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Goldoni tra modernismo e tradizione - akira.ruc.dk

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I soliloqui e gli a parte<br />

<strong>Goldoni</strong> si è spiegato quanto ai soliloqui: nel Teatro comico (II,1) <strong>tra</strong>tta il problema:<br />

(30) ORAZIO Capisco, che recitate ; ma recitando, con chi parlate ?<br />

LELIO Parlo da me stesso. Questa è un’uscita, un soliloquio.<br />

ORAZIO E parlando da voi medesimo, dite : Sono stato a riveder la mia bella ? Un uomo da se<br />

stesso, non parla così. Pare, che venghiate in scena a raccontare a qualche persona dove siete stato.<br />

LELIO Ebbene, parlo col popolo.<br />

ORAZIO Qui vi voleva. E non vedete, che col popolo non si parla ? Che il comico deve<br />

immaginarsi, quando è solo, che nessuno lo senta, e che nessuno lo veda ? Quello di parlare col<br />

popolo è un vizio intollerabile, e non si deve permettere in verun conto.<br />

LELIO Ma se quasi tutti quelli, che recitano all’improvviso fanno così. Quasi tutti, quando escono<br />

soli vengono a raccontare al popolo dove sono stati, e dove vogliono andare.<br />

ORAZIO Fanno male, malissimo, e non si devono seguitare.<br />

LELIO Dunque non si faranno mai soliloqui.<br />

ORAZIO Signor sì, i soliloqui sono necessari per ispiegare gl’interni sentimenti del cuore, dar<br />

cognizione al popolo del proprio carattere, e mos<strong>tra</strong>r gl’effetti, e i cambiamenti delle passioni.<br />

LELIO Ma come si fanno i soliloqui senza parlare al popolo ?<br />

ORAZIO Con una somma facilità : sentite il vostro discorso regolato, e naturale. Invece di dire :<br />

Sono stato dalla mia bella, e non l’ho ritrovata ; voglio andarla a ricercare, ecc. Si dice così : Fortuna<br />

ingrata, tu che mi vietasti il contento di rivedere nella propria casa il mio bene, concedimi che possa<br />

rinvenirla...<br />

L’esempio dato, che ho sottolineato, può parer goffo, ma la goffaggine (per noi) è dovuta<br />

allo stile retorico. Cerchiamo di sostituirla con per esempio: »peccato che non sia stata a<br />

casa. … Speriamo che ci sia adesso« e vediamo che <strong>Goldoni</strong> si avvicina alla pratica del<br />

monologo interiore realizzato da Dujardin, e poi da Joyce. Rimando alla convincente<br />

analisi fatta da Dorritt Cohn del monologo finale di Molly Blom nell’Ulisses di Joyce (pp.<br />

217ss.). Invece di descrivere uno stato del mondo (la mia ragazza non era a casa), si<br />

descrivono reazioni; ciò che si spera, si teme, si vuole fare ecc.<br />

<strong>Goldoni</strong> non accetta i soliloqui indirizzati al popolo'. Ma le forme che accetta:<br />

l’espressione dei sentimenti, l’espressione del proprio carattere e il cambio delle passioni si<br />

potrebbero rappresentare senza essere detti esplicitamente. E in pratica <strong>Goldoni</strong> si avvia<br />

verso tale tecnica moderna (benché non abbandoni l’espressione diretta dei sentimenti).<br />

Per gli a parte conviene distinguere due casi diversi. Quando un personaggio si rivolge a<br />

un altro volendo evitare che tutti sentano, <strong>Goldoni</strong> mette le parole <strong>tra</strong> parentesi seguito da<br />

aX. Si <strong>tra</strong>tta del bisbigliamento tea<strong>tra</strong>le (che, per ovvie ragioni, non è un bisbigliamento<br />

normale: gli spettatori devono capire le battute).<br />

Anche quando un personaggio esprime i suoi sentimenti in silenzio, le parole si mettono<br />

<strong>tra</strong> parentesi. Si <strong>tra</strong>tta di una specie di monologo interiore ad alta voce. Sono battute che<br />

danno soltanto un pensiero interiore che gli spettatori devono conoscere e che non si<br />

manifesta necessariamente nel gioco mimico dell’attore, p.es.:(31) (L’unico mio pensiero<br />

è qui la vendetta). (Chiari: La bella pellegrina I,3).<br />

Tali a parte sono assai <strong>tra</strong>dizionali, ma frequenti in <strong>Goldoni</strong>, (cfr. anche le citazioni 15 e<br />

16), e questa tecnica ci pare, a noi moderni, fuori moda.<br />

Poi esiste una terza categoria – o una sottocategoria della seconda: formalmente si <strong>tra</strong>tta<br />

sempre di un monologo interiore, ma spesso tale battuta si potrebbe con gran vantaggio<br />

sostituire con un gesto, una mimica, un cambiamento di tono, col gioco muto indicato da<br />

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