano<br />

codice rosso, ma tutto poteva rivelarsi<br />

insufficiente. La storia recente<br />

e passata ci ha insegnato, infatti, che<br />

il Paese dei cedri può incendiarsi<br />

anche per banali incidenti. Ma così<br />

non è stato, e per ora il Libano<br />

sembra avviarsi verso un periodo di<br />

relativa tranquillità. Il condizionale<br />

è sempre d’obbligo.<br />

A Doha infatti si è trovata una<br />

intesa che con equilibrio e realismo<br />

fotografa la situazione attuale del<br />

paese. Senza particolari forzature<br />

ma con un impegno, di tutti, a preservare<br />

quanto restava dello Stato.<br />

Garante di un patto del genere non<br />

poteva che essere chi in questi anni<br />

aveva guidato l’esercito libanese,<br />

riuscendo a tenerlo fuori dalle dispute<br />

e facendolo affermare come<br />

uno dei pochi collanti nazionali. Lo<br />

aveva fatto durante la guerra del luglio<br />

2006, non ostacolando la resi-<br />

stenza che si opponeva all’invasione<br />

israeliana, lo aveva fatto reprimendo<br />

con il pugno di ferro le milizie qaediste<br />

nel campo di Naher al Bared;<br />

lo aveva fatto restando neutrale<br />

durante gli scontri che nei giorni<br />

scorsi avevano messo a ferro e fuoco<br />

il centro della capitale. Il generale<br />

Michel Suleiman si era conquistato<br />

così, sul campo prima ancora<br />

che nella sede del Parlamento, la<br />

qualifica di garante del suo popolo.<br />

Adesso il neo presidente dovrà<br />

iniziare delle difficili consultazioni<br />

per arrivare in tempi stretti a definire<br />

la nomina di un nuovo primo<br />

ministro, che sostituirà il filo-statunitense<br />

Siniora, dando così vita a un<br />

governo di unità nazionale che vedrà<br />

al suo interno la presenza di ben<br />

11 membri dell’opposizione guidata<br />

da Hezbollah e dal cristiano Aoun<br />

e che avrà il compito di portare il<br />

Libano alle elezioni politiche della<br />

prossima primavera.<br />

Ma le incognite sono tutte dietro<br />

l’angolo. Gli accordi di Doha<br />

segnano indiscutibilmente una vittoria<br />

dell’opposizione che si vede<br />

riconoscere il ruolo di veto sul futuro<br />

esecutivo e una mini riforma<br />

elettorale che dovrebbe permettere<br />

una qualche maggiore rappresentatività<br />

del prossimo Parlamento.<br />

Non ci scordiamo che in Libano il<br />

sistema confessionale impedisce a<br />

un partito come quello comunista,<br />

nonostante un forte radicamento<br />

sociale e territoriale, di avere una<br />

qualsivoglia rappresentanza a causa<br />

del suo rifiuto a sottostare a queste<br />

logiche. A Doha ha vinto la voglia<br />

dei libanesi di rinascere, di vivere,<br />

ma soprattutto di essere libanesi,<br />

indipendentemente da tutte le ingerenze<br />

straniere, siano queste arabo-islamiche<br />

(Siria e Iran e Arabia<br />

saudita) o filo occidentali (Usa,<br />

Francia e Italia). L’esatto contrario,<br />

quindi, di quello che l’amministrazione<br />

Bush ha tentato di far prevalere<br />

in questi anni. Bush ha cercato<br />

di usare il piccolo Paese dei cedri<br />

come ennesimo laboratorio per lo<br />

sgretolamento degli stati unitari in<br />

favore di un iperconfessionalismo<br />

che già ha prodotto nefasti risultati<br />

in Iraq. Da qui i principali rischi.<br />

Vorrà l’amministrazione americana<br />

rispettare questa pace libanese?<br />

Accetterà, chi ha fatto dello<br />

scontro preventivo e della guerra<br />

di civiltà la sua arma preferita, un<br />

accordo frutto del dialogo fra parti<br />

fino a ieri contrapposte? E infine<br />

Israele, lo stato ebraico da sempre<br />

grande regista delle divisioni del<br />

Libano, avrà la capacità di confrontarsi<br />

con un Medio Oriente<br />

composto da stati sovrani e non da<br />

vassalli dell’inquilino di turno della<br />

Casa Bianca? Come sempre in<br />

Libano sono in gioco disegni ben<br />

più grandi di quanto questa piccola<br />

nazione grande come l’Abruzzo<br />

potrebbe far pensare.<br />

MONTEVIDEO Un’azione comune e permanente<br />

L’esperienza<br />

del Foro, tra<br />

passato e futuro<br />

STEFANO FEDELI<br />

I l<br />

14° incontro del Foro di San<br />

Paolo (Fsp) è parte importante<br />

del processo di rilancio di quella<br />

istanza, promossa per la prima volta,<br />

dal Pt di Lula nel 1991. Potremo<br />

dire che con la vittoria di Monsignor<br />

Lugo in Paraguay, a capo di<br />

una coalizione opposta al Partito<br />

Colorado (che aveva governato per<br />

60 anni) forse si sta concludendo<br />

una fase. Un lungo percorso che<br />

ha visto i candidati progressisti<br />

vincere in tutti i Paesi escluso la<br />

Colombia di Uribe. Quanto questo<br />

corrisponda al superamento del<br />

modello neoliberista e delle nefaste<br />

conseguenze economiche, sociali,<br />

culturali e politiche sui popoli latinoamericani<br />

è da analizzare e con<br />

molta attenzione e precisione. Non<br />

solo perché, come più volte abbiamo<br />

detto e scritto, i nuovi governi<br />

del continente non sono assimilabili<br />

tout court alla stessa idea di società.<br />

Ma anche e soprattutto perché “la<br />

reazione del sistema” è partita ed in<br />

alcuni casi si è già portata<br />

avanti con il lavoro. In<br />

questo vedo una analogia<br />

con la recente esperienza<br />

dell’ultimo Governo<br />

Prodi: ovvero la politica<br />

dei due tempi, prima risanare<br />

poi risarcire, che<br />

spesso - forse quasi mai<br />

- si riesce a portare avanti.<br />

Di più: mentre si tenta<br />

di risanare, le oligarchie si<br />

adeguano, si modellano, resistono,<br />

rallentano i processi e li sabotano.<br />

Non è un caso che i governi che<br />

di più stanno soffrendo in questo<br />

momento sono quelli con “progetti<br />

di società” veramente diversi, Bolivia,<br />

Venezuela ed in parte l’Ecuador.<br />

Ora per il Foro si tratta di non<br />

solo immaginare il futuro possibile<br />

ma di tentare di costruirlo a partire<br />

da quanto sin qui ha contribuito a<br />

realizzare. I documenti preparatori<br />

parlano di obbiettivi strategici per<br />

il prossimo futuro che devono contemplare<br />

la riaffermazione del Fsp<br />

come lo spazio di riferimento della<br />

Sinistra del Continente. Ambito di<br />

dibattito puntuale dove produrre<br />

idee condivise che possano orientare<br />

la quotidiana azione politica<br />

nazionale delle forze che ne fanno<br />

parte. Si tratta di “riviltalizzare“<br />

l’agenda politica dell’integrazione<br />

regionale e continentale, affrontando<br />

con più determinazione<br />

strategica, i dossier rilevanti fra i<br />

quali infrastrutture, energia, finanza,<br />

commercio e complementarietà<br />

produttiva. Per arrivarci, servirà<br />

perfezionare la strategia politica<br />

del Foro. Intanto assumendo i<br />

principali conflitti continentali in<br />

una forma condivisa e ratificata<br />

nelle conclusioni dell’incontro di<br />

questo anno. Decisivo sarà il coinvolgimento<br />

permanente e concre-<br />

to delle forze politiche attive nei<br />

principali processi e nei governi di<br />

ciascun Paese. Senza una maggiore<br />

assunzione di responsabilità da<br />

parte degli attori principali il Foro<br />

corre il rischio concreto di non<br />

essere in grado di rielaborarsi partendo<br />

dai risultati sin qui ottenuti.<br />

La lotta alla fame ed alla povertà,<br />

radicamento della democrazia sia<br />

formale che partecipativa, la lotta<br />

alle disuguaglianze, sviluppo ed<br />

integrazione sociale.<br />

Queste le questioni che devono<br />

costituire la base di un programma<br />

comune di azioni congiunte. Un<br />

programma ambizioso non solo<br />

negli intenti ma anche soprattutto<br />

nelle politiche concrete dei governi<br />

e partiti. Si dovranno adottare<br />

nuove forme di lavoro che, senza<br />

abbandonare le istanze formali<br />

ed informali esistenti, permettano<br />

di sostenere nel modo migliore le<br />

sfide, coordinando e alimentando<br />

confronti ed esperienze su questioni<br />

di interesse comune. Natural-<br />

mente si pensa anche di adeguare<br />

la struttura organizzativa coinvolgendo<br />

i nuovi e diversi interpreti<br />

che rendano possibile e concreta<br />

un’azione coordinata, permanente<br />

ed immediata. Insomma fra le<br />

righe leggiamo la preoccupazione<br />

forte di sentirsi appagati dai risultati<br />

sin qui ottenuti. Così come il<br />

rischio che comporta misurare<br />

l’identità del Fsp con una strategia<br />

di livello superiore indispensabile<br />

a difendere prima e consolidare<br />

poi i giovani e fragili governi del<br />

cambiamento. In particolare proprio<br />

quelli che sono impegnati a<br />

costruire progetti di società non<br />

solo alternativi ma profondamente<br />

diversi. Morales, impegnato nella<br />

lotta alle oligarchie che puntano<br />

dichiaratamente alla disgregazione<br />

del Paese. Chavez, costretto ormai<br />

da tempo a contrastare intense<br />

campagne denigratorie portate<br />

avanti dai media in maggioranza a<br />

lui ostili. Infine Correa, in Ecuador,<br />

alle prese con la reazione della più<br />

potente confederazione indigena,<br />

che rivendica il diritto esclusivo<br />

sulle risorse naturali, contestandogli<br />

il disegno di restituirle al<br />

popolo intero. Insomma difficile<br />

il compito del Fsp schiacciato fra<br />

un recente passato di importanti<br />

successi ed un incombente futuro<br />

ricco di insidie.


PAGINA 20<br />

Le tracce<br />

di Napoli.<br />

Intervista<br />

agli Almamegretta<br />

CANNES (FRANCIA)<br />

MAURIZIO ERMISINO<br />

I confini del mio linguaggio sono i confini del mio mondo.<br />

PROBABILMENTE CHI SCRIVE di cinema<br />

non dovrebbe interessarsi particolarmente<br />

di applausi, incassi,<br />

dichiarazioni d’intenti e qualsivoglia<br />

elemento collaterale ai<br />

film stessi. Eppure, isolando il<br />

caso Gomorra, la buona acco-<br />

glienza al festival di Cannes e<br />

soprattutto il successo di pubblico<br />

nelle sale italiane del film<br />

di Matteo Garrone, assumono<br />

un valore che esula dalla mera<br />

commercializzazione di un film<br />

per investire la sfera dell’urgenza<br />

del suo assunto. Questo senza voler<br />

riproporre la vecchia e oziosa questione<br />

dell’eccessivo pedagogismo<br />

che connatura storicamente la produzione<br />

italiana e financo la sua ricezione<br />

(portata a valutare il cinema in<br />

virtù del valore del suo messaggio<br />

La Campania della camorra<br />

è una zona di guerra, in cui<br />

l’associazione a delinquere ha<br />

sostituito lo Stato e le imprese: crea<br />

le sue leggi e mantiene la propria<br />

gente. Matteo Garrone ha drammatizzato<br />

Gomorra, il libro inchiesta<br />

di Saviano, traendone cinque<br />

storie che ci raccontano non solo<br />

che cos’è la camorra, ma cosa significhi<br />

convivere con essa, respirarla<br />

dalla nascita fino alla morte, viverla<br />

come l’unica realtà possibile.<br />

Lo stile di Garrone si avvicina al<br />

neorealismo, per la scelta degli attori,<br />

presi dal teatro o dalla strada,<br />

facce e corpi irripetibili e indelebili.<br />

E per il lavoro sui luoghi, gli stessi<br />

dove nascono le storie. Lo sguardo<br />

di Garrone sugli ambienti è impietoso,<br />

freddo. Lo squallore di certi<br />

ambienti, come le case/caserme di<br />

Scampia o le discariche, è qualcosa<br />

che si respira, si vive, si può quasi<br />

toccare.<br />

Hai girato davvero nei luoghi<br />

della camorra. Che sensazioni<br />

hai avuto?<br />

In partenza qualche preoccupazione<br />

ce l’ho avuta, vista la situazione<br />

in cui si trova Saviano. Stando lì<br />

mi sono accorto della grande disponibilità<br />

di tutti a partecipare al film.<br />

La gente ha addirittura contribuito<br />

attivamente, aiutandomi nella ricostruzione<br />

di certi dettagli. Erano i<br />

primi spettatori del film: stavano<br />

dietro ai monitor mentre giravo, e<br />

dibattevano tra di loro.<br />

Rispetto ad altri film sulle mafie,<br />

qui non si parla di politica.<br />

Raccontare la corruzione politica,<br />

che c’è, non mi sembrava così<br />

sorprendente. Anche il libro di Saviano<br />

fa capire che dietro a questa<br />

situazione c’è una responsabilità<br />

politica, ma si concentra su altri temi.<br />

Il film viene da questo libro, che<br />

poteva dar vita a cento film diversi:<br />

noi abbiamo scelto di raccontare<br />

delle storie dal basso, dal punto di<br />

vista umano, di mostrare in che<br />

maniera le vite delle persone sono<br />

18<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

CULTU E<br />

condizionata dal sistema, i conflitti<br />

che vivono e le conseguenze delle<br />

loro scelte.<br />

Che sistema è?<br />

Evidentemente è una sorta di<br />

ecosistema, di giungla, ed è questa<br />

la cosa che mi ha colpito di più: anche<br />

per come ne parlano i media,<br />

dall’esterno si è portati a credere che<br />

ci siano i cattivi e i buoni; quando lo<br />

osservi dall’interno capisci che esiste<br />

una zona grigia, in cui la legalità<br />

e l’illegalità si mescolano, il buono e<br />

il cattivo si confondono.<br />

Nel film si parla anche dei<br />

rifiuti: vediamo come arrivino<br />

dal Nord. La responsabilità è di<br />

LA RECENSIONE<br />

Il cinema civile<br />

che fa bene all’Italia<br />

invece che della questione<br />

morale e politica che mette<br />

in campo), ma semplicemente<br />

rilevando l’importanza per<br />

il film di arrivare a un pubblico<br />

più vasto possibile.<br />

Il successo di un film di cui<br />

ormai si sa tutto, fornisce così<br />

anche una chiave interpretativa<br />

delle sue scelte realizzative e<br />

quindi una nuova possibilità di<br />

lettura delle stesso. Dall’esigenza<br />

di arrivare a “tutti” quindi, la<br />

spinta a un cinema chiaro,<br />

SE OSSERVI<br />

QUESTO MONDO<br />

DALL’INTERNO<br />

NON CI SONO<br />

BUONI E CATTIVI<br />

diretto e in equivoco, che rifugge ogni ariosità,<br />

ma che gela il sangue proprio in virtù<br />

di ciò che mostra. Non è assolutamente<br />

l’unica strada per un cinema civile, ma è altresì<br />

vero che nel caso di Gomorra, la scelta<br />

si dimostra funzionale alla trasposizione<br />

cinematografica del romanzo-inchiesta di<br />

Roberto Saviano, la cui ricchezza descrittiva<br />

è nota. Non è un caso allora che la stampa<br />

internazione ha tessuto lodi trasversali<br />

a Gomorra, ma anche sollevato giustificati<br />

dubbi su una certa insistita antispettacolarizzazione.<br />

Un film col freno tirato è l’accusa<br />

che si è fatta più di frequente alla pel-<br />

L'intervista Matteo Garrone<br />

tutta l’Italia?<br />

Senz’altro: sicuramente il rapporto<br />

tra l’Occidente ricco e il Sud<br />

del mondo sfruttato è un tema ancora<br />

più ampio, mondiale. Il libro<br />

di Saviano è per tanti aspetti innovativo,<br />

mi ha colpito la sua capacità<br />

di descrivere le dimensioni del fenomeno<br />

a livello mondiale, come<br />

la camorra investe e si ramifica nel<br />

mondo. Non è solo un problema<br />

locale. E il fatto che il film abbia<br />

avuto un’accoglienza così buona<br />

a Cannes, a livello internazionale,<br />

mi fa pensare che abbia vari livelli<br />

di lettura.<br />

Che domande ti ha fatto la<br />

LUDWIG WITTGENSTEIN, FILOSOFO<br />

PAGINA 21<br />

Roma,<br />

Quarticciolo.<br />

Il teatro<br />

e l’antica<br />

borgata<br />

licola. Una tesi legittima ma incompleta,<br />

perché Gamorra è sì, un film nero e senza<br />

speranze, sempre attento a non presentare<br />

il mondo della criminalità in modo affascinante.<br />

Ma in particolar modo è un film<br />

animato dal comprensibile desiderio di<br />

riappropriarsi di una contemporaneità che<br />

ci sfugge in modo irreversibile. E’ questo<br />

contatto col presente che manca alla stragrande<br />

maggioranza del cinema italiano,<br />

commerciale o autoriale che sia. E non è<br />

in gioco la quantità di finzione, ma la capacità<br />

di messa a fuoco di una società che si<br />

dimostra sempre meno intellegibile con gli<br />

strumenti tradizionali della politica, delle<br />

scienze sociali e infine del cinema. La sua<br />

essenzialità semi documentarista non getta<br />

Gomorra nel volga del cinema didascalico,<br />

perché le storie umane raccontate aprono<br />

squarci di ottimo cinema e lasciano addosso<br />

un disagio difficilmente rimuovibile.<br />

A. A.<br />

Ho filmato<br />

la zona grigia<br />

“Gomorra” e i luoghi di Saviano<br />

In alto: Toni Servillo<br />

sul set di “Gomorra”<br />

Il regista Matteo Garrone.<br />

In alto: Toni Servillo<br />

stampa estera?<br />

La domanda più ricorrente era<br />

se mi sentivo in pericolo, avendo<br />

tratto il film da un libro di uno scrittore<br />

minacciato di morte. Ci sono<br />

state varie letture del film, e vuol<br />

dire che è arrivato a tutti.<br />

In Gomorra c’è una<br />

stana fusione tra arte<br />

e vita: molti degli<br />

attori erano sullo<br />

schermo quello<br />

che sono nella<br />

vita.<br />

Per il mio modo<br />

di lavorare l’incontro<br />

tra la persona<br />

e il personaggio<br />

è importante, è<br />

sempre una sorta<br />

di matrimonio in<br />

cui si confondonono<br />

l’uno e l’altro.<br />

Quando Quando giro faccio<br />

molta attenzione ai<br />

luoghi, ai volti, perché<br />

entrambi parlano.lano.<br />

E poi verifico<br />

e riscrivo la sceneggiatura,<br />

e sono<br />

disposto anche a<br />

tradirla, se vedo<br />

che dall’esterno<br />

mi arriva qualche<br />

idea. Qui ho avuto<br />

la fortuna di lavorare con molti<br />

attori che vengono da esperienze<br />

in carcere, che hanno portato sullo<br />

schermo il loro vissuto. Così come<br />

molti ragazzi che vivono a Scampia<br />

e fanno teatro. Sono tutti attori, ma<br />

con alle spalle esperienze profonde<br />

che hanno portato dentro al film.<br />

Il cinema ha preso molto dalla<br />

malavita, ma anche dato: vediamo<br />

ragazzi che si ispirano a Scarface.<br />

Scarface è emblematico: la villa<br />

dove giocano i due ragazzi è quella<br />

di Schiavone, un boss ora in carcere,<br />

che aveva dato la cassetta di Scarface<br />

all’architetto dicendo: voglio una<br />

villa come quella di Tony Montana.<br />

La villa che vediamo all’inizio è<br />

proprio quella.


culture 19<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

ALL’OMBRA DEL VESUVIO<br />

Napoli, Grecia<br />

e piombo<br />

sotto la pelle<br />

ADRIANO MARENCO<br />

è in sala.<br />

Napoli è l’ombeli-<br />

“Gomorra”<br />

co di piombo del<br />

mondo. Napoli è tragedia greca,<br />

il destino inchiodato all’assenza<br />

di futuro, il piombo sotto la<br />

pelle, lo sguardo appassionato e<br />

glaciale, a volte un lampo di speranza.<br />

Napoli è il territorio artisticamente<br />

più fertile d’Italia.<br />

Napoli è cinema. Le sue contraddizioni,<br />

le frizioni eruttano<br />

scintille. Uno dei punti d’irradiazione<br />

è stata la scena teatrale<br />

a partire dal gruppo “Falso<br />

Movimento” di Mario Martone.<br />

Molto del cinema migliore<br />

degli ultimi anni viene da là.<br />

Napoli è un set pulsante dove si<br />

mescolano vita e morte, furore<br />

e comprensione. Gettiamo un<br />

breve sguardo sull’architettura<br />

mentale e fisica del set Napoli<br />

degli ultimi anni. Ecco allora le<br />

opere straordinarie di Antonio<br />

Capuano come Vito e gli altri,<br />

1991, storia presa dalla cronaca,<br />

i botti dell’ultimo dell’anno<br />

diventano i botti degli spari di<br />

un padre contro la famiglia.<br />

Vito resta orfano e diventa un<br />

killer bambino a 12 anni. Film<br />

di crudezza disarmante; Luna<br />

rossa, 20<strong>01</strong>, che è una canzone<br />

sul tradimento, qui la camorra<br />

diventa atemporale, eternamente<br />

fissata nell’Orestiade di<br />

Eschilo. Un capolavoro assoluto,<br />

straziante. Bellissimo anche<br />

La guerra di Mario, 2005. Altro<br />

protagonista è Mario Martone<br />

con L’amore molesto, 1995,<br />

film sull’ambigua ripetizione<br />

nei meandri della memoria<br />

del corpo da madre a figlia nei<br />

meandri di Napoli; Teatro di<br />

guerra, 1998, dove Napoli incontra<br />

ancora la tragedia eterna<br />

e fratricida nella compagnia<br />

che prova I sette contro Tebe di<br />

Eschilo nei Quartieri Spagnoli<br />

e vuole rappresentarla nella Sarajevo<br />

distrutta dalla guerra.<br />

Altri protagonisti sono Palo<br />

Sorrentino, artista di fama<br />

internazionale, L’uomo in più,<br />

20<strong>01</strong>; Francesco Patierno che<br />

con Pater Familias, 2003, ci dà<br />

uno sguardo architettonico,<br />

glaciale che strappa le budella<br />

su una generazione senza padri.<br />

E ancora Vincenzo Marra,<br />

Vento di terra, 2004; Antonietta<br />

de Lillo, Non è giusto, 20<strong>01</strong>;<br />

i fratelli Frazzi, Certi bambini,<br />

2004; Diego Olivares, I cinghiali<br />

di Portici, 2003; Giuseppe<br />

M. Gaudino che in Giro di lune<br />

tra terra e mare, 1998, narra<br />

il dramma della disgregazione<br />

fisica e mentale di Pozzuoli.<br />

Infine gli attori protagonisti<br />

di questo cinema da Anna<br />

Bonaiuto, Carlo Cecchi, Toni<br />

Servillo, Andrea Renzi a Licia<br />

Maglietta. Il tessuto connettivo<br />

comune è una città che vive e<br />

marcisce continuamente e continuamente<br />

si muove restando<br />

fissata al suo destino.<br />

Il cartoon sull’eccidio di Sabra e Chatila<br />

CANNES (FRANCIA)<br />

ADRIANO AIELLO<br />

Se un festival cinematografico<br />

dello spessore e della<br />

storia di Cannes, attraverso<br />

la sua selezione, si fa inevitabilmente<br />

specchio dei tempi<br />

che stiamo vivendo, l’edizione<br />

2008 getta una pietra tombale<br />

su una contemporaneità nera e<br />

deprimente. Perché a Cannes<br />

quest’anno non c’è stato spazio<br />

per il sorriso, ma solo per il dolore,<br />

la desolazione e l’angoscia<br />

per il futuro. Come per le famiglie<br />

senza speranza di Three<br />

Monkeys del turco Nuri Bilge<br />

Ceylan, o in Tokyo Sonata di<br />

Kurosawa Kyoshi. Come per il<br />

nostro Gomorra, o per Serbis che<br />

fa parlare di sé per le fellatio reali,<br />

o per altre furbe provocazioni,<br />

ma che racconta le Filippine con<br />

una disperazione che inquieta.<br />

Durezze di sguardo ma anche<br />

un’insopprimibile esigenza di<br />

riappropriarsi di una memoria<br />

storica che vacilla, come negli<br />

italiani Sangue pazzo e Il Divo,<br />

nel documentario di finzione<br />

cinese 24 City o nello straordinario<br />

Changelling di Clint Eastwood.<br />

Grande spazio anche<br />

alle biografie, in un festival, che<br />

mai come quest’anno, si è soffermato<br />

sui percorsi individuali,<br />

o raccontano pezzi di vita, estrapolati<br />

dal quotidiano, con risultati<br />

artisticamente discutibili, o<br />

centrando lo sguardo su personaggi<br />

di grande rilievo come nel<br />

fluviale biopic che Soderbergh<br />

ha dedicato al Che, o come nello<br />

splendido Hunger, ritratto del<br />

martire della resistenza nord-irlandese<br />

Bobby Sands.<br />

Ma è stato soprattutto il festival<br />

del discusso Waltz with<br />

Bashir, il film israeliano che ha<br />

in prima istanza dimostrato<br />

(come fu per Persepolis) che è<br />

possibile fare un cinema politico<br />

anche attraverso un linguaggio<br />

inaspettato, come quello dei car-<br />

WALTZ WITH BASHIR<br />

Libano<br />

danza di sangue<br />

toon. Che in un’opera antimilitarista<br />

funge soprattutto da messaggio,<br />

suggerendo l’idea che<br />

non esiste autentica possibilità<br />

di rappresentazione realistica<br />

dell’orrore di una strage falangista<br />

come quella che nel 1982<br />

colpì tremila rifugiati palestinesi<br />

che si trovavano nei campi profughi<br />

di Sabra e Shatila alla periferia<br />

di una Beirut ancora sotto<br />

il fuoco della guerra civile. Il<br />

titolo Waltz with Bashir si riferisce<br />

alla danza con mitra, di un<br />

soldato, che spara all’impazzata,<br />

sotto il ritratto gigante di Bashir<br />

Gemayel, il politico libanese ucciso<br />

in un attentato prima dell’investitura<br />

a Presidente della<br />

Repubblica ed è il risultato del<br />

costante lavoro di Ari Folman,<br />

documentarista della televisione<br />

israeliana, impegnato a far luce<br />

sulla situazione politica e sociale<br />

dei territori occupati. 2.300<br />

tavole disegnate e poi animate<br />

dallo studio dello stesso Folman,<br />

il Bridgit Folman Film Gang,<br />

con un interessante miscuglio di<br />

animazione tradizionale, tridimensionale<br />

e in Flash, per questo<br />

suo secondo esperimento di<br />

animazione, dopo che nel 2004<br />

aveva girato una serie televisiva<br />

dal titolo Parashat Ha-Shavua.<br />

Ed è proprio Folman in persona<br />

a fare da ponte con i fatti<br />

raccontati per ricordare quello<br />

che aveva vissuto durante il<br />

servizio militare in Libano nel<br />

1982 e che aveva del tutto rimosso.<br />

Attraverso le nove testimonianze<br />

registrate riaffiorano<br />

dalla memoria i terribili fatti<br />

di Beirut. Eppure, nonostante<br />

l’importanza dell’operazione e<br />

l’attenta ricostruzione dei fatti, il<br />

film non arriva completamente<br />

al nocciolo quella questione e il<br />

nodo politico rimane sospeso<br />

nel limbo di una pratica discorsiva<br />

piuttosto compromissoria.<br />

Se il lavoro sulla memoria<br />

storica è innegabile - come an-<br />

Un’immagine<br />

tratta dal<br />

film animato<br />

presentato a<br />

Cannes “Waltz<br />

with Bashir”<br />

sull’eccidio<br />

di Sabra e<br />

Chatila del 1982<br />

in Libano<br />

Il discusso<br />

lavoro di<br />

Ari Folman,<br />

documentarista<br />

della<br />

tv israeliana,racconta<br />

i terribili<br />

fatti di Beirut<br />

del 1982<br />

per sensibilizzare<br />

i<br />

giovani all’obiezione<br />

di coscienza<br />

che è indubbiamente vero che il<br />

film non risparmia critiche dirette<br />

o indirette alla possibile connivenza<br />

di Ariel Sharon, allora<br />

ministro della difesa israeliano<br />

- Folman sembra concentrarsi<br />

eccessivamente sull’universale<br />

bruttura della guerra attraverso<br />

un percorso suggestivo e onirico,<br />

che suggerisce il primato della<br />

psicologia sulla storia. Non è un<br />

caso che il suo primo obiettivo<br />

dichiarato è quello di sensibilizzare<br />

i giovani israeliani alla pra-<br />

Amatissimi gli italiani del 61esimo<br />

Festival del cinema di Cannes<br />

che portano a casa il Gran<br />

premio della giuria a Il Divo di<br />

Paolo Sorrentino e il Grand Prix<br />

a Gomorra di Matteo Garrone,<br />

tratto dal best seller di Saviano.<br />

E la Palma d’oro va, dopo ventuno<br />

anni, alla Francia: vince Entre<br />

les murs di Laurent Cantet. Premiate<br />

opere anti-hollywoodiane<br />

in toto, che somigliano al suo<br />

presidente – il contestatore e<br />

“anti-Bush” Sean Penn.<br />

Fra i film, gli autori e gli attori<br />

premiati si notano Le silence de<br />

Lorna dei fratelli Dardenne, premiato<br />

per la sceneggiatura;<br />

il Che ritratto da Steven<br />

Soderbergh, premiato<br />

per l’interpretazione di<br />

Benicio Del Toro; Linha<br />

da paso di Walter Salles,<br />

premiato per l’interpretazione<br />

di Sandra Corveloni,<br />

una matura esordiente. The<br />

Exchange di Clint Eastwood<br />

ha avuto un grottesco premio<br />

di consolazione; Tre<br />

scimmie del turco Nuri Bilge<br />

Ceylan è stato premiato per<br />

la regia; il Conte de Noel di Arnaud<br />

Desplechin invece ha dato<br />

modo di premiare Catherine<br />

Deneuve, immancabile come il<br />

tappeto rosso della croisette.<br />

A. S.<br />

tica dell’obiezione di coscienza,<br />

anche conscio dello stress posttraumatico<br />

che colpisce molti<br />

militari, afflitti da incubi e deliri.<br />

Uno scopo legittimo e in coerenza<br />

con il suo film, ma che<br />

nella realtà dei fatti, gli permette<br />

di minimizzare le responsabilità<br />

israeliane per l’accaduto, attraverso<br />

il ricorso alla metodologia<br />

assolutoria più classica, ovvero<br />

quella che vede i persecutori<br />

come delle pedine in un gioco<br />

comandato dall’alto.


EMILIANO CORARETTI<br />

20 Giovedì<br />

STEREO<br />

Si i sente una eco di anni No- Novanta<br />

in Vulgus, il nuovo disco<br />

degli Almamegretta. Ma nessuno<br />

si azzardi a parlare di operazione<br />

nostalgia. Perché sì, è vero,<br />

questa volta la band partenopea ha<br />

deciso di mettere insieme gli amici<br />

di un tempo: dall’ex frontman del<br />

gruppo, Raiz, che canta in Guarda<br />

annanz’, , a Julie Higgins, la cantante<br />

che li ha accompagnati nelle loro<br />

tournée più importanti. Però, se<br />

uno ripensa alla storia di Gennaro<br />

Tesone e compagni, non ha nulla<br />

di cui meravigliarsi: «Gli Almamegretta<br />

- spiega il fondatore del<br />

gruppo - è sempre stato un laboratorio<br />

sempre poco definibile. E<br />

probabilmente è proprio per questo<br />

motivo motivo che non siamo mai riusciti<br />

a fare un disco simile all’altro. Anche<br />

se c’è stato un momento in cui<br />

ci veniva richiesto». Per capire bene,<br />

bisogna tornare<br />

alla metà degli<br />

E’ impossi- anni Novanbile<br />

per una ta. Dopo che<br />

band nata l’esordio Figli di<br />

e cresciuta Annibale ne<br />

nella città fece<br />

partenopea<br />

fare un disco<br />

senza<br />

questa impronta:<br />

un<br />

mondo pieno<br />

di storia<br />

e tradizioni<br />

conoscere il sound dal respiro internazionale<br />

e Sanacore diventò un<br />

autentico disco di culto, con Lingo<br />

gli Almamegretta arrivarono a<br />

diventare delle pop star. O quasi.<br />

«Ricordo il concerto a Napoli per<br />

la presentazione dell’album: c’era<br />

davvero tanta gente, quasi a voler<br />

dimostrare che in quel periodo potevamo<br />

accontentare tutti».<br />

Da Lingo sono passati dieci<br />

anni esatti. E anche se la band<br />

ha subìto diversi cambiamenti,<br />

oggi gli Almamegretta sembrano<br />

aver trovato un suono che guarda<br />

al passato senza il rischio di facili<br />

ammiccamenti, continuando a<br />

LO SCRITTORE ISRAELIANO Abraham B.<br />

Yehoshua è noto in tutto il mondo, ed anche<br />

in Italia, per i suoi romanzi in parte ambientati<br />

ai giorni nostri ed in parte rivolti ad indagare<br />

la storia passata dell’ebraismo attraverso<br />

le vicende di personaggi che, pur colti nella<br />

loro dimensione familiare, sono governati<br />

dalla religione attraverso i suoi riti ed i suoi<br />

precetti. Da un suo romanzo Viaggio alla fine<br />

del millennio egli stesso ha ricavato il libretto<br />

dell’opera. Parrebbe che l’impulso iniziale del<br />

progetto sia partito proprio dallo scrittore,<br />

che, secondo quanto da lui stesso dichiarato,<br />

con l’avanzare dell’età (è nato nel 1936) ha<br />

cominciato ad amare il melodramma e dopo<br />

aver studiato numerosi libretti d’opera, per<br />

comprenderne lo spirito e le esigenze formali,<br />

ha deciso di predisporre il testo poetico da<br />

affidare alla musica di Josef Bardanashvili, un<br />

israeliano nato in Georgia. Il frutto di questa<br />

collaborazione, Viaggio alla fine del millennio,<br />

opera lirica in dieci scene (che ebbe la sua pri-<br />

29 Maggio 2008<br />

L'intervista Almamegretta<br />

CONFLITTI<br />

Yehoshua si dà all’Opera<br />

ma nel 2005 in Israele) è approdato all’Opera<br />

di Roma nella messa in scena originaria e con<br />

i cantanti, il corpo di ballo, il<br />

coro e l’orchestra dell’Opera<br />

di Tel Aviv.<br />

La storia, ambientata<br />

nel 999, dunque in pieno<br />

medioevo, narra del conflitto<br />

che sorge fra persone unite<br />

da legami familiari a causa<br />

delle differenti consuetudini<br />

matrimoniali. Yehoshua,<br />

sefardita di antica famiglia<br />

di Gerusalemme, e dunque<br />

ebreo “orientale” in un paese,<br />

Israele, votato alla cultura ed<br />

ai modi di vita occidentali<br />

esercitare una sana voglia di<br />

sperimentazione: «Sapevamo<br />

che mettendo insieme<br />

ben nove cantanti diversi<br />

- continua a spiegare Gennaro<br />

- rischiavamo una sorta<br />

di effetto compilation. Ma volevamo<br />

che Vulgus fosse il frutto<br />

delle nostre esperienze, una sintesi<br />

di quello che siamo<br />

sempre<br />

stati. E<br />

poi<br />

“Vulgus” , un mix sonoro istintivo<br />

CHI<br />

I napoletani Almamegretta, con<br />

Raiz alla voce, formano la band nel<br />

1991 e fin da subito si impongono<br />

sulla scena musicale italiana con il<br />

primo mini-album Figli di Annibale.<br />

Nel 1993 esce il primo cd Animamigrante,<br />

ed è proprio durante la<br />

produzione di quel disco che avviene<br />

l’incontro con Stefano “D.Rad”,<br />

soundman del gruppo, morto tragicamente<br />

nel 2004 in un incidente<br />

stradale e al quale è stato dedicato<br />

un concerto all’Auditorium di Roma<br />

con tanti ospiti musicali illustri.<br />

Foto:<br />

Mario<br />

Di Bonito<br />

Da quella serata è stato tratto un<br />

“instant cd”. Negli anni successivi<br />

si consolida il successo della band<br />

partenopea (Sanacore, Indubb, Lingo,<br />

ecc.). Nel 2003 Raiz lascia la<br />

band per intraprendere la carriera<br />

solista, quindi ha inizio una nuova<br />

fase della storia degli Almamegretta<br />

con Lucariello e le voci femminili<br />

prima di Patrizia Di Fiore e poi di<br />

Zaira e Marina. Nel 2006 esce Dubfellas,<br />

primo cd stumentale e nel<br />

2008 Vulgus, con ospiti come Raiz<br />

e Massive Attack.<br />

La soprano Larissa Tetuev<br />

crediamo che il suono del cd sia<br />

anche il risultato di tutti i live che<br />

facciamo anche quando non siamo<br />

in tour per presentare un prodotto<br />

nuovo».<br />

Nelle quindici tracce dell’album<br />

c’è la voglia di ballare e quella<br />

di creare un mix sonoro “istintivo” e<br />

facilmente riconoscibile, l’esigenza<br />

di essere mediterranei e quella di<br />

restare napoletani: «E’ impossibile,<br />

per una band nata e cresciuta a<br />

Napoli, fare un disco senza lasciarci<br />

dentro tracce della città. Ma all’inizio<br />

delle registrazioni ci siamo detti:<br />

“Non facciamoci tentare dalla<br />

situazione, non scriviamo canzoni<br />

deve aver vissuto personalmente la lacerazione<br />

fra due visioni della vita per molti aspetti<br />

contrastanti, ne ha sicuramente<br />

tratto ispirazione per<br />

questo testo come anche pel<br />

suo libro più famoso Il signor<br />

Mani. Su un piano più<br />

generale il conflitto che egli<br />

mette in scena alla fine del<br />

primo millennio adombra<br />

il ben più violento conflitto<br />

che stiamo oggi vivendo -<br />

Israele e Palestina ne sono<br />

la ferita sanguinante - tra<br />

mondo occidentale e mondo<br />

orientale.<br />

Il regista, Omri Nitzan,<br />

culture<br />

per piangerci addosso”. Abbiamo<br />

così cercato di trasformare Napoli<br />

in un simbolo: nella voglia di essere<br />

parte di un mondo pieno di storia e<br />

di tradizione. La nostra città ne ha<br />

da vendere, di storia: solo che ormai<br />

quel Rinascimento che si respirava<br />

qualche tempo fa si è trasformato<br />

in puzza di mondezza….». Per affrontare<br />

Napoli in modo diverso,<br />

questa volta gli Almamegretta si<br />

sono anche lasciati aiutare.<br />

Tra gli ospiti di Vulgus, infatti,<br />

IL TOUR<br />

Prosegue il<br />

tour degli Almamegretta:<br />

il<br />

3/7 a Corsico<br />

(Mi), il 4 a<br />

Nervi (Ge), il<br />

5 a Grottammare<br />

(Ap), il<br />

17 a Napoli<br />

con Raiz, più<br />

Massive Attack,<br />

il 23 a<br />

Suisio (Bg), il<br />

25 a Staranzano<br />

(Go), il 27<br />

a Roma. Ad<br />

agosto: il 9 a<br />

Melfi (Pz), il 10<br />

a Cervinara<br />

(Av), l’11 a<br />

Montefalcone<br />

di Val Fortore<br />

(Bn) e il 23 a<br />

Cotronei (Kr)<br />

c’è anche Peppe<br />

Lanzetta, storica<br />

voce della città,<br />

attore e autore<br />

di un testo fondamentale<br />

come<br />

Figli di un Bronx<br />

minore, e nel disco<br />

voce recitante<br />

di Bum Bum:<br />

«L’incontro con<br />

Peppe è stato<br />

naturale. Come<br />

naturale è stato<br />

ascoltare la sua<br />

voce nel nostro<br />

album: del resto<br />

noi e lui abbiamo<br />

sempre<br />

fatto due percorsi<br />

paralleli,<br />

raccontando<br />

un po’ le stesse<br />

cose con due<br />

linguaggi simili<br />

ma non uguali».<br />

“Naturale”, in<br />

questo momento di ritorno alle<br />

origini, è stata anche la re-union<br />

con i Massive Attack. La collaborazione<br />

tra gli Almamegretta e<br />

la band di Bristol rimane ormai<br />

negli annali della musica dello<br />

scorso decennio (avete presente<br />

il remix del brano Karmacoma?).<br />

Ma se si chiede a Gennaro cosa si<br />

aspetta dal concerto del 17 luglio<br />

al Neapolis Festival, quando il suo<br />

gruppo (con Raiz alla voce) aprirà<br />

il live dei maestri del trip hop, lui<br />

non ha dubbi: «Vogliamo divertirci,<br />

suonare con dei vecchi amici e<br />

non lasciarci andare alla nostalgia.<br />

Che non fa mai bene».<br />

ha solo in parte colto questo aspetto di attualità<br />

politica, preferendo una lettura fiabesca<br />

che evidenziasse la magia del viaggio, gli<br />

abbandoni sentimentali e gli spunti comici<br />

ben assecondato dalla costumista e scenografa<br />

(Ruth Dar). Quanto alla musica l’impressione<br />

di sintesi è che l’autore sia un frutto<br />

maturo della stagione dei grandi compositori<br />

russi del secolo scorso e persino del nostro<br />

Puccini per la struttura complessiva dell’opera<br />

che, pur dando molto spazio al declamato,<br />

fa ancora ricorso alle arie, ai concertati, ai<br />

duetti e agli ensemble. In definitiva quella di<br />

Bardanashvili, alla sua prima prova nell’opera<br />

lirica, può essere definita una musica colta,<br />

per alcuni tratti accademica, molto legata alle<br />

origini georgiane dell’autore. Le pagine più<br />

apprezzate, dove ha saputo mettere in mostra<br />

le sue migliori qualità musicali sono quelle,<br />

molto numerose, affidate al coro, accattivanti<br />

e di grande presa emotiva.<br />

GUIDO CORAZZIARI


culture<br />

La Costituzione<br />

che “resiste”<br />

Ninni Bruschetta porta in scena<br />

“poesia e necessità” del testo del ’48<br />

DIEGO VINCENTI<br />

A<br />

SIPARIO<br />

scorrere la Costituzione viene<br />

la pelle d’oca. Emozione<br />

e angoscia. Perché ormai<br />

sembra quasi che parli ad un altro<br />

Paese. Diritto al lavoro, pace,<br />

uguaglianza, libertà religiosa, democrazia.<br />

Con la cronaca (nera e<br />

politica) a contraddirla quotidianamente.<br />

Ma nonostante insulti,<br />

minacce e tradimenti, la Costituzione<br />

resiste. Per ora. Fragile<br />

baluardo cartaceo di unità e valori<br />

universali, arriva a compiere i 60<br />

anni dall’entrata in vigore. Era il<br />

primo gennaio 1948 e l’Italietta<br />

cercava di riscoprirsi grande dopo<br />

i fasci-deliri. Come i giornali, anche<br />

il teatro è da sempre sensibile<br />

agli anniversari, e ogni tanto qualche<br />

buon’anima ancora considera<br />

il palcoscenico riflesso privilegiato<br />

della realtà. Di tutte le realtà.<br />

Nasce così, dove non ti aspetti,<br />

uno dei progetti più interessanti<br />

legato a questi 60 anni. Merito del<br />

Teatro del Quarticciolo, impegnatosi<br />

nella sua prima produzione<br />

(alle spalle il Teatro di Roma)<br />

che pare segnare qualcosa di più<br />

di una semplice volontà artistica.<br />

(In)diretta dichiarazione d’intenti,<br />

per un palcoscenico giovane<br />

giovane ma già amatissimo. A<br />

dirigere La Costituzione (in prima<br />

nazionale dal 2 al 4 giugno)<br />

Ninni Bruschetta, tante volte visto<br />

a teatro e al cinema (Luchetti,<br />

Giordana, Battiato), ora spinto<br />

dal desiderio di riscoprire il conosciuto,<br />

di riappropriarsi di ciò che<br />

già dovrebbe appartenere.<br />

«Il primo obiettivo è quello<br />

di spiegare che cosa sia la Costituzione<br />

– sottolinea – perché in<br />

realtà ben pochi la conoscono.<br />

Poi come al solito a teatro, ad<br />

emergere è il racconto: della sua<br />

nascita, della sua vitalità, come<br />

anche dell’indifferenza e delle pericolose<br />

violazioni che minano la<br />

natura stessa della democrazia e<br />

della Repubblica. Una democrazia<br />

assente, non perché non siamo<br />

liberi, ma perché non abbiamo<br />

reali governi del popolo, solo governi<br />

di sistema. Quello scarto fra<br />

il palazzo e la nazione di cui già<br />

parlava Pasolini. Ma lo spettacolo<br />

è anche il racconto dei principi e<br />

dei valori che la sostengono, che<br />

ne fanno un testo umano, quasi<br />

poetico nella sua essenzialità».<br />

Poetico e necessario. Ma certo<br />

difficile da mettere in scena. Un<br />

lavoro in divenire che parte dal<br />

Ventennio (con la lettera di Einstein<br />

a Mussolini sulla libertà del-<br />

la scienza), passa per<br />

Trilussa e si concentra<br />

infine sui primi 54 articoli,<br />

declinati in un<br />

rito teatrale che apre<br />

fessure, dubbi, nuove<br />

resistenze. Con al centro sempre<br />

l’attore. «Ci sono 3 o 4 professionisti,<br />

il resto sono studenti, appassionati,<br />

gente comune. Tutti legati<br />

al territorio, parte integrante di<br />

questo quartiere popolare antico<br />

e bellissimo, che ora sta anche<br />

scoprendo il teatro. Ed è incredibile<br />

come il luogo abbia da subito<br />

avuto una forza attrattiva magnetica.<br />

Ci sono mascherine che du-<br />

INSCENA<br />

SERATA D’ADDIO. Fino al 1°<br />

giugno. Di e con Paolo Villaggio,<br />

al Teatro della Cometa di Roma.<br />

Tre atti unici ispirati dalle opere<br />

di Cechov e Pirandello. Villaggio,<br />

in forma e solo sul palcoscenico,<br />

ci regala Il fumo uccide (ispirato a<br />

Il tabacco fa male di Cechov), Una<br />

vita all’asta (da Il canto del cigno<br />

di Cechov) e L’ultima fidanzata<br />

(ispirato a L’uomo dal fiore in bocca<br />

di Pirandello). Ironico, cattivo,<br />

grottesco, divertente, Villaggio<br />

racconta intermezzi di vita e di<br />

teatro, di maschera e di uomo<br />

in solitudine coi suoi demoni e i<br />

suoi ricordi romantici.<br />

A CURA DI A. D. B.<br />

La sala del nuovo Teatro-biblioteca<br />

del Quarticciolo a Roma, diretto da Paola<br />

Cortellesi e Valerio Mastandrea (nella foto<br />

a destra); a sinistra: Ninni Bruschetta, attore<br />

e regista de “La Costituzione”<br />

rante le prove stanno<br />

lì a sentirsi quattro<br />

ore di laboratorio<br />

che mi romperei le<br />

palle io di ascoltare.<br />

Eppure rimangono<br />

lì, dalla prima all’ultima parola»<br />

racconta l’attore. Professionismo<br />

e la freschezza del non scolarizzato.<br />

Sensibilità libere che donano<br />

sfumature nuove alle dinamiche<br />

drammaturgiche.<br />

Sul palco, un’umanità varia:<br />

dall’operaio che finalmente ci<br />

prova, al musicista palestinese, fino<br />

a una giovane madre che alle<br />

19 deve inderogabilmente staccare<br />

(causa famiglia). Non tutti<br />

d’altronde si possono permettere i<br />

fusi orari teatrali… E tra le pieghe,<br />

la celebre conferenza di Calamandrei<br />

all’Umanitaria di Milano (26<br />

gennaio 1955). «Un testo meraviglioso<br />

- conclude Bruschetta - in<br />

cui si sottolinea come la Costituzione<br />

sia stata scritta con il sangue<br />

della Resistenza, in opposizione al<br />

fascismo. Calamandrei lo diceva,<br />

non certo un pericoloso bolscevico.<br />

E senza rivalsa politica, come<br />

il dato di fatto quale è». Teatro<br />

che si schiera, senza nascondersi<br />

nei salotti della cultura. Sarebbero<br />

piaciuti a Calamandrei, il progetto<br />

e questo teatrino di periferia. Molto.<br />

A lui che, oltre a ricordare la<br />

lotta antifascista, censurava la passività<br />

di fronte agli avvenimenti:<br />

“una delle offese che si fanno alla<br />

Costituzione è l’indifferenza alla<br />

politica”. Lunga vita allora. E che<br />

sia Resistenza. Ora e sempre.<br />

Giovedì 29 Maggio 2008 21<br />

Al nuovo<br />

Teatro del<br />

Quarticciolo<br />

a Roma, lo<br />

spettacolo<br />

sarà in primanazionale<br />

dal 2 al 4<br />

giugno. Sul<br />

palco anche<br />

un operaio e<br />

un musicista<br />

palestinese<br />

NELLA CAPITALE<br />

L’antica borgata<br />

e il palcoscenico<br />

Era l’ex mercato coperto del quartiere. Una<br />

costruzione terminata nel 1960, buttata<br />

lì, proprio nel cuore. Ma da qualche mese<br />

è divenuto il nuovo Teatro-Biblioteca del<br />

Quarticciolo a Roma, avveniristico che pare<br />

di stare a Parigi. Con l’antica borgata a far<br />

spazio al palcoscenico. All’improvviso. Girato<br />

un angolo. Parte del progetto dei Teatri<br />

di Cintura (insieme a Tor Bella Monaca e al<br />

Lido ad Ostia), è stato dato in gestione allo<br />

Stabile che ne ha affidato la direzione alla<br />

coppia Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea.<br />

Già anomali solo per la carta d’identità, figurarsi<br />

nello spirito.<br />

E’ nata così una mezza stagione sorprendente,<br />

fra teatro e letteratura, con nomi di<br />

richiamo e interessantiscoperte.<br />

Morale,<br />

platea piena<br />

ogni sera. Ora<br />

si concretizza<br />

anche l’impegnoproduttivo,<br />

con il<br />

progetto sullaCostituzione<br />

e i suoi<br />

sessant’anni.<br />

Il 2 giugno<br />

il debutto<br />

del lavoro sul territorio curato da Ninni Bruschetta.<br />

Intorno, come satelliti, letture pubbliche,<br />

incontri e il curioso lavoro dell’associazione<br />

culturale livornese “Teatro del Porto”: da<br />

qualche tempo se ne vanno in giro a chiedere<br />

alle persone che cosa ne pensano della Costituzione.<br />

Terrore nel quartiere. Video-indagine<br />

che sarà trasmessa durante i giorni di festa.<br />

E sarà curioso sentire come si è trasformata la<br />

borgata, quali le nuove sensibilità, cosa si dice<br />

fra i vicoli. Che una volta Quarticciolo significava<br />

Resistenza, il Gobbo e la sua banda, gli<br />

immigrati pugliesi e non, che alle strade davano<br />

il nome del paese che lasciavano. Mentre<br />

ultimamente lo si ricordava soprattutto<br />

per aver visto i primi calci al pallone di Paolo<br />

Di Canio… Segno dei tempi.<br />

In via Castellaneta, fra viale Palmiro Togliatti<br />

e via Prenestina. Info: 06 98951725 o<br />

www.teatrobibliotecaquarticciolo.it.<br />

D. V.


22<br />

Giovedì 29 Maggio 2008<br />

Comunisti a Vicenza<br />

Il laboratorio dell’unità<br />

Il 23 maggio 2008 ha avuto luogo a Vicenza un’iniziativa sull’unità<br />

dei comunisti con (tra gli altri) Gianluigi Pegolo e Oliviero Diliberto.<br />

E’ una scommessa. Vicenza è, da sempre, una città e una<br />

provincia moderata, prima democristiana e ora leghista, per molti è un<br />

simbolo: per Berlusconi che spesso è qui per le sue campagne elettorali<br />

e mediatiche; per la Lega che ha qui il suo parlamento del nord; per il<br />

Pd che sperimenta qui le rotture delle alleanze (come alle provinciali<br />

del 2007) e le candidature emblematiche (Calearo); per i padroni che<br />

sperimentano qui, approfittando di un sindacato debole e di una sinistra<br />

ancor più debole, le loro “nuove” forme di contrattazione, la delocalizzazione<br />

selvaggia, lo sfruttamento intensivo delle persone e del<br />

territorio, l’uso degli organi di informazione (di cui sono proprietari)<br />

che li fanno apparire “moderni”, “buoni”, “sorridenti”. Ma Vicenza è<br />

un simbolo anche per chi si oppone alla costruzione della nuova base<br />

Usa al Dal Molin.<br />

I comunisti, comunque, sono pochissimi, esclusi dagli organi di informazione,<br />

con scarsissime risorse. Eppure la bella sala dei Chiostri<br />

di Santa Corona è stracolma. Arrivano donne, uomini e tanti giovani.<br />

Si salutano compagni che non si vedevano da tempo, cittadini che<br />

partecipano per la prima volta a una manifestazione di comunisti. Per<br />

Vicenza è una cosa straordinaria. Alvise (Giovani comunisti), parla per<br />

primo e presenta la serata. Poi è la volta di Trevisan (No Dal Molin).<br />

Dinucci (manifesto) illustra lo scenario internazionale con la consueta<br />

competenza e chiarezza. Interviene Giovanni Baron, operaio di una<br />

grande fabbrica di Bassano del Grappa, comunista italiano, e parla di<br />

condizioni nei luoghi di lavoro, di speranze deluse, della progressiva<br />

cancellazione della solidarietà di classe. Dice della debolezza di un sindacato<br />

troppo attento a difendere diritti già acquisiti, poco propositivo,<br />

raramente conflittuale. Un discorso breve, sincero e appassionato che<br />

afferma un’esigenza: la politica deve tornare in fabbrica. I lavoratori si<br />

sentono abbandonati ma hanno ancora l’esigenza di costruire una prospettiva<br />

di cambiamento della società. Vogliono poter sperare ancora.<br />

Dopo l’intervento di Pegolo del Prc, il segretario nazionale del Pdci<br />

Oliviero Diliberto conclude la serata, iniziando proprio dalla necessità<br />

di avere ancora speranza. La storia non è finita e la ricostruzione di una<br />

prospettiva di cambiamento non può procedere che da quelle forze organizzate<br />

della sinistra italiana che da sempre hanno lottato per la difesa<br />

e l’affermazione dei principi costituzionali. Dai comunisti appunto.<br />

Il Pdci non si scioglie, si mette a disposizione di questo grande progetto.<br />

E’ un appello accorato all’unità dei comunisti. La platea ascolta con<br />

attenzione. La sala è piena zeppa di cittadini e lo resterà fino alla fine.<br />

Gli applausi sono continui quando si parla dei valori, degli ideali che<br />

devono tornare ad essere fondamento della politica, quando si parla<br />

della falce e martello non come simbolo di un passato glorioso, ma di<br />

una prospettiva. Applausi convinti quando Diliberto parla di necessità<br />

di conflitto sociale riportando la politica nei luoghi di lavoro, di esigenza<br />

che la cultura sia il motore del fare politica. Ma soprattutto quando,<br />

concludendo, dice di quanto sia necessaria la diversità comunista<br />

in Italia. Di come sia attuale la questione morale così come l’ha posta<br />

Enrico Berlinguer quasi trent’anni fa. In un tempo di omologazione<br />

è indispensabile costruire e mantenere vivo un partito che sia diverso<br />

dagli altri, che dia speranza di poter trasformare la società. Un Partito<br />

Comunista. La serata finisce con la convinzione che stiamo percorrendo<br />

un strada difficile e piena di insidie, ma che ce la faremo.<br />

GIORGIO LANGELLA<br />

SEGRETARIO PDCI VICENZA<br />

VENETO<br />

PADOVA. 4 giugno ore 20,30. Presso<br />

la Federazione Pdci, via Fra’<br />

Gerolamo Eremitano 24, attivo<br />

provinciale delgi iscritti,<br />

interviene Severino<br />

Galante, segreteria<br />

nazionale Pdci.<br />

ROVIGO. 29 maggio<br />

ore 20,30. Presso la<br />

sala Arci, via Trieste.<br />

Attivo provinciale<br />

degli iscritti, interviene<br />

Severino Galante, segreteria<br />

nazionale Pdci.<br />

EMILIA ROMAGNA<br />

PAVULLO NEL FRIGNANO<br />

(MO). 30 maggio ore 20,30. Sala<br />

Consiliare della Comunità Montana,<br />

piazza Montecuccoli, presentazione<br />

del libro: “Lotte di<br />

classe e Costituzione. Diagnosi<br />

dell’Italia repubblicana”, di Andrea<br />

Catone. Ne discutono con<br />

l’autore: Piergiorgio Bergonzi, se-<br />

COME ABBONARSI<br />

Annuale (50 numeri)<br />

• postale<br />

€ 36,00<br />

• coupon in edicola<br />

€ 44,00<br />

• sostenitore<br />

€ 155,00<br />

• enti e associazioni<br />

greteria nazionale Pdci, Marcello<br />

Graziosi, scrittore.<br />

MARCHE<br />

ANCONA. 30 maggio ore 17,30.<br />

Sala comunale audiovisivi, via Bernabei<br />

30: “Unire i comunisti per<br />

ricostruire la sinistra e il fronte<br />

democratico”. Intervengono: Enrico<br />

Massera, tecnico Telecomsegretario<br />

sezione Prc, Ciro Argentino,<br />

operaio Thyssen Krupp<br />

Torino.<br />

PUGLIA<br />

MODUGNO (BA).<br />

30 maggio ore 21.<br />

Sala Beatrice Romita,<br />

via Maranda<br />

52: “I lavoratori si<br />

organizzano per ridare<br />

centralità e sicurezza<br />

al lavoro”. Introduce Sebastiano<br />

Pantaleo, sezione “Karl<br />

Marx” zona industriale Bari-Modugno;<br />

conclude, Gianni Pagliarini,<br />

segreteria nazionale Pdci.<br />

SARDEGNA<br />

TRAMATZA (OR). 30 maggio ore<br />

16. Presso il Centro Servizi: comitato<br />

regionale sulla situazione<br />

politica. Interviene Pino Sgobio,<br />

segreteria nazionale Pdci.<br />

€ 51,00<br />

• estero<br />

€ 130,00<br />

Semestrale (25 numeri)<br />

€ 18,00<br />

Numeri arretrati<br />

www.larinascita.net<br />

distribuzione@larinascita.net<br />

€ 4,00<br />

tel 06.68400824<br />

fax 06.68892730<br />

c. c. p. 30756696<br />

intestato a LAERRE<br />

Soc. Coop.<br />

Gli abbonamenti possono anche essere sottoscritti telefonicamente<br />

pagando con la carta di credito. La stessa modalità di pagamento potrà<br />

essere utilizzata per le copie destinate alla diffusione militante. Per<br />

informazioni telefonare dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,30 alle ore 14,30<br />

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Informativa Ex Art. 13 D.Lgs. 196/2003 – Gentile abbonato/a, Laerre Soc. Coop. a r. l. Titolare<br />

del trattamento dati, La informa che i dati personali e sensibili da Lei forniti verranno utilizzati nei<br />

limiti e per il perseguimento delle finalità relative al rapporto contrattuale in corso. In particolare<br />

il trattamento sarà finalizzato agli adempimenti inerenti e conseguenti allo svolgimento di tutte<br />

le attività amministrative, commerciali, contabili e fiscali. Il conferimento dei dati personali e<br />

sensibili è indispensabile per adempiere agli obblighi di legge e a quelli derivanti dal contratto.<br />

Lei ha diritto di consultare, modificare, integrare o cancellare i Suoi dati. I suddetti dati potranno<br />

essere comunicati a soggetti pubblici, in aderenza ad obblighi di legge e a soggetti privati per<br />

trattamenti funzionali all’adempimento del contratto. L’elenco aggiornato di tutti i Responsabili<br />

del trattamento dati può essere richiesto per iscritto presso la sede del Titolare del trattamento<br />

dati, Via Cola di Rienzo 280, 0<strong>01</strong>92 Roma, tel. 06.6840081. La sottoscrizione dell’abbonamento<br />

costituisce presa visione ed accettazione implicita della presente informativa.<br />

post@<br />

AREZZO, UN PARTITO<br />

SEMPRE PIÙ FORTE<br />

LAURA VICHI, ASSESSORE alle<br />

Politiche sociali, alla Scuola e alle<br />

Politiche giovanili del comune di<br />

Monte San Savino, si è tesserata<br />

al partito dei Comunisti italiani.<br />

Esprimo viva soddisfazione per<br />

il fatto che Vichi abbia deciso<br />

di entrare nel partito che rappresento<br />

in provincia di Arezzo.<br />

L’operato della compagna Laura<br />

Vichi nel Comune della Valdichiana<br />

è assolutamente apprezzabile<br />

e molto importante per la<br />

comunità; alla luce, anche, degli<br />

importanti compiti che deve affrontare<br />

sul tema dell’istruzione,<br />

delle politiche sociali e delle politiche<br />

giovanili.<br />

In questa fase politica, nella<br />

quale la sinistra dovrà lavorare sodo<br />

per ricostruire un radicamento<br />

sociale nel paese, l’apporto di<br />

nuove energie è assolutamente un<br />

dato di notevole importanza. Penso,<br />

infine, sia importante ricordare<br />

la tanta esperienza nel mondo del<br />

volontariato e delle politiche sociali<br />

della compagna Laura Vichi;<br />

un’esperienza che potrà portare nel<br />

partito dei Comunisti italiani per<br />

far crescere ancora di più la nostra<br />

proposta politica ad Arezzo e in<br />

tutto il paese.<br />

GIANCARLO CATENI<br />

SETTIMANALE DI POLITICA E CULTURA<br />

DEL PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI, REGISTRATO AL<br />

TRIBUNALE DI ROMA - N°46 IN DATA 27 GENNAIO 1999<br />

DIRETTORE<br />

MAURIZIO MUSOLINO<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

GIANNI MONTESANO<br />

DIRETTORE EDITORIALE<br />

CORRADO PERNA<br />

CAPOREDATTORE<br />

RAFFAELLA ANGELINO<br />

PROGETTO GRAFICO<br />

GABRIELE FASAN<br />

SEGRETARIA DI REDAZIONE<br />

VALERIA RUSSO<br />

REDAZIONE@LARINASCITA.NET<br />

VIA COLA DI RIENZO 280, 0<strong>01</strong>92 ROMA<br />

TEL. +39.06.6840081, FAX +39.06.68892730<br />

EDITORE LAERRE SOC. COOPERATIVA, VIA COLA DI<br />

RIENZO 280, 0<strong>01</strong>92 ROMA, TEL. +39.06.6840081,<br />

FAX +39.06.68400837.<br />

DISTRIBUZIONE SODIP, VIA BETTOLA 18, CINISELLO<br />

BALSAMO.<br />

RICEZIONE E STAMPA ROTOPRESS SRL, VIALE ENRICO<br />

ORTOLANI 33/37 ROMA<br />

CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 26 MAGGIO 2008 ALLE 17<br />

QUESTA TESTATA FRUISCE DEI CONTRIBUTI<br />

DI CUI ALLA LEGGE 7 AGOSTO 1990 N°250 E S.M.


COLIER<br />

Quando la strategia politica per prossimi anni sarà ultimata non ci sarà più nulla da fare!<br />

Le trasformazioni internazionali<br />

PRIORITA’<br />

RIFIUTI<br />

(ROM INCLUSI)<br />

La strategia<br />

araba<br />

tratta da “Hizbollah Tv”<br />

Appena insediato, il Berlusconi<br />

IV ha dovuto affrontare le<br />

questioni sicurezza e rif iuti<br />

campani. Essendo però impossibile<br />

capire quale di queste emergenze<br />

sia prioritaria sull’altra, si è deciso<br />

di risolverle insieme in un unico<br />

Cdm. L’accostamento coatto ha però<br />

reso più vivace il dibattito nella<br />

destra e da più parti si è giunti alla<br />

conclusione che in fondo la sicurezza<br />

dipende dagli immigrati e che<br />

questi possono essere equiparati alla<br />

spazzatura. Bocciata invece l’ipotesi<br />

leghista di considerare clandestini i<br />

campani al di sopra di Caserta. Così,<br />

se la destra moderata vede di buon<br />

occhio incenerire i clandestini insieme<br />

ai cumuli di spazzatura, quella più<br />

radicale è per rispedire spazzatura<br />

e clandestini nei paesi d’origine. E’<br />

infatti assodato che non esistendo più<br />

il “made in Italy”, si possa rispedire<br />

la totalità dei rif iuti in Cina e negli<br />

altri paesi esportatori in Italia. A chi<br />

in Europa dice che così si potrebbe<br />

inconsapevolmente sfociare in una<br />

variante di destra del nazismo, il<br />

governo è pronto a rispondere che<br />

da giugno le baracche dei rom non<br />

pagheranno più l’Ici. Comprese<br />

quelle di lusso! Si è deciso di venire<br />

incontro alle critiche escludendo dai<br />

provvedimenti le badanti, la tv<br />

spazzatura e i casi umani per la tv<br />

spazzatura. Da approfondire invece<br />

la richiesta della campana Carfagna:<br />

fare la raccolta differenziata senza<br />

discriminazioni e cumulare i<br />

sacchetti di spazzatura con sobrietà.<br />

Allo studio un apposito f iocco rosa.<br />

L’ALTRO SECOLO<br />

23<br />

a cura di<br />

Giorgio Fasan Giovedì 29 Maggio 2008<br />

Lido Contemori<br />

Giuliano - “Un anno da rottamare” , Ponte alle Grazie1997<br />

Cosimo Brunetti<br />

Cosimo Brunetti<br />

Paco<br />

Roma capitale:<br />

da “ladrona”<br />

a xenofoba<br />

In Italia proseguono con successo<br />

gli interventi di ingegneria genetica<br />

«<strong>Prima</strong> di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.<br />

Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.<br />

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.<br />

Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.<br />

Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare»<br />

Bertolt Brecht<br />

Cosimo Brunetti<br />

hanno collaborato<br />

Lido Contemori, Marco Vukic,<br />

Italìus, Pedro, Manlio Truscia,<br />

Bertolt Brecht, Cosimo Brunetti,<br />

Marco “Gaucho” Filippi, Paco<br />

Oggi, forse, è presto per rimettersi veramente in moto. Domani certamente sarà tropo tardi<br />

“Gaucho”<br />

Vukic<br />

Pedro<br />

Marco Vukic<br />

Pigneto: il buon Gianni,<br />

detto Alemanno: “...il raid<br />

e l’aggressione sono<br />

di una gravità inaudita.<br />

Non passeranno<br />

sotto silenzio”.<br />

Difatti il rumore cresce!<br />

E assieme cresce anche<br />

chi lo ha alimentato.<br />

E’ il Nero<br />

il colore<br />

che più<br />

fa salire<br />

il sangue<br />

alla testa<br />

Italìus<br />

Manlio Truscia

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