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Baratti :: - Odin Teatret Archives

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antistanti i centri commerciali, le stazioni, gli alberghi, o gli interni degli aeroporti (dove<br />

tutto, compresa l’aria, è artificiale).<br />

Il “Castello” è a poche decine di metri dalla casetta in cui vivono Barba e la sua<br />

famiglia. Ma il rispetto della privacy rende enorme la distanza. Per gli attori è un periodo<br />

di solitudine. “Una solitudine dai cento saluti”, dice Torgeir Wethal. Perché, ripeto, la<br />

gente dell’<strong>Odin</strong> qui è benvoluta. Si vede che non sono un gruppo di signori. E malgrado<br />

i capelli lunghi e gli abiti molto colorati non assomigliano ad una compagnia godereccia<br />

di giovani alternativi. Faticano, lo si capisce. La sera sono stanchissimi. Vanno a dormire<br />

presto. Si alzano presto. Hanno gli stessi orari dei contadini. Ma il lavoro dei danesi qual<br />

è? Nessuno l’ha visto. Un segreto.<br />

Qui sta il problema. La riservatezza dell’<strong>Odin</strong> rischia di diventare un peso, un<br />

handicap che ne azzoppa la presenza. Era evidente fin da principio che un gruppo di<br />

attori stranieri che viene dal Nord e si reca a vivere 5 o 6 mesi in un villaggio di poco più<br />

di mille persone, nel Sud Italia, non può negarsi completamente al rapporto con<br />

l’esterno. L’<strong>Odin</strong>, però, non è venuto qui in cerca di soldi, come un circo o un luna<br />

park. Né fa parte d’un programma di decentramento teatrale. Non è in missione, per<br />

incrementare, ad esempio, i contatti fra i popoli, per fraternizzare o fare apostolato di<br />

teatro e cultura. Non vogliono vendere, né convincere, né comprare. Le cose, per loro,<br />

sono chiare: vogliono solo lavorare senza dar fastidio a nessuno, e senza che nessuno<br />

dia loro fastidio. Ma chi li vede dal di fuori non può indovinare le dinamiche interne di<br />

un gruppo che ha appena compiuto i dieci anni di vita e vuole scuotersi di dosso i propri<br />

condizionamenti. Il fatto che di lontano siano venuti proprio qui risulta strano, e qui la<br />

gente non è indifferente come sarebbe in una città. Le domande che non trovano<br />

risposte soddisfacenti suscitano automaticamente eccessi di fantasie e di curiosità. Gli<br />

attori stranieri sono ben determinati a fuggire come la peste il rischio di dare di sé<br />

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