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10 30 giugno 2012 CHIESA Ferruccio Franchi confermato alla guida dell’immobiliare sociale della Caritas Betlem onlus: contatti in aumento Sono stati in 114 nel 2011 a rivolgersi agli sportelli Nuove cariche istituzionali per Betlem Onlus, agenzia immobiliare sociale "costola" della Caritas Diocesana. L’assemblea dei soci, dopo aver approvato il Bilancio dell’esercizio 2011, ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali, portando - al fine di coinvolgere nella ge- stione un maggior numero di soci - il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione da cinque a sette. Presidente di Betlem Onlus è Il rito presieduto dall’Arcivescovo monsignor Dino De Antoni Il "sì" di suor Maria Benedetta Professione perpetua al Monastero "Totus tuus" Sabato scorso nella cappella del Monastero "Totus tuus" di Gorizia, l’arcivescovo mons. De Antoni ha ricevuto la solenne professione di suor Maria Benedetto Chiara di Maria Regina della Pace. stato riconfermato Ferruccio Franchi, coadiuvato da Luciano Franco, designato alla vicepresidenza. Domenico Caregnato, Andrea Locane, Carlo Gradenigo, Fulvia Oblassia e Francesco Spazzali sono stati nominati consiglieri. Il Collegio dei Revisori è invece composto da Vittorio Gradenigo, presidente, e dai due revisori Lorenzo Kasperkovitz e Giuseppe Zavertani. Il lavoro dell’agenzia immobiliare sociale nel 2011 ha contato 114 contatti, di cui 52 hanno visto interessati cittadini italiani e 62 stranieri; 41 sono i contatti andati a buon fine. Sono stati inoltre costituiti undici depositi cauzionali a garanzia di nuovi affitti, utilizzando i fondi messi a disposizione dalla Regione Friuli Venezia Giulia per complessivi 14.139,28 euro; di questi undici depositi, quattro - per un totale di 5.929,28 euro - sono andati in favore di cittadini italiani e sette - pari a 8.210,00 euro - a stranieri. Guardando alle cifre, il Bilancio di Betlem Onlus ha registrato un andamento positivo nel corso dell’anno passato, chiudendosi con un patrimonio pari a 49.777,80 euro, in incremento di ben 10.213,29 euro rispetto all’anno precedente, che si era concluso con un patrimonio pari a 39.564,51 euro. L’anno è stato molto proficuo anche per quanto riguarda i contatti presi con enti ed istituzioni, per creare quella sinergia che risulta essenziale al fine di sostenere i bisogni di una vasta area e di un’ampia fetta di popolazione: la Fondazione Coronini, proprietaria di immobili da cedere in affitto, ha prospettato la possibilità di consegnare a Betlem, in comodato gratuito, la casa Ressauer di Borgo Castello a Gorizia mentre contatti sono stati presi anche con il Comune di Gradisca d’Isonzo per la realizzazione della "casa per il lavo- ratore". È stata inoltre sottoscritta una nuova convenzione che prevede il rinnovo, per un ulteriore quinquennio, della concessione alla Caritas Diocesana di alcuni alloggi di proprietà della ATER di Gorizia. Infine, grazie al coinvolgimento di alcune parrocchie, del Comune di Gorizia ed enti di beneficienza e privati è stato possibile creare una rete di solidarietà, grazie alla quale si è riusciti a garantire, oltre al pagamento di un certo numero di canoni d’affitto, anche un minimo sostentamento agli stessi nuclei famigliari aiutati da Betlem. Selina Trevisan
CHIESA Cinquant’anni fa nella basilica di Aquileia l’ordinazione sacerdotale di don Cocolin 1962: l’"Eccomi!" di don Silvano Dono inatteso per la diocesi in cammino verso il Concilio Anche il 1962 si presentava un anno senza ordinazioni sacerdotali; il seminario diocesano aveva esaurito negli anni precedenti le annate di neomisti (quattro dal 1958 al 1961), a dimostrazione che la crisi delle vocazioni per la nostra diocesi non è una novità. Certamente il panorama -a partire dal 1963- si presentava a ranghi pieni e con la prospettiva di un minimo di seisette giovani ordinazioni per quasi dieci anni. Il 1962, a poco più di un mese dall’ingresso del nuovo arcivescovo, mons., Andrea Pangrazio (1909-2004), si presentava come un anno di passaggio. Così lo vivevano superiori e alunni del seminario che, invece, si preparava ad avere le annate complete in teologia e la stessa scuola teologica era di nuovo ospitata nelle mura amiche del seminario minore. Quest’ultimo, poi, si preparava ad essere al centro della attenzione in vista delle celebrazioni per i primi cinquanta anni di vita e di attività. Gli ultimi giorni del semina- A PROPOSITO DI UN INTERVENTO SULLA "SETTIMANA DI ATTUALITÀ PASTORALE" 30 giugno 2012 11 Il furto al Papa:esempio di strumentalizzazione mediatica Mentre unanime è risultata nell’opinione pubblica - non solo in quella del mondo cattolico - la riprovazione per il furto di documenti privati e riservati nell’abitazione di Benedetto XVI,siamo costretti a registrare una discutibile operazione mediatica della "Settimana di attualità pastorale" del 17 giugno (si tratta di un settimanale edito dal Centro Dehoniano di Bologna) in merito a tale evento. Nel suo intervento intitolato "C.L.e Milano",dopo avere definito - fra parentesi - "indebita" la pubblicazione dei testi così sottratti,ne utilizza indebitamente quello inviato alla Santa Sede dal presidente della Fraternità di CL,Julian Carron, quando,in attesa della nomina del successore del cardinal Tettamanzi a Milano,da Roma era stato richie- rio che vedevano la conclusione il 21 di giugno, festa di S.Luigi Gonzaga, vennero rallegrati dalla notizia che saremmo stati tutti convocati ad Aquileia per la liturgia solenne di ordinazione sacerdotale del diacono don Silvano Cocolin, studente del seminario di Udine. Qualcuno di noi ne aveva sentito parlare in quanto nipote dell’arciprete di Aquileia, mons. Pietro Cocolin; i teologici ospiti in quel seminario lo conoscevano come alunno; per la maggioranza era una bella e buona notizia. E così l’arcivescovo Pangrazio, in occasione degli incontri di fine anno per premiazioni e riconoscimenti, poteva parlare di un dono per l’inizio del suo servizio episcopale e per la diocesi e noi tutti, alunni del seminario, avemmo modo di conoscerlo nel periodo successivo quando il vescovo gli conferì l’incarico di segretario che condivideva con il sacerdote veronese, don Renzo Bellomi - il futuro vescovo di Trieste - che rimase in diocesi per oltre sei mesi. Il giovane prete rimase al ser- IL 16 LUGLIO Fattore famiglia:se ne parla in un convegno a Lignano La sede Ge.Tur. di Lignano ospiterà il prossimo 16 luglio un seminario formativo organizzato dall’Afi (Associazione italiana delle famiglie). L’Afi è’ un’associazione di famiglie, apartitica, presente in tutta Italia a livello locale che promuove la cultura della famiglia per renderla consapevole del suo ruolo originario ed insostituibile che è chiamata a svolgere nella società. Le politiche familiari sono una delle sue finalità. Per questo, oltre alla formazione all’interno e all’esterno della famiglia,si adopera per la creazione di reti di famiglie che possono essere presenti presso le istituzioni con proprie proposte, per fornire quel supporto che solo un’associazione con una profonda cultura per la famiglia ed una forte preparazione sociale e politica può dare. Il programma prevede una relazione su "Fattore famiglia e revisione Isee" da parte di Roberto Bolzonaro già presidente nazionale AFI e attuale vicepresidente nazionale del Forum delle Associazioni familiari. A seguire verrà presentato da Pietro Boffi il libro "La relazione di coppia oggi: la coppia alternativa alla famiglia?" che trae spunto dal Rapporto famiglia CISF 2011 a cura di Pierpaolo Donati. sto ai protagonisti della vita diocesana milanese,di suggerire il nome dell’eventuale successore con le relative motivazioni. Tale intervento di Carron,riprende spunti di analisi sulla vita diocesana già ampiamente documentati altrove:iniziando dalla "crisi profonda di fede del popolo di Dio" che già oltre 20 anni or sono un teologo e pastore come il cardinal Giacomo Biffi aveva rilevato,fino ai limiti di una preferenza data all’organizzazione pastorale sulla formazione dell’autocoscienza cristiana nei fedeli. Mi limito quì ad accennare ad alcuni dati interni all’intervento di "Settimana",chiedendomi se risultano conciliabili con la verità e con la pur affermata "pluriformità nella vita della Chiesa" che il settimanale rivendica per sè ma sembra non rico- vizio dell’arcivescovo in un primo periodo prima di ricevere altri incarichi in città ed in diocesi: noi lo conoscemmo come animatore del gruppo Gs, poi anche come padre spirituale e insegnante di liturgia nei corsi teologici. Una frequentazione che divenne motivo di conoscenza e, successivamente, con l’inizio (settembre 1967) del ministero episcopale dello zio mons. Pietro, come incaricato della pastorale giovanile (il gruppo era formato appunto da don Silvano, don Diego Bertogna e da chi scrive)… ed era il 1969/70. Don Silvano aveva la responsabilità dei gruppi dai quali, a partire dal 1972, dopo un periodo di divisioni e di ripensamenti, si costituì anche a Gorizia il gruppo di Comunione e liberazione. La frequentazione divenne intensa a causa dell’incarico e della nostra sistemazione in arcivescovado che consentiva anche ripetuti incontri e dialoghi sulla conduzione e animazione dei gruppi giovanili e della pastorale diocesana, in conseguenza della nascita sempre nel 1972, dell’Ufficio pastorale diocesano. Don Silvano si segnalava da subito per una curiosità straordinaria in quegli anni di dopo-Concilio: la ricerca di nuove strade e opzioni educative -in nome di una più autentica vitalità cristiana- lo portava a confronti fuori diocesi con il movimento di don Giussani. Non solo: don Silvano, insegnante di religione al liceo classico, è stato il sacerdote che ha visitato di persona e incontrato in diverse città -da Milano, Rimini, Genova e Firenze- esperienze ecclesiali, diverse e contraddittorie. Una curiosità singolare lo spingeva a confrontarsi e conoscere, individuare possibili spunti e legami. L’autenticità della vita cristiana e del metodo della fede, lo appassionerà per tutta la vita. Tutto questo era motivo di scambio e di verifica che poneva i suoi interlocutori, a Gorizia ed in diocesi, nella occasione -certamente da altri punti di vista- di inquadrare le vicende delle associazioni, dei gruppi parrocchiali e dei movimenti, fra i quali Cl. La scelta pastorale e religiosa dell’Azione cattolica e della chiesa in Italia, la riflessione sulla "presenza" e la "mediazione" -due parole che sintetizzavano bene le posizioni divergenti- e così il rapporto con le parrocchie e con la società…sono state le tematiche di una stagione, intensa e dibattuta per tutti. Quindici anni intensissimi con campi scuola, ritiri, incontri e tentativi. Dopo la scomparsa dello zio, nel 1982, don Silvano assume la responsabilità parrocchiale a S.Ignazio e inizia una storia nuova e diversa. La nomina a vicario generale prima, a direttore dell’ufficio pastorale poi, lo impegnarono nel cuore della vita dell’azione pastorale diocesana, conservando per sé un positivo rapporto con i confratelli e ponendosi a servizio della chiesa diocesana anche con altri incarichi. Fra i quali, ricordiamo il mandato di parroco ad Aiello e prima ancora la responsabilità della visita pastorale a Go- noscere a coloro che non condividono la linea culturale e politica che lo ispira. 1.La crisi nella Chiesa milanese,riferita agli ultimi 30 anni,non risulta attribuita ai suoi vescovi in quei decenni ma ad un complesso di situazioni religiose ed ecclesiali sulle quali si può discutere; 2.Circa il giudizio espresso dal cardinal Scola a proposito dell’intervento di J.Carron inviato alla Santa Sede,cioè "È il suo pensiero",cioè di Carron,il settimanale lo fa diventare "Non è il mio pensiero",cioè di Scola:l’equivoco così suggerito è grave. 3.Se è sincero il desiderio del settimanale,cioè che a Milano si sviluppi l’Anno della fede sulla frontiera dell’approfondimento teologico e spirituale,va affermato che il movimento ecclesiale di CL non ha biso- rizia e nelle diocesi della regione di papa Giovanni Paolo II e del Sinodo diocesano. A conclusione del quale, don Cocolin lasciò il servizio di vicario, per assumere la responsabilità pastorale della comunità parrocchiale di Cervignano, dove per dieci anni ha svolto un intenso apostolato contraddistinto proprio dalla passione per l’uomo e per la causa della fede. L’impegno educativo, la carità, la formazione cristiana sono stati al centro della sua vita, vivendone insieme le attese e le speranze ma anche le delusioni che, qualche volta, gno di "un nuovo corso di ripresa spirituale":se il tema deglo Esercizi spirituali svolti a maggio era "Non vivo più io ma Cristo vive in me",va onestamente riconosciuto che i contenuti ed i ritmi della formazione personale e della vita comunionale secondo il carisma di CL,non appaiono oggi inferiori,per intensità e qualità,a quanto,ad esempio l’Azione Cattolica,garantisce ai propri soci.Il che non toglie quanto afferma Carron nella lettera inviata il primo maggio a Repubblica dove si riconoscono i limiti di una presenza nella società,con il richiamo "Abbiamo ancora molta strada da fare". 4.Se si riconosce che la richiesta di Carron alla Santa Sede si concludeva con l’indicazione della candidatura di Scola per la diocesi milanese,e che questa è stata accettata dal Don Silvano Cocolin avevano un peso grande nei suoi giudizi pessimistici ma che subito combatteva con un sorriso largo ed aperto, un gesto di amicizia e di fraternità. E tornava a combattere per la fede con fiducia, magari aiutandosi con il suono della fisarmonica. Così lo ricordano tanti amici conosciuti in un lungo servizio alla chiesa: alla vigilia del cinquantesimo di ordinazione sacerdotale (29 giugno 1962), si fa grande la gioia di poter condividere con lui -e con i suoi familiari- un anniversario che egli celebra nella casa del Padre. R.B. CERIMONIA A UDINE Sergio Vittori Donato di Devozione Sergio Vittori, apprezzato storico della Bisacheria, cultore delle tradizioni e scrittore fecondo, sabato scorso, presso la Cattedrale di Udine è stato accolto all’interno dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme - più conosciuto come Ordine di Malta - nel grado di "Donato di Devozione" del Terzo Ceto. Assieme ad altri nuovi membri dell’Ordine ha vestito, in sagrestia, la "cocolla" nera, più conosciuta come "abito da chiesa", sulla quale compare la croce melitense a tre bracci propria dei Donati e, in chiesa, all’interno della celebrazione eucaristica, dopo aver formulato le promesse è stato rivestito della decorazione grande dalle mani del procuratore del Granpriorato di Lombardia e Venezia fra’ Silvio Goffredo Martelli. Sergio Vittori da oltre dieci anni partecipa alle attività proprie dell’Ordine con una presenza assidua e costante ai pellegrinaggi a Lourdes, a Loreto e ad altri santuari. Lo accompagna sempre la moglie Miranda in qualità di Sorella di Carità. Un esempio di servizio silenzioso e nascosto agli occhi dei più che si realizza nel servire e tra- Sergio Vittori sportare i Signori Ammalati non solo durante i pellegrinaggi e gli incontri programmati. L’ammissione all’Ordine è arrivata da Roma inattesa, e del tutto non prevista, quale riconoscimento di una lunga e assidua presenza fondata sull’imitazione della figura del Cristo e delle Sue Beatitudini. Al neo Donato di Devozione le felicitazioni di <strong>Voce</strong> <strong>Isontina</strong> che lo vede importante collaboratore unitamente all’augurio di un ancora lungo impegno a favore dei malati. Papa,la non velata problematicità espressa nel settimanale verso Scola, suona inevitabilmente come dissenso alla visione della Santa Sede ed alla lungimirante linea pastorale di Benedetto XVI. 5.Per quanto riguarda la stima che Carron gode nella Chiesa,ricordo che il 12 maggio,all’Università cattolica d’America di Washington (unica università cattolica ufficiale negli Stati Uniti,fondata nel 1889), Carron ha ricevuto la laurea honoris causa in teologia,insieme al neocardinale arcivescovo di New York, Dolan,con la motivazione:"Per il suo illustre servizio nell’ambito della teologia cattolica,in particolare della Sacra Scrittura,e per la sua funzione di guida di un movimento ecclesiale internazionale di diritto pontificio". Luigi Tavano
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