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non poterlo fare, anzi sembra proprio che gli autori e il regista abbiano<br />

tentato di ricreare a tutti costi una storia universale idonea<br />

a rappresentare un’epoca intera. Ma quanti sono stati i compagni<br />

ponderati, ragionevoli e sempre sorridenti come Lo Cascio? Perché<br />

mettere in scena una moglie borghese un po’ psicopatica e<br />

che, guarda caso, entra nelle formazioni combattenti, quando per<br />

ogni militante dei gruppi clandestini almeno mille sono crepati di<br />

eroina o in qualche altro inferno metropolitano? E le droghe, perché<br />

sono completamente assenti?<br />

Naturalmente, non tutti coloro che hanno vissuto quello straordinario<br />

decennio hanno preso direzioni simili. Si potrebbero fare<br />

dei distinguo, ma sono in molti quelli che partendo nel sessantotto<br />

con in testa la frase: “Perdo tutte le mie certezze e vado incontro<br />

a qualcosa di ignoto” continuano a battersi tuttora nel tentativo<br />

di demistificare alcune di queste orribili verità storiche. Sono<br />

questi lampi di luce che illuminano e bruciano il buio di passioni<br />

del nostro presente. Un eccesso di vita, un pensiero che riesce a<br />

ritrovarsi solo mettendo in discussione tutto ciò che ci circonda,<br />

un desiderio di viversi le situazioni fino in fondo, una passione<br />

talmente forte da rimbombare dentro. Sono voci fuori dal coro,<br />

fuori dal mondo delle apparenze e dello spettacolo con le sue lusinghe<br />

sempre più tenaci. Voci che purtroppo non riescono ad arrivare<br />

ovunque. In questo libro, Alessandro Bertante se la prende<br />

con la generazione dei propri genitori: “Davanti a ogni mia scelta<br />

un poco ardita loro avevano la pretesa e la sincera convinzione di<br />

averla già fatta, e meglio, con più entusiasmo e partecipazione”.<br />

Viene in mente il titolo del celebre libro del militante dell’underground<br />

americano degli anni sessanta, Jerry Rubin: Quinto: uccidi<br />

il padre e la madre, pubblicato in Italia da Arcana Editrice nel<br />

1976 con un’introduzione di Antonio Negri. Si tratta di affrontare<br />

in modo radicale l’avversario più subdolo, il proprio ego. E se<br />

da una parte c’è sicuramente l’incapacità di affrontare questo<br />

passo, dall’altra c’è un muro di gomma costruito da quella generazione<br />

infinita che non è disposta a rimettersi in gioco né tantomeno<br />

a farsi da parte. Agenzia X ha creduto importante dare voce alla<br />

rabbia di un figlio di sessantottini che finalmente ha deciso di<br />

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