il pensiero autonomista e federalista sardo - ufficio studi GM Angioy
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prende fac<strong>il</strong>mente come questo solo fatto renda diffic<strong>il</strong>e propugnare uno Stato <strong>sardo</strong><br />
indipendente e sovrano, con tutti i difetti dello Stato nazionale (di matrice ottocentesca)<br />
e totalmente destinato a restare isolato nella Comunità internazionale. Il suo concetto<br />
di indipendenza è invece un altro e cioè quello della “non dipendenza”, che significa<br />
l’acquisizione di tutti quei livelli di potere, necessari per esercitare pienamente i propri<br />
diritti. Quindi, quando Simon Mossa parla di “sovranità nazionale” per la Sardegna<br />
(però ne parla anche per tutte le nazionalità che formano i cosiddetti “Mezzogiorni<br />
d’Europa” e del Mondo intero), non si riferisce certo alla formazione di Staterelli<br />
chiusi, ma a Comunità e a popoli che, con l’autodeterminazione, conquistano tutte le<br />
libertà necessarie per non essere “dipendenti”. Certo, si potrebbe obiettare che nell’evoluzione<br />
del <strong>pensiero</strong> di Simon Mossa, che è innegab<strong>il</strong>e, si passa dalle posizioni<br />
caute del 1965-66, in cui l’autonomia politica dell’Isola è ancora compatib<strong>il</strong>e con una<br />
trasformazione in senso federale dello Stato italiano, a quelle del 1967-68, in cui <strong>il</strong> tema<br />
dell’indipendentismo è centrale ed è però collegato alla lotta contro lo Stato nazionale<br />
a tutti i livelli, fino a quelle del 1969-70 in cui, assieme al tono esasperato del suo<br />
discorso, affiora sempre più prepotentemente nei convegni di <strong>studi</strong> e nei suoi scritti, la<br />
richiesta di uno Stato nazionale <strong>sardo</strong> indipendente e sovrano. Però, a parte l’esasperazione<br />
del momento, anche rispetto a queste inequivocab<strong>il</strong>i enunciazioni, non bisogna<br />
perdere di vista la sostanza del <strong>pensiero</strong> complessivo di Simon Mossa. È interessante<br />
notare, ad esempio, come, anche quando esaminiamo i termini delle sue posizioni più<br />
radicali, in Simon Mossa la parola “Stato” è ut<strong>il</strong>izzata fra virgolette, <strong>il</strong> che implica<br />
quanto meno una intenzione provocatoria da parte dell’autore. In un momento cioè, in<br />
cui la lotta per <strong>il</strong> “suo” Federalismo sembra non suscitare l’effetto voluto, una forte<br />
provocazione nel senso dell’indipendentismo può servire come mezzo per arrivare a<br />
quella che è la speranza di un popolo che lotta per la sua libertà, per l’autogoverno e<br />
per <strong>il</strong> Federalismo. Meno controverso (anche se non si può parlare di un vero progetto<br />
istituzionale e meno ancora di una concreta possib<strong>il</strong>ità di attuazione della proposta) è<br />
l’originale edificio <strong>federalista</strong> costruito da Simon Mossa: <strong>il</strong> Federalismo delle Regioni e<br />
delle Comunità Etniche, che individua una Federazione che, comprenda Regioni e<br />
Comunità Etniche diverse, ciascuna delle quali deve aver raggiunto <strong>il</strong> traguardo<br />
dell’autogoverno. Per la verità, l’idea di una Federazione di Regioni euro-mediterranee<br />
con una Sardegna autonoma al centro, era apparsa già nel lontano 1862 (più di un<br />
secolo prima!) ad opera di un f<strong>il</strong>osofo non <strong>sardo</strong> (che era stato insegnante di f<strong>il</strong>osofia<br />
del diritto nell’Università di Cagliari) <strong>il</strong> Prof. Floriano Del Zio, nel suo saggio “La<br />
Sardegna e <strong>il</strong> suo vero destino” e, come si è già accennato, a lui si riferiva Cam<strong>il</strong>lo<br />
Bellieni quando nel suo saggio apparso su “Critica politica” nel 1922 propugnava la<br />
necessità di una Federazione Mediterranea. Il tema della Federazione delle Regioni<br />
euro-mediterranea sarà ripreso, parallelamente alla nascita del Partito Sardo d’Azione<br />
ad opera di altri esponenti del Sardismo quali Egidio P<strong>il</strong>ia e Luigi Battista Puggioni.<br />
Certamente, come si è già accennato, balza evidente anche in essi l’assenza dei necessari<br />
approfondimenti o peggio di un concreto progetto. E, d’altra parte le proposte<br />
si limitano al campo puramente politico ed economico. Sarà invece Simon Mossa ad<br />
elaborare una originale concezione <strong>federalista</strong>, più moderna e aderente alla questione<br />
sarda, vista con un’ottica completamente nuova. E non esageriamo quando affermia-<br />
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