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to, sorsero decine di formazioni di ultrasinistra in perenne lotta<br />
fra loro e costituite in gran parte da ex militanti sessantottini.<br />
Cominciò con queste dinamiche la buia e tormentata stagione<br />
dei gruppi extraparlamentari, l’eredità peggiore del sessantotto e<br />
paradossalmente la più raccontata, quasi rimpianta, nella ricostruzione<br />
memorialistica operata dai suoi protagonisti. Significativo<br />
a questo proposito il commento di Simona Colarizi nel suo<br />
Storia dei partiti dell’Italia repubblicana.<br />
Il connotato comune di questa galassia è la fuga nell’ideologismo<br />
più cieco e totalizzante che spegne a poco a poco lo<br />
spirito critico, per lo più pacifico e gioiosamente dissacrante,<br />
degli studenti del ’68, sostituito da un bisogno di certezze<br />
fideistiche e di nuove appartenenze chiesastiche. I gruppuscoli<br />
si configurano come sette chiuse, ciascuna gelosa<br />
del proprio particolare, spesso contrapposte con la massima<br />
intolleranza l’una all’altra: i maoisti di Servire il Popolo,<br />
i leninisti ortodossi di Avanguardia Operaia, gli stalinisti<br />
del movimento studentesco di Milano, i libertari di Lotta<br />
Continua, gli operaisti di Potere Operaio e, infine, i comunisti<br />
del Manifesto, nucleo storico del dissenso interno al<br />
Pci che consuma la definitiva scissione in questo periodo.<br />
La pretesa di tutti di essere i depositari della vera ortodossia<br />
rende improponibile ogni progetto di unificazione nel<br />
mitico partito rivoluzionario, riduce i margini d’intervento<br />
politico; ma, soprattutto, la loro debolezza – che nel breve<br />
periodo è anche la loro forza – sta proprio nell’esaltazione<br />
ideologica, in netto contrasto con la tendenza alla secolarizzazione<br />
e alla laicizzazione della società.<br />
Per quasi cinque anni il dibattito politico fu monopolizzato da<br />
formazioni quali il Movimento Studentesco dell’Università Statale<br />
di Milano (capitanato dalla tenebrosa trimurti Capanna-Toscano-Cafiero,<br />
che con una smaliziata opera di copyright si impossessarono<br />
subito del nome della memoria storica del sessantotto),<br />
Avanguardia Operaia, “il manifesto”, Servire il Popolo, Pdup,<br />
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