TRAIL RUNNING WEBZINE - The North Face® Lavaredo Ultra Trail
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<strong>TRAIL</strong> <strong>RUNNING</strong> <strong>WEBZINE</strong><br />
<strong>Trail</strong> Autogestiti<br />
PRATO-BOCCADIRIO<br />
e FULL MOON CAMIGNADA <strong>TRAIL</strong><br />
materiali<br />
SCARPE : LAFUMA SKYRACE<br />
personaggi<br />
NORBERTO SALMASO<br />
N° 6 - SETTEMBRE 2008 SPIRITO<strong>TRAIL</strong><br />
cronache<br />
CAMIGNADA<br />
<strong>TRAIL</strong> DEL BANGHER<br />
ECOMARATONA DELLA VAL D’ARDA<br />
CROMAGNON<br />
allenamento<br />
PROGRAMMARE LA STAGIONE ULTRA<br />
attualità<br />
SE GLI ORGANIZZATORI SI ORGANIZZASSERO<br />
Vox Forum<br />
IL CASO SHERPA AL CRO 2008<br />
interviste<br />
EMANUELA BRIZIO<br />
VS ROBERTA PERON<br />
concorso<br />
FOTO DEL MESE<br />
anteprima gare<br />
ECOMARATONA DEL CHIANTI<br />
<strong>TRAIL</strong> DEL MONTE CASTO<br />
calendario<br />
LE GARE DA SETTEMBRE A DICEMBRE
FOTO di COPERTINA:<br />
“Un sentiero è sempre avventura, emozioni,<br />
esplorazione”.<br />
© archivio Salmaso<br />
REDAZIONE<br />
Simone Brogioni, Matteo Grassi, Gualtiero Linetti,<br />
Stefano Michelet, Cristina Murgia, Maurizio Scilla,<br />
Leonardo Soresi, Francesco Zanchetta.<br />
Hanno collaborato:<br />
Norberto Salmaso, Simone Bragazza, Alessio Parauda,<br />
Daniela Banfi, Maurizio Cenci.<br />
I vostri contributi saranno molto graditi.<br />
Scriveteci a: redazione@spiritotrail.it<br />
Anch’io aderisco<br />
alla campagna<br />
IO NON GETTO<br />
I MIEI RIFIUTI<br />
Emanuela Brizio<br />
Anno 2002, mese di maggio. Ero in Francia<br />
a correre il mio primo trail a tappe,<br />
l’<strong>Ultra</strong>marathon du Saleve (90 km in 3<br />
tappe), gara che permetteva di vedere<br />
praticamente per intero il Mont<br />
Saleve con i suoi pascoli, le sue pareti<br />
di calcare e nello stesso tempo ammirare<br />
i monti Giura di fronte, Ginevra e<br />
il suo lago.<br />
Il “Signore degli anelli”, Dawa Sherpa<br />
vinse tutte e tre le tappe, io riuscii a<br />
strappare un secondo posto davanti<br />
a Jean Probst e Eric Dentella; tre giorni<br />
vissuti insieme avevano cementato una bella amicizia, in particolare<br />
con Eric e suo figlio, così ero tornato a casa più ricco, non per i premi<br />
ma per gli amici conosciuti e l’esperienza vissuta.<br />
L’anno seguente il “Saleve” non si corse per problemi burocratici; più<br />
avanti giunse una telefonata che mi lasciò di sasso: era Guillaume<br />
che mi comunicava che suo padre Eric era morto d’infarto mentre<br />
saliva in auto.<br />
Faccio un salto in avanti, maggio 2004: ritorno al Saleve, anche viaggiando<br />
non posso pensare che Eric non ci sia. Al momento del via<br />
sono molto emozionato, penso alle sensazioni piacevoli che ti trasmette<br />
la corsa, ai ricordi profondi che ti lascia e che Eric non potrà<br />
più provare o anche il semplice fatto di sentire il sole che ti scalda il<br />
viso.<br />
Sembra superfluo dire che Dawa vince anche quell’edizione, io alla<br />
prima tappa non vedo una freccia, mi perdo, ritrovo il percorso e al<br />
primo ristoro mi ritrovo in testa; ammetto immediatamente l’errore e<br />
proseguo almeno come allenamento.<br />
La terza e ultima tappa è valida anche come prova singola, quindi<br />
posso giocarmi le mie carte. Parto abbastanza deciso per riscattare<br />
i giorni precedenti, dopo qualche km siamo soli, Dawa che fa il ritmo<br />
ed io; dopo qualche km Dawa si gira e mi dice “Mau, lassù Eric ci sta<br />
guardando, sono sicuro che sarebbe felice di vederci arrivare mano<br />
nella mano al traguardo e così faremo”. Un groppo in gola mi blocca<br />
quasi il respiro per un momento, raddoppio le forze e salgo a tutta,<br />
scolliniamo insieme, ogni tanto guardo in alto quasi aspettando una<br />
conferma da Eric; ci aspetta la discesa, Dawa per fortuna non scende<br />
“a tutta”. Gli ultimi chilometri sono i più belli della mia vita di trailer,<br />
insieme agli ultimi metri del <strong>Trail</strong> des Frahans 2006, dove tagliando il<br />
traguardo vittorioso ho abbracciato Annie, moglie di Dawa e ho dedicato<br />
al fratello di Dawa, morto l’anno prima, la vittoria. Taglio il traguardo<br />
trattenendo le lacrime, abbracciato al mio amico nepalese, i<br />
nostri sguardi rivolti in alto sicuri di avere l’approvazione di Eric!<br />
Ho voluto condividere con tutti voi questo episodio che mi ha toccato<br />
nel profondo perché credo sia illuminante per capire quello che<br />
è lo spirito che accompagna il trailer. In tutti questi anni per me non<br />
è mai diminuita l’emozione nel vedere, dopo ore di fatica, gli arrivi<br />
mano nella mano, l’abbraccio subito dopo il traguardo, qualche volta<br />
le lacrime: forse perché è in questi attimi che magicamente si può<br />
cogliere lo spirito trail?<br />
Maurizio Scilla<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 1
ATTUALITA’...<br />
ANCHE QUESTO<br />
È <strong>TRAIL</strong><br />
testo di leonardo >leosorry< soresi<br />
L’ultra-trail è una disciplina nata<br />
da poco che non ha ancora<br />
identificato con precisione i propri<br />
confini e che deve ancora dotarsi di<br />
una struttura, che è invece tipica degli<br />
sport più maturi.<br />
Ad oggi in Italia non si è fatto molto, se<br />
non nulla, per stilare un regolamento<br />
comune, stabilire un calendario<br />
condiviso, definire un modello<br />
organizzativo unitario. In apparenza<br />
non si tratta che di una serie di questioni<br />
burocratiche quanto mai lontane dal<br />
mondo delle montagne e dei sentieri.<br />
In realtà io sono convinto che siano<br />
elementi fondamentali per lo sviluppo<br />
di questo sport. Pensate solo al fatto<br />
che attualmente non<br />
esiste neppure una<br />
terminologia univoca<br />
per definire le gare:<br />
non sarebbe un<br />
problema molto grave<br />
se l’UTMB non avesse<br />
richiesto la registrazione<br />
del marchio “<strong>Ultra</strong>trail”<br />
pretendendo<br />
ora di negarlo a<br />
quelle competizioni<br />
che reputa non in<br />
linea con la propria<br />
filosofia. Diventa quindi<br />
urgente definire una<br />
“via italiana” all’ultra<br />
trail, condivisa ed<br />
appoggiata da tutti,<br />
dagli organizzatori alla Federazione.<br />
Così ora abbiamo i Gran Raid (oltre<br />
al Cro-Magnon, anche la bella novità<br />
del Gran Raid delle Prealpi Trevigiane),<br />
i Gran <strong>Trail</strong> (il Valdigne e il Rensen), gli<br />
<strong>Ultra</strong> <strong>Trail</strong> (<strong>Lavaredo</strong> e Gran Sasso),<br />
le Vie (Via dei Lupi e 105 Abbots<br />
Way): insomma, tutta una serie di<br />
denominazioni diverse che si riferiscono<br />
a gare dalle caratteristiche analoghe.<br />
Ma quello di trovare un vocabolario<br />
e un linguaggio comune non è che<br />
la piattaforma per poter crescere.<br />
L’ultra-trail sta infatti ancora cercando<br />
di ottenere un riconoscimento a livello<br />
di Federazione Italiana di Atletica<br />
Leggera (FIDAL). Se ricordate, su<br />
Spirito <strong>Trail</strong> n. 3 avevamo parlato delle<br />
“...trovare un<br />
vocabolario<br />
e un<br />
linguaggio<br />
comune<br />
non è che la<br />
piattaforma<br />
per poter<br />
crescere.”<br />
forti polemiche che aveva suscitato in<br />
primavera una lettera nella quale un<br />
responsabile della Fidal sconsigliava la<br />
partecipazione al Cro-magnon e agli<br />
<strong>Ultra</strong> <strong>Trail</strong> più in generale, minacciando<br />
per di più sanzioni nei confronti degli<br />
atleti che vi prendevano parte, in<br />
quanto non si trattava di una gara<br />
riconosciuta dalla Federazione. Oggi<br />
le cose sembrano essere leggermente<br />
cambiate, anche per effetto del<br />
lavoro svolto dalla IUTA (Italian <strong>Ultra</strong> &<br />
<strong>Trail</strong> Association) che con il convegno<br />
tecnico del 5 settembre a Luco dei<br />
Marsi ha portato l’attenzione della<br />
Federazione su questo nuovo mondo<br />
della corsa in natura.<br />
Anche “ai piani alti” ci<br />
si sta accorgendo che,<br />
al momento, è proprio<br />
l’<strong>Ultra</strong>trail a fare da<br />
traino all’intero settore<br />
delle ultramaratone,<br />
con un gran numero<br />
di atleti che vi si<br />
cimentano pur non<br />
avendo mai corso<br />
nelle ultramaratone<br />
più tradizionali. C’è<br />
da costruire da zero<br />
una cultura relativa<br />
al mondo del trail e<br />
dell’ultra trail: basti<br />
pensare che fino ad<br />
oggi la Federazione<br />
arriva al massimo a<br />
regolamentare la “corsa in montagna<br />
di lunga distanza”, che però va da un<br />
minimo di 18 km ad un massimo di 36,<br />
cioè molto lontano da ciò che è un<br />
ultra-trail. E, come ha dimostrato la<br />
lettera “incriminata” nel caso del CRO,<br />
all’interno della Fidal c’è un’anima, o<br />
comunque un gruppo di persone, che<br />
ancora pensano che la nostra sia una<br />
disciplina estrema, in cui si gioca con<br />
la morte e che poco ha a che vedere<br />
con l’atletica e lo sport più in generale.<br />
Un problema simile per la verità lo<br />
hanno dovuto affrontare anche i nostri<br />
cugini francesi, dove i Grandi Raid<br />
(Cro-Magnon, Mercantour, Réunion)<br />
un tempo erano regolamentati<br />
dalla FFMA (Federazione Francese di<br />
Montagna e Alpinismo): solo dopo<br />
il grande successo dell’UTMB anche<br />
gli ultra trail sono stati “inglobati”<br />
dalla FFA (Federazione Francese di<br />
Atletica). Inoltre, proprio in questi<br />
anni si sta cominciando a pensare<br />
di dare una certa uniformità a livello<br />
europeo, con l’assegnazione da parte<br />
della IAU (International Association<br />
of <strong>Ultra</strong>runners) alla Merrel Skyrace di<br />
Serre Chevalier del primo Campionato<br />
Europeo di trail. A questo punto è<br />
evidente che lo sviluppo dell’ultratrail<br />
in Italia dipenderà molto dalla<br />
capacità della Fidal di fare un “triplo<br />
salto mortale”, per avvicinarsi ai<br />
principi del trail che sono del tutto<br />
sconosciuti nelle altre discipline<br />
dell’atletica. Non ci si può però<br />
aspettare che la regolamentazione<br />
venga fatta dall’alto da chi non ha<br />
mai avuto esperienza diretta di un trail.<br />
Fino ad oggi le gare italiane di ultratrail<br />
sono nate sull’onda della passione di<br />
qualche trailer, che affascinato dalle<br />
esperienze vissute nelle gare francesi,<br />
ha pensato di far conoscere ad altri<br />
trailer la propria zona e i propri terreni<br />
di allenamento. Così, senza molti<br />
sponsor privati e con pressoché nulle<br />
contribuzioni pubbliche, sono nati i 10<br />
ultratrail che ad oggi caratterizzano<br />
la realtà italiana. Fra di essi non<br />
esistono molti contatti, se non del tutto<br />
sporadici e occasionali: crediamo sia<br />
giunto il momento che gli organizzatori<br />
di trail inizino a collaborare per<br />
dare un’identità comune a questo<br />
sport, presentandosi come un fronte<br />
compatto e uniforme, capace di<br />
orientare le scelte che verranno<br />
compiute in sede federale.<br />
Noi di Spirito <strong>Trail</strong> abbiamo perciò<br />
deciso di aprire sul forum un<br />
argomento di discussione, incentrato<br />
su questo problema, al quale<br />
inviteremo formalmente a partecipare<br />
gli organizzatori degli ultratrail italiani.<br />
La discussione dovrebbe portare ad<br />
un confronto sulle diverse correnti di<br />
pensiero ad oggi presenti in Italia,<br />
che culminerà con un incontro, i cui<br />
dettagli sono ancora a definire, al<br />
termine della stagione di trail 2008. ▼<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 2
ANTEPRIMA<br />
SPECIALE<br />
Testo di Maurizio >maudellevette< Scilla<br />
L’ultimo week end di agosto, attorno<br />
a “Sua Maestà” il Monte Bianco,<br />
migliaia di trailer hanno preso parte<br />
all’avvenimento più importante in<br />
campo mondiale nell’ambito del trail<br />
running.<br />
La prima gara a partire, venerdì 29 alle<br />
11, è stata la Courmayeur Champex<br />
Chamonix (CCC), 98 km e 5600 metri<br />
di dislivello positivo. Nella prima parte<br />
della gara il francese Renaud Rouanet<br />
ha imposto il suo ritmo; una prova<br />
coraggiosa la sua nei confronti del più<br />
titolato Guillaume Le Normand, che lo<br />
seguiva in seconda posizione. L’italiano<br />
Lorenzo Trincheri si è mantenuto al<br />
terzo posto per un lungo tratto, per poi<br />
abbandonare a causa di problemi fisici.<br />
All’altezza del rifugio Bonatti il favorito Le<br />
Normand (secondo quest’anno alla<br />
Marathon de Chamonix) ha raggiunto<br />
Rouanet. I due transalpini hanno<br />
proseguito insieme fino a Champex<br />
Lac, dove Le Normand h a preso<br />
definitivamente il comando. Rouanet<br />
è riuscito a mantenere la seconda<br />
posizione davanti all’inglese Alun Powell,<br />
guida alpina.<br />
In campo femminile, la britannica Lucy<br />
Colquhoun è sempre stata al comando<br />
e ha tagliato il traguardo dopo 14 ore<br />
e 30’ di gara. Vittoria facile per lei: la<br />
seconda, Maud Giraud, è giunta infatti<br />
dopo più di due ore. Ha completato il<br />
podio Fiona Maxwell.<br />
Al via della prova “regina”, l’<strong>Ultra</strong>-<strong>Trail</strong><br />
du Mont Blanc (UTMB), con i suoi 166<br />
km e 9400 metri di dislivello positivo,<br />
erano presenti tutti coloro che erano<br />
saliti sul podio negli anni precedenti:<br />
Olmo, Sherpa, Jaquerod, Delebarre,<br />
Csaba, Lukas, Mermoud, Gaylord,<br />
senza dimenticare Scott Jurek, il più<br />
forte trailer americano, in Francia da un<br />
mese per poter preparare al meglio la<br />
gara; infine, il giovane catalano Kilian<br />
Jornet, vent’anni, vincitore della “Pierra<br />
Menta”, classica di scialpinismo, e di<br />
numerose skyrace in Europa.<br />
Jornet ha iniziato a fare sul serio nel<br />
tratto Contamines-La Balme, dove<br />
ha guadagnato ben 5 minuti sul<br />
nepalese Dawa Sherpa (vincitore nel<br />
2003). Da quel momento lo spagnolo<br />
non ha avuto più rivali; a Courmayeur<br />
è transitato con un vantaggio di 18’<br />
che è man mano aumentato, fino a<br />
raggiungere l’ora in quel di Chamonix,<br />
dove si è presentato al traguardo nella<br />
piazza della chiesa dopo 20h56’59”.<br />
Un’ora dopo il nepalese Dawa Sherpa<br />
ha attraversato le vie di Chamonix con<br />
il suo consueto sorriso, sventolando la<br />
bandiera del suo paese; terzo, autore<br />
di una prova maiuscola, il francese<br />
Julien Chorier, vincitore della CCC<br />
l’anno scorso. A seguire il giapponese<br />
Kaburaki, autore di una prova tutta in<br />
recupero e visibilmente emozionato;<br />
quinto lo spagnolo Romon. Al sesto<br />
posto si è piazzato, dopo 23h57’, il<br />
francese Antoine Guillon (secondo al<br />
Cromagnon quest’anno), che è riuscito<br />
a seguire in modo molto preciso i tempi<br />
di passaggio che si era prefissato: aveva<br />
infatti previsto una partenza tranquilla<br />
per fare poi una gara tutta in recupero.<br />
Dietro di lui lo svizzero Girard, l’ungherese<br />
Csaba, il tedesco Calmbach e, a<br />
chiudere i primi dieci, il nostro Massimo<br />
Tagliaferri. L’atleta lombardo è stato<br />
autore di una grandissima prova che ha<br />
confermato il suo valore dopo la vittoria<br />
al Grand <strong>Trail</strong> Valdigne e il quarto posto<br />
al Cromagnon.<br />
In campo femminile la britannica<br />
Elizabeth Hawker ha surclassato tutte le<br />
avversarie: la campionessa del mondo<br />
della 100 km ha terminato la sua prova<br />
in 25h19’41”, tempo inferiore a quello<br />
impiegato da Nikki Kimball con un<br />
percorso più lungo e con più dislivello.<br />
La francese Karine Herry, autrice di<br />
un’incredibile tripletta nel 2006 (UTMB,<br />
Diagonale des Fous, Templiers), ha<br />
accusato un momento di difficoltà<br />
ad Arnouva, poi pian piano è riuscita<br />
a ripartire e a conquistare il secondo<br />
posto, davanti all’altra transalpina Cathy<br />
Dubois, trailer da un solo anno e sul<br />
podio alla sua prima partecipazione.<br />
Da sottolineare la prova del<br />
sessantanovenne svizzero Werner<br />
Schweizer, al traguardo dopo 34h05’,<br />
già nei primi dieci in edizioni precedenti.<br />
A Werner nel 2007 è stato diagnosticato<br />
un cancro, ma dopo un’operazione e<br />
la chemioterapia, la sua volontà di ferro<br />
l’ha portato ben presto a ricominciare a<br />
muoversi e riuscire già a finire l’edizione<br />
2007 di questa massacrante corsa,<br />
cosa che ha fatto muovere i media per<br />
portarlo come esempio per chi deve<br />
affrontare malattie così debilitanti. ▼<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 3
BISOGNA SAPER<br />
VINCERE!<br />
Testo di Maurizio >maudellevette< Scilla<br />
L’ultimo week end di agosto<br />
Chamonix si trova al centro del<br />
mondo delle corse in natura,<br />
infatti l’<strong>Ultra</strong> <strong>Trail</strong> du Mont Blanc<br />
si può ritenere un vero e proprio<br />
campionato mondiale della<br />
specialità, con la partecipazione<br />
di un plateau di atleti eccezionali,<br />
basta dare un’occhiata alla<br />
classifica che vede nelle prime<br />
dieci posizioni rappresentate ben 8<br />
nazioni.<br />
Ma veniamo al punto, mi piacerebbe<br />
in questa pagina gioire per la vittoria<br />
del catalano Kilian Jornet, vent’anni,<br />
un ragazzo imbattibile, vincitore della<br />
“Pierra Menta”, la più importante<br />
gara di scialpinismo, vincitore degli<br />
skygames e di numerose altre gare,<br />
ma la sua grande impresa lascia<br />
molti dubbi a livello morale.<br />
Già alla partenza si è capito che<br />
avrebbe giocato con i limiti del<br />
regolamento attuale, una cintura a<br />
banana in vita, con un contenitore<br />
per un litro d’acqua arrotolato,<br />
pantaloncini e canotta, un k-way<br />
super leggero, telo di sopravvivenza,<br />
il tutto al limite del regolamento,<br />
fregandosene altamente dei rischi<br />
che si possono correre in montagna.<br />
D’altra parte questa ossessione al<br />
minimalismo è ben conosciuta nello<br />
scialpinismo!<br />
Lungo il percorso è stato penalizzato<br />
di 15’ perché è stato accompagnato<br />
lungo la salita che porta alla Tete<br />
aux Vents, cosa che il regolamento<br />
vieta, ma non finisce qui. Dai<br />
ristori è ripartito quasi sempre con<br />
pochissima acqua (200/300 ml),<br />
ma diverse volte è stato sorpreso<br />
a esser rifornito lungo il tracciato<br />
dai suoi amici catalani lontano dai<br />
punti di ristoro previsti, e a qualche<br />
chilometro da Courmayeur gli è<br />
stata data assistenza con cambio<br />
dei vestiti. Sfortunatamente non<br />
ci sono immagini che possano<br />
documentare quanto detto, quindi<br />
il catalano ha vinto regolarmente.<br />
Di certo questa non è l’etica vicina<br />
al mondo del trail, gli organizzatori<br />
dell’UTMB hanno già dichiarato<br />
che correranno ai ripari per il<br />
prossimo anno, modificando il<br />
regolamento per quanto riguarda il<br />
materiale obbligatorio, perché non<br />
vogliono assolutamente che questa<br />
esasperazione prenda piede, visto<br />
che non corrisponde allo spirito<br />
dell’avvenimento.<br />
Un vero peccato l’atteggiamento<br />
dell’atleta catalano, perché<br />
Sul prossimo numero di Spirito <strong>Trail</strong><br />
troverete un ricchissimo speciale<br />
dedicato all’UTMB e alla CCC,<br />
con racconti,commenti e foto!<br />
avrebbe vinto ugualmente l’UTMB<br />
anche comportandosi come un vero<br />
trailer, vista la sua impressionante<br />
superiorità: in nessun ristoro l’ho<br />
visto in difficoltà, anzi sempre fresco<br />
e rilassato, la sua agilità di corsa<br />
è rimasta tale anche nella parte<br />
finale del tracciato, tant’é che ha<br />
attaccato la salita finale che parte<br />
dal Col des Montets correndo.<br />
C’è un episodio che merita essere<br />
citato: al ristoro di Arnouva in val<br />
Ferret, Dawa Sherpa è passato al<br />
secondo posto; quando è giunto<br />
all’interno della zona ristoro è stato<br />
accolto con un grande applauso<br />
dai volontari francesi, i quali hanno<br />
chiesto di poter fare una foto con<br />
lui. Dawa come al solito non ha<br />
detto no, anzi non ha fatto una<br />
piega quando gli è stato chiesto di<br />
rifare la foto: la sua è stata una vera<br />
corsa zen!<br />
Spero a questo punto di poter<br />
applaudire caldamente il prossimo<br />
vincitore dell’UTMB e mi auguro che<br />
questo trend non prenda piede<br />
nel nostro mondo, al momento in<br />
grande crescita, ma che non può<br />
allontanarsi dalla convivialità, la<br />
solidarietà, l’etica, l’amore per la<br />
montagna! ▼<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 4
CRONACHE...<br />
<strong>Trail</strong> Autogestito<br />
P rato-B occadirio<br />
[ PARODIA DI UN VERO TA]<br />
QUESTA MANIFESTAZIONE NON È SOL-<br />
TANTO UNA SPLENDIDA ESCURSIONE,<br />
MA È ANCHE ALTRO: È UN CAMMI-<br />
NARE INSIEME, UNO STARE IN COMU-<br />
NIONE CON GLI UOMINI, LA NATURA<br />
E PER CHI CI CREDE ANCHE CON<br />
DIO; È UN MODO PER DIRE “GRAZIE<br />
DI ESSERE AL MONDO”.<br />
E PERCHÉ NON FARCI ANCHE UN<br />
T.A.?<br />
testo di Alessio >kappadocio< Parauda<br />
Foto @ Gerardo >Jack< Langone<br />
Chissà cosa avrà pensato<br />
Piero quando, dall’alto<br />
in questa notte di pallida<br />
luna, avrà visto che lungo il sentiero,<br />
oltre a circa 40 camminatori<br />
che onoravano la sua iniziativa,<br />
c’erano 6 torce che, ben distanti,<br />
cercavano di recuperare il distacco<br />
CORRENDO. Perché in fondo<br />
l’idea era proprio quella: organizzare<br />
un <strong>Trail</strong> Autogestito nella<br />
stessa notte in cui partivano i camminatori,<br />
dando loro 2 ore di vantaggio<br />
per poi arrivare tutti insieme<br />
al Santuario di Bocca di Rio.<br />
C’ero io (il kappadocio), c’era il<br />
..TUTTO È INIZIATO NEL 1992, DA<br />
UN’IDEA DI PIERO GUCCI E DA AL-<br />
LORA, TUTTI GLI ANNI, CON QUA-<br />
LUNQUE TEMPO ATMOSFERICO,<br />
L’ULTIMO VENERDI DI LUGLIO, PIERO<br />
HA GUIDATO, FINO ALLO SCORSO<br />
ANNO QUANDO CI HA AHIMÈ LA-<br />
SCIATO, CHIUNQUE SI SIA PRESEN-<br />
TATO ALLA PARTENZA LUNGO LE 12<br />
ORE DI CAMMINO CHE PORTANO<br />
DA PRATO AL SANTUARIO DI BOC-<br />
CA DI RIO.<br />
Vannucci che credo buona parte<br />
degli spirito trail conosceranno, c’era<br />
Federico che in qualità di autoctono<br />
avrebbe dovuto conoscere la strada<br />
(condizionale d’obbligo), c’era Jack<br />
la cui allegria è stato un ottimo pretesto<br />
per vivere un piacevole pomeriggio<br />
oltre a una stupenda traversata<br />
notturna, c’era UomoPatagonico<br />
che conosco da un po’ ormai e che<br />
mi ha fatto un gran piacere ospitare<br />
sui miei monti, e infine c’era una simpatica<br />
signora di nome Carla.<br />
Mentre noi eravamo tutti bardati<br />
manco si partisse per la Luna, la<br />
Carla era spettacolare, podista oc-<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 5
casionale con quello zainetto domenicale<br />
in cui aveva messo un bel<br />
thermos di caffè per la notte qualora<br />
ci prendesse un colpo di sonno (sì,<br />
avete letto bene). Avreste dovuto<br />
vederla quando ha parcheggiato<br />
la macchina e ha visto che “gente”<br />
era ferma ai blocchi di partenza. A<br />
ripensarci oggi avrei dovuto vietarle<br />
in quel momento di venire con noi<br />
perché correre di notte, per quanto<br />
tranquilla si possa prendere, non è<br />
un’esperienza facile. Ci vuole un minimo<br />
di preparazione mentale e la<br />
concentrazione deve essere sempre<br />
molto elevata, tant’è che anche i<br />
più esperti possono cadere in errore.<br />
Ma non me la sono sentita!<br />
Finalmente è giunta l’ora di partire,<br />
sono le 23.05 (ritardo accademico)<br />
e il gruppo procede sul breve tratto<br />
di asfalto che porta alla salita del<br />
Monte Maggiore. Forse abbiamo un<br />
po’ esagerato perché la partenza è<br />
stata veramente troppo arzilla, tanto<br />
che Jack è rimasto indietro in preda<br />
ai litigi tra succo gastrico e stomaco<br />
(a cena aveva ben pensato di man-<br />
giare nel seguente ordine: patatine<br />
fritte rubate al sottoscritto, acqua,<br />
una bella pizza alta con pomodoro,<br />
birra, un gustoso dolce al mascarpone<br />
per stare leggeri e poco prima del<br />
caffè e mezz’ora prima della partenza<br />
un bel piatto di spaghetti al pomodoro<br />
e peperoncino piccante).<br />
La salita comincia e già ci sono i primi<br />
distacchi: dopo 4 km eravamo solo<br />
io e Marco a guardarci nelle palle<br />
delle torce. Ma in breve ci riuniamo<br />
e, con passo tapascionico, arriviamo<br />
in breve al primo punto di “controllo”<br />
(Valibona) ed essendo praticamente<br />
tutti insieme (incredibile) decidiamo<br />
di ripartire subito. Prendiamo il<br />
sentiero n° 20 e passiamo per quello<br />
che a primavera era un tratto dalla<br />
bellezza incantevole, ora invece<br />
è una striscia di terreno coperto da<br />
cardi, delle simpatiche piantine pungenti<br />
che non ti lasciano in pace e ti<br />
ricordano quanto sia doloroso avere<br />
piccoli aghi che ti si conficcano<br />
ritmicamente nelle caviglie. Ma andiamo<br />
avanti e, dopo esserci distratti<br />
per un attimo (simpatico modo per<br />
dire che ci eravamo infrascati fuori<br />
dal sentiero) raggiungiamo Foce ai<br />
Cerri. Da qui, io e Marco raggiungiamo<br />
il Monte Maggiore (880 m di dislivello<br />
in 8,8 km) mentre gli altri si sono<br />
persi nel bosco.<br />
Dopo urla notturne di richiamo che<br />
risuonavano come eco dal monte<br />
verso la città che lentamente si<br />
addormentava (o sperava di farlo<br />
usando tappi per le orecchie) ci siamo<br />
finalmente ricongiunti sulla vetta<br />
del Monte Maggiore a godere del<br />
panorama e fare qualche foto. Il<br />
silenzio e l’insolita assenza di vento<br />
hanno reso spettacolare l’immagine<br />
che si apriva davanti ai nostri occhi<br />
con le luci della città che giungevano<br />
a noi come mondi distanti, come<br />
realtà metropolitane di inquinamento<br />
e frenesia ormai catalogate<br />
come un incubo lontano.. iniziava il<br />
vero silenzio, l’oscurità intaccata da<br />
un pallido quarto di luna che ci ha<br />
seguito ed osservato lungo tutto il<br />
tragitto. E così ci siamo buttati di corsa<br />
attraversando continui saliscendi,<br />
sbagliando strada su indicazione di<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 6
Federico (che strano vero?), incontrando<br />
animali selvatici, cavalli e un<br />
gregge di pecore comandato da<br />
due noiosissimi cani.<br />
Da qui arriviamo in poco tempo a<br />
Montecuccoli, ma il gruppo che<br />
accompagna la rappresentante<br />
del gentil sesso ancora non si vede.<br />
Dopo un po’ arrivano e, fatta una<br />
buona sosta sorseggiando l’acqua<br />
che gentilmente i camminatori ci<br />
avevano lasciato, si riparte, ma a<br />
questo punto arriva la doccia fredda:<br />
Carla è presente fisicamente ma<br />
ormai ci ha abbandonato mentalmente<br />
e non riesce più a correre. Ci<br />
facciamo forza ma ci attendono i 10<br />
km più lunghi della notte. Non perché<br />
siano particolarmente impegnativi<br />
per i dislivelli, ma perché si sta procedendo<br />
ad una velocità che era<br />
identica a quella dei camminatori e<br />
penso che ormai non li raggiungeremo<br />
più. Marco e Federico a questo<br />
punto spariscono e non li vedremo<br />
più se non all’arrivo. Quel passo è<br />
troppo lento per tutti noi ma dentro<br />
di me sento che lasciare lì da sola in<br />
mezzo al bosco Carla sarebbe una<br />
vigliaccata. A pensarla come me ci<br />
sono ancora Jack e UomoPatagonico<br />
con il loro spirito e la volontà di<br />
rimanere uniti fino alla fine del giro.<br />
Bella davvero la loro dimostrazione,<br />
degna di un vero TA.<br />
Ahimè, il nostro ritardo sui camminatori<br />
non ci ha consentito di fermarci<br />
in punti particolari dove poter raccontare<br />
a Jack e Patagonico la storia<br />
che c’era in quei luoghi. Non ho<br />
potuto raccontare loro della casa<br />
della Dogana dove avveniva il pagamento<br />
del dazio tra le terre di Prato<br />
e quelle del Mugello, come non<br />
ho potuto raccontare la storia della<br />
fattoria Le Soda. Poco male però<br />
perché il percorso sta piacendo e<br />
credo proprio ci saranno altre occasioni<br />
in futuro.<br />
Finalmente arriviamo al passo della<br />
Crocetta, su strada asfaltata, dove<br />
Carla ci abbandona per aspettare<br />
l’arrivo della figlia per riprenderla:<br />
alla fine ha rinunciato! Lasciamo<br />
Carla per avviarci con grande slancio<br />
verso l’ultima impegnativa salita<br />
che ci porterà in vetta al Tavianella,<br />
non possiamo perdere la scommessa<br />
fatta a noi stessi: i camminatori<br />
vanno raggiunti. Durante la salita<br />
si intravede un bel cielo: sta albeggiando<br />
e vi assicuro che attraversare<br />
quel bosco a quell’ora ha un sapore<br />
particolare, un’emozione unica. La<br />
nostre folle rincorsa però ci premia e<br />
arriviamo finalmente a ricongiungerci<br />
con i camminatori (siamo a 3 km<br />
dall’arrivo).<br />
Mamma mia che sudata, è stata<br />
un’impresa raggiungerli e il piacere<br />
di fermarsi un attimo per parlare<br />
con loro, per sapere che emozioni<br />
hanno vissuto nel loro pellegrinaggio<br />
notturno, riesce per un po’ a farmi dimenticare<br />
che dovrei correre ancora<br />
per qualche km. Però alla fine torno<br />
in me e ricordandomi che Jack<br />
mi aveva da poco superato al grido<br />
di “tu tiene e cuorna”, decido di salutare<br />
i camminatori e ripartire verso<br />
l’arrivo.<br />
La discesa finale è stata abbastanza<br />
stressante per il mio povero ginocchio<br />
ormai andato, ma il premio finale è<br />
stato più che soddisfacente: sono a<br />
Bocca di Rio, un santuario dalla storia<br />
bellissima, immerso nel verde e<br />
nel silenzio della montagna vicino a<br />
una sorgente di acqua freschissima<br />
e buonissima al cospetto di un terzo<br />
tempo fantastico: schiacciata con i<br />
ciccioli, schiacciata normale, scrostata<br />
e pastiera napoletana. Il tutto<br />
condito con acqua, bevande gassate<br />
di vario colore e un buon vino.<br />
Ormai il TA è concluso ma porterò<br />
per sempre con me il ricordo di questi<br />
volti, delle difficoltà incontrate, del<br />
piacere di condividere questi momenti<br />
e questi sentieri con persone<br />
che probabilmente non sarebbero<br />
mai venute a fare un giro in questi<br />
luoghi. Grazie a Carla, Federico,<br />
Marco, UomoPatagonico e Jack ma<br />
grazie anche a Piero che mi ha tenuto<br />
compagnia con il suo ricordo in<br />
questa lunga e stupenda notte! u<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 7
Foto @ Carlo Lemonato<br />
CRONACHE...<br />
FULL<br />
CAMIGNADA trail...<br />
Testo di Maurizio >Gattone< Cenci<br />
SE MI CHIEDESSERO COS'ERA LA<br />
...cosa potrei rispondere?...<br />
Partenza dal lago di Misurina, la sera<br />
del 16 agosto 2008 alle 22.<br />
E' stata una corsa dove, abbandonate<br />
le luci della città, ci siamo lasciati<br />
guidare dai raggi del sole riflessi<br />
dalla luna piena, dove la terra ha<br />
provato a nasconderla per rendercela<br />
più romantica con un'eclissi velata<br />
da nuvole ballerine. Una corsa<br />
dove hai lasciato il rumore della città<br />
per il silenzio, assordante, del nulla. E<br />
M O ON<br />
una corsa dove l’oscurità della notte<br />
ti ha reso possibile vedere le sagome<br />
imponenti delle vette avvolte in lenzuoli<br />
bianchi come a coprirle per non<br />
far prendere loro freddo. Dove passo<br />
dopo passo scorgi in lontananza le<br />
luci di paesini addormentati mentre<br />
da lassù ti accontenti di una misera<br />
luce appesa alla fronte per vegliare<br />
su di loro. E una corsa dove immerso<br />
nello spettacolo che la natura ci<br />
ha messo a disposizione, ho potuto<br />
annusare i profumi intensi rilasciati<br />
dalla notte, accarezzato massi che<br />
sono lì da secoli con la paura di svegliarli,<br />
guardare da lassù valli dove<br />
le nuvole basse sotto di te sembrano<br />
vasche piene di soffice panna. E<br />
mentre scendi in esse ti accarezzano<br />
e ti avvolgono fino a farti scomparire<br />
in un nuovo mondo... fantasilandia...<br />
Qui, accompagnato dagli scricchiolii<br />
dei rametti sotto i tuoi passi, dal rotolare<br />
dei sassi che scivolano al tuo<br />
passaggio, dal sussurrare dei ruscelli<br />
che scorrono ma non vedi, dai campanacci<br />
delle mucche che stavano<br />
riposando immersi in questo mondo<br />
nascosto dalla notte, come folletti<br />
un po’ troppo cresciuti, che sicuramente<br />
si saranno chiesti: "ma questi<br />
chi sono?", ti avvii verso l’ultimo tratto<br />
in un sentiero che costeggia un fiume<br />
sempre vivo e fresco che scorre<br />
a fianco a te, anche se più veloce,<br />
perché tu ormai sei stanco dopo 7<br />
ore di corsa, camminate, pause, nella<br />
notte attraverso scenari incantevoli:<br />
le Tre Cime di <strong>Lavaredo</strong>, i Piani<br />
di Cengia, la Val Girarba, i sei rifugi...<br />
Raggiungi il punto d’arrivo (il lago di<br />
Auronzo) con un passo non proprio<br />
spedito; qui ti giri, guardi dietro te e<br />
pensi: "che spettacolo, peccato sia<br />
finito". E' bastato quello sguardo perché<br />
la fatica svanisse, miracolo della<br />
natura.<br />
Ecco cosa risponderei, e guardandolo<br />
negli occhi gli direi: la prossima<br />
volta vieni anche tu, e mi ringrazierai<br />
di averti fatto conoscere un'esperienza<br />
indimenticabile per i tuoi ricordi<br />
futuri. u<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 8
CRONACHE...<br />
Testo di Francesco >Checo< Zanchetta<br />
Foto © www.camignada.it<br />
fascino antico<br />
La mia prima Camignada risale<br />
al 1991, e da allora nell'organizzazione<br />
e nel percorso non è<br />
cambiato nulla di sostanziale; andava<br />
bene allora e va benissimo anche<br />
oggi.<br />
Ai ristori, con l'avvento dell'elettronica,<br />
il vecchio sale da cucina (sì sì, un<br />
tempo contro i crampi trovavi il sale<br />
da cucina...) ha lasciato il posto agli<br />
esotici ---ene, ---is, ---ade, ma lo spirito<br />
originario, quello per fortuna non<br />
è cambiato.<br />
A dire il vero, quello che è cambiato<br />
di più forse sono proprio i concorrenti.<br />
A parte il numero, c'è più gente nuova,<br />
che viene dalla strada e qualcuno<br />
dalla strada si è anche portato<br />
delle pessime abitudini.<br />
E' quello che ho pensato ancor prima<br />
del rifugio Auronzo, quando ho<br />
cominciato a raccogliere i primi<br />
scarti di gel, barrette e ammennicoli<br />
vari. I primi pensieri sono stati: "Ma<br />
che razza di gente viene a correre<br />
quassù, che dopo mezz'ora ha già<br />
bisogno di maltodestrine? Se l'an-<br />
dazzo continua così proporrò al CAI<br />
di chiuderla, questa corsa, se è così<br />
che si tratta la montagna."<br />
Poi ho incontrato delle stelle alpine,<br />
e pensieri meno cattivi hanno preso<br />
il sopravvento. Il "Gotico Bellunese"<br />
delle cattedrali dolomitiche ha fatto<br />
il resto, e fra guglie e gargouille<br />
mi sono finalmente calato in quella<br />
fiaba da vivere e da correre che è la<br />
Camignada.<br />
Il sole pieno e l'aria fresca ci hanno<br />
regalato anche quest'anno il clima<br />
ideale per correre. A tratti, nelle di-<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 9
scese intermedie, quando il fondo di<br />
solide rocce rassicurava il mio tendine<br />
che di solido non ha più niente,<br />
ho anche riassaporato il piacere<br />
della discesa: l'ebbrezza del volo tra<br />
una roccia e l'altra, la purezza di sentirmi<br />
aria nell'aria, delfino tra le onde,<br />
rondine fra le nuvole... E salite da<br />
mordere e conquistare, con incedere<br />
testardo e sicuro fra innumerevoli<br />
gocce di colorata rugiada. Quanti<br />
fiori quest'anno sui sentieri, tanto delicati<br />
che i petali fremevano anche<br />
all'aria immobile, tanto leggeri che<br />
anche le possenti cime si sono ancora<br />
di più snellite e sollevate, in punta<br />
di piedi, per reggere il confronto e<br />
non sfigurare.<br />
Sapevo che la Val Giralba quest'anno<br />
l'avrei sofferta. Gambe non a posto<br />
e scarpe malandrine mi hanno<br />
costretto ad una sosta fuori programma,<br />
un minuto per rifiatare e ripartire<br />
con uno spirito diverso, obiettivo: arrivare<br />
in condizioni decenti.<br />
I sei chilometri finali di strada statale<br />
sotto il sole sono solo un incubo<br />
lontano, che ripesco dalla memoria<br />
quando mi sembra che sia ancora<br />
troppo lunga, per consolarmi. Nella<br />
pista ciclabile ci sono addirittura delle<br />
zone ombreggiate: troppo lusso!<br />
E' cambiato il percorso ma gli appuntamenti<br />
sono rimasti: il signore<br />
che mette sul banchetto acqua e<br />
menta, il rinfrescarsi a tutte le fontane<br />
possibili per arrivare bene, per godere<br />
fino in fondo dei piaceri della<br />
montagna e di questa meravigliosa<br />
giornata.<br />
E poi tanti amici e tanta allegria.<br />
Ciao a tutti, e a tutti grazie! u<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 10
CRONACHE...<br />
IL <strong>TRAIL</strong><br />
BANGHER<br />
del<br />
Viaggiare per<br />
correre o<br />
correre<br />
per viaggiare<br />
Testo di Daniela Banfi<br />
Foto © Archivio Maurizio Scilla<br />
SIAMO SEMPRE DI CORSA, CERCHIA-<br />
MO DI FARE TUTTO CELERMENTE, DA<br />
SEMPRE LA GIORNATA È COMPOSTA<br />
DI VENTIQUATTRO ORE.<br />
MA PARE CHE QUESTO TEMPO, IN<br />
QUESTO MILLENNIO E IN PARTE IN<br />
QUELLO APPENA TRASCORSO, NON<br />
SIA PIÙ SUFFICIENTE PER METTERE IN<br />
FILA TUTTE LE COSE CHE SI DEVONO E<br />
VOGLIONO FARE.<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 11
Il "tutto, presto e subito" ci toglie il<br />
gusto di assaporare il contorno<br />
di un’esperienza che non è solo<br />
arrivare nel più breve tempo possibile,<br />
fare un giro su se stessi e tornare<br />
da dove si è partiti, per poter<br />
dire “c’ero”, “ho visto”, non solo con<br />
un’occhiata passeggera, effimera,<br />
ma anche con tutti gli altri sensi.<br />
L’infinità di colori, suoni, profumi,<br />
immagini sono il completamento<br />
dell’attimo che fugge, il cui ricordo<br />
non sapremo mai quando riaffiorerà<br />
e sotto quale aspetto e in quale<br />
momento, né tantomeno se sarà veritiero<br />
o falsato dalla memoria. Vale<br />
però sempre la pena soffermarsi anche<br />
sulle piccolezze.<br />
Così capita che, per andare dove<br />
devi andare, trovi un’uscita autostradale<br />
chiusa e sei costretto ad una<br />
deviazione.<br />
Domenica 27 luglio c’è il “Bangher”,<br />
corsa in montagna alla quale non<br />
voglio mancare quest’anno.<br />
Si parte da Piedicavallo, ultimo paesino<br />
della Val Cervo, qui la strada<br />
asfaltata finisce contro la montagna,<br />
oltre si va a piedi.<br />
Ho partecipato alla prima edizione<br />
nel 2006 con un percorso simile, ma<br />
con invertito il senso di marcia.<br />
Per questa occasione sono previste<br />
due partenze, la classica di gruppo<br />
alle 8.30 e un’altra più defilata, quasi<br />
silente, alle 7.00, per chi preferisce la<br />
frescura delle prime ore del mattino<br />
e sa che impiegherà un po’ più di<br />
tempo rispetto alla maggioranza.<br />
Io sono fra questi ultimi, un po’ adoro<br />
la quiete delle ore mattinali, la pace,<br />
la natura che si risveglia, gli animali<br />
che puoi incontrare, che in altri<br />
momenti se ne starebbero nascosti<br />
ad osservare noi bipedi variopinti e<br />
chiassosi; e poi metto in conto d’impiegare<br />
circa 1h-1h15’ in più rispetto<br />
al 2006, per cui arriverei veramente<br />
tardi.<br />
La sveglia suona, mentre un’ambulanza<br />
passa con le sirene spiegate è<br />
ancora notte, smette d’improvviso, e<br />
nel silenzio di una cittadina svuotata<br />
dall’incombere delle ferie ogni più<br />
piccolo rumore risuona come fosse<br />
accanto a te.<br />
Mi alzo, assonnata finisco di prepa-<br />
rare lo zaino, riempio il camel bag,<br />
mi vesto e in meno di mezz’ora sono<br />
pronta.<br />
I miei passi, seppur lievi, riecheggiano<br />
nella quiete notturna, quando non<br />
vuoi fare rumore ti capita di tutto, è<br />
sempre così, ti scivola qualcosa dalle<br />
mani che rimbalza sul pavimento<br />
e, nel tentativo di prenderlo al volo<br />
per evitare il tonfo, sbatti una porta<br />
o contro qualcos’altro, apri piano la<br />
porta che conduce ai garage, ma<br />
il basculante del box cigola più del<br />
solito e le portiere sembrano tuoni,<br />
quando le chiudi, anche se sei accorta<br />
nell’accostarle.<br />
Finalmente sono per strada, attraverso<br />
il centro del mio paese, non<br />
c’è nessuno in giro, dell’ambulanza<br />
neanche l’ombra.<br />
Accendo la radio, arrivo all‘entrata<br />
dell’autostrada, è ancora buio,<br />
prendo il biglietto e via per questa<br />
nuova avventura.<br />
Amo viaggiare quando ancora il<br />
sole non è ancora sorto. La musica si<br />
fonde con il rumore del motore, delle<br />
gomme che scivolano sull’asfalto<br />
appena rifatto, sembrano solleticar-<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE 12-
lo, si miscela con i pensieri, le poche<br />
luci che sopraggiungono, è perdersi<br />
in qualcosa di lontano e solamente<br />
tuo.<br />
In men che non si dica eccomi a Balocco,<br />
la mia uscita.<br />
Che strano nome per un paese, balocco<br />
è sinonimo di giocattolo, termine<br />
in disuso, anzi quasi antico, porta<br />
di rimando ai giochi di una volta,<br />
fatti di legno o con materiale ricicla-<br />
to, ovvero oggetti<br />
non più idonei per<br />
essere utilizzati per<br />
il loro vero scopo<br />
ed adattati, soldatini<br />
di stagno,<br />
di cartapesta,<br />
bambole di pezza,<br />
i tappi delle bottiglie.<br />
Nel mio caso Balocco<br />
è un paese,<br />
che se non fosse<br />
per la chiusura<br />
dell’uscita autostradale<br />
di Carisio<br />
non avrei mai<br />
nemmeno sfiorato.<br />
Pago al casellante<br />
il dovuto e dopo<br />
una piccola incertezza<br />
sulla direzione<br />
da seguire,<br />
attraverso il centro<br />
del piccolo borgo<br />
dormiente; anche<br />
l’alto campanile a<br />
pianta quadrata<br />
è silenzioso, al suo<br />
fianco la Chiesa<br />
Parrocchiale di<br />
San Michele Arcangelo,<br />
guarda<br />
caso anche patrono<br />
di Piedicavallo,<br />
e sull’altro lato<br />
della piazza un<br />
castello del XV secolo,<br />
che sorpresa,<br />
260 anime, quattro<br />
case, un piccolo<br />
gioiello. Scoprirò<br />
tutto dopo il mio<br />
veloce passaggio,<br />
anche che il torrente<br />
Cervo lambisce<br />
il paese, lo<br />
stesso torrente che<br />
nasce dal lago<br />
della Vecchia e<br />
che taglia in due<br />
la Valle di Adorno,<br />
torrente che senza<br />
volere risalirò<br />
per raggiungere la<br />
mia prima meta, per l’appunto Piedicavallo.<br />
Tutte piccole coincidenze<br />
legate da un filo invisibile.<br />
Attraverso la campagna, la strada,<br />
un lungo biscione serpeggia tra borghi<br />
e campi coltivati, pare essere in<br />
un altro mondo, dove vige la legge<br />
che le case non devono avere più di<br />
due piani e distare le une dalle altre<br />
almeno il doppio della loro superfi-<br />
cie.<br />
Torno alla realtà, quando arrivata a<br />
Cossato imbocco la superstrada che<br />
in un battibaleno mi porterà a Biella.<br />
Sbuco a pochi chilometri dalla strada<br />
provinciale 100, quella che sale e<br />
costeggia il torrente.<br />
Man mano che si prosegue la valle si<br />
restringe, diviene sempre più selvaggia.<br />
Incontro un pastore con una mucca<br />
e il suo cane, spero in cuor mio di<br />
non incappare nel resto della mandria,<br />
occuperebbe tutta la strada e<br />
rischierei di arrivare tardi.<br />
Per mia fortuna le mucche si stanno<br />
riposando in un triangolo di prato a<br />
lato della via, coricate sull’erba mi<br />
guardano con aria sorniona, impassibili<br />
continuando a ruminare.<br />
Sono le 6.30 e spengo il motore<br />
dell’auto, sono arrivata.<br />
Recupero il camel bag dal bagagliaio,<br />
sono pronta, intorno a me facce<br />
nuove, saranno i miei compagni<br />
di gara.<br />
Saluto Mau e Beppe, già pronti ad<br />
elargire numeri da apporre al petto,<br />
saremo circa 13/14 a partire alle<br />
7.00, una breve spiegazione e arriva<br />
anche Luciano, il campanile rintocca<br />
le ore, il suono prodotto dal batacchio<br />
contro i bordi interni delle<br />
campane sarà il nostro starter.<br />
Sono con Luc, si corricchia, quattro<br />
chiacchiere, è da tanto che non ci<br />
vediamo, riconosco il percorso, era il<br />
tratto finale nel 2006.<br />
Lui si ferma a sistemare qualcosa, io<br />
proseguo, mi ritrovo sola, qualcuno è<br />
già scomparso davanti a me e qualcun<br />
altro mi segue, sono nel mezzo e<br />
mi sento tranquilla.<br />
Corro, ma appena la salita si fa irta,<br />
cammino di buon passo. Alla Biella-<br />
Monte Camino ho commesso l’errore<br />
di partire troppo forte, per poi<br />
pagare dazio, so che questo percorso<br />
è impegnativo e devo cercare di<br />
gestirmi al meglio.<br />
La salita mi piace e passo dopo passo,<br />
prima nel bosco poi all’aperto,<br />
arrivo alla bocchetta del Croso, ci<br />
sono delle persone ad attenderci, un<br />
signore mi chiede quanti siamo partiti<br />
prima, gli rispondo e poi mi dice<br />
che a breve partiranno gli altri, gli<br />
chiedo l'ora, sono le 8.20.<br />
Scollino, che panorama...<br />
Ora devo scendere ed arrivare al<br />
torrente giù in basso, i ricordi affiorano<br />
alla mente, il sentiero è stato<br />
sfalciato egregiamente, una piccola<br />
giungla lillipuziana, l’umidità della<br />
notte rende sdrucciolevole il terreno,<br />
scivolo un paio di volte e senza voler-<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 13
lo tiro il freno.<br />
Mi arrabbio, perché so che se non<br />
imparo a scendere come si deve,<br />
tutta la mia fatica in salita si perde in<br />
un soffio di vento, infatti vengo raggiunta<br />
da chi dietro arrancava.<br />
Ogni tanto alzo lo sguardo dal terreno<br />
per guardarmi un po’ attorno,<br />
sento un mulo ragliare, ma appena<br />
lo faccio il piede va per suo conto,<br />
comunque arrivo al ponticello di<br />
legno sul torrente Sorba al di là del<br />
quale c’è il primo ristoro, un bicchiere<br />
d’acqua, un sorriso e via di nuovo.<br />
Questa volta in compagnia di Walter,<br />
barba folta e grigia e 68 anni<br />
portati egregiamente.<br />
Il sentiero scende armoniosamente,<br />
ci scambiamo qualche impressione,<br />
poi ad un certo punto il dubbio, sarà<br />
giusta la strada, torniamo indietro ed<br />
incontriamo Luciano che ci rassicura,<br />
aveva appena visto un bollino arancio,<br />
basta un nonnulla per distrarsi e<br />
sbagliare.<br />
Arriviamo all’Alpe Dosso dove alcune<br />
persone ci indicano il sentiero<br />
che sale sulla sinistra.<br />
Luciano dice che ora sono mille metri<br />
“secchi” di salita.<br />
Tanto bello quanto duro questo tratto,<br />
in breve ci perdiamo di vista.<br />
Il sentiero sale, ripidamente zigzaga<br />
nel bosco, incomincia a fare caldo,<br />
un nugolo di mosche mi ronza attorno,<br />
sembrano aumentare ad ogni<br />
passo, qualcuna cerca d’infilarsi<br />
nell’orecchio sinistro, il camminamento<br />
è stato ripulito dall’erba alta<br />
e dai cespugli infestanti, sembra il<br />
viottolo del giardino di casa, che bel<br />
lavoro hanno fatto per noi, grazie.<br />
Voltando lo sguardo a sinistra vedo<br />
la bocchetta del Croso, la sommità<br />
pare un varco erboso, là in cima si<br />
scorgono delle figure, piccoli omini<br />
scuri, quasi delle ombre, come fossero<br />
ritagliati e sagomati con un cartoncino<br />
nero, si muovono: non sono<br />
frutto della mia immaginazione.<br />
Arrivo al secondo ristoro all’Alpe<br />
dell’Artorto, circa 1900 m, vengo<br />
accolta calorosamente dalle persone<br />
presenti, soprattutto da colui<br />
che pare essere il padrone di casa,<br />
un signore magro che indossa dei<br />
calzoncini di jeans corti, petto nudo,<br />
una carnagione tinta dai raggi del<br />
sole, un leggero velo di pelle d’oca,<br />
mi esorta a prendere da mangiare,<br />
da bere, afferro dell’uvetta passa<br />
che abbonda in un contenitore, mi<br />
dice che è l’ideale, entra subito in<br />
circolo, acini marroni che fluttuano<br />
nel sangue insieme a globuli rossi e<br />
bianchi, è gentile, gli chiedo la stra-<br />
da e spostandomi con un braccio<br />
verso destra me la indica, saluto e<br />
riparto.<br />
La salita non è ancora terminata,<br />
però qui è molto bello, un tizio del<br />
soccorso alpino è in mezzo all’erba,<br />
non tanto distante dal ristoro, la sua<br />
radio gracchia parole distorte, mi<br />
dice che il primo uomo è appena<br />
più in basso.<br />
Il sentiero è appena visibile, ho come<br />
l’impressione che questi luoghi non<br />
siano poi così frequentati.<br />
Prima di arrivare alla Bocchetta del<br />
Prato il primo uomo mi raggiunge, lo<br />
saluto, lo incito, ma lui è troppo concentrato,<br />
impegnato per barattare il<br />
mio incoraggiamento anche con un<br />
solo cenno, passo, bacchetta, passo,<br />
sale e in un attimo sparisce.<br />
Alla Bocchetta del Prato ci si affaccia<br />
ad una finestra spettacolare, un<br />
balcone che sovrasta, in basso, un<br />
pratone verde muschio.<br />
Durante la discesa vengo raggiunta<br />
da altri ragazzi, appena percepisco<br />
il rumore dei passi alle mie spalle mi<br />
fermo e li lascio passare, è incredibile<br />
come corrano sul sentiero, appoggiano<br />
solo lievemente il piede<br />
sui sassi per poi in un attimo essere<br />
su quello successivo e in un baleno<br />
scompaiono anche loro.<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 14
Il pianoro da attraversare è incredibilmente<br />
morbido, come uno spesso<br />
strato di moquette sotto la quale<br />
deve esserci dell’acqua, qua e là<br />
spuntano pietre .<br />
Decido di approfittare del tratto pianeggiante<br />
per mangiare qualcosa,<br />
mi sento un po’ stanca.<br />
A passo veloce mastico una barretta<br />
dal sapore indefinito, la divoro,<br />
come se fossi a digiuno da tempo,<br />
è strano come in questo genere di<br />
gare ti ritrovi svuotato, anche se non<br />
sempre avverti il senso di fame, appena<br />
metti qualcosa in bocca la<br />
trangugi senza ritegno.<br />
Guadato il torrentello si risale nuovamente,<br />
questa volta deve essere<br />
l’ultima, quasi in cima si vede un<br />
nevaio, mi passa la prima donna, mi<br />
sorride, quando la saluto, complicità<br />
femminile.<br />
Finalmente sono al Colle di Loo, 2450<br />
m, gli uomini del soccorso alpino<br />
sono tutti imbacuccati, tira aria e<br />
loro sono fermi, mentre io scaldata<br />
dal movimento non mi rendo conto<br />
della temperatura e per di più il<br />
sole se n'è andato, il cielo è coperto,<br />
spero che l’atteso temporale pomeridiano<br />
decida di abbattersi altrove<br />
e non sui nostri passi.<br />
Anche in questo luogo la vista è eccezionale,<br />
non so, non mi sembra<br />
neanche di essere sulla terra, sarà<br />
quell’alternanza di rocce, tonalità di<br />
grigio, di verde, cime appuntite, spazio<br />
aperto che dà l’impressione di essere<br />
in uno di quei vecchi telefilm di<br />
fantascienza degli anni ’70: “Spazio<br />
1999 Odissea nello spazio”quando la<br />
luna staccatasi dall’orbita terrestre<br />
iniziò a vagare nello spazio immenso.<br />
I ricordi riaffiorano freschi nella mente,<br />
mi pare addirittura di provare le<br />
medesime sensazioni del 2006, bizzarri<br />
giochi della mente, un miscuglio<br />
di stanchezza e reminescenza che<br />
mi proiettano nel passato, una sorte<br />
di macchina del tempo invisibile.<br />
Questa è la sensazione che mi accompagna<br />
per tutto quel tratto fatto<br />
di brevi saliscendi che si alternano a<br />
zone sassose, pietraie a sentiero.<br />
Il Colle della Mologna Grande, le<br />
nubi sempre più basse, il passaggio<br />
è stretto appena un varco, in quel<br />
minuscolo spazio mi affaccio come<br />
se fossi su un grattacielo, una lieve<br />
vertigine, un ondeggiamento, mi<br />
dico sottovoce: “adesso viene il bello”,<br />
1300 metri di dislivello in discesa<br />
in neanche 7 km.<br />
Al rifugio Rivetti c’è un tifo da stadio,<br />
ora il sentiero è parecchio frequentato,<br />
c’è chi lentamente sale e chi<br />
velocemente scende, spesso mi<br />
devo fermare e lasciare il passo.<br />
Le nuvole basse impediscono la visuale<br />
a valle, non riesco a capire<br />
dove sono e quanto manca, sono<br />
stanca e non ne posso più di scendere,<br />
incespico e mi arrabbio.<br />
Il frastuono delle pale di un elicottero<br />
mi inganna, penso di essere quasi<br />
arrivata, poi invece riappare il sole e<br />
mi rendo conto che la strada è ancora<br />
lunga.<br />
Corro sul bordo della mulattiera, un<br />
po’ scoraggiata, ad un certo punto,<br />
quando sono nel bosco e in basso<br />
passa un torrente, sento un grido arrivare<br />
dall’altro lato: “brava!”, mi volto<br />
ma non vedo nessuno, e penso che<br />
effettivamente lo sono a prescindere<br />
dalla prestazione, me lo hanno detto<br />
in tanti in quest’ultima ora che incomincio<br />
a crederci veramente, anche<br />
se loro non sanno che io sono partita<br />
un’ora e mezza prima degli altri.<br />
Tra un sasso, una scivolata e tanti<br />
pensieri buoni e cattivi arrivo alle prime<br />
case, dove auguro il buon appetito<br />
ad una coppia che sta pranzando<br />
e anche loro di rimando per<br />
quando sarò arrivata.<br />
Piedicavallo, posso finalmente lasciarmi<br />
andare in scioltezza corro, un<br />
po’ l’inclinazione in discesa mi aiuta,<br />
un po’ il sentire il traguardo vicino, un<br />
po’ le persone, la falcata si amplia,<br />
l’avampiede spinge via quel che rimane<br />
del percorso, sotto il gonfiabile<br />
c’è Mau con il microfono e Beppe<br />
con la macchina fotografica, l’uno<br />
chiama tutti gli arrivati per nome,<br />
l’altro li fotografa.<br />
E’ fatta, sono arrivata in 6h18’, meno<br />
del previsto.<br />
Sono contenta della scelta dell’orario<br />
di partenza, se all’inizio ero sola poi<br />
ho potuto vedere e correre insieme<br />
agli altri, ho potuto assistere all’arrivo<br />
di molti, incitare gli ultimi metri di<br />
Stefania, di Luciano e, così potermi<br />
godere un po’ anche la festa.<br />
Grazie e un BRAVI a lettere cubitali<br />
va agli organizzatori, Maurizio e Beppe<br />
che amano i trail e le loro montagne<br />
e lo dimostrano senza alcun<br />
dubbio.<br />
Grazie a chi ci ha assistito lungo tutto<br />
il percorso, pazientemente con il sorriso,<br />
a chi si è dato da fare per ripulire<br />
i sentieri e renderli sicuri.<br />
Un ultimo pensiero per quel ragazzo<br />
disteso sulla barella, che possa rimettersi<br />
al più presto per tornare di<br />
nuovo a correre su e giù per i monti,<br />
giungendo sulle vette più alte per<br />
avere l’impressione di toccare il cielo<br />
con un dito.<br />
In macchina mentre percorro a ritroso<br />
il viaggio dell’andata ripenso<br />
alle parole lette in un libro:<br />
“Camminare (correre aggiungo<br />
io) ha a che fare con il benessere<br />
e la salute. Ma non solo. Quando<br />
si va a piedi si è deposta ogni corazza.<br />
Il contatto con le pieghe<br />
e la rugosità della terra è diretto.<br />
Non c’è più alcuna parete d’aereo,<br />
treno, pullman, nave a fare<br />
da intercapedine con la realtà.<br />
Quando si va piedi si è a contatto<br />
diretto con la natura ed è più facile<br />
sentirsi ridotti alla dimensione<br />
che ci spetta. A quella di un uomo<br />
e non quella di un titano.<br />
Così la natura quando abbiamo<br />
lasciato la corazza dei mezzi di trasporto<br />
e accettato di essere quello<br />
che siamo si lascia avvicinare<br />
fino quasi a svelare il suo aspetto<br />
più segretamente ed insopportabilmente<br />
fragile.”<br />
Da “Senza Volo” di Federico<br />
Pace<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 15
CRONACHE...<br />
Ecomaratona della<br />
Testo di Simone >Simone76< Bragazza<br />
Foto © Organizzazione<br />
Alla vigilia di Ferragosto mi trovo<br />
con Armando e Helyos a San<br />
Michele di Morfasso. Mi sarebbe<br />
piaciuto poter essere utile alla buona<br />
riuscita della corsa, tengo moltissimo<br />
a questa gara e anche se non faccio<br />
parte dell’organizzazione amo questi<br />
monti e vorrei che i partecipanti tornassero<br />
a casa con la soddisfazione di<br />
aver conosciuto un angolo di Appennino<br />
inaspettato, che giro in lungo e<br />
in largo da quando avevo 12 anni. Tra<br />
questi boschi ho imparato ad apprezzare<br />
la natura, capire quanto è bella e<br />
Val d’Arda<br />
quanto va preservata, trovo intrigante<br />
quella caratteristica “selvaggia” unica<br />
di queste cime; i miei nonni e i miei<br />
genitori sono nati qui, e qui io torno<br />
quando voglio ricaricarmi.<br />
Un tempo, raccontano i vecchi, questi<br />
boschi erano un groviglio di sentieri,<br />
grandi e piccoli; potevi raggiungere<br />
qualsiasi frazione, anche la più piccola,<br />
sempre per la strada più breve. Ora<br />
non è più così, sopravvivono solo le<br />
tracce principali, e spesso non grazie<br />
all’uomo ma agli animali che ancora<br />
tengono vive queste zone; non aspet-<br />
tatevi autostrade quindi, i sentieri sono<br />
irti e ad ogni primavera si chiudono in<br />
un trionfo di rovi che prima o poi qualcuno<br />
riapre a colpi di machete, vero<br />
Helyos?<br />
Qui ho passato indimenticabili momenti<br />
con mio padre quando entrambi,<br />
appassionati di moto da Trial, passavamo<br />
giornate intere su e giù per<br />
questi sentieri. Che paradosso: dal trial<br />
al trail, buffo vero? Un tempo erano i<br />
centimetri cubici che mi facevano salire<br />
in vetta, ora sono le mie gambe,<br />
ma le vette sono rimaste le stesse.<br />
> Dietro al penultimo<<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 16
Torniamo al presente, propongo a<br />
Helyos e Armando di fare io da "scopa",<br />
non ho velleità agonistiche, in<br />
realtà non le ho mai avute, però ho<br />
sempre cercato di fare meglio della<br />
volta precedente; è almeno un mese<br />
che non mi alleno come si deve e<br />
non sono nemmeno sicuro di riuscire<br />
a finirla se la affronto seriamente,<br />
però non voglio mancare, non se ne<br />
parla nemmeno, questa non me la<br />
perdo; decido quindi di farla ma nelle<br />
retrovie, assieme a quelli che vanno<br />
piano, molto piano.<br />
Alle 8.30 si parte e da subito mi<br />
godo questo singolare approccio,<br />
rimango a debita distanza dall’ultimo,<br />
anzi, dal penultimo. Non è male<br />
come punto di vista, dopo pochi km<br />
si fa gruppo, siamo in 5, ho l’onore<br />
di accompagnare pluri-ultramaratoneti,<br />
le mie orecchie ascoltano storie<br />
di 24 ore, 48 ore, Cagliari-Sassari<br />
non stop, 34 maratone in 34 giorni,<br />
insomma un tripudio di km e fatica,<br />
ne rimango affascinato e ancor di<br />
più rimango affascinato dal modo<br />
col quale narrano di averli percorsi,<br />
lentamente, quasi camminando ma<br />
senza mollare mai, senza spegnersi<br />
mai. E questo sarà lo Spirito di questa<br />
giornata: procedere piano e godermi<br />
il paesaggio.<br />
I primi 25 km non li conosco e mi<br />
guardo in giro, quello che vedo è<br />
bello, la giornata è splendida, bravi<br />
ragazzi: ottima scelta di percorso. Si<br />
arriva a Santa Franca, un sacco di<br />
gente alle prese col barbecue, io e<br />
i miei compagni di viaggio veniamo<br />
tentati ma non appena scolliniamo<br />
il pensiero sparisce perché comincia<br />
la parte migliore del percorso: un<br />
sottobosco corribile, un susseguirsi<br />
di dolci saliscendi, per me questo è<br />
il sentiero perfetto; ritroveremo qualcosa<br />
di simile verso il 35° km tra Monte<br />
Lama e il passo Pellizzone.<br />
Arriva la prima vera asperità: il monte<br />
Menegosa, 1356 m, la "Cima Coppi"<br />
della giornata. La vista dalla vetta<br />
è favolosa e i miei soci ne rimangono<br />
rapiti. Un po’ mi gongolo nella loro<br />
meraviglia, è proprio la reazione che<br />
speravo, stupore per cotanta bellezza.<br />
La meraviglia dura poco, davanti a<br />
loro un'impegnativa discesa su un<br />
ghiaione che personalmente non<br />
trovo così difficile; certo, bisogna essere<br />
accorti, ma sicuramente non è<br />
pericolosa, non ci sono tratti esposti,<br />
si rischia solo di scivolare e posare il<br />
fondoschiena a terra. Il passaggio sul<br />
crinale successivo è da favola, si corre<br />
a cavallo tra 2 valli, forse il punto<br />
più bello dell’intero percorso.<br />
Da questo momento in poi gioco in<br />
casa, conosco bene questi sentieri:<br />
Menegosa, Lama, Groppo di Gora e<br />
Pellizzone sono stati il mio primo terreno<br />
di allenamento.<br />
Subito dopo il ristoro di Lama incontriamo<br />
un gruppo di cavalli, ovviamente<br />
cavalli bardigiani, ai miei soci<br />
ne racconto le caratteristiche per<br />
quel poco che so. Passiamo vicino<br />
alla sorgente del fiume Arda (che<br />
dà il nome alla Valle) e anche qui<br />
avverto con piacere il loro interesse;<br />
a questo punto sono passate 6h30’<br />
dalla partenza e la mente già corre<br />
all’arrivo, le gambe sono stanche<br />
ma come far mancare la ciliegina<br />
sulla torta: l’ultima breve ma dura salita.<br />
Dalla vetta del Groppo di Gora si<br />
gode una fantastica vista sull’attigua<br />
Val Ceno, punto di arrivo della prima<br />
giornata della Via degli Abati.<br />
In lontananza si scorgono delle brutte<br />
nuvole, forse è meglio affrettarci<br />
(si fa per dire...) ma non prima di<br />
guardare bene dove si mettono i<br />
piedi: seconda discesa impegnativa<br />
della giornata, questa molto più corta<br />
della precedente. Secondo tratto<br />
nel sottobosco, fantastico susseguirsi<br />
di dolci saliscendi, ennesima esplosione<br />
di sensazioni, questo sì che è<br />
correre <strong>Trail</strong>!<br />
Arriviamo al passo del Pellizzone, ultimo<br />
ristoro, un grazie ai ragazzi che<br />
hanno aspettato così a lungo e via<br />
per gli ultimi 4 km, i primi di asfalto in<br />
leggera discesa, una manna per le<br />
gambe stanche, improvvisa virata<br />
a sinistra per La Sorgente dei Lupi e<br />
poi giù in picchiata a perdere metri<br />
su metri, Casali è più in basso e l’acqua<br />
inizia a venir giù come a dirci:<br />
"muovetevi ragazzi, siete gli ultimi e<br />
all’arrivo vi aspettano!".<br />
Ultimo falsopiano, è dura far andare<br />
le gambe dopo 8 ore, ma in fondo<br />
già si vede il centro abitato. Ormai<br />
è fatta, curva a destra e ingresso<br />
nell’area arrivo, fragoroso applauso<br />
per gli ultimi felici eroi.<br />
In conclusione, bellissima esperienza,<br />
istruttiva e appagante, non ero mai<br />
stato così tanto sulle gambe e non<br />
avevo mai percorso 42 km facendone<br />
almeno 30 camminando, comunque<br />
anche questo è Spirito <strong>Trail</strong> no?<br />
Non voglio soffermarmi sui km di<br />
asfalto o sulla segnaletica, è la prima<br />
edizione e quello che i miei occhi<br />
hanno visto e le mie gambe attraversato<br />
valgono molto di più degli<br />
aspetti migliorabili. Un grazie mille a<br />
Helyos e Armando che hanno dato<br />
vita a quello che per me era un sogno,<br />
un <strong>Trail</strong> in questi luoghi, bravissimi<br />
veramente! u<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 17
CRONACHE...<br />
È RARO TROVARE UN ATLETA DI VERTI-<br />
CE CHE SIA CAPACE DI RACCONTARE<br />
IN MANIERA EFFICACE LE ESPERIEN-<br />
ZE VISSUTE IN GARA. ANTOINE GUIL-<br />
LON, SECONDO AL CRO-MAGNON DI<br />
QUEST’ANNO, NON SI LIMITA A RAC-<br />
CONTARE, MA SCRIVE LUI STESSO E<br />
LO FA CON UNA FORZA NON COMU-<br />
NE. COME LEGGERETE VOI STESSI, AN-<br />
TOINE, PUR DOVENDO SPREMERSI AL<br />
100% DURANTE LA GARA, CONSERVA<br />
LA LUCIDITÀ PER “REGISTRARE” PARTI-<br />
COLARI DELL’AMBIENTE CHE ATTRA-<br />
VERSA E DEI COMPAGNI DI AVVENTU-<br />
GRAND RAID DU CRO MAGNON 2008<br />
di Antoine Guillon<br />
Decisamente, il meteo quest’anno ci<br />
fa dei brutti scherzi. Nei giorni precedenti<br />
la prova ho seguito l’evoluzione<br />
del tempo con un crescente senso di<br />
angoscia. A tre giorni dal via si stava<br />
addirittura parlando di annullare la<br />
gara.<br />
Alla fine, ecco la decisione: un tracciato<br />
più corto, evitando le alte cime<br />
del primo tratto del trail, ossia in tutto<br />
94 km e circa 4100 m D+.<br />
Dopo una notte contraddistinta da<br />
fulmini e tuoni, al risveglio le montagne<br />
si presentano tutte imbiancate di<br />
neve fresca, ma il cielo terso ci lascia<br />
sperare.<br />
RA CHE INCROCIA, PROPRIO COME<br />
FOSSE UN TAPASCIONE DI FONDO<br />
CLASSIFICA CHE SI PRENDE IL TEMPO<br />
PER GUARDARSI INTORNO. NOI DI SPI-<br />
RITO <strong>TRAIL</strong> SIAMO FELICI DI OSPITARE<br />
SULLE NOSTRE PAGINE IL RACCONTO<br />
DI CHI AVREBBE POTUTO CHIEDERE LA<br />
SQUALIFICA DI DAWA SHERPA E SALI-<br />
RE SUL GRADINO DEL PODIO PIÙ ALTO<br />
DEL CRO-MAGNON 2008, MA CHE HA<br />
INVECE SCELTO DI RICONOSCERE LA<br />
SUPERIORITÀ DELL’AVVERSARIO, CON-<br />
FERMANDONE LA VITTORIA.<br />
Il mio obiettivo è quello di arrivare davanti<br />
a Marco Olmo. Piuttosto ambizioso<br />
visto il profilo della prima metà,<br />
denso di dislivelli positivi, ma chissà,<br />
dopotutto ho già macinato più di<br />
90.000 m D+ in questa stagione. Per<br />
riuscire dovrei tenere il più possibile il<br />
suo ritmo, sorpassarlo nella discesa di<br />
1500 m D- e infine tentare di non farmi<br />
riprendere negli ultimi 30 km!<br />
Partiti! Il plotone si sgrana rapidamente<br />
sulla strada che sale all’8/10%. Per<br />
il momento applico rigorosamente<br />
il metodo del celebre cinese “Sang<br />
Ui Sug”, e mi incollo alle scarpette di<br />
Marco, mentre cento metri più avanti<br />
ci sono Dawa Sherpa, Topher Gaylord,<br />
Massimo Tagliaferri e l’argentino Pablo<br />
Barnes.<br />
CRO MAGNON 2008<br />
GRAND RAID du<br />
A cura di Leonardo Soresi<br />
Foto @ Carlo Zanardi<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 18
Decisamente, il meteo quest’anno<br />
ci fa dei brutti scherzi. Nei<br />
giorni precedenti la prova ho<br />
seguito l’evoluzione del tempo con<br />
un crescente senso di angoscia. A tre<br />
giorni dal via si stava addirittura parlando<br />
di annullare la gara.<br />
Alla fine, ecco la decisione: un tracciato<br />
più corto, evitando le alte cime<br />
del primo tratto del trail, ossia in tutto<br />
94 km e circa 4100 m D+.<br />
Dopo una notte contraddistinta da<br />
fulmini e tuoni, al risveglio le montagne<br />
si presentano tutte imbiancate di<br />
neve fresca, ma il cielo terso ci lascia<br />
sperare.<br />
Il mio obiettivo è quello di arrivare davanti<br />
a Marco Olmo. Piuttosto ambizioso<br />
visto il profilo della prima metà,<br />
denso di dislivelli positivi, ma chissà,<br />
dopotutto ho già macinato più di<br />
90.000 m D+ in questa stagione. Per<br />
riuscire dovrei tenere il più possibile il<br />
suo ritmo, sorpassarlo nella discesa di<br />
1500 m D- e infine tentare di non farmi<br />
riprendere negli ultimi 30 km!<br />
Partiti! Il plotone si sgrana rapidamente<br />
sulla strada che sale all’8/10%. Per<br />
il momento applico rigorosamente<br />
il metodo del celebre cinese “Sang<br />
Ui Sug”, e mi incollo alle scarpette di<br />
Marco, mentre cento metri più avanti<br />
ci sono Dawa Sherpa, Topher Gaylord,<br />
Massimo Tagliaferri e l’argentino Pablo<br />
Barnes.<br />
Mi trovo bene nelle mie <strong>Trail</strong>-Mesh,<br />
come alla Réunion, e non sono disturbato<br />
dal fondo stradale. Poiché<br />
fa freddo sono equipaggiato con<br />
una micro-polaire, un collant lungo e<br />
i guanti. Di fianco a me Marco è in tenuta<br />
da spiaggia: calzoncini corti, piccola<br />
T-Shirt e maniche corte!<br />
Lasciamo la strada per arrampicarci<br />
sulla montagna, sull’erba coperta di<br />
neve soffice. Si scivola un poco, ma<br />
guardando lo spettacolo dei giochi di<br />
luce sulle montagne dimentico qualunque<br />
difficoltà.<br />
Mi rendo presto conto che il ritmo<br />
dell’italiano è difficile da seguire. Sono<br />
costretto a forzare più del solito, ma<br />
ce la faccio, almeno per questa prima<br />
ora, ma che mi succederà più tardi?<br />
Raggiungiamo il punto più alto, in un<br />
nebbione che non mi lascia vedere gli<br />
altri quattro in fuga. Non vedo più le<br />
«balise», ma mi affido a Marco per seguire<br />
il percorso. Un motivo in più per<br />
stargli attaccato.<br />
Le nebbie si aprono improvvisamente,<br />
lasciando posto al sole. Che spettacolo,<br />
nuovamente, questa successione<br />
di creste!<br />
Corriamo su una larga pista in falsopiano<br />
discendente e raggiungiamo i<br />
primi proprio quando il profilo si mette<br />
di nuovo a salire.<br />
E là capisco perché Olmo vince<br />
l’UTMB. Se ne va, con una falcata radente,<br />
facile, quasi veloce come sul<br />
piano. Deve essere munito di un regolatore<br />
della velocità... solo Dawa conserva<br />
un filo di vantaggio.<br />
Dopo qualche km la pista finalmente<br />
scende, e questo mi permette di allungare<br />
la falcata senza sforzo. Mi avvicino<br />
rapidamente a Barnes, poi mi butto<br />
nei pascoli in direzione della vallata di<br />
Casterino. Ritrovo Dawa e Marco che<br />
stanno scendendo senza forzare. Prudentemente<br />
resto con loro, mentre Topher<br />
e Massimo si slanciano in avanti.<br />
Questa andatura mi riposa e scherzo<br />
un po’ con Dawa mentre slalomiamo<br />
tra le conifere, le scarpette inzuppate<br />
nell’erba alta, e raggiungiamo il fondovalle.<br />
In questa zona, di nuovo sui<br />
1500 m, il terreno è ancora bagnato,<br />
ma non c’è più neve e comincia persino<br />
a far caldo.<br />
Seguiamo un piccola strada che<br />
scende fino al rifornimento della Minière.<br />
Sto andando a circa 14 km/h,<br />
tenendomi a due metri da Marco. Mi<br />
impressiona la sua scioltezza.<br />
Si può proprio dire che la gara inizia<br />
qui, dopo 1h45’. Olmo sale di slancio<br />
su una pendenza del 20%. Lo imito<br />
come posso, constatando che ce la<br />
faccio. Sono deciso a limitare il mio distacco<br />
su questa salita di 950 m D+ e<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 19
così mi incollo a lui.<br />
Questa ascensione sarà per me la più<br />
bella fatta in un ultra-trail. Alternando<br />
marcia e corsa fino alla sommità,<br />
con grande intensità, in un ambiente<br />
superbo: sotto grandi conifere, su un<br />
sentierino soffice delimitato da cespugli,<br />
il sottobosco chiazzato di neve, accompagnato<br />
dal rumore delle cascate.<br />
Sento forti le mie pulsazioni: sono<br />
a 172, ossia all’87% del mio massimo.<br />
Non potrei permettermi nemmeno<br />
un battito di più. Marco, equipaggiato<br />
del suo motore V3 , come è scritto<br />
sulla sua iscrizione (V3H è la sua categoria<br />
- N.d.r.), arrampicandosi con le<br />
mani sul dorso, superando gli ostacoli<br />
con la grazia di un felino, mi distanzia<br />
a poco a poco. Massimo e Barnes tengono<br />
il colpo.<br />
Ma io non mi affanno. La vista spazia<br />
molto lontano su una successione<br />
di cime dai colori che si sfumano in<br />
bluastri per quelle più lontane. Sento<br />
i campanacci delle vacche e questo<br />
mi porta nell’ambiente UTMB. Ah! Se<br />
potessi correre così su una tale distanza!<br />
Sono sorpreso di non vedere rinvenire<br />
Dawa, e mi giro sovente, invano.<br />
Dopo la cima, il sentiero diventa improvvisamente<br />
tecnico e molto ripido,<br />
per aggirare il lago Jugale che è più<br />
sotto. Le poche nuvole si rispecchiano<br />
sulla superficie brillante creando un<br />
piacevole effetto ottico.<br />
In poco tempo raggiungo Marco e assieme<br />
ci arrampichiamo verso la cima<br />
dei Tre Comuni. E lui se ne va di nuovo,<br />
sempre con Massimo, mentre Barnes<br />
questa volta si tiene più indietro.<br />
All’Authion Bruno, del Team Lafuma,<br />
mi aiuta a ricaricare il mio Camel bag<br />
informandomi del passaggio di Dawa<br />
mezz’ora prima di me. Dawa si è sbagliato<br />
al Grande Colle e ha fortunatamente<br />
ritrovato una pista che lo ha<br />
riportato all’Authion. Non perdo un<br />
istante, afferro una banana e filo nella<br />
scia dei due italiani, mentre Barnes sosta<br />
più a lungo.<br />
4h40 di fatica, bevo a piccoli sorsi. Ancora<br />
due km di salite prima dell’abisso<br />
infernale su Sospel. Sono a 200 metri dai<br />
primi quando mi getto finalmente nella<br />
discesa, per 15 km di soddisfazione.<br />
Molte montagne mascherano la valle,<br />
cosa che impedisce di apprezzare la<br />
nostra posizione elevata. Il terreno non<br />
è subito tecnico, solo qualche pietra<br />
che ostacola lo stretto sentiero. Ma<br />
ben presto sono dietro a Marco, infilandomi<br />
tra qualche roccia.<br />
A 5 ore giuste di corsa, lo supero per<br />
andare a raggiungere un Massimo<br />
che sta andando in gran scioltezza.<br />
Chiacchieriamo per una decina di<br />
minuti. Mi spiega che<br />
ogni anno si ripete sempre<br />
la stessa scena: lui<br />
passa in testa ma poi si<br />
fa superare da Marco<br />
sulla salita alla Cime<br />
de Baudon, e così sono<br />
già tre volte che arriva<br />
secondo! Perbacco, è<br />
proprio questa la mia<br />
preoccupazione!<br />
Senza accorgermi,<br />
d’un tratto entriamo in<br />
una zona più mediterranea.<br />
La vegetazione<br />
cambia, i profumi lo<br />
indicano ed il sentiero<br />
diventa sempre più<br />
roccioso e piuttosto<br />
tecnico. Lascio Massimo,<br />
aumentando progressivamente<br />
la velocità<br />
per crearmi un<br />
buon margine.<br />
Al rifornimento di Sospel<br />
l’ambiente è caloroso<br />
e i volontari molto<br />
premurosi. Dopo le distese<br />
deserte attraversate,<br />
ritrovarmi in città<br />
mi sconcerta, ma non<br />
è che un breve passaggio.<br />
Riparto.<br />
Attraverso l’antico<br />
ponte di pietra, poi un<br />
tratto di strada affollata<br />
dove nessuno è<br />
evidentemente al corrente<br />
del nostro trail, e<br />
finalmente di nuovo la<br />
terra e la roccia su un<br />
piccolo sentiero scosceso.<br />
Sono sotto il sole, e<br />
sudo parecchio. Sono<br />
impaziente di raggiungere<br />
gli alberi su questo<br />
colle di 485 m D+.<br />
Sono costretto a ridurre<br />
l’andatura, proprio io<br />
che sono abituato ai<br />
forti calori del mio dipartimento,<br />
l’Hérault!<br />
Poi una nuvola si interpone<br />
come uno schermo,<br />
mentre io passo<br />
sotto una volta vegetale<br />
che mi rimette finalmente<br />
in sesto.<br />
Il percorso è molto vario,<br />
devo persino attraversare<br />
una pietraia.<br />
Questa segnala la fine<br />
della penultima ascensione.<br />
Ora dovrò correre<br />
qualche km su una<br />
larga pista pianeg-<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 20
giante. Il sole picchia di nuovo.<br />
Mentalmente mi sento forte poiché<br />
questo tratto mi ricorda l’<strong>Ultra</strong> Trans-<br />
Aubrac con le sue grandi piste. Ne ero<br />
venuto a capo, dunque non vedo motivi<br />
perché non dovrei riuscirci anche<br />
qui, tantopiù che mi rincuora vedere<br />
in lontananza il mare. Mi sforzo di mantenere<br />
un buon passo, non mangiando<br />
nulla per non rompere l’equilibrio in<br />
cui mi trovo. Per contro bevo di più.<br />
Si inizia la salita verso il rifornimento del<br />
Col de Banquettes, un 15% su 400 m<br />
D+. Ne corro la maggior parte e raggiungo<br />
la sommità non senza gettare<br />
un ultimo sguardo dietro a me, e così<br />
intravedo i miei due inseguitori a circa<br />
1500 m.<br />
Massimo non si era dunque sbagliato!<br />
Marco ci sta preparando un finale<br />
infernale. Non devo perdere tempo:<br />
davanti a me si erge la Cime de Baudon.<br />
7h40 di sforzo già fatto, e stimo in<br />
circa due ore di carburante il percorso<br />
che mi resta da fare.<br />
Vuoto perciò il mio Camel bag e lo riempio<br />
con 1 litro d’acqua e due bicchieri<br />
di Coca. Questa miscela dagli<br />
zuccheri rapidi mi fa bene nei finali di<br />
gara. Per evitare l’ipoglicemia compenso<br />
con delle banane.<br />
Mi slancio verso la cima. E’ molto ripida<br />
sin dall’inizio! Meno male che gli alberi<br />
tengono fresco. L’ambiente mi piace<br />
CLASSIFICA MASCHILE CLASSIFICA FEMMINILE<br />
subito, belle rocce chiare che contrastano<br />
con le frasche scure. Un pallida<br />
luce crea, con le erbe che tappezzano<br />
la scarpata, un’atmosfera di foresta<br />
proibita. Non c’è un rumore.<br />
Arrivo rapidamente sulla sommità: formidabile!<br />
Nessuno in vista dietro a me<br />
quando non mancano che 16 km giù<br />
per una gola scoscesa. Le mie narici<br />
sentono lo iodio e le essenze che mi<br />
sono familiari. Mi sento sui miei terreni<br />
d’allenamento. Freno solo quanto<br />
serve per assicurarmi l’appoggio dei<br />
piedi sulle pietre instabili. Me la cavo<br />
bene, cosa che mi permette di mantenere<br />
il secondo posto.<br />
Ricca di cambi improvvisi di ambiente,<br />
questa gara mi riserva ora un fitto nebbione<br />
insolito mentre mi avvicino alle<br />
grandi antenne, delle quali non riesco<br />
a vedere che i cavi d’ancoraggio.<br />
Mentre sto avvicinandomi a La Turbie,<br />
mi appaiono giù in basso improvvisamente<br />
il mare e i tetti delle lussuose ville.<br />
In pochi istanti Helios mi ricorda che<br />
qui egli è il padrone incontrastato dei<br />
luoghi. Questa volta non me la sento<br />
di rimproverarlo perché punta i suoi<br />
raggi su di me, perché la bellezza della<br />
costa non potrebbe essere la stessa<br />
senza di lui.<br />
Scendo lungo il magnifico campo da<br />
golf di la Turbie, costeggiando una fila<br />
di cipressi centenari dagli enormi tron-<br />
Pos Tempo Nome Nazione<br />
1 12.08.12 HERRY Karine FRANCIA<br />
2 12.20.51 OLIVERI Virginia ARGENTINA<br />
3 13.40.21 DECIA Sabrina ITALIA<br />
4 13.59.56 BATIFOULIER Muriel FRANCIA<br />
5 14.12.00 BALSAMO Luisa ITALIA<br />
6 14.22.36 DE-STEFANO Samantha ITALIA<br />
7 14.37.21 VESCO Silvia ITALIA<br />
8 14.58.09 BONNOT Sophie FRANCIA<br />
9 15.00.00 BERTOLINO Alessia ITALIA<br />
10 15.05.00 HIRTZY Margit AUSTRIA<br />
Pos Tempo Nome Nazione<br />
1 9.31.57 SHERPA Dachhiri-Dawa NEPAL<br />
2 9.48.21 GUILLON Antoine FRANCIA<br />
3 10.00.47 TAGLIAFERRI Massimo ITALIA<br />
4 10.13.40 OLMO Marco ITALIA<br />
5 10.17.47 BARNES Pablo ARGENTINA<br />
6 10.23.39 GAYLORD Topher USA<br />
7 10.36.08 AGLIATI Paolo ITALIA<br />
8 11.05.46 AUDISIO Silvio ITALIA<br />
9 11.25.38 BERTOLI Matteo ITALIA<br />
10 11.28.53 FESTORAZZI Fabio ITALIA<br />
chi, poi la strada mi conduce nella<br />
cittadina ove una serie di scalinate e<br />
carrugi assai ripidi non finiscono più di<br />
farmi penare.<br />
Tra due muri distinguo per un momento<br />
il mare che, come nei film di terrore,<br />
sembra allontanarsi man mano che io<br />
tento di avvicinarmi. Eppure sento le<br />
onde frantumarsi contro gli scogli. Una<br />
quantità impressionante di scalinate<br />
me ne separa ancora e devo saltare<br />
più scalini in continuazione per mantenere<br />
la mia velocità.<br />
Improvvisamente, all’uscita di un piccolo<br />
tunnel, mi colpisce in pieno viso<br />
un’aria ricca di iodio e mi trovo davanti<br />
l’immensa distesa blu tanto sospirata.<br />
Ancora 500 metri di costa, di<br />
pura gioia, galvanizzato dalla riuscita<br />
del mio obiettivo, con Dawa che mi è<br />
venuto incontro e mi accompagna,<br />
per terminare in 9h48.<br />
Giungo al traguardo ma avrei la forza<br />
per continuare. L’allenamento accumulato<br />
in questi ultimi due anni, orientato<br />
sulle lunghe distanze, mi ha forgiato<br />
e ora riesco a provare piacere<br />
fino alla termine delle gare.<br />
E’ proprio quello che cercavo, e sono<br />
gonfio di soddisfazione per questa bella<br />
giornata. ▼<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 21
CRONACHE...<br />
E<br />
L’ CCEZIONALITÀ<br />
In qualunque sport chi si avvantaggia<br />
irregolarmente, intenzionalmente<br />
o no, viene punito con la<br />
penalizzazione o la squalifica. Alcune<br />
volte però ci si imbatte in casi in<br />
cui le maglie del regolamento sono<br />
troppo larghe e nulla prevedono<br />
per certe casistiche “anomale”, per<br />
cui è difficile anche solo capire se si<br />
sia trattato di un’infrazione o meno.<br />
Cosa dire dei nuovi costumi super<br />
high tech della Speedo che all’ultima<br />
olimpiade hanno consentito di<br />
battere praticamente tutti i record<br />
in tutte le diverse specialità del L’EC-<br />
CEZIONALITÀ DEL <strong>TRAIL</strong> nuoto, trasformandolo<br />
da una gara tra uomini ad<br />
del<br />
cosa è successo al Cro 2008<br />
una gara tra industrie? E delle protesi<br />
di Oscar Pistorius che, inizialmente<br />
considerate aiuto tecnologico, gli<br />
avevano quasi impedito di partecipare<br />
alle Olimpiadi di Pechino?<br />
Altre volte, ma molto raramente, può<br />
capitare che una regola, per quanto<br />
giusta e indiscutibile a tavolino,<br />
porti a dei risultati sbagliati o almeno<br />
non in linea con quello che tutti ritengono<br />
giusto. Certo Dorando Pietri a<br />
norma di regolamento andava senza<br />
ombra di dubbio squalificato, ma<br />
dentro di noi risuona forte un grido<br />
che dice “È un’ingiustizia! Il vincitore<br />
era Dorando!”<br />
T RAIL<br />
Testo di Leonardo >leosorry< Soresi<br />
Foto © Organizzazione Cro Magnon<br />
Nell’eccezionale edizione 2008 del<br />
CRO è successo tutto questo: il nepalese<br />
Dawa Sherpa, subito dopo<br />
il rifornimento di La Minière, ha sbagliato<br />
il percorso che saliva al Pas de<br />
la Nauque, seguendo invece il vecchio<br />
tracciato che andava al Pas<br />
de Colle Rousse. Qui senza dubbio<br />
Dawa ha sbagliato: dopo qualche<br />
centinaio di metri senza incontrare<br />
balises avrebbe dovuto chiedersi se<br />
era ancora sul percorso corretto, e<br />
nel dubbio sarebbe dovuto tornare<br />
indietro (come ha invece fatto Topher<br />
Gaylord, che era più indietro<br />
rispetto a lui). Dawa Sherpa non l'ha<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 22
fatto, molto probabilmente perché<br />
essendoci passato durante il CRO<br />
2003, pensava di essere sul percorso<br />
corretto.<br />
Così al secondo controllo, quello del<br />
Pas de Jugale, appena dopo il Pas<br />
de Colle Rousse, Dawa è transitato<br />
per primo, precedendo Massimo Tagliaferri.<br />
Arrivato al terzo controllo, quello de<br />
l’Authion, Dawa ha subito dichiarato<br />
di sua iniziativa all’organizzatore Pietro<br />
Martinengo di aver evidentemente<br />
sbagliato il percorso tra il primo e<br />
il secondo controllo, tant’è che si ritrovava<br />
primo senza aver superato i<br />
concorrenti che gli erano davanti.<br />
L’organizzazione del CRO si è ritrovata<br />
di fronte ad un primo problema:<br />
il regolamento della gara 2008 (che<br />
di fatto è uguale a quello dell’UTMB<br />
2007) non prevedeva penalizzazioni<br />
o squalifiche se non nel caso di mancato<br />
passaggio ai punti di controllo,<br />
e Dawa non ne aveva saltato nessuno.<br />
La gara è perciò continuata,<br />
riservandosi la giuria di prendere una<br />
decisione in seguito. Dawa, nel tratto<br />
“incriminato”, ha tagliato circa 1.700<br />
metri di percorso e 290 metri di dislivello,<br />
passando al controllo 19 minuti<br />
prima di Massimo Tagliaferri che era<br />
secondo. In tutto il restante percorso<br />
del CRO ha continuato però ad incrementare<br />
il suo vantaggio, correndo<br />
ogni frazione più velocemente di<br />
tutti gli altri concorrenti, arrivando al<br />
traguardo di Cap d’Ail con un vantaggio<br />
di ben 55 minuti sul secondo,<br />
Antoine Guillon. Gli organizzatori,<br />
non potendo penalizzare o squalificare<br />
Dawa a norma di regolamento,<br />
hanno chiesto a Guillon se intendesse<br />
presentare reclamo contro la<br />
vittoria di Dawa. Nella corsa su strada<br />
c’è chi taglia il percorso per guadagnare<br />
delle posizioni o vincere un<br />
premio di categoria: al CRO del 2008<br />
si è verificato proprio l’opposto! Guillon,<br />
dimostrandosi un grande sportivo<br />
e un uomo di buon senso, non ha<br />
voluto mettere in discussione la vittoria<br />
di Dawa, anche se questi aveva<br />
evidentemente tagliato. “Anche se<br />
Sherpa ha guadagnato una ventina<br />
di minuti riducendo il percorso a<br />
seguito dell'errore, ha comunque dimostrato<br />
di andare più forte di tutti<br />
noi, aumentando progressivamente<br />
il vantaggio di altri 36 minuti. Per me<br />
non c’è molto da discutere: Sherpa<br />
oggi è stato indubbiamente il migliore<br />
ed è giusto che sia lui il vincitore. Io<br />
non ho nulla da ridire.”<br />
La Giuria del CRO ha allora deciso<br />
di rispettare quanto espresso dalla<br />
gara, confermando la vittoria di<br />
Dawa e limitandosi, dopo le verifiche<br />
delle registrazioni fatte ai controlli<br />
lungo il percorso, solo a modificarne<br />
il tempo finale per renderlo omogeneo<br />
con quello impiegato dagli altri.<br />
Innanzitutto gli è stato tolto il vantaggio<br />
di 19 minuti che aveva accumulato<br />
nel tratto ove aveva sbagliato<br />
percorso. Poi gli sono stati aggiunti<br />
altri 19 minuti, per tenere conto del<br />
tempo virtuale che avrebbe perso<br />
se fosse ritornato sui suoi passi. In totale<br />
gli sono stati aggiunti 39 minuti<br />
per cui il suo tempo ufficiale è diventato<br />
9.31.57, con Guillon secondo<br />
con 9.48.21 e Tagliaferri terzo con<br />
10.00.47.<br />
Ovviamente non sono mancate le<br />
polemiche, con molti atleti che sono<br />
rimasti perplessi nel vedere confermata<br />
la vittoria del nepalese. Pietro<br />
Martinengo però non ha dubbi e<br />
difende la decisione presa. “Chi attacca<br />
Sherpa mi sembra dimentichi<br />
che siamo di fronte ad un grande<br />
campione che non ha per nulla bisogno<br />
di sotterfugi o tagli di percorso<br />
per vincere. E dimentica pure che<br />
Sherpa è un campione che accetta<br />
senza problemi le sconfitte, quando<br />
gli capitano. E senza ombra di dubbio<br />
dico che Sherpa è il vincitore del<br />
CRO 2008. Criticabile per l’errore,<br />
ma indubbio vincitore, visto che non<br />
ha fatto che accumulare progressivamente<br />
un grosso vantaggio sugli<br />
altri”. Penso che tutti concordino<br />
che vada penalizzato o squalificato<br />
chi taglia il percorso e sicuramente<br />
il CRO e le altre grandi gare di ultra<br />
trail modificheranno i loro regolamenti<br />
per evitare il ripetersi di queste<br />
situazioni (l’UTMB lo ha già fatto introducendo<br />
per l’edizione 2008 delle<br />
penalità in funzione dell’importanza<br />
dei tagli di percorso). In questo caso<br />
però credo che sia Guillon sia la giuria<br />
del CRO abbiano<br />
preso una decisione<br />
equa, anche<br />
se apparentemente<br />
discutibile (chi<br />
darebbe mai la<br />
vittoria a chi ha tagliato?),scegliendo,<br />
in mancanza di<br />
specifiche regole<br />
scritte, di premiare<br />
i valori nettamente<br />
espressi “sul campo”.<br />
E penso che<br />
questo episodio<br />
andrà ad arricchire<br />
il significato che<br />
diamo all’espressione<br />
“Spirito <strong>Trail</strong>”.<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 23
VOX FORUM...<br />
LA BUONA FEDE<br />
E<br />
IL BUON SENSO<br />
“DAGLI AL TAGLIATORE!” È UNA<br />
FRASE CHE RICORRE SPESSO NEL<br />
PODISMO SU STRADA, DOVE I<br />
“FURBI” VENGONO SPESSO MESSI<br />
ALLA GOGNA PER IL LORO VIZIETTO<br />
DI ACCORCIARE LA STRADA<br />
PERCORSA. NEL <strong>TRAIL</strong> QUESTA<br />
“CACCIA ALL’UNTORE” NON<br />
ESISTE, E IL CROMAGNON 2008<br />
CI HA INSEGNATO CHE BUONA<br />
FEDE (DEL “TAGLIATORE”) E BUON<br />
SENSO (DELL’ORGANIZZAZIONE<br />
E DEGLI ALTRI ATLETI) POSSONO<br />
METTERE TUTTI D’ACCORDO, O<br />
QUASI... LA RUBRICA VOX FORUM<br />
DI QUESTO MESE EVIDENZIA INFATTI<br />
CHE LA MAGGIORANZA DEI <strong>TRAIL</strong>ER<br />
HA APPROVATO LA DECISIONE<br />
DEGLI ORGANIZZATORI DI NON<br />
SQUALIFICARE DAWA SHERPA<br />
PER L’INVOLONTARIO TAGLIO DI<br />
PERCORSO, ANCHE SE QUALCHE<br />
VOCE CONTRARIA C’È STATA.<br />
di andreachiocciola il<br />
martedì 8 luglio 2008, 14:35<br />
Soltanto poche parole per dire che,<br />
secondo me, questo è Sport con la S<br />
maiuscola: tanto di cappello a Dawa per<br />
l’onestà dimostrata nell’ammettere subito<br />
l’errore e, soprattutto, a Guillon che si è<br />
comportato da vero signore.<br />
di simone brogioni il<br />
martedì 8 luglio 2008, 15:47<br />
Pietro Martinengo mi sembra una persona<br />
seria e ha spiegato perfettamente<br />
l’accaduto, mettendo in mostra la<br />
sportività di questi grandi campioni. Bravi<br />
tutti.<br />
di vallese66 il mercoledì 9 luglio 2008, 8:50<br />
Anch’io credo nell’assoluta buona fede<br />
di Sherpa, quando ho letto che aveva<br />
tagliato non ci credevo neppure, per cui<br />
penso che sia stato in effetti solamente un<br />
errore. Non so invece quanto l’involontario<br />
taglio abbia influito sul morale di quelli che<br />
stavano dietro, cioè davanti, e penso che<br />
questo non possa determinarlo nessuno.<br />
Ad ogni modo sono cose che possono<br />
capitare, nessun dramma.<br />
di luciano il mercoledì 9 luglio 2008, 9:15<br />
In qualsiasi altro sport Sherpa sarebbe<br />
stato squalificato, con tutti gli onori e i<br />
“mi dispiace”. In tutti gli altri sport Guillon<br />
avrebbe fatto reclamo pur con “mi<br />
dispiace”. Stupendo questo sport... ma<br />
siete umani?<br />
di MUDANDA il mercoledì<br />
9 luglio 2008, 11:54<br />
Tanto di cappello a tutti. A fine gara mi<br />
sono fatto fare i massaggi e nel lettino a<br />
fianco c’era Dawa. Abbiamo scambiato<br />
4 battute, il mio francese è meno che<br />
scolastico... Mi è sembrato una persona<br />
veramente semplice, anche quando mi<br />
ha detto di aver impiegato 1h30’ da Cime<br />
Baudon a Cap d’ail...<br />
di lamberto il mercoledì 9 luglio 2008, 12:01<br />
Ammiro moltissimo Sherpa, Pietro e Guillon,<br />
però io non avrei dato la vittoria a Sherpa.<br />
Il Cro è segnalato molto bene, al massimo<br />
puoi sbagliare percorso per 100/200 metri,<br />
i segnali sono molto frequenti, pertanto se<br />
uno non li vede si accorge subito e torna<br />
indietro; lo so per certo perché a me è<br />
successo proprio quest’anno. Premetto che<br />
non ho assolutamente niente da obiettare<br />
sull’onestà e sulle capacità sportive di<br />
Sherpa, ma ha sbagliato percorso e<br />
questo è insindacabilmente motivo di<br />
squalifica anche se sul regolamento non è<br />
specificato, ma è sottointeso.<br />
di Checo il mercoledì 9 luglio 2008, 17:36<br />
In teoria se il percorso è segnalato si<br />
segue la segnalazione. Se il percorso<br />
non è segnalato, ma viene indicata<br />
semplicemente la direzione da prendere,<br />
secondo me ognuno può fare quello<br />
che crede, fermo restando il rispetto per<br />
l’ambiente. Resto un po’ basito su come si<br />
possa tagliare di minimo venti minuti senza<br />
per questo saltare il controllo. Secondo me,<br />
se il percorso è sistemato bene, uscendo<br />
dal tracciato si dovrebbe metterci di più<br />
e non di meno rispetto alla via corretta.<br />
Nell’errore, sia del vincitore sia<br />
dell’organizzazione, è comunque da lodare<br />
l’estrema correttezza e serenità dimostrata<br />
da tutti, specialmente quelli arrivati dopo.<br />
Grande lezione di comportamento.<br />
di Cubettoz il mercoledì 9 luglio 2008, 18:54<br />
Checo ha ragione: i punti di controllo si<br />
devono mettere nei punti strategici, ma<br />
non è sempre così. Per quanto rigurda il<br />
BALISAGE al CRO (fatto nel 2006) lo ritengo<br />
anch’io piuttosto spartano, come del resto<br />
tutta l’impostazione della gara. Purtroppo<br />
il Balisaggio dipende dall’ambiente in<br />
cui ti trovi, alla LUT con 50 frecce risolvi il<br />
problema perché non ci sono molti bivi<br />
e sbagliare è veramente difficile, ma al<br />
CRO la storia è diversa. Nel punto in cui<br />
ha sbagliato Dawa, hanno sbagliato<br />
anche molti altri campioni e non, Virginia<br />
ad esempio ha perso la gara proprio lì... lei<br />
però non conoscendo come Dawa quei<br />
posti è tornata indietro e ha perso 20’ che<br />
si è tenuta sul groppone fino alla fine! ▼<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 24
Foto © Archivio Brizio<br />
Emanuela<br />
BRIZIO<br />
LE INTERVISTE...<br />
a cura di Matteo >emme< Grassi<br />
ALTRE DUE INTERVISTE AL<br />
FEMMINILE E, ANCORA<br />
UNA VOLTA UN’ACCOPPIATA<br />
CHE FA PENSARE.<br />
EMANUELA E’ UNA CAMPIONESSA,<br />
UNA CHE VA FORTE E CHE<br />
CORRE PER VINCERE.<br />
A ROBERTA INVECE (LA<br />
“NOSTRA” ROBYCHAO<br />
DEL FORUM ) BASTA PER LO<br />
PIÙ ARRIVARE. MA ENTRAMBE<br />
SONO MOSSE DALLA STESSA<br />
GRANDE PASSIONE E MACINANO<br />
CHILOMETRI E DISLIVELLI<br />
ALLA RICERCA DI QUALCOSA:<br />
DI SE STESSE FORSE, DI SICURO<br />
DI QUELLE SENSAZIONI<br />
PROFONDE, CHE SOLO<br />
LA MONTAGNA E LA<br />
FATICA SANNO REGALARE<br />
&<br />
Roberta<br />
PERON<br />
ANZITUTTO: VUOI PRESENTARTI?<br />
Mi chiamo Emanuela Brizio,<br />
sono nata a Verbania il 10<br />
settembre 1968. Vivo ad Aurano,<br />
un piccolo paesino sulle alture<br />
di Verbania.<br />
Mi chiamo Roberta Peron, ho 40 anni<br />
e sono di Schio, in provincia di Vicenza.<br />
Mi chiamo Roberta Peron, ho<br />
40 anni e sono di Schio, in<br />
provincia di Vicenza.<br />
QUANDO E PERCHÉ HAI INIZIATO A<br />
CORRERE? HAI MAI SMESSO PER POI<br />
RIPRENDERE?<br />
Ho iniziato a correre tardi, a 29 anni.<br />
Ero al mare in Toscana, lontana dalla<br />
mia adorata palestra e, per la paura<br />
di “inciccionirmi”, un mattino mi infilai<br />
un paio di scarpette da corsa ed<br />
uscii… non potevo immaginare che<br />
non mi sarei più fermata!<br />
Mi innamorai all’istante di quelle<br />
sensazioni: il corpo staccato dal terreno,<br />
spinto verso l’alto… mi pareva<br />
di volare! Così come sentire il mio<br />
cuore battere più forte, il respiro affannato,<br />
le gocce di sudore cadere,<br />
la sofferenza che diventava benessere.<br />
E’ stato poi un crescendo di miglioramenti<br />
in tenuta, in velocità, in<br />
resa. Ero curiosa di capire fino a che<br />
punto potevo arrivare a migliorarmi,<br />
seguendo i consigli e le tabelle di lavoro<br />
che Mauro (mio fratello maggiore,<br />
bravo atleta di corsa in montagna)<br />
mi preparava.<br />
Il mio primo approccio alla corsa è<br />
stato più o meno 7 anni fa, quando<br />
occasionalmente partecipavo alle<br />
marce domenicali della Fiasp accompagnando<br />
il mio moroso di allora<br />
per la classica condivisione delle<br />
passioni. Ma ci andavo di rado perché<br />
mi pareva sprecato dedicare<br />
una giornata intera per una corsetta<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 25<br />
Foto © risk4sport
Foto © risk4sport<br />
di un’ora o poco più, quando invece potevo perdermi<br />
per molto più tempo nell’ambiente da me<br />
preferito: la montagna. Poi, un po’ per mettermi<br />
alla prova, ho partecipato ad una maratona non<br />
competitiva che fanno qui dalle mie parti (Maratona<br />
Prealpina) e in quell’occasione ho conosciuto<br />
un ultramaratoneta che mi ha fatto il passo<br />
per tutto il percorso... vista la bella esperienza e<br />
sentito tutte le belle cose che mi aveva raccontato,<br />
ho cominciato a correre un po’ di più, mettendoci<br />
anche un po’ di salita. non perdere la<br />
condizione faticosamente conquistata ho iniziato<br />
a correre 20’ al giorno, aumentando di settimana<br />
in settimana; dopo un mese ero già iscritto alla<br />
maratona di Roma!<br />
HAI INIZIATO SUBITO A CORRERE IN MONTAGNA? E<br />
QUANDO A SPINGERTI OLTRE I 42 KM?<br />
Fu mio fratello a convincermi a partecipare alle<br />
prime gare in montagna, e così iniziò la sfida con<br />
gli altri, oltre a quella con me stessa, che ancora<br />
continua e che non finirà mai. Da allora tantissime<br />
gare, tantissimi risultati, poi la voglia di rimettermi<br />
in discussione, di osare di più… e iniziarono<br />
allenamenti più lunghi, più impegnativi. Ormai mi<br />
conoscevo abbastanza bene da autogestirmi la<br />
preparazione, ed ecco le prime skyrace nel 2002,<br />
e di seguito le skymarathon.<br />
Non ho ancora affrontato degli ultra-trail importanti,<br />
per ora la gara più lunga è stata di 55 km.<br />
Come dicevo ho corso quasi da subito in montagna,<br />
anche se tuttora sarebbe più giusto dire che<br />
tento di correre in montagna, viste le mie difficoltà<br />
in salita (fortuna che c’è anche la discesa, che<br />
mi riesce abbastanza bene!). Il primo lungo che<br />
ho fatto (non avevo mai corso più di 1h 45’) è stata<br />
la maratona di Venezia. E l’ho corsa tutta.<br />
Con le ultra poi il passo è stato breve. Subito dopo<br />
la prima maratona, ho corso una mezza e quindi<br />
un’ultra… tutto nel giro di 1 mese: Venezia, Arco,<br />
Sayntè Lyon.<br />
PARLIAMO UN PO’ DI ALLENAMENTO E DI GARE: TI<br />
SEGUE QUALCUNO OPPURE SEI UN CORRIDORE FAI<br />
DA TE? TI TIENI AGGIORNATA LEGGENDO RIVISTE O<br />
LIBRI CHE PARLANO DI ALLENAMENTO? SEGUI DEL-<br />
LE TABELLE?<br />
Come tutti i runners appassionati leggo le varie<br />
riviste dedicate alla corsa e sono alla continua ricerca<br />
della tabella di allenamento che mi renda<br />
invincibile! Lo sappiamo tutti che non esiste, ma è<br />
bello continuare a sperare… così qualche spunto<br />
per la mia preparazione lo prendo.<br />
Sono decisamente un corridore fai da te… purtroppo.<br />
Sì perché probabilmente potrei migliorare<br />
un po’… ma non sono molto ispirata a condannarmi<br />
con tabelle e programmi forzati, ho paura<br />
che il tutto poi non mi diverta più. Da 2 anni<br />
in inverno mi alleno 2 volte la settimana con un<br />
gruppo di “agonisti e non” di sci di fondo, con loro<br />
seguo delle tabelle non troppo impegnative, poi<br />
io integro di mio con salite anche magari solo di<br />
camminata spinta. Sarei più quella che va d’istin-<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 26
Foto © risk4sport<br />
to ma ho notato che tenderei a sovraccaricare<br />
e quindi sono a rischio<br />
di crisi, mi è già successo e così ora<br />
mi limito un po’.<br />
Per curiosità leggo anche qualche<br />
rivista quando ho tempo ma seguo<br />
poco i consigli che leggo, preferisco<br />
ascoltare molto quello che mi dicono<br />
gli altri, le loro esperienze.<br />
QUANTI KM CORRI MEDIAMENTE IN<br />
UNA SETTIMANA, IN UN MESE, IN UN<br />
ANNO? E QUANDO STAI PREPARANDO<br />
UN’ULTRA COME AUMENTANO I<br />
CARICHI DI LAVORO?<br />
Corro quasi tutti i giorni, per 1 ora o<br />
più, in ogni stagione. Non ho mai calcolato<br />
quanti km faccio e vado molto<br />
a sensazione… mi fa compagnia il<br />
cronometro che scorre. E’ lui a dirmi<br />
per quanto tempo le mie gambe mi<br />
hanno sorretto in corsa. Svolgo pochi<br />
lunghi…mi stancano troppo,anche<br />
mentalmente, con il rischio di arrivare<br />
alle gare già esausta. I miei lunghi<br />
sono le skymarathon.<br />
Non ho mai contato quanti km corro<br />
in una settimana ma quando corro<br />
non faccio mai meno di un’ora,<br />
cambio i ritmi e i terreni. Abito in una<br />
bella zona dove posso alternare il<br />
piano, l’ondulato e la salita. Io prediligo<br />
correre sullo sterrato, fra gli odori<br />
e i rumori della natura che mi fanno<br />
sognare e sentire meno la fatica.<br />
Penso comunque di stare sui 30 km<br />
circa alla settimana senza contare<br />
la gara ed eventuali lunghi, ma dipende<br />
molto dal periodo. Quando<br />
sono in vista di un’ultra, e quest’anno<br />
ne ho fatte davvero tante, aumento<br />
i lunghi e utilizzo le gare domenicali<br />
come allenamento; in questo caso<br />
arrivo a fare sui 60 km a settimana,<br />
poi faccio montagna, anche in quota<br />
e con tanto dislivello.<br />
TI ALLENI SOLO CORRENDO O FAI<br />
ANCHE PALESTRA, CROSS TRAINING,<br />
O ALTRI SPORT DI RESISTENZA?<br />
Vivendo ad Aurano non potevo che<br />
correre in montagna, che lì o sali o<br />
scendi… non ci sono molte alternative.<br />
Ed è lì, sui suoi sentieri, che corro,<br />
spingendomi verso le alture di Piancavallo<br />
(1200 m) di Spallavera (1500<br />
m) e del monte Zeda (2150 m).<br />
Ma approfitto anche dei brevi tratti<br />
asfaltati in piano, per le ripetute veloci.<br />
Non faccio palestra anche se dovrei,<br />
non mi piace, proprio non resisto a<br />
stare indoor. Mi piacciono gli sport<br />
dinamici quindi ci aggiungo spesso il<br />
nuoto e in inverno faccio sci di fondo<br />
e tanto scialpinismo. Quando mi<br />
capita faccio un po’ di arrampicata.<br />
Praticamente quasi tutto quello che<br />
si può fare in montagna! Non riesco a<br />
concentrarmi su una sola disciplina,<br />
me ne piacciono tante. A volte<br />
devo scegliere, ma… sono troppe, e<br />
con troppo poco tempo!<br />
PER PREPARARE UN’ULTRA CHE TIPO DI<br />
ALLENAMENTI FAI? RIPETUTE, MEDIO,<br />
LUNGO, LUNGHISSIMO? CON CHE<br />
DISTANZE E A CHE RITMI? E SU CHE<br />
TERRENI?<br />
Decido il mio allenamento in modo<br />
autonomo, secondo una programmazione<br />
settimanale variabile, in<br />
base alle mie sensazioni e agli impegni.<br />
Forse un po’ empirico come metodo,<br />
ma per ora efficace.<br />
Generalmente in inverno l’allenamento<br />
è basato su andature mediolente<br />
e su lavori di potenziamento<br />
(ripetute in salita, palestra, ciaspole),<br />
poi in primavera iniziano i lavori più<br />
brillanti e di qualità, ed ecco l’alternanza<br />
di ritmi medi, di ripetute veloci,<br />
di progressivi, di sprint in salita,<br />
di fartlek. Come ho già detto faccio<br />
pochi lunghi in allenamento.<br />
Sono ancora all’inizio e non mi sono<br />
ancora preparata seriamente per<br />
un ultra né tantomeno so cosa si<br />
dovrebbe fare.<br />
Racimolo suggerimenti a destra e<br />
a manca anche se mi sono resa<br />
conto che per ognuno è diverso e<br />
comunque le mie scelte sono sempre<br />
sbagliate, secondo gli altri!<br />
Ora tendo un po’ a tralasciare il<br />
fondo, visto che so di averne tanto,<br />
per concentrarmi su ritmi più veloci,<br />
quindi più ripetute che lunghi o<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 27
lunghissimi per velocizzarmi un po’.<br />
Peccato che quando inizio a correre<br />
non smetterei più…<br />
QUANTE GARE HAI CORSO NEL 2007?<br />
QUANTE MARATONE E QUANTE UL-<br />
TRA?<br />
Lo scorso anno ho affrontato 9 skyrace<br />
(tra i 20 e i 35km) e 6 skymarathon<br />
(oltre i 40km ) e tante altre gare corte,<br />
come i km verticali, e gare veloci<br />
su strada.<br />
2 maratone su strada (Trieste<br />
e Venezia), 2 maratone “trail”<br />
(Prealpina di Schio, Ecomaratona<br />
dei Cimbri), 1 ultra (La via marenca,<br />
oltre a un pezzo di Cro-magnon, solo<br />
20 km, poi la corsa è stata annullata),<br />
1 corsa a tappe (100 km nel deserto<br />
dell’akakus, Libia, in 4 tappe di cui<br />
una da 43 km).<br />
E tante altre belle gare: Lessinia<br />
running, Campolonga, Transcivetta,<br />
Camignada (di giorno e di notte!),<br />
Staffetta 3 rifugi, <strong>Trail</strong> di S. Martino<br />
di Lupari, Mezza maratona di Arco,<br />
Santaklaus running Belluno, Santaklas<br />
running Quarto d’Altino.<br />
RACCONTACI QUALCUNA DELLE TUE<br />
ESPERIENZE: QUAL È STATA LA COR-<br />
SA/GARA PIÙ BELLA CHE HAI FATTO?<br />
LA PIÙ LUNGA, LA PIÙ DURA, LA PIÙ<br />
“STRANA”?<br />
Ho corso parecchie gare di skyrunning<br />
in Italia e all’estero e non posso<br />
dire di averne trovata una più brut-<br />
ta. Per ora sono riuscita a salire sul<br />
podio di quasi tutte quelle alle quali<br />
ho partecipato. Nel 2004 e nel 2005<br />
alle skyrunner world series ho conquistato<br />
2 argenti mondiali. Poi sia nel<br />
2006 che nel 2007 ho fatto mio il titolo<br />
italiano. Come già detto, la mia<br />
gara più lunga è stata una 55 km in<br />
Francia, la “6000D”, bellissima e durissima…<br />
ricordo che la prima volta<br />
che la terminai pensai “mai più!”,<br />
ma dopo 10 minuti, seduta sulla riva<br />
del lago dov’era il traguardo, guardai<br />
Claudio e dissi: ”Il prossimo anno<br />
torniamo?”. E così fu…<br />
Ma oltre alla 6000D, mi piace ricordare<br />
altre gare affrontate in questi<br />
anni, in giro per l’Italia e per il mondo:<br />
la Valmalenco -Valposchiavo, il Sentiero<br />
4 luglio/maratona del cielo, la<br />
skyrace del Monterosa, la skyrace di<br />
Premana, la Red Rock Marathon, la<br />
Valcuvia extreme, la MAGA skymarathon,<br />
la maratona alpina di Zegama<br />
in Spagna, il Mezzalama estivo,<br />
la Blumon marathon, la skyrace Aosta-Becca<br />
di Nona, la Dolomiti skyrace,<br />
la Pikes Peak Marathon in Colorado,<br />
la skymarathon Scaccabarozzi<br />
sulle Grigne, la skyrace di Pontboset,<br />
la Skyrace sul vulcano Kinabalu in<br />
Malesia, l’Etna skymarathon, la Valetudo<br />
skyrunning, la skyrace di Rassa<br />
in Valsesia, il <strong>Trail</strong> del Monte Casto,<br />
la skyrace dell’Oasi Zegna, il Trofeo<br />
Kima, purtroppo su percorso ridotto,<br />
e tante altre gare, anche più corte,<br />
che non menziono ma che porto nel<br />
cuore.<br />
Accidenti! Mi sono stancata solo a<br />
rileggere l’elenco!<br />
LA PIÙ BELLA che ho fatto è stata<br />
senza ombra di dubbio l’AKAKUS<br />
PRHEISTORIC ROCK ART <strong>TRAIL</strong> con gli<br />
amici di KRAKATOA SPORT, una 100<br />
km suddivisa in 4 tappe nel deserto<br />
libico dell’Akakus.<br />
Ottima per me come primo impatto<br />
con il deserto, ho condiviso con altri<br />
18 amici questa meravigliosa esperienza<br />
che ci ha immerso completamente<br />
nell’ambiente con un clima<br />
molto familiare. Ho conosciuto persone<br />
con cui ancora oggi mi trovo<br />
per partecipare alle gare. Poi qui ho<br />
anche festeggiato il mio quarantesimo<br />
compleanno, indimenticabile.<br />
Ma soprattutto mi ha fatto amare il<br />
deserto, splendido ambiente che mi<br />
ricorda tanto l’amata montagna. LA<br />
PIÙ DURA è stata il Gran <strong>Trail</strong> Valdigne:<br />
anche se bella, ho sofferto un<br />
casino una crisi di sonno durante la<br />
notte (beh, naturale mi sembra!).<br />
Comunque dislivelli importanti che<br />
non mollano mai sia in salita che in<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 28
discesa, il meteo poi non ci ha aiutati<br />
e l’ha resa ancor più selettiva… una<br />
grande gara. LA PIÙ STRANA? Non<br />
mi viene in mente niente se non le<br />
gare che ho fatto a dicembre con il<br />
vestito da Babbo Natale. Forse devo<br />
aspettare a farne delle altre.<br />
E QUELLA CHE NON RIFARESTI?<br />
Certo, di ricordi spiacevoli ce ne<br />
sono, ma più legati al modo in cui si<br />
è condotta la gara. Brutte condizioni<br />
o cattive sensazioni fisiche e mentali<br />
possono farti soffrire oltre misura, e<br />
quando ripensi a quella gara ecco<br />
riaffiorare i brutti pensieri. Ma anche<br />
questo serve: ti riporta a fare i conti<br />
con il tuo essere vulnerabile... così<br />
miseramente e meravigliosamente<br />
umano. Una gara andata male logora<br />
sempre la nostra autostima di<br />
atleti, ma è lo spunto per riflettere e<br />
ricominciare da capo, per chiedere<br />
una rivincita a noi stessi.<br />
Non vorrei dire che non rifarei qualche<br />
gara perché ognuna è diversa<br />
e da ognuna ho imparato qualcosa.<br />
Però penso che limiterò le gare su<br />
strada anche se manterrò 1 o 2 maratone<br />
all’anno.<br />
QUAL È LA GARA CHE STAI ANCORA<br />
SOGNANDO?<br />
C’è una gara nei miei sogni... Vorrei<br />
partire un giorno per una sky che da<br />
Alagna, passando per il Gnifetti, arrivi<br />
fino al Rifugio Margherita, in una galoppata<br />
verso i ghiacciai del Monte<br />
Rosa, crepacci permettendo… Chissà,<br />
magari qualcuno mi ascolta.<br />
Anche qui non so rispondere con certezza<br />
perché sono ancora all’oscuro<br />
di molte gare che potrebbero rientrare<br />
nei miei sogni.<br />
Resto però dell’idea che ritornerò<br />
nel deserto, magari con gare un po’<br />
più impegnative anche se non mi<br />
sentirei ora pronta per la Marathon<br />
de Sables per esempio.<br />
Poi anche le gare sui ghiacciai mi<br />
intrigano, tipo la Valnoise. Poi penso<br />
alla Patagonia, alla traversata del<br />
ghiacciaio Perito Moreno, non è propriamente<br />
una gara ma il sogno di<br />
riuscire ad andarci c’è, chissà!<br />
CHE GARE HAI IN PROGRAMMA PER<br />
IL 2008?<br />
Ad oggi (16 luglio) sono a 140 km<br />
di sole gare, corsi in poco più di un<br />
mese, e la stagione è ancora lunga…<br />
Quest’anno ho voglia di essere libe-<br />
ra, partecipare a tutte le gare che<br />
voglio, senza finalità, per conoscere<br />
nuove montagne, nuovi percorsi.<br />
Ho corso: il Trittico Wintertrail (trail del<br />
Poggiolo, Trasacco e Terre di Mezzo),<br />
la Maratona di Roma, la frazione<br />
di corsa della Otzialpinmarathon<br />
di Naturno, la Tagliafuoco (circuito<br />
Terre Alte), il Gran raid delle Prealpi<br />
Trevigiane, la Cortina - Dobbiaco, il<br />
Cromagnon, la Campolonga, i pionieri<br />
del Gran Sasso, la Transpelmo,<br />
il Gran <strong>Trail</strong> Valdigne, la Transcivetta,<br />
la Camignada, l’Ecotrail del Gransasso,<br />
l’Ecomaratona della Val d’Arda.<br />
Il 29 agosto prossimo sarò alla linea<br />
di partenza di una corsa che solo a<br />
pensarci mi vengono i brividi: UTMB,<br />
gara non propriamente delle più facili<br />
per una neofita come me<br />
Poi sarò alla Skyrace del Cavallo (organizzata<br />
dalla mia squadra, “MON-<br />
TANAIA RACING”), all’Ecomaratona<br />
dei Cimbri, alle Porte di Pietra.<br />
Per ottobre al momento sono iscritta<br />
ai Templiers (70 km in Francia), a novembre<br />
credo che parteciperò alla<br />
prima edizione della maratona dei<br />
6 comuni (Vi). Tutto il resto è ancora<br />
da decidere anche perché inizierò<br />
pure con le gare di scialpinismo. Vedremo!<br />
VEDIAMO UN PO’ LE COSE DA UN AL-<br />
TRO PUNTO DI VISTA: CORRI DA SOLA<br />
O HAI COMPAGNI DI ALLENAMEN-<br />
TO? E ALLE GARE CI VAI DA SOLA? TI<br />
È CAPITATO DI CONOSCERE NUOVE<br />
PERSONE, CORRENDO? DI FARE AMI-<br />
CIZIE? O MAGARI DI INNAMORARTI?<br />
Mi alleno spesso sola, anche perché<br />
il mio lavoro (sono infermiera professionale<br />
turnista) mi concede orari diversi<br />
da altri runners. Quando possibile<br />
però condivido le mie uscite con<br />
Claudio, che da anni mi sopporta,<br />
mi assiste, mi accompagna…<br />
Ho più compagni di allenamento<br />
a seconda dei percorsi, anche se<br />
spesso per motivi di lavoro e orario<br />
corro da sola, in queste occasioni mi<br />
piace andare alla scoperta di nuovi<br />
tragitti. Alle gare ci vado spesso da<br />
sola, soprattutto alle lunghe. A volte<br />
mi incrocio con altri per dividere il<br />
viaggio ma non sempre succede.<br />
Di innamorarmi no, almeno non ancora,<br />
anche se ho conosciuto moltissime<br />
persone, e ovviamente visto<br />
l’ambiente per la maggior parte<br />
sono maschi!<br />
Amicizie si, queste posso dire di averne<br />
fatte tante, alcune anche impor-<br />
tanti, è bello poi ritrovarsi alle varie<br />
gare.<br />
PARLIAMO DI ALIMENTAZIONE: SE-<br />
GUI UNA DIETA? SEI SEMPRE ATTENTO<br />
A QUELLO CHE MANGI OPPURE NO,<br />
E TI CONCEDI QUALCHE VIZIO OGNI<br />
TANTO?<br />
Non seguo una dieta particolare,<br />
anche se forse dovrei curare meglio<br />
questo aspetto. Mangio un po’ di<br />
tutto, senza esagerare. In inverno mi<br />
lascio un po’ andare… è in questa<br />
stagione che i vasetti di nutella hanno<br />
vita breve!<br />
Sono vegetariana e, per sdrammatizzare,<br />
dico sempre che sono un<br />
po’ difettata, così mi torturano un<br />
po’ meno. A volte capita di andare<br />
in quei posti dove vivono solo di<br />
carne… mi sembra di essere una<br />
marziana! Non sto sempre attenta a<br />
quello che mangio, anzi, nonostante<br />
le esclusioni dettate dalla dieta<br />
a tavola non mi risparmio e a volta<br />
esagero pure. Vizi? Cosa sono? Tipo<br />
il gelato, il cioccolato? …eh sì! Appartengo<br />
anch’io alla categoria non<br />
propriamente sempre vincente dei<br />
viziosi.<br />
COSA MANGI PRIMA DI UNA GARA<br />
LUNGA? E DURANTE? E DOPO?<br />
In vista delle gare rientro nei ranghi,<br />
perdendo anche quel paio di kg che<br />
di solito accumulo.<br />
Prima di gare lunghe cerco di idratarmi<br />
molto: già prima di partire bevo<br />
una borraccia di sali molto diluiti, poi<br />
ogni ora assumo integratori energetici<br />
liquidi o in gel (difficile masticare<br />
mentre corri. Alimentarmi con regolarità<br />
diventa quasi un rito che scandisce<br />
il tempo che passa: quante<br />
volte guardo il crono e mi dico: ”dai<br />
che tra x minuti si mangia”, come a<br />
volermi concedere un premio per<br />
un’altra ora passata faticando.<br />
Più difficile invece è mangiare al termine<br />
di una prova lunga, lo stomaco<br />
è chiuso, l’appetito non c’è, in<br />
genere riesco a buttare giù solo cibi<br />
freschi come frutta, yogurt e a bere<br />
una buona birra. Un vero pasto lo riesco<br />
a fare il giorno dopo.<br />
Sono alle prime armi, chiedo spesso<br />
consigli a chi ha esperienza, comunque<br />
mangio come d’abitudine. Cerco<br />
di aumentare un po’ il carico di<br />
carboidrati, niente più.<br />
Durante la gara, nonostante i miei<br />
sempre presenti buoni propositi, mangio<br />
troppo poco. Non mi va proprio,<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 29
dove ci sono i piccoli ristori mi prendo<br />
di solito pezzetti di banana, frutta<br />
secca o frutta in generale, bevo generalmente<br />
acqua e ultimamente<br />
ho aggiunto la coca-cola. Non riesco<br />
a bere gli integratori e neppure<br />
il tè. Bene il caffè. Naturalmente integro<br />
con sali minerali, vitamine, carboidrati.<br />
Faccio uso di concentrati e<br />
barrette. Sempre comunque poca<br />
cosa, porto a casa almeno la metà<br />
di quello che dovrei prendere.<br />
Nei ristori delle lunghe il piatto di pasta<br />
lo mangio volentieri, ma deve essere<br />
una gara di almeno 70, 80 km,<br />
altrimenti passo.<br />
OLTRE LA CORSA: HAI UN DIARIO, UN<br />
QUADERNO DI APPUNTI, UN BLOG?<br />
TIENI TRACCIA O MEMORIA DELLE TUE<br />
CORSE?<br />
Tengo un diario di allenamento, sul<br />
quale prendo nota quotidianamente<br />
dell’attività svolta. E’ un diario<br />
molto tecnico, scarno: fatto di percorsi,<br />
tempi, pulsazioni, recuperi; non<br />
annoto mai sensazioni su quelle pagine,<br />
la parte emozionale preferisco<br />
rimanga nel pensiero.<br />
Non ho un diario, non annoto gli allenamenti.<br />
Mi scrivo solamente le gare<br />
e i lunghi con il tempo impiegato.<br />
Poi, per ricordo, prendo le foto delle<br />
gare e ho tenuto tutti i pettorali che,<br />
in 2 anni, sono già tantissimi.<br />
COME CONCILI LA CORSA CON TUT-<br />
TO IL RESTO (LAVORO, FAMIGLIA...)?<br />
Conciliare la mia attività sportiva<br />
con la famiglia, la casa, ma soprattutto<br />
il lavoro a tempo pieno in una<br />
terapia intensiva, non è sempre facile,<br />
soprattutto nel periodo estivo. E’<br />
allora che devo programmare i miei<br />
turni tenendo conto delle gare, delle<br />
trasferte. Eccomi quindi a chiedere<br />
cambi turno e a rinunciare al periodo<br />
continuativo di ferie per poter<br />
avere giorni liberi qua e là… Quante<br />
volte dopo una gara corsa al mattino<br />
mi trovo in servizio di notte! Ma<br />
il mio lavoro è importante, mi piace,<br />
mi gratifica e mi dà da vivere.<br />
Corro quando posso. Non avendo<br />
impegni familiari, che non è cosa da<br />
poco, posso gestire come voglio il<br />
mio tempo libero. Peccato però che<br />
il lavoro occupi gran parte della giornata,<br />
tanto da farmi a volte rinunciare<br />
per stanchezza. Ne approfitto nei<br />
week-end che utilizzo sempre per<br />
fare qualcosa di più. Ovvio che tutto<br />
ciò mi fa rinunciare ad altro, del resto<br />
Foto © risk4sport<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 30
non si può avere tutto dalla vita.<br />
HAI UNO SPONSOR O TI PAGHI TUTTO<br />
DA SOLO? RIESCI A PRENDERE QUAL-<br />
CHE PREMIO ALLE GARE? HAI MAI<br />
QUANTIFICATO QUANTO TI COSTA<br />
CORRERE IN UN ANNO?<br />
Certo, correndo e salendo sul podio<br />
delle gare di skyrunning si guadagna<br />
qualche soldo, che prontamente<br />
viene investito in altre iscrizioni, altre<br />
trasferte... in un’attività che si auto-finanzia.<br />
Ho anche la fortuna di essere<br />
sponsorizzata dalla Salomon, che da<br />
anni mi fornisce attrezzature sportive<br />
di qualità (scarpe, vestiario, accessori)<br />
sollevandomi da ulteriori spese.<br />
Quanti skyrunners invece, senza alcun<br />
introito o sponsor, affrontano le<br />
gare per la pura passione di parteciparvi.<br />
E’ a loro che va la mia ammirazione.<br />
Stilando un bilancio finale, non ci si<br />
arricchisce facendo la skyrunner…<br />
non sono certamente i soldi a muovere<br />
un entusiasmo che porta a fatica<br />
sicura e a successi incerti!<br />
Sono un’atleta dai risultati modesti,<br />
faccio quello che faccio per passione,<br />
quindi mi pago tutto da sola.<br />
Qualche premio alle gare mi è capitato<br />
di prenderlo, a quelle lunghe<br />
però, dove donne ce ne sono poche…<br />
è un po’ un vincere facile!<br />
Sono comunque soddisfatta anche<br />
quando non prendo nulla ma riesco<br />
a finire quello che mi sono prefissata.<br />
Non ho mai quantificato quanto<br />
spendo in un anno per correre e<br />
credo che mai lo farò. Assieme alle<br />
altre passioni sportive, correre è un<br />
bisogno da cui traggo molti benefici…e<br />
ovviamente tutto questo non<br />
ha prezzo. Risparmio magari in altre<br />
cose, che considero meno importanti.<br />
COSA VUOL DIRE PER TE CORRERE UN<br />
ULTRA<strong>TRAIL</strong>? COSA TI SPINGE A FARE<br />
CORSE ESTREME?<br />
La montagna è bellissima: le sue rocce,<br />
la sua neve, i ghiacciai, l’erba... i<br />
suoi profumi, i colori, l’aria che diventa<br />
sempre più fresca mentre sali, e la<br />
sensazione di aver fatto qualcosa di<br />
unico, quando finalmente concludi<br />
la prova. Tu, così piccola, con quelle<br />
2 gambette lì, che sei riuscita a salire<br />
lassù e a ridiscendere, ancora una<br />
volta, e non vorresti smettere mai di<br />
farlo, di sentirti così appagata…<br />
Sono stata spinta dalla semplice curiosità,<br />
dal volermi mettere alla prova.<br />
Fino a 2 anni fa non sapevo neanche<br />
cosa fossero gli ultratrail. Poi sono andata<br />
a fare la Saintè Lyon e mi sono<br />
divertita, saltato il Cromagnon per il<br />
brutto tempo ho fatto l’anno scorso<br />
la via Marenca a Dolcedo, la mia<br />
prima vera ultra con molto dislivello,<br />
qui ho capito che queste erano<br />
le cose che mi piaceva fare: il misto<br />
di corsa e camminata nell’ambiente<br />
che amo. Mi sono innamorata di<br />
queste occasione di vivere la montagna<br />
così a lungo, il fatto che non finiscono<br />
mai è una cosa che mi ispira<br />
molto, come ciò che s’incontra per<br />
la via, le difficoltà che cambiano per<br />
un nonnulla, le persone.<br />
SCUSA MA... PERCHÉ CORRI?<br />
Corro… per mettermi alla prova.<br />
Mi sembra una frase fatta ma... fondamentalmente<br />
corro perché mi<br />
piace, perché quando corro, corrono<br />
con me anche i pensieri, entro in<br />
un magico mondo dove piacevolmente<br />
mi perdo, una costante percezione<br />
del nostro corpo e del mio<br />
io. Mi sento più viva.<br />
VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?<br />
TEMA LIBERO.<br />
Non so per quanto ancora riuscirò a<br />
correre a questi livelli. Vivo il mio essere<br />
atleta in modo precario, perché<br />
un giorno tutto questo dovrà finire,<br />
Foto © Pasqualotto<br />
per un motivo o per l’altro.<br />
Ma ringrazio Dio per questa mia “vita<br />
parallela”, che tanto mi ha dato, e<br />
che continua a darmi: mi ha portato<br />
a vivere situazioni ed emozioni che<br />
non scorderò mai, mi ha arricchito<br />
con dolori e gioie, mi ha fatta felice<br />
rendendomi, forse, una persona migliore.<br />
Io veramente di cuore vorrei ringraziare<br />
tutte le persone che ho conosciuto<br />
in questo ambiente, tutte<br />
quelle che hanno reso la mia presenza<br />
possibile, quelle che mi hanno<br />
incoraggiato e sostenuto valorizzando<br />
le mie qualità. Persone che sono<br />
grandi sia di capacità sportiva ma<br />
soprattutto di umiltà, semplicità ed<br />
umanità. Persone che per mia fortuna<br />
incontro spesso. u<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 31
IL PERSONAGGIO...<br />
A cura di Matteo >emme< Grassi<br />
Foto © archivio Salmaso<br />
NORBERTO<br />
SALMASO<br />
[ L’istinto e le regole ]<br />
“<strong>Trail</strong> running è letteralmente<br />
corsa su sentiero, e un sentiero<br />
è sempre avventura, emozioni,<br />
esplorazione.”<br />
La mia avventura ha inizio negli<br />
anni ‘80 con la carriera di atleta<br />
agonista nazionale di atletica<br />
leggera negli 800 e 1500 metri e nei<br />
3000 siepi.<br />
A quei tempi per preparare le gare<br />
praticavo il Fartlek, allenamento di<br />
corsa a ritmi variati, e lo facevo in<br />
collina, lungo i sentieri nei boschi e<br />
nei prati, e già allora era forte la curiosità<br />
di andare a vedere dove andava<br />
a finire quel sentiero a fianco<br />
che non avevo mai percorso.<br />
Il <strong>Trail</strong> amplificava il mio modo di<br />
esprimermi attraverso la corsa, a<br />
quell’epoca ancora considerata<br />
dai più unicamente come specialità<br />
di atletica leggera, fosse essa su<br />
pista, su strada o anche in montagna:<br />
sempre e solo, semplicemente,<br />
gara.<br />
Ma, come ha ricordato Daniele<br />
Menarini nell’editoriale n° 3 di Spirito<br />
<strong>Trail</strong>, in quel mondo della corsa<br />
apparvero negli anni ‘90 lo SKY RUN-<br />
NING e il <strong>TRAIL</strong>, e avvenne così il mio<br />
“passaggio” dai 1500 metri in pista al<br />
Giro delle Piramidi.<br />
All’epoca i <strong>Trail</strong> erano organizzati<br />
solo da associazioni francesi (Marathon<br />
des Sables, Tour delle Piramidi)<br />
e austriache (Algeria–Tamaraset),<br />
alle quali mi sono appoggiato per<br />
esprimere il mio innato “spirito trail”.<br />
Con gli anni poi il <strong>Trail</strong> è diventato un<br />
percorso di competizione vera e propria<br />
e quindi una specifica specialità<br />
del running, diffusa e praticata in<br />
tutta Europa e finalmente anche in<br />
Italia.<br />
Dal 2002, anno internazionale della<br />
montagna, ho iniziato a spostare<br />
ancora un po’ più in là la mia idea<br />
di corsa, immaginando e realizzan-<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 32
do alcune imprese di esplorazione<br />
e ricerca di nuove vie per il Trekking.<br />
Nell’ambito del progetto “L’ambiente<br />
naturale una Palestra a cielo aperto<br />
– SKYFITNESS” ho realizzato la traversata<br />
Venezia-Passo dello Stelvio<br />
(2002), Cortina-Venezia (2003), Viareggio-Rimini<br />
(2004), e ho dato vita<br />
ad una scuola di corsa e avventura<br />
denominata SKYEXPLORER (www.<br />
skyexplorer.it). Queste hanno consolidato<br />
il prosieguo della mia passione<br />
per la corsa dalla pista all’ambiente<br />
naturale.<br />
Come accennato, il <strong>Trail</strong> coinvolge<br />
sempre più persone appassionate<br />
di running a ricercare emozioni particolari<br />
che solo l’ambiente naturale<br />
può dare in un mondo sempre più<br />
virtuale e artificiale. Diventando disciplina<br />
e specialità sportiva, si devono<br />
seguire dei criteri di metodologia<br />
dell’allenamento, preparazione atletica,<br />
alimentazione, abbigliamento,<br />
scarpe.<br />
L’improvvisazione avvicina sì all’esperienza,<br />
ma la passione va coltivata,<br />
con amore.<br />
Per preparare un <strong>Trail</strong> o un <strong>Ultra</strong><strong>Trail</strong>,<br />
ci si deve pensare per tempo, con<br />
consapevolezza; solo così si eviteranno<br />
possibili complicazioni o problemi<br />
fisici e sarà certo più “viva”<br />
l’avventura.<br />
Io oggi mi alleno seguendo semplici<br />
regole di base che ho codificato<br />
nella regola del 3 e del 30, da osservare<br />
per una migliore efficienza<br />
psico-fisica.<br />
Regola del 3<br />
3 volte alla settimana un’attività fisico-sportiva<br />
3 giorni di riposo massimo tra un allenamento<br />
e l’altro<br />
3 mesi: minimo di attività fisica regolare<br />
3 bicchieri d’acqua al giorno<br />
Regola del 30 (per una migliore efficienza<br />
muscolare generale)<br />
30 minuti: minimo di lavoro aerobico<br />
30 braccia: piegamenti<br />
30 addominali: con torsione<br />
30 dorsali: con torsione<br />
30 gambe: piegamenti con talloni<br />
sollevati<br />
30 saltelli: a gambe divaricate con<br />
torsione<br />
30 saltelli: con la fune<br />
E’ scontato che se l’evento <strong>Trail</strong> è importante,<br />
mi alleno anche tutti i giorni<br />
e faccio almeno un mese prima una<br />
”simulazione“ della prova. Questo mi<br />
permette di saggiare a che punto è<br />
la preparazione e che adattamenti<br />
devo inserire nell’allenamento.<br />
Ecco quindi che a queste regole di<br />
base, per chi vuole ottenere una migliore<br />
prestazione, si devono aggiungere<br />
quegli elementi di metodologia<br />
dell’allenamento (corsa di durata,<br />
media, corto veloce, interval training,<br />
fartlek, prove ripetute) che solo<br />
un tecnico, o una persona qualificata,<br />
può consigliare ad un appassionato<br />
per non incorrere in errori o sovrallenamento,<br />
casi in cui l’attività<br />
fisico-sportiva non fa più bene alla<br />
salute, ma può essere addirittura<br />
dannosa.<br />
Ma, oltre al “cosa faccio”, in allenamento<br />
è importante il “come lo<br />
faccio”, cioè lo stile e la tecnica di<br />
corsa. “Corro bene o corro male?<br />
Esiste una tecnica di corsa?”. Sono<br />
domande che ogni <strong>Trail</strong>er si deve<br />
porre, ma alle quali solo un tecnico<br />
può dare risposta. Comunque sì! Esiste<br />
una tecnica di corsa per correre<br />
sul piano, in salita, in discesa, su sterrato,<br />
sulla sabbia.<br />
L’alimentazione è un altro aspetto<br />
fondamentale, sia nella vita quotidiana<br />
che nei <strong>Trail</strong>, è l’energia che<br />
muove tutto: le gambe, la mente, lo<br />
spirito.<br />
Prediligo quella naturale, semplice<br />
e classica, sia prima che durante e<br />
dopo.<br />
Durante la corsa uso: acqua, miele,<br />
orzo, mandorle, noccioline e, solo nei<br />
<strong>Trail</strong> di più giorni o nelle mie attraversate<br />
di esplorazione in autosufficienza,<br />
tengo come emergenza i gel e<br />
le barrette specialistiche, non disdegnando<br />
di fermarmi anche ai bar o<br />
nelle trattorie per un piatto, o due,<br />
di pastasciutta e gelato. E il problema<br />
del ripartire, almeno per me, non<br />
esiste: con la fame digerisci anche il<br />
ferro! E vai carico di energia (vedi il<br />
mio ultimo “Trans <strong>Trail</strong> del Passatore”<br />
descritto in Spirito<strong>Trail</strong> n° 4).<br />
Le scarpe sono un altro elementoimpor-<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 33
tante. Oggi sono diverse le proposte<br />
delle case costruttrici, studiate e diversificate<br />
per caratteristiche fisiche<br />
degli atleti, terreni e situazioni tecniche,<br />
arrivando ad offrire scarpe da<br />
gara, da allenamento, e specialistiche<br />
per la sabbia e altre condizioni<br />
estreme.<br />
Io utilizzo e consiglio, per il <strong>Trail</strong> in<br />
generale, allenamento e gara, una<br />
scarpa che sia ammortizzante su<br />
qualsiasi superficie, protettiva dai<br />
sassi sull’avampiede, con un buon<br />
grip nel battistrada. Le scarpe per<br />
le condizioni particolari, sabbia ed<br />
estreme vanno usate solo per tale<br />
scopo. Come pure le scarpe da<br />
gara, che consiglio solo agli atleti<br />
evoluti, cioè a coloro che si pongono<br />
come obiettivo le competizioni<br />
<strong>Trail</strong> per un’intera stagione o più.<br />
Anche il resto dell’attrezzatura <strong>Trail</strong>:<br />
camel bag, bastoncini, marsupio,<br />
occhiali, cappellino, da utilizzarsi a<br />
seconda dell’ambiente off road e<br />
dalla durata, sono costruiti oggi specificamente<br />
per il loro impiego nella<br />
corsa.<br />
Ripenso ai miei primi tentativi, negli<br />
anni ‘90, di adattare gli zaini da Trek-<br />
king alle esigenze del <strong>Trail</strong> e all’utilizzo<br />
di liofilizzati e creme per bambini<br />
nell’alimentazione... altro che gel e<br />
barrette energetiche!<br />
Nelle mie traversate di esplorazione<br />
in autosufficienza di più giorni, la carta<br />
topografica e la bussola sono fondamentali<br />
e rimangono tali, anche<br />
dopo l’introduzione di uno strumento<br />
scientifico e straordinariamente comodo<br />
come il GPS. Ho infatti constatato<br />
che in alcuni casi la mancanza<br />
di segnale satellitare, campi magnetici<br />
strani che interferiscono o batterie<br />
esaurite, possono far venire meno<br />
anche il suo funzionamento.<br />
Per concludere, ricordo che per<br />
qualsiasi progetto di traversate o di<br />
partecipazione a un <strong>Trail</strong>, la preparazione<br />
atletica va da 3 mesi a 1 anno.<br />
Con allenamenti di corsa specifici,<br />
studio su carta topografica, road<br />
book , altimetria, difficoltà, abbigliamento,<br />
scarpe, alimentazione, preparazione<br />
atletica di forza, mobilità,<br />
stretching. Insomma una preparazione<br />
“globale”.<br />
Ecco fatto, spero di aver descritto<br />
un ABC del <strong>Trail</strong> running, per muovere<br />
i primi passi di corsa con facilità<br />
sui sentieri. E, ripensando ad un<br />
aforisma di Giacomo Leopardi: “La<br />
cultura non è solo erudizione, ma è<br />
anche avventura“, auguro a tutti un<br />
buon <strong>Trail</strong>. u<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 34
CURIOSITA’...<br />
“IO C’ERO!”<br />
Piccole grandi imprese di veri spiriti trail<br />
A cura di Simone Brogioni<br />
L’ALTA VIA N. 1 NON-STOP<br />
Flavio Zanet ha realizzato un sogno<br />
che cullava da anni: percorrere l’Alta<br />
Via n. 1 dal Lago di Braies a Belluno<br />
non-stop. Il percorso misura circa 132<br />
km con circa 7200 metri di dislivello<br />
positivo. Flavio è riuscito a portare a<br />
termine la sua impresa in meno di un<br />
giorno: 23 ore e 46 minuti il suo tempo<br />
finale. Per allenarsi, a luglio Flavio<br />
aveva percorso l’Anello Zoldano: 80<br />
km con 5000 m D+.<br />
EMANUELA TRICOLORE<br />
Dopo il successo alla Red Rock Sky<br />
Marathon, Emanuela Brizio, che su<br />
questo numero si racconta agli amici<br />
di Spirito <strong>Trail</strong> nell’intervista doppia,<br />
si è laureata domenica 31 agosto<br />
campionessa italiana di FSA 2008<br />
di X-<strong>Ultra</strong> SkyMarathon. Emanuela<br />
ha vinto infatti in 7h 59’ 08” il Trofeo<br />
Kima, la grande Corsa sul Sentiero<br />
Roma, prova valida per l’assegnazione<br />
del titolo.<br />
TRA LE SELVAGGE MARMAROLE<br />
Mario Marin e il suo amico Gabriele<br />
sono partiti alle 23 del 5 luglio da<br />
Val da Rin, sopra Auronzo di Cadore<br />
(BL), per compiere l’intera traversata<br />
delle Marmarole, selvaggio gruppo<br />
montuoso che si estende per 16 km<br />
in linea d’aria tra l’Antelao e il Sorapiss.<br />
Cinque i bivacchi toccati dai<br />
due trailer: Fanton, Tiziano, Musatti,<br />
Voltolina e Comici, con arrivo alla<br />
Foresta di Somadida in località Palus<br />
San Marco. La traversata è stata<br />
rallentata dalla notevole presenza di<br />
neve, quest’anno abbondantissima,<br />
che non ha comunque impedito a<br />
Mario e Gabriele, muniti di piccozza,<br />
di completare il grandioso giro in<br />
15 ore e mezza, senza incontrare né<br />
acqua né escursionisti lungo il percorso.<br />
LE GUGLIE DELLO CHABERTON<br />
Le amiche Ilaria e Raffaella hanno<br />
partecipato il 3 Agosto alla Chaberton<br />
Marathon, da Monginevro a<br />
Cesana torinese. Raffaella, qualche<br />
notte prima della gara, forse per<br />
l’agitazione di partecipare al suo<br />
primo trail importante, ha sognato di<br />
correre sulla muraglia cinese; la particolarità<br />
era che in gara si doveva<br />
saltare da una guglia all’altra, e le<br />
guglie erano ben 8 milioni! Al termine<br />
della Chaberton Marathon, le due<br />
amiche di guglie ne hanno scalate<br />
molte meno, ma la fatica è stata<br />
comunque tanta, ripagata però da<br />
un’immensa soddisfazione.<br />
Segnalateci le vostre piccole grandi<br />
imprese scrivendo a<br />
redazione@spiritotrail.it<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 35
CONCORSO FOTOGRAFICO...<br />
“SCATTI…<br />
DI CORSA!”<br />
“SPIRITO <strong>TRAIL</strong>” BANDISCE IL<br />
1° CONCORSO FOTOGRA-<br />
FICO “SCATTI… DI CORSA!”<br />
SUL TEMA: “LA CORSA IN NA-<br />
TURA” OVVERO IMMAGINI<br />
ED EMOZIONI DEL <strong>TRAIL</strong> RUN-<br />
NING.<br />
Regolamento<br />
1. La partecipazione è gratuita e aperta<br />
a tutti, senza distinzione di età o nazionalità.<br />
2. Il concorso prevede una sola categoria<br />
ma è lasciata la massima libertà sia<br />
nell’interpretazione del soggetto sia nella<br />
tecnica.<br />
3. Ogni autore/autrice può presentare<br />
un massimo di 3 fotografie in b/n e/o colore.<br />
Sono ammesse elaborazioni digitali.<br />
4. Le opere dovranno avere le seguenti<br />
caratteristiche:<br />
. essere esclusivamente in formato digitale<br />
JPG<br />
. essere spedite via e-mail a redazione@<br />
spiritotrail.it<br />
. essere nominate con cognome e nome<br />
dell’autore e numero progressivo in minuscolo<br />
separate da under_score (esempio:<br />
rossi_marco_01.jpg rossi_marco_02.<br />
jpg )<br />
5. Le foto potranno essere accompagnate<br />
da una didascalia, una storia, una<br />
poesia per raccontare l’evento legato al<br />
soggetto fotografato.<br />
6. Le foto possono essere state scattate<br />
in ogni parte del mondo.<br />
7. Le foto pervenute sono a disposizione<br />
della redazione e possono essere utilizzate<br />
senza vincolo alcuno.<br />
8. Gli autori, inviando le foto, dispensano<br />
la redazione da qualsiasi onere presente<br />
e futuro, garantendo che le stesse opere<br />
non sono gravate da qualsivoglia diritto.<br />
9. Le opere dovranno essere di proprietà<br />
dell’autore, non sono ammesse foto non<br />
scattate dell’autore<br />
10. Il giudizio della Giuria è insindacabile<br />
ed inappellabile.<br />
11. Ogni autore è responsabile del contenuto<br />
delle immagini pervenute e ne<br />
autorizza l’esposizione in internet sul sito<br />
www.spiritotrail.it<br />
12. La premiazione verrà effettuata in<br />
data e luogo da definirsi al termine del<br />
concorso.<br />
13. L’invio stesso delle foto verrà considerato<br />
come accettazione del presente<br />
Regolamento.<br />
COMMISSIONE<br />
La commissione esaminatrice, presieduta<br />
dalla fotografa Belinda Sorice, è<br />
composta dalla redazione della webzine<br />
Spiritotrail. La commissione deciderà<br />
insindacabilmente le opere da premiare<br />
basandosi sui criteri seguenti:<br />
1) QUALITA’ E TECNICA FOTOGRAFICA<br />
2) CREATIVITA’<br />
3) PUNTO DI RIPRESA<br />
L’elenco dei primi classificati verrà pubblicato<br />
online sul sito www.spiritotrail.it. Il<br />
vincitore sarà contattato direttamente<br />
dalla redazione.<br />
PREMI<br />
Tra le foto pervenute entro il giorno 20<br />
di ciascun mese, la commissione esaminatrice<br />
sceglierà la “Foto del mese”<br />
che verrà pubblicata sulla webzine<br />
“Spiritotrail” del mese successivo. Tra le<br />
6 foto prescelte come “foto del mese”<br />
nel periodo luglio 2008 – dicembre 2008<br />
verrà scelto un vincitore assoluto, la cui<br />
foto verrà premiata con il titolo di “Foto<br />
dell’anno”. La foto dell’anno, oltre ad essere<br />
pubblicata sul numero di dicembre<br />
della webzine, rimarrà esposta per almeno<br />
un anno al seguente indirizzo:<br />
www.spiritotrail.it<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 36
Ascesa al Rifugio Porro...<br />
“In un momento di pausa per bere, ho voltato lo sguardo e davanti a me si è aperto lo scenario che ho ripreso. Lei<br />
(la mucca) se ne stava lì incurante di me e di tutto quello che accadeva.<br />
Il suo manto si confondeva con la terra e il cielo maculati come lei.<br />
Era un momento magico ed irripetibile...”<br />
Daniele>Rundiamo 62
Foto © Cristina Murgia<br />
VADEMECUM...<br />
la stagione<br />
A cura di Gualtiero >Krom< Linetti<br />
Dopo avere portato a termine<br />
una lunga preparazione<br />
primaverile, spero che<br />
tutti abbiamo potuto raggiungere<br />
l’obiettivo che ci eravamo posti per<br />
l’estate.<br />
Il calendario è ormai abbastanza ricco<br />
anche in Italia oltre che in Europa,<br />
Francia in primis. È logico sfruttare la<br />
preparazione e lo stato di forma per<br />
partecipare a più gare anche lunghe<br />
nella stessa stagione.<br />
Verrebbe da pensare subito agli<br />
appuntamenti importanti nel calendario,<br />
quelli per cui iscriversi è una<br />
corsa contro il tempo e sul filo della<br />
connessione internet molti mesi prima<br />
dell’evento, però esistono anche<br />
decine di appuntamenti che<br />
non necessitano di preventive programmazioni.<br />
Eventi che possiamo<br />
inserire nel nostro calendario anche<br />
senza anticipi ulteriori di qualche set-<br />
Programmare<br />
timana, gare che prospettiamo fattibili<br />
alla luce del nostro precedente<br />
risultato o che possono essere considerate<br />
una rivincita personale se il<br />
primo appuntamento, quello tanto<br />
agognato, non fosse andato secondo<br />
le nostre aspettative.<br />
D’altraparte, ed ecco il lato negativo,<br />
un calendario così ricco di gare<br />
può indurci ad esagerare, acccumulando<br />
in agenda troppi appuntamenti<br />
trail, specialmente lunghi.<br />
Il rischio è quello di logorarsi, e non<br />
solo fisicamente, a causa del sovraccarico<br />
e dei traumi più o meno<br />
“visibili”. Fare due ultratrail temporalmente<br />
ravvicinati con parecchio<br />
dislivello e con il proposito di un sostenuto<br />
impegno in entrambi è abbastanza<br />
rischioso.<br />
Il mio consiglio è di lasciare trascorrere<br />
tre, quattro, meglio ancora cinque<br />
settimane tra due appuntamen-<br />
trail<br />
ti di lunghissima distanza, specie,<br />
appunto, se entrambi con dislivelli<br />
significativi e con obiettivi ben al di<br />
là del semplice taglio del traguardo.<br />
Secondo questo pensiero, durante<br />
la lunga stagione estiva (da maggio<br />
a settembre), non mi sentirei dunque<br />
di consigliare più di quattro ultratrail.<br />
Perché se è appurato che il trail running<br />
è meno stressante rispetto alla<br />
corsa su strada di lunghissima distanza,<br />
perlomeno a livello osteo-articolare,<br />
è altrettanto vero che l’impegno<br />
di un ultratrail è comunque<br />
oneroso da molti punti di vista.<br />
Come possiamo strutturare la preparazione,<br />
o meglio, il mantenimento<br />
della forma, tra di essi?<br />
Il primo presupposto è sicuramente<br />
quello di garantire un periodo di<br />
una settimana o poco più di riposo<br />
(che non significa astensione assoluta<br />
dall’attività fisica) successivo alla<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 38
prima prova e, temporalmente opposta,<br />
una fase di scarico o ricerca<br />
della migliore forma-concentrazione<br />
nella settimana che precede la successiva<br />
gara. Tra questi due periodi<br />
possiamo inserire micro-cicli di allenamento<br />
che mantengano alto lo<br />
stato di forma continuando ad interessare<br />
gli adattementi necessari alla<br />
tipicità del trail running e cioé:<br />
• allenamenti che ci portino a correre<br />
attorno alla soglia, come circuiti<br />
collinari intensi, non lunghissimi<br />
come distanze, ma che alternino fasi<br />
di salita ad impegno massimale, ad<br />
altre di recupero, presumibilmente in<br />
discesa, corse all’andatura tipica di<br />
un ultratrail. In alternativa va bene<br />
qualsiasi lavoro intervallato anche in<br />
pianura, fissando le distanze di inizio<br />
e termine delle parti veloci con indicazioni<br />
naturali (alberi, cartelli stradali,<br />
incroci) per aumentarne la variabilità,<br />
tenere desta l’attenzione ed<br />
evitare quell’allergia mentale che<br />
molti provano in uscite di questo tipo<br />
(eliminando ogni riferimento cronometrico<br />
o spaziale).<br />
• Ripetizioni di brevissime (da dieci<br />
a trenta secondi) salite ad impegno<br />
massimale aventi come obiettivo<br />
la stimolazione della gittata cardiovascolare.<br />
Il programma dell’uscita<br />
può essere facilmente costruito su<br />
5-10 ripetizioni di questo tipo recuperando<br />
con la camminata in discesa,<br />
e ripetendo la serie per 3-5 volte intervallando<br />
ciascuna con qualche<br />
minuto di corsa lenta. Al termine del<br />
programma si può inserire un tratto<br />
anche in pianura in cui si possa allungare<br />
la falcata e sciogliere eventuali<br />
rigidità muscolari.<br />
• Proprio per non affaticare la struttura<br />
muscolare consiglio anche di<br />
ridurre la lunghezza delle uscite di<br />
endurance. L’endurance, cioé l’insieme<br />
della resistenze (mentali e fisiologiche),<br />
è una qualità che decade<br />
meno rapidamente rispetto ad altre.<br />
Per cui, essendo la priorità di questo<br />
periodo transitorio tra due trail il<br />
recupero dei traumi assorbiti dalla<br />
struttura muscolare, scheletrica e<br />
articolare, reputo poco utile insistere<br />
particolarmente su questo aspetto.<br />
La parola d’ordine è diminuire inten-<br />
sità e durata dei lunghi.<br />
• Convincersi che il miglioramento<br />
degli adattamenti alla sollecitazioni<br />
non va forzato e raggiunto nel breve<br />
arco di tempo che separa due gare,<br />
ma esso è il risultato dell’avvicendarsi<br />
di tutta la programmazione stagionale.<br />
Evitiamo quindi di sovraccaricare<br />
l’organismo in questa fase con<br />
la speranza di migliorare risultati e<br />
prestazioni: è dannoso e controproducente<br />
affaticarsi più del dovuto.<br />
L’obiettivo deve essere quello del<br />
mantenimento e della ricerca della<br />
massima forma.<br />
Nel periodo di recupero dopo la gara<br />
va posta una cura particolare all’alimentazione<br />
e al riposo. Il recupero<br />
delle risorse energetiche spese nella<br />
prova precedente è fondamentale e<br />
va fatto con il giusto criterio e importanza,<br />
e lo stesso dicasi per il rispetto<br />
del riposo e del giusto sonno. Se non<br />
si hanno particolari problemi fisici si<br />
possono svolgere corse lente senza<br />
particolari obiettivi; tuttavia il miglior<br />
riposo “attivo” consiste nel dedicarsi<br />
ad altre attività sportive, anche aerobiche,<br />
ma che interessano distretti<br />
in parte o in tutto diversi da quelli<br />
della corsa: nuoto, mountain-bike,<br />
ciclismo per esempio, naturalmente<br />
ad intensità non agonistiche.<br />
Nella fase di scarico che precede<br />
la gara, diciamo la settimana<br />
precedente, dobbiamo evitare di<br />
appesantire muscoli e mente. Vanno<br />
benissimo uscite di corsa lenta<br />
che terminino con allunghi o brevi<br />
tratti di corsa media intervallati o<br />
continui. Insistere, al termine di ogni<br />
uscita, con allungamenti muscolari<br />
(stretching). L’obiettivo è, a maggior<br />
ragione all’approssimarsi dell’evento<br />
successivo, tenere elastici i distretti<br />
muscolari degli arti inferiori.<br />
In generale, intendendo il trail running<br />
come una corsa dove l’obiettivo<br />
cronometrico o prestazionale è<br />
relegato in netto secondo piano, per<br />
la maggior parte di noi almeno, la<br />
cosa che mi sento di consigliare ad<br />
ognuno è l’equilibrio. Equilibrio nella<br />
scelta e nell’ammassamento e concatenamento<br />
di gare nel proprio<br />
calendario: che sia il piacere (vietato<br />
perdere di vista questo aspetto<br />
in favore di canoni quali il “dovere”<br />
o l’agonismo puro) della pratica di<br />
questa meravigliosa disciplina a guidarci<br />
e, innanzitutto, il buon senso<br />
verso chi ci vive vicino e, ancora di<br />
più, verso la nostra qualità di vita. u<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 39
MATERIALI...<br />
lafuma<br />
SKY RACE<br />
A cura di Gualtiero >krom< Linetti e Matteo >emme< Grassi<br />
Ci sono scarpe da trail che nascono<br />
adattando scarpe da<br />
strada e scarpe da trail che<br />
nascono invece apposta per gli ambienti<br />
montani.<br />
È questo il caso della Sky Race di Lafuma,<br />
storico brand francese specializzato<br />
in attrezzatura da montagna<br />
e attento alle tematiche ambientali.<br />
Progettata con l’aiuto del Lafuma<br />
Team (Karine Herry in particolare,<br />
ma anche Corinne Favre e il “nostro”<br />
Maurizio Scilla) e con la collaborazione<br />
di podologi, si presenta con una<br />
linea aggressiva e un look accattivante.<br />
Le caratteristiche salienti che<br />
colpiscono a prima vista sono il sistema<br />
di allacciatura molto avvolgente<br />
e la tassellatura scolpita e “graffiante”<br />
della suola.<br />
Alla calzata la scarpa è confortevole,<br />
ben ammortizzata e questo anche<br />
dopo parecchie ore di corsa. Il<br />
sistema di allacciatura, denominato<br />
Twinlace®, è del tipo rapido, ma con<br />
l’originale peculiarità di avere un<br />
doppia chiusura, una per l’avampiede<br />
e una per il collo del piede. Questa<br />
particolarità, unita all’avvolgenza<br />
del sistema e alla fitta distribuzione<br />
delle fasce laterali, garantisce una<br />
chiusura veramente personalizzabile<br />
e quindi omogenea. Va prestata<br />
però attenzione al completo serraggio<br />
dei sistemi di chiusura, pena<br />
il loro allentamento specialmente<br />
dopo discese sconnesse. Un altro<br />
dettaglio che non ci ha convinto è<br />
la tenuta della linguetta a tasca che<br />
dovrebbe trattenere i due manicotti<br />
di fermo dopo la chiusura: durante le<br />
prove della scarpa sono spesso usciti<br />
con conseguente “saltellamento”<br />
ad ogni balzo.<br />
La tomaia (in tessuto Mesh 3D) è<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 40
morbida e ben traforata, ma spessa,<br />
fattore che insieme alle fascette<br />
(impermeabili) di collegamento tra<br />
allacciatura, tomaia e suola rendono<br />
abbastanza difficoltosa l’evacuazione<br />
del sudore ma soprattutto<br />
dell’acqua di pioggia, pozzanghere<br />
e ruscelli.<br />
Il puntale, in gomma semi-rigida TPU,<br />
garantisce un’ottima protezione<br />
contro sassi e altri urti accidentali.<br />
L’ammortizzazione è molto elevata,<br />
soprattutto in zona tallonare, l’intersuola<br />
(sviluppata, come la tassellatura,<br />
da Vibram), è confortevole e dotata<br />
di inserti di maggiore densità sul<br />
lato interno del piede per contenere<br />
le forze pronatrici.<br />
La scarpa è reattiva e mediamente<br />
leggera.<br />
Il vistoso inserto rigido per il controllo<br />
della torsione e l’aggressivo grip<br />
sull’avampiede permettono ottima<br />
efficienza in fase di spinta su terreni<br />
instabili.<br />
La stabilità del piede coeso con la<br />
scarpa (l’allacciatura è davvero<br />
avvolgente) è rinfozata da strutture<br />
rigide che avvolgono lo scafo tallonare.<br />
Anche in fase di appoggio e<br />
atterraggio il grip a disegno invertito<br />
(rispetto alla direzione del moto) è<br />
molto scolpito e acuisce la sensazione<br />
di controllare ottimamente la<br />
distribuzione del peso.<br />
La tassellatura della suola (Xrun®<br />
da Vibram, appunto), vera punta<br />
di diamante della scarpa, consta di<br />
scolpiture profonde sulla pianta che<br />
verso i lati si fanno quasi acuminate<br />
ricordando come forma i ramponi<br />
da ghiaccio. Questa caratteristica<br />
si riflette nella sicurezza trasmessa<br />
durante la corsa. Il materiale della<br />
Comfort: OTTIMO<br />
Reattività: ECCELLENTE<br />
Ammortizzazione: ECCELLENTE<br />
Stabilità: ECCELLENTE<br />
Grip: ECCELLENTE<br />
Protezione: OTTIMA<br />
Sistema di<br />
Chiusura:<br />
BUONO<br />
suola è parso buono, anche molto<br />
resistente alla abrasioni rocciose e<br />
all’usura.<br />
In conclusione la scarpa è magnificamente<br />
dotata a livello tecnico, altamente<br />
innovative alcune scelte e,<br />
malgrado qualche puntualizzazione<br />
da rivedere alla prossima edizione, si<br />
tratta di un modello particolarmente<br />
efficace e ben bilanciato tra le varie<br />
caratteristiche. Per questo possiamo<br />
considerarla una scarpa versatile,<br />
polivalente e adatta anche ad atleti<br />
con caratteristiche fisiche diverse.<br />
Ottima per gli allenamenti su ogni distanza,<br />
con terreni anche molto accidentati,<br />
eccellente per atleti dal<br />
peso contenuto.<br />
Ideale per gare in ambiente montano;<br />
per gli atleti leggeri anche su<br />
ultradistanze, per gli altri non oltre la<br />
maratona.<br />
Sconsigliata ai supinatori.<br />
Parametri di valutazione<br />
Comfort: il piede percepisce l’interno della scarpa come comodo?<br />
Reattività: la scarpa si muove fluidamente accompagnando il piede dalla<br />
fase di appoggio a quella di stacco da terra?<br />
Ammortizzazione: la scarpa è adeguatamente ammortizzata?<br />
Stabilità: la scarpa offre adeguata stabilità in fase di appoggio su un terreno<br />
sconnesso? La scarpa è in grado di impedire storte alle caviglie o altri<br />
potenziali infortuni?<br />
Grip: La suola è in grado di assicurare sufficiente tenuta, riducendo il rischio<br />
di scivolare sia su fondi asciutti sia bagnati?<br />
Protezione: la scarpa protegge il piede negli urti contro rocce, pietre, radici?<br />
Sistema di chiusura: è in grado di impedire al piede di scivolare verso la<br />
punta durante le discese?<br />
Peso: qual è il peso della scarpa?<br />
VALUTAZIONE delle LAFUMA SKY RACE<br />
Calzata morbida e soffice. Il comfort non decade nemmeno dopo molte ore<br />
di corsa. Un piccolo appunto sulla traspirazione non eccelsa..<br />
Il peso mediamente contenuto e le densità dell’intersuola consento una rullata<br />
senza cedimenti.<br />
Lo spessore e la densità dell’intersuola permettono di assorbire grandi urti in<br />
fase di atterraggio.<br />
Allacciatura, inserti rigidi, grip e reattività consentono un’elevata sicurezza di<br />
spinta e appoggio.<br />
In assoluto la cosa migliore della scarpa. Straordinaria su terreni non compatti.<br />
Il puntale semirigido è fra i migliori in commercio. Migliorabile la protezione<br />
della suola nell’avampiede.<br />
Perfetto come adattabilità e avvolgenza, ma con qualche piccola carenza<br />
funzionale (allentatura dei lacci, linguetta a tasca che non trattiene i manicotti).<br />
Peso: OTTIMA Il peso, nella fascia media (360 US9), la rende adatta per tutte le distanze.<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 41
PREVIEW...<br />
ECOMARATONA<br />
Testo di Simone Brogioni<br />
Foto @ Francesco Benvenuti<br />
Il Chianti senese è una delle zone<br />
più belle del mondo. Parola di fiorentino<br />
che, alla faccia del suo<br />
campanilismo imperante, riesce ad<br />
ammettere che a pochi chilometri<br />
dalla città gigliata c’è una terra che<br />
regala panorami ed emozioni pari<br />
a quelle che si provano ammirando<br />
Firenze dall’alto del Piazzale Michelangelo.<br />
Il ricordo<br />
Il 19 ottobre 2008 partirà da Castelnuovo<br />
Berardenga, a circa 20 km da<br />
Siena, la seconda edizione dell’Ecomaratona<br />
del Chianti, nella speranza<br />
che il clima sia meno rigido dello<br />
scorso anno. La vera impresa non<br />
fu infatti percorrere i 42,195 km, ma<br />
togliersi la tuta prima della partenza,<br />
con la temperatura vicina allo<br />
zero e un vento gelido che tagliava<br />
le guance. Ma proprio quel clima e<br />
quel vento contribuirono a mantenere<br />
pulito il cielo, che fece emergere<br />
ancora di più la meraviglia delle<br />
crete senesi.<br />
Un mese dopo l’ecomaratona dei<br />
Cimbri, con la salita al Pizzoc ancora<br />
sulle gambe, l’idea di correre altri<br />
del CHIANTI<br />
a piccoli passi verso il trail<br />
42 km di saliscendi mi spaventava un<br />
po’. Invece, arrivato nella piazza di<br />
Castelnuovo, respirai subito un’atmosfera<br />
che mi fece capire di non<br />
aver sbagliato ad essere lì, perché<br />
l’ecomaratona del Chianti sarebbe<br />
stato un evento da ricordare e da<br />
rifare.<br />
La gara<br />
Ancora infreddoliti partiamo attraversando<br />
il piccolo borgo e subito ci<br />
gettiamo tra le crete, per arrivare in<br />
breve al Cippo di Monteaperti; sono<br />
già passati 10 km, volati tra tante<br />
chiacchiere con amici. Il tracciato<br />
è divertente, mai troppo duro, tutto<br />
corribile. Il Castello di Montegiachi<br />
merita un’andatura “turistica” e i vari<br />
poderi si attraversano quasi in punta<br />
di piedi per non fare troppo rumore.<br />
A Villa a Sesta troviamo l’unica salita<br />
ripida e poco corribile della gara:<br />
1.500 metri di pietre che ci portano a<br />
Campi, punto più alto del percorso<br />
con i suoi 646 metri. Da qui si scende<br />
fino al grazioso borgo di San Gusmè,<br />
dal quale si dominano le colline del<br />
Chianti. Ma le meraviglie non sono<br />
finite: la salita alla tenuta di Arceno,<br />
immersi in un viale cipressato di un<br />
chilometro, è uno dei ricordi più nitidi<br />
dell’ecomaratona del Chianti. Dopo<br />
aver attraversato gli ultimi poderi, si<br />
arriva alla piazza di Castelnuovo Berardenga:<br />
42,195 km e 1.500 metri di<br />
dislivello.<br />
Un’eco per tutti<br />
Un’ecomaratona facile, forse la<br />
meno impegnativa del Circuito,<br />
adatta a chi vuole avvicinarsi al trail<br />
a piccoli passi. Perché anche questo<br />
è importante nel trail: non esagerare,<br />
non strafare, non partire subito con<br />
percorsi dai chilometraggi e dai dislivelli<br />
impossibili per uno “stradaiolo”.<br />
Un’ecomaratona che si può correre<br />
tranquillamente con scarpe A3, nella<br />
speranza che non piova, visto che<br />
le crete senesi, una volta bagnate,<br />
hanno l’effetto delle sabbie mobili...<br />
Un’ecomaratona per tutti insomma,<br />
consigliata in special modo a chi<br />
non ha mai visitato questo angolo di<br />
Toscana da scoprire non solo il giorno<br />
della gara ma anche nei giorni<br />
precedenti o successivi, magari cogliendo<br />
l’occasione per un breve<br />
periodo di vacanza.<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 42
NOTIZIE UTILI<br />
2 a ECOMARATONA DEL CHIANTI<br />
Castelnuovo Berardenga, 19 ottobre 2008<br />
Partenza: ore 9<br />
Tempo massimo: 8 ore<br />
Organizzazione: associazione polisportiva La Bulletta e Comitato Ecomaratona<br />
del Chianti<br />
Patrocinio: Comune di Castelnuovo Berardenga, Provincia di Siena, Lega<br />
atletica leggera Uisp Siena, Regione Toscana, Pogas (politiche giovanili e<br />
attività sportive).<br />
Contatti: www.ecomaratonadelchianti.it info@ecomaratonadelchianti.it<br />
Giovanni tel. 349 2183704, Christian tel. 331 2109253<br />
Costo di iscrizione: 26 euro entro l’11 ottobre e 35 euro dopo.<br />
Ritiro pettorali: sabato 18/10 dalle 15 o la mattina del 19/10 dalle 7.00 alle<br />
8.00 in Piazza Marconi a Castelnuovo Berardenga, esibendo un documento<br />
d’identità.<br />
Promozione per le società: ogni 10 iscritti due pettorali gratis<br />
ECOPASSEGGIATA DI 10 KM<br />
Iscrizione gratuita, con buono per il<br />
PastaToscaParty<br />
Partenza ore 9.45 da San Gusmè (5<br />
km da Castelnuovo)<br />
Arrivo a Castelnuovo Berardenga in<br />
piazza Marconi, dopo aver percorso<br />
gli ultimi chilometri dell’ecomaratona<br />
e aver attraversato il viale di cipressi<br />
che porta a Villa Arceno.<br />
E’ inoltre possibile partecipare gratuitamente<br />
a tour organizzati dal Comune<br />
di Castelnuovo Berardenga presso<br />
castelli e cantine, con partenze il sabato<br />
e la domenica.<br />
Per informazioni: 0577.351302.<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 43
PREVIEW...<br />
Testo di Maurizio Scilla<br />
Foto © archivio >mauscilla<<br />
L T<br />
afuma rail<br />
del Monte Casto<br />
La storia<br />
Forse era già scritto che il Monte<br />
Casto e i suoi sentieri sarebbero diventati<br />
un riferimento nella mia vita.<br />
Fin da piccolo con mia madre partivamo<br />
da casa ad Andorno Micca<br />
(540 m) e salivamo a piedi, prima<br />
a Tavigliano (che piacere bere alle<br />
tante fontanelle poste ai bordi della<br />
strada), poi fino all’alpe Pratetto (m<br />
1050) dove si trovava e si trova ancora<br />
una bella trattoria; sulle pendici<br />
del Monte Casto qualche volta raccoglievamo<br />
i ciclamini con le loro<br />
foglie a forma di cuore e quel loro<br />
colore verde scuro maculato di un<br />
verde-grigio più chiaro. Dopo qualche<br />
tempo però le piante sembra-<br />
vano patire la lontananza dal loro<br />
luogo d’origine, quello che succede<br />
a me quando sono costretto dagli<br />
infortuni a stare lontano dalle amate<br />
montagne.<br />
A volte, dopo una sosta, si proseguiva,<br />
passando dalla Capanna Volpi<br />
e raggiungendo infine il Bocchetto<br />
Sessera da dove si gode di una bella<br />
vista sul Monte Rosa.<br />
Attorno al 1990 invece il Monte Casto<br />
divenne terreno di allenamenti<br />
con un caro e forte amico, Maurizio<br />
Bider, ora in Giappone. Con lui scoprimmo<br />
nuovi sentieri nel silenzio di un<br />
piccolo paradiso a pochi chilometri<br />
da casa, poco dopo il Bocchetto<br />
Sessera. Fu terreno di allenamento<br />
per le gare di sci di fondo, con le sue<br />
piste a mezz’ora da casa; negli ultimi<br />
anni ho portato diversi amici trailer a<br />
provare il mio percorso da 21 km, e<br />
così ,spinto dal loro entusiasmo, mi<br />
sono deciso nel 2006 ad organizzare<br />
la prima edizione del <strong>Trail</strong> del Monte<br />
Casto e, visti gli apprezzamenti, ho<br />
deciso di proseguire, quest’anno aggiungendo<br />
una novità: una prova di<br />
42 km.<br />
Il percorso<br />
Si parte nei pressi del campo sportivo<br />
di Andorno Micca e, dopo un breve<br />
tratto pianeggiante, si sale su per un<br />
sentiero completamente immerso<br />
nel bosco che porta alla croce del<br />
Monte Casto (1138 m).<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 44
Poco dopo inizia una dolce discesa<br />
che conduce alle Selle di Pratetto,<br />
pianoro dal quale la vista si estende<br />
da Bielmonte a tutte le creste della<br />
Valle Cervo. Qui si continua a scendere<br />
fino a quota 800 m, dove ricomincia<br />
la salita che porta alla Bunda<br />
Granda e infine al Bocchetto Sessera<br />
(km 14,8 - 1380 m) tramite la mulattiera<br />
che viene usata da sempre<br />
per la transumanza. Siamo all’interno<br />
dell’Oasi Zegna, si scende dolcemente,<br />
si passa all’Alpe Scheggiola,<br />
piccolo gioiello della val Sessera, si<br />
scende ancora fino ad arrivare nei<br />
pressi del torrente Sessera (1000 m) e<br />
si raggiunge su saliscendi l’Alpe Baraccone.<br />
Attraversato il torrente su un caratteristico<br />
ponte a schiena d’asino, si<br />
passa nei pressi delle caratteristiche<br />
baite del campeggio verde e si affronta<br />
una nuova salita che riporta<br />
al Bocchetto Sessera (km 24,8). Un<br />
sentierino in discesa conduce all’alpe<br />
Pratetto, segue un tratto prevalentemente<br />
in discesa che porta<br />
a quota 580 m (km 34,7); qui inizia<br />
l’ultima breve asperità della giornata:<br />
un sentiero permette agli atleti di<br />
raggiungere la chiesetta degli Eremiti<br />
e con un ultimo sforzo si arriva<br />
alla località “il Quadretto” (780 m -<br />
37km), si continua nel sottobosco su<br />
saliscendi e passata la fraz. Colma<br />
inizia la discesa finale.<br />
Luoghi lungo il percorso<br />
• Monte Casto & Pratetto: il Monte<br />
Casto in origine era una zona occupata<br />
da pascoli, poi molteplici<br />
interventi di rimboschimento a partire<br />
dagli anni trenta hanno portato<br />
alla creazione di un’area nella quale<br />
predominano le conifere di varie<br />
specie, un luogo ideale per godersi<br />
pace e tranquillità; Pratetto si trova<br />
a 1046 m di quota, immerso in verdi<br />
pascoli e boschetti di betulle, famoso<br />
per la spettacolare fioritura di narcisi<br />
che imbianca come una nevicata i<br />
suoi prati.<br />
• Oasi Zegna: si estende per circa<br />
100 Km2, copre la parte orientale<br />
delle Alpi Biellesi ed è attraversata<br />
dalla Panoramica Zegna, la strada<br />
che l’imprenditore Ermenegildo Zegna,<br />
profondamente legato alla sua<br />
terra, realizzò per portare la vita alla<br />
montagna e alle sue genti. Zegna,<br />
che amava la bellezza e la natura,<br />
ripopolò la montagna brulla con oltre<br />
mezzo milione di conifere, rododendri<br />
e ortensie, creando un meraviglioso<br />
paesaggio alpino. All’interno<br />
dell’Oasi non è raro udire il fischio<br />
acuto delle marmotte e il canto delle<br />
allodole e scorgere sulle vette più<br />
alte la pernice bianca, l’aquila reale<br />
e l’arrampicarsi di camosci; nelle<br />
zone mediane è facile imbattersi in<br />
caprioli e cervi. Simbolo dell’Oasi è il<br />
Carabus Olympiae Sella, coleottero<br />
rarissimo, dichiarato specie protetta.<br />
Lungo il tracciato gli atleti troveranno<br />
le antiche carbonaie, superfici<br />
pianeggianti dove si faceva cuocere<br />
il legno per ottenere il carbone vegetale<br />
prodotto in notevole quantità<br />
fino all’immediato dopoguerra, che<br />
veniva utilizzato per alimentare le<br />
forge e nell’industria tessile.<br />
• Campeggio Verde di Piana del<br />
Ponte: un rifugio (tel. 3663976595)<br />
che gode di una posizione incantevole<br />
e consente il rispetto dei ritmi<br />
della flora e della fauna, l’avvicinamento<br />
alla natura e alla montagna,<br />
fuori dal resto del mondo. Offre:<br />
campeggio, pernottamento in rifugio,<br />
ristoro con piatti tipici, escursioni<br />
a piedi, in mountain bike, con gli sci<br />
ed itinerari di visita ai siti minerealogici.<br />
• Bocchetto Sessera: luogo conosciuto<br />
per le sue belle piste da fondo,<br />
in passato era un’importante via<br />
di comunicazione con la Valsesia attraverso<br />
la Bocchetta della Boscarola.<br />
Spettacolare la vista dal Monviso<br />
al Monte Rosa.<br />
• Alpe Carcheggio: alpeggio situato<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 45
in una magnifica conca nel comune<br />
di Camandona.<br />
Perché il trail: questo trail vuole essere<br />
l’occasione per far scoprire sentieri<br />
e luoghi non troppo conosciuti,<br />
vero paradiso però per gli amanti<br />
della natura, del silenzio e della tranquillità;<br />
inoltre l’autunno con i suoi<br />
colori rende il tracciato ancor più<br />
affascinante e degno di un quadro<br />
di Van Gogh. Lo spirito che anima<br />
l’organizzazione della gara è legato<br />
innanzitutto al massimo rispetto<br />
dei luoghi attraversati e nello stesso<br />
tempo l’intento è che sia un giorno<br />
di festa che unisca ancor più i trailers<br />
che saranno al via. A tal fine il post<br />
gara prevede un pasta party e una<br />
premiazione fatta in un clima conviviale.<br />
Il sabato sera è un’ulteriore<br />
occasione per passare dei momenti<br />
piacevoli con gli altri atleti, infatti<br />
viene organizzata una cena al ristorante<br />
del Santuario di San Giovanni<br />
d’Andorno, luogo caratteristico<br />
della valle dove è possibile anche<br />
pernottare (posti limitati). Il <strong>Trail</strong> del<br />
Monte Casto appoggia in pieno la<br />
campagna lanciata da Spirito <strong>Trail</strong><br />
“Io non getto i miei rifiuti!”.<br />
Scheda tecnica:<br />
Domenica 26 ottobre<br />
Percorsi: 42 km 1950 m disl+ / 21 km<br />
900 m disl+ / minitrail 9 km<br />
Partenza: Andorno Micca (Bi) 540 m<br />
quota max: 1400 m<br />
Organizzazione: G.S.A. Pollone<br />
www.mauscilla.it www.gsapollone.it<br />
mauscilla@alice.it<br />
tel. 339 8534127 (Maurizio Scilla)<br />
links:<br />
http://www.atl.biella.it/on-line/<br />
Home.html<br />
http://www.vallecervo.it/NEW/ITA/<br />
valle.html<br />
http://www.valledimosso.it/<br />
http://www.bocchetto.it/<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 46
NOTIZIE FLASH...<br />
13 SETTEMBRE<br />
Maratona Alpina Piovene Rocchette<br />
(Vi)<br />
distanza: 42 km 2900 m disl + 2000 m disl-<br />
Organizzazione: Gruppo Escursionisti<br />
Scledensi http://www.schio.it/ges/<br />
maratona.html gesschio@libero.it<br />
percorso: partenza da Piovene Rocchette<br />
(Vicenza). Si percorre l’ideale linea storica<br />
dell’estrema difesa dell’Esercito Italiano contro<br />
l’avanzata Austro-Ungarica durante la guerra<br />
1915/18 con passaggi sul Monte Summano (m<br />
1200), Malga Novegno (m 1506), Monte Rione<br />
(m 1691), rifugio A. Papa alle porte del Pasubio<br />
(m 1928), arrivo al Pian delle Fugazze (m 1156) in<br />
territorio trentino.<br />
- punti forti: far conoscere le bellezze dell’alta Val<br />
Leogra e in particolare alcuni luoghi storici, primo<br />
fra tutti la rinomata Strada delle 52 Gallerie sul<br />
Pasubio: opera di alta ingegneria militare risalente<br />
al 1° conflitto mondiale.<br />
- i passaggi più spettacolari : Cima Monte Novegno,<br />
Strada delle 52 Gallerie, alta Val Canale<br />
- che cosa attira di più il trailer: il percorso, il servizio<br />
offerto, il tempo di percorrenza<br />
14 SETTEMBRE<br />
Corsa delle Tre Cime Sesto (Bz)<br />
distanza: 17 km dislivello: 1350 m disl +<br />
Organizzazione: Associazione C.O.<br />
Südtirol Corsa delle Tre Cime<br />
www.corsatrecime.com<br />
info@corsatrecime.com<br />
percorso: dopo un anello nel paese di Sesto, il<br />
percorso prosegue per la bella Val Fiscalina con<br />
i suoi prati verdi, attraverso “Moso”, passando il<br />
Rifugio Piano Fiscalina e il Rifugio Fondovalle. Poco<br />
dopo il Rifugio Fondovalle (al km 8,2), una salita<br />
a serpentine porta i concorrenti al Rifugio Comici<br />
e poi al Rifugio Pian di Cengia, ad una altezza<br />
di 2.575 m, comincia qui la discesa che porta al<br />
traguardo al rifugio Locatelli ai piedi delle Tre Cime<br />
di <strong>Lavaredo</strong>.<br />
- punti forti: cronometraggio della gara Datasport<br />
con comunicazione dei passaggi e dei dati in<br />
tempo reale anche all’arrivo; la Top Finisher Medail:<br />
coniata in originale per ogni partecipante che<br />
l’avrà al collo immediatamente dopo il traguardo,<br />
di fronte alle Tre Cime di <strong>Lavaredo</strong>; Mini Tre Cime:<br />
per avvicinare anche i più piccoli alla corsa in<br />
montagna, sabato pomeriggio a Sesto Pusteria,<br />
riservata a bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni .<br />
- i passaggi più spettacolari : l’entrata nella “Valle<br />
più bella del Mondo” (secondo Luis Trenker), cioè<br />
nella Val Fiscalina con i suoi filari di larici; la salita<br />
sotto il pian di Cengia, il punto più alto della gara<br />
(2.528 m); la discesa tra Monte Paterno e i laghi<br />
dei Piani e soprattutto l’arrivo sul palcoscenico<br />
più famoso del mondo, quello delle Tre Cime di<br />
<strong>Lavaredo</strong>.<br />
- che cosa attira di più il trailer: il percorso<br />
affascinante, l’organizzazione sempre perfetta, il<br />
ristoro e il Pastaparty.<br />
14 SETTEMBRE<br />
Skyrace della Rosetta – Trofeo<br />
Piganzoli e Ferroni - Rasura Valgerola<br />
(So)<br />
distanza: 20 km dislivello: 1650 m disl +<br />
gara a coppie valida come campionato<br />
italiano a coppie per team FISKY/CSEN<br />
Organizzazione: Sport Race Valtellina<br />
www.skyracedellarosetta.it/<br />
info@skyracedellarosetta.it<br />
percorso: i venti chilometri del percorso, all’interno<br />
del Parco delle Orobie Valtellinesi, partono dai 900<br />
mt. del Polifunzionale di Rasura per raggiungere<br />
prima l’Alpe di Stavello (punto più a sud - 1940 m)<br />
e quindi la Cima Rosetta (2140 m) passando vicino<br />
al lago di Culino. La discesa tocca l’abitato di<br />
Mellarolo e quindi Rasura all’arrivo.<br />
- punti forti: il percorso è tutto corribile, sia nei tratti di<br />
salita, una ascesa non continua ma frammentata<br />
con tratti boschivi nella prima parte e tratti pratosi<br />
nella seconda, sia nella discesa, dove chi ne ha<br />
può ancora fare la differenza in gara.<br />
- i passaggi più spettacolari: la Cima Rosetta,<br />
punto panoramico verso la bassa Valtellina, parte<br />
della Valchiavenna, tutte le montagne orobiche<br />
della Valgerola e di tutta la cornice alpina retica. -<br />
che cosa attira di più il trailer: il percorso.<br />
14 SETTEMBRE<br />
Skyrace Monte Cavallo -<br />
Piancavallo (Pn)<br />
distanza: 22km 1650 m disl +<br />
Organizzazione: Montanaia Racing<br />
http://www.montanaiaracing.it/skyrace/<br />
info@montanaiaracing.it<br />
percorso: il tracciato si sviluppa tra le splendide<br />
faggete e doline carsiche del Roncjade, e scende<br />
verso il Pian delle More per portarci all’antica<br />
sorgente naturale del Tornidor e quindi verso l’erta<br />
Val Grande e raggiungere l’omonima Forcella<br />
(1926 m). Attraversando l’altipiano carsico della<br />
alta Val Sperlonga e con mirabili panorami sulle<br />
Dolomiti Cadorine e di Sinistra Piave, si aggira<br />
tutto il versante nord del gruppo del Cavallo.<br />
Transitando alla Forcella Lastè (2040 m) punto più<br />
alto della traversata, si scenderà rapidamente al<br />
Rifugio Semenza (2020 m) per imboccare la Val<br />
de Piera, si raggiungerà così il punto più basso<br />
del nostro itinerario: Malga Pradosàn, a 1338 m. A<br />
località Pian delle Lastre avrà inizio l’ultima lunga<br />
risalita, che porterà prima alla bella conca della<br />
Casera Palantina (1521 m) e infine alla Forcella<br />
La Palantina (1778 m). Lasciati alle spalle la Val<br />
Belluna e le sue Dolomiti con il lago di Santa Croce<br />
e il vasto altipiano del Cansiglio, si ridiscende<br />
rapidamente alla Baita Arneri (1627 m). Da qui si<br />
prosegue in discesa sotto le meravigliose balze<br />
rocciose del monte Tremol e della Cima Manera.<br />
In breve si raggiunge il traguardo.<br />
- punti forti: percorso molto vario, con diversi cambi<br />
passo che consentono a tutti, discesisti, scalatori e<br />
velocisti, di poter esprimere le proprie potenzialità<br />
tecniche; percorso estremamente panoramico<br />
con aggiramento dell’intero gruppo montuoso del<br />
Monte Cavallo<br />
- i passaggi più spettacolari: Forcella Val Grande:<br />
alla fine della lunga e faticosa salita, la forcella Val<br />
Grande è uno spettacolare balcone che guarda a<br />
nord verso le Dolomiti e le Alpi Carniche e a sud si<br />
apre a tutta la pianura Friulano-Veneta, dal golfo<br />
di Trieste alla laguna di Venezia. A oriente guarda<br />
alle Alpi Giulie; Forcella Lastè-Bivacco Semenza:<br />
punto di scollinamento che conduce alla lunga<br />
discesa in Alpago, guardando a occidente verso<br />
la Val Belluna dominata dai gruppi montuosi<br />
dello Schiara e delle vette feltrine, fino a mirare<br />
alle Pale di San Martino; Forcella Palantina:<br />
panoramica terrazza che domina il vasto altipiano<br />
del Cansiglio<br />
- che cosa attira di più il trailer: la varietà del<br />
percorso: dalle pianeggianti faggete e doline<br />
carsiche del Roncjade, all’erta salita della Val<br />
Grande che ci porta in ambiente alpino di alta<br />
quota. La lunga e panoramica discesa che<br />
conduce gli atleti in Alpago. La risalita attraverso<br />
fresche abetaie fra pascoli della Palantina,<br />
fino all’omonima forcella; l’itinerario già noto<br />
all’escursionismo, che si sviluppa su sentieri nazionali<br />
CAI con un tempo massimo di percorrenza (7<br />
ore) che permette ai principianti e/o escursionisti<br />
curiosi, di avvicinarsi a queste discipline di sport in<br />
alta quota; l’interregionalità della manifestazione,<br />
tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, che unisce<br />
nell’organizzazione enti e associazioni di entrambe<br />
le regioni e idealmente rafforza l’amicizia di due<br />
culture alpine.<br />
14 SETTEMBRE<br />
Corsa del Contrabbandiere - San<br />
Fedele Intelvi (Co)<br />
distanza: 20 km 1000 m disl +<br />
Organizzazione: C.A.I. Valle Intelvi<br />
www.valleintelvi.it/cai/home.html<br />
cai@valleintelvi.it<br />
percorso: si parte quasi subito in salita per poi<br />
arrivare in vetta al Monte Generoso, dopo poco<br />
meno di 7 Km, immersi prima in un bosco e poi su<br />
sentiero in un pascolo; dalla cima si può gustare<br />
uno splendido panorama, che spazia dalle Alpi<br />
svizzere alla Pianura Padana. Da qui si scende<br />
su un sentiero molto corribile, che si allarga man<br />
mano fino ad Orimento (12° km); si prosegue quindi<br />
lungo un tratto in leggera salita, seguito poi da<br />
una impegnativa salita che porta sulla cima del<br />
Crocione, con ancora splendidi panorami. Adesso<br />
la salita è finita e si scende “in picchiata” fino ad<br />
Orimento e quindi all’arrivo, ripercorrendo il tratto<br />
iniziale.<br />
- punti forti: panorama mozzafiato, molto corribile,<br />
a cavallo tra Italia e Svizzera.<br />
- i passaggi più spettacolari : dalla vetta del Monte<br />
Generoso e da quella del Crocione si gode di una<br />
splendida vista.<br />
- che cosa attira di più il trailer: i diversi “pezzi” del<br />
percorso, con corte ma dure salite, falsopiani e<br />
lunghe discese.<br />
21 SETTEMBRE<br />
Ecomaratona dei Cimbri - Fregona<br />
(Tv)<br />
distanza: 42 km disl 2000 m D+<br />
Organizzazione: Proloco di Fregona (TV)<br />
www.ecomaratonadeicimbri.it<br />
info@ecomaratonadeicimbri.it<br />
percorso: si parte dall’abitato di Fregona e, dopo<br />
circa 1 km tra le strade del paese, si imbocca<br />
un sentiero che da 220 m slm (punto più basso<br />
del percorso) porta gli atleti, attraverso le grotte<br />
del Caglieron, a forcella Pizzoc (punto più alto<br />
a 1500 m slm). Da qui un saliscendi tecnico farà<br />
percorrere una fitta faggeta ad alto fusto fino ad<br />
incontrare il primo insediamento cimbro “PICH”.<br />
L’attraversamento del Pian Cansiglio a quota<br />
1000 metri permetterà un po’ di respiro agli<br />
atleti facendo apprezzare gli altri villaggi cimbri<br />
VALLORCH e LE ROTTE. Risalita la pista da sci del<br />
Col Dar, si prosegue per sentieri e strade forestali e<br />
si copre l’ultimo dislivello (circa 300 metri) fino a loc.<br />
Cadolten. Da qui la discesa per strada sterrata,<br />
leggermente dissestata, porterà gli atleti all’arrivo<br />
a Fregona.<br />
- punti forti: organizzazione conviviale e paesaggi<br />
magnifici.<br />
- i passaggi più spettacolari: le grotte del<br />
Caglieron, la forcella Pizzoc dalla quale si scorge<br />
la pianura veneta a sud e le prime Dolomiti a nord,<br />
la taversata del pian Cansiglio con i suoi villaggi<br />
cimbri.<br />
- che cosa attira di più il trailer: l’ambiente<br />
spettacolare e l’accoglienza familiare.<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 47
NOTIZIE FLASH...<br />
21 SETTEMBRE<br />
Trofeo Scaccabarozzi Sentiero delle<br />
Grigne - Pasturo (Lc)<br />
distanza: 43 km 3200 m disl + / 21 km disl<br />
1500 m<br />
Organizzazione: GSA Missaglia<br />
www.gsamissaglia.it info@gsamissaglia.it<br />
percorso: è agonisticamente diviso in tre parti,<br />
dapprima la salita alla Grigna Meridionale (2177<br />
m), tecnica, con tratti attrezzati, seguita da<br />
discesa e salita alla Grigna Settentrionale (2410 m),<br />
scorrevole ma faticosa, per finire con la veloce ed<br />
insidiosa discesa verso il fondovalle e il traguardo<br />
finale di Pasturo che, con i suoi 640 m di altitudine,<br />
è il punto più basso del percorso.<br />
- punti forti: la completezza del tracciato. Presenta<br />
il maggior dislivello tra i percorsi mondiali delle<br />
World Series e richiede anche il maggior tempo<br />
per completarlo, attorno alle 5 ore per i migliori.<br />
Organizzazione complessa visto che solo pochi<br />
km del percorso possono essere raggiunti in auto.<br />
Inoltre si passa per due vette molto panoramiche e<br />
cariche di storia dell’alpinismo lecchese.<br />
- i passaggi più spettacolari : le salite alle due<br />
Grigne, il tratto di discesa iniziale dalla Grignetta<br />
con catene, la salita della Val Cassina.<br />
- che cosa attira di più il trailer: la durezza della<br />
sfida. Correre dalle 5 ore fino alle 11 ore necessarie<br />
a completare il percorso, significa fare un “viaggio”<br />
tra le montagne e dentro se stessi.<br />
21 SETTEMBRE<br />
Ivrea Mombarone Ivrea (To)<br />
distanza: 20 km 2000 m disl +<br />
Organizzazione: Amici del Mombarone<br />
www.amicidelmombarone.it<br />
infomombarone@libero.it<br />
percorso: partenza in piazza Ottinetti a Ivrea,<br />
ben presto si raggiunge il lago Sirio dove inizia<br />
il sentiero che porta a Bienca e poi inzia a salire<br />
per raggiungere Andrate. Appena fuori dal<br />
paese iniziano le pendenze importanti che in<br />
due chilometri portano a San Giacomo, dove<br />
inizia il tratto finale che in soli 6 km permette di<br />
guadagnare ben 900 metri di dislivello (passando<br />
sul sentiero recuperato per la prima riedizione<br />
dall’ideatore della gara “Nicolotti”, il quale 32 anni<br />
fa ebbe un’idea che anticipava di 25 anni i trail)<br />
e raggiungere la vetta del Mombarone (2371m).<br />
Per lo svolgimento della gara è doveroso ricordare<br />
l’aiuto indispensabile dei comuni interessati dal<br />
passaggio della gara, le proloco, il soccorso alpino,<br />
i dottori e tutti gli appassionati senza i quali questa<br />
festa non si potrebbe ripetere.<br />
- punti forti: un’organizzazione super collaudata; il<br />
numeroso pubblico che si assiepa sugli ultimi metri<br />
del percorso nonostante ci vogliano 2 ore per<br />
raggiungerlo.<br />
- i passaggi più spettacolari: l’arrivo in vetta al<br />
Mombarone con ampio panorama.<br />
- che cosa attira di più il trailer: mettersi alla prova in<br />
una classica della corsa in montagna piemontese<br />
che prevede 2000 m di dislivello senza tregua.<br />
28 SETTEMBRE<br />
Le Porte di Pietra - Cantalupo Ligure<br />
(Al)<br />
distanza: 70 km 4000 m disl +/30 km 1000<br />
m disl+<br />
Organizzazione: gli Orsi<br />
www.gliorsi.org info@gliorsi.org<br />
percorso: si tratta di un percorso molto vario che<br />
costringe a continue variazioni di ritmo. I primi 5 km<br />
sono di stampo collinare e servono a sgranare il<br />
gruppo prima di giungere alla passerella sul Borbera.<br />
Da lì si affronta la dura salita al monte Croce che<br />
crea già una prima selezione tra i concorrenti<br />
offrendo una alternanza tra ripidi tratti in singletrack<br />
e brevi passaggi tra roccette. Da lì in avanti<br />
la gara offre un percorso che alterna lunghi tratti<br />
corribili alternati alle ripide salite per raggiungere<br />
le cime dei tanti monti che si vanno a trovare sul<br />
tracciato. Gli ultimi 8 km sono di prevalente discesa<br />
che rispetto alle edizioni passate è stata modificata<br />
e “addolcita”.<br />
- punti forti: un tracciato di gara che accontenta<br />
tutti: gli scalatori, i discesisti e chi ama correre;<br />
rilevazione dei tempi tramite chip; fotografi sul<br />
percorso con possibilità di stampa diretta all’arrivo;<br />
stand tecnici e di natura enogastronomica<br />
locale al sabato e alla domenica; un’assistenza<br />
importante sul percorso.<br />
- i passaggi più spettacolari: il passaggio sulle<br />
Strette di Pertuso (5° km) illuminato a giorno da<br />
un potente faro; il delicato passaggio in notturna<br />
sul monte Croce (7° km); i lunghi sentieri nei fitti<br />
boschi di faggi e castagni; gli ampi e spettacolari<br />
passaggi sullo spartiacque tra Liguria e Piemonte<br />
che toccano alcune tra le più note cime della<br />
Alta Via dei monti Liguri: Buio, Antola, Carmo,<br />
Cavalmurone, Ebro, Giarolo.<br />
- che cosa attira di più il trailer: il fascino di una gara<br />
di lungo chilometraggio gestita in autosufficienza<br />
alimentare; convivialità e spirito trail.<br />
28 SETTEMBRE<br />
Skyrace Trofeo Besimauda -<br />
Peveragno (Cn)<br />
distanza: 21 km 1700 m disl +<br />
Organizzazione: Sci Club Peveragno e<br />
Team Marguareis Sky Runners Magliano<br />
Alpi<br />
www.trofeobesimauda.com<br />
info@trofeobesimauda.com<br />
percorso: 1 a salita 800 m su strada sterrata poi<br />
sentiero ripido; breve tratto in leggera discesa; 2 a<br />
salita su sentiero a tornanti per 600 m disl. poi ultimo<br />
tratto su pietraia (massi stabili) 250 m disl;<br />
1 a discesa su sentiero molto impegnativo; 2 a<br />
discesa lungo il percorso della 1 a salita.<br />
- punti forti: percorso molto impegnativo con tratti<br />
corribili, pietraia e passaggi non troppo difficili,<br />
insomma un percorso misto, per tutti i gusti.<br />
- i passaggi più spettacolari: sia sulla vetta della<br />
Bisalta sia nei tratti in cresta si gode di un ampio<br />
panorama che va dalle alpi marittime (con un<br />
po’ di fortuna si può vedere perfino la Corsica)<br />
alle cime della Valle d’Aosta e oltre, la pianura<br />
Cuneese, le colline delle Langhe.<br />
- che cosa attira di più il trailer: la varietà e<br />
durezza del percorso, il panorama, l’ospitalità<br />
dell’organizzazione.<br />
5 OTTOBRE<br />
Como Valmadrera (Co)<br />
distanza: 36 km 2265 m disl +<br />
Organizzazione: A.N.A. Gruppo<br />
Valmadrera - Longhi Enrico 0341 550758<br />
percorso: partenza da Como per raggiungere la<br />
Capanna CAO di Brunate, proseguire in salita per<br />
la Capanna Boletto e infine raggiungere il rifugio<br />
Bollettone (1317 m); da qui una breve discesa<br />
porta alla Capanna Mara (1125 m). In poco più di<br />
2 km si raggiunge il Monte Palanzone (1436 m), una<br />
lunga discesa porta a Canzo (387 m), dove inizia<br />
l’ultima salita che permette di arrivare al rifugio<br />
SEV (1225 m), in poco meno di 6 km di discesa si<br />
raggiunge quindi il palasport di Valmadrera dove<br />
è posto il traguardo.<br />
5 OTTOBRE<br />
<strong>Trail</strong> Monte Picaru Cenesi (Sv)<br />
distanza: 20 km - 1000 disl +/800 m disl-<br />
Organizzazione: A.S.D. Sport Albenga<br />
Marathon www.albengamarathon.com<br />
info@marcomontori.it<br />
percorso: partenza da Cenesi (Savona) zona<br />
campo sportivo bar della Pro Loco. Si percorre<br />
su strada sterrata tutta la coltivazione degli ulivi<br />
taggischi della zona; usciti dalle coltivazioni si inizia<br />
un sentiero che ci farà scollinare il Monte Picarü<br />
(m 345), e dopo lo scollinamento si prenderà un<br />
sentiero forestale che ci farà arrivare sulla strada<br />
Dallautra. Si passeranno gli abitati di Ciasano<br />
sul Neva (capoluogo della zona) e Conscente.<br />
Raggiunto il castello di Conscente si entrerà<br />
nel sentiero che dopo un passaggio nel bosco<br />
ci porterà sulla strada militare. Questa strada,<br />
costruita durante la prima guerra mondiale, porta<br />
dal fondovalle della valle di Castelbianco al<br />
Forte Liverna, un tempo postazione cannoniera<br />
per proteggere da eventuali sbarchi la costa di<br />
Albenga, zona strategica per essere l’unica piana<br />
della Liguria. Da qui si raggiunge la colletta del<br />
Forte Liverna (m 450) e si prosegue per il forte (m<br />
500). Giunti al forte, una discesa impegnativa su<br />
sentiero ci riporta di nuovo nella vallata di Cenesi<br />
ed Arnasco; da qui inizia la discesa, e passando<br />
tra boschi di querce e coltivazioni di ulivi si arriva<br />
a Cenesi.<br />
-punti forti: far conoscere le bellezze e i punti<br />
panoramici della zona Ingauna e di Cisano sul<br />
Neva e in particolare alcuni luoghi storici, primo fra<br />
tutti l’opera di alta ingegneria militare risalente al 1°<br />
conflitto mondiale, la strada militare di Forte Liverna<br />
e i resti degli appostamenti militari del Forte.<br />
- i passaggi più spettacolari : il ristoro all’interno dei<br />
terrapieni del forte dove 80 anni fa alloggiavano 4<br />
cannoni a protezione della piana di Albenga.<br />
- che cosa attira di più il trailer: il percorso, il servizio<br />
offerto e la sagra della castagna di Cenesi. u<br />
"Io non getto i miei rifiuti" è una campagna<br />
promossa da Spirito <strong>Trail</strong> e rivolta<br />
a tutti i veri trailers, atleti e organizzatori,<br />
per tutelare l'ambiente e la<br />
natura. Troppo spesso durante le gare<br />
si vedono sul tracciato rifiuti lasciati dai<br />
partecipanti. Una maggiore sensibilizzazione<br />
servirà a far capire a tutti che<br />
le corse trail non possono prescindere<br />
da questa semplice regola: non si gettano<br />
rifiuti per terra!<br />
Aiutateci a diffondere questo messaggio<br />
con i vostri siti, i vostri blog, o<br />
semplicemente con il passaparola!<br />
Grazie.<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 48
CALENDARIO<br />
SETTEMBRE<br />
(data, nome, distanza/disl., luogo, riferimenti)<br />
13 SETTEMBRE – Maratona Alpina di Schio – 42km/+2717m,-1838m – Piovene Rocchette (VI) - www.schio.it/ges/maratona.html<br />
14 SETTEMBRE - Corri a Madonna Fore - 13 Km - L’Aquila (AQ) - www.smileego.com<br />
14 SETTEMBRE - Drei Zinnen, Tre Cime Alpin Marathon - 21km/1500m - Sesto (BZ) - www.trecimemaratona.com<br />
14 SETTEMBRE - Skyrace della Rosetta - 20km/1600m a coppie – Rasura (SO) - www.skyracedellarosetta<br />
14 SETTEMBRE - SkyRace del Cavallo – 22km/1650m - Aviano (PN) - www.montanaiaracing.it/<br />
14 SETTEMBRE – Corsa del contrabbandiere – circa 20km/1000m – Alpe grande di san Fedele d’Intelvi (CO) – www.valleintelvi.it/cai/home.html<br />
14 SETTEMBRE - 1o <strong>Trail</strong> delle foreste casentinesi - 18Km - Badia Prataglia (Ar) - www.trailforestecasentinesi.it - info@trailforestecasentinesi.it<br />
21 SETTEMBRE - Ecomaratona dei Cimbri - 42km/1700m - Fregona (TV) - www.ecomaratonadeicimbri.it<br />
21 SETTEMBRE - Sentiero delle Grigne - 42km/3000m - Pasturo (Lc) - www.gsamissaglia.it<br />
21 SETTEMBRE - Ivrea Mombarone - 20km/2000m - Ivrea (TO) - www.amicidelmombarone.it<br />
21 SETTEMBRE - Ecotrail di Serre della Pizzuta (circuito Ecotrail Sicilia) - 12 Km Piana degli Albanesi - www.sportactionweb.it/ecotrail<br />
28 SETTEMBRE - Trofeo Besimauda Skyrace - 27km/1600m – Peveragno (CN) - www.orizzonteoutdoor.com<br />
28 SETTEMBRE - Le Porte di Pietra - 70km/3500m, 30km/1500m - Cantalupo Ligure (AL) - www.gliorsi.org<br />
28 SETTEMBRE - Vertical Kilometer Papillon - Courmayeur (AO)<br />
28 SETTEMBRE - Vesuvio Vertical Kilometer - Tre Case (NA)<br />
28 SETTEMBRE - <strong>Trail</strong> del Monte Soratte - 15Km - S.Oreste (Roma) - 329 9189763 toncamer@libero.it<br />
28 SETTEMBRE - I percorsi della memoria - 3 percorsi da 10, 17 e 25 km - Longarone - 0437 770119 info@prolocolongarone.it<br />
OTTOBRE<br />
05 OTTOBRE – SuperPippo Sorapache (trofeo Terre Alte) - 11,5km/1500m - Posina (VI) – http://www.lacerniera.it<br />
05 OTTOBRE – Como Valmadrera - 36km/2220m Como (CO) – 0341.550758<br />
12 OTTOBRE – <strong>Trail</strong> Del Monte Artemisio 9.9Km - Monte Artemisio Velletri (RM) www.atleticaamatorivelletri.it<br />
12 OTTOBRE – <strong>Trail</strong> dei tre comuni - 5, 11, 18km/1000m, 45km/2000m, 65km/3300m - Albisola Superiore (SV) - www.universalealbadocilia.net<br />
19 OTTOBRE – Alba Fucens Archeo <strong>Trail</strong> 14Km Parco Archeologico di Alba Fucens (AQ) www.albafucens.it – www.krakatoasport.com<br />
19 OTTOBRE – Ecomaratona del Chianti - 42Km/1500m - Castelnuovo Berardenga (SI) - www.ecomaratonadelchianti.it<br />
19 OTTOBRE - Mediterranean Super Marathon – 50 km su strada – Palermo (PA) - www.palermosupermarathon.com<br />
25 OTTOBRE – Gran Tral Rensen – 70km, 35km/4000m, 1600m – Arenzano (GE) - www.trailarenzano.com<br />
26 OTTOBRE – Lafuma <strong>Trail</strong> Monte Casto - 42km, 21km/2000m, 900m - Andorno Micca (BI) - www.mauscilla.it www.gsapollone.it<br />
26 OTTOBRE – Edizione Marronando km 6, 12 - Combai (TV) - 0438.970970<br />
26 OTTOBRE - Tributo a Dorando Pietri – 50 km su strada, anello di 5000 metri – Sanremo (IM) - www.sanremorunners.it<br />
26 OTTOBRE - Sentiero la scàlèta – 10km - Località Magno di Gardone V.T. (BS) - www.promosportvallibresciane.it<br />
NOVEMBRE<br />
02 NOVEMBRE - Etna Skymarathon - 42km/2000m - Nicolosi (Ct) - www.volcanotrail.it<br />
08 NOVEMBRE - 100 km degli Etruschi – Tuscania/Tarquinia (VT) - 100 km su strada - www.italiamarathonclub.it<br />
16 NOVEMBRE - Panoramica della Salute km 6, 12 - Loc. Costa di Vittorio V.to (TV) - 0438.551076<br />
16 NOVEMBRE - <strong>Trail</strong> del Monte di Portofino - km. 24 - Santa Margherita Ligure (Ge) - www.marciarcobaleno.it - info@marciarcobaleno.it<br />
DICEMBRE<br />
08 DICEMBRE - Marcia dell’Immacolata km 6, 12 – Solighetto (TV) - 043 883143<br />
11 DICEMBRE - Skyrunning Valli di Lanzo - Lanzo (TO) - 338 2662405<br />
per segnalare nuove gare o eventuali inesattezze scriveteci a redazione@spiritotrail.it<br />
SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 49