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Don Ennio Innocenti - Sindacato Libero Scrittori Italiani

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204 ATTI DEL CONVEGNO<br />

questa valle di lacrime: contro lo spirito del male, che prende possesso,<br />

in Adamo ed Eva, del figlio loro primogenito, omicida fratricida,<br />

reo del primo crimine contro l’umanità, che porta su di sé visibile il<br />

marchio della dannazione, e che non qui e non ora sarà consegnato in<br />

eterno alle tenebre esteriori.<br />

8. L’immagine topica di Abele è quella del “profeta disarmato”, o,<br />

se s’intende aggiornarla, del perdente: immagine falsissima. Egli<br />

mostra semplicemente di saper morire, cioè di morire nella sacralità<br />

dell’innocenza, “alla presenza di Dio”, provando su di sé senza perdersi<br />

d’animo l’orrore, e prima ancora il mistero, della morte. L’eroe<br />

cristiano, come fu detto da grandi scrittori, fino al furente contraddittorio<br />

da parte di Nietzsche, “vince morendo”. Ed è questa la sorte,<br />

sempre eguale nel tempo, del miles Christi, forte, contrastato da Satana<br />

fino all’ultimo colpo, ma invincibile, pur essendo armato di “spada<br />

senza elsa”. È lo spirito conforme al precetto di Paolo (Cor. II, 4, 13-14):<br />

“avendo noi quel medesimo spirito di fede, di cui sta scritto: ‘ho creduto,<br />

per questo ho parlato’, noi pure crediamo, e per questo parliamo,<br />

sapendo che Colui che ha resuscitato il Signore Gesù, risusciterà<br />

anche noi con Gesù”. È lo spirito di fede di chi “crede, e perciò parla”,<br />

a smuovere le montagne, solo che si abbandoni nella fede oltre il<br />

segno della dappocaggine.<br />

“Non sono, no, tra quelli – confessa don <strong>Innocenti</strong> – che in nome<br />

dei diritti di quella vacca sacra, che porta il nome di pluralismo, fingono<br />

di ignorare la mancanza di un termine medio tra l’ateismo e la<br />

negazione di Cristo, o che non s’avvedono come il dubbio o il rifiuto<br />

della realtà di Cristo tradisce il dubbio o il rifiuto della realtà di Dio.<br />

Io mi vergogno, oggi, d’aver in passato accolto con simpatia frasi<br />

come questa: l’uomo moderno può ancora credere in Cristo, ma non<br />

può più credere in Dio”. Ed ancora, in un crescendo d’intransigenza:<br />

“la mia missione non mi consente false modestie, ne mi permette di<br />

tentennare con chi esita nell’incertezza. [… ] Quando mi è stato autorevolmente<br />

garantito di essere sacerdote in eterno, non mi è passato<br />

per l’anticamera del cervello di ridurmi a fare il moderatore sorridente<br />

di arenghi, dove la divinità da adorare fosse la libera opinione; ho<br />

capito, invece, che avrei dovuto testimoniare la presenza salvifica, nel<br />

tempo, della Verità Assoluta. Se appaio inesorabile, è perché io so Chi<br />

è la verità. [… ] Nella contemporanea marea d’incredulità ci distingue

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