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careghé - Archivio Storico

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Paulin stette un attimo a riflettere. Odiava la guerra e tutti<br />

coloro che ce l’avevano mandato, ma quando si trattava di raccontare<br />

qualche episodio di allora lo faceva volentieri. Non era<br />

forse stata la più grossa esperienza della sua vita, che gli aveva<br />

fatto conoscere il mondo e gli uomini?<br />

- Mah, se proprio vi interessa, posso anche raccontarvela -<br />

disse con un po’ di ostentazione. Subito Lino e Michele gli si<br />

avvicinarono e anche la donna si accinse ad ascoltare incu -<br />

riosita. L’uomo giunse le mani come se stesse per recitare un<br />

sermone. Poi attaccò.<br />

- Avevamo combattuto una decina di giorni per conqui -<br />

stare un bricco appena sotto il Grappa. L’avevamo preso metro<br />

per metro e dei nostri ne erano morti un mucchio. Per il nostro<br />

comando era un obiettivo importante perché da lì po tevamo<br />

tenere sotto tiro qualsiasi squadra di Austriaci che avesse tentato<br />

di scendere verso valle. Era all’incirca questo periodo e<br />

faceva un freddo cane, ché là su quei monti fa molto più freddo<br />

che qui. Dunque, il nostro capitano aveva deciso di lasciare<br />

una ventina di uomini a presidiare quella postazione e aveva<br />

scelto anche me. C’era anche uno di Ovada, che a casa faceva<br />

il fabbro, mentre gli altri erano quasi tutti veneti e bergamaschi.<br />

Ci siamo allora sistemati nella trincea che avevano<br />

fatto gli Austriaci: ah, loro le face vano meglio di noi, più solide<br />

e anche più comode. C’era una certa allegria, perché pensavamo<br />

che per un po’ saremmo stati tranquilli. E poi uno di<br />

noi aveva trovato addosso ad un Austriaco una bottiglietta di<br />

grappa, sgnappa la chiamano là, e c’era stata quasi una lotta<br />

per poterne assaggiare un po’. Pensate: nella trincea c’era<br />

anche un bel fuoco e una pila di legna, sicché per qualche giorno<br />

avremmo potuto mangiare qualcosa di caldo. Comandava<br />

la postazione un tenente di Padova, alto, magro e con un bel<br />

paio di baffi. Voleva che tutti fossero sempre in ordine e guai<br />

se trovava qualcuno che aveva abbandonato il moschetto<br />

anche solo per un attimo: ti appioppava subito doppi turni di<br />

guardia. Ma per il resto era bravo e sapeva stare assieme ai soldati:<br />

con lui abbiamo fatto certe partite a tre sette che pareva<br />

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