Coltivazione del riso con metodo biologico - Dote Regione Lombardia
Coltivazione del riso con metodo biologico - Dote Regione Lombardia
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<strong>Coltivazione</strong> <strong>del</strong> <strong>riso</strong><br />
<strong>con</strong> <strong>metodo</strong> <strong>biologico</strong><br />
Quaderni <strong>del</strong>la ricerca<br />
N° 72 - settembre 2007
Sperimentazione finanziata dalla <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> nell ambito dei seguenti progetti di ricerca:<br />
L innovazione varietale dei sistemi colturali per la valorizzazione qualitativa <strong>del</strong>la<br />
produzione cerealicola Lombarda CEREALOMB Piano per la ricerca e lo sviluppo 2003<br />
Sperimentazione varietale ed agronomica per la coltivazione <strong>del</strong> <strong>riso</strong> in <strong>Lombardia</strong> -<br />
RISOLOMB 1 - Piano per la ricerca e lo sviluppo 2004<br />
Sperimentazione varietale ed agronomica per la coltivazione <strong>del</strong> <strong>riso</strong> in <strong>Lombardia</strong> -<br />
RISOLOMB 2 - Piano per la ricerca e lo sviluppo 2005<br />
Testi a cura di :<br />
Marco Romani, Gianluca Beltarre<br />
Ente Nazionale Risi<br />
Centro Ricerche sul Riso<br />
Ha realizzato le attività sperimentali:<br />
Ente Nazionale Risi<br />
Centro Ricerche sul Riso<br />
Strada per Ceretto, 4, 27030 Castello d Agogna (PV)<br />
Tel. +39 038425601 fax +39 038498673<br />
Referente: Marco Romani tel. +39 03842560221<br />
e-mail: crr.agronomia@enterisi.it<br />
Coordinamento Regionale<br />
Luisa Bonomi tel 02 67652585<br />
e-mail: luisa_bonomi@regione.lombardia.it<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> - Direzione Generale Agricoltura<br />
U.O. Interventi per la competitività e l innovazione tecnologica <strong>del</strong>le aziende<br />
Struttura Ricerca e innovazione tecnologica<br />
Via Pola 12/14<br />
Tel. 02 6765 2525 Fax 02 6765 2757<br />
e-mail: agri_ricerca@regione.lombardia.it<br />
© Copyright <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong>
PROGETTO<br />
COLTIVAZIONE DEL RISO<br />
CON METODO BIOLOGICO<br />
Risultati <strong>del</strong> quinquennio 2002 2006<br />
QUADERNI DELLA RICERCA<br />
N° 72 SETTEMBRE 2007<br />
1
COLTIVAZIONE DEL RISO CON METODO BIOLOGICO<br />
SOMMARIO<br />
Presentazione pag. pag. 3 3<br />
Introduzione pag. 4 5<br />
<strong>Coltivazione</strong> <strong>del</strong> <strong>riso</strong> <strong>con</strong> <strong>metodo</strong> <strong>biologico</strong> pag. 5 6<br />
Confronto tra sistemi colturali in <strong>riso</strong> pag. 1213<br />
Materiale e Metodi pag. pag. 1213<br />
Risultati pag. pag. 1415<br />
Discussione e Conclusioni pag. 1617<br />
Caratterizzazione e gestione <strong>del</strong>la flora infestante pag. 1718<br />
Materiale e Metodi pag. 1718<br />
Risultati pag. pag. 1819<br />
Discussione e Conclusioni pag. pag. 2324<br />
Bibliografia citata pag. pag. 2526<br />
2
PRESENTAZIONE<br />
Riuscire ad avere produzioni agricole sempre meno impattanti è tra le<br />
priorità perseguite dalla <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> che sostiene la diffusione di<br />
questi nuovi sistemi in tutte le fasi <strong>del</strong>la filiera agroalimentare incentivando<br />
ricerca, innovazione e trasferimento <strong>del</strong>le <strong>con</strong>oscenze.<br />
Per raggiungere gli scopi prefissati i mo<strong>del</strong>li agricoli alternativi devono<br />
essere studiati e indagati <strong>con</strong> rigore scientifico e tecnico e<strong>con</strong>omico in ogni<br />
fase.<br />
In quest ottica la Direzione Agricoltura ha finanziato un progetto di ricerca<br />
per la coltivazione <strong>del</strong> <strong>riso</strong> <strong>con</strong> <strong>metodo</strong> <strong>biologico</strong> il cui obiettivo principale<br />
era quello di determinare le tecniche colturali più appropriate e la messa a<br />
punto <strong>del</strong>le soluzioni più efficaci per le problematiche agronomiche legate a tale tipo di produzione.<br />
Le nuove <strong>con</strong>oscenze e i dati sperimentali ottenuti sono raccolti in questo nuovo opuscolo che,<br />
completando i risultati preliminari già divulgati <strong>con</strong> il Quaderno <strong>del</strong>la Ricerca n. 51 (novembre<br />
2005), mi auguro possa rappresentare uno strumento completo per l impiego di queste tecniche di<br />
coltivazione <strong>del</strong> <strong>riso</strong>, nel nostro territorio.<br />
.<br />
Viviana Beccalossi<br />
Vicepresidente <strong>del</strong>la <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong><br />
ed Assessore Regionale all Agricoltura
INTRODUZIONE<br />
La coltivazione <strong>del</strong> <strong>riso</strong> <strong>con</strong> <strong>metodo</strong> <strong>biologico</strong> in Italia occupa una superficie di 12825 ha, come<br />
risulta da una elaborazione dei dati forniti al MIPAAF dagli Organismi di <strong>con</strong>trollo operanti in Italia<br />
(dicembre '06).<br />
Nonostante questa tipologia di produzione rappresenti solo circa il 5% <strong>del</strong>la superficie risicola<br />
nazionale, notevole è l interesse manifestato da tutti gli operatori <strong>del</strong> settore, anche per il rapido<br />
aumento <strong>del</strong>la domanda di <strong>riso</strong> <strong>biologico</strong> sul mercato nazionale ed europeo. L incremento<br />
<strong>del</strong>l impiego di tale <strong>metodo</strong> di coltivazione determina una diminuzione <strong>del</strong>le quantità di fertilizzanti<br />
chimici ed agrofarmaci in risaia, <strong>con</strong> una reazione positiva da parte <strong>del</strong>l opinione pubblica<br />
occidentale, molto sensibile sui temi <strong>del</strong>la sicurezza alimentare e di difesa <strong>del</strong>l ambiente.<br />
La risaia in sommersione è oggi coltivata in maniera intensiva <strong>con</strong> prevalenza <strong>del</strong>la<br />
monosuccessione ed un largo impiego di mezzi chimici di produzione. L inquinamento <strong>del</strong>le acque<br />
superficiali e di falda (Anselmetti et al., 1997 a e b), la diffusione <strong>del</strong>le infestazioni di <strong>riso</strong> crodo<br />
(Tabacchi, 2003), la presenza di malerbe resistenti ad alcune famiglie di erbicidi (Sattin et al.,<br />
1999) e la carenza quanti-qualitativa di sostanza organica dei terreni (Romani, 2003), risultano le<br />
problematiche di ordine agronomico ed ambientale più importanti <strong>del</strong>la risicoltura <strong>con</strong>venzionale.<br />
Dal punto di vista agronomico, la produzione di <strong>riso</strong> <strong>con</strong> <strong>metodo</strong> di coltivazione <strong>biologico</strong> è<br />
generalmente inferiore rispetto alla coltivazione tradizionale. Il <strong>con</strong>tenimento <strong>del</strong>le infestanti <strong>del</strong>la<br />
risaia è l elemento principale da <strong>con</strong>siderare per il successo aziendale <strong>del</strong> <strong>metodo</strong> <strong>biologico</strong> ed il<br />
<strong>con</strong>trollo preventivo e meccanico <strong>del</strong>le malerbe deve essere integrato <strong>con</strong> opportune tecniche<br />
colturali, quali la sistemazione e la preparazione dei terreni, la gestione <strong>del</strong>l acqua, le modalità di<br />
semina e coltivazione <strong>del</strong> <strong>riso</strong>, la scelta <strong>del</strong>la varietà e la rotazione colturale (Tabacchi e Romani,<br />
2002). Anche il sovescio riveste un ruolo fondamentale, specialmente in assenza di zootecnia, per<br />
il <strong>metodo</strong> di coltivazione <strong>biologico</strong>.<br />
Molte ricerche sono state <strong>con</strong>dotte negli ultimi 10 anni per rispondere alle richieste degli agricoltori<br />
che impiegano il <strong>metodo</strong> <strong>biologico</strong> di coltivazione, ma il lavoro sperimentale deve dare maggiori<br />
informazioni. Alcuni studi hanno riguardato la gestione <strong>del</strong>le malerbe e le possibilità di<br />
<strong>con</strong>tenimento <strong>del</strong>le stesse (Bond e Grundy, 2001; Hatcher e Melander, 2003), nonché l evoluzione<br />
<strong>del</strong>le infestanti e le differenze ecologiche tra tecniche <strong>con</strong>venzionali di coltivazione e <strong>metodo</strong><br />
<strong>biologico</strong> (Hyvönen et al., 2003; Aude et al., 2003). Lammerts Van Bueren et al. (2002), hanno<br />
definito inoltre le principali caratteristiche morfologiche e fisiologiche <strong>del</strong>le varietà più adatte alla<br />
coltivazione <strong>con</strong> <strong>metodo</strong> <strong>biologico</strong>. Alcune ricerche hanno messo a <strong>con</strong>fronto la risicoltura<br />
4<br />
biologica e quella <strong>con</strong>venzionale , per valutare la gestione <strong>del</strong>la fertilità <strong>del</strong> suolo, la nutrizione<br />
<strong>del</strong>la pianta ed il ciclo degli elementi minerali nell agrosistema (Hansen et al., 2000; Martini, 2004;<br />
Pang e Letey, 2000; Pou<strong>del</strong> et al., 2002; Reganold et al., 1993; Sileika e Guzys, 2003).<br />
La coltivazione <strong>con</strong> <strong>metodo</strong> <strong>biologico</strong> <strong>del</strong> <strong>riso</strong> è stato oggetto di numerosi studi soprattutto da parte<br />
<strong>del</strong>la comunità scientifica giapponese, <strong>con</strong> lo scopo principale di verificare le differenze produttive<br />
5
6<br />
ottenute tra il <strong>metodo</strong> classico ed il <strong>metodo</strong> definito Nature Farming (agricoltura naturale),<br />
introdotto da Mokichi Okada nel 1935 (Andow e Hidaka, 1998; Neera et al., 1992; Neera et al.,<br />
1999). La sperimentazione mondiale ed italiana è però ancora limitata, soprattutto per la messa a<br />
punto <strong>del</strong>la tecnica colturale.<br />
In Italia, questo studio quinquennale (2002-2006) è stato pianificato allo scopo di verificare<br />
differenti programmi di rotazione, di <strong>con</strong>frontare le diverse tipologie di semina <strong>del</strong> <strong>riso</strong> (in<br />
sommersione ed interrata a file), di valutare alcune tecniche di fertilizzazione e di determinare<br />
l evoluzione <strong>del</strong>le infestanti presenti e le strategie di lotta adottabili per il loro <strong>con</strong>tenimento, in<br />
un azienda agricola <strong>del</strong>la provincia di Pavia indirizzata al <strong>metodo</strong> di produzione <strong>biologico</strong>. Il lavoro<br />
sperimentale è stato cofinanziato dalla <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> nell ambito dei progetti di ricerca SIC<br />
2002, CEREALOMB 2003, RISOLOMB 1 e RISOLOMB 2. L obiettivo prioritario è stato di ottenere<br />
informazioni tecniche sull impiego di un sistema colturale alternativo, utili agli imprenditori agricoli<br />
interessati alla sua applicazione. I risultati <strong>del</strong> primo triennio di sperimentazione sono stati<br />
pubblicati sul Quaderno <strong>del</strong>la Ricerca n. 51 <strong>del</strong> Novembre 2005.<br />
COLTIVAZIONE DEL RISO CON METODO BIOLOGICO<br />
L esperienza maturata in cinque anni di sperimentazione permette l individuazione di aspetti<br />
determinanti <strong>del</strong>la tecnica colturale <strong>del</strong> <strong>riso</strong> <strong>biologico</strong>, che vedono nel <strong>con</strong>trollo <strong>del</strong>le infestanti<br />
l obiettivo prioritario.<br />
Il caso <strong>del</strong>l azienda <strong>con</strong>siderata, ad indirizzo cerealicolo <strong>con</strong> l inserimento <strong>del</strong>la soia e <strong>del</strong> pisello<br />
proteico quali specie miglioratrici, ed utilizzante il sovescio, i <strong>con</strong>cimi organici acquistabili sul<br />
mercato e, marginalmente, la letamazione, come principali elementi di fertilizzazione azotata,<br />
rappresenta il mo<strong>del</strong>lo più diffuso di <strong>con</strong>duzione biologica in area risicola.<br />
Occorre, però, sottolineare come le caratteristiche <strong>del</strong> terreno, di tessitura estremamente sciolta,<br />
non <strong>con</strong>sentono un trasferimento diretto dei metodi ritenuti più idonei ad altre realtà pedologiche.<br />
Tuttavia, quanto riportato potrà costituire <strong>del</strong>le linee guida per la buona riuscita di una coltura di<br />
<strong>riso</strong> <strong>biologico</strong>, lasciando il compito ad un opportuna taratura <strong>del</strong>la tecnica nelle specifiche<br />
<strong>con</strong>dizioni operative.<br />
Di seguito verranno analizzati i vari elementi di tecnica colturale, evidenziando le opportune<br />
distinzioni per il sistema <strong>con</strong> semina in acqua e <strong>con</strong> semina interrata.<br />
Rotazione colturale<br />
Il programma di rotazione attuato (tab. 1) è derivato dalla necessità di <strong>con</strong>sentire lo sfruttamento<br />
<strong>del</strong>la fertilità lasciata dalla leguminose al mais, specie particolarmente esigente in tal senso, dalla<br />
scarsa adattabilità dei cereali autunno-vernini e, soprattutto, <strong>del</strong> mais alle <strong>con</strong>dizioni di parziale<br />
asfissia <strong>del</strong> terreno in successione al <strong>riso</strong>, e dall esigenza di ridurre al minimo la banca semi <strong>del</strong>le<br />
più competitive specie infestanti <strong>del</strong> <strong>riso</strong>.<br />
5
La successione indicata in tabella è risultata idonea alla coltivazione <strong>del</strong>le specie selezionate ad<br />
esclusione <strong>del</strong>la possibilità di danni da asfissia al pisello proteico, coltivato in stretta successione al<br />
<strong>riso</strong> ed in annate <strong>con</strong> inverni particolarmente piovosi.<br />
Tabella 1. Rotazione colturale ed appezzamenti utilizzati nella sperimentazione<br />
Scelta varietale<br />
6<br />
Appezzamento<br />
A<br />
Appezzamento<br />
B<br />
Riso ed erbaio Riso<br />
Appezzamento<br />
C<br />
Pisello Proteico<br />
+ Orzo e Soia e<br />
erbaio<br />
Appezzamento<br />
D<br />
Appezzamento<br />
E<br />
Mais Farro e erbaio<br />
Le varietà di <strong>riso</strong> adatte alla coltivazione <strong>con</strong> <strong>metodo</strong> <strong>biologico</strong> devono rispondere alle seguenti<br />
caratteristiche specifiche:<br />
1. precocità <strong>del</strong> ciclo. In particolare, una spiccata brevità <strong>del</strong> ciclo è richiesta per le varietà<br />
coltivate nel primo anno <strong>del</strong> programma di rotazione. Ciò favorirebbe una semina precoce<br />
<strong>del</strong>l erbaio autunno-primaverile da sovesciare prima <strong>del</strong>la coltivazione <strong>del</strong> se<strong>con</strong>do anno di<br />
<strong>riso</strong>.<br />
2. resistenza alle malattie;<br />
3. sviluppo di un apparato radicale robusto ed espanso in grado di sfruttare una presunta limitata<br />
disponibilità di elementi nutritivi;<br />
4. elevata energia germinativa e vigore iniziale, per permettere un miglior uso <strong>del</strong>l erpice<br />
strigliatore ed, in generale, per sviluppare un elevata capacità competitiva nei <strong>con</strong>fronti <strong>del</strong>le<br />
malerbe.<br />
Purtroppo, non è attualmente in atto una specifica attività di miglioramento genetico volta alla<br />
costituzione di cultivar adatte per questo sistema colturale. Le alternative devono essere trovate<br />
all interno <strong>del</strong> panorama varietale disponibile, sulla base dei criteri sopra esposti e dopo<br />
un opportuna valutazione aziendale.<br />
Lavorazioni <strong>del</strong> terreno<br />
L aratura rappresenta la lavorazione principale <strong>del</strong> terreno. Può essere effettuata in autunno,<br />
favorendo la nascita e la crescita <strong>del</strong>la coltura da sovescio, o in primavera, permettendo un<br />
accurato interramento <strong>del</strong>la biomassa sovesciata. Nel caso <strong>del</strong>l aratura autunnale, la combinazione<br />
di un trinciastocchi <strong>con</strong> un erpice a dischi articolato <strong>con</strong> rulli per la distruzione <strong>del</strong> sovescio<br />
dimostra buone capacità di interramento. Mediamente risultano necessari tre passaggi di tale<br />
erpice per la preparazione di un adeguato letto di semina.<br />
La lavorazione primaverile deve essere programmata nella terza decade di aprile in modo da<br />
<strong>con</strong>sentire un adeguato sviluppo <strong>del</strong>l erbaio e la preparazione <strong>del</strong> terreno per la falsa semina.<br />
Riguardo la profondità di aratura, valgono i principi <strong>con</strong>solidati nel <strong>con</strong>venzionale. Un eccessiva<br />
diluizione <strong>del</strong>la sostanza organica, non <strong>con</strong>sente un adeguato sfruttamento <strong>del</strong>la fertilità da parte<br />
7
8<br />
<strong>del</strong>le colture. Risulta fondamentale la scelta <strong>del</strong> tipo di versoio che deve essere in grado di<br />
incorporare una grande quantità di residui vegetali in <strong>con</strong>dizione di profondità di lavorazione<br />
ridotta. Successivamente all aratura, la preparazione <strong>del</strong> terreno per la falsa semina deve porre<br />
attenzione al mantenimento di un opportuno livello di umidità. A tal fine le operazioni di affinamento<br />
e di pareggiamento <strong>del</strong> letto di semina, svolte da differenti tipi di erpice, si avvantaggiano <strong>del</strong>la<br />
combinazione di rulli costipatori.<br />
La falsa semina viene allestita nelle prime due decadi di maggio. Molto spesso le sole<br />
precipitazioni <strong>con</strong>sentono una buona emergenza <strong>del</strong>le infestanti, senza rendere necessarie<br />
eventuali irrigazioni.<br />
Le lavorazioni effettuate per la distruzione <strong>del</strong>le infestanti emerse deve iniziare al più tardi quando<br />
le Graminacee raggiungono lo stadio di accestimento, pena l esigenza di operazioni più energiche<br />
che portano in superficie nuovi semi di malerbe ed esauris<strong>con</strong>o l umidità <strong>del</strong> terreno.<br />
Se il terreno risulta eccessivamente compattato da piogge o eventuali irrigazioni è auspicabile un<br />
primo passaggio <strong>con</strong> un coltivatore. Altrimenti, i migliori effetti di distruzione <strong>del</strong>le infestanti<br />
vengono ottenuti <strong>con</strong> l ausilio di erpici strigliatori dotati di denti di 8 mm di diametro, operando un<br />
doppio passaggio leggermente incrociato. Oltre alla rottura <strong>del</strong>la crosta superficiale ed<br />
all eliminazione <strong>del</strong>le piante emerse per interramento o disseccamento in seguito ai danni<br />
meccanici, l erpice strigliatore <strong>con</strong>sente d intervenire sullo stock di semi <strong>con</strong>tenuti nel terreno<br />
durante la falsa semina, riducendone la quantità. Infatti, l effetto principale <strong>del</strong>la strigliatura in tal<br />
senso è quello di interromperne la dormienza, stimolandone la germinazione.<br />
L operazione può essere ripetuta <strong>con</strong> due o tre serie di doppi passaggi. Comunque prima <strong>del</strong>la<br />
semina è bene accertare il reale esaurimento <strong>del</strong>le emergenze di infestanti.<br />
L erpice strigliatore <strong>con</strong>sente un elevata pulizia dei primi 5-6 cm di terreno, disgregando il terreno<br />
attaccato agli apparati radicali <strong>del</strong>le giovani plantule, senza provocare un disseccamento degli<br />
strati sottostanti.<br />
Operazioni di semina<br />
Semina in acqua<br />
La tecnica <strong>del</strong>la semina in sommersione deve prestare particolare attenzione alla competizione<br />
<strong>del</strong>le malerbe acquatiche, che risultano gestibili solo ottenendo un discreto vantaggio di sviluppo<br />
<strong>del</strong>la coltura. A tal fine risulta importante inondare la risaia più a ridosso possibile <strong>del</strong>la semina, ed<br />
utilizzare seme pregerminato e di elevata energia germinativa.<br />
Le specie acquatiche da seme (Heteranthera reniformis, Schoenoplectus mucronatus, Cyperus<br />
difformis), infatti, germinano solo in <strong>con</strong>dizioni di terreno sommerso e la propria capacità infestante<br />
non si riduce sufficientemente in regime di rotazione <strong>con</strong> colture da asciutta.<br />
Successivamente alla semina, sino al periodo di fine accestimento, ogni eventuale asciutta è da<br />
s<strong>con</strong>sigliare, onde evitare l emergenza di Graminacee non completamente adattate all ambiente<br />
acquatico. Nonostante ciò, dalla sperimentazione effettuata è risultato indispensabile provvedere<br />
7
all asciutta di radicamento, senza la quale non si otterrebbe un adeguato affrancamento <strong>del</strong>la<br />
coltura.<br />
L asciutta di radicamento deve comunque essere molto breve. Risulta, perciò, opportuno una rete<br />
di solchi in grado di velocizzare le operazioni di sgrondo e ragguardevoli portate di ingresso per<br />
<strong>riso</strong>mmergere repentinamente. Nel periodo di fine maggio inizio giugno, una o due giornate di<br />
asciutta sono normalmente sufficienti per un adeguato radicamento.<br />
Inoltre, si rivela importante praticare l operazione quando i germinelli raggiungono la lunghezza di<br />
circa 2 cm ed hanno già la parte apicale di colore verde. Un asciutta troppo anticipata o ritardata<br />
allungherebbe l intervallo necessario al radicamento e raddrizzamento <strong>del</strong>le plantule.<br />
Normalmente i processi di fermentazione a carico <strong>del</strong>la biomassa sovesciata ridu<strong>con</strong>o di per sé i<br />
problemi di proliferazione di alghe. Solo in presenza di un inizio di pullulazione di alghe verdi risulta<br />
<strong>con</strong>veniente procedere ad un eventuale asciutta, che anche in questo caso dovrà limitarsi nella<br />
durata.<br />
Come già ricordato l epoca di semina va posticipata a fine maggio, quando, in falsa semina, si<br />
ritiene esaurita la germinazione di malerbe Graminacee dagli strati superficiali <strong>del</strong> terreno.<br />
La dose di seme è dipendente dalla varietà <strong>con</strong>siderata e va aumentata di circa il 20 % rispetto al<br />
<strong>metodo</strong> <strong>con</strong>venzionale.<br />
Semina in asciutta<br />
Le modalità di semina interrata si discostano dal <strong>con</strong>venzionale principalmente per quanto riguarda<br />
la profondità di semina.<br />
Al fine di <strong>con</strong>sentire una resistenza all estirpazione operata dai passaggi <strong>con</strong> erpice strigliatore, il<br />
seme deve essere posto a profondità non inferiori ai 4-5 cm. Inoltre, è buona norma utilizzare<br />
assolcatori a doppio disco e rulli compattatori operanti solo sulla fila.<br />
Il doppio disco oltre a <strong>con</strong>sentire una perfetta regolarità nella profondità di semina, permette di<br />
localizzare il seme nella zona di terreno umida senza provocarne un eccessivo arieggiamento, che<br />
<strong>con</strong>durrebbe ad una rapida essiccazione.<br />
Il terreno, dopo la semina, si presenta a solchetti <strong>con</strong> le file di semina poste sul fondo <strong>del</strong> solchetto.<br />
La profondità di localizzazione <strong>del</strong> seme viene perciò ridotta rispetto ad un ipotetica superficie<br />
piana. Con questo tipo di semina la dose di seme non va aumentata rispetto al <strong>con</strong>venzionale.<br />
Concimazione<br />
Il piano di <strong>con</strong>cimazione deve <strong>con</strong>siderare il regime di rotazione in cui il <strong>riso</strong> è inserito.<br />
Ne deriva, rispetto alla monosuccessione, un maggior livello di fertilità residua legato sia ad una<br />
più elevata dotazione di elementi nutritivi e sia ad una maggiore loro disponibilità.<br />
La rotazione, infatti, influenza positivamente la mineralizzazione <strong>del</strong>la sostanza organica e riduce i<br />
fenomeni di immobilizzazione e di tossicità legati all ambiente sommerso.<br />
Per quanto riguarda la <strong>con</strong>cimazione fosfatica si ritiene debba essere meglio indirizzata, se<br />
necessaria, alle colture che meglio valorizzano il macronutriente, quali la soia ed il mais.<br />
8<br />
9
10<br />
Per quanto riguarda la <strong>con</strong>cimazione fosfatica si ritiene debba essere meglio indirizzata, se<br />
necessaria, alle colture che meglio valorizzano il macronutriente, quali la soia ed il mais.<br />
Come già ricordato è fondamentale prevenire la pullulazione di alghe in semina in acqua, in modo<br />
da evitare le asciutte. Considerate le influenze <strong>del</strong> fosforo sull infestazione algale, è bene evitare<br />
ogni somministrazione <strong>del</strong>l elemento <strong>con</strong> tale tipo di semina.<br />
Il potassio, spesso carente in risaia, è disponibile come fertilizzante per l agricoltura biologica sotto<br />
forma di sale grezzo di potassio o come solfato di potassio <strong>con</strong>tenente sale di magnesio. In questo<br />
se<strong>con</strong>do caso, il prodotto potrebbe essere somministrato ad inizio primavera in modo da<br />
soddisfare le esigenze di zolfo <strong>del</strong>le crucifere, eventualmente coltivate come sovescio.<br />
Il <strong>con</strong>cime, apportando lo zolfo potrebbe aumentare il potere biocida <strong>del</strong>le specie produttrici di<br />
glucosinolati, oltre a somministrare una certa quantità di magnesio, anch esso poco presente in<br />
risaia. Le dosi di K2O non variano sostanzialmente rispetto al <strong>metodo</strong> <strong>con</strong>venzionale.<br />
La <strong>con</strong>cimazione azotata risulta particolarmente <strong>del</strong>icata in quanto eccessi o carenze penalizzano<br />
più che in <strong>con</strong>venzionale la resa produttiva.<br />
Innanzitutto, la rotazione colturale e la pratica <strong>del</strong> sovescio, specie se <strong>con</strong> leguminose, in molti casi<br />
risulta soddisfare appieno le esigenze colturali.<br />
La disponibilità di letame e liquami, per aziende biologiche non zootecniche, è spesso limitata. I<br />
reflui zootecnici vanno preferibilmente somministrati al mais, che meglio <strong>del</strong>le altre colture<br />
valorizza le loro proprietà nutritive e di ammendamento <strong>del</strong> terreno.<br />
Nei casi in cui necessitassero ulteriori apporti azotati, una vasta gamma di <strong>con</strong>cimi organici azotati<br />
è reperibile sul mercato.<br />
Nel periodo 2002-2006 è stata <strong>con</strong>dotta una sperimentazione parcellare, nell intento di valutare gli<br />
effetti <strong>con</strong>cimanti di pollina e cornunghia, rispettivamente a veloce e lenta mineralizzazione. I<br />
risultati ottenuti hanno dimostrato la scarsa utilità di ulteriori apporti azotati, che nel caso <strong>del</strong>la<br />
pollina sono stati la causa di una riduzione <strong>del</strong>la produzione per una maggiore intensità <strong>del</strong> mal <strong>del</strong><br />
collo. Nella sperimentazione erano stati utilizzati 45 kg/ha di azoto.<br />
In generale, la <strong>con</strong>cimazione azotata in regime <strong>biologico</strong>, deve essere effettuata in pre-semina. Nei<br />
casi di accertato bisogno da parte <strong>del</strong>la coltura, durante il ciclo di sviluppo, occorre ricorrere a<br />
prodotti a più pronta disponibilità <strong>del</strong> macronutriente ed a interventi anticipati rispetto alle fasi<br />
fenologiche più <strong>con</strong>suete in <strong>con</strong>venzionale.<br />
In <strong>con</strong>clusione, merita accennare all eventualità di un apporto di calcio, utile al <strong>riso</strong> per le note<br />
proprietà di aumento <strong>del</strong>la resistenza meccanica dei tessuti vegetali, ma soprattutto, per le<br />
leguminose da granella coltivate in successione.<br />
Sovescio<br />
La tecnica <strong>del</strong> sovescio è stata trattata approfonditamente nel Quaderno <strong>del</strong>la Ricerca n° 51, dove<br />
sono stati presentati i risultati di una sperimentazione rivolta alla valutazione <strong>del</strong>le diverse specie<br />
coltivabili.<br />
9
Da quanto verificato è emersa l opportunità di utilizzare il miscuglio veccia + triticale in <strong>con</strong>dizioni di<br />
scarsa fertilità <strong>del</strong> terreno, in modo da apportare una maggiore quantità di azoto, mentre, in semina<br />
in acqua, ci si avvantaggia <strong>del</strong> positivo effetto biocida di un sovescio di Brassica juncea.<br />
Nel 2006 è stato <strong>con</strong>siderato, in un ulteriore prova sperimentale, anche il pisello proteico.<br />
Le tabelle 2 e 3 mostrano le caratteristiche dei sovesci posti a <strong>con</strong>fronto. Si evidenzia un potere<br />
nutritivo <strong>del</strong> pisello addirittura superiore alla veccia. Tale leguminosa foraggiera, invece, ha<br />
manifestato una maggiore produzione di sostanza secca.<br />
Tabella 2. Contenuto ed apporto ad ettaro di azoto da parte dei sovesci testati<br />
10<br />
% N ss % N ss kg N/ha kg N/ha kg N/ha<br />
parte aerea parte radicale parte aerea parte radicale totale<br />
Veccia +<br />
Triticale<br />
2,34 b (1)<br />
0,75 b 123 b 10 a 133 b<br />
Pisello 3,30 a 2,43 a 162 a 4 b 167 a<br />
Brassica 1,37 c 0,56 b 28 c 3 c 30 c<br />
ANOVA % N ss ** % N ss n.s. kg N/ha ** kg N/ha ** kg N/ha **<br />
* SIGNIFICATIVO P
12<br />
infestanti, <strong>con</strong>sentirebbero il loro attecchimento. La catena pratica, inoltre, un pareggiamento <strong>del</strong>la<br />
superficie <strong>del</strong> terreno, lasciato a solchetti dalla seminatrice. In questo modo è possibile<br />
approfondire la semina, ottenendo un livello di 3-4 cm (fondo <strong>del</strong> solchetto) nelle prime fasi di<br />
germinazione, raggiungendo i 5-6 cm dopo la chiusura dei solchi.<br />
Nella fase di pre-emergenza sono <strong>con</strong>sigliabili 2 passaggi <strong>con</strong>secutivi <strong>del</strong>lo strigliatore.<br />
Successivamente all emergenza, prima di intervenire nuovamente occorre che la coltura abbia<br />
raggiunto lo stadio di 2-3 foglie. Operazioni più precoci danneggerebbero eccessivamente le piante<br />
di <strong>riso</strong> per effetto di un elevata estirpazione ed a causa <strong>del</strong> loro ricoprimento <strong>con</strong> il terreno.<br />
Le percentuali di <strong>con</strong>trollo più elevate si raggiungono quando si riesce ad agire su infestanti poco<br />
sviluppate e non ancora ben ancorate.<br />
Le eventuali precipitazioni nel periodo post-semina, compattando il terreno, e spesso, favorendo la<br />
formazione di crosta, ridu<strong>con</strong>o l efficacia <strong>del</strong>la strigliatura. Una valida alternativa è rappresentata<br />
da un passaggio <strong>con</strong> rompicrosta immediatamente prima <strong>del</strong>la strigliatura.<br />
Avanzando nella crescita <strong>del</strong> <strong>riso</strong>, aumenta la possibilità di rendere più energica l operazione. A tal<br />
fine, occorre regolare l inclinazione dei denti ed incrementare la velocità di lavorazione.<br />
Mediamente nel periodo post-emergenza <strong>del</strong>la coltura si interviene 4-6 volte, di cui gli ultimi due<br />
passaggi devono essere ravvicinati ed eseguiti in prossimità <strong>del</strong>la sommersione <strong>del</strong>la camera.<br />
Il primo va regolato in posizione energica, mentre il se<strong>con</strong>do occorre effettuarlo molto<br />
velocemente.<br />
Altre operazioni se<strong>con</strong>darie per il <strong>con</strong>trollo <strong>del</strong>le infestanti<br />
Gestione <strong>del</strong>l acqua<br />
In aggiunta a quanto già riportato a proposito <strong>del</strong>le operazioni di semina, si precisa la necessità di<br />
evitare successivi periodi di asciutta una volta terminato il pericolo di infestazione algale, in semina<br />
in acqua, o dopo la sommersione in accestimento, per quanto riguarda la semina interrata.<br />
Le asciutte in fase riproduttiva, specie a cavallo <strong>del</strong>la fioritura, sono particolarmente pericolose per<br />
l incidenza <strong>del</strong> mal <strong>del</strong> collo.<br />
Un effetto benefico di un asciutta intensa è però indicato per il <strong>con</strong>trollo di Heteranthera reniformis<br />
e Schoenoplectus mucronatus, nelle colture in sommersione.<br />
A tal proposito occorre un periodo prolungato per più di 10 giorni e va praticato solo dopo aver<br />
raggiunto lo stadio di fine accestimento, onde evitare la germinazione di semi di graminacee.<br />
Comunque, tale operazione è da <strong>con</strong>siderarsi come mezzo di soccorso, attuabile solo in <strong>con</strong>dizioni<br />
di elevata pressione <strong>del</strong>le due malerbe e di limitata competitività <strong>del</strong>la coltura.<br />
Erpice snodato<br />
Nei casi di elevata infestazione di Cyperus difformis in semina in acqua, può essere ottenuto un<br />
parziale <strong>con</strong>trollo <strong>con</strong> uno o due interventi <strong>con</strong> erpice snodato. L attrezzo pratica un interramento<br />
<strong>del</strong>l infestante, che non deve superare i 10-12 cm di altezza, ed a causa di una limitata elasticità<br />
dei tessuti rimane sommersa dall acqua.<br />
11
Barra falciante<br />
Un mezzo di soccorso per limitare la competitività e la produzione di seme <strong>del</strong> giavone è<br />
rappresentato dal passaggio di una lama falciante al di sopra <strong>del</strong>la coltura.<br />
In realtà <strong>con</strong> tale operazione si favorisce una migliore penetrazione <strong>del</strong>la luce solo per un periodo<br />
limitato dopo il taglio. Infatti, l infestante, reagisce producendo culmi di accestimento dai nodi alti,<br />
che in poco tempo ricoprono nuovamente il <strong>riso</strong>.<br />
Per raggiungere i migliori effetti, risulta necessario un buon divario tra l altezza <strong>del</strong>l infestante e<br />
quella <strong>del</strong>la coltura.<br />
CONFRONTO TRA SISTEMI COLTURALI IN RISO<br />
La sperimentazione illustrata nel quaderno <strong>del</strong>la ricerca 51 è stata completata nel biennio 2005-<br />
2006, in modo da disporre di cinque anni di risultati produttivi.<br />
Purtroppo, le ultime due annate <strong>del</strong> progetto sono state fortemente penalizzate dalla scarsa<br />
disponibilità irrigua estiva.<br />
Gli appezzamenti destinati alle prove sono rimasti per lunghi periodi in assenza <strong>del</strong>l acqua di<br />
sommersione, ris<strong>con</strong>trando effetti negativi sullo sviluppo <strong>del</strong>le colture e sulla dinamica <strong>del</strong>le<br />
infestanti.<br />
I danni maggiori si sono rinvenuti in coltura sommersa, in quanto la presenza <strong>del</strong>l acqua sin dai<br />
primi stadi <strong>del</strong> ciclo colturale predispone la pianta di <strong>riso</strong> alla costituzione di apparati specifici per la<br />
crescita in <strong>con</strong>dizioni anaerobiche. In tale sistema colturale, se da un lato le forti asciutte hanno<br />
determinato una minor pressione <strong>del</strong>le infestanti acquatiche, la presenza <strong>del</strong> giavone è stata<br />
decisamente superiore, risultando l acqua di sommersione il principale mezzo di <strong>con</strong>tenimento<br />
<strong>del</strong>la malerba.<br />
Anche la suscettibilità <strong>del</strong>la coltura al mal <strong>del</strong> collo è stata influenzata sfavorevolmente dalla<br />
mancanza di una sommersione <strong>con</strong>tinua nella se<strong>con</strong>da parte <strong>del</strong> ciclo colturale.<br />
Infine, la carenza idrica ha causato un allungamento <strong>del</strong> ciclo colturale, sottoponendo il <strong>riso</strong> agli<br />
abbassamenti termici <strong>del</strong> mese di agosto, di entrambe le annate, nello stadio fenologico di maggior<br />
sensibilità al problema <strong>del</strong>la sterilità da freddo. Il ritardo <strong>del</strong> ciclo colturale si è protratto sino alla<br />
raccolta, che è stata posticipata, nel 2006, in un periodo troppo avanzato <strong>del</strong>la stagione.<br />
Materiali e metodi<br />
Le operazioni colturali eseguite nel 2005-2006 (tab. 4) differis<strong>con</strong>o dal precedente triennio<br />
sostanzialmente per il tipo di sovescio e per l epoca di aratura.<br />
Nell intento di evitare i problemi di eccessiva fertilità apportata dal sovescio di leguminose, si è<br />
optato per un erbaio di Brassica juncea.<br />
L aratura, invece, è stata effettuata in autunno, prima <strong>del</strong>la semina <strong>del</strong> sovescio. L interramento<br />
primaverile <strong>del</strong>la biomassa si è realizzato <strong>con</strong> un primo passaggio di un attrezzatura combinata da<br />
un trinciastocchi, montato anteriormente alla trattrice e da un erpice a dischi, trainato<br />
posteriormente. Successive discature hanno ultimato l operazione di interramento dei residui<br />
12<br />
13
14<br />
<strong>del</strong>l erbaio. L immediata incorporazione <strong>del</strong>la brassica, successivamente alla trinciatura, ha<br />
permesso la valorizzazione <strong>del</strong>la funzione biocida dei composti volatili, sprigionati dalla rottura dei<br />
tessuti <strong>del</strong>la pianta.<br />
Tabella 4. Operazioni colturali effettuate negli appezzamenti oggetto <strong>del</strong>la sperimentazione<br />
2005 Appezzamento C 2006 Appezzamento C<br />
Semina in asciutta Semina in acqua Semina in asciutta<br />
Semina in<br />
acqua<br />
Anno di rotazione 1° 2°<br />
Coltura in precessione +<br />
(erbaio da sovescio)<br />
Operazioni meccaniche<br />
(tipo, data e/o stadio <strong>del</strong><br />
<strong>riso</strong>)<br />
FARRO + (Brassica) RISO + (Brassica)<br />
aratura autunnale autunnale<br />
preparazione <strong>del</strong> letto di<br />
semina<br />
3 passaggi di erpice a dischi (16/4, 9/5, 12/5)<br />
Strigliatore energico (22/5); Rompicrosta e<br />
Strigliatore energico (24/5)<br />
3 passaggi di erpice a dischi<br />
(4/5, 5/5, 16/5)<br />
Rullo <strong>con</strong> palette (20/5); Strigliatore<br />
energico (25/5)<br />
Falsa semina SI SI<br />
strigliatura post-semina<br />
30/5 (<strong>con</strong> catene),<br />
rompicrosta (11/6 e<br />
16/6), 23/6 , 3/7<br />
altro Pesta <strong>con</strong> rullo ed asse il (30/8/04)<br />
Semina (varietà e dose di<br />
seme)<br />
CIGALON (180 kg/ha), BALDO (170<br />
kg/ha), SATURNO (195 kg/ha), LOTO (195<br />
kg/ha)<br />
30/5 (<strong>con</strong> catene,<br />
doppia), rompicrosta<br />
+strigliatura (12/6),<br />
15/6 , 17/6, 20/6, 27/6<br />
CIGALON (180 kg/ha), BALDO (170<br />
kg/ha), SATURNO (195 kg/ha), LOTO<br />
(195 kg/ha)<br />
Data di semina 25-mag 31-mag 27-mag 31-mag<br />
Fertilizzazione<br />
pre-semina<br />
copertura<br />
Gestione acqua<br />
Azoto tesi a <strong>con</strong>fronto: Pollina 1200 kg/ha<br />
e Cornunghia 330 kg/ha (11/5)<br />
Solfato potassico magnesiaco 255 kg/ha<br />
(18/3)<br />
sommersione 04-ago 31/05, 5/6, 9/6, 4/8<br />
Azoto tesi a <strong>con</strong>fronto: Pollina 1200<br />
kg/ha e Cornunghia 330 kg/ha (16/5)<br />
Solfato potassico magnesiaco 150<br />
kg/ha (30/3)<br />
29/05, 10/6,<br />
23/6<br />
asciutte 14-set 3/6, 7/6, 14/9 8/6, 17/6<br />
irrigazioni 27/6, 6/7, 18/7, 25/7 27/6, 6/7, 18/7, 25/7 21/6, 6/7, 25/7, 10/8 6/7, 25/7, 10/8<br />
Raccolta<br />
BALDO, LOTO il<br />
13/10; CIGALON,<br />
SATURNO il 17/10<br />
BALDO, LOTO il<br />
13/10; CIGALON,<br />
SATURNO il 17/10<br />
18-ott 25-ott<br />
In entrambe le annate si è operato sul medesimo appezzamento, al primo ed al se<strong>con</strong>do anno di<br />
rotazione, rispettivamente nel 2005 e nel 2006.<br />
13
Risultati<br />
I risultati <strong>del</strong> biennio 05-06 vengono presentati in comparazione a quanto rilevato nei precedenti<br />
anni di sperimentazione, evidenziando, altresì, la media generale <strong>del</strong> quinquennio (Tabella 5).<br />
14<br />
Tabella 5. Confronto tra le produzioni di granella di <strong>riso</strong><br />
Varietà/Sistema colturale 2005 2006<br />
MEDIA<br />
2002-2004<br />
BALDO kg/ha (1)<br />
MEDIA<br />
2002-2006<br />
SEMINA IN ACQUA (WS) 5730 a 2680 b 6125 b 5360 b<br />
SEMINA INTERRATA (DS) 4380 b 4330 a 6881 a 5870 a<br />
LOTO kg/ha<br />
SEMINA IN ACQUA (WS) 5010 a 2670 b 6086 a 5190 b<br />
SEMINA INTERRATA (DS) 4360 a 3890 a 6836 a 5810 a<br />
CIGALON kg/ha<br />
SEMINA IN ACQUA (WS) 5630 a 3170 b 6781 b 5830 b<br />
SEMINA INTERRATA (DS) 5660 a 5210 a 7388 a 6610 a<br />
SATURNO kg/ha<br />
SEMINA IN ACQUA (WS) 3330 a 2260 b 5093 b 3940 b<br />
SEMINA INTERRATA (DS) 2230 b 3220 a 7192 a 5330 a<br />
(1) A LETTERE DIVERSE CORRISPONDONO VALORI STATISTICAMENTE DIFFERENTI AL TEST LSD PER P
acqua non si sono superate le 3 t/ha e tutte le componenti <strong>del</strong>la produzione, ad eccezione <strong>del</strong>la<br />
sterilità, hanno registrato un andamento decisamente negativo (tab. 6).<br />
Nel 2005 si è notata un inversione <strong>del</strong>la tendenza. Il risultato è attribuibile ad una maggiore<br />
incidenza <strong>del</strong> mal <strong>del</strong> collo in semina interrata, che ha evidenziato una percentuale di danno pari a<br />
2.9 (corrispondente ad una scala di valutazione 0-9), rispetto a 1.0 <strong>del</strong>la coltura sommersa.<br />
La varietà Loto, adatta alla produzione di <strong>riso</strong> parboiled, ha mostrato un andamento produttivo<br />
simile al Baldo (tab. 5). La resa in granella, non significativamente differente nel triennio 2002-<br />
2004, è risultata positiva all analisi <strong>del</strong>la varianza nella media quinquennale. L investimento ed il<br />
numero di spighette per pannocchia sono stati sempre maggiori in semina in asciutta, mentre il<br />
pesi dei 1000 semi si è distinto a favore <strong>del</strong>la semina in acqua solo nelle ultime due annate (tab.7).<br />
Tabella 7. Componenti <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>la varietà Loto<br />
16<br />
INVESTIMENTO SPIGHETTE PANNOCCHIA -1<br />
2005 2006<br />
Media<br />
2002-<br />
2004<br />
n° culmi m -2<br />
Media<br />
2002-<br />
2006<br />
2005 2006<br />
Media<br />
2002-<br />
2004<br />
Media<br />
2002-<br />
2006<br />
2005 2006<br />
STERILITA' PESO 1000 semi<br />
Media<br />
2002-<br />
2004<br />
Media<br />
2002-<br />
2006<br />
2005 2006<br />
n° % g<br />
SOMMERSIONE 456 328 428 414 70 70 92 83 6,9 16,1 13,5 12,7 32,10 32,30 30,84 31,38<br />
ASCIUTTA 576 377 507 495 72 78 103 92 16,8 17,5 23,3 20,9 27,93 31,24 31,69 30,85<br />
ANOVA * n.s. * ** n.s. n.s. * * * n.s. * ** * * n.s. n.s.<br />
LSD .05 66,0 50,4 21,0 7,9 6,7 9,43 3,79 3,23 2,444 1,005<br />
CV (%) 8,62 9,66 3,33 3,88 5,78 7,13 3,94 3,54 25,17 24,39 8,43 7,71 2,03 0,91 0,76 0,63<br />
* SIGNIFICATIVO P
Infine, la varietà Saturno si è rivelata decisamente poco produttiva in semina in acqua e solo nelle<br />
annate più favorevoli ha <strong>con</strong>seguito un rendimento accettabile in semina interrata (tab. 5).<br />
La varietà ha espresso una limitata competitività nei <strong>con</strong>fronti <strong>del</strong>le malerbe acquatiche, che ha<br />
<strong>con</strong>dizionato fortemente l investimento. Il numero di culmi per unità di superficie ha evidenziato<br />
differenze <strong>con</strong>siderevoli tra i due sistemi di semina (tab. 9). In asciutta sono stati <strong>con</strong>seguiti<br />
investimenti superiori di 150 culmi m -2 , nel 2005, e di 250, nel 2006, rispetto alla tecnica<br />
alternativa. Anche il numero di spighette per pannocchia ha espresso la prevalenza <strong>del</strong>la semina<br />
in asciutta. Solo nel 2005, il valore è stato più alto in sommersione.<br />
La sterilità ha raggiunto livelli superiori al 30% sia nel 2005 e sia nel 2006, nelle <strong>con</strong>dizioni di<br />
semina interrata. Occorre precisare come la lunghezza <strong>del</strong> ciclo colturale e gli abbassamenti<br />
termici <strong>del</strong> mese di agosto abbiano influito su tale risultato.<br />
Tabella 9. Componenti <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>la varietà Saturno<br />
16<br />
INVESTIMENTO SPIGHETTE PANNOCCHIA -1<br />
2005 2006<br />
Media<br />
2002-<br />
2004<br />
n° culmi m -2<br />
Media<br />
2002-<br />
2006<br />
2005 2006<br />
Media<br />
2002-<br />
2004<br />
Media<br />
2002-<br />
2006<br />
2005 2006<br />
STERILITA' PESO 1000 semi<br />
Media<br />
2002-<br />
2004<br />
Media<br />
2002-<br />
2006<br />
2005 2006<br />
n° % g<br />
SOMMERSIONE 573 371 548 510 66 54 66 63 20,4 24,6 22,8 22,7 27,21 26,28 27,06 26,91<br />
ASCIUTTA 739 628 724 684 52 68 81 76 32,1 36,1 23,9 27,8 26,44 24,62 28,26 27,15<br />
ANOVA ** * ** * * * * * * n.s. n.s. * * * * n.s.<br />
LSD .05 56,4 199,4 59,6 78,9 12,5 7,8 6,6 5,9 6,68 3,72 0,155 1,354 0,952<br />
CV (%) 6,23 9,89 5,71 3,83 6,04 8,61 4,84 3,26 9,97 10,70 7,36 7,19 0,82 2,69 0,82 0,69<br />
* SIGNIFICATIVO P
18<br />
Divari meno accentuati si sono, invece ottenuti per il Loto, varietà molto suscettibile al mal <strong>del</strong><br />
collo. La semina in acqua, infatti, si è rivelata nettamente più favorevole per il <strong>con</strong>tenimento <strong>del</strong>la<br />
malattia.<br />
Considerando i fattori <strong>del</strong>la produzione, occorre sottolineare l elevata percentuale di sterilità,<br />
ottenuta in generale durante tutto il quinquennio di sperimentazione ed in modo preponderante in<br />
semina interrata.<br />
Certamente la presenza <strong>del</strong> mal <strong>del</strong> collo o, di altri quadri sintomatologici <strong>del</strong>la Piriculariosi, hanno<br />
<strong>con</strong>tribuito ad aumentare la quantità di spighette vuote. Tuttavia, gran parte <strong>del</strong> problema risiede<br />
nell epoca di fioritura e di maturazione troppo tardiva, che espone la coltura a maggiori probabilità<br />
di danni da freddo.<br />
L osservazione è giustificata anche dal ritrovamento <strong>del</strong>le percentuali superiori nella varietà<br />
Saturno, la più tardiva in sperimentazione, e livelli minimi nel Cigalon, a ciclo molto precoce.<br />
Non avendo la possibilità di un anticipo <strong>del</strong>la semina, se non in appezzamenti eccezionalmente<br />
puliti da infestanti, ancora una volta emerge la necessità di un attività specifica di miglioramento<br />
genetico che metta a disposizione dei produttori varietà adatte alla coltivazione biologica.<br />
Dal punto di vista agronomico, le maggiori attenzioni devono essere riposte nella lotta alle<br />
malerbe.<br />
La corretta <strong>con</strong>duzione <strong>del</strong>la falsa semina, anche in relazione all esigenza di un livello termico<br />
sufficiente alla germinazione dei semi infestanti, la gestione <strong>del</strong>l acqua in regime di sommersione e<br />
la tempestività degli interventi di strigliatura, in semina interrata, rappresentano elementi strategici<br />
per la sostenibilità e<strong>con</strong>omica <strong>del</strong>le colture di <strong>riso</strong> <strong>biologico</strong>.<br />
CARATTERIZZAZIONE E GESTIONE DELLA FLORA INFESTANTE<br />
La valutazione <strong>del</strong> potenziale infestante <strong>del</strong>le malerbe è stata <strong>con</strong>dotta <strong>con</strong> le stesse modalità <strong>del</strong><br />
triennio 2002-2004, in modo da ottenere il quadro completo di tutti gli appezzamenti utilizzati e per<br />
tutte le colture previste nel programma di rotazione.<br />
Materiali e metodi<br />
Le tecniche colturali praticate per le colture in rotazione vengono descritte in tabella 10.<br />
Come già ricordato una sostanziale differenza rispetto al triennio precedente è stata la limitata<br />
disponibilità irrigua estiva, che ha <strong>con</strong>dizionato, nel caso <strong>del</strong> <strong>riso</strong>, anche l evoluzione <strong>del</strong>le<br />
infestanti.<br />
Il rilievo <strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong>le malerbe è stato effettuato su quattro aree testimoni in ogni<br />
appezzamento. Il <strong>con</strong>teggio è stato realizzato, all interno <strong>del</strong> testimone, in tre aree quadrate di 0.25<br />
m 2 . Solo nel caso <strong>del</strong> <strong>riso</strong> la presenza <strong>del</strong>le infestanti è stata determinata in due epoche: prima<br />
<strong>del</strong>la sommersione <strong>del</strong>la parte seminata in asciutta (se<strong>con</strong>da metà di giugno) ed a fine luglio. Nelle<br />
altre colture il rilievo è stato previsto, quando la coltura ormai raggiungeva una copertura tale da<br />
impedire altre emergenze.<br />
17
Tabella 10. Operazioni colturali effettuate nelle colture oggetto <strong>del</strong>la sperimentazione<br />
Lavorazioni<br />
18<br />
Riso Pisello +Orzo Soia Mais Farro<br />
Asciutta Acqua<br />
livellamento se necessario se necessario no no no no<br />
lavorazione principale aratura aratura minima aratura aratura minima<br />
preparazione letto di<br />
semina<br />
erpice combinato (2<br />
passaggi) e strigliatore<br />
(1 passaggio)<br />
erpice combinato (2<br />
passaggi) e strigliatore<br />
(1 passaggio)<br />
discatura e erpice<br />
combinato<br />
erpice<br />
combinato<br />
erpice a molle e<br />
rotativo<br />
combinati<br />
discatura e<br />
erpice<br />
combinato<br />
falsa semina si (20 gg) si (20 gg) si (7 gg) no no si (7 gg)<br />
strigliatura post<br />
semina<br />
4-6 no 1 4 04-mag 1<br />
altro 3 sarchiature<br />
Semina<br />
periodo se<strong>con</strong>da metà di maggio<br />
se<strong>con</strong>da metà di<br />
maggio<br />
varietà varie a ciclo precoce varie a ciclo precoce<br />
Gestione acqua<br />
sommersione 1 mese dopo la semina<br />
stesso giorno <strong>del</strong>la<br />
semina<br />
asciutte pre-raccolta levata e pre-raccolta<br />
autunnale (fine<br />
ottobre); primaverile<br />
(febbraio)<br />
Cheyenne + Nichel<br />
(autunnale) Laser<br />
+Prosa (primaverile)<br />
appena<br />
raccolto il<br />
pisello (fine<br />
giugno)<br />
2 sarchiature e<br />
1 rincalzatura<br />
inizio aprile<br />
metà<br />
ottobre<br />
Kresir Suarta Poeme<br />
Per la determinazione <strong>del</strong>l efficacia <strong>del</strong>la strigliatura, nelle semine in asciutta di <strong>riso</strong>, sono stati<br />
ricavati 4 testimoni, sollevando l erpice per circa 10 metri di tragitto. I rilievi, nella parte trattata,<br />
sono stati eseguiti in prossimità dei testimoni.<br />
Risultati<br />
Densità <strong>del</strong>le infestanti<br />
RISO<br />
In tabella 11 è riportata la presenza <strong>del</strong>le infestanti <strong>del</strong> biennio 2005-2006 e la media complessiva<br />
<strong>del</strong> quinquennio di sperimentazione.<br />
Per quanto riguarda la semina interrata, i risultati evidenziano un elevata infestazione di<br />
Echinochloa crus-galli, che nel 2006 ha superato ampliamente la media complessiva. In tale<br />
annata, nell appezzamento B si sono ris<strong>con</strong>trate, nelle aree non soggette agli interventi di<br />
strigliatura, più di 20 piante a m 2 . Si nota anche un deciso peggioramento <strong>del</strong>l infestazione,<br />
nell ambito <strong>del</strong>l appezzamento C, tra il primo ed il se<strong>con</strong>do anno di rotazione.<br />
Nell appezzamento D, invece, si è rilevata una tendenza opposta, <strong>con</strong> una leggera riduzione <strong>del</strong><br />
potenziale infestante nel 2005, rispetto al 2004 (vedi Quaderno <strong>del</strong>la Ricerca no 51).<br />
A <strong>con</strong>correre all eccessiva presenza di giavone nell appezzamento B, nel 2006, è da segnalare<br />
un inadeguata distruzione <strong>del</strong>le malerbe nel periodo di falsa semina.<br />
L incremento <strong>del</strong>la densità <strong>del</strong>l infestante nell appezzamento C, al se<strong>con</strong>do anno di rotazione, è da<br />
imputare alla scarsa disponibilità idrica estiva e, probabilmente, ad una dotazione superiore di<br />
semi nel suolo.<br />
19
20<br />
Tabella 11. Densità e distribuzione <strong>del</strong>le infestanti <strong>del</strong> <strong>riso</strong> nelle aree testimone<br />
2005 2006 MEDIA 2002-2006<br />
SEMINA IN ASCIUTTA SEMINA IN ACQUA SEMINA IN ASCIUTTA SEMINA IN ACQUA SEM ASC. SEM ACQUA<br />
App. C App. D App. C App. D App. C App. B App. C App. B<br />
n° /m 2 Ds n° /m 2 Ds n° /m 2 Ds n° /m 2 Ds n° /m 2 Ds n° /m 2 Ds n° /m 2<br />
Ds n° /m 2<br />
Ds n° /m 2 Ds n° /m 2 Ds<br />
Echinochloa crus-galli * 3,7 1,1 5,7 3,4 0,0 0,0 1,3 1,5 10,0 3,9 23,0 8,2 0,0 0,0 15,0 4,5 7,9 8,2 5,4 12,1<br />
Echinochloa crus-galli ** 5,0 0,6 9,7 5,3 1,0 0,7 3,0 1,7 12,0 3,9 24,3 7,3 12,3 3,8 16,1 4,2 10,3 8,7 5,7 6,2<br />
Panicum dichotomiflorum* 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 4,7 9,7 1,0 3,6<br />
Panicum dichotomiflorum** 0,0 0,0 0,3 0,6 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 1,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 4,5 9,8 0,0 0,0<br />
Digitaria sanguinalis* 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,9 1,9<br />
Digitaria sanguinalis** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 2,9<br />
Paspalum distichum** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,4<br />
Bolboschoenus maritimus* 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 3,3 4,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,7 3,4 7,3 30,5<br />
Bolboschoenus maritimus** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 36,7 17,6 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 17,7 3,7 3,1 14,2 19,2 50,5<br />
Cyperus esculentus** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,3 0,4 1,4<br />
Polygonum lapathifolium* 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,6 2,4<br />
Polygonum lapathifolium** 0,3 0,6 0,3 0,6 0,0 0,0 0,0 0,0 1,6 2,6<br />
Portulaca oleracea* 0,7 1,2 0,0 0,0 0,3 0,6 1,0 0,6 18,8 43,7<br />
Portulaca oleracea** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 2,8 8,5<br />
Chenopodium album* 3,0 2,2 1,7 0,6 7,0 2,6 3,0 1,7 3,2 3,7<br />
Chenopodium album** 0,0 0,0 0,0 0,0 5,3 2,8 0,0 0,0 0,6 1,8<br />
Chenopodium polyspermum* 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,3 0,6 0,2 1,1<br />
Alcalipha virginica* 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 13,0 1,7 9,1 25,0<br />
Solanum nigrum* 1,0 1,1 0,0 0,0 2,7 0,9 0,0 0,0 0,8 1,6<br />
Bidens frondosa** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2<br />
Cyperus difformis* 25,0 19,7 208,3 92,6 870,0 119,4 371,7 130,0 214,5 256,0<br />
Cyperus difformis** 59,3 45,1 173,3 103,9 263,3 72,5 85,0 28,5 114,1 101,4<br />
Heteranthera reniformis* 127,3 115,9 2,0 1,7 503,3 129,4 296,7 78,0 196,9 307,4<br />
Heteranthera reniformis** 175,0 114,7 2,0 2,6 513,3 114,4 0,0 0,0 165,5 311,2<br />
Scirpus mucronatus* 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,8 7,3<br />
Scirpus mucronatus** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 7,3 13,0<br />
Lindernia dubia* 1526,7 1124,4 200,0 80,7 146,3 86,3 15,7 14,7 687,2 963,0<br />
Lindernia dubia** 74,2 27,5 166,7 73,4 0,0 0,0 0,0 0,0 76,1 98,7<br />
Ammannia coccinea* 0,0 0,0 42,0 29,6 1,7 0,7 157,3 60,5 10,3 24,4<br />
Ammannia coccinea** 0,0 0,0 76,3 31,9 0,0 0,0 0,0 0,0 19,1 49,8<br />
Butomus umbellatus* 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2<br />
Totale graminacee** 5,0 0,6 10,0 5,8 1,0 0,7 3,0 1,7 13,0 4,5 23,0 8,2 12,3 3,8 16,1 4,2 15,9 13,6 5,7 6,2<br />
Totale non graminacee** 0,3 0,6 0,3 0,6 308,5 119,6 455,0 156,2 5,3 2,8 0,0 0,0 766,7 154,9 102,7 31,5 8,1 20,3 392,9 329,8<br />
Totale infestanti** 5,3 0,9 10,3 6,4 309,5 119,8 458,0 156,3 18,3 7,2 23,0 8,2 779,0 158,7 118,8 30,8 24,0 24,4 398,6 329,2<br />
Ds= Deviazione standard * Rilievo di metà giugno ** Rilievo di fine luglio (1) corrisponde al 100% di copertura<br />
19
Nel caso <strong>del</strong>l appezzamento D, <strong>con</strong>siderato l elevato grado di infestazione <strong>del</strong> 2004, si è posta<br />
maggiore attenzione al periodo <strong>del</strong>la falsa semina. La scelta di una varietà a ciclo più precoce<br />
rispetto al precedente anno, ha permesso il posticipo <strong>del</strong>la semina ed una maggiore efficacia <strong>del</strong>la<br />
distruzione <strong>del</strong> giavone.<br />
Relativamente alle altre infestanti occorre sottolineare una certa recrudescenza di Chenopodium<br />
album, in particolare nell appezzamento C. Nel 2006, a causa <strong>del</strong>l impossibilità di stabilire una<br />
sommersione <strong>con</strong>tinua dopo lo stadio di inizio accestimento <strong>del</strong> <strong>riso</strong>, l infestante è risultata<br />
presente per tutto il ciclo colturale.<br />
Nel 2006, la densità di Alcalipha virginica nell appezzamento B è stata notevolmente superiore<br />
rispetto al 2002. Tuttavia, la malerba è scomparsa al sopraggiungere dei primi adacquamenti.<br />
La situazione in semina in acqua ha mostrato un intensificazione <strong>del</strong>la densità di giavone, favorito<br />
dai periodi di asciutta causati dalla siccità. Infatti, risulta esemplificativo l andamento <strong>del</strong>la malerba<br />
nell appezzamento C nell ultimo anno di sperimentazione, dove si possono ris<strong>con</strong>trare emergenze<br />
tardive dopo i periodi assenza <strong>del</strong>la sommersione <strong>con</strong>tinua <strong>del</strong> mese di giugno.<br />
Nell ambito <strong>del</strong>le malerbe acquatiche, si è registrata una discreta infestazione di Bolboschoenus<br />
maritimus sia nell appezzamento D, nel 2005, e sia nell appezzamento B, nel 2006.<br />
Sempre in maniera particolarmente grave si sono insediate le popolazioni di Cyperus difformis,<br />
mentre Heteranthera reniformis ha mostrato livelli preoccupanti solo nell appezzamento C, in<br />
entrambe le annate. Nel campo denominato B, l asciutta drastica di fine giugno, ha permesso di<br />
annullare l infestazione iniziale.<br />
Tra le altre malerbe, Lindernia dubia si è rivelata sempre presente <strong>con</strong> infestazioni nel mese di<br />
giugno decisamente elevate. Tuttavia, trattandosi di una specie poco competitiva non ha destato<br />
particolari preoccupazioni.<br />
Infine, negli appezzamenti D e B, è da annoverare la diffusione di Ammannia coccinea che, come<br />
per Heteranthera reniformis, è stata <strong>con</strong>trollata dalla siccità estiva <strong>del</strong> 2006.<br />
MAIS<br />
Per la coltura <strong>del</strong> mais, l unico problema malerbologico rinvenuto, è rappresentato dal giavone, che<br />
è stato particolarmente grave nel 2006 (tab. 12). A livello medio, l altra malerba rilevata <strong>con</strong> densità<br />
superiori a 1 pianta m -2 è stata il Bolboschoenus maritimus.<br />
SOIA<br />
Come per il mais, l infestante chiave è risultata Echinochloa crus-galli (tab. 12). Considerando le<br />
due annate, si è verificata la maggior infestazione nel 2005 (8.0 piante m -2 ), mentre il risultato <strong>del</strong><br />
2006 si posiziona ampiamente al di sotto <strong>del</strong>la media quinquennale. In termini di gravità è da<br />
segnalare, nel 2005, anche una discreta infestazione di Polygonum lapathifolium.<br />
FRUMENTO<br />
Per questa coltura non sono da segnalare particolari problemi malerbologici. Nel 2006 è stata<br />
rilevata solo la presenza di Stellaria media e Bolboschoenus maritimus, non influenzanti il livello<br />
produttivo <strong>del</strong>la coltura (tab. 13).<br />
20<br />
21
22<br />
Tabella 12. Densità e distribuzione <strong>del</strong>le infestanti <strong>del</strong> mais e <strong>del</strong>la soia<br />
MAIS<br />
Appezzamento A 2005 Appezzamento E 2006 MEDIA 2002-2006<br />
FILA INTERFILA FILA INTERFILA FILA INTERFILA<br />
n° /m 2 dev. st. n° /m 2 dev. st. n° /m 2 dev. st. n° /m 2 dev. st. n°/m 2 dev. st. n° /m 2 dev. st.<br />
Echinochloa crus-galli 5,3 1,3 0,0 0,0 15,1 11,2 0,0 0,0 9,0 8,4 0,0 0,0<br />
Polygonum lapathifolium 2,7 3,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,9 1,7 0,0 0,0<br />
Chenopodium album 0,4 0,8 0,0 0,0 0,9 0,8 0,0 0,0 0,8 1,1 0,0 0,0<br />
Solanum nigrum 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,9 1,4 0,0 0,0<br />
Phytolacca americana 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,3 0,0 0,0<br />
Rumex acetosa 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,3 0,7 0,0 0,0<br />
Portulaca oleracea 1,3 0,0 0,0 0,0 4,0 1,3 0,0 0,0 1,1 1,7 0,0 0,0<br />
Bolboschoenus marittimus 11,1 0,8 0,0 0,0 0,4 0,8 0,0 0,0 2,3 4,6 0,0 0,0<br />
Polygonum aviculare 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,3 0,0 0,0<br />
Alcalipha virginica 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2 0,5 0,0 0,0<br />
Bidens frondosa 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,3 1,0 0,0 0,0<br />
Rorippa palustris 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,3 0,0 0,0<br />
SOIA<br />
Appezzamento E 2005 Appezzamento D 2006 MEDIA 2002-2006<br />
FILA INTERFILA FILA INTERFILA FILA INTERFILA<br />
n° /m 2 dev. st. n° /m 2 dev. st. n° /m 2 dev. st. n° /m 2 dev. st. n° /m 2 dev. st. n° /m 2 dev. st.<br />
Echinochloa crus-galli 8,0 2,3 0,0 0,0 0,4 0,8 0,0 0,0 2,7 3,1 0,1 0,3<br />
Digitaria sanguinalis 0,4 0,8 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,3 0,0 0,0<br />
Polygonum lapathifolium 2,7 1,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5 1,2 0,0 0,0<br />
Bolboschoenus marittimus 1,8 3,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,4 1,4 0,0 0,0<br />
Chenopodium album 0,9 0,8 0,0 0,0 0,4 0,8 0,0 0,0 0,4 0,6 0,0 0,0<br />
Portulaca oleracea 1,3 1,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,7 1,8 0,0 0,0<br />
Tabella 13. Densità e distribuzione <strong>del</strong>le infestanti dei cereali autunno-vernini<br />
FARRO o FRUMENTO (06)<br />
Appezzamento A 2006 MEDIA 2002 - 2006<br />
n° /m 2<br />
dev. st. n° /m 2<br />
dev. st.<br />
Polygonum lapathifolium 0,0 0,0 5,0 7,7<br />
Polygonum hydropiper 0,0 0,0 0,1 0,4<br />
Veronica persica 0,0 0,0 0,1 0,4<br />
Lolium perenne 0,0 0,0 0,3 0,9<br />
Chenopodium album 0,0 0,0 0,7 1,2<br />
Phytolacca americana 0,0 0,0 0,1 0,4<br />
Rumex acetosa 0,0 0,0 1,2 1,4<br />
Erigeron annuus 0,0 0,0 1,6 3,1<br />
Poa annua 1,3 2,0 0,4 0,9<br />
Stellaria media 36,9 10,0 12,3 18,8<br />
Bolboschoenus marittimus 1,8 2,9 0,6 1,4<br />
Bidens frondosa 0,0 0,0 0,4 0,9<br />
Efficacia <strong>del</strong>l utilizzo <strong>del</strong>l erpice strigliatore<br />
Il <strong>con</strong>trollo <strong>del</strong> giavone, malerba chiave in semina interrata, è stato particolarmente limitato nel<br />
2006, in entrambi gli appezzamenti (tab. 14).<br />
21
Tabella 14. Efficacia <strong>del</strong>l'utilizzo <strong>del</strong>l'erpice strigliatore su <strong>riso</strong> seminato in asciutta<br />
2005 2006 MEDIA 2002-2006<br />
Appezzamento C Appezzamento D Appezzamento C Appezzamento B<br />
n° /m 2 % <strong>con</strong>tr n° /m 2 % <strong>con</strong>tr n° /m 2 % <strong>con</strong>tr n° /m 2 % <strong>con</strong>tr n° /m 2 % <strong>con</strong>tr<br />
Echinochloa<br />
crus-galli (1)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
3,7<br />
2,0<br />
n.s.<br />
12,7<br />
1,6<br />
**<br />
87,4<br />
10,0<br />
5,0<br />
*<br />
50,0<br />
24,5<br />
14,1<br />
**<br />
42,5<br />
7,9<br />
3,0<br />
**<br />
62,0<br />
Echinochloa<br />
crus-galli (2)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
5,0<br />
3,0<br />
n.s.<br />
12,5<br />
3,2<br />
**<br />
74,2<br />
12,0<br />
6,0<br />
n.s.<br />
24,5<br />
14,1<br />
**<br />
42,5<br />
10,3<br />
4,3<br />
**<br />
58,3<br />
Panicum<br />
dichotomiflorum (1)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
1,3<br />
0,0<br />
*<br />
100,0<br />
5,7<br />
0,8<br />
**<br />
86,0<br />
Panicum<br />
dichotomiflorum (2)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
0,2<br />
0,0<br />
n.s.<br />
1,0<br />
0,3<br />
n.s.<br />
9,7<br />
1,2<br />
**<br />
87,9<br />
(3)<br />
Digitaria<br />
sanguinalis (1)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
0,4<br />
0,0<br />
*<br />
100,0<br />
2,6<br />
0,1<br />
**<br />
95,7<br />
(3)<br />
Digitaria<br />
sanguinalis (2)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
5,3<br />
0,3<br />
**<br />
94,3<br />
(3)<br />
Bolboschoenus<br />
maritimus (1)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
0,1<br />
0,0<br />
n.s.<br />
4,2<br />
2,0<br />
*<br />
52,0<br />
(3)<br />
Bolboschoenus<br />
maritimus (2)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
15,7<br />
12,7<br />
*<br />
19,1<br />
(3)<br />
Cyperus<br />
esculentus (2)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
0,3<br />
0,3<br />
n.s.<br />
Polygonum<br />
lapathifolium (1)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
2,2<br />
0,6<br />
*<br />
72,7<br />
0,0<br />
0,3<br />
n.s.<br />
0,8<br />
0,8<br />
n.s.<br />
2,2<br />
0,7<br />
**<br />
68,6<br />
Polygonum<br />
lapathifolium (2)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
4,2<br />
0,8<br />
**<br />
81,0<br />
2,1<br />
0,4<br />
**<br />
81,0<br />
Portulaca<br />
oleracea (1)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
0,7<br />
0,7<br />
n.s.<br />
1,2<br />
0,0<br />
*<br />
100,0<br />
0,3<br />
0,3<br />
n.s.<br />
0,6<br />
0,0<br />
**<br />
100,0<br />
23,5<br />
1,0<br />
**<br />
95,9<br />
Portulaca<br />
oleracea (2)<br />
27,7<br />
5,0<br />
*<br />
81,9<br />
(3)<br />
Chenopodium<br />
album (1)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
3,0<br />
1,0<br />
n.s.<br />
2,3<br />
0,1<br />
**<br />
95,2<br />
7,0<br />
1,7<br />
*<br />
75,7<br />
2,0<br />
0,0<br />
**<br />
100,0<br />
3,2<br />
0,6<br />
**<br />
81,3<br />
Chenopodium<br />
album (2)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
5,3<br />
1,7<br />
n.s.<br />
2,8<br />
0,8<br />
n.s.<br />
Chenopodium<br />
polyspermum (1)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
0,8<br />
0,0<br />
n.s.<br />
1,0<br />
0,0<br />
*<br />
100,0<br />
Alcalipha<br />
virginica (1)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
6,6<br />
0,2<br />
**<br />
97,6<br />
30,2<br />
8,1<br />
**<br />
73,2<br />
Solanum<br />
nigrum (1)<br />
testimone<br />
strigliatura<br />
1,0<br />
0,7<br />
n.s.<br />
2,7<br />
0,3<br />
*<br />
87,6<br />
1,6<br />
0,7<br />
*<br />
56,3<br />
Rumex acetosa (1)<br />
testimone 1,4<br />
strigliatura 0,9<br />
n.s.<br />
(3)<br />
(1)<br />
Rilievo di metà giugno<br />
(2)<br />
Rilievo di fine luglio<br />
(3)<br />
Media riferita solo al triennio 02-04<br />
* SIGNIFICATIVO PER P
24<br />
Tale risultato è legato ad un leggero ritardo dei primi interventi, che hanno <strong>con</strong>sentito un eccessiva<br />
crescita degli apparati radicali <strong>del</strong>le plantule <strong>del</strong>l infestante.<br />
Sulle altre infestanti, l erpice ha evidenziato un efficacia soddisfacente.<br />
Discussione e Conclusioni<br />
Il quadro malerbologico complessivo <strong>del</strong>l azienda biologica utilizzato per la sperimentazione<br />
quinquennale permette di esprimere <strong>con</strong>siderazioni sulla dinamica, sulla diffusione e sulle<br />
possibilità di <strong>con</strong>trollo di un gran numero di specie infestanti <strong>del</strong>le colture <strong>con</strong>siderate.<br />
La malerba chiave per le quattro colture a ciclo primaverile-estivo è senza alcun dubbio<br />
Echinochloa crus-galli.<br />
Nel caso <strong>del</strong> <strong>riso</strong>, la presenza <strong>del</strong>la graminacea è stata decisamente superiore in semina interrata.<br />
Solo nei casi di una trascurata gestione <strong>del</strong>la falsa semina e di eccessivi periodi di asciutta durante<br />
le prime fasi <strong>del</strong> ciclo colturale, si sono manifestati problemi di <strong>con</strong>trollo anche in semina in acqua.<br />
Gli interventi di strigliatura, se tempestivi, sono stati in grado di assicurare, nella maggior parte dei<br />
casi, un <strong>con</strong>tenimento pienamente sufficiente <strong>del</strong>l infestante.<br />
Considerando l evoluzione <strong>del</strong>la popolazione di giavone nel se<strong>con</strong>do anno di rotazione, cioè in<br />
successione al <strong>riso</strong>, non è stata evidenziata una chiara tendenza all aggravamento<br />
<strong>del</strong>l infestazione. Infatti, sul numero finale di piante a m 2 , è risultata maggiormente influenzante la<br />
corretta applicazione <strong>del</strong>la tecnica colturale descritta ed un favorevole andamento climatico nel<br />
periodo <strong>del</strong>la falsa semina.<br />
Sempre in semina interrata, di se<strong>con</strong>daria importanza sono stati rinvenuti Panicum<br />
dichotomiflorum e Bolboschoenus maritimus. La prima specie è stata ben <strong>con</strong>trollata dall erpice<br />
strigliatore, mentre la Ciperacea non ha manifestato una tendenza all incremento <strong>del</strong>l infestazione<br />
<strong>con</strong> il sistema di coltivazione, nella prima fase <strong>del</strong> ciclo fenologico, in asciutta.<br />
Sostanzialmente differente è apparsa la situazione <strong>del</strong>la semina in acqua.<br />
La pressione <strong>del</strong>le malerbe acquatiche è stata molto elevata e di difficile <strong>con</strong>tenimento.<br />
I maggiori problemi di competizione sono derivanti dall intensità <strong>del</strong>le infestazioni di Cyperus<br />
difformis, specie sempre presente negli appezzamenti <strong>con</strong>siderati nella sperimentazione. La<br />
densità <strong>del</strong>la malerba è stata valutata in aumento nel 2° anno di rotazione, in successione al <strong>riso</strong>.<br />
Heteranthera reniformis è comparsa in maniera grave solo negli appezzamenti B e C.<br />
A differenza di Cyperus difformis, un periodo di asciutta quando il <strong>riso</strong> ha già raggiunto la fase di<br />
pieno accestimento, è stato in grado di <strong>con</strong>tenerne lo sviluppo. Per entrambi le infestanti,<br />
comunque, si è rivelata fondamentale una pronta emergenza e sviluppo <strong>del</strong>la coltura, in grado da<br />
mantenere un vantaggio competitivo sin dalle prime fasi <strong>del</strong> ciclo colturale.<br />
Di minore pericolosità sono da ricordare le infestazioni di Bolboschoenus maritimus e Ammannia<br />
coccinea, presenti solo in alcuni appezzamenti. Nonostante l elevata e costante diffusione di<br />
23
Lindernia dubia, tale specie non ha rappresentato una limitazione alla produttività <strong>del</strong> <strong>riso</strong>,<br />
<strong>con</strong>siderando la limitata capacità competitiva.<br />
Nel corso <strong>del</strong>la sperimentazione sono state effettuate, altresì, le determinazioni <strong>del</strong> peso secco<br />
<strong>del</strong>le infestanti alla raccolta <strong>del</strong> <strong>riso</strong>.<br />
Comparando la quantità di biomassa proveniente dalle malerbe <strong>con</strong> le produzioni di <strong>riso</strong>ne dei<br />
primi tre anni <strong>del</strong> progetto, emerge un effetto significativo (R 2 =0.65) sulla resa unitaria <strong>del</strong> grado di<br />
infestazione finale (fig. 1). Tuttavia, esaminando i risultati per ogni tipologia di semina e di gestione<br />
<strong>del</strong>l acqua, solo <strong>con</strong> la sommersione <strong>con</strong>tinua si evidenzia una quantità di biomassa superiore ai<br />
100 g/m 2 ed una netta riduzione <strong>del</strong>la produzione all aumentare <strong>del</strong>la competizione malerbologica.<br />
24<br />
Fig. 1. Correlazione tra peso secco <strong>del</strong>le infestanti e produzione di <strong>riso</strong>ne<br />
peso secco infestanti (g m -2 )<br />
450<br />
400<br />
350<br />
300<br />
250<br />
200<br />
150<br />
100<br />
50<br />
y = -111,94x + 836,45<br />
R 2 = 0,6517<br />
totale sommersione asciutta<br />
y = -83,155x + 690,05<br />
R 2 = 0,4245<br />
y = -16,474x + 131,74<br />
R 2 = 0,1085<br />
0<br />
4,00 4,50 5,00 5,50 6,00 6,50 7,00 7,50 8,00 8,50<br />
produzione <strong>riso</strong>ne (t ha -1)<br />
In <strong>con</strong>clusione, come già evidenziato al termine <strong>del</strong> triennio, la tecnica colturale messa a punto<br />
<strong>con</strong>sente di ottenere un soddisfacente <strong>con</strong>trollo ed una limitata competitività <strong>del</strong>le infestanti <strong>con</strong> il<br />
sistema di semina in asciutta. In semina in acqua, solo <strong>con</strong> un buon investimento iniziale ed un<br />
veloce ricoprimento <strong>del</strong> terreno da parte <strong>del</strong>la coltura è possibile ottenere una produttività<br />
remunerativa.<br />
25
26<br />
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25
Ringraziamenti<br />
Si ringrazia lʼazienda agricola Piero Pedrazzini per aver ospitato<br />
la sperimentazione e, soprattutto,<br />
per aver <strong>con</strong>tribuito sostanzialmente alla messa a punto <strong>del</strong>le tecniche colturali.<br />
27
Il sito <strong>del</strong>la ricerca in agricoltura<br />
www.agricoltura.regione.lombardia.it