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introduzione<br />
in<br />
pallina da golf<br />
DI MATTEO DORE<br />
Che<br />
rapporti abbiamo a Sportweek<br />
con il golf? Tanti, e nessuno serio. UNO DI NOI<br />
ha preso un bel po’ di lezioni al Castletown Golf Course<br />
dell’Isola di Man, mica un posto qualunque, nel lontanissimo 1990:<br />
il suo maestro era Murray Crowe, lo stesso dell’ex pilota di F.1 Nigel<br />
Mansell. Dopo essere tornato in Italia ha realizzato che non aveva soldi e ha smesso:<br />
però è convinto di essere ancora il migliore. Se mi rimetto d’impegno in 15 giorni do la<br />
paga a tutti, dice. UN ALTRO, l’unico che riesce a dedicare un po’ di tempo a ferri e legni,<br />
racconta in continuazione le sue improbabili gare con vecchietti e parenti eccentrici, i tiri che finiscono<br />
nel bosco, le palline perdute. Probabilmente è bravo, ma nessuno ha ancora capito qual è il<br />
suo handicap. Una volta si è fatto accompagnare da un collega a fare 18 buche e gli ha concesso di provare<br />
un tiro, un approccio al green: lui ha spedito la pallina direttamente in acqua e da allora non ha più<br />
preso un ferro in mano. UNO ci ha provato in ciabatte e costume da bagno durante il viaggio di nozze. Ora<br />
gioca solo con i videogame: anche se mi annoiano, ammette. UNA, quando seguiva il golf per lavoro, ha preso la<br />
prima lezione da Costantino Rocca all’Open di Francia del ’93. Giochicchiavo durante i tornei, ho smesso perché non<br />
avevo il tempo di farlo per bene come avrei voluto, sospira. UNO ha fatto da caddy a un amico, una volta. UNO ha<br />
giocato per circa un anno, poi si è tenuto la borsa con le mazze in solaio per altri trenta e adesso l’ha prestata a un<br />
collega. Però se ricomincio me la ridai, ha detto. QUEST’ULTIMO ha preso solo due lezioni e già si sente un fenomeno.<br />
Faccio in tempo a qualificarmi per le prossime Olimpiadi?, ha chiesto. GLI ALTRI della redazione di SportWeek<br />
ignorano il golf e ne sono felici. Però anche loro hanno pazientemente sopportato una settimana di discussioni,<br />
in mensa o alla macchinetta del cafè, sui soldi e le vittorie di Tiger Woods e Rory McIlroy, sull’Open d’Italia e<br />
sulla Ryder Cup. Così, visto che come apprendisti/ex/golfisti siamo un pericolo (per noi e per gli altri) ci siamo<br />
rivolti a dei “professionisti” e siamo riusciti ad andare in buca perché Lanfranco Vaccari, che invece<br />
gioca seriamente, si è dedicato alla storia di copertina. E soprattutto perché Francesco Molinari ha accettato<br />
di scrivere per noi, e quando un fuoriclasse sta accanto a te, tutto diventa più facile. È stata la<br />
nostra Pro-Am, cioè una gara dove professionisti e dilettanti giocano insieme. E tra uno swing e un<br />
putt, un wedge e un pitch, un birdie e un bogey qualcosa abbiamo imparato anche noi. Forse...<br />
pericolo golfisti<br />
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