31.05.2013 Views

La comunicazione istituzionale e la gestione delle risorse ... - Formez

La comunicazione istituzionale e la gestione delle risorse ... - Formez

La comunicazione istituzionale e la gestione delle risorse ... - Formez

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

QUADERNI FORMEZ


Q U A D E R N I<br />

Il <strong>Formez</strong>-Centro di Formazione Studi ha<br />

avuto, da sempre, una partico<strong>la</strong>re attenzione<br />

per le iniziative editoriali. Fin dai primissimi<br />

anni di attività si è impegnato nel<strong>la</strong> produzione<br />

e divulgazione di col<strong>la</strong>ne e riviste su cui intere<br />

generazioni di funzionari pubblici si sono formate.<br />

In seguito al decreto legis<strong>la</strong>tivo 285/99, che ha<br />

individuato nel <strong>Formez</strong> l’Agenzia <strong>istituzionale</strong><br />

che sostiene e promuove i processi di trasformazione<br />

del sistema amministrativo italiano, l’attività<br />

editoriale del Centro è stata<br />

ri<strong>la</strong>nciata e rinnovata nel<strong>la</strong> veste grafica<br />

e nei contenuti.<br />

Sono state create tre nuove linee editoriali:<br />

Quaderni, Strumenti e Azioni di Sistema<br />

per <strong>la</strong> pubblica amministrazione.<br />

In queste col<strong>la</strong>ne vengono pubblicati<br />

i risultati <strong>delle</strong> attività formative e di ricerca<br />

svolte dall’Istituto.<br />

Con “Quaderni” si diffondono Rapporti<br />

e riflessioni teoriche su temi innovativi per <strong>la</strong> p.a.,<br />

mentre con due col<strong>la</strong>ne più specialistiche, quali<br />

“Strumenti” e “Azioni di Sistema per <strong>la</strong> pubblica<br />

amministrazione”, si mettono a disposizione<br />

strumenti di <strong>la</strong>voro o di progettazione per quanti<br />

<strong>la</strong>vorano o si occupano di p.a.<br />

Tutte le pubblicazioni con un breve abstract vengono<br />

presentate sul web (www.formez.it).<br />

Carlo F<strong>la</strong>mment<br />

Presidente <strong>Formez</strong>


<strong>Formez</strong><br />

54<br />

LA COMUNICAZIONE<br />

ISTITUZIONALE<br />

E LA GESTIONE DELLE<br />

RISORSE UMANE<br />

F o r m e z • U f f i c i o S t a m p a e d E d i t o r i a


A cura di<br />

Maria Rosa Casuale<br />

Direzione scientifica<br />

Francesco Verbaro<br />

Coordinamento e supervisione<br />

Carlo Gelosi<br />

Contributi di<br />

Carlo Gelosi (autore dell’Introduzione e del cap. 1)<br />

Edoardo Giardino (autore del cap. 2)<br />

Germana Pitro<strong>la</strong> (autrice dei capp. 3, 4, 5, 6)<br />

Organizzazione editoriale<br />

Roberta Crudele, Vincenza D’Elia, Pao<strong>la</strong> Pezzuto


Premessa<br />

Con l’entrata in vigore del<strong>la</strong> legge 150 del 2000, “Disciplina <strong>delle</strong> attività di<br />

informazione e <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni”, è stato riconosciuto<br />

il ruolo del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> all’interno del settore pubblico quale attività<br />

da presidiare in modo specialistico, sistematico e continuativo con figure professionali<br />

adeguatamente preparate. Con l’introduzione <strong>delle</strong> nuove norme si afferma,<br />

dunque, il valore strategico del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica, funzione indispensabile<br />

a identificare e soddisfare nel migliore dei modi <strong>la</strong> domanda pubblica<br />

di servizi e rafforzare il rapporto con <strong>la</strong> cittadinanza.<br />

Per migliorare qualitativamente e quantitativamente l’offerta dei servizi pubblici<br />

occorre, come nelle imprese private, curare il ciclo di vita del prodotto/servizio:<br />

analizzare <strong>la</strong> domanda e il settore di riferimento, precisare gli indirizzi<br />

che rego<strong>la</strong>no <strong>la</strong> realizzazione dei servizi pubblici, assicurare in sostanza l’integrazione<br />

tra <strong>la</strong> politica di produzione (back office) e quel<strong>la</strong> di erogazione del servizio<br />

(front office) e di contatto con l’utenza.<br />

L’affermarsi di un insieme di norme e principi che ridisegnano l’organizzazione<br />

pubblica e semplificano le attività amministrative; il crescente sviluppo di<br />

processi di innovazione che, insieme alle nuove tecnologie, sollecitano le amministrazioni<br />

a ricercare miglioramenti in termini di qualità del <strong>la</strong>voro e riorganizzazione<br />

<strong>delle</strong> procedure; il decentramento sul territorio di nuove funzioni e competenze,<br />

con l’esigenza di gestire autonomamente compiti in sede locale, comportano<br />

<strong>la</strong> necessità di ripensare al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna come fattore di<br />

innovazione e di cambiamento. In un’organizzazione moderna <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

interna deve assumere un ruolo strategico, in quanto strumento e supporto<br />

del<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane.<br />

<strong>La</strong> continua evoluzione del<strong>la</strong> società richiede agli enti pubblici un livello di<br />

concretezza e di efficienza nell’offrire i suoi servizi, nel progettarli, realizzarli,<br />

comunicarli ed erogarli. Le pubbliche amministrazioni dovranno adeguarsi strategicamente<br />

e gestire il necessario cambiamento: solo così potranno raggiungere<br />

l’obiettivo di offrire servizi pubblici mirati e soddisfare i bisogni “reali” dei cittadini,<br />

<strong>delle</strong> imprese, di gruppi organizzati, contribuendo a formare una “moderna<br />

cultura dell’amministrazione”.<br />

7


8<br />

Le applicazioni tecnologiche per le re<strong>la</strong>zioni e le comunicazioni interne appaiono,<br />

in partico<strong>la</strong>re, decisive nel<strong>la</strong> capacità di adattamento di un’amministrazione<br />

alle condizioni di innovazione richieste dal proprio contesto operativo.<br />

Non basta informare l’utente, bisogna disporre di una <strong>comunicazione</strong> all’interno<br />

che sia di supporto all’organizzazione e allo svolgimento efficace <strong>delle</strong> attività<br />

che riguardano il personale coinvolto nel<strong>la</strong> produzione ed erogazione dei servizi,<br />

personale che ha bisogno di ottimizzare il <strong>la</strong>voro rendendolo efficace, in modo da<br />

soddisfare il cittadino. L’attivazione di flussi di <strong>comunicazione</strong> interni favorirà il<br />

miglioramento dell’efficacia operativa, <strong>la</strong> divulgazione al personale di informazioni<br />

di servizio e di nuove attività e procedure, <strong>la</strong> conoscenza degli obiettivi raggiunti<br />

e i programmi futuri, <strong>la</strong> creazione di occasioni di incontro per scambiare<br />

opinioni, il trasferimento di elementi conoscitivi tra dirigenti e personale e lo sviluppo,<br />

infine, di una più efficiente interazione tra gli stessi dipendenti.<br />

Questo volume si rivolge agli operatori pubblici con l’obiettivo di fornire un<br />

contributo per sollecitare l’impiego del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna-esterna che<br />

deve trovare, in generale, reale attuazione e sviluppo per migliorare l’efficienza<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni pubbliche.<br />

Francesco Verbaro<br />

Direttore dell’Ufficio per il personale<br />

<strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica


INDICE<br />

INTRODUZIONE 11<br />

di Carlo Gelosi<br />

CAPITOLO 1<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interna e <strong>la</strong> pubblica<br />

amministrazione 19<br />

di Carlo Gelosi<br />

CAPITOLO 2<br />

L’attività di <strong>comunicazione</strong> del<strong>la</strong> pubblica<br />

amministrazione: aspetti normativi 27<br />

di Edoardo Giardino<br />

CAPITOLO 3<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> per <strong>la</strong> <strong>gestione</strong><br />

<strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane 53<br />

di Germana Pitro<strong>la</strong><br />

CAPITOLO 4<br />

Lo human resource management 71<br />

di Germana Pitro<strong>la</strong><br />

CAPITOLO 5<br />

<strong>La</strong> semplificazione del linguaggio e l’ICT 87<br />

di Germana Pitro<strong>la</strong><br />

CAPITOLO 6<br />

Il ruolo del<strong>la</strong> Direzione <strong>risorse</strong> umane 113<br />

di Germana Pitro<strong>la</strong><br />

BIBLIOGRAFIA 125<br />

9


Introduzione<br />

Il profilo del<strong>la</strong> pubblica amministrazione è andato trasformandosi nel corso<br />

degli ultimi quindici anni grazie a due elementi di grande portata innovatrice:<br />

<strong>la</strong> semplificazione del procedimento amministrativo e al contempo,<br />

l’affermazione del diritto, nonché dovere da parte del<strong>la</strong> p.a., di vedere garantiti<br />

per tutti i cittadini i principi del<strong>la</strong> trasparenza e dell’accesso al procedimento<br />

stesso.<br />

È proprio degli inizi degli anni Novanta, <strong>la</strong> raggiunta consapevolezza, da parte<br />

del legis<strong>la</strong>tore, del bisogno di un cambiamento nelle funzioni e nelle modalità di<br />

operare dell’amministrazione cui si chiedeva, in partico<strong>la</strong>re dal<strong>la</strong> società civile,<br />

una piena ri-legittimazione, a seguito anche <strong>delle</strong> vicende che proprio in quegli<br />

stessi anni avevano minato <strong>la</strong> credibilità <strong>delle</strong> istituzioni.<br />

Si rendevano, pertanto, indispensabili ed urgenti alcuni interventi mirati al<strong>la</strong><br />

definizione di un nuovo processo amministrativo non più autoreferenziale bensì<br />

rivolto maggiormente al servizio del cittadino, in un complesso quadro di riassetto<br />

normativo che vedesse come elemento centrale del cambiamento il tentativo,<br />

in gran parte poi riuscito, di realizzare un’amministrazione aperta, trasparente,<br />

condivisa e, soprattutto, in grado di operare per obiettivi.<br />

L’aver introdotto e, via via, sempre più rafforzato i principi del<strong>la</strong> trasparenza e<br />

dell’accesso nei riguardi di una amministrazione fino ad allora apparentemente<br />

chiusa e poco disponibile al dialogo con i cittadini, ha rappresentato <strong>la</strong> chiave di<br />

svolta di un cambiamento che ha visto, per citare Giuseppe De Rita, il passaggio<br />

epocale da uno Stato-soggetto ad uno Stato-funzione, che si fa comprendere, consente<br />

di partecipare e, dunque, si legittima nel<strong>la</strong> sua nuova dimensione di apertura<br />

e condivisione con i cittadini amministrati.<br />

Il consolidamento dell’azione amministrativa, avvenuto in questi anni, ha<br />

consentito di generare, da una parte, una forte e nuova professionalità nelle<br />

capacità di <strong>gestione</strong> ed organizzazione, e dall’altra, come si è accennato, il<br />

superamento di un diffuso profilo di autoreferenzialità, soprattutto di carattere<br />

culturale, che in passato aveva fatto perno sul saper essere piuttosto che sul<br />

saper fare.<br />

11


INTRODUZIONE<br />

12<br />

Il processo di trasformazione, si è andato definendo attraverso un forte impulso<br />

normativo che, a partire dagli anni Novanta, ha riguardato sia le competenze<br />

di carattere amministrativo sia le modalità di esercizio <strong>delle</strong> funzioni attribuite.<br />

L’innovazione prodotta dal<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione, negli ultimi anni, ha inciso fortemente<br />

soprattutto nell’ambito territoriale, dove il profilo dell’amministrazione si è trasformato<br />

più rapidamente e radicalmente, responsabilizzandosi in maniera diretta<br />

verso i cittadini.<br />

È in questo contesto, che <strong>la</strong> pubblica amministrazione ha imparato a svolgere<br />

più fattivamente le funzioni ad essa demandate e, inoltre, vale <strong>la</strong> pena rilevarlo,<br />

si è applicato, prima e meglio che altrove, il principio del<strong>la</strong> partecipazione, attivando<br />

un processo di condivisione, aperto al contributo dei cittadini e rendendo<br />

il soggetto pubblico responsabile del buon andamento del<strong>la</strong> cosa pubblica. Ciò è<br />

avvenuto e ancora sta avvenendo attraverso <strong>la</strong> coniugazione del suddetto principio<br />

di partecipazione (basato indubbiamente sull’accesso) con lo strumento del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong> ai cittadini.<br />

Perché lo Stato, non va dimenticato, è ai cittadini che deve rispondere, attraverso<br />

i suoi organi, le sue strutture e le sue azioni.<br />

L’elemento importante e che fa <strong>la</strong> differenza tra le diverse amministrazioni è,<br />

dunque, <strong>la</strong> trasparenza quotidiana dell’operato dei suoi dipendenti, nello svolgimento<br />

<strong>delle</strong> proprie funzioni, e questo è possibile attivando tutti gli strumenti<br />

disponibili per rendere davvero visibile e reale il significato di partecipazione e<br />

condivisione.<br />

Tra questi, assume una forte rilevanza <strong>la</strong> capacità di compiere un cambiamento<br />

innanzitutto di carattere culturale, partendo da due funzioni che si vanno evidenziando<br />

come strategiche per il rinnovamento dell’amministrazione: <strong>la</strong> <strong>gestione</strong><br />

<strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane (il personale tutto) e <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>.<br />

Queste due funzioni vanno intese come vere e proprie attività da svolgersi sia<br />

all’interno del<strong>la</strong> stessa amministrazione sia verso l’esterno.<br />

Il legis<strong>la</strong>tore, nel corso di questi ultimi anni ha, infatti, compreso bene l’importanza<br />

di attivare nuovi modelli di re<strong>la</strong>zione con i cittadini, partendo inevitabilmente<br />

da quelli che <strong>la</strong>vorano all’interno <strong>delle</strong> amministrazioni.<br />

Come si avrà modo di approfondire più avanti, infatti, il contributo di carattere<br />

normativo introdotto dal<strong>la</strong> legge 7 giugno 2000, n. 150, “Disciplina <strong>delle</strong> attività<br />

di informazione e di <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni”, sottolinea<br />

e sancisce l’importanza e <strong>la</strong> necessità di fare attività comunicativa all’interno<br />

e all’esterno <strong>delle</strong> stesse.<br />

Da tempo, <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> è considerata come una potente leva di sviluppo e<br />

cambiamento <strong>delle</strong> amministrazioni, così come avviene per le organizzazioni di<br />

carattere privatistico. Tanto è vero che il legis<strong>la</strong>tore, ritenendo che <strong>la</strong> pubblica<br />

amministrazione, tranne che nei rapporti autoritativi, tende ad agire sempre più


INTRODUZIONE<br />

come soggetto di diritto privato 1 , riconosce l’importanza dell’adozione di strumenti<br />

di legittimazione diretta, qual è <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, talvolta anche mutuati<br />

dalle esperienze <strong>delle</strong> organizzazioni private, e tuttavia riadattati e riorientati al<br />

contesto pubblico. Si è ben compresa, dunque, nel corso di questi ultimi anni,<br />

l’importanza di attivare nuovi modelli di re<strong>la</strong>zione con i cittadini, partendo inevitabilmente<br />

da quelli che <strong>la</strong>vorano all’interno <strong>delle</strong> amministrazioni.<br />

È, d’altronde, necessario comprendere che occorre costruire e rappresentare<br />

un’immagine corretta e funzionale dello Stato e <strong>delle</strong> sue amministrazioni partendo<br />

proprio dal<strong>la</strong> preparazione e dal<strong>la</strong> professionalità di coloro che vi operano<br />

all’interno. I dipendenti, in quanto tali e come cittadini, sono naturalmente i primi<br />

destinatari dei servizi e <strong>delle</strong> attività del settore pubblico.<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interna si rileva, allora, come il primo strumento di re<strong>la</strong>zione<br />

in grado di favorire un’evoluzione dell’amministrazione, non a caso non definibile<br />

come rivoluzione, proprio per non dare un segno di completa rottura con<br />

il passato bensì come un procedere migliorativo <strong>delle</strong> capacità di esercizio <strong>delle</strong><br />

competenze, <strong>delle</strong> funzioni e <strong>delle</strong> attività proprie del settore pubblico.<br />

Pertanto, uno degli elementi qualificanti del processo di innovazione amministrativa<br />

in corso è rappresentato dall’introduzione di funzioni ed attività di<br />

<strong>comunicazione</strong> esterna ed interna. Ciò può avvenire sul<strong>la</strong> base di due importanti<br />

considerazioni: <strong>la</strong> prima, è che l’implementazione dei processi di <strong>comunicazione</strong><br />

interna ha, evidentemente, forte impatto sull’organizzazione degli uffici<br />

nonché sul<strong>la</strong> cultura organizzativa e <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni del personale che in essi<br />

opera; <strong>la</strong> seconda è che, di conseguenza, grazie all’innovazione organizzativa è<br />

possibile sviluppare un percorso di knowledge management capace di influire<br />

direttamente sul<strong>la</strong> formazione degli organigrammi e sui modelli operativi interni<br />

all’amministrazione.<br />

Una <strong>comunicazione</strong> diffusa rappresenta un fattore di condivisione <strong>delle</strong> conoscenze<br />

e dunque di comune responsabilizzazione nonché uno strumento per il<br />

miglioramento dei rapporti tra tutti coloro che <strong>la</strong>vorano all’interno <strong>delle</strong> amministrazioni,<br />

dirigenti, funzionari e dipendenti nel loro insieme. Grazie ad essa è<br />

possibile accrescere il senso di appartenenza e di soddisfazione verso l’organizzazione<br />

nel<strong>la</strong> quale essi <strong>la</strong>vorano e, di conseguenza, anche migliorare <strong>la</strong> qualità<br />

del rapporto verso i soggetti esterni che con l’amministrazione si rapportano,<br />

incidendo notevolmente anche nel<strong>la</strong> sfera del<strong>la</strong> soddisfazione per i servizi ricevuti.<br />

Si va facendo strada, infatti <strong>la</strong> consapevolezza del<strong>la</strong> importanza del<strong>la</strong> citizen<br />

satisfaction, capace di tenere in considerazione e di valorizzare i diritti dei<br />

cittadini, peraltro acquisiti e riconosciuti per legge.<br />

1 Cfr. legge 11 febbraio 2005 n. 15, Modifiche ed integrazioni al<strong>la</strong> legge 7 agosto 1990, n. 241, concernenti<br />

norme generali sull’azione amministrativa, art. 1, comma 1, lettera b.<br />

13


14<br />

INTRODUZIONE<br />

Va sottolineato, inoltre, come comunicare all’interno di un’organizzazione<br />

complessa, in partico<strong>la</strong>re di natura pubblica, significhi affinare le capacità di<br />

<strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni con il personale, in quel<strong>la</strong> sfera ormai da tempo denominata<br />

<strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, che vede trasformare in positivo e valoriale l’antico<br />

concetto di <strong>gestione</strong> del personale.<br />

Risorse, perché in grado di generare valore aggiunto nell’organizzazione,<br />

dal suo interno e nel suo insieme; una vera ricchezza di professionalità ed<br />

esperienze che proprio attraverso <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> e le re<strong>la</strong>zioni interne può<br />

vedere concretizzarsi il senso ed il significato di condivisione del<strong>la</strong> cosa pubblica.<br />

È opportuno, infine, compiere una seria riflessione sul nuovo e diverso modo<br />

di gestire le <strong>risorse</strong> umane all’interno di un settore, quello <strong>delle</strong> amministrazioni<br />

pubbliche, che negli ultimi anni ha visto confermarsi, a ragione <strong>delle</strong> difficili<br />

compatibilità di bi<strong>la</strong>ncio dello Stato, un blocco <strong>delle</strong> assunzioni e dunque anche<br />

di un naturale avvicendamento in termini di nuova occupazione. Questo ha reso<br />

necessario un riposizionamento e un ripensamento <strong>delle</strong> logiche e <strong>delle</strong> modalità<br />

di <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> dotazioni di personale, puntando maggiormente al<strong>la</strong> valorizzazione<br />

<strong>delle</strong> professionalità esistenti, in termini di selezione interna e di formazione<br />

in itinere e permanente. Ciò ha comportato <strong>la</strong> presa di coscienza del<br />

nuovo ruolo <strong>delle</strong> strutture di <strong>gestione</strong> del personale, all’interno <strong>delle</strong> singole<br />

amministrazioni, che hanno dovuto ricoprire un nuovo ruolo, di maggiore interesse<br />

rispetto al<strong>la</strong> tradizionale <strong>gestione</strong> amministrativa, indirizzato proprio a<br />

coniugare gli indirizzi sul<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane con l’utilizzazione di<br />

nuovi modelli di management, che puntino sempre più a coniugare capacità di<br />

re<strong>la</strong>zione e strumenti di <strong>comunicazione</strong> interna.<br />

Quanto appena descritto va, inoltre, nel<strong>la</strong> direzione anche del<strong>la</strong> riforma del<strong>la</strong><br />

pubblica amministrazione, come elemento di qualificazione e adeguamento del<br />

personale operante all’interno di questo settore vitale del Paese, che non potendo<br />

più contare sull’incremento del<strong>la</strong> quantità disponibile dei dipendenti, deve<br />

mirare i propri interventi al<strong>la</strong> loro qualificazione e valorizzazione, anche nel<strong>la</strong><br />

direzione di nuovi profili professionali.<br />

Il <strong>la</strong>voro qui presentato assume, dunque, una partico<strong>la</strong>re importanza per <strong>la</strong> sua<br />

capacità di definire e, allo stesso tempo, anche delineare alcuni elementi utili ad<br />

attivare un processo, innanzitutto culturale, di consapevolezza dell’utilità del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong>, al fine di gestire e valorizzare le <strong>risorse</strong> umane all’interno del<br />

settore pubblico. Per questa ragione, si è volutamente scelto di realizzare non un<br />

tradizionale manuale, bensì un testo contenente le linee principali di indirizzo<br />

del <strong>la</strong>voro all’interno <strong>delle</strong> amministrazioni, una guida al<strong>la</strong> conoscenza, sia normativa<br />

che tecnica, <strong>delle</strong> opportunità e <strong>delle</strong> possibili difficoltà date dalle innovazioni<br />

in corso.


INTRODUZIONE<br />

Allo stesso tempo, si è inteso proporre una modalità di adattamento degli strumenti<br />

disponibili alle realtà operative in cui ci si trova a compiere quotidianamente<br />

il proprio <strong>la</strong>voro. Tali strumenti sono utilizzabili anche nei diversi contesti<br />

amministrativi e territoriali, sempre indirizzati a favorire quel processo di trasparenza<br />

che non è solo elemento di conoscenza e dunque di partecipazione, ma<br />

anche, e soprattutto, di legittimazione di un’amministrazione consapevole e<br />

responsabile.<br />

Si tratta di un contributo che il <strong>Formez</strong> intende sviluppare sul tema del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

interna e del<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> e valorizzazione <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, in una fase<br />

di trasformazione e innovazione dell’intera amministrazione pubblica, non solo<br />

possibile ma altrettanto necessaria, partendo proprio dall’interno di essa.<br />

Gli elementi qualificanti di questo contributo sono, infatti, da un <strong>la</strong>to l’aver<br />

individuato i principali contenuti normativi che consentono di definire un quadro<br />

certo di riferimento, all’interno del quale sia possibile predisporre un serio<br />

processo di <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> professionali esistenti nell’amministrazione o<br />

potenzialmente in ingresso (l’analisi normativa, verrà più esaurientemente sviluppata<br />

nel secondo capitolo del volume).<br />

Dall’altro <strong>la</strong>to, si rileva un elemento qualificante l’aver riconosciuto e proposto<br />

l’importanza del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna in una dimensione di condivisione e<br />

partecipazione dell’azione amministrativa, come elemento di accompagnamento<br />

di un cambiamento concreto basato sul<strong>la</strong> nuova capacità di garantire informazioni<br />

trasparenti, efficienza ed efficacia dei propri servizi e serio e durevole impegno<br />

nel<strong>la</strong> formazione e valorizzazione del proprio personale.<br />

Questo <strong>la</strong>voro offre alcuni importanti spunti di approfondimento che, presentati<br />

in una forma agile e facilmente comprensibile, consentono agli operatori, interessati<br />

al tema trattato, di coniugare le linee guida sul<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna<br />

alle esperienze già realizzate e/o in corso. In tale dimensione, è possibile utilizzare<br />

il presente testo come un pratico strumento per riposizionare o modificare, nel<strong>la</strong><br />

maniera più opportuna e adeguata al<strong>la</strong> propria realtà amministrativa, i modelli<br />

fin qui adottati di integrazione tra i processi di <strong>gestione</strong> del personale e <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

interna, considerando entrambi come fondamentali elementi di supporto<br />

per un reale processo di modernizzazione dell’amministrazione.<br />

Carlo Gelosi<br />

15


CAPITOLO 1<br />

LA COMUNICAZIONE<br />

INTERNA E LA PUBBLICA<br />

AMMINISTRAZIONE<br />

17


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interna e<br />

<strong>la</strong> pubblica amministrazione<br />

di Carlo Gelosi*<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong>, nel corso degli ultimi quindici anni, ha assunto<br />

un profilo fortemente innovativo per quanto concerne sia l’ambito <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni<br />

con il cittadino, sia <strong>la</strong> stessa organizzazione del<strong>la</strong> pubblica amministrazione<br />

al suo interno. Inoltre, nel<strong>la</strong> quotidiana azione amministrativa, l’introduzione<br />

di nuove modalità di rapporto e, dunque, di <strong>comunicazione</strong> tra pubblici dipendenti<br />

e cittadini, ha comportato di per sé un necessario cambiamento del<strong>la</strong> mentalità<br />

con cui si <strong>la</strong>vorava all’interno dell’organizzazione, consentendo, col tempo,<br />

l’affermazione verso l’esterno di una nuova cultura del servizio e all’interno<br />

di una politica di condivisione e partecipazione.<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> è divenuta, in partico<strong>la</strong>re dentro le organizzazioni complesse,<br />

un elemento di carattere strategico per <strong>la</strong> sua capacità di operare una trasformazione<br />

sia dei modelli organizzativi, sia <strong>delle</strong> modalità di <strong>la</strong>voro e prestazione<br />

all’interno di un settore vitale del<strong>la</strong> società, come quello <strong>delle</strong> amministrazioni<br />

pubbliche.<br />

Da tempo, infatti, in questo ambito si registravano alcuni forti ritardi nell’adeguamento<br />

dei modelli di <strong>gestione</strong> e operatività, che ne compromettevano, da una<br />

parte l’efficacia dell’intervento e dell’azione, ovvero <strong>la</strong> capacità di raggiungere<br />

gli obiettivi prefissati, e dall’altra l’efficienza, conseguibile attraverso l’adozione<br />

<strong>delle</strong> modalità migliori per raggiungere gli obiettivi prefissati, in termini di<br />

impiego di <strong>risorse</strong> economiche e soprattutto umane.<br />

L’introduzione del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> come elemento innovativo adatto a favorire<br />

e a promuovere il cambiamento non si deve ad alcuna improvvisazione; occorre<br />

ricordare come essa sia stata introdotta e si sia successivamente diffusa attraverso<br />

un’accurata azione di adeguamento normativo e di riordino complessivo dell’amministrazione<br />

pubblica, anche dal punto di vista procedurale, che ha saputo<br />

implementare nuovi modelli e strumenti atti a integrare e migliorare <strong>la</strong> qualità del<br />

<strong>la</strong>voro amministrativo. Si è, infatti, presa coscienza dell’importanza dei processi<br />

comunicativi nel cambiamento <strong>istituzionale</strong> del Paese. Tanto più questo è vero se<br />

* Docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio presso l’Università di Lecce e di Comunicazione<br />

<strong>istituzionale</strong> presso l’Università Lumsa di Roma.<br />

19


20<br />

LA COMUNICAZIONE INTERNA E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE<br />

si osserva quanto essi abbiano inciso profondamente nel<strong>la</strong> direzione del<strong>la</strong> semplificazione<br />

<strong>delle</strong> procedure e dell’accesso agli atti da parte del cittadino.<br />

Questa azione, prevalentemente di carattere normativo, ha avuto inizio nel<br />

momento in cui più forte e diffuso era il senso di sfiducia e delegittimazione verso<br />

le istituzioni, all’inizio degli anni Novanta, in una fase storica e politica molto<br />

delicata. Proprio in quel difficile contesto le stesse istituzioni sono state in<br />

grado di compiere una riflessione sul proprio ruolo da recuperare e rilegittimare,<br />

di predisporre nuovi strumenti in grado di recuperare <strong>la</strong> fiducia dei cittadini, di<br />

aprire, infine, l’amministrazione ad una dimensione di condivisione capace di<br />

coinvolgere sia i cittadini che gli stessi dipendenti pubblici 1 .<br />

In partico<strong>la</strong>re, questi ultimi, i dipendenti pubblici, hanno rappresentato il soggetto,<br />

il fulcro intorno al quale far sviluppare il cambiamento e garantire quei<br />

principi di trasparenza accesso, informazione e <strong>comunicazione</strong>, al<strong>la</strong> base <strong>delle</strong><br />

innovative norme che hanno caratterizzato il <strong>la</strong>voro del legis<strong>la</strong>tore.<br />

Il 1990 rappresenta, in partico<strong>la</strong>re, l’inizio di un iter legis<strong>la</strong>tivo che in maniera<br />

molto evidente ha prima posto le basi di una modernizzazione <strong>delle</strong> istituzioni e<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni centrali e locali, e che vede nel<strong>la</strong> legge sul riordino dell’autonomia<br />

degli enti locali (142/90) e in quel<strong>la</strong> sul procedimento amministrativo<br />

e sull’accesso agli atti e documenti amministrativi (241/90) 2 , i capisaldi di un<br />

nuovo modo di intendere e organizzare <strong>la</strong> pubblica amministrazione basati sull’introduzione<br />

di processi di re<strong>la</strong>zione e <strong>comunicazione</strong>, precedentemente non<br />

rego<strong>la</strong>ti o sviluppati.<br />

Tale processo vede nel Decreto legis<strong>la</strong>tivo 29 del 3 febbraio 1993 l’istituzione<br />

di un’apposita struttura di <strong>comunicazione</strong>, l’Ufficio re<strong>la</strong>zioni con il pubblico,<br />

come luogo fisico deputato all’incontro e al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> ai cittadini 3 .<br />

Successivamente, nel corso degli anni Novanta, il legis<strong>la</strong>tore ha <strong>la</strong>vorato per<br />

introdurre nuovi e fondamentali strumenti di cambiamento, sancendo e consolidando<br />

attraverso specifiche norme l’affermazione dei principi quali ad esempio<br />

il decentramento, <strong>la</strong> semplificazione amministrativa, <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dei diritti personali,<br />

l’istituzionalizzazione dei processi di <strong>comunicazione</strong>, ecc. 4 .<br />

1 G. Arena, Comunicazione e amministrazione condivisa, in Ro<strong>la</strong>ndo S. (a cura di) Teoria e tecniche<br />

del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica, Etas, Mi<strong>la</strong>no 2003.<br />

2 Legge 8 giugno 1990, n. 142 in materia di Ordinamento <strong>delle</strong> autonomie locali; legge 7 agosto<br />

1990, n. 241, Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai<br />

documenti amministrativi.<br />

3 D.Lgs. 3 febbraio 1993, n. 29. Razionalizzazione dell’organizzazione <strong>delle</strong> amministrazioni pubbliche<br />

e revisione del<strong>la</strong> disciplina in materia di pubblico impiego.<br />

4 Tra le principali vanno segna<strong>la</strong>te: legge 15 marzo 1997, n. 59, Delega al Governo per il conferimento<br />

di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per <strong>la</strong> riforma del<strong>la</strong> Pubblica amministrazione<br />

e per <strong>la</strong> semplificazione amministrativa; a questa è seguita <strong>la</strong> legge 15 maggio 1997, n. 127,<br />

Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e<br />

controllo; cui successivamente sono state apportate <strong>delle</strong> modifiche con le leggi 191/98 e 50/99


LA COMUNICAZIONE INTERNA E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE<br />

Questo percorso normativo ha considerato il tema del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> come<br />

attività propria e strutturata all’interno <strong>delle</strong> amministrazioni e ha trovato un<br />

punto di sintesi e nello stesso tempo di legittimazione nel<strong>la</strong> legge 7 giugno 2000,<br />

n. 150, “Disciplina <strong>delle</strong> attività di informazione e di <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni”.<br />

Gli elementi qualificanti di questa legge quadro sono, senza dubbio: da una<br />

parte, aver affrontato un tema così delicato e strategico per le amministrazioni,<br />

definendo diversi profili professionali e altrettanti campi di azione e d’intervento,<br />

e dall’altra aver sottolineato il valore del<strong>la</strong> cura e valorizzazione del personale<br />

interno di ogni singo<strong>la</strong> struttura amministrativa, introducendo come elemento<br />

forte di questo processo <strong>la</strong> formazione del personale. Questa formazione poi, se<br />

vista in via generale viene sempre più intesa come fattore permanente di crescita<br />

e aumento <strong>delle</strong> competenze professionali. Dunque, non solo dal punto di vista<br />

comunicativo ma anche amministrativo.<br />

Si è affermata <strong>la</strong> necessità di adeguare progressivamente, ma anche continuativamente<br />

le capacità interne dell’amministrazione ai grandi cambiamenti sociali<br />

del Paese. Per tale ragione, uno dei meriti del<strong>la</strong> nuova normativa è stato di avere,<br />

non da ultimo, evidenziato come <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna sia uno degli strumenti<br />

dell’area del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica, in partico<strong>la</strong>re dell’Ufficio re<strong>la</strong>zioni<br />

con il pubblico, accanto all’informazione, ai mezzi di <strong>comunicazione</strong> di massa<br />

e al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> esterna 5 , considerando quanto sia importante e strategico<br />

che le re<strong>la</strong>zioni all’interno dell’organizzazione si sviluppino in maniera armonica<br />

con quelle rivolte verso l’esterno.<br />

Il grande rilievo dato al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna trova poi risalto, e viene così<br />

rafforzato, nel<strong>la</strong> Direttiva, cosiddetta Frattini, sulle attività di <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong><br />

pubbliche amministrazioni 6 , nel<strong>la</strong> quale viene sottolineato che una buona<br />

<strong>comunicazione</strong> interna, fondata sul<strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione <strong>delle</strong> informazioni sulle attività<br />

e i processi <strong>la</strong>vorativi, e il pieno coinvolgimento del personale nei progetti di<br />

cambiamento organizzativo, consente di creare una identità dell’amministrazione,<br />

favorisce il senso di appartenenza e migliora l’immagine del<strong>la</strong> sfera pubblica.<br />

Dunque, appare evidente come lo stesso legis<strong>la</strong>tore abbia voluto indicare una direzione<br />

certa e ben definita che pone come importante elemento innovativo <strong>la</strong> ricerca<br />

di coordinamento <strong>delle</strong> diverse funzioni amministrative, che da una parte vedono in<br />

prima linea i comunicatori e, dall’altra, coloro che operano nell’ambito del<strong>la</strong> <strong>gestione</strong><br />

<strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane. Coordinamento che comporta lo sviluppo di moderni stru-<br />

che recavano disposizioni in materia di formazione del personale dipendente e di <strong>la</strong>voro a distanza<br />

nelle pubbliche amministrazioni e interventi di “Delegificazione e testi unici di norme concernenti<br />

procedimenti amministrativi”. Infine, <strong>la</strong> legge 31 dicembre 1996, n. 675, “Tute<strong>la</strong> <strong>delle</strong> persone<br />

e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali”.<br />

5 Ex art. 1, comma 4, legge 7 giugno 2000, n. 150.<br />

6 Direttiva del 7 febbraio 2002, pubblicata in G.U. il 28 marzo 2002, n. 74.<br />

21


22<br />

LA COMUNICAZIONE INTERNA E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE<br />

menti comunicativi all’interno e al contempo all’esterno dell’amministrazione, in<br />

una dimensione partecipativa, che non abbia più elementi di divisione tra cittadini e<br />

dipendenti e talvolta tra questi ultimi al loro interno a seconda <strong>delle</strong> funzioni svolte.<br />

Se per molto tempo <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna, sia per quanto concerne il settore<br />

pubblico che quello d’impresa, ha significato mera informazione top-down,<br />

dal vertice al personale, col tempo si è andato affermando, anche al<strong>la</strong> luce del<strong>la</strong><br />

ricordata normativa, un integrato sistema di <strong>comunicazione</strong> che vede:<br />

• da un <strong>la</strong>to, gli operatori del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> operare con strumenti tecnologici<br />

o tradizionali, al fine di condividere informazioni e conoscenze con i colleghi<br />

all’interno dell’amministrazione;<br />

• dall’altro <strong>la</strong>to, coloro che <strong>la</strong>vorano nel campo <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, trasferire<br />

conoscenze e informazioni, non solo di ordinaria amministrazione per <strong>la</strong><br />

<strong>gestione</strong> del personale, utilizzando anche gli strumenti predisposti dall’area<br />

del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>.<br />

Si è vista, così, modificare e sviluppare tutta l’area del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna<br />

attraverso, ad esempio, <strong>la</strong> creazione e <strong>gestione</strong> comune <strong>delle</strong> reti intranet.<br />

In questo senso, di notevole aiuto è stata <strong>la</strong> citata Direttiva del Ministro del<strong>la</strong><br />

Funzione Pubblica. <strong>La</strong> sinergia tra le due aree, del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> e <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong><br />

umane, non può che portare elementi di cambiamento molto significativi per<br />

quanto concerne l’organizzazione interna.<br />

Se al<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> normativa sul<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica, vi è come è vero, <strong>la</strong><br />

creazione e <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> di strumenti di partecipazione del cittadino all’azione<br />

amministrativa, è utile allora sottolineare <strong>la</strong> necessità del<strong>la</strong> misurazione e valutazione<br />

del<strong>la</strong> stessa azione in termini di impatto sugli stessi dipendenti.<br />

<strong>La</strong> Direttiva 24 marzo 2004 sulle “Misure finalizzate al miglioramento del<br />

benessere organizzativo nelle pubbliche amministrazioni” indica all’area <strong>delle</strong><br />

<strong>risorse</strong> umane alcuni interventi tra cui quelli tesi a:<br />

• aumentare <strong>la</strong> motivazione dei col<strong>la</strong>boratori, migliorare i rapporti tra dirigenti<br />

e operatori, accrescere il senso di appartenenza e di soddisfazione dei <strong>la</strong>voratori<br />

per <strong>la</strong> propria amministrazione;<br />

• rendere attrattive le amministrazioni pubbliche per i talenti migliori;<br />

• migliorare l’immagine interna ed esterna e <strong>la</strong> qualità complessiva dei servizi<br />

forniti dall’amministrazione;<br />

• diffondere <strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong> partecipazione, quale presupposto dell’orientamento<br />

al risultato, al posto del<strong>la</strong> cultura dell’adempimento;<br />

• realizzare sistemi di <strong>comunicazione</strong> interna.<br />

Proprio su questo ultimo punto si ritorna a par<strong>la</strong>re di strumenti di carattere<br />

anche gestionale nel rapporto con i dipendenti pubblici.


LA COMUNICAZIONE INTERNA E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE<br />

Non va, infine, dimenticato, il fattore organizzativo. <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> verso<br />

i cittadini funziona se è bidirezionale, se dunque accanto ai messaggi promossi<br />

verso l’esterno si è in condizione di accogliere i messaggi che i cittadini rivolgono<br />

all’amministrazione in termini espliciti o meno. Si richiede, allora una<br />

forte capacità interpretativa che consenta di misurare <strong>la</strong> loro soddisfazione o<br />

insoddisfazione.<br />

Si veda a proposito <strong>la</strong> Direttiva del Ministro del<strong>la</strong> Funzione Pubblica (anch’essa<br />

del 24 marzo 2004) sul<strong>la</strong> customer satisfaction 7 , che coglie specificamente<br />

l’importanza del riscontro dell’azione amministrativa da parte del cittadino.<br />

Si tratta anche in questo caso di <strong>comunicazione</strong> dall’esterno che ha un forte<br />

impatto anche all’interno dell’amministrazione perché pone il problema del<br />

cambiamento organizzativo <strong>delle</strong> funzioni interne, proprio nel<strong>la</strong> direzione del<strong>la</strong><br />

trasformazione del servizio. E dunque, l’elemento sinergico viene colto nel <strong>la</strong>voro<br />

comune di chi è in grado e in condizioni di effettuare <strong>la</strong> misurazione dell’azione<br />

(l’area del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>) attraverso i più scientifici strumenti di rilevazione<br />

e chi, in qualche modo, ne è il destinatario (l’area <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane) e<br />

che può intervenire a livello organizzativo per migliorare il servizio.<br />

Per <strong>la</strong>vorare in questa direzione, per sviluppare, dunque, un processo di cambiamento<br />

del<strong>la</strong> organizzazione interna dell’amministrazione e <strong>delle</strong> sue funzioni,<br />

<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna può rappresentare un utile contributo. A patto che<br />

siano definite <strong>delle</strong> procedure comuni, condivise e osservate da tutti, e che siano<br />

attivati strumenti di re<strong>la</strong>zione adeguati alle esigenze di ciascuna organizzazione/struttura,<br />

compatibili con le <strong>risorse</strong> umane e finanziarie disponibili.<br />

Il compito <strong>delle</strong> strutture di <strong>comunicazione</strong> è pertanto anche quello di col<strong>la</strong>borare<br />

in stretta misura con quelle che gestiscono le <strong>risorse</strong>, in partico<strong>la</strong>re del personale.<br />

<strong>La</strong> centralità del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione e del coordinamento <strong>delle</strong> azioni di<br />

<strong>comunicazione</strong> interna risulta fondamentale, al fine di definire e gestire i contenuti<br />

informativi <strong>delle</strong> iniziative di partecipazione al<strong>la</strong> vita amministrativa.<br />

Il tema del coordinamento comunicativo è anche quello di organizzare per<br />

tempo i raccordi metodologici tra i due ambiti e competenze (<strong>risorse</strong> umane e<br />

<strong>comunicazione</strong>) che al momento opportuno e sulle iniziative programmate, diano<br />

risultati efficaci.<br />

Nel contempo, <strong>la</strong> direzione <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, anche in col<strong>la</strong>borazione con le<br />

strutture impegnate nel<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> può favorire una corretta applicazione<br />

e utilizzazione degli strumenti di <strong>comunicazione</strong> ed in partico<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> formazione<br />

favorendo:<br />

1. una condivisione del<strong>la</strong> missione dell’amministrazione, basata sullo scambio<br />

continuo di informazioni e comunicazioni;<br />

7 Direttiva sul<strong>la</strong> “Rilevazione del<strong>la</strong> qualità percepita dai cittadini”.<br />

23


24<br />

LA COMUNICAZIONE INTERNA E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE<br />

2. un’immagine complessiva, artico<strong>la</strong>ta ma nello stesso tempo coordinata, del<strong>la</strong><br />

realtà interna, in cui le spinte al cambiamento e al<strong>la</strong> razionalizzazione organizzativa<br />

convivano con l’esigenza di confermare i valori connessi al ruolo e<br />

alle funzioni svolte;<br />

3. l’individuazione di canali di <strong>comunicazione</strong> costanti e coerenti al fine di<br />

divulgare temi e contenuti omogenei nel tempo;<br />

4. l’affermazione del<strong>la</strong> cultura del rendimento e del<strong>la</strong> valutazione 8 .<br />

Su questo punto vale <strong>la</strong> pena soffermarsi perché <strong>la</strong> valutazione rappresenta un<br />

circolo virtuoso in quanto comporta un’azione di feedback all’interno dell’organizzazione<br />

e una eventuale ridefinizione dei ruoli e <strong>delle</strong> competenze. Nell’ambito<br />

specifico del<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna, attraverso<br />

<strong>la</strong> definizione di alcuni parametri di valutazione, consente di misurare gli obiettivi<br />

da raggiungere e quelli raggiunti, i parametri di qualità realmente ottenuti, un’analisi<br />

dei ritorni organizzativi <strong>delle</strong> iniziative di <strong>comunicazione</strong> e di formazione. Si<br />

possono così ottenere degli importanti risultati in termini di trasparenza interna,<br />

rendicontazione, incentivazione ed eventuale correzione dei processi gestionali.<br />

Ecco che il tema del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna per <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> e valorizzazione<br />

<strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, definibile come governance, appare nel<strong>la</strong> sua interezza<br />

come strumento di connessione e valorizzazione <strong>delle</strong> competenze sia giuridiche<br />

che funzionali interne all’amministrazione. Tale valorizzazione si può ottenere,<br />

infatti, disponendo di una comune conoscenza e consapevolezza del<strong>la</strong> missione<br />

che ciascuna struttura ha e <strong>delle</strong> funzioni ricoperte.<br />

Organizzare una cultura condivisa nel gruppo dirigente così come nell’insieme<br />

del personale rappresenta un punto di forza nel<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> attività amministrative.<br />

Gli attori del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> non saranno, pertanto, coloro che ad essa<br />

sono dedicati, ma il vertice, il gruppo dirigente, le <strong>risorse</strong> umane nel loro insieme<br />

e quelle impiegate per le re<strong>la</strong>zioni e <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> a livello centrale e<br />

periferico, in breve, ciascuno per <strong>la</strong> propria parte e tutti nel loro insieme.<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong>, sia essa rivolta all’esterno che all’interno dell’amministrazione,<br />

non può essere in nessun modo improvvisata, come si vedrà peraltro più<br />

avanti nel presente testo, per quanto riguarda l’uso di strategie e strumenti.<br />

Inoltre, si comprende bene che, se da una parte nell’ambito del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

interna vi è e vi sarà sempre una componente di <strong>gestione</strong> ordinaria <strong>delle</strong> informazioni,<br />

paralle<strong>la</strong>mente si evidenzia un’altra sfera di intervento che non può che<br />

essere gestita da coloro che professionalmente si occupano di <strong>comunicazione</strong> e<br />

che riguarda <strong>la</strong> condivisione <strong>delle</strong> informazioni, <strong>delle</strong> conoscenze, del<strong>la</strong> partecipazione.<br />

In questo campo <strong>la</strong> sinergia tra le due funzioni (<strong>comunicazione</strong> e <strong>risorse</strong><br />

umane) rappresenta il vero elemento di trasformazione e modernizzazione.<br />

8 Civicom – rete professionale per <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> di pubblica utilità, 2005.


CAPITOLO 2<br />

L’ATTIVITÀ<br />

DI COMUNICAZIONE<br />

DELLA PUBBLICA<br />

AMMINISTRAZIONE:<br />

ASPETTI NORMATIVI<br />

25


Premessa<br />

Si può agevolmente affermare che lo studio del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> amministrativa<br />

prenda origine dai profondi cambiamenti che hanno segnato, nell’arco degli ultimi<br />

decenni, l’assetto organizzativo e funzionale del<strong>la</strong> pubblica amministrazione.<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong>, infatti, si rive<strong>la</strong> uno strumento fondamentale nel quadro<br />

del processo di modernizzazione e trasformazione che ha interessato l’esercizio<br />

del pubblico potere, quindi, il rapporto p.a.-cittadino, democratizzandolo, ossia<br />

rendendolo partecipato e condiviso.<br />

Ebbene, detto approdo giuridico non è altro che l’esito di una storica evoluzione<br />

culturale, lungo <strong>la</strong> quale si è consumato il superamento di una visione accentrata<br />

e gerarchizzata dell’azione amministrativa, ispirata ad una logica di<br />

sovraordinazione ed autoreferenzialità, corre<strong>la</strong>ta a cittadini sempre più sudditi,<br />

giacché passivi destinatari del potere.<br />

In tale contesto, infatti, l’amministrazione perseguiva il fine pubblico, al<strong>la</strong> stregua<br />

sia di regole che escludevano il cittadino dall’esercizio del potere, sia di<br />

assetti che assegnavano allo Stato il ruolo di principale gestore.<br />

Con l’avvento dei processi di privatizzazione si è determinato, da un <strong>la</strong>to, un<br />

profondo ridimensionamento dello Stato medesimo, che è transitato dal<strong>la</strong> <strong>gestione</strong><br />

al<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>zione, dall’altro, si sono affermate nuove finalità del<strong>la</strong> pubblica<br />

amministrazione, <strong>la</strong> quale ha dovuto conformare <strong>la</strong> propria organizzazione a criteri<br />

efficientistici, più segnatamente ai parametri dell’efficienza, dell’efficacia,<br />

dell’economicità e del<strong>la</strong> qualità, attraverso un processo di semplificazione, trasparenza,<br />

partecipazione e pubblicità amministrativa.<br />

In tale quadro, risulta agevole individuare nel<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> amministrativa<br />

lo strumento principe, funzionale a colmare il vuoto che separa l’amministrazione<br />

dal cittadino e, quindi, a rendere pienamente legittima l’azione pubblica,<br />

nel pieno rispetto dei vincoli costituzionali di imparzialità e buon andamento<br />

amministrativo.<br />

* Docente di Governo locale presso l’Università Lumsa di Roma.<br />

L’attività di <strong>comunicazione</strong><br />

del<strong>la</strong> pubblica amministrazione:<br />

aspetti normativi<br />

di Edoardo Giardino*<br />

27


28<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Già nel 1979 Massimo Severo Giannini, allora Ministro del<strong>la</strong> Funzione Pubblica,<br />

nel noto Rapporto sui principali problemi dell’amministrazione dello Stato<br />

(c.d. Rapporto Giannini), rinveniva, proprio nell’adeguato livello di <strong>comunicazione</strong><br />

e informazione, <strong>la</strong> condizione necessaria ed indefettibile onde garantire <strong>la</strong><br />

libertà dei cittadini e, in partico<strong>la</strong>re, “<strong>la</strong> libertà di essere informati circa i fatti dei<br />

poteri pubblici” 1 .<br />

Sul segreto, quindi, che per molto tempo ha costituito <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> amministrativa<br />

nei rapporti con i cittadini, ha prevalso, nel tempo, l’obbligo di informare e<br />

comunicare, in altri termini <strong>la</strong> necessità di trasmettere conoscenze al<strong>la</strong> collettività,<br />

non già quale momento giuridicamente eccezionale, bensì quale riflesso di<br />

una rego<strong>la</strong> generale, tipica di un’amministrazione moderna, aperta, re<strong>la</strong>zionale.<br />

Una scelta, questa, di certo imposta dal<strong>la</strong> necessità di non ledere le sfere giuridiche<br />

soggettive, essendo proprio <strong>la</strong> conoscenza presupposto necessario per un<br />

reale controllo sociale dell’operato amministrativo, quindi, tassello irrinunciabile<br />

di un’autentica democrazia 2 .<br />

Del resto, l’ampliamento dei margini conoscitivi, nel procedimento, si è progressivamente<br />

consolidato, avendo il legis<strong>la</strong>tore, soprattutto dal<strong>la</strong> seconda metà<br />

degli anni Ottanta ed a più riprese, espresso dal punto di vista normativo <strong>la</strong><br />

volontà di conferire al<strong>la</strong> fase comunicazionale una indubbia centralità, funzionale<br />

ad una compiuta tute<strong>la</strong> dell’interesse pubblico.<br />

Si è inteso, così, accostare il cittadino al potere, rendendone il dialogo, per molto<br />

tempo mediato e tute<strong>la</strong>to dai mezzi di <strong>comunicazione</strong> di massa, più immediato e<br />

diretto in ossequio al principio di pubblicità dell’azione <strong>istituzionale</strong>, che segna il<br />

superamento dello Stato autoritario a favore dello Stato di diritto, dove irrefutabile<br />

si rive<strong>la</strong> l’esigenza “di sommare all’istanza di ‘trasparenza’, che evidenzia <strong>la</strong> volontà<br />

dei cittadini di essere informati sul fondamento e sulle modalità dell’agire pubblico,<br />

il bisogno di razionalità e di certezza nel rapporto con l’apparato statale” 3 .<br />

<strong>La</strong> riforma del<strong>la</strong> pubblica amministrazione unitamente al rafforzamento dei<br />

livelli locali di governo, in attuazione del principio di sussidiarietà e dei nuovi<br />

orizzonti finalistici <strong>delle</strong> amministrazioni, potranno concretizzarsi solo con il<br />

pieno consenso dei cittadini, singoli o associati, “da coinvolgere attraverso<br />

opportuni ed adeguati processi di re<strong>la</strong>zione e <strong>comunicazione</strong>” 4 .<br />

1 M.S. Giannini, Rapporto sui principali problemi dell’amministrazione dello Stato, in Foro it.,<br />

1979, V, 314 ed in Id., Scritti, vol. VII – 1977-1983, Mi<strong>la</strong>no, Giuffrè, 2005, 342.<br />

2 Sull’attività conoscitiva cfr. S. Pugliatti, voce Conoscenza, in Enc. giur., IX, 1961, 45 ss.; R. Tomei,<br />

<strong>La</strong> conoscenza. Profili pubblicistici, Torino, 1990; M.P. Guerra, Funzione conoscitiva e pubblici<br />

poteri, Mi<strong>la</strong>no, 1996.<br />

3 Cfr. P. Marsocci, Poteri e pubblicità. Per una teoria giuridica del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong>,<br />

Padova, 2002, XIX.<br />

4 Cfr. il par. Premessa del<strong>la</strong> Direttiva sulle attività di <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni<br />

del Ministro del<strong>la</strong> Funzione Pubblica del 7 febbraio 2002, in www.funzionepubblica.it.


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Emerge, pertanto, l’indissolubile nesso che lega <strong>la</strong> pubblicità degli atti all’effettività<br />

<strong>delle</strong> tutele, <strong>la</strong> conoscenza <strong>delle</strong> scelte ad una reale democrazia, rive<strong>la</strong>ndosi<br />

<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> amministrativa fattore irrinunciabile nel quadro di un’amministrazione<br />

che sia non più per i cittadini ma dei cittadini, in partico<strong>la</strong>re di<br />

cittadini co-tito<strong>la</strong>ri ed allo stesso tempo utenti 5 .<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> come funzione amministrativa<br />

Sebbene soltanto attraverso un più accurato esame evolutivo del<strong>la</strong> normativa<br />

in materia – che si tenterà di offrire nei successivi paragrafi – sia possibile cogliere<br />

il valore che <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> ha progressivamente assunto nelle dinamiche<br />

dell’esercizio del potere amministrativo, nondimeno, a fronte di quanto precedentemente<br />

asserito, è possibile da subito chiarire se <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> si riveli<br />

mero strumento afferente l’organizzazione amministrativa o se, viceversa, essa<br />

assurga al rango di vera e propria funzione amministrativa.<br />

Dipanare siffatta problematica, in realtà, aiuterebbe non poco ad appurare il<br />

reale rilievo che <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> ha assunto ormai e nel rapporto tra p.a.-cittadino<br />

e nelle modalità di <strong>gestione</strong> del pubblico potere.<br />

Al riguardo, non è superfluo ricordare che l’affermazione e <strong>la</strong> valorizzazione<br />

dell’istituto comunicazionale trovi fondamento costituzionale, in partico<strong>la</strong>re<br />

negli artt. 21, comma primo e 97, comma primo del<strong>la</strong> Costituzione, ove appunto<br />

si consacrano rispettivamente, quasi in una sequenza logica, il diritto di manifestare<br />

liberamente il proprio pensiero e l’indefettibile necessità di conformare<br />

l’organizzazione dei pubblici uffici ai vincoli del buon andamento e del<strong>la</strong> imparzialità<br />

amministrativa. Non vanno, peraltro, taciuti gli artt. 1, comma secondo, 3<br />

e 98, comma primo del<strong>la</strong> Carta Costituzionale, dai quali si deduce l’appartenenza<br />

al popolo del<strong>la</strong> sovranità, l’eguaglianza dei cittadini nonché <strong>la</strong> subordinazione<br />

esclusiva dei pubblici impiegati al<strong>la</strong> Nazione. Infine, siffatto esame si rivelerebbe<br />

viziato per difetto se escludessimo dal novero del fondamento costituzionale<br />

altresì il principio di sussidiarietà di cui all’art. 118 Cost., tanto nel<strong>la</strong> sua<br />

componente verticale quanto in quel<strong>la</strong> orizzontale, in quanto accostare l’esercizio<br />

del potere ai livelli istituzionali più vicini al cittadino ovvero addirittura<br />

ascrivere a quest’ultimo <strong>la</strong> tito<strong>la</strong>rità dello svolgimento di attività di interesse<br />

generale resterebbe mera asserzione teorica priva di effettività se si prescindesse<br />

dalle attività di informazione e <strong>comunicazione</strong>, imprescindibili strumenti di<br />

un’agere amministrativo sempre più cittadinocentrico.<br />

5 Sul cittadino-utente, cfr. F. Mignel<strong>la</strong> Calvosa, Il cittadino utente, in Situazione e tendenze del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> in Italia (2000-2004). Rapporto al Ministro per <strong>la</strong> Funzione pubblica<br />

(coordinato da S. Ro<strong>la</strong>ndo), in www.funzionepubblica.it, 30 ss.<br />

29


30<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Si delinea, così, l’obbligo di adottare modelli di <strong>comunicazione</strong> onde assicurare<br />

una <strong>gestione</strong> efficientista ed orientata, giacché inderogabilmente volta al<strong>la</strong><br />

cura dell’interesse pubblico primario. In tale contesto, <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, risultando<br />

segnata da una forza capace di abbattere i seco<strong>la</strong>ri argini di una amministrazione<br />

autoritariamente separata e chiusa, diventa elemento cardine di un’azione,<br />

quel<strong>la</strong> pubblica, non più uni<strong>la</strong>terale, bensì partecipata e condivisa.<br />

L’“agire comunicativo” – volendo parafrasare un’espressione di Habermas 6 –<br />

assume, quindi, i connotati di funzione 7 , ossia di attività tesa a perseguire scopi<br />

fissati normativamente, quindi di attività volta a curare interessi pubblici attraverso<br />

il riconoscimento di un regime giuridico e di una forma procedimentale<br />

che conferiscono al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> stessa un ruolo centrale nel quadro dell’intero<br />

ordinamento 8 .<br />

Essa, così, “cessa di essere un segmento aggiuntivo e residuale <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni, e ne diviene parte integrante” 9 , di tal che <strong>la</strong> funzionalizzazione<br />

del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> fa sì che questa si ponga al servizio del pubblico interesse,<br />

attraverso regole e modalità aventi valenza generale ed obiettiva, pertanto idonee<br />

ad assicurare tute<strong>la</strong> alle sfere giuridiche soggettive interessate dall’attività del<strong>la</strong><br />

pubblica amministrazione. Si realizza, in altri termini, un processo di osmosi tra<br />

modalità e finalità, ovvero tra lo strumento (id est <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>) ed i fini da<br />

tute<strong>la</strong>re, visti sia nel<strong>la</strong> loro dimensione individuale che generale 10 .<br />

6 J. Habermas, Teoria dell’agire comunicativo, tr. it., Bologna, 1986.<br />

7 Secondo B.G. Mattarel<strong>la</strong>, Informazione e <strong>comunicazione</strong> amministrativa, in Riv. trim. dir. pubbl.,<br />

n. 1/2005, 15, invece, piuttosto “che di un’autonoma funzione amministrativa, <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

amministrativa dà luogo a un’attività accessoria rispetto allo svolgimento <strong>delle</strong> funzioni amministrative<br />

o è una parte di esso”.<br />

8 Al riguardo, cfr. in dottrina, G. Silvestri, Poteri dello Stato (divisione dei poteri), in Enc. dir., XXXV,<br />

1985, 689 ss.; F. Benvenuti, Funzione amministrativa, procedimento, processo, in Riv. trim. dir. pubbl.,<br />

1952, 118; P. Marsocci, Poteri e pubblicità. Per una teoria giuridica del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong>,<br />

cit., 142 ss. V., inoltre, M.P. Guerra, Il coordinamento dell’informazione nel sistema politicoamministrativo,<br />

in Sussidiarietà e pubbliche amministrazioni. Atti del convegno per il 40° del<strong>la</strong> SPI-<br />

SA (a cura di F.A. Roversi Monaco), Rimini, 1997, 225; F. Merloni, Sull’emergere del<strong>la</strong> funzione di<br />

informazione nelle pubbliche amministrazioni, in L’informazione <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni (a<br />

cura di F. Merloni), Rimini, 2002, 16. Per ulteriori approfondimenti sul<strong>la</strong> funzione amministrativa,<br />

cfr. F. Modugno, Funzione, in Enc. dir., XVIII, 1961, 301; G. Miele, Funzione amministrativa, in N.ss.<br />

dig.it., VII, 1961, 686; F. Benveuti, Funzione (teoria generale), in Enc. giur., XIV, 1989, 1; G. Marongiu<br />

Funzione amministrativa, in Enc. giur., XIV, 1989, 1; F.S. Severi, Funzione pubblica, in Dig. it. (disc.<br />

pubbl.), VII, 1991, 72; M.S. Giannini, Diritto amministrativo, I, Mi<strong>la</strong>no, 1988, 85 ss.; Per A.M. Sandulli,<br />

Manuale di diritto amministrativo, Napoli, 1952, 4.<br />

9 Cfr. “Direttiva sulle attività di <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni” del Ministro del<strong>la</strong><br />

Funzione Pubblica del 7 febbraio 2002.<br />

10 Cfr. G. Azzariti, Introduzione: <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> come funzione, in <strong>La</strong> funzione di <strong>comunicazione</strong><br />

nelle pubbliche amministrazioni (a cura di G. Arena), Santarcangelo di Romagna, 2001, 16 ss.. Per<br />

un esame completo dei differenti orientamenti dottrinali e<strong>la</strong>borati in ordine al<strong>la</strong> natura giuridica<br />

del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, cfr. D. Corletto, Comunicazione (III Comunicazione dell’atto amministrativo),<br />

in Enc. giur., VII, Roma, 1988, 1 ss. Sul tema, v. anche V. Ottaviano, Comunicazione (dir. amm.), in<br />

Nss. D.I., III, Torino, 1959, 850; Id., <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> degli atti amministrativi, Mi<strong>la</strong>no, 1953.


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Quanto detto si manifesta, peraltro, attraverso una funzione che organizzativamente<br />

esprime profili bicefali, potendo questa, al tempo stesso, essere funzione<br />

specialistica e funzione diffusa, contemp<strong>la</strong>ndosi, infatti, “<strong>la</strong> presenza nelle<br />

amministrazioni da un <strong>la</strong>to di professionalità specializzate in materia, dall’altro<br />

di una generalità di dipendenti consapevoli del<strong>la</strong> valenza comunicativa di tutta<br />

<strong>la</strong> propria attività” 11 .<br />

Questo denota, quindi, l’estensione che tale funzione ha ormai assunto nell’agire<br />

quotidiano <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni, un agire, questo, esplicato<br />

secondo criteri di razionale coinvolgimento, così da rendere più effettivo il legame<br />

tra atto e destinatario e trasformare, di conseguenza, una sterile imperatività<br />

provvedimentale in una feconda scelta condivisa.<br />

Diacronia normativa del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> amministrativa<br />

Gli ambiti ed i profili supra esaminati trovano piena rispondenza nel<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione<br />

degli ultimi venti anni, giacché se è vero che il processo di radicale mutamento<br />

sia iniziato ad inizio degli anni Novanta, è pur vero, parimenti, che a metà<br />

degli anni Ottanta, a seguito del<strong>la</strong> Raccomandazione 81/89 del 25 novembre<br />

1981 – con <strong>la</strong> quale il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sollecitava<br />

gli Stati membri, inclusa quindi anche l’Italia, ad adottare misure volte a favorire<br />

l’accesso dei cittadini alle informazioni del<strong>la</strong> pubblica amministrazione – il legis<strong>la</strong>tore<br />

in via attuativa varava una serie di leggi atte a recepire anche nel nostro<br />

ordinamento istituti di trasparenza amministrativa così da implementare il processo<br />

comunicativo ed informativo.<br />

Si considerino, ad esempio, le leggi nn. 93 del 1983 12 , 816 del 1985 13 , 349 del<br />

11 Cfr. G. Arena, <strong>La</strong> funzione pubblica di <strong>comunicazione</strong>, in <strong>La</strong> funzione di <strong>comunicazione</strong> nelle<br />

pubbliche amministrazioni (a cura di G. Arena), Santarcangelo di Romagna, Maggioli, 2001, 31.<br />

Sul rilievo assunto dal<strong>la</strong> dimensione re<strong>la</strong>zionale, <strong>istituzionale</strong> e sociale dell’attività di <strong>comunicazione</strong>,<br />

cfr. C. Gelosi, Re<strong>la</strong>zioni sociali, in Situazione e tendenze del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong><br />

in Italia (2000-2004). Rapporto al Ministro per <strong>la</strong> Funzione Pubblica, cit., 137; Id., Comunicare il<br />

territorio, Mi<strong>la</strong>no, 2004, 63 ss. Sulle conseguenze, invece, <strong>delle</strong> informazioni amministrative<br />

rispetto all’affidamento del cittadino, cfr. F. Merusi, L’affidamento del cittadino, Mi<strong>la</strong>no, 1970,<br />

161 ss. V. anche G. Cataldi, Le informazioni come oggetto di attività amministrativa, Studi Zanobini,<br />

I, Mi<strong>la</strong>no, 1965, 281 ss.<br />

12 <strong>La</strong> legge 29 marzo 1983, n. 93 (legge quadro sul pubblico impiego) all’art. 2, n. 9 (poi abrogato dall’art.<br />

74, comma 1, D.Lgs. n. 29 del1993), prevedeva una riserva di legge in materia di esercizio<br />

dei diritti dei cittadini nei riguardi dei pubblici dipendenti nonché di diritto di accesso e di partecipazione<br />

al<strong>la</strong> formazione degli atti del<strong>la</strong> pubblica amministrazione.<br />

13 <strong>La</strong> legge 27 dicembre 1985, n. 816 “Adempimenti, permessi e indennità degli amministratori locali”,<br />

ha previsto, tra l’altro, all’art. 25, il diritto dei cittadini di prendere visione di “tutti i provvedimenti<br />

adottati dai comuni, dalle province, dai consigli circoscrizionali, dalle aziende speciali<br />

degli enti territoriali, dalle unità sanitarie locali e dalle comunità montane”. Tale articolo è stato<br />

abrogato dal D.Lgs. n. 267 del 2000.<br />

31


32<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

1986 14 nonché il D.P.R. n. 250 del 1988 (che ha modificato l’art. 56 del R.D. n.<br />

444 del 1942) 15 , normative, queste, tutte volte a valorizzare sia l’uso dello strumento<br />

pubblicitario (e garantire, quindi, una compiuta conoscenza dei provvedimenti,<br />

dei servizi e dell’attività svolti dal<strong>la</strong> p.a.), sia <strong>la</strong> trasparenza amministrativa,<br />

attraverso <strong>la</strong> previsione di istituti partecipativi.<br />

In verità, sebbene innovative, tali previsioni comportarono soltanto timide<br />

aperture ad una amministrazione partecipata e trasparente, che, invece, trovò<br />

esplicito riconoscimento prima nel<strong>la</strong> legge 8 giugno 1990, n. 142 (Ordinamento<br />

<strong>delle</strong> autonomie locali) 16 e dopo nel<strong>la</strong> legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme<br />

in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti<br />

amministrativi) 17 .<br />

Nel<strong>la</strong> legge n. 142 del 1990 di assoluto rilievo si rive<strong>la</strong>va l’art. 7, il cui portato<br />

contemp<strong>la</strong>va tanto il principio di pubblicità degli atti amministrativi quanto il<br />

diritto di accesso ai medesimi 18 . Quivi, oltre a disciplinare l’esercizio del diritto<br />

di accesso agli atti amministrativi, si riconosceva al cittadino <strong>la</strong> prerogativa di<br />

accedere all’informazione, ascrivendo al<strong>la</strong> fonte rego<strong>la</strong>mentare il compito di dettare<br />

“le norme necessarie per assicurare ai cittadini l’informazione sullo stato<br />

degli atti e <strong>delle</strong> procedure e sull’ordine di esame di domande, progetti e provvedimenti<br />

che comunque li riguardino (ed) assicura(re) il diritto dei cittadini di<br />

accedere, in generale, alle informazioni di cui è in possesso l’amministrazione” 19 .<br />

Decisamente più incisiva ai fini del<strong>la</strong> democratizzazione dell’azione amministrativa<br />

si rivelò, invece, <strong>la</strong> legge n. 241 del 1990, <strong>la</strong> quale, favorendo con le sue<br />

14 <strong>La</strong> legge 8 luglio 1989, n. 349 “Istituzione del Ministero dell’ambiente e norme in materia di danno<br />

ambientale”, all’art. 14, così disponeva: “1. Il Ministro dell’ambiente assicura <strong>la</strong> più ampia divulgazione<br />

<strong>delle</strong> informazioni sullo stato dell’ambiente. 2. Gli atti adottati dal Consiglio nazionale per<br />

l’ambiente debbono essere motivati e, quando <strong>la</strong> loro conoscenza interessi <strong>la</strong> generalità dei cittadini<br />

e risponda ad esigenze informative di carattere diffuso, vengono pubblicati per estratto nel<strong>la</strong> Gazzetta<br />

Ufficiale del<strong>la</strong> Repubblica italiana ai sensi dell’articolo 3 del<strong>la</strong> legge 11 dicembre 1984, n. 839,<br />

con <strong>la</strong> menzione del numero del Bollettino Ufficiale del Ministero dell’ambiente, che riporta il testo<br />

integrale nonché il processo verbale <strong>delle</strong> sedute. 3. Qualsiasi cittadino ha diritto di accesso alle<br />

informazioni sullo stato dell’ambiente disponibili, in conformità <strong>delle</strong> leggi vigenti, presso gli uffici<br />

del<strong>la</strong> pubblica amministrazione, e può ottenere copia previo rimborso <strong>delle</strong> spese di riproduzione e<br />

<strong>delle</strong> spese effettive di ufficio il cui importo è stabilito con atto dell’amministrazione interessata”.<br />

15 L’art. 56 del R.D. 21 aprile 1942, n. 444, così come modificato dal D.P.R. 23 giugno 1988, n. 250,<br />

dispone che chiunque può richiedere copia dei pareri resi dal Consiglio di Stato in sede di decisione<br />

del ricorso straordinario al Capo dello Stato o su richiesta del<strong>la</strong> p.a., purché il Ministro<br />

competente non abbia comunicato, entro il termine di novanta giorni dal<strong>la</strong> ricezione del parere<br />

stesso, che quest’ultimo deve restare riservato.<br />

16 Tale legge è stata abrogata dall’art. 267 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.<br />

17 Recentemente modificata dalle leggi nn. 15 e 80 del 2005.<br />

18 Al<strong>la</strong> partecipazione popo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> legge n. 142 del 1990 dedicava l’art. 6 (v. oggi art. 8 D.Lgs. n.<br />

267/2000).<br />

19 Così l’art. 7, comma 4, legge n. 142 del 1990 (abrogato dal D.Lgs. n. 267 del 2000). Cfr., oggi, art.<br />

10, comma 2, D.Lgs. n. 267 del 2000. Vedi, inoltre l’art. 12 del D.Lgs. n. 267 del 2000 re<strong>la</strong>tivo ai<br />

Sistemi informativi e statistici.


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

previsioni il superamento del<strong>la</strong> dimensione uni<strong>la</strong>terale e gerarchizzata del rapporto<br />

p.a.-cittadino, si è posta in una re<strong>la</strong>zione di ascendenza diretta con <strong>la</strong> successiva<br />

legge n. 150 del 2000, che a sua volta ha disciplinato precipuamente le<br />

attività di informazione e <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni, le<br />

quali non possono realizzarsi se non in un contesto di rapporti tendenzialmente<br />

paritari.<br />

<strong>La</strong> legge sul procedimento amministrativo, infatti, ispirava l’azione amministrativa<br />

ai principi del<strong>la</strong> partecipazione amministrativa, del<strong>la</strong> semplificazione e<br />

dell’accesso ai documenti amministrativi, esigendo che l’attività amministrativa<br />

fosse retta da “criteri di economicità, di efficacia e di pubblicità” 20 .<br />

E proprio <strong>la</strong> previsione del criterio del<strong>la</strong> pubblicità conferma <strong>la</strong> necessità di<br />

consentire ai cittadini di control<strong>la</strong>re democraticamente l’operato di una pubblica<br />

amministrazione costretta a pubblicare, comunicare ovvero rendere accessibili<br />

gli atti ed i provvedimenti amministrativi 21 .<br />

A tal fine, si prevedevano, tra l’altro, <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> di avvio del procedimento<br />

(artt. 7-8), il diritto di intervento nel procedimento (art. 9), il diritto di<br />

prendere visione degli atti del procedimento e di presentare memorie scritte e<br />

documenti (art. 10), <strong>la</strong> stipu<strong>la</strong>zione di accordi procedimentali e sostitutivi (art.<br />

11), l’autocertificazione (art. 18) 22 , l’accesso ai documenti amministrativi (artt.<br />

22 ss.), l’obbligo di pubblicazione di una serie di atti (art. 26).<br />

È agevole appurare, pertanto, il delinearsi, da un <strong>la</strong>to, di situazioni giuridiche<br />

soggettive attive in capo al cittadino che lo legittimano ad essere coinvolto nell’agire<br />

amministrativo, dall’altro, di situazioni giuridiche soggettive passive in<br />

capo al<strong>la</strong> p.a. che <strong>la</strong> obbligano ad aprirsi ai consociati, attraverso l’esercizio di<br />

attività inclusive, consensuali e comunicative.<br />

20 Così l’art. 1, comma 1 del<strong>la</strong> L. n. 241 del 1990. Tale previsione è stata modificata dall’art. 21, comma<br />

1, lett. a) del<strong>la</strong> legge 11 febbraio 2005, n. 15, secondo cui: “L’attività amministrativa persegue i<br />

fini determinati dal<strong>la</strong> legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di pubblicità e di trasparenza<br />

secondo le modalità previste dal<strong>la</strong> presente legge e dalle altre disposizioni che disciplinano<br />

singoli procedimenti, nonché dai principi dell’ordinamento comunitario”.<br />

21 Risulta palese il rapporto che lega <strong>la</strong> pubblicità al<strong>la</strong> trasparenza amministrativa, risultando <strong>la</strong> prima<br />

una mera artico<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> seconda.<br />

22 Ai fini de quibus, cfr. i commi 2 e 3 secondo cui: “ 2. Qualora l’interessato dichiari che fatti, stati<br />

e qualità sono attestati in documenti già in possesso del<strong>la</strong> stessa amministrazione procedente o di<br />

altra pubblica amministrazione, il responsabile del procedimento provvede d’ufficio all’acquisizione<br />

dei documenti stessi o di copia di essi. 3. Parimenti sono accertati d’ufficio dal responsabile<br />

del procedimento i fatti, gli stati e le qualità che <strong>la</strong> stessa amministrazione procedente o altra<br />

pubblica amministrazione è tenuta a certificare”. Il comma 2 (sostituito dall’art. 3, comma 6<br />

octies, del D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, nel<strong>la</strong> legge 15 maggio 2005,<br />

n. 80) così recita: “I documenti attestanti atti, fatti, qualità e stati soggettivi, necessari per l’istruttoria<br />

del procedimento, sono acquisiti d’ufficio quando sono in possesso dell’amministrazione<br />

procedente, ovvero sono detenuti, istituzionalmente, da altre pubbliche amministrazioni. L’amministrazione<br />

procedente può richiedere agli interessati i soli elementi necessari per <strong>la</strong> ricerca dei<br />

documenti”.<br />

33


34<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Partico<strong>la</strong>re sensibilità alle tematiche comunicative dell’amministrazione si<br />

manifestò con l’emanazione del D.P.R. n. 352 del 1992, il quale riconosce alle<br />

singole amministrazioni <strong>la</strong> possibilità di valutare “l’opportunità di istituire un<br />

ufficio per le re<strong>la</strong>zioni con il pubblico” e comunque di individuare “un ufficio<br />

che fornisca tutte le informazioni sulle modalità di esercizio del diritto di accesso<br />

e sui re<strong>la</strong>tivi costi”.<br />

Si menziona, per <strong>la</strong> prima volta, uno degli istituti principali del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

pubblica, sebbene relegato ad un ruolo eventuale e limitato appunto alle<br />

sole richieste di accesso da parte dei cittadini.<br />

Una eventualità che muta in obbligatorietà con il D. Lgs. 29 del 1993 23 , il quale<br />

dispone che le amministrazioni pubbliche “al fine di garantire <strong>la</strong> piena attuazione<br />

del<strong>la</strong> legge 7 agosto 1990, n. 241, individuano, nell’ambito del<strong>la</strong> propria struttura<br />

e nel contesto del<strong>la</strong> ridefinizione degli uffici (…) uffici per le re<strong>la</strong>zioni con<br />

il pubblico” 24 . Si ascrive a tali uffici il compito di provvedere “anche mediante<br />

l’utilizzo di tecnologie informatiche: a) al servizio all’utenza per i diritti di partecipazione<br />

di cui al capo III del<strong>la</strong> legge 7 agosto 1990, n. 241; b) all’informazione<br />

all’utenza re<strong>la</strong>tiva agli atti e allo stato dei procedimenti; c) al<strong>la</strong> ricerca ed analisi<br />

finalizzate al<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di proposte al<strong>la</strong> propria amministrazione sugli<br />

aspetti organizzativi e logistici del rapporto con l’utenza” 25 .<br />

Si sancisce, peraltro, che, al fine di assicurare <strong>la</strong> conoscenza di normative, servizi<br />

e strutture, le amministrazioni pubbliche programmino ed attuino “iniziative<br />

di <strong>comunicazione</strong> di pubblica utilità” 26 .<br />

Il responsabile dell’URP ed il personale da lui indicato potevano “promuovere<br />

iniziative volte, anche con il supporto <strong>delle</strong> procedure informatiche, al miglioramento<br />

dei servizi per il pubblico, al<strong>la</strong> semplificazione e all’accelerazione <strong>delle</strong><br />

procedure e all’incremento <strong>delle</strong> modalità di accesso informale alle informazioni<br />

in possesso dell’amministrazione e ai documenti amministrativi” 27 .<br />

A conferma del rilievo che tali iniziative assumevano ai fini del<strong>la</strong> valutazione<br />

professionale il citato D.Lgs. prevedeva che l’organo di vertice del<strong>la</strong> <strong>gestione</strong><br />

dell’amministrazione o dell’ente verificasse “l’efficacia dell’applicazione <strong>delle</strong><br />

iniziative di cui al comma 5bis, ai fini dell’inserimento del<strong>la</strong> verifica positiva<br />

nel fascicolo personale del dipendente. Tale riconoscimento costitui(va) titolo<br />

autonomo valutabile in concorsi pubblici e nel<strong>la</strong> progressione in carriera del<br />

dipendente” 28 .<br />

23 Tale D.Lgs. è stato abrogato dal D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165.<br />

24 Cfr. art. 12, comma 1, D.Lgs. n. 29 del 1993.<br />

25 Art., 12, comma 2, D.Lgs. n. 29 del 1993.<br />

26 Cfr. art. 12, comma 4 prima parte, D.Lgs. n. 29 del 1993.<br />

27 Art. 12, comma 5bis, D.Lgs. n. 29 del 1993.<br />

28 Art. 12, comma 5ter seconda parte, D.Lgs. n. 29 del 1993.


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Parimenti innovativo risultava l’art. 5, comma 1 lett. b) e c) 29 , che individuava<br />

“nel collegamento <strong>delle</strong> attività degli uffici attraverso il dovere di <strong>comunicazione</strong><br />

interna ed esterna ed interconnessione mediante sistemi informatici e statistici<br />

pubblici, nei limiti del<strong>la</strong> riservatezza e del<strong>la</strong> segretezza” nonché nel<strong>la</strong> “trasparenza,<br />

attraverso l’istituzione di apposite strutture per l’informazione ai cittadini”<br />

alcuni dei criteri in virtù dei quali ordinare le pubbliche amministrazioni 30 .<br />

Un ulteriore impulso al processo di semplificazione e partecipazione amministrativa<br />

è stato offerto, tra l’altro, dalle leggi nn. 59 e 127 del 1997 e dai decreti<br />

legis<strong>la</strong>tivi nn. 80 e 112 del 1998.<br />

Giova, in partico<strong>la</strong>re, ricordare, al riguardo, alcune disposizioni, tra cui l’art.<br />

12, comma 1, lett. p), L. n. 59 del 1997 che sancisce <strong>la</strong> necessità di “garantire <strong>la</strong><br />

speditezza dell’azione amministrativa e il superamento del<strong>la</strong> frammentazione<br />

<strong>delle</strong> procedure, anche attraverso opportune modalità e idonei strumenti di coordinamento<br />

tra uffici, anche istituendo i centri interservizi, sia all’interno di ciascuna<br />

amministrazione, sia fra le diverse amministrazioni” 31 .<br />

Ed ancora il dettato normativo di cui all’art. 2, comma 1, lett. c) e d), D.Lgs.<br />

n. 80 del 1998, per il quale le amministrazioni pubbliche devono ispirare <strong>la</strong><br />

loro organizzazione anche ai seguenti criteri: “c) collegamento <strong>delle</strong> attività<br />

degli uffici, adeguandosi al dovere di <strong>comunicazione</strong> interna ed esterna, ed<br />

interconnessione mediante sistemi informatici e statistici pubblici; d) garanzia<br />

dell’imparzialità e del<strong>la</strong> trasparenza dell’azione amministrativa, anche attraverso<br />

l’istituzione di apposite strutture per l’informazione ai cittadini e attribuzione<br />

ad un unico ufficio, per ciascun procedimento, del<strong>la</strong> responsabilità<br />

complessiva dello stesso”.<br />

29 L’intero art. 5 cit. è stato abrogato dall’art. 43, comma 1, D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 80.<br />

30 In attuazione del D.Lgs. n. 29 del 1993 furono emanate <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>re del Ministro per <strong>la</strong> Funzione<br />

pubblica del 27 aprile 1993 e <strong>la</strong> direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri (11 ottobre<br />

1994). Secondo Marsocci (Poteri e pubblicità, cit., 228 ss.) proprio tale ultima direttiva “chiariva<br />

come l’attività degli URP dovesse mirare – nel garantire <strong>la</strong> trasparenza e il diritto di accesso – a<br />

rilevare sistematicamente i bisogni e il livello di soddisfazione dell’utenza rispetto ai servizi erogati;<br />

a col<strong>la</strong>borare per adeguarne <strong>la</strong> qualità; a proporre adeguamenti e correttivi per favorire l’ammodernamento<br />

<strong>delle</strong> strutture, <strong>la</strong> semplificazione dei linguaggi e l’aggiornamento <strong>delle</strong> modalità<br />

con cui le amministrazioni si propongono all’utenza. Era, da subito chiara l’intenzione di affidare<br />

agli URP – ma anche ad altre eventuali strutture – non solo i compiti connessi al ri<strong>la</strong>scio di informazioni<br />

(re<strong>la</strong>tive all’indicazione del responsabile, dei tempi di conclusione e dello stato del procedimento,<br />

<strong>delle</strong> modalità di erogazione dei servizi e di svolgimento <strong>delle</strong> attività amministrative,<br />

e in genere ogni dato re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> conoscenza <strong>delle</strong> normative), il c.d. front office, ma i compiti di<br />

ricerca e di analisi strategica mirate al miglioramento del rapporto di <strong>comunicazione</strong> tra l’amministrazione<br />

e i privati, che intendono entrare in contatto con essa, il c.d. back office. <strong>La</strong> direttiva<br />

indicava inoltre i possibili strumenti a disposizione degli URP – oltre a quelli tradizionali, quelli<br />

telematici e multimediali –, ribadiva l’impegno al<strong>la</strong> formazione professionale dei comunicatori<br />

pubblici, assunto dal<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> del<strong>la</strong> pubblica amministrazione, e istituiva una commissione per<br />

l’attuazione del<strong>la</strong> direttiva”.<br />

31 Cfr. altresì <strong>la</strong> Direttiva del Presidente del consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994 (Principi sull’erogazione<br />

dei servizi pubblici).<br />

35


36<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Infine, non meno rilevante si rive<strong>la</strong> l’art. 6, comma 1, del D.Lgs. n. 112 del<br />

1998, nel<strong>la</strong> parte in cui prevede che: “I compiti conoscitivi e informativi concernenti<br />

le funzioni conferite dal presente decreto legis<strong>la</strong>tivo a regioni ed enti locali<br />

o ad organismi misti sono esercitati in modo da assicurare, anche tramite sistemi<br />

informativo-statistici automatizzati, <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione <strong>delle</strong> conoscenze <strong>delle</strong><br />

informazioni fra le amministrazioni, per consentirne, quando prevista, <strong>la</strong> fruizione<br />

su tutto il territorio nazionale”.<br />

In questa fase storica, peraltro, si afferma <strong>la</strong> necessità di estendere il processo<br />

di semplificazione anche al linguaggio amministrativo, ritenendosi questo necessario<br />

ai fini di un compiuto processo di democratizzazione dell’azione amministrativa,<br />

<strong>la</strong> chiarezza del linguaggio e dei provvedimenti, presupposto necessario<br />

per una effettiva attività di informazione e <strong>comunicazione</strong> amministrativa.<br />

Infatti, un linguaggio oscuro e complesso, difficilmente comprensibile, intralcia<br />

<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione con il cittadino, accentua <strong>la</strong> discrezionalità (rectius l’arbitrio) in<br />

sede interpretativa, facilita ed agevo<strong>la</strong> il diniego dei diritti 32 .<br />

Si può, in definitiva affermare che le disposizioni e, più in generale, le normative<br />

prefate promuovono l’adozione di nuovi strumenti e modalità organizzative<br />

finalizzate a facilitare e semplificare i rapporti tra cittadino ed istituzioni, in tal<br />

guisa valorizzando <strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione, ossia rendendo il cittadino dominus<br />

di un’amministrazione servente.<br />

<strong>La</strong> legge 7 giugno 2000, n. 150<br />

L’interesse e l’attenzione che il legis<strong>la</strong>tore ha manifestato, nel corso del decennio<br />

a partire soprattutto dal<strong>la</strong> legge n. 241 del 1990, trovano pieno compimento con l’emanazione<br />

del<strong>la</strong> legge 7 giugno 2000 n. 150, avente ad oggetto <strong>la</strong> “Disciplina <strong>delle</strong><br />

attività di informazione e di <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni”.<br />

Al riguardo, è dato condividere l’idea di ritener<strong>la</strong>, contemporaneamente, un punto<br />

di arrivo ed un punto di partenza, in partico<strong>la</strong>re, “punto di arrivo, perché disciplinare<br />

con legge le attività di informazione e di <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni vuol dire riconoscere che le amministrazioni ormai non possono<br />

non comunicare (…) punto di partenza perché da essa (o da una nuova legge) bisogna<br />

muovere per spostare ancora più avanti i confini del<strong>la</strong> cittadinanza amministrativa,<br />

sapendo che <strong>la</strong> qualità del rapporto fra cittadini e amministrazioni è misurata<br />

anche dal<strong>la</strong> qualità del rapporto del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> di interesse generale” 33 .<br />

32 Cfr. Fioritto (a cura di), Manuale di stile. Strumenti per semplificare il linguaggio <strong>delle</strong> amministrazioni<br />

pubbliche, Bologna, 1997.<br />

33 G. Arena, <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica “parte integrante” dell’azione amministrativa, in Situazione<br />

e tendenze del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> in Italia (2000-2004). Rapporto al Ministro per <strong>la</strong>


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Trattasi di normativa volta a disciplinare le attività di informazione e di <strong>comunicazione</strong><br />

<strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni, “in attuazione dei principi che rego<strong>la</strong>no<br />

<strong>la</strong> trasparenza e l’efficacia dell’azione amministrativa” 34 , in tal modo confermando<br />

il nesso che lega <strong>la</strong> disciplina del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> al<strong>la</strong> normativa sul<br />

procedimento amministrativo, in un’ottica di organica attuazione e riorganizzazione<br />

dei principi già enunciati nelle legis<strong>la</strong>zioni antecedenti.<br />

<strong>La</strong> legge, pur discernendo l’attività di informazione da quel<strong>la</strong> di <strong>comunicazione</strong><br />

al<strong>la</strong> stregua dei differenti parametri dei destinatari e <strong>delle</strong> strutture competenti,<br />

tuttavia, accomuna entrambe le attività sotto il profilo teleologico, essendo<br />

ambedue finalizzate a: “a) illustrare e favorire <strong>la</strong> conoscenza <strong>delle</strong> disposizioni<br />

normative, al fine di facilitarne l’applicazione; b) illustrare le attività <strong>delle</strong> istituzioni<br />

e il loro funzionamento; c) favorire l’accesso ai servizi pubblici, promuovendone<br />

<strong>la</strong> conoscenza; d) promuovere conoscenze al<strong>la</strong>rgate e approfondite su<br />

temi di rilevante interesse pubblico e sociale; e) favorire processi interni di semplificazione<br />

<strong>delle</strong> procedure e di modernizzazione degli apparati nonché <strong>la</strong><br />

conoscenza dell’avvio del percorso dei procedimenti amministrativi; f) promuovere<br />

l’immagine <strong>delle</strong> amministrazioni, nonché quel<strong>la</strong> dell’Italia, in Europa e nel<br />

mondo, conferendo conoscenza e visibilità ad eventi d’importanza locale, regionale,<br />

nazionale ed internazionale” 35 .<br />

Per quanto concerne, invece, le differenze tra le suddette attività, vanno considerati<br />

il profilo dei destinatari e le strutture coinvolte.<br />

Infatti, in ordine ai destinatari, mentre l’informazione è rivolta “ai mezzi di<br />

<strong>comunicazione</strong> di massa, attraverso stampa, audiovisivi e strumenti telematici”<br />

36 , <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> esterna, invece, è “rivolta ai cittadini, alle collettività e<br />

ad altri enti attraverso ogni modalità tecnica ed organizzativa” 37 . <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

interna, infine, è “realizzata nell’ambito di ciascun ente” 38 .<br />

Per quanto, invece, attiene al<strong>la</strong> diversità derivante dalle strutture competenti,<br />

l’art. 6, comma 1, del<strong>la</strong> cit. legge dispone che se “le attività di informazione si<br />

realizzano attraverso il portavoce e l’ufficio stampa (…) quelle di <strong>comunicazione</strong><br />

(si realizzano) attraverso l’ufficio per le re<strong>la</strong>zioni con il pubblico, nonché attra-<br />

Funzione Pubblica (coordinato da S. Ro<strong>la</strong>ndo), in www.funzionepubblica.it, 23. L’Autore aggiunge<br />

che “come le lucciole sono indicatori del<strong>la</strong> qualità dell’ambiente, perché non possono vivere<br />

in un ambiente inquinato, allo stesso modo <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica è un indicatore del<strong>la</strong> qualità<br />

dei rapporti fra cittadini e amministrazioni (…)”. Per un’analisi dell’attività di <strong>comunicazione</strong><br />

come strumento di trasparenza e democrazia, cfr. Mignel<strong>la</strong> Calvosa F., Comunicare le riforme.<br />

Una nuova <strong>comunicazione</strong> negoziale tra vertici politici e amministrazione, in Riv. it. com. pubbl.,<br />

n. 2/1999, 45 ss.<br />

34 Art. 1, comma 1, legge n. 150 del 2000.<br />

35 Art. 1, comma 5, legge n. 150 del 2000.<br />

36 Art. 1, comma 4, lett. a), legge n. 150 del 2000.<br />

37 Ex art. 1, comma 4, lett. b), legge n. 150 del 2000.<br />

38 Ex art. 1, comma 4, lett. c), legge n. 150 del 2000.<br />

37


38<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

verso analoghe strutture quali gli sportelli per il cittadino, gli sportelli unici del<strong>la</strong><br />

pubblica amministrazione, gli sportelli polifunzionali e gli sportelli per le<br />

imprese” 39 .<br />

Si determina, così, un ampliamento <strong>delle</strong> soggettività deputate all’esercizio<br />

dell’attività comunicazionale, giacché sino all’avvento del<strong>la</strong> legge in commento<br />

l’art. 12 del D.Lgs. n. 29 del 1993 si limitava ad ascrivere ai soli uffici per le re<strong>la</strong>zioni<br />

con il pubblico <strong>la</strong> tito<strong>la</strong>rità in tema di <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong>.<br />

Peraltro, anche in re<strong>la</strong>zione alle funzioni rese dall’Ufficio <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni<br />

con il pubblico (URP), <strong>la</strong> predetta legge n. 150 indica i criteri cui le pubbliche<br />

amministrazioni devono ispirarsi per provvedere al<strong>la</strong> ridefinizione dei compiti<br />

e al<strong>la</strong> riorganizzazione dei predetti uffici, indicandoli, in specie nei<br />

seguenti parametri: “a) garantire l’esercizio dei diritti di informazione, di<br />

accesso e di partecipazione di cui al<strong>la</strong> legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive<br />

modificazioni; b) agevo<strong>la</strong>re l’utilizzazione dei servizi offerti ai cittadini,<br />

anche attraverso l’illustrazione <strong>delle</strong> disposizioni normative e amministrative,<br />

e l’informazione sulle strutture e sui compiti <strong>delle</strong> amministrazioni medesime;<br />

c) promuovere l’adozione di sistemi di interconnessione telematica e<br />

coordinare le reti civiche; d) attuare, mediante l’ascolto dei cittadini e <strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong> interna, i processi di verifica del<strong>la</strong> qualità dei servizi e di gradimento<br />

degli stessi da parte degli utenti; e) garantire <strong>la</strong> reciproca informazione<br />

fra l’ufficio per le re<strong>la</strong>zioni con il pubblico e le altre strutture operanti nell’amministrazione,<br />

nonché fra gli uffici per le re<strong>la</strong>zioni con il pubblico <strong>delle</strong><br />

varie amministrazioni” 40 .<br />

Si consolida, a ben vedere, il ruolo dell’URP attraverso un’integrazione <strong>delle</strong><br />

funzioni indicate dall’art. 12 del D.Lgs. n. 29 del 1993, così da divenire struttura<br />

complessa con compiti strategici, anche per il processo di innovazione interna<br />

ed avente finalità di monitoraggio, informazione e valutazione dei bisogni dei<br />

cittadini.<br />

Diverso dall’URP è l’Ufficio stampa, di cui le amministrazioni pubbliche “possono<br />

dotarsi, anche in forma associata” 41 e “<strong>la</strong> cui attività è in via prioritaria<br />

indirizzata ai mezzi di informazione di massa” 42 .<br />

39 L’art. 6, al comma 2, peraltro, recita: “Ciascuna amministrazione definisce, nell’ambito del proprio<br />

ordinamento degli uffici e del personale e nei limiti <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> disponibili, le strutture e i<br />

servizi finalizzati alle attività di informazione e <strong>comunicazione</strong> e al loro coordinamento, confermando,<br />

in sede di prima applicazione del<strong>la</strong> presente legge, le funzioni di <strong>comunicazione</strong> e di<br />

informazione al personale che già le svolge”.<br />

40 Cfr. art. 8, comma 2, L. n. 150 del 2000. In tal modo, l’URP assicura <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> intra<strong>istituzionale</strong><br />

(v. art. 8, lett. c), d) e) prima parte), <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> extra<strong>istituzionale</strong> (v. art. 8, lett. a) e<br />

<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> inter<strong>istituzionale</strong> (v. art. 8, lett. e) ultima parte).<br />

41 Art. 9, comma 1, legge n. 150 del 2000.<br />

42 Art. 9, comma 1, legge n. 150 del 2000.


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Sul piano organizzativo, detto ufficio è costituito “da personale iscritto all’albo<br />

nazionale dei giornalisti” 43 ed è diretto “da un coordinatore, che assume <strong>la</strong> qualifica<br />

di capo ufficio stampa, il quale, sul<strong>la</strong> base <strong>delle</strong> direttive impartite dall’organo<br />

di vertice dell’amministrazione, cura i collegamenti con gli organi di informazione,<br />

assicurando il massimo grado di trasparenza, chiarezza e tempestività <strong>delle</strong><br />

comunicazioni da fornire nelle materie di interesse dell’amministrazione” 44 .<br />

In ogni caso, al fine di garantirne l’imparzialità gestionale, <strong>la</strong> legge 45 esige che<br />

il coordinatore ed i componenti dell’ufficio stampa non possano “esercitare, per<br />

tutta <strong>la</strong> durata dei re<strong>la</strong>tivi incarichi, attività professionali nei settori radiotelevisivo,<br />

del giornalismo, del<strong>la</strong> stampa e <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni pubbliche” salvo deroghe<br />

eventualmente “previste dal<strong>la</strong> contrattazione collettiva”.<br />

Infine, a supporto dell’organo di vertice dell’amministrazione pubblica, <strong>la</strong> legge<br />

riconosce a quest’ultimo <strong>la</strong> possibilità di essere “coadiuvato da un portavoce,<br />

anche esterno all’amministrazione con compiti di diretta col<strong>la</strong>borazione ai fini<br />

dei rapporti di carattere politico-<strong>istituzionale</strong> con gli organi di informazione” 46 .<br />

Nel segno dell’efficientismo organizzativo, <strong>la</strong> legge dedica spazio al<strong>la</strong> formazione<br />

professionale, ascrivendo al<strong>la</strong> p.a. il compito non solo di individuare, nel<br />

quadro <strong>delle</strong> proprie dotazioni organiche, il personale da adibire alle attività di<br />

informazione e di <strong>comunicazione</strong> ma, altresì, di programmare <strong>la</strong> formazione,<br />

43 L’art. 9, comma 2, L. n. 150 del 2000, infatti, recita: “Gli uffici stampa sono costituiti da personale<br />

iscritto all’albo nazionale dei giornalisti. Tale dotazione di personale è costituita da dipendenti<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni pubbliche, anche in posizione di comando o fuori ruolo, o da personale<br />

estraneo al<strong>la</strong> pubblica amministrazione in possesso dei titoli individuati dal rego<strong>la</strong>mento di cui<br />

all’art. 5, utilizzato con le modalità di cui all’art. 7, comma 6, del decreto legis<strong>la</strong>tivo 3 febbraio<br />

1993, n. 29, e successive modificazioni, nei limiti <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> disponibili nei bi<strong>la</strong>nci di ciascuna<br />

amministrazione per le medesime finalità”. Inoltre, ex art. 9, comma 4, del<strong>la</strong> legge cit.: “I coordinatori<br />

e i componenti dell’ufficio stampa non possono esercitare, per tutta <strong>la</strong> durata dei re<strong>la</strong>tivi<br />

incarichi, attività professionali nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, del<strong>la</strong> stampa e <strong>delle</strong><br />

re<strong>la</strong>zioni pubbliche. Eventuali deroghe possono essere previste dal<strong>la</strong> contrattazione collettiva di<br />

cui al comma 5”.<br />

44 Art. 9, comma 3, L. n. 150 del 2000.<br />

45 V. l’art. 9, comma 4, L. n. 150 del 2000. Per completezza va richiamata <strong>la</strong> Direttiva del Dipartimento<br />

del<strong>la</strong> Funzione pubblica del 7 febbraio 2002, par. “Funzioni degli organi dell’informazione e del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong>”, <strong>la</strong>ddove recita: “l’Ufficio stampa, coordinato da un direttore di servizio, si occupa:<br />

• del<strong>la</strong> redazione di comunicati riguardanti sia l’attività dell’amministrazione e del suo vertice<br />

<strong>istituzionale</strong> sia quel<strong>la</strong> di informazione, promozione, <strong>la</strong>ncio dei servizi;<br />

• dell’organizzazione di conferenze, incontri ed eventi stampa;<br />

• del<strong>la</strong> realizzazione di una rassegna stampa quotidiana o periodica, anche attraverso strumenti<br />

informatici;<br />

• del coordinamento e del<strong>la</strong> realizzazione del<strong>la</strong> newsletter <strong>istituzionale</strong> e di altri prodotti editoriali”.<br />

46 Così l’art. 7, comma 1, legge n. 150 del 2000. Inoltre, <strong>la</strong> cit. direttiva del 7 febbraio 2002, al riguardo,<br />

precisa che a differenza “dell’Ufficio stampa e dei suoi compiti istituzionali, <strong>la</strong> figura del Portavoce,<br />

presente nelle amministrazioni complesse, sviluppa un’attività di re<strong>la</strong>zioni con gli organi<br />

di informazione in stretto collegamento ed alle dipendenze del vertice pro tempore <strong>delle</strong> amministrazioni”.<br />

39


40<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

precisando che le attività di formazione sono svolte dal<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> superiore del<strong>la</strong><br />

pubblica amministrazione, dalle scuole specializzate di altre amministrazioni<br />

centrali, dalle università, con partico<strong>la</strong>re riferimento ai corsi di <strong>la</strong>urea in scienze<br />

del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> e materie assimi<strong>la</strong>te, dal Centro di formazione e studi (<strong>Formez</strong>)<br />

nonché da strutture pubbliche e private con finalità formative che adottano<br />

i modelli formativi individuati da fonte rego<strong>la</strong>mentare 47 .<br />

E proprio con rego<strong>la</strong>mento è dato provvedere al<strong>la</strong> individuazione dei titoli per<br />

l’accesso del personale da utilizzare presso le pubbliche amministrazioni per le<br />

attività di informazione e <strong>comunicazione</strong> nonché prevedere e disciplinare gli<br />

interventi formativi e di aggiornamento per il personale che già svolge le predette<br />

attività di informazione e di <strong>comunicazione</strong> 48 . Questa legge, infine, non omette<br />

di contemp<strong>la</strong>re utili strumenti volti ad assicurare un organico espletamento<br />

<strong>delle</strong> attività di <strong>comunicazione</strong>, prevedendo, in partico<strong>la</strong>re, il Programma di<br />

<strong>comunicazione</strong> 49 , il Piano di <strong>comunicazione</strong> 50 ed i Progetti di <strong>comunicazione</strong> a<br />

carattere pubblicitario 51 ed attribuendo, in tale ambito, un ruolo centrale al<br />

Dipartimento dell’informazione e dell’editoria del<strong>la</strong> Presidenza del Consiglio,<br />

atto a svolgere molteplici funzioni, tra cui annoverare, quelle di consulenza, di<br />

supporto organizzativo e propositive. Oltre ai programmi previsti per <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

<strong>istituzionale</strong> non pubblicitaria, <strong>la</strong> legge contemp<strong>la</strong> ulteriori modalità di<br />

esplicazione <strong>delle</strong> attività di informazione e <strong>comunicazione</strong>, prevedendo, infatti,<br />

che le stesse si dipanino “anche attraverso <strong>la</strong> pubblicità, le distribuzioni o vendite<br />

promozionali, le affissioni, l’organizzazione di manifestazioni e <strong>la</strong> partecipazione<br />

a rassegne specialistiche, fiere e congressi” 52 .<br />

Sul piano attuativo, al<strong>la</strong> atipicità dei mezzi adottabili – sancendosi, infatti, l’utilizzo<br />

di “ogni mezzo di trasmissione idoneo ad assicurare <strong>la</strong> necessaria diffusione<br />

di messaggi” 53 – segue una tipizzazione strumentale, prevedendosi <strong>la</strong> possibilità<br />

di attuare l’informazione e <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> “anche attraverso <strong>la</strong> strumentazione<br />

grafico-editoriale, le strutture informatiche, le funzioni di sportello,<br />

le reti civiche, le iniziative di <strong>comunicazione</strong> integrata e i sistemi telematici” 54 .<br />

47 Art. 4, legge n. 150 del 2000.<br />

48 Art. 5, legge n. 150 del 2000. Detto rego<strong>la</strong>mento va emanato “ai sensi dell’art. 17, comma 1, del<strong>la</strong><br />

legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, previa intesa con <strong>la</strong> Conferenza unificata<br />

di cui all’art. 8 del decreto legis<strong>la</strong>tivo 28 agosto 1997, n. 281, entro sessanta giorni dal<strong>la</strong> data di<br />

entrata in vigore del<strong>la</strong> presente legge” (così l’art. 5 cit.). A tal fine è stato emanato il D.P.R. 21 settembre<br />

2001, n. 422 (“Rego<strong>la</strong>mento per l’individuazione dei titoli professionali da utilizzare presso<br />

le pubbliche amministrazioni per le attività di informazione e <strong>comunicazione</strong>”).<br />

49 Cfr. art. 11, legge n. 150 del 2000.<br />

50 Cfr. art. 12, legge n. 150 del 2000.<br />

51 Cfr. art. 13, legge n. 150 del 2000.<br />

52 Così l’art. 2, comma 1, legge n. 150 del 2000.<br />

53 Art. 2, comma 2 prima parte, legge n. 150 del 2000.<br />

54 Art. 2, comma 2 seconda parte, legge n. 150 del 2000. Per completezza cfr. inoltre l’art. 3 (Messaggi<br />

di utilità sociale e di pubblico interesse) del<strong>la</strong> suddetta legge.


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

<strong>La</strong> normativa successiva al<strong>la</strong> legge n. 150 del 2000<br />

Al<strong>la</strong> legge n. 150 del 2000 che, come già evidenziato, ha costituito un primo<br />

segnale di reale valorizzazione del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> nell’ambito dell’attività<br />

amministrativa, è seguita una serie di provvedimenti volti ad attuare i principi<br />

legis<strong>la</strong>tivamente indicati.<br />

In tal senso si atteggia <strong>la</strong> direttiva del Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica<br />

del 7 febbraio 2002 (Direttiva sulle attività di <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni) con <strong>la</strong> quale si forniscono – in linea con <strong>la</strong> volontà di favorire<br />

un radicale processo di cambiamento del<strong>la</strong> p.a. – gli indirizzi di coordinamento,<br />

organizzazione e monitoraggio <strong>delle</strong> strutture, degli strumenti e <strong>delle</strong> attività<br />

previste dal<strong>la</strong> normativa in tema di informazione e <strong>comunicazione</strong> pubblica.<br />

Più segnatamente, <strong>la</strong> direttiva si propone le seguenti finalità: “sviluppo di una<br />

coerente politica di <strong>comunicazione</strong> integrata con i cittadini e le imprese; <strong>gestione</strong><br />

professionale e sistematica dei rapporti con tutti gli organi di informazione<br />

(mass media tradizionali e nuovi); realizzazione di un sistema di flussi di <strong>comunicazione</strong><br />

incentrato sull’intenso utilizzo di tecnologie informatiche e banche<br />

dati, sia per migliorare <strong>la</strong> qualità dei servizi e l’efficienza organizzativa, sia per<br />

creare tra gli operatori del settore pubblico senso di appartenenza al<strong>la</strong> funzione<br />

svolta, pieno coinvolgimento nel processo di cambiamento e condivisione nelle<br />

rinnovate missioni istituzionali <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni; formazione e<br />

valorizzazione del personale impegnato nelle attività di informazione e <strong>comunicazione</strong>;<br />

ottimizzazione, attraverso <strong>la</strong> pianificazione e il monitoraggio <strong>delle</strong> attività<br />

di informazione e <strong>comunicazione</strong>, dell’impiego <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> finanziarie” 55 .<br />

Si evidenziano, pertanto, i profili efficientistici, ponendosi infatti in capo agli<br />

uffici competenti (URP, Ufficio stampa ed analoghe strutture previste dal<strong>la</strong> cit.<br />

legge) “<strong>la</strong> ricerca dell’efficienza e dell’efficacia nei processi di produzione del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong>, quale obiettivo del<strong>la</strong> loro attività” 56 .<br />

Di certo interessante si rive<strong>la</strong> il rilievo che <strong>la</strong> direttiva riserva al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

interna – intesa quale momento del<strong>la</strong> funzione di <strong>comunicazione</strong> – in par-<br />

55 Direttiva del Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica del 7 febbraio 2002 par. “Finalità e ambito di<br />

applicazione”. Questa direttiva, inoltre, “richiama e impegna <strong>la</strong> responsabilità dei vertici <strong>delle</strong><br />

amministrazioni pubbliche all’applicazione del<strong>la</strong> legge n. 150 del 2000 e al<strong>la</strong> definizione di strutture<br />

e <strong>risorse</strong> necessarie per: – progettare e realizzare attività di informatizzazione e <strong>comunicazione</strong><br />

destinate ai cittadini e alle imprese; – procedere ad una rinnovata ingegneria dei processi di<br />

<strong>comunicazione</strong> interna e adeguare i flussi di informazione a supporto dell’attività degli uffici che<br />

svolgono attività di informazione e <strong>comunicazione</strong>, e il loro coordinamento, già individuati dal<strong>la</strong><br />

legge 150/2000; – produrre e fornire informazioni, promuovere eventi che, tenendo conto dei tempi<br />

e dei criteri che rego<strong>la</strong>mentano il sistema dei media, possano tradursi in notizie per i mass<br />

media tradizionali e nuovi – come i giornali on-line – e altri mezzi di diffusione di notizie di interesse<br />

pubblico”.<br />

56 Così <strong>la</strong> cit. direttiva, par. “Finalità e ambito di applicazione”.<br />

41


42<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

tico<strong>la</strong>re <strong>la</strong>ddove per <strong>la</strong> stessa esige un coordinamento che ne gestisca, con efficacia,<br />

le interazioni e le sinergie. Infatti, solo una “buona <strong>comunicazione</strong> interna”,<br />

riflesso di un’ampia circo<strong>la</strong>zione <strong>delle</strong> informazioni e di un pieno coinvolgimento<br />

del personale nei progetti di cambiamento organizzativo, assicura <strong>la</strong> costruzione<br />

di una nuova identità <strong>istituzionale</strong>, implementa il senso di appartenenza<br />

all’amministrazione, corrobora in melius l’immagine del<strong>la</strong> sfera pubblica.<br />

A tal fine, si auspica che le amministrazioni assicurino il raccordo operativo<br />

tra i segmenti di <strong>comunicazione</strong> attivati (Portavoce, Ufficio stampa, URP, analoghe<br />

strutture) e prevedano “forme organizzative di coordinamento <strong>delle</strong> loro attività<br />

per massimizzare l’utilizzo <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane ed economiche, e creare<br />

sinergie ed integrazione tra le azioni di <strong>comunicazione</strong> per contribuire a rendere<br />

efficaci e soddisfacenti le re<strong>la</strong>zioni con i cittadini” 57 .<br />

Agli Uffici per le re<strong>la</strong>zioni con il pubblico ed alle analoghe strutture deve essere,<br />

inoltre, riconosciuta <strong>la</strong> possibilità di ricorrere a procedure di <strong>comunicazione</strong> interna<br />

codificate ed efficaci così da divenire “il terminale di destinazione di atti e documenti<br />

che consentano sollecite ed esaurienti risposte alle richieste dei cittadini” 58 .<br />

57 Così <strong>la</strong> cit. direttiva, par. “Modalità operative: il coordinamento degli strumenti del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>”.<br />

58 Direttiva cit., par. “Funzioni degli organi dell’informazione e del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>”. All’ufficio<br />

re<strong>la</strong>zioni con il pubblico dedica spazio normativo, inoltre, l’art. 11 del D.Lgs. 2001, n. 165,<br />

secondo cui: “1. Le amministrazioni pubbliche, al fine di garantire <strong>la</strong> piena attuazione del<strong>la</strong><br />

legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni ed integrazioni, individuano, nell’ambito<br />

del<strong>la</strong> propria struttura uffici per le re<strong>la</strong>zioni con il pubblico. 2. Gli uffici per le re<strong>la</strong>zioni con<br />

il pubblico provvedono, anche mediante l’utilizzo di tecnologie informatiche: a) al servizio<br />

all’utenza per i diritti di partecipazione di cui al capo III del<strong>la</strong> legge 7 agosto 1990, n. 241, e<br />

successive modificazioni ed integrazioni; b) all’informazione all’utenza re<strong>la</strong>tiva agli atti e allo<br />

stato dei procedimenti; c) al<strong>la</strong> ricerca ed analisi finalizzate al<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di proposte al<strong>la</strong><br />

propria amministrazione sugli aspetti organizzativi e logistici del rapporto con l’utenza. 3. Agli<br />

uffici per le re<strong>la</strong>zioni con il pubblico viene assegnato, nell’ambito <strong>delle</strong> attuali dotazioni organiche<br />

<strong>delle</strong> singole amministrazioni, personale con idonea qualificazione e con elevata capacità<br />

di avere contatti con il pubblico, eventualmente assicurato da apposita formazione. 4. Al<br />

fine di assicurare <strong>la</strong> conoscenza di normative, servizi e strutture, le amministrazioni pubbliche<br />

programmano ed attuano iniziative di <strong>comunicazione</strong> di pubblica utilità; in partico<strong>la</strong>re, le<br />

amministrazioni dello Stato, per l’attuazione <strong>delle</strong> iniziative individuate nell’ambito <strong>delle</strong> proprie<br />

competenze, si avvalgono del Dipartimento per l’informazione e l’editoria del<strong>la</strong> Presidenza<br />

del Consiglio dei ministri quale struttura centrale di servizio, secondo un piano annuale di<br />

coordinamento del fabbisogno di prodotti e servizi, da sottoporre all’approvazione del Presidente<br />

del Consiglio dei ministri. 5. Per le comunicazioni previste dal<strong>la</strong> legge 7 agosto 1990, n.<br />

241, e successive modificazioni ed integrazioni, non si applicano le norme vigenti che dispongono<br />

<strong>la</strong> tassa a carico del destinatario. 6. Il responsabile dell’ufficio per le re<strong>la</strong>zioni con il pubblico<br />

e il personale da lui indicato possono promuovere iniziative volte, anche con il supporto<br />

<strong>delle</strong> procedure informatiche, al miglioramento dei servizi per il pubblico, al<strong>la</strong> semplificazione<br />

e all’accelerazione <strong>delle</strong> procedure e all’incremento <strong>delle</strong> modalità di accesso informale alle<br />

informazioni in possesso dell’amministrazione e ai documenti amministrativi. 7. L’organo di<br />

vertice del<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> dell’amministrazione o dell’ente verifica l’efficacia dell’applicazione<br />

<strong>delle</strong> iniziative di cui al comma 6, ai fini dell’inserimento del<strong>la</strong> verifica positiva nel fascicolo<br />

personale del dipendente. Tale riconoscimento costituisce titolo autonomamente valutabile in


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Dopo aver dedicato al<strong>la</strong> formazione del personale ed al monitoraggio <strong>delle</strong> suddette<br />

attività un adeguato spazio di analisi, <strong>la</strong> direttiva, meritoriamente, auspica<br />

<strong>la</strong> semplificazione del linguaggio amministrativo usato nei contatti con i cittadini,<br />

onde rimuovere un vetusto ed ingiustificato burocratese e rendere, così, una<br />

<strong>comunicazione</strong> amministrativa chiara, semplice, sintetica, completa e corretta 59 .<br />

Un fattore, questo, imprescindibile ai fini di una <strong>comunicazione</strong> realmente di<br />

qualità e di un sistema autenticamente democratico, non essendo tale quell’ordinamento<br />

che non scongiura e reprime le forme di incomunicabilità o di difficile<br />

comprensione del potere e <strong>delle</strong> sue artico<strong>la</strong>zioni. Del resto, un provvedimento<br />

incomprensibile o difficilmente comprensibile è un provvedimento insuscettibile<br />

di osservanza.<br />

Nell’ambito del processo di modernizzazione dell’azione amministrativa, intesa<br />

in senso <strong>la</strong>to, e dei rapporti amministrazione-cittadino, grande rilievo è stato<br />

assunto, nel tempo, dal fenomeno del<strong>la</strong> digitalizzazione del<strong>la</strong> funzione amministrativa,<br />

esito di una serie di interventi normativi che, con diverso grado di incisività,<br />

hanno mirato e mirano ancora oggi a consolidare l’utilizzo dell’informatica<br />

nel<strong>la</strong> vita e nei rapporti dell’amministrazione. Lo scopo primo di tali provvedimenti<br />

è stato quello di dotare l’amministrazione di un sistema completamente<br />

digitalizzato, atto a contemperare le esigenze di certezza e trasparenza con quelle<br />

di celerità, efficacia, efficienza ed economicità 60 .<br />

A ben vedere, questi processi hanno coinvolto le attività comunicative ed informative,<br />

così da favorire l’uso di nuove tecnologie per promuovere una maggiore<br />

concorsi pubblici e nel<strong>la</strong> progressione di carriera del dipendente. Gli organi di vertice trasmettono<br />

le iniziative riconosciute ai sensi del presente comma al Dipartimento del<strong>la</strong> funzione pubblica,<br />

ai fini di un’adeguata pubblicizzazione <strong>delle</strong> stesse. Il Dipartimento annualmente individua<br />

le forme di pubblicazione”. In argomento va parimenti richiamato quanto sancito dall’art.<br />

10 del D.Lgs. n. 165 del 2001, per il quale: “1. L’organismo di cui all’articolo 2, comma 1, lettera<br />

mm, del<strong>la</strong> legge 23 ottobre 1992, n. 421, ai fini del<strong>la</strong> trasparenza e rapidità del procedimento,<br />

definisce, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera c), i modelli e sistemi informativi utili<br />

al<strong>la</strong> interconnessione tra le amministrazioni pubbliche. 2. <strong>La</strong> Presidenza del Consiglio dei<br />

ministri – Dipartimento del<strong>la</strong> funzione pubblica ed i comitati metropolitani di cui all’art. 18<br />

del decreto-legge 24 novembre 1990, n. 344, convertito, con modificazioni, dal<strong>la</strong> legge 23 gennaio<br />

1991, n. 21, promuovono, utilizzando il personale degli uffici di cui all’art. 11, <strong>la</strong> costituzione<br />

di servizi di accesso polifunzionale alle amministrazioni pubbliche nell’ambito dei progetti<br />

finalizzati di cui all’articolo 26 del<strong>la</strong> legge 11 marzo 1988, n. 67, e successive modificazioni<br />

ed integrazioni”.<br />

59 Per completezza, al riguardo, vanno richiamati, in partico<strong>la</strong>re, il Codice di stile (1993) e <strong>la</strong> direttiva<br />

8 maggio 2002 sul<strong>la</strong> “Semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi” con il corre<strong>la</strong>to<br />

progetto “Chiaro”.<br />

60 Sui processi di informatizzazione nel<strong>la</strong> pubblica amministrazione, cfr. F. Merloni (a cura di), Introduzione<br />

all’E-Government, Torino, 2005; G. Vesperini (a cura di), E-government, Mi<strong>la</strong>no, 2004; N.<br />

Natalini, Lo stato dell’informatizzazione nelle pubbliche amministrazioni, in Giorn. dir. amm., n.<br />

2/2006, 221 ss.; M.P. Guerra, Circo<strong>la</strong>zione dell’informazione e sistema informativo pubblico: profili<br />

giuridici dell’accesso interamministrativo telematico. Tra testo unico sul<strong>la</strong> documentazione amministrativa<br />

e codice dell’amministrazione digitale, in Dir. pubbl., 2/2005, 525 ss.<br />

43


44<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

partecipazione dei cittadini al processo democratico nonché per facilitare l’esercizio<br />

di situazioni giuridiche soggettive attive sia individuali che collettive 61 .<br />

Tra gli interventi legis<strong>la</strong>tivi si segna<strong>la</strong>no, in partico<strong>la</strong>re, il D.P.R. 28 dicembre<br />

2000, n. 445 (T.U. <strong>delle</strong> disposizioni legis<strong>la</strong>tive e rego<strong>la</strong>mentari in materia di<br />

documentazione amministrativa), il D.Lgs. 28 febbraio 2005, n. 42 (Istituzione<br />

del sistema pubblico di connettività e del<strong>la</strong> rete internazionale del<strong>la</strong> pubblica<br />

amministrazione, a norma dell’art. 10, del<strong>la</strong> legge 29 luglio 2003, n. 229), il d.<br />

lgs. 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell’amministrazione digitale) 62 , il D.Lgs. 4 aprile<br />

2006, n. 159 (Disposizioni integrative e correttive al decreto legis<strong>la</strong>tivo 7 marzo<br />

2005, n. 82, recante codice dell’amministrazione digitale”).<br />

È utile, in partico<strong>la</strong>re, richiamare il D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell’amministrazione<br />

digitale) per il quale: “Lo Stato, le Regioni e le autonomie<br />

locali assicurano <strong>la</strong> disponibilità, <strong>la</strong> <strong>gestione</strong>, l’accesso, <strong>la</strong> trasmissione, <strong>la</strong> conservazione<br />

e <strong>la</strong> fruibilità dell’informazione in modalità digitale e riorganizzano<br />

ed agiscono a tal fine utilizzando con le modalità più appropriate le tecnologie<br />

dell’informazione e del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>” 63 .<br />

In tal modo, ai cittadini e alle imprese è riconosciuto il “diritto a richiedere ed<br />

ottenere l’uso <strong>delle</strong> tecnologie telematiche nelle comunicazioni con le pubbliche<br />

amministrazioni centrali e con i gestori di pubblici servizi statali nei limiti di<br />

quanto previsto nel (suddetto) codice” 64 .<br />

Il processo di digitalizzazione investe i profili extraistituzionali, intraistituzionali<br />

ed interistituzionali <strong>delle</strong> attività comunicative ed informative, di guisa che<br />

l’amministrazione, nell’organizzare <strong>la</strong> propria attività, utilizzerà “le tecnologie<br />

dell’informazione e del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> per <strong>la</strong> realizzazione degli obiettivi di<br />

efficienza, efficacia, economicità, imparzialità, trasparenza, semplificazione e<br />

partecipazione” 65 .<br />

61 Cfr. l’art. 9 (Partecipazione democratica elettronica) D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82 “Codice dell’amministrazione<br />

digitale”. V. anche l’art. 4 (Partecipazione al procedimento amministrativo<br />

informatico), del medesimo decreto legis<strong>la</strong>tivo, secondo cui: “1. <strong>La</strong> partecipazione al procedimento<br />

amministrativo e il diritto di accesso ai documenti amministrativi sono esercitabili<br />

mediante l’uso <strong>delle</strong> tecnologie dell’informazione e del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> secondo quanto<br />

disposto dagli articoli 59 e 60 del decreto del Presidente del<strong>la</strong> Repubblica 28 dicembre 2000, n.<br />

445. 2. Ogni atto e documento può essere trasmesso alle pubbliche amministrazioni con l’uso<br />

<strong>delle</strong> tecnologie dell’informazione e del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> se formato ed inviato nel rispetto del<strong>la</strong><br />

vigente normativa”.<br />

62 In dottrina, per una completa disamina, cfr. E. Carloni (a cura di), Codice dell’amministrazione<br />

digitale. Commento al D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82, Rimini, 2005; M.P. Guerra, Circo<strong>la</strong>zione dell’informazione<br />

e sistema informativo pubblico: profili giuridici dell’accesso interamministrativo<br />

telematico. Tra Testo unico sul<strong>la</strong> documentazione amministrativa e codice dell’amministrazione<br />

digitale, cit., 2/2005, 525 ss.<br />

63 Art. 2, comma 1, D.Lgs. n. 82 del 2005.<br />

64 Art. 3 D.Lgs. n. 82 del 2005.<br />

65 Art. 12, comma 1, D.Lgs. n. 82 del 2005.


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

È lo stesso Codice, infatti, a stabilire che le pubbliche amministrazioni adottano<br />

“le tecnologie dell’informazione e del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> nei rapporti interni,<br />

tra le diverse amministrazioni e tra queste e i privati, con misure informatiche,<br />

tecnologiche, e procedurali di sicurezza (…)” 66 . Le pubbliche amministrazioni,<br />

inoltre, opereranno “per assicurare l’uniformità e <strong>la</strong> graduale integrazione <strong>delle</strong><br />

modalità di interazione degli utenti con i servizi informatici da esse erogati, qualunque<br />

sia il canale di erogazione, nel rispetto del<strong>la</strong> autonomia e del<strong>la</strong> specificità<br />

di ciascun erogatore di servizi” 67 nonché utilizzeranno “le tecnologie dell’informazione<br />

e del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, garantendo, nel rispetto <strong>delle</strong> vigenti normative,<br />

l’accesso al<strong>la</strong> consultazione, <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione e lo scambio di dati e informazioni,<br />

nonché l’interoperabilità dei sistemi e l’integrazione dei processi di<br />

servizio fra le diverse amministrazioni (…)” 68 .<br />

Per quanto attiene, più segnatamente, al<strong>la</strong> disponibilità dei dati <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni, si dispone che questi siano “formati, raccolti, conservati,<br />

resi disponibili e accessibili con l’uso <strong>delle</strong> tecnologie, dell’informazione e del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong> che ne consentano <strong>la</strong> fruizione e riutilizzazione, alle condizioni<br />

fissate dall’ordinamento, da parte <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni e dai<br />

privati (…)” 69 .<br />

Di conseguenza, l’amministrazione gestirà “i procedimenti amministrativi utilizzando<br />

le tecnologie dell’informazione e del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>” 70 , e inoltre realizzerà<br />

“siti istituzionali su reti telematiche che rispettano i principi di accessibilità,<br />

nonché di elevata usabilità e reperibilità, anche da parte <strong>delle</strong> persone<br />

disabili, completezza di informazione, chiarezza di linguaggio, affidabilità, semplicità<br />

di consultazione, qualità, omogeneità ed interoperabilità” 71 .<br />

Non va, tuttavia, omessa <strong>la</strong> possibilità riconosciuta alle amministrazioni pubbliche<br />

di “stipu<strong>la</strong>re tra loro convenzioni finalizzate al<strong>la</strong> fruibilità informatica dei<br />

dati di cui siano tito<strong>la</strong>ri” 72 .<br />

66 Art. 12, comma 2, D.Lgs. n. 82 del 2005.<br />

67 Art. 12, comma 3, D.Lgs. n. 82 del 2005. Il comma 4 del medesimo articolo così recita: “Lo Stato<br />

promuove <strong>la</strong> realizzazione e l’utilizzo di reti telematiche come strumento di interazione tra le<br />

pubbliche amministrazioni ed i privati”.<br />

68 Art. 12, comma 5, D.Lgs. n. 82 del 2005.<br />

69 Così l’art. 50, comma 1 prima parte, D.Lgs. n. 82 del 2005, nel<strong>la</strong> cui parte finale prevede “restano<br />

salvi i limiti al<strong>la</strong> conoscibilità dei dati previsti dalle leggi e dai rego<strong>la</strong>menti, le norme in materia<br />

di protezione dei dati personali ed il rispetto del<strong>la</strong> normativa comunitaria in materia di riutilizzo<br />

<strong>delle</strong> informazioni del settore pubblico”. Cfr., inoltre, l’art. 50, commi 2 e 3 del cit. D.Lgs. In dottrina,<br />

cfr. E. Carloni, Nuove prospettive del<strong>la</strong> trasparenza amministrativa: dall’accesso ai documenti<br />

al<strong>la</strong> disponibilità <strong>delle</strong> informazioni”, in Dir. pubbl., n. 5/2005, 573 ss.<br />

70 Cfr. l’art. 41, comma 1, D.Lgs. n. 82 del 2005.<br />

71 Art. 53, comma 1, D.Lgs. n. 82 del 2005.<br />

72 Art. 58, comma 2, d. lgs. n. 82 del 2005. Giova precisare che per fruibilità di un dato si intende –<br />

ex art. 1, comma 1, lett. t, D.Lgs. n. 82 del 2005 – “<strong>la</strong> possibilità di utilizzare il dato anche trasferendolo<br />

nei sistemi informativi automatizzati di un’altra amministrazione”.<br />

45


46<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Non è, inoltre, superfluo precisare che quanto detto andrà, ovviamente, realizzato<br />

al fine di assicurare <strong>la</strong> qualità del servizio e, di conseguenza, <strong>la</strong> soddisfazione<br />

dell’utenza 73 .<br />

Ma il principio del<strong>la</strong> necessaria condivisione dei dati tra amministrazioni pubbliche<br />

nonché le re<strong>la</strong>tive modalità operative di interoperabilità, connettività e<br />

cooperazione, hanno trovato compiuta disciplina nel suddetto D.Lgs. n. 42 del<br />

2005 che istituisce il “Sistema pubblico di connettività e del<strong>la</strong> rete internazionale<br />

del<strong>la</strong> pubblica amministrazione”. Su tale ambito è da ultimo intervenuto il<br />

legis<strong>la</strong>tore che con il D.Lgs. n. 159 del 2006, ex art. 30, ha introdotto il Capo VIII<br />

(Sistema pubblico di connettività 74 e rete internazionale del<strong>la</strong> pubblica amministrazione<br />

75 ) del D.Lgs. n. 82 del 2005.<br />

Affatto indifferente al tema del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> amministrativa si è rive<strong>la</strong>ta,<br />

altresì, <strong>la</strong> legge 11 febbraio 2005, n. 15 (che ha innovato <strong>la</strong> citata legge n. 241 del<br />

1990) nonché il D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 195 recante l’attuazione del<strong>la</strong> direttiva<br />

2003/4CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale.<br />

Infatti, nel modernizzare ulteriormente il procedimento amministrativo, potenziandone<br />

i profili partecipativi, di trasparenza e di semplificazione, non si è pretermessa<br />

<strong>la</strong> necessità di corroborarne l’accezione informativa e comunicativa,<br />

non solo inserendo <strong>la</strong> trasparenza tra i criteri che reggono l’azione amministrativa<br />

(unitamente al<strong>la</strong> economicità, al<strong>la</strong> efficacia e al<strong>la</strong> pubblicità) 76 , quanto affermando,<br />

tra l’altro, il valore assunto, in sede procedimentale, dall’uso del<strong>la</strong> telematica<br />

nonché dal<strong>la</strong> dialettica pre-decisoria <strong>la</strong>ddove si profili l’adozione di un<br />

provvedimento negativo.<br />

Più precisamente, l’art. 3bis del<strong>la</strong> L. n. 241/90 77 esige che per “conseguire maggiore<br />

efficienza nel<strong>la</strong> loro attività, le amministrazioni pubbliche incentiv(i)no<br />

l’uso del<strong>la</strong> telematica, nei rapporti interni, tra le diverse amministrazioni e tra<br />

queste e i privati”.<br />

73 Al riguardo, cfr. l’art. 7 D.Lgs. n. 82/2005, per il quale: “1. Le pubbliche amministrazioni centrali<br />

provvedono al<strong>la</strong> riorganizzazione ed aggiornamento dei servizi resi; a tale fine sviluppano l’uso<br />

<strong>delle</strong> tecnologie dell’informazione e del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, sul<strong>la</strong> base di una preventiva analisi<br />

<strong>delle</strong> reali esigenze dei cittadini e <strong>delle</strong> imprese, anche utilizzando strumenti per <strong>la</strong> valutazione<br />

del grado di soddisfazione degli utenti. 2. Entro il 31 maggio di ciascun anno le pubbliche amministrazioni<br />

centrali trasmettono al Ministro delegato per <strong>la</strong> funzione pubblica e al Ministro delegato<br />

per l’innovazione e le tecnologie una re<strong>la</strong>zione sul<strong>la</strong> qualità dei servizi resi e sul<strong>la</strong> soddisfazione<br />

dell’utenza”. Si ricordi, inoltre, che nel 2005 è stato attivato il numero verde (800118855)<br />

dell’ispettorato del Ministero del<strong>la</strong> Funzione pubblica per <strong>la</strong> lotta agli sprechi e ai disservizi,<br />

anche in col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> Guardia di Finanza.<br />

74 Sul<strong>la</strong> nozione e sulle finalità del Sistema pubblico di connettività cfr. gli artt. 73 comma 2 e 77 del<br />

D.Lgs. 82/2005.<br />

75 Sul<strong>la</strong> Rete internazionale del<strong>la</strong> pubblica amministrazione, cfr. gli artt. 74 e 85 del D.Lgs. 82 del<br />

2005.<br />

76 Cfr. l’art. 1, comma 1, legge 241/1990 così come novel<strong>la</strong>to dall’art. 1, comma a), legge 15/2005.<br />

77 L’art. 3bis suddetto è stato inserito dall’art. 3 del<strong>la</strong> legge 15/2005.


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Si ribadisce, così, il bisogno di una completa informatizzazione dell’agire<br />

amministrativo, sia nei rapporti intraistituzionali che interistituzionali ed extraistituzionali,<br />

trattandosi di processo direttamente funzionale alle imprescindibili<br />

esigenze efficientistiche che connotano una moderna amministrazione.<br />

Peraltro, <strong>la</strong> scelta si inserire detta previsione tra i principi del<strong>la</strong> disciplina del<br />

procedimento amministrativo comprova – <strong>la</strong>ddove ve ne fosse bisogno – il pregio<br />

ed il rilievo da tempo assunti dal<strong>la</strong> telematica nel<strong>la</strong> cura e nel perseguimento<br />

dell’interesse pubblico.<br />

Non meno pertinente al<strong>la</strong> nostra analisi si rive<strong>la</strong> quanto disposto dall’art. 10bis<br />

del<strong>la</strong> medesima legge, con il quale s’intende corroborare il momento procedimentale<br />

pre-decisorio attraverso lo strumento del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, prevedendosi,<br />

appunto, che nei procedimenti “ad istanza di parte il responsabile del procedimento<br />

o l’autorità competente, prima del<strong>la</strong> formale adozione di un provvedimento<br />

negativo comunica tempestivamente agli istanti i motivi che ostano<br />

all’accoglimento del<strong>la</strong> domanda” 78 .<br />

A corroborare infine, il profilo del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> inter<strong>istituzionale</strong> è intervenuto<br />

l’art. 22, comma 5, del<strong>la</strong> suddetta legge 79 , per il quale è necessario informare<br />

al principio di leale cooperazione <strong>istituzionale</strong> l’acquisizione di documenti<br />

amministrativi da parte di soggetti pubblici, <strong>la</strong>ddove questa non rientri nelle<br />

ipotesi di cui all’art. 43, comma 2 del D.P.R. n. 445 del 2000.<br />

Con il D.Lgs. n. 195 del 2005, invece, si desidera assicurare una informazione<br />

ambientale che sia, “ai fini del<strong>la</strong> più ampia trasparenza, (…) sistematicamente e<br />

progressivamente posta a disposizione del pubblico e diffusa, anche attraverso i<br />

mezzi di tele<strong>comunicazione</strong> e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente<br />

consultabili, promuovendo a tale fine, in partico<strong>la</strong>re, l’uso <strong>delle</strong> tecnologie<br />

dell’informazione e del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>” 80 . Anche in tal caso si rimarca <strong>la</strong><br />

necessità di un’informazione ambientale di qualità, tanto da ascrivere al Ministero<br />

dell’ambiente e del<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del territorio il compito di “garantire, se possibile,<br />

che l’informazione ambientale detenuta dall’autorità pubblica sia aggiornata,<br />

precisa e confrontabile” 81 .<br />

Si può, quindi, affermare che <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> e l’informazione si rive<strong>la</strong>no,<br />

tanto nel<strong>la</strong> lettera, quanto nel<strong>la</strong> ratio di tali norme, strumenti efficaci per assi-<br />

78 Così l’art. 10bis, prima parte, del<strong>la</strong> legge 241/1990 (articolo inserito dall’art. 6 del<strong>la</strong> legge n. 15 del<br />

2005).<br />

79 L’art. 22 suddetto è stato novel<strong>la</strong>to dall’art. 15 del<strong>la</strong> L. n. 15 del 2005.<br />

80 Art. 1, lett. b, D.Lgs. n. 195 del 2005. L’ulteriore finalità del predetto D.Lgs. è “garantire il<br />

diritto d’accesso all’informazione ambientale detenuta dalle autorità pubbliche e stabilire i<br />

termini, le condizioni fondamentali e le modalità per il suo esercizio” (art. 1, lett. a, D.Lgs. n.<br />

195 del 2005).<br />

81 Art. 9, comma 1, D.Lgs. n. 195 del 2005.<br />

47


48<br />

L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

curare <strong>la</strong> piena trasparenza ed una effettiva partecipazione procedimentale,<br />

contribuendo, altresì, a def<strong>la</strong>zionare, per quanto possibile, il contenzioso giurisdizionale.<br />

Conclusioni<br />

<strong>La</strong> scelta del legis<strong>la</strong>tore di contemp<strong>la</strong>re <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> tra le attività fondamentali<br />

dell’intero agire amministrativo rappresenta una conquista di civiltà e di<br />

progresso giuridico determinante lungo il percorso del<strong>la</strong> democratizzazione dell’azione<br />

amministrativa.<br />

Tuttavia, a conclusione di questa analisi, non è dato tacere né esimersi dal rilevare<br />

le ragioni che, a tutt’oggi, impediscono una piena efficacia del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

amministrativa e che possiamo, da subito, ritenere riconducibili ad alcuni<br />

limiti previsionali, segnatamente ad omissioni normative.<br />

A ben vedere, infatti, il quadro normativo emergente dal<strong>la</strong> legge n. 150 del<br />

2000, decisamente innovativo e come tale apprezzabile sul piano organizzativo e<br />

dei principi, atto a dotare anche tale ambito di validi parametri, risulta meno sollecito<br />

nell’apprestare un adeguato livello sanzionatorio, così da attribuire all’intera<br />

previsione giuridica una reale effettività. È, infatti, fin troppo agevole rilevare<br />

che <strong>la</strong> norma giuridica, per essere tale, deve constare di un precetto e di una<br />

sanzione, entrambi elementi costitutivi, come tali cumu<strong>la</strong>tivamente necessari<br />

perché si possa ritenere obiettivamente configurata <strong>la</strong> norma medesima.<br />

Questo limite interessa l’intera disciplina ed in partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> citata legge n.<br />

150, nel<strong>la</strong> quale non è dato rinvenire alcuna previsione sanzionatoria, donde<br />

sarà opportuno mutuare quanto al riguardo disposto da altre normative, in partico<strong>la</strong>re<br />

dal D.Lgs. n. 165 del 2001, in ossequio a quanto, del resto disposto dall’art.<br />

12, comma 1-ter, D.Lgs. n. 82 del 2005 (così come modificato dal D.Lgs. n.<br />

159 del 2006), in ordine all’uso <strong>delle</strong> tecnologie dell’informazione e <strong>delle</strong> comunicazioni<br />

nell’azione amministrativa.<br />

Detta previsione, infatti, dispone che: “I dirigenti rispondono dell’osservanza<br />

ed attuazione <strong>delle</strong> disposizioni di cui al presente decreto ai sensi e nei limiti<br />

degli articoli 21 e 55 del decreto legis<strong>la</strong>tivo 30 marzo 2001, n. 165, ferme restando<br />

le eventuali responsabilità penali, civili e contabili previste dalle norme vigenti”.<br />

Sarebbe, quindi, non solo opportuno quanto necessario sul piano del<strong>la</strong> sistematicità<br />

e coerenza ordinamentale almeno rendere tale previsione una rego<strong>la</strong><br />

generale per tutte le attività di informazione e <strong>comunicazione</strong>, dotando, così, <strong>la</strong><br />

stessa legge n. 150 del 2000 di un adeguato profilo sanzionatorio, in assenza del<br />

quale quest’ultima si rivelerebbe una mera asserzione di principi, come tale, priva<br />

di reale incisività.


L’ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ASPETTI NORMATIVI<br />

Il bisogno e l’urgenza di un maggiore pragmatismo previsionale ed organizzativo<br />

inducono a sollecitare, parimenti, l’avvio di un processo che implementi il<br />

sistema dei controlli interni, onde accertare il tasso di efficienza ed efficacia<br />

raggiunto, unitamente al riconoscimento di una più intensa autonomia organizzativa,<br />

atta a riconoscere ai singoli uffici preposti al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>la</strong> prerogativa<br />

di autodeterminarsi in ordine alle modalità necessarie per perseguire i<br />

fini istituzionali, nel segno di un sistema che, evolvendo in senso autonomistico-direzionale,<br />

tenda a coniugare l’unicità di indirizzo e <strong>la</strong> molteplicità dei<br />

modelli gestionali.<br />

49


CAPITOLO 3<br />

LA COMUNICAZIONE<br />

PER LA GESTIONE<br />

DELLE RISORSE UMANE<br />

51


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

per <strong>la</strong> <strong>gestione</strong><br />

<strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane<br />

di Germana Pitro<strong>la</strong>*<br />

Scrive Primo Levi ne “<strong>La</strong> chiave a stel<strong>la</strong>”: se si escludono istanti prodigiosi e<br />

singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio <strong>la</strong>voro (che purtroppo è<br />

privilegio di pochi) costituisce <strong>la</strong> migliore approssimazione concreta al<strong>la</strong> felicità<br />

sul<strong>la</strong> terra: ma questa è una verità che non molti conoscono 1 .<br />

Questa frase costituisce un valido punto di partenza per affrontare il tema <strong>delle</strong><br />

<strong>risorse</strong> umane e del contesto <strong>la</strong>vorativo in cui esse operano, adottando come<br />

chiave di interpretazione le riforme attuate in questi ultimi anni che hanno<br />

apportato numerosi cambiamenti nell’ambito del<strong>la</strong> loro <strong>gestione</strong> e dell’organizzazione<br />

del <strong>la</strong>voro.<br />

Le innovazioni introdotte nelle amministrazioni pubbliche hanno riguardato,<br />

infatti, anche <strong>la</strong> riforma del pubblico impiego, attuatasi in seguito alle numerose<br />

sollecitazioni provenienti dall’esterno e che riguardavano <strong>la</strong> necessità avvertita<br />

dai cittadini, di avere un’amministrazione più vicina alle loro esigenze e con servizi<br />

più efficienti.<br />

Il D.Lgs. 29/93 introduce, infatti, alcune peculiari innovazioni nel rapporto di<br />

<strong>la</strong>voro alle dipendenze del<strong>la</strong> p.a., che segnano l’avvio del processo di privatizzazione<br />

del pubblico impiego e contengono indicazioni generali sul<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong><br />

<strong>risorse</strong> umane, successivamente approfondite dal D.Lgs. 165/01 che ha dettato<br />

il riordino del<strong>la</strong> materia.<br />

Secondo tale decreto legis<strong>la</strong>tivo contenente le norme generali sull’ordinamento<br />

del <strong>la</strong>voro alle dipendenze <strong>delle</strong> amministrazioni pubbliche, per raggiungere<br />

un buon grado di efficienza è necessario “realizzare <strong>la</strong> migliore utilizzazione <strong>delle</strong><br />

<strong>risorse</strong> umane nel<strong>la</strong> p.a., curando <strong>la</strong> formazione e lo sviluppo professionale<br />

dei dipendenti, garantendo pari opportunità alle <strong>la</strong>voratrici e ai <strong>la</strong>voratori e<br />

applicando condizioni uniformi rispetto a quelle del <strong>la</strong>voro privato”.<br />

Un’esigenza di cambiamento dei rapporti <strong>la</strong>vorativi sentita, dunque, anche dal<br />

legis<strong>la</strong>tore, e che nasce da un nuovo modo di concepire il ruolo dello Stato e di valutare<br />

<strong>la</strong> sua capacità di progettare interventi mirati al conseguimento degli obiettivi.<br />

* Esperta di Comunicazione <strong>istituzionale</strong> e d’impresa, consulente <strong>Formez</strong>.<br />

1 P. Levi, <strong>La</strong> chiave a stel<strong>la</strong>, Einaudi, Supercoralli, I ed., Torino, 1978.<br />

53


54<br />

LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

<strong>La</strong> fase di cambiamento non ha interessato soltanto, come si è visto, il profilo<br />

dello Stato dal punto di vista meramente normativo; si è proceduto con lungimiranza<br />

ad un adeguamento degli strumenti utili all’affermazione di un dialogo di<br />

carattere <strong>istituzionale</strong> tra i diversi soggetti amministrativi e i destinatari dell’azione<br />

pubblica, i cittadini. Il cambiamento dell’amministrazione ha accompagnato<br />

<strong>la</strong> trasformazione dei valori cosiddetti tradizionali del Paese e, in partico<strong>la</strong>re,<br />

del mondo sociale e produttivo.<br />

Basti considerare, ad esempio, l’affermazione accanto a principi quali il rispetto<br />

assoluto <strong>delle</strong> normative, l’efficienza, <strong>la</strong> produttività, <strong>la</strong> standardizzazione dei<br />

processi, di nuovi concetti quali <strong>la</strong> creatività, <strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita e<br />

dei servizi, il benessere organizzativo, <strong>la</strong> soddisfazione del cliente e, più in generale,<br />

del cittadino.<br />

Non tutte le realtà organizzative, però, hanno compreso da subito l’importanza<br />

e <strong>la</strong> forza del cambiamento, con il risultato di non essere riuscite ad adeguarsi a<br />

questo nuovo profilo valoriale. Vecchi e nuovi valori sono, talvolta, entrati in<br />

antitesi tra loro, originando insicurezza e insoddisfazione. Per favorire un serio<br />

percorso di cambiamento all’interno <strong>delle</strong> amministrazioni pubbliche, si è cercato<br />

di introdurre novità culturali e normative nel processo amministrativo, a partire<br />

dall’anello apparentemente più cristallizzato come quello dell’organizzazione<br />

del personale.<br />

Le cosiddette <strong>risorse</strong> umane, al centro del processo di cambiamento del<strong>la</strong> p.a.,<br />

si sono trovate a dividersi costantemente, all’interno del proprio contesto <strong>la</strong>vorativo,<br />

tra <strong>la</strong> necessità di attenersi al rigido rispetto <strong>delle</strong> normative e l’esigenza di<br />

ricercare nuovi strumenti organizzativi mirati al conseguimento dei risultati.<br />

Poche volte in questo contesto ci si è fatti carico di apportare miglioramenti<br />

anche allo stile del <strong>la</strong>voro, alle modalità di esercizio <strong>delle</strong> funzioni, al<strong>la</strong> crescita<br />

del personale.<br />

Eppure un’organizzazione, secondo <strong>la</strong> nuova dimensione valoriale, non è solo<br />

il luogo di <strong>la</strong>voro dove gli individui si ritrovano per svolgere i compiti a cui sono<br />

chiamati, ma strutture composte da persone, esseri umani, che hanno proprie<br />

caratteristiche, esigenze e una propria soggettività.<br />

<strong>La</strong> difficoltà ad assimi<strong>la</strong>re questo tipo di approccio è dipesa dall’insufficiente<br />

capacità di creare stimoli nuovi e incentivi che potessero spingere il dipendente<br />

a riconoscersi nel<strong>la</strong> realtà <strong>la</strong>vorativa in cui operava, come risorsa fondamentale.<br />

Parliamo tanto oggi di incremento dell’efficienza e del<strong>la</strong> efficacia amministrativa,<br />

ovvero del<strong>la</strong> qualità <strong>delle</strong> prestazioni e dei risultati che si possono<br />

ottenere attraverso <strong>la</strong> valorizzazione <strong>delle</strong> competenze disponibili all’interno<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni, che il livello successivo a cui bisognerebbe arrivare si<br />

concentra proprio sul<strong>la</strong> necessità di rivalutare le potenzialità inespresse del<br />

capitale umano.


LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

<strong>La</strong> visione di un dipendente costretto a <strong>la</strong>vorare in un contesto non motivante,<br />

tipico del modello burocratico di <strong>gestione</strong> del <strong>la</strong>voro pubblico fino al<strong>la</strong> fine degli<br />

anni Ottanta, è ormai superata, per <strong>la</strong>sciare il passo a una realtà in cui il col<strong>la</strong>boratore<br />

appare maggiormente soddisfatto <strong>delle</strong> prospettive offerte non so<strong>la</strong>mente<br />

a livello personale, ma anche <strong>la</strong>vorativo (si pensi a quante ore del<strong>la</strong> giornata vengono<br />

spese sul luogo di <strong>la</strong>voro e a come possa essere importante <strong>la</strong> gratificazione<br />

personale).<br />

Di certo il quadro di compatibilità economico del paese, in termini di <strong>risorse</strong><br />

disponibili e utilizzabili per diversi investimenti nelle pubbliche amministrazioni<br />

non agevo<strong>la</strong> una situazione in cui è ancora presente un elevato tasso di discrezionalità.<br />

Se consideriamo il quadro finanziario attuale, le amministrazioni, a causa del<br />

processo di contenimento del<strong>la</strong> spesa pubblica, hanno difficoltà ad investire sull’assunzione<br />

di nuovo capitale umano. Le assunzioni sono, difatti, bloccate dalle<br />

leggi finanziarie che si sono susseguite negli ultimi anni, che hanno imposto una<br />

razionalizzazione dei costi che incide anche sul<strong>la</strong> rideterminazione <strong>delle</strong> dotazioni<br />

organiche interne all’organizzazione.<br />

Se dal punto di vista <strong>delle</strong> assunzioni questo fattore ha rappresentato un grosso<br />

limite (a causa dello sbarramento posto all’aumento o al turnover del personale<br />

con contratto a tempo determinato), non lo è stato invece sul piano del processo<br />

di <strong>gestione</strong> del personale già presente nell’amministrazione.<br />

Le amministrazioni, infatti, nell’individuare i propri fabbisogni di col<strong>la</strong>boratori<br />

hanno iniziato a riflettere sul<strong>la</strong> necessità di definire piani di intervento che abbiano<br />

come fine ultimo obiettivi di crescita del personale. Attraverso istituti quali le progressioni<br />

di carriera e <strong>la</strong> mobilità, il col<strong>la</strong>boratore già assunto viene formato e inserito<br />

a ricoprire nuovi incarichi più idonei a valorizzarne capacità e competenze.<br />

Ogni medaglia, potremmo dire a questo riguardo, ha due facce.<br />

Se da un <strong>la</strong>to con l’introduzione di queste normative vengono penalizzate le<br />

assunzioni, dall’altro viene effettuato un processo di rivalutazione <strong>delle</strong> competenze<br />

dei col<strong>la</strong>boratori già assunti che ha risvolti positivi su fenomeni che hanno<br />

causato <strong>la</strong> perdita di credibilità <strong>delle</strong> amministrazioni pubbliche come: il malessere<br />

organizzativo, un elevato tasso di assenteismo dei dipendenti e l’incremento<br />

del contenzioso interno.<br />

<strong>La</strong> necessità di trovare una soluzione a questi problemi ha portato di conseguenza<br />

al<strong>la</strong> ricerca di strumenti e metodologie che potessero dare nuovamente<br />

credibilità alle istituzioni.<br />

In questi ultimi anni, si è par<strong>la</strong>to molto, infatti, di concetti quali <strong>la</strong> fidelizzazione<br />

del cliente e <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni con il cittadino, comunemente chiamato<br />

CRM (Citizens re<strong>la</strong>tionship management) come fattori in grado di migliorare<br />

il benessere organizzativo e l’erogazione dei servizi al cittadino.<br />

55


56<br />

LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

Nel<strong>la</strong> ricerca del giusto mix di elementi che potessero dare i risultati attesi, si<br />

sono tra<strong>la</strong>sciate soluzioni immediate e semplici a cui poter ricorrere. Non si è<br />

considerato che al<strong>la</strong> base dei rapporti umani l’elemento che fa <strong>la</strong> differenza è <strong>la</strong><br />

capacità di comunicare, di trasferire pensieri, informazioni, contenuti. <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

appare di fondamentale importanza per migliorare <strong>la</strong> motivazione del<br />

personale e il clima all’interno di un’amministrazione.<br />

<strong>La</strong> necessità di comunicare, presente in ogni essere umano (affermava, infatti,<br />

Aristotele che siamo animali sociali), può e deve essere sviluppata e rafforzata<br />

anche nel contesto <strong>la</strong>vorativo e può aiutare a migliorare <strong>la</strong> produttività sia in termini<br />

economici che <strong>la</strong>vorativi e di rapporti umani.<br />

Attraverso <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, infatti, si ottiene il superamento dell’autoreferenzialità<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni, in passato orientate a sviluppare un rapporto<br />

con i propri dipendenti focalizzato quasi esclusivamente sullo sviluppo <strong>delle</strong><br />

carriere. L’azione amministrativa diventa così finalizzata al coinvolgimento del<br />

personale nelle politiche organizzative e orientata al miglioramento dei servizi.<br />

Inoltre, <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> acquisisce il ruolo di strumento di controllo sociale,<br />

poiché attraverso <strong>la</strong> pubblicazione degli atti, il principio del<strong>la</strong> trasparenza, l’istituzione<br />

di strutture di contatto con i cittadini, l’amministrazione inizia a dar<br />

conto del proprio operato all’esterno.<br />

L’attivazione di flussi di <strong>comunicazione</strong> sia all’interno che verso l’esterno<br />

diventa, in questo modo, <strong>la</strong> soluzione adeguata per ridare smalto e vitalità alle<br />

pubbliche amministrazioni.<br />

<strong>La</strong> riforma del<strong>la</strong> pubblica amministrazione<br />

e <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica ha rivestito, nel processo di cambiamento <strong>istituzionale</strong>,<br />

cui è stato soggetto il nostro paese negli ultimi 15 anni, il ruolo fondamentale<br />

di luogo di incontro e di partecipazione tra tre attori principali: istituzioni,<br />

dipendenti e cittadini, che hanno trovato nell’apertura di un dialogo di<br />

col<strong>la</strong>borazione, un terreno comune di scambio reciproco.<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> nel suo aspetto di re<strong>la</strong>zione si è così delineata come elemento<br />

strategico del cambiamento, ricevendo legittimazione sia dalle istituzioni<br />

(attraverso <strong>la</strong> realizzazione di leggi e direttive che ne hanno ribadito l’importanza),<br />

che da parte dei componenti dell’organizzazione stessa e dai cittadini. Queste<br />

sono state alcune <strong>delle</strong> considerazioni che hanno spinto le amministrazioni<br />

ad utilizzare sempre di più <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> e i suoi strumenti per creare valore<br />

aggiunto nell’organizzazione.<br />

Il valore aggiunto, per un’organizzazione, indica <strong>la</strong> facoltà di coinvolgere, nel<strong>la</strong><br />

delineazione di obiettivi ed interventi, gruppi di persone che, seppur con ruo-


LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

li e mansioni differenti, concorrono al suo sviluppo. Considerata in tal senso, <strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong> fornisce un valido supporto alle organizzazioni nel<strong>la</strong> soddisfazione<br />

di uno dei loro principali intenti: suscitare protagonismo all’interno e a<br />

livello sociale 2 .<br />

Nel<strong>la</strong> nostra società in cui partico<strong>la</strong>re attenzione ha rivestito negli ultimi anni il<br />

concetto di apparire, le organizzazioni hanno individuato nel<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

uno strumento utile al<strong>la</strong> creazione dell’immagine aziendale. Con l’attuazione di<br />

nuove leggi di ordinamento (vedi D.Lgs. 29/93, art. 12, istitutivo degli uffici re<strong>la</strong>zioni<br />

con il pubblico, URP), le amministrazioni, hanno cercato di potenziarne il ruolo,<br />

attraverso l’attivazione di strutture preposte al contatto con il pubblico (front-line),<br />

con il compito di fare da tramite nel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra istituzioni e cittadini.<br />

Solo negli ultimi anni, in seguito al<strong>la</strong> nascita di nuove dinamiche interne alle<br />

organizzazioni complesse, quali ad esempio le amministrazioni o le imprese, si è<br />

capito che, per veico<strong>la</strong>re un’immagine positiva verso l’esterno non bastava puntare<br />

l’attenzione so<strong>la</strong>mente sulle strutture di contatto, ma fosse necessario intervenire<br />

anche all’interno del<strong>la</strong> stessa organizzazione, attraverso l’apertura di un<br />

rapporto di scambio tra essa stessa e i suoi primi interlocutori: i col<strong>la</strong>boratori. Il<br />

cambiamento tanto auspicato deve partire, innanzitutto, dal coinvolgimento,<br />

alle attività amministrative, <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane.<br />

Se consideriamo che <strong>la</strong> maggior parte <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni che si instaurano dentro e<br />

fuori l’organizzazione è di tipo interpersonale, potremo capire come, nel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione<br />

tra persone, l’influenza reciproca, sia essa negativa o positiva, ha un peso<br />

rilevante. Per questo motivo se le persone che <strong>la</strong>vorano all’interno dell’azienda<br />

hanno del<strong>la</strong> stessa una visione di organismo efficiente, anche all’esterno apparirà<br />

tale, poiché saranno gli stessi col<strong>la</strong>boratori che contribuiranno al raggiungimento<br />

dell’obiettivo e a darne visibilità.<br />

Negli ambienti <strong>la</strong>vorativi in cui viene attivato un processo re<strong>la</strong>zionale di coinvolgimento<br />

e di partecipazione si <strong>la</strong>vora meglio e si trova terreno più fertile per<br />

l’introduzione <strong>delle</strong> innovazioni sia a livello procedurale che tecnologico. Un<br />

alto livello di motivazione e di partecipazione produrrà risultati migliori a livello<br />

di produttività e di soddisfazione personale.<br />

Allo stesso modo in cui negli organismi degli esseri viventi, tutti gli organi<br />

sono dipendenti uno dall’altro, anche nelle organizzazioni, ogni fenomeno che<br />

coinvolge una parte del sistema si ripercuote sul<strong>la</strong> sua totalità. Se all’interno dell’organizzazione<br />

si respira un buon clima e il livello <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni interpersonali<br />

è soddisfacente, tutto ciò si ripercuoterà sia al suo interno che all’esterno. Inoltre<br />

i col<strong>la</strong>boratori dimostreranno una maggiore capacità di adattarsi alle varie<br />

2 Quaderni <strong>Formez</strong> n. 22, <strong>La</strong> Comunicazione pubblica – Linee Operative, (a cura di) U. Costantini,<br />

E. Flora, G. Migliore, giugno 2004.<br />

57


58<br />

LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

situazioni e di conseguenza una minore resistenza ai cambiamenti che sarà<br />

necessario introdurre.<br />

Chi si trova a dover affrontare <strong>la</strong> realtà aziendale, in continua evoluzione, deve<br />

essere dotato di grande flessibilità e motivato da concrete prospettive di gratificazione<br />

su più livelli: personale, professionale e anche economico.<br />

Troppo spesso le aziende sono guidate, nel<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione <strong>delle</strong> strategie, da<br />

una logica che si basa prevalentemente sul raggiungimento del profitto e non<br />

considerano rilevante per <strong>la</strong> crescita aziendale l’importanza del fattore umano.<br />

L’azienda non è un ingranaggio meccanico guidato da automi, ma da persone che<br />

hanno proprie esigenze e bisogni. Inoltre, molto spesso <strong>la</strong> rilevazione di questi<br />

bisogni (che dovrebbe costituire un importante momento di confronto), non<br />

avviene attraverso <strong>la</strong> predisposizione di strumenti per l’ascolto interno, ma è<br />

affidata al compito di aziende esterne, che li gestiscono senza riuscire ad attivare<br />

un reale coinvolgimento né da parte di chi li commissiona (<strong>la</strong> dirigenza), né da<br />

parte dei dipendenti.<br />

Non è possibile avviare un processo di miglioramento all’interno dell’organizzazione<br />

se non c’è un reale coinvolgimento di tutte le parti in causa. Il compito<br />

del<strong>la</strong> dirigenza deve essere quello di sostenere le scelte che verranno intraprese e<br />

incentivarle, prestando attenzione alle politiche sul personale, quello dei dipendenti<br />

di massimizzare il profitto e col<strong>la</strong>borare al<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> dell’organizzazione.<br />

Inoltre, è essenziale che tutti siano consapevoli <strong>delle</strong> trasformazioni che l’organizzazione<br />

vive, in modo da essere preparati al<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> del cambiamento.<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interna diventa, attraverso questo impiego, l’elemento fondamentale<br />

per <strong>la</strong> costruzione di nuovi obiettivi e di nuove dinamiche re<strong>la</strong>zionali<br />

che hanno il grande merito di produrre un effetto di forte ritorno per l’azienda: il<br />

miglioramento del clima organizzativo. In questo caso, l’organizzazione che viene<br />

analizzata è <strong>la</strong> pubblica amministrazione, che per <strong>la</strong> sua complessità ben si<br />

presta ad un’analisi che vuole evidenziare come in seguito all’apporto del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong> si attivi un processo che ha come fine il coinvolgimento di tutte<br />

le forze presenti sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione.<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> tradizionale e quel<strong>la</strong> innovativa<br />

<strong>La</strong> capacità di una amministrazione di gestire i rapporti interpersonali che si<br />

instaurano al suo interno spinge i dipendenti ad attivare due differenti tipi di<br />

comportamenti; se il rapporto che si instaura è di tipo piramidale, i dipendenti<br />

tenderanno unicamente al rispetto del<strong>la</strong> gerarchia e i flussi di <strong>comunicazione</strong><br />

interna che si attiveranno saranno unidirezionali con l’unica funzione di generare<br />

conoscenza, ma non coinvolgimento o partecipazione.


LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

Questa situazione era riscontrabile nel periodo pre-riforma del<strong>la</strong> metà degli<br />

anni Ottanta. <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> (di tipo tradizionale) possedeva una connotazione<br />

formale, il dipendente non aveva voce in capitolo nel<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di proposte<br />

innovative nell’esercizio del proprio <strong>la</strong>voro e poco spazio veniva <strong>la</strong>sciato<br />

al<strong>la</strong> creatività personale. Le informazioni diffuse erano per lo più di carattere<br />

informativo e ufficiale e non richiedevano una partico<strong>la</strong>re forma di partecipazione<br />

da parte dei destinatari.<br />

Nel periodo post-riforma (il periodo attuale), invece, i dipendenti hanno<br />

acquisito un valore centrale all’interno dell’organizzazione. Si sono diffusi nuovi<br />

valori di partecipazione e re<strong>la</strong>zione ed è stato individuato nel<strong>la</strong> funzione di<br />

<strong>comunicazione</strong> (di tipo innovativo) lo strumento utile a favorire l’apprendimento<br />

attraverso cui generare e modificare le competenze, aumentarle e sviluppare<br />

know-how 3 .<br />

Una dimensione organizzativa improntata su questi elementi ha un valore<br />

inestimabile per l’organizzazione, poiché essa stessa viene intesa come un unicum<br />

in cui tutte le parti che <strong>la</strong> compongono sono in armonia fra loro e concorrono<br />

insieme al<strong>la</strong> produzione di cultura, ovvero quell’insieme di valori, simboli,<br />

linguaggi e pratiche comuni che determinano le scelte e le azioni degli<br />

individui.<br />

Viene rivalutata, in questo modo, <strong>la</strong> componente umana e di re<strong>la</strong>zione <strong>delle</strong><br />

persone che <strong>la</strong>vorano insieme al fine di produrre risultati comuni. I comportamenti<br />

<strong>delle</strong> persone che <strong>la</strong>vorano all’interno di un’organizzazione sono, infatti,<br />

il risultato del<strong>la</strong> cultura che si respira all’interno del<strong>la</strong> stessa.<br />

Affinché all’interno di un’amministrazione si crei un clima di benessere organizzativo<br />

può essere utile, dunque, cercare di agire sullo sviluppo di azioni di<br />

carattere culturale, arricchendole di nuovi valori e significati attraverso l’utilizzo<br />

del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> come leva organizzativa, utile nel processo di consolidamento<br />

interno.<br />

Il national well-being<br />

<strong>La</strong> produzione di una cultura condivisa non è l’unico fattore che determina un<br />

buon clima all’interno di un’organizzazione. Infatti, secondo un rapporto pubblicato<br />

dal Cabinet Office del governo britannico nel dicembre del 2002, intito<strong>la</strong>to<br />

“Life Satisfaction” <strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong> gratificazione individuale è un altro dei punti<br />

critici su cui ruota il tema del benessere organizzativo. Tale rapporto poggia le<br />

3 Quaderni <strong>Formez</strong> n. 29, <strong>La</strong> Comunicazione interna nel<strong>la</strong> p.a. regionale e locale, indagine diretta<br />

da V. De Magistris con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di D. Imparato, novembre 2004.<br />

59


60<br />

LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

proprie basi sulle teorie di Daniel Kahneman 4 , il primo professore di psicologia<br />

ad aver vinto il premio Nobel per l’economia, i cui studi si basano sul<strong>la</strong> scoperta<br />

di una interre<strong>la</strong>zione tra benessere personale ed efficienza sul <strong>la</strong>voro.<br />

Secondo Kahneman l’indice del<strong>la</strong> felicità è uno dei parametri che migliorano<br />

il grado di sviluppo di un paese. Le sue ricerche sul tema del<strong>la</strong> felicità hanno<br />

soprattutto lo scopo pratico di fornire un indicatore alternativo rispetto al reddito,<br />

un ‘indice del benessere nazionale’, che possa sostituire il reddito come indicatore<br />

standard di benessere.<br />

Di conseguenza le misure macroeconomiche fondate sul<strong>la</strong> stima del reddito o<br />

prodotto interno lordo di un sistema economico diventano parametri insufficienti<br />

per misurare il grado di sviluppo e benessere di una società.<br />

Daniel Kahneman è convinto che uno studio più attento <strong>delle</strong> emozioni, degli<br />

affetti, <strong>delle</strong> sensazioni e in generale <strong>delle</strong> esperienze edonistiche sia oggi indispensabile<br />

per fornire una base più seria e costruttiva a considerazioni sul<strong>la</strong> felicità<br />

e sul<strong>la</strong> soddisfazione. L’economia politica si trasforma, in questo modo, da<br />

disciplina del<strong>la</strong> ottimizzazione a disciplina del<strong>la</strong> interazione interpersonale.<br />

<strong>La</strong> ricerca del benessere dei propri dipendenti deve di conseguenza essere uno<br />

dei punti su cui indirizzare l’attività amministrativa.<br />

Più i dipendenti si sentiranno apprezzati e gratificati nel luogo dove <strong>la</strong>vorano,<br />

maggiore sarà il loro rendimento. Per far sì che un’organizzazione funzioni bene<br />

è necessario che al suo interno si respiri un clima di soddisfazione e che i dipendenti<br />

siano motivati.<br />

Lo Stato in questo senso è chiamato ad impegnarsi nei confronti di coloro che<br />

<strong>la</strong>vorano nelle pubbliche amministrazioni, a creare le condizioni affinché il principio<br />

del<strong>la</strong> gratificazione individuale trovi applicazione, nel<strong>la</strong> consapevolezza dell’importanza<br />

del<strong>la</strong> valorizzazione <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane e del ruolo che <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

può esercitare come punto d’unione tra istituzione, dipendenti e cittadini.<br />

Per creare un clima di col<strong>la</strong>borazione reciproca è però necessario che vengano<br />

attivati flussi di <strong>comunicazione</strong> non più unidirezionali e indifferenziati, ma estesi<br />

e differenziati, diversificati tra loro a seconda <strong>delle</strong> caratteristiche socio-economiche<br />

del target di riferimento. Al suo interno l’organizzazione è difatti com-<br />

4 Premio Nobel nel 2002 per le scienze economiche per “aver integrato argomenti del<strong>la</strong> ricerca<br />

psicologica con le scienze dell’economia, con partico<strong>la</strong>re riguardo ai processi decisionali e di<br />

giudizio nelle incertezze”. Il suo <strong>la</strong>voro ha segnato <strong>la</strong> nascita dell’economia cognitiva. Tra i<br />

<strong>la</strong>vori più importanti sull’argomento in col<strong>la</strong>borazione con Ed Diener e Norbert Schwartz <strong>la</strong><br />

raccolta pubblicata dal<strong>la</strong> Russell Sage Foundation nel 1999 dal titolo Well-being: the Foundations<br />

of Hedonic Psychology e in lingua italiana Kahneman è presente nell’antologia Felicità ed<br />

economia, a cura di Luigino Bruni e Pier Luigi Porta (Guerini, 2004) ed Economia cognitiva e<br />

sperimentale, a cura di Matteo Motterlini e Francesco Gua<strong>la</strong>, Università Bocconi editore, 2005.<br />

Il 6 giugno 2005 gli è stata conferita <strong>la</strong> <strong>La</strong>urea ad Honorem in Scienze dell’Economia dall’Università<br />

Bicocca di Mi<strong>la</strong>no.


LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

posta da persone c<strong>la</strong>ssificabili secondo criteri differenti: per competenze, per<br />

età, per funzioni.<br />

Un messaggio che voglia raggiungere il proprio destinatario deve tener conto<br />

di queste differenze, poiché ogni persona ha sistemi di ricezione e decodifica<br />

<strong>delle</strong> informazioni dissimili. <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> in questo modo diventa uno<br />

strumento malleabile e adattabile ai vari destinatari, contesti e situazioni e si trasforma<br />

in risorsa per l’organizzazione poiché in tal modo entra all’interno del<strong>la</strong><br />

sua vita stessa, influenzandone il modo di essere e agire.<br />

Se il dipendente viene messo dall’amministrazione nelle condizioni di condividerne<br />

<strong>la</strong> mission e <strong>la</strong> vision, egli stesso potrà sentirsi parte di un sistema di<br />

creazione di valori e potrà concorrere al<strong>la</strong> realizzazione di quegli obiettivi che<br />

l’organizzazione si è posta, nell’ambito di un processo di riconoscimento del<br />

proprio ruolo e del<strong>la</strong> propria funzione all’interno <strong>delle</strong> strategie organizzative,<br />

concorrendo a realizzare i principi contenuti nel<strong>la</strong> legge 150/2000 che indirizza<br />

le organizzazioni ad attuare azioni volte a potenziare le attività di <strong>comunicazione</strong><br />

interna nell’ambito di ciascun ente.<br />

<strong>La</strong> costruzione e l’identificazione di una strategia<br />

di <strong>comunicazione</strong><br />

Nel<strong>la</strong> Direttiva del Ministero del<strong>la</strong> Funzione Pubblica del 24 marzo 2004, in cui<br />

sono indicate le misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo,<br />

le pubbliche amministrazioni vengono invitate a sviluppare gli aspetti del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

interpersonale e a favorire il <strong>la</strong>voro in gruppo, come strumento di arricchimento<br />

di competenze personali, in virtù del<strong>la</strong> necessità da parte dei dipendenti,<br />

di acquisire maggiore consapevolezza <strong>delle</strong> dinamiche re<strong>la</strong>zionali attivate.<br />

Affinché ciò avvenga, tuttavia, è necessario sviluppare un sistema di <strong>comunicazione</strong><br />

interna basato sull’individuazione di una corretta strategia che si espliciti<br />

attraverso obiettivi precisi e <strong>la</strong> cui finalità ultima dovrà essere il raggiungimento<br />

del miglioramento del clima organizzativo e dei flussi di <strong>comunicazione</strong>.<br />

<strong>La</strong> definizione di tale strategia comporta vari passaggi:<br />

• innanzitutto è necessario definire quale impatto i cambiamenti prospettati<br />

possono avere nell’organizzazione (attraverso un’analisi di scenario),<br />

tenendo conto del clima organizzativo che regna e <strong>delle</strong> dinamiche re<strong>la</strong>zionali<br />

che si sono precedentemente instaurate. In tal modo si evidenziano<br />

i punti di forza e di debolezza aziendale, ovvero gli ostacoli da rimuovere<br />

e i vantaggi che vanno sfruttati per introdurre nuove iniziative;<br />

61


62<br />

LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

• il passo successivo consiste, invece, nel rilevare il capitale umano su<br />

cui poter investire e gli strumenti che saranno utilizzati e che bisognerà<br />

attivare per raggiungere gli obiettivi proposti;<br />

• una volta rilevati i mezzi, è necessario sviluppare un’azione di <strong>comunicazione</strong><br />

del progetto che indichi chiaramente come si intende procedere<br />

e in cui verrà tracciato un prospetto riguardante i risultati raggiunti e<br />

da raggiungere;<br />

• infine si inizieranno a sviluppare le azioni volte al miglioramento, in<br />

cui si alterneranno fasi di programmazione a fasi di controllo.<br />

<strong>La</strong> strategia di <strong>comunicazione</strong> potrà essere rimodu<strong>la</strong>ta nel corso del passaggio<br />

da una fase all’altra, secondo le necessità sorte e le difficoltà riscontrate durante<br />

il percorso.<br />

Perché <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna<br />

Dopo aver individuato le fasi attraverso cui è possibile delineare all’interno<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni una corretta strategia di <strong>comunicazione</strong>, utile a supportare<br />

i cambiamenti in atto e a sostenere il processo di riorganizzazione, è utile chiedersi:<br />

“Perché le pubbliche amministrazioni dovrebbero investire nel<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

interna?”.<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> si rileva come leva razionale e re<strong>la</strong>zionale all’interno di<br />

un’organizzazione in quanto:<br />

• favorisce il processo di condivisione dell’identità dell’amministrazione e dei<br />

suoi valori;<br />

• accresce il senso d’identificazione dei dipendenti con l’azienda e li responsabilizza<br />

nei confronti degli utenti (le persone verso cui si indirizza l’attività<br />

del<strong>la</strong> pubblica amministrazione e che ne costituiscono il presupposto);<br />

• aiuta l’organizzazione a costruirsi un’immagine positiva all’interno e all’esterno<br />

in re<strong>la</strong>zione ai suoi interlocutori (dipendenti e cittadini);<br />

• interviene sul<strong>la</strong> motivazione del personale;<br />

• aiuta <strong>la</strong> diffusione e <strong>la</strong> condivisione di valori e idee coerenti con le strategie<br />

dell’ente;<br />

• fa emergere le “problematicità” connesse al cambiamento, facendo uscire allo<br />

scoperto il “malessere” con l’obiettivo di individuare le soluzioni più idonee<br />

per superarlo;


LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

• permette di trovare una via comune che medi tra esigenze di interesse generale<br />

ed esigenze partico<strong>la</strong>ri meritevoli di tute<strong>la</strong>.<br />

Un’amministrazione attiva e attenta alle sollecitazioni interne, in cui <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

acquista una propria dimensione, raggiunge alti gradi di competitività<br />

e produttività.<br />

Con lo sviluppo del<strong>la</strong> funzione di <strong>comunicazione</strong> all’interno <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni, il <strong>la</strong>voro pubblico riacquista significato e dignità e l’amministrazione<br />

perde, in questo modo, <strong>la</strong> sua connotazione meccanicistica di “ingranaggio<br />

burocratico” dell’apparato statale, per umanizzarsi attraverso il riconoscimento<br />

dei bisogni dei propri dipendenti.<br />

Il ritorno di questo tipo di strategia che utilizza <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> come leva di<br />

sviluppo aziendale si potrà notare in termini di immagine (innalzamento del<br />

livello di qualità percepita dal cittadino), di benessere organizzativo e di rinnovata<br />

attrattività del settore pubblico.<br />

Il piano di <strong>comunicazione</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> riesce, pertanto, ad incidere nell’organizzazione se diventa<br />

patrimonio <strong>delle</strong> istituzioni e <strong>delle</strong> persone che ne fanno parte e se viene strutturata<br />

in maniera coerente e secondo strategie preventivamente definite. In tal senso,<br />

al fine di chiarire il concetto di progettazione, è utile introdurre un nuovo<br />

elemento che costituisce l’espressione del<strong>la</strong> cultura organizzativa: il piano di<br />

<strong>comunicazione</strong>.<br />

<strong>La</strong> principale attività del<strong>la</strong> pubblica amministrazione consiste nel fornire ai<br />

cittadini servizi di pubblica utilità e <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, in questo caso, assume il<br />

compito di fornire un supporto all’azione organizzativa e ai cittadini.<br />

Pertanto, <strong>la</strong> definizione di un piano di <strong>comunicazione</strong> può essere utile per fissare<br />

in maniera chiara gli obiettivi verso cui si indirizza l’azienda, diventando<br />

un momento di progettazione interna comune e di condivisione.<br />

Cos’è un piano di <strong>comunicazione</strong>? È uno strumento che serve a programmare<br />

le azioni di <strong>comunicazione</strong> di un’organizzazione in re<strong>la</strong>zione ad un determinato<br />

periodo di tempo 5 . <strong>La</strong> dirigenza predispone il piano al fine di dare un ordine ai<br />

flussi di <strong>comunicazione</strong> che verranno sviluppati e rendere noto al pubblico di<br />

riferimento:<br />

5 Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, I manuali di Cantieri, Il Piano di Comunicazione nelle<br />

pubbliche amministrazioni, (a cura di) Nicoletta Levi, anno 2004.<br />

63


64<br />

LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

• perché si comunica;<br />

• chi sono gli attori e i destinatari del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>;<br />

• cosa verrà realizzato e attraverso quali strumenti e <strong>risorse</strong>.<br />

Per fare un piano di <strong>comunicazione</strong> è necessario innanzitutto che vengano<br />

esplicitati quali sono gli obiettivi strategici che si vogliono raggiungere e<br />

una volta che saranno stati individuati, organizzarli in un documento che<br />

deve contenere:<br />

• un’analisi di scenario che serva a comprendere meglio il contesto generale<br />

di riferimento in cui si vuole operare, cosa si deve fare e chi lo deve fare;<br />

• l’individuazione degli obiettivi di <strong>comunicazione</strong>. Essi discendono come<br />

diretta conseguenza degli obiettivi strategici dell’organizzazione e dei<br />

dati ricavati dall’analisi di scenario;<br />

• l’individuazione degli stakeholder (portatori di interesse, ovvero tutti<br />

quegli individui che possono influenzare il successo di un’organizzazione<br />

o hanno interessi nelle decisioni dell’organizzazione stessa ad esempio:<br />

clienti, fornitori, associazioni, mass media) in modo da rilevare i<br />

pubblici verso cui saranno indirizzati i messaggi;<br />

• <strong>la</strong> pianificazione di una strategia al fine di valutare quali saranno gli strumenti<br />

di <strong>comunicazione</strong> più idonei da utilizzare;<br />

• <strong>la</strong> decisione riguardo i contenuti del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, ovvero quali informazioni<br />

saranno veico<strong>la</strong>te;<br />

• l’individuazione <strong>delle</strong> azioni e degli strumenti di <strong>comunicazione</strong>, ricordando<br />

che devono necessariamente essere coerenti con i contenuti e con i<br />

destinatari del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>;<br />

• l’individuazione del budget;<br />

• l’effettuazione di una fase di monitoraggio e misurazione dei risultati, in<br />

modo da verificare il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione.<br />

Per chiarire meglio le azioni che una pubblica amministrazione dovrà mettere<br />

in atto per realizzare un corretto piano di <strong>comunicazione</strong>, ci avvaliamo di uno<br />

specifico esempio (sotto riportato), in cui viene presa come riferimento un’organizzazione<br />

il cui obiettivo strategico è quello di utilizzare <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

interna come leva strategica per ottenere un miglioramento <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni con i<br />

propri dipendenti 6 .<br />

6 Finalità contenute nell’art. 1 comma 1 del D.Lgs. 165/2001, contenente le norme generali sull’ordinamento<br />

del <strong>la</strong>voro alle dipendenze <strong>delle</strong> amministrazioni pubbliche.


LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

Elementi caratterizzanti il piano di <strong>comunicazione</strong> sono:<br />

• <strong>la</strong> premessa (scaturisce dall’analisi di scenario): nell’ambito del processo<br />

di rinnovamento del<strong>la</strong> pubblica amministrazione si è dato un<br />

grande rilievo al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> come risorsa utile a consentire gli<br />

scambi sia all’interno dell’azienda (dirigenza/dipendenti), sia all’esterno<br />

(organizzazione/cittadini). Per questo motivo molte organizzazioni<br />

stanno adottando strategie e strumenti propri del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

al fine di ottenere un miglioramento del clima e del benessere<br />

organizzativo;<br />

• gli obiettivi al fine di migliorare <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna per ottenere un<br />

coinvolgimento <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane nel processo di <strong>gestione</strong> aziendale;<br />

costruire una nuova identità del dipendente pubblico attraverso una maggiore<br />

coscienza del suo ruolo e del<strong>la</strong> sua importanza;<br />

• il target: dipendenti e col<strong>la</strong>boratori;<br />

• <strong>la</strong> strategia: differenziata rispetto al target (in considerazione di una<br />

ampia segmentazione dei dipendenti per: età, ruolo, status); di informazione<br />

rispetto allo stile comunicativo, al fine di trasmettere notizie e dati<br />

utili; di intrattenimento/divertimento per creare partecipazione da parte<br />

dei destinatari;<br />

• i contenuti: i contenuti del messaggio dovranno essere chiari, espliciti e<br />

veritieri in modo da poter essere compresi da tutto il pubblico a cui sono<br />

indirizzati. Inoltre, il messaggio dovrà essere adattabile agli strumenti di<br />

<strong>comunicazione</strong> su cui verrà veico<strong>la</strong>to e per avere maggiore possibilità di<br />

essere ricordato, colpire <strong>la</strong> sfera dell’emotività dei destinatari. Può essere<br />

formale o informale a seconda del contesto, del<strong>la</strong> situazione e degli strumenti<br />

che verranno utilizzati;<br />

• le attività e gli strumenti: devono essere coerenti con i contenuti. In questo<br />

caso vengono privilegiati gli strumenti scritti (house organ, newsletter,<br />

opuscoli, manifesti, prodotti editoriali), quelli visivi (dvd, foto,<br />

mostre, fiere), quelli “par<strong>la</strong>ti” (incontri, riunioni, dibattiti, lezioni) e quelli<br />

tecnologici (Internet e intranet) che soddisfano in pieno <strong>la</strong> strategia di<br />

informazione, mentre l’organizzazione di eventi creerà i presupposti per<br />

<strong>la</strong> soddisfazione del<strong>la</strong> strategia di intrattenimento/divertimento;<br />

• <strong>la</strong> misurazione dei risultati: il monitoraggio e <strong>la</strong> successiva verifica dei<br />

risultati rappresentano <strong>la</strong> fase conclusiva del processo e sono necessari<br />

per valutare se il piano di <strong>comunicazione</strong> è stato efficace, quali sono stati<br />

gli effetti prodotti e se essi concordano con gli obiettivi principali.<br />

65


66<br />

LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

Principali strumenti del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna<br />

Gli strumenti utilizzati dal<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna si possono c<strong>la</strong>ssificare in<br />

base al<strong>la</strong> tipologia e agli obiettivi che intendono perseguire in: scritti, par<strong>la</strong>ti,<br />

visivi e tecnologici.<br />

Gli strumenti scritti (lettere, circo<strong>la</strong>ri interne, rassegne stampa, bollettini, opuscoli,<br />

avvisi, house organ, newsletter, questionari, interviste e manuali) sono atti<br />

di <strong>comunicazione</strong> generalmente formale e di tipo top-down, il cui compito è<br />

quello di favorire l’apertura di un dialogo tra gruppo dirigente e col<strong>la</strong>boratori. Le<br />

informazioni veico<strong>la</strong>te in questo modo sono funzionali al buon andamento dell’organizzazione<br />

e al<strong>la</strong> sua efficienza. I contenuti riguardano per lo più <strong>la</strong> diffusione<br />

di programmi, politiche, norme, procedure, obiettivi, piani, attivazione di<br />

nuovi servizi, ecc., che sottendono <strong>la</strong> vita interna dell’organizzazione; i questionari<br />

e le interviste sono invece preposti al<strong>la</strong> rilevazione, attraverso <strong>la</strong> fase di<br />

monitoraggio, del clima aziendale (analisi di clima o motivazionale) e del benessere<br />

organizzativo.<br />

Gli strumenti “par<strong>la</strong>ti” (incontri, riunioni, dibattiti, lezioni, conferenze, focus<br />

group) hanno il compito di favorire tutte quelle occasioni di incontro aziendale<br />

in cui i dipendenti hanno <strong>la</strong> possibilità di esprimere <strong>la</strong> propria opinione. In questo<br />

caso <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> agirà in modo da sviluppare coinvolgimento e partecipazione.<br />

Attraverso questi strumenti, viene privilegiato prevalentemente l’aspetto<br />

dell’ascolto con una condivisione comune, tra gruppo dirigente e dipendenti,<br />

di progetti e risultati. L’utilizzo frequente di questi strumenti apporta un<br />

grande beneficio all’organizzazione in termini di immagine interna.<br />

Gli strumenti visivi (foto, tv, mostre, fiere, strumenti multimediali) hanno il<br />

grande potere di attivare coinvolgimento, dal momento che l’immagine crea un<br />

impatto emotivo maggiore rispetto allo scritto. <strong>La</strong> loro finalità è principalmente<br />

quel<strong>la</strong> di dare origine a momenti di incontro e condivisione, nell’ottica del potenziamento<br />

del sentimento di identificazione tra dipendenti e organizzazione.<br />

Gli strumenti tecnologici (intranet, posta elettronica, call center) hanno carattere<br />

di interattività e consentono il veloce accesso alle informazioni evitando sprechi<br />

di tempo e di <strong>risorse</strong> economiche. Creano partecipazione e conoscenza.<br />

Un progetto coordinato dal <strong>Formez</strong> nel 2004, che ha promosso il programma<br />

“<strong>La</strong> formazione all’innovazione attraverso <strong>la</strong> condivisione e <strong>la</strong> diffusione<br />

di BuoniEsempi”, su un campione di circa 230 pubbliche amministrazioni,<br />

mostra, attraverso una rappresentazione grafica, <strong>la</strong> distribuzione di frequenza<br />

degli strumenti di <strong>comunicazione</strong> interna utilizzati dalle amministrazioni prese<br />

a campione.


LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

Il grafico mostra una chiara fotografia dello stato del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> all’interno<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni pubbliche, che evidenzia l’uso preminente di<br />

alcuni strumenti di <strong>comunicazione</strong> interna rispetto ad altri. Lo strumento maggiormente<br />

utilizzato è intranet (77%), seguito dalle lettere inviate ai dipendenti<br />

(73,7%). Anche i seminari (65,3%) come luoghi di approfondimento di conoscenze<br />

e di incontro risultano diffusi. L’interesse per il monitoraggio del<strong>la</strong><br />

motivazione aziendale si evince, invece, da un crescente incremento <strong>delle</strong> analisi<br />

sul clima organizzativo (28,2%), commissionate dal<strong>la</strong> dirigenza. Anche<br />

l’incontro tra i gruppi professionali (23%) e <strong>la</strong> diffusione del giornale interno<br />

(22,5%) sono strumenti di confronto utilizzati. Meno impiegati risultano essere<br />

invece i focus group (5,2%), <strong>la</strong> carta dei valori (4,7%) e i circoli di qualità<br />

(3,8%).<br />

Grafico 1<br />

I più utilizzati strumenti di <strong>comunicazione</strong> interna nel<strong>la</strong> p.a. (valori %)<br />

Circoli di qualità<br />

Carta dei valori<br />

Focus group<br />

House organ<br />

Momenti di confronto<br />

Indagini sul clima<br />

Seminari politici<br />

Seminari di programmazione<br />

Seminari strategici<br />

Lettere<br />

Intranet<br />

3,8<br />

4,7<br />

5,2<br />

22,5<br />

23,0<br />

28,2<br />

40,9<br />

Fonte: <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interna nel<strong>la</strong> p.a. regionale e locale, cit.<br />

65,3<br />

66,7<br />

73,7<br />

77,0<br />

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90<br />

67


68<br />

LA COMUNICAZIONE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interna ed esterna: verso un progetto<br />

di <strong>comunicazione</strong> integrata<br />

Una organizzazione è in buona salute se al suo interno viene attuato un processo<br />

di auditing (ascolto dei propri dipendenti), vi è un’apertura all’innovazione<br />

tecnologica e culturale, un’attenzione verso gli stimoli provenienti dall’esterno e<br />

un orientamento al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>.<br />

L’orientamento al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> rappresenta il vero punto di forza di un’organizzazione<br />

attorno al quale ruotano i rapporti di scambio tra interno ed esterno,<br />

tra istituzioni e cittadini, nell’ambito di un contesto sociale nel quale è<br />

impossibile non comunicare 7 . Inoltre, riunisce in sé momenti differenti del<strong>la</strong><br />

stessa funzione; da un <strong>la</strong>to attraverso <strong>la</strong> produzione di messaggi indirizzati verso<br />

l’esterno, dall’altro nel<strong>la</strong> creazione di messaggi complessi verso l’interno.<br />

Nel<strong>la</strong> maggior parte <strong>delle</strong> organizzazioni, <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> prevalente (interna/esterna)<br />

risulta essere in <strong>la</strong>rga misura di tipo interpersonale. Di frequente<br />

accade che, nelle re<strong>la</strong>zioni tra le persone, l’influenza reciproca costituisca un fattore<br />

da non sottovalutare nei processi comunicativi. Per questo motivo nel<strong>la</strong><br />

valutazione finale saranno gli aspetti di <strong>comunicazione</strong> e re<strong>la</strong>zione che avranno<br />

il peso maggiore e che saranno considerati dai cittadini come parametri di riferimento<br />

per determinare <strong>la</strong> qualità del rapporto con le istituzioni.<br />

Più il personale sarà motivato e capace di trasmettere <strong>la</strong> visione di organizzazione<br />

funzionante e attenta ai bisogni del cittadino, maggiore sarà <strong>la</strong> qualità percepita<br />

dall’utente finale.<br />

I processi di <strong>comunicazione</strong>, sia interna che esterna, devono essere strutturati,<br />

finalizzati e devono coinvolgere tutti i partecipanti al processo di produzione<br />

dell’attività/servizio, che hanno il compito di re<strong>la</strong>zionarsi con il pubblico al fine<br />

di attirare consensi dall’esterno. In tal modo <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> esterna diventerà<br />

un output del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interna e raggiungerà il suo obiettivo: creare<br />

un’immagine positiva dell’organizzazione realizzando un progetto di <strong>comunicazione</strong><br />

integrata.<br />

7 E. Guidotti, Comunicazione integrata per l’impresa, FrancoAngeli editore, Mi<strong>la</strong>no, 1998.


CAPITOLO 4<br />

LO HUMAN RESOURCE<br />

MANAGEMENT<br />

69


Lo human resource<br />

management<br />

di Germana Pitro<strong>la</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interna come fattore determinante per <strong>la</strong> costruzione dell’identità<br />

organizzativa e come supporto che interviene sul<strong>la</strong> motivazione del personale,<br />

ha un ruolo di primo piano nel<strong>la</strong> determinazione <strong>delle</strong> strategie legate<br />

allo sviluppo del concetto di human resource management.<br />

Le pubbliche amministrazioni, già da tempo, hanno focalizzato <strong>la</strong> loro attenzione<br />

sulle tematiche di <strong>gestione</strong> e sviluppo <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, avendo costato<br />

che favorendo il processo di rivalutazione del personale presente nell’organizzazione<br />

– e di conseguenza del suo potenziale umano e professionale – è possibile<br />

raggiungere un duplice obiettivo.<br />

Da un <strong>la</strong>to si punta al raggiungimento di un miglioramento <strong>delle</strong> performance<br />

individuali del dipendente (da cui trae beneficio l’intera organizzazione) e dall’altro<br />

all’attivazione di un processo di innovazione e rinnovamento <strong>delle</strong> procedure<br />

e <strong>delle</strong> strutture organizzative, in linea con i cambiamenti di indirizzo politico,<br />

economici e sociali in atto all’interno dell’amministrazione.<br />

L’interesse di un’organizzazione, rivolto verso il proprio capitale umano, fa<br />

parte di quel<strong>la</strong> politica di human resource management (letteralmente governo/<strong>gestione</strong><br />

<strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane), che sta interessando, negli ultimi anni, sia l’Italia<br />

che gli altri paesi dell’Unione Europea.<br />

In un periodo in cui l’economia impone alle imprese una razionalizzazione dei<br />

costi e <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, appare naturale che anche <strong>la</strong> pubblica amministrazione<br />

rivolga <strong>la</strong> propria attenzione al conseguimento di obiettivi, che si fondano<br />

sul<strong>la</strong> capacità di gestire in maniera corretta le proprie <strong>risorse</strong> sia umane che economiche.<br />

Questo processo di contenimento degli sprechi, che mira all’utilizzazione e<br />

al<strong>la</strong> razionalizzazione di tutte le <strong>risorse</strong> disponibili in maniera corretta è necessario<br />

che, per ricevere consenso e attuazione a livello sociale, venga comunicato<br />

ed esteso, in partico<strong>la</strong>r modo ai dipendenti, con gli strumenti, i mezzi e le tecniche<br />

proprie del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>. In questo caso l’obiettivo del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

sarà il raggiungimento e il coinvolgimento del proprio pubblico di riferimento:<br />

le <strong>risorse</strong> umane presenti nell’organizzazione.<br />

71


72<br />

LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

Gli ambiti su cui si focalizza l’HRM sono essenzialmente:<br />

• i processi di recruiting e selezione;<br />

• i sistemi di valutazione;<br />

• le politiche retributive;<br />

• le progressioni di carriera;<br />

• <strong>la</strong> mobilità;<br />

• <strong>la</strong> formazione.<br />

<strong>La</strong> mancanza di <strong>comunicazione</strong> sui procedimenti che rego<strong>la</strong>no le carriere<br />

all’interno <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni è stata una <strong>delle</strong> cause che hanno<br />

provocato <strong>la</strong> nascita di un senso di insoddisfazione nei dipendenti. Questa incapacità<br />

di comunicare, registrata soprattutto nel passato, ha portato ad una sorta<br />

di allontanamento del personale dall’organizzazione, ad una visione del<strong>la</strong> Pubblica<br />

amministrazione come di organismo poco trasparente e non equo (danneggiandone<br />

l’immagine), ad una notevole perdita di attrattività del settore pubblico<br />

e al realizzarsi di sistemi di re<strong>la</strong>zione avversa.<br />

Oggi, in base ai concetti su cui si fonda il CRM (Citizens Re<strong>la</strong>tionship Management),<br />

il cui obiettivo è di creare un rapporto di fiducia e di fidelizzazione tra<br />

istituzioni, <strong>risorse</strong> umane e cittadini, il capitale umano ha acquisito una centralità<br />

che si riscontra sul<strong>la</strong> base <strong>delle</strong> più puntuali e precise richieste da parte dei<br />

cittadini e del personale di aumento degli standard di qualità rispetto ai servizi<br />

erogati dalle amministrazioni.<br />

Registriamo, inoltre, il proliferare di nuovi bisogni ed esigenze quali: una più<br />

puntuale circo<strong>la</strong>zione <strong>delle</strong> notizie, l’apertura di un dialogo tra vertice amministrativo<br />

e dipendenti e tra amministrazione e cittadini, una maggiore responsabilizzazione<br />

del<strong>la</strong> dirigenza e dei dipendenti sul<strong>la</strong> rilevanza del ruolo che ogni<br />

singo<strong>la</strong> professionalità esercita nell’organizzazione e infine <strong>la</strong> necessità di considerare<br />

<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> come risorsa fondamentale e non più come elemento<br />

accessorio dell’azione amministrativa.<br />

Per capire come si arrivi a voler sviluppare un sistema di HRM nell’ambito<br />

<strong>delle</strong> attività di <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane analizziamo uno per volta gli ambiti<br />

su cui si focalizza.<br />

Le procedure di selezione, inerenti all’immissione nell’organizzazione di nuove<br />

<strong>risorse</strong> provenienti dall’esterno, vengono svolte dalle singole amministrazioni<br />

che nel<strong>la</strong> scelta dei criteri selettivi, sono tenute al rispetto dei vincoli di carattere<br />

normativo, procedurali ed economici posti dal Governo.<br />

Una volta individuato il fabbisogno di personale le pubbliche amministrazioni<br />

indicono i concorsi per effettuare il reclutamento per <strong>la</strong> copertura dei posti


LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

vacanti. I requisiti di ammissione, oltre al possesso dei titoli di studio, del diritto<br />

di cittadinanza e <strong>delle</strong> qualifiche professionali, negli ultimi tempi si sono estesi<br />

anche al<strong>la</strong> rilevazione <strong>delle</strong> competenze, potenzialità e abilità personali del<br />

candidato. Il concorso è pubblico in rispondenza al principio di trasparenza<br />

degli atti amministrativi e <strong>la</strong> sua diffusione avviene attraverso <strong>la</strong> Gazzetta Ufficiale<br />

(accessibile a tutti in forma cartacea e on-line). Una mancanza che ancora si<br />

registra a livello di una puntuale informazione riguarda il fatto che molto spesso<br />

i candidati ad un concorso pubblico non conoscono al momento dell’iscrizione<br />

il ruolo che svolgeranno all’interno dell’organizzazione.<br />

<strong>La</strong> valutazione del personale è uno strumento molto importante per <strong>la</strong> crescita<br />

di un’amministrazione. Il suo scopo è essenzialmente quello di responsabilizzare<br />

e incentivare il personale a partecipare attivamente al proprio sviluppo professionale;<br />

di stimo<strong>la</strong>re un incremento <strong>delle</strong> prestazioni in vista del conseguimento<br />

di obiettivi prefissati dall’amministrazione; di raccogliere informazioni<br />

re<strong>la</strong>tive ai percorsi di carriera dei dipendenti e di supportare i processi di cambiamento<br />

già in atto o ancora da attivare. <strong>La</strong> valutazione può focalizzarsi:<br />

• sul<strong>la</strong> rilevazione <strong>delle</strong> prestazioni (strumento innovativo dell’attività del<strong>la</strong><br />

pubblica amministrazione che riguarda <strong>la</strong> valutazione del personale dal punto<br />

di vista del raggiungimento di specifici obiettivi e in re<strong>la</strong>zione alle competenze<br />

possedute);<br />

• sul possesso di specifiche abilità specialistiche;<br />

• sulle potenzialità (questo tipo di valutazione rientra tra le procedure di selezione<br />

di nuovo personale da inserire nell’amministrazione).<br />

<strong>La</strong> valutazione è uno strumento che prevede sia gli aspetti più generali dell’azione<br />

amministrativa che si focalizzano sul<strong>la</strong> rilevazione dei risultati conseguiti<br />

dall’organizzazione e sul suo potere di coinvolgimento dei dipendenti (quali <strong>la</strong><br />

rispondenza <strong>delle</strong> prestazioni agli obiettivi e <strong>la</strong> rilevazione di scelte strategiche<br />

condivise), per arrivare a toccare aspetti più specifici stimo<strong>la</strong>ndo partecipazione<br />

e senso di appartenenza all’organizzazione.<br />

Spesso però accade che le valutazioni vengano utilizzate solo con <strong>la</strong> finalità di<br />

fornire ai dipendenti una incentivazione puramente economica, sottovalutando il<br />

ruolo che potrebbero avere nel sostenere <strong>la</strong> crescita professionale individuale e nello<br />

stimo<strong>la</strong>re il personale verso il raggiungimento di obiettivi sempre più importanti.<br />

Gli attori che partecipano al processo di selezione sono generalmente quattro: <strong>la</strong><br />

Direzione del personale, il valutatore, eventuali esperti (interni o esterni) e il valutato.<br />

Inoltre prima di effettuare <strong>la</strong> valutazione sul personale, è necessario comunicare<br />

quali siano i criteri di verifica e le aspettative su cui si fonderà <strong>la</strong> valutazione.<br />

Secondo <strong>la</strong> Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 novembre<br />

2001, il Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica ha il compito di sovrintendere<br />

73


74<br />

LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

(come organo di controllo) a tutte le attività legate al<strong>la</strong> valutazione del personale.<br />

Ogni singo<strong>la</strong> amministrazione conserva, però, il compito di stabilire le modalità<br />

di valutazione, sul<strong>la</strong> base <strong>delle</strong> sue specifiche esigenze. Se <strong>la</strong> valutazione viene<br />

utilizzata come strumento di scambio e di riflessione (utilizzando forme di partecipazione<br />

come ad esempio i colloqui che si fondano sul rafforzamento dei<br />

rapporti interpersonali), può essere un fortissimo stimolo per l’amministrazione<br />

e per il personale in vista del<strong>la</strong> condivisione di obiettivi e risultati, poiché si fonda<br />

sul concetto di umanizzazione del <strong>la</strong>voro.<br />

Le politiche retributive sono uno strumento di <strong>gestione</strong> del personale che agisce<br />

su più livelli: sul<strong>la</strong> motivazione del personale come forma di incentivo, sul<strong>la</strong><br />

produttività e sul livello <strong>delle</strong> prestazioni, sul<strong>la</strong> mobilità poiché gli incentivi<br />

economici possono essere di valido aiuto nel supportare il processo di ricollocazione<br />

del personale (nel rispetto dei vincoli imposti dal<strong>la</strong> necessità di contenimento<br />

del<strong>la</strong> spesa pubblica) e infine sul<strong>la</strong> maggiore appetibilità e attrattività del<br />

settore pubblico rispetto al privato.<br />

Generalmente un aumento del<strong>la</strong> retribuzione, nel passato, coincideva con un<br />

passaggio d’anzianità o era originata da modificazioni dei contratti di <strong>la</strong>voro<br />

(retribuzioni a pioggia) mentre oggi, l’obiettivo è quello di legare l’incentivo sempre<br />

più al<strong>la</strong> rilevazione del<strong>la</strong> performance dei <strong>la</strong>voratori o al<strong>la</strong> copertura di specifiche<br />

posizioni.<br />

Attraverso il decentramento amministrativo si è voluto cercare di <strong>la</strong>sciare alle<br />

amministrazioni, almeno in parte, <strong>la</strong> possibilità di definire da sé le politiche<br />

retributive più idonee per <strong>la</strong> copertura degli incarichi. In questo caso, al fine di<br />

evitare motivi di malcontento sarebbe opportuno che ci fosse una maggiore circo<strong>la</strong>zione<br />

<strong>delle</strong> informazioni che ruotano attorno alle politiche retributive, attivando<br />

strumenti di <strong>comunicazione</strong> adatti a creare conoscenza, visibilità e trasparenza,<br />

nell’ottica del<strong>la</strong> condivisione e del<strong>la</strong> partecipazione ai criteri di valutazione<br />

e incentivazione economica.<br />

Le progressioni verticali costituiscono uno dei punti di criticità dell’azione<br />

amministrativa. Succede spesso che i percorsi di carriera non siano chiari. Generalmente<br />

le progressioni sono vinco<strong>la</strong>te a requisiti di anzianità o guidate da criteri<br />

di immissione automatica.<br />

Si è reso necessario per questo motivo un intervento da parte <strong>delle</strong> amministrazioni<br />

al fine di garantire il rispetto dell’equità e del<strong>la</strong> trasparenza di modo<br />

che l’accesso da un ruolo ad un’altro sia legato al<strong>la</strong> maturazione di nuove competenze<br />

o all’acquisizione di know-how. In tal modo, questi passaggi saranno<br />

percepiti come un momento di crescita, a cui tutti, se in possesso dei requisiti,<br />

potranno prendere parte.<br />

L’avanzamento professionale generalmente può essere basato: sul<strong>la</strong> carriera,<br />

per cui <strong>la</strong> progressione avviene con il passaggio di grado, che si ottiene con <strong>la</strong>


LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

maturazione dell’anzianità professionale o sulle posizioni secondo cui il ruolo<br />

viene ricoperto in base ad un processo di valutazione <strong>delle</strong> specifiche competenze<br />

possedute dal candidato. I processi di riqualificazione professionale sono<br />

disciplinati dai contratti collettivi di <strong>la</strong>voro che dispongono che i passaggi<br />

avvengano per area, attraverso procedure di selezione e per il passaggio da un’area<br />

ad un’altra, mediante il concorso.<br />

Se utilizzate in maniera corretta le progressioni verticali e orizzontali hanno il<br />

ruolo di facilitare <strong>la</strong> distribuzione <strong>delle</strong> competenze, di rispondere in maniera<br />

più puntuale ai fabbisogni rilevati dall’organizzazione, consentendo un utilizzo<br />

migliore del personale. <strong>La</strong> non corretta allocazione <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong>, infatti, spesso<br />

dipende da una mancanza di informazione sulle eccedenze e sulle disponibilità<br />

di personale che permetterebbero una più puntuale pianificazione <strong>delle</strong> dotazioni<br />

organiche.<br />

<strong>La</strong> mobilità riguarda <strong>la</strong> capacità di un’organizzazione di ricollocare le <strong>risorse</strong><br />

umane, che ha a disposizione, attraverso una più efficiente distribuzione al suo<br />

interno. Si possono realizzare differenti tipi di mobilità. Nel caso in cui il dipendente<br />

effettui una rotazione professionale con il mantenimento <strong>delle</strong> stesse mansioni<br />

e incarichi, si parlerà di mobilità orizzontale, se assumerà ruoli o posizioni<br />

differenti, parleremo invece di mobilità verticale. Nell’ultima ipotesi considerata,<br />

l’assunzione di un nuovo ruolo porterà ad un accrescimento del<strong>la</strong> sfera di<br />

competenze del personale in mobilità, all’acquisizione di nuove capacità e ad<br />

una più approfondita conoscenza dell’organizzazione.<br />

Un’ulteriore forma di mobilità, detta flessibilità interna, si realizza, invece,<br />

attraverso l’assegnazione al dipendente di funzioni che non richiedono variazioni<br />

formali di struttura o di ruolo.<br />

<strong>La</strong> mobilità può avvenire tra vari ambiti: all’interno del<strong>la</strong> stessa amministrazione,<br />

tra pubbliche amministrazioni differenti, nel passaggio da pubblica amministrazione<br />

a settore privato o a livello internazionale (<strong>la</strong> mobilità a livello internazionale<br />

nasce come risposta all’esigenza dell’Unione Europea di valorizzare lo<br />

scambio di esperienze comunitarie attraverso <strong>la</strong> creazione di una cultura condivisa<br />

e comune tra le amministrazioni).<br />

<strong>La</strong> mobilità, così come le progressioni verticali, è sottoposta al controllo dei<br />

vincoli e <strong>delle</strong> limitazioni poste dalle normative, per <strong>la</strong> maggior parte dalle leggi<br />

finanziarie. I vincoli del<strong>la</strong> legge finanziaria riguardano per lo più <strong>la</strong> necessità di<br />

razionalizzare le spese attraverso una più corretta distribuzione dei dipendenti<br />

(a livello geografico/territoriale) e l’attuazione di politiche che abbiano come<br />

fine ultimo l’aumento del<strong>la</strong> produttività.<br />

Negli ultimi anni le leggi finanziarie hanno posto dei forti limiti all’assunzione<br />

di personale a tempo indeterminato. Uno dei metodi attraverso cui si è tentato di<br />

aggirare il problema è stato il ricorso, per <strong>la</strong> copertura dei posti vacanti, alle pro-<br />

75


76<br />

LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

gressioni di carriera interne attraverso l’impegno <strong>delle</strong> amministrazioni a riutilizzare<br />

il personale già presente all’interno dell’organizzazione. L’impossibilità<br />

di assumere personale esterno attraverso i concorsi ha inoltre causato il proliferare<br />

di contratti di <strong>la</strong>voro flessibile, che hanno aggirato il problema <strong>delle</strong> assunzioni,<br />

ma non l’hanno risolto.<br />

Abbiamo, infatti, rilevato l’incapacità <strong>delle</strong> amministrazioni di effettuare una<br />

pianificazione strategica <strong>delle</strong> proprie <strong>risorse</strong> attraverso l’utilizzo di strumenti<br />

quali <strong>la</strong> mobilità e le progressioni interne utili al controllo dei fabbisogni amministrativi,<br />

causando <strong>la</strong> nascita di un’ampia fascia di personale in cerca di una<br />

collocazione e di un’integrazione permanente all’interno dell’organizzazione.<br />

Le prassi utilizzate per l’attivazione dei processi di mobilità sono essenzialmente<br />

due: <strong>la</strong> prima in cui è il dipendente stesso che chiede di poter accedere ad<br />

altri ruoli (in questo caso <strong>la</strong> mobilità sarà concessa qualora <strong>la</strong> posizione richiesta<br />

risulti vacante) o il caso in cui (mobilità coattiva) lo spostamento sarà effettuato<br />

senza richiedere il consenso del dipendente (viene attuata generalmente quando<br />

risulta del personale in eccedenza o vi sia in atto un processo di riorganizzazione<br />

dell’organizzazione).<br />

<strong>La</strong> mobilità in tal modo diventa, per le pubbliche amministrazioni, uno strumento<br />

di controllo e <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, che ha l’obiettivo di raggiungere<br />

l’ottimizzazione <strong>delle</strong> attività e dei risultati. Quando viene attivato un processo<br />

di mobilità, il trasferimento di ruolo o il cambiamento di mansioni non<br />

devono essere percepiti dal dipendente come una forma di dec<strong>la</strong>ssamento, ma<br />

essere vissuti come una possibilità di esercitare un <strong>la</strong>voro più corrispondente<br />

al<strong>la</strong> propria preparazione o formazione.<br />

Se esiste un rapporto di fiducia tra dirigente che propone il cambiamento e<br />

dipendente, il passaggio avverrà senza inconvenienti e in maniera naturale. In<br />

questo modo si potrà verificare una crescita del<strong>la</strong> motivazione del personale e il<br />

luogo di <strong>la</strong>voro sarà dunque percepito come un territorio in cui poter esercitare e<br />

veder valorizzate le proprie competenze e professionalità.<br />

Ogni individuo è, infatti, un micro-cosmo di esperienze e di vissuti ed è proficuo<br />

sia per il dipendente stesso che per l’organizzazione, che non vengano sottovalutati<br />

tutti quei processi che sottendono <strong>la</strong> vita <strong>la</strong>vorativa del dipendente, utilizzando,<br />

per <strong>la</strong> loro rilevazione, analisi di tipo motivazionale e un approccio<br />

socio-psicologico, che abbia lo scopo di analizzare quali siano le strutture di riferimento<br />

personale.<br />

L’analisi motivazionale si rivolgerà quindi in direzione del contesto formale in<br />

cui il col<strong>la</strong>boratore opera e analizzerà il tipo di re<strong>la</strong>zioni che è riuscito ad instaurare<br />

all’interno dell’organizzazione e <strong>la</strong> sua capacità di creare rapporti informali<br />

con i propri colleghi. <strong>La</strong> creazione di un buon clima aziendale è, infatti, uno dei<br />

fattori che maggiormente influenza <strong>la</strong> produttività e <strong>la</strong> motivazione. Il dirigente


LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

che voglia realizzare all’interno del<strong>la</strong> propria amministrazione un approccio di<br />

questo tipo, dovrà concentrare i propri sforzi sul<strong>la</strong> valorizzazione del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

come strumento utile a favorire lo sviluppo dei rapporti interpersonali,<br />

curando con attenzione alcuni aspetti che possono originare una distorsione dell’informazione<br />

quali ad esempio: le dissonanze che si verificano tra ciò che viene<br />

detto e ciò che viene fatto, i toni utilizzati e le narrazioni.<br />

Il fine ultimo è quello di ridurre il senso di diffidenza soprattutto in quei dipendenti<br />

che si sentono iso<strong>la</strong>ti all’interno di un ingranaggio organizzativo che percepiscono<br />

come asettico e impersonale. <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> servirà, dunque, a creare<br />

le basi per <strong>la</strong> nascita di un nuovo rapporto, tra organizzazione e dipendenti, basato<br />

su un sentimento di fiducia reciproco e su un rapporto di col<strong>la</strong>borazione.<br />

<strong>La</strong> mobilità si deve focalizzare oltre che sul miglioramento <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni interpersonali<br />

anche sui fattori ambientali che determinano <strong>la</strong> differente distribuzione<br />

dei dipendenti sul territorio nazionale. È stato più volte rilevato, infatti, a livello<br />

territoriale una differente distribuzione del personale tra amministrazioni del sud<br />

e del nord Italia. Si registra infatti un esubero del personale nel sud e una forte<br />

carenza nel nord. Le cause di questa differente distribuzione riguardano:<br />

• le motivazioni di carattere economico (maggiore costo del<strong>la</strong> vita al nord piuttosto<br />

che al sud);<br />

• gli aspetti socio-culturali (vicinanza al<strong>la</strong> famiglia e agli affetti che determina<br />

<strong>la</strong> mancata disponibilità al trasferimento);<br />

• i problemi re<strong>la</strong>tivi all’età (eccessiva anzianità);<br />

• i problemi di genere (le donne sono meno propense al trasferimento in re<strong>la</strong>zione<br />

al ruolo che hanno all’interno dell’economia domestica);<br />

• il sentirsi pienamente inseriti nel proprio contesto <strong>la</strong>vorativo (quindi <strong>la</strong> difficoltà<br />

a distaccarsene);<br />

• <strong>la</strong> creazione di re<strong>la</strong>zioni stabili con i colleghi d’ufficio (che porta ad un processo<br />

di nidificazione);<br />

• il sentirsi liberi dai controlli a livello <strong>la</strong>vorativo (si origina uno stato di comodo<br />

del dipendente).<br />

Il compito di un dirigente che voglia fare del<strong>la</strong> mobilità uno strumento di corretta<br />

<strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, in questo caso, deve essere quello di non trascurare<br />

gli aspetti citati, ma di cercare ove sia possibile di superarli, sia attraverso<br />

l’ausilio di azioni mirate di <strong>comunicazione</strong> e informazione, che attraverso l’utilizzo<br />

degli strumenti che ha a disposizione quali: incentivi economici, ascolto,<br />

programmazione dei fabbisogni e delineazioni di obiettivi e strategie comuni. In<br />

questo modo l’organizzazione si fonderà su una cultura fatta di valori condivisi,<br />

originati non più da esperienze individuali, ma generate dagli stessi dipendenti<br />

all’interno dell’organizzazione.<br />

77


78<br />

LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

<strong>La</strong> formazione è uno dei punti chiave del<strong>la</strong> vita di un’organizzazione. Se le<br />

<strong>risorse</strong> umane hanno conoscenze (know-how) e competenze adeguate e un interesse<br />

a partecipare attivamente al raggiungimento degli obiettivi posti dall’amministrazione,<br />

il rendimento sarà massimo.<br />

Una corretta cultura del<strong>la</strong> formazione può portare al conseguimento di diversi<br />

obiettivi:<br />

• accresce il livello d’immagine dell’azienda e <strong>la</strong> sua capacità di attrarre <strong>risorse</strong><br />

e di fidelizzare quelle già esistenti;<br />

• stimo<strong>la</strong> i processi di innovazione e modernizzazione, agevo<strong>la</strong> i rapporti di<br />

scambio con organismi partico<strong>la</strong>rmente competitivi sul mercato;<br />

• ha <strong>la</strong> funzione di fungere da stimo<strong>la</strong>tore del<strong>la</strong> motivazione.<br />

L’amministrazione nel<strong>la</strong> scelta <strong>delle</strong> modalità di erogazione del progetto formativo<br />

può decidere se gestire <strong>la</strong> formazione dall’interno, attraverso l’impiego di<br />

personale specializzato già presente nell’organizzazione o commissionare <strong>la</strong><br />

richiesta ad aziende esterne (outsourcing).<br />

I fabbisogni formativi generalmente vengono individuati dal management che<br />

deve avere una forte sensibilità e disponibilità al<strong>la</strong> rilevazione <strong>delle</strong> necessità<br />

aziendali, derivante dal<strong>la</strong> capacità di prevedere quali saranno le competenze che<br />

andranno incrementate, di attivare processi di ascolto dei dipendenti, di utilizzare<br />

le nuove conoscenze e tecnologie per migliorare e velocizzare il passaggio<br />

<strong>delle</strong> informazioni, di utilizzare <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> per migliorare i rapporti interpersonali<br />

e di offrire al personale già presente carriere appetibili.<br />

<strong>La</strong> Direttiva del Consiglio dei Ministri del 2001 sul<strong>la</strong> formazione e valorizzazione<br />

del personale <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni, ha disposto che tale intervento<br />

e attività si concentrassero principalmente su tre ambiti: lo sviluppo <strong>delle</strong><br />

competenze manageriali, l’implementazione <strong>delle</strong> tecnologie e dell’informatica e<br />

<strong>la</strong> formazione a livello internazionale. Il compito del processo formativo deve<br />

essere quello, infatti, di diventare il supporto teorico dei cambiamenti che intervengono<br />

a livello socio-organizzativo nell’amministrazione.<br />

I costanti aggiornamenti formativi sul personale e <strong>la</strong> necessità di un adeguamento<br />

alle esigenze del momento, hanno portato all’individuazione di nuove competenze<br />

e di nuove figure professionali all’interno <strong>delle</strong> amministrazioni: professionisti<br />

di <strong>comunicazione</strong> pubblica, esperti d’informatica, formatori ed esperti di<br />

<strong>gestione</strong> del personale, che si sono affiancate alle professionalità già esistenti.<br />

Questi profili si sono distinti per <strong>la</strong> capacità di interpretare esigenze di cambiamento<br />

e hanno avuto un ruolo fondamentale nel<strong>la</strong> fase di passaggio dall’amministrazione<br />

per obiettivi ad un’amministrazione per risultati. <strong>La</strong> necessità, quindi,<br />

dell’inserimento di queste nuove professionalità nel tessuto organizzativo, con <strong>la</strong><br />

finalità di completarlo e valorizzarlo, ha fatto sì che si attivasse un processo di


LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

acquisizione di nuove <strong>risorse</strong>. Nei criteri che hanno guidato <strong>la</strong> scelta di acquisizione<br />

di nuovo personale partico<strong>la</strong>re rilevanza hanno avuto come interlocutori<br />

privilegiati le Università, per <strong>la</strong> loro capacità di offrire al mondo del <strong>la</strong>voro personale<br />

già formato e/o comunque di riqualificare e specializzare coloro che già sono<br />

in possesso di un titolo di studio e di specifiche competenze. In ambito universitario<br />

per rispondere alle esigenze di un’amministrazione più dinamica e competitiva,<br />

sono stati attivati diversi corsi di <strong>la</strong>urea con il compito di sviluppare nuove<br />

competenze per futuri professionisti del<strong>la</strong> pubblica amministrazione. In modo<br />

che il percorso formativo possa iniziare ancor prima dell’arrivo del dipendente<br />

nell’organizzazione.<br />

<strong>La</strong> formazione universitaria per definirsi veramente completa però non deve<br />

fermarsi ad un teorico trasferimento di conoscenze agli studenti, ma deve svolgere<br />

<strong>la</strong> funzione di attivare percorsi di apprendimento sul campo (attraverso stage<br />

e seminari), in vista del<strong>la</strong> piena realizzazione di un sistema avanzato di formazione/reclutamento.<br />

Ma le Università non sono gli unici interlocutori privilegiati del<strong>la</strong> p.a., poiché<br />

anche le scuole di alta formazione (tra le quali ad esempio <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Superiore<br />

del<strong>la</strong> Pubblica amministrazione), hanno l’importante compito di supportare, di<br />

fornire consulenza e di agevo<strong>la</strong>re lo scambio di esperienze, che dovranno orientare<br />

in un futuro prossimo l’azione amministrativa.<br />

Oggi grazie all’introduzione <strong>delle</strong> nuove tecnologie, le azioni formative possono<br />

essere svolte anche a distanza attraverso <strong>la</strong> modalità e-learning, che permette di<br />

attuare un risparmio di tempi e costi, di coniugare tradizione e innovazione e di<br />

ottenere nuovi vantaggi e opportunità per l’organizzazione e per i suoi col<strong>la</strong>boratori.<br />

E-learning e <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane<br />

<strong>La</strong> maggiore attenzione <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni nei confronti dei servizi<br />

erogati al cittadino, il crescente interesse mostrato per <strong>la</strong> formazione e <strong>la</strong><br />

valorizzazione <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane (espresso nel<strong>la</strong> Direttiva del 13 dicembre<br />

2001, emanata dal Ministro del<strong>la</strong> Funzione Pubblica), l’esigenza crescente di<br />

nuovi profili e competenze all’interno <strong>delle</strong> organizzazioni e l’automazione <strong>delle</strong><br />

procedure, hanno portato come diretta conseguenza ad un mutamento dell’offerta<br />

formativa.<br />

Con l’entrata in scena <strong>delle</strong> nuove tecnologie che hanno accompagnato e accelerato<br />

i processi di cambiamento amministrativo, si è avvertita sempre di più, l’esigenza<br />

di accostare ai tradizionali sistemi formativi, nuove procedure, che potessero<br />

migliorare l’efficienza e l’efficacia del<strong>la</strong> formazione, eliminare gli sprechi di<br />

tempo e ridurre i costi. Si è così sviluppata <strong>la</strong> modalità e-learning (nell’ambito<br />

79


80<br />

LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

del<strong>la</strong> formazione a distanza) che si avvale <strong>delle</strong> tecnologie attualmente disponibili<br />

allo scopo di raggiungere in maniera capil<strong>la</strong>re e rapida i propri destinatari.<br />

Come possono essere migliorati i servizi dell’ente? Che tipo di profili e competenze<br />

sono necessari all’interno dell’organizzazione al fine di fornire ai cittadini<br />

servizi migliori? Sono queste alcune <strong>delle</strong> domande che è necessario porsi se si<br />

vuole collocare correttamente l’e-learning nell’ambito dell’azione amministrativa.<br />

I fabbisogni formativi e quindi <strong>la</strong> richiesta di formazione, vengono individuati<br />

volta per volta dalle amministrazioni, il cui compito, non si esaurisce nel<strong>la</strong> fase<br />

di progettazione degli interventi, ma continua attraverso il monitoraggio costante<br />

e continuo di tutte le fasi del processo di <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane in modo<br />

da verificare se realmente sono stati ottenuti dei cambiamenti nell’organizzazione<br />

del <strong>la</strong>voro e nell’aumento del<strong>la</strong> produttività.<br />

Possiamo evidenziare alcuni vantaggi e potenzialità di un sistema di e-learning:<br />

• l’erogazione di attività formative con abbattimento o contenimento dei tempi<br />

di spostamento e dei costi di erogazione per grandi numeri;<br />

• l’informazione, attraverso l’aggiornamento continuo su novità di settore oltre<br />

che generali;<br />

• il potenziamento dei processi di <strong>comunicazione</strong> interna ed esterna;<br />

• l’attivazione di una col<strong>la</strong>borazione continua attraverso <strong>la</strong> creazione di gruppi<br />

di <strong>la</strong>voro mirati per settore;<br />

• <strong>la</strong> possibilità di intervento sul<strong>la</strong> produttività;<br />

• <strong>la</strong> misurazione e valutazione <strong>delle</strong> performance.<br />

Le tecnologie e le innovazioni di processo adottate e utilizzate attraverso <strong>la</strong> realizzazione<br />

di esperienze di e-learning sono utili a migliorare <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong><br />

umane, infatti e-learning e processi di <strong>gestione</strong> del personale sono entrambe facce<br />

del<strong>la</strong> stessa medaglia, dato che tale sistema, utile al<strong>la</strong> soddisfazione dei fabbisogni<br />

formativi, non può prescindere dal<strong>la</strong> definizione di nuovi obiettivi organizzativi<br />

e di nuovi profili professionali (quindi dal<strong>la</strong> governance <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane).<br />

<strong>La</strong> formazione e lo sviluppo tecnologico sono in grado insieme di offrire un<br />

contributo importante per rendere più efficiente <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane<br />

e l’azione amministrativa.<br />

Le attività formative possono essere allo stesso tempo, sia attività di formazione<br />

che si inseriscono nel filone del<strong>la</strong> formazione continua (life long learning), che<br />

attività di formazione mirata per aggiornamenti di settore. L’e-learning può contribuire,<br />

in questo modo, a creare un vero e proprio bagaglio di conoscenze condivise<br />

attraverso <strong>la</strong> realizzazione di attività che non devono essere percepite come estemporanee<br />

e di risposta a partico<strong>la</strong>ri esigenze riscontrate in determinati momenti, ma<br />

si devono inserire nel contesto organizzativo, come attività permanenti.


LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

In questa dimensione, attraverso l’e-learning potranno essere diffuse capil<strong>la</strong>rmente<br />

anche le nuove metodologie di <strong>la</strong>voro al fine di creare profili professionali<br />

polivalenti ed un mercato del <strong>la</strong>voro interno al<strong>la</strong> singo<strong>la</strong> p.a. e nell’intero settore<br />

pubblico.<br />

Par<strong>la</strong>re di e-government significa, infatti, attuare attività di formazione, di individuazione<br />

di nuove professionalità e di selezione e acquisizione di personale in<br />

grado di interpretare i cambiamenti e le innovazioni in atto e affrontarle.<br />

All’interno di un processo che mira ad attivare partecipazione e consenso da<br />

parte <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane e acquisizione di innovazioni che agevolino il cambiamento<br />

organizzativo, l’e-learning si inserisce di conseguenza come strumento di<br />

governance del personale, utile ad attivare processi di <strong>comunicazione</strong> interna e a<br />

tute<strong>la</strong>re <strong>la</strong> “customer satisfaction” dei col<strong>la</strong>boratori.<br />

Infatti, l’ultima generazione del<strong>la</strong> formazione a distanza, poggiando sull’interattività<br />

e sul<strong>la</strong> partecipazione attiva del destinatario all’attività di formazione,<br />

consente di realizzare aree di partecipazione che hanno un impatto significativo<br />

sull’apprendimento, sull’innovazione e quindi sul<strong>la</strong> <strong>gestione</strong>.<br />

<strong>La</strong> human governance<br />

<strong>La</strong> diffusione di un clima di col<strong>la</strong>borazione tra gli Stati e l’intensificarsi dei<br />

rapporti di scambio hanno messo in evidenza che il rinnovamento che ha coinvolto<br />

<strong>la</strong> pubblica amministrazione italiana fa parte di un processo che ha interessato<br />

anche gli altri paesi dell’Unione Europea.<br />

I risultati del cambiamento a livello <strong>istituzionale</strong>, sociale ed economico hanno<br />

favorito e ispirato un rinnovamento culturale, i cui valori cardine sono stati identificati<br />

nel<strong>la</strong> valutazione dell’importanza del principio di democrazia e nel<strong>la</strong><br />

riaffermazione del<strong>la</strong> centralità dell’individuo rispetto alle azioni poste in essere<br />

dal<strong>la</strong> pubblica amministrazione. L’importanza di questi principi è stata percepita<br />

anche da quei paesi che solo recentemente sono entrati a far parte dell’Ue (principalmente<br />

i paesi dell’Est), che per cultura, per situazione politica e per tradizioni<br />

sono sempre stati più distanti dal modello culturale occidentale.<br />

All’interno del quadro di riferimento tracciato, l’Italia, paese in cui questi cambiamenti<br />

sono stati partico<strong>la</strong>rmente avvertiti, si è fatta promotrice (al<strong>la</strong> conferenza<br />

tenutasi a Bruxelles il 3 marzo 2005, che ha visto coinvolti i rappresentati dei<br />

paesi dell’Ue) del<strong>la</strong> proposta di preparare una “Carta dei valori”, che potesse<br />

evidenziare l’importanza del cambiamento e sancire l’affermazione di principi<br />

comuni, da condividere con gli Stati membri. Il contenuto del<strong>la</strong> “Carta” si baserà<br />

sul<strong>la</strong> riaffermazione dei valori comunitari e di alcuni degli ambiti di interesse<br />

dell’attività amministrativa (principio di trasparenza, libero accesso agli atti,<br />

81


82<br />

LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

informazione, <strong>comunicazione</strong> e attività di formazione) attorno a cui uniformare<br />

le azioni <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni europee. Nello specifico i quattro punti<br />

fondamentali trattati riguarderanno:<br />

• il miglioramento del<strong>la</strong> qualità dei servizi erogati al cittadino;<br />

• un incremento degli investimenti sull’ICT (Information e Communication<br />

Technology) al fine di attuare lo sviluppo di una politica di e-government al<br />

passo con i tempi;<br />

• <strong>la</strong> focalizzazione sulle problematiche legate allo sviluppo e al<strong>la</strong> formazione<br />

<strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane.<br />

<strong>La</strong> proposta avanzata fa parte di un artico<strong>la</strong>to progetto che prende il nome di<br />

human governance (con il significato letterale di governo dal volto umano per e<br />

con i cittadini), che ha lo scopo di avviare una riflessione su quelli che sono i<br />

temi collettivi e le problematiche che accomunano le pubbliche amministrazioni<br />

di tutti i paesi, in modo da avviare un confronto e un dialogo che possa portare<br />

al<strong>la</strong> crescita e al<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di strategie condivise. In tal modo, i cittadini<br />

avranno sempre più modo di sentirsi parte di una comunità che varca le frontiere<br />

nazionali e si propone come unitaria (si afferma in questo modo <strong>la</strong> volontà<br />

<strong>delle</strong> nazioni che aderiscono all’Ue di col<strong>la</strong>borare).<br />

<strong>La</strong> valenza del<strong>la</strong> “Carta”, è di natura politica, pertanto per ottenere l’approvazione<br />

dovrà essere sottoscritta da tutte le nazioni che intendono partecipare all’iniziativa<br />

e che intendono applicarne i principi nei propri paesi. Il concetto<br />

human governance non è del tutto nuovo poiché, con <strong>la</strong> sottoscrizione del “Codice<br />

di buona condotta amministrativa” approvato dal Par<strong>la</strong>mento europeo, il 6<br />

settembre 2001, erano stati avviati, in vista del conseguimento degli stessi obiettivi,<br />

processi di col<strong>la</strong>borazione europea.<br />

Nel Codice veniva esplicitato il diritto attribuito al Mediatore europeo di condurre<br />

indagini sui casi di cattiva amministrazione, in modo che fosse chiaro agli<br />

occhi del cittadino (sempre più esigente e attento) <strong>la</strong> volontà <strong>delle</strong> amministrazioni<br />

di instaurare un rapporto basato sul<strong>la</strong> fiducia e sul<strong>la</strong> garanzia del perseguimento<br />

degli interessi comuni.<br />

Successivamente il concetto è stato ripreso e <strong>la</strong> sua evoluzione ha portato<br />

all’individuazione del<strong>la</strong> human governance come risposta all’esigenza di una<br />

pubblica amministrazione sempre più competitiva ed efficiente.<br />

L’aspetto innovativo del<strong>la</strong> human governance riguarda il modo di concepire il<br />

rapporto tra Stato e cittadino, dal<strong>la</strong> volontà di umanizzarlo, mettendo al centro<br />

dell’azione amministrativa l’individuo con i suoi valori e i suoi diritti. I compiti<br />

dell’amministrazione si centrano, quindi, sul<strong>la</strong> necessità di migliorare e accompagnare<br />

questo processo attraverso l’apertura al dialogo e al<strong>la</strong> comprensione dei<br />

bisogni espressi dal cittadino.


LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

<strong>La</strong> human governance si inserisce in questo contesto di conseguenza come un<br />

progetto ambizioso, non facile da attuare e che se realizzato può contribuire fattivamente<br />

al<strong>la</strong> costruzione, giorno dopo giorno, di un elemento portante del<strong>la</strong> storia<br />

di ciascun paese, e cioè al<strong>la</strong> costruzione di quel<strong>la</strong> coscienza civile collettiva,<br />

che so<strong>la</strong>, è al<strong>la</strong> base di un ordine in cui ogni persona e ogni comunità umana<br />

possono vedere riconosciuta <strong>la</strong> loro dignità e favorito il loro sviluppo 1 .<br />

Principi per <strong>la</strong> Dichiarazione 2 sul<strong>la</strong> human governance<br />

1) Responsabilità sociale<br />

Intesa quale attuazione di comportamenti socialmente responsabili da parte<br />

del<strong>la</strong> pubbliche amministrazioni, non lesivi dei diritti e <strong>delle</strong> opportunità<br />

di benessere degli utenti, dei cittadini e imprese.<br />

Occorre diffondere l’utilizzo, da parte <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni, del<br />

Bi<strong>la</strong>ncio sociale (accountability), strumento di dialogo e di confronto necessario<br />

per avviare <strong>la</strong> condivisione del processo del<strong>la</strong> programmazione e del<strong>la</strong><br />

valutazione dei risultati, in grado di aiutare le amministrazioni ad individuare<br />

le priorità di intervento.<br />

2) Educazione del cittadino<br />

Intesa quale percorso di apprendimento da attuare nel sistema sco<strong>la</strong>stico<br />

ed educativo, finalizzato al<strong>la</strong> formazione, al<strong>la</strong> informazione, al<strong>la</strong> promozione<br />

di una maggiore responsabilità, al coinvolgimento dei cittadini nel<strong>la</strong> realizzazione<br />

degli obiettivi di Buona Governance, al rafforzamento del senso di<br />

appartenenza a un quadro <strong>istituzionale</strong> internazionale, nazionale e locale e al<br />

consolidamento in ciascuno del<strong>la</strong> coscienza del sistema di diritti e doveri<br />

che questa appartenenza comporta.<br />

Occorre rafforzare e diffondere <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni e realizzare adeguate campagne di sensibilizzazione<br />

nonché di orientare opportunamente i programmi formativi.<br />

1 Intervento del Ministro del<strong>la</strong> Funzione Pubblica On. Baccini, dal titolo Human governance: per<br />

una cultura del<strong>la</strong> pubblica amministrazione, al Global Forum sul re-inventing government, Seoul<br />

24 maggio 2005.<br />

2 M. Baccini, Human governance per una cultura del<strong>la</strong> pubblica amministrazione, Dipartimento<br />

del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2005. <strong>La</strong> Dichiarazione si pone<br />

come obiettivi il rispetto del<strong>la</strong> persona umana e <strong>la</strong> definizione di regole comuni e universalmente<br />

accettate che possano favorire <strong>la</strong> crescita del<strong>la</strong> società in maniera organica ed equilibrata.<br />

83


84<br />

LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

3) Uguaglianza del<strong>la</strong> libertà<br />

Intesa quale necessità di garantire a tutti, senza alcuna discriminazione,<br />

uguali possibilità di crescita formativa e professionale, di aggregazione, di<br />

partecipazione democratica e di utilizzo del tempo libero, tenuto conto, in<br />

partico<strong>la</strong>re, <strong>delle</strong> problematiche connesse al<strong>la</strong> presenza sempre più numerosa<br />

di immigrati nelle diverse aree del mondo e in vista <strong>delle</strong> opportunità di<br />

favorire l’integrazione e rafforzare il dialogo interculturale.<br />

Occorre valutare <strong>la</strong> possibilità di promuovere adeguate politiche per <strong>la</strong><br />

<strong>gestione</strong> del<strong>la</strong> diversità, stimo<strong>la</strong>ndo il rapporto con <strong>la</strong> società civile, l’approccio<br />

interculturale, anche dotando le singole amministrazioni di una figura<br />

professionale ad hoc.<br />

4) Partecipazione<br />

Intesa quale opportunità di dialogo tra amministrazioni e cittadini oltre che<br />

quale coinvolgimento dei privati (cittadini, imprese, società civile organizzata)<br />

nell’azione amministrativa, anche al fine di migliorare <strong>la</strong> qualità dei servizi<br />

forniti e di garantire il diritto dei cittadini all’informazione e all’accesso ai<br />

documenti che li riguardano.<br />

Nel pieno rispetto dei diritti fondamentali stabiliti nel<strong>la</strong> Carta <strong>delle</strong> Nazioni<br />

Unite dei Diritti dell’Uomo e in altri documenti adottati a livello regionale,<br />

si dovrebbero individuare adeguati strumenti di informazione, consultazione<br />

e partecipazione di cittadini, imprese e associazioni – ivi incluso l’utilizzo<br />

<strong>delle</strong> nuove tecnologie – per garantire l’accesso al<strong>la</strong> documentazione, il diritto<br />

ad una buona amministrazione e maggiore effettività al processo di partecipazione<br />

democratica.<br />

5) Sostenibilità<br />

Intesa quale complesso di interventi diretti al miglioramento del benessere<br />

dei cittadini nell’ambito <strong>delle</strong> proprie attività civili e professionali, nel<br />

rispetto dell’ambiente, del territorio e del patrimonio culturale.<br />

Dovrebbero essere promossi e realizzati progetti che favoriscano il perseguimento<br />

degli obiettivi di miglioramento del<strong>la</strong> qualità <strong>delle</strong> prestazioni rese dal<strong>la</strong><br />

Pubblica amministrazione, con partico<strong>la</strong>re riferimento al<strong>la</strong> disponibilità dei servizi,<br />

all’accoglienza del pubblico, all’anticipazione dei bisogni, tenendo conto<br />

anche del<strong>la</strong> “disabilità”, del<strong>la</strong> parità tra i sessi, <strong>delle</strong> esigenze <strong>delle</strong> diverse fasce<br />

di età e del<strong>la</strong> diversa provenienza sociale, culturale, religiosa e linguistica.<br />

6) Sussidiarietà<br />

Intesa come modalità di re<strong>la</strong>zione con gli utenti e di erogazione dei servizi<br />

il più possibile vicina ai cittadini e alle imprese, per <strong>la</strong> garanzia di una piena


LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

e soddisfacente Governance, in ogni caso assicurando <strong>la</strong> costante qualità dei<br />

servizi di interesse generale.<br />

Sarà favorita <strong>la</strong> modernizzazione di tutte le amministrazioni, comprese quelle<br />

locali e promosso il ricorso a più efficaci strategie di <strong>gestione</strong> dei servizi, outsourcing,<br />

partnership pubblico-privato nonché a efficaci tecniche di privatizzazione,<br />

nel rispetto <strong>delle</strong> differenti tradizioni e dei rego<strong>la</strong>menti locali.<br />

7) Competitività sul piano internazionale<br />

Itesa quale semplificazione e trasparenza del sistema normativo e miglioramento<br />

del<strong>la</strong> qualità dell’azione amministrativa, per garantire condizioni ottimali<br />

di produttività e concorrenza, nel rispetto del<strong>la</strong> sostenibilità del<strong>la</strong> crescita<br />

economica e sociale.<br />

Sarà intensificato il processo di semplificazione e di miglioramento del<strong>la</strong><br />

qualità del<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>zione, con partico<strong>la</strong>re attenzione all’impatto sui destinatari.<br />

8) Adeguamento <strong>delle</strong> prestazioni amministrative<br />

Intesa quale obiettivo cui, a breve termine, devono tendere i Governi, anche<br />

mediante il ricorso a standard minimi di qualità, così da assicurare ai cittadini<br />

e alle imprese <strong>la</strong> creazione di uno Spazio amministrativo dove i servizi siano<br />

erogati in maniera omogenea e con equivalenti livelli di efficienza ed efficacia.<br />

Andrà favorito il costante scambio di informazioni e buone pratiche tra le<br />

amministrazioni, anche mediante l’uso di indicatori di performance e <strong>la</strong> realizzazione<br />

di attività in comune che sostengano il processo di modernizzazione<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni a livello nazionale e internazionale.<br />

9) Affidabilità<br />

Intesa quale risultato di un più equilibrato e paritario rapporto tra Stato e<br />

cittadino basato sul dialogo, sul consenso e sull’instaurazione di un clima di<br />

rispetto e di fiducia reciproca, nel<strong>la</strong> consapevolezza che l’amministrazione<br />

ha come scopo primario solo e sempre il bene comune.<br />

Si potrebbero favorire gli interventi volti ad assicurare <strong>la</strong> trasparenza dell’attività<br />

amministrativa, il rispetto degli standard di qualità promessi ed<br />

una corretta e completa informazione sui risultati raggiunti, sul<strong>la</strong> base di<br />

una re<strong>la</strong>zione paritaria amministrazione-cittadino rego<strong>la</strong>ta dai principi del<br />

diritto comune.<br />

85


CAPITOLO 5<br />

LA SEMPLIFICAZIONE<br />

DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

87


LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

Il linguaggio <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni<br />

di Germana Pitro<strong>la</strong><br />

Una <strong>delle</strong> variabili più importanti di cui si deve tener conto quando si par<strong>la</strong> di<br />

<strong>comunicazione</strong> è il suo contenuto, ovvero il senso/significato di cosa si vuole<br />

trasmettere, poiché rivestirà un peso partico<strong>la</strong>re sul<strong>la</strong> comprensibilità del messaggio<br />

che veicoleremo attraverso <strong>la</strong> nostra <strong>comunicazione</strong>.<br />

<strong>La</strong> diffusione <strong>delle</strong> notizie ad opera dei mass media ha provocato, a livello<br />

sociale, il fenomeno dell’eccesso di informazione che ha portato come diretta<br />

conseguenza a un impoverimento dei contenuti. Al contenuto è stata, infatti, preferita<br />

<strong>la</strong> forma, imposta dall’avvertita necessità di attirare l’attenzione sui singoli<br />

messaggi al fine di creare visibilità e stimo<strong>la</strong>re l’attenzione dei destinatari attraverso<br />

operazioni di estrema sintesi e di spettaco<strong>la</strong>rizzazione dell’informazione.<br />

A livello <strong>istituzionale</strong>, invece, <strong>la</strong> situazione assume connotazioni differenti. Le<br />

amministrazioni solo recentemente hanno iniziato ad aprirsi e ad avvertire <strong>la</strong><br />

necessità di comunicare con i propri interlocutori e inoltre a comprendere il<br />

bisogno di comunicare contenuti che fossero differenti dal semplice trasferimento<br />

di informazioni di carattere burocratico e giuridico.<br />

<strong>La</strong> mancanza di una <strong>comunicazione</strong> tra cittadini, amministrazioni e dipendenti<br />

nasce quindi proprio dall’incapacità di saper gestire i flussi di <strong>comunicazione</strong><br />

e di adoperare forme e linguaggi non adeguati ai pubblici di riferimento e al contesto.<br />

<strong>La</strong> predominanza di una cultura giuridica ha inoltre influenzato il modo di<br />

fare informazione e <strong>comunicazione</strong> <strong>delle</strong> istituzioni, con ripercussioni sia a livello<br />

di contenuti che di linguaggi adoperati. I riflessi dell’uso di un linguaggio<br />

molto tecnico e poco accessibile hanno interessato due diversi tipi di destinatari:<br />

i cittadini e lo stesso personale interno alle amministrazioni con conseguenze<br />

disastrose sul<strong>la</strong> percezione dell’immagine dell’apparato amministrativo.<br />

Per questo motivo le Direzioni del personale hanno iniziato a concentrarsi<br />

sempre di più sul tema dell’efficacia del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> sia a livello di comprensione<br />

grafica del testo che del contenuto. Si è infatti percepito come una<br />

maggiore facilità di ricezione <strong>delle</strong> informazioni comporti un maggior grado di<br />

coinvolgimento e di identificazione nel<strong>la</strong> vita dell’organizzazione con un conseguente<br />

miglioramento sia <strong>delle</strong> opinioni che di modifica di atteggiamenti critici.<br />

89


90<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

<strong>La</strong> maggior parte <strong>delle</strong> attività svolte dalle pubbliche amministrazioni si basa<br />

sul<strong>la</strong> produzione di atti e documenti di pubblico interesse. Le circo<strong>la</strong>ri interne<br />

ed esterne, i moduli per <strong>la</strong> richiesta di prestazioni generali o partico<strong>la</strong>ri, sono<br />

solo alcuni degli strumenti dell’attività amministrativa utilizzati dalle istituzioni<br />

per comunicare e informare.<br />

Le istituzioni, avendo compreso <strong>la</strong> frequenza e l’importanza <strong>delle</strong> interazioni<br />

con i propri pubblici, stanno puntando <strong>la</strong> loro attenzione sul<strong>la</strong> necessità di utilizzare<br />

gli strumenti adatti a favorire una corretta interazione, conferendo una<br />

concreta attuazione a parole così spesso utilizzate quali: ascolto, adesione, <strong>comunicazione</strong>,<br />

trasparenza ed efficienza.<br />

L’apertura di un dialogo presuppone, infatti, che gli strumenti di <strong>comunicazione</strong><br />

adoperati dalle istituzioni, atti e documenti amministrativi, siano utilizzati in<br />

maniera tale da attivare consenso e partecipazione. Questo nuovo modo di intendere<br />

e governare le <strong>risorse</strong> disponibili (strumentali e umane) si manifesta con<br />

una sempre crescente tendenza <strong>delle</strong> amministrazioni a dare un peso maggiore<br />

ai temi del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica e dei processi decisionali inclusivi.<br />

Cambiare il modo di comunicare, cercando di adeguarlo alle necessità riscontrate<br />

all’esterno e all’interno di un’organizzazione, infatti, è uno dei primi passi<br />

verso il miglioramento del<strong>la</strong> qualità dei rapporti, del mutamento di mentalità<br />

<strong>delle</strong> persone e del<strong>la</strong> cultura di un’azienda di cui il linguaggio è espressione.<br />

Come comunicano le istituzioni? Che tipo di linguaggio utilizzano? Con quali<br />

obiettivi? Sono questi alcuni degli interrogativi che dobbiamo porci per fare<br />

un salto di qualità verso <strong>la</strong> creazione di nuovi rapporti basati sul<strong>la</strong> fiducia e<br />

sul rispetto.<br />

Se analizziamo <strong>la</strong> produzione amministrativa, ciò che risulta subito evidente, è<br />

che <strong>la</strong> maggior parte <strong>delle</strong> comunicazioni istituzionali ha carattere prevalentemente<br />

giuridico e che il linguaggio utilizzato è formale e specialistico, lontano<br />

dal par<strong>la</strong>to del<strong>la</strong> vita di ogni giorno.<br />

Trovarsi spiazzati di fronte a frasi del tipo: “Dichiarazioni mendaci”, “Corresponsione<br />

degli emolumenti” o “Diritto di non ingerenza” è diventato ormai<br />

un fatto di routine. Espressioni di questo genere sono chiaramente indirizzate<br />

ad un pubblico di addetti ai <strong>la</strong>vori e non ai cittadini o ai dipendenti, veri interlocutori<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni, senza i quali l’apparato burocratico non avrebbe<br />

ragione di esistere.<br />

Il “burocratese” (linguaggio <strong>delle</strong> istituzioni), utilizzato come forma di esercizio<br />

di potere, nasceva dal<strong>la</strong> volontà di queste ultime, in un passato non troppo remoto,<br />

di tenere lontano qualsiasi soggetto non direttamente coinvolto nei processi<br />

decisionali dall’azione amministrativa. Oggi molte istituzioni stanno attivando<br />

interventi per cercare di colmare questo divario, avvertito soprattutto in seguito<br />

alle numerose indagini sull’ascolto, interno ed esterno, che hanno rive<strong>la</strong>to il biso-


LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

gno di trovare nuovi canali di <strong>comunicazione</strong> e <strong>la</strong> determinazione dei pubblici<br />

interessati ad essere coinvolti nel<strong>la</strong> delineazione di strategie e interventi.<br />

L’esigenza di fondare su nuove basi il rapporto tra amministrazioni, <strong>risorse</strong><br />

umane e cittadini, trova <strong>la</strong> sua massima espressione nel<strong>la</strong> volontà del legis<strong>la</strong>tore<br />

di semplificare il linguaggio <strong>istituzionale</strong>. <strong>La</strong> semplificazione viene ad essere in<br />

questo modo l’espressione di un diritto di democrazia, in cui il burocrate si riconosce<br />

come servitore del cittadino e il cui compito primario diventa quello di<br />

rendere attuale il principio contenuto nell’art. 3 del<strong>la</strong> nostra Costituzione: l’uguaglianza.<br />

Considerare che i destinatari del messaggio saranno una generalità<br />

di persone comuni con un livello di cultura medio, dovrà essere dunque uno dei<br />

principali obiettivi di chiunque si cimenti a scrivere un testo.<br />

Che <strong>la</strong> produzione amministrativa sia nota ai più è indubbio, ma ciò che è realmente<br />

importante è che sia compresa. A questo riguardo sono stati avviati programmi<br />

di semplificazione del linguaggio con il compito di fornire un valido<br />

supporto alle organizzazioni.<br />

Il primo documento scritto sul<strong>la</strong> semplificazione del linguaggio <strong>delle</strong> p.a. è<br />

stato il Codice di stile <strong>delle</strong> comunicazioni scritte ad uso <strong>delle</strong> amministrazioni<br />

pubbliche, che già a partire dagli anni Novanta (esattamente nel 1993) segna<strong>la</strong>va<br />

l’incapacità e <strong>la</strong> difficoltà <strong>delle</strong> istituzioni di comunicare e forniva una serie di<br />

raccomandazioni utili su come scrivere un testo comprensibile (dal contenuto<br />

al<strong>la</strong> grafica, utilizzando esempi concreti tratti da documenti adoperati dalle p.a.).<br />

Sabino Cassese diceva del linguaggio <strong>delle</strong> istituzioni: le sigle incomprensibili,<br />

le forme antiquate, le espressioni rompicapo, che sembrano fatte apposta per<br />

allontanare il cittadino dal<strong>la</strong> casa comune, quale dovrebbe essere lo Stato.<br />

Anche quando vuole assicurare “diritti irrefragabili” dei cittadini, quest’ultimo<br />

lo fa con tecniche che chiamerò repulsive.<br />

Al Codice, alcuni anni più tardi è seguito il Manuale di stile pubblicato nel<br />

1997 dal Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica curato da Alfredo Fioritto, che<br />

sul<strong>la</strong> scia del precedente, indica le regole per <strong>la</strong> costruzione logico-concettuale<br />

di un testo, prestando attenzione sia all’impostazione grafica dei documenti che<br />

all’utilizzo del linguaggio nel<strong>la</strong> pratica quotidiana. Numerose amministrazioni<br />

sia a livello centrale che periferico, nel corso degli anni ne hanno seguito i suggerimenti,<br />

con risultati di successo e di sensibilizzazione al problema.<br />

Con <strong>la</strong> Direttiva sul<strong>la</strong> semplificazione del linguaggio viene dato carattere formale<br />

e vinco<strong>la</strong>nte ai consigli contenuti nei due testi e vengono stabiliti dei criteri<br />

a cui le pubbliche amministrazioni devono uniformarsi nel<strong>la</strong> stesura degli atti<br />

e dei documenti 1 .<br />

1 Direttiva del Ministro del<strong>la</strong> Funzione Pubblica 8 Maggio, 2002.<br />

91


92<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

Scrivere un testo, che non sia fine a sé stesso, pertanto, non è così semplice<br />

poiché è necessario rispettare una serie di regole e criteri che hanno il compito<br />

di conferirgli il carattere del<strong>la</strong> legittimità, leggibilità e comprensibilità.<br />

Un testo per essere completo, secondo una famosa rego<strong>la</strong> del giornalismo<br />

inglese, presa in prestito dal modello di <strong>La</strong>sswell 2 , deve rispondere a 5<br />

domande, le cosiddette 5 W:<br />

1) who? Chi è il destinatario del messaggio? Identificare i destinatari è<br />

un atto di rispetto nei confronti <strong>delle</strong> differenze anagrafiche, sociali,<br />

economiche e culturali proprie <strong>delle</strong> persone;<br />

2) what? Qual è il contenuto del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>? Cosa si vuole comunicare?<br />

Scrivere in modo chiaro spesso è indice di un modo di pensare<br />

chiaro;<br />

3) when? Quando deve essere veico<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>? Fissare un<br />

limite temporale permette che <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> sia più precisa e puntuale.<br />

4) where? Dove? Dove è diretto il nostro messaggio? In quale luogo?<br />

5) why? Perché? Qual è l’obiettivo che vogliamo raggiungere con <strong>la</strong><br />

nostra <strong>comunicazione</strong>?<br />

Una volta che sarà stata data risposta alle domande e il senso e il contenuto del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong> saranno chiari, si entrerà in possesso di un’efficiente scaletta di<br />

riferimento su cui poter costruire un testo semplice, immediato e fruibile.<br />

Le regole e i criteri di scrittura<br />

Una <strong>delle</strong> caratteristiche principali del<strong>la</strong> nostra lingua è <strong>la</strong> p<strong>la</strong>sticità, ovvero <strong>la</strong><br />

sua capacità di adeguarsi ai contesti e alle situazioni. Per Hjelmslev 3 il linguag-<br />

2 Accademico presso l’Università di Chicago dove insegnò scienze politiche per poi trasferirsi<br />

all’Università di Yale. Numerosi sono i suoi <strong>la</strong>vori (si contano circa 30 titoli tra cui Psicopathology<br />

and Politics e Propaganda, Communication and Public Opinion).<br />

3 <strong>La</strong>ureato in Linguistica Comparata nel 1923, e<strong>la</strong>borò una teoria del linguaggio che chiamò “glossematica”<br />

che si ritrova nel suo scritto più famoso intito<strong>la</strong>to I fondamenti del<strong>la</strong> teoria del linguaggio,<br />

Torino, Einaudi, 1968. L’autore intende per glossemi le forme minime, ovvero le invarianti<br />

irriducibili che <strong>la</strong> teoria conduce a stabilire come basi del<strong>la</strong> spiegazione.


LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

gio nasce dall’unione di forma e sostanza; <strong>la</strong> sostanza è ritagliata nel<strong>la</strong> materia<br />

dal<strong>la</strong> forma, è <strong>la</strong> materia stessa messa in forma. Secondo questa tesi <strong>la</strong> “materia”<br />

in sé non ha significato, lo acquista so<strong>la</strong>mente quando viene artico<strong>la</strong>ta e organizzata<br />

nel<strong>la</strong> forma. Da questa unione nasce il linguaggio, così come noi lo conosciamo.<br />

<strong>La</strong> “materia”, a sua volta, offre infinite possibilità di organizzazione e<br />

strutturazione logica.<br />

Sia al linguaggio scritto che par<strong>la</strong>to, infatti, possono essere attribuiti una molteplicità<br />

di sensi e opportunità che danno luogo ad altrettante espressioni e modi<br />

di dire. Tra questi ve ne sono alcuni che in determinati contesti possono essere<br />

utilizzati con maggiori risultati di comprensibilità e chiarezza, rispetto ad altri.<br />

Saper scegliere quali espressioni adottare in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> circostanza in cui ci<br />

si trova è importante e puntare l’attenzione sui destinatari del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>,<br />

potrebbe essere un modo per capire che tipo di linguaggio impiegare. Uno stesso<br />

testo può, infatti, apparire più chiaro ad alcune persone piuttosto che ad altre. <strong>La</strong><br />

sua facilità o difficoltà dipende dal<strong>la</strong> capacità di chi legge di comprenderne il<br />

significato.<br />

L’elemento che distingue l’italiano dal<strong>la</strong> maggior parte <strong>delle</strong> altre lingue par<strong>la</strong>te<br />

nel mondo è <strong>la</strong> sua propensione ad essere utilizzato, nel<strong>la</strong> forma scritta, in<br />

maniera formale e altisonante. Il motivo di questo impiego va ricercato a monte,<br />

a livello del nostro substrato culturale, di cui, come abbiamo precedentemente<br />

ricordato, il linguaggio è espressione diretta.<br />

Le parole utilizzate nei testi dovrebbero essere scelte invece nell’ambito di un<br />

“vocabo<strong>la</strong>rio” comune (che racchiude tutte quelle parole mediamente conosciute<br />

dal<strong>la</strong> maggior parte <strong>delle</strong> persone appartenenti ad una determinata comunità<br />

linguistica), contenuto nel cosiddetto vocabo<strong>la</strong>rio di base che comprende circa<br />

7.000 vocaboli attraverso cui è possibile spiegare ogni concetto, dal più facile al<br />

più complicato.<br />

È necessario, pertanto, che chi scrive abbia un’umiltà di intenti che unita ad<br />

una reale volontà di comunicare, faccia sì che si realizzi attraverso <strong>la</strong> produzione<br />

di atti e documenti amministrativi, un servizio utile al<strong>la</strong> comunità, con un occhio<br />

di riguardo alle fasce più deboli del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione (i lettori meno istruiti).<br />

Per fare l’analisi di un testo, in modo da verificarne l’accessibilità, bisogna analizzarne<br />

i tre suoi livelli di struttura che sono: l’organizzazione logico-concettuale 4 , <strong>la</strong><br />

4 Per organizzazione logico-concettuale intendiamo il modo in cui le informazioni vengono presentate<br />

nel testo. Risponde ad una necessità di pianificazione dello scritto attraverso <strong>la</strong> richiesta di<br />

specifiche informazioni quali: il destinatario a cui è rivolta <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, il contenuto del<br />

messaggio e l’obiettivo del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> (esempi di obiettivi possono essere: un tipo di <strong>comunicazione</strong><br />

che voglia informare su qualcosa, sollecitare un comportamento o richiedere un pagamento).<br />

93


94<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

sintassi 5 e il lessico 6 , ricordando che questi tre livelli interagiscono tra di loro in<br />

maniera tale da non risultare a volte distinguibili.<br />

Affinché un testo sia comprensibile, deve infatti rispondere ai criteri di:<br />

• ordine;<br />

• semplicità;<br />

• essenzialità;<br />

• leggibilità.<br />

Un testo è ordinato quando contiene:<br />

• l’indicazione del mittente e del destinatario (è necessario capire i soggetti<br />

a cui è rivolta <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> e <strong>la</strong> fonte del messaggio);<br />

• l’indicazione dell’oggetto dell’atto (di cosa stiamo par<strong>la</strong>ndo?);<br />

• l’indicazione di cosa deve sapere/fare il destinatario (l’atto deve avere<br />

un contenuto chiaro e deve specificare quali comportamenti o decisioni<br />

devono essere messi in atto dal destinatario);<br />

• frasi brevi e concise (le frasi brevi sono più comprensibili di quelle lunghe<br />

con abbondanza di subordinate e tendono ad essere ricordate più<br />

facilmente);<br />

• l’omogeneità <strong>delle</strong> informazioni (è essenziale raggruppare le informazioni<br />

in blocchi coerenti, completi e ordinati utilizzando magari una scaletta<br />

con gli argomenti da trattare come supporto);<br />

• il rispetto <strong>delle</strong> regole grammaticali e del<strong>la</strong> punteggiatura.<br />

5 <strong>La</strong> sintassi indica il modo in cui le parole si legano fra loro per formare le frasi di un testo. Uno<br />

scritto per essere chiaro a livello di sintassi deve contenere: frasi brevi (non superare cioè le 20-25<br />

parole), contenere una so<strong>la</strong> informazione attorno a cui ruoti tutto il contenuto, frasi semplici con<br />

poche subordinate a cui preferire le coordinate (le frasi che si legano al<strong>la</strong> principale attraverso le<br />

congiunzioni: e, ma, ovvero, cioè), verbi di forma attiva con modi e tempi verbali semplici, specificazione<br />

del soggetto e frasi di forma affermativa.<br />

6 Il lessico ci segna<strong>la</strong> quali sono le parole scelte per comunicare (è il nostro vocabo<strong>la</strong>rio, l’insieme<br />

di tutte le parole che formano <strong>la</strong> nostra lingua). Affinché un testo sia di facile comprensione a<br />

livello di lessico è necessario utilizzare: parole di uso comune, concrete e dirette, pochi termini<br />

specialistici e poche abbreviazioni e utilizzare <strong>la</strong> punteggiatura in maniera corretta.


Un testo è semplice se contiene:<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

• parole utilizzate nel linguaggio comune (in modo che chi legge possa<br />

dare un senso al testo);<br />

• frasi brevi (possibilmente ogni frase non dovrebbe contenere più di 20<br />

parole);<br />

• parole con significato non ambiguo (il testo deve essere esplicito);<br />

• parole di origine italiana (appesantire le frasi con <strong>la</strong>tinismi, grecismi o<br />

parole di origine straniera rischia di rendere oscuro il testo);<br />

• uso di sigle limitato o con accanto una spiegazione del significato;<br />

• tecnicismi in quantità limitata (solo quando necessari) e accompagnati<br />

da una breve spiegazione.<br />

Un testo è essenziale quando:<br />

• fa un uso limitato di aggettivi e avverbi (è meglio utilizzare i verbi che sono<br />

di più facile comprensione, il tempo verbale preferito è l’indicativo);<br />

• evita parole antiquate e ricercate (rischiano di appesantire e rendere<br />

incomprensibile il testo);<br />

• limita i tecnicismi (da utilizzare solo se strettamente necessari);<br />

• limita le sigle e le abbreviazioni (chi non capisce non può chiedere spiegazioni<br />

o precisazioni nell’immediato).<br />

<strong>La</strong> leggibilità riguarda:<br />

• <strong>la</strong> capacità di utilizzare <strong>la</strong> grafica a supporto del contenuto in maniera<br />

tale da agevo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> lettura;<br />

• <strong>la</strong> capacità di utilizzare gli indici di leggibilità forniti dai supporti informatici<br />

per effettuare una valutazione dal punto di vista linguistico del documento.<br />

Un altro utile accorgimento da utilizzare nel<strong>la</strong> redazione di un testo riguarda<br />

l’uso del<strong>la</strong> forma attiva del tempo piuttosto che del<strong>la</strong> forma passiva. Le frasi attive<br />

risultano, infatti, maggiormente comprensibili e meno oscure. Molti dei documenti<br />

amministrativi, invece, riportano frasi al passivo, poiché così facendo evitano<br />

di indicare il soggetto che compie l’azione (può risultare in molti casi una<br />

situazione di comodo). Quando realmente non si conosce il soggetto allora sarà<br />

95


96<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

concesso l’uso del passivo. <strong>La</strong> rego<strong>la</strong> generale consiglia comunque di utilizzare<br />

prevalentemente l’attivo e se proprio non se ne può fare a meno, il passivo.<br />

Questi suggerimenti hanno il compito di aiutare chi scrive un testo a farlo nel<strong>la</strong><br />

maniera più funzionale possibile e vanno applicate solo dopo aver valutato le<br />

situazioni caso per caso.<br />

Dobbiamo ricordare in ultimo che ogni istituzione è governata da esseri umani<br />

che hanno i propri limiti e che per ogni situazione esistono infinite possibilità e<br />

prospettive, per cui può essere utile cercare di spaziare sulle varie alternative<br />

disponibili in modo da effettuare <strong>la</strong> scelta migliore.<br />

Per comprendere meglio come <strong>la</strong> semplificazione del linguaggio possa incidere<br />

sul<strong>la</strong> comprensibilità di un testo può essere utile confrontare i due documenti<br />

riportati di seguito. Il primo è un modulo di richiesta per l’assegno familiare normalmente<br />

utilizzato dalle amministrazioni, il secondo identico al primo a livello<br />

di contenuto, è stato riscritto seguendo le regole del<strong>la</strong> semplificazione. È utile<br />

notare come seguendo i piccoli accorgimenti si possa raggiungere gradi di comprensibilità<br />

e chiarezza maggiori.<br />

Di seguito l’esempio di come può essere utilizzato un processo di semplificazione<br />

su un testo normalmente in uso presso le pubbliche amministrazioni 7 .<br />

Domanda assegno per il nucleo familiare<br />

MODELLO ATTUALMENTE IN USO NELLE P.A.<br />

AL................................................<br />

...................................................<br />

l.. sottoscritt……………………… nat..... a …………………………………… il............................<br />

❏ in servizio presso ………………………………………………… tel. ..................................(1)<br />

❏ tito<strong>la</strong>re di stipendio (partita spesa fissa n....................... chiede<br />

❏ l’attribuzione<br />

❏ <strong>la</strong> rideterminazione (1) dell’assegno per il nucleo familiare a decorrere dal .......................<br />

Al riguardo dichiara<br />

A – che il proprio nucleo familiare compreso il sottoscritto, è composto come segue:<br />

Cognome e nome Re<strong>la</strong>zione di parente<strong>la</strong> Data di nascita<br />

1) ................................... il richiedente …………… ……………………………<br />

2) ………………………… …………………………… ……………………………<br />

3) ………………………… …………………………… ……………………………<br />

4) ………………………… …………………………… ……………………………<br />

5) ………………………… …………………………… ……………………………<br />

6) ………………………… …………………………… ……………………………<br />

7) ………………………… …………………………… ……………………………<br />

8) ………………………… …………………………… ……………………………<br />

7 A cura di Ricco A.


LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

❏ B – che <strong>la</strong> persona indicata al n.......... si trova, a causa di infermità o difetto fisico o mentale,<br />

nell’assoluta e permanente impossibilità di dedicarsi a un proficuo <strong>la</strong>voro ovvero, se<br />

minorenne, ha difficoltà persistente a svolgere le funzioni proprie del<strong>la</strong> sua età (in proposito<br />

si allega, in quanto ancora non presentata, <strong>la</strong> certificazione – o copia autenticata<br />

ri<strong>la</strong>sciata dal<strong>la</strong> U.S.L. o dalle preesistenti Commissioni sanitarie provinciali); (1)<br />

❏ C – che si trova nel<strong>la</strong> condizione di vedovo/a, divorziato/a,separato/a legalmente ed<br />

effettivamente, celibe o nubile (1)<br />

❏ D – che <strong>la</strong> persona indicata al n......... è orfana; (1)<br />

❏ E – che per il proprio nucleo familiare non è stato richiesto nè si richiederà altro trattamento<br />

di famiglia nè dal sottoscritto nè dal coniuge<br />

(Firma del coniuge)............................................<br />

❏ F – che per il proprio nucleo familiare non è stato richiesto, nè si richiederà altro trattamento<br />

di famiglia da parte di soggetti che non compongono il nucleo familiare (ex<br />

coniuge, coniuge separato, convivente o altri).<br />

Il sottoscritto consapevole <strong>delle</strong> sanzioni previste per coloro che rendono attestazioni false,<br />

dichiara sotto <strong>la</strong> propria responsabilità che le notizie indicate alle lettere..............................<br />

Sono complete e veritiere.<br />

Il sottoscritto si impegna a segna<strong>la</strong>re le variazioni del<strong>la</strong> situazione dichiarata entro 30 giorni<br />

dal<strong>la</strong> variazione del<strong>la</strong> stessa<br />

Data …………………………… Firma……………………………<br />

Al fine suindicato il sottoscritto, a conoscenza <strong>delle</strong> sanzioni previste dal codice penale e<br />

dalle leggi speciali in materia in caso di dichiarazioni mendaci, ri<strong>la</strong>scia <strong>la</strong> seguente dichiarazione<br />

riguardante i redditi-assoggettabili all’IRPEF, compresi quelli a tassazione separata,<br />

al lordo degli oneri deducibili e <strong>delle</strong> detrazioni d’imposta, nonché<br />

i redditi esenti da imposta o assoggettati a ritenuta al<strong>la</strong> fonte o a imposta sostitutiva, in<br />

quanto di importo superiore a euro 1032,91 annui (già lire 2.000.000) percepiti nell’anno<br />

2001 dai componenti il proprio nucleo familiare indicati al punto A:<br />

Redditi Dichiarante Coniuge non Figli minorenni Totali<br />

(in euro) separato maggiorenni inabili<br />

Fratelli, sorelle, nipoti<br />

Orfani minorenni o<br />

maggiorenni inabili<br />

Redditi da <strong>la</strong>voro<br />

Dipendente<br />

e assimi<strong>la</strong>ti (2) ………… ………… ………… …………<br />

Redditi a tassazione<br />

Separata (3) ………… ………… ………… …………<br />

Altri redditi (4) ………… ………… ………… …………<br />

Redditi esenti (5) ………… ………… ………… …………<br />

TOTALI ………… ………… ………… …………<br />

Reddito complessivo …………<br />

Firma ..............................................<br />

97


98<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

1) Barrare le voci che interessano.<br />

2) Gli importi vanno desunti dai punti 1, 2 e 3 dei certificati fiscali di cui all’art. 7 bis del D.P.R. n.600/73 (CUD).<br />

3) Gli importi vanno desunti dai punti 47 e 48 dei certificati fiscali di cui all’art. 7 bis del D.P.R.n.600/73<br />

(CUD). Sono esclusi i trattamenti di fine rapporto e le anticipazioni su tali trattamenti.<br />

4) Gli importi vanno desunti dai vigenti modelli fiscali (per il mod.730 vedere 730/3, righi 1, 2, 3 e 5, per<br />

il modello Unico vedere i dati riportati nei singoli quadri compi<strong>la</strong>ti). I redditi da fabbricati vanno computati<br />

al lordo dell’eventuale deduzione re<strong>la</strong>tiva all’abitazione principale.<br />

5) Vanno inclusi anche i redditi assoggettati a ritenuta d’imposta al<strong>la</strong> fonte o ad imposta sostitutiva<br />

(interessi su depositi bancari, su titoli, ecc) se superiori, complessivamente, a euro 1032,91 annui.<br />

Di seguito l’esempio dello stesso modello modificato secondo le regole del<strong>la</strong><br />

semplificazione del linguaggio.<br />

MODELLO MODIFICATO E SEMPLIFICATO<br />

Domanda assegno per il nucleo familiare 8<br />

– Cosa è: un beneficio economico legato al<strong>la</strong> composizione del nucleo familiare e al reddito<br />

riscosso dai membri del<strong>la</strong> famiglia. <strong>La</strong> misura dell’assegno è più alta per le famiglie<br />

con un basso reddito, con molti figli, con persone disabili, dove manca un coniuge.<br />

– Chi ne ha diritto: i dipendenti dello Stato: di ruolo e precari, ai quali <strong>la</strong> Direzione dei Servizi<br />

Vari paga lo stipendio e che hanno un reddito familiare nel quale lo stipendio e <strong>la</strong> pensione<br />

sono l’entrata più importante.<br />

– Chi non ha diritto: i dipendenti che, nel<strong>la</strong> loro famiglia, hanno redditi da:<br />

• <strong>la</strong>voro autonomo;<br />

• da fabbricati o terreni;<br />

• da partecipazione a impresa;<br />

• da qualunque altra fonte che non sia stipendio o pensione;<br />

• che, sommati fra loro, superano il 30% del totale dei redditi familiari.<br />

– Cosa occorre per compi<strong>la</strong>re il modulo:<br />

• I dati anagrafici dei familiari;<br />

• I certificati dei redditi: modello CUD (certificazione unica dipendenti)<br />

Modello 730<br />

Modello Unico<br />

• Leggere attentamente le istruzioni che precedono le autocertificazioni sul<strong>la</strong> composizione<br />

del<strong>la</strong> famiglia e sui redditi.<br />

Generalità del richiedente<br />

Mi chiamo …………………………………………<br />

Sono nato a …………………………………………… il ……………………………………………<br />

Risiedo a ………………………………………… in via ……………………………………………<br />

<strong>La</strong>voro presso …………………………………………<br />

Il mio numero di partita di Spesa fissa è …………………………………………<br />

(questo numero si trova sullo statino dello stipendio sotto il cognome e nome)<br />

8 Vedi <strong>la</strong> legge n. 153 del 1988.


Chiedo (segnare con una X <strong>la</strong> voce che interessa):<br />

CONCESSIONE ❏<br />

MODIFICA ❏<br />

SOSPENSIONE ❏<br />

dell’assegno per il nucleo familiare a partire dal ……………….<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

Nota bene (a proposito di date)<br />

Si possono presentare richieste per l’assegno anche per gli anni passati, purché non si vada<br />

indietro oltre cinque anni dal giorno in cui si presenta <strong>la</strong> domanda: ad esempio se si presenta<br />

<strong>la</strong> domanda il 15 settembre 2002, si può risalire al 15 settembre 1997.<br />

Normalmente <strong>la</strong> concessione dell’assegno abbraccia il periodo dal 1 luglio al 30 giugno<br />

dell’anno successivo. Tuttavia si può presentare <strong>la</strong> richiesta a partire da qualunque data in<br />

cui si verifica un evento (ad esempio: nascita, matrimonio, morte, eccetera) da cui può<br />

derivare <strong>la</strong> concessione o <strong>la</strong> modifica dell’assegno.<br />

Occorre comunque prestare attenzione all’anno del quale bisogna utilizzare i redditi:<br />

– se <strong>la</strong> data a partire dal<strong>la</strong> quale si chiede il pagamento dell’assegno si trova fra il 1 gennaio<br />

e il 30 giugno occorre avere a portata di mano, per indicarli nell’autocertificazione,<br />

i modelli fiscali (CUD – 730 – Unico) di due anni prima: ad esempio se si chiede l’assegno<br />

dal 1 marzo 2001 bisogna considerare i redditi del 1999.<br />

– se <strong>la</strong> data è fra il 1 luglio e il 31 dicembre bisogna considerare i redditi dell’anno immediatamente<br />

precedente: ad esempio se si chiede l’assegno dal 1 ottobre 2001 bisogna<br />

indicare i redditi del 2000.<br />

Istruzioni per autocertificare composizione e caratteristiche del nucleo familiare<br />

Per ottenere l’assegno occorre indicare:<br />

1) i dati anagrafici di chi presenta <strong>la</strong> domanda;<br />

2) i dati anagrafici del coniuge non legalmente ed effettivamente separato<br />

3) i dati anagrafici dei figli di età inferiore ai 18 anni<br />

4) i dati anagrafici dei figli maggiorenni solo se dichiarati inabili al <strong>la</strong>voro al100%(in questo<br />

caso si deve unire al<strong>la</strong> domanda il certificato medico in originale)<br />

5) i dati di eventuali nipoti (figli dei propri figli) se sono conviventi e a totale carico del richiedente<br />

6) i dati anagrafici dei fratelli del richiedente solo se sono orfani di entrambi i genitori, se<br />

sono minorenni e convivono con <strong>la</strong> famiglia del richiedente<br />

7) i dati anagrafici dei fratelli maggiorenni orfani, conviventi con il richiedente, solo se sono<br />

dichiarati totalmente inabili al <strong>la</strong>voro e privi di pensione.<br />

Autocertificazione del nucleo familiare<br />

Cognome e nome Re<strong>la</strong>zione di parente<strong>la</strong> Data di nascita<br />

1 …………………………… il richiedente................ ……………………………<br />

2 …………………………… il coniuge..................... ……………………………<br />

3)…………………………… …………………………… ……………………………<br />

4)…………………………… …………………………… ……………………………<br />

5)…………………………… …………………………… ……………………………<br />

6)…………………………… …………………………… ……………………………<br />

7)…………………………… …………………………… ……………………………<br />

8)…………………………… …………………………… ……………………………<br />

99


100<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

Autocertificazione <strong>delle</strong> caratteristiche del nucleo familiare:<br />

– il mio stato civile è: (segnare con una X <strong>la</strong> voce che interessa)<br />

a) vedovo – b) divorziato – c) separato legalmente ed effettivamente – d) celibe o nubile.<br />

– il familiare indicato al n……….è orfano.<br />

– per il mio nucleo familiare non è stato, né verrà richiesto altro trattamento di famiglia né<br />

da me medesimo, né dal mio coniuge.<br />

(firma del coniuge)………………….<br />

– per il mio nucleo familiare non è stato richiesto né si richiederà altro trattamento di famiglia<br />

da parte di persone non indicate nel<strong>la</strong> composizione del mio nucleo (ex coniuge,<br />

coniuge separato, convivente o altri).<br />

DICHIARO che:<br />

il familiare indicato al n……. si trova per ma<strong>la</strong>ttia o difetto fisico nell’assoluta e totale impossibilità<br />

di <strong>la</strong>vorare oppure se minorenne ha difficoltà persistenti a svolgere i compiti propri<br />

del<strong>la</strong> sua età.<br />

Unisco a questa domanda il certificato medico originale che conferma <strong>la</strong> mia dichiarazione.<br />

Istruzioni per l’autocertificazione dei redditi<br />

Firma del dichiarante<br />

……………………….<br />

Nell’autocertificazione vanno indicati:<br />

a) tutti i redditi per i quali si paga l’IRPEF (imposta sul reddito <strong>delle</strong> persone fisiche) al lordo<br />

del<strong>la</strong> suddetta imposta (questi redditi si trovano nei punti 1 – 2 – 3 del certificato fiscale<br />

modello CUD)<br />

b) I redditi a tassazione separata<br />

(sono le somme riscosse come arretrati per gli anni precedenti quelli a cui si riferisce il<br />

modello CUD e si possono leggere nei punti 47 e 48 del modello CUD.)<br />

c) I redditi di qualunque altra natura che si possono leggere nei certificati fiscali:<br />

– per il Mod. 730 vedere <strong>la</strong> parte 730/3, ai righi 1, 2, 3, 5;<br />

– per il Mod. Unico vedere i singoli riquadri compi<strong>la</strong>ti re<strong>la</strong>tivi ad esempio a fabbricati o terreni;<br />

i redditi riferiti all’abitazione principale vanno indicati al lordo del<strong>la</strong> deduzione per <strong>la</strong><br />

prima casa).<br />

d) I redditi per i quali non si pagano imposte o sottoposti a ritenuta al<strong>la</strong> fonte o a imposta<br />

sostitutiva, ad esempio interessi su depositi bancari, su titoli ecc.. vanno indicati solo se<br />

superano l’importo di € 1032,91 (lire 2.000.000).<br />

Nell’autocertificazione non vanno indicati:<br />

1) L’indennità di buonuscita.<br />

2) Tutti i trattamenti di fine <strong>la</strong>voro (liquidazioni) e le re<strong>la</strong>tive anticipazioni.<br />

3) Tutte le somme che hanno natura di risarcimento quali: le rendite infortunistiche<br />

I.N.A.I.L.(Istituto nazionale per l’assicurazione sugli infortuni nel <strong>la</strong>voro); le pensioni di Guerra,<br />

le indennità di Accompagnamento per gli invalidi.<br />

Autocertificazione dei redditi<br />

Al fine del pagamento dell’assegno per il nucleo familiare, consapevole <strong>delle</strong> sanzioni previste<br />

dal codice penale e dalle leggi speciali in caso di dichiarazioni non vere, AUTOCERTIFI-


LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

CO i redditi percepiti nell’anno ……… dalle persone appartenenti al mio nucleo familiare<br />

come indicato in questa domanda.<br />

Redditi Dichiarante Coniuge Figli Fratelli Totali<br />

(in euro) non separato Nipoti<br />

Redditi da <strong>la</strong>voro<br />

dipendente o da<br />

pensione ………… ………… ………… ………… …………<br />

Redditi a tassazione<br />

separata ………… ………… ………… ………… …………<br />

Altri redditi ………… ………… ………… ………… …………<br />

Redditi esenti ………… ………… ………… ………… …………<br />

TOTALI ………… ………… ………… ………… …………<br />

Totale complessivo € ____________<br />

Firma del richiedente ____________<br />

Attenzione<br />

Qualunque variazione del<strong>la</strong> composizione del nucleo familiare o qualunque aumento dei<br />

redditi che può causare <strong>la</strong> perdita dell’assegno va comunicata a questa Direzione entro 30<br />

giorni dal momento in cui accade.<br />

Il ruolo dell’Information e Communication Technology (ICT)<br />

<strong>La</strong> pubblica amministrazione si è assunta il compito di attivare all’interno <strong>delle</strong><br />

amministrazioni una procedura di acquisizione <strong>delle</strong> conoscenze informatiche,<br />

attualmente disponibili, utili a favorire una più rapida e capil<strong>la</strong>re diffusione<br />

<strong>delle</strong> informazioni.<br />

Attraverso le nuove frontiere dell’informatica, infatti, è possibile razionalizzare<br />

l’attività amministrativa con l’utilizzo di tecnologie e metodologie che hanno<br />

avuto il grande merito di apportare una diminuzione degli sprechi in termini di<br />

<strong>risorse</strong> fisiche ed economiche e di accelerazione <strong>delle</strong> procedure nel trasferimento<br />

di messaggi, immagini e conoscenze.<br />

Nel processo di cambiamento in atto nelle amministrazioni, l’alfabetizzazione<br />

informatica (ovvero <strong>la</strong> capacità di utilizzare le nuove tecnologie) ha ottenuto,<br />

per questi motivi, un ruolo di primo piano.<br />

Internet ha rivoluzionato il modo di <strong>la</strong>vorare, di acquisire conoscenze e di<br />

comunicare, con implicazioni di grande portata a livello sociologico, poiché ha<br />

dissolto i tradizionali confini spazio-temporali, modificato le re<strong>la</strong>zioni, i linguaggi<br />

e il modo di comunicare. È, infatti, oggi uno dei mezzi di <strong>comunicazione</strong><br />

101


102<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

maggiormente utilizzati perché per <strong>la</strong> sua grande e semplice accessibilità facilita<br />

lo scambio di informazioni tra gli individui e l’acquisizione di conoscenza.<br />

Quali sono le potenzialità di questo strumento?<br />

Internet offre numerosi vantaggi quali:<br />

• l’interattività: l’utente non è più un ascoltatore passivo, ma fornisce il suo<br />

contributo nel processo di <strong>comunicazione</strong> attraverso l’attivazione di feedback<br />

di risposta ai messaggi e alle sollecitazioni che riceve, contribuendo a<br />

creare un senso e un contenuto al<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> stessa;<br />

• <strong>la</strong> personalizzazione: è possibile veico<strong>la</strong>re contenuti personalizzati per ciascun<br />

utente, in questo modo <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> sarà indirizzata a target mirati;<br />

• l’attivazione di un processo di acquisizione di informazioni di tipo Pull: il<br />

soggetto nel<strong>la</strong> fase del<strong>la</strong> navigazione entra a contatto solo con i messaggi a<br />

cui è interessato e può quindi operare una scelta e una selezione);<br />

• <strong>la</strong> capacità di sviluppare reti di conversazioni: ogni utente è allo stesso tempo<br />

fruitore e veicolo di informazione per gli altri utenti. Il vantaggio è che in questo<br />

modo viene a crearsi una comunità di utenti partecipata. Anche le organizzazione<br />

traggono benefici dal<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> interattiva poiché in questo<br />

modo possono dialogare più facilmente con i propri interlocutori.<br />

L’utilizzazione degli strumenti informatici ha, inoltre, anche il compito di facilitare<br />

e agevo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione <strong>delle</strong> notizie e <strong>delle</strong> informazioni, ponendo i vari rami<br />

dell’organizzazione in contatto tra loro e con l’esterno. Basti pensare a come attraverso<br />

<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> in rete, per mezzo di intranet, si siano ridotti i costi economici<br />

e di tempo per <strong>la</strong> diffusione di messaggi indirizzati ad un pubblico interno.<br />

Con intranet, le informazioni arrivano veloci e non sorge più <strong>la</strong> necessità di spostarsi<br />

fisicamente da un posto ad un altro poiché per riceverle bisogna so<strong>la</strong>mente<br />

possedere un terminale. Viene favorita in questo modo anche <strong>la</strong> dimensione umana<br />

del processo di <strong>comunicazione</strong>, poiché attraverso <strong>la</strong> rete (intranet, e-mail e<br />

newsletter) si costituisce una comunità virtuale, composta da persone reali, dove<br />

i flussi di <strong>comunicazione</strong> vengono agevo<strong>la</strong>ti e facilitati, con un conseguente<br />

miglioramento <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni interpersonali e dei processi di apprendimento.<br />

Un altro strumento di dialogo importante principalmente per le organizzazioni<br />

è il sito web, che negli ultimi anni è diventato uno dei principali strumenti di<br />

<strong>comunicazione</strong> utilizzati dalle amministrazioni. Se tenuto in costante aggiornamento<br />

può essere un’efficace fonte di informazioni sulle attività, i servizi e le<br />

novità che riguardano l’organizzazione e a cui possono accedere liberamente tutti<br />

gli utenti.


LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

I siti web <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni hanno l’obiettivo di fornire soprattutto<br />

informazione e servizi accessibili a tutti attraverso <strong>la</strong> rete. Un sito web, per<br />

poter esprimere appieno tutte le sue potenzialità e diventare uno dei canali più<br />

efficienti, deve avere precise caratteristiche: innanzitutto <strong>la</strong> facilità d’uso (<strong>la</strong><br />

navigazione sul sito deve essere intuitiva in maniera tale che anche gli utenti<br />

meno abituati all’uso del<strong>la</strong> tecnologia possono navigare senza incontrare troppe<br />

difficoltà), una grafica chiara, assicurare prestazioni veloci (i percorsi creati<br />

devono agevo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> rapidità <strong>delle</strong> prestazioni), l’adozione di un linguaggio adatto<br />

al mezzo (in questo caso è utilizzato lo stile web le cui caratteristiche sono:<br />

chiarezza, aggiornamento e sinteticità) e infine trasmettere agli utenti una sensazione<br />

di sicurezza e affidabilità (garantendo il rispetto del<strong>la</strong> privacy).<br />

Inserita in tale contesto, l’ICT ha il compito fondamentale di aumentare l’efficienza,<br />

l’efficacia e <strong>la</strong> qualità <strong>delle</strong> transazioni sia esterne che interne.<br />

L’evoluzione tecnologica in Italia<br />

Gli utenti di Internet sono aumentati negli ultimi anni in maniera consistente,<br />

allo stesso modo dei criteri di sicurezza nell’utilizzo <strong>delle</strong> tecnologie informatiche<br />

poste a tute<strong>la</strong> dell’accesso e dell’utilizzo dei dati personali, infatti a tale proposito<br />

sono stati stabiliti criteri validi che permettano agli utenti di utilizzare i<br />

servizi erogati in totale tranquillità.<br />

Se prima gli utenti che navigavano sui siti <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni lo<br />

facevano prevalentemente per scopi informativi, adesso è cresciuto il numero dei<br />

cittadini che si collega ai siti pubblici per scaricare moduli e accedere a procedure<br />

informatizzate che permettono un notevole risparmio di tempo e <strong>la</strong> velocizzazione<br />

<strong>delle</strong> procedure. Anche se i progressi sono stati notevoli, è ancora necessario che<br />

molte di queste procedure vengano implementate e si attuino maggiori investimenti<br />

nelle tecnologie, che permettono oltre al contenimento dei costi anche un<br />

maggiore grado di competitività e di efficienza dell’azione amministrativa.<br />

Secondo l’ultimo Rapporto dell’Osservatorio del<strong>la</strong> società dell’informazione<br />

pubblicato nel novembre 2005, i cittadini (sono circa 9,8 milioni gli utenti che<br />

hanno effettuato l’accesso ad Internet nel solo mese di giugno 2005) utilizzano<br />

Internet con sempre maggiore dimestichezza attraverso non solo il tradizionale<br />

pc, ma anche tramite il telefonino, il palmare, <strong>la</strong> televisione digitale, che fanno<br />

comprendere i passi da gigante compiuti dal progresso tecnologico. E questo<br />

dato è destinato a crescere. Internet sarà sempre più il modo facile ed immediato<br />

per ricevere informazioni in tempo reale.<br />

I siti pubblici secondo i dati tratti dall’Osservatorio hanno riscontrato un<br />

incremento di traffico (sono 11,6 milioni i cittadini che nel primo semestre 2006<br />

103


104<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

si sono collegati a siti del<strong>la</strong> p.a.) e le donne che vi accedono sono in continuo<br />

aumento.<br />

Le parole chiave del<strong>la</strong> società dell’informazione, sono diventate flessibilità e<br />

velocità.<br />

Secondo l’Osservatorio, il grado di sviluppo tecnologico ha <strong>la</strong> funzione di<br />

monitorare le dinamiche di cambiamento <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni, <strong>la</strong><br />

loro capacità competitiva nel fornire sempre maggiori servizi on line, <strong>la</strong> loro<br />

capacità di adeguamento e quindi il grado di efficienza.<br />

È importante, per poter valutare il grado di penetrazione del<strong>la</strong> tecnologia in un<br />

paese, comprendere anche come i cittadini si rivolgono nei confronti di essa e il<br />

loro grado di preparazione, in modo da poter effettuare una stima futura dei servizi<br />

che verranno richiesti e i futuri sviluppi.<br />

Al fine di accelerare il processo di assimi<strong>la</strong>zione <strong>delle</strong> nuove tecnologie nei<br />

paesi membri, <strong>la</strong> Commissione europea ha definito un piano di azione denominato<br />

eEurope, che fissa obiettivi comuni e che ha visto successive riformu<strong>la</strong>zioni.<br />

Nel<strong>la</strong> versione del 2002 gli obiettivi che si intendevano raggiungere prevedevano:<br />

• il miglioramento dei criteri di accesso, di sicurezza e di rapidità su Internet;<br />

• investimenti nel<strong>la</strong> formazione degli utenti (cittadini) e <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane;<br />

• <strong>la</strong> promozione, attraverso azioni di <strong>comunicazione</strong>, dell’utilizzo di Internet.<br />

Il successivo piano di azione riformu<strong>la</strong>to a tre anni dall’ultimo, eEurope 2005,<br />

dopo aver rilevato l’effettiva penetrazione di Internet nei vari paesi, ha previsto <strong>la</strong><br />

necessità di implementarne ulteriormente l’utilizzo, in modo che tutti ne potessero<br />

trarre i benefici come mezzo efficace ad accompagnare <strong>la</strong> crescita economica.<br />

Gli obiettivi proposti in questo caso sono stati:<br />

• l’accesso ad Internet in banda <strong>la</strong>rga;<br />

• un modello di sicurezza ICT;<br />

• servizi istituzionali interattivi;<br />

• un ambiente dinamico dove avviare uno sviluppo competitivo sul mercato;<br />

• nuove procedure di formazione on line (e-learning).<br />

L’obiettivo del piano è di realizzare l’e-government, intendendo con tale termine<br />

un processo che vede applicate le nuove tecnologie dell’informazione e del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong> alle relezioni esterne e interne del<strong>la</strong> pubblica amministrazione<br />

con lo scopo di rendere maggiormente fruibili i suoi servizi e di migliorare <strong>la</strong> sua<br />

stessa efficienza di governo.<br />

Oggi, volendo fare una stima del grado di sofisticazione dei servizi utilizzati<br />

dal<strong>la</strong> pubblica amministrazione (in media vengono presi a campione 20 servizi),<br />

ci troviamo davanti ad una c<strong>la</strong>ssificazione che prevede 4 livelli:


LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

• offerta di sole informazioni (25%);<br />

• possibilità di scaricare i moduli (dal 25% al 49%);<br />

• possibilità di presentare i moduli on line e autenticarli (dal 50% al 74%);<br />

• possibilità di evadere l’intera pratica (dal 75% al 100%).<br />

<strong>La</strong> percentuale finale viene calco<strong>la</strong>ta come <strong>la</strong> media <strong>delle</strong> percentuali di 20 servizi<br />

offerti dal<strong>la</strong> pubblica amministrazione per ogni paese.<br />

L’Italia fra i paesi dell’Ue risulta all’ottavo posto con 10 servizi su 20 totalmente<br />

disponibili su Internet (vedere tabel<strong>la</strong> 1).<br />

Tabel<strong>la</strong> 1<br />

Il livello di sofisticazione dei servizi ai cittadini disponibili on-line<br />

ottobre 2004 ottobre 2001 var % 2004/2001<br />

Imposte sul reddito 100% 100% –<br />

Ricerca del <strong>la</strong>voro 57% 100% -43%<br />

Assistenza e previdenza sociale 76% 56% 20%<br />

Documenti personali 50% 50% –<br />

Immatrico<strong>la</strong>zione auto 100% 50% –<br />

Concessione edilizia 15% 2% 13%<br />

Denunce al<strong>la</strong> polizia 100% 34% 66%<br />

Biblioteche pubbliche 100% 5% 95%<br />

Certificati di nascita e di matrimonio 24% 11% 13%<br />

Iscrizione al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> media superiore 78% 27% 51%<br />

Cambio indirizzo 22% 3% 19%<br />

Servizi sanitari 32% 4% 28%<br />

Fonte: Federcomin/ DIT – Osservatorio del<strong>la</strong> società dell’informazione<br />

E<strong>la</strong>borazione centro studi MIT<br />

Dopo un primo s<strong>la</strong>ncio iniziale le pubbliche amministrazioni sono risultate<br />

più caute nell’investimento di soluzioni di e-government, poiché partite dal<strong>la</strong><br />

consapevolezza di alcune carenze interne. Infatti per avere un front end efficace<br />

è necessario avere un back office preparato e capace di gestire le nuove tecnologie.<br />

Ritorna in questo frangente l’importanza del tema del<strong>la</strong> formazione indispensabile<br />

per creare personale in grado di affrontare le nuove sfide poste dal<strong>la</strong><br />

società dell’informazione.<br />

Una leggera discrepanza nell’utilizzo <strong>delle</strong> tecnologie si nota tra nord e sud<br />

dell’Italia, poiché mentre al nord il grado di fruibilità di servizi on line è molto<br />

alto, <strong>la</strong> percentuale al sud tende a diminuire a causa del<strong>la</strong> difficoltà di approccio<br />

ai sistemi informatici dato sia dal<strong>la</strong> scarsità di investimenti in ICT e in personale<br />

da formare, sia dal<strong>la</strong> difficoltà dei cittadini nell’approcciarsi al<strong>la</strong> tecnologia,<br />

poiché molte persone preferiscono il rapporto diretto con il personale di<br />

sportello.<br />

105


106<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

Eppure se non ci fermiamo esclusivamente a rilevare le differenze nell’utilizzo<br />

dei sistemi informatici da parte dei cittadini a livello territoriale, risulta cresciuto<br />

nel secondo semestre del 2005 il numero dei cittadini che si interfacciano on<br />

line con le amministrazioni e una percentuale del 38% rive<strong>la</strong> che gli utilizzatori<br />

dei siti del<strong>la</strong> p.a. sono donne. I siti più visitati sono quelli dei ministeri, del<strong>la</strong><br />

Comunità europea e <strong>delle</strong> amministrazioni locali, <strong>delle</strong> organizzazioni sindacali,<br />

dei principali enti pubblici, <strong>delle</strong> istituzioni politiche e il sito del<strong>la</strong> Gazzetta<br />

ufficiale per <strong>la</strong> consultazione dei bandi di concorso.<br />

Il processo di interazione dei cittadini si sta sviluppando per fasi progressive.<br />

Se ormai è consolidata <strong>la</strong> pratica di fruizione di Internet per <strong>la</strong> ricezione <strong>delle</strong><br />

informazioni, si sta sempre più consolidando <strong>la</strong> competenza a scaricare modulistica.<br />

Si assiste ad una progressiva familiarizzazione con Internet che si completerà<br />

quando il cittadino riuscirà ad interagire completamente attraverso l’evasione<br />

dell’intera pratica e l’accesso a tutti i servizi disponibili on line. È necessario<br />

che in questo caso <strong>la</strong> pubblica amministrazione, attraverso azioni di <strong>comunicazione</strong>,<br />

metta i cittadini a conoscenza di ciò che è attualmente disponibile e che<br />

informi, aggiorni e formi in modo da accelerare l’assimi<strong>la</strong>zione <strong>delle</strong> procedure<br />

informatiche.<br />

<strong>La</strong> maggior parte degli utilizzatori dei servizi su Internet è soddisfatto dell’offerta<br />

attuale, e cioè circa il 60,4% dei cittadini intervistati in tutt’Italia, mentre il<br />

48,7% degli intervistati è convinto che in futuro i cittadini si collegheranno sempre<br />

di più ai siti <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni. Questi dati rilevano quanto il<br />

ruolo dei servizi interattivi sia destinato a crescere e a modificare il rapporto tra<br />

cittadini e pubblica amministrazione.<br />

<strong>La</strong> scelta di fare e-government si intreccia con <strong>la</strong> necessità di snellire le procedure<br />

burocratiche e semplificarle attraverso l’immissione di tecnologia nei pubblici<br />

uffici, ma <strong>la</strong> vera sfida è rappresentata dal<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> di pratiche di <strong>la</strong>voro<br />

che si modificano, dal<strong>la</strong> necessità di maturare competenze tecniche, dal cambiamento<br />

del rapporto tra amministrazione e cittadino.<br />

È importante però che l’innovazione si diffonda a macchia d’olio nei circa<br />

8.000 comuni che compongono il nostro paese, che spesso devono fare i conti<br />

con bi<strong>la</strong>nci ristretti che consentono loro di affrontare solo le spese essenziali.<br />

Eppure è proprio questa condizione che rende ancora più indispensabile lo<br />

sviluppo dell’e-government che consentirebbe una razionalizzazione dei costi e<br />

prestazioni sempre più evolute. In questo modo si opererebbe un potenziamento<br />

<strong>delle</strong> capacità operative del<strong>la</strong> p.a. locale nell’ottica del federalismo.<br />

Sono nati a tale proposito i Centri regionali di competenza (CNR), previsti dal<br />

Codice dell’amministrazione digitale istituito dal d.lgs. n. 82 del 7 marzo 2005.<br />

Tali Centri hanno il compito di supportare le amministrazioni regionali e locali<br />

nell’affrontare le nuove sfide tecnologiche nell’ottica di una piena col<strong>la</strong>borazione


LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

in rete a livello territoriale e nazionale. I CRC sono presenti in tutte le regioni (tranne<br />

il Molise) e agiscono su tutto il territorio in maniera integrata e forniscono il<br />

grado di sviluppo dell’ICT nelle regioni del nostro paese. Il punto di raccordo dei<br />

Centri di competenza è individuato nel<strong>la</strong> Conferenza per le innovazioni tecnologiche.<br />

Le amministrazioni devono comunicare al<strong>la</strong> segreteria del<strong>la</strong> Conferenza le<br />

convenzioni già attivate e gli ostacoli che si frappongono al<strong>la</strong> loro adozione. Una<br />

volta raccolta <strong>la</strong> documentazione, <strong>la</strong> Conferenza ha il compito di offrire supporto<br />

e consulenza, mentre il Centro nazionale per l’informatica del<strong>la</strong> p.a. (CNIPA) fornisce<br />

su richiesta <strong>delle</strong> amministrazioni, assistenza tecnica. Il codice impone inoltre<br />

che siano resi pubblici i bandi di gara e tutti gli altri dati che non necessitano<br />

di un’autentificazione informatica, mentre in caso contrario bisogna disporre di<br />

una carta di identificazione informatica o di una carta nazionale dei servizi 9 .<br />

Il ruolo dell’ICT nei paesi dell’Unione Europea<br />

L’Italia non è l’unico paese ad aver avviato una fase di informatizzazione, poiché<br />

già da tempo anche negli altri paesi dell’Unione Europea il ruolo dell’ICT sta<br />

accompagnando il procedimento di revisione dei modelli e <strong>delle</strong> strutture organizzative<br />

all’interno <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni. Infatti, non si può pensare<br />

di introdurre innovazioni a livello di <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane in un contesto<br />

in cui l’efficienza non sia garantita dall’automazione <strong>delle</strong> attività.<br />

Dai dati forniti da una ricerca effettuata nel 2003 all’interno <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni europee 10 , si evince che quasi tutte le amministrazioni considerate,<br />

hanno avviato un processo di alfabetizzazione informatica, dotando i propri<br />

dipendenti di un personal computer per lo svolgimento <strong>delle</strong> mansioni <strong>la</strong>vorative.<br />

Se questo dato è rilevante e indica come ormai già da tempo <strong>la</strong> tecnologia<br />

accompagni e faciliti l’esecuzione dei compiti <strong>la</strong>vorativi, appare ancora troppo<br />

bassa <strong>la</strong> percentuale di dipendenti che hanno <strong>la</strong> possibilità di avere un collegamento<br />

rego<strong>la</strong>re ad Internet. Ciò è assai rilevante se si considera l’importanza del<strong>la</strong><br />

navigazione in rete ai fini di una maggiore rapidità ed efficienza di esecuzione<br />

dei compiti tale che dovrebbe essere garantita a tutti.<br />

Negli ultimi anni sono stati effettuati molti investimenti da parte <strong>delle</strong> amministrazioni<br />

a livello di dotazioni tecnologiche, al fine di facilitare l’erogazione di<br />

9 Disposizioni contenute nel<strong>la</strong> Direttiva del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nel<strong>la</strong> pubblica<br />

amministrazione “Per una Pubblica Amministrazione di qualità” del 19 dicembre 2006, emanata<br />

dal Ministro Luigi Nico<strong>la</strong>is.<br />

10 Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, ricerca su L’Uso attuale e tendenziale <strong>delle</strong> nuove tecnologie<br />

nel<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane nelle pubbliche amministrazioni dei Paesi dell’Unione<br />

Europea, (a cura di) Andrea Tab<strong>la</strong>dini, Giancarlo Capitani, Roberto Gatti, anno 2003.<br />

107


108<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

molti dei servizi, che se in precedenza i cittadini portavano a termine presso gli<br />

sportelli, adesso possono essere compiuti attraverso <strong>la</strong> rete.<br />

Un altro dato rilevante che viene evidenziato dal<strong>la</strong> ricerca riguarda <strong>la</strong> limitata<br />

diffusione dei certificati con <strong>la</strong> firma digitale. Questo strumento infatti risulta<br />

molto importante poiché conferisce valore legale ai documenti inviati tramite <strong>la</strong><br />

rete, facilitando lo snellimento e <strong>la</strong> velocizzazione <strong>delle</strong> procedure, dato che,<br />

come è ben noto, <strong>la</strong> produzione di documenti rappresenta una <strong>delle</strong> principali<br />

attività del<strong>la</strong> Pubblica amministrazione.<br />

Nonostante sia ancora avvertita <strong>la</strong> necessità di sviluppare ulteriormente e<br />

diffondere in maniera capil<strong>la</strong>re alcune procedure informatiche, il processo di<br />

innovazione tecnologica risulta, comunque, già avviato (Regno Unito, Francia,<br />

O<strong>la</strong>nda e Austria sono i paesi in cui i processi di digitalizzazione sono più permeanti).<br />

<strong>La</strong> necessità di integrare le attività amministrative utilizzando il supporto del<strong>la</strong><br />

tecnologia, deriva dal<strong>la</strong> volontà del<strong>la</strong> Commissione europea di ottenere che in<br />

ogni Stato si realizzi un progetto di e-government, che possa condurre all’obiettivo<br />

finale di ottenere un miglioramento <strong>delle</strong> prestazioni erogate ai cittadini. Questa<br />

prospettiva è stata evidenziata dal report dal titolo “e-government in Europe:<br />

the State of Affairs”, presentato dall’EIPA al<strong>la</strong> conferenza tenutasi a Como nel<br />

luglio 2003. Dal report si è rilevato che per ottenere dei risultati concreti in termini<br />

di efficacia <strong>delle</strong> prestazioni è necessario che le amministrazioni aumentino<br />

il loro grado di interazione tra loro attraverso <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> in rete e che<br />

anche i dipendenti siano orientati verso il performance management. E inoltre si<br />

è evidenziata <strong>la</strong> necessità <strong>delle</strong> amministrazioni di incoraggiare i propri dipendenti<br />

a sviluppare, attraverso percorsi formativi ad hoc, le competenze necessarie<br />

per l’utilizzo <strong>delle</strong> tecnologie.<br />

Uno tra i procedimenti maggiormente innovativi individuati e che potrebbe<br />

apportare significativi cambiamenti nei processi di <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane,<br />

riguarda <strong>la</strong> creazione di un database centrale, in cui dovranno essere inseriti tutti<br />

i dati attinenti al<strong>la</strong> vita <strong>la</strong>vorativa di ogni dipendente in modo da seguirne con<br />

precisione l’iter professionale (dal momento dell’assunzione del<strong>la</strong> mansione fino<br />

al<strong>la</strong> fase del pensionamento), rilevando il percorso di carriera che è stato compiuto,<br />

<strong>la</strong> formazione ricevuta e gli eventuali percorsi di mobilità. In tal maniera,<br />

si otterrebbe una visione integrata e completa dei percorsi di carriera e si attuerebbe<br />

una più corretta pianificazione <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane disponibili.<br />

Questa prospettiva risulta ancora in fase embrionale, dal momento che sono<br />

molti i paesi (Italia inclusa) che ancora non hanno adottato queste procedure.<br />

Appare chiaro come lo sviluppo tecnologico, di conseguenza, diventi un elemento<br />

di rilievo per <strong>la</strong> crescita del<strong>la</strong> motivazione e del<strong>la</strong> condivisione di obiettivi<br />

e prospettive nell’ambito del proprio contesto <strong>la</strong>vorativo.


LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

Il livello di progresso tecnologico di una nazione risulta fortemente legato a<br />

due fattori di rilievo riscontrabili da un <strong>la</strong>to nel<strong>la</strong> crescita economica e culturale<br />

e dall’altro nel grado di competitività a livello internazionale. Entrambi i fattori<br />

indicano l’indice di sviluppo di un paese.<br />

Nel corso degli ultimi anni si sono registrati segnali positivi e di ottimismo che<br />

hanno evidenziato <strong>la</strong> diffusione sempre più capil<strong>la</strong>re e il potenziamento degli<br />

strumenti tecnologici e <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione tra le nazioni si è rinnovata attraverso<br />

<strong>la</strong> stesura di piani d’azione comuni (il più recente è stato denominato eEurope<br />

2005 11 ) che hanno avuto come obiettivo l’incremento dell’utilizzo <strong>delle</strong> soluzioni<br />

tecnologiche nei contesti <strong>la</strong>vorativi statali e <strong>la</strong> possibilità di rafforzare lo scambio<br />

di informazioni e servizi tra gli Stati membri.<br />

<strong>La</strong> priorità del piano si concentra sul<strong>la</strong> necessità di portare a tutti i cittadini e<br />

alle imprese i benefici di Internet attraverso:<br />

• una possibilità di accesso e fruibilità al<strong>la</strong> rete continui;<br />

• l’implementazione di modelli che garantiscano <strong>la</strong> sicurezza del<strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione<br />

<strong>delle</strong> informazioni attraverso <strong>la</strong> rete;<br />

• sistemi governativi on-line interattivi (realizzando in tal modo una politica di<br />

e-government);<br />

• sistemi sviluppati di e-Health (sul<strong>la</strong> salute) ed e-Learning (formazione a<br />

distanza) efficienti.<br />

Si tenterà attraverso queste soluzioni di far penetrare <strong>la</strong> cultura tecnologica<br />

nelle tre realtà che sono al<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> crescita economica di un paese quali:<br />

imprese, cittadini e istituzioni, in modo che <strong>la</strong> tecnologia venga considerata<br />

non più come un costo, ma come leva essenziale per <strong>la</strong> crescita e lo sviluppo<br />

<strong>delle</strong> nazioni, favorendo quel processo di conversione al<strong>la</strong> digitalizzazione<br />

che ha ancora il potere di dividere e differenziare le diverse realtà e i paesi<br />

tra loro.<br />

L’Europa del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

Con l’avvento del processo di globalizzazione, che ha portato al<strong>la</strong> nascita di<br />

una nuova cultura comunitaria e condivisa tra i paesi dell’Unione Europea, si è<br />

intensificato lo scambio di esperienze e di know-how (conoscenza) tra le nazioni,<br />

anche su temi di interesse del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica. Al fine di potenziare<br />

<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione tra gli Stati, quattro Associazioni di <strong>comunicazione</strong> pubblica<br />

(Italia, Spagna, Belgio e Francia) hanno stabilito un protocollo di coopera-<br />

11 Disponibile su sito web www. innovazione.gov.it<br />

109


110<br />

LA SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO E L’ICT<br />

zione con lo scopo di favorire gli scambi, le esperienze, le riflessioni sul<strong>la</strong> deontologia<br />

professionale tra loro e tutte le Associazioni di <strong>comunicazione</strong> pubblica<br />

europea interessate all’iniziativa.<br />

Le Associazioni (che si sono incontrate durante il Salone Europeo del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

pubblica e dei servizi al cittadino e alle imprese – COM-PA), hanno<br />

deciso di rafforzare <strong>la</strong> loro cooperazione impegnandosi a definire i punti di vista<br />

comuni sul<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> e a favorire gli incontri tra le Associazioni<br />

che abbiano come terreno di scambio contenuti sulle iniziative, le riforme<br />

<strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni e <strong>la</strong> professione dei comunicatori pubblici (con<br />

funzioni di indirizzo e controllo).<br />

A tal fine è stata, infatti, redatta <strong>la</strong> Carta di Bologna, che costituisce il protocollo<br />

di cooperazione tra le Associazioni, sottoscritta in occasione del COM-<br />

PA (5 novembre 2004). Il documento ribadisce <strong>la</strong> necessità di una cooperazione<br />

tra le associazioni di <strong>comunicazione</strong> pubblica europee allo scopo di creare<br />

maggiori possibilità di confronto sui temi comuni e favorire lo scambio di<br />

esperienze.<br />

Secondo <strong>la</strong> Carta, infatti: “<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica e <strong>istituzionale</strong> è progressivamente<br />

riconosciuta come un dovere che risponde al diritto dei cittadini<br />

all’informazione e al dibattito pubblico. È essenziale al<strong>la</strong> trasformazione e al<strong>la</strong><br />

modernizzazione <strong>delle</strong> istituzioni pubbliche, <strong>delle</strong> amministrazioni e all’esercizio<br />

del<strong>la</strong> democrazia”.<br />

<strong>La</strong> missione individuata dal comitato permanente si è concretizzata attraverso<br />

<strong>la</strong> costituzione di una federazione di tutte le Associazioni dell’Unione Europea<br />

(FEACP) creata con il compito di rafforzare <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione e stabilire indirizzi<br />

e azioni comuni 12 , attraverso i quali favorire <strong>la</strong> migliore funzionalità <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni.<br />

<strong>La</strong> FEACP si propone, infatti, di rappresentare le Associazioni di <strong>comunicazione</strong><br />

pubblica europee con l’obiettivo di rafforzare <strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

e valorizzare <strong>la</strong> professionalità e il ruolo dei comunicatori pubblici.<br />

12 Protocollo di cooperazione tra le Associazioni di “Comunicazione Pubblica” dell’Unione Europea,<br />

5 novembre 2004, Bologna.


CAPITOLO 6<br />

IL RUOLO<br />

DELLA DIREZIONE<br />

RISORSE UMANE<br />

111


Il ruolo del<strong>la</strong> Direzione<br />

<strong>risorse</strong> umane<br />

di Germana Pitro<strong>la</strong><br />

Nel periodo antecedente alle riforme, i cittadini percepivano <strong>la</strong> Pubblica amministrazione<br />

come una struttura rigida e accentratrice, governata da un sistema normativo<br />

che <strong>la</strong>sciava poco spazio al<strong>la</strong> libertà d’iniziativa e molto al<strong>la</strong> consuetudine.<br />

Con i cambiamenti intercorsi, che hanno introdotto un modello di organizzazione<br />

che trae esempio ed impulso dal settore privato e una politica di decentramento<br />

di funzioni a livello locale, sono state attivate nuove modalità di <strong>gestione</strong><br />

dell’apparato amministrativo. Di conseguenza, anche i processi che rego<strong>la</strong>no gli<br />

equilibri organizzativi quali, ad esempio, <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> del personale e gli interventi<br />

di razionalizzazione <strong>delle</strong> strutture e degli organici (determinati, peraltro,<br />

anche dal<strong>la</strong> diminuzione del numero degli enti pubblici in ragione di una politica<br />

di accorpamento e dall’attivazione di processi di mobilità) hanno subito<br />

importanti modifiche. <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong>, che in questo contesto ha ottenuto <strong>la</strong><br />

sua legittimazione, acquisisce di conseguenza <strong>la</strong> funzione di guida per l’amministrazione<br />

con il compito di condur<strong>la</strong> verso lo sviluppo di metodologie rivolte<br />

al<strong>la</strong> pianificazione <strong>delle</strong> attività e al<strong>la</strong> definizione dei ruoli e <strong>delle</strong> posizioni<br />

interne all’ente.<br />

<strong>La</strong> difficoltà, tuttavia, ad utilizzare potenzialità e vantaggi del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>,<br />

ha portato all’attenzione di tutti <strong>la</strong> necessità di avvalersi di personale specializzato<br />

e di strutture dedicate.<br />

Se in passato tali attività erano <strong>la</strong>sciate all’improvvisazione del personale interno<br />

(dirigenti e dipendenti), che acquisivano competenze e conoscenze attraverso<br />

l’esperienza sul campo, oggi <strong>la</strong> situazione appare differente. Le attività di <strong>comunicazione</strong><br />

interna all’amministrazione, svolte nell’ambito del<strong>la</strong> Direzione del personale,<br />

consentono di definirne un ruolo strategico all’interno dello stesso ente.<br />

I compiti del<strong>la</strong> Direzione, rivolti quasi esclusivamente al<strong>la</strong> cura dei profili<br />

amministrativi e contabili del rapporto di <strong>la</strong>voro, con <strong>la</strong> nuova riorganizzazione<br />

si estendono e <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> inizia a essere vista sempre più come valore<br />

aggiunto e come utile strumento di governo e <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane.<br />

Fino a pochi anni fa, l’operato del<strong>la</strong> Direzione del personale era strettamente<br />

vinco<strong>la</strong>to al rigido rispetto <strong>delle</strong> normative e dei contratti collettivi di <strong>la</strong>voro.<br />

113


114<br />

IL RUOLO DELLA DIREZIONE RISORSE UMANE<br />

Con il decentramento amministrativo e i nuovi contratti di <strong>la</strong>voro, le Direzioni<br />

hanno ottenuto una maggiore autonomia e hanno iniziato ad adottare <strong>delle</strong> procedure<br />

meno standardizzate, basate su criteri di flessibilità e di personalizzazione<br />

dei metodi. L’attenzione si è così focalizzata su aspetti che precedentemente<br />

erano stati trascurati, quali:<br />

• l’intensificazione dello scambio di esperienze tra organizzazioni private e<br />

pubbliche;<br />

• l’introduzione di forme di <strong>la</strong>voro flessibile e di una maggiore mobilità dei<br />

dipendenti e dei dirigenti (a livello nazionale e internazionale);<br />

• l’introduzione di strumenti di valutazione dei risultati ottenuti, capaci di<br />

determinare l’entità dei cambiamenti.<br />

Queste trasformazioni hanno prodotto un cambiamento di mentalità degli operatori<br />

pubblici che hanno compreso che un aumento del<strong>la</strong> disponibilità e dell’interesse<br />

da parte di chi presidia <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> del personale, dà luogo a risultati positivi,<br />

in termini di miglioramento dei rapporti interpersonali e del<strong>la</strong> salute dell’organizzazione.<br />

Il ruolo del<strong>la</strong> Direzione del personale nel settore privato<br />

e nel settore pubblico: un confronto<br />

Con il processo di privatizzazione, <strong>la</strong> pubblica amministrazione, ha mutuato<br />

dal<strong>la</strong> realtà organizzativa privata, elementi di <strong>gestione</strong> e organizzazione che hanno<br />

apportato notevoli miglioramenti al tradizionale modo di fare amministrazione<br />

pubblica.<br />

<strong>La</strong> Direzione <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane è stato uno dei settori che hanno beneficiato<br />

maggiormente di queste trasformazioni basate principalmente sull’acquisizione<br />

di nuove conoscenze sul modo di governare le <strong>risorse</strong> umane presenti<br />

nell’organizzazione e che ha avuto come conseguenza un miglioramento del<br />

clima, del<strong>la</strong> motivazione e del sentimento di appartenenza dei dipendenti<br />

all’amministrazione. Inoltre con l’aumento <strong>delle</strong> funzioni attribuite alle Direzioni<br />

sono aumentate anche le responsabilità introdotte dal nuovo processo di<br />

riorganizzazione aziendale.<br />

Anche <strong>la</strong> Direzione del personale in ambito privato ha subito nel corso degli<br />

ultimi anni <strong>delle</strong> trasformazioni che gli hanno conferito maggiore autonomia e<br />

nuovi strumenti utili al<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> del personale.<br />

Entrambe le Direzioni (sia pubbliche che private), come si può notare, si muovono<br />

seguendo percorsi simili e adottando per quanto sia possibile, data <strong>la</strong> differenza<br />

degli ambiti di interesse e dei pubblici di riferimento, le stesse procedure.


IL RUOLO DELLA DIREZIONE RISORSE UMANE<br />

Le tre le tappe fondamentali che hanno contrassegnato l’evoluzione del<strong>la</strong><br />

Direzione del personale:<br />

• al momento del<strong>la</strong> sua istituzione all’interno dell’organizzazione, <strong>la</strong> Direzione<br />

esercitava prevalentemente funzioni di amministrazione del personale.<br />

I suoi compiti riguardavano in partico<strong>la</strong>r modo: <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong><br />

presenze e <strong>delle</strong> retribuzioni (calcolo dell’erogazione degli stipendi,<br />

attuazione degli adempimenti fiscali e assicurativi), <strong>la</strong> disciplina e <strong>la</strong> risoluzione<br />

dei rapporto di <strong>la</strong>voro, <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> controversie e l’erogazione<br />

dei servizi ai dipendenti 1 . Le funzioni esercitate erano rigidamente<br />

gerarchizzate e soggette ai vincoli imposti dalle normative in vigore;<br />

• con il passare del tempo, <strong>la</strong> Direzione del personale ha acquisito funzioni<br />

che l’hanno resa molto più recettiva agli stimoli provenienti dall’esterno –<br />

da parte di dipendenti, cittadini, sindacati – (si iniziano, infatti, a delineare<br />

nuovi metodi di reclutamento e selezione del personale e vengono<br />

intensificati i rapporti con i sindacati). <strong>La</strong> funzione esercitata dall’organismo<br />

si qualifica, pertanto, come promozione del personale. Assumono partico<strong>la</strong>re<br />

rilevanza i processi di selezione del personale che si focalizzano<br />

adesso anche sull’analisi del<strong>la</strong> motivazione e <strong>delle</strong> attitudini dei candidati<br />

(rilevati con l’utilizzo di test psico-attitudinali e colloqui) e sull’utilizzo<br />

del<strong>la</strong> formazione 2 come strumento di apprendimento di nuove competenze<br />

indirizzate, all’interno del contesto <strong>la</strong>vorativo, sia al gruppo dirigente<br />

che ai dipendenti. <strong>La</strong> direzione del personale conquista maggiore autonoma<br />

e si rapporta con le altre tradizionali funzioni come struttura capace di<br />

governare il mercato del <strong>la</strong>voro interno;<br />

• allo stato attuale i compiti <strong>delle</strong> Direzioni sono indirizzati verso lo sviluppo<br />

e <strong>la</strong> valorizzazione strategica del personale. <strong>La</strong> Direzione ha assunto<br />

un ruolo centrale nell’organizzazione, poiché concorre a pianificare<br />

strategicamente le scelte che dovrà affrontare l’azienda (che riguardano<br />

principalmente <strong>la</strong> selezione e <strong>la</strong> collocazione del personale) contribuendo<br />

in misura rilevante al<strong>la</strong> costruzione dell’immagine aziendale al suo<br />

interno. Sono state poste in questo modo, le basi per <strong>la</strong> creazione di un<br />

1 Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, Le Direzioni del Personale <strong>delle</strong> amministrazioni Centrali<br />

dello Stato, ricerca a cura dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne, maggio 2002.<br />

2 Per formazione non si deve intendere so<strong>la</strong>mente il processo di addestramento e riqualificazione<br />

del personale, ma quel processo di sviluppo organizzativo che agisce all’interno dell’organizzazione<br />

e che mira all’accrescimento <strong>delle</strong> competenze piuttosto che al trasferimento di specifiche<br />

conoscenze. <strong>La</strong> differenza risiede nel fatto che mentre i corsi di qualificazione professionale spesso<br />

sono svolti da scuole di formazione esterne, in quest’ultimo caso sono esercitati da personale<br />

interno all’organizzazione o dal gruppo dirigente.<br />

115


116<br />

IL RUOLO DELLA DIREZIONE RISORSE UMANE<br />

stretto raccordo tra scelte strategiche aziendali e potenzialità <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong><br />

umane. L’organizzazione, in questo modo, viene ad essere guidata da<br />

un sistema integrato di sinergie che si muovono in direzione di una valorizzazione<br />

del potenziale inespresso.<br />

Tra le due Direzioni, del settore privato e di quello pubblico, si riscontrano forti<br />

simi<strong>la</strong>rità, riguardanti soprattutto i vari stadi evolutivi, poiché entrambe le<br />

realtà hanno attraversato una fase di passaggio che le ha viste trasformarsi da<br />

direzioni rigide e poco autonome, a perno <strong>delle</strong> attività che si svolgono all’interno<br />

dell’organizzazione e motori di ricerca del potenziale esterno ed interno.<br />

Uno dei punti di difformità, invece, riguarda l’ambito di interesse: le pubbliche<br />

amministrazioni si trovano ad operare in un settore non governato dalle regole<br />

del mercato (come accade nel privato) basato sul<strong>la</strong> competizione e sul<strong>la</strong> libera<br />

concorrenza, ma devono avere come fine ultimo del<strong>la</strong> loro azione il raggiungimento<br />

del bene pubblico, pertanto devono focalizzarsi sull’erogazione di servizi<br />

di qualità per il soddisfacimento dei bisogni del cittadino.<br />

Inoltre, pur con tutta l’autonomia che <strong>la</strong> Direzione del personale in ambito<br />

pubblico è riuscita ad ottenere in questi anni, non bisogna dimenticare che operare<br />

nel settore pubblico significa essere soggetti alle rego<strong>la</strong>mentazioni normative,<br />

alle pressioni dello Stato e <strong>delle</strong> procedure burocratiche, poiché anche se<br />

sono stati avviati processi di snellimento e semplificazione <strong>delle</strong> procedure,<br />

rimane pur sempre un preciso apparato di regole che devono essere rispettate.<br />

Il Bi<strong>la</strong>ncio sociale<br />

<strong>La</strong> legge 241/90 3 , che ha avuto l’importante compito di introdurre il diritto<br />

dei cittadini all’accesso e al<strong>la</strong> trasparenza degli atti emanati dalle amministrazioni,<br />

è stata da sempre considerata <strong>la</strong> risposta al<strong>la</strong> richiesta di questi ultimi di<br />

partecipare attivamente alle decisioni e alle azioni <strong>delle</strong> organizzazioni.<br />

Questa necessità che trova fondamento nel<strong>la</strong> possibilità di effettuare, per <strong>la</strong><br />

prima volta, un controllo sugli atti e sulle procedure amministrative e di veder<br />

tradotti in pratica i principi di trasparenza e partecipazione rientra a pieno titolo<br />

tra i maggiori riconoscimenti ottenuti dal cittadino, nel corso di questi ultimi<br />

3 Si ricorda che <strong>la</strong> legge 241/90 è stata modificata ed integrata con <strong>la</strong> legge 11 febbraio 2005 n. 15,<br />

nel<strong>la</strong> quale – tra l’altro – il diritto di accesso viene elevato a vero e proprio “principio generale”<br />

cui deve essere uniformato l’intero operato del<strong>la</strong> p.a.


IL RUOLO DELLA DIREZIONE RISORSE UMANE<br />

anni di riforme. <strong>La</strong> sua attuazione, indirizza, infatti le istituzioni verso <strong>la</strong> consapevolezza<br />

che <strong>la</strong> governance si realizzi so<strong>la</strong>mente attraverso una partecipazione<br />

attiva e consapevole.<br />

Per rispondere alle esigenze riscontrate dai cittadini e in maniera sempre più<br />

puntuale ed efficace agli obiettivi tracciati dalle amministrazioni, le istituzioni<br />

hanno individuato un nuovo strumento: il Bi<strong>la</strong>ncio sociale, che deriva dal mondo<br />

del privato, come elemento aggiuntivo del bi<strong>la</strong>ncio economico e si colloca<br />

come strumento di controllo sociale.<br />

Nelle imprese private, come si può intuire, l’attenzione verso questo strumento,<br />

non si focalizza sull’interesse pubblico o “sui criteri di responsabilità sociale,<br />

in cui valeva il principio smithiano del<strong>la</strong> mano invisibile per cui facendo bene il<br />

proprio mestiere l’imprenditore contribuiva al benessere collettivo”, ma poggia<br />

su una logica basata sull’innalzamento del livello dell’immagine aziendale e del<strong>la</strong><br />

credibilità verso l’esterno.<br />

In ambito pubblico, il Bi<strong>la</strong>ncio sociale si afferma, invece, con finalità pubbliche<br />

e con l’intento di diventare una funzione di sviluppo del benessere collettivo.<br />

Attraverso il Bi<strong>la</strong>ncio sociale le pubbliche amministrazioni inaugurano<br />

l’apertura di un dialogo e di un confronto con i cittadini e istituiscono una<br />

nuova mission: garantire l’erogazione di servizi efficienti e efficaci dimostrando<br />

che l’esistenza <strong>delle</strong> amministrazioni non nasce esclusivamente come conseguenza<br />

del<strong>la</strong> volontà del sistema politico e del sistema normativo come forma<br />

di esercizio del potere, ma deriva dal consenso pubblico. Attraverso una<br />

costante rendicontazione <strong>delle</strong> proprie azioni e <strong>delle</strong> proprie attività, inoltre,<br />

le pubbliche amministrazioni hanno il vantaggio di poter attivare una fase di<br />

monitoraggio dei risultati ottenuti e di risposta alle istanze sollevate dai propri<br />

interlocutori.<br />

Il Bi<strong>la</strong>ncio sociale si inserisce, dunque, in quel<strong>la</strong> fase di progettazione, programmazione<br />

e pianificazione, che produce una chiara proiezione <strong>delle</strong> azioni,<br />

<strong>delle</strong> finalità che verranno realizzate o che sono in corso di realizzazione all’interno<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni. Questo documento risulta, inoltre, di grande utilità<br />

anche all’interno dell’amministrazione stessa che se ne serve per aumentare <strong>la</strong><br />

partecipazione dei dipendenti alle azioni poste in essere dall’organizzazione<br />

attraverso <strong>la</strong> capil<strong>la</strong>re diffusione in rete del documento.<br />

Il Bi<strong>la</strong>ncio sociale 4 rappresenta un nuovo modo di comunicare le scelte fatte<br />

e le <strong>risorse</strong> impiegate per realizzare i piani previsti, in rispondenza ad un progetto<br />

di rivalutazione del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> come strumento che<br />

4 Per maggiori approfondimenti consultare il volume I manuali di Cantieri, Dipartimento del<strong>la</strong><br />

Funzione Pubblica, “Il Bi<strong>la</strong>ncio sociale nelle amministrazioni pubbliche” (a cura di) Angelo Danese,<br />

aprile 2004.<br />

117


118<br />

IL RUOLO DELLA DIREZIONE RISORSE UMANE<br />

incide in misura rilevante sul<strong>la</strong> percezione, da parte del cittadino, del livello<br />

dei servizi resi 5 .<br />

Dal customer re<strong>la</strong>tionship management al citizens<br />

re<strong>la</strong>tionship management<br />

I cittadini sono il cuore del<strong>la</strong> democrazia. Questa affermazione costituisce <strong>la</strong><br />

frase iniziale con cui si apre il rapporto sul servizio del Management pubblico<br />

dei paesi dell’OECD (Organizzazione per <strong>la</strong> cooperazione e lo sviluppo economico)<br />

di cui fa parte anche l’Italia. Secondo il documento, il concetto di democrazia,<br />

come sistema di governo, si fonda sul consenso dei cittadini che lo esercitano<br />

attraverso elezioni libere e assemblee rappresentative.<br />

Sono i cittadini, dunque, a legittimare il sistema <strong>istituzionale</strong> di un paese. Le<br />

istituzioni negli ultimi anni hanno riconosciuto <strong>la</strong> centralità del ruolo del cittadino<br />

nel duplice ruolo di colui che da un <strong>la</strong>to ha potere di legittimazione e, dall’altro,<br />

di essere interlocutore privilegiato <strong>delle</strong> amministrazioni.<br />

<strong>La</strong> necessità di realizzare processi inclusivi dei cittadini nel<strong>la</strong> sfera dell’azione<br />

pubblica diventa in questo modo il principale dovere/compito <strong>delle</strong> istituzioni.<br />

Si rilevano nuove esigenze che fondano <strong>la</strong> loro esistenza sul concetto di democrazia<br />

come luogo in cui vengono esercitati valori fondamentali quali: trasparenza,<br />

responsabilità e partecipazione. I cittadini, dal canto loro, hanno dimostrato<br />

di poter e saper partecipare attivamente al governo del<strong>la</strong> “cosa pubblica”, valorizzando<br />

le opportunità loro offerte dall’informazione (che in tale ottica costituisce<br />

<strong>la</strong> pre-condizione per una partecipazione attiva), riuscendo in tal modo a<br />

dare voce alle loro richieste e offrendo un contributo attivo allo sviluppo del<strong>la</strong><br />

sfera pubblica.<br />

Lo sviluppo del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra cittadini e istituzioni, vista in tale ottica, si<br />

muove lungo direttive tra loro complementari e interdipendenti che sono: informazione,<br />

consu<strong>la</strong>tazione e partecipazione attiva 6 .<br />

5 Intervento del Ministro del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, On. Mario Baccini, Human governance: per una<br />

cultura del<strong>la</strong> p.a., Bruxelles, 3 marzo 2005.<br />

6 Citizens as Partner: Information, Consultation and Public Participation in Policy-Making, OECD<br />

2001.


IL RUOLO DELLA DIREZIONE RISORSE UMANE<br />

L’informazione è il primo gradino del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione. Le amministrazioni<br />

creano le informazioni e le diffondono ai cittadini, che acquisiscono il ruolo<br />

di soggetti attivi del rapporto. Infatti, <strong>la</strong> funzione passiva dell’informazione<br />

costituita dal libero accesso, si trasforma in partecipazione attiva dato che<br />

sono i cittadini stessi a richiedere maggiore informazione e il governo è<br />

pronto a mettere in atto misure per agevo<strong>la</strong>re una più puntuale diffusione.<br />

Esempio: lo Stato oltre a garantire il pubblico accesso ai documenti e agli<br />

atti amministrativi e <strong>la</strong> pubblicità dei concorsi attraverso le Gazzette Ufficiali,<br />

comunica le attività amministrative realizzando i siti web istituzionali.<br />

<strong>La</strong> consultazione costituisce il secondo gradino. I cittadini attivano un<br />

feedback con le istituzioni. Il governo stabilisce i valori per <strong>la</strong> consultazione,<br />

le priorità dell’attività amministrativa e le strategie, mentre i cittadini<br />

sono invitati a contribuire a queste attività attraverso le loro opinioni e<br />

punti di vista.<br />

<strong>La</strong> partecipazione attiva è l’ultimo gradino del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione. I cittadini partecipano<br />

attivamente nel<strong>la</strong> definizione e nei contenuti all’attività amministrativa,<br />

sono propositivi e aperti al dialogo anche se le decisioni definitive<br />

spettano alle istituzioni.<br />

Queste considerazioni ci aiutano a capire come una pubblica amministrazione<br />

che voglia essere competitiva e funzionare in maniera efficiente, deve oggi rivolgere<br />

<strong>la</strong> sua attenzione soprattutto al potenziamento del rapporto con i propri<br />

interlocutori, senza dimenticare, però, di erogare servizi competitivi e di qualità.<br />

Per raggiungere un obiettivo tanto ambizioso, le istituzioni si sono ispirate al<br />

concetto di fidelizzazione del cliente nel<strong>la</strong> definizione di questo nuovo tipo di<br />

re<strong>la</strong>zione. Nel<strong>la</strong> determinazione di strumenti e strategie adeguati a ottenere risultati<br />

di successo ci viene nuovamente in aiuto il mondo del privato che già da<br />

alcuni anni ha sperimentato, con esito positivo, soluzioni di CRM (Customer<br />

Re<strong>la</strong>tionship Management).<br />

Il CRM è una strategia di business che basa <strong>la</strong> sua azione sull’orientamento al<br />

cliente per avere successo 7 .<br />

Le aree su cui si focalizza il CRM sono sostanzialmente tre:<br />

• <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione con il cliente che si ottiene facendo leva sull’uso di<br />

una strategia basata sul<strong>la</strong> multicanalità integrata, ovvero <strong>la</strong> compresenza di<br />

7 T. Schael, Tendenze del CRM in Italia, VoiceCom News, n. 6 gennaio 2005.<br />

119


120<br />

IL RUOLO DELLA DIREZIONE RISORSE UMANE<br />

più canali di <strong>comunicazione</strong> che creino contatto diretto con il cliente quali:<br />

sportelli, call center, Internet, e-mail, posta tradizionale, chioschi (i cosiddetti<br />

contact center);<br />

• <strong>la</strong> strategica <strong>gestione</strong> dei processi commerciali e del<strong>la</strong> forza vendita;<br />

• l’utilizzazione di strategie di marketing.<br />

Il CRM in ambito pubblico si trasforma in Citiziens Re<strong>la</strong>tionship Management<br />

dal momento che l’ambito di interesse è differente rispetto al privato (nel caso specifico<br />

<strong>la</strong> sfera pubblica, per cui gli interlocutori privilegiati diventano i cittadini).<br />

Nel CRM, ciò che accomuna pubblico e privato è l’attenzione posta al<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione<br />

che precede il momento dell’erogazione del servizio, in un’ottica di<br />

miglioramento, di personalizzazione e di soddisfazione <strong>delle</strong> aspettative del<br />

cliente. Le finalità sono invece differenti: prettamente economiche e orientate al<br />

profitto per il privato, e istituzionali per il pubblico.<br />

Stesse le sfide <strong>delle</strong> aziende private: razionalizzazione dei costi, aumento del<strong>la</strong><br />

produttività, accrescimento del<strong>la</strong> soddisfazione dell’utente, miglioramento del<strong>la</strong><br />

qualità dei servizi, accesso continuo e puntuale alle informazioni, <strong>gestione</strong> e sviluppo<br />

<strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane. Infatti a tal proposito è importante considerare l’attenzione<br />

rivolta anche al<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> interne all’organizzazione.<br />

Perché una strategia risulti vincente è infatti necessario puntare sulle <strong>risorse</strong><br />

aziendali per ottenere il miglioramento del rapporto con i cittadini. Le <strong>risorse</strong><br />

umane sono le prime interlocutrici con cui si interfacciano i clienti <strong>delle</strong> pubbliche<br />

amministrazioni. È necessario quindi a tal proposito adeguare <strong>la</strong> preparazione<br />

del personale alle richieste che possono pervenire dal cittadino attraverso<br />

azioni di formazione.<br />

Un’amministrazione che voglia orientarsi al cittadino può trovare nelle soluzioni<br />

improntate al CRM una risposta ai problemi di <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane,<br />

di scelta <strong>delle</strong> tecnologie da utilizzare e dell’attivazione di soluzioni di monitoraggio<br />

per <strong>la</strong> valutazione <strong>delle</strong> performance ottenute.<br />

L’orientamento al cittadino nell’ottica di un’amministrazione “amica”, che lo<br />

accompagna verso <strong>la</strong> soddisfazione dei suoi bisogni, ha portato inoltre al<strong>la</strong> nascita<br />

del concetto di amministrazione intelligente, <strong>la</strong> cosiddetta i-admnistration. <strong>La</strong> pubblica<br />

amministrazione attraverso i suoi canali (telematici, uffici e contact center) si<br />

assume il compito di fornire le risposte più adeguate alle richieste formu<strong>la</strong>te.<br />

Possiamo individuare alcune caratteristiche e i vantaggi di una i-administration:<br />

• i servizi versus procedimenti (i servizi rivolti al cittadino diventano il reale<br />

scopo dell’attività amministrativa);<br />

• <strong>la</strong> personalizzazione (i servizi sono creati in rispondenza alle esigenze di target<br />

ben definiti);


IL RUOLO DELLA DIREZIONE RISORSE UMANE<br />

• <strong>la</strong> proattività (partecipazione attiva del cittadino);<br />

• l’integrazione dei sistemi di informazione (utilizzo di più sistemi di informazione<br />

tra loro integrati);<br />

• <strong>la</strong> multicanalità (scelta di più canali di <strong>comunicazione</strong> per essere più vicini al<br />

cliente e per avere maggiori possibilità di raggiungerlo in modi diversi);<br />

• l’interoperabilità tra le amministrazioni (creazione di un clima di col<strong>la</strong>borazione<br />

tra le varie amministrazioni);<br />

• <strong>la</strong> qualità ed eccellenza (ricerca di servizi sempre più competitivi e di qualità);<br />

• l’orientamento totale al cittadino (il cittadino acquista finalmente un ruolo<br />

centrale nell’amministrazione verso cui si indirizza <strong>la</strong> sua attività);<br />

• il cambiamento di cultura <strong>delle</strong> organizzazioni pubbliche (si respira una nuova<br />

cultura fatta di valori condivisi e creati all’interno del<strong>la</strong> stessa organizzazione);<br />

• <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione tra settore pubblico e privato (ricerca di un punto di unione<br />

tra realtà pubblica e privata nel<strong>la</strong> scelta e valutazione di strategie di successo).<br />

Non dimentichiamo, infine, che sia <strong>la</strong> i-administration che il CRM fanno <strong>la</strong>rgo<br />

uso dell’ICT, poiché molte azioni su cui si basano entrambi i processi si fondano<br />

proprio sull’uso degli strumenti tecnologici (oggi ad esempio è possibile prenotare<br />

alcuni servizi pubblici attraverso gli sms o ricevere informazioni in tempo<br />

reale tramite Internet e intranet).<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> e i comunicatori<br />

Il paradosso del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> consiste nelle difficoltà, a volte riscontrata,<br />

di riuscire a fare da mediatrice nei contatti tra le persone e nel creare validi presupposti<br />

per <strong>la</strong> nascita di una interazione in cui vengano messi in risalto gli<br />

aspetti umani e di re<strong>la</strong>zione.<br />

L’aspetto informativo del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong>, che si sviluppa attraverso <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione<br />

<strong>delle</strong> notizie sembra, invece, non risentire del problema, a causa del<br />

fenomeno sempre più frequente del<strong>la</strong> sovrapproduzione di informazioni.<br />

L’eccedenza di informazione ha fatto sì che venissero ce<strong>la</strong>ti sotto una indistinta<br />

massa di notizie temi di grande rilievo e importanza, tra<strong>la</strong>sciati in funzione<br />

di annunci più immediati, e che si sviluppasse l’aspetto divulgativo del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong>.<br />

Proprio in considerazione del<strong>la</strong> spersonalizzazione del<strong>la</strong> funzione di <strong>comunicazione</strong><br />

e dei rapporti di re<strong>la</strong>zione sociale, ci sembra importante sottolineare<br />

l’apporto <strong>delle</strong> persone che sono chiamate a riequilibrare il rapporto tra informazione<br />

e <strong>comunicazione</strong>: i comunicatori pubblici.<br />

121


122<br />

IL RUOLO DELLA DIREZIONE RISORSE UMANE<br />

Creare i presupposti per ridurre le barriere tra le persone e metterle in re<strong>la</strong>zione<br />

tra loro, stabilire l’agenda setting (il grado di importanza e l’ordine secondo<br />

cui devono essere trattate le varie notizie di interesse pubblico, in considerazione<br />

del fatto che l’ordine di importanza dato ai problemi dai media non è lo stesso<br />

per le istituzioni o per i cittadini 8 ), contribuire a rendere le pubbliche amministrazioni<br />

non più oggetto di <strong>comunicazione</strong>, spesso critica, ma soggetto,<br />

migliorando <strong>la</strong> loro capacità di comunicare con i loro pubblici di riferimento,<br />

sono solo alcuni dei compiti affidati oggi al<strong>la</strong> figura del comunicatore pubblico.<br />

In tal senso, infatti, il comunicatore è colui che riesce a trasmettere il cambiamento,<br />

a interpretare rapidamente le situazioni e le tendenze in atto all’interno<br />

del<strong>la</strong> società.<br />

<strong>La</strong> sua funzione, da cui derivano compiti e responsabilità, nasce dal riconoscimento<br />

dell’importanza <strong>delle</strong> attività di <strong>comunicazione</strong> e informazione e dal<strong>la</strong><br />

volontà <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni di istituire una persona con una formazione<br />

specifica a cui affidare il difficile compito di mediatore nel delicato rapporto<br />

tra cittadini e istituzioni.<br />

<strong>La</strong> figura del comunicatore, a livello normativo, è stata istituita e legittimata<br />

dal<strong>la</strong> legge 150/2000. In passato, ricordiamo invece che, le attività di <strong>comunicazione</strong><br />

e informazione svolte nell’ambito del<strong>la</strong> pubblica amministrazione, erano<br />

affidate a personale interno non abilitato a tale esercizio. <strong>La</strong> legge 150/2000 oltre<br />

ad indirizzare le amministrazioni su come gestire le attività di informazione e<br />

<strong>comunicazione</strong>, istituendo <strong>la</strong> figura del comunicatore pubblico, indica anche<br />

quale debba essere il ruolo di colui che è deputato a gestire i flussi di <strong>comunicazione</strong><br />

esterni e interni di una pubblica amministrazione.<br />

Il comunicatore ha, infatti, potere di coordinamento, promozione e sviluppo di<br />

progetti che interessano le attività di <strong>comunicazione</strong> e informazione, nel rispetto<br />

dei principi di trasparenza, partecipazione e di tute<strong>la</strong> dei dati.<br />

A tal proposito, infatti, il codice deontologico e di buona condotta promosso<br />

dall’Associazione Italiana di Comunicazione Pubblica e Istituzionale, vieta di<br />

divulgare dati personali dal momento che gli stessi rientrano a pieno titolo tra i<br />

diritti fondamentali e invio<strong>la</strong>bili del<strong>la</strong> persona. Il comunicatore pubblico si trova<br />

così ad esercitare il delicato compito di fare da spartiacque tra il dovere di<br />

agevo<strong>la</strong>re l’accesso alle informazioni e il garantire il diritto al<strong>la</strong> riservatezza.<br />

Le pubbliche amministrazioni nel tentativo di ottenere un miglioramento dei<br />

propri servizi, hanno rilevato che ottimi risultati potevano essere raggiunti attraverso<br />

l’uso di una efficace <strong>comunicazione</strong> esterna e di un accurato processo<br />

comunicativo interno che permettesse ai dipendenti di condividere obiettivi e<br />

8 D. Mc Quail, Sociologia dei media, il Mulino, Bologna 2001.


IL RUOLO DELLA DIREZIONE RISORSE UMANE<br />

risultati amministrativi. <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> in questo modo è diventata un processo<br />

tri-direzionale che ha messo, cioè, in re<strong>la</strong>zione i tre soggetti del rapporto (p.a.,<br />

<strong>risorse</strong> umane e cittadini) consolidando e agevo<strong>la</strong>ndo lo scambio reciproco 9 .<br />

Infatti, pur avendo <strong>la</strong> più efficiente <strong>delle</strong> amministrazioni, senza l’apporto e il<br />

contributo dei dipendenti e dei cittadini, non ci sarebbero i presupposti utili per<br />

un buon funzionamento dell’apparato amministrativo. In una società complessa<br />

come <strong>la</strong> nostra, riuscire a creare una cittadinanza attiva è uno degli obiettivi primari<br />

che si sono poste le istituzioni.<br />

Attraverso <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> si è dato non solo nuovo valore, ma un riscontro<br />

concreto dell’operato amministrativo (che non è solo quello di governare <strong>risorse</strong><br />

e processi, ma di produrre servizi) ai cittadini.<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> in questo frangente diventa il modo attraverso cui i cittadini<br />

esercitano una funzione di controllo sociale sull’operato <strong>delle</strong> istituzioni, nel<strong>la</strong><br />

piena realizzazione dei principi di trasparenza e visibilità dell’azione amministrativa<br />

e il comunicatore pubblico, come persona che verifica l’andamento dello<br />

stato dell’arte, assume il ruolo di garante.<br />

Comunicazione e comunicatori, elementi così controversi, ma così importanti<br />

e che solo di recente hanno ottenuto legittimazione, purtroppo ancor oggi non<br />

riescono a entrare di diritto all’interno di tutte le pubbliche amministrazioni,<br />

poiché sono ancora percepiti come fattori marginali dell’attività amministrativa.<br />

Il riconoscimento del ruolo del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> e del<strong>la</strong> professionalità del<br />

comunicatore sono, quindi, solo un primo passo verso l’individuazione del<strong>la</strong><br />

loro funzione strategica e di verifica dello stato reale di attuazione del<strong>la</strong> legge<br />

150 del 2000.<br />

9 A. Margheri, Comunicazione interna: un “asset” strategico, Pubblico impiego, Il Sole24Ore, aprile<br />

2005, n. 4.<br />

123


Bibliografia<br />

Antonelli V. (a cura di), Innovazione e competitività nel<strong>la</strong> pubblica amministrazione,<br />

Indagine sullo sviluppo professionale dei dipendenti pubblici, Luiss University<br />

Press, settembre 2004.<br />

Arena G., <strong>La</strong> funzione pubblica di <strong>comunicazione</strong>.<br />

Arena G., <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica “parte integrante dell’azione amministrativa”,<br />

cit., 23.<br />

Avallone F., Bonaretti M. (a cura di), Benessere organizzativo, I manuali Cantieri,<br />

Analisi e strumenti per l’innovazione, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), 2003.<br />

Azzariti G., Introduzione: <strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> come funzione, in <strong>La</strong> funzione del<strong>la</strong><br />

<strong>comunicazione</strong> nelle pubbliche amministrazioni (a cura di G. Arena), Santarcangelo<br />

di Romagna, 2001, 16 ss.<br />

Baccini M., Intervento, Human governance: per una “cultura” del<strong>la</strong> p.a., Bruxelles,<br />

3 marzo 2005.<br />

Benvenuti F., Funzione Amministrativa, procedimento, processo, in Riv. Trim.<br />

dir. Pubbl., 1952, 118.<br />

Bianco A., <strong>La</strong> disciplina <strong>delle</strong> progressioni verticali, Guida al Pubblico impiego,<br />

Il Sole24Ore, Mi<strong>la</strong>no, febbraio 2005, n. 2.<br />

Bobbio L. (a cura di), A più voci, I manuali Cantieri, Rubbettino, Soveria Mannelli<br />

(CZ), 2004.<br />

Bonaretti M., Testa P. (a cura di), Persone al <strong>la</strong>voro, I rapporti Cantieri, Rubbettino,<br />

Soveria Mannelli (CZ), 2003.<br />

Citizens as partners, Information, Consultation and Public Partecipation in<br />

Policy-Making, OECD 2001.<br />

Cortel<strong>la</strong>zzo M., <strong>La</strong> riscossa del passivo, Guida agli enti locali, Il Sole24Ore, 13<br />

aprile 2002.<br />

125


126<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Costantini U., Flora E., Migliore G. (a cura di), <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> Pubblica – linee<br />

operative, Quaderni <strong>Formez</strong> n. 22, giugno 2004.<br />

Del<strong>la</strong> Rocca G., Sarcina R. (a cura di), I rapporti di <strong>la</strong>voro flessibile nelle pubbliche<br />

amministrazioni, I rapporti Cantieri, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ),<br />

2004.<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, Codice del <strong>La</strong>voro Pubblico, maggio<br />

2005.<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, Direttiva sul<strong>la</strong> formazione e <strong>la</strong> valorizzazione<br />

del personale <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni, 13 dicembre 2001.<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, Direttiva sul<strong>la</strong> semplificazione del linguaggio<br />

dei testi amministrativi, 8 maggio 2002.<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, Direttiva sulle misure finalizzate al<br />

miglioramento del benessere organizzativo nelle pubbliche amministrazioni, 24<br />

marzo 2004.<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, Direttiva sul<strong>la</strong> rilevazione del<strong>la</strong> qualità<br />

percepita dai cittadini, 24 marzo 2004.<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, Pianificare l’organizzazione, i fabbisogni,<br />

le culture, (a cura di) Gruppo scientifico in materia di dotazioni organiche<br />

<strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni, Archimedia Comunicazione, ottobre 2004.<br />

Disposizioni per <strong>la</strong> formazione del bi<strong>la</strong>ncio annuale e pluriennale dello Stato<br />

(legge finanziaria 2005), 30 dicembre 2004, n. 311.<br />

Fioritto A., Manuale di stile, Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, Il Mulino,<br />

Bologna, 1997.<br />

<strong>Formez</strong>, <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interna nel<strong>la</strong> p.a. – i risultati di un’indagine, Buoni<br />

Esempi, workshop <strong>Formez</strong>, Roma 16 dicembre 2004.<br />

<strong>Formez</strong>, <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interna nel<strong>la</strong> p.a. regionale e locale, Quaderni <strong>Formez</strong><br />

n. 29, novembre 2004.<br />

Giannini M. S., Diritto amministrativo, I, Mi<strong>la</strong>no, 1988, 85 ss.<br />

Guerra M. P., Funzione conoscitiva e pubblici poteri, Mi<strong>la</strong>no, 1996.<br />

Guidotti E., Comunicazione integrata per l’impresa, FrancoAngeli editore, Mi<strong>la</strong>no,<br />

1998.<br />

Habermas J., Teoria dell’agire comunicativo, tr. it, Bologna, 1986.<br />

Iacullo N., T. Schael, Gloria Sciarpa (a cura), <strong>La</strong> re<strong>la</strong>zione con il cittadino, Pubblica,<br />

aprile 2005, n. 4.<br />

Invernizzi E. (a cura di), Re<strong>la</strong>zioni Pubbliche, Mc Graw Hill Companies, Mi<strong>la</strong>no,<br />

2002.


BIBLIOGRAFIA<br />

Istituto Carlo Cattaneo, Istituzioni pubbliche e cittadini: un dialogo possibile?,<br />

settembre 2002.<br />

Levi N. (a cura di), Il piano di <strong>comunicazione</strong> nelle amministrazioni pubbliche, I<br />

manuali Cantieri, edizioni scientifiche italiane, 2004.<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, <strong>La</strong> privatizzazione del <strong>la</strong>voro pubblico<br />

1993-2003. Gestione <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane strumenti e orientamenti, ottobre 2004.<br />

Istituto G. Tagliacarne, Le Direzioni del Personale <strong>delle</strong> amministrazioni Centrali<br />

dello Stato, maggio 2002.<br />

Linee guida sul<strong>la</strong> qualità dei beni e dei servizi ICT per <strong>la</strong> definizione e il governo<br />

dei contratti del<strong>la</strong> p.a., I quaderni CNIPA, anno II, gennaio 2005, n. 13.<br />

L’uso attuale e tendenziale <strong>delle</strong> nuove tecnologie nel<strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong><br />

umane nelle pubbliche amministrazioni dei paesi dell’Unione Europea, 41a riunione<br />

dei direttori generali europei responsabili del<strong>la</strong> Funzione Pubblica, Roma<br />

2 e 3 dicembre 2003.<br />

Margheri A., Comunicazione interna: un “asset” strategico, Pubblico Impiego n.<br />

4, aprile 2005.<br />

Marongiu G., Funzione amministrativa, in Enc. giur., XIV, 1989, 1.<br />

Marsocci P., Poteri e pubblicità. Per una teoria giuridica del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

<strong>istituzionale</strong>, Padova, 2002, XIX.<br />

Merloni F., Sull’emergere del<strong>la</strong> funzione di informazione nelle pubbliche amministrazioni,<br />

in L’informazione <strong>delle</strong> pubbliche amministrazioni, Rimini, 2002.<br />

Miele T., Funzione amministrativa, in N.ss. dig. it., VII, 1991, 72.<br />

Mignel<strong>la</strong> Callosa F., Il cittadino utente, in Situazione e tendenze del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

<strong>istituzionale</strong> in Italia (2000-2004).<br />

Modugno F., Funzione, in Enc. dir., XVIII, 1961, 301.<br />

Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri, Principi sull’erogazione dei<br />

servizi pubblici, 27 gennaio 1994.<br />

Proposte per il cambiamento nelle amministrazioni pubbliche, Le proposte Cantieri,<br />

Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), 2002.<br />

Ricco A., <strong>La</strong> semplificazione del linguaggio amministrativo, workshop <strong>Formez</strong>,<br />

Cagliari 10 marzo 2005.<br />

Pitro<strong>la</strong> G. e Verbaro F., E-learning: un modello per <strong>la</strong> <strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> R.U., Guida<br />

al pubblico impiego locale, Il Sole24Ore, Mi<strong>la</strong>no, maggio 2005, n. 5.<br />

Pugliatti S., Voce Conoscenza, in Enc. giur., IX, 1961, 45 ss.<br />

Ro<strong>la</strong>ndo S. (a cura di) Situazione e tendenze del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong><br />

in Italia (2000-2004). Rapporto IULM al Ministro per <strong>la</strong> Funzione pubblica, 2005.<br />

127


128<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Ro<strong>la</strong>ndo S. (a cura di) Teoria e tecniche del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica, Etas,<br />

Mi<strong>la</strong>no 2003.<br />

Sandulli A.M., Manuale di diritto amministrativo, Napoli, 1952.<br />

Schael T., Tendenze del CRM in Italia, VoiceCom news, gennaio 2005.<br />

Schael, T., Il CRM e le strategie del<strong>la</strong> multicanalità, risultati del benchmarking<br />

2005, Forum p.a., Roma, 11 maggio 2005.<br />

Silvestri G., Poteri dello Stato (divisione dei poteri), in Enc. Dir., XXXV, 1985,<br />

689 ss.<br />

Specchio Economico, <strong>La</strong> Pubblica amministrazione e <strong>la</strong> legge finanziaria 2005,<br />

forum organizzato da Specchio Economico e da HR Accenture Services, Roma<br />

14 gennaio 2005.<br />

Stanca L., p.a. digitale: un punto di forza per <strong>la</strong> competitività del paese, (a cura<br />

di) MIT, Pubblica, maggio 2005, n. 5.<br />

Tomei R., <strong>La</strong> conoscenza. Profili Pubblicistici, Torino, 1990.<br />

Vecchi G. e Giolitti R. (a cura di), Strumenti per <strong>la</strong> pianificazione integrata del<br />

cambiamento nelle amministrazioni pubbliche, I manuali Cantieri, Rubbettino,<br />

Soveria Mannelli (CZ), 2004.<br />

Verbaro F., Federalismo e formazione, in Europa e mezzogiorno n. 48, <strong>Formez</strong>,<br />

febbraio 2003.<br />

Vetritto G., Bi<strong>la</strong>ncio sociale: rendere conto ai cittadini, in Comunicazione Pubblica,<br />

novembre/dicembre 2004, n. 89.<br />

Sitografia<br />

www.dueparole.it<br />

www.formez.it<br />

www.funzionepubblica.it<br />

www.mestierediscrivere.it<br />

www.innovazione.gov.it<br />

www.padigitale.it<br />

www.urp.it


Quaderni<br />

1. Quarto rapporto nazionale sul<strong>la</strong> formazione<br />

nel<strong>la</strong> p.a. – Lo scenario del<strong>la</strong> formazione nel<br />

sistema <strong>delle</strong> autonomie locali<br />

(maggio 2001)<br />

2. <strong>La</strong> riforma del welfare e le nuove competenze<br />

<strong>delle</strong> amministrazioni regionali e locali<br />

(giugno 2001)<br />

3. Patti territoriali e Agenzie di sviluppo<br />

(giugno 2001)<br />

4. Il ruolo <strong>delle</strong> Agenzie locali nello sviluppo territoriale<br />

(luglio 2001)<br />

5. Comuni e imprese – 56 esperienze di Sportello<br />

unico<br />

(ottobre 2001)<br />

6. Progetto Officina – Sviluppo locale e eccellenza<br />

professionale<br />

(febbraio 2002)<br />

7. Quinto rapporto nazionale sul<strong>la</strong> formazione<br />

nel<strong>la</strong> p.a. - Lo scenario del<strong>la</strong> formazione nel<br />

sistema <strong>delle</strong> autonomie locali<br />

(maggio 2002)<br />

8. Lezioni sul nuovo ordinamento amministrativo<br />

italiano<br />

(ottobre 2002)<br />

9. Le Province nell’attuazione del Piano di egovernment<br />

(novembre 2002)<br />

10. Integrazione dell’offerta formativa – <strong>La</strong> normativa<br />

nazionale<br />

(aprile 2003)<br />

11. Sesto rapporto nazionale sul<strong>la</strong> formazione<br />

nel<strong>la</strong> p.a. – Lo scenario del<strong>la</strong> formazione nel<br />

sistema <strong>delle</strong> autonomie locali<br />

(maggio 2003)<br />

Le col<strong>la</strong>ne del <strong>Formez</strong><br />

12. L’amministrazione liberale – Appunti di <strong>la</strong>voro<br />

(giugno 2003)<br />

13. <strong>La</strong> valorizzazione sostenibile del<strong>la</strong> montagna<br />

(giugno 2003)<br />

14. Governare lo sviluppo locale – Le aree protette<br />

marine del<strong>la</strong> Sardegna<br />

(giugno 2003)<br />

15. Le Agenzie di sviluppo al Centro Nord – Strategie<br />

di rete e comunità professionali<br />

(giugno 2003)<br />

16. Contabilità ambientale negli Enti locali<br />

(giugno 2003)<br />

17. Le Agende 21 Locali<br />

(giugno 2003)<br />

18. Integrazione dell’offerta formativa – Normativa<br />

regionale<br />

(luglio 2003)<br />

19. Piani di azione e politiche di innovazione – Il<br />

caso dello Sportello unico<br />

(dicembre 2003)<br />

20. Le autonomie locali nelle Regioni a Statuto<br />

speciale e nelle Province autonome<br />

(marzo 2004)<br />

21. <strong>La</strong> pubblica amministrazione e il sistema <strong>delle</strong><br />

imprese – Rapporto di ricerca<br />

(marzo 2004)<br />

22. <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica – Linee operative<br />

(giugno 2004)<br />

23. <strong>La</strong> semplificazione amministrativa nelle Regioni<br />

(giugno 2004)<br />

24. Settimo rapporto nazionale sul<strong>la</strong> formazione<br />

nel<strong>la</strong> p.a. – Lo scenario del<strong>la</strong> formazione nel<br />

sistema <strong>delle</strong> autonomie locali<br />

(luglio 2004)<br />

131


132<br />

25. <strong>La</strong> formazione nel<strong>la</strong> p.a. che cambia – L’esperienza<br />

del Ministero dell’Ambiente<br />

(luglio 2004)<br />

26. L’attrattività dei territori nelle politiche di internazionalizzazione<br />

(ottobre 2004)<br />

27. <strong>La</strong> governance dell’internazionalizzazione<br />

produttiva- Il <strong>la</strong>boratorio<br />

(ottobre 2004)<br />

28. <strong>La</strong> governance dell’internazionalizzazione<br />

produttiva – L’osservatorio<br />

(ottobre 2004)<br />

29. <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interna nel<strong>la</strong> p.a. regionale<br />

e locale<br />

(novembre 2004)<br />

30. <strong>La</strong> public governance in Europa (7 voll.)<br />

(dicembre 2004)<br />

31. Nuovi soggetti del<strong>la</strong> governance esterna<br />

(dicembre 2004)<br />

32. L’analisi di impatto del<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>zione in dieci<br />

Paesi dell’Unione europea<br />

(gennaio 2005)<br />

33. Le <strong>risorse</strong> culturali – Studi di fattibilità ed<br />

esperienze di <strong>gestione</strong><br />

(gennaio 2005)<br />

34. Scenari per il ‘buon governo’ <strong>delle</strong> Regioni<br />

(aprile 2005)<br />

35. Qualità nei Servizi per l’Impiego – Sistemi<br />

locali e nuovi strumenti di rilevazione<br />

(aprile 2005)<br />

36. Ottavo rapporto nazionale sul<strong>la</strong> formazione<br />

nel<strong>la</strong> p.a. – Lo scenario del<strong>la</strong> formazione nel<br />

sistema <strong>delle</strong> autonomie locali<br />

(luglio 2005)<br />

37. L’empowerment degli Sportelli unici<br />

(settembre 2005)<br />

38. Note e commenti sul sistema amministrativo<br />

italiano – 2004 (3 voll.)<br />

(ottobre 2005)<br />

Strumenti<br />

1. Il contenzioso nel <strong>la</strong>voro pubblico<br />

(maggio 2001)<br />

39. Autonomia tributaria e federalismo fiscale<br />

(novembre 2005)<br />

40. Nuovi profili di accountability nelle p.a. (2<br />

voll.)<br />

(novembre 2005)<br />

41. Il governo del<strong>la</strong> salute – Regionalismi e diritti<br />

di cittadinanza<br />

(dicembre 2005)<br />

42. Autonomia regionale e unità<br />

del<strong>la</strong> Repubblica<br />

(dicembre 2005)<br />

43. <strong>La</strong> contrattazione integrativa nei comparti<br />

del<strong>la</strong> p.a. – Quadriennio 2001/2004<br />

(febbraio 2006)<br />

44. Sostenibilità urbana e decentramento – <strong>La</strong><br />

Rete dei Municipi di Roma per Agenda 21<br />

Locale<br />

(febbraio 2006)<br />

45. Scenari e tendenze del<strong>la</strong> formazione pubblica<br />

(marzo 2006)<br />

46. I livelli essenziali <strong>delle</strong> prestazioni – Questioni<br />

preliminari e ipotesi di definizione<br />

(giugno 2006)<br />

47. Nono rapporto nazionale sul<strong>la</strong> formazione<br />

nel<strong>la</strong> p.a. – Lo scenario del<strong>la</strong> formazione nel<br />

sistema <strong>delle</strong> autonomie locali<br />

(luglio 2006)<br />

48. L’amministrazione per sportelli<br />

(ottobre 2006)<br />

49. I confronti di performance tra Comuni come<br />

strumento di apprendimento<br />

(ottobre 2006)<br />

50. <strong>La</strong> semplificazione tra Stato, Regioni<br />

e Autonomie locali – Il caso<br />

del<strong>la</strong> legge 241<br />

(novembre 2006)<br />

51. Note e commenti sul sistema amministrativo<br />

italiano in contesto internazionale. 2006<br />

(3 voll.)<br />

(dicembre 2006)<br />

2. Modello e strumenti di valutazione e monitoraggio<br />

dei corsi RIPAM<br />

(luglio 2001)


3. Appunti di programmazione, bi<strong>la</strong>ncio e contabilità<br />

per gli Enti locali<br />

(gennaio 2002)<br />

4. Project Cycle Management – Manuale per<br />

<strong>la</strong> formazione<br />

(marzo 2002)<br />

5. Il governo elettronico – Rassegna nazionale<br />

e internazionale<br />

(marzo 2002)<br />

6. Il governo <strong>delle</strong> aree protette<br />

(aprile 2002)<br />

7. Il contenzioso nel <strong>la</strong>voro pubblico – L’arbitrato<br />

(aprile 2002)<br />

8. Common Assessment Framework – Uno strumento<br />

di autovalutazione per le pubbliche<br />

amministrazioni<br />

(giugno 2002)<br />

9. Il controllo di <strong>gestione</strong> negli Enti locali<br />

(luglio 2002)<br />

10. Comunità di pratiche, di apprendimento e<br />

professionali – Una metodologia per <strong>la</strong> progettazione<br />

(dicembre 2002)<br />

11. Modello e strumenti web based di valutazione<br />

e monitoraggio dei corsi RIPAM<br />

(marzo 2003)<br />

12. L’impresa artigiana e lo Sportello unico per<br />

le attività produttive<br />

(marzo 2003)<br />

13. Programmazione e realizzazione di progetti<br />

pubblici locali – Un sistema di monitoraggio<br />

degli interventi<br />

(giugno 2003)<br />

14. Manuale per il responsabile dello Sportello<br />

unico – Regione Lombardia<br />

(giugno 2003)<br />

15. Manuale per il responsabile dello Sportello<br />

unico – Regione Emilia-Romagna<br />

(settembre 2003)<br />

16. Il sistema normativo del<strong>la</strong> Protezione civile<br />

(novembre 2003)<br />

17. Il ruolo <strong>delle</strong> Province in materia di viabilità<br />

(febbraio 2004)<br />

18. Investimenti pubblici e processo decisionale<br />

(maggio 2004)<br />

19. Manuale per il responsabile dello Sportello<br />

unico – Regione Campania<br />

(maggio 2004)<br />

20. Manuale per il responsabile dello Sportello<br />

unico – Regione del Veneto<br />

(luglio 2004)<br />

21. Il contratto di servizio – Elementi per <strong>la</strong> redazione<br />

e <strong>la</strong> <strong>gestione</strong><br />

(luglio 2004)<br />

22. Guida al<strong>la</strong> progettazione dell’offerta formativa<br />

integrata<br />

(luglio 2004)<br />

23. Programmazione e <strong>gestione</strong> del<strong>la</strong> formazione<br />

– Il sistema Informal<br />

(novembre 2004)<br />

24. Manuale per il responsabile dello Sportello<br />

unico – Regione Piemonte<br />

(dicembre 2004)<br />

25. <strong>La</strong> governance locale – Linee guida per i<br />

Comuni<br />

(agosto 2005)<br />

26. Il <strong>la</strong>voro coordinato e continuativo nel<strong>la</strong> p.a.<br />

– Linee guida<br />

(settembre 2005)<br />

27. <strong>La</strong> finanza di progetto – Esperienze a confronto<br />

(ottobre 2005)<br />

28. <strong>La</strong> governance locale – Linee guida per le<br />

Province<br />

(novembre 2005)<br />

29. <strong>La</strong> governance locale – Linee guida per le<br />

Comunità montane<br />

(dicembre 2005)<br />

30. Le garanzie nel sistema locale <strong>delle</strong> comunicazioni:<br />

le deleghe ai Co.Re.Com. – Linee<br />

guida per le materie delegate<br />

(dicembre 2005)<br />

31. Manuale per il responsabile dello Sportello<br />

unico – Regione <strong>La</strong>zio<br />

(dicembre 2005)<br />

32. Le misure del cambiamento nel<strong>la</strong> p.a. – Indicatori<br />

di performance<br />

(febbraio 2006)<br />

33. <strong>La</strong> governance locale – Strumenti e buone<br />

pratiche (3 voll.)<br />

(maggio 2006)<br />

34. Scenari del<strong>la</strong> riforma dell’Unione europea<br />

(dicembre 2006)<br />

133


134<br />

Azioni di sistema per <strong>la</strong> pubblica amministrazione<br />

1. Sportello unico e servizi alle imprese – Le<br />

azioni <strong>delle</strong> Regioni<br />

(novembre 2002)<br />

2. L’impatto economico dello Sportello unico<br />

(novembre 2002)<br />

3. Scambio di innovazioni tra amministrazioni<br />

(aprile 2003)<br />

4. Il Bi<strong>la</strong>ncio di Competenze – Una proposta<br />

per <strong>la</strong> pubblica amministrazione<br />

(giugno 2003)<br />

5. Progetti integrati e sviluppo territoriale –<br />

Regioni Obiettivo 1<br />

(luglio 2003)<br />

6. L’attuazione del<strong>la</strong> riforma del welfare locale<br />

(2 voll.)<br />

(agosto 2003)<br />

7. Le politiche di incentivazione del personale<br />

nel<strong>la</strong> p.a.<br />

(agosto 2003)<br />

8. Lo sviluppo <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane – Casi di<br />

sistemi premianti<br />

(agosto 2003)<br />

9. Lo Sportello unico e le politiche regionali per<br />

le imprese<br />

(dicembre 2003)<br />

10. Modelli di <strong>gestione</strong> per i Progetti Integrati Territoriali<br />

(dicembre 2003)<br />

11. Governance e sviluppo territoriale<br />

(dicembre 2003)<br />

12. Le competenze <strong>delle</strong> Agenzie di sviluppo –<br />

Sperimentazione in Ca<strong>la</strong>bria e Sardegna<br />

(dicembre 2003)<br />

13. Il partenariato socioeconomico nei Progetti<br />

Integrati Territoriali<br />

(dicembre 2003)<br />

14. Apprendimento e cambiamento organizzativo<br />

nel<strong>la</strong> p.a. – Tre casi europei a confronto<br />

(aprile 2004)<br />

15. L’esperienza dei PIT – Studi di caso<br />

(aprile 2004)<br />

16. <strong>La</strong> formazione continua nel<strong>la</strong> p.a. – L’approccio<br />

integrato di Gymnasium<br />

(aprile 2004)<br />

17. <strong>La</strong>voro pubblico e flessibilità – Manuale operativo<br />

(maggio 2004)<br />

18. Gestione <strong>delle</strong> procedure telematiche di<br />

acquisto nelle p.a. – Linee guida sul marketp<strong>la</strong>ce<br />

(maggio 2004)<br />

19. Sistemi informativi per i Progetti Integrati Territoriali<br />

(luglio 2004)<br />

20. Percorsi evolutivi dei Piani Sociali di Zona –<br />

Analisi di sfondo<br />

(novembre 2004)<br />

21. Riforma del welfare e <strong>gestione</strong> dei servizi sociali<br />

– Quadro normativo e strumenti di <strong>la</strong>voro<br />

(dicembre 2004)<br />

22. Lo sviluppo dei sistemi turistici locali – Regioni<br />

Obiettivo 1<br />

(dicembre 2004)<br />

23. Gli osservatori provinciali sociali<br />

(febbraio 2005)<br />

24. Strategie di utilizzo del marketp<strong>la</strong>ce nelle<br />

amministrazioni pubbliche<br />

(marzo 2005)<br />

25. Sviluppo territoriale, Agenzie e pubblica<br />

amministrazione – Interpretazioni e pratiche<br />

innovative<br />

(maggio 2005)<br />

26. <strong>La</strong> programmazione sanitaria – Metodologie<br />

e strumenti di valutazione per le Regioni e le<br />

Aziende Sanitarie<br />

(giugno 2005)<br />

27. Dai sistemi di qualità al<strong>la</strong> qualità di sistema –<br />

<strong>La</strong> domanda-offerta di formazione per <strong>la</strong> p.a.<br />

(dicembre 2006)


<strong>Formez</strong><br />

Ufficio Stampa ed Editoria<br />

via Sa<strong>la</strong>ria 226, 00198 Roma<br />

tel. +39 06 85330713<br />

editoria@formez.it<br />

<strong>Formez</strong><br />

Centro di Formazione Studi<br />

Presidenza e Direzione Generale<br />

via Sa<strong>la</strong>ria 229, 00199 Roma<br />

tel. 06 84891<br />

www.formez.it<br />

Stampa Società Tipografica Romana srl<br />

Finito di stampare nel mese di marzo 2007<br />

Pubblicazione non in vendita

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!