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CRISTALLIZZAZIONE

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<strong>CRISTALLIZZAZIONE</strong><br />

ITIS “Marconi” Forlì 4 CH<br />

Prof Roberto Riguzzi


DEFINIZIONE<br />

La cristallizzazione è quel processo di separazione<br />

fisico di separazione dei componenti di un<br />

miscuglio, in cui si separa il soluto dal solvente di<br />

una soluzione attraverso la sua cristallizzazione<br />

(formazione di cristalli solidi).<br />

La cristallizzazione richiede soluzioni soprassature,<br />

cioè in cui il soluto è in concentrazione maggiore<br />

rispetto alla sua solubilità.


COMPETENZE RICHIESTE


Soluzioni soprassature<br />

La soluzione soprassatura è ottenuta con:<br />

A. L’evaporazione del solvente della<br />

soluzione<br />

B. Il raffreddamento della soluzione<br />

C. Entrambi<br />

D. Aggiunta di sostanze precipitanti


SOLUZIONI SOPRASSATURE<br />

% soluto<br />

Soluzione soprassatura<br />

B<br />

C<br />

A<br />

S<br />

Soluzione diluita<br />

temperatura<br />

A: Cristallizzazione per evaporazione<br />

B: Cristallizzazione per raffreddamento<br />

C: Cristallizzazione<br />

per evaporazione e raffreddamento


Cinetica della cristallizzazione<br />

La cristallizzazione avviene in due fasi:<br />

1. La nucleazione è quella fase del processo si<br />

cristallizzazione in cui si formano i nuclei su cui si<br />

accresceranno i cristalli.<br />

2. L’accrescimento dei cristalli è avviene dopo la<br />

nucleazione e consiste nel deposito di soluto dalla<br />

soluzione alla superficie del cristallo nato dalla<br />

nucleazione.<br />

La velocità reciproca di questi due processi determina le<br />

caratteristiche del processo di nucleazione.


Cinetica della cristallizzazione<br />

• V nucleazione>V accrescimento si otterranno cristalli piccoli.<br />

• V nucleazione


Cinetica della nucleazione<br />

• Semina: si inoculano nella soluzione i nuclei per la nucleazione.<br />

Possono essere cristalli della sostanza da cristallizzare, oppure altre<br />

particelle di piccole dimensioni o addirittura bollicine di gas. Con la<br />

semina siamo in grado di governare il numero di centri di nucleazione<br />

e quindi la tipologia dei cristalli.<br />

• La dimensione e il numero dei cristalli è fondamentale per le<br />

successive fasi di trasporto dei cristalli (che può avvenire in fase fluida<br />

utilizzando le acque madri), di filtrazione o centrifugazione.<br />

• Una volta ottenuti i cristalli, particolarmente delicata è la fase di<br />

conservazione per il rischio di impaccamento (i cristalli si incollano fra<br />

loro dando aggregati di grosse dimensioni e di difficile gestione) degli<br />

stessi per colpa dell’umidità.


Soluzione<br />

EVAPORAZIONE<br />

ESSICAZIONE<br />

VAPORE ACQUEO<br />

FLOW SHEET<br />

SCAMBIATORE<br />

(RAFFREDDATORE)<br />

CRISTALLI<br />

CRISTAL<br />

LIZZATORE<br />

SEPARAZIONE<br />

(decantazione, Filtrazione,<br />

centrigazione)<br />

Soluzione<br />

(acque madri)<br />

Semina


RESA <strong>CRISTALLIZZAZIONE</strong>


P=130kg<br />

Li = 870 kg<br />

RESA <strong>CRISTALLIZZAZIONE</strong><br />

P= 130 kg<br />

Evaporazione Cristallizzazione Separazione<br />

L= 230 kg<br />

Acqua 640 kg<br />

L= 230kg<br />

R= 26,36<br />

Perdite di processo=3,84kg<br />

C =99,8 kg


Resa cristallizzazione<br />

• Un altro aspetto della resa riguarda la purezza dei cristalli. I cristalli possono<br />

incamerare acque madri con altre sostanze se la fase di cristallizzazione non<br />

procede con la semplice deposizione del soluto in soluzione sulla superficie<br />

del cristallo che cresce, ma se i cristalli si impaccano fra loro trattenendo<br />

soluzione. Questo problema va assolutamente evitato attraverso la gestione<br />

della velocità di nucleazione e di accrescimento.<br />

• Un altro problema riguarda il caso dei cristalli idrati. Certi soluti cristallizzano<br />

sotto forma di sali idrati. Il calcolo della resa è necessario correggerlo con il<br />

rapporto fra la massa molare del soluto anidro e quella del soluto idratato.


APPARECCHIATURE<br />

Cristallizzatori a raffreddamento (Swenson –<br />

Walker)


APPARECCHIATURE<br />

Cristallizzatori a vuoto


APPARECCHIATURE<br />

Cristallizzatori a evaporazione (OSLO).


INDUSTRIA DEL<br />

SACCAROSIO<br />

(Pag 162 Manuale di disegno, Esame di Stato 1992)<br />

Il saccarosio è il principale dolcificante dell’industria alimentare. È un disaccaride<br />

(a-D-glucopiranosil-b-D-fruttofuranoside), formato dalla condensazione di una<br />

molecola di glucosio con una di fruttosio.<br />

Il saccarosio è ottenuto per estrazione da piante. La principale produzione<br />

mondiale è ottenuta dalla canna da zucchero (Saccarum officinarum) coltivata nei<br />

paesi tropicali. In Europa la produzione utilizza invece la radice della barbabietola<br />

(Beta vulgaris). La radice della Barbabietola è mediamente costituita dal 76,5% di<br />

acqua, 16,5% di saccarosio e 7% di non zuccheri. Attualmente in Italia ed in<br />

Europa si è assistito ad un pesante ridimensionamento dell’industria saccarifera,<br />

che ha perso l’importanza di un tempo.


INDUSTRIA DEL<br />

SACCAROSIO<br />

Lo zucchero bianco (semolato) deve<br />

presentare un grado polarimetrico (indice di<br />

purezza) superiore al 99,7°, una quantità di<br />

zucchero invertito inferiore allo 0,04%, una<br />

umidità inferiore allo 0,1 %, un contenuto in<br />

ceneri a 0,009%.


DIFFUSORE INCLINATO DdS

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