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La copertina<br />
Cristina Altobelli<br />
Pittrice e insegnante. Nata nel 1964, vive e lavora<br />
in Abruzzo - Italia.<br />
Attivita’ artistiche nel corso degli anni<br />
Ha iniziato dipingendo a livello amatoriale nel<br />
2000 con vari lavori ad olio tempere e acquerelli.<br />
Ha frequentato corsi di pittura presso Studi Artistici<br />
con insegnanti laureati all’Accademia<br />
delle Belle Arti di Venezia. Suoi insegnanti sono<br />
stati allievi dei grandi Zotti e Saetti, attualmente<br />
studia le tecniche pittoriche con tesi<br />
quali “Arte e percezione visiva” di Rudolf Arneim<br />
e “Arte del colore” di Johannes Itten.<br />
Ha iniziato con una mostra personale il 18 04<br />
2008 presso la sede espositiva IRIS (Istituto di<br />
Ricerca Socioeducativa) (Pe) con testo critico di Chiara Strozzieri.<br />
Nel mese di Luglio dello stesso anno partecipa alla mostra collettiva presso la “Casa Natale<br />
di Gabriele d’Annunzio” Corso Manthonè (Pe) con testo critico di Leo Strozzieri.<br />
Nel 2009 partecipa alla mostra collettiva a città S. Angelo (Pe) dal titolo “Dall’Etna al Gran<br />
Sasso”.<br />
Ha partecipato inoltre ai seguenti eventi d’arte:<br />
Mostra collettiva Augusto Rocchi “Le Genti D’Abruzzo” (Pe).<br />
XI mostra collettiva di Pittura e Disegno presso il centro Polivalente di Orsogna (Ch) -<br />
2008/09.<br />
Premio e mostra “Passeggiando per il centro storico” - città di Chieti.<br />
Premio Nazionale di Cologno Monzese - 2008.<br />
Premio Nazionale “Martinsicuro” e Colonnella<br />
(Te) 2008 e 2009.<br />
Premio di pittura città di Monsampolo nel<br />
Tronto - 2008.<br />
Premio di pittura Giacomo Lisia della città di Paliano<br />
(Fr) - 2009.<br />
Premio di pittura città di Fighille (Pg) - 2008 e<br />
2009.<br />
Mostra collettiva di pittura città di S. Agata dei<br />
Goti e pubblicazione su catalogo di 2 opere -<br />
2009.<br />
Ha esposto opere nel “Museo delle Scienze biometriche”<br />
di Chieti con relativa <strong>critica</strong> del direttore<br />
artistico Prof. Luigi Capasso - 2009.<br />
Mostra collettiva Choco Marche tenuta nella<br />
città di Ancona - 2009.<br />
Premio pittura di Castelfranco Veneto- 2009.<br />
Cristina Altobelli - Posta elettronica Cristina Altobelli@tiscali.it<br />
In prima e quarta di copertina: Opere dell’Artista Cristina Altobelli.
ASSOCIAZIONE CULTURALE<br />
I 2 COLLI<br />
TORRE ORSINA (TERNI)<br />
ANTOLOGIA 2010<br />
del 4° Premio di Poesia Città di<br />
Narni
Si ringrazia in particolare la Fondazione CARIT<br />
Si ringrazia il critico:<br />
DOTT. MARCELLO GHIONE<br />
Si ringrazia:<br />
l’Assessore alla Cultura del Comune di Narni DOTT. FRANCESCO DE REBOTTI<br />
Associazione Culturale no profit I 2 <strong>Colli</strong><br />
Boccolini Anna Rita, Baldoni Loriana, Francescangeli Umbro, Bertolini Paolo<br />
Torre Orsina (Terni) - Tel. 3895899538 - www.iduecolli.it<br />
Progetto grafico e impaginazione: Emilio Trentanni<br />
Copyright © 2010 EDITRICE I 2 COLLI - TORRE ORSINA (TERNI)<br />
È vietata ogni riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, senza il preventivo consenso scritto<br />
dell’Autore o della Casa Editrice.
Prefazione<br />
Eccoci all’appuntamento annuale del Premio Poesia Città di Narni.<br />
Grazie all’impegno dell’Associazione I 2 <strong>Colli</strong>, promotrice dell’iniziativa,<br />
il Premio giunge alla sua quarta edizione, decretandone un importante successo<br />
e consenso di pubblico con l’arrivo al vaglio della giuria di centinaia di poesie<br />
ogni anno.<br />
Certo è che la poesia conosce un’epoca fortunata di produzione e di consumo<br />
grazie anche alla caduta dei vecchi moduli, degli schemi e delle rime.<br />
Inoltre il fenomeno internet contribuisce alla sua diffusione; le statistiche confermano<br />
che ogni anno oltre cinque milioni di poesie vengono pubblicate sulla<br />
rete e che sono in aumento i siti di scrittura on line.<br />
Tutti poeti quindi? Sicuramente no, ma la poesia, proprio perché liberata<br />
dalle antiche rigidità letterarie, diviene oggi veicolo di molti per esprimere e per<br />
esprimersi. Stati d’animo, meditazioni, pensieri, sentimenti, emozioni, turbamenti:<br />
il variegato e complesso interiore umano può dispiegarsi in innumerevoli<br />
sottili sfaccettature.<br />
I tempi moderni con le nuove consuetudini hanno portato anche questo, un<br />
nuovo modo di facile e immediata diffusione/fruizione per scrivere e per leggere;<br />
grande fortuna sta vivendo anche l’altro consumo letterario, quello della prosa,<br />
resa ancora più accessibile.<br />
Tutti scrittori quindi? Poeti o narratori? No di certo, i tanti che in questi<br />
mondi letterari si muovono e producono, per la maggior parte sono personaggi<br />
senza alcuna pretesa, privi di velleità, di presunzioni, di aspirazione a immortalità<br />
letteraria. Spesso sono i nostri vicini di casa, l’uomo o la donna della<br />
porta accanto, il fruttivendolo o il fornaio che incontriamo tutte le mattine. Soprattutto<br />
personaggi insospettabili.<br />
E allora viene da chiedere: come mai questo sottobosco così brulicante di<br />
sconosciuti? Solo una risposta, spontanea e immediata: forse la necessità e<br />
l’esigenza corale di gridare per un mondo migliore, finalmente “un mondo<br />
nuovo” di amore universale e di solidarietà. Ma spesso chi ascolta rimane sordo<br />
e insensibile, il mondo è sempre uguale e allora gli ideali, i sogni e le speranze<br />
appaiono come unici mezzi per non soccombere ad un sistema che la moltitudine<br />
vorrebbe migliore.<br />
7
Necessità ed esigenze umane confermate anche in occasione del Premio Mimosa<br />
2010 promosso dall’Amministrazione comunale di Narni per la ricorrenza<br />
dell’8 Marzo. Premio nazionale per la prima volta dedicato alla scrittura<br />
narrativa (gli altri anni ci siamo rivolti alla pittura, alla grafica e ad altri generi<br />
più prettamente artistici), il concorso, sul cui successo si nutrivano dubbi<br />
a causa della tematica affrontata, al contrario si è rivelato molto più partecipato<br />
delle precedenti edizioni. Inaspettato il numero dei partecipanti, inaspettata<br />
la notevole qualità degli elaborati e di conseguenza inaspettata la<br />
difficoltà di una scelta; ma inaspettata soprattutto la piacevolezza nel leggere<br />
le storie: racconti di vita vissuta e racconti di fantasia, la maggior parte dei<br />
quali, cavalcando anche temi di scottante realtà, erano legati quasi da un filo<br />
comune: un auspicio alla solidarietà, al rispetto, alla considerazione, all’amore<br />
e alla cura degli altri.<br />
In tal senso, l’Amministrazione comunale di Narni non può che sostenere<br />
il lavoro e l’impegno dell’Associazione I 2 colli, con l’augurio forte e sincero di<br />
una felice continuità del Premio. Ma un saluto e un ringraziamento particolare<br />
vanno a tutti coloro che hanno partecipato, senza alcuna distinzione, per<br />
la loro sensibilità e per la loro ricchezza interiore che fanno comunque sperare<br />
in una volontà di collaborazione universale.<br />
8<br />
L’ASSESSORE ALLE ATTIVITÀ CULTURALI<br />
DEL COMUNE DI NARNI<br />
Francesco De Rebotti
Autori partecipanti<br />
al 4° Premio di Poesia<br />
Città di<br />
Narni
<strong>Nota</strong> <strong>critica</strong><br />
Sappi o Dio<br />
Caratteristico e comprensibile atteggiamento di chi è certo del proseguire dell’esistenza.<br />
Ma questa certezza è amareggiata e frenata dai tanti ricordi disegnati lungo<br />
il muro della memoria. Ricordi che a volte sembrano mettere in evidenza certezze e realtà<br />
tangibili che non hanno sapore di fiaba mentre lo hanno quelle del poi. Lo spirito<br />
però è quello che prende il sopravvento e darà la forza per dire addio al concreto<br />
e metterà le ali necessarie per volare “nella infinità del cielo”.<br />
Suono di violini che vorrebbe salire nell’azzurro di un mondo che attrae sempre, contrastato<br />
da tante correnti umanamente contrarie, la poesia è invito a trovare il coraggio<br />
che occorre a tutti per affrontare serenamente l’inevitabile, che certamente non<br />
sarà delusione.<br />
Oltre l’altrove<br />
Ogni pietra preziosa è in grado di emettere i riflessi che la caratterizzano se vicina ad<br />
una sorgente di luce. L‘uomo è questa sorgente, ma non sempre nella posizione che<br />
consenta alla pietra di inviargli i riflessi che illuminerebbero il buio della propria solitudine.<br />
Quando però questo accade, quando è l’amore, quello vero, ad accendere con<br />
luce profumata le fiaccole del miracolo atteso, allora la luce ricevuta sarà per sempre<br />
e fra le tante una preghiera emergerà sulle altre:<br />
“Dimmi che ci sarai amore oltre l’altrove vicino a me”.<br />
È la sincera, accorata semplicità di chi ama, verso la persona amata. L’amore viene<br />
esaltato nella maniera più penetrante, più celeste e costringe ad una auto<strong>critica</strong>:<br />
amiamo anche noi così?<br />
È così bello per tutti il momento dell’addio, come nella poesia viene così finemente descritto?<br />
Auguriamoci che sia così, perché è troppo bello essere sicurii che sia così.<br />
Calendari senza tempo<br />
Commovente, toccante immagine di una attualità che può far credere come per la<br />
sopraffazione sia facile segnare punti a proprio favore.<br />
Immensamente diversa e degna della più alta considerazione invece è la vittoria che<br />
sgorga dalle ferite di chi, nel silenzio che inevitabilmente diverrà voce senza tempo,<br />
dona la propria vita a favore di quella degli altri.<br />
Sotto il susseguirsi di nuvole nere che turbano la serenità del sociale e fanno insorgere<br />
sgomento e paura, molto bene il poeta attira l’attenzione e mette opportunamente<br />
a fuoco l’aspetto umano di chi è preposto alla tutela dei suoi fratelli,<br />
sottolineando che la ruggine del tempo non potrà mai cancellare comportamenti che<br />
sublimano.<br />
Dott. Marcello Ghione<br />
10
Sappi o Dio Marisa Provenzano<br />
Catanzaro<br />
1° classificato<br />
Non so quando tu mi chiederai il conto<br />
ma sappi o Dio che non sarò pronta<br />
Lascia che almeno abbia il tempo<br />
di scrivere gli ultimi miei versi<br />
che possa ancora guardare oltre la mia finestra<br />
in quell’azzurro dove annego il cuore<br />
che possa ancora accarezzare un sogno<br />
e raccogliere gli ultimi sorrisi<br />
stringere quelle mani dolci e amiche<br />
che sorressero il mio breve andare<br />
Non mi negare ancora un’occasione<br />
per accarezzare il volto di chi ho amato<br />
per raccontare l’ultima mia fiaba<br />
per chiedere perdono al mio nemico<br />
per riguardare ancora quelle foto<br />
e tuffarmi nel silenzio dei ricordi<br />
Donami o Dio ancora un’altra ora<br />
per ascoltare il canto della sera<br />
e la campana stonata della chiesa<br />
guardare come sempre la mia luna<br />
accompagnarmi alle ombre del passato<br />
fugare le paure ed i tormenti<br />
per arrivare a te con l’anima mondata<br />
da ogni dubbio ed oscuro timore<br />
Sarò pronta di accoglierti tra le mie braccia<br />
e tu mi porterai oltre le stelle<br />
assieme fuggiremo oltre il silenzio<br />
ed io sarò felice di guardarti<br />
e sprofondare nell’infinità del mondo<br />
nuvola angelo o solo immagine<br />
fugace essenza della tua passione.<br />
11
Oltre l’altrove Vincenza De Ruvo<br />
Banchette (TO)<br />
Dimmi che ci sarai,<br />
tra i rami delle ginestre<br />
a levigare le ferite del dopo,<br />
quando le foglie dei pensieri<br />
voleranno tremule nel vento,<br />
a nncorrere<br />
i ricordi scarni del mio passato.<br />
Dimmi che ci sarai<br />
sotto il bianco lenzuolo dei rimpianti,<br />
a dissetare la mia voglia d’amare,<br />
tra i giacigli della mia solitudine<br />
all’alba del mio tramonto.<br />
Dimmi che ci sarai amore mio<br />
a intrecciare le tue dita nelle mie<br />
parlandomi di te,<br />
quando la luce del mio cammino diverrà fioca<br />
e più non sentirò il tuo respiro,<br />
quando chiuderò gli occhi per sempre<br />
sui guanciali dell’infinito.<br />
Dimmi che ci sarai amore<br />
oltre l’altrove vicino ame.<br />
12<br />
2° classificato
Calendari senza tempo Armando Giorgi<br />
Genova<br />
Parlò al suo cappello graduato<br />
caduto nel cielo spettinato di un cortile<br />
dove uccisero il suo coraggio<br />
Ingoiò saliva, tra fessure di denti,<br />
cercando di rimanere verticale,<br />
ma, prima, riuscì ad agganciare la vita,<br />
perché si accorse che la mafia voleva<br />
tagliare i suoi giorni al servizio degli onesti.<br />
Si riprese, un attimo, immerso nel disagio,<br />
per quel fiotto di sangue residuo.<br />
Tastò il buco nel torace,<br />
rotondo come una medaglia.<br />
Non ci fu nemmeno un’ombra<br />
che sentisse quei colpi di mitra.<br />
Stranamente gli sembrò<br />
che pantaloni si accorciassero,<br />
come quando era ragazzo,<br />
perciò diede ai suoi occhi<br />
il piacere di riscoprire il passato.<br />
Assaporò, per un istante la notte,<br />
ma uno spasmo invitò il suo cuore<br />
a sbagliare battiti, mentre il respiro<br />
si incrinava, tra lo squarcio della ferita.<br />
Così distese, sotto mimose di stelle,<br />
la sua divisa azzurra di carabiniere,<br />
dentro calendari senza tempo.<br />
3° classificato<br />
13
Ho la mia penna Vanda Santogrossi Casilio<br />
L’Aquila<br />
Fuori è buio pesto<br />
è notte<br />
tutti dormono<br />
nessun rumore<br />
il mondo è muto<br />
sul tavolo carte sparse<br />
una matita poggiata<br />
sfoggia l‘intorno a colori.<br />
Un pacco di fogli scritti<br />
nella cartellina gialla<br />
racchiudon sentimenti<br />
vergati nel tempo<br />
un foglio bianco<br />
si riempie di parole<br />
tracciate da una penna<br />
a me donata<br />
nei giorni tristi<br />
dopo il sisma.<br />
Non v’era luogo<br />
dove trovarne<br />
non v’era nulla<br />
di quel che era<br />
non c’era la mia casa<br />
e le mie cose<br />
ero in mondo diverso<br />
forse sognavo?<br />
Era vero ed è ancora vero<br />
tutto è cambiato:<br />
ho la mia penna<br />
e tanti ricordi.<br />
14
Naviglio Martesana Thomas Marcinnò<br />
Porto Azzurro Isola (LI)<br />
Squisito svago pomeridiano<br />
tra lamponi, gramigna<br />
e lento fluire di acque<br />
cittadine.<br />
I pensieri fatti<br />
d’elio volan via<br />
come palloncini<br />
sullo scenario di<br />
un leggero disquisire<br />
su me stesso.<br />
15
Oblio Thomas Marcinnò<br />
Porto Azzurro Isola (LI)<br />
Oltre la soglia<br />
resto a guardare<br />
passivamente<br />
il passato confondersi<br />
al divenire.<br />
In questa lotta<br />
il presente si<br />
sgretola come<br />
terreno di siccità...<br />
Tra le crepe<br />
riconosco l’oblio.<br />
16
Incognita onirica Thomas Marcinnò<br />
Porto Azzurro Isola (LI)<br />
Gli dei intingon<br />
gli spiriti nel caffelatte<br />
universale<br />
dove i suoni divengon<br />
sapori e gli odori<br />
imbrattano l’iride.<br />
Sottile brivido dell’incognita<br />
onirico che ogni notte<br />
deceduto l’Alfa<br />
s’interseca alla resa<br />
17
Haiku di montagna Mario Malpetti<br />
Mantova<br />
Crescono i funghi,<br />
cautamente spostando<br />
i fili d’erba.<br />
Corre il ruscello<br />
e si porta via il tempo<br />
dei nostri giorni.<br />
La prima luce<br />
ridipinge paziente<br />
tutti i colori.<br />
Rari muggiti,<br />
lontano un campanaccio,<br />
tace la valle.<br />
Gialle le foglie,<br />
nel bianco della neve<br />
è la speranza.<br />
Tace il vento:<br />
il bosco ha ritrovato<br />
il suo silenzio.<br />
Veglia discreto<br />
sul borgo addormentato<br />
il campanile.<br />
Neri e severi<br />
I pini stanno a guardia<br />
del bel tramonto.<br />
Scende la sera<br />
disegnando il profilo<br />
nero dei monti.<br />
18
Lizer traspuart (*) Valentino Moro Dino<br />
Borgo Hermada (LT)<br />
Jo ai studat<br />
el lum, par viodi<br />
se le grand bambe<br />
che jere dientri<br />
di te e rivave<br />
a sflandora’<br />
dutis lis mes gnots.<br />
(*) Flebile passione<br />
Ho spento<br />
il lume<br />
per vedere<br />
se la fiamma<br />
ch’era in te<br />
riusciva a<br />
rischiarare<br />
la mia notte.<br />
19
Temporale Valentino Moro Dino<br />
Borgo Hermada (LT)<br />
La porta ora chiusa<br />
Un giunco spezzato<br />
Un gesto di rito<br />
il chicco di sale<br />
di una marea<br />
che va puntuale<br />
Il vento tormenta<br />
lo scuro scordato<br />
bisbiglia insolente<br />
tra le crene più ampIe<br />
Un tuono nel sacco<br />
L‘urlo e lo spavento<br />
e lei in ginocchio<br />
il nulla a sperare<br />
da sola a pregare<br />
per quelle donne<br />
che con gli occhi<br />
fanno moneta,<br />
all’alba inseguo<br />
strisce di luna,<br />
ultime rimaste<br />
dei capannelli,<br />
a vegliare falò;<br />
cigolanti le ossa umide<br />
degli addetti al giorno<br />
svegliano il sole;<br />
la vita sospesa riprende<br />
e il braccio pendolo,<br />
insensibile e lento,<br />
dondola a tempo.<br />
20
I colori del tempo Amelia Valentini?<br />
Pescara<br />
Verde profumo<br />
nel respiro del vento<br />
carezza il cuore.<br />
Colma la spiga<br />
il capo biondo inclina<br />
sul fiordaliso.<br />
Nell’ombra azzurra<br />
uno spicchio di luna<br />
veglia sul mare.<br />
Tramonto rosso<br />
sull’oro delle foglie,<br />
passo d’autunno.<br />
Sui nudi rami<br />
scintillio di ghiaccio<br />
rispecchia il sole.<br />
21
Pena Marisa Provenzano<br />
Catanzaro<br />
Ho il cuore gonfio di pena<br />
mi sento smarrita<br />
su sentieri di polvere e sangue<br />
Paura e tristezza<br />
ricoprono come foglie secche<br />
i volti senza sguardo<br />
e la vita abbandona<br />
i corpi di donne e bambini<br />
lungo vie martoriate da bombe<br />
Ho seppellito i morti<br />
ma non ha pace la terra<br />
geme di pianto<br />
e l’anima si aggira fantasma<br />
povera di desideri<br />
Si spegne il sole al tramonto<br />
come la speranza ultimo lume<br />
di un mondo senza Dio<br />
Cancella il vento<br />
le orme del passato<br />
e infuria l’ira del presente<br />
Si spegne<br />
l’ultimo lamento di una madre<br />
e pallida la luna<br />
accompagna il silenzio.<br />
22
Athena Aura Piccioni<br />
Roma<br />
Ecco il mio sangue, o dea:<br />
zampilla fiero. E sul tuo simbolo<br />
poso lo sguardo... concedimi<br />
sapienza, Athena,<br />
oltre questo corpo mortale.<br />
Concedimi il tuo volto, Athena:<br />
Kore ti porge la melograna,<br />
che rossa si mischia al mio sangue.<br />
E porpora regale è il colore del pensiero,<br />
mentre dall‘albero il tuo dono offri.<br />
E porpora inonda il tramonto,<br />
quando nell’agonia del sole<br />
gli occhi indagano l’infinito.<br />
23
Gli occhi d’infinito Aura Piccioni<br />
(Satiro che danza) Roma<br />
E gli occhi sublimi custodiscono segreti d’infinito,<br />
mentre t’i vento adagia e innalza, adagia e innalza. ..<br />
E la brama schiude quelle labbra<br />
di bronzea camelia, e il cotpo si slancia<br />
contro teternità...Ilfuron bacchico<br />
peroade la matura, squassandole t anima,<br />
come al poeta, ricettacolo di divina mania.<br />
Il corpo inclinato<br />
ad aJ”coltan i mille SUJ”Sum del vento,<br />
quale cervo alla fonte nel primo meriggio. ..<br />
Forza e dolcezza attanagliano miriadi<br />
di pit”Coli pensieri arrancanti<br />
sui sentieri deltEssen. ..<br />
24
Naufrago Odisseo Aura Piccioni<br />
Roma<br />
Mi persi.<br />
li mare mi condusse ovunque volle.<br />
Mi abbandonai alla sua furia, mi abbandonai alla sua tenerezza.<br />
li mio cuore era lontano. Penelope! -urlava.<br />
Finchè un giorno tornai.<br />
Ma il vuoto era immenso,<br />
il vuoto è immenso... continua ad ardere...<br />
ci sarà ancora un’altra riva, per me.<br />
Si disvelerà un’altra Ogigia.<br />
Non posso fermarmi! Inciderò il mio destino.<br />
Nulla è ancora scritto. Ii mio pòthos...<br />
O Tyche ingannatrice, perche mi perseguiti?<br />
Vent’anni lontano da casa! Vent’anni...<br />
Eppure... è sublime il fremito delle onde.<br />
Straordinaria questa nostalgia. Dolorosa questa estasi.<br />
Brucia la brama di sapere, come fuoco arde.<br />
Non ho più anima,<br />
essa vaga tra le nebbie dei tempi<br />
condotta da Eolo dalle rapide ali.<br />
E ancora, naufrago, scomparirò tra le pieghe del mondo.<br />
E ancora, naufrago, le mie mani<br />
aneleranno la loro immensità.<br />
Fino a che sarà la luce. Finchè sarò luce.<br />
Non più uomo, ma sovrumano pensiero.<br />
Non più mortale, immortale brotòs.<br />
Cosa mi domandi, o vita? Perche mi rapisci, mare?<br />
Guidami, o vento, sulle rotte<br />
dei silenzi. L’immortalità mi attende.<br />
25
Zampillano note Angela Genovesi<br />
Sant’Ag. Li Battiati (CT)<br />
Voli di farfalle<br />
s’intrecciano<br />
in suono di violini<br />
zampillano note<br />
nel vento<br />
polline d’oro rapito<br />
a sorrisi di petali<br />
sulla tua bocca<br />
di corallo.<br />
26
Voglia di primavera Angela Genovesi<br />
Sant’Ag. Li Battiati (CT)<br />
La pioggia di lacrime<br />
scende<br />
ingrossa la piena<br />
del cuore<br />
straripa in anfratti<br />
nascosti<br />
snidando rottami di sogni.<br />
Ma oggi nell’aria leggera<br />
che asciuga quel pianto<br />
c’è già tanta voglia<br />
di primavera.<br />
27
Anelito di luce Angela Genovesi<br />
Sant’Ag. Li Battiati (CT<br />
Crepuscolo di fuoco<br />
all’orizzonte<br />
dove annega<br />
un falcetto di luna.<br />
Poi pian piano scolora:<br />
più cupe si fanno<br />
le cime degli alberi.<br />
Il cuore intenerito<br />
si aggrappa ancora<br />
a quell’estremo<br />
anelito di luce.<br />
28
Temporale d’estate Angela Genovesi<br />
Sant’Ag. Li Battiati (CT)<br />
La pioggia improvvisa<br />
che ha spento l’arsura<br />
dei campi<br />
emana profumo d’autunno.<br />
Il cielo corrucciato<br />
ora sorride:<br />
dalle nube fugate<br />
dardeggia ancora il sole:<br />
torna l’estate.<br />
29
Ultima spiaggia Angela Genovesi<br />
Sant’Ag. Li Battiati (CT<br />
Petali del cuore<br />
strapperò ad uno ad uno<br />
i ricordi,<br />
scaverò fino in fondo<br />
le radici degli affetti,<br />
estirperò l'erbe<br />
delle delusioni.<br />
Onda sulla sabbia<br />
cancellerò i desideri...<br />
Così spoglia<br />
del bene e del male<br />
l’ltima spiaggia<br />
verrò a te, Signore.<br />
30
Gocce di pioggia Angela Catolfi<br />
Treia (MC)<br />
Gocce di pioggia<br />
oziano sul vetro,<br />
sospese<br />
tra sogno ed attesa.<br />
Stringere le mani<br />
per trattenere<br />
tentazioni assopite,<br />
pensieri rimossi<br />
in un gioco a perdersi.<br />
Scivolare, poi,<br />
dentro una bruma impalpabile,<br />
lungo tragitti<br />
d’ombre latenti<br />
e raggiungere la soglia<br />
del silenzio.<br />
Malinconia di minuti<br />
fermati nel volo<br />
di gabbiani<br />
su lame scogliose,<br />
in un tappeto rosso<br />
che corre fino al cielo,<br />
nei tuoi passi,<br />
nel tuo sorriso<br />
riportati dalla marea.<br />
Emozioni incapaci d’arrendersi,<br />
finchè il vento<br />
franerà il ricordo<br />
e porterà via<br />
quel che è rimasto di noi.<br />
31
Notte Angela Catolfi<br />
Treia (MC)<br />
Scommesse perse<br />
sedimentano<br />
su panchine umide,<br />
spifferi<br />
di vento<br />
sui laghi salati<br />
nel fondo<br />
del bicchiere.<br />
Una striscia<br />
di luna<br />
agita<br />
l’andirivieni<br />
dei pensieri,<br />
i cubi bianchi,<br />
paranoici<br />
del cortile.<br />
Frantumi<br />
d’intonaco<br />
scivolano<br />
sul raso nero<br />
della notte,<br />
nella dissolvenza<br />
lenta<br />
di vecchie pellicole<br />
di memoria.<br />
32
Terminale Angela Catolfi<br />
Treia (MC)<br />
Il vento s’è placato<br />
su candele spente<br />
appena accese:<br />
oblio di primavere,<br />
tradimento immerso nell‘altrove.<br />
Vacilla, sul declivio d’un tempo<br />
troppo pieno troppo vuoto,<br />
questa vita incoerente<br />
che si spreca<br />
in liturgie di attimi,<br />
in segrete congiure levigate di sogno.<br />
Assurdo salvarsi,<br />
dentro corazze di fragili ripari,<br />
nel parcheggio tedioso delle abitudini;<br />
finire col cedere<br />
a geroglifici vacui<br />
nel retaggio d’un divenire senza cielo.<br />
Eclissi che divora i miei respiri<br />
nelle sabbie mobili<br />
dei propositi, dei resoconti;<br />
sfida simulata che mi fa tremare<br />
tra le nitide ombre del non ritorno.<br />
33
Stregato dal suono del passato Marzia Famiglini<br />
Porto Recanati (MC)<br />
Agili dita scivolano sui tasti<br />
di un vecchio piano:<br />
è un suono intrigante<br />
di tempi diversi<br />
di giorni perduti<br />
di notti vissute<br />
sul cuore dell’altro in un unico battito:<br />
tra i passi<br />
di un tango milonghero.<br />
Acute assonanze<br />
sul bianco sul nero,<br />
tristezza passione,<br />
in un crescèndo di emozioni,<br />
nell’ansimar del respiro<br />
vorrei averti accanto,<br />
un‘incontrollabile follia<br />
pervade ristagna<br />
graffiante nelle segrete profondità.<br />
Musica nella musica:<br />
leggere tempeste di note vestono l’aria<br />
portano a suon di vento<br />
tra la folla, oltre le vie<br />
il mio recòndito sentimento,<br />
ma a te dinnanzi<br />
non trovano spazio né tempo<br />
nel cerchio chiuso del tuo presente.<br />
Stregato dal suono del passato<br />
premo il capo con le mani<br />
nel silenzio che addosso mi respira,<br />
nel solitario pianto che mi accoglie:<br />
gèmono le note<br />
in fondo alle mie disperate notti.<br />
34
Più... non so Marzia Famiglini<br />
Porto Recanati (MC)<br />
Più non so dove volano i pensieri<br />
più non so dove riposa la notte<br />
più non so che giorno è.<br />
Confusa smarrita tremante<br />
mi addentro<br />
lungo i sentieri della memoria<br />
alla ricerca di ricordi primordiali,<br />
ma vasto è il silenzio,<br />
brividi d’angoscia<br />
mi assalgono:<br />
il respiro è lento<br />
il passo è fermo<br />
dolore non sento,<br />
dall’anima sale un gemito:<br />
è un pianto di ricordo<br />
stanco<br />
spento<br />
che si fa lontano.<br />
Più non so se sono nei sogni di qualcuno<br />
più non so dov’è naufragato il cuore<br />
mi ricordo di una partenza<br />
del cadere di una lacrima<br />
poi... più non so.<br />
35
Raccontarmi Marzia Famiglini<br />
Porto Recanati (MC)<br />
Oppressa<br />
dal battito della solitudine,<br />
oppressa<br />
dai miei respiri,<br />
premo il capo con le mani,<br />
vago in quel lembo di tempo rifiutato<br />
per ritrovare, rubare<br />
i ricordi dal passato;<br />
per raccontarmi<br />
momenti di qualcosa.<br />
Scolorito è l’attorno<br />
dalla tua assenza,<br />
echi lontani mi portano parole<br />
che di ieri non capivo:<br />
rivedo le tue lunghe attese<br />
quando in silenzio stringendomi la mano<br />
aspettavi un consenso<br />
per riposare anche un solo attimo di respiro<br />
tra le mie braccia.<br />
Quel puro sentimento<br />
nell‘oggi confusa lo cerco:<br />
nei miei brividi<br />
nei miei lunghi sospiri<br />
tra parole gonfie<br />
ingombranti<br />
divenute stonate<br />
perché... non ascoltate.<br />
Gelida è la carezza del nulla,<br />
graffiato è il cuore<br />
dall‘amaro pianto della sofferenza,<br />
ma, questo è il prezzo<br />
per aver guardato altrove.<br />
Altro non resta<br />
che raccontarmi.<br />
36
Presagio di un richiamo Rosetta Capputi<br />
Terni<br />
Lascio il mare<br />
lo rivedrò nella dolce primavera.<br />
In contemplazione<br />
sulla spiaggia fustigata<br />
per assorbire appieno<br />
il suo respiro<br />
e quel profumo denso di salmastro<br />
mai ne sono paga.<br />
Voglio donarli alla mia terra<br />
ubertosa di colline<br />
e boschi antichi<br />
immemori del retaggio primordiale.<br />
Giorni di pioggia torrenziale<br />
lo hanno derubato del suo incanto:<br />
non basta il sole a ridargli<br />
il suo colore<br />
e lo splendore di luccichii d’argento.<br />
Il vento virulento<br />
ha offuscato le acque chiare<br />
e le onde in tormento<br />
hanno lasciato sulla battigia<br />
ghirlande scure.<br />
Presto, sedata la tempesta,<br />
ritroverà la sua identità smarrita<br />
e con nuovo fascino<br />
tornerà a soggiogare.<br />
Ed ora<br />
mentre mi allontano<br />
con un velo di mestizia<br />
e di rimpianto<br />
presagisco fortemente<br />
il suo richiamo.<br />
37
A mio padre Rosetta Capputi<br />
Terni<br />
Forte e istintivo<br />
sensibile e schivo<br />
così appari nei miei ricordi<br />
di bambina e adolescente<br />
caro vecchio padre.<br />
E mi sovvengono<br />
quelle scarpette gialle di camoscio<br />
con fini lacci di chiusura<br />
che mi resero felice<br />
in un momento buio dell’infanzia.<br />
Tu me le donasti con amore<br />
e quel gesto ancora scalda il cuore.<br />
Altri episodi come quello hanno lasciato il segno.<br />
Sono immagini indelebili<br />
impronte nell’animo<br />
note dolcissime<br />
che ti accompagnano.<br />
Ora lento e pacato<br />
le mani tremanti<br />
il passo indeciso<br />
la voce un po’ fioca<br />
donano una sbiadita immagine<br />
dell’uomo forte che eri<br />
mio caro vecchio padre.<br />
Ma quella luce negli occhi<br />
ed il sorriso aperto<br />
testimonianza di un affetto<br />
che cresce sempre dentro<br />
rimarranno fonte di sostegno<br />
fino a quando<br />
ti ritroverò ad attendermi<br />
nell’ eterea dimora, sicuro approdo<br />
del peregrinare<br />
dell’uomo.<br />
38
Sentimento del tempo Rosetta Capputi<br />
Terni<br />
Passando pei vicoli antichi<br />
sento aleggiare, palpitante,<br />
una presenza arcana.<br />
Scorrono allo sguardo velato<br />
i luoghi dell’infanzia lontana<br />
echeggianti la vita che è stata.<br />
Una commozione profonda che sale<br />
scioglie quel velo leggero<br />
e tutto appare sfumato<br />
come nel sogno o nell’immaginario.<br />
Un sole ancora radioso risplende<br />
nel cielo nitido di fine estate<br />
e con un fascio di luce<br />
colpisce i tetti e le case<br />
in uno scorcio incantato.<br />
Lo sguardo si aggira bramoso<br />
e dalla nebbia stregata<br />
prende vita un’umanità antica<br />
che si spande pei grandi vicoli,<br />
donando il fervore e il calore d’una volta.<br />
Ed ecco donne a far comunella<br />
mentre lavorano a maglia,<br />
uomini che giocano a carte<br />
mentre sorseggiano il vino<br />
e bimbi festosi<br />
tra i grandi scalini pietrosi<br />
custodi teneri della memoria.<br />
E il sentimento del tempo nella pace del primo meriggio<br />
acquista un senso del sacro<br />
che quasi mi sa di miracolo.<br />
39
Nostos Rosetta Capputi<br />
Terni<br />
Nebbie di malinconia<br />
si levano<br />
in ampie volute,<br />
veli evanescenti di nostalgia<br />
dispiegano<br />
lembi fluttuanti.<br />
Angelo caduto,<br />
ebbro dopo la visione<br />
fugace del bello,<br />
stillante di linfe immortali<br />
al contatto effimero<br />
con perdute eteree plaghe,<br />
rabbrividire<br />
alle folate di vento<br />
di una terra straniera,<br />
inospitale,<br />
dove non si può,<br />
non si vuole dimorare.<br />
40
Venti del cuore Maria Gabriella Meloni<br />
Roma<br />
Mentre tutto intorno è immoto,<br />
pietrificato il fluire della vita<br />
e sasso scabro il cuore,<br />
improvviso rabbrividire di fronde,<br />
impercettibile tremolio<br />
di calami riarsi...<br />
Subitanei e inspiegabili i venti...<br />
Subitanei e inspiegabili,<br />
imprevedibili come i moti<br />
del cuore.<br />
Lievi brezze lo carezzano,<br />
uragani lo sconvolgono...<br />
E quando il soffio violento<br />
s’attenua<br />
e dilegua pian piano,<br />
vedere che tutto è sconvolto,<br />
tutto mutato...<br />
L‘albero pende spezzato,<br />
rami e foglie trascinati lontano...<br />
Eppure osservare<br />
con sguardo straniato<br />
un paesaggio inondato da una luce<br />
mai vista, spettrale...<br />
Da lì, dopo tanta rovina,<br />
ricomincia il cammino mortale.<br />
Così le bufere<br />
sconvolgono il cuore,<br />
devastano anfratti di tenebre,<br />
lo spingono giù verso il basso...<br />
Ma una luce mai vista, spettrale<br />
lo inonda alla fine...<br />
e il cuore riprende il suo volo<br />
librandosi in piaghe infinite.<br />
41
Afasia Maria Gabriella Meloni<br />
Roma<br />
Distillare una sequela<br />
di sillabe a formare parole<br />
germinate da questa carne,<br />
che disegnino il senso di<br />
una vita.<br />
Coreografia di sillabe<br />
che abbiano il sapore<br />
dell’esistere,<br />
che affiorino dall’immersione<br />
nei sacri lavacri<br />
dell’essere...<br />
Sillabe sgranate dall’alito<br />
del silenzio, sequela di grani<br />
di un rosario...<br />
Ricerca ardua, impresa<br />
disperata che morde<br />
con spasmi dolorosi,<br />
mentre tendi le mani<br />
con slancio forsennato<br />
a ghermire<br />
l’autenticità, la verità<br />
che sfugge lubrica<br />
tra le tue dita.<br />
...E le parole si dissolvono<br />
in sillabe...<br />
E le sillabe tornano<br />
nell’abisso silenzioso<br />
dell’essere...<br />
42
Dal finestrino di un treno Carmelo Consoli<br />
Firenze<br />
La vedi l’estate come dai pianori d’un tempo<br />
entrare a pari silenzi, pari fragranze<br />
dal finestrino di un treno fermo<br />
nell’oblio solare dei campi d’agosto,<br />
sospeso dalla frenesia del moto, dagli affanni.<br />
E riconosci la traccia dei sentieri<br />
stretta e sinuosa rimasta alla giovinezza,<br />
confusa nel verde, nell’ocra dei campi;<br />
ti stringe l’abbraccio antico delle vigne,<br />
degli ulivi, quel placido rosa mescolato<br />
all’azzurro cielo della casa cantoniera.<br />
Sei viaggiatore e viaggio appeso al sorriso dei girasoli,<br />
cuore e convoglio perso tra covoni di grano e stoppie arse.<br />
Immagini che la corsa all’errare<br />
per mondi di linee, scambi, indifferenze<br />
finisca lì oltre le retrovie dei tralicci, i filari dei cipressi.<br />
Arrivi come quando eri fanciullo<br />
a sognare l’altro mondo dietro le colline,<br />
il confine celeste e verde tra cielo e terra.<br />
All’improvviso più non rivedi l’uomo che è in te,<br />
il giorno, l’ora ricondotti alla pena dei grigi urbani<br />
ma rinasci a un rifiorire di essenze, sbocci,<br />
canti di cicale, vedi solo curve dolci, colli e balzi,<br />
fumide sagome di casolari e sei<br />
nel cuore saldo degli alberi, nel colore degli oleandri,<br />
nel profumo misto e arcano di agrumi e gelsomini.<br />
All’improvviso ecco il gesto antico<br />
chino ai solchi, alla semina, quel nascere<br />
odoroso del pane, del vino alla controra,<br />
quella vita altra dimenticata,<br />
riemersa dal cuore della terra.<br />
Così prima che il treno riparta<br />
sul filo del dubbio, dell’incantamento,<br />
della memoria smarrita di semafori e metropolitane.<br />
Solo nudità di rami, respiro di foglie, cromie risorte.<br />
43
Luci ed ombre Attilio Rossi<br />
Carmagnola (TO)<br />
Cammino e sul viale già vedo<br />
disegni di luce passare,<br />
fra le chiome dei rami<br />
e poi... sfuggenti filtrare<br />
Sorrido e, sul tenue destino,<br />
vedo un paesaggio lunare,<br />
là dove i raggi di luna<br />
sono pronti a... planare<br />
Ripenso a quei duri valori<br />
frutto di una vita sofferta:<br />
raccolgo dei tagli di luce<br />
che ora voglion tornare<br />
Rivedo quei ricordi gioiosi<br />
ricolmi di dolci misteri<br />
là dove vive la gioia<br />
e sfuggenti pensieri<br />
Ritrovo il passato bambino<br />
cresciuto col tempo ritmato<br />
dello scorrer dei giorni:<br />
è solo storia... di ieri<br />
Vicino mi è il sole fuggente<br />
che mai ho potuto fermare<br />
sulle strade del mondo:<br />
per poterlo gustare<br />
L’attimo è proprio un ribelle<br />
con cui tu vorresti giocare<br />
come le luci e le ombre<br />
e poi... poterle dosare<br />
44
La terra trema ancora Attilio Rossi<br />
Carmagnola (TO)<br />
Persi nell’aria giungono messaggi<br />
dell’arrivar di sensazioni strane:<br />
brividi inusuali che dalle tenebre<br />
sorgono, e sopra la terra corrono<br />
Profonde scosse dentro al suolo<br />
e ferite che mostrano fessure:<br />
segnali che non lascian tempo<br />
e che tutt’intorno portano dolore<br />
Resta sol disperazione e strazio<br />
crepe nei muri ed in tante vite:<br />
le grida che squarciano la notte<br />
dove, regina, sol desolazione vive<br />
E misto a quel tremar s’espande<br />
un’ondata di sfiducia nel domani:<br />
le polverose nuvole sull’universo<br />
vanno ad oscurare un cielo terso<br />
Piccoli messaggi che nell’oscurità<br />
recidono anche il senso di tepore:<br />
son fiammate che non dan calore<br />
e fan crescere un velo di tristezza<br />
Disperate grida d’un tempo breve<br />
che grevi s’accavallano ai rumori:<br />
volano nel ciel trafitto dai bagliori<br />
stagliandosi a turbar la poca luce<br />
Poi torna l’alba con il suo chiarore<br />
per illuminar lo scempio attorno:<br />
sale muto l’andar di vite in cielo<br />
laggiù dove la terra trema ancora<br />
45
Il fiume della vita Attilio Rossi<br />
Carmagnola (TO)<br />
Io correrò sull’acqua di sorgente<br />
sù pietre aguzze e sassi levigati<br />
sui mille fiori spuntati dalle rocce<br />
in mezzo a tanti luoghi profumati<br />
all’ombra delle chiome di foreste<br />
e nel vuoto dei deserti sterminati.<br />
Accarezzerò la luce che mi guida<br />
e veglierò assieme alle tue gocce;<br />
cercherò in un mondo che sorrida<br />
nell’infinito delle sue diverse facce<br />
il leggero camminare sulla strada,<br />
a piedi nudi, senza lasciare tracce<br />
Sorriderò, sotto gli alberi d’un viale,<br />
all’erba viva che si sveglia accanto<br />
e sentirò, col lieto oziar delle cicale,<br />
il passo triste di chi oggi ha pianto<br />
e sul delicato turbinar delle parole<br />
l’eco del vento che ripete un canto<br />
E coglierò alla tua fonte variegata<br />
il ritmo lieve che disegna il tempo<br />
il dolce respiro della donna amata<br />
tracce di vita vera dentro al campo<br />
lo sciogliersi dell’onde senza data<br />
e l’arcobaleno, che segue al lampo<br />
Risveglierò l’argento che risplende<br />
come pietra preziosa nell’età fiorita,<br />
coglierò sul sentiero che m’attende<br />
mille pagliuzze per fare una pepita,<br />
e se l’alba un nuovo sole accende<br />
nella luce troverò il fiume della vita<br />
46
La cecità Pina Di Nardo<br />
Campodipietra (CB)<br />
Siam farfalle con le ali tarpate,<br />
siam fiori con gli steli recisi,<br />
siam fantasmi vaganti senza mete,<br />
siam stelle spente senza sorrisi.<br />
Siam naufraghi nel vortice della vita<br />
annegati in un mare di negatività,<br />
ci ridestiam che già al tramonto l’alba invita<br />
imprigionati in una rete d’aridità.<br />
Ossessionati da parchi pensieri,<br />
ci osserviamo critici negli specchi,<br />
siamo nati soltanto ieri<br />
ed oggi ci riscopriamo già vecchi.<br />
Apriamo uno squarcio<br />
tra il velo di nebbia che ci avvolge,<br />
rimuoviamo tutto il marcio<br />
che ci annienta, che ci sconvolge.<br />
47
Una giornata uggiosa Domenico Mariani<br />
Frosinone<br />
Il sole tenta invano<br />
di contrastare la barriera delle nuvole,<br />
le onde del mare in tempesta<br />
si infrangono sulla battigia<br />
cancellando le orme<br />
lasciate dagli umani.<br />
Una musica in lontananza<br />
Batte i ritmi del ricordo,<br />
tentando di sopraffare,<br />
il rumore del mare,<br />
i ricordi affiorano in alternanza<br />
come il battito delle ali di un gabbiano,<br />
che in solitudine,<br />
vola verso l’infinito.<br />
I bambini invano, ma con la speranza,<br />
tentano di costruire<br />
castelli di sabbia.<br />
48
Emozioni Domenico Mariani<br />
Frosinone<br />
Sensazioni di eterne illusioni<br />
che si infrangono sulle barriere del tempo,<br />
fra intendimenti e speranze<br />
che bucano il cielo illimitato<br />
senza fondo e senza fine.<br />
Sogni che diventano realtà,<br />
realtà che svaniscono nel sogno.<br />
Fede e illusione che terminano,<br />
dopo un interrotto peregrinare,<br />
nel battito del cuore,<br />
che all’ultima emozione,<br />
ferma la sua corsa!<br />
permettendogli<br />
di spegnere la luce.<br />
49
Meriggio Domenico Mariani<br />
Frosinone<br />
Concerto di cicale,<br />
in un meriggio caldo,<br />
i sogni scavalcano le nuvole<br />
piene di acqua di ricordi,<br />
il trombone suona l’aria viva<br />
del momento magico.<br />
50
La stagione Adriana Antonini<br />
Severino Marche (MC)<br />
Vorrei essere come foglie cadute al vento:<br />
verdi, gialle, marroni, rosse,<br />
COME LE STAGIONI.<br />
Vorrei essere questa spiaggia<br />
per potermi ascoltare,<br />
ascoltare tutti i rumori del mare<br />
così profondo, così immenso<br />
in quel sole così caldo, lontano.<br />
Penso non mi può bruciare il cuore, mi riscalda.<br />
Immagini, luci, colori, solitudine, il miraggio dellafelicità.<br />
Si confonde tra le nuvole i miei pensieri, come le stelle.<br />
RIMANGO FISSA ALL’ORIZZONTE: una lettera da leggere, la mia,<br />
colma di parole, sentimenti, idee,<br />
colme di vita, giusto il tempo per pensare a te,<br />
a ciò che sarà domani,<br />
lungo come un libro o breve come queste parole.<br />
L’indipendenza magica del cielo, trasparenza del mare,<br />
mi sembra di toccare il sole rosso laggiù e l’universo.<br />
Mi rimane l’odore del mare, la rugiada di sera, il mare immenso,<br />
il cielo,<br />
la bellezza, le stelle, le ore passate, i sorrisi,<br />
MI RIMANE LA MIA VITA?<br />
51
Povero Crocefisso!!! Giuseppe Pennino<br />
Cattolica Eraclea (AG)<br />
La cultura italiana ed europea.<br />
la civiltà e libertà che abbiamo,<br />
la vera scienza che sol bene crea.<br />
a quel Crocefisso le dobbiamo.<br />
Della Giustizia e d’Uguaglianza è segno<br />
di Pace vera e di Fratellanza;<br />
del Perdono e dell’Amore e pegno,<br />
non semplice simbolo, un‘usanza.<br />
Noi viviamo nel duemila e nove,<br />
un‘epoca in cui da tempo i Valori<br />
si son persi, finiti chi sa dove,<br />
perchè siam pieni di falsi pudori,<br />
libertà ostentata per propri fini<br />
noncurante degli altri e del mal fatto.<br />
La legge alle nostre voglie s’inchini;<br />
Legge e Gente sana, non conta affatto.<br />
Se oggi si nega con la sentenza<br />
del Crocefisso in classe l’affissione,<br />
si annulla per certo, di conseguenza,<br />
Cultura storica d’una Nazione.<br />
-<br />
Torna Europa al prestigio d’una volta<br />
e riavrai l’onore che Ti spetta;<br />
occorre una radicale svolta:<br />
Te stessa e quel “SEGNO” si, rispetta.<br />
52
Passando nella via Carlo Edilio Vettorello<br />
dell’esperienza Genova<br />
Un giorno<br />
passando nella via dell’ esperienza ,<br />
mi sentii dire:<br />
- Che fai con quel fatdello di coscienza? -<br />
Sorpreso,<br />
rimasi senza parola.<br />
Poi,<br />
passato il primo attimo di smarrimento<br />
chiesi<br />
- Chi sei? -<br />
- Sono l’esperienza! -<br />
- Ah sì?<br />
E che vuoi da me? -<br />
- Volevo dirti:<br />
Getta il tuo fardello<br />
lascialo ad un altro! -<br />
- Come risposi,<br />
ognuno hai già il suo! -<br />
- E tu credi a queste baggianate?! -<br />
- Sì. -<br />
- Allora fa pure.<br />
Comunque guardati intorno<br />
e capirai<br />
che non ne vale la pena. -<br />
- Già, è vero. -<br />
E in quel momento...<br />
crollò tutto.<br />
Anche Dio!<br />
53
Confino Marco Cuttica<br />
Alba<br />
Non tornare<br />
felicità spensierata<br />
il permesso di mancare<br />
ti è concesso ormai<br />
da tempo.<br />
Tra ilici estesi<br />
scostato dai benevoli<br />
mi ammutino dal mondo<br />
per non ammorbare.<br />
In un ritrovo pescoso<br />
pianeta di solitari<br />
cerco anime vive<br />
ma vedo soltanto<br />
l’orizzonte del mare<br />
e la mia difesa<br />
si perde nel silenzio.<br />
54
Il primo nato Donato Ladik<br />
Torino<br />
Col capo chino,<br />
tra le mani raccolto,<br />
provai ad immaginare<br />
il tuo volto.<br />
Giungesti all’improvviso<br />
me lo annunciò<br />
un battito lieve<br />
d’ali scomposte<br />
di un piccolo<br />
passero disceso<br />
sulle imposte.<br />
Dalla finestra<br />
schiusa capii<br />
che eri nato,<br />
primo frutto<br />
di un amor<br />
collaudato.<br />
Il dolor dalla gioia<br />
cambiò d’incanto:<br />
era tua madre<br />
che ti teneva<br />
in grembo, e,<br />
radiosa<br />
per l’evento,<br />
al tuo vagito<br />
intonò un pianto.<br />
55
Minuti Armando Giorgi<br />
Genova<br />
Lasciatemi inasprire la mia identità chiusa,<br />
nel bozzolo di uomo civile<br />
che guarda vetrine eleganti,<br />
annusa odori delle friggitorie<br />
e abbassa gli occhi sugli spartiti dei prezzi.<br />
Minuti di esperienza che se ne vanno,<br />
sulle fronde cadenzate del tempo,<br />
sui fogli ondeggianti del collocamento<br />
dove il nome è un silenzio di lavoro,<br />
inzuppato da parole pirata.<br />
La caccia al piatto giornaliero<br />
comincia all’istante, senza arte di pianto,<br />
che monta nell’ intimo...<br />
“Come vivo?... Perché vivo?... Quale vita?...”<br />
Veleno sottile, opache ombre.<br />
Il becco nell’anima lacera tracce<br />
nello spazio occupato<br />
dai contorni dalle mie cellule grigie.<br />
Un altro calvario per credere a niente...<br />
Sintonizzo monologhi<br />
con il mio perenne disaccordo,<br />
mentre l’astratta mente-gioiello,<br />
frantuma conquiste, con il dito puntato<br />
verso voli di passeri liberi.<br />
56
Troverò abbracci di mancine Armando Giorgi<br />
Genova<br />
Un giorno, tornerò,<br />
sul molo delle vita operosa,<br />
alle bitte degli attacchi,<br />
dove navi hanno palpebre di oblò.<br />
Troverò, ancora, abbracci di mancine,<br />
diagrammi di merci, il cibo dei “cadrai”.( 1 )<br />
Confonderò voce con l’amico gruista<br />
scambierò saluti con il manovratore<br />
tra grappoli di calate.<br />
Allora, ammucchiavo,<br />
sulla banchina, residui di copra,<br />
senza trovare rifugi di fatica,<br />
al raggio circolare della LANTERNA,<br />
dove passi pesanti piegarono la schiena,<br />
lungo il via vai degli scalandroni.<br />
Sotto quarti di bue congelato,<br />
dipinsi la storia di “CAMALLO”,<br />
quando calendari di albe e tramonti,<br />
segnarono l’esistenza nell’arco del porto,<br />
fino alla gioventù della mia vecchiaia.<br />
( 1 ) cadrai= addetti alla consegna dei pasti, a mezzogiorno, cotti nel forno installato, proprio,<br />
sulla barca.<br />
57
Nostalgia del futuro Giacomo Giannone<br />
Torino<br />
Fantasia è gioco<br />
di parole, cavalcare<br />
l’ippogrifo e posarsi<br />
sulla luna con Astolfo<br />
Cercare la propria ampolla<br />
e berne il contenuto,<br />
sorridere rinsavito<br />
e tornare sulla terra<br />
Incontrare la Merini<br />
e progettare l’avvenire,<br />
del passato la nostalgia<br />
e l’armonia del futuro<br />
Scorrazzare liberi<br />
da ansie e inibizioni,<br />
non aver paura<br />
del lupo nella notte<br />
Armonia è desiderio<br />
di gioia, di passione,<br />
partire con l’astronave<br />
vivere di illusioni<br />
Sfidare il sole<br />
volare senza ali<br />
bruciare sul fuoco<br />
al soffiar del vento<br />
Approdare sulla terra<br />
cenere impalpabile<br />
e riposare finalmente<br />
con la mente quieta<br />
58
Nell’ultimo volo Giuliana Pischedda<br />
Cagliari<br />
Lasciatemi sola<br />
sulla spiaggia deserta<br />
abbandonata a pensieri<br />
d’infinito;<br />
Tra il mormorio delle onde<br />
che portano canti<br />
di lontananze arcane...<br />
E il sussurro del vento,<br />
che mi riporta<br />
parole di volti<br />
emergenti da ricordi lontani.<br />
Lasciatemi libera<br />
nel volo della sera,<br />
tra gli ultimi gabbiani<br />
che planano sull’immensità<br />
dei miei pensieri<br />
nei sogni senza età...<br />
Si allunga la mia ombra<br />
come l’ultima preghiera<br />
che cerca i sentieri<br />
infiniti del cielo.<br />
L’ infInito è là,<br />
oltre i riflessi<br />
dell’anima<br />
oltre gli ultimi bagliori<br />
del sole<br />
che vinceranno<br />
il buio della notte<br />
Lasciatemi sola<br />
Nell’ultimo volo.<br />
59
Allegoria Antonio Damiano<br />
Latina<br />
Quante volte solcammo il mare<br />
Nei giorni di bonaccia, cercando<br />
Lidi e isole lontane dove posar sereni;<br />
E sospirando salimmo in cielo legati<br />
A un sogno per fuggir la coltre dei giorni grevi.<br />
Ma ogni volta cademmo inermi come<br />
Uccelli implumi, col sogno infranto<br />
Tra le mani ed il sapore acre di deluse attese.<br />
Quante volte guadammo il fiume tenendoci<br />
Per mano tra salici riversi protesi alla corrente,<br />
Sfiorando l’onda coi piedi scalzi sui sassi<br />
Aguzzi, sui ciottoli porosi e guardando fisso<br />
Innanzi l’opposta riva dove cercar l’approdo.<br />
E qui sostando sorridemmo lieti mirando<br />
Il turbine ruggir furente tra le scoscese sponde.<br />
E proseguimmo lievi per sentieri in fiore<br />
In un volo d’api e di farfalle, cogliendo<br />
Il frutto che dispensava il giorno, senza<br />
Sentir l’affanno e l’ansito del tempo.<br />
E mirammo albe e tremuli tramonti,<br />
Lo splendor del cielo ed il mutar delle stagioni<br />
E alla bufera stemmo come betulle al vento.<br />
Per monti e per valli andammo per incerta via,<br />
Col passo un dì veloce, poi più lento e stanco,<br />
Un fardello ognun portando sulla schiena curva,<br />
Eppur negli occhi sempre il sorriso acceso<br />
Di chi alla vita è grato per il cammin percorso.<br />
E attraversammo steppe e desolate lande,<br />
Un fiore talor cogliendo sulla terra brulla<br />
E come eremiti dal deserto uscendo<br />
Ad una fonte andammo per appagar la sete.<br />
Ed or qui giunti, in questa valle oscura,<br />
Scrutiamo inermi la deserta riva, una zattera<br />
Cercando per l‘ultimo cammino, quando<br />
Scenderemo il fiume fino alla foce,<br />
Dove posar sereni senza temer la notte.<br />
60
Dove migrano le rondini Antonio Damiano<br />
Latina<br />
Forse tu non sai dove migrano le rondini,<br />
Di oasi lontane, di deserti e di savane.<br />
Vanno le rondini a svernare in terre<br />
D’oltremare tra cieli azzurri ed acque<br />
Cristalline, sperando di tornar domani.<br />
E forse nemmeno sai di bimbi africani<br />
Sporchi e denutriti che guardano il cielo<br />
Sognando anch’essi di migrar domani.<br />
Vanno i bimbi africani nell‘ombra lunga<br />
Della madre per sentieri di savana; vanno<br />
Fino a rivoli lontani, o a pozzi prosciugati<br />
Attingendo con le mani gocce salse<br />
Del mattino, acqua putrida di forra.<br />
Vanno nel fuoco del tramonto a cercare<br />
Legna per la notte contro il gelo nei tuguri,<br />
Per bivacchi di fortuna nel tremore delle stelle.<br />
E risalgono le dune guardando di lontano<br />
Mute carovane di padri e di fratelli, di donne<br />
Senza nome sotto scialli colorati a coprire<br />
Il volto vizzo e gli occhi vitrei di pianto.<br />
E le vedono passare lungo rotte serpeggianti<br />
Che vanno verso il mare fino a sponde mai sognate,<br />
Per migrar poi domani verso lidi sconosciuti<br />
Segnati nella menteo con solo nome di speranza.<br />
Vanno i bimbi africani con il vento di savana<br />
E trascinano le gambe come stecchi rinsecchiti<br />
Sotto il ventre appiattito, sotto il corpo emaciato.<br />
Vanno a raggiungere le madri per aride pianure,<br />
Seguendone le orme con occhi d’ebano sgranati<br />
Senza gioia, senza pianto, senza sogni di bambino,<br />
Ma coi segni della sete, con i morsi della fame.<br />
Vanno i bambini africani per luoghi solitari;<br />
Vanno... e non sempre ritornano domani!<br />
61
L’ultimo saluto Antonio Damiano<br />
Latina<br />
“Non ti rattristare; ci vedremo già domani!”,<br />
Diceva Arianna al suo ragazzo tenendolo<br />
Per mano e con le dita lievi sfiorandogli i capelli.<br />
E lo accompagnava fin sull‘uscio nel buio della via,<br />
Guardandolo incantata con occhi vividi di stella.<br />
E ascoltava i suoi passi risuonare nella notte,<br />
Finché non si spegnevano lontano, fino al rombo<br />
Del motore, scoprendo con sorpresa come la partenza<br />
Di persona amata lasci ogni volta solchi nell’anima<br />
Profondi e il sapore amaro dell’addio.<br />
E poi rientrando ricordava le ore brevi, più brevi<br />
Della altre sere, provando nostalgia ed un senso<br />
Di disagio per quegli affetti a tempo, scambiati<br />
In tutta fretta sotto l’assillo delle ore.<br />
E si avviò a dormire, pensando ancora a lui<br />
E tra sbadigli e sonno agli impegni del domani.<br />
Ma di quel domani non ha memoria, tutto avvolto<br />
In un velo di foschia; ed altro non ricorda<br />
Che trambusto e pianto e la voce mesta degli amici.<br />
Nell’angoscia infinita di giorni senza vita<br />
Si rimorde l’anima pensando a quell‘ultimo saluto:<br />
Se lo avesse trattenuto per un momento ancora,<br />
Come lui voleva, come lei bramava.<br />
Ora non starebbe a lacerarsi, a lacrimar piegata<br />
Sulla tomba, mentre leva i fiori mettendone di nuovi,<br />
Con la foto innanzi che le invia memorie antiche<br />
Ed un volto sorridente nello splendore dei suoi anni!<br />
Non starebbe a passare i suoi giorni, come nei viali<br />
Tristi d’autunno, senza gioia, né sorriso,<br />
Vivendo di ricordi, di inestinguibile rimorso!<br />
E si strugge e si consuma come il primo giorno<br />
Innanzi a quegli occhi che le sorridono felici,<br />
Supplicando il cielo di richiamarla ad altra vita.<br />
62
Radici Maria Italia<br />
Roma<br />
Ti scriverò come acqua che scorre<br />
fino a quando mi dirai “basta” .<br />
Ti scriverò per entrare nelle tue<br />
emozioni anche se nuvole basse<br />
dovessero coprirmi i fogli e le mani<br />
Al varco attenderò il mio destino<br />
con i fiumi delle mie radici.<br />
Non ho sogni da fare, amici<br />
da ascoltare, amori da esaltare.<br />
Varia l’intensità dei miei timori<br />
se ladra sarò per rubarti<br />
Da ogni parte ti circonderò,<br />
con fiori e neve arriverò,<br />
con canti e suoni ti chiamerò,<br />
di luoghi incantati ti parlerò,<br />
come sirena ti ammalierò.<br />
Allora tu con speciali aromi<br />
mi avvolgerai, i disegni<br />
dei tuoi castelli mi regalerai,<br />
con parole vere mi stupirai,<br />
con i poteri mi salverai.<br />
63
Ricordiamoci dell’amore Luigi Carpita<br />
Enna<br />
Tutti abbiamo avuto il sospetto<br />
che il mondo fosse bello perfetto,<br />
o almeno un periodo<br />
che il mondo così ci faceva comodo:<br />
un’esperienza che ci ha fatto piacere<br />
di pace amore e fiducia nell’avvenire.<br />
Non dimentichiamola mai<br />
specialmente quando diciamo “hai”<br />
stanchi di questa vita<br />
e magaripDensiamo di farla finita.<br />
La giustizia la bellezza l’onestà<br />
sono queste alcune qualità<br />
che mi (ci) spingono ad andare avanti<br />
e a cui bisogna stare attenti.<br />
Si! Di ideali vi parlo<br />
sapendo che è una viltà non dirlo:<br />
“se bene stiamo o siamo stati<br />
è per che ci siamo amati”.<br />
Ricordiamoci quindi anlche dell’amore<br />
facendo posto anche ad esso nel nostro cuore.<br />
Prefissando le nostre mete<br />
è li che attingeremo quando avremo sete.<br />
Quindi un’idea da portare avanti<br />
per vivere un poco più contenti.<br />
64
Fuori dall’armonia Salvatore Cangiani<br />
Sorrento (NA)<br />
Guardo profili d’alberi dissolti<br />
nel crogiolo d’agosto<br />
e a quel fondersi insieme in nubi d’oro<br />
chiedo il segreto che li riconcilia<br />
con se stessi e la notte.<br />
Sarà forse<br />
quel totale donarsi a braccia aperte<br />
come corre Francesco incontro al sole.<br />
Il trasalire<br />
beato di coloro che nell’altro<br />
scoprono l’universo.<br />
E noi sospesi in sincopati strappi<br />
ad ambigue dolcezze. (Nella bocca<br />
il livido dolente<br />
del nostro avvelenato mordi e fuggi.)<br />
E noi tagliati<br />
fuori dall’armonia<br />
chiusa nel girotondo delle stelle.<br />
Ne avrà per noi l’evento solitario<br />
particole di pane<br />
sparse da un gesto amico e sulle labbra<br />
la verde trasparenza<br />
del vino rinfrescato in fondo al pozzo<br />
come per un ritorno di fuggiaschi<br />
al borgo dell’infanzia.<br />
Dietro la porta<br />
briciole di assenze<br />
brandelli d’aria nelle schegge sparse<br />
d’uno specchio in frantumi.<br />
Ciò che resta<br />
d’una confusa cifra di egoismi.<br />
Un canto muto<br />
cui non risponde l’eco dell’eterno.<br />
65
Pensieri di notte Fabio De Mas<br />
Belluno<br />
Nel tempo dilatato della notte,<br />
coi pensieri stesi al buio<br />
gli occhi vagano nella risacca della vita.<br />
Cieli color cobalto accompagnano<br />
gabbiani con smeraldi nel becco<br />
che custodiscono cuori d’acquamarina.<br />
Il vento di levante alza nebbia e arcobaleni,<br />
mentre vago è il sentore di salsedine.<br />
In questo tempo d’attesa, distratta è la mente<br />
su rotte perdute di desideri ancestrali.<br />
Gli orologi indicano la pazzia dell’uomo<br />
perso alla ricerca di sensi<br />
che vadano oltre i suoi occhi o le sue mani.<br />
Le nubi cancellano le ombre,<br />
ma lasciano i dubbi sulla schiuma del mare.<br />
Scivolare negli anfratti dell’anima<br />
per nascondersi alla luce invadente<br />
è forse saggio come lasciare alla corrente<br />
il compito ingrato di trascinare a valle i detriti<br />
dei propri rimorsi.<br />
Il sale di lacrime antiche<br />
diventa perla di inutile saggezza,<br />
ci si deve abbandonare all’istinto di sopravvivere<br />
per giocare all’amore, per sperare,<br />
per sognare ancora.<br />
66
A Dublino piove il cuore Fabio De Mas<br />
Belluno<br />
Sui marciapiedi della notte<br />
sono a ricamare parole<br />
per i miei malamori<br />
per grandi e piccoli dolori<br />
senza trovare nascondigli<br />
ed evitare la consapevolezza<br />
dell’assenza.<br />
Qui a Dublino piove il cuore<br />
tra nuvole e grigio,<br />
ma quando viene giorno<br />
si recupera la rete del tempo<br />
dal mare della memoria<br />
e quello che resta<br />
è polvere di emozioni<br />
che non basta a scaldarmi,<br />
non basta a sfamarmi.<br />
Improvvise tempeste di verde<br />
e di ricordi,<br />
vedo danzatrici senza musica<br />
e ubriachi di nostalgia<br />
uscire dall‘ultimo boccale<br />
per inventare improbabili risate<br />
per accorciare distanze<br />
tra il sogno e l’impossibilità del desiderio.<br />
Vie di terra o sentieri d’acqua<br />
portano a Dublino<br />
città di desolati sentimenti,<br />
amore e compassione.<br />
Aspetto che il cuore vada ad asciugarsi<br />
per riprendere il cammino<br />
dopo aver bevuto il nero malto<br />
e soppesato l’incrollabile fiducia nel sole<br />
che aleggia nell’accettare quello che comunque<br />
è stato.<br />
67
Naufraghi Fabio De Mas<br />
Belluno<br />
Al riparo della notte<br />
tessiamo il vento e le nubi,<br />
nell’immobilità del futuro<br />
ci accontentiamo<br />
dell’effimero presente,<br />
mentre squarci di luce incandescente<br />
si aprono nelle nostre anime:<br />
forma e pensiero alla deriva...<br />
Siamo naufraghi in balia dell’imprevisto,<br />
nomadi in deserti d’umanità.<br />
Esploratori d’emozioni,<br />
raccogliamo il tempo e costruiamo orologi,<br />
per non impazzire impariamo<br />
ad amare<br />
e a svanire come miraggi .<br />
68
Ora... come allora! Vincenza De Ruvo<br />
Banchette (TO)<br />
Il suo petto ansimò.<br />
le pupille tremarono<br />
e scabrose memorie infantili,<br />
galopparono<br />
nei sensi impauriti<br />
ora come allora. ..<br />
la lingua rinsecchita gridò aiuto!<br />
ma muto restò<br />
nel suo petto<br />
gelido di rabbia.<br />
E vaga lo sguardo<br />
accarezza la montagna<br />
dischiude le ciglia<br />
tra le gocce malinconiche<br />
di un tramonto,<br />
ma una lacrima<br />
non può arrivare<br />
dove tra il respiro e il battito<br />
le parole si fermano!<br />
Ora... come allora,<br />
il suo grido d’aiuto<br />
restò muto,<br />
le pupille tremarono,<br />
con la rabbia di un ricordo<br />
che gli esplode nel petto!<br />
69
Come il cielo Vincenza De Ruvo<br />
Banchette (TO)<br />
Nastri di luna argentea<br />
tra le fessure di un’estate<br />
accendono i sospiri...<br />
Nuda<br />
tra le parole ingenue<br />
di una notte calda...<br />
profumo di more e mirtilli<br />
fragole e riccioli di panna<br />
a deliziare la bocca.<br />
Tutti i brividi del mondo<br />
in una manciata di pensieri<br />
racchiusi tra le mani<br />
colorano di voglie i respiri<br />
e mi accendono di fuoco e luce<br />
e non so<br />
dove la luna andrà a dormire<br />
nè dove si nasconderanno<br />
le stelle<br />
so soltanto che immenso<br />
come il cielo<br />
il tuo cuore esisterà nel mio.<br />
70
Famiglia Daniela Maria Fausto<br />
Palermo<br />
Inverno.<br />
La vita batte lenta e leggera<br />
Come un cinguettio al mattino...<br />
Solerte<br />
Con i suoi scatti di pioggia,<br />
serena<br />
nella sua immobilità...<br />
Eppure è viva,<br />
pulsa linfa dalle cortecce,<br />
dai rami inerti e spogli.<br />
Trovo consolazione<br />
Avvolta dalle radici...<br />
Mi sembra di percepire<br />
L ‘orizzonte del futuro, il patrimonio del passato<br />
in un presente ancora spaventato,<br />
di lacrime che si sciolgorto<br />
in un abbraccio a lungo desiderato;<br />
Sono lì<br />
Padre e figlia<br />
Stretti da un bisogno primordiale di affetto e presenza.<br />
L‘amore di un padre che stringe in cuore<br />
La propria creatura<br />
E se ne prende cura...<br />
Si rallegra la figlia,<br />
come la più piccco la foglia dell’albero...<br />
si addormenta<br />
carezzando il mignolo di tenere e forte mani.<br />
71
Ninfea (a Veronica) Giuseppe Fausto<br />
Palermo<br />
Distesa<br />
In un prato<br />
Di mille colori,<br />
sopra di te<br />
verdi foglie fluttuanti<br />
di una vecchia quercia,<br />
un leggero fruscio<br />
tra le ancora verdi spighe...<br />
il sole primaverile,<br />
ansioso di dorare<br />
i tanti attesi covoni,<br />
splende<br />
sul tuo dolce sorriso...<br />
72
Eremo Giuseppe Fausto<br />
Palermo<br />
raggi di sole<br />
all’ombra delle conifere ,<br />
nel silenzioso eremo<br />
contemplazione per l’Eterno,<br />
luce, calore<br />
preghiera e speranza<br />
per l’essere vivo,<br />
puro profondo<br />
respiro dell’anima.<br />
73
Licheni Sylvie Trussiére<br />
S. Mauro a Signa (FI)<br />
Licheni antiquati<br />
ombrose reliquie<br />
Palpebre socchiuse<br />
Grinza della seta<br />
sulla pelle bambola<br />
Occhi al vetro<br />
fissi nel tempo opaco<br />
che fila<br />
e nella nebbia<br />
della tua guancia<br />
si stilaccia erosa<br />
una nuvola tea<br />
chiamata giornata.<br />
74
Parole non dette Sylvie Trussiére<br />
S. Mauro a Signa (FI)<br />
Parole non dette<br />
Tramandano dolore a salve<br />
Quando invano<br />
Non prendono posto<br />
Sedie vuote sotto il faro,<br />
ore silenziose sul tuo profilo,<br />
chiudono le sere.<br />
Nebbia sottile<br />
Invade l’abisso emerso,<br />
roccia aperta<br />
attesa spessa,<br />
ferita<br />
che non sanguina<br />
assorbisce<br />
le tue parole bagnate<br />
oramai<br />
senza schiena.<br />
75
Fiasco Sylvie Trussiére<br />
S. Mauro a Signa (FI)<br />
Ruderi di lacrime<br />
Scomparsi,<br />
Anfiteatri di dolore<br />
emersi ,<br />
Atrio della mia gioia<br />
Sepolta,<br />
Quando rosso<br />
il vino in gola,<br />
cola e barcolla,<br />
Monumenti di ricordi<br />
Si schierano e si ammucchiano<br />
Per sostenere le fondamenta<br />
Del mio essere obliquamente<br />
Inglobato, annientato<br />
Dall‘incolmabile desiderio<br />
Di te.<br />
76
Che tempi furono... Angelina Elena Merlo<br />
Loano (SV)<br />
Che tempi furono quelli<br />
quando anche nel cielo nuvoloso<br />
brillavano le stelle.<br />
Il vento accarezzava il viso,<br />
una fiamma ardente<br />
scoppiava in scintille nelle vene.<br />
Abbiamo scalato montagne<br />
ferendoci le mani sulla pietra<br />
perché arrivare sulla vetta<br />
era arrivare alla meta<br />
e lassù si respirava liberamente<br />
la bellezza del mondo.<br />
Scendere a valle era una festa,<br />
boschi, acque e sulla testa il cielo.<br />
In silenzio custodivamo tesori.<br />
Furono tempi quelli<br />
in cui sovrabbondava la gioia<br />
così piena, così intensa<br />
da riempire tutta la vita.<br />
77
Bagliori di vita Marta Aria Bianchini<br />
Camaiore (LU)<br />
Se tu avessi voluto sarei nel tuo<br />
giardino<br />
le anfore dei sogni raccontano le tue<br />
parole ora, nel tempo remoto ti sognai.<br />
Ora le ore sono cambiate non scorrono più<br />
trepitanti attese<br />
la riflessione si è instaurata tra<br />
il volere e aver voluto<br />
tutto come un’orma di gabbiano senza<br />
serenità vaga sulla sabbia come vagano le mie<br />
frasi<br />
scritte con le ali del gabbiano leggero e<br />
vaporoso sapevano sfidare le tempeste.<br />
(tutto è cambiato lo svolgere dei giorni<br />
le attese si sono fatte tormento).<br />
Tengo per mano la tua sofferenza<br />
appoggiata sul mio cuore<br />
che sà e batte stonato<br />
le lune sono nastri delicati e nuovi<br />
musicanti vestiti con aliti di vento<br />
e stille di pioggia, io sapevo e tu!!!<br />
Solo ora mi ricordo dei tuoi occhi taciturni<br />
quando il sole incendiava il volto<br />
tu chiudevi le pelpebre imbarazzato a me.<br />
...Alla mia disfana voce<br />
cercavo un appiglio per regalarti<br />
e raccontarti delle mie lune tenaci...<br />
Tra le tue braccia assieme a anelli d’avorio<br />
che mancavano alla mia, nota sei.<br />
Un bagliore la tua voce è tornata<br />
primavera...<br />
78
La tua voce. Musica Marta Aria Bianchini<br />
Camaiore (LU)<br />
Leggiadra farfalla dalle ali<br />
variopinte<br />
spiegate per incontri voluti<br />
velluto intoccabile da non carezzare solo<br />
con lo sguardo con occhi di seta l’accarezzano<br />
senza lasciare impronte e voli leggeri<br />
silenziosi come un canto d’amore.<br />
((amare con timidezza tu che sei l’anima<br />
del mio cuore)).<br />
Come rosa profumata arriverà a te senza<br />
spine bacierà la diafana pelle e gentilmente<br />
al tuo volto lascierà ore da leggere<br />
nei silenzi della notte quando tutto è buio<br />
e sentire che tutto è un’insieme<br />
di sentimenti che solo tu puoi avere e capire.<br />
“la tua voce. Musica”<br />
Ancora tu leggiadra farfalla<br />
vedo il tuo corpo assopito<br />
in silenzio esco lasciandoti una<br />
curva di cielo un triangolo di sole<br />
e per intero la luna perché siano<br />
loro a dare linfa a noi.<br />
!!!tra le vie dei sentieri<br />
intrecciando pensieri ci troviamo<br />
a passeggiare tra i vicoli del mondo<br />
per ritrovare la via e per mano<br />
ti porterò sulla spiaggia dove<br />
i gabbiani aspettano la presenza di noi<br />
e ci sentiamo vivi!!!<br />
79
Rosa infreddolita Marta Aria Bianchini<br />
Camaiore (LU)<br />
Credo alla rosa sbocciata in dicembre<br />
rimasta indifesa sotto la neve<br />
profumava d’immenso;<br />
((credo al vento che ascolta<br />
e riporta parole sulle ali della sua<br />
inqietudine<br />
ma il soffio del vento stasera<br />
mi tiene compagnia con il suo<br />
ciottolare lungo i pendii scoscesi dei sentieri<br />
nella notte raccolgo i voli infiniti<br />
incompiuti del mio amore<br />
per farne docili carezze che si nutrono<br />
d’aria.<br />
!!! Sono rimasta impigliata nella rete<br />
di tenerezze e sono imprigionata<br />
nella dolcezza che tutto ti abbraccia!!!<br />
Credo alle ginestre che piegano la sera<br />
al suo profumo che rapisce per intero<br />
la notte facendone musiche portando nel<br />
mio animo senzazioni emozioni conosciute<br />
che sfiorano il cuore.<br />
---mi lasci raccogliere la rosa<br />
infreddolita pensieri tardivi scrutano<br />
l’azzurro dei miei occhi e ami il mio<br />
volto assopito alla notte---<br />
/// cerco tra le pieghe del vissuto<br />
sets per farne vesti trine alla<br />
luna nuova in primavera///.<br />
80
Pianeta Terra Francesca Percolla<br />
Gravina di Catania (CT)<br />
Cambiano i tempi, le abitudini<br />
e le stagioni, così pure l’universo cambia<br />
aspetto, il pianeta terra, sempre calmo, sereno<br />
ora in agitazione, chissà perche, forse si è<br />
stancato di proteggere tanta gente, o il clima<br />
mutevole, i venti, le correnti marine e l’inquinamento<br />
atmosferico hanno influito al suo spostamento, o come<br />
fase di assestamento, attraverso millenni e millenni<br />
che la storia ricorda, anche la luna e gli altri pianeti<br />
si sono agitati, e non c'è più sicurezza nella temperatura<br />
che cambia da un momento all'altro, di giorno e di notte!<br />
81
Indice<br />
3 Cristina Altobelli - Pittrice<br />
7 Francesco De Rebotti - Prefazione<br />
Autori partecipanti<br />
al 4° Premio di Poesia<br />
Città di Narni<br />
10 Dott. Marcello Ghione - <strong>Nota</strong> <strong>critica</strong><br />
11 Marisa Provenzano - Sappi o Dio (1° class.)<br />
12 Vincenza De Ruvo - Oltre l’altrove (2° class.)<br />
13 Armando Giorgi - Calendari senza tempo (3° class.)<br />
14 Vanda Santogrossi Casillo - Ho la mia penna<br />
15 Thomas Marcinnò - Naviglio Martesana<br />
16 Thomas Marcinnò - Oblio<br />
17 Thomas Marcinnò - Incognita onirica<br />
18 Mario Malpetti - Haiku di montagna<br />
19 Valentino Moro Dino - Lizer traspuart<br />
20 Valentino Moro Dino - Temporale<br />
21 Amelia Valentini - I colori del tempo<br />
22 Marisa Provenzano - Pena<br />
23 Aura Piccioni - Athena<br />
24 Aura Piccioni - Gli occhi d’infinito<br />
25 Aura Piccioni - Naufrago Odisseo<br />
26 Angela Genovesi - Zampillano note<br />
27 Angela Genovesi - Voglia di primavera<br />
28 Angela Genovesi - Anelito di luce<br />
29 Angela Genovesi - Temporale d’estate<br />
83
30 Angela Genovesi - Ultima spiaggia<br />
31 Angela Catolfi - Gocce di pioggia<br />
32 Angela Catolfi - Notte<br />
33 Angela Catolfi - Terminale<br />
34 Marzia Famiglini - Stregato dal suono del passato<br />
35 Marzia Famiglini - Più... non so<br />
36 Marzia Famiglini - Raccontami<br />
37 Rosetta Capputi - Presagio di un richiamo<br />
38 Rosetta Capputi - A mio padre<br />
39 Rosetta Capputi - Sentimento del tempo<br />
40 Maria Gabriella Meloni - Nostos<br />
41 Maria Gabriella Meloni - Venti del cuore<br />
42 Maria Gabriella Meloni - Afasia<br />
43 Carmelo Consoli - Dal finestrino di un treno<br />
44 Attilio Rossi - Luci ed ombre<br />
45 Attilio Rossi - La terra trema ancora<br />
46 Attilio Rossi - Il fiume della vita<br />
47 Pina Di Nardo - La cecità<br />
48 Domenico Mariani - Una giornata uggiosa<br />
49 Domenico Mariani - Emozioni<br />
50 Domenico Mariani - Meriggio<br />
51 Adriana Antinini - La stagione<br />
52 Giuseppe Pennino - Povero Crocefisso!!!<br />
53 Carlo Edilio Vettorello - Passando nella via dell’esperienza<br />
54 Marco Cuttica - Confino<br />
55 Donato Ladik - Il primo nato<br />
56 Armando Giorgi - Minuti<br />
57 Armando Giorgi - Troverò abbracci di mancine<br />
57 Giacomo Giannone - Nostalgia del futuro<br />
58 Giuliano Pischedda - Nell’ultimo volo<br />
60 Antonio Damiano - Allegoria<br />
84
61 Antonio Damiano - Dove migrano le rondini<br />
62 Antonio Damiano - L’ultimo saluto<br />
63 Maria Italia - Radici<br />
64 Luigi Carpita - Ricordiamoci dell’amore<br />
65 Salvatore Cangiani - Fuori dall’armonia<br />
66 Fabio De Mas - Pensieri di notte<br />
67 Fabio De Mas - A Dublino piove il cuore<br />
68 Fabio De Mas - Naufraghi<br />
68 Vincenza De Ruvo - Ora... come allora!<br />
70 Vincenza De Ruvo - Come il cielo<br />
71 Daniela Maria Fausto - Famiglia<br />
72 Giuseppe Fausto - Ninfea<br />
73 Giuseppe Fausto - Eremo<br />
74 Sylvie Trussiére - Licheni<br />
75 Sylvie Trussiére - Parole non dette<br />
76 Sylvie Trussiére - Fiasco<br />
77 Angelina Elena Merlo - Che tempi furono<br />
78 Marta Aria Bianchini - Bagliori di vita<br />
79 Marta Aria Bianchini - La tua voce. Musica<br />
80 Marta Aria Bianchini - Rosa infreddolita<br />
81 Francesca Percolla - Pianeta terra<br />
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Finito di stampare<br />
nel mese di maggio 2010<br />
da I.MA.G.E. - Roma