Youth Lagoon —Boise confidential— Ingenuità, stupore e una cameretta che suona come le montagne del North West: la profonda provincia di Youth Lagoon. Turn-On. Altri tempi quelli in cui l’urgenza di una vita acerba trovava sfogo nei strutture angolari del rock. Oggi una gioventù forse più consapevole, o forse narcotizzata dagli infiniti input (sub)culturali, trova più naturale produrre musica che funga da cassa di risonanza delle proprie ansie. Bedroom pop lo chiamiamo, perché è una poetica che nasce dalla sponda del letto fantasticando su quello che sta fuori. “Mi piace la distanza della mia musica” afferma Trevor Power, ventiduenne di Boise, Idaho, che raccoglie nel suo progetto le suggestioni del Pacific North West e le declina secondo le strutture aeree dei CocteauTwins. E’ bastato un brano come July, per segnalare il monicker Youth Lagoon fra quelli da monitorare con attenzione. Il tutto in virtù di un sound che incarna le coordinate dell’indie pop targato ‘10: melodie fragili, riverberi lunari, ingenuità a fiotti, pattern scomposti e grana lo-fi. Di suo Powers ci mette una fragilità emotiva che rispecchia la sua problematica sensibilità: “Ho lavorato a queste canzoni in uno dei momenti più difficili della mia vita. Stavo facendo sedute per curare i miei stati d’ansia, ma ho dovuto interromperle per risparmiare denaro per le registrazioni. Questo ha influenzato negativamente le mie relazioni affettive.” Un fascino misterioso, quindi, che nasce dalla natura terapeutica del suo primo lavoro The Year Of Hiberna- tion. “Realizzare la mia musica è qualcosa di cui non posso fare a meno. Ci sono tante cose che si accumulano dentro di me e questo è il mio modo di esternarle. Quindi non è errato affermare che questa per me è una specie di terapia.” I soldi per le registrazioni, racconta, li ha racimolati suonando la tastiera fino a notte fonda nei sobborghi di Boise. “I pezzi - ci tiene a precisare - sono stati concepiti nella mia camera da letto, ma sono stati registrati in un vero studio, con l’aiuto sporadico di qualche amico”. Ha fatto tutto (o quasi) da solo insomma. Sebbene ascoltando l’album, con quei suoni che si propagano in slow motion, i riverberi mesmerici di chitarra e pianoforte, sembra di trovarsi di fronte ad una vera e propria band. La voce di Powers, poi, così simile a quella del compianto Mark Linkous/Sparklehorse è in grado di far riaffiorare sentimenti che si credevano sopiti. Adesso è tempo di partire in tour. Ci sono date schedulate in mezzo mondo che lo attendono. “E’ successo tutto così velocemente - racconta incredulo - Pensa che non sono mai uscito dalla West Coast.” DieGo Ballani, Iceage! —Il nuovissimo post-punk made in Copenhagen— Mischiano Joy Division e Fucked Up, dark-wave e hardcore anni 90. Ecco come quattro teenager danesi fanno capitolare l’underground di mezzo mondo Pochi anni fa, nei primi Duemila, Copenhagen era nota, tra i pochi affezionati, come la città di una fervida scena punk i cui capostipiti erano band come Gorilla Angreb, Young Wasteners e No Hope For The Kids. Tutte riprendevano, chi in un modo chi nell’altro, il punk-rock e il primissimino hardcore californiano dando vita ad un manipolo di dischi brevi ed incendiari. Poi quei gruppi si sciolsero e dal freddo Nord giunsero solo i lavori dei colleghi Masshysteri, altrettanto efficaci ma indubbiamente più morbidi nei suoni e nell’approccio. Questo fino a pochi mesi fa quando, come una bomba carta, è esplosa una nuova sensazione tutta made in DK. Sì perché, out of the blue, i ragazzi di Copenhagen sono saliti all’onore delle cronache grazie ad album fulminante come New Brigade. Una dozzina di brani secchi, magnetici e nervosi come i teenager che li hanno composti, una scaletta che prende e fagocita Fucked Up e la wave britannica più scura, il post-punk dell’ultimo lustro e finanche le glorie dell’hardcore californiano anni Novanta (White Rune è la no wave al servizio del sing-along, in Total Drench sembrano i Joy Division tirati hardcore, in You’re Blessed è impossibile non sentire riecheggiare certe aperture à la Nofx). Tanto è bastato per far impazzire i blog e i forum del settore, portando diverse etichette a stampare e ristampare l’album sia in America che in Europa. E se Pitchfork li ha voluti in cartellone per l’omonimo festival che si terrà a Parigi il 29-29 Ottobre (insieme a Aphex Twin e Washed Out, per dire due nomi) è segno che i ragazzi danesi sono già riusciti a bucare la barriera dell’underground. Certo la repentina ribalta ha lanciato dubbi sulla street credibility del gruppo che, a detta dei più esigenti, sono solo l’ennesima posa del momento, ma di fronte alla micidiale irruenza di New Brigade c’è poco da obiettare. I nostri sapranno anche come attirare l’attenzione di un settore sempre più oberato di uscite e novità, ma la qualità dei pezzi non è in discussione. La veloce fama del quartetto è poi servita da cassa di risonanza per quella che è stata ribattezza (traendo spunto dal tatuaggio di uno dei componenti) la New Way of Danish Fuck You, ovvero una manipolo di oscure band dedite a suoni be più sporchi e ostici. Pensiamo a nomi come Sexdrome, Jackman, Pagan Youth e al loro noisepunk con spunti black-metal in salsa molto lo-fi. Etichette come Posh Isolation hanno già testimoniato in questo senso, ma la faccenda resterà cosa per pochi adepti date la chance - nulle - che hanno queste ultime band anche solo di sfiorare il grado d’attenzione mediatica che ha investito i loro, ben più indie, amici. anDrea naPoli, 6 7 Turn-On.