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TRAIL RUNNING WEBZINE - The North Face® Lavaredo Ultra Trail

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<strong>TRAIL</strong> <strong>RUNNING</strong> <strong>WEBZINE</strong><br />

<strong>Trail</strong> Autogestiti<br />

PRATO-BOCCADIRIO<br />

e FULL MOON CAMIGNADA <strong>TRAIL</strong><br />

materiali<br />

SCARPE : LAFUMA SKYRACE<br />

personaggi<br />

NORBERTO SALMASO<br />

N° 6 - SETTEMBRE 2008 SPIRITO<strong>TRAIL</strong><br />

cronache<br />

CAMIGNADA<br />

<strong>TRAIL</strong> DEL BANGHER<br />

ECOMARATONA DELLA VAL D’ARDA<br />

CROMAGNON<br />

allenamento<br />

PROGRAMMARE LA STAGIONE ULTRA<br />

attualità<br />

SE GLI ORGANIZZATORI SI ORGANIZZASSERO<br />

Vox Forum<br />

IL CASO SHERPA AL CRO 2008<br />

interviste<br />

EMANUELA BRIZIO<br />

VS ROBERTA PERON<br />

concorso<br />

FOTO DEL MESE<br />

anteprima gare<br />

ECOMARATONA DEL CHIANTI<br />

<strong>TRAIL</strong> DEL MONTE CASTO<br />

calendario<br />

LE GARE DA SETTEMBRE A DICEMBRE


FOTO di COPERTINA:<br />

“Un sentiero è sempre avventura, emozioni,<br />

esplorazione”.<br />

© archivio Salmaso<br />

REDAZIONE<br />

Simone Brogioni, Matteo Grassi, Gualtiero Linetti,<br />

Stefano Michelet, Cristina Murgia, Maurizio Scilla,<br />

Leonardo Soresi, Francesco Zanchetta.<br />

Hanno collaborato:<br />

Norberto Salmaso, Simone Bragazza, Alessio Parauda,<br />

Daniela Banfi, Maurizio Cenci.<br />

I vostri contributi saranno molto graditi.<br />

Scriveteci a: redazione@spiritotrail.it<br />

Anch’io aderisco<br />

alla campagna<br />

IO NON GETTO<br />

I MIEI RIFIUTI<br />

Emanuela Brizio<br />

Anno 2002, mese di maggio. Ero in Francia<br />

a correre il mio primo trail a tappe,<br />

l’<strong>Ultra</strong>marathon du Saleve (90 km in 3<br />

tappe), gara che permetteva di vedere<br />

praticamente per intero il Mont<br />

Saleve con i suoi pascoli, le sue pareti<br />

di calcare e nello stesso tempo ammirare<br />

i monti Giura di fronte, Ginevra e<br />

il suo lago.<br />

Il “Signore degli anelli”, Dawa Sherpa<br />

vinse tutte e tre le tappe, io riuscii a<br />

strappare un secondo posto davanti<br />

a Jean Probst e Eric Dentella; tre giorni<br />

vissuti insieme avevano cementato una bella amicizia, in particolare<br />

con Eric e suo figlio, così ero tornato a casa più ricco, non per i premi<br />

ma per gli amici conosciuti e l’esperienza vissuta.<br />

L’anno seguente il “Saleve” non si corse per problemi burocratici; più<br />

avanti giunse una telefonata che mi lasciò di sasso: era Guillaume<br />

che mi comunicava che suo padre Eric era morto d’infarto mentre<br />

saliva in auto.<br />

Faccio un salto in avanti, maggio 2004: ritorno al Saleve, anche viaggiando<br />

non posso pensare che Eric non ci sia. Al momento del via<br />

sono molto emozionato, penso alle sensazioni piacevoli che ti trasmette<br />

la corsa, ai ricordi profondi che ti lascia e che Eric non potrà<br />

più provare o anche il semplice fatto di sentire il sole che ti scalda il<br />

viso.<br />

Sembra superfluo dire che Dawa vince anche quell’edizione, io alla<br />

prima tappa non vedo una freccia, mi perdo, ritrovo il percorso e al<br />

primo ristoro mi ritrovo in testa; ammetto immediatamente l’errore e<br />

proseguo almeno come allenamento.<br />

La terza e ultima tappa è valida anche come prova singola, quindi<br />

posso giocarmi le mie carte. Parto abbastanza deciso per riscattare<br />

i giorni precedenti, dopo qualche km siamo soli, Dawa che fa il ritmo<br />

ed io; dopo qualche km Dawa si gira e mi dice “Mau, lassù Eric ci sta<br />

guardando, sono sicuro che sarebbe felice di vederci arrivare mano<br />

nella mano al traguardo e così faremo”. Un groppo in gola mi blocca<br />

quasi il respiro per un momento, raddoppio le forze e salgo a tutta,<br />

scolliniamo insieme, ogni tanto guardo in alto quasi aspettando una<br />

conferma da Eric; ci aspetta la discesa, Dawa per fortuna non scende<br />

“a tutta”. Gli ultimi chilometri sono i più belli della mia vita di trailer,<br />

insieme agli ultimi metri del <strong>Trail</strong> des Frahans 2006, dove tagliando il<br />

traguardo vittorioso ho abbracciato Annie, moglie di Dawa e ho dedicato<br />

al fratello di Dawa, morto l’anno prima, la vittoria. Taglio il traguardo<br />

trattenendo le lacrime, abbracciato al mio amico nepalese, i<br />

nostri sguardi rivolti in alto sicuri di avere l’approvazione di Eric!<br />

Ho voluto condividere con tutti voi questo episodio che mi ha toccato<br />

nel profondo perché credo sia illuminante per capire quello che<br />

è lo spirito che accompagna il trailer. In tutti questi anni per me non<br />

è mai diminuita l’emozione nel vedere, dopo ore di fatica, gli arrivi<br />

mano nella mano, l’abbraccio subito dopo il traguardo, qualche volta<br />

le lacrime: forse perché è in questi attimi che magicamente si può<br />

cogliere lo spirito trail?<br />

Maurizio Scilla<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 1


ATTUALITA’...<br />

ANCHE QUESTO<br />

È <strong>TRAIL</strong><br />

testo di leonardo >leosorry< soresi<br />

L’ultra-trail è una disciplina nata<br />

da poco che non ha ancora<br />

identificato con precisione i propri<br />

confini e che deve ancora dotarsi di<br />

una struttura, che è invece tipica degli<br />

sport più maturi.<br />

Ad oggi in Italia non si è fatto molto, se<br />

non nulla, per stilare un regolamento<br />

comune, stabilire un calendario<br />

condiviso, definire un modello<br />

organizzativo unitario. In apparenza<br />

non si tratta che di una serie di questioni<br />

burocratiche quanto mai lontane dal<br />

mondo delle montagne e dei sentieri.<br />

In realtà io sono convinto che siano<br />

elementi fondamentali per lo sviluppo<br />

di questo sport. Pensate solo al fatto<br />

che attualmente non<br />

esiste neppure una<br />

terminologia univoca<br />

per definire le gare:<br />

non sarebbe un<br />

problema molto grave<br />

se l’UTMB non avesse<br />

richiesto la registrazione<br />

del marchio “<strong>Ultra</strong>trail”<br />

pretendendo<br />

ora di negarlo a<br />

quelle competizioni<br />

che reputa non in<br />

linea con la propria<br />

filosofia. Diventa quindi<br />

urgente definire una<br />

“via italiana” all’ultra<br />

trail, condivisa ed<br />

appoggiata da tutti,<br />

dagli organizzatori alla Federazione.<br />

Così ora abbiamo i Gran Raid (oltre<br />

al Cro-Magnon, anche la bella novità<br />

del Gran Raid delle Prealpi Trevigiane),<br />

i Gran <strong>Trail</strong> (il Valdigne e il Rensen), gli<br />

<strong>Ultra</strong> <strong>Trail</strong> (<strong>Lavaredo</strong> e Gran Sasso),<br />

le Vie (Via dei Lupi e 105 Abbots<br />

Way): insomma, tutta una serie di<br />

denominazioni diverse che si riferiscono<br />

a gare dalle caratteristiche analoghe.<br />

Ma quello di trovare un vocabolario<br />

e un linguaggio comune non è che<br />

la piattaforma per poter crescere.<br />

L’ultra-trail sta infatti ancora cercando<br />

di ottenere un riconoscimento a livello<br />

di Federazione Italiana di Atletica<br />

Leggera (FIDAL). Se ricordate, su<br />

Spirito <strong>Trail</strong> n. 3 avevamo parlato delle<br />

“...trovare un<br />

vocabolario<br />

e un<br />

linguaggio<br />

comune<br />

non è che la<br />

piattaforma<br />

per poter<br />

crescere.”<br />

forti polemiche che aveva suscitato in<br />

primavera una lettera nella quale un<br />

responsabile della Fidal sconsigliava la<br />

partecipazione al Cro-magnon e agli<br />

<strong>Ultra</strong> <strong>Trail</strong> più in generale, minacciando<br />

per di più sanzioni nei confronti degli<br />

atleti che vi prendevano parte, in<br />

quanto non si trattava di una gara<br />

riconosciuta dalla Federazione. Oggi<br />

le cose sembrano essere leggermente<br />

cambiate, anche per effetto del<br />

lavoro svolto dalla IUTA (Italian <strong>Ultra</strong> &<br />

<strong>Trail</strong> Association) che con il convegno<br />

tecnico del 5 settembre a Luco dei<br />

Marsi ha portato l’attenzione della<br />

Federazione su questo nuovo mondo<br />

della corsa in natura.<br />

Anche “ai piani alti” ci<br />

si sta accorgendo che,<br />

al momento, è proprio<br />

l’<strong>Ultra</strong>trail a fare da<br />

traino all’intero settore<br />

delle ultramaratone,<br />

con un gran numero<br />

di atleti che vi si<br />

cimentano pur non<br />

avendo mai corso<br />

nelle ultramaratone<br />

più tradizionali. C’è<br />

da costruire da zero<br />

una cultura relativa<br />

al mondo del trail e<br />

dell’ultra trail: basti<br />

pensare che fino ad<br />

oggi la Federazione<br />

arriva al massimo a<br />

regolamentare la “corsa in montagna<br />

di lunga distanza”, che però va da un<br />

minimo di 18 km ad un massimo di 36,<br />

cioè molto lontano da ciò che è un<br />

ultra-trail. E, come ha dimostrato la<br />

lettera “incriminata” nel caso del CRO,<br />

all’interno della Fidal c’è un’anima, o<br />

comunque un gruppo di persone, che<br />

ancora pensano che la nostra sia una<br />

disciplina estrema, in cui si gioca con<br />

la morte e che poco ha a che vedere<br />

con l’atletica e lo sport più in generale.<br />

Un problema simile per la verità lo<br />

hanno dovuto affrontare anche i nostri<br />

cugini francesi, dove i Grandi Raid<br />

(Cro-Magnon, Mercantour, Réunion)<br />

un tempo erano regolamentati<br />

dalla FFMA (Federazione Francese di<br />

Montagna e Alpinismo): solo dopo<br />

il grande successo dell’UTMB anche<br />

gli ultra trail sono stati “inglobati”<br />

dalla FFA (Federazione Francese di<br />

Atletica). Inoltre, proprio in questi<br />

anni si sta cominciando a pensare<br />

di dare una certa uniformità a livello<br />

europeo, con l’assegnazione da parte<br />

della IAU (International Association<br />

of <strong>Ultra</strong>runners) alla Merrel Skyrace di<br />

Serre Chevalier del primo Campionato<br />

Europeo di trail. A questo punto è<br />

evidente che lo sviluppo dell’ultratrail<br />

in Italia dipenderà molto dalla<br />

capacità della Fidal di fare un “triplo<br />

salto mortale”, per avvicinarsi ai<br />

principi del trail che sono del tutto<br />

sconosciuti nelle altre discipline<br />

dell’atletica. Non ci si può però<br />

aspettare che la regolamentazione<br />

venga fatta dall’alto da chi non ha<br />

mai avuto esperienza diretta di un trail.<br />

Fino ad oggi le gare italiane di ultratrail<br />

sono nate sull’onda della passione di<br />

qualche trailer, che affascinato dalle<br />

esperienze vissute nelle gare francesi,<br />

ha pensato di far conoscere ad altri<br />

trailer la propria zona e i propri terreni<br />

di allenamento. Così, senza molti<br />

sponsor privati e con pressoché nulle<br />

contribuzioni pubbliche, sono nati i 10<br />

ultratrail che ad oggi caratterizzano<br />

la realtà italiana. Fra di essi non<br />

esistono molti contatti, se non del tutto<br />

sporadici e occasionali: crediamo sia<br />

giunto il momento che gli organizzatori<br />

di trail inizino a collaborare per<br />

dare un’identità comune a questo<br />

sport, presentandosi come un fronte<br />

compatto e uniforme, capace di<br />

orientare le scelte che verranno<br />

compiute in sede federale.<br />

Noi di Spirito <strong>Trail</strong> abbiamo perciò<br />

deciso di aprire sul forum un<br />

argomento di discussione, incentrato<br />

su questo problema, al quale<br />

inviteremo formalmente a partecipare<br />

gli organizzatori degli ultratrail italiani.<br />

La discussione dovrebbe portare ad<br />

un confronto sulle diverse correnti di<br />

pensiero ad oggi presenti in Italia,<br />

che culminerà con un incontro, i cui<br />

dettagli sono ancora a definire, al<br />

termine della stagione di trail 2008. ▼<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 2


ANTEPRIMA<br />

SPECIALE<br />

Testo di Maurizio >maudellevette< Scilla<br />

L’ultimo week end di agosto, attorno<br />

a “Sua Maestà” il Monte Bianco,<br />

migliaia di trailer hanno preso parte<br />

all’avvenimento più importante in<br />

campo mondiale nell’ambito del trail<br />

running.<br />

La prima gara a partire, venerdì 29 alle<br />

11, è stata la Courmayeur Champex<br />

Chamonix (CCC), 98 km e 5600 metri<br />

di dislivello positivo. Nella prima parte<br />

della gara il francese Renaud Rouanet<br />

ha imposto il suo ritmo; una prova<br />

coraggiosa la sua nei confronti del più<br />

titolato Guillaume Le Normand, che lo<br />

seguiva in seconda posizione. L’italiano<br />

Lorenzo Trincheri si è mantenuto al<br />

terzo posto per un lungo tratto, per poi<br />

abbandonare a causa di problemi fisici.<br />

All’altezza del rifugio Bonatti il favorito Le<br />

Normand (secondo quest’anno alla<br />

Marathon de Chamonix) ha raggiunto<br />

Rouanet. I due transalpini hanno<br />

proseguito insieme fino a Champex<br />

Lac, dove Le Normand h a preso<br />

definitivamente il comando. Rouanet<br />

è riuscito a mantenere la seconda<br />

posizione davanti all’inglese Alun Powell,<br />

guida alpina.<br />

In campo femminile, la britannica Lucy<br />

Colquhoun è sempre stata al comando<br />

e ha tagliato il traguardo dopo 14 ore<br />

e 30’ di gara. Vittoria facile per lei: la<br />

seconda, Maud Giraud, è giunta infatti<br />

dopo più di due ore. Ha completato il<br />

podio Fiona Maxwell.<br />

Al via della prova “regina”, l’<strong>Ultra</strong>-<strong>Trail</strong><br />

du Mont Blanc (UTMB), con i suoi 166<br />

km e 9400 metri di dislivello positivo,<br />

erano presenti tutti coloro che erano<br />

saliti sul podio negli anni precedenti:<br />

Olmo, Sherpa, Jaquerod, Delebarre,<br />

Csaba, Lukas, Mermoud, Gaylord,<br />

senza dimenticare Scott Jurek, il più<br />

forte trailer americano, in Francia da un<br />

mese per poter preparare al meglio la<br />

gara; infine, il giovane catalano Kilian<br />

Jornet, vent’anni, vincitore della “Pierra<br />

Menta”, classica di scialpinismo, e di<br />

numerose skyrace in Europa.<br />

Jornet ha iniziato a fare sul serio nel<br />

tratto Contamines-La Balme, dove<br />

ha guadagnato ben 5 minuti sul<br />

nepalese Dawa Sherpa (vincitore nel<br />

2003). Da quel momento lo spagnolo<br />

non ha avuto più rivali; a Courmayeur<br />

è transitato con un vantaggio di 18’<br />

che è man mano aumentato, fino a<br />

raggiungere l’ora in quel di Chamonix,<br />

dove si è presentato al traguardo nella<br />

piazza della chiesa dopo 20h56’59”.<br />

Un’ora dopo il nepalese Dawa Sherpa<br />

ha attraversato le vie di Chamonix con<br />

il suo consueto sorriso, sventolando la<br />

bandiera del suo paese; terzo, autore<br />

di una prova maiuscola, il francese<br />

Julien Chorier, vincitore della CCC<br />

l’anno scorso. A seguire il giapponese<br />

Kaburaki, autore di una prova tutta in<br />

recupero e visibilmente emozionato;<br />

quinto lo spagnolo Romon. Al sesto<br />

posto si è piazzato, dopo 23h57’, il<br />

francese Antoine Guillon (secondo al<br />

Cromagnon quest’anno), che è riuscito<br />

a seguire in modo molto preciso i tempi<br />

di passaggio che si era prefissato: aveva<br />

infatti previsto una partenza tranquilla<br />

per fare poi una gara tutta in recupero.<br />

Dietro di lui lo svizzero Girard, l’ungherese<br />

Csaba, il tedesco Calmbach e, a<br />

chiudere i primi dieci, il nostro Massimo<br />

Tagliaferri. L’atleta lombardo è stato<br />

autore di una grandissima prova che ha<br />

confermato il suo valore dopo la vittoria<br />

al Grand <strong>Trail</strong> Valdigne e il quarto posto<br />

al Cromagnon.<br />

In campo femminile la britannica<br />

Elizabeth Hawker ha surclassato tutte le<br />

avversarie: la campionessa del mondo<br />

della 100 km ha terminato la sua prova<br />

in 25h19’41”, tempo inferiore a quello<br />

impiegato da Nikki Kimball con un<br />

percorso più lungo e con più dislivello.<br />

La francese Karine Herry, autrice di<br />

un’incredibile tripletta nel 2006 (UTMB,<br />

Diagonale des Fous, Templiers), ha<br />

accusato un momento di difficoltà<br />

ad Arnouva, poi pian piano è riuscita<br />

a ripartire e a conquistare il secondo<br />

posto, davanti all’altra transalpina Cathy<br />

Dubois, trailer da un solo anno e sul<br />

podio alla sua prima partecipazione.<br />

Da sottolineare la prova del<br />

sessantanovenne svizzero Werner<br />

Schweizer, al traguardo dopo 34h05’,<br />

già nei primi dieci in edizioni precedenti.<br />

A Werner nel 2007 è stato diagnosticato<br />

un cancro, ma dopo un’operazione e<br />

la chemioterapia, la sua volontà di ferro<br />

l’ha portato ben presto a ricominciare a<br />

muoversi e riuscire già a finire l’edizione<br />

2007 di questa massacrante corsa,<br />

cosa che ha fatto muovere i media per<br />

portarlo come esempio per chi deve<br />

affrontare malattie così debilitanti. ▼<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 3


BISOGNA SAPER<br />

VINCERE!<br />

Testo di Maurizio >maudellevette< Scilla<br />

L’ultimo week end di agosto<br />

Chamonix si trova al centro del<br />

mondo delle corse in natura,<br />

infatti l’<strong>Ultra</strong> <strong>Trail</strong> du Mont Blanc<br />

si può ritenere un vero e proprio<br />

campionato mondiale della<br />

specialità, con la partecipazione<br />

di un plateau di atleti eccezionali,<br />

basta dare un’occhiata alla<br />

classifica che vede nelle prime<br />

dieci posizioni rappresentate ben 8<br />

nazioni.<br />

Ma veniamo al punto, mi piacerebbe<br />

in questa pagina gioire per la vittoria<br />

del catalano Kilian Jornet, vent’anni,<br />

un ragazzo imbattibile, vincitore della<br />

“Pierra Menta”, la più importante<br />

gara di scialpinismo, vincitore degli<br />

skygames e di numerose altre gare,<br />

ma la sua grande impresa lascia<br />

molti dubbi a livello morale.<br />

Già alla partenza si è capito che<br />

avrebbe giocato con i limiti del<br />

regolamento attuale, una cintura a<br />

banana in vita, con un contenitore<br />

per un litro d’acqua arrotolato,<br />

pantaloncini e canotta, un k-way<br />

super leggero, telo di sopravvivenza,<br />

il tutto al limite del regolamento,<br />

fregandosene altamente dei rischi<br />

che si possono correre in montagna.<br />

D’altra parte questa ossessione al<br />

minimalismo è ben conosciuta nello<br />

scialpinismo!<br />

Lungo il percorso è stato penalizzato<br />

di 15’ perché è stato accompagnato<br />

lungo la salita che porta alla Tete<br />

aux Vents, cosa che il regolamento<br />

vieta, ma non finisce qui. Dai<br />

ristori è ripartito quasi sempre con<br />

pochissima acqua (200/300 ml),<br />

ma diverse volte è stato sorpreso<br />

a esser rifornito lungo il tracciato<br />

dai suoi amici catalani lontano dai<br />

punti di ristoro previsti, e a qualche<br />

chilometro da Courmayeur gli è<br />

stata data assistenza con cambio<br />

dei vestiti. Sfortunatamente non<br />

ci sono immagini che possano<br />

documentare quanto detto, quindi<br />

il catalano ha vinto regolarmente.<br />

Di certo questa non è l’etica vicina<br />

al mondo del trail, gli organizzatori<br />

dell’UTMB hanno già dichiarato<br />

che correranno ai ripari per il<br />

prossimo anno, modificando il<br />

regolamento per quanto riguarda il<br />

materiale obbligatorio, perché non<br />

vogliono assolutamente che questa<br />

esasperazione prenda piede, visto<br />

che non corrisponde allo spirito<br />

dell’avvenimento.<br />

Un vero peccato l’atteggiamento<br />

dell’atleta catalano, perché<br />

Sul prossimo numero di Spirito <strong>Trail</strong><br />

troverete un ricchissimo speciale<br />

dedicato all’UTMB e alla CCC,<br />

con racconti,commenti e foto!<br />

avrebbe vinto ugualmente l’UTMB<br />

anche comportandosi come un vero<br />

trailer, vista la sua impressionante<br />

superiorità: in nessun ristoro l’ho<br />

visto in difficoltà, anzi sempre fresco<br />

e rilassato, la sua agilità di corsa<br />

è rimasta tale anche nella parte<br />

finale del tracciato, tant’é che ha<br />

attaccato la salita finale che parte<br />

dal Col des Montets correndo.<br />

C’è un episodio che merita essere<br />

citato: al ristoro di Arnouva in val<br />

Ferret, Dawa Sherpa è passato al<br />

secondo posto; quando è giunto<br />

all’interno della zona ristoro è stato<br />

accolto con un grande applauso<br />

dai volontari francesi, i quali hanno<br />

chiesto di poter fare una foto con<br />

lui. Dawa come al solito non ha<br />

detto no, anzi non ha fatto una<br />

piega quando gli è stato chiesto di<br />

rifare la foto: la sua è stata una vera<br />

corsa zen!<br />

Spero a questo punto di poter<br />

applaudire caldamente il prossimo<br />

vincitore dell’UTMB e mi auguro che<br />

questo trend non prenda piede<br />

nel nostro mondo, al momento in<br />

grande crescita, ma che non può<br />

allontanarsi dalla convivialità, la<br />

solidarietà, l’etica, l’amore per la<br />

montagna! ▼<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 4


CRONACHE...<br />

<strong>Trail</strong> Autogestito<br />

P rato-B occadirio<br />

[ PARODIA DI UN VERO TA]<br />

QUESTA MANIFESTAZIONE NON È SOL-<br />

TANTO UNA SPLENDIDA ESCURSIONE,<br />

MA È ANCHE ALTRO: È UN CAMMI-<br />

NARE INSIEME, UNO STARE IN COMU-<br />

NIONE CON GLI UOMINI, LA NATURA<br />

E PER CHI CI CREDE ANCHE CON<br />

DIO; È UN MODO PER DIRE “GRAZIE<br />

DI ESSERE AL MONDO”.<br />

E PERCHÉ NON FARCI ANCHE UN<br />

T.A.?<br />

testo di Alessio >kappadocio< Parauda<br />

Foto @ Gerardo >Jack< Langone<br />

Chissà cosa avrà pensato<br />

Piero quando, dall’alto<br />

in questa notte di pallida<br />

luna, avrà visto che lungo il sentiero,<br />

oltre a circa 40 camminatori<br />

che onoravano la sua iniziativa,<br />

c’erano 6 torce che, ben distanti,<br />

cercavano di recuperare il distacco<br />

CORRENDO. Perché in fondo<br />

l’idea era proprio quella: organizzare<br />

un <strong>Trail</strong> Autogestito nella<br />

stessa notte in cui partivano i camminatori,<br />

dando loro 2 ore di vantaggio<br />

per poi arrivare tutti insieme<br />

al Santuario di Bocca di Rio.<br />

C’ero io (il kappadocio), c’era il<br />

..TUTTO È INIZIATO NEL 1992, DA<br />

UN’IDEA DI PIERO GUCCI E DA AL-<br />

LORA, TUTTI GLI ANNI, CON QUA-<br />

LUNQUE TEMPO ATMOSFERICO,<br />

L’ULTIMO VENERDI DI LUGLIO, PIERO<br />

HA GUIDATO, FINO ALLO SCORSO<br />

ANNO QUANDO CI HA AHIMÈ LA-<br />

SCIATO, CHIUNQUE SI SIA PRESEN-<br />

TATO ALLA PARTENZA LUNGO LE 12<br />

ORE DI CAMMINO CHE PORTANO<br />

DA PRATO AL SANTUARIO DI BOC-<br />

CA DI RIO.<br />

Vannucci che credo buona parte<br />

degli spirito trail conosceranno, c’era<br />

Federico che in qualità di autoctono<br />

avrebbe dovuto conoscere la strada<br />

(condizionale d’obbligo), c’era Jack<br />

la cui allegria è stato un ottimo pretesto<br />

per vivere un piacevole pomeriggio<br />

oltre a una stupenda traversata<br />

notturna, c’era UomoPatagonico<br />

che conosco da un po’ ormai e che<br />

mi ha fatto un gran piacere ospitare<br />

sui miei monti, e infine c’era una simpatica<br />

signora di nome Carla.<br />

Mentre noi eravamo tutti bardati<br />

manco si partisse per la Luna, la<br />

Carla era spettacolare, podista oc-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 5


casionale con quello zainetto domenicale<br />

in cui aveva messo un bel<br />

thermos di caffè per la notte qualora<br />

ci prendesse un colpo di sonno (sì,<br />

avete letto bene). Avreste dovuto<br />

vederla quando ha parcheggiato<br />

la macchina e ha visto che “gente”<br />

era ferma ai blocchi di partenza. A<br />

ripensarci oggi avrei dovuto vietarle<br />

in quel momento di venire con noi<br />

perché correre di notte, per quanto<br />

tranquilla si possa prendere, non è<br />

un’esperienza facile. Ci vuole un minimo<br />

di preparazione mentale e la<br />

concentrazione deve essere sempre<br />

molto elevata, tant’è che anche i<br />

più esperti possono cadere in errore.<br />

Ma non me la sono sentita!<br />

Finalmente è giunta l’ora di partire,<br />

sono le 23.05 (ritardo accademico)<br />

e il gruppo procede sul breve tratto<br />

di asfalto che porta alla salita del<br />

Monte Maggiore. Forse abbiamo un<br />

po’ esagerato perché la partenza è<br />

stata veramente troppo arzilla, tanto<br />

che Jack è rimasto indietro in preda<br />

ai litigi tra succo gastrico e stomaco<br />

(a cena aveva ben pensato di man-<br />

giare nel seguente ordine: patatine<br />

fritte rubate al sottoscritto, acqua,<br />

una bella pizza alta con pomodoro,<br />

birra, un gustoso dolce al mascarpone<br />

per stare leggeri e poco prima del<br />

caffè e mezz’ora prima della partenza<br />

un bel piatto di spaghetti al pomodoro<br />

e peperoncino piccante).<br />

La salita comincia e già ci sono i primi<br />

distacchi: dopo 4 km eravamo solo<br />

io e Marco a guardarci nelle palle<br />

delle torce. Ma in breve ci riuniamo<br />

e, con passo tapascionico, arriviamo<br />

in breve al primo punto di “controllo”<br />

(Valibona) ed essendo praticamente<br />

tutti insieme (incredibile) decidiamo<br />

di ripartire subito. Prendiamo il<br />

sentiero n° 20 e passiamo per quello<br />

che a primavera era un tratto dalla<br />

bellezza incantevole, ora invece<br />

è una striscia di terreno coperto da<br />

cardi, delle simpatiche piantine pungenti<br />

che non ti lasciano in pace e ti<br />

ricordano quanto sia doloroso avere<br />

piccoli aghi che ti si conficcano<br />

ritmicamente nelle caviglie. Ma andiamo<br />

avanti e, dopo esserci distratti<br />

per un attimo (simpatico modo per<br />

dire che ci eravamo infrascati fuori<br />

dal sentiero) raggiungiamo Foce ai<br />

Cerri. Da qui, io e Marco raggiungiamo<br />

il Monte Maggiore (880 m di dislivello<br />

in 8,8 km) mentre gli altri si sono<br />

persi nel bosco.<br />

Dopo urla notturne di richiamo che<br />

risuonavano come eco dal monte<br />

verso la città che lentamente si<br />

addormentava (o sperava di farlo<br />

usando tappi per le orecchie) ci siamo<br />

finalmente ricongiunti sulla vetta<br />

del Monte Maggiore a godere del<br />

panorama e fare qualche foto. Il<br />

silenzio e l’insolita assenza di vento<br />

hanno reso spettacolare l’immagine<br />

che si apriva davanti ai nostri occhi<br />

con le luci della città che giungevano<br />

a noi come mondi distanti, come<br />

realtà metropolitane di inquinamento<br />

e frenesia ormai catalogate<br />

come un incubo lontano.. iniziava il<br />

vero silenzio, l’oscurità intaccata da<br />

un pallido quarto di luna che ci ha<br />

seguito ed osservato lungo tutto il<br />

tragitto. E così ci siamo buttati di corsa<br />

attraversando continui saliscendi,<br />

sbagliando strada su indicazione di<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 6


Federico (che strano vero?), incontrando<br />

animali selvatici, cavalli e un<br />

gregge di pecore comandato da<br />

due noiosissimi cani.<br />

Da qui arriviamo in poco tempo a<br />

Montecuccoli, ma il gruppo che<br />

accompagna la rappresentante<br />

del gentil sesso ancora non si vede.<br />

Dopo un po’ arrivano e, fatta una<br />

buona sosta sorseggiando l’acqua<br />

che gentilmente i camminatori ci<br />

avevano lasciato, si riparte, ma a<br />

questo punto arriva la doccia fredda:<br />

Carla è presente fisicamente ma<br />

ormai ci ha abbandonato mentalmente<br />

e non riesce più a correre. Ci<br />

facciamo forza ma ci attendono i 10<br />

km più lunghi della notte. Non perché<br />

siano particolarmente impegnativi<br />

per i dislivelli, ma perché si sta procedendo<br />

ad una velocità che era<br />

identica a quella dei camminatori e<br />

penso che ormai non li raggiungeremo<br />

più. Marco e Federico a questo<br />

punto spariscono e non li vedremo<br />

più se non all’arrivo. Quel passo è<br />

troppo lento per tutti noi ma dentro<br />

di me sento che lasciare lì da sola in<br />

mezzo al bosco Carla sarebbe una<br />

vigliaccata. A pensarla come me ci<br />

sono ancora Jack e UomoPatagonico<br />

con il loro spirito e la volontà di<br />

rimanere uniti fino alla fine del giro.<br />

Bella davvero la loro dimostrazione,<br />

degna di un vero TA.<br />

Ahimè, il nostro ritardo sui camminatori<br />

non ci ha consentito di fermarci<br />

in punti particolari dove poter raccontare<br />

a Jack e Patagonico la storia<br />

che c’era in quei luoghi. Non ho<br />

potuto raccontare loro della casa<br />

della Dogana dove avveniva il pagamento<br />

del dazio tra le terre di Prato<br />

e quelle del Mugello, come non<br />

ho potuto raccontare la storia della<br />

fattoria Le Soda. Poco male però<br />

perché il percorso sta piacendo e<br />

credo proprio ci saranno altre occasioni<br />

in futuro.<br />

Finalmente arriviamo al passo della<br />

Crocetta, su strada asfaltata, dove<br />

Carla ci abbandona per aspettare<br />

l’arrivo della figlia per riprenderla:<br />

alla fine ha rinunciato! Lasciamo<br />

Carla per avviarci con grande slancio<br />

verso l’ultima impegnativa salita<br />

che ci porterà in vetta al Tavianella,<br />

non possiamo perdere la scommessa<br />

fatta a noi stessi: i camminatori<br />

vanno raggiunti. Durante la salita<br />

si intravede un bel cielo: sta albeggiando<br />

e vi assicuro che attraversare<br />

quel bosco a quell’ora ha un sapore<br />

particolare, un’emozione unica. La<br />

nostre folle rincorsa però ci premia e<br />

arriviamo finalmente a ricongiungerci<br />

con i camminatori (siamo a 3 km<br />

dall’arrivo).<br />

Mamma mia che sudata, è stata<br />

un’impresa raggiungerli e il piacere<br />

di fermarsi un attimo per parlare<br />

con loro, per sapere che emozioni<br />

hanno vissuto nel loro pellegrinaggio<br />

notturno, riesce per un po’ a farmi dimenticare<br />

che dovrei correre ancora<br />

per qualche km. Però alla fine torno<br />

in me e ricordandomi che Jack<br />

mi aveva da poco superato al grido<br />

di “tu tiene e cuorna”, decido di salutare<br />

i camminatori e ripartire verso<br />

l’arrivo.<br />

La discesa finale è stata abbastanza<br />

stressante per il mio povero ginocchio<br />

ormai andato, ma il premio finale è<br />

stato più che soddisfacente: sono a<br />

Bocca di Rio, un santuario dalla storia<br />

bellissima, immerso nel verde e<br />

nel silenzio della montagna vicino a<br />

una sorgente di acqua freschissima<br />

e buonissima al cospetto di un terzo<br />

tempo fantastico: schiacciata con i<br />

ciccioli, schiacciata normale, scrostata<br />

e pastiera napoletana. Il tutto<br />

condito con acqua, bevande gassate<br />

di vario colore e un buon vino.<br />

Ormai il TA è concluso ma porterò<br />

per sempre con me il ricordo di questi<br />

volti, delle difficoltà incontrate, del<br />

piacere di condividere questi momenti<br />

e questi sentieri con persone<br />

che probabilmente non sarebbero<br />

mai venute a fare un giro in questi<br />

luoghi. Grazie a Carla, Federico,<br />

Marco, UomoPatagonico e Jack ma<br />

grazie anche a Piero che mi ha tenuto<br />

compagnia con il suo ricordo in<br />

questa lunga e stupenda notte! u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 7


Foto @ Carlo Lemonato<br />

CRONACHE...<br />

FULL<br />

CAMIGNADA trail...<br />

Testo di Maurizio >Gattone< Cenci<br />

SE MI CHIEDESSERO COS'ERA LA<br />

...cosa potrei rispondere?...<br />

Partenza dal lago di Misurina, la sera<br />

del 16 agosto 2008 alle 22.<br />

E' stata una corsa dove, abbandonate<br />

le luci della città, ci siamo lasciati<br />

guidare dai raggi del sole riflessi<br />

dalla luna piena, dove la terra ha<br />

provato a nasconderla per rendercela<br />

più romantica con un'eclissi velata<br />

da nuvole ballerine. Una corsa<br />

dove hai lasciato il rumore della città<br />

per il silenzio, assordante, del nulla. E<br />

M O ON<br />

una corsa dove l’oscurità della notte<br />

ti ha reso possibile vedere le sagome<br />

imponenti delle vette avvolte in lenzuoli<br />

bianchi come a coprirle per non<br />

far prendere loro freddo. Dove passo<br />

dopo passo scorgi in lontananza le<br />

luci di paesini addormentati mentre<br />

da lassù ti accontenti di una misera<br />

luce appesa alla fronte per vegliare<br />

su di loro. E una corsa dove immerso<br />

nello spettacolo che la natura ci<br />

ha messo a disposizione, ho potuto<br />

annusare i profumi intensi rilasciati<br />

dalla notte, accarezzato massi che<br />

sono lì da secoli con la paura di svegliarli,<br />

guardare da lassù valli dove<br />

le nuvole basse sotto di te sembrano<br />

vasche piene di soffice panna. E<br />

mentre scendi in esse ti accarezzano<br />

e ti avvolgono fino a farti scomparire<br />

in un nuovo mondo... fantasilandia...<br />

Qui, accompagnato dagli scricchiolii<br />

dei rametti sotto i tuoi passi, dal rotolare<br />

dei sassi che scivolano al tuo<br />

passaggio, dal sussurrare dei ruscelli<br />

che scorrono ma non vedi, dai campanacci<br />

delle mucche che stavano<br />

riposando immersi in questo mondo<br />

nascosto dalla notte, come folletti<br />

un po’ troppo cresciuti, che sicuramente<br />

si saranno chiesti: "ma questi<br />

chi sono?", ti avvii verso l’ultimo tratto<br />

in un sentiero che costeggia un fiume<br />

sempre vivo e fresco che scorre<br />

a fianco a te, anche se più veloce,<br />

perché tu ormai sei stanco dopo 7<br />

ore di corsa, camminate, pause, nella<br />

notte attraverso scenari incantevoli:<br />

le Tre Cime di <strong>Lavaredo</strong>, i Piani<br />

di Cengia, la Val Girarba, i sei rifugi...<br />

Raggiungi il punto d’arrivo (il lago di<br />

Auronzo) con un passo non proprio<br />

spedito; qui ti giri, guardi dietro te e<br />

pensi: "che spettacolo, peccato sia<br />

finito". E' bastato quello sguardo perché<br />

la fatica svanisse, miracolo della<br />

natura.<br />

Ecco cosa risponderei, e guardandolo<br />

negli occhi gli direi: la prossima<br />

volta vieni anche tu, e mi ringrazierai<br />

di averti fatto conoscere un'esperienza<br />

indimenticabile per i tuoi ricordi<br />

futuri. u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 8


CRONACHE...<br />

Testo di Francesco >Checo< Zanchetta<br />

Foto © www.camignada.it<br />

fascino antico<br />

La mia prima Camignada risale<br />

al 1991, e da allora nell'organizzazione<br />

e nel percorso non è<br />

cambiato nulla di sostanziale; andava<br />

bene allora e va benissimo anche<br />

oggi.<br />

Ai ristori, con l'avvento dell'elettronica,<br />

il vecchio sale da cucina (sì sì, un<br />

tempo contro i crampi trovavi il sale<br />

da cucina...) ha lasciato il posto agli<br />

esotici ---ene, ---is, ---ade, ma lo spirito<br />

originario, quello per fortuna non<br />

è cambiato.<br />

A dire il vero, quello che è cambiato<br />

di più forse sono proprio i concorrenti.<br />

A parte il numero, c'è più gente nuova,<br />

che viene dalla strada e qualcuno<br />

dalla strada si è anche portato<br />

delle pessime abitudini.<br />

E' quello che ho pensato ancor prima<br />

del rifugio Auronzo, quando ho<br />

cominciato a raccogliere i primi<br />

scarti di gel, barrette e ammennicoli<br />

vari. I primi pensieri sono stati: "Ma<br />

che razza di gente viene a correre<br />

quassù, che dopo mezz'ora ha già<br />

bisogno di maltodestrine? Se l'an-<br />

dazzo continua così proporrò al CAI<br />

di chiuderla, questa corsa, se è così<br />

che si tratta la montagna."<br />

Poi ho incontrato delle stelle alpine,<br />

e pensieri meno cattivi hanno preso<br />

il sopravvento. Il "Gotico Bellunese"<br />

delle cattedrali dolomitiche ha fatto<br />

il resto, e fra guglie e gargouille<br />

mi sono finalmente calato in quella<br />

fiaba da vivere e da correre che è la<br />

Camignada.<br />

Il sole pieno e l'aria fresca ci hanno<br />

regalato anche quest'anno il clima<br />

ideale per correre. A tratti, nelle di-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 9


scese intermedie, quando il fondo di<br />

solide rocce rassicurava il mio tendine<br />

che di solido non ha più niente,<br />

ho anche riassaporato il piacere<br />

della discesa: l'ebbrezza del volo tra<br />

una roccia e l'altra, la purezza di sentirmi<br />

aria nell'aria, delfino tra le onde,<br />

rondine fra le nuvole... E salite da<br />

mordere e conquistare, con incedere<br />

testardo e sicuro fra innumerevoli<br />

gocce di colorata rugiada. Quanti<br />

fiori quest'anno sui sentieri, tanto delicati<br />

che i petali fremevano anche<br />

all'aria immobile, tanto leggeri che<br />

anche le possenti cime si sono ancora<br />

di più snellite e sollevate, in punta<br />

di piedi, per reggere il confronto e<br />

non sfigurare.<br />

Sapevo che la Val Giralba quest'anno<br />

l'avrei sofferta. Gambe non a posto<br />

e scarpe malandrine mi hanno<br />

costretto ad una sosta fuori programma,<br />

un minuto per rifiatare e ripartire<br />

con uno spirito diverso, obiettivo: arrivare<br />

in condizioni decenti.<br />

I sei chilometri finali di strada statale<br />

sotto il sole sono solo un incubo<br />

lontano, che ripesco dalla memoria<br />

quando mi sembra che sia ancora<br />

troppo lunga, per consolarmi. Nella<br />

pista ciclabile ci sono addirittura delle<br />

zone ombreggiate: troppo lusso!<br />

E' cambiato il percorso ma gli appuntamenti<br />

sono rimasti: il signore<br />

che mette sul banchetto acqua e<br />

menta, il rinfrescarsi a tutte le fontane<br />

possibili per arrivare bene, per godere<br />

fino in fondo dei piaceri della<br />

montagna e di questa meravigliosa<br />

giornata.<br />

E poi tanti amici e tanta allegria.<br />

Ciao a tutti, e a tutti grazie! u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 10


CRONACHE...<br />

IL <strong>TRAIL</strong><br />

BANGHER<br />

del<br />

Viaggiare per<br />

correre o<br />

correre<br />

per viaggiare<br />

Testo di Daniela Banfi<br />

Foto © Archivio Maurizio Scilla<br />

SIAMO SEMPRE DI CORSA, CERCHIA-<br />

MO DI FARE TUTTO CELERMENTE, DA<br />

SEMPRE LA GIORNATA È COMPOSTA<br />

DI VENTIQUATTRO ORE.<br />

MA PARE CHE QUESTO TEMPO, IN<br />

QUESTO MILLENNIO E IN PARTE IN<br />

QUELLO APPENA TRASCORSO, NON<br />

SIA PIÙ SUFFICIENTE PER METTERE IN<br />

FILA TUTTE LE COSE CHE SI DEVONO E<br />

VOGLIONO FARE.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 11


Il "tutto, presto e subito" ci toglie il<br />

gusto di assaporare il contorno<br />

di un’esperienza che non è solo<br />

arrivare nel più breve tempo possibile,<br />

fare un giro su se stessi e tornare<br />

da dove si è partiti, per poter<br />

dire “c’ero”, “ho visto”, non solo con<br />

un’occhiata passeggera, effimera,<br />

ma anche con tutti gli altri sensi.<br />

L’infinità di colori, suoni, profumi,<br />

immagini sono il completamento<br />

dell’attimo che fugge, il cui ricordo<br />

non sapremo mai quando riaffiorerà<br />

e sotto quale aspetto e in quale<br />

momento, né tantomeno se sarà veritiero<br />

o falsato dalla memoria. Vale<br />

però sempre la pena soffermarsi anche<br />

sulle piccolezze.<br />

Così capita che, per andare dove<br />

devi andare, trovi un’uscita autostradale<br />

chiusa e sei costretto ad una<br />

deviazione.<br />

Domenica 27 luglio c’è il “Bangher”,<br />

corsa in montagna alla quale non<br />

voglio mancare quest’anno.<br />

Si parte da Piedicavallo, ultimo paesino<br />

della Val Cervo, qui la strada<br />

asfaltata finisce contro la montagna,<br />

oltre si va a piedi.<br />

Ho partecipato alla prima edizione<br />

nel 2006 con un percorso simile, ma<br />

con invertito il senso di marcia.<br />

Per questa occasione sono previste<br />

due partenze, la classica di gruppo<br />

alle 8.30 e un’altra più defilata, quasi<br />

silente, alle 7.00, per chi preferisce la<br />

frescura delle prime ore del mattino<br />

e sa che impiegherà un po’ più di<br />

tempo rispetto alla maggioranza.<br />

Io sono fra questi ultimi, un po’ adoro<br />

la quiete delle ore mattinali, la pace,<br />

la natura che si risveglia, gli animali<br />

che puoi incontrare, che in altri<br />

momenti se ne starebbero nascosti<br />

ad osservare noi bipedi variopinti e<br />

chiassosi; e poi metto in conto d’impiegare<br />

circa 1h-1h15’ in più rispetto<br />

al 2006, per cui arriverei veramente<br />

tardi.<br />

La sveglia suona, mentre un’ambulanza<br />

passa con le sirene spiegate è<br />

ancora notte, smette d’improvviso, e<br />

nel silenzio di una cittadina svuotata<br />

dall’incombere delle ferie ogni più<br />

piccolo rumore risuona come fosse<br />

accanto a te.<br />

Mi alzo, assonnata finisco di prepa-<br />

rare lo zaino, riempio il camel bag,<br />

mi vesto e in meno di mezz’ora sono<br />

pronta.<br />

I miei passi, seppur lievi, riecheggiano<br />

nella quiete notturna, quando non<br />

vuoi fare rumore ti capita di tutto, è<br />

sempre così, ti scivola qualcosa dalle<br />

mani che rimbalza sul pavimento<br />

e, nel tentativo di prenderlo al volo<br />

per evitare il tonfo, sbatti una porta<br />

o contro qualcos’altro, apri piano la<br />

porta che conduce ai garage, ma<br />

il basculante del box cigola più del<br />

solito e le portiere sembrano tuoni,<br />

quando le chiudi, anche se sei accorta<br />

nell’accostarle.<br />

Finalmente sono per strada, attraverso<br />

il centro del mio paese, non<br />

c’è nessuno in giro, dell’ambulanza<br />

neanche l’ombra.<br />

Accendo la radio, arrivo all‘entrata<br />

dell’autostrada, è ancora buio,<br />

prendo il biglietto e via per questa<br />

nuova avventura.<br />

Amo viaggiare quando ancora il<br />

sole non è ancora sorto. La musica si<br />

fonde con il rumore del motore, delle<br />

gomme che scivolano sull’asfalto<br />

appena rifatto, sembrano solleticar-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE 12-


lo, si miscela con i pensieri, le poche<br />

luci che sopraggiungono, è perdersi<br />

in qualcosa di lontano e solamente<br />

tuo.<br />

In men che non si dica eccomi a Balocco,<br />

la mia uscita.<br />

Che strano nome per un paese, balocco<br />

è sinonimo di giocattolo, termine<br />

in disuso, anzi quasi antico, porta<br />

di rimando ai giochi di una volta,<br />

fatti di legno o con materiale ricicla-<br />

to, ovvero oggetti<br />

non più idonei per<br />

essere utilizzati per<br />

il loro vero scopo<br />

ed adattati, soldatini<br />

di stagno,<br />

di cartapesta,<br />

bambole di pezza,<br />

i tappi delle bottiglie.<br />

Nel mio caso Balocco<br />

è un paese,<br />

che se non fosse<br />

per la chiusura<br />

dell’uscita autostradale<br />

di Carisio<br />

non avrei mai<br />

nemmeno sfiorato.<br />

Pago al casellante<br />

il dovuto e dopo<br />

una piccola incertezza<br />

sulla direzione<br />

da seguire,<br />

attraverso il centro<br />

del piccolo borgo<br />

dormiente; anche<br />

l’alto campanile a<br />

pianta quadrata<br />

è silenzioso, al suo<br />

fianco la Chiesa<br />

Parrocchiale di<br />

San Michele Arcangelo,<br />

guarda<br />

caso anche patrono<br />

di Piedicavallo,<br />

e sull’altro lato<br />

della piazza un<br />

castello del XV secolo,<br />

che sorpresa,<br />

260 anime, quattro<br />

case, un piccolo<br />

gioiello. Scoprirò<br />

tutto dopo il mio<br />

veloce passaggio,<br />

anche che il torrente<br />

Cervo lambisce<br />

il paese, lo<br />

stesso torrente che<br />

nasce dal lago<br />

della Vecchia e<br />

che taglia in due<br />

la Valle di Adorno,<br />

torrente che senza<br />

volere risalirò<br />

per raggiungere la<br />

mia prima meta, per l’appunto Piedicavallo.<br />

Tutte piccole coincidenze<br />

legate da un filo invisibile.<br />

Attraverso la campagna, la strada,<br />

un lungo biscione serpeggia tra borghi<br />

e campi coltivati, pare essere in<br />

un altro mondo, dove vige la legge<br />

che le case non devono avere più di<br />

due piani e distare le une dalle altre<br />

almeno il doppio della loro superfi-<br />

cie.<br />

Torno alla realtà, quando arrivata a<br />

Cossato imbocco la superstrada che<br />

in un battibaleno mi porterà a Biella.<br />

Sbuco a pochi chilometri dalla strada<br />

provinciale 100, quella che sale e<br />

costeggia il torrente.<br />

Man mano che si prosegue la valle si<br />

restringe, diviene sempre più selvaggia.<br />

Incontro un pastore con una mucca<br />

e il suo cane, spero in cuor mio di<br />

non incappare nel resto della mandria,<br />

occuperebbe tutta la strada e<br />

rischierei di arrivare tardi.<br />

Per mia fortuna le mucche si stanno<br />

riposando in un triangolo di prato a<br />

lato della via, coricate sull’erba mi<br />

guardano con aria sorniona, impassibili<br />

continuando a ruminare.<br />

Sono le 6.30 e spengo il motore<br />

dell’auto, sono arrivata.<br />

Recupero il camel bag dal bagagliaio,<br />

sono pronta, intorno a me facce<br />

nuove, saranno i miei compagni<br />

di gara.<br />

Saluto Mau e Beppe, già pronti ad<br />

elargire numeri da apporre al petto,<br />

saremo circa 13/14 a partire alle<br />

7.00, una breve spiegazione e arriva<br />

anche Luciano, il campanile rintocca<br />

le ore, il suono prodotto dal batacchio<br />

contro i bordi interni delle<br />

campane sarà il nostro starter.<br />

Sono con Luc, si corricchia, quattro<br />

chiacchiere, è da tanto che non ci<br />

vediamo, riconosco il percorso, era il<br />

tratto finale nel 2006.<br />

Lui si ferma a sistemare qualcosa, io<br />

proseguo, mi ritrovo sola, qualcuno è<br />

già scomparso davanti a me e qualcun<br />

altro mi segue, sono nel mezzo e<br />

mi sento tranquilla.<br />

Corro, ma appena la salita si fa irta,<br />

cammino di buon passo. Alla Biella-<br />

Monte Camino ho commesso l’errore<br />

di partire troppo forte, per poi<br />

pagare dazio, so che questo percorso<br />

è impegnativo e devo cercare di<br />

gestirmi al meglio.<br />

La salita mi piace e passo dopo passo,<br />

prima nel bosco poi all’aperto,<br />

arrivo alla bocchetta del Croso, ci<br />

sono delle persone ad attenderci, un<br />

signore mi chiede quanti siamo partiti<br />

prima, gli rispondo e poi mi dice<br />

che a breve partiranno gli altri, gli<br />

chiedo l'ora, sono le 8.20.<br />

Scollino, che panorama...<br />

Ora devo scendere ed arrivare al<br />

torrente giù in basso, i ricordi affiorano<br />

alla mente, il sentiero è stato<br />

sfalciato egregiamente, una piccola<br />

giungla lillipuziana, l’umidità della<br />

notte rende sdrucciolevole il terreno,<br />

scivolo un paio di volte e senza voler-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 13


lo tiro il freno.<br />

Mi arrabbio, perché so che se non<br />

imparo a scendere come si deve,<br />

tutta la mia fatica in salita si perde in<br />

un soffio di vento, infatti vengo raggiunta<br />

da chi dietro arrancava.<br />

Ogni tanto alzo lo sguardo dal terreno<br />

per guardarmi un po’ attorno,<br />

sento un mulo ragliare, ma appena<br />

lo faccio il piede va per suo conto,<br />

comunque arrivo al ponticello di<br />

legno sul torrente Sorba al di là del<br />

quale c’è il primo ristoro, un bicchiere<br />

d’acqua, un sorriso e via di nuovo.<br />

Questa volta in compagnia di Walter,<br />

barba folta e grigia e 68 anni<br />

portati egregiamente.<br />

Il sentiero scende armoniosamente,<br />

ci scambiamo qualche impressione,<br />

poi ad un certo punto il dubbio, sarà<br />

giusta la strada, torniamo indietro ed<br />

incontriamo Luciano che ci rassicura,<br />

aveva appena visto un bollino arancio,<br />

basta un nonnulla per distrarsi e<br />

sbagliare.<br />

Arriviamo all’Alpe Dosso dove alcune<br />

persone ci indicano il sentiero<br />

che sale sulla sinistra.<br />

Luciano dice che ora sono mille metri<br />

“secchi” di salita.<br />

Tanto bello quanto duro questo tratto,<br />

in breve ci perdiamo di vista.<br />

Il sentiero sale, ripidamente zigzaga<br />

nel bosco, incomincia a fare caldo,<br />

un nugolo di mosche mi ronza attorno,<br />

sembrano aumentare ad ogni<br />

passo, qualcuna cerca d’infilarsi<br />

nell’orecchio sinistro, il camminamento<br />

è stato ripulito dall’erba alta<br />

e dai cespugli infestanti, sembra il<br />

viottolo del giardino di casa, che bel<br />

lavoro hanno fatto per noi, grazie.<br />

Voltando lo sguardo a sinistra vedo<br />

la bocchetta del Croso, la sommità<br />

pare un varco erboso, là in cima si<br />

scorgono delle figure, piccoli omini<br />

scuri, quasi delle ombre, come fossero<br />

ritagliati e sagomati con un cartoncino<br />

nero, si muovono: non sono<br />

frutto della mia immaginazione.<br />

Arrivo al secondo ristoro all’Alpe<br />

dell’Artorto, circa 1900 m, vengo<br />

accolta calorosamente dalle persone<br />

presenti, soprattutto da colui<br />

che pare essere il padrone di casa,<br />

un signore magro che indossa dei<br />

calzoncini di jeans corti, petto nudo,<br />

una carnagione tinta dai raggi del<br />

sole, un leggero velo di pelle d’oca,<br />

mi esorta a prendere da mangiare,<br />

da bere, afferro dell’uvetta passa<br />

che abbonda in un contenitore, mi<br />

dice che è l’ideale, entra subito in<br />

circolo, acini marroni che fluttuano<br />

nel sangue insieme a globuli rossi e<br />

bianchi, è gentile, gli chiedo la stra-<br />

da e spostandomi con un braccio<br />

verso destra me la indica, saluto e<br />

riparto.<br />

La salita non è ancora terminata,<br />

però qui è molto bello, un tizio del<br />

soccorso alpino è in mezzo all’erba,<br />

non tanto distante dal ristoro, la sua<br />

radio gracchia parole distorte, mi<br />

dice che il primo uomo è appena<br />

più in basso.<br />

Il sentiero è appena visibile, ho come<br />

l’impressione che questi luoghi non<br />

siano poi così frequentati.<br />

Prima di arrivare alla Bocchetta del<br />

Prato il primo uomo mi raggiunge, lo<br />

saluto, lo incito, ma lui è troppo concentrato,<br />

impegnato per barattare il<br />

mio incoraggiamento anche con un<br />

solo cenno, passo, bacchetta, passo,<br />

sale e in un attimo sparisce.<br />

Alla Bocchetta del Prato ci si affaccia<br />

ad una finestra spettacolare, un<br />

balcone che sovrasta, in basso, un<br />

pratone verde muschio.<br />

Durante la discesa vengo raggiunta<br />

da altri ragazzi, appena percepisco<br />

il rumore dei passi alle mie spalle mi<br />

fermo e li lascio passare, è incredibile<br />

come corrano sul sentiero, appoggiano<br />

solo lievemente il piede<br />

sui sassi per poi in un attimo essere<br />

su quello successivo e in un baleno<br />

scompaiono anche loro.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 14


Il pianoro da attraversare è incredibilmente<br />

morbido, come uno spesso<br />

strato di moquette sotto la quale<br />

deve esserci dell’acqua, qua e là<br />

spuntano pietre .<br />

Decido di approfittare del tratto pianeggiante<br />

per mangiare qualcosa,<br />

mi sento un po’ stanca.<br />

A passo veloce mastico una barretta<br />

dal sapore indefinito, la divoro,<br />

come se fossi a digiuno da tempo,<br />

è strano come in questo genere di<br />

gare ti ritrovi svuotato, anche se non<br />

sempre avverti il senso di fame, appena<br />

metti qualcosa in bocca la<br />

trangugi senza ritegno.<br />

Guadato il torrentello si risale nuovamente,<br />

questa volta deve essere<br />

l’ultima, quasi in cima si vede un<br />

nevaio, mi passa la prima donna, mi<br />

sorride, quando la saluto, complicità<br />

femminile.<br />

Finalmente sono al Colle di Loo, 2450<br />

m, gli uomini del soccorso alpino<br />

sono tutti imbacuccati, tira aria e<br />

loro sono fermi, mentre io scaldata<br />

dal movimento non mi rendo conto<br />

della temperatura e per di più il<br />

sole se n'è andato, il cielo è coperto,<br />

spero che l’atteso temporale pomeridiano<br />

decida di abbattersi altrove<br />

e non sui nostri passi.<br />

Anche in questo luogo la vista è eccezionale,<br />

non so, non mi sembra<br />

neanche di essere sulla terra, sarà<br />

quell’alternanza di rocce, tonalità di<br />

grigio, di verde, cime appuntite, spazio<br />

aperto che dà l’impressione di essere<br />

in uno di quei vecchi telefilm di<br />

fantascienza degli anni ’70: “Spazio<br />

1999 Odissea nello spazio”quando la<br />

luna staccatasi dall’orbita terrestre<br />

iniziò a vagare nello spazio immenso.<br />

I ricordi riaffiorano freschi nella mente,<br />

mi pare addirittura di provare le<br />

medesime sensazioni del 2006, bizzarri<br />

giochi della mente, un miscuglio<br />

di stanchezza e reminescenza che<br />

mi proiettano nel passato, una sorte<br />

di macchina del tempo invisibile.<br />

Questa è la sensazione che mi accompagna<br />

per tutto quel tratto fatto<br />

di brevi saliscendi che si alternano a<br />

zone sassose, pietraie a sentiero.<br />

Il Colle della Mologna Grande, le<br />

nubi sempre più basse, il passaggio<br />

è stretto appena un varco, in quel<br />

minuscolo spazio mi affaccio come<br />

se fossi su un grattacielo, una lieve<br />

vertigine, un ondeggiamento, mi<br />

dico sottovoce: “adesso viene il bello”,<br />

1300 metri di dislivello in discesa<br />

in neanche 7 km.<br />

Al rifugio Rivetti c’è un tifo da stadio,<br />

ora il sentiero è parecchio frequentato,<br />

c’è chi lentamente sale e chi<br />

velocemente scende, spesso mi<br />

devo fermare e lasciare il passo.<br />

Le nuvole basse impediscono la visuale<br />

a valle, non riesco a capire<br />

dove sono e quanto manca, sono<br />

stanca e non ne posso più di scendere,<br />

incespico e mi arrabbio.<br />

Il frastuono delle pale di un elicottero<br />

mi inganna, penso di essere quasi<br />

arrivata, poi invece riappare il sole e<br />

mi rendo conto che la strada è ancora<br />

lunga.<br />

Corro sul bordo della mulattiera, un<br />

po’ scoraggiata, ad un certo punto,<br />

quando sono nel bosco e in basso<br />

passa un torrente, sento un grido arrivare<br />

dall’altro lato: “brava!”, mi volto<br />

ma non vedo nessuno, e penso che<br />

effettivamente lo sono a prescindere<br />

dalla prestazione, me lo hanno detto<br />

in tanti in quest’ultima ora che incomincio<br />

a crederci veramente, anche<br />

se loro non sanno che io sono partita<br />

un’ora e mezza prima degli altri.<br />

Tra un sasso, una scivolata e tanti<br />

pensieri buoni e cattivi arrivo alle prime<br />

case, dove auguro il buon appetito<br />

ad una coppia che sta pranzando<br />

e anche loro di rimando per<br />

quando sarò arrivata.<br />

Piedicavallo, posso finalmente lasciarmi<br />

andare in scioltezza corro, un<br />

po’ l’inclinazione in discesa mi aiuta,<br />

un po’ il sentire il traguardo vicino, un<br />

po’ le persone, la falcata si amplia,<br />

l’avampiede spinge via quel che rimane<br />

del percorso, sotto il gonfiabile<br />

c’è Mau con il microfono e Beppe<br />

con la macchina fotografica, l’uno<br />

chiama tutti gli arrivati per nome,<br />

l’altro li fotografa.<br />

E’ fatta, sono arrivata in 6h18’, meno<br />

del previsto.<br />

Sono contenta della scelta dell’orario<br />

di partenza, se all’inizio ero sola poi<br />

ho potuto vedere e correre insieme<br />

agli altri, ho potuto assistere all’arrivo<br />

di molti, incitare gli ultimi metri di<br />

Stefania, di Luciano e, così potermi<br />

godere un po’ anche la festa.<br />

Grazie e un BRAVI a lettere cubitali<br />

va agli organizzatori, Maurizio e Beppe<br />

che amano i trail e le loro montagne<br />

e lo dimostrano senza alcun<br />

dubbio.<br />

Grazie a chi ci ha assistito lungo tutto<br />

il percorso, pazientemente con il sorriso,<br />

a chi si è dato da fare per ripulire<br />

i sentieri e renderli sicuri.<br />

Un ultimo pensiero per quel ragazzo<br />

disteso sulla barella, che possa rimettersi<br />

al più presto per tornare di<br />

nuovo a correre su e giù per i monti,<br />

giungendo sulle vette più alte per<br />

avere l’impressione di toccare il cielo<br />

con un dito.<br />

In macchina mentre percorro a ritroso<br />

il viaggio dell’andata ripenso<br />

alle parole lette in un libro:<br />

“Camminare (correre aggiungo<br />

io) ha a che fare con il benessere<br />

e la salute. Ma non solo. Quando<br />

si va a piedi si è deposta ogni corazza.<br />

Il contatto con le pieghe<br />

e la rugosità della terra è diretto.<br />

Non c’è più alcuna parete d’aereo,<br />

treno, pullman, nave a fare<br />

da intercapedine con la realtà.<br />

Quando si va piedi si è a contatto<br />

diretto con la natura ed è più facile<br />

sentirsi ridotti alla dimensione<br />

che ci spetta. A quella di un uomo<br />

e non quella di un titano.<br />

Così la natura quando abbiamo<br />

lasciato la corazza dei mezzi di trasporto<br />

e accettato di essere quello<br />

che siamo si lascia avvicinare<br />

fino quasi a svelare il suo aspetto<br />

più segretamente ed insopportabilmente<br />

fragile.”<br />

Da “Senza Volo” di Federico<br />

Pace<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 15


CRONACHE...<br />

Ecomaratona della<br />

Testo di Simone >Simone76< Bragazza<br />

Foto © Organizzazione<br />

Alla vigilia di Ferragosto mi trovo<br />

con Armando e Helyos a San<br />

Michele di Morfasso. Mi sarebbe<br />

piaciuto poter essere utile alla buona<br />

riuscita della corsa, tengo moltissimo<br />

a questa gara e anche se non faccio<br />

parte dell’organizzazione amo questi<br />

monti e vorrei che i partecipanti tornassero<br />

a casa con la soddisfazione di<br />

aver conosciuto un angolo di Appennino<br />

inaspettato, che giro in lungo e<br />

in largo da quando avevo 12 anni. Tra<br />

questi boschi ho imparato ad apprezzare<br />

la natura, capire quanto è bella e<br />

Val d’Arda<br />

quanto va preservata, trovo intrigante<br />

quella caratteristica “selvaggia” unica<br />

di queste cime; i miei nonni e i miei<br />

genitori sono nati qui, e qui io torno<br />

quando voglio ricaricarmi.<br />

Un tempo, raccontano i vecchi, questi<br />

boschi erano un groviglio di sentieri,<br />

grandi e piccoli; potevi raggiungere<br />

qualsiasi frazione, anche la più piccola,<br />

sempre per la strada più breve. Ora<br />

non è più così, sopravvivono solo le<br />

tracce principali, e spesso non grazie<br />

all’uomo ma agli animali che ancora<br />

tengono vive queste zone; non aspet-<br />

tatevi autostrade quindi, i sentieri sono<br />

irti e ad ogni primavera si chiudono in<br />

un trionfo di rovi che prima o poi qualcuno<br />

riapre a colpi di machete, vero<br />

Helyos?<br />

Qui ho passato indimenticabili momenti<br />

con mio padre quando entrambi,<br />

appassionati di moto da Trial, passavamo<br />

giornate intere su e giù per<br />

questi sentieri. Che paradosso: dal trial<br />

al trail, buffo vero? Un tempo erano i<br />

centimetri cubici che mi facevano salire<br />

in vetta, ora sono le mie gambe,<br />

ma le vette sono rimaste le stesse.<br />

> Dietro al penultimo<<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 16


Torniamo al presente, propongo a<br />

Helyos e Armando di fare io da "scopa",<br />

non ho velleità agonistiche, in<br />

realtà non le ho mai avute, però ho<br />

sempre cercato di fare meglio della<br />

volta precedente; è almeno un mese<br />

che non mi alleno come si deve e<br />

non sono nemmeno sicuro di riuscire<br />

a finirla se la affronto seriamente,<br />

però non voglio mancare, non se ne<br />

parla nemmeno, questa non me la<br />

perdo; decido quindi di farla ma nelle<br />

retrovie, assieme a quelli che vanno<br />

piano, molto piano.<br />

Alle 8.30 si parte e da subito mi<br />

godo questo singolare approccio,<br />

rimango a debita distanza dall’ultimo,<br />

anzi, dal penultimo. Non è male<br />

come punto di vista, dopo pochi km<br />

si fa gruppo, siamo in 5, ho l’onore<br />

di accompagnare pluri-ultramaratoneti,<br />

le mie orecchie ascoltano storie<br />

di 24 ore, 48 ore, Cagliari-Sassari<br />

non stop, 34 maratone in 34 giorni,<br />

insomma un tripudio di km e fatica,<br />

ne rimango affascinato e ancor di<br />

più rimango affascinato dal modo<br />

col quale narrano di averli percorsi,<br />

lentamente, quasi camminando ma<br />

senza mollare mai, senza spegnersi<br />

mai. E questo sarà lo Spirito di questa<br />

giornata: procedere piano e godermi<br />

il paesaggio.<br />

I primi 25 km non li conosco e mi<br />

guardo in giro, quello che vedo è<br />

bello, la giornata è splendida, bravi<br />

ragazzi: ottima scelta di percorso. Si<br />

arriva a Santa Franca, un sacco di<br />

gente alle prese col barbecue, io e<br />

i miei compagni di viaggio veniamo<br />

tentati ma non appena scolliniamo<br />

il pensiero sparisce perché comincia<br />

la parte migliore del percorso: un<br />

sottobosco corribile, un susseguirsi<br />

di dolci saliscendi, per me questo è<br />

il sentiero perfetto; ritroveremo qualcosa<br />

di simile verso il 35° km tra Monte<br />

Lama e il passo Pellizzone.<br />

Arriva la prima vera asperità: il monte<br />

Menegosa, 1356 m, la "Cima Coppi"<br />

della giornata. La vista dalla vetta<br />

è favolosa e i miei soci ne rimangono<br />

rapiti. Un po’ mi gongolo nella loro<br />

meraviglia, è proprio la reazione che<br />

speravo, stupore per cotanta bellezza.<br />

La meraviglia dura poco, davanti a<br />

loro un'impegnativa discesa su un<br />

ghiaione che personalmente non<br />

trovo così difficile; certo, bisogna essere<br />

accorti, ma sicuramente non è<br />

pericolosa, non ci sono tratti esposti,<br />

si rischia solo di scivolare e posare il<br />

fondoschiena a terra. Il passaggio sul<br />

crinale successivo è da favola, si corre<br />

a cavallo tra 2 valli, forse il punto<br />

più bello dell’intero percorso.<br />

Da questo momento in poi gioco in<br />

casa, conosco bene questi sentieri:<br />

Menegosa, Lama, Groppo di Gora e<br />

Pellizzone sono stati il mio primo terreno<br />

di allenamento.<br />

Subito dopo il ristoro di Lama incontriamo<br />

un gruppo di cavalli, ovviamente<br />

cavalli bardigiani, ai miei soci<br />

ne racconto le caratteristiche per<br />

quel poco che so. Passiamo vicino<br />

alla sorgente del fiume Arda (che<br />

dà il nome alla Valle) e anche qui<br />

avverto con piacere il loro interesse;<br />

a questo punto sono passate 6h30’<br />

dalla partenza e la mente già corre<br />

all’arrivo, le gambe sono stanche<br />

ma come far mancare la ciliegina<br />

sulla torta: l’ultima breve ma dura salita.<br />

Dalla vetta del Groppo di Gora si<br />

gode una fantastica vista sull’attigua<br />

Val Ceno, punto di arrivo della prima<br />

giornata della Via degli Abati.<br />

In lontananza si scorgono delle brutte<br />

nuvole, forse è meglio affrettarci<br />

(si fa per dire...) ma non prima di<br />

guardare bene dove si mettono i<br />

piedi: seconda discesa impegnativa<br />

della giornata, questa molto più corta<br />

della precedente. Secondo tratto<br />

nel sottobosco, fantastico susseguirsi<br />

di dolci saliscendi, ennesima esplosione<br />

di sensazioni, questo sì che è<br />

correre <strong>Trail</strong>!<br />

Arriviamo al passo del Pellizzone, ultimo<br />

ristoro, un grazie ai ragazzi che<br />

hanno aspettato così a lungo e via<br />

per gli ultimi 4 km, i primi di asfalto in<br />

leggera discesa, una manna per le<br />

gambe stanche, improvvisa virata<br />

a sinistra per La Sorgente dei Lupi e<br />

poi giù in picchiata a perdere metri<br />

su metri, Casali è più in basso e l’acqua<br />

inizia a venir giù come a dirci:<br />

"muovetevi ragazzi, siete gli ultimi e<br />

all’arrivo vi aspettano!".<br />

Ultimo falsopiano, è dura far andare<br />

le gambe dopo 8 ore, ma in fondo<br />

già si vede il centro abitato. Ormai<br />

è fatta, curva a destra e ingresso<br />

nell’area arrivo, fragoroso applauso<br />

per gli ultimi felici eroi.<br />

In conclusione, bellissima esperienza,<br />

istruttiva e appagante, non ero mai<br />

stato così tanto sulle gambe e non<br />

avevo mai percorso 42 km facendone<br />

almeno 30 camminando, comunque<br />

anche questo è Spirito <strong>Trail</strong> no?<br />

Non voglio soffermarmi sui km di<br />

asfalto o sulla segnaletica, è la prima<br />

edizione e quello che i miei occhi<br />

hanno visto e le mie gambe attraversato<br />

valgono molto di più degli<br />

aspetti migliorabili. Un grazie mille a<br />

Helyos e Armando che hanno dato<br />

vita a quello che per me era un sogno,<br />

un <strong>Trail</strong> in questi luoghi, bravissimi<br />

veramente! u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 17


CRONACHE...<br />

È RARO TROVARE UN ATLETA DI VERTI-<br />

CE CHE SIA CAPACE DI RACCONTARE<br />

IN MANIERA EFFICACE LE ESPERIEN-<br />

ZE VISSUTE IN GARA. ANTOINE GUIL-<br />

LON, SECONDO AL CRO-MAGNON DI<br />

QUEST’ANNO, NON SI LIMITA A RAC-<br />

CONTARE, MA SCRIVE LUI STESSO E<br />

LO FA CON UNA FORZA NON COMU-<br />

NE. COME LEGGERETE VOI STESSI, AN-<br />

TOINE, PUR DOVENDO SPREMERSI AL<br />

100% DURANTE LA GARA, CONSERVA<br />

LA LUCIDITÀ PER “REGISTRARE” PARTI-<br />

COLARI DELL’AMBIENTE CHE ATTRA-<br />

VERSA E DEI COMPAGNI DI AVVENTU-<br />

GRAND RAID DU CRO MAGNON 2008<br />

di Antoine Guillon<br />

Decisamente, il meteo quest’anno ci<br />

fa dei brutti scherzi. Nei giorni precedenti<br />

la prova ho seguito l’evoluzione<br />

del tempo con un crescente senso di<br />

angoscia. A tre giorni dal via si stava<br />

addirittura parlando di annullare la<br />

gara.<br />

Alla fine, ecco la decisione: un tracciato<br />

più corto, evitando le alte cime<br />

del primo tratto del trail, ossia in tutto<br />

94 km e circa 4100 m D+.<br />

Dopo una notte contraddistinta da<br />

fulmini e tuoni, al risveglio le montagne<br />

si presentano tutte imbiancate di<br />

neve fresca, ma il cielo terso ci lascia<br />

sperare.<br />

RA CHE INCROCIA, PROPRIO COME<br />

FOSSE UN TAPASCIONE DI FONDO<br />

CLASSIFICA CHE SI PRENDE IL TEMPO<br />

PER GUARDARSI INTORNO. NOI DI SPI-<br />

RITO <strong>TRAIL</strong> SIAMO FELICI DI OSPITARE<br />

SULLE NOSTRE PAGINE IL RACCONTO<br />

DI CHI AVREBBE POTUTO CHIEDERE LA<br />

SQUALIFICA DI DAWA SHERPA E SALI-<br />

RE SUL GRADINO DEL PODIO PIÙ ALTO<br />

DEL CRO-MAGNON 2008, MA CHE HA<br />

INVECE SCELTO DI RICONOSCERE LA<br />

SUPERIORITÀ DELL’AVVERSARIO, CON-<br />

FERMANDONE LA VITTORIA.<br />

Il mio obiettivo è quello di arrivare davanti<br />

a Marco Olmo. Piuttosto ambizioso<br />

visto il profilo della prima metà,<br />

denso di dislivelli positivi, ma chissà,<br />

dopotutto ho già macinato più di<br />

90.000 m D+ in questa stagione. Per<br />

riuscire dovrei tenere il più possibile il<br />

suo ritmo, sorpassarlo nella discesa di<br />

1500 m D- e infine tentare di non farmi<br />

riprendere negli ultimi 30 km!<br />

Partiti! Il plotone si sgrana rapidamente<br />

sulla strada che sale all’8/10%. Per<br />

il momento applico rigorosamente<br />

il metodo del celebre cinese “Sang<br />

Ui Sug”, e mi incollo alle scarpette di<br />

Marco, mentre cento metri più avanti<br />

ci sono Dawa Sherpa, Topher Gaylord,<br />

Massimo Tagliaferri e l’argentino Pablo<br />

Barnes.<br />

CRO MAGNON 2008<br />

GRAND RAID du<br />

A cura di Leonardo Soresi<br />

Foto @ Carlo Zanardi<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 18


Decisamente, il meteo quest’anno<br />

ci fa dei brutti scherzi. Nei<br />

giorni precedenti la prova ho<br />

seguito l’evoluzione del tempo con<br />

un crescente senso di angoscia. A tre<br />

giorni dal via si stava addirittura parlando<br />

di annullare la gara.<br />

Alla fine, ecco la decisione: un tracciato<br />

più corto, evitando le alte cime<br />

del primo tratto del trail, ossia in tutto<br />

94 km e circa 4100 m D+.<br />

Dopo una notte contraddistinta da<br />

fulmini e tuoni, al risveglio le montagne<br />

si presentano tutte imbiancate di<br />

neve fresca, ma il cielo terso ci lascia<br />

sperare.<br />

Il mio obiettivo è quello di arrivare davanti<br />

a Marco Olmo. Piuttosto ambizioso<br />

visto il profilo della prima metà,<br />

denso di dislivelli positivi, ma chissà,<br />

dopotutto ho già macinato più di<br />

90.000 m D+ in questa stagione. Per<br />

riuscire dovrei tenere il più possibile il<br />

suo ritmo, sorpassarlo nella discesa di<br />

1500 m D- e infine tentare di non farmi<br />

riprendere negli ultimi 30 km!<br />

Partiti! Il plotone si sgrana rapidamente<br />

sulla strada che sale all’8/10%. Per<br />

il momento applico rigorosamente<br />

il metodo del celebre cinese “Sang<br />

Ui Sug”, e mi incollo alle scarpette di<br />

Marco, mentre cento metri più avanti<br />

ci sono Dawa Sherpa, Topher Gaylord,<br />

Massimo Tagliaferri e l’argentino Pablo<br />

Barnes.<br />

Mi trovo bene nelle mie <strong>Trail</strong>-Mesh,<br />

come alla Réunion, e non sono disturbato<br />

dal fondo stradale. Poiché<br />

fa freddo sono equipaggiato con<br />

una micro-polaire, un collant lungo e<br />

i guanti. Di fianco a me Marco è in tenuta<br />

da spiaggia: calzoncini corti, piccola<br />

T-Shirt e maniche corte!<br />

Lasciamo la strada per arrampicarci<br />

sulla montagna, sull’erba coperta di<br />

neve soffice. Si scivola un poco, ma<br />

guardando lo spettacolo dei giochi di<br />

luce sulle montagne dimentico qualunque<br />

difficoltà.<br />

Mi rendo presto conto che il ritmo<br />

dell’italiano è difficile da seguire. Sono<br />

costretto a forzare più del solito, ma<br />

ce la faccio, almeno per questa prima<br />

ora, ma che mi succederà più tardi?<br />

Raggiungiamo il punto più alto, in un<br />

nebbione che non mi lascia vedere gli<br />

altri quattro in fuga. Non vedo più le<br />

«balise», ma mi affido a Marco per seguire<br />

il percorso. Un motivo in più per<br />

stargli attaccato.<br />

Le nebbie si aprono improvvisamente,<br />

lasciando posto al sole. Che spettacolo,<br />

nuovamente, questa successione<br />

di creste!<br />

Corriamo su una larga pista in falsopiano<br />

discendente e raggiungiamo i<br />

primi proprio quando il profilo si mette<br />

di nuovo a salire.<br />

E là capisco perché Olmo vince<br />

l’UTMB. Se ne va, con una falcata radente,<br />

facile, quasi veloce come sul<br />

piano. Deve essere munito di un regolatore<br />

della velocità... solo Dawa conserva<br />

un filo di vantaggio.<br />

Dopo qualche km la pista finalmente<br />

scende, e questo mi permette di allungare<br />

la falcata senza sforzo. Mi avvicino<br />

rapidamente a Barnes, poi mi butto<br />

nei pascoli in direzione della vallata di<br />

Casterino. Ritrovo Dawa e Marco che<br />

stanno scendendo senza forzare. Prudentemente<br />

resto con loro, mentre Topher<br />

e Massimo si slanciano in avanti.<br />

Questa andatura mi riposa e scherzo<br />

un po’ con Dawa mentre slalomiamo<br />

tra le conifere, le scarpette inzuppate<br />

nell’erba alta, e raggiungiamo il fondovalle.<br />

In questa zona, di nuovo sui<br />

1500 m, il terreno è ancora bagnato,<br />

ma non c’è più neve e comincia persino<br />

a far caldo.<br />

Seguiamo un piccola strada che<br />

scende fino al rifornimento della Minière.<br />

Sto andando a circa 14 km/h,<br />

tenendomi a due metri da Marco. Mi<br />

impressiona la sua scioltezza.<br />

Si può proprio dire che la gara inizia<br />

qui, dopo 1h45’. Olmo sale di slancio<br />

su una pendenza del 20%. Lo imito<br />

come posso, constatando che ce la<br />

faccio. Sono deciso a limitare il mio distacco<br />

su questa salita di 950 m D+ e<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 19


così mi incollo a lui.<br />

Questa ascensione sarà per me la più<br />

bella fatta in un ultra-trail. Alternando<br />

marcia e corsa fino alla sommità,<br />

con grande intensità, in un ambiente<br />

superbo: sotto grandi conifere, su un<br />

sentierino soffice delimitato da cespugli,<br />

il sottobosco chiazzato di neve, accompagnato<br />

dal rumore delle cascate.<br />

Sento forti le mie pulsazioni: sono<br />

a 172, ossia all’87% del mio massimo.<br />

Non potrei permettermi nemmeno<br />

un battito di più. Marco, equipaggiato<br />

del suo motore V3 , come è scritto<br />

sulla sua iscrizione (V3H è la sua categoria<br />

- N.d.r.), arrampicandosi con le<br />

mani sul dorso, superando gli ostacoli<br />

con la grazia di un felino, mi distanzia<br />

a poco a poco. Massimo e Barnes tengono<br />

il colpo.<br />

Ma io non mi affanno. La vista spazia<br />

molto lontano su una successione<br />

di cime dai colori che si sfumano in<br />

bluastri per quelle più lontane. Sento<br />

i campanacci delle vacche e questo<br />

mi porta nell’ambiente UTMB. Ah! Se<br />

potessi correre così su una tale distanza!<br />

Sono sorpreso di non vedere rinvenire<br />

Dawa, e mi giro sovente, invano.<br />

Dopo la cima, il sentiero diventa improvvisamente<br />

tecnico e molto ripido,<br />

per aggirare il lago Jugale che è più<br />

sotto. Le poche nuvole si rispecchiano<br />

sulla superficie brillante creando un<br />

piacevole effetto ottico.<br />

In poco tempo raggiungo Marco e assieme<br />

ci arrampichiamo verso la cima<br />

dei Tre Comuni. E lui se ne va di nuovo,<br />

sempre con Massimo, mentre Barnes<br />

questa volta si tiene più indietro.<br />

All’Authion Bruno, del Team Lafuma,<br />

mi aiuta a ricaricare il mio Camel bag<br />

informandomi del passaggio di Dawa<br />

mezz’ora prima di me. Dawa si è sbagliato<br />

al Grande Colle e ha fortunatamente<br />

ritrovato una pista che lo ha<br />

riportato all’Authion. Non perdo un<br />

istante, afferro una banana e filo nella<br />

scia dei due italiani, mentre Barnes sosta<br />

più a lungo.<br />

4h40 di fatica, bevo a piccoli sorsi. Ancora<br />

due km di salite prima dell’abisso<br />

infernale su Sospel. Sono a 200 metri dai<br />

primi quando mi getto finalmente nella<br />

discesa, per 15 km di soddisfazione.<br />

Molte montagne mascherano la valle,<br />

cosa che impedisce di apprezzare la<br />

nostra posizione elevata. Il terreno non<br />

è subito tecnico, solo qualche pietra<br />

che ostacola lo stretto sentiero. Ma<br />

ben presto sono dietro a Marco, infilandomi<br />

tra qualche roccia.<br />

A 5 ore giuste di corsa, lo supero per<br />

andare a raggiungere un Massimo<br />

che sta andando in gran scioltezza.<br />

Chiacchieriamo per una decina di<br />

minuti. Mi spiega che<br />

ogni anno si ripete sempre<br />

la stessa scena: lui<br />

passa in testa ma poi si<br />

fa superare da Marco<br />

sulla salita alla Cime<br />

de Baudon, e così sono<br />

già tre volte che arriva<br />

secondo! Perbacco, è<br />

proprio questa la mia<br />

preoccupazione!<br />

Senza accorgermi,<br />

d’un tratto entriamo in<br />

una zona più mediterranea.<br />

La vegetazione<br />

cambia, i profumi lo<br />

indicano ed il sentiero<br />

diventa sempre più<br />

roccioso e piuttosto<br />

tecnico. Lascio Massimo,<br />

aumentando progressivamente<br />

la velocità<br />

per crearmi un<br />

buon margine.<br />

Al rifornimento di Sospel<br />

l’ambiente è caloroso<br />

e i volontari molto<br />

premurosi. Dopo le distese<br />

deserte attraversate,<br />

ritrovarmi in città<br />

mi sconcerta, ma non<br />

è che un breve passaggio.<br />

Riparto.<br />

Attraverso l’antico<br />

ponte di pietra, poi un<br />

tratto di strada affollata<br />

dove nessuno è<br />

evidentemente al corrente<br />

del nostro trail, e<br />

finalmente di nuovo la<br />

terra e la roccia su un<br />

piccolo sentiero scosceso.<br />

Sono sotto il sole, e<br />

sudo parecchio. Sono<br />

impaziente di raggiungere<br />

gli alberi su questo<br />

colle di 485 m D+.<br />

Sono costretto a ridurre<br />

l’andatura, proprio io<br />

che sono abituato ai<br />

forti calori del mio dipartimento,<br />

l’Hérault!<br />

Poi una nuvola si interpone<br />

come uno schermo,<br />

mentre io passo<br />

sotto una volta vegetale<br />

che mi rimette finalmente<br />

in sesto.<br />

Il percorso è molto vario,<br />

devo persino attraversare<br />

una pietraia.<br />

Questa segnala la fine<br />

della penultima ascensione.<br />

Ora dovrò correre<br />

qualche km su una<br />

larga pista pianeg-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 20


giante. Il sole picchia di nuovo.<br />

Mentalmente mi sento forte poiché<br />

questo tratto mi ricorda l’<strong>Ultra</strong> Trans-<br />

Aubrac con le sue grandi piste. Ne ero<br />

venuto a capo, dunque non vedo motivi<br />

perché non dovrei riuscirci anche<br />

qui, tantopiù che mi rincuora vedere<br />

in lontananza il mare. Mi sforzo di mantenere<br />

un buon passo, non mangiando<br />

nulla per non rompere l’equilibrio in<br />

cui mi trovo. Per contro bevo di più.<br />

Si inizia la salita verso il rifornimento del<br />

Col de Banquettes, un 15% su 400 m<br />

D+. Ne corro la maggior parte e raggiungo<br />

la sommità non senza gettare<br />

un ultimo sguardo dietro a me, e così<br />

intravedo i miei due inseguitori a circa<br />

1500 m.<br />

Massimo non si era dunque sbagliato!<br />

Marco ci sta preparando un finale<br />

infernale. Non devo perdere tempo:<br />

davanti a me si erge la Cime de Baudon.<br />

7h40 di sforzo già fatto, e stimo in<br />

circa due ore di carburante il percorso<br />

che mi resta da fare.<br />

Vuoto perciò il mio Camel bag e lo riempio<br />

con 1 litro d’acqua e due bicchieri<br />

di Coca. Questa miscela dagli<br />

zuccheri rapidi mi fa bene nei finali di<br />

gara. Per evitare l’ipoglicemia compenso<br />

con delle banane.<br />

Mi slancio verso la cima. E’ molto ripida<br />

sin dall’inizio! Meno male che gli alberi<br />

tengono fresco. L’ambiente mi piace<br />

CLASSIFICA MASCHILE CLASSIFICA FEMMINILE<br />

subito, belle rocce chiare che contrastano<br />

con le frasche scure. Un pallida<br />

luce crea, con le erbe che tappezzano<br />

la scarpata, un’atmosfera di foresta<br />

proibita. Non c’è un rumore.<br />

Arrivo rapidamente sulla sommità: formidabile!<br />

Nessuno in vista dietro a me<br />

quando non mancano che 16 km giù<br />

per una gola scoscesa. Le mie narici<br />

sentono lo iodio e le essenze che mi<br />

sono familiari. Mi sento sui miei terreni<br />

d’allenamento. Freno solo quanto<br />

serve per assicurarmi l’appoggio dei<br />

piedi sulle pietre instabili. Me la cavo<br />

bene, cosa che mi permette di mantenere<br />

il secondo posto.<br />

Ricca di cambi improvvisi di ambiente,<br />

questa gara mi riserva ora un fitto nebbione<br />

insolito mentre mi avvicino alle<br />

grandi antenne, delle quali non riesco<br />

a vedere che i cavi d’ancoraggio.<br />

Mentre sto avvicinandomi a La Turbie,<br />

mi appaiono giù in basso improvvisamente<br />

il mare e i tetti delle lussuose ville.<br />

In pochi istanti Helios mi ricorda che<br />

qui egli è il padrone incontrastato dei<br />

luoghi. Questa volta non me la sento<br />

di rimproverarlo perché punta i suoi<br />

raggi su di me, perché la bellezza della<br />

costa non potrebbe essere la stessa<br />

senza di lui.<br />

Scendo lungo il magnifico campo da<br />

golf di la Turbie, costeggiando una fila<br />

di cipressi centenari dagli enormi tron-<br />

Pos Tempo Nome Nazione<br />

1 12.08.12 HERRY Karine FRANCIA<br />

2 12.20.51 OLIVERI Virginia ARGENTINA<br />

3 13.40.21 DECIA Sabrina ITALIA<br />

4 13.59.56 BATIFOULIER Muriel FRANCIA<br />

5 14.12.00 BALSAMO Luisa ITALIA<br />

6 14.22.36 DE-STEFANO Samantha ITALIA<br />

7 14.37.21 VESCO Silvia ITALIA<br />

8 14.58.09 BONNOT Sophie FRANCIA<br />

9 15.00.00 BERTOLINO Alessia ITALIA<br />

10 15.05.00 HIRTZY Margit AUSTRIA<br />

Pos Tempo Nome Nazione<br />

1 9.31.57 SHERPA Dachhiri-Dawa NEPAL<br />

2 9.48.21 GUILLON Antoine FRANCIA<br />

3 10.00.47 TAGLIAFERRI Massimo ITALIA<br />

4 10.13.40 OLMO Marco ITALIA<br />

5 10.17.47 BARNES Pablo ARGENTINA<br />

6 10.23.39 GAYLORD Topher USA<br />

7 10.36.08 AGLIATI Paolo ITALIA<br />

8 11.05.46 AUDISIO Silvio ITALIA<br />

9 11.25.38 BERTOLI Matteo ITALIA<br />

10 11.28.53 FESTORAZZI Fabio ITALIA<br />

chi, poi la strada mi conduce nella<br />

cittadina ove una serie di scalinate e<br />

carrugi assai ripidi non finiscono più di<br />

farmi penare.<br />

Tra due muri distinguo per un momento<br />

il mare che, come nei film di terrore,<br />

sembra allontanarsi man mano che io<br />

tento di avvicinarmi. Eppure sento le<br />

onde frantumarsi contro gli scogli. Una<br />

quantità impressionante di scalinate<br />

me ne separa ancora e devo saltare<br />

più scalini in continuazione per mantenere<br />

la mia velocità.<br />

Improvvisamente, all’uscita di un piccolo<br />

tunnel, mi colpisce in pieno viso<br />

un’aria ricca di iodio e mi trovo davanti<br />

l’immensa distesa blu tanto sospirata.<br />

Ancora 500 metri di costa, di<br />

pura gioia, galvanizzato dalla riuscita<br />

del mio obiettivo, con Dawa che mi è<br />

venuto incontro e mi accompagna,<br />

per terminare in 9h48.<br />

Giungo al traguardo ma avrei la forza<br />

per continuare. L’allenamento accumulato<br />

in questi ultimi due anni, orientato<br />

sulle lunghe distanze, mi ha forgiato<br />

e ora riesco a provare piacere<br />

fino alla termine delle gare.<br />

E’ proprio quello che cercavo, e sono<br />

gonfio di soddisfazione per questa bella<br />

giornata. ▼<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 21


CRONACHE...<br />

E<br />

L’ CCEZIONALITÀ<br />

In qualunque sport chi si avvantaggia<br />

irregolarmente, intenzionalmente<br />

o no, viene punito con la<br />

penalizzazione o la squalifica. Alcune<br />

volte però ci si imbatte in casi in<br />

cui le maglie del regolamento sono<br />

troppo larghe e nulla prevedono<br />

per certe casistiche “anomale”, per<br />

cui è difficile anche solo capire se si<br />

sia trattato di un’infrazione o meno.<br />

Cosa dire dei nuovi costumi super<br />

high tech della Speedo che all’ultima<br />

olimpiade hanno consentito di<br />

battere praticamente tutti i record<br />

in tutte le diverse specialità del L’EC-<br />

CEZIONALITÀ DEL <strong>TRAIL</strong> nuoto, trasformandolo<br />

da una gara tra uomini ad<br />

del<br />

cosa è successo al Cro 2008<br />

una gara tra industrie? E delle protesi<br />

di Oscar Pistorius che, inizialmente<br />

considerate aiuto tecnologico, gli<br />

avevano quasi impedito di partecipare<br />

alle Olimpiadi di Pechino?<br />

Altre volte, ma molto raramente, può<br />

capitare che una regola, per quanto<br />

giusta e indiscutibile a tavolino,<br />

porti a dei risultati sbagliati o almeno<br />

non in linea con quello che tutti ritengono<br />

giusto. Certo Dorando Pietri a<br />

norma di regolamento andava senza<br />

ombra di dubbio squalificato, ma<br />

dentro di noi risuona forte un grido<br />

che dice “È un’ingiustizia! Il vincitore<br />

era Dorando!”<br />

T RAIL<br />

Testo di Leonardo >leosorry< Soresi<br />

Foto © Organizzazione Cro Magnon<br />

Nell’eccezionale edizione 2008 del<br />

CRO è successo tutto questo: il nepalese<br />

Dawa Sherpa, subito dopo<br />

il rifornimento di La Minière, ha sbagliato<br />

il percorso che saliva al Pas de<br />

la Nauque, seguendo invece il vecchio<br />

tracciato che andava al Pas<br />

de Colle Rousse. Qui senza dubbio<br />

Dawa ha sbagliato: dopo qualche<br />

centinaio di metri senza incontrare<br />

balises avrebbe dovuto chiedersi se<br />

era ancora sul percorso corretto, e<br />

nel dubbio sarebbe dovuto tornare<br />

indietro (come ha invece fatto Topher<br />

Gaylord, che era più indietro<br />

rispetto a lui). Dawa Sherpa non l'ha<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 22


fatto, molto probabilmente perché<br />

essendoci passato durante il CRO<br />

2003, pensava di essere sul percorso<br />

corretto.<br />

Così al secondo controllo, quello del<br />

Pas de Jugale, appena dopo il Pas<br />

de Colle Rousse, Dawa è transitato<br />

per primo, precedendo Massimo Tagliaferri.<br />

Arrivato al terzo controllo, quello de<br />

l’Authion, Dawa ha subito dichiarato<br />

di sua iniziativa all’organizzatore Pietro<br />

Martinengo di aver evidentemente<br />

sbagliato il percorso tra il primo e<br />

il secondo controllo, tant’è che si ritrovava<br />

primo senza aver superato i<br />

concorrenti che gli erano davanti.<br />

L’organizzazione del CRO si è ritrovata<br />

di fronte ad un primo problema:<br />

il regolamento della gara 2008 (che<br />

di fatto è uguale a quello dell’UTMB<br />

2007) non prevedeva penalizzazioni<br />

o squalifiche se non nel caso di mancato<br />

passaggio ai punti di controllo,<br />

e Dawa non ne aveva saltato nessuno.<br />

La gara è perciò continuata,<br />

riservandosi la giuria di prendere una<br />

decisione in seguito. Dawa, nel tratto<br />

“incriminato”, ha tagliato circa 1.700<br />

metri di percorso e 290 metri di dislivello,<br />

passando al controllo 19 minuti<br />

prima di Massimo Tagliaferri che era<br />

secondo. In tutto il restante percorso<br />

del CRO ha continuato però ad incrementare<br />

il suo vantaggio, correndo<br />

ogni frazione più velocemente di<br />

tutti gli altri concorrenti, arrivando al<br />

traguardo di Cap d’Ail con un vantaggio<br />

di ben 55 minuti sul secondo,<br />

Antoine Guillon. Gli organizzatori,<br />

non potendo penalizzare o squalificare<br />

Dawa a norma di regolamento,<br />

hanno chiesto a Guillon se intendesse<br />

presentare reclamo contro la<br />

vittoria di Dawa. Nella corsa su strada<br />

c’è chi taglia il percorso per guadagnare<br />

delle posizioni o vincere un<br />

premio di categoria: al CRO del 2008<br />

si è verificato proprio l’opposto! Guillon,<br />

dimostrandosi un grande sportivo<br />

e un uomo di buon senso, non ha<br />

voluto mettere in discussione la vittoria<br />

di Dawa, anche se questi aveva<br />

evidentemente tagliato. “Anche se<br />

Sherpa ha guadagnato una ventina<br />

di minuti riducendo il percorso a<br />

seguito dell'errore, ha comunque dimostrato<br />

di andare più forte di tutti<br />

noi, aumentando progressivamente<br />

il vantaggio di altri 36 minuti. Per me<br />

non c’è molto da discutere: Sherpa<br />

oggi è stato indubbiamente il migliore<br />

ed è giusto che sia lui il vincitore. Io<br />

non ho nulla da ridire.”<br />

La Giuria del CRO ha allora deciso<br />

di rispettare quanto espresso dalla<br />

gara, confermando la vittoria di<br />

Dawa e limitandosi, dopo le verifiche<br />

delle registrazioni fatte ai controlli<br />

lungo il percorso, solo a modificarne<br />

il tempo finale per renderlo omogeneo<br />

con quello impiegato dagli altri.<br />

Innanzitutto gli è stato tolto il vantaggio<br />

di 19 minuti che aveva accumulato<br />

nel tratto ove aveva sbagliato<br />

percorso. Poi gli sono stati aggiunti<br />

altri 19 minuti, per tenere conto del<br />

tempo virtuale che avrebbe perso<br />

se fosse ritornato sui suoi passi. In totale<br />

gli sono stati aggiunti 39 minuti<br />

per cui il suo tempo ufficiale è diventato<br />

9.31.57, con Guillon secondo<br />

con 9.48.21 e Tagliaferri terzo con<br />

10.00.47.<br />

Ovviamente non sono mancate le<br />

polemiche, con molti atleti che sono<br />

rimasti perplessi nel vedere confermata<br />

la vittoria del nepalese. Pietro<br />

Martinengo però non ha dubbi e<br />

difende la decisione presa. “Chi attacca<br />

Sherpa mi sembra dimentichi<br />

che siamo di fronte ad un grande<br />

campione che non ha per nulla bisogno<br />

di sotterfugi o tagli di percorso<br />

per vincere. E dimentica pure che<br />

Sherpa è un campione che accetta<br />

senza problemi le sconfitte, quando<br />

gli capitano. E senza ombra di dubbio<br />

dico che Sherpa è il vincitore del<br />

CRO 2008. Criticabile per l’errore,<br />

ma indubbio vincitore, visto che non<br />

ha fatto che accumulare progressivamente<br />

un grosso vantaggio sugli<br />

altri”. Penso che tutti concordino<br />

che vada penalizzato o squalificato<br />

chi taglia il percorso e sicuramente<br />

il CRO e le altre grandi gare di ultra<br />

trail modificheranno i loro regolamenti<br />

per evitare il ripetersi di queste<br />

situazioni (l’UTMB lo ha già fatto introducendo<br />

per l’edizione 2008 delle<br />

penalità in funzione dell’importanza<br />

dei tagli di percorso). In questo caso<br />

però credo che sia Guillon sia la giuria<br />

del CRO abbiano<br />

preso una decisione<br />

equa, anche<br />

se apparentemente<br />

discutibile (chi<br />

darebbe mai la<br />

vittoria a chi ha tagliato?),scegliendo,<br />

in mancanza di<br />

specifiche regole<br />

scritte, di premiare<br />

i valori nettamente<br />

espressi “sul campo”.<br />

E penso che<br />

questo episodio<br />

andrà ad arricchire<br />

il significato che<br />

diamo all’espressione<br />

“Spirito <strong>Trail</strong>”.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 23


VOX FORUM...<br />

LA BUONA FEDE<br />

E<br />

IL BUON SENSO<br />

“DAGLI AL TAGLIATORE!” È UNA<br />

FRASE CHE RICORRE SPESSO NEL<br />

PODISMO SU STRADA, DOVE I<br />

“FURBI” VENGONO SPESSO MESSI<br />

ALLA GOGNA PER IL LORO VIZIETTO<br />

DI ACCORCIARE LA STRADA<br />

PERCORSA. NEL <strong>TRAIL</strong> QUESTA<br />

“CACCIA ALL’UNTORE” NON<br />

ESISTE, E IL CROMAGNON 2008<br />

CI HA INSEGNATO CHE BUONA<br />

FEDE (DEL “TAGLIATORE”) E BUON<br />

SENSO (DELL’ORGANIZZAZIONE<br />

E DEGLI ALTRI ATLETI) POSSONO<br />

METTERE TUTTI D’ACCORDO, O<br />

QUASI... LA RUBRICA VOX FORUM<br />

DI QUESTO MESE EVIDENZIA INFATTI<br />

CHE LA MAGGIORANZA DEI <strong>TRAIL</strong>ER<br />

HA APPROVATO LA DECISIONE<br />

DEGLI ORGANIZZATORI DI NON<br />

SQUALIFICARE DAWA SHERPA<br />

PER L’INVOLONTARIO TAGLIO DI<br />

PERCORSO, ANCHE SE QUALCHE<br />

VOCE CONTRARIA C’È STATA.<br />

di andreachiocciola il<br />

martedì 8 luglio 2008, 14:35<br />

Soltanto poche parole per dire che,<br />

secondo me, questo è Sport con la S<br />

maiuscola: tanto di cappello a Dawa per<br />

l’onestà dimostrata nell’ammettere subito<br />

l’errore e, soprattutto, a Guillon che si è<br />

comportato da vero signore.<br />

di simone brogioni il<br />

martedì 8 luglio 2008, 15:47<br />

Pietro Martinengo mi sembra una persona<br />

seria e ha spiegato perfettamente<br />

l’accaduto, mettendo in mostra la<br />

sportività di questi grandi campioni. Bravi<br />

tutti.<br />

di vallese66 il mercoledì 9 luglio 2008, 8:50<br />

Anch’io credo nell’assoluta buona fede<br />

di Sherpa, quando ho letto che aveva<br />

tagliato non ci credevo neppure, per cui<br />

penso che sia stato in effetti solamente un<br />

errore. Non so invece quanto l’involontario<br />

taglio abbia influito sul morale di quelli che<br />

stavano dietro, cioè davanti, e penso che<br />

questo non possa determinarlo nessuno.<br />

Ad ogni modo sono cose che possono<br />

capitare, nessun dramma.<br />

di luciano il mercoledì 9 luglio 2008, 9:15<br />

In qualsiasi altro sport Sherpa sarebbe<br />

stato squalificato, con tutti gli onori e i<br />

“mi dispiace”. In tutti gli altri sport Guillon<br />

avrebbe fatto reclamo pur con “mi<br />

dispiace”. Stupendo questo sport... ma<br />

siete umani?<br />

di MUDANDA il mercoledì<br />

9 luglio 2008, 11:54<br />

Tanto di cappello a tutti. A fine gara mi<br />

sono fatto fare i massaggi e nel lettino a<br />

fianco c’era Dawa. Abbiamo scambiato<br />

4 battute, il mio francese è meno che<br />

scolastico... Mi è sembrato una persona<br />

veramente semplice, anche quando mi<br />

ha detto di aver impiegato 1h30’ da Cime<br />

Baudon a Cap d’ail...<br />

di lamberto il mercoledì 9 luglio 2008, 12:01<br />

Ammiro moltissimo Sherpa, Pietro e Guillon,<br />

però io non avrei dato la vittoria a Sherpa.<br />

Il Cro è segnalato molto bene, al massimo<br />

puoi sbagliare percorso per 100/200 metri,<br />

i segnali sono molto frequenti, pertanto se<br />

uno non li vede si accorge subito e torna<br />

indietro; lo so per certo perché a me è<br />

successo proprio quest’anno. Premetto che<br />

non ho assolutamente niente da obiettare<br />

sull’onestà e sulle capacità sportive di<br />

Sherpa, ma ha sbagliato percorso e<br />

questo è insindacabilmente motivo di<br />

squalifica anche se sul regolamento non è<br />

specificato, ma è sottointeso.<br />

di Checo il mercoledì 9 luglio 2008, 17:36<br />

In teoria se il percorso è segnalato si<br />

segue la segnalazione. Se il percorso<br />

non è segnalato, ma viene indicata<br />

semplicemente la direzione da prendere,<br />

secondo me ognuno può fare quello<br />

che crede, fermo restando il rispetto per<br />

l’ambiente. Resto un po’ basito su come si<br />

possa tagliare di minimo venti minuti senza<br />

per questo saltare il controllo. Secondo me,<br />

se il percorso è sistemato bene, uscendo<br />

dal tracciato si dovrebbe metterci di più<br />

e non di meno rispetto alla via corretta.<br />

Nell’errore, sia del vincitore sia<br />

dell’organizzazione, è comunque da lodare<br />

l’estrema correttezza e serenità dimostrata<br />

da tutti, specialmente quelli arrivati dopo.<br />

Grande lezione di comportamento.<br />

di Cubettoz il mercoledì 9 luglio 2008, 18:54<br />

Checo ha ragione: i punti di controllo si<br />

devono mettere nei punti strategici, ma<br />

non è sempre così. Per quanto rigurda il<br />

BALISAGE al CRO (fatto nel 2006) lo ritengo<br />

anch’io piuttosto spartano, come del resto<br />

tutta l’impostazione della gara. Purtroppo<br />

il Balisaggio dipende dall’ambiente in<br />

cui ti trovi, alla LUT con 50 frecce risolvi il<br />

problema perché non ci sono molti bivi<br />

e sbagliare è veramente difficile, ma al<br />

CRO la storia è diversa. Nel punto in cui<br />

ha sbagliato Dawa, hanno sbagliato<br />

anche molti altri campioni e non, Virginia<br />

ad esempio ha perso la gara proprio lì... lei<br />

però non conoscendo come Dawa quei<br />

posti è tornata indietro e ha perso 20’ che<br />

si è tenuta sul groppone fino alla fine! ▼<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 24


Foto © Archivio Brizio<br />

Emanuela<br />

BRIZIO<br />

LE INTERVISTE...<br />

a cura di Matteo >emme< Grassi<br />

ALTRE DUE INTERVISTE AL<br />

FEMMINILE E, ANCORA<br />

UNA VOLTA UN’ACCOPPIATA<br />

CHE FA PENSARE.<br />

EMANUELA E’ UNA CAMPIONESSA,<br />

UNA CHE VA FORTE E CHE<br />

CORRE PER VINCERE.<br />

A ROBERTA INVECE (LA<br />

“NOSTRA” ROBYCHAO<br />

DEL FORUM ) BASTA PER LO<br />

PIÙ ARRIVARE. MA ENTRAMBE<br />

SONO MOSSE DALLA STESSA<br />

GRANDE PASSIONE E MACINANO<br />

CHILOMETRI E DISLIVELLI<br />

ALLA RICERCA DI QUALCOSA:<br />

DI SE STESSE FORSE, DI SICURO<br />

DI QUELLE SENSAZIONI<br />

PROFONDE, CHE SOLO<br />

LA MONTAGNA E LA<br />

FATICA SANNO REGALARE<br />

&<br />

Roberta<br />

PERON<br />

ANZITUTTO: VUOI PRESENTARTI?<br />

Mi chiamo Emanuela Brizio,<br />

sono nata a Verbania il 10<br />

settembre 1968. Vivo ad Aurano,<br />

un piccolo paesino sulle alture<br />

di Verbania.<br />

Mi chiamo Roberta Peron, ho 40 anni<br />

e sono di Schio, in provincia di Vicenza.<br />

Mi chiamo Roberta Peron, ho<br />

40 anni e sono di Schio, in<br />

provincia di Vicenza.<br />

QUANDO E PERCHÉ HAI INIZIATO A<br />

CORRERE? HAI MAI SMESSO PER POI<br />

RIPRENDERE?<br />

Ho iniziato a correre tardi, a 29 anni.<br />

Ero al mare in Toscana, lontana dalla<br />

mia adorata palestra e, per la paura<br />

di “inciccionirmi”, un mattino mi infilai<br />

un paio di scarpette da corsa ed<br />

uscii… non potevo immaginare che<br />

non mi sarei più fermata!<br />

Mi innamorai all’istante di quelle<br />

sensazioni: il corpo staccato dal terreno,<br />

spinto verso l’alto… mi pareva<br />

di volare! Così come sentire il mio<br />

cuore battere più forte, il respiro affannato,<br />

le gocce di sudore cadere,<br />

la sofferenza che diventava benessere.<br />

E’ stato poi un crescendo di miglioramenti<br />

in tenuta, in velocità, in<br />

resa. Ero curiosa di capire fino a che<br />

punto potevo arrivare a migliorarmi,<br />

seguendo i consigli e le tabelle di lavoro<br />

che Mauro (mio fratello maggiore,<br />

bravo atleta di corsa in montagna)<br />

mi preparava.<br />

Il mio primo approccio alla corsa è<br />

stato più o meno 7 anni fa, quando<br />

occasionalmente partecipavo alle<br />

marce domenicali della Fiasp accompagnando<br />

il mio moroso di allora<br />

per la classica condivisione delle<br />

passioni. Ma ci andavo di rado perché<br />

mi pareva sprecato dedicare<br />

una giornata intera per una corsetta<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 25<br />

Foto © risk4sport


Foto © risk4sport<br />

di un’ora o poco più, quando invece potevo perdermi<br />

per molto più tempo nell’ambiente da me<br />

preferito: la montagna. Poi, un po’ per mettermi<br />

alla prova, ho partecipato ad una maratona non<br />

competitiva che fanno qui dalle mie parti (Maratona<br />

Prealpina) e in quell’occasione ho conosciuto<br />

un ultramaratoneta che mi ha fatto il passo<br />

per tutto il percorso... vista la bella esperienza e<br />

sentito tutte le belle cose che mi aveva raccontato,<br />

ho cominciato a correre un po’ di più, mettendoci<br />

anche un po’ di salita. non perdere la<br />

condizione faticosamente conquistata ho iniziato<br />

a correre 20’ al giorno, aumentando di settimana<br />

in settimana; dopo un mese ero già iscritto alla<br />

maratona di Roma!<br />

HAI INIZIATO SUBITO A CORRERE IN MONTAGNA? E<br />

QUANDO A SPINGERTI OLTRE I 42 KM?<br />

Fu mio fratello a convincermi a partecipare alle<br />

prime gare in montagna, e così iniziò la sfida con<br />

gli altri, oltre a quella con me stessa, che ancora<br />

continua e che non finirà mai. Da allora tantissime<br />

gare, tantissimi risultati, poi la voglia di rimettermi<br />

in discussione, di osare di più… e iniziarono<br />

allenamenti più lunghi, più impegnativi. Ormai mi<br />

conoscevo abbastanza bene da autogestirmi la<br />

preparazione, ed ecco le prime skyrace nel 2002,<br />

e di seguito le skymarathon.<br />

Non ho ancora affrontato degli ultra-trail importanti,<br />

per ora la gara più lunga è stata di 55 km.<br />

Come dicevo ho corso quasi da subito in montagna,<br />

anche se tuttora sarebbe più giusto dire che<br />

tento di correre in montagna, viste le mie difficoltà<br />

in salita (fortuna che c’è anche la discesa, che<br />

mi riesce abbastanza bene!). Il primo lungo che<br />

ho fatto (non avevo mai corso più di 1h 45’) è stata<br />

la maratona di Venezia. E l’ho corsa tutta.<br />

Con le ultra poi il passo è stato breve. Subito dopo<br />

la prima maratona, ho corso una mezza e quindi<br />

un’ultra… tutto nel giro di 1 mese: Venezia, Arco,<br />

Sayntè Lyon.<br />

PARLIAMO UN PO’ DI ALLENAMENTO E DI GARE: TI<br />

SEGUE QUALCUNO OPPURE SEI UN CORRIDORE FAI<br />

DA TE? TI TIENI AGGIORNATA LEGGENDO RIVISTE O<br />

LIBRI CHE PARLANO DI ALLENAMENTO? SEGUI DEL-<br />

LE TABELLE?<br />

Come tutti i runners appassionati leggo le varie<br />

riviste dedicate alla corsa e sono alla continua ricerca<br />

della tabella di allenamento che mi renda<br />

invincibile! Lo sappiamo tutti che non esiste, ma è<br />

bello continuare a sperare… così qualche spunto<br />

per la mia preparazione lo prendo.<br />

Sono decisamente un corridore fai da te… purtroppo.<br />

Sì perché probabilmente potrei migliorare<br />

un po’… ma non sono molto ispirata a condannarmi<br />

con tabelle e programmi forzati, ho paura<br />

che il tutto poi non mi diverta più. Da 2 anni<br />

in inverno mi alleno 2 volte la settimana con un<br />

gruppo di “agonisti e non” di sci di fondo, con loro<br />

seguo delle tabelle non troppo impegnative, poi<br />

io integro di mio con salite anche magari solo di<br />

camminata spinta. Sarei più quella che va d’istin-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 26


Foto © risk4sport<br />

to ma ho notato che tenderei a sovraccaricare<br />

e quindi sono a rischio<br />

di crisi, mi è già successo e così ora<br />

mi limito un po’.<br />

Per curiosità leggo anche qualche<br />

rivista quando ho tempo ma seguo<br />

poco i consigli che leggo, preferisco<br />

ascoltare molto quello che mi dicono<br />

gli altri, le loro esperienze.<br />

QUANTI KM CORRI MEDIAMENTE IN<br />

UNA SETTIMANA, IN UN MESE, IN UN<br />

ANNO? E QUANDO STAI PREPARANDO<br />

UN’ULTRA COME AUMENTANO I<br />

CARICHI DI LAVORO?<br />

Corro quasi tutti i giorni, per 1 ora o<br />

più, in ogni stagione. Non ho mai calcolato<br />

quanti km faccio e vado molto<br />

a sensazione… mi fa compagnia il<br />

cronometro che scorre. E’ lui a dirmi<br />

per quanto tempo le mie gambe mi<br />

hanno sorretto in corsa. Svolgo pochi<br />

lunghi…mi stancano troppo,anche<br />

mentalmente, con il rischio di arrivare<br />

alle gare già esausta. I miei lunghi<br />

sono le skymarathon.<br />

Non ho mai contato quanti km corro<br />

in una settimana ma quando corro<br />

non faccio mai meno di un’ora,<br />

cambio i ritmi e i terreni. Abito in una<br />

bella zona dove posso alternare il<br />

piano, l’ondulato e la salita. Io prediligo<br />

correre sullo sterrato, fra gli odori<br />

e i rumori della natura che mi fanno<br />

sognare e sentire meno la fatica.<br />

Penso comunque di stare sui 30 km<br />

circa alla settimana senza contare<br />

la gara ed eventuali lunghi, ma dipende<br />

molto dal periodo. Quando<br />

sono in vista di un’ultra, e quest’anno<br />

ne ho fatte davvero tante, aumento<br />

i lunghi e utilizzo le gare domenicali<br />

come allenamento; in questo caso<br />

arrivo a fare sui 60 km a settimana,<br />

poi faccio montagna, anche in quota<br />

e con tanto dislivello.<br />

TI ALLENI SOLO CORRENDO O FAI<br />

ANCHE PALESTRA, CROSS TRAINING,<br />

O ALTRI SPORT DI RESISTENZA?<br />

Vivendo ad Aurano non potevo che<br />

correre in montagna, che lì o sali o<br />

scendi… non ci sono molte alternative.<br />

Ed è lì, sui suoi sentieri, che corro,<br />

spingendomi verso le alture di Piancavallo<br />

(1200 m) di Spallavera (1500<br />

m) e del monte Zeda (2150 m).<br />

Ma approfitto anche dei brevi tratti<br />

asfaltati in piano, per le ripetute veloci.<br />

Non faccio palestra anche se dovrei,<br />

non mi piace, proprio non resisto a<br />

stare indoor. Mi piacciono gli sport<br />

dinamici quindi ci aggiungo spesso il<br />

nuoto e in inverno faccio sci di fondo<br />

e tanto scialpinismo. Quando mi<br />

capita faccio un po’ di arrampicata.<br />

Praticamente quasi tutto quello che<br />

si può fare in montagna! Non riesco a<br />

concentrarmi su una sola disciplina,<br />

me ne piacciono tante. A volte<br />

devo scegliere, ma… sono troppe, e<br />

con troppo poco tempo!<br />

PER PREPARARE UN’ULTRA CHE TIPO DI<br />

ALLENAMENTI FAI? RIPETUTE, MEDIO,<br />

LUNGO, LUNGHISSIMO? CON CHE<br />

DISTANZE E A CHE RITMI? E SU CHE<br />

TERRENI?<br />

Decido il mio allenamento in modo<br />

autonomo, secondo una programmazione<br />

settimanale variabile, in<br />

base alle mie sensazioni e agli impegni.<br />

Forse un po’ empirico come metodo,<br />

ma per ora efficace.<br />

Generalmente in inverno l’allenamento<br />

è basato su andature mediolente<br />

e su lavori di potenziamento<br />

(ripetute in salita, palestra, ciaspole),<br />

poi in primavera iniziano i lavori più<br />

brillanti e di qualità, ed ecco l’alternanza<br />

di ritmi medi, di ripetute veloci,<br />

di progressivi, di sprint in salita,<br />

di fartlek. Come ho già detto faccio<br />

pochi lunghi in allenamento.<br />

Sono ancora all’inizio e non mi sono<br />

ancora preparata seriamente per<br />

un ultra né tantomeno so cosa si<br />

dovrebbe fare.<br />

Racimolo suggerimenti a destra e<br />

a manca anche se mi sono resa<br />

conto che per ognuno è diverso e<br />

comunque le mie scelte sono sempre<br />

sbagliate, secondo gli altri!<br />

Ora tendo un po’ a tralasciare il<br />

fondo, visto che so di averne tanto,<br />

per concentrarmi su ritmi più veloci,<br />

quindi più ripetute che lunghi o<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 27


lunghissimi per velocizzarmi un po’.<br />

Peccato che quando inizio a correre<br />

non smetterei più…<br />

QUANTE GARE HAI CORSO NEL 2007?<br />

QUANTE MARATONE E QUANTE UL-<br />

TRA?<br />

Lo scorso anno ho affrontato 9 skyrace<br />

(tra i 20 e i 35km) e 6 skymarathon<br />

(oltre i 40km ) e tante altre gare corte,<br />

come i km verticali, e gare veloci<br />

su strada.<br />

2 maratone su strada (Trieste<br />

e Venezia), 2 maratone “trail”<br />

(Prealpina di Schio, Ecomaratona<br />

dei Cimbri), 1 ultra (La via marenca,<br />

oltre a un pezzo di Cro-magnon, solo<br />

20 km, poi la corsa è stata annullata),<br />

1 corsa a tappe (100 km nel deserto<br />

dell’akakus, Libia, in 4 tappe di cui<br />

una da 43 km).<br />

E tante altre belle gare: Lessinia<br />

running, Campolonga, Transcivetta,<br />

Camignada (di giorno e di notte!),<br />

Staffetta 3 rifugi, <strong>Trail</strong> di S. Martino<br />

di Lupari, Mezza maratona di Arco,<br />

Santaklaus running Belluno, Santaklas<br />

running Quarto d’Altino.<br />

RACCONTACI QUALCUNA DELLE TUE<br />

ESPERIENZE: QUAL È STATA LA COR-<br />

SA/GARA PIÙ BELLA CHE HAI FATTO?<br />

LA PIÙ LUNGA, LA PIÙ DURA, LA PIÙ<br />

“STRANA”?<br />

Ho corso parecchie gare di skyrunning<br />

in Italia e all’estero e non posso<br />

dire di averne trovata una più brut-<br />

ta. Per ora sono riuscita a salire sul<br />

podio di quasi tutte quelle alle quali<br />

ho partecipato. Nel 2004 e nel 2005<br />

alle skyrunner world series ho conquistato<br />

2 argenti mondiali. Poi sia nel<br />

2006 che nel 2007 ho fatto mio il titolo<br />

italiano. Come già detto, la mia<br />

gara più lunga è stata una 55 km in<br />

Francia, la “6000D”, bellissima e durissima…<br />

ricordo che la prima volta<br />

che la terminai pensai “mai più!”,<br />

ma dopo 10 minuti, seduta sulla riva<br />

del lago dov’era il traguardo, guardai<br />

Claudio e dissi: ”Il prossimo anno<br />

torniamo?”. E così fu…<br />

Ma oltre alla 6000D, mi piace ricordare<br />

altre gare affrontate in questi<br />

anni, in giro per l’Italia e per il mondo:<br />

la Valmalenco -Valposchiavo, il Sentiero<br />

4 luglio/maratona del cielo, la<br />

skyrace del Monterosa, la skyrace di<br />

Premana, la Red Rock Marathon, la<br />

Valcuvia extreme, la MAGA skymarathon,<br />

la maratona alpina di Zegama<br />

in Spagna, il Mezzalama estivo,<br />

la Blumon marathon, la skyrace Aosta-Becca<br />

di Nona, la Dolomiti skyrace,<br />

la Pikes Peak Marathon in Colorado,<br />

la skymarathon Scaccabarozzi<br />

sulle Grigne, la skyrace di Pontboset,<br />

la Skyrace sul vulcano Kinabalu in<br />

Malesia, l’Etna skymarathon, la Valetudo<br />

skyrunning, la skyrace di Rassa<br />

in Valsesia, il <strong>Trail</strong> del Monte Casto,<br />

la skyrace dell’Oasi Zegna, il Trofeo<br />

Kima, purtroppo su percorso ridotto,<br />

e tante altre gare, anche più corte,<br />

che non menziono ma che porto nel<br />

cuore.<br />

Accidenti! Mi sono stancata solo a<br />

rileggere l’elenco!<br />

LA PIÙ BELLA che ho fatto è stata<br />

senza ombra di dubbio l’AKAKUS<br />

PRHEISTORIC ROCK ART <strong>TRAIL</strong> con gli<br />

amici di KRAKATOA SPORT, una 100<br />

km suddivisa in 4 tappe nel deserto<br />

libico dell’Akakus.<br />

Ottima per me come primo impatto<br />

con il deserto, ho condiviso con altri<br />

18 amici questa meravigliosa esperienza<br />

che ci ha immerso completamente<br />

nell’ambiente con un clima<br />

molto familiare. Ho conosciuto persone<br />

con cui ancora oggi mi trovo<br />

per partecipare alle gare. Poi qui ho<br />

anche festeggiato il mio quarantesimo<br />

compleanno, indimenticabile.<br />

Ma soprattutto mi ha fatto amare il<br />

deserto, splendido ambiente che mi<br />

ricorda tanto l’amata montagna. LA<br />

PIÙ DURA è stata il Gran <strong>Trail</strong> Valdigne:<br />

anche se bella, ho sofferto un<br />

casino una crisi di sonno durante la<br />

notte (beh, naturale mi sembra!).<br />

Comunque dislivelli importanti che<br />

non mollano mai sia in salita che in<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 28


discesa, il meteo poi non ci ha aiutati<br />

e l’ha resa ancor più selettiva… una<br />

grande gara. LA PIÙ STRANA? Non<br />

mi viene in mente niente se non le<br />

gare che ho fatto a dicembre con il<br />

vestito da Babbo Natale. Forse devo<br />

aspettare a farne delle altre.<br />

E QUELLA CHE NON RIFARESTI?<br />

Certo, di ricordi spiacevoli ce ne<br />

sono, ma più legati al modo in cui si<br />

è condotta la gara. Brutte condizioni<br />

o cattive sensazioni fisiche e mentali<br />

possono farti soffrire oltre misura, e<br />

quando ripensi a quella gara ecco<br />

riaffiorare i brutti pensieri. Ma anche<br />

questo serve: ti riporta a fare i conti<br />

con il tuo essere vulnerabile... così<br />

miseramente e meravigliosamente<br />

umano. Una gara andata male logora<br />

sempre la nostra autostima di<br />

atleti, ma è lo spunto per riflettere e<br />

ricominciare da capo, per chiedere<br />

una rivincita a noi stessi.<br />

Non vorrei dire che non rifarei qualche<br />

gara perché ognuna è diversa<br />

e da ognuna ho imparato qualcosa.<br />

Però penso che limiterò le gare su<br />

strada anche se manterrò 1 o 2 maratone<br />

all’anno.<br />

QUAL È LA GARA CHE STAI ANCORA<br />

SOGNANDO?<br />

C’è una gara nei miei sogni... Vorrei<br />

partire un giorno per una sky che da<br />

Alagna, passando per il Gnifetti, arrivi<br />

fino al Rifugio Margherita, in una galoppata<br />

verso i ghiacciai del Monte<br />

Rosa, crepacci permettendo… Chissà,<br />

magari qualcuno mi ascolta.<br />

Anche qui non so rispondere con certezza<br />

perché sono ancora all’oscuro<br />

di molte gare che potrebbero rientrare<br />

nei miei sogni.<br />

Resto però dell’idea che ritornerò<br />

nel deserto, magari con gare un po’<br />

più impegnative anche se non mi<br />

sentirei ora pronta per la Marathon<br />

de Sables per esempio.<br />

Poi anche le gare sui ghiacciai mi<br />

intrigano, tipo la Valnoise. Poi penso<br />

alla Patagonia, alla traversata del<br />

ghiacciaio Perito Moreno, non è propriamente<br />

una gara ma il sogno di<br />

riuscire ad andarci c’è, chissà!<br />

CHE GARE HAI IN PROGRAMMA PER<br />

IL 2008?<br />

Ad oggi (16 luglio) sono a 140 km<br />

di sole gare, corsi in poco più di un<br />

mese, e la stagione è ancora lunga…<br />

Quest’anno ho voglia di essere libe-<br />

ra, partecipare a tutte le gare che<br />

voglio, senza finalità, per conoscere<br />

nuove montagne, nuovi percorsi.<br />

Ho corso: il Trittico Wintertrail (trail del<br />

Poggiolo, Trasacco e Terre di Mezzo),<br />

la Maratona di Roma, la frazione<br />

di corsa della Otzialpinmarathon<br />

di Naturno, la Tagliafuoco (circuito<br />

Terre Alte), il Gran raid delle Prealpi<br />

Trevigiane, la Cortina - Dobbiaco, il<br />

Cromagnon, la Campolonga, i pionieri<br />

del Gran Sasso, la Transpelmo,<br />

il Gran <strong>Trail</strong> Valdigne, la Transcivetta,<br />

la Camignada, l’Ecotrail del Gransasso,<br />

l’Ecomaratona della Val d’Arda.<br />

Il 29 agosto prossimo sarò alla linea<br />

di partenza di una corsa che solo a<br />

pensarci mi vengono i brividi: UTMB,<br />

gara non propriamente delle più facili<br />

per una neofita come me<br />

Poi sarò alla Skyrace del Cavallo (organizzata<br />

dalla mia squadra, “MON-<br />

TANAIA RACING”), all’Ecomaratona<br />

dei Cimbri, alle Porte di Pietra.<br />

Per ottobre al momento sono iscritta<br />

ai Templiers (70 km in Francia), a novembre<br />

credo che parteciperò alla<br />

prima edizione della maratona dei<br />

6 comuni (Vi). Tutto il resto è ancora<br />

da decidere anche perché inizierò<br />

pure con le gare di scialpinismo. Vedremo!<br />

VEDIAMO UN PO’ LE COSE DA UN AL-<br />

TRO PUNTO DI VISTA: CORRI DA SOLA<br />

O HAI COMPAGNI DI ALLENAMEN-<br />

TO? E ALLE GARE CI VAI DA SOLA? TI<br />

È CAPITATO DI CONOSCERE NUOVE<br />

PERSONE, CORRENDO? DI FARE AMI-<br />

CIZIE? O MAGARI DI INNAMORARTI?<br />

Mi alleno spesso sola, anche perché<br />

il mio lavoro (sono infermiera professionale<br />

turnista) mi concede orari diversi<br />

da altri runners. Quando possibile<br />

però condivido le mie uscite con<br />

Claudio, che da anni mi sopporta,<br />

mi assiste, mi accompagna…<br />

Ho più compagni di allenamento<br />

a seconda dei percorsi, anche se<br />

spesso per motivi di lavoro e orario<br />

corro da sola, in queste occasioni mi<br />

piace andare alla scoperta di nuovi<br />

tragitti. Alle gare ci vado spesso da<br />

sola, soprattutto alle lunghe. A volte<br />

mi incrocio con altri per dividere il<br />

viaggio ma non sempre succede.<br />

Di innamorarmi no, almeno non ancora,<br />

anche se ho conosciuto moltissime<br />

persone, e ovviamente visto<br />

l’ambiente per la maggior parte<br />

sono maschi!<br />

Amicizie si, queste posso dire di averne<br />

fatte tante, alcune anche impor-<br />

tanti, è bello poi ritrovarsi alle varie<br />

gare.<br />

PARLIAMO DI ALIMENTAZIONE: SE-<br />

GUI UNA DIETA? SEI SEMPRE ATTENTO<br />

A QUELLO CHE MANGI OPPURE NO,<br />

E TI CONCEDI QUALCHE VIZIO OGNI<br />

TANTO?<br />

Non seguo una dieta particolare,<br />

anche se forse dovrei curare meglio<br />

questo aspetto. Mangio un po’ di<br />

tutto, senza esagerare. In inverno mi<br />

lascio un po’ andare… è in questa<br />

stagione che i vasetti di nutella hanno<br />

vita breve!<br />

Sono vegetariana e, per sdrammatizzare,<br />

dico sempre che sono un<br />

po’ difettata, così mi torturano un<br />

po’ meno. A volte capita di andare<br />

in quei posti dove vivono solo di<br />

carne… mi sembra di essere una<br />

marziana! Non sto sempre attenta a<br />

quello che mangio, anzi, nonostante<br />

le esclusioni dettate dalla dieta<br />

a tavola non mi risparmio e a volta<br />

esagero pure. Vizi? Cosa sono? Tipo<br />

il gelato, il cioccolato? …eh sì! Appartengo<br />

anch’io alla categoria non<br />

propriamente sempre vincente dei<br />

viziosi.<br />

COSA MANGI PRIMA DI UNA GARA<br />

LUNGA? E DURANTE? E DOPO?<br />

In vista delle gare rientro nei ranghi,<br />

perdendo anche quel paio di kg che<br />

di solito accumulo.<br />

Prima di gare lunghe cerco di idratarmi<br />

molto: già prima di partire bevo<br />

una borraccia di sali molto diluiti, poi<br />

ogni ora assumo integratori energetici<br />

liquidi o in gel (difficile masticare<br />

mentre corri. Alimentarmi con regolarità<br />

diventa quasi un rito che scandisce<br />

il tempo che passa: quante<br />

volte guardo il crono e mi dico: ”dai<br />

che tra x minuti si mangia”, come a<br />

volermi concedere un premio per<br />

un’altra ora passata faticando.<br />

Più difficile invece è mangiare al termine<br />

di una prova lunga, lo stomaco<br />

è chiuso, l’appetito non c’è, in<br />

genere riesco a buttare giù solo cibi<br />

freschi come frutta, yogurt e a bere<br />

una buona birra. Un vero pasto lo riesco<br />

a fare il giorno dopo.<br />

Sono alle prime armi, chiedo spesso<br />

consigli a chi ha esperienza, comunque<br />

mangio come d’abitudine. Cerco<br />

di aumentare un po’ il carico di<br />

carboidrati, niente più.<br />

Durante la gara, nonostante i miei<br />

sempre presenti buoni propositi, mangio<br />

troppo poco. Non mi va proprio,<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 29


dove ci sono i piccoli ristori mi prendo<br />

di solito pezzetti di banana, frutta<br />

secca o frutta in generale, bevo generalmente<br />

acqua e ultimamente<br />

ho aggiunto la coca-cola. Non riesco<br />

a bere gli integratori e neppure<br />

il tè. Bene il caffè. Naturalmente integro<br />

con sali minerali, vitamine, carboidrati.<br />

Faccio uso di concentrati e<br />

barrette. Sempre comunque poca<br />

cosa, porto a casa almeno la metà<br />

di quello che dovrei prendere.<br />

Nei ristori delle lunghe il piatto di pasta<br />

lo mangio volentieri, ma deve essere<br />

una gara di almeno 70, 80 km,<br />

altrimenti passo.<br />

OLTRE LA CORSA: HAI UN DIARIO, UN<br />

QUADERNO DI APPUNTI, UN BLOG?<br />

TIENI TRACCIA O MEMORIA DELLE TUE<br />

CORSE?<br />

Tengo un diario di allenamento, sul<br />

quale prendo nota quotidianamente<br />

dell’attività svolta. E’ un diario<br />

molto tecnico, scarno: fatto di percorsi,<br />

tempi, pulsazioni, recuperi; non<br />

annoto mai sensazioni su quelle pagine,<br />

la parte emozionale preferisco<br />

rimanga nel pensiero.<br />

Non ho un diario, non annoto gli allenamenti.<br />

Mi scrivo solamente le gare<br />

e i lunghi con il tempo impiegato.<br />

Poi, per ricordo, prendo le foto delle<br />

gare e ho tenuto tutti i pettorali che,<br />

in 2 anni, sono già tantissimi.<br />

COME CONCILI LA CORSA CON TUT-<br />

TO IL RESTO (LAVORO, FAMIGLIA...)?<br />

Conciliare la mia attività sportiva<br />

con la famiglia, la casa, ma soprattutto<br />

il lavoro a tempo pieno in una<br />

terapia intensiva, non è sempre facile,<br />

soprattutto nel periodo estivo. E’<br />

allora che devo programmare i miei<br />

turni tenendo conto delle gare, delle<br />

trasferte. Eccomi quindi a chiedere<br />

cambi turno e a rinunciare al periodo<br />

continuativo di ferie per poter<br />

avere giorni liberi qua e là… Quante<br />

volte dopo una gara corsa al mattino<br />

mi trovo in servizio di notte! Ma<br />

il mio lavoro è importante, mi piace,<br />

mi gratifica e mi dà da vivere.<br />

Corro quando posso. Non avendo<br />

impegni familiari, che non è cosa da<br />

poco, posso gestire come voglio il<br />

mio tempo libero. Peccato però che<br />

il lavoro occupi gran parte della giornata,<br />

tanto da farmi a volte rinunciare<br />

per stanchezza. Ne approfitto nei<br />

week-end che utilizzo sempre per<br />

fare qualcosa di più. Ovvio che tutto<br />

ciò mi fa rinunciare ad altro, del resto<br />

Foto © risk4sport<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 30


non si può avere tutto dalla vita.<br />

HAI UNO SPONSOR O TI PAGHI TUTTO<br />

DA SOLO? RIESCI A PRENDERE QUAL-<br />

CHE PREMIO ALLE GARE? HAI MAI<br />

QUANTIFICATO QUANTO TI COSTA<br />

CORRERE IN UN ANNO?<br />

Certo, correndo e salendo sul podio<br />

delle gare di skyrunning si guadagna<br />

qualche soldo, che prontamente<br />

viene investito in altre iscrizioni, altre<br />

trasferte... in un’attività che si auto-finanzia.<br />

Ho anche la fortuna di essere<br />

sponsorizzata dalla Salomon, che da<br />

anni mi fornisce attrezzature sportive<br />

di qualità (scarpe, vestiario, accessori)<br />

sollevandomi da ulteriori spese.<br />

Quanti skyrunners invece, senza alcun<br />

introito o sponsor, affrontano le<br />

gare per la pura passione di parteciparvi.<br />

E’ a loro che va la mia ammirazione.<br />

Stilando un bilancio finale, non ci si<br />

arricchisce facendo la skyrunner…<br />

non sono certamente i soldi a muovere<br />

un entusiasmo che porta a fatica<br />

sicura e a successi incerti!<br />

Sono un’atleta dai risultati modesti,<br />

faccio quello che faccio per passione,<br />

quindi mi pago tutto da sola.<br />

Qualche premio alle gare mi è capitato<br />

di prenderlo, a quelle lunghe<br />

però, dove donne ce ne sono poche…<br />

è un po’ un vincere facile!<br />

Sono comunque soddisfatta anche<br />

quando non prendo nulla ma riesco<br />

a finire quello che mi sono prefissata.<br />

Non ho mai quantificato quanto<br />

spendo in un anno per correre e<br />

credo che mai lo farò. Assieme alle<br />

altre passioni sportive, correre è un<br />

bisogno da cui traggo molti benefici…e<br />

ovviamente tutto questo non<br />

ha prezzo. Risparmio magari in altre<br />

cose, che considero meno importanti.<br />

COSA VUOL DIRE PER TE CORRERE UN<br />

ULTRA<strong>TRAIL</strong>? COSA TI SPINGE A FARE<br />

CORSE ESTREME?<br />

La montagna è bellissima: le sue rocce,<br />

la sua neve, i ghiacciai, l’erba... i<br />

suoi profumi, i colori, l’aria che diventa<br />

sempre più fresca mentre sali, e la<br />

sensazione di aver fatto qualcosa di<br />

unico, quando finalmente concludi<br />

la prova. Tu, così piccola, con quelle<br />

2 gambette lì, che sei riuscita a salire<br />

lassù e a ridiscendere, ancora una<br />

volta, e non vorresti smettere mai di<br />

farlo, di sentirti così appagata…<br />

Sono stata spinta dalla semplice curiosità,<br />

dal volermi mettere alla prova.<br />

Fino a 2 anni fa non sapevo neanche<br />

cosa fossero gli ultratrail. Poi sono andata<br />

a fare la Saintè Lyon e mi sono<br />

divertita, saltato il Cromagnon per il<br />

brutto tempo ho fatto l’anno scorso<br />

la via Marenca a Dolcedo, la mia<br />

prima vera ultra con molto dislivello,<br />

qui ho capito che queste erano<br />

le cose che mi piaceva fare: il misto<br />

di corsa e camminata nell’ambiente<br />

che amo. Mi sono innamorata di<br />

queste occasione di vivere la montagna<br />

così a lungo, il fatto che non finiscono<br />

mai è una cosa che mi ispira<br />

molto, come ciò che s’incontra per<br />

la via, le difficoltà che cambiano per<br />

un nonnulla, le persone.<br />

SCUSA MA... PERCHÉ CORRI?<br />

Corro… per mettermi alla prova.<br />

Mi sembra una frase fatta ma... fondamentalmente<br />

corro perché mi<br />

piace, perché quando corro, corrono<br />

con me anche i pensieri, entro in<br />

un magico mondo dove piacevolmente<br />

mi perdo, una costante percezione<br />

del nostro corpo e del mio<br />

io. Mi sento più viva.<br />

VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?<br />

TEMA LIBERO.<br />

Non so per quanto ancora riuscirò a<br />

correre a questi livelli. Vivo il mio essere<br />

atleta in modo precario, perché<br />

un giorno tutto questo dovrà finire,<br />

Foto © Pasqualotto<br />

per un motivo o per l’altro.<br />

Ma ringrazio Dio per questa mia “vita<br />

parallela”, che tanto mi ha dato, e<br />

che continua a darmi: mi ha portato<br />

a vivere situazioni ed emozioni che<br />

non scorderò mai, mi ha arricchito<br />

con dolori e gioie, mi ha fatta felice<br />

rendendomi, forse, una persona migliore.<br />

Io veramente di cuore vorrei ringraziare<br />

tutte le persone che ho conosciuto<br />

in questo ambiente, tutte<br />

quelle che hanno reso la mia presenza<br />

possibile, quelle che mi hanno<br />

incoraggiato e sostenuto valorizzando<br />

le mie qualità. Persone che sono<br />

grandi sia di capacità sportiva ma<br />

soprattutto di umiltà, semplicità ed<br />

umanità. Persone che per mia fortuna<br />

incontro spesso. u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 31


IL PERSONAGGIO...<br />

A cura di Matteo >emme< Grassi<br />

Foto © archivio Salmaso<br />

NORBERTO<br />

SALMASO<br />

[ L’istinto e le regole ]<br />

“<strong>Trail</strong> running è letteralmente<br />

corsa su sentiero, e un sentiero<br />

è sempre avventura, emozioni,<br />

esplorazione.”<br />

La mia avventura ha inizio negli<br />

anni ‘80 con la carriera di atleta<br />

agonista nazionale di atletica<br />

leggera negli 800 e 1500 metri e nei<br />

3000 siepi.<br />

A quei tempi per preparare le gare<br />

praticavo il Fartlek, allenamento di<br />

corsa a ritmi variati, e lo facevo in<br />

collina, lungo i sentieri nei boschi e<br />

nei prati, e già allora era forte la curiosità<br />

di andare a vedere dove andava<br />

a finire quel sentiero a fianco<br />

che non avevo mai percorso.<br />

Il <strong>Trail</strong> amplificava il mio modo di<br />

esprimermi attraverso la corsa, a<br />

quell’epoca ancora considerata<br />

dai più unicamente come specialità<br />

di atletica leggera, fosse essa su<br />

pista, su strada o anche in montagna:<br />

sempre e solo, semplicemente,<br />

gara.<br />

Ma, come ha ricordato Daniele<br />

Menarini nell’editoriale n° 3 di Spirito<br />

<strong>Trail</strong>, in quel mondo della corsa<br />

apparvero negli anni ‘90 lo SKY RUN-<br />

NING e il <strong>TRAIL</strong>, e avvenne così il mio<br />

“passaggio” dai 1500 metri in pista al<br />

Giro delle Piramidi.<br />

All’epoca i <strong>Trail</strong> erano organizzati<br />

solo da associazioni francesi (Marathon<br />

des Sables, Tour delle Piramidi)<br />

e austriache (Algeria–Tamaraset),<br />

alle quali mi sono appoggiato per<br />

esprimere il mio innato “spirito trail”.<br />

Con gli anni poi il <strong>Trail</strong> è diventato un<br />

percorso di competizione vera e propria<br />

e quindi una specifica specialità<br />

del running, diffusa e praticata in<br />

tutta Europa e finalmente anche in<br />

Italia.<br />

Dal 2002, anno internazionale della<br />

montagna, ho iniziato a spostare<br />

ancora un po’ più in là la mia idea<br />

di corsa, immaginando e realizzan-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 32


do alcune imprese di esplorazione<br />

e ricerca di nuove vie per il Trekking.<br />

Nell’ambito del progetto “L’ambiente<br />

naturale una Palestra a cielo aperto<br />

– SKYFITNESS” ho realizzato la traversata<br />

Venezia-Passo dello Stelvio<br />

(2002), Cortina-Venezia (2003), Viareggio-Rimini<br />

(2004), e ho dato vita<br />

ad una scuola di corsa e avventura<br />

denominata SKYEXPLORER (www.<br />

skyexplorer.it). Queste hanno consolidato<br />

il prosieguo della mia passione<br />

per la corsa dalla pista all’ambiente<br />

naturale.<br />

Come accennato, il <strong>Trail</strong> coinvolge<br />

sempre più persone appassionate<br />

di running a ricercare emozioni particolari<br />

che solo l’ambiente naturale<br />

può dare in un mondo sempre più<br />

virtuale e artificiale. Diventando disciplina<br />

e specialità sportiva, si devono<br />

seguire dei criteri di metodologia<br />

dell’allenamento, preparazione atletica,<br />

alimentazione, abbigliamento,<br />

scarpe.<br />

L’improvvisazione avvicina sì all’esperienza,<br />

ma la passione va coltivata,<br />

con amore.<br />

Per preparare un <strong>Trail</strong> o un <strong>Ultra</strong><strong>Trail</strong>,<br />

ci si deve pensare per tempo, con<br />

consapevolezza; solo così si eviteranno<br />

possibili complicazioni o problemi<br />

fisici e sarà certo più “viva”<br />

l’avventura.<br />

Io oggi mi alleno seguendo semplici<br />

regole di base che ho codificato<br />

nella regola del 3 e del 30, da osservare<br />

per una migliore efficienza<br />

psico-fisica.<br />

Regola del 3<br />

3 volte alla settimana un’attività fisico-sportiva<br />

3 giorni di riposo massimo tra un allenamento<br />

e l’altro<br />

3 mesi: minimo di attività fisica regolare<br />

3 bicchieri d’acqua al giorno<br />

Regola del 30 (per una migliore efficienza<br />

muscolare generale)<br />

30 minuti: minimo di lavoro aerobico<br />

30 braccia: piegamenti<br />

30 addominali: con torsione<br />

30 dorsali: con torsione<br />

30 gambe: piegamenti con talloni<br />

sollevati<br />

30 saltelli: a gambe divaricate con<br />

torsione<br />

30 saltelli: con la fune<br />

E’ scontato che se l’evento <strong>Trail</strong> è importante,<br />

mi alleno anche tutti i giorni<br />

e faccio almeno un mese prima una<br />

”simulazione“ della prova. Questo mi<br />

permette di saggiare a che punto è<br />

la preparazione e che adattamenti<br />

devo inserire nell’allenamento.<br />

Ecco quindi che a queste regole di<br />

base, per chi vuole ottenere una migliore<br />

prestazione, si devono aggiungere<br />

quegli elementi di metodologia<br />

dell’allenamento (corsa di durata,<br />

media, corto veloce, interval training,<br />

fartlek, prove ripetute) che solo<br />

un tecnico, o una persona qualificata,<br />

può consigliare ad un appassionato<br />

per non incorrere in errori o sovrallenamento,<br />

casi in cui l’attività<br />

fisico-sportiva non fa più bene alla<br />

salute, ma può essere addirittura<br />

dannosa.<br />

Ma, oltre al “cosa faccio”, in allenamento<br />

è importante il “come lo<br />

faccio”, cioè lo stile e la tecnica di<br />

corsa. “Corro bene o corro male?<br />

Esiste una tecnica di corsa?”. Sono<br />

domande che ogni <strong>Trail</strong>er si deve<br />

porre, ma alle quali solo un tecnico<br />

può dare risposta. Comunque sì! Esiste<br />

una tecnica di corsa per correre<br />

sul piano, in salita, in discesa, su sterrato,<br />

sulla sabbia.<br />

L’alimentazione è un altro aspetto<br />

fondamentale, sia nella vita quotidiana<br />

che nei <strong>Trail</strong>, è l’energia che<br />

muove tutto: le gambe, la mente, lo<br />

spirito.<br />

Prediligo quella naturale, semplice<br />

e classica, sia prima che durante e<br />

dopo.<br />

Durante la corsa uso: acqua, miele,<br />

orzo, mandorle, noccioline e, solo nei<br />

<strong>Trail</strong> di più giorni o nelle mie attraversate<br />

di esplorazione in autosufficienza,<br />

tengo come emergenza i gel e<br />

le barrette specialistiche, non disdegnando<br />

di fermarmi anche ai bar o<br />

nelle trattorie per un piatto, o due,<br />

di pastasciutta e gelato. E il problema<br />

del ripartire, almeno per me, non<br />

esiste: con la fame digerisci anche il<br />

ferro! E vai carico di energia (vedi il<br />

mio ultimo “Trans <strong>Trail</strong> del Passatore”<br />

descritto in Spirito<strong>Trail</strong> n° 4).<br />

Le scarpe sono un altro elementoimpor-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 33


tante. Oggi sono diverse le proposte<br />

delle case costruttrici, studiate e diversificate<br />

per caratteristiche fisiche<br />

degli atleti, terreni e situazioni tecniche,<br />

arrivando ad offrire scarpe da<br />

gara, da allenamento, e specialistiche<br />

per la sabbia e altre condizioni<br />

estreme.<br />

Io utilizzo e consiglio, per il <strong>Trail</strong> in<br />

generale, allenamento e gara, una<br />

scarpa che sia ammortizzante su<br />

qualsiasi superficie, protettiva dai<br />

sassi sull’avampiede, con un buon<br />

grip nel battistrada. Le scarpe per<br />

le condizioni particolari, sabbia ed<br />

estreme vanno usate solo per tale<br />

scopo. Come pure le scarpe da<br />

gara, che consiglio solo agli atleti<br />

evoluti, cioè a coloro che si pongono<br />

come obiettivo le competizioni<br />

<strong>Trail</strong> per un’intera stagione o più.<br />

Anche il resto dell’attrezzatura <strong>Trail</strong>:<br />

camel bag, bastoncini, marsupio,<br />

occhiali, cappellino, da utilizzarsi a<br />

seconda dell’ambiente off road e<br />

dalla durata, sono costruiti oggi specificamente<br />

per il loro impiego nella<br />

corsa.<br />

Ripenso ai miei primi tentativi, negli<br />

anni ‘90, di adattare gli zaini da Trek-<br />

king alle esigenze del <strong>Trail</strong> e all’utilizzo<br />

di liofilizzati e creme per bambini<br />

nell’alimentazione... altro che gel e<br />

barrette energetiche!<br />

Nelle mie traversate di esplorazione<br />

in autosufficienza di più giorni, la carta<br />

topografica e la bussola sono fondamentali<br />

e rimangono tali, anche<br />

dopo l’introduzione di uno strumento<br />

scientifico e straordinariamente comodo<br />

come il GPS. Ho infatti constatato<br />

che in alcuni casi la mancanza<br />

di segnale satellitare, campi magnetici<br />

strani che interferiscono o batterie<br />

esaurite, possono far venire meno<br />

anche il suo funzionamento.<br />

Per concludere, ricordo che per<br />

qualsiasi progetto di traversate o di<br />

partecipazione a un <strong>Trail</strong>, la preparazione<br />

atletica va da 3 mesi a 1 anno.<br />

Con allenamenti di corsa specifici,<br />

studio su carta topografica, road<br />

book , altimetria, difficoltà, abbigliamento,<br />

scarpe, alimentazione, preparazione<br />

atletica di forza, mobilità,<br />

stretching. Insomma una preparazione<br />

“globale”.<br />

Ecco fatto, spero di aver descritto<br />

un ABC del <strong>Trail</strong> running, per muovere<br />

i primi passi di corsa con facilità<br />

sui sentieri. E, ripensando ad un<br />

aforisma di Giacomo Leopardi: “La<br />

cultura non è solo erudizione, ma è<br />

anche avventura“, auguro a tutti un<br />

buon <strong>Trail</strong>. u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 34


CURIOSITA’...<br />

“IO C’ERO!”<br />

Piccole grandi imprese di veri spiriti trail<br />

A cura di Simone Brogioni<br />

L’ALTA VIA N. 1 NON-STOP<br />

Flavio Zanet ha realizzato un sogno<br />

che cullava da anni: percorrere l’Alta<br />

Via n. 1 dal Lago di Braies a Belluno<br />

non-stop. Il percorso misura circa 132<br />

km con circa 7200 metri di dislivello<br />

positivo. Flavio è riuscito a portare a<br />

termine la sua impresa in meno di un<br />

giorno: 23 ore e 46 minuti il suo tempo<br />

finale. Per allenarsi, a luglio Flavio<br />

aveva percorso l’Anello Zoldano: 80<br />

km con 5000 m D+.<br />

EMANUELA TRICOLORE<br />

Dopo il successo alla Red Rock Sky<br />

Marathon, Emanuela Brizio, che su<br />

questo numero si racconta agli amici<br />

di Spirito <strong>Trail</strong> nell’intervista doppia,<br />

si è laureata domenica 31 agosto<br />

campionessa italiana di FSA 2008<br />

di X-<strong>Ultra</strong> SkyMarathon. Emanuela<br />

ha vinto infatti in 7h 59’ 08” il Trofeo<br />

Kima, la grande Corsa sul Sentiero<br />

Roma, prova valida per l’assegnazione<br />

del titolo.<br />

TRA LE SELVAGGE MARMAROLE<br />

Mario Marin e il suo amico Gabriele<br />

sono partiti alle 23 del 5 luglio da<br />

Val da Rin, sopra Auronzo di Cadore<br />

(BL), per compiere l’intera traversata<br />

delle Marmarole, selvaggio gruppo<br />

montuoso che si estende per 16 km<br />

in linea d’aria tra l’Antelao e il Sorapiss.<br />

Cinque i bivacchi toccati dai<br />

due trailer: Fanton, Tiziano, Musatti,<br />

Voltolina e Comici, con arrivo alla<br />

Foresta di Somadida in località Palus<br />

San Marco. La traversata è stata<br />

rallentata dalla notevole presenza di<br />

neve, quest’anno abbondantissima,<br />

che non ha comunque impedito a<br />

Mario e Gabriele, muniti di piccozza,<br />

di completare il grandioso giro in<br />

15 ore e mezza, senza incontrare né<br />

acqua né escursionisti lungo il percorso.<br />

LE GUGLIE DELLO CHABERTON<br />

Le amiche Ilaria e Raffaella hanno<br />

partecipato il 3 Agosto alla Chaberton<br />

Marathon, da Monginevro a<br />

Cesana torinese. Raffaella, qualche<br />

notte prima della gara, forse per<br />

l’agitazione di partecipare al suo<br />

primo trail importante, ha sognato di<br />

correre sulla muraglia cinese; la particolarità<br />

era che in gara si doveva<br />

saltare da una guglia all’altra, e le<br />

guglie erano ben 8 milioni! Al termine<br />

della Chaberton Marathon, le due<br />

amiche di guglie ne hanno scalate<br />

molte meno, ma la fatica è stata<br />

comunque tanta, ripagata però da<br />

un’immensa soddisfazione.<br />

Segnalateci le vostre piccole grandi<br />

imprese scrivendo a<br />

redazione@spiritotrail.it<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 35


CONCORSO FOTOGRAFICO...<br />

“SCATTI…<br />

DI CORSA!”<br />

“SPIRITO <strong>TRAIL</strong>” BANDISCE IL<br />

1° CONCORSO FOTOGRA-<br />

FICO “SCATTI… DI CORSA!”<br />

SUL TEMA: “LA CORSA IN NA-<br />

TURA” OVVERO IMMAGINI<br />

ED EMOZIONI DEL <strong>TRAIL</strong> RUN-<br />

NING.<br />

Regolamento<br />

1. La partecipazione è gratuita e aperta<br />

a tutti, senza distinzione di età o nazionalità.<br />

2. Il concorso prevede una sola categoria<br />

ma è lasciata la massima libertà sia<br />

nell’interpretazione del soggetto sia nella<br />

tecnica.<br />

3. Ogni autore/autrice può presentare<br />

un massimo di 3 fotografie in b/n e/o colore.<br />

Sono ammesse elaborazioni digitali.<br />

4. Le opere dovranno avere le seguenti<br />

caratteristiche:<br />

. essere esclusivamente in formato digitale<br />

JPG<br />

. essere spedite via e-mail a redazione@<br />

spiritotrail.it<br />

. essere nominate con cognome e nome<br />

dell’autore e numero progressivo in minuscolo<br />

separate da under_score (esempio:<br />

rossi_marco_01.jpg rossi_marco_02.<br />

jpg )<br />

5. Le foto potranno essere accompagnate<br />

da una didascalia, una storia, una<br />

poesia per raccontare l’evento legato al<br />

soggetto fotografato.<br />

6. Le foto possono essere state scattate<br />

in ogni parte del mondo.<br />

7. Le foto pervenute sono a disposizione<br />

della redazione e possono essere utilizzate<br />

senza vincolo alcuno.<br />

8. Gli autori, inviando le foto, dispensano<br />

la redazione da qualsiasi onere presente<br />

e futuro, garantendo che le stesse opere<br />

non sono gravate da qualsivoglia diritto.<br />

9. Le opere dovranno essere di proprietà<br />

dell’autore, non sono ammesse foto non<br />

scattate dell’autore<br />

10. Il giudizio della Giuria è insindacabile<br />

ed inappellabile.<br />

11. Ogni autore è responsabile del contenuto<br />

delle immagini pervenute e ne<br />

autorizza l’esposizione in internet sul sito<br />

www.spiritotrail.it<br />

12. La premiazione verrà effettuata in<br />

data e luogo da definirsi al termine del<br />

concorso.<br />

13. L’invio stesso delle foto verrà considerato<br />

come accettazione del presente<br />

Regolamento.<br />

COMMISSIONE<br />

La commissione esaminatrice, presieduta<br />

dalla fotografa Belinda Sorice, è<br />

composta dalla redazione della webzine<br />

Spiritotrail. La commissione deciderà<br />

insindacabilmente le opere da premiare<br />

basandosi sui criteri seguenti:<br />

1) QUALITA’ E TECNICA FOTOGRAFICA<br />

2) CREATIVITA’<br />

3) PUNTO DI RIPRESA<br />

L’elenco dei primi classificati verrà pubblicato<br />

online sul sito www.spiritotrail.it. Il<br />

vincitore sarà contattato direttamente<br />

dalla redazione.<br />

PREMI<br />

Tra le foto pervenute entro il giorno 20<br />

di ciascun mese, la commissione esaminatrice<br />

sceglierà la “Foto del mese”<br />

che verrà pubblicata sulla webzine<br />

“Spiritotrail” del mese successivo. Tra le<br />

6 foto prescelte come “foto del mese”<br />

nel periodo luglio 2008 – dicembre 2008<br />

verrà scelto un vincitore assoluto, la cui<br />

foto verrà premiata con il titolo di “Foto<br />

dell’anno”. La foto dell’anno, oltre ad essere<br />

pubblicata sul numero di dicembre<br />

della webzine, rimarrà esposta per almeno<br />

un anno al seguente indirizzo:<br />

www.spiritotrail.it<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 36


Ascesa al Rifugio Porro...<br />

“In un momento di pausa per bere, ho voltato lo sguardo e davanti a me si è aperto lo scenario che ho ripreso. Lei<br />

(la mucca) se ne stava lì incurante di me e di tutto quello che accadeva.<br />

Il suo manto si confondeva con la terra e il cielo maculati come lei.<br />

Era un momento magico ed irripetibile...”<br />

Daniele>Rundiamo 62


Foto © Cristina Murgia<br />

VADEMECUM...<br />

la stagione<br />

A cura di Gualtiero >Krom< Linetti<br />

Dopo avere portato a termine<br />

una lunga preparazione<br />

primaverile, spero che<br />

tutti abbiamo potuto raggiungere<br />

l’obiettivo che ci eravamo posti per<br />

l’estate.<br />

Il calendario è ormai abbastanza ricco<br />

anche in Italia oltre che in Europa,<br />

Francia in primis. È logico sfruttare la<br />

preparazione e lo stato di forma per<br />

partecipare a più gare anche lunghe<br />

nella stessa stagione.<br />

Verrebbe da pensare subito agli<br />

appuntamenti importanti nel calendario,<br />

quelli per cui iscriversi è una<br />

corsa contro il tempo e sul filo della<br />

connessione internet molti mesi prima<br />

dell’evento, però esistono anche<br />

decine di appuntamenti che<br />

non necessitano di preventive programmazioni.<br />

Eventi che possiamo<br />

inserire nel nostro calendario anche<br />

senza anticipi ulteriori di qualche set-<br />

Programmare<br />

timana, gare che prospettiamo fattibili<br />

alla luce del nostro precedente<br />

risultato o che possono essere considerate<br />

una rivincita personale se il<br />

primo appuntamento, quello tanto<br />

agognato, non fosse andato secondo<br />

le nostre aspettative.<br />

D’altraparte, ed ecco il lato negativo,<br />

un calendario così ricco di gare<br />

può indurci ad esagerare, acccumulando<br />

in agenda troppi appuntamenti<br />

trail, specialmente lunghi.<br />

Il rischio è quello di logorarsi, e non<br />

solo fisicamente, a causa del sovraccarico<br />

e dei traumi più o meno<br />

“visibili”. Fare due ultratrail temporalmente<br />

ravvicinati con parecchio<br />

dislivello e con il proposito di un sostenuto<br />

impegno in entrambi è abbastanza<br />

rischioso.<br />

Il mio consiglio è di lasciare trascorrere<br />

tre, quattro, meglio ancora cinque<br />

settimane tra due appuntamen-<br />

trail<br />

ti di lunghissima distanza, specie,<br />

appunto, se entrambi con dislivelli<br />

significativi e con obiettivi ben al di<br />

là del semplice taglio del traguardo.<br />

Secondo questo pensiero, durante<br />

la lunga stagione estiva (da maggio<br />

a settembre), non mi sentirei dunque<br />

di consigliare più di quattro ultratrail.<br />

Perché se è appurato che il trail running<br />

è meno stressante rispetto alla<br />

corsa su strada di lunghissima distanza,<br />

perlomeno a livello osteo-articolare,<br />

è altrettanto vero che l’impegno<br />

di un ultratrail è comunque<br />

oneroso da molti punti di vista.<br />

Come possiamo strutturare la preparazione,<br />

o meglio, il mantenimento<br />

della forma, tra di essi?<br />

Il primo presupposto è sicuramente<br />

quello di garantire un periodo di<br />

una settimana o poco più di riposo<br />

(che non significa astensione assoluta<br />

dall’attività fisica) successivo alla<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 38


prima prova e, temporalmente opposta,<br />

una fase di scarico o ricerca<br />

della migliore forma-concentrazione<br />

nella settimana che precede la successiva<br />

gara. Tra questi due periodi<br />

possiamo inserire micro-cicli di allenamento<br />

che mantengano alto lo<br />

stato di forma continuando ad interessare<br />

gli adattementi necessari alla<br />

tipicità del trail running e cioé:<br />

• allenamenti che ci portino a correre<br />

attorno alla soglia, come circuiti<br />

collinari intensi, non lunghissimi<br />

come distanze, ma che alternino fasi<br />

di salita ad impegno massimale, ad<br />

altre di recupero, presumibilmente in<br />

discesa, corse all’andatura tipica di<br />

un ultratrail. In alternativa va bene<br />

qualsiasi lavoro intervallato anche in<br />

pianura, fissando le distanze di inizio<br />

e termine delle parti veloci con indicazioni<br />

naturali (alberi, cartelli stradali,<br />

incroci) per aumentarne la variabilità,<br />

tenere desta l’attenzione ed<br />

evitare quell’allergia mentale che<br />

molti provano in uscite di questo tipo<br />

(eliminando ogni riferimento cronometrico<br />

o spaziale).<br />

• Ripetizioni di brevissime (da dieci<br />

a trenta secondi) salite ad impegno<br />

massimale aventi come obiettivo<br />

la stimolazione della gittata cardiovascolare.<br />

Il programma dell’uscita<br />

può essere facilmente costruito su<br />

5-10 ripetizioni di questo tipo recuperando<br />

con la camminata in discesa,<br />

e ripetendo la serie per 3-5 volte intervallando<br />

ciascuna con qualche<br />

minuto di corsa lenta. Al termine del<br />

programma si può inserire un tratto<br />

anche in pianura in cui si possa allungare<br />

la falcata e sciogliere eventuali<br />

rigidità muscolari.<br />

• Proprio per non affaticare la struttura<br />

muscolare consiglio anche di<br />

ridurre la lunghezza delle uscite di<br />

endurance. L’endurance, cioé l’insieme<br />

della resistenze (mentali e fisiologiche),<br />

è una qualità che decade<br />

meno rapidamente rispetto ad altre.<br />

Per cui, essendo la priorità di questo<br />

periodo transitorio tra due trail il<br />

recupero dei traumi assorbiti dalla<br />

struttura muscolare, scheletrica e<br />

articolare, reputo poco utile insistere<br />

particolarmente su questo aspetto.<br />

La parola d’ordine è diminuire inten-<br />

sità e durata dei lunghi.<br />

• Convincersi che il miglioramento<br />

degli adattamenti alla sollecitazioni<br />

non va forzato e raggiunto nel breve<br />

arco di tempo che separa due gare,<br />

ma esso è il risultato dell’avvicendarsi<br />

di tutta la programmazione stagionale.<br />

Evitiamo quindi di sovraccaricare<br />

l’organismo in questa fase con<br />

la speranza di migliorare risultati e<br />

prestazioni: è dannoso e controproducente<br />

affaticarsi più del dovuto.<br />

L’obiettivo deve essere quello del<br />

mantenimento e della ricerca della<br />

massima forma.<br />

Nel periodo di recupero dopo la gara<br />

va posta una cura particolare all’alimentazione<br />

e al riposo. Il recupero<br />

delle risorse energetiche spese nella<br />

prova precedente è fondamentale e<br />

va fatto con il giusto criterio e importanza,<br />

e lo stesso dicasi per il rispetto<br />

del riposo e del giusto sonno. Se non<br />

si hanno particolari problemi fisici si<br />

possono svolgere corse lente senza<br />

particolari obiettivi; tuttavia il miglior<br />

riposo “attivo” consiste nel dedicarsi<br />

ad altre attività sportive, anche aerobiche,<br />

ma che interessano distretti<br />

in parte o in tutto diversi da quelli<br />

della corsa: nuoto, mountain-bike,<br />

ciclismo per esempio, naturalmente<br />

ad intensità non agonistiche.<br />

Nella fase di scarico che precede<br />

la gara, diciamo la settimana<br />

precedente, dobbiamo evitare di<br />

appesantire muscoli e mente. Vanno<br />

benissimo uscite di corsa lenta<br />

che terminino con allunghi o brevi<br />

tratti di corsa media intervallati o<br />

continui. Insistere, al termine di ogni<br />

uscita, con allungamenti muscolari<br />

(stretching). L’obiettivo è, a maggior<br />

ragione all’approssimarsi dell’evento<br />

successivo, tenere elastici i distretti<br />

muscolari degli arti inferiori.<br />

In generale, intendendo il trail running<br />

come una corsa dove l’obiettivo<br />

cronometrico o prestazionale è<br />

relegato in netto secondo piano, per<br />

la maggior parte di noi almeno, la<br />

cosa che mi sento di consigliare ad<br />

ognuno è l’equilibrio. Equilibrio nella<br />

scelta e nell’ammassamento e concatenamento<br />

di gare nel proprio<br />

calendario: che sia il piacere (vietato<br />

perdere di vista questo aspetto<br />

in favore di canoni quali il “dovere”<br />

o l’agonismo puro) della pratica di<br />

questa meravigliosa disciplina a guidarci<br />

e, innanzitutto, il buon senso<br />

verso chi ci vive vicino e, ancora di<br />

più, verso la nostra qualità di vita. u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 39


MATERIALI...<br />

lafuma<br />

SKY RACE<br />

A cura di Gualtiero >krom< Linetti e Matteo >emme< Grassi<br />

Ci sono scarpe da trail che nascono<br />

adattando scarpe da<br />

strada e scarpe da trail che<br />

nascono invece apposta per gli ambienti<br />

montani.<br />

È questo il caso della Sky Race di Lafuma,<br />

storico brand francese specializzato<br />

in attrezzatura da montagna<br />

e attento alle tematiche ambientali.<br />

Progettata con l’aiuto del Lafuma<br />

Team (Karine Herry in particolare,<br />

ma anche Corinne Favre e il “nostro”<br />

Maurizio Scilla) e con la collaborazione<br />

di podologi, si presenta con una<br />

linea aggressiva e un look accattivante.<br />

Le caratteristiche salienti che<br />

colpiscono a prima vista sono il sistema<br />

di allacciatura molto avvolgente<br />

e la tassellatura scolpita e “graffiante”<br />

della suola.<br />

Alla calzata la scarpa è confortevole,<br />

ben ammortizzata e questo anche<br />

dopo parecchie ore di corsa. Il<br />

sistema di allacciatura, denominato<br />

Twinlace®, è del tipo rapido, ma con<br />

l’originale peculiarità di avere un<br />

doppia chiusura, una per l’avampiede<br />

e una per il collo del piede. Questa<br />

particolarità, unita all’avvolgenza<br />

del sistema e alla fitta distribuzione<br />

delle fasce laterali, garantisce una<br />

chiusura veramente personalizzabile<br />

e quindi omogenea. Va prestata<br />

però attenzione al completo serraggio<br />

dei sistemi di chiusura, pena<br />

il loro allentamento specialmente<br />

dopo discese sconnesse. Un altro<br />

dettaglio che non ci ha convinto è<br />

la tenuta della linguetta a tasca che<br />

dovrebbe trattenere i due manicotti<br />

di fermo dopo la chiusura: durante le<br />

prove della scarpa sono spesso usciti<br />

con conseguente “saltellamento”<br />

ad ogni balzo.<br />

La tomaia (in tessuto Mesh 3D) è<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 40


morbida e ben traforata, ma spessa,<br />

fattore che insieme alle fascette<br />

(impermeabili) di collegamento tra<br />

allacciatura, tomaia e suola rendono<br />

abbastanza difficoltosa l’evacuazione<br />

del sudore ma soprattutto<br />

dell’acqua di pioggia, pozzanghere<br />

e ruscelli.<br />

Il puntale, in gomma semi-rigida TPU,<br />

garantisce un’ottima protezione<br />

contro sassi e altri urti accidentali.<br />

L’ammortizzazione è molto elevata,<br />

soprattutto in zona tallonare, l’intersuola<br />

(sviluppata, come la tassellatura,<br />

da Vibram), è confortevole e dotata<br />

di inserti di maggiore densità sul<br />

lato interno del piede per contenere<br />

le forze pronatrici.<br />

La scarpa è reattiva e mediamente<br />

leggera.<br />

Il vistoso inserto rigido per il controllo<br />

della torsione e l’aggressivo grip<br />

sull’avampiede permettono ottima<br />

efficienza in fase di spinta su terreni<br />

instabili.<br />

La stabilità del piede coeso con la<br />

scarpa (l’allacciatura è davvero<br />

avvolgente) è rinfozata da strutture<br />

rigide che avvolgono lo scafo tallonare.<br />

Anche in fase di appoggio e<br />

atterraggio il grip a disegno invertito<br />

(rispetto alla direzione del moto) è<br />

molto scolpito e acuisce la sensazione<br />

di controllare ottimamente la<br />

distribuzione del peso.<br />

La tassellatura della suola (Xrun®<br />

da Vibram, appunto), vera punta<br />

di diamante della scarpa, consta di<br />

scolpiture profonde sulla pianta che<br />

verso i lati si fanno quasi acuminate<br />

ricordando come forma i ramponi<br />

da ghiaccio. Questa caratteristica<br />

si riflette nella sicurezza trasmessa<br />

durante la corsa. Il materiale della<br />

Comfort: OTTIMO<br />

Reattività: ECCELLENTE<br />

Ammortizzazione: ECCELLENTE<br />

Stabilità: ECCELLENTE<br />

Grip: ECCELLENTE<br />

Protezione: OTTIMA<br />

Sistema di<br />

Chiusura:<br />

BUONO<br />

suola è parso buono, anche molto<br />

resistente alla abrasioni rocciose e<br />

all’usura.<br />

In conclusione la scarpa è magnificamente<br />

dotata a livello tecnico, altamente<br />

innovative alcune scelte e,<br />

malgrado qualche puntualizzazione<br />

da rivedere alla prossima edizione, si<br />

tratta di un modello particolarmente<br />

efficace e ben bilanciato tra le varie<br />

caratteristiche. Per questo possiamo<br />

considerarla una scarpa versatile,<br />

polivalente e adatta anche ad atleti<br />

con caratteristiche fisiche diverse.<br />

Ottima per gli allenamenti su ogni distanza,<br />

con terreni anche molto accidentati,<br />

eccellente per atleti dal<br />

peso contenuto.<br />

Ideale per gare in ambiente montano;<br />

per gli atleti leggeri anche su<br />

ultradistanze, per gli altri non oltre la<br />

maratona.<br />

Sconsigliata ai supinatori.<br />

Parametri di valutazione<br />

Comfort: il piede percepisce l’interno della scarpa come comodo?<br />

Reattività: la scarpa si muove fluidamente accompagnando il piede dalla<br />

fase di appoggio a quella di stacco da terra?<br />

Ammortizzazione: la scarpa è adeguatamente ammortizzata?<br />

Stabilità: la scarpa offre adeguata stabilità in fase di appoggio su un terreno<br />

sconnesso? La scarpa è in grado di impedire storte alle caviglie o altri<br />

potenziali infortuni?<br />

Grip: La suola è in grado di assicurare sufficiente tenuta, riducendo il rischio<br />

di scivolare sia su fondi asciutti sia bagnati?<br />

Protezione: la scarpa protegge il piede negli urti contro rocce, pietre, radici?<br />

Sistema di chiusura: è in grado di impedire al piede di scivolare verso la<br />

punta durante le discese?<br />

Peso: qual è il peso della scarpa?<br />

VALUTAZIONE delle LAFUMA SKY RACE<br />

Calzata morbida e soffice. Il comfort non decade nemmeno dopo molte ore<br />

di corsa. Un piccolo appunto sulla traspirazione non eccelsa..<br />

Il peso mediamente contenuto e le densità dell’intersuola consento una rullata<br />

senza cedimenti.<br />

Lo spessore e la densità dell’intersuola permettono di assorbire grandi urti in<br />

fase di atterraggio.<br />

Allacciatura, inserti rigidi, grip e reattività consentono un’elevata sicurezza di<br />

spinta e appoggio.<br />

In assoluto la cosa migliore della scarpa. Straordinaria su terreni non compatti.<br />

Il puntale semirigido è fra i migliori in commercio. Migliorabile la protezione<br />

della suola nell’avampiede.<br />

Perfetto come adattabilità e avvolgenza, ma con qualche piccola carenza<br />

funzionale (allentatura dei lacci, linguetta a tasca che non trattiene i manicotti).<br />

Peso: OTTIMA Il peso, nella fascia media (360 US9), la rende adatta per tutte le distanze.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 41


PREVIEW...<br />

ECOMARATONA<br />

Testo di Simone Brogioni<br />

Foto @ Francesco Benvenuti<br />

Il Chianti senese è una delle zone<br />

più belle del mondo. Parola di fiorentino<br />

che, alla faccia del suo<br />

campanilismo imperante, riesce ad<br />

ammettere che a pochi chilometri<br />

dalla città gigliata c’è una terra che<br />

regala panorami ed emozioni pari<br />

a quelle che si provano ammirando<br />

Firenze dall’alto del Piazzale Michelangelo.<br />

Il ricordo<br />

Il 19 ottobre 2008 partirà da Castelnuovo<br />

Berardenga, a circa 20 km da<br />

Siena, la seconda edizione dell’Ecomaratona<br />

del Chianti, nella speranza<br />

che il clima sia meno rigido dello<br />

scorso anno. La vera impresa non<br />

fu infatti percorrere i 42,195 km, ma<br />

togliersi la tuta prima della partenza,<br />

con la temperatura vicina allo<br />

zero e un vento gelido che tagliava<br />

le guance. Ma proprio quel clima e<br />

quel vento contribuirono a mantenere<br />

pulito il cielo, che fece emergere<br />

ancora di più la meraviglia delle<br />

crete senesi.<br />

Un mese dopo l’ecomaratona dei<br />

Cimbri, con la salita al Pizzoc ancora<br />

sulle gambe, l’idea di correre altri<br />

del CHIANTI<br />

a piccoli passi verso il trail<br />

42 km di saliscendi mi spaventava un<br />

po’. Invece, arrivato nella piazza di<br />

Castelnuovo, respirai subito un’atmosfera<br />

che mi fece capire di non<br />

aver sbagliato ad essere lì, perché<br />

l’ecomaratona del Chianti sarebbe<br />

stato un evento da ricordare e da<br />

rifare.<br />

La gara<br />

Ancora infreddoliti partiamo attraversando<br />

il piccolo borgo e subito ci<br />

gettiamo tra le crete, per arrivare in<br />

breve al Cippo di Monteaperti; sono<br />

già passati 10 km, volati tra tante<br />

chiacchiere con amici. Il tracciato<br />

è divertente, mai troppo duro, tutto<br />

corribile. Il Castello di Montegiachi<br />

merita un’andatura “turistica” e i vari<br />

poderi si attraversano quasi in punta<br />

di piedi per non fare troppo rumore.<br />

A Villa a Sesta troviamo l’unica salita<br />

ripida e poco corribile della gara:<br />

1.500 metri di pietre che ci portano a<br />

Campi, punto più alto del percorso<br />

con i suoi 646 metri. Da qui si scende<br />

fino al grazioso borgo di San Gusmè,<br />

dal quale si dominano le colline del<br />

Chianti. Ma le meraviglie non sono<br />

finite: la salita alla tenuta di Arceno,<br />

immersi in un viale cipressato di un<br />

chilometro, è uno dei ricordi più nitidi<br />

dell’ecomaratona del Chianti. Dopo<br />

aver attraversato gli ultimi poderi, si<br />

arriva alla piazza di Castelnuovo Berardenga:<br />

42,195 km e 1.500 metri di<br />

dislivello.<br />

Un’eco per tutti<br />

Un’ecomaratona facile, forse la<br />

meno impegnativa del Circuito,<br />

adatta a chi vuole avvicinarsi al trail<br />

a piccoli passi. Perché anche questo<br />

è importante nel trail: non esagerare,<br />

non strafare, non partire subito con<br />

percorsi dai chilometraggi e dai dislivelli<br />

impossibili per uno “stradaiolo”.<br />

Un’ecomaratona che si può correre<br />

tranquillamente con scarpe A3, nella<br />

speranza che non piova, visto che<br />

le crete senesi, una volta bagnate,<br />

hanno l’effetto delle sabbie mobili...<br />

Un’ecomaratona per tutti insomma,<br />

consigliata in special modo a chi<br />

non ha mai visitato questo angolo di<br />

Toscana da scoprire non solo il giorno<br />

della gara ma anche nei giorni<br />

precedenti o successivi, magari cogliendo<br />

l’occasione per un breve<br />

periodo di vacanza.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 42


NOTIZIE UTILI<br />

2 a ECOMARATONA DEL CHIANTI<br />

Castelnuovo Berardenga, 19 ottobre 2008<br />

Partenza: ore 9<br />

Tempo massimo: 8 ore<br />

Organizzazione: associazione polisportiva La Bulletta e Comitato Ecomaratona<br />

del Chianti<br />

Patrocinio: Comune di Castelnuovo Berardenga, Provincia di Siena, Lega<br />

atletica leggera Uisp Siena, Regione Toscana, Pogas (politiche giovanili e<br />

attività sportive).<br />

Contatti: www.ecomaratonadelchianti.it info@ecomaratonadelchianti.it<br />

Giovanni tel. 349 2183704, Christian tel. 331 2109253<br />

Costo di iscrizione: 26 euro entro l’11 ottobre e 35 euro dopo.<br />

Ritiro pettorali: sabato 18/10 dalle 15 o la mattina del 19/10 dalle 7.00 alle<br />

8.00 in Piazza Marconi a Castelnuovo Berardenga, esibendo un documento<br />

d’identità.<br />

Promozione per le società: ogni 10 iscritti due pettorali gratis<br />

ECOPASSEGGIATA DI 10 KM<br />

Iscrizione gratuita, con buono per il<br />

PastaToscaParty<br />

Partenza ore 9.45 da San Gusmè (5<br />

km da Castelnuovo)<br />

Arrivo a Castelnuovo Berardenga in<br />

piazza Marconi, dopo aver percorso<br />

gli ultimi chilometri dell’ecomaratona<br />

e aver attraversato il viale di cipressi<br />

che porta a Villa Arceno.<br />

E’ inoltre possibile partecipare gratuitamente<br />

a tour organizzati dal Comune<br />

di Castelnuovo Berardenga presso<br />

castelli e cantine, con partenze il sabato<br />

e la domenica.<br />

Per informazioni: 0577.351302.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 43


PREVIEW...<br />

Testo di Maurizio Scilla<br />

Foto © archivio >mauscilla<<br />

L T<br />

afuma rail<br />

del Monte Casto<br />

La storia<br />

Forse era già scritto che il Monte<br />

Casto e i suoi sentieri sarebbero diventati<br />

un riferimento nella mia vita.<br />

Fin da piccolo con mia madre partivamo<br />

da casa ad Andorno Micca<br />

(540 m) e salivamo a piedi, prima<br />

a Tavigliano (che piacere bere alle<br />

tante fontanelle poste ai bordi della<br />

strada), poi fino all’alpe Pratetto (m<br />

1050) dove si trovava e si trova ancora<br />

una bella trattoria; sulle pendici<br />

del Monte Casto qualche volta raccoglievamo<br />

i ciclamini con le loro<br />

foglie a forma di cuore e quel loro<br />

colore verde scuro maculato di un<br />

verde-grigio più chiaro. Dopo qualche<br />

tempo però le piante sembra-<br />

vano patire la lontananza dal loro<br />

luogo d’origine, quello che succede<br />

a me quando sono costretto dagli<br />

infortuni a stare lontano dalle amate<br />

montagne.<br />

A volte, dopo una sosta, si proseguiva,<br />

passando dalla Capanna Volpi<br />

e raggiungendo infine il Bocchetto<br />

Sessera da dove si gode di una bella<br />

vista sul Monte Rosa.<br />

Attorno al 1990 invece il Monte Casto<br />

divenne terreno di allenamenti<br />

con un caro e forte amico, Maurizio<br />

Bider, ora in Giappone. Con lui scoprimmo<br />

nuovi sentieri nel silenzio di un<br />

piccolo paradiso a pochi chilometri<br />

da casa, poco dopo il Bocchetto<br />

Sessera. Fu terreno di allenamento<br />

per le gare di sci di fondo, con le sue<br />

piste a mezz’ora da casa; negli ultimi<br />

anni ho portato diversi amici trailer a<br />

provare il mio percorso da 21 km, e<br />

così ,spinto dal loro entusiasmo, mi<br />

sono deciso nel 2006 ad organizzare<br />

la prima edizione del <strong>Trail</strong> del Monte<br />

Casto e, visti gli apprezzamenti, ho<br />

deciso di proseguire, quest’anno aggiungendo<br />

una novità: una prova di<br />

42 km.<br />

Il percorso<br />

Si parte nei pressi del campo sportivo<br />

di Andorno Micca e, dopo un breve<br />

tratto pianeggiante, si sale su per un<br />

sentiero completamente immerso<br />

nel bosco che porta alla croce del<br />

Monte Casto (1138 m).<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 44


Poco dopo inizia una dolce discesa<br />

che conduce alle Selle di Pratetto,<br />

pianoro dal quale la vista si estende<br />

da Bielmonte a tutte le creste della<br />

Valle Cervo. Qui si continua a scendere<br />

fino a quota 800 m, dove ricomincia<br />

la salita che porta alla Bunda<br />

Granda e infine al Bocchetto Sessera<br />

(km 14,8 - 1380 m) tramite la mulattiera<br />

che viene usata da sempre<br />

per la transumanza. Siamo all’interno<br />

dell’Oasi Zegna, si scende dolcemente,<br />

si passa all’Alpe Scheggiola,<br />

piccolo gioiello della val Sessera, si<br />

scende ancora fino ad arrivare nei<br />

pressi del torrente Sessera (1000 m) e<br />

si raggiunge su saliscendi l’Alpe Baraccone.<br />

Attraversato il torrente su un caratteristico<br />

ponte a schiena d’asino, si<br />

passa nei pressi delle caratteristiche<br />

baite del campeggio verde e si affronta<br />

una nuova salita che riporta<br />

al Bocchetto Sessera (km 24,8). Un<br />

sentierino in discesa conduce all’alpe<br />

Pratetto, segue un tratto prevalentemente<br />

in discesa che porta<br />

a quota 580 m (km 34,7); qui inizia<br />

l’ultima breve asperità della giornata:<br />

un sentiero permette agli atleti di<br />

raggiungere la chiesetta degli Eremiti<br />

e con un ultimo sforzo si arriva<br />

alla località “il Quadretto” (780 m -<br />

37km), si continua nel sottobosco su<br />

saliscendi e passata la fraz. Colma<br />

inizia la discesa finale.<br />

Luoghi lungo il percorso<br />

• Monte Casto & Pratetto: il Monte<br />

Casto in origine era una zona occupata<br />

da pascoli, poi molteplici<br />

interventi di rimboschimento a partire<br />

dagli anni trenta hanno portato<br />

alla creazione di un’area nella quale<br />

predominano le conifere di varie<br />

specie, un luogo ideale per godersi<br />

pace e tranquillità; Pratetto si trova<br />

a 1046 m di quota, immerso in verdi<br />

pascoli e boschetti di betulle, famoso<br />

per la spettacolare fioritura di narcisi<br />

che imbianca come una nevicata i<br />

suoi prati.<br />

• Oasi Zegna: si estende per circa<br />

100 Km2, copre la parte orientale<br />

delle Alpi Biellesi ed è attraversata<br />

dalla Panoramica Zegna, la strada<br />

che l’imprenditore Ermenegildo Zegna,<br />

profondamente legato alla sua<br />

terra, realizzò per portare la vita alla<br />

montagna e alle sue genti. Zegna,<br />

che amava la bellezza e la natura,<br />

ripopolò la montagna brulla con oltre<br />

mezzo milione di conifere, rododendri<br />

e ortensie, creando un meraviglioso<br />

paesaggio alpino. All’interno<br />

dell’Oasi non è raro udire il fischio<br />

acuto delle marmotte e il canto delle<br />

allodole e scorgere sulle vette più<br />

alte la pernice bianca, l’aquila reale<br />

e l’arrampicarsi di camosci; nelle<br />

zone mediane è facile imbattersi in<br />

caprioli e cervi. Simbolo dell’Oasi è il<br />

Carabus Olympiae Sella, coleottero<br />

rarissimo, dichiarato specie protetta.<br />

Lungo il tracciato gli atleti troveranno<br />

le antiche carbonaie, superfici<br />

pianeggianti dove si faceva cuocere<br />

il legno per ottenere il carbone vegetale<br />

prodotto in notevole quantità<br />

fino all’immediato dopoguerra, che<br />

veniva utilizzato per alimentare le<br />

forge e nell’industria tessile.<br />

• Campeggio Verde di Piana del<br />

Ponte: un rifugio (tel. 3663976595)<br />

che gode di una posizione incantevole<br />

e consente il rispetto dei ritmi<br />

della flora e della fauna, l’avvicinamento<br />

alla natura e alla montagna,<br />

fuori dal resto del mondo. Offre:<br />

campeggio, pernottamento in rifugio,<br />

ristoro con piatti tipici, escursioni<br />

a piedi, in mountain bike, con gli sci<br />

ed itinerari di visita ai siti minerealogici.<br />

• Bocchetto Sessera: luogo conosciuto<br />

per le sue belle piste da fondo,<br />

in passato era un’importante via<br />

di comunicazione con la Valsesia attraverso<br />

la Bocchetta della Boscarola.<br />

Spettacolare la vista dal Monviso<br />

al Monte Rosa.<br />

• Alpe Carcheggio: alpeggio situato<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 45


in una magnifica conca nel comune<br />

di Camandona.<br />

Perché il trail: questo trail vuole essere<br />

l’occasione per far scoprire sentieri<br />

e luoghi non troppo conosciuti,<br />

vero paradiso però per gli amanti<br />

della natura, del silenzio e della tranquillità;<br />

inoltre l’autunno con i suoi<br />

colori rende il tracciato ancor più<br />

affascinante e degno di un quadro<br />

di Van Gogh. Lo spirito che anima<br />

l’organizzazione della gara è legato<br />

innanzitutto al massimo rispetto<br />

dei luoghi attraversati e nello stesso<br />

tempo l’intento è che sia un giorno<br />

di festa che unisca ancor più i trailers<br />

che saranno al via. A tal fine il post<br />

gara prevede un pasta party e una<br />

premiazione fatta in un clima conviviale.<br />

Il sabato sera è un’ulteriore<br />

occasione per passare dei momenti<br />

piacevoli con gli altri atleti, infatti<br />

viene organizzata una cena al ristorante<br />

del Santuario di San Giovanni<br />

d’Andorno, luogo caratteristico<br />

della valle dove è possibile anche<br />

pernottare (posti limitati). Il <strong>Trail</strong> del<br />

Monte Casto appoggia in pieno la<br />

campagna lanciata da Spirito <strong>Trail</strong><br />

“Io non getto i miei rifiuti!”.<br />

Scheda tecnica:<br />

Domenica 26 ottobre<br />

Percorsi: 42 km 1950 m disl+ / 21 km<br />

900 m disl+ / minitrail 9 km<br />

Partenza: Andorno Micca (Bi) 540 m<br />

quota max: 1400 m<br />

Organizzazione: G.S.A. Pollone<br />

www.mauscilla.it www.gsapollone.it<br />

mauscilla@alice.it<br />

tel. 339 8534127 (Maurizio Scilla)<br />

links:<br />

http://www.atl.biella.it/on-line/<br />

Home.html<br />

http://www.vallecervo.it/NEW/ITA/<br />

valle.html<br />

http://www.valledimosso.it/<br />

http://www.bocchetto.it/<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 46


NOTIZIE FLASH...<br />

13 SETTEMBRE<br />

Maratona Alpina Piovene Rocchette<br />

(Vi)<br />

distanza: 42 km 2900 m disl + 2000 m disl-<br />

Organizzazione: Gruppo Escursionisti<br />

Scledensi http://www.schio.it/ges/<br />

maratona.html gesschio@libero.it<br />

percorso: partenza da Piovene Rocchette<br />

(Vicenza). Si percorre l’ideale linea storica<br />

dell’estrema difesa dell’Esercito Italiano contro<br />

l’avanzata Austro-Ungarica durante la guerra<br />

1915/18 con passaggi sul Monte Summano (m<br />

1200), Malga Novegno (m 1506), Monte Rione<br />

(m 1691), rifugio A. Papa alle porte del Pasubio<br />

(m 1928), arrivo al Pian delle Fugazze (m 1156) in<br />

territorio trentino.<br />

- punti forti: far conoscere le bellezze dell’alta Val<br />

Leogra e in particolare alcuni luoghi storici, primo<br />

fra tutti la rinomata Strada delle 52 Gallerie sul<br />

Pasubio: opera di alta ingegneria militare risalente<br />

al 1° conflitto mondiale.<br />

- i passaggi più spettacolari : Cima Monte Novegno,<br />

Strada delle 52 Gallerie, alta Val Canale<br />

- che cosa attira di più il trailer: il percorso, il servizio<br />

offerto, il tempo di percorrenza<br />

14 SETTEMBRE<br />

Corsa delle Tre Cime Sesto (Bz)<br />

distanza: 17 km dislivello: 1350 m disl +<br />

Organizzazione: Associazione C.O.<br />

Südtirol Corsa delle Tre Cime<br />

www.corsatrecime.com<br />

info@corsatrecime.com<br />

percorso: dopo un anello nel paese di Sesto, il<br />

percorso prosegue per la bella Val Fiscalina con<br />

i suoi prati verdi, attraverso “Moso”, passando il<br />

Rifugio Piano Fiscalina e il Rifugio Fondovalle. Poco<br />

dopo il Rifugio Fondovalle (al km 8,2), una salita<br />

a serpentine porta i concorrenti al Rifugio Comici<br />

e poi al Rifugio Pian di Cengia, ad una altezza<br />

di 2.575 m, comincia qui la discesa che porta al<br />

traguardo al rifugio Locatelli ai piedi delle Tre Cime<br />

di <strong>Lavaredo</strong>.<br />

- punti forti: cronometraggio della gara Datasport<br />

con comunicazione dei passaggi e dei dati in<br />

tempo reale anche all’arrivo; la Top Finisher Medail:<br />

coniata in originale per ogni partecipante che<br />

l’avrà al collo immediatamente dopo il traguardo,<br />

di fronte alle Tre Cime di <strong>Lavaredo</strong>; Mini Tre Cime:<br />

per avvicinare anche i più piccoli alla corsa in<br />

montagna, sabato pomeriggio a Sesto Pusteria,<br />

riservata a bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni .<br />

- i passaggi più spettacolari : l’entrata nella “Valle<br />

più bella del Mondo” (secondo Luis Trenker), cioè<br />

nella Val Fiscalina con i suoi filari di larici; la salita<br />

sotto il pian di Cengia, il punto più alto della gara<br />

(2.528 m); la discesa tra Monte Paterno e i laghi<br />

dei Piani e soprattutto l’arrivo sul palcoscenico<br />

più famoso del mondo, quello delle Tre Cime di<br />

<strong>Lavaredo</strong>.<br />

- che cosa attira di più il trailer: il percorso<br />

affascinante, l’organizzazione sempre perfetta, il<br />

ristoro e il Pastaparty.<br />

14 SETTEMBRE<br />

Skyrace della Rosetta – Trofeo<br />

Piganzoli e Ferroni - Rasura Valgerola<br />

(So)<br />

distanza: 20 km dislivello: 1650 m disl +<br />

gara a coppie valida come campionato<br />

italiano a coppie per team FISKY/CSEN<br />

Organizzazione: Sport Race Valtellina<br />

www.skyracedellarosetta.it/<br />

info@skyracedellarosetta.it<br />

percorso: i venti chilometri del percorso, all’interno<br />

del Parco delle Orobie Valtellinesi, partono dai 900<br />

mt. del Polifunzionale di Rasura per raggiungere<br />

prima l’Alpe di Stavello (punto più a sud - 1940 m)<br />

e quindi la Cima Rosetta (2140 m) passando vicino<br />

al lago di Culino. La discesa tocca l’abitato di<br />

Mellarolo e quindi Rasura all’arrivo.<br />

- punti forti: il percorso è tutto corribile, sia nei tratti di<br />

salita, una ascesa non continua ma frammentata<br />

con tratti boschivi nella prima parte e tratti pratosi<br />

nella seconda, sia nella discesa, dove chi ne ha<br />

può ancora fare la differenza in gara.<br />

- i passaggi più spettacolari: la Cima Rosetta,<br />

punto panoramico verso la bassa Valtellina, parte<br />

della Valchiavenna, tutte le montagne orobiche<br />

della Valgerola e di tutta la cornice alpina retica. -<br />

che cosa attira di più il trailer: il percorso.<br />

14 SETTEMBRE<br />

Skyrace Monte Cavallo -<br />

Piancavallo (Pn)<br />

distanza: 22km 1650 m disl +<br />

Organizzazione: Montanaia Racing<br />

http://www.montanaiaracing.it/skyrace/<br />

info@montanaiaracing.it<br />

percorso: il tracciato si sviluppa tra le splendide<br />

faggete e doline carsiche del Roncjade, e scende<br />

verso il Pian delle More per portarci all’antica<br />

sorgente naturale del Tornidor e quindi verso l’erta<br />

Val Grande e raggiungere l’omonima Forcella<br />

(1926 m). Attraversando l’altipiano carsico della<br />

alta Val Sperlonga e con mirabili panorami sulle<br />

Dolomiti Cadorine e di Sinistra Piave, si aggira<br />

tutto il versante nord del gruppo del Cavallo.<br />

Transitando alla Forcella Lastè (2040 m) punto più<br />

alto della traversata, si scenderà rapidamente al<br />

Rifugio Semenza (2020 m) per imboccare la Val<br />

de Piera, si raggiungerà così il punto più basso<br />

del nostro itinerario: Malga Pradosàn, a 1338 m. A<br />

località Pian delle Lastre avrà inizio l’ultima lunga<br />

risalita, che porterà prima alla bella conca della<br />

Casera Palantina (1521 m) e infine alla Forcella<br />

La Palantina (1778 m). Lasciati alle spalle la Val<br />

Belluna e le sue Dolomiti con il lago di Santa Croce<br />

e il vasto altipiano del Cansiglio, si ridiscende<br />

rapidamente alla Baita Arneri (1627 m). Da qui si<br />

prosegue in discesa sotto le meravigliose balze<br />

rocciose del monte Tremol e della Cima Manera.<br />

In breve si raggiunge il traguardo.<br />

- punti forti: percorso molto vario, con diversi cambi<br />

passo che consentono a tutti, discesisti, scalatori e<br />

velocisti, di poter esprimere le proprie potenzialità<br />

tecniche; percorso estremamente panoramico<br />

con aggiramento dell’intero gruppo montuoso del<br />

Monte Cavallo<br />

- i passaggi più spettacolari: Forcella Val Grande:<br />

alla fine della lunga e faticosa salita, la forcella Val<br />

Grande è uno spettacolare balcone che guarda a<br />

nord verso le Dolomiti e le Alpi Carniche e a sud si<br />

apre a tutta la pianura Friulano-Veneta, dal golfo<br />

di Trieste alla laguna di Venezia. A oriente guarda<br />

alle Alpi Giulie; Forcella Lastè-Bivacco Semenza:<br />

punto di scollinamento che conduce alla lunga<br />

discesa in Alpago, guardando a occidente verso<br />

la Val Belluna dominata dai gruppi montuosi<br />

dello Schiara e delle vette feltrine, fino a mirare<br />

alle Pale di San Martino; Forcella Palantina:<br />

panoramica terrazza che domina il vasto altipiano<br />

del Cansiglio<br />

- che cosa attira di più il trailer: la varietà del<br />

percorso: dalle pianeggianti faggete e doline<br />

carsiche del Roncjade, all’erta salita della Val<br />

Grande che ci porta in ambiente alpino di alta<br />

quota. La lunga e panoramica discesa che<br />

conduce gli atleti in Alpago. La risalita attraverso<br />

fresche abetaie fra pascoli della Palantina,<br />

fino all’omonima forcella; l’itinerario già noto<br />

all’escursionismo, che si sviluppa su sentieri nazionali<br />

CAI con un tempo massimo di percorrenza (7<br />

ore) che permette ai principianti e/o escursionisti<br />

curiosi, di avvicinarsi a queste discipline di sport in<br />

alta quota; l’interregionalità della manifestazione,<br />

tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, che unisce<br />

nell’organizzazione enti e associazioni di entrambe<br />

le regioni e idealmente rafforza l’amicizia di due<br />

culture alpine.<br />

14 SETTEMBRE<br />

Corsa del Contrabbandiere - San<br />

Fedele Intelvi (Co)<br />

distanza: 20 km 1000 m disl +<br />

Organizzazione: C.A.I. Valle Intelvi<br />

www.valleintelvi.it/cai/home.html<br />

cai@valleintelvi.it<br />

percorso: si parte quasi subito in salita per poi<br />

arrivare in vetta al Monte Generoso, dopo poco<br />

meno di 7 Km, immersi prima in un bosco e poi su<br />

sentiero in un pascolo; dalla cima si può gustare<br />

uno splendido panorama, che spazia dalle Alpi<br />

svizzere alla Pianura Padana. Da qui si scende<br />

su un sentiero molto corribile, che si allarga man<br />

mano fino ad Orimento (12° km); si prosegue quindi<br />

lungo un tratto in leggera salita, seguito poi da<br />

una impegnativa salita che porta sulla cima del<br />

Crocione, con ancora splendidi panorami. Adesso<br />

la salita è finita e si scende “in picchiata” fino ad<br />

Orimento e quindi all’arrivo, ripercorrendo il tratto<br />

iniziale.<br />

- punti forti: panorama mozzafiato, molto corribile,<br />

a cavallo tra Italia e Svizzera.<br />

- i passaggi più spettacolari : dalla vetta del Monte<br />

Generoso e da quella del Crocione si gode di una<br />

splendida vista.<br />

- che cosa attira di più il trailer: i diversi “pezzi” del<br />

percorso, con corte ma dure salite, falsopiani e<br />

lunghe discese.<br />

21 SETTEMBRE<br />

Ecomaratona dei Cimbri - Fregona<br />

(Tv)<br />

distanza: 42 km disl 2000 m D+<br />

Organizzazione: Proloco di Fregona (TV)<br />

www.ecomaratonadeicimbri.it<br />

info@ecomaratonadeicimbri.it<br />

percorso: si parte dall’abitato di Fregona e, dopo<br />

circa 1 km tra le strade del paese, si imbocca<br />

un sentiero che da 220 m slm (punto più basso<br />

del percorso) porta gli atleti, attraverso le grotte<br />

del Caglieron, a forcella Pizzoc (punto più alto<br />

a 1500 m slm). Da qui un saliscendi tecnico farà<br />

percorrere una fitta faggeta ad alto fusto fino ad<br />

incontrare il primo insediamento cimbro “PICH”.<br />

L’attraversamento del Pian Cansiglio a quota<br />

1000 metri permetterà un po’ di respiro agli<br />

atleti facendo apprezzare gli altri villaggi cimbri<br />

VALLORCH e LE ROTTE. Risalita la pista da sci del<br />

Col Dar, si prosegue per sentieri e strade forestali e<br />

si copre l’ultimo dislivello (circa 300 metri) fino a loc.<br />

Cadolten. Da qui la discesa per strada sterrata,<br />

leggermente dissestata, porterà gli atleti all’arrivo<br />

a Fregona.<br />

- punti forti: organizzazione conviviale e paesaggi<br />

magnifici.<br />

- i passaggi più spettacolari: le grotte del<br />

Caglieron, la forcella Pizzoc dalla quale si scorge<br />

la pianura veneta a sud e le prime Dolomiti a nord,<br />

la taversata del pian Cansiglio con i suoi villaggi<br />

cimbri.<br />

- che cosa attira di più il trailer: l’ambiente<br />

spettacolare e l’accoglienza familiare.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 47


NOTIZIE FLASH...<br />

21 SETTEMBRE<br />

Trofeo Scaccabarozzi Sentiero delle<br />

Grigne - Pasturo (Lc)<br />

distanza: 43 km 3200 m disl + / 21 km disl<br />

1500 m<br />

Organizzazione: GSA Missaglia<br />

www.gsamissaglia.it info@gsamissaglia.it<br />

percorso: è agonisticamente diviso in tre parti,<br />

dapprima la salita alla Grigna Meridionale (2177<br />

m), tecnica, con tratti attrezzati, seguita da<br />

discesa e salita alla Grigna Settentrionale (2410 m),<br />

scorrevole ma faticosa, per finire con la veloce ed<br />

insidiosa discesa verso il fondovalle e il traguardo<br />

finale di Pasturo che, con i suoi 640 m di altitudine,<br />

è il punto più basso del percorso.<br />

- punti forti: la completezza del tracciato. Presenta<br />

il maggior dislivello tra i percorsi mondiali delle<br />

World Series e richiede anche il maggior tempo<br />

per completarlo, attorno alle 5 ore per i migliori.<br />

Organizzazione complessa visto che solo pochi<br />

km del percorso possono essere raggiunti in auto.<br />

Inoltre si passa per due vette molto panoramiche e<br />

cariche di storia dell’alpinismo lecchese.<br />

- i passaggi più spettacolari : le salite alle due<br />

Grigne, il tratto di discesa iniziale dalla Grignetta<br />

con catene, la salita della Val Cassina.<br />

- che cosa attira di più il trailer: la durezza della<br />

sfida. Correre dalle 5 ore fino alle 11 ore necessarie<br />

a completare il percorso, significa fare un “viaggio”<br />

tra le montagne e dentro se stessi.<br />

21 SETTEMBRE<br />

Ivrea Mombarone Ivrea (To)<br />

distanza: 20 km 2000 m disl +<br />

Organizzazione: Amici del Mombarone<br />

www.amicidelmombarone.it<br />

infomombarone@libero.it<br />

percorso: partenza in piazza Ottinetti a Ivrea,<br />

ben presto si raggiunge il lago Sirio dove inizia<br />

il sentiero che porta a Bienca e poi inzia a salire<br />

per raggiungere Andrate. Appena fuori dal<br />

paese iniziano le pendenze importanti che in<br />

due chilometri portano a San Giacomo, dove<br />

inizia il tratto finale che in soli 6 km permette di<br />

guadagnare ben 900 metri di dislivello (passando<br />

sul sentiero recuperato per la prima riedizione<br />

dall’ideatore della gara “Nicolotti”, il quale 32 anni<br />

fa ebbe un’idea che anticipava di 25 anni i trail)<br />

e raggiungere la vetta del Mombarone (2371m).<br />

Per lo svolgimento della gara è doveroso ricordare<br />

l’aiuto indispensabile dei comuni interessati dal<br />

passaggio della gara, le proloco, il soccorso alpino,<br />

i dottori e tutti gli appassionati senza i quali questa<br />

festa non si potrebbe ripetere.<br />

- punti forti: un’organizzazione super collaudata; il<br />

numeroso pubblico che si assiepa sugli ultimi metri<br />

del percorso nonostante ci vogliano 2 ore per<br />

raggiungerlo.<br />

- i passaggi più spettacolari: l’arrivo in vetta al<br />

Mombarone con ampio panorama.<br />

- che cosa attira di più il trailer: mettersi alla prova in<br />

una classica della corsa in montagna piemontese<br />

che prevede 2000 m di dislivello senza tregua.<br />

28 SETTEMBRE<br />

Le Porte di Pietra - Cantalupo Ligure<br />

(Al)<br />

distanza: 70 km 4000 m disl +/30 km 1000<br />

m disl+<br />

Organizzazione: gli Orsi<br />

www.gliorsi.org info@gliorsi.org<br />

percorso: si tratta di un percorso molto vario che<br />

costringe a continue variazioni di ritmo. I primi 5 km<br />

sono di stampo collinare e servono a sgranare il<br />

gruppo prima di giungere alla passerella sul Borbera.<br />

Da lì si affronta la dura salita al monte Croce che<br />

crea già una prima selezione tra i concorrenti<br />

offrendo una alternanza tra ripidi tratti in singletrack<br />

e brevi passaggi tra roccette. Da lì in avanti<br />

la gara offre un percorso che alterna lunghi tratti<br />

corribili alternati alle ripide salite per raggiungere<br />

le cime dei tanti monti che si vanno a trovare sul<br />

tracciato. Gli ultimi 8 km sono di prevalente discesa<br />

che rispetto alle edizioni passate è stata modificata<br />

e “addolcita”.<br />

- punti forti: un tracciato di gara che accontenta<br />

tutti: gli scalatori, i discesisti e chi ama correre;<br />

rilevazione dei tempi tramite chip; fotografi sul<br />

percorso con possibilità di stampa diretta all’arrivo;<br />

stand tecnici e di natura enogastronomica<br />

locale al sabato e alla domenica; un’assistenza<br />

importante sul percorso.<br />

- i passaggi più spettacolari: il passaggio sulle<br />

Strette di Pertuso (5° km) illuminato a giorno da<br />

un potente faro; il delicato passaggio in notturna<br />

sul monte Croce (7° km); i lunghi sentieri nei fitti<br />

boschi di faggi e castagni; gli ampi e spettacolari<br />

passaggi sullo spartiacque tra Liguria e Piemonte<br />

che toccano alcune tra le più note cime della<br />

Alta Via dei monti Liguri: Buio, Antola, Carmo,<br />

Cavalmurone, Ebro, Giarolo.<br />

- che cosa attira di più il trailer: il fascino di una gara<br />

di lungo chilometraggio gestita in autosufficienza<br />

alimentare; convivialità e spirito trail.<br />

28 SETTEMBRE<br />

Skyrace Trofeo Besimauda -<br />

Peveragno (Cn)<br />

distanza: 21 km 1700 m disl +<br />

Organizzazione: Sci Club Peveragno e<br />

Team Marguareis Sky Runners Magliano<br />

Alpi<br />

www.trofeobesimauda.com<br />

info@trofeobesimauda.com<br />

percorso: 1 a salita 800 m su strada sterrata poi<br />

sentiero ripido; breve tratto in leggera discesa; 2 a<br />

salita su sentiero a tornanti per 600 m disl. poi ultimo<br />

tratto su pietraia (massi stabili) 250 m disl;<br />

1 a discesa su sentiero molto impegnativo; 2 a<br />

discesa lungo il percorso della 1 a salita.<br />

- punti forti: percorso molto impegnativo con tratti<br />

corribili, pietraia e passaggi non troppo difficili,<br />

insomma un percorso misto, per tutti i gusti.<br />

- i passaggi più spettacolari: sia sulla vetta della<br />

Bisalta sia nei tratti in cresta si gode di un ampio<br />

panorama che va dalle alpi marittime (con un<br />

po’ di fortuna si può vedere perfino la Corsica)<br />

alle cime della Valle d’Aosta e oltre, la pianura<br />

Cuneese, le colline delle Langhe.<br />

- che cosa attira di più il trailer: la varietà e<br />

durezza del percorso, il panorama, l’ospitalità<br />

dell’organizzazione.<br />

5 OTTOBRE<br />

Como Valmadrera (Co)<br />

distanza: 36 km 2265 m disl +<br />

Organizzazione: A.N.A. Gruppo<br />

Valmadrera - Longhi Enrico 0341 550758<br />

percorso: partenza da Como per raggiungere la<br />

Capanna CAO di Brunate, proseguire in salita per<br />

la Capanna Boletto e infine raggiungere il rifugio<br />

Bollettone (1317 m); da qui una breve discesa<br />

porta alla Capanna Mara (1125 m). In poco più di<br />

2 km si raggiunge il Monte Palanzone (1436 m), una<br />

lunga discesa porta a Canzo (387 m), dove inizia<br />

l’ultima salita che permette di arrivare al rifugio<br />

SEV (1225 m), in poco meno di 6 km di discesa si<br />

raggiunge quindi il palasport di Valmadrera dove<br />

è posto il traguardo.<br />

5 OTTOBRE<br />

<strong>Trail</strong> Monte Picaru Cenesi (Sv)<br />

distanza: 20 km - 1000 disl +/800 m disl-<br />

Organizzazione: A.S.D. Sport Albenga<br />

Marathon www.albengamarathon.com<br />

info@marcomontori.it<br />

percorso: partenza da Cenesi (Savona) zona<br />

campo sportivo bar della Pro Loco. Si percorre<br />

su strada sterrata tutta la coltivazione degli ulivi<br />

taggischi della zona; usciti dalle coltivazioni si inizia<br />

un sentiero che ci farà scollinare il Monte Picarü<br />

(m 345), e dopo lo scollinamento si prenderà un<br />

sentiero forestale che ci farà arrivare sulla strada<br />

Dallautra. Si passeranno gli abitati di Ciasano<br />

sul Neva (capoluogo della zona) e Conscente.<br />

Raggiunto il castello di Conscente si entrerà<br />

nel sentiero che dopo un passaggio nel bosco<br />

ci porterà sulla strada militare. Questa strada,<br />

costruita durante la prima guerra mondiale, porta<br />

dal fondovalle della valle di Castelbianco al<br />

Forte Liverna, un tempo postazione cannoniera<br />

per proteggere da eventuali sbarchi la costa di<br />

Albenga, zona strategica per essere l’unica piana<br />

della Liguria. Da qui si raggiunge la colletta del<br />

Forte Liverna (m 450) e si prosegue per il forte (m<br />

500). Giunti al forte, una discesa impegnativa su<br />

sentiero ci riporta di nuovo nella vallata di Cenesi<br />

ed Arnasco; da qui inizia la discesa, e passando<br />

tra boschi di querce e coltivazioni di ulivi si arriva<br />

a Cenesi.<br />

-punti forti: far conoscere le bellezze e i punti<br />

panoramici della zona Ingauna e di Cisano sul<br />

Neva e in particolare alcuni luoghi storici, primo fra<br />

tutti l’opera di alta ingegneria militare risalente al 1°<br />

conflitto mondiale, la strada militare di Forte Liverna<br />

e i resti degli appostamenti militari del Forte.<br />

- i passaggi più spettacolari : il ristoro all’interno dei<br />

terrapieni del forte dove 80 anni fa alloggiavano 4<br />

cannoni a protezione della piana di Albenga.<br />

- che cosa attira di più il trailer: il percorso, il servizio<br />

offerto e la sagra della castagna di Cenesi. u<br />

"Io non getto i miei rifiuti" è una campagna<br />

promossa da Spirito <strong>Trail</strong> e rivolta<br />

a tutti i veri trailers, atleti e organizzatori,<br />

per tutelare l'ambiente e la<br />

natura. Troppo spesso durante le gare<br />

si vedono sul tracciato rifiuti lasciati dai<br />

partecipanti. Una maggiore sensibilizzazione<br />

servirà a far capire a tutti che<br />

le corse trail non possono prescindere<br />

da questa semplice regola: non si gettano<br />

rifiuti per terra!<br />

Aiutateci a diffondere questo messaggio<br />

con i vostri siti, i vostri blog, o<br />

semplicemente con il passaparola!<br />

Grazie.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 48


CALENDARIO<br />

SETTEMBRE<br />

(data, nome, distanza/disl., luogo, riferimenti)<br />

13 SETTEMBRE – Maratona Alpina di Schio – 42km/+2717m,-1838m – Piovene Rocchette (VI) - www.schio.it/ges/maratona.html<br />

14 SETTEMBRE - Corri a Madonna Fore - 13 Km - L’Aquila (AQ) - www.smileego.com<br />

14 SETTEMBRE - Drei Zinnen, Tre Cime Alpin Marathon - 21km/1500m - Sesto (BZ) - www.trecimemaratona.com<br />

14 SETTEMBRE - Skyrace della Rosetta - 20km/1600m a coppie – Rasura (SO) - www.skyracedellarosetta<br />

14 SETTEMBRE - SkyRace del Cavallo – 22km/1650m - Aviano (PN) - www.montanaiaracing.it/<br />

14 SETTEMBRE – Corsa del contrabbandiere – circa 20km/1000m – Alpe grande di san Fedele d’Intelvi (CO) – www.valleintelvi.it/cai/home.html<br />

14 SETTEMBRE - 1o <strong>Trail</strong> delle foreste casentinesi - 18Km - Badia Prataglia (Ar) - www.trailforestecasentinesi.it - info@trailforestecasentinesi.it<br />

21 SETTEMBRE - Ecomaratona dei Cimbri - 42km/1700m - Fregona (TV) - www.ecomaratonadeicimbri.it<br />

21 SETTEMBRE - Sentiero delle Grigne - 42km/3000m - Pasturo (Lc) - www.gsamissaglia.it<br />

21 SETTEMBRE - Ivrea Mombarone - 20km/2000m - Ivrea (TO) - www.amicidelmombarone.it<br />

21 SETTEMBRE - Ecotrail di Serre della Pizzuta (circuito Ecotrail Sicilia) - 12 Km Piana degli Albanesi - www.sportactionweb.it/ecotrail<br />

28 SETTEMBRE - Trofeo Besimauda Skyrace - 27km/1600m – Peveragno (CN) - www.orizzonteoutdoor.com<br />

28 SETTEMBRE - Le Porte di Pietra - 70km/3500m, 30km/1500m - Cantalupo Ligure (AL) - www.gliorsi.org<br />

28 SETTEMBRE - Vertical Kilometer Papillon - Courmayeur (AO)<br />

28 SETTEMBRE - Vesuvio Vertical Kilometer - Tre Case (NA)<br />

28 SETTEMBRE - <strong>Trail</strong> del Monte Soratte - 15Km - S.Oreste (Roma) - 329 9189763 toncamer@libero.it<br />

28 SETTEMBRE - I percorsi della memoria - 3 percorsi da 10, 17 e 25 km - Longarone - 0437 770119 info@prolocolongarone.it<br />

OTTOBRE<br />

05 OTTOBRE – SuperPippo Sorapache (trofeo Terre Alte) - 11,5km/1500m - Posina (VI) – http://www.lacerniera.it<br />

05 OTTOBRE – Como Valmadrera - 36km/2220m Como (CO) – 0341.550758<br />

12 OTTOBRE – <strong>Trail</strong> Del Monte Artemisio 9.9Km - Monte Artemisio Velletri (RM) www.atleticaamatorivelletri.it<br />

12 OTTOBRE – <strong>Trail</strong> dei tre comuni - 5, 11, 18km/1000m, 45km/2000m, 65km/3300m - Albisola Superiore (SV) - www.universalealbadocilia.net<br />

19 OTTOBRE – Alba Fucens Archeo <strong>Trail</strong> 14Km Parco Archeologico di Alba Fucens (AQ) www.albafucens.it – www.krakatoasport.com<br />

19 OTTOBRE – Ecomaratona del Chianti - 42Km/1500m - Castelnuovo Berardenga (SI) - www.ecomaratonadelchianti.it<br />

19 OTTOBRE - Mediterranean Super Marathon – 50 km su strada – Palermo (PA) - www.palermosupermarathon.com<br />

25 OTTOBRE – Gran Tral Rensen – 70km, 35km/4000m, 1600m – Arenzano (GE) - www.trailarenzano.com<br />

26 OTTOBRE – Lafuma <strong>Trail</strong> Monte Casto - 42km, 21km/2000m, 900m - Andorno Micca (BI) - www.mauscilla.it www.gsapollone.it<br />

26 OTTOBRE – Edizione Marronando km 6, 12 - Combai (TV) - 0438.970970<br />

26 OTTOBRE - Tributo a Dorando Pietri – 50 km su strada, anello di 5000 metri – Sanremo (IM) - www.sanremorunners.it<br />

26 OTTOBRE - Sentiero la scàlèta – 10km - Località Magno di Gardone V.T. (BS) - www.promosportvallibresciane.it<br />

NOVEMBRE<br />

02 NOVEMBRE - Etna Skymarathon - 42km/2000m - Nicolosi (Ct) - www.volcanotrail.it<br />

08 NOVEMBRE - 100 km degli Etruschi – Tuscania/Tarquinia (VT) - 100 km su strada - www.italiamarathonclub.it<br />

16 NOVEMBRE - Panoramica della Salute km 6, 12 - Loc. Costa di Vittorio V.to (TV) - 0438.551076<br />

16 NOVEMBRE - <strong>Trail</strong> del Monte di Portofino - km. 24 - Santa Margherita Ligure (Ge) - www.marciarcobaleno.it - info@marciarcobaleno.it<br />

DICEMBRE<br />

08 DICEMBRE - Marcia dell’Immacolata km 6, 12 – Solighetto (TV) - 043 883143<br />

11 DICEMBRE - Skyrunning Valli di Lanzo - Lanzo (TO) - 338 2662405<br />

per segnalare nuove gare o eventuali inesattezze scriveteci a redazione@spiritotrail.it<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 49

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