Effetto di diete ipoproteiche e della loro interazione con il genotipo ...
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4.2 Tra le <strong>di</strong>fficoltà del comparto suinicolo: la <strong>di</strong>rettiva nitrati<br />
Nell’attuale situazione <strong>di</strong> mercato cres<strong>con</strong>o sempre più le <strong>di</strong>fficoltà e<strong>con</strong>omiche degli<br />
allevatori, da una parte per <strong>il</strong> <strong>di</strong>minuire <strong>della</strong> red<strong>di</strong>tività causato dalle basse quotazioni dei mercati e<br />
dall'aumento dei costi <strong>di</strong> produzione, e dall'altra per i vincoli <strong>di</strong> legge imposti dall'Unione Europea.<br />
Le problematiche <strong>di</strong> questo settore impongono la ricerca <strong>di</strong> nuove soluzioni volte ad aumentare<br />
l'efficienza dell'allevamento suinicolo, assieme ad interventi <strong>di</strong>retti a fac<strong>il</strong>itare <strong>il</strong> rispetto delle<br />
norme europee, in particolare <strong>della</strong> cosiddetta “<strong>di</strong>rettiva nitrati” (Reg. CE 91/676) che ha come<br />
obiettivo la protezione dell’ambiente, ma che comporta oneri da non sottovalutare per gli allevatori.<br />
4.2.1 Motivazioni alla base <strong>della</strong> <strong>di</strong>rettiva nitrati: l’impatto ambientale <strong>della</strong> zootecnia<br />
L’ambiente che ci cir<strong>con</strong>da e le risorse che ci fornisce (l’atmosfera, le risorse idriche, i<br />
terreni), sono essenziali per la sopravvivenza <strong>della</strong> vita sul nostro pianeta e questa sempre maggior<br />
<strong>con</strong>sapevolezza, assieme alla crescente sensib<strong>il</strong>ità rivolta alle tematiche ambientali, impone <strong>il</strong><br />
massimo impegno anche legislativo per la <strong>loro</strong> tutela. Nell’ambito degli stu<strong>di</strong> volti a comprendere <strong>il</strong><br />
ruolo dell’uomo nel depauperamento <strong>di</strong> queste risorse e nei cambiamenti climatici, emerge<br />
l’importante impatto delle produzioni zootecniche nell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del<br />
suolo, che comporta danni <strong>di</strong>retti sull’ambiente, sulla salute dell’uomo e sulla qualità <strong>di</strong> vita. Per<br />
quanto <strong>con</strong>cerne l’aria, oltre alla formazione <strong>di</strong> odori sgradevoli (in gran parte dovuti alle emissioni<br />
d’ammoniaca) che crea <strong>di</strong>sagi in ambito locale, se<strong>con</strong>do l’ANPA (Agenzia Nazionale per la<br />
Protezione dell’Ambiente) e <strong>il</strong> CRPA (Centro Ricerche Produzioni Animali) alle attività agricole è<br />
ri<strong>con</strong>ducib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> 93% delle emissioni ammoniacali antropogeniche che si riversano nell’atmosfera<br />
(<strong>con</strong> una quota prevalente del 71% circa attribuib<strong>il</strong>e al settore zootecnico), <strong>il</strong> 45% delle emissioni <strong>di</strong><br />
metano (<strong>di</strong> cui ben <strong>il</strong> 41% dovute alla zootecnia) e <strong>il</strong> 51% delle emissioni <strong>di</strong> protossido d’azoto, che<br />
hanno invece ripercussioni a livello globale. Negli allevamenti zootecnici le principali fasi in cui si<br />
verificano le emissioni <strong>di</strong> questi gas potenzialmente inquinanti sono: <strong>il</strong> ricovero degli animali, i<br />
processi respiratori e <strong>di</strong>gestivi, gli stoccaggi delle deiezioni animali e lo span<strong>di</strong>mento agronomico<br />
delle deiezioni. L’ammoniaca in particolare si libera dalla decomposizione dell’azoto in forma<br />
organica presente nelle feci e in quota maggiore dall’idrolisi dell’urea presente nelle urine (urea che<br />
rappresenta anche <strong>il</strong> composto che più velocemente si trasforma in ammoniaca). L’emissione <strong>di</strong><br />
ammoniaca, metano e protossido d’azoto ne aumenta significativamente le rispettive <strong>con</strong>centrazioni<br />
nell’atmosfera, inquinando l’aria e <strong>con</strong>tribuendo al fenomeno del riscaldamento globale a cui è stata<br />
attribuita la responsab<strong>il</strong>ità dei cambiamenti climatici in atto. In particolare <strong>il</strong> gas serra <strong>con</strong> maggior<br />
impatto a questo proposito è <strong>il</strong> protossido d’azoto (N2O), che possiede <strong>il</strong> più elevato GWP (global<br />
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