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Il Diario di Paolo - Associazione FIDES ONLUS

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Prefazione<br />

<strong>Paolo</strong> è nato il 27 settembre 1964 ed è morto il 24 novembre 1992.<br />

Noi lo abbiamo conosciuto il 9 <strong>di</strong>cembre ’91, quando, ospitato presso la nostra Comunità, è entrato a far<br />

parte della grande famiglia <strong>di</strong> Ca’ Nostra.<br />

Arrivò da noi accompagnato dalla mamma, alla quale era molto affezionato, e rimase subito colpito, come<br />

in seguito ci confessò, dall’ambiente familiare che aveva trovato.<br />

Noi del resto ci sorprendevamo <strong>di</strong> come un giovane così vivace e con tanta voglia <strong>di</strong> vivere fosse malato<br />

<strong>di</strong> AIDS.<br />

Gli esami clinici rivelavano la gravità delle sue con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute: non possedeva più alcuna <strong>di</strong>fesa<br />

immunitaria, la più banale infezione gli poteva essere fatale.<br />

Egli si inserì facilmente in Comunità, aiutava a fare le pulizie, cercava <strong>di</strong> rendersi utile in tutti i mo<strong>di</strong><br />

possibili, solo così <strong>di</strong>ceva, riusciva a sentirsi ancora vivo.<br />

Ben presto gli altri ragazzi e tutte le persone che frequentavano la Comunità <strong>di</strong>ventarono per lui la sua<br />

seconda famiglia: fratelli a cui voler bene e con i quali con<strong>di</strong>videre tutte le gioie che una vita regolare,<br />

senza droga, può offrire.<br />

Ci <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> aver riscoperto proprio in Comunità l’amicizia vera, <strong>di</strong>sinteressata.<br />

<strong>Paolo</strong> apprezzava tutto quello che il Padre, Angelina e tutti i volontari facevano per lui e si impegnava<br />

sempre <strong>di</strong> più per meritarsi la loro fiducia, il loro affetto.<br />

Sapeva in cuor suo che quelle persone gli volevano bene perché prima <strong>di</strong> tutto amavano il Signore.<br />

Così le lunghe chiacchierate fatte con Padre Lupano, lo facevano rinascere: era un modo per ascoltare la<br />

parola <strong>di</strong> Dio, per avvicinarsi a Lui, così da poter fare la Sua Volontà e riuscire ad affrontare i momenti più<br />

bui.<br />

<strong>Il</strong> 6 aprile ’92 sua madre morì per un tumore epatico. Lui le era rimasto vicino fino all’ultimo.<br />

Non riusciva a perdonarsi tutto il male che in precedenza le aveva fatto.<br />

Di una cosa era certo: doveva impegnarsi con tutte le sue forze in Comunità, perché sua madre, come<br />

ultimo regalo, gli aveva trovato un posto tranquillo dove poter vivere finalmente da uomo ed essere<br />

circondato da persone che gli volevano bene.<br />

La morte della mamma lo aveva profondamente colpito, capiva <strong>di</strong> non essere più il <strong>Paolo</strong> <strong>di</strong> una volta.<br />

La malattia poi in certi momenti lo faceva sentire molto impaurito e solo.<br />

Nessuna persona poteva aiutarlo.<br />

Fu allora che capì <strong>di</strong> avere nelle sue mani una grande arma: la preghiera.<br />

Per vincere la sua <strong>di</strong>sperazione spesso lo vedevamo in giar<strong>di</strong>no a piangere e pregare.<br />

Riuscì ad accettare la sofferenza e il dolore come gli unici mezzi che gli venivano offerti per tornare a<br />

riabbracciare sua madre.<br />

Quando <strong>Paolo</strong>, dopo un ricovero ospedaliero <strong>di</strong> circa due mesi, capì che la malattia aveva la meglio sul<br />

suo fisico, ci <strong>di</strong>sse che voleva morire nel suo letto, a casa sua.<br />

Noi operatori della Comunità emotivamente non riuscivamo ad accettare questa sua decisione, perché<br />

separarci da lui nel momento in cui aveva più bisogno <strong>di</strong> noi?<br />

O forse eravamo più noi che avevamo bisogno <strong>di</strong> lui?<br />

"Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affanni,<br />

camminano senza stancarsi".<br />

Per noi che abbiamo conosciuto <strong>Paolo</strong> è impossibile scordare il suo sorriso e la sua voglia <strong>di</strong> vivere.<br />

Per gli altri che non l’hanno conosciuto è impossibile non vedere tra le pagine del suo <strong>di</strong>ario un grande<br />

inno alla vita.<br />

Nelle nostre giornate più buie basta guardare fuori da una finestra e scoprire, anche <strong>di</strong>etro una nuvola, un<br />

raggio <strong>di</strong> sole per capire che tutto può essere "stupendo".<br />

Pag. 3<br />

E. Cucchetti<br />

(Educatrice Comunità Ca’ Nostra <strong>di</strong> Cornaredo)

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