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Una storia che continua - jesi e la sua valle

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Questa è<br />

JESI,<br />

come <strong>la</strong><br />

vedo io<br />

Con <strong>la</strong> pubblicazione del<br />

libro “An<strong>che</strong> questa è Jesi”,<br />

Corrado Olmi scopre aspetti<br />

inediti del<strong>la</strong> città.<br />

di Augusta Franco Cardinali<br />

libri | 23<br />

La lontananza è come il vento, dice il saggio. Può spegnere gli affetti o farli avvampare.<br />

Proprio questo è accaduto a Corrado Olmi, nato a Jesi, ma residente da chissà quanti anni<br />

a Roma, <strong>che</strong> tuttavia spesso ha <strong>la</strong>scato per ritornare in patria. Non da profeta esiliato,<br />

comunque, tant’è <strong>che</strong> a Jesi gli è stata conferita <strong>la</strong> cittadinanza benemerita.<br />

Il fatto è <strong>che</strong> Corrado Olmi a Jesi ha un’infinità di amici da rivedere, luoghi da ritrovare, novità<br />

da scoprire. È stato appunto il distacco a rinsaldare le amicizie e a sollecitare lo spirito di<br />

osservazione <strong>che</strong> gli ha suggerito le immagini di An<strong>che</strong> questa è Jesi, l’ultimo dei libri da lui<br />

interamente scritto, chiosato e illustrato. Edito dal<strong>la</strong> GEI, <strong>che</strong> su Jesi e <strong>la</strong> <strong>sua</strong> Valle aveva<br />

precedentemente pubblicato in pillole i disegni e le didascalie ora inserite nel libro, fa pendant<br />

con Questa è Jesi, apparso quarant’anni fa in occasione del decennale del<strong>la</strong> rivista<br />

<strong>jesi</strong>na, giunta ormai al traguardo dei cinquanta.<br />

Identici il formato e <strong>la</strong> veste tipografica; analoga <strong>la</strong> copertina. Su quel<strong>la</strong> del primo volume<br />

appariva un vigile urbano <strong>che</strong> sorrideva indulgente e compiaciuto: sul secondo è in mostra<br />

adesso una piccante vigilessa dal sorriso furbetto e scanzonato.<br />

«Come passa il tempo!» ha esc<strong>la</strong>mato Corrado Olmi il giorno del<strong>la</strong> presentazione del libro,<br />

il 18 dicembre. Erano in molti ad accoglierlo e a fargli festa nell’Enoteca Regionale: al tavolo<br />

d’onore, accanto a lui, l’assessore Ro<strong>la</strong>ndo Roncarelli, in rappresentanza del Comune di<br />

Jesi; Anna Quaglieri, presidente dello IOM a cui sarà devoluto parte del ricavato dal<strong>la</strong> vendita<br />

dei libri; gli sponsor Enrico Loccioni (in rappresentanza dell’azienda Loccioni e del<strong>la</strong><br />

Banca Popo<strong>la</strong>re) e Pietro Balducci per <strong>la</strong> Banca Mar<strong>che</strong>. Non potevano mancare l’editore<br />

GEI, lo staff di Jesi e <strong>la</strong> <strong>sua</strong> Valle e i giornalisti di diverse testate.<br />

Il nostro benemerito si è presentato in buona compagnia; con due delle otto donne <strong>che</strong><br />

compongono il suo gineceo familiare - <strong>la</strong> figlia Veronica e <strong>la</strong> nipotina Matilde - e con suo<br />

genero Enrico: appoggiato ad un bastone da passeggio da ‘grand seigneur’ e sempre di<br />

ottimo umore, tant’è <strong>che</strong> non ha mancato di offrire agli intervenuti <strong>la</strong> lettura di una delle<br />

pagine di più fresca poesia scritte da Martin Ca<strong>la</strong>ndra: il Canto di primavera.<br />

Confidenzialmente ha rive<strong>la</strong>to <strong>la</strong> motivazione <strong>che</strong> lo convinse anni fa a pubblicare Questa è<br />

Jesi. L’idea gli venne quando i Fratelli Fabbri diffusero una col<strong>la</strong>na dedicata a città e ambienti<br />

metropolitani illustrati da Miros<strong>la</strong>w Sasek. “A Jesi penserò io” si disse allora Corrado. E<br />

così ha fatto.<br />

Chi sfoglia il libro riconoscerà immediatamente l’inconfondibile stile dell’autore, sia nelle<br />

immagini, sia nelle didascalie, alcune in uno schietto e saporoso dialetto <strong>jesi</strong>no, altre in un<br />

sussiegoso, scanzonato italiano. Corrado Olmi si è ben documentato, scegliendo luoghi<br />

<strong>che</strong> spesso l’autista o il passante attraversa distrattamente. Chi vive in una città in effetti non<br />

si accorge delle sue trasformazioni tanto quanto chi ad essa ritorna dopo qual<strong>che</strong> tempo.<br />

È prevedibile <strong>che</strong> An<strong>che</strong> questa è Jesi diventerà un libro prezioso. Così è avvenuto per il<br />

precedente, oggi introvabile, <strong>che</strong> si auspica in abbinamento con questo possa essere<br />

ristampato. Si presenta non solo come una piacevole lettura, ma an<strong>che</strong> come una nuova<br />

guida del<strong>la</strong> città al<strong>la</strong> cui scoperta l’autore invita attraverso itinerari inconsueti.

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