Maurizio Brucchi Il gobbo napoletano Marco Valerio ... - Teramani.info

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L’Intervista
I primi 4
mesi di
Brucchi
dalla bici alla macchina…
amministrativa
D
opo i primi 100 giorni del neo sindaco Maurizio Brucchi,
l’agenda - come da suo costume - è fitta zeppa di date di
inizi lavori e di soprintendenti da ricevere a Piazza Orsini,
in quello studio che dà sul terrazzone di stile messicano, scenario
per sposi e spose. Brucchi ha lasciato la bici per pedalare su
quella farraginosa macchina amministrativa senza più olio nella
catena e per dare, in tempi di crisi, la sferzata ad un città in crisi
di tutto. Non è certamente semplice il suo compito. Ci sono tanti
appuntamenti da rispettare, tante scadenze all’orizzonte (lotto
zero, variante Nord, siti archeologici, discarica, termovalorizzatore,
parcheggi, ecc.) per cui il senologo ha fissato dei paletti in
campagna elettorale che si dimostrano già brutte gatte da pelare.
Il suo carattere appare fin troppo decisionista: un po’ alla Bruce
Willis, sarà pure per la pelata, ma nelle sue date traspare ancora
l’uomo dell’assessorato ai lavori pubblici. Quello del cronoprogramma.
Da rispettare a tutti i costi. Da Vangelo.
novembre 2009
di Maurizio Di Biagio
In ufficio cosa si è portato da casa?
“Un bonsai cui sono molto affezionato, regalato da un amico tanti
anni fa ed una foto della mia famiglia”.
Cosa le affascina di più di questa carica?
“L’importanza di essere sindaco; un riconoscimento che viene
proprio dalla gente con le sue dimostrazioni quotidiane”.
Una qualche nota stonata?
“No. Sono soddisfatto dei miei primi quattro mesi”.
Nemmeno la camera charitatis la mette di malumore, quella
che Chiodi non digeriva?
“Io ricevo due giorni alla settimana: i martedì e i giovedì pomeriggio.
Questo rapporto va mantenuto, la gente lo apprezza molto;
essere il sindaco di tutti è importante, anche se non si riesce a
dare tutte le risposte”.
Cosa chiedono principalmente?
“Su dieci persone, otto il lavoro, il resto casa e opere generiche
come asfalto e lampioni nei loro quartieri”.
Come e perché è entrato in politica?
“Per caso, non c’è stato un reale motivo. Allora, nel 1999, Lanfranco
Venturoni e Franco Graziani mi chiesero di far parte di Forza
Italia: non pensavo a questo, sulle prime non volevo ma alla fine
ho ceduto. Poi in campagna elettorale subentrò la voglia di vincere
e lì è iniziata la mia carriera, mi piace vincere. Il caso ha voluto
che si formasse pure un bel gruppo e così la politica mi ha preso.
Con la passione”.
Turbogas o termovalorizzatore?
“Io sono favorevole agli insediamenti industriali in generale,
perché ciò significa sviluppo e crescita. La turbogas l’ho votata
quand’ero consigliere, abbiamo detto che ci rimettevamo al
parere della Via, che oggi si è manifestato negativo, per cui questo
discorso è chiuso. Ora mi sono proposto come Comune che può
ospitare il termovalorizzatore, perché il nostro territorio provinciale
è quello che può chiudere la filiera dei rifiuti”.
Il porta a porta doveva partire a settembre. Che è successo?
“Debutta il 15 dicembre. A settembre avevamo detto che iniziava
la progettazione, adesso però tutto è pronto: il servizio partirà nelle
frazioni di Colleatterrato, S. Nicolò e S. Atto. In questo progetto
abbiamo coinvolto l’Università: partirà al più presto e ci sarà una
campagna di comunicazione capillare per far capire l’importanza
della differenziata”.
A Teramo però è in calo
“Ma piuttosto per alcune problematiche concernenti alcuni tipi di rifiuti
che si vanno a conferire, comunque ora la percentuale sta risalendo”.
Come sarà la Team di Micheli?
“La Team è l’azienda più importante del territorio. La faremo crescere
preparandoci ad esternalizzare anche altri servizi nel caso fosse
necessario, come ad esempio quello che riguarda tutto il verde”.
Come l’esperienza di assessore nella giunta di Chiodi sta giovando
nel suo nuovo ruolo?
“In maniera importante. Due anni e mezzo da assessore mi hanno
fatto conoscere meglio la macchina amministrativa”.
Le ha dato fastidio l’appellativo affibbiatole di capo cantiere?
“Ne sono onorato; tuttora mi sento capo cantiere della città”.
Come riesce a conciliare la sua attività con quella di medico?
“Fin dall’inizio avevo detto che non ero disposto a lasciare la mia