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Rivista italiana di numismatica e scienze affini - Medievalcoinage.com

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84 CARf-O KUNZ<br />

ad un imperatore Enrico, perchè altri nomi ancora si nascondono<br />

sotto quelle informe leggende (3).<br />

Più securi procedono quelli autori pel tempo in cui Verona<br />

si resse a Repubblica, o fu soggetta alli Scaligeri ed a Giangaleazzo<br />

Visconti, ma anche per quei perio<strong>di</strong> non mancherebbero<br />

alcune nuove monete ed argomenti a nuovi sillogismi.<br />

Provenienti da un ripostiglio teste scoperto, del quale,<br />

se mi sarà concesso, porgerò informazione, figurano in que-<br />

sto Museo un ine<strong>di</strong>to denaro <strong>di</strong> re Berengario d' Ivrea, col<br />

quale viene a colmarsi una delle deplorate lacune (Tav. I,<br />

n, io), ed alcuni denari, vari per conio e per stile, del suo<br />

vincitore, Ottone I. Sono <strong>di</strong> pregio due grossi aquilini dei<br />

fratelli Alberto e Mastino della Scala; un grosso ed un<br />

quattrino <strong>di</strong> Antonio, caino del proprio fratello Bartolommeo,<br />

mestiere ch'egli aveva appreso dal padre Cansignorio. Que-<br />

sto, ignorato dal Dionisi e dallo Zanetti, .<br />

fu <strong>di</strong>vulgato dal<br />

nob. Giovanni Orti in opuscolo <strong>di</strong>ventato molto raro, per cui<br />

trovo opportuno <strong>di</strong> rinnovare qui il suo impronto (Tav. I,<br />

n. II). Il dotto veronese fu d'avviso che non abbia mai avuto<br />

corso, ma ciò apparisce inverosimile solo che si ba<strong>di</strong> alla<br />

sua conformità con quello piii noto battuto a nome d'entrambi<br />

i fratelli Bartolommeo ed Antonio.<br />

Hanno pregio singolarissimo un testone e un mezzo testoneU)<br />

dell'imperatore Massimiliano, che sono anche notevoli<br />

per vaghezza <strong>di</strong> conio.<br />

Padova.<br />

Colla <strong>di</strong>ssertazione del Verci, il quale rifece la memoria<br />

pila antica del Brunacci, la storia della zecca <strong>di</strong> Padova fu<br />

(3) Sono dessi i veri denari della croce delle antiche carte, e non,<br />

<strong>com</strong>e volle lo Zanetti, quelli dal tempietto <strong>di</strong> Ugo e <strong>di</strong> Berengario li<br />

(aggiungasi Ottone 1 , da lui ignorato), che spettano più verosimilmente<br />

ad altra zecca, forse a quella <strong>di</strong> Pavia, <strong>com</strong>e afferma il signor<br />

<strong>com</strong>m. Promis, al quale ossequente m'inchino, pur notando <strong>com</strong>e la<br />

grande analogia <strong>di</strong> peso, <strong>di</strong> metallo e <strong>di</strong> fabbrica fra essi e quelli <strong>di</strong><br />

Venezia d'interregno, <strong>di</strong> un Enrico e <strong>di</strong> Corrado li, sia incentivo a biz-<br />

zarre considerazioni.<br />

(4) Cosi, ma impropriamente, denominato dallo Zanetti. Il suo peso<br />

corrisponde a due quinti del testone.

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