01.06.2013 Views

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… - Matematicamente.it

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… - Matematicamente.it

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… - Matematicamente.it

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

SCUOLA SCUOLA SECONDARIA SECONDARIA SECONDARIA DI DI PRIMO PRIMO GRADO GRADO ARDIGO’ ARDIGO’ – a.s. a.s. 2006/2007 2006/2007

2006/2007

Il

giardino iardino

della ella

scuola: cuola:

il

il

giardino

giardino

che

che

vorrei vorrei… vorrei

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

0


L’alfabeto del giardino della scuola: il giardino che vorrei…

A come acero saccarino

B come biancospino

C come crocus, ciliegio giapponese e corniolo sanguinello

D come dente di leone

E come edera

F come frassino e forsizia

G come ginko biloba e giacinto

I come iris

L come lauroceraso, lavanda, lantana e liquidambar

M come menta

N come narciso

O come olivella spinosa

P come pratolina e pallon di maggio

Q come quadrifoglio

R come robinia e rosmarino

S come sambuco e salvia

T come tulipano, trifoglio, tarassaco e thuia

U come usignoli

V come viola, verbena e vite americana

Z come zolla e zucca.

Letizia Caglioti e Silvia Bellumore 1^H

Il giardino che vorrei

Il giardino che vorrei

dev’essere fatto di colore,

vivacità e un po’ d’amore,

pieno d’emozione

e d’ispirazione.

Luca Migliaccio e

Alvaro Mena

Ci piacerebbe creare un giardino

Ci piacerebbe creare un giardino fatato,

quasi incantato ,

ricco di sogni e colori,

vivido di tanti odori,

ricordi di amori,

intrisi di sapori

e di fiori.

Trifogli e margherite simboli

di tante primavere.

I ragazzi del “Laboratorio di Poesia”

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

1


INDICE

INDICE

PRESENTAZIONE pag. 4

GLI ALBERI pag. 5

ACERO SACCARINO

Scheda botanica pag. 6

CILIEGIO GIAPPONESE

Scheda botanica pag. 7

Poesie, acrostici e mesostici pag. 8

FRASSINO

Scheda botanica pag. 13

GINKO BILOBA

Scheda botanica pag. 14

LIQUIDAMBAR

Scheda botanica pag. 15

Acrostici e mesostici pag. 16

ROBINIA

Scheda botanica pag. 17

THUIA

Scheda botanica pag. 18

I FIORI

Poesia pag. 19

Poesie pag. 20

Il ciclo delle bulbose pag. 21

CROCUS

Scheda botanica pag. 22

Poesie, acrostici e mesostici pag. 23

GIACINTO

Scheda botanica pag. 26

Poesie, acrostici e mesostici pag. 27

NARCISO

Scheda botanica pag. 28

Poesie, acrostici e mesostici pag. 29

Calligramma pag. 33

PRATOLINA

Scheda botanica pag. 34

Poesie pag. 35

TARASSACO

Scheda botanica pag. 36

TULIPANO

Scheda botanica pag. 37

Poesie, acrostici e mesostici pag. 38

Il tulipano da oriente e occidente pag. 41

VIOLA

Scheda botanica pag. 43

Poesie , acrostici e metagramma pag. 44

GLI ARBUSTI E LE ERBE pag. 46

EDERA

Scheda botanica pag. 47

Poesie, acrostici e mesostici pag. 48

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

2


FORSIZIA

Scheda botanica pag. 50

Poesie, acrostici e mesostici pag. 50

LAUROCERASO

Scheda botanica pag. 52

LAVANDA

Scheda botanica pag. 53

Rap , acrostico e parole incatenate pag. 54

MENTA

Scheda botanica pag. 55

Poesie, acrostici e mesostici pag. 56

ROSMARINO

Scheda botanica Pag. 58

SALVIA

Scheda botanica Pag. 60

SAMBUCO

Scheda botanica pag. 62

TRIFOGLIO

Scheda botanica pag. 63

Rap, poesie e acrostici pag. 64

VERBENA

Scheda botanica pag. 65

VITE AMERICANA

Scheda botanica pag. 66

CORNIOLO SANGUINELLO

Scheda botanica pag. 67

PALLON DI MAGGIO

Scheda botanica pag. 67

LANTANA

Scheda botanica pag. 68

OLIVELLA SPINOSA

Scheda botanica pag. 68

BIANCOSPINO

Scheda botanica pag. 68

CONCLUSIONE pag. 69

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

3


PRESENTAZIONE

PRESENTAZIONE

• Aiutare i ragazzi a guardare la realtà che li circonda meno distrattamente.

• Aumentare in loro una sensibilità al miglioramento dell’ambiente in cui vivono.

• Affidare loro un compito e guidarli alla realizzazione dello stesso stimolandoli a dare sempre

il meglio di se.

Per conseguire tali finalità abbiamo realizzato il libro “IL GIARDINO DELLA SCUOLA: IL

GIARDINO CHE VORREI….” che è una raccolta di notizie botaniche, curiosità, miti e leggende sui

fiori e alberi del giardino della scuola.

I ragazzi dopo aver imparato a riconoscere e descrivere le varietà delle specie presenti,

affascinati dalla storia di ogni albero e fiore, si sono cimentati in varie produzioni di scrittura

creativa.

Quella che presentano è solo una parte delle loro libere interpretazioni.

Tutte le immagini e le illustrazioni sono prodotte dai ragazzi.

L’analisi delle diverse specie di alberi, arbusti, fiori ed erbe presenti nel giardino della scuola

è stata suddivisa tra le tre classi prime:

1^G

ACERO SACCARINO, FRASSINO, GIAGINTO, LAVANDA, ROBINIA, SAMBUCO, TRIFOGLIO,

VIOLA MAMMOLA, VITE AMERICANA

1^H

CILIEGIO GIAPPONESE, CROCUS, EDERA, LAUROCERASO, LIQUIDAMBAR, MENTA,

NARCISO, SALVIA, TULIPANO

1^I

FORSIZIA, GINKOBILOBA, PRATOLINA, ROSMARINO, TARASSACO, TUIA, VERBENA

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

4


Alessandra Francavilla e Martina Elemi 1^H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

5


Gli Gli alberi lberi

Gli alberi in autunno cambiano colore,

ma durante la primavera ritornano in loro

e mettono allegria in ogni cuore.

In inverno ancor di più,

tutti innevati fanno venir voglia

di salire fin lassù

e toglier la neve da ogni foglia.

Poi ritorna l’autunno,

con tutti gli alberi colorati,

rossi,gialli e sfumati,

insieme a loro ritorna l’allegria.

Letizia Caglioti e Martina Elemi 1^H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

6

Letizia Caglioti 1^H


Nome Acer Saccharinum, Acero saccarino o d’argento

Deriva da “acer” che significa appuntito e “saccharinum” cioè zucchero.

Famiglia Aceraceae

Distribuzione Specie originaria dell’America Settentrionale e Canada; introdotta in

Europa, oggi è diffusa in tutto l’emisfero settentrionale.

Ambiente In America settentrionale e Canada cresce in foreste miste di latifoglie,

preferisce climi freddi, adatto a vari terreni.

Descrizione Albero che raggiunge i 40 m d’altezza, con chioma ampia e slanciata

verso l’alto, verde scura. Foglie: opposte, decidue, palmate con 5 lobi

(meno comunemente 3); il margine di ogni lobo possiede 2-3 grossi denti,

intercalati da numerosi piccoli denti acuti. La pagina inferiore è

argentea. Corteccia: grigiastra o grigio-brunastra, rugosa e

regolarmente fessurata in verticale. Fioritura: produce sia fiori

unisessuali sia bisessuali, con tendenza a ripartirsi su individui distinti.

Sono provvisti di un lungo peduncolo e disposti in corimbi eretti.

Possiedono un calice giallino a 5 lobi, mentre manca la corolla; sbocciano

in Marzo, prima delle foglie. Il frutto è una samara, spesso irregolare,

con piccoli semi ed ali piegate a “U”.

Usi e curiosità La foglia di questo albero è molto conosciuta per essere stata utilizzata

come simbolo della bandiera canadese. Nell’antichità il suo legno era

usato per fabbricare le lance, che dovevano essere robuste, penetranti e

appuntite. Proprio “appuntito” è in latino il significato di Acero. Le tribù

indiane distillavano zucchero da questa pianta e la loro è ancora in uso in

tutto l’America settentrionale. Si praticano due incisioni nel tronco e si

lascia colare la linfa, che è raccolta in un recipiente posto ai piedi

dell’albero. La linfa si concentra mediante bollitura e diventa uno

sciroppo da cui si può ottenere uno zucchero dal sapore particolare,

dovuto dalle sostanze aromatiche contenute. Un acero produce fino a 10

litri di linfa al giorno, per un mese ogni anno, e per trent’anni. Dalla

lavorazione della linfa si ottiene lo zucchero grezzo. In Italia, l’acero

saccarino rende ben poco zucchero, quindi lo si apprezza soltanto come

pianta ornamentale, per i colori autunnali. In autunno, infatti, le foglie

diventano rosso sangue dopo essere virate dal giallo all’arancio. Tale

colorazione fece attribuire a questi alberi un carattere funesto, sicché

furono dedicati a Fobos, il dio della Paura figlio di Ares. Per questo

motivo i Greci, come anche i Romani preferivano come pianta

ornamentale il platano le cui foglie non assumevano quel colore infausto.

Il legno grazie alla compattezza e alla bella colorazione delle venature, è

usato nei lavori di ebanisteria e di intarsio, oltre che nell’arredamento

moderno come rivestimento a impiallacciatura.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

7

ACERO

ACERO

SACCARINO

SACCARINO

Numero esemplari presenti nel giardino: 7


Nome Prunus serrulata o prunus ojochin

Famiglia Rosacee

Distribuzione Specie alloctona. Deriva dalla Cina centrale e dal Giappone. Comprende

un misto di specie selvatiche e di antichi ibridi, spesso di origine

incerta.

Descrizione E’ un piccolo albero con rami distesi, alto 10 m. La chioma è

generalmente arrotondata, ma presenta molta variabilità.

Ha grandi foglie ovate con molti denti acuti, base arrotondata e un

aspetto liscio e lucido. In autunno le foglie diventano rosa dorate e in

alcune specie volgono al rosso.

La corteccia è bruna e circondata da anelli.

I fiori bianchi o sfumati di rosa, in racemi lassi e un po’ penduli, si

aprono in Aprile o in Maggio, insieme alle nuove foglie. Il frutto è

ovoide, nero lucido.

Usi e curiosità I fiori rosa e bianchi che ricoprono i rami nel Ciliegio giapponese

ravvivano in primavera molte vie residenziali. Ne esistono molte specie

ornamentali con un’ ampia varietà di fiori, di profumi e di colori

autunnali e primaverili delle foglie. Si pensa che l’ albero sia originario

della Cina e che sia stato importato e coltivato in innumerevoli forme

in Giappone. I primi esemplari, in Europa , arrivarono dalla Cina nel

1882. Quasi sempre non si riproducono bene per seme , ma occorre

ricorrere all’innesto a gemma o a marza, di solito, su una pianta da

seme di ciliegio dolce.

Il Ciliegio giapponese fu il primo ciliegio da fiore, proveniente

dall’oriente, a essere piantato nei giardini europei. Uno dei ciliegi

giapponesi più belli è il Tai Haku, albero robusto che produce fiori di

un candore smagliante. Per decenni quest’ albero andò perduto nella

sua terra d’origine, ed era noto ai Giapponesi soltanto grazie ai dipinti.

Venne scoperto dal capitano Collingwood Ingram, un esperto di ciliegi,

il quale nel 1923 ne notò un esemplare in un giardino del Sussex.

Ingram capì che si trattava di un albero raro e, in una visita al

Giappone lo identificò come Tai Haku, considerato una specie da tempo

perduta. Poi reintrodusse quest’albero nel suo Paese d’origine.

Il fiore di ciliegio è il fiore del Giappone: è il fiore per antonomasia!

Tali fiori, sono simbolo di buon augurio e suggeriscono un futuro

luminoso. Gli studenti, che in aprile iniziano un nuovo anno scolastico, e

i neo diplomati o laureati che cominciano, sempre nello stesso mese, la

loro vita lavorativa vedono nei fiori di ciliegio il futuro radioso che si

apre loro davanti.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

8

CILIEGIO

CILIEGIO

GIAPPONESE

GIAPPONESE

GIAPPONESE

Numero esemplari presenti nel giardino: 1


POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

Il ciliegio giapponese

Il ciliegio giapponese

con i suoi fiori bianchi e rosa,

bellissimi come una giovane sposa.

Il ciliegio giapponese,

robusto ed imponente,

viene ammirato da moltissima gente.

Il ciliegio giapponese,

simbolo di rinascita,

vita e morte a riflessioni profonde

apre le porte.

La sua effimera bellezza

suscita, anche sentimenti di tristezza.

Il ciliegio giapponese,

anticamente considerato un albero

capace di guarire,

veniva impiegato per evitare di soffrire.

Per Germania e Danimarca,

invece il ciliegio giapponese,

dei demoni è il nascondiglio

e crea grande scompiglio.

In Italia le ciliegie sono simbolo di cortesia

e buona creanza.

San Gerardo, patrono di Monza,

e le ciliegie offerte in inverno,

verranno ricordate in eterno.

In Giappone il fiore è simbolo

di modestia ed integrità,

i valori più importanti della società.

In Cina, invece il fiore è simbolo di bellezza,

che nei poeti ispirò tanta tenerezza.

Alessandro Salvati 1^H

Il ciliegio giapponese venne scelto dall’ imperatore,

perché i suoi fiori rappresentano l’onore

di molti guerrieri samurai che,

quando stanno per essere sconfitti in battaglia,

si suicidano sotto la loro boscaglia.

Il ciliegio rappresenta la vita con la sua bellezza

e la morte con la sua delicatezza.

I giapponesi festeggiano

la fioritura dell’albero in primavera,

dalla mattina alla sera,

mangiano, giocano e ballano,

ridono, scherzano e cantano.

Il ciliegio giapponese fa parte della cultura tradizionale,

tanto da diventare l’albero nazionale.

I fiori del ciliegio in origine erano bianchi, ma

da quando i samurai vennero seppelliti sotto i loro manti,

i fiori incominciarono ad assorbire il loro sangue,

diventando di un colore rosa langue.

Il ciliegio per i giapponesi è quindi importante,

perché è una popolazione sognante.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

9

Martina Elemi 1^H

Come il tramonto è il tuo colore,

intenso il tuo profumo,

elegante il tuo fiore,

lucida la tua foglia.

O ciliegio,

per me sei il più bello.

Silvia Bellumore 1^H


Il ciliegio giapponese

è una pianta dalle mille sorprese.

Fa sbocciare un fiore

che dona a tutti amore,

color rosa questo fiore,

mette allegria in ogni cuore.

Fa ballare, fa amare,

fa venir voglia di sognare.

Dei guerrieri morti in guerra

e sepolti sotto terra,

il sangue rosso la pianta prese

e il suo fiore rosa rese.

Questa è la storia un po’ dolorosa

della pianta dai fiori rosa.

Letizia Caglioti 1^H

Oh ciliegio giapponese,

non ti ho mai visto, ma non ho pretese.

Di te non ho mai sentito parlare,

cosi ti posso soltanto immaginare.

Ti immagino come una creatura imponente,

come un albero splendente,

un qualcosa di importante.

Chissà che forse, un giorno potrò vederti,

e, in tutta la tua bellezza, ammirati.

Martina Crespi 1^H

Il ciliegio giapponese così bello

dalle braccia nello spazio protese,

è per il popolo giapponese

l’inizio della primavera che regala sorprese,

i colori luminosi e splendenti

sembran nel ciel tante stelle cadenti.

Davide Frisardi 1^H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

10

Il ciliegio giapponese

ha una leggenda senza chiese.

Il fiore di ciliegio in origine era biancastro,

ma ad un tratto divenne rossastro.

Il ciliegio giapponese

è nato con migliaia di pretese.

Il ciliegio giapponese

è un albero molto cortese.

Alessandra Francavilla 1^H

Con il tuo fiore

Immensa serenità

Lasci sognare,

Illumini con il tuo candido colore,

Estrema grazia,

Gioviale eleganza

Infondi nel cuore

Ora e per quasi tutta l’estate

ci fai soGnare,

anche quando la tua fIoritura

sarà stesA sui prati

e i Petali rosa

saranno sPinti dal vento,

noi potremmo nOn solo ammirarti,

ma aNche gustarti,

graziE al tuo frutto

di intenSo sapore

e dolcE profumo.

Silvia Bellumore 1^H


Ci

Innamoriamo

Lealmente

Improvvisamente

E

E

Guerrieri

Innocenti

Obliamo

Giù

In

Abissi

Persi

Per

Onorare

Nuove

Emozioni e

Sensazioni

Esistenti

Letizia Caglioti 1^H

EcCezionale

fIoritura

gLi

studIosi

aspEttano

soGnando

rIsultati

pOsitivi

aGli

esercIzi

intrApresi

apPositamente per

suPerare

prOve ed

eNtrare

nEl

succeSsivo

impEgno

Letizia Caglioti 1^H

Coincidendo con l’equinozio di primavera,

il ciliegio rappresenta una rinascita vera;

un simbolo di vita ovunque,

ma al suo massimo splendore,

si stacca e muore,

viene portato via dal vento

e con esso si disperde nel tempo.

Andrea Pagani 1^H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

11

RaCcolgo

felIce

moLti

fIori

d’Estate,

reGalo

fIorito

odOroso;

oGni

anImo

rAvvivono

apPassionati,

semPre

prOfumati

taNti

pEnsieri

eStivi

spEnsierati

Martina Crespi 1^ H


Caro è

Il ciliegio,

gLi uomini

festeggIano

l’Entrata della primavera,

Giocando e

Intonando

Odi,

Girando

Intorno

Ad esso,

Pranzando e

Parlando

cOn

coNoscenti

E

divertendoSi

insiEme.

Giada Gresia 1^H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

12

Per i samurai è simbolo di morte,

lì si seppelliscono per sfuggire alla sorte;

il fiore in origine bianco

diventa color sangue e amaranto.

Il ciliegio giapponese,

simbolo di vita e di morte,

a pensieri apre le vie delle porte.

La sua bellezza

apre le tristezze,

è capace di guarire,

si usa per evitare di soffrire.

In Italia le ciliegie sono

simboli di buona creanza.

Patrono di Monza, San Gerardo,

offrì le ciliegie in inverno,

saranno ricordate in eterno.

In Giappone il fiore

è simbolo di cortesia.

In Cina il fiore

è simbolo di bellezza.

Myftari Inanisa 1^H

Francesco Tuccillo 1^H


Nome Frassino excelsior

Famiglia Oleaceae

Distribuzione L’ albero e originario dell’ Europa e dell’ Asia

Ambiente Vive bene nei boschi umidi di latifoglie della pianura fino a 1500m di

altitudine. Il frassino è presente in tutta Italia, soprattutto all’

centro e nel settentrione.

Descrizione Albero alto da 15 ai 40 metri con chioma allungata , globosa , a forma

di cupola. La fitta chioma ha dato il nome al frassino , dal greco

“frasso” : chiuso , assiepo. Il tronco è dritto e slanciato spesso fino

alla cima. La corteccia e grigio verdastra , liscia con qualche solco

sottile nelle piante giovani diventa sempre più rugosa e fessurata con

l’età. I rami sono rivolti alcuni verso l’alto , altri ricadenti. Essi sono

piuttosto radi e conferiscono alla chioma una forma arrotondata.

Usi e curiosità Il frassino è sfruttato per il legno molto pregiato e ricercato , di

colore bianco – giallastro , con riflessi lucidi , di facile lavorazione

poiché si può curvare a vapore. Il legno si utilizza in falegnameria per

fabbricare mobili, attrezzi sportivi (sci , racchette da tennis, remi,

slitte), per utensili da cucina e manici di attrezzi. Nell’ antichità i

romani e i greci utilizzavano legni di frassino per costruire lance da

guerra. Il legno del frassino e uno dei materiali più preziosi e ricercati

da falegnami ed ebanisti. Tradizionalmente era impiegato per

costruire carri , carri agricoli, raggi di ruote e aratri.

Proprietà medicinali Dalla corteccia si otteneva un decotto per curare le affezioni epatiche

e dalla cenere un estratto contro la scabbia. Le foglie venivano

utilizzate per l’ alimentazione del bestiame. Le foglie sono regolatrici

dell’ intestino; e accertata l’utilità come coadiuvante nella cura dei

reumatismo, dell’ artrite e dei calcoli renali. L’azione lassativa è

leggera ma sicura.

Gli estratti si ricavano dalle foglie (per uso esterno) dalla corteccia e

dai frutti (per uso interno).

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

13

FRASSINO

FRASSINO

Numero esemplari presenti nel giardino: 2


Nome Ginkgo biloba, albero-capelvenere. Il nome della specie bioloba deriva

dal latino bis e lobus.

Famiglia Ginkgoaceae

Distribuzione Originario della Cina, oggi è coltivato industrialmente in Europa,

Giappone, Corea e negli Stati Uniti, per le sue doti medicinali.

Ambiente Si adatta bene a differenti terreni e climi, sopporta l’inquinamento

atmosferico; è molto comune nei giardini e nei parchi cittadini.

Descrizione E’ una pianta arborea che raggiunge un’altezza di 30, non è né una

conifera né una latifoglia. Il naturalista C. Darwin lo ha definito un

“fossile vivente” ed è l’ultimo discendente di un gruppo di piante, oggi

estinto, vissute ai tempi dei dinosauri. Ha una chioma molto grande a

forma piramidale. La corteccia è di colore grigio e con profonde

scanalature negli individui più vecchi. I rami possono essere di due tipi:

quelli più corti portano sia frutti sia foglie; quelli lunghi solo foglie. Le

foglie, dall’originale forma a ventaglio, hanno una consistenza cuoiosa,

di colore verde chiaro in primavera e verde più scuro d’estate.

All’arrivo dell’autunno si colorano di un bel colore giallo-oro. I frutti

verdi e globosi, portati dalle piante femminili, quando giungono a

maturazione assumono un colore giallo e rilasciano un cattivo odore.

Usi e curiosità E’ molto utilizzata come pianta ornamentale per parchi e giardini e per

creare cortine frangivento.

Ha legno pregiato in falegnameria.

In Cina si usano i semi arrostiti come alimento.

Proprietà medicinali Le foglie del ginkgo contengono alcuni principi attivi (polifenoli,

flavonoidi) che lo rendono efficace per alleviare i problemi circolatori.

L’azione dilatatrice delle arterie, delle vene e dei capillari, previene la

formazione di coaguli e aumenta la fluidità dal sangue. Si ritiene che

abbia anche effetti positivi sulla memoria e sulle facoltà di

apprendimento. E’ quindi particolarmente raccomandato per curare i

disturbi della memoria e le alterazioni delle funzioni cognitive legate

all’invecchiamento.

In cosmetica è utilizzato per ravvivare le pelli secche e screpolate.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

14

GINKO GINKO BILOBA

Numero esemplari presenti nel giardino: 1


Nome Liquidambar styraciflua, liquidambar, storace .

Il nome del genere deriva dal latino "liquidus” = liquido e dall'arabo

“ambar" = ambra per la secrezione fluida e aromatica.

Nome di un genere di piante arboree appartenenti alla famiglia delle

amamelidacee, che crescono spontanee in regioni a clima.

Famiglia Hamamelidaceae

Distribuzione Il liquidambar è originario del settore atlantico del Nord America, da

dove è stato importato in Europa verso il 1680.

Ambiente Si adatta a qualsiasi terreno, pur preferendo terreni freschi e umidi,

ricchi, sciolti e ben drenati, molto profondi; in genere gradisce terreni

con ph leggermente acido, ma si adattano anche in terreni alcalini.

E’ presente in boschi misti, è una specie pioniera. E’ una pianta longeva

e molto rustica, resistente alle basse temperature sino a -15/-20°C

In vicinanza dei corsi d’acqua, assume una colorazione molto brillante.

Descrizione Ha fusto eretto, densamente ramificato, con chioma piramidale, che

diventa arrotondata con il passare degli anni.

La corteccia è grigio-marrone, profondamente fessurata e screpolata

anche nei rami giovani. Le foglie sono grandi, alterne, spicciolate e

palmate con 5 o 7 lobi appuntiti; sono lisce e lucide sulla pagina

superiore; hanno colore verde scuro e in autunno divengono color

porpora o arancione, prima di cadere.

In primavera produce fiori femminili, riuniti in racemi penduli, e fiori

maschili in racemi eretti, di colore bianco-verdastro, poco

appariscenti; in estate inoltrata i fiori lasciano il posto ai frutti,

capsule semilegnose tonde, molto spinose, di diametro intorno ai 3-4

cm; rimangono sulla pianta per molte settimane e contengono piccoli

semi. Il legno è di buona qualità, simile al mogano: pesante omogeneo,

facile da lavorare.

Usi e curiosità Il liquidambar ha colori autunnali molto vivi, che vanno dallo scarlatto

al rosso scuro, al limone e al violetto, per questo è molto ricercato

come ornamentale.

Negli stati meridionali e orientali dell’America settentrionale viene

coltivata per la resina (ottenuta con la bollitura e conseguente

spremitura della corteccia), che viene impiegata per produrre adesivi,

unguenti, fissatore per profumi e incenso.

Il legname di queste piante è utilizzato dai cinesi per costruire le

cassette destinate a conservare il the.

Proprietà medicinali La resina del liquidambar viene impiegato anche in medicina, come

ingrediente di un balsamo usato per le infiammazioni delle vie

respiratorie e come unguento per la pelle.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

15

LIQUIDAMBAR

LIQUIDAMBAR

Numero esemplari presenti nel giardino: 5


ACROSTICI E MESOSTICI

Il Liquidambar

sI coltiva da più

di duecentocinQuanta anni, è un

cespUglio o un

Il Liquidambar

pIccolo albero, che può vivere

sulle sponde delle paluDi, produce anche una

resina Aromatica

Produzione di Balsami,

Molto usata per la

rAccolta nel

peRiodo autunnale

Martina Elemi 1^ H

La resina del liquidambar è

Impiegata per la sua

Qualità in

Utili medicine o come fissatrice di profumi

In Cina

Diminuiscono sempre più, poiche vengono

Abbattuti per costruire

Minicontenitori di the. Il

Balsamo di

Ambra è quello prodotto dalle sue foglie

Rossastre.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

16

Martina Elemi 1^ H


Nome Robinia pseudoacacia L. Robinia sta a ricordare Jean Robin, giardiniere

del Re di Francia Enrico IV, che nel 1601 la introdusse in Europa;

pseudoacacia significa “falsa acacia”, poiché non è un’acacia.

Famiglia Leguminose

Distribuzione Originaria dell’America settentrionale orientale introdotta nel’600 in

Europa si trova nella regione sub-mediterranea, in Italia è presente

nella Pianura Padana e nelle vallate Alpine e Appenniniche.

Ambiente Scarpate, luoghi incolti, siepi, margini dei boschi fino a 1000 metri,

introdotta come pianta ornamentale è adesso spontanea e infestante in

tutto il territorio.

Descrizione E’ una specie rustica, in grado di adattarsi a svariati tipi di terreno,

esige molta luce e caldo nel periodo estivo. Forma boschi puri o misti

con castagni e querce. Ha portamento espanso o slanciato, rami

contorti, i più giovani con spine; corteccia rugosa e di colore grigiobruno,

invecchiando diviene spessa e fessurata e forma una rete a

maglie allungate; le radici sono superficiali; le foglie caduche,

imparipennate, ossia composte da 4-10 paia di foglioline ovali e da una

fogliolina apicale, di colore verde chiaro e più pallide sulla pagina

inferiore; i fiori profumati hanno corone bianche, raccolti in grappoli

penduli che compaiono tra maggio e giugno; frutti: legumi appiattiti e

coriacei di colore rosso-bruno, che persistono sull’albero sino ad inverno

inoltrato e contengono semi duri, nerastri.

Usi e curiosità Alcuni ritengono che la robinia sia stata importata in Italia per

rinsaldare le massicciate della linea ferroviaria del Sempione, da lì poi

si sarebbe diffusa su tutto il territorio alpino. L’uso più frequente

prevedeva il taglio periodico per ottenere ottima legna da ardere. Le

ramaglie, raccolte in fascine, erano un apprezzato combustibile,

ricercato dai forni dei panifici. Chi non aveva legno di castagno

ricorreva alla robinia per produrre paleria da utilizzare nei vigneti, negli

orti e per realizzare staccionate. Il legno duro e resistente si prestava

per fabbricare manici di scuri, picconi e martelli, denti di rastrelli e di

ingranaggi dei mulini, diversi elementi di barche e carri agricoli, sedie,

mangiatoie. Per il suo apparato radicale ampio la robinia e utilizzata

nelle opere di consolidamento delle pendici franose e instabili. I fiori

bianchi in grappoli profumati sono appetiti dalle api che ne producono un

miele monofloro, chiaro e fluido molto apprezzato. La robinia oggi è tra

i più importanti alberi per la produzione del miele. Nelle campagne si

usano i fiori anche in cucina: quando non sono ancora completamente

sbocciati vengono preparati in frittata e in frittelle.

Proprietà medicinali I fiori hanno un’azione calmante.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

17

ROBINIA

ROBINIA

Numero esemplari presenti nel giardino: 7


Nome Thuja occidentalis

Famiglia Cupressaceae

Distribuzione L’occidentalis abita in sud-est del canada e il nord-est degli stati uniti,

dalla nuova scozia fino al nord della carolina. L’orientalis è originaria

della mancuiria e della Corea.

Ambiente Porre a dimora in luogo soleggiato; questi alberi possono sopportare

senza problemi anche l'ombra anche se si sviluppano meglio se possono

godere di almeno 3-4 ore di sole diretto al giorno. Le tuie non sono molto

adatte nelle città vicine al mare, poichè non sopportano l'aria salmastra.

Non temono il freddo.

Preferiscono un terreno ricco, soffice, profondo e molto ben drenato;

queste piante temono i ristagni idrici, è quindi bene mescolare della

sabbia o della pomice al terreno prima di porla a dimora. In autunno e in

primavera interrare ai piedi della pianta del concime organico maturo, o

del concime granulare a lenta cessione. Possono svilupparsi bene anche

nei terreni argillosi e dimostrano di non avere problemi anche in terreni

non molto ricchi.

Descrizione Genere costituito da una decina di conifere sempreverdi, originarie

dell'Asia, dell'Europa e dell'America settentrionale. E' un albero a

crescita abbastanza rapida e può raggiungere i 10-15 metri di altezza; il

fusto eretto porta una chioma piramidale o allungata, a forma di fiamma;

la corteccia è color bruno-arancio, negli esemplari di alcuni anni tende a

rompersi in scaglie che lasciano profonde rugosità sulla superficie. Le

foglie sono piccole, molto fitte, a forma di scaglie, molto simili a quelle

del cipresso; sono di colore verde scuro intenso, in alcune specie

divengono giallastre in inverno. La pianta produce piccole pigne

tondeggianti, divise in settori piatti, al centro di ognuno dei quali è

presente una protuberanza appuntita; sono di colore nero-blu, o verde

chiaro, leggermente pruinose, prima di rompersi per liberare i piccoli

semi divengono marroni. Queste conifere vengono molto utilizzate nei

giardini, sia come esemplari singoli, sia per formare siepi impenetrabili.

Esistono numerose cultivar, anche a sviluppo nano.

Usi e curiosità Il legno, tenero e leggero, è adoperato per costruzioni e per estrazioni

dell’ olio di cedro, per scopo medicinali.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

18

THUIA

THUIA

Numero esemplari presenti nel giardino: 2


I nostri amici fiori

sono di molti colori.

Le belle margherite

sono colorate e profumate.

Le spine fanno male e fanno ammalare,

ma chi fa attenzione non si deve preoccupare.

C’è un giardino fiorito,

ma è molto scolorito.

Prima era con molto colore,

ma adesso non c’è più amore.

Alessandra Francavilla 1^ H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

19


I nostri amici fiori

I fiori sono come dei bambini:

bisogna curarli, nutrirli e annaffiarli.

Possono donare armonia

o farti compagnia,

sono come degli amici

che si possono tenere in casa come i mici.

I fiori sono delicati, belli e profumati,

ma se non gli presti attenzione

puoi correre il rischio di una grande delusione.

Di fiori ce n’e’ un’ infinita varietà

e ognuno ha la sua personalità.

Alcuni fiori si usano per i funerali,

altri, invece per le cerimonie nuziali,

c’è un fiore che gira insieme al sole,

un altro, invece che muore di passione.

Ogni fiore ha una leggenda o un mito

e dentro di loro c’è un segreto assopito.

I fiori

Martina Elemi 1^H

I fiori sono belli,

sono stati dipinti da Botticelli.

I fiori sono colorati,

della loro bellezza siamo estasiati.

I fiori sono profumati,

per questo vengono amati.

I fiori sono un incanto,

ispiratori di un angelico canto.

Davide Frisardi e Andrea Nacamulli 1^H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

20

A… A… regalo

regalo

A

te

tre

rose

rosse

regalo

regalo

rosse

rose

per

te

e…

regolo…e…

regolo…e…

Alessandro Hu e Luca Migliaccio 1^H

Raccolgo un fiore

Lunedì raccolgo un fiore

Martedì un girasole

Mercoledì una bella viola

Giovedì una rosa sola

Venerdì un ciclamino

Sabato un mazzolino e

Domenica di nuovo in giardino

Elena Citterio 1^I


1 marzo

I crocus gialli e bianchi iniziano

a fiorire

IL CICLO DELLE BULBOSE

15 febbraio

I crocus iniziano a germogliare

8 marzo

E’ fiorito il primo narciso

22 marzo

I tulipani, i narcisi, i giacinti e i

crocus sono fioriti

12 aprile

Tutti i colori della primavera!

Illustrazioni di Angela D’Amico 1^ H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

21


Nome Croco, Crocus Sativus, Crocus napolitanus Mordant & Loisel, Crocus

Vernus. Il nome generico crocus è la trascrizione del greco kròkos che

significa “filamento” con riferimento ai suoi lunghi stami, il nome

specifico indicherebbe la provenienza.

Famiglia Iridaceae

Distribuzione Si coltiva in Asia minore, in Persia e in tutti i paesi del bacino del

mediterraneo. In Italia le culture più estese si trovano in Abruzzo e in

Sardegna, altre zone di coltivazione degne di nota si trovano in Umbria

ed in Toscana.

Ambiente Il terreno ideale per il croco è un terreno umido e molto ricco di

humus. La pianta si adatta molto bene ai climi caratterizzati da

piovosità media non molto alta. E’ importante evitare i ristagni d’acqua,

molto dannosi per lo sviluppo della pianta: per questo motivo una

coltivazione su un terreno leggermente scosceso è preferibile ad una

su terreno pianeggiante. Sopporta rigide temperature invernali, anche

inferiori allo 0 termico, i bulbi cominciano a soffrire solo quando il

termometro scende sotto i meno 12° centigradi. Il crocus stativus

tollera la neve e anche brevi periodi di gelo. Nel periodo estivo, quando

la pianta si trova in fase di quiescenza, le alte temperature non creano

alcun tipo di problemi al bulbo.

Descrizione Pianta erbacea, perenne, con un piccolo bulbo sferico, alta 10-20 cm,

con 2-3 foglie inferiori biancastre che avvolgono la base tubolare

come una guaina, mentre le altre che compaiono poco dopo o durante la

fioritura sono lineari, larghe 0,5 cm e lunghe quanto i fiori, con una

caratteristica, una nervatura centrale bianca. Il fiore quasi sempre

solitario è inodore, a una spata allargata di 5-6 mm. La corolla alla

base a forma tubolare, la fauce è ciliata e verso l’alto si divide in 6

petali(lacinie), subspatolati, in genere di colore violetto, spesso più

scuri all’ apice, ma a volte anche bianchi che misurano 8-15-x30-40mm.

Le antere sono gialle e lunghe 15 mm. Il pistillo che sovrasta le antere

ha 3 stimmi disposti a ventaglio di colore rosso-arancio. Ovaio infero

sotterraneo. Il frutto è un capsula ovoide che racchiude molti semi.

I fiori sbocciano direttamente dal terreno contemporaneamente o

prima delle foglie. Esistono oltre 70 specie di crocus. Sono piantine

molto decorative e facili da coltivare. La specie più conosciuta tra i

Crocus a fioritura invernale-primaverile è il Crocus Vernus da cui sono

state ottenute molte varietà. Altre specie presentano invece una

fioritura estiva. La gamma di colori è molto vasta e l'effetto

decorativo in primavera è notevole.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

22

CROCUS

CROCUS


Usi e curiosità Dallo stimma trifido si ricava la spezia denominata zafferano. Come

tutti gli zafferani oltre che in cucina viene utilizzato per le sue

proprietà medicinali, aromatiche e coloranti.

Conosciuto fin dall’antichità già Omero lo racconta presente nel talamo

nuziale di Giove ed Era, gli antichi romani lo ritenevano portatore di

allegria, ottimismo, bellezza, amore e vitalità proprie della giovinezza.

POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

Il croco

E’ un fiore primaverile,

usato per i matrimoni a suon di campanile,

ma anche per i tristi funerali,

dove le persone, forse sono state uccise da criminali.

Il croco ha un mito,

che narra di un ragazzo, che aveva il cuore assopito,

poiché si era innamorato di una ninfa, che non poteva morire,

mentre lui era vulnerabile, facile da colpire.

Gli dei impietositi trasformarono la ninfa in una pianta e croco in un fiore

e per sempre si ricordò quest’amore.

Il croco ha dei filamenti,

che sono rossi o gialli di colori splendenti,

che stanno in armonia con la corolla

come il cioccolato e la pastafrolla.

E’ un fiore effimero che dura poco,

meglio guardarlo prima che dopo,

si dice poi che quando viene calpestato

diventi più bello e più colorato,

ma questo detto non è mai stato usato.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

23

Martina Elemi 1^ H


i m p a R i

C r e s c e n d o

c O s e

C h e

s t u p i s c O n o

Giuseppe Dragone 1^H

Con

Romanticismo

Ogni

Crocus

Umanizza

Sentimenti

Davide Frisardi 1^H

Il croco

è nato a Castelfranco,

giallo per passione,

rosso per canzone,

ma per amore

rompe il cuore.

Il Croco

Risplende

Ormai

Come un

fiOre

Paolo Ciraci 1^H

Ilaria Lanzanova 1^H

u n i C o

a m o R e

c u O r e

a u t e n t i C o

a s s O l u t o

Silvia Bellumore 1^H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

24

Il croco è il fiore

che simboleggia amore,

amore sfortunato,

amor non realizzato.

Un mortale di nome Kroco,

sul serio e non per gioco,

s’innamorò di una dea bella

che per lui era come una stella.

Non era possibile questo amore

e gli dei lo trasformarono in un fiore.

Un fiore bello e splendente,

per richiamare a sé la gente.

Viene posto con tutto il cuore

sulle tombe del vero amore.

Raccoglietelo per ricordare

il segreto del vero amare !

crescOno

Letizia Caglioti 1^H

Continuando ad

iRrigare

Campi di

fiOri

Ilaria Lanzanova 1^H

Colorato

Ricorda

Originale

Cuore

Onesto

Letizia Caglioti 1^H


La tiepida primavera

pian piano avanza

e i prati si riempiono

di una dolce fragranza.

Nei prati fan capolino

i crocus variopinti

dalla tenua corolla

con gli stami sgargianti.

C r o c o

R e g a l a

C r o c o

R a g a z z o

O

e m O z i o n i c o n

i C a l d i

c O l o r i

C o m u n e

G i a d a G r e s i a 1^ H

Davide Frisardi 1^H

O r n a m e n t o

Color

Rosso

O

Color

Oro

AnCora

peR

amOre

socCombe

l’uomO

Letizia Caglioti 1^H

Martina Elemi 1^ H

c r o C o

R i c o r d a t o

c O m e

r a g a z z O

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

25

riCoperti i

Rami di

fiOri

Color

Oro

Ilaria Lanzanova 1^H

p i C c o l o

g R a z i o s o

a m O r o s o

p a C i f i c o

c r O c o

SiCuramente

cRoco

nOn

nasCondeva

l’amOre

Longo e Pagani 1^ H

C r o c o i l f i o r e o c r o c o i l

Fiore vivace

amore fugace,

passione travolgente

annebbia la mente.

Silvia Bellumore 1^H

Letizia Caglioti 1^H

Martina Elemi 1^ H


GIACINTO

GIACINTO

Nome Hyacintus orientalis (giacinto olandese)

Il nome deriva dal greco giak che significa rosso cupo (in origine il

giacinto era di colore rosso).

Giacinto romano, giacinto italiano, giacinto olandese.

Famiglia Hyacinthaceae (Liliaceae).

Distribuzione Originario dell’Oriente e delle regioni tropicali africane, non si conosce

il tempo preciso della sua comparsa in Europa. I primi giacinti erano

selvatici e solo verso la metà del XVI secolo si cominciò a coltivarli.

Ambiente Si coltiva in piena terra per aiuole e bordi fioriti, in vaso o

direttamente in acqua.

Descrizione Pianta fiorita, bulbosa, perenne, coltivabile sia in esterno e in interno.

Bulbo arrotondato; foglie basali nastriformi di colore verde brillante.

I fiori, riuniti in un unico racemo lungo anche 15 centimetri, sono molto

profumati e di svariati colori: rosso, bianco, rosa, salmone, arancio,

lilla e diverse tonalità del blu.

Usi e curiosità Nel Medioevo questa pianta già presente in Europa fu quasi

dimenticata, mentre venne coltivato dagli arabi e dai Turchi: ad

Istambul si celebravano delle feste in occasione della sua fioritura.

Nel 1570 un ambasciatore austriaco, ne portò alcuni bulbi a Vienna da

qui si diffusero nei Paesi Bassi, oggi i vivaisti olandesi sono i maestri

nella riproduzione e nella selezione di nuove varietà di questa pianta.

Una pratica molto diffusa è quella della forzatura dei bulbi, per

ottenere fioriture invernali. Questa operazione può essere fatta

coltivando le piante in vaso o ricorrendo alla coltura in acqua. Nella

coltura in acqua si utilizzano recipienti di vetro riempiti con acqua. Il

bulbo deve sfiorare l’acqua e non esservi immerso. Quando l’apparato

radicale si sarà sviluppato, bisogna coprire il germoglio con un cono di

carta scura e portare il recipiente in un ambiente più caldo. In seguito

si potrà asportare la protezione in un ambiente più caldo e la pianta

fiorirà in breve tempo.

I petali del giacinto sono usati per diverse fragranze, perché il loro

profumo è molto apprezzato.

I significati attribuiti al fiore sono diversi e variano secondo la

colorazione: il giacinto rosso è simbolo di dolore, quello blu di

coerenza. In generale il giacinto rappresenta il gioco e il divertimento.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

26


G i a c i n t o

I n t i n t o

A m a b i l m e n t e c o n

C o l o r i

I m p e r i a l i

N o i

T i

O n o r i a m o

Ludovico Sidari 1^ G

Giacinto

Innamorato

Abbracciato

Con

Ingenuità

Nostri sono i vasi che

Tu intingi di colore

O d’amore

POESIE e ACROSTICI

Il Il giacinto

giacinto

giacinto

Luigi, Davide, Carmine 1^G

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

27

Il giacinto

Il giacinto è più di un fiore

è un grappolo di colore,

nel giardino del mio cuore.

Di colore è bianco, rosa e blu di Cina

e il suo profumo ci inebria ogni mattina.

Alberto Ferrario 1^I


NARCISO

NARCISO

Nome Narcissus

Il nome deriva dalla parola greca Narkào che significa “stordire”

“narcotico” perché collegato all’odore molto intenso di alcune specie

del genere Tazzetta anche detto Nostrale.

Famiglia Amaryllidaceae

Distribuzione Il narciso si trova in Europa, Africa settentrionale e Asia.

Ambiente Il narciso vive nei luoghi erbosi e boschivi dal clima fresco e fiorisce

in primavera.

Richiede terreno soffice, fresco e ben concimato.

Cresce bene in pieno sole e a mezz’ombra e sopporta bene anche le

basse temperature purché il freddo non sia molto duraturo; in caso

contrario meglio piantarlo in primavera per una fioritura tardiva. E’

una pianta perenne ed è abbastanza frequente nelle zone più o meno

montane. Cresce dai 100 ai 2300 m di altitudine. Fiorisce nei mesi di

Aprile-Luglio a seconda dell’altitudine.

Descrizione Il narciso ha foglie lineari, erette e fiore profumato, a perigonio

tubolare che si espande in sei ampi lobi di aspetto e di dimensione

diversi secondo la specie; il frutto è una capsula. La propagazione dei

Narcisi avviene, di solito, staccando i bulbilli che si formano accanto al

bulbo principale e piantandoli immediatamente per farli ingrossare.

Tutti i narcisi fioriscono in primavera; vengono coltivati in esterno sia

in piena terra sia in ciotole da balcone; i bulbi si interrano in autunno in

terreno di medio impasto, fresco e ben drenato. Se la coltivazione è in

ciotole è necessario rinvasare i bulbi quando gli stessi hanno riempito

il vaso completamente, il che avviene, in media, ogni tre quattro anni

Usi e curiosità Il narciso è usato per ornamento e per essenze profumate. E’ molto

pregiato come fiore reciso ed è anche molto richiesto, per il suo

profumo, in molti giardini

Il profumo dei narcisi è così intenso che è poco consigliabile andare a

dormire tenendone un mazzo in camera da letto. Si finisce con l’avere

un bel mal di testa..

Il bulbo del Narciso contiene un alcaloide velenoso la narcisina che

provoca disturbi neuronali e infiammazioni gastriche se ingerito

accidentalmente dagli animali al pascolo o dall’ uomo.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

28


Narciso era un giovane bello

che si innamorò dell’immagine sua,

specchiandosi nell’acqua di un ruscello.

La ninfa Eco pure l’amava

e d’amore impazzì,

perché lui non la considerava.

Gli dei allora , molto pietosi

la voce di lei resero immortale

e tra i monti ancor la puoi ascoltare.

Invece lui, dai petali odorosi

trasformarono in un fiore eccezionale !

Raccoglietelo per ricordare

un giovane che non sapeva amare !

SoNo

rimAsto

meRavigliato

narciSi

riCevendo

pIccoli

cOlorati

Nel lontano 1947 un gruppo di giovani di Rocca di Mezzo diedero luogo

a una splendida festa per cancellare o meglio, alleviare i dolori che la

seconda guerra mondiale aveva lasciato. La festa movimentò tutto il

paese e portò una ventata di allegria. Il narciso cresceva e cresce

tuttora copioso sull’altipiano spontaneamente nel mese di maggio,

cosicché la festa è diventata un simbolo del paese e si ripete

immancabilmente da ormai 59 anni. La festa è caratterizzata dalla

sfilata di carri del tipo quelli che sfilano a carnevale e la

caratteristica consiste nel fatto di essere completamente ricoperti di

fiori di Narciso. La sera del sabato, intorno alle 22.00 si comincia

l’infioratura dei carri, nell’apposita rete sistemata sulle strutture nel

pomeriggio. Quindi per tutta la notte si continua a tappezzare i carri

di fiori e per tutta la mattina si appongono gli ultimi rintocchi.

POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

Letizia Caglioti 1^H

Davide Frisardi 1^H

Il Il narciso

narciso

Nell’

Ammirare

Riflessa

Carina

Immagine

Sospirava

Ogni dì

Letizia Caglioti 1^H

Oh narciso,

splendido come un sorriso,

la tua immagine ammaliatrice,

fa innamorare una pittrice.

Alberto Longo 1^ H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

29

UN

giovAne

foRte

affasCinato

sI

osServava

innamOrato

Letizia Caglioti 1^H


Il narciso ha un bel sorriso,

possiede tanti bei colori

che sono racchiusi nei fiori,

ha tanti petali colorati

e molto profumati.

Il narciso è un fiore

che per sbocciare ci mette ore.

Ilaria Lanzanova 1^H

il profumAto

inNamorati,

fioRe

raCcogliete e

offrIte,

soSpirando

amOre

Letizia Caglioti 1^H

O dolce narciso

che vivi in paradiso

sei bello come un angelo

e colorato come un pappagallo.

Il tuo profumo è uno splendore

e sei bello come il sole.

Giulia Giorgi 1^I

Caro e lucente narciso,

quando mi guardi mi fai un grande sorriso;

quando ti vedo spostato dal vento,

ti vedo brillante e tutto contento.

Con il tuo colore brillante,

fai sorgere l’arcobaleno bello e scintillante,

il tuo profumo mi fai svenire,

ma quando mi accarezzi mi fai rinvenire.

Michela Agus 1^I

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

30

Bianco e profumato

l’allegria ha riportato,

sui prati con più calore

fai gioire con tutto il tuo

splendore,

le rette hai ritrovato,

il tuo candore è rinato.

Silvia Bellumore 1^H

Tu profumi, oh narciso,

come di un bimbo il viso.

Te ne stai lì, tranquillo e beato

e con chi ti guarda, fai una figura mozzafiato.

Vorrei raccoglierti, come fossi una margherita,

ma non voglio interrompere la tua debole vita,

così ti lascio dove sei, anche se a malincuore,

ma felice di lasciarti vivere, mio dolce e profumato fiore.

Martina Crespi 1^H

Narciso sei bello come un sorriso,

con il tuo bianco splendente

assomigli ad una stella lucente.

Narciso sei bello come un sorriso

tu sei l’unico fiore

che riscalda il mio cuore.

Narciso sei bello come un sorriso

e sbocci al mattino

nel bel mezzo del mio giardino.

Ivan Nizza 1^I

Sulla finestra mi è nato un narciso

e sul viso della mia mamma

è nato un sorriso

poi gli ho dato un saluto

per ringraziarlo che sia venuto.

Alessandro Bellomo 1^I


N a r r i

A A n c o r a

R R i c o r d i

C C h e

I I e r i

SS

S S e m b r a v i

O O d i a r e

Silvia Bellumore 1^H

nessuNo

Nati

giA’

Ancora

Rimpiange

eCo

dIo

del Silenzio

e del rumOre

Giuseppe Dragone e

Tuccillo Francesco 1^H

gRandi

sbocCiati

neI

freSchi

Orti

Ilaria Lanzanova 1^H

U n a l e g g e Nd a

c h e n A r r a d i u n

R a g a z z o

c h e s p e c Ch i a n d o s i

v Id e l a s u a i m m a g i n e

r i f l e s Sa, s i c h i a m a v a

N a r c i s O

N o t t e

A n c o r a

R i g i d a

C a l a

I l

S o l e

O s c u r o

Martina Elemi 1^ H

Tu di colore giallo

sei bello come un corallo

ti chiami Narciso

e vivi in paradiso

di bei petali sei ornato

sei il più bel fiore mai nato

e sei anche profumato.

La rugiada ti rende brillante

e sei molto inebriante

Giulia Volontè 1^G

Emily & Claudia 1^G

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

31

Oro

meNtre

s e N t o

rAccolgo

fioRi

riCamo

r a g A z z i

a r R i v a r e

a c C o r r e n d o

g I o i o s i

v e r S o

gIrasoli

asSolutamente

aranciOni

Martina Crespi 1^H

o r i z z O n t i

Silvia Bellumore 1^H

Non

Arancioni

Rossi

Colorati

Infatti

Sono

Ilaria Lanzanova 1^H


Il narciso prende il nome da una leggenda,

che narra di una vicenda

Nome

Antico dedicato a un

Ragazzo

Che

In un lago vide la sua immagine riflessa e

Se ne innamorò

Ossessivamente

Martina Elemi 1^ H

di un ragazzo che guardandosi in un lago vide il suo riflesso

e s’ innamorò di se stesso.

Questo ragazzo si chiamava Narciso,

era molto bello e aveva uno splendido viso.

Essendo però troppo vanitoso,

quel lago per lui diventò pericoloso,

per amore lui morì

e per sempre rimase lì.

Al fiore questo nome venne dato,

perché sulle rive di un lago fu trovato,

il narciso non ha colori raggianti,

al centro è giallo e i petali sono bianchi.

Martina Elemi 1^ H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

32

Martina Elemi 1^H


Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

33


Nome Bellis Perennis L.

Il primo termine del binomio è il nome latino con cui, in generale,

venivano indicate le margherite; esso deriva da bellus che significa

“grazioso”, “leggiadro”, in riferimento al delicato aspetto dei capolini.

Il secondo termine allude alla pluriannualità della pianta.

Margheritina di prato, Fior di prato, Fior di primavera, Fior gentile,

Primavera, Primo fiore, Bellide, Bellide dei prati, margheritina dei

prati, pratolina comune.

Famiglia Compositae

Distribuzione Originaria dell’ Europa, dell’ Asia minore, dell’ Africa settentrionale,

La pratolina cresce abbondantissima nei coltivi e negli incolti, dal

livello del mare fino a circa 2000 metri d’ altitudine.

Descrizione Piccola pianta erbacea, perenne, provvista di una robusta radice a

fittone dalla quale già all’inizio dell’inverno, si sviluppa una rosetta di

foglie basali con fiore unico. Il fiore è un piccolo capolino portato da

un lungo peduncolo con fiori centrali tubulosi e gialli e fiori periferici,

ligulati dai petali bianco-rosa. Il capolino si chiude durante la notte e

quando il tempo è piovoso ed umido. Le foglie sono ellittiche-oblunghe,

verde scuro e pelose.

Usi e curiosità Le foglie primaverili, più tenere si possono usare in insalata oppure

cotte nei minestroni mescolate con altre erbe campestri. I capolini si

mangiano interi, se piccoli, servono per preparare insalate di stagione

e per stufati di carne con verdure.

La pratolina fu molto amata nei tempi antichi: Margherita di Valois,

sposa di Emanuele di Savoia, fu presentata a corte con un cesto di

margherite. Margherita d’Angiò, moglie di Enrico VI d’Inghilterra, era

solita far ricamare margheritine sugli abiti dei cortigiani: aperte

indicavano la vita, chiuse la purezza.

Si dice che abbia facoltà profetiche: gli innamorati la sfogliano per

sapere se il loro amore è ricambiato.

Proprietà medicinali La medicina popolare la utilizza contro i disturbi del fegato, nella cura

delle malattie della pelle e come rimedio espettorante.

Miti e leggende Il termine generico “bellis” e quello volgare Bellide è legato al mito

greco secondo il quale la ninfa Bellide , mentre danzava con il suo

amante, Epigeo, suscitò il desiderio di Vertumno, guardiano della

primavera, il quale si avventò sulla coppia. Epigeo, in difesa di Bellide si

scagliò contro il dio, ma ebbe la peggio. Bellide per sfuggire alle brame

dell’aggressore si tramutò in margherita.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

34

PRATOLINA

PRATOLINA


La La prima prima margherita

margherita

margherita

Si svegliò la prima margherita

Ancor tutta chiusa e infreddolita

Levò la testa per vedere il cielo

Vide venir la primavera e gridò:

“sveglia sorelline è l’ora”.

La pratolina

è come la brezza d’estate,

come la neve d’inverno,

sboccia in primavera

e si chiude d’inverno.

Kevin Inzitari 1^I

POESIE

La La pratolina

pratolina

Alessandro Moro 1^I

La La margherita

margherita

margherita

Lei è la margherita,

bianca e pulita.

Il suo fusto è tutto verde,

e si erge possente.

Al calar della luna,

lei diventa scura.

Ma poi allo spuntar del sole,

ritorna sempre del suo bel colore.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

35

Martina Boselli 1^I


TARASSACO

TARASSACO

Nome Taraxacum officinalis, dente di leone, dente di cane, soffione, barba

del signore, cicoria matta, pisciacane, piscialetto

Famiglia Composite

Distribuzione E’ una pianta tipica del clima temperato. In Italia cresce dappertutto,

nei campi e nei prati, cresce bene al sole come a mezz’ombra, si riesce

a trovare fino ad una quota di 2000 m.

Descrizione Pianta erbacea, perenne, rustica. Le foglie sono oblunghe, glabre,

frastagliate, cioè con lobi triangolari dentati simili per forma ai denti

del leone. Formano rosette alte anche una trentina di centimetri. Ha

radici a fittone, di colore bruno nerastra che contiene un lattice

bianco. I suoi fiori sono gialli e durante le stagioni si trasformano poi

in globi biancastri ( i soffioni), formati da sottilissimi achemi. Il

tarassaco. In autunno maturano piccole bacche lucenti ( drupe), i suoi

frutti, di colore nero violaceo, dal sapore acidulo,riunite in grappoli e

ricchi di vitamina C.

Usi e curiosità Il fiore di tarassaco in primavera è uno dei primi a fiorire, le api ne

sono golosissime e con il suo nettare fanno il primo miele.

Le sue foglie sono assai ricche di vitamine e di sali minerali, si

raccolgono in primavera, quando sono tenere e si mangiano crude o

lessate in insalata.

I boccioli non ancora schiusi posti sott’aceto si possono usare al posto

dei capperi.

La radice tostata in forno poi macinata è un surrogato del caffé, come

l’orzo e la cicoria.

Un tempo, le ragazze con le lentiggini usavano l’infuso dei fiori per

schiarire le efelidi.

Proprietà medicinali Un infuso di radici di tarassaco è un ottimo rimedio per chi ha

problemi di costipazione intestinale o di foruncoli dovuti dal lento

funzionamento del fegato. E’ anche un buon diuretico.

Il decotto di radici esercita sulla pelle azione tonificante e lenitiva.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

36


TULIPANO

TULIPANO

Nome Tulipa; Tulipa celsiana.

Il nome deriva dal greco kuklos che vuol dire “cerchio”, sicuramente il

nome allude alla tendenza dei peduncoli che portano il fiore ad

attorcigliarsi ad anello.

Famiglia Le svariate specie e varietà di tulipano appartengono al genere Tulipa

della famiglia delle liliacee. Famiglia di piante prevalentemente

erbacee dell’ordine delle liliali, comprendente più di 250 generi e circa

4000 specie.

Distribuzione Nord Europa, Mediterrane,Eurasiatica e Africana

Ambiente Terreno: medioimpasto anche se poco calcareo con sabbia e sostanza

organica decomposta.

Descrizione I colori del tulipano possono essere svariati e di tutte le tonalità. Essi

possono essere sia nani sia alti, ma in ogni caso, soavemente profumati.

Il periodo della fioritura va da marzo a maggio. L’altezza della pianta

varia tra i 20 cm ed i 30 cm; le foglie sono di colore verde intenso. Le

varietà coltivate vengono in genere distinte in base al tipo di fiore

prodotto dalla pianta. I tulipani “Darwin” hanno fiori tardivi e dai

colori sgargianti, retti da un fusto alto e robusto: i tulipani

“pappagallo” hanno fiori tardivi con petali arricciati ai margini; i

tulipani a fioritura precoce, come i “Duc van Tol”; hanno fusti corti che

di rado superano 15 cm d’altezza; i tulipani inglesi hanno fiori a palla a

base bianca o gialla; quelli imperfetti hanno fiori screziati.

Usi e curiosità Alcuni studiosi, associando la forma del fiore e il termine etimologico

all’utero femminile, ritenevano che la pianta fosse capace di facilitare

il concepimento.

Sembra che la coltivazione dei tulipani sia stata iniziata dai turchi

durante il medioevo; in Europa occidentale queste piante furono

introdotte nel XVI secolo, diventando immediatamente una delle più

ammirate essenze da giardino.

Lo sviluppo di questo settore economico rappresenta una delle

principali attività produttive del paese, nonché una delle principali voci

del mercato delle esportazioni.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

37


POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

Tulipano

Unico e

Lucente

Importante e

Potente

Andando veloce il vento spinge i tuoi aromi

Noi ti amiamo e per questo ti

Onoriamo.

Il tulipano

Tanti

Uomini

Liberi

Insieme

Per

Amare

Non

Odiare

Tanto

Longo Alberto

1^ H

Umore

Loda

Il

Primo

Amore

doNato

Intensamente

Letizia Caglioti 1^H

Tutti

Ultimamente

Lamentano

Il

Poco

Amore

Nel

mOndo

Giuseppe Dragone 1^H

Tanti

Usignoli

Liberi

In volo

Planano su

Aiuole di

Narcisi

Odorosi

Ilaria Lanzanova 1^H

Ludovico Sidari 1^ G

T u

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

38

U g u a l i a l

L ’ a f f e t t o

I s p i r i

P o e s i e

A n c o r a

N o n

O t t e n u t e

Tulipani

Uniti

Liberi

In

Posti

Ancora

Non

Incontaminati

Andrea Nacamulli 1^H

Il tulipano

è un stupendo fiore,

serve per un baciamano

o dichiararti amore.

Viene donato

per il primo amore,

viene donato

con buon umore.

Serve per innamorarsi

di un’altra persona,

serve per incontrarsi

se il cuore te lo dona.

Dopo aver donato

il fiore dell’amore

dai un bacio

con tutto il cuore!

Letizia Caglioti 1^H

Emily & Claudia 1^G


ll misterioso fiore rosso

è il tulipano

che quando vede il cielo

diventa cartesiano,

esso è bellino

molto più di un fiorellino.

Il misterioso fiore rosso

è come un bambino

che quando vede un ostacolo

lo scavalca o lo cavalca.

Il più bel fiore

che esiste al mondo

è il tulipano.

Alessandra Francavilla 1^H

Oh bel tulipano

Tante

Uniche

Le

Innumerevoli

Piante,

Alberi

Nati

Ordinatamente

Alessandro Hu

e Luca Migliaccio 1^H

Tutti gli anni sbocci a primavera

Sorridendo nei verdi prati

Fino a sera.

La tua corolla

Dai mille colori

Rallegra i nostri cuori

Il più raro è quello nero

È il più bello per davvero.

Matteo Crippa 1^ G

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

39

Io sono il tulipano e sono molto sano,

mi piace il colore che indosso,

perché è il color rosso;

questo è il fiore che sboccia ogni ora,

è bello e divertente

e rallegra tutta la gente.

Ilaria lanzanova 1^H

I primi amori sono sempre ricordati con i cuori,

ma alcuni con i fiori.

Quei fiori sono i tulipani

ed è una tradizione dei paesi orientali.

I tulipani non sono di un unico colore,

alcuni sono rossi come l’amore.

Martina Elemi 1^H

Tulipano

Tulipano

Tulipano

Tenero fiore

simboleggi l’amore,

con i tuoi caldi colori

accendi tutti i cuori,

con i tuoi petali striati

tutti quanti ci hai conquistati.

Silvia Bellumore 1^H

O tulipano

giallo incandescente

per far innamorare la gente,

sfumature di acceso arancione

da regalare a importanti persone.

Longo Alberto 1^ H


Nel bel mezzo dei campi

nascono dei tulipani dai mille colori,

per allietare i nostri cuori,

pieni

di gioia e di amore.

Davide Frisardi e Andrea Nacamulli 1^H

Tricolore

Unico

Luminoso

Iridescente

Piccolo

Allungato

Normale

Ombreggiante

Viganò Matteo 1^G

molTo

Umile è

iL

tulIpano che

Pian piano

nAsce

altri fiOri

iNsieme ad

Martina Lamberti 1^H

Tulipani

Uniti

L’uno con l’altro

In

Pace,

Amore

Non

Odio

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

40

Martina Elemi 1^H

Tulipani

Uniti

Lodano

Immensa

Pace

Amore

Non

Odio

Martina Crespi 1^H

TuTti

qUalche

voLta

sI

imPadroniscono

del tulipAno

simboleggiaNte

l’amOre

Francesco Tuccillo 1^H


Il tulipano (il nome dal turco “tülbend”, turbante, per la sua caratteristica forma lineare e pulita

che ricorda questo copricapo) è originale della Turchia e delle regioni orientali, vicino alle colline

che precedono la catena dell’ Himalaya.

In Occidente la sua coltivazione (e adorazione!) inizia nel 1554 quando Ogier Ghislain de

Busbecq, ambasciatore dell’ imperatore austriaco Ferdinando I alla corte di Solimano I il

Magnifico, osservando l’ interesse e la considerazione del popolo per questo fiore, decide di

inviare alcuni bulbi a Vienna. La prima fioritura risale al 1559 in un giardino di Augsburg, mentre

in Inghilterra il primo tulipano fa la sua comparsa nel 1557, da dove successivamente giunge in

Olanda (oggi patria dei bulbi con il 93% del commercio mondiale).

La coltivazione del tulipano fu presumibilmente iniziata nei Paesi Bassi nel 1593 questo fiore

divenne rapidamente una merce di lusso e uno status symbol. Alle varietà di tulipano erano

assegnati nomi esotici, a volte venivano chiamate con nomi di ammiragli olandesi.

Alcuni commercianti vendevano bulbi che erano stati appena piantati o quelli che avevano

intenzione di piantare ( sostanzialmente dei futures sui tulipani ).Questa pratica fu

soprannominata “il commercio del vento”.

Un editto statale del 1610 fece diventare illegale questo commercio rifiutando di riconoscere

come legali questo genere di contatti, ma la legislazione non riuscì a far cessare questa attività.

Nel 1623, un singolo bulbo di una famosa razza di tulipano poteva costare un migliaio di fiorini

olandesi (il reddito medio annuo dell’epoca era di150 fiorini). I tulipani erano scambiati anche con

terreni, animali vivi, e case. Presumibilmente, un buon speculatore poteva anche guadagnare

seimila fiorini al giorno.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

41

Proprio in Olanda, a partire dal 1634 scoppia

la mania del tulipano,tanto che la gente è

disposta a pagare cifre incredibili solo per

entrare in possesso dei bulbi. Le normali

attività quotidiane persero di importanza

rispetto alla coltivazione del tulipano.

Nel 1635, fu registrata una vendita per

100,000 fiorini. Per comparazione, una

tonnellata di burro costava circa 100 fiorini

e “otto maiali grassi”costavano240 fiorini.

Un prezzo record fu pagato per il bulbo più

famoso, il Semper Augustus, venduto ad

Haarlem per 6000 fiorini.


Nel 1636, i tulipani erano scambiati nelle borse

valori di numerose città olandesi. Questo

incoraggiò tutti i membri della società al

commercio di tulipani,molte persone vendevano e

compravano immobili o altri possedimenti per

poter speculare sul mercato dei tulipani.

Alcuni speculatori fecero grandissimi profitti.

Nel febbraio del 1637 i commercianti di tulipani

non poterono ottenere prezzi gonfiati per i loro

bulbi, e cominciarono a vendere. Si incominciò a

pensare che la domanda di tulipani non avrebbe

potuto più mantenersi a quei livelli, e questa

opinione si diffuse man mano che aumentava il panico. Alcuni detenevano contratti per comprare

tulipani a prezzi dieci volte maggiori di quelli di mercato. Mentre altri possedevano bulbi che

valevano un decimo di quanto gli avevano pagati. Centinaia di olandesi, inclusi uomini di affari e

dignitari, erano finanziariamente rovinati. Vennero fatti tentativi di risolvere la situazione che

accontentassero entrambe le parti, ma furono un insuccesso. In sostanza ciascuno rimase nella

situazione finanziaria in cui si trovava alla fine del crollo nessuna corte poteva esigere che i

contratti venissero onorati perché i giudici consideravano questi debiti come quelli contratti nelle

sale da gioco,e non erano esigibili con la forza sotto autorizzazione della legge. Simili bolle dei

tulipani ci furono anche in altri paesi d’ Europa, ma mai di una dimensione pari a quella olandese.

Tali restrizioni non sono, tuttavia,riuscite a limitare

lo sviluppo di questo settore economico,che oggi in

Olanda rappresenta una delle principali attività del

paese, nonché una delle principali voci del mercato

delle esportazioni

Nel 1836 venne fondata la Wakefield and North of

England Tulip Society, la prima associazione, ancora

oggi esistente.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

42

Classe 2^G


VIOLA

VIOLA

MAMMOLA

MAMMOLA

Nome Viola odorata, viola mammola o violetta di Parma.

Famiglia Violaceae

Distribuzione Diffusa in Europa, zone tropicali e Americhe, comune in Italia centrosettentrionale.

Descrizione Pinta erbacea perenne.

Foglie semplici rotondeggianti; fiori violetto cupi, profumati, composti

da 5 sepali verdi, 5 petali colorati di cui 2 posteriori diritti, 2 laterali e

uno anteriore speronato che serve a raccogliere il nettare.

Ambiente Si adatta a qualsiasi tipo di suolo, in primavera fiorisce lungo le siepi e

le scarpate, nei campi e nei boschi.

Usi e curiosità Le viole crescono ovunque e sono fiori molto precoci. Fioriscono appena la

neve se ne va. Dice un proverbio di febbraio:”San Bastiano, la viola in

mano”. Infatti in certe annate e nei luoghi soleggiati, le viole iniziano a

fiorire fin da questo mese.

La viola è sempre stata uno dei fiori più apprezzati, sia per l’aspetto sia

per il suo profumo, da tutti i popoli e in tutti i tempi. La viola era il

simbolo della città di Atene. Gli antichi romani e le popolazioni arabe

erano solite aggiungere alle bevande fiori di viola o estratti della stessa,

per rendere più delicata e gradevole la consumazione.

Nel linguaggio dei fiori la viola è l’emblema dell’umiltà e della modestia. È

il fiore dei nati sotto il segno del sagittario. (21 novembre- 21 dicembre).

Nell’Ottocento le dame e le fanciulle si infilavano mazzolini di violette

nelle scollature e nei capelli e si profumavano con l’essenza estratta

dalle sue foglie. Dalla Francia, da Parma e Udine odorosi mazzolini di

viole venivano spediti ai mercati e alle corti di tutta Europa, fino a

Costantinopoli e Alessandria d’Egitto.

Da secoli le violette sono impegnate nell’arte profumiera. Gli Arabi

furono i primi a distillare il prezioso olio essenziale. Si riteneva che il

profumo della violetta desse sollievo e rendesse più robusto il cuore. I

costituenti profumati si trovano sia nelle foglie sia nei petali.

Con le violette si può fare un ottimo sciroppo ideale per completare il

gelato e insaporire le frittelle. Sono anche molto buone condite in

insalata. Le viole candite sono usate per decorare torte e cioccolatini o

semplicemente servite con il caffé come raffinato dopo pasto.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

43


Proprietà medicinali Nella tradizione erboristica popolare l’infuso e il decotto delle foglie

sono usati per decongestionare le vie respiratorie, per la tosse e per la

bronchite. Contengono acido salicilico, per questo sono un sostituto

naturale per l’aspirina. Da fonti storiche sembra che i medici arabi

usassero lo sciroppo di viola Mammola come lassativo. Nell’antichità i

suoi fiori erano intrecciati e coroncina, con cui cingersi il capo per

eliminare i malesseri provocati dalle sbronze; anche Ippocrate la

raccomandava contro l’emicrania provocata dai fumi dall’alcol.

POESIA, ACROSTICI E METAGRAMMA

Viola fragante e delicata,

timida e profumata,

di primavera tappezzi le aiuole e il giardino

sento il tuo profumo molto vicino.

Viola, violetta

Dei fiori sei la più vanitosetta.

Sei timida e riservata

Quanta fatica per averti trovata;

vieni baciata dal vento

col tuo sorriso raggiante.

Viola orgogliosa e lucente,

hai un colore iridescente.

Abiti nei prati,

belli, profumati e colorati.

Con il sole splendi

E di notte ti addormenti

E quando vederti non si può

Tu appari e profumi ancora un po’.

Di mattina quando ti risvegli

Il tuo colore

Riempie il mio cuore

Di gioia e d’amore.

La La viola

viola

Luigi Caniglia 1^G

Viola

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

44

Incantaci col tuo

Ottimismo e

Lasciaci il tuo

Amore

Alvaro Mena 1^G


La La Violetta

Violetta

Una violetta stava sul prato

Ignota e con il capo reclinato,

era un graziosa violetta

veniva una pastorella

il passo lieve, l’anima serena

per la sua strada

giù per il prato, cantando.

Ah, pensa la violetta, vorrei tanto

Essere il fiore più bello del creato,

ah, solo per un istante,

fino a che mi ha colto il mio amore

e mi hai stretto languida sul cuore!

Ah, soltanto, soltanto

Per un breve quarto d’ora.

Ahimè, ahimè, venne la giovinetta

E non si diede cura della violetta,

anzi calpesta l’infelice.

Era lieta anche se cadeva e moriva:

se muoio, se muoio tuttavia

per causa sua, per causa sua,

qui ai suoi piedi almeno.

Antonella e Leydy 1^G

Violacea

Incantata

Ornata

Lucente

Amabile

Antonella e Leydy 1^G

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

45

Violacea

Incantata

Ornata

Lucente

Amabile

V i o l a c h e s e i l a p i ù b e l l a

I n t i n g i d ’ a m o r e

O g n i c o s a

Vigano Matteo 1^G

V i o l a c h e s e i l a p i ù b e l l a

I n t i n g i d ’ a m o r e

O g n i c o s a

Viola

L e a p i s o r r i d o n o o g n i v o l t a

A t e f i o r e p r e g i a t o

Iridescente

Ogni primavera tappezzi

Le aiuole e il giardino

L e a p i s o r r i d o n o o g n i v o l t a

A A t e f i o r e p r e g i a t o

Metagramma

Claudia & Emily 1^G

Andando e seguendo il sole vicino

Luigi, Davide ,Carmine 1^G

Matteo Crippa 1^G

Viola → Viole → Vuole → Suole → Suore → Muore → Cuore

Antonella Gesualdo e Leidy Avellaneda 1^ G


Alessandro Hu 1^H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

46

Ilaria Lanzanova 1^H


EDERA

EDERA

Nome Hedera

Il nome Edera, antichissima denominazione latina, ha origine

probabilmente, dalla radice Heud con il significato di “prendere” o di

“attaccarsi”.

Un'ipotesi sull'origine del nome deriva dall'utilizzo quale barca per

rematori: brazzèra, brasèra, brasira, bracijera, bracèra, in quanto

poteva avanzare a forza di braccia, quindi da braccio, brasso, braso o

brazo, a seconda delle diverse località. L'altra ipotesi invece è che tali

termini possano derivare dal nome dell'isola di Brazza, o Brac, quale

luogo di origine.

Famiglia Araliaceae

Distribuzione Cresce in Europa, Asia, Giappone, America settentrionale.

Descrizione L’ edera è una piana rampicante legnosa i cui fusti hanno molte radici

fibrose, aderenti e adesive che le consentono di vivere abbracciata

agli alberi o ai muri, ma può anche strisciare lungo il terreno. E’ una

delle poche piante rampicanti indigene a raggiungere dimensioni

ragguardevoli e, quando si, sviluppa su un albero, può provocare anche

la morte . Lungo il corso del Sillaro si osservano di frequente robinie

completamente invase dall’edera.

Usi e curiosità Gli studiosi fanno risalire le origini di questo natante al XVI secolo,

mentre la zona di provenienza si può circoscrivere alle isole della

Dalmazia. La brazzera era prevalentemente utilizzata per il piccolo

cabotaggio, più raramente per la pesca, in particolare per quella delle

spugne da bagno della Dalmazia; data la solidità di costruzione ed il

buon comportamento in mare, ha anche trovato impiego nelle marine

militari, veneta ed austriaca, sia per il trasporto di materiale bellico,

sia come cannoniera.

Viene considerato simbolo di continuità e dalla fedeltà. Pianta sacra a

Dionisio ( o Bacco), di cui ornava il capo , veniva spesso usata per

adornare i calici di vino e appesa alle insegne delle osterie per indicare

mescita di vino.

Può essere usato dopo lo shampoo come trattamento per rendere i

capelli più scuri e lucidi.

Nelle leggende degli gnomi, l’edera nasconde le capanne dei folletti e

protegge le nostre case dai dispetti degli spiriti maligni.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

47


Proprietà medicinali Già conosciuta in epoca medioevale l’Edera terrestre è citata nel

cinquecentesco Herbolario volgare di Venezia, primo documento di

medicina dei semplici in lingua volgare.

Alle sommità fiorite ed alle foglie, utilizzandone il succo tal quale, ai

decotti, agli infusi, di sapore resinoso, amaro, ma gradevole, ai

cataplasmi ecc., si attribuiscono da più autori, con il consueto

ottimismo, proprietà astringenti, bechiche, carminative, diaforetiche,

diuretiche, espettoranti, galattofughe, rinfrescanti, toniche,

vulnerarie.

Il quattrocentesco Liber de simplicibus, di Nicolò

Roccabonella, cita l’uso della droga chiamata “Ardilo”, estratta dalla

Glecoma, nel trattamento della leucorrea.

Ritenuta efficace perfino nei casi di pazzia, l’Edera terrestre, se non

bastasse, è stata anche raccomandata per liberare i cavalli dai vermi

intestinali.

Particolarmente apprezzata in altri tempi era l’azione dell’Edera

terrestre nelle affezioni dell’apparato respiratorio, peraltro

confermata da studi più recenti, ma attenzione, l’uso prolungato

sembra possa provocare diarree.

La medicina cinese utilizza l’Edera terrestre per i

calcoli renali, le piaghe della pelle, le affezioni reumatiche ed

artritiche.

POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

E’ bello guardarti

quando sei nel pieno del tuo splendore

con il tuo essere sempre lì

è bello ammirarti.

Kissós è il greco nome

di questa pianta elegante,

come il figlio danzante

di Dioniso greco nume.

Il poverino ballando morì

e la terra impietosita

l’edera fatta e finita

creò come ricordo lì per lì.

Silvia Bellumore 1^H

Letizia Caglioti 1^H

L’EDERA

Edera col tuo arrampicare

ti espandi come un mare,

un mare di foglie,

che incanta ogni città,

con la tua foglia verde

piena di vitalità.

Andrea Pagani 1^H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

48

L’edera è una pianta senza fiore,

ma ha proprio un bel colore.

L’edera è una foglia sempreverde

e la speranza mai si perde.

E’ una pianta rampicante

che di foglie ne ha proprio tante.

Provoca sempre meraviglia

il suo ramo che si attorciglia.

Alessandra Francavilla 1^H

PEnsate che

l’eDera

protEgge dalla

sfoRtuna e dal

mAlocchio

Letizia Caglioti 1^H


fogliE

Eterna pianta

Danzi nell’aria

Direttamente

prEse

fResche

dall’Acqua

Ilaria Lanzanova 1^H

Ergi sino al cielo

Ricopri i nostri muri

Ascolti i nostri pensieri

Silvia Bellumore 1^H

Dove l’edera si spande,

porta la grazia delle

sue ghirlande,

orna e rallegra

il mio tetto,

così mi sento protetto.

Luca Migliaccio 1^H

Emanano

Dolci

Elisir

Roseti

Armoniosi

Andrea Nappo 1^ H

con estrEma pazienza

ma da te sempre accettAti

T u e d e r a ,

c h e t i a r r a m p i c h i d a p p e r t u t t o ,

s e i a n d a t a a f i n i r e s u l t e t t o ,

c o p r e n d o o g n i c a s a

c o n l a t u a b e l l e z z a i m m e n s a ;

s e i s e m p r e v e r d e t u t t o l ’ a n n o ,

a s s o m i g l i a n o l e t u e f o g l i e a u n a m a n o .

A n d r e a N a c a m u l l i 1 ^ H

i g E r m o g l i

D e l l ’ e d e r a

Silvia Bellumore 1^H

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

49

r E n d o n o o m a g g i o a l

d i o d e l l e i n e b R i a n t i f e s t e

Enormi

Distese di

Edera e

Rosmarino

Armoniosi

ci avvolgi D’ ombra fresca,

sei l’Eterno ritrovo

di noi Ragazzi pensosi,

i n v e r n A l i

Alissa Bajraktarevic 1^H

DolcEmente

L’eDera

AccarEzza

FioRi

ProfumAti

Andrea Nappo 1^ H

Martina Elemi 1^ H

E così

Dioniso

E’

E’

Riuscito

A A A salvarsi

Paolo Ciraci 1^H

L’edera

si arrampica

senza problemi,

è la sua natura,

non la sistemi.

Se sistemarla

tu proverai,

uno spreco di

tempo avrai.

Francesco Tuccillo 1^ H


Nome Forsithya europaea. Dal latino. Forsithya suspensa , forsithya

intermedia.

Famiglia Oleacee

Distribuzione Proveniente dalla Cina e del Giappone, introdotta in Inghilterra nel

1840.

Questi arbusti non hanno particolari esigenze di terreno

Descrizione Arbusto decorativo, rustico , può essere alto fino a 3 metri;

portamento eretto ed elegante. Foglie ovali, oblunghe e seghettate

solo vicino alla punta. Fiori gialli a forma di imbuto con quattro lobi,

compaiono prima delle foglie. La corteccia è giallo oliva con lenticelle e

il fusto è cavo.

Usi e curiosità Pianta ornamentale.

La forsizia deve il suo nome al botanico inglese W. Forsyth, vissuto

tra il 1737 e il 1804, che fu direttore dei giardini reali di Kensington.

Il suo nome inglese è però golden bell, cioè campana d’oro. I suoi fiori

dorati paiono infatti campanule aperte e svasate.

Proprietà medicinali Usata in Cina per usi medicinali contro disturbi intestinali.

POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

FORSIZIA

Ecco la mia pianta di forsizia

che non è buona come la liquirizia.

È sempre bella nel mio giardino

con i fiori gialli come un pulcino.

Gialla come il sole d’estate

che riscalda le mie giornate.

Con la sua breve fioritura

risalta nella natura.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

50

FORSIZIA

FORSIZIA

Numero esemplari presenti nel giardino: 3

Andrea Zenoni 1^I


Ecco la mia pianta di Forsizia

Che non è buona come la liquirizia.

È sempre bella nel mio giardino

Con i fiori gialli come un pulcino.

Gialla come il sole d’ estate

Che riscalda le mie giornate.

Con la sua breve fioritura

Risalta nella natura.

Andrea Zenoni 1^I

Vola Farfalla nel

CielO blu

SorRidi come fai tu

Il Sole

Illumina la via verso i campi di

ForsiZia vicino a casa mia

E fInalmente ti appoggi sul delicato fiore e

FurbA ti avvolgi nel suo morbido calore.

FORSIZIA

O mia cara forsizia,

tu sembri una delizia.

Quando ti alzi sei bella,

poi diventi gialla come una stella.

O bella forsizia,

ti devo lasciare,

ma poi non è che ti vengo a mancare?

Martina Boselli 1^I

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

51

Mi ricordo un fiore

È la forsizia questo è il suo nome.

Ha la forma così bella

Che assomiglia a una stella

E poi gialla com’è

Vien voglia di bere un frappè.

Ma come si chiama questo fiore?

È la forsizia: questo è il suo nome.

Valeria Piccirillo 1^I

Elena Citterio 1^I

LA FORSIZIA

Le forsizie son sbocciate

In queste belle giornate,

con i loro fiori giallini

rallegrano la vista di grandi e piccini.

Ecco, qualcuno sta arrivando

E un ramo di forsizia sta strappando.

Questo non si fa

La forsizia si lascia dove sta.

Martina Boselli 1^I


LAUROCERASO

LAUROCERASO

Nome Prunus laurocerasus

Sinonimi: Prunus Spinosa

Famiglia Rosacea

Distribuzione Introdotta in Europa dal Caucaso e dall’Asia occidentale.

Ambiente Il suolo deve essere abbastanza rustico.

Questo arbusto, ha delle difficoltà se il terreno è troppo alcalino.

Descrizione Le foglie sono lunghe 8-15 cm, ovato-oblunghe, lucide, a margine

pressoché intero, brevemente acuminate.

I fiori sono piccoli, odorosi, a petali bianchi, riuniti in racemi eretti;

fioritura primaverile e i frutti sono ovati-acuti grossa circa 1 cm, nera

e maturità.

Usi e curiosità Capita oggi con sempre maggior frequenza, di notare, soprattutto

nelle siepi di Lauroceraso, situate ai margini dei parchi e/o giardini o

nelle bordure verdi di zone condominiali o di villette a schiera, ma

anche in piante allevate a cespuglio, ad alberello o ad altre forme varie

ed infine anche in piante isolate, la presenza di una forma diffusa di

seccamento, inizialmente interessante soprattutto i rami più giovani,

le cui foglie sembrano bruciate da un vento fulminante, simile ad un

colpo di fuoco. La malattia è presente da tempo, ma, in questi ultimi

anni sembra che la sua diffusione e la sua aggressività siano

notevolmente aumentate.

Ciò è avvalorato anche dalle richieste di notizie che su fatto

patologico vengono effettuate e dalle maggiori, presenze di piante

infette, registrate anche in zone completamente diverse da qualche

anno a questa parte.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

52


Nome Lavandula officinalis, lavanda o spigo

Numero esemplari presenti nel giardino: 1 cespuglio

Famiglia Labiate

Distribuzione Bacino del Mediterraneo e isole Atlantiche

Ambiente Pianta rustica resiste al freddo dell’inverno e al caldo più torrido

dell’estate, gradisce posizioni soleggiate e ventilate.

Descrizione Arbusto legnoso, che va dai 15 ai 60 centimetri d’altezza, perenne e

sempreverde. Le foglie sono argentee, molto profumate e allungate.

Fiori tubulosi, azzurri, riuniti in spighe fragranti. È utilizzata in

giardino come siepi oppure a formare larghi cespugli.

Usi e curiosità Le lavande sono piante aromatiche dal profumo molto diverso a

seconda della specie della varietà. E’ usata per fare l’acqua di colonia e

i saponi

In Francia è coltivata nei campi, i “lavandeti”, famosi sono quelli della

Provenza. La raccolta dei fiori si fa prima della schiusa completa,

tagliandoli con le forbici: 2500 chili di fiori freschi forniscono 25 chili

di essenza. I fiori destinati agli erboristi si fanno essiccare all’ombra

in un luogo ventilato.

La più antica citazione della lavanda si trova nella Bibbia.

Gli Ebrei la usavano col mirto per odorare gli altari.

Per i Greci e i Romani era l’essenza preferita per il bagno, tanto che il

suo nome deriva dal latino “lavare”.

Una leggenda racconta che i guantai di Grasse, in Provenza, che

usavano l’olio di lavanda per profumare i loro pellami, fossero immuni

dalla peste.

Il profumo della lavanda è così inebriante che nel Medioevo i mercanti

veneziani che l’ importavano dall’Oriente le tenevano in mazzi

all’esterno delle navi.

Nel Rinascimento i pittori Fiamminghi utilizzavano la lavanda, grazie

alla sua ricchezza di resine, come diluente dei colori.

Secondo una leggenda, sotto i cespi fioriti di lavanda nidificherebbero

le vipere, ma è impossibile che tanta profumata bellezza nasconda un

pericolo mortale.

Proprietà medicinali La lavanda è da sempre prescritta come antisettico, calmante e tonico.

È anche un portentoso insetticida. Le nostre bisnonne mettevano la

lavanda racchiusa in sacchetti negli armadi sia per profumare la

biancheria sia per tenere lontane le tarme.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

53

LAVANDA

LAVANDA

Numero esemplari presenti nel giardino:

1 grosso cespuglio


RAP, ACROSTICO E PAROLE INCATENATE

RAP RAP SULLA SULLA LAVANDA

LAVANDA

Lavanda viola e profumata

Sei molto delicata

Quanta fatica ma infine ti ho trovata

Sei bellissima

Ed anche fortunata

Prima che ti perda ho 3 domande per te:

Chi sei?

Da dove vieni, perché?

Davide Alì - 1^G

Lavanda

Ancora splendentemente

Viola e iridescente

Arrivi

Nei nostri cuori per

Dare

Amore a chi ne ha bisogno

Luigi, Davide, Carmine 1^ G

PAROLE INCATENATE

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

54

Lavanda

Lavanda- dado- domenica- carro- rotto-tornare- rema- margherita

Avvolgente

Viola

Luigi Caniglia 1°G

PAROLE INCATENATE

Antica

Nostrana

Duratura

Ancora bella

Vigano Matteo 1^G

Lavanda- dando- dolcemente- tesori- rigorosamente- teneri – ricchi


Nome Menta, Menta piperita.

Famiglia Labiatae

Distribuzione Piante molto diffusa nella regione mediteranea, dove è usata

tradizionalmente come pianta aromatica.

Ambiente Predilige terreni sciolti , alluvionali, freschi e ricchi di humus con PR6-

7, mentre rifugge terreni argillosi con ristagni di acqua. Necessita di

irrigazione costante, soprattutto nel periodo estivo. Predilige zone

luminose, ma si adatta bene anche in mezz’ombra.

Descrizione La menta, secondo la specie, è un’erba alta da qualche cm a poco più di

un metro, con steli eretti e radici rizomatose che si espandono

notevolmente nel suolo. Le foglie sono opposte e semplici e nella

maggior parte delle specie sono lanceolate e ricoperte di una leggera

peluria di colore verde brillante. I fiori sono raccolti in spighe

terminali, coniche, che fioriscono a partire dal basso verso l’alto. I

singoli fiori, simpetali e irregolari, sono piccoli, di colore bianco, rosa o

viola; la corolla, parzialmente fuso in un tubo, si apre in due labbra, la

superiore con un solo lobo, l’inferiore con 3 lobi disuguali. La fioritura

avviene in piena estate e prosegue fino all’autunno. Il frutto è una

capsula che contiene da 1 a 4 semi.

Usi e curiosità La menta ha un profumo fresco, forte, dolce – amaro , molto

penetrante. La raccolta avviene in fioritura per ottenere oli;il 2 taglio

si usa essiccato per l’ erboristeria. Dalla menta si utilizzano le foglie,

che vengono raccolte a giugno, e le sommità fiorite, in luglio e agosto.

La pianta è costituita da tempi remoti per le proprietà medicinali e la

troviamo con la frequenza nelle ricette di MEDICINA POPOLARE: nei

secoli qui sono confluite tradizioni dalle origini più disparate e

metodologie di cura attinte da vari aspetti dalla quotidianità. Questo

tipo di medicina fa ricorso anche alla medicina classica e scientifica,

ma vi innesta elementi religiosi, mitologici e perfino rituali magici,.

Come dimenticare il mistero che circondava l’uso delle erbe e il

fenomeno della caccia alle streghe?

Proprietà medicinali Per pruriti, infiammazione della cute si applicano compresse imbevute

di infuso sulle zone interessate. Per l’alito cattivo , le infiammazioni

delle mucose, per fare sciacqui e gargarismi si usano 5g in 100ml di

acqua. Nei disturbi spasmolitici gastrointestinali.

Associazioni: achillea, angelica, camomilla, melissa.

Come calecistocinetico associazioni: carciofo, calendula, elicriso,

melissa , rosmarino.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

55

MENTA

MENTA


POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

eMana

tEnue

profumaTo

riNfrescante

sApore

Letizia Caglioti 1^H

LA MENTA

Quando in Egitto scappava Maria,

con Gesù piccolo, era scontenta,

assetata, nel deserto andava via…

e all’improvviso vide la menta.

“Che profumo soave e rinfrescante,

ah se ci potesse dissetare! “

pensò la Madonna in quell ’istante

e non aveva ancor finito di parlare

che dalle foglie di quella piantina,

per amore del Santo Bambino,

cominciò a cader qualche gocciolina,

per dissetarlo nell’arido cammino!

Maria “Erba Santa” la chiamò

e mentre lei la benediceva,

Gesù Bambino pure la baciò,

mentre felice, intanto, sorrideva!

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

56

Letizia Caglioti 1^H

Mintha

Era una

Ninfa

Tradita da

Ade

Letizia Caglioti 1^H


Mintha era una ninfa, amante di Ade,

ed era molto graziosa

e quando Persefone stava per diventare di Ade la legittima sposa,

la ninfa incominciò ad urlare contro di lei minacce,

che scatenarono la collera di Demetra pugnace.

Ma non ebbe il tempo di metterle in atto

che Demetra la trasformo di fatto

in una pianta profumata.

Martina Elemi 1^H

Molte

Emozioni

Nonostante

Tutto

ProfuMo di

hAnno fine.

mEnta nella

bevaNda

aromaTizzata

Myftari Inanisa 1^H

Meravigliosa

Essenza

Naturale

Tra

Altre

Alessandro Salvati 1^H

The

cAlda Alessandra Francavilla,

Davide Frisardi

e Luca Migliaccio 1^H

Molto forte

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

57

Metto

Essenza

Nel

Aromatizzato

E’ il profumo della pianta

Nel giardino

Tra gli

Arbusti

Martina Lamberti 1^H


Nome Rosmarinus officinalis. Sinonimi: ramerino, rosamarina, tresomarino,

osmari, sgulmarin, rusmarin, rumosino.

Il nome deriva dal latino ros, rugiada e marinus, mare perché cresceva

spontaneo lungo le coste e per il suo colore azzurro mare. Officinalis

perché è sempre stata un’erba utilizzata nelle antiche farmacie. La

derivazione dal greco è : Rops = arbusto e myrinos= aromatico.

Famiglia Labiatee

Distribuzione Tipica della zona mediterranea, è una pianta che ha bisogno di poche

cure: resiste bene anche alla siccità, predilige posti soleggiati e

terreno sabbioso.

Descrizione E’ un arbusto sempreverde, molto ramificato. Il fusto è legnoso; le

foglie sono piccole sottili e opposte, a forma di lancia con la parte

inferiore color verde-grigio e quella superiore quasi argentea.

I fiori sono raccolti in spighette terminali, racchiuse in corolle di color

azzurro o biancastro, sbocciano da marzo a ottobre.

Il frutto è una piccola capsula.

Usi e curiosità E’ una delle erbe aromatiche più utilizzate nella cucina mediterranea,

serve ad aromatizzare arrosti, patate, castagnaccio, verdura saltate

in padella, pane, focacce, marinate, cacciagione.

Dei suoi fiori blu-viola sono golosissime le api.

Presso i Greci e i Romani si racconta avesse fama di rinforzare la

memoria e per questo fu considerato simbolo di fedeltà per gli

innamorati. Le spose portavano come ornamento corone di rosmarino

durante le cerimonie nuziali. Nell’antica Grecia, chi non poteva

procurarsi l’incenso per sacrificare agli dei, bruciava rosmarino che

veniva chiamato: ”Pianta dell’incenso”.

Nel Medioevo veniva usato per scacciare gli spiriti maligni e le

streghe.

Per secoli è stato usato come fumigante per disinfettare le stanze dei

malati; il decotto serviva per la pulizia delle cucine; rametti di

rosmarino venivano messi nei cassetti della biancheria per profumare

e tenere lontane le tarme. Ancora oggi in alcuni paesi del

Mediterraneo è consuetudine lasciare asciugare il bucato sugli arbusti

di rosmarino, affinché il sole ne estragga l’aroma che proprietà

antitarme.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

58

ROSMARINO

ROSMARINO

Numero esemplari presenti nel giardino:

1 grosso cespuglio


Nel linguaggio dei fiori, per la sua azione rinforzante sulla memoria, è

ritenuto la pianta del “ricordo”.

Proprietà medicinali Fin dai tempi più antichi sono riconosciute al rosmarino varie proprietà

terapeutiche: è antisettico, antispasmodico, diuretico, stimolante,

stomachico, tonico, rilassante, digestivo, balsamico e aumenta la

memoria. Gli Egizi lo usavano per curare i vizi di stomaco e le

congestioni epatiche.

Medici arabi estrassero per primi dal rosmarino un olio essenziale

efficace contro i dolori reumatici e artritici. Rametti essiccati

venivano bruciati nelle stanze degli ammalati per purificare l’aria;

durante le epidemie di peste e di vaiolo si riponevano rametti nelle

impugnature dei bastoni da passeggio e nelle tasche per poterlo

annusare quando si attraversavano le zone infette.

Leggende Secondo una leggenda i fiori del rosmarino una volta erano bianchi.

Divennero azzurri quando la Madonna, durante la fuga in Egitto, lasciò

cadere il suo mantello su una pianta di rosmarino.

Si narra che la regina Isabella d’Ungheria, settantenne, rugosa e piena

d’acciacchi riacquistò bellezza, gioventù e salute, tanto da essere

chiesta in sposa dal re di Polonia grazie ad un elisir di rosmarino. Si

dice che la formula le fu ispirata da un angelo; da allora quell’angelico

distillato ( fiori di rosmarino macerati in alcool) è detto comunemente

“acqua della regina d’Ungheria”.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

59


SA SALVIA SA

LVIA

Nome scientifico Salvia officinalis, Erba sacra

Famiglia Labiate

Distribuzione Originaria dell’Europa meridionale, è diffusa nelle zone temperate di tutto il

mondo ed è presente in tutte le regioni italiane, coltivata e talora

inselvatichita.

Ambiente La salvia preferisce un terreno soffice, ma si adatta anche a un substrato

arido e sassoso; sopporta il gelo, ma dove le temperature scendono di molti

gradi sotto lo zero è comunque opportuno proteggere il cespo. La salvia non

teme la siccità, ma teme i ristagni d'acqua, in presenza dei quali le sue foglie

anneriscono.

Descrizione Al genere delle salvie appartengono circa 500 specie diverse, molte delle

quali sono spontanee nel bacino mediterraneo. Esistono salvie perenni e altre

annuali, molte vengono coltivate esclusivamente per il valore decorativo dei

loro fiori imbutiformi, che si ergono su alti steli. Gli arbusti di Salvia

officinalis, la comune erba salvia, sempreverdi e rustici, solitamente

compatti ed eleganti, a pieno sviluppo possono raggiungere anche un metro di

altezza.

FUSTO: Dapprima verde e ricoperto da lanugine, il fusto diviene legnoso a

partire dal secondo anno di coltivazione.

FOGLIE: Le foglie di salvia hanno forma ovale lanceolata, margini variamente

dentellati e comunemente colore grigio verde con riflessi argentei, ma vi

sono anche foglie variegate di rosa e di bianco-crema; la loro pagina

superiore si presenta spessa e vellutata, quella inferiore ruvida e con

nervature molto pronunciate. Se sulle foglie compaiono delle macchie ciò

indica una sofferenza del cespo.

FIORI: La Salvia officinalis è un'aromatica che non sfigura accostata alle

piante da fiore: i boccioli di un bel azzurro-violaceo appaiono numerosi

all'inizio dell'estate. Una delle varietà più apprezzate per la fioritura è la

Salvia patens, detta "salvia genziana" per l'intenso colore delle sue tardive

infiorescenze azzurre. Molto coltivata è pure la Salvia splendens, dai fiori

solitamente di un bel rosso brillante, ma anche bianchi o rosa. Per ottenere

una fioritura prolungata da maggio fino a settembre, è consigliabile recidere

le infiorescenze appassite.

FRUTTI: Si formano alla base dei fiori e contengono i minuscoli semi ovoidali

di colore marrone scuro.

Usi e curiosità IN CUCINA: La Salvia officinalis è molto apprezzata dai cuochi perché

aggiunge sapore a molte pietanze e digeribilità alle carni grasse. Di norma si

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

60


itiene inutile mischiarla ad altri aromi, in quanto il suo profumo fortemente

predominante annulla gli altri. Quest'erba è ideale per aromatizzare il burro

o l'aceto. Una ricetta semplice e stuzzicante a base di salvia è la seguente:

Si raccolgono le foglie più grandi e, dopo averle lavate e asciugate, si

immergono nella pastella per fritture (composta di farina, acqua, olio e un

pizzico di sale e da un albume montato a neve) quindi si dorano, ponendole per

pochi minuti nell'olio bollente, e si gustano ben calde.

BELLEZZA:Le foglie fresche strofinate sui denti li rendono più bianchi e

purificano l'alito. Il decotto di salvia si usa, in fase di risciacquo, per

mantenere il colore ai capelli scuri, e picchiettato sulla pelle del viso esercita

una funzione detergente e astringente.

Il nome salvia deriva dall'aggettivo latino "salvus" che significa "salvo, sano"

e ciò indica che già nell'antichità quest'erba era apprezzata per le sue

proprietà medicamentose. Presso i Romani la salvia era ritenuta sacra, era

simbolo di vita e anche nel Medioevo si riteneva avesse poteri magici come

quello di dare all'uomo la longevità.

Proprietà medicinali Le sue virtù curative sono molto vaste e conosciute fin dai tempi più antichi.

Queste virtù curative sono date dall'acido tannico, dalla resina e dall'olio

essenziale contenuto nella salvia e che la valorizzano, pertanto, per le sue

proprietà toniche, digestive, antisudorifere, cardiotoniche, decongestionanti.

In caso di angine, laringiti o di gengive gonfie e sanguinanti, o di afta o di

alito cattivo, ottimi risultati si ottengono con il decotto di salvia, ottenuto

facendo bollire cinque grammi di sommità fiorite di salvia in un bicchiere di

acqua. Questo decotto viene preziosamente usato per sciacqui alla bocca e

gargarismi.

Cinque grammi di questa polvere mescolati ad ottanta grammi di miele

costituiscono un efficace espettorante da prendersi nella misura di un buon

cucchiaio alla mattina e alla sera.

Un forte decotto serve pure egregiamente in caso di febbri malariche,

mentre un bagno caldo, nel quale siano state messe a macerare cinque

manciate di foglie di salvia, tonifica facendo scomparire ogni sintomo di

stanchezza e di oppressione.

Contro le tossi ribelli ed i catarri profondi si può fare uso di un decotto che

ha un'azione calmante veramente miracolosa. Si prepara facendo bollire

insieme, per venti minuti, fintanto cioè che si sia raggiunta una consistenza

sciropposa, un etto di foglie di salvia, un etto di zucchero e mezzo litro di

vino bianco di una buona annata. Si passi il decotto così ottenuto e se ne

prenda un cucchiaino ogni 2 o 3 ore.

Anche i denti ne avranno sicuri benefici, sfregandoli sovente con qualche

foglia fresca di salvia. Contro una sudorazione eccessiva c'è un ottimo infuso

da prendersi ogni sera prima di coricarsi. Si prepara versando un quarto di

litro di acqua bollente su una trentina di foglie di salvia.

Anche nelle malattie di petto, il decotto di salvia, da prendersi nella misura

di una tazza abbondante al giorno, prolungando la cura per mesi, ha dato degli

effetti sorprendenti.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

61


Nome scientifico Sambucus nigra

Famiglia Caprifoliaceae

Distribuzione Originaria dell’Europa e del Caucaso, oggi è una specie cosmopolita, diffusa in

tutte le aree temperate dei Continenti. In Italia è presente in tutte le

regioni, dalla pianura fino ai 1400 metri di quota, cresce spontaneamente

lungo siepi e fossi, ai margini dei boschi e vicino ai ruderi.

descrizione Pianta alto 3-5 metri, con rami bruno cenere, solo quelli giovani sono verdi;

quando cadono le foglie sul ramo rimane una cicatrice a forma di luna. Le

foglie sono composte con 2-3 paia di foglioline, imparipennate con il picciolo

dilatato alla base, la forma è ellittica e il margine dentellato, l’apice termina

con un dente acuto più grande di tutti gli altri. Il fiore è un’infiorescenza a

corimbo ombrelliforme di colore bianco –giallastro, molto profumato. I frutti

sono delle drupe nere lucenti, con succo violaceo e con due o tre semi.

Usi e curiosità I rami di sambuco hanno un midollo grosso e molle che a primavera si scava

facilmente. Una volta estratto, il ramo diventa un tubo con cui giocare alla

cerbottana.

Con il legno di radice di sambuco si fabbricano gli stetoscopi, apparecchi che

il medico usa per auscultare i battiti del cuore.

Grandi depositi di bacche di sambuco sono stati ritrovati nel villaggio

palafitticolo sorto nel 2500 a. C. ad Annecy in Francia. Si suppone che le

utilizzassero per tinture e bevande.

I fiori sono usati per preparare Frittelle, dolci casalinghi e uno squisito

sciroppo. Con i frutti ben maturi un liquore fermentato ( vino di sambuco ) e

si possono preparare gelatine e marmellate.

Proprietà medicinali In Grecia il padre della medicina Ippocrate riconosceva già nel VI secolo a.C

le virtù medicinali del sambuco e lo classificava tra i lassativi e i diuretici.

Oltre a queste si attribuiscono anche proprietà antireumatiche,

antinevralgiche e antinfiammatorie.

Con i fiori si fa una gradevole tisana che serve come rimedio per il

raffreddore, l’influenza e la tosse.

I frutti devono essere raccolti ben maturi; essi sono usati come lassativi e

trovano un’interessante applicazione contro le nevralgie del trigemino.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

62

SAMBUCO

SAMBUCO

SAMBUCO

Vari esemplari


Nome Deriva dal Latino trifolium, costituito da tre foglie il suo sinonimo è

thesaurus.

Famiglia Fabaceae (leguminose),papilonace

Distribuzione Diffuso in Europa, in Asia occidentale, Africa settentrionale, comunissimo in

Italia.

Descrizione Ha radici lunghe e robuste. Il fuso raggiunge i 50 cm ed è rossiccio e

ricoperto di peli bianchi appressati. Le foglie sono di forma ovale, di un

colore verde vivo, poco picciolate. I fiori sono piccoli e spuntano tra maggio

e ottobre.

Ambiente Si possono trovare ovunque, dal livello del mare a 3000 m. di altezza, nei

boschi e nelle zone incolte.

Preferisce terreni argillosi, ma si adatta a quasi tutti i terreni, purché non

siano eccessivamente impregnati d’ acqua, anche acidi e alcalini.

Usi e curiosità Storicamente fu venerato dai druidi, conosciuto dai greci e dai romani per

le proprietà curative. E’ uno dei simboli dell’ Irlanda: la tradizione vuole che

sia stato utilizzato da San Patrizio, l’evangelizzatore dell’ isola, per spiegare

il mistero della Trinità. A volte i trifogli possono avere quattro foglie , i

quadrifogli. Il trifoglio è il simbolo della fertilità. E’ in grado di restituire la

fertilità al terreno, sintetizzando l’ azoto atmosferico. E’ da sempre

conosciuto per la sua dolcezza del nettare che attira ogni tipo d’ insetto.

Proprietà medicinali Gli estrogeni, vengono utilizzati per rallentare l’ invecchiamento di cute e

mucose, anche usate per disturbi come: vampate, depressioni, osteoporosi,

malattie cardiovascolari. Il trifoglio ha anche un potere calmante ed è

anche efficace come antidoto.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

63

TRIFOGLIO

TRIFOGLIO


Tenero

Raro

RAP SUL TRIFOGLIO

Intenso

Fortunato

Originale

Gentile

Liscio

RAP, POESIA E ACROSTICI

Il trifoglio si trova in ogni prato

Forse non è molto fortunato

Viene dall’Irlanda perciò è straniero

Non è un fiore vero,

Anzi è una piantina

Molto piccolina, e verde

Ed è molto carina

Ha tre foglie noi lo sappiamo

E adesso velo rappiamo.

Invadente

Orlato

Davide Alì - 1^G

POESIA SUL TRIFOGLIO

Mi piace molto il trifoglio

E scrivo le sue informazioni su un foglio.

Dopo aver letto tanto

Ora mi diletto e canto:

“Oh bel trifoglio

Sei solo tu che voglio!

Sei molto più modesto del quadrifoglio,

il quale è il più richiesto,

ma ‘Per fare un prato’ la poetessa proprio te ha reso manifesto”

Alvaro Mena 1^G

Vigano Matteo 1^G

IL TRIFOGLIO

T u t t i

R i n g r a z i a n o

I

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

64

F i o r i c h e c i r e n d o n o

O r g o g l i o s i d e l l a n a t u r a

G e n e r o s a

L a s c i a n d o c i

I n c a n t a t i

O g n i g i o r n o

Claudia & Emily 1^G


VERBENA

VERBENA

Nome Verbena officinalis, Verbena hastata dal latino verbena, Vermena

Famiglia Verbenaceae

Distribuzione Pianta erbacea molto ramosa delle Tubiflorali, perenne, con piccoli

fiori a spiga molto profumati.

Ambiente Nasce nei terreni disturbati, praterie, sentieri, luoghi incolti, lungo le

strade.

Descrizione Pianta perenne, cresce fino a 30 - 60 centimetri. Ha un gambo legnoso

e ramificato con foglie lucide e leggermente pelose. La foglie più basse

sono obovate, profondamente incise e peduncolate; le superiori sono

lanceolate, sessili e dentellate. I fiori sono piccoli, di colore viola, e

sono disposti in spighe lunghe e sottili. Fiorisce da luglio a settembre.

La Verbena, pianta sacra agli antichi romani era detta anche Verbena

Usi e curiosità odorosa. La verbena non viene utilizzata per usi culinari e

gastronomici, perché il gusto non si adatta in cucina. Essa veniva colta

nella notte di San Giovanni (24 giugno). La verbena era usata da varie

tribù di Indiani Americani per curare febbri. I druidi la aggiungevano

alla loro acqua lustrale. Era adoperata per vari riti e incantesimi.

Proprietà medicinali Favorisce la lattazione, ha una leggera azione antidepressiva, utile per

emicrania, ansia, gastralgie, analgesica, attiva le contrazioni uterine ed

è benefica per la vista. Alle dosi consigliate la Verbena è una pianta

curativa.

Voglio

Essere

Rispettoso,

Buono

E

Naturalmente

Altruista

Kevin Inzitari 1^I

Osservando la verbena

Ho un’immagine serena,

i suoi colori

mi fanno pensare

ai fiori di lil

che sono sbocciati già.

Kevin Inzitari 1^I

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

65


VITE

VITE

AMERICANA

AMERICANA

Nome Ampelopsis veitchii o Parthenocissus tricuspidata; vite Americana

Famiglia Vitaceae

Distribuzione Originaria dell’America settentrionale centrale ed orientale, zone sudorientali

del Canada, Messico, Guatemala e dell’Asia

Ambiente Pianta rustica impiegata come essenza ornamentale per coprire muri e

altre barriere verticali, diffusa in tutto il mondo. Apprezza il pieno

sole, resiste al freddo, tollera l’ambiente salmastro.

Descrizione Ramificazioni lunghe e munite di uncini con ventose che si attaccano al

sostegno permettendo alla pianta di raggiungere i 20 m d’altezza.

Foglie: decidue, semplici a 3 lobi, simili a quelle dell’edera. In autunno

si colorano di rosso scarlatto. Fiori: ermafroditi riuniti in piccole

inflorescenze verdastre. La fioritura avviene nei mesi estivi. I frutti:

piccole bacche nerastre, grandi come piselli sono cibo prelibato per gli

uccelli.

Proprietà medicinali I popoli nativi del nord America la utilizzavano come rimedio per

combattere la diarrea, per problemi urinari e per trattare gonfiori e

tumefazioni.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

66


I NUOVI ARRIVI

Grazie all’interesse della mamma dell’alunno Alberto Ferrario (1^I) il nostro giardino si arricchito

di nuovi arbusti.

CORNIOLO CORNIOLO SANGUINELLO

SANGUINELLO

Nome scientifico Cornus sanguinea L. Corniolo Sanguinello

Famiglia Cornacee

Distribuzione Europa, porzione nord dell’Asia minore, Caucaso.

È un arbusto che può vivere in vari ambienti: dai boschi umidi delle

pianure alluvionali fino alle boscaglie dei pendii aridi. È una pianta

pioniera negli incolti, nei campi e nei vigneti abbandonati, dove forma

delle macchie associandosi al prugnolo, alla rosa selvatica, al ligustro e

al viburno.

Descrizione Arbusto caducifolio, riccamente ramificato o piccolo albero. I giovani

rami recano una fitta peluria, hanno sezione circolare, sono verdi,

arrossati sul lato esposto al sole; d’inverno i rami presentano un colore

rosso scuro (da cui il nome).

Foglie opposte, a lamina ellittica, appuntita e a margine intero. La

pagina superiore è più chiara e pelosa. In autunno le foglie assumono

un colore rosso vivace. Fiori riuniti in corimbi, di colore bianco. Il

frutto è una drupa sferica verde all’inizio, poi rosa e nero bluastra a

maturità; il nocciolo contiene due semi.

Usi e curiosità I fiori dallo sgradevole odore di trimetilammina sono visitati da diversi

insetti che ne raccolgono il nettare e il polline.

I frutti crudi non sono commestibili, sebbene non siano tossici. In

virtù dell’elevato tenore di vitamina C venivano un tempo lavorati per

ricavarne succhi di frutta e marmellate.

Fino al XVIII secolo dai semi del corniolo si estraeva un olio

verdastro, utilizzato come combustibile.

Il legno è piuttosto compatto e viene utilizzato nei lavori di tornitura,

oltre che per la produzione di bastoni da passeggio.

In alcuni casi, il contatto con le foglie del corniolo può provocare

irritazioni cutanee e prurito.

Nome Viburnum opulus, Pallon di maggio o Pallon di neve

Famiglia Caprifogliacee

Distribuzione Originaria dell’Europa questa pianta cresce in boschi e macchie.

Descrizione Chioma espansa; gemme giallo-verdastre, squamose; foglie a 3-5 lobi,

con margini profondamente dentati, lunghe 5-8 cm con 2 ghiandole alla

base, portate da piccioli rosso-verdastri muniti alla base da stipule

appuntite. Le foglie sono dapprima pelose e quindi lisce sulla pagina

superiore in autunno diventano scarlatte; fiori bianchi in infiorescenze

allargate, i fiori esterni sono grandi e sterili, quelli interni più piccoli e

fertili; i frutti rossi, lucidi, simili a bacche sono tossici.

Proprietà medicinali La corteccia contiene viburnina, principio medicinale ad azione

antispastica.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

67

PALLON PALLON DI DI MAGGIO

MAGGIO


Nome Viburnum Lantana

Famiglia Caprifogliacee

Distribuzione Si trova in tutta Europa eccetto l’estremo nord, nei boschi, macchie

e siepi.

Descrizione Foglie cuoriformi, rugose, lunghe 5-12 cm, con margini dentati,

pelose nella pagine inferiore, portate da corti piccioli; fiori piccoli,

bianchi fertili in infiorescenze a grappolo dalla sommità appiattita;

frutti piccoli, ovali, appiattiti a cupola o a sommità appiattita, dal

verde al rosso e infine al nero secondo la maturazione.

Nome Hippophae rhamnoides

Famiglia Eleagnacee

Distribuzione Pianta spontanea che si trova sul greto dei torrenti dell’Italia

settentrionale.

Descrizione Fusto alto 1-2 m molto scuro a ramificazioni rigide e spinose; foglie

lineari-lanceolate, verde grigiastro con puntini color ruggine

superiormente e con peluria sulla pagina inferiore; piccoli fiori

profumati verdastri e frutti a bacca della grossezza di un pisello di

color giallo-arancio, con succo acidulo.

Nome Crataegus monogyna Jacq, il nome deriva dal termine greco Kratos che

significa “forza”; Biancospino comune.

Famiglia Rosacee

Distribuzione Largamente diffuso in Europa, cresce nelle macchie tra le siepi o ai

limiti dei boschi.

Descrizione Ha rami fitti e legno durissimo, ricoperto di spine lunghe ed aguzze. Le

foglie singole a tre-sette lobi profondi, irregolarmente dentate,

assumono colori vivaci in autunno. I fiori a cinque petali bianchi

formano densi corimbi profumati di sedici o più fiori. Il frutto è

rotondo e il colore varia dal verde al rosso scuro man mano che

matura. La chioma è rotonda e può raggiungere un’altezza di 10 m. Può

vivere fino a 500 anni.

Usi e curiosità I rami fioriti profumatissimi venivano usati dai greci per adornare gli

altari durante le cerimonie nuziali. La sua fioritura secondo i druidi

Celtici segna l’inizio della primavera, la festa di Beltane.

I frutti forniscono cibo invernale ad alcuni uccelli, tra cui tordi, se ne

può ricavare inoltre una gelatina ricca di vitamina C.

I fiori in bocciolo possono essere conservati sott’olio come capperi.

Il legno, pesante e compatto, è usato per manici di utensili e piccoli

oggetti.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

68

LANTANA

LANTANA

OLIVELLA OLIVELLA SPINOSA

SPINOSA

SPINOSA

BIANCOSPINO

BIANCOSPINO


CONCLUSIONE

CONCLUSIONE

La realizzazione del testo “Il giardino della scuola: il giardino che

vorrei” è stata il risultato del lavoro dei ragazzi delle classi prime,

supportata dalle insegnanti che hanno aderito al progetto.

Si ringraziano i ragazzi e le ragazze delle classi 1^ G, 1^ H e 1^ I e i

loro insegnanti, in modo particolare le Prof.sse Giovanna Lanino,

Nicoletta Passera e Anna Maria Speranza, per aver coordinato

l’intero lavoro dal punto di vista della revisione e correzione dei testi

e le Prof.sse Loredana Chiovi e Nadia Guardagli per averne curato la

stesura, la classe 2^ G, per l’approfondimento storico relativo al

tulipano, gli alunni e le educatrici dello spazio ADO e il “Comitato

genitori”.

Il giardino della scuola: il giardino che vorrei…

69

Monza, 1 giugno 2007

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!