con sistema di ricezione GPS su mappe tridimensionali

MIX PDA GPS MTB
SUPSI DACD
Comunicazione Visiva
2005
docenti relatori
Alberto Bianda
Gregory Catella
di Moira Lancetti
Prototipo di interfaccia per un software per palmari
con sistema di ricezione GPS su mappe tridimensionali
ad uso di mountain biker.
Lavoro di diploma
Fase di ricerca

2
52 Tendenze
50 Programmare un'escursione in mtb
In sintesi
49 L'abbigliamento del biker
La giacca
La maglia
I pantaloncini
Il casco
I guanti
Gli occhiali
Le scarpe
48 L'alimentazione del biker
47 Le grandi imprese
44 Mountain bike in giro per il mondo
La Gran Bretagna
Le vette d’Europa
Il Mediterraneo
Il Nord America
Africa e Asia
Australia e Nuova Zelanda
43 Il turismo in mountain bike
42 Le competizioni in Ticino
41 Le grandi competizioni
38 Le varie discipline competitive della MTB
Il Down Hill
Il Cross Country
Lo slalom parallelo o Dual Slalom
l Biketrial
Le competizioni veloci
Le competizioni a percorso breve
Le gare in salita
Le gare di regolarità
Le gare di orientamento
37 Tipi di mountain bike
Modelli base
Bici da cross country
Bici race
Bici free-ride o fun
Bici da discesa o down hill
Bici da trial
35 I terreni solcati dalle mountain bike
Strade sterrate
Le mulattiere
I sentieri
Fuori dai sentieri
34 Norme di sicurezza
32 Manutenzione dei sentieri: l’esempio americano
27 Il comportamento del mountain biker
24 La struttura della mountain bike
22 La storia della mountain bike
21 La storia della bicicletta
20 Pedala che fa bene
17 Ticino, terra di mountain bike
15 Cicloescursionismo, un modo di vivere
14 Sport non agonistico all'aria aperta
10 Lo sport è fondamentale
09 Introduzione
La mountain bike
Prima parte Il tema

3
72 Conclusioni
71 Intervista ad un appasionato
67 Analisi documentazione mediatica
Cd rom
Siti internet
65 Analisi documentazione opuscoli
Introduzione
Cartina fotografica Lugano mtb
Sette itinerari per mtb nella regione Valli di Lugano
Ticino Turismo, il Ticino in mtb
Raiffeisen, a la decuvert du Pays du St.Bernard
64 Analisi riviste
59 Analisi documentazione bibliografica
Introduzione
Esperienze in mtb, Ticino
Road book, mtb in Ticino
Dal Lago Maggiore al Lago di Como in mtb
Lago Maggiore versante occidentale in mtb
Lombardia in mtb:Prealpi Comasche
Lago Maggiore, percorsi in bici, a piedi e in mtb
58 Libri sul tema in generale
Analisi sulla letteratura di percorsi per mtb in Ticino
57 Conclusioni
56 Interviste
56 Depliant
55 Siti internet
55 Introduzione
Dagli sport all’aperto, alla mountain bike
Seconda parte Stato dell’arte del tema

4
96 Comunicazione a schermo
I pittogrammi
Colori a schermo
Caratteri a schermo
La relazione carattere sfondo
94 Web Park: PDA e GPS in un unico dispositivo
93 GPS e mappa 3D
90 Software con mappe in 3D
Google Hearth
Atlante della Svizzera 2.0
Geonova, volo d’uccello
88 I tracciati GPS per percorsi di mtb
86 Lo schermo a 16:9
85 Lo schermo
85 L’audio
77 GPS, Global Position System
Introduzione
Navigazione attiva e navigazione passiva
I dispositivi
74 Introduzione
I dispositivi mobili
Terza parte Ricerca per uno sviluppo tecnologico

5
24 Analisi altri siti di mtb
23 Analisi siti gare di mtb in Ticino
18 Analisi siti di privati, club, associazioni
16 Analisi siti società di trasporto
12 Analisi siti enti turistici
02 Cd Rom: Bike - Explorer Ticino, Gerd Schierle,
Analisi documentazione mediatica
Appendice 3
26 A la décuvert du Pays du St-Bernard, Raiffeisen
21 Il Ticino in mountain bike, Ticino Turismo
15 Montagne e valli ticinesi in rampichino, Paolo Crivelli
11 Sette itinerari per mtb nella regione Valli di Lugano
08 Cartina fotografica Lugano Mountain bike
07 Sun BikeTicino 2002
06 Percorsi in Vallemaggia
05 Funivia Monte Carasso Mornera
05 Impianti Carì
05 Monte Generoso
05 Funivia Cardada
04 Monte Lema
04 Monte Tamaro
03 Monte Brè
02 Feel Your Power, Promozione Salute Svizzera
Analisi documentazione opuscoli
Appendice 2
24 Riviste
20 Lago Maggiore versante occidentale in mtb
17 Dal Lago Maggiore al Lago di Como in mtb
13 Lago Maggiore, percorsi in mountain bike,
06 Road book, mtb in Ticino,
02 Esperienze in mtb, Ticino
Analisi documentazione bibliografica
Appendice 1

6
08 Percorsi di privati
02 Percorsi esistenti
Raccolta percorsi esistenti e inediti in Ticino
Appendice 5
16 Cartine
13 Tabelle analitiche
10 Grafici altimetrici
09 Osservazioni culturali, naturalistiche, paesaggistiche
06 Tabelle informative riassuntive
02 Tabelle e cartine riassuntive di tutti i percorsi
Analisi esposizione di un percorso
Appendice 4

Prima parte Il tema

9
pre con se un corredo di emergenza tecnico.
Il Ticino è una regione particolarmente favorevole
per praticare il mountain biking,
perché è caratterizzata da un ricco e variato
patrimonio naturale di ambienti e
paesaggi che offrono un mix di difficoltà
capace di accontentare sia il principiante
che il biker più esperto. Le sue potenzialità
però non sono completamente sfruttate, infatti
la letteratura riguardante i percorsi in
Ticino non è affatto completa, sono ancora
molti i sentieri, non conosciuti dalla maggior
parte dei biker, che meriterebbero un
giusto riconoscimento.
geografici, ma anche mentali.
Dal loro esordio, le MTB sono state impiegate
per compiere imprese spettacolari,
sfide contro il mondo. Per citarne una: la
conquista, con questo insolito mezzo, del
Kilimangiaro. Se poi interessa confrontarsi
con gli altri appassionati, la mountain bike
non esita a proporre varianti agonistiche.
Esistono discipline per tutti i gusti, dal Down
Hill, al Cross Country; dal Dual slalom; al
BMX; dal Biketrial alle competizioni veloci;
dalle competizioni a percorso breve alle
gare in salita. Le gare a livello mondiale
stanno prendendo sempre più piede, tanto
che esiste un Campionato Mondiale di
Mountain bike significa anche curare la
propria alimentazione, l'abbigliamento e
cavarsela in ogni situazione, meglio essere
pronti a qualsiasi evenienza e avere sem-
MTB e dal 1996, il cross country è entrata
a far parte dei Giochi Olimpici.
La mountain bike non è solo un hobby settimanale,
ma anche un vero e proprio modo
di affrontare le vacanze. È molto diffuso il
cicloturismo in tutto il mondo, sinonimo di libertà
di andare dove le gambe riescono a
portare. Anche in questo caso l'obiettivo
più importante non è fare sport, bensì ampliare
i propri orizzonti non soltanto
Ciò nonostante, dagli inizi, la disciplina
della mountain bike ha innalzato svariate
polemiche da parte degli escursionisti appiedati,
circa il suo ruolo dannoso per i
sentieri, fino ad arrivare a veri e propri divieti
di transito delle mountain bike su
diversi sentieri. A più riprese i bikers di tutto
il mondo hanno cercato di dimostrare che il
ciclismo fuoristrada è un'attività all'aperto
valida che non danneggia l'ambiente. La
sensibilizzazione a un corretto comportamento
ha portato addirittura alla creazione
di veri e propri decaloghi del buon biker, in
modo tale da evitare di essere etichettati
come dei vandali e giovare all'immagine
di questo giovane sport. Sono nate vere e
proprie associazioni atte a salvaguardare i
sentieri con un metodo responsabile a livello
di sostenibilità e salvaguardia
dell'ambiente.
Pedalare con una mountain bike non è solo
gioco, divertimento e sforzo fisico, pedalare
diventa allo stesso tempo un modo per
osservare e conoscere un territorio, diventa
un modo di vivere. È quindi anche un antidoto
contro lo stress, perché permette di
trascorrere del tempo all'aria aperta, evadendo
dalla routine e sfogando le tensioni
interne.
La mountain bike, nata quasi per gioco agli
inizi degli anni Settanta, è diventa un vero
e proprio sport della natura e degli spazi
aperti che coinvolge milioni di appassionati.
Studiata appositamente per fare del
fuoristrada, presenta soluzioni tecniche e
progettuali diverse dalle normali biciclette
a cominciare dal telaio leggero e robusto,
dal potente impianto frenante, dall'elevato
numero di rapporti e dalle enormi sezioni
dei copertoni, indispensabili per affrontare
qualsiasi tipo di terreno. La mountain bike
permette di abbandonare la strada asfaltata
per addentrarsi in un percorso a fondo
naturale, affrontando strade sterrate, mulattiere
e sentieri più o meno stretti. Si tratta di
nuovo modo di viaggiare andando alla
scoperta di montagne, valli e alpeggi abbandonati
godendo appieno della natura,
divertendosi al contempo e mantenendosi
in forma fisicamente.
La mountain bike
Introduzione

10
Senza l'appagamento di comuni espressioni affettive, lo sport non potrebbe esistere.
Il godimento estetico, il piacere del rischio e della sfida, rimarrebbero fenomeni inspiegabili
e ingiustificabili senza quella densa partecipazione alla vita che il coinvolgimento
emotivo nello sport provoca. È l'intensa carica emotiva e sentimentale che innesca e sostiene
le funzioni fisiologiche e psichiche del corpo dell'atleta.
- senso di partecipazione sociale
- acquisizione di una certa sicurezza di se
- maggiore capacità a tollerare gli insuccessi
- possibilità di esprimere e controllare la propria aggressività
- gratificazione di certi bisogni esibizionistici
- maggiore identificazione di sé
L'attività ludica connessa a quella agonistica, risulta un processo fondamentale nell'evoluzione
psicologica della persona, un potenziamento di costruzioni e adattamento.
Il movimento sportivo ha riflessi positivi sulla vita bio-psichica e principalmente sulle componenti
del senso fondamentale dell'esistenza e sulle componenti dell'equilibrio vitale.
È stato dimostrato che un'attività fisica e sportiva costante, sviluppi positive qualità di valore
psicologico con tale e costante regolarità, di suggerire a chi fa sport di invitare tutti gli esseri
umani a fare lo stesso.
Studiosi sintetizzano gli aspetti genico-mentali dello sport:
Lo sport è fondamentale

14
Alle origini della storia dello sport non c'erano solo
Ginnastica e Competizione regolata, la via tedesca delle
associazioni ginnastiche di massa e la via inglese della gara
e del fair play, i due modelli della pratica sportiva.
In America, Henry Thoreau, propone già nella prima metà
dell'Ottocento un modello diverso di sport,
di relazione con il corpo e la natura.
Walking, è il titolo del libro che Thoreau dedica allo sport
di conoscenza e di esplorazione.
Il diciannovesimo secolo vede fiorire in Europa le società
ginnastiche e i footbal club, lo sport delle palestre e degli
stadi, ma anche lo sport della natura: nascono le società
popolari degli operai escursionisti e i Touring Club della
borghesia.
Fin dagli inizi dello sport, lo spazio sportivo non si identifica
solo con "gli impianti sportivi": lo spazio sportivo si
costruisce camminando e scalando montagne, pedalando,
nuotando, remando, correndo, guardando, toccando,
esplorando e conoscendo il mondo, senza l'ansia della
prestazione e del record.
Gli ultimi anni del ventesimo secolo sono stati gli anni di
una nuova giovinezza dello sport della natura e degli spazi
aperti, non per pochi privilegiati e appassionati, ma per
milioni di persone.
La mountain bike fa parte di questo genere di sport.
Sport non agonistico all'aria aperta

15
more del vento, accompagnati dalla presenza di qualche
animale che spesso si incontra lungo il percorso.
Con questa disciplina ci si rilassa mentalmente, si esplorano
nuovi percorsi e si apprezza l'ambiente circostante
Il mountain biking è un'attività divertente che stimola l'aggregazione,
è uno sport ideale per il tempo libero e in
grado di soddisfare appieno il desiderio di libertà è di divertimento
unito all'esigenza del fitness. Offre un'infinita
varietà di sfide fisiche e mentali, insieme all'opportunità di
tornare sugli scenari di boschi, ruscelli, colline e montagne.
Questa disciplina è il punto d'incontro ideale tra le tre principali
correnti della MTB: il cross country, il downhill e il
freeride. I bikers che la praticano devono essere in grado
di padroneggiare tutte le tecniche. Per superare i percorsi
più lunghi e impegnativi bisogna infatti possedere non solo
la forza e la resistenza del cross countrista, ma anche il coraggio
del discesista e l'abilità del freerider.
Ma il requisito in assoluto più importante è che bisogna essere
dei buoni escursionisti:
saper camminare con la bicicletta in spalla per lunghi tratti,
ritrovare un sentiero e superare con sicurezza i passaggi
più impervi. La motivazione e la perseveranza devono essere
alla base di questo sport.
Il ciclo-escursionismo è molto di più che un modo di viaggiare,
è anche e soprattutto un modo di vivere, da una gita
in mountain bike si torna stanchi ma felici, arricchiti di nuove
scoperte.
Il ciclo-escursionismo con la mountain bike è un nuovo modo
di viaggiare andando alla scoperta di montagne, valli
e alpeggi abbandonati con un mezzo che permette di percorrere
distanze elevate e di superare velocemente i tratti di
collegamento che, per gli escursionisti appiedati, rappresentano
un difficile ostacolo organizzativo.
In un solo giorno si possono attraversare valli collegate da
passi e bocchette, oppure vagare senza una meta precisa,
seguendo vecchie mulattiere, sentieri e pendii.
In questi ultimi anni, si sono affermati profondamente valori
come il rispetto per la natura e si è compresa l'importanza
di vivere, per quanto possibile, a contatto con essa in modo
ecologicamente corretto, in più lo stile di vita moderno
prevede la pratica sportiva finalizzata al conseguimento
della buona forma fisica. La mountain bike si è inserita in
questo contesto, è più che un andare in bicicletta, questo
sport unisce la prestazione fisica al senso di libertà e all'immersione
nella natura.
Andare in MTB significa entrare in modo ecologico, con
un mezzo pulito, efficiente e silenzioso, in un ambiente
sempre più assediato e contaminato, godendo appieno
della natura, divertendosi al contempo e mantenendosi in
forma fisicamente, aiutando ad uscire dal quotidiano.
Dopo un impegnativa salita su per una stretta strada di
montagna, ci si può beare di uno splendido panorama e
respirare a pieni polmoni, già assaporando
l'emozione della discesa. Pedalare non è solo gioco, divertimento
e sforzo fisico, pedalare diventa allo stesso
tempo un modo per osservare e conoscere un territorio,
senza essere stressati dalla frenesia di oggi. È un mezzo di
esplorazione, di ricerca, il ritmo è dettato dal ciclista.
Nascono sensazioni indimenticabili pedalando a contatto
con la natura attraverso boschi, fiancheggiando laghi
e torrenti e arrivando fino a sfiorare cime innevate immerse
nel silenzio rotto solamente dal canto degli uccelli o dal ru-
Ciclo escursionismo, un modo di vivere

17
Il Ticino è una regione favorita da un ricco e variato patrimonio naturale di ambienti e
paesaggi. Tra le nevi del San Gottardo e le prime città della Pianura Padana, ha la caratteristica
di avere paesaggi alpini, mediterranei e a tratti anche esotici, terra di montagne, di
colline, di valli e di pianure, con torrenti, fiumi e laghi, grandi città e paeselli, che rendono
la sua morfologia molto variata e quindi interessante per la possibile moltitudine di proposte
di itinerari di mountain bike. I percorsi vanno dalle pianure in riva ai laghi,
alle colline del Sottoceneri, alle montagne innevate della catena alpina del Sopraceneri,
una fitta rete viaria collega tutte le località, anche le più remote, con strade asfaltate, sterrate,
mulattiere e sentieri. L'offerta che nasce è un mix di difficoltà che accontenta sia il
principiante che il biker più esperto. La maggior parte degli itinerari solcano le grandi altezze
e quindi assumono un tono impegnativo per lo sforzo fisico richiesto e per le difficoltà
tecniche.
Ciò nonostante l'offerta Ticinese per un turismo sportivo attivo è in una fase embrionale di
sviluppo.
Ticino, terra di mountain bike

20
Andare in bicicletta non è semplicemente un'attività che permette di divertirsi, ma rappresenta
un antidoto contro molti disturbi che attentano alla salute dell'essere umano.
Ad esempio, pedalando frequentemente, i rischi di infarto diminuiscono notevolmente, il
peso corporeo si assesta su un valore ottimale, si guadagna un aspetto più sano, ci si sente
meglio e si affronta meglio lo stress.
Qualsiasi tipo di attività fisica giova alla salute, ma pedalare è uno dei modi migliori per
sentirsi in forma, senza un impatto violento sul fisico. Infatti, ad esempio il podismo, mette
a dura prova caviglie, ginocchia, tendini; il body building serve per modellare i muscoli,
ma non garantisce il benessere fisico; solo il nuoto è paragonabile al ciclismo.
Un'attività fisica regolare contribuisce a mantenere il cuore in efficienza, e la corretta circolazione
del sangue all'interno del corpo aiuta a tenere pulite le valvole e le arterie.
Pedalare permette anche di combattere le cause secondarie dei disturbi cardiaci, quali
pressione alta, obesità, stress. Pedalare, come ogni altro genere di attività fisica, è un valido
antidoto contro lo stress, perché permette di trascorrere del tempo all'aria aperta,
evadendo dalla routine e sfogando le tensioni interne.
Pedala che fa bene

21
dati alla ruota, si tratta del primo pneumatico. Due anni più
tardi Edoardo Michelin inventa il copertone che riparò all'inconveniente
delle frequenti forature
del pneumatico. In seguito Giovanni Battista Pirelli aggiunse
al copertone una camera interna isolata per contenere
l'aria. Si tratta della camera d'aria.
L'ultima grande innovazione tecnica fu il cambio, da parte
dell'inglese Davies. Fino ad allora bisognava sostituire a
mano le varie ruote dentate.
alla ruota anteriore. Il problema del velocipede di Michaux
era la velocità, infatti i pedali con presa diretta sul mozzo
anteriore fornivano ad ogni giro un solo giro della ruota.
Ciononostante il velocipede fu un successo e venne perfezionato
negli anni successivi con ruote con raggi di
metallo, quelle anteriori di dimensioni maggiori, e pneumatici
in gomma dura.
Per essere più veloce e percorrere ad ogni pedalata tratti
più lunghi, la ruota doveva essere più grande: così fu con
la Penny Farthing, affermatasi in Gran Bretagna dopo il
1870. L'americano Thomas Stevens vi compì il giro del
mondo, anche se il veicolo non era perfetto: il cambio aveva
le stesse dimensioni della ruota anteriore, che venne
ridotta in base alla lunghezza dell'interno gamba del guidatore.
Nel 1880 si arrivò alla scoperta della trasmissione a catena
da parte del francese Louis Sergent, che dimostrò di
conoscere bene i disegni di Leonardo.
Nel 1885 John Kemp Starley costruì la bicicletta di sicurezza
Rover, con trasmissione a catena collegata alla ruota
posteriore. Con anelli della catena più grandi del rullo dentato,
la ruota poteva essere più piccola, senza costringere
il guidatore a pedalare con un rapporto molto piccolo. Il
guidatore poteva assumere una posizione di guida più stabile,
la stessa che è in uso ancora oggi.
Nel 1888 John Boyd Dunlop utilizzò al posto delle gomme
piene, tubi di para vulcanizzata gonfiati ad aria e inchio
Uno storico cinese, Siun-En-Ti, pensava che già nel 206
a.C., nell'antica Cina, fosse stato costruito un mezzo di trasporto
riconducibile al concetto di bicicletta, costituito da
legno e bambù, sul quale bisognava sedersi dopo avergli
imposto una certa spinta.
Alcuni studiosi attribuiscono a dei disegni del 1490 di
Leonardo da Vinci il primo progetto certo che illustrasse
l'idea di bicicletta. Le ruote del mezzo erano già state previste
dello stesso diametro delle attuali e il sistema di
trasmissione a pedali e cinghia, assomigliava del tutto al
nostro concetto di catena. Il progetto non fu mai realizzato
in quel periodo.
Bisogna attendere ancora 300 anni per vedere qualcosa
che richiamasse l'idea di bicicletta. Il primo biciclo fu ideato
nel 1817 dal barone tedesco Karl von Drais. Aveva due
ruote attaccate ad un telaio in legno, un sedile imbottito e
un manubrio. Mancavano i pedali, era il guidatore stesso
a dover camminare.
Passarono oltre vent'anni prima che i pedali diventassero
parte integrante del veicolo. Nel 1839 un fabbro scozzese
Kirkpatrick Macmillan, costruì una bicicletta con
pedileve attaccate alla ruota posteriore. Il meccanismo funzionava
perfettamente, Macmillan riuscì a percorrere 225
chilometri in un giorno, ma la sua invenzione non ebbe successo.
Il francese Pierre Michaux, costruttore di carrozze, apportò
modifiche sostanziali nel 1861, fissando i pedali e i mozzi
La storia della bicicletta

22
Il gruppo di appassionati cominciò a cimentarsi nelle gare,
la prima si tenne a Marin County nel 1976. Si trattava di
una competizione a cronometro in discesa, su un percorso
mozzafiato di 396 metri di dislivello in 3,2 chilometri.
La gara, ideata da Charles Kelly, fu chiamata Repack
Downhill perché le biciclette usate per la gara disponevano
solo di un freno a contropedalo che, dato lo sforzo a cui
era sottoposto, a causa dell'elevato surriscaldamento del
materiale, finiva con bruciare il grasso presente nel mozzo
posteriore, che di conseguenza andava reingrassato
(repack) al termine di ogni discesa.
Le competizioni e il crescente entusiasmo per il nuovo sport
cominciarono a mettere in moto l'inventiva degli appassionati.
Si cominciò così ad apportare modifiche al mezzo.
Gary Fisher fu tra i primi a potenziare il sistema di freni della
bicicletta dotandola di un freno a tamburo posteriore che
a questo punto rendeva possibile l'utilizzo di rapporti di trasmissione.
Un gran miglioramento delle tecnologie ap
plicate alle prime MTB fu dato anche dal fatto che molti appassionati
cominciavano a cimentarsi anche nelle salite,
infatti ricorrere ogni volta al trasporto con camioncini per risalire
il pendio non sembrava molto sportivo, ma i pesi
elevati delle biciclette che raggiungevano i 24-25 Kg, e i
pochi rapporti, scoraggiavano anche gli atleti più motivati
e fisicamente preparati.
Così agli inizi del 1977, Joe Breeze, uno dei primi appassionati
delle discese kamikaze, decise di progettare una
bicicletta che superasse gli inconvenienti delle vecchie
MTB ma che ne conservasse la robustezza. A questo scopo
cominciò a lavorare con materiali in lega, a modificare
il design del telaio e a dotarla di un cambio più efficiente.
La prima decina di esemplari andò a ruba, avevano un design
completamente rivisto per poter rendere possibile la
realizzazione di un mezzo più robusto con un impianto frenante
più potente e ruote con una sezione più larga.
La mountain bike del giorno d'oggi, trova le proprie radici
all'inizio degli anni Trenta, nella bicicletta da lavoro più diffusa
negli Stati Uniti, la Schwinn, modello Excelsior.
Postini, fattorini e addetti alla consegna di giornali usavano
questa bicicletta come mezzo per praticare il loro lavoro.
Le Schwinn erano particolari per l'eccellente dote di robustezza
del solido e pesante telaio, possedevano
pneumatici di sezione più ampia rispetto alle normali biciclette
e potevano trasportare sul portapacchi abbondanti
carichi. Nonostante la pesantezza di questo mezzo, il lavoro
su sterrati, pavé o terreni sconnessi risultava più
agevole.
L'introduzione di mezzi a motore, sempre più economici alla
portata di tutti, mandò in pensione la bicicletta da
lavoro, lasciandola in disuso fino alla prima metà degli anni
Sessanta. Il suo impiego però assunse tutt'altro scopo:
non più duro lavoro, ma allegro svago.
In California, nei pressi di San Francisco, a Martin County,
sul Monte Tamalpais, un gruppo di appassionati tra cui
sportivi, professionisti del ciclo e meccanici, cominciò a rispolverare
la vecchia bicicletta da lavoro per divertirsi
lanciandosi a folli velocità lungo gli impervi sentieri montani.
Le prime discese erano in stile kamikaze, per cui i mezzi
dovevano essere robusti e a basso costo, ai primi bikers
non destava tanta preoccupazione per la sorte del mezzo.
Tra i pionieri della mountain bike, troviamo personaggi come
Gary Fisher, Tom Ritchey, Steve Potts, Joe Breeze e
Charlie Kelly, che in seguito hanno dato il proprio nome a
note marche di mountain bike.
Nel 1974, Gary Fisher e Charlie Kelly, ritenuti ufficialmente
gli inventori della mountain bike, costruirono la prima
bicicletta con pneumatici 26 X 2, 125, cambio a pollice,
guarnitura tripla con pedileva extra-lunga, leve freno da
moto, cannotto reggisella con sgancio rapido. È questo
l'anno ricordato per la nascita della prima mountain bike.
La mountain bike, importata dagli USA, è ampiamente diffusa
da diversi anni nel nostro paese come in tutto il mondo.
La sua fortuna è stata favorita dalla moda, nei primi anni
'90 venne considerata come un fenomeno passeggero,
ma i fatti hanno costretto a riconsiderare il fenomeno di tale
diffusione sotto una luce diversa.
Alla base della tenuta della MTB vi sono cause molto forti,
tra cui il potenziale del mezzo. Inoltre ha trovato validi
esponenti nei motociclisti del fuoristrada, frustrati da divieti
di ogni tipo, che hanno potuto tornare sulle strade di montagna
con un mezzo ecologicamente sicuro; nei ciclisti
"stradisti", i quali hanno assaporato il piacere del pedalare
in ambienti puri; i frequentatori della montagna, i quali hanno
aggiunto un attrezzo a quelli già in uso.
La maggior parte dei praticanti ha un età compresa tra i
venti e i quarantacinque anni, tra di essi vi sono anche parecchie
donne.
La storia della mountain bike

23
venta disciplina olimpica ai Giochi di Atlanta negli Stati
Uniti. Bart Brentjens, olandese, e Paola Pezzo, italiana, vincono
le prime medaglie d'oro nella storia della mountain
bike.
Allo stato attuale, si può affermare che il ciclismo con la
MTB, è uno sport ormai adulto, poiché il numero di appassionati
esperti e assidui è elevato, ormai se ne contano
decine di milioni in tutto il mondo.
Nel 1978 riuscirono ad alleggerire ulteriormente il mezzo
di un paio di chili grazie all'utilizzo di coperture e raggi più
leggeri, e di cerchi in alluminio che sostituirono definitivamente
quelli pesanti di acciaio, raggiungendo fino ad un
peso di 15 chili. Da allora il lancio della MTB fu inarrestabile,
telaisti come Tom Ritchey continuarono a sviluppare i
concetti che sembravano essere i più interessanti.
Le prime produzioni in serie di MTB risalgono al 1980.
In quell'anno Charlie Kelly e Gary Fisher, fondarono un impresa
industriale chiamata Mountain Bikes. Dopo un
iniziale scetticismo da parte dei produttori ciechi alle sue
potenzialità, la mountain bike cominciò ad essere prodotta
in California. La notizia si diffuse, le vendite decollarono.
Nel 1981 nacque il primo circuito NORBA
(National Offroad Bicycle Association), uno dei più grandi
circuiti di mountain bike e punto di riferimento importante
per i bikers professionisti.
Nel 1983 si produsse la prima serie di componenti specifici
espressamente per la MTB, i Shimano Deore XT.
Nel 1989 John Tomac, il biker più famoso vince il
Campionato del Mondo di discesa e di Cross Country contemporaneamente.
Il suo successo ebbe un eco incredibile
e si trasformò in successo anche per i suoi partner commerciali.
Nel 1990 l'UCI (Union Cicliste Internationale) riconosce il
primo Campionato del Mondo di mountain bike che si svolse
in Colorado. Si trattò di un passo molto importante per la
disciplina del fuoristrada, che si impose definitivamente come
specialità del ciclismo nel mondo delle competizioni
internazionali.
In seguito nacquero associazioni, club e tracciati un po'
ovunque.
Nel 1991 la Fisher presentò la prima MTB con sospensioni
anteriori, le posteriori vennero aggiunte nel 1992.
Nel 1996 La mountain bike, specialità Cross Country di

24
Pedale. I migliori sono quelli fermapiede
che trattengono le scarpe.
Freni. Esistono i freni a cantilever, semplici
ed efficienti e i freni a disco che assicurano
una grande potenza frenante e la resa non
condizionabile da fango, neve o pioggia.
In genere esercitano la loro azione sul cerchio
della ruota e sono composti da una
leva, uno o più cavi, due pattini, un bullone,
perno e molle che allargano i pattini
quando l'azione frenante ha termine.
Nei secondi, anziché usare il cerchione come
superficie di frenatura, le pastiglie
stringono i lati di un disco in alluminio montato
sul mozzo.
Camera d'aria. La parte interna del pneumatico.
Pneumatico. La MTB ha pneumatici scolpiti
larghi circa 60 mm.
così da permettere di cambiare con un
semplice scatto in avanti o in dietro della leva,
senza ulteriori aggiustamenti.
Leva del cambio. I cambi sono indicizzati,
Cavo del cambio. È un cavo d'acciaio inguainato
che attiva un deragliatore
appena la leva lo tira o lo allenta. La guaina
lo tiene sempre in tensione.
Attacco del manubrio. Stringe il manubrio,
è attaccato alla fine della forcella, attraverso
il tubo di sterzo.
Guarnitura. Alla pedileva destra è collegata
la guarnitura, cioè le tre ruote dentate
anteriori.
Cerchio. Costituisce la superficie di presa
dei pattini del freno.
Il serie sterzo consente, grazie ad un sistema
interno di rondella, calotte, coni e sfere,
di raccordare il tubo dello sterzo alla forcella
anteriore e far si che questa sterzi
quando si gira il manubrio.
Movimento centrale. La scatola del movimento
ospita il perno su cui girano le
pedileve.
Il cannotto reggisella va regolato a dipendenza
dell'altezza del ciclista.
sterzo, i mozzi, i pedali e il movimento centrale,
sono forniti di cuscinetti a sfera di
acciaio, spesso racchiusi in una scatola e
funzionanti tra le due superfici della sfera.
Cassetta. Gruppo di 7 o 8 ruote dentate di
diversa grandezza che si adatta sul mozzo
posteriore. Per cambiare rapporto si usano
diverse ruote dentate.
Cuscinetti. Per minimizzare l'attrito, la serie
Il deragliatore, chiamato così perché fa deragliare
la catena, serve a farla salire o
scendere da un ingranaggio all'altro.
Viene azionato da un cavo e lavora secondo
il principio del parallelogramma.
Il deragliatore posteriore chiamato cambio,
ha un braccio che serve a tenere la
catena quando sono impiegate le ruote
dentate più piccole.
Il manubrio da mountain bike permette di
posizionare le mani in un solo modo, quindi
molte MTB hanno delle impugnature
aggiuntive dette "protesi".
Le leve dei freni e del cambio sono facilmente
raggiungibili, in quanto integrate al
manubrio nei pressi delle estremità.
Le forcelle con sospensioni svolgono un
ruolo fondamentale per ammortizzare le
sollecitazioni del terreno e attutire contraccolpi
su braccia e gomiti.
Il telaio a doppio triangolo è semplice e ha
una struttura rigida. La maggior parte dei
telai è in lega (acciaio, alluminio o titanio).
Sono comunemente saldati o brasati (saldati
a temperatura più elevata), in alette di
metallo pretagliate.
La mountain bike è essenzialmente una bicicletta
da montagna e come tale ha
caratteristiche molto particolari che la differenziano
dalle altre biciclette. Studiata
appositamente per fare del fuoristrada, presenta
soluzioni tecniche e progettuali
diverse a cominciare dal telaio che deve
essere leggero ma robusto, i tubi che formano
l'ossatura hanno diametri e spessori
più grandi. L'impianto frenante è adatto a
rispondere alle frenate con tempestività e sicurezza,
il cambio ha una grande varietà
di rapporti di trasmissione, da 18 a 24.
Inoltre le forcelle formano angoli più ampi
per poter avere copertoni con sezioni maggiori,
indispensabili per affrontare
qualsiasi tipo di terreno. Gli organi di trasmissione
e la pedaliera sono montati più
in alto per evitare danni causati dagli ostacoli
dei percorsi fuori strada.
La struttura della MTB

25
cerchio
valvola deragliatore corona cavi serie sterzo mozzo
freno a disco raggi
pneumatico
forcella
sella ammortizzatore telaio pipa leve freni
manubrio
deragliatore pedali
cassetta
freno a disco porta borraccia

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Immaginiamo una scena
State camminando con la vostra famiglia lungo uno spettacolare sentiero di montagna, gli uccelli che cantano, il sole che
splende. Vi fermate accanto al sentiero a guardare il panorama e a mangiucchiare un panino. Improvvisamente la pace
viene turbata da schiamazzi e grida che provengono dall'alto del sentiero, in un batter d'occhio un gruppo di tre ciclisti in
mountain bike esce a tutta velocità in derapata da una curva, spruzzando fango e pietre ovunque e alzando un tremendo
polverone. Passando, uno dei ciclisti urta lo zaino con la macchina foto appoggiata sopra che va a finire dentro una pozza
La mountain bike ha dato un grande impulso al ciclismo
fuoristrada e ha introdotto un numero sempre crescente di
persone alla bellezza della campagna e della montagna.
Dall'inizio furono accolte con ostilità, erano considerate alla
stregua di moto senza motore, pronte a solcare i sentieri
e a disturbare la pace. Coloro che da sempre trascorrono
tempo libero in montagna furono così allarmati dall'improvviso
afflusso di ciclisti in alcune aree, che le mountain bike
furono bandite da molti sentieri.
Da allora la popolarità delle mountain bike è andata crescendo
e si è cercato di dimostrare che il ciclismo
fuoristrada è un'attività all'aperto valida che non danneggia
l'ambiente. Gran parte dei ciclisti stessi hanno cercato
di dimostrato di essere individui rispettosi e interessati ai
problemi ambientali.
La bicicletta è un mezzo ecologico. Diventa un attrezzo poco
legato alle esigenze di protezione dell'ambiente solo
quando è usata in modo non propriamente civile, tanto più
che è un mezzo meccanico. Un corretto comportamento
evita alla categoria di mountain biker di essere etichettati
come dei vandali e giova all'immagine di questo giovane
sport. Le mountain bike verranno accettate definitivamente
quando non costituiranno più un argomento di discussione
e saranno considerate un mezzo di trasporto come altri.
Tuttavia, essendo un mezzo relativamente nuovo, vengono
ancora viste con sospetto.
Il comportamento del mountain biker

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Come si fa a questo punto a non odiare i mountain biker?
Incidenti come quello appena descritto capitano molto frequentemente.
Una conseguenza diretta di ciò è che in
molte zone viene proibito il passaggio di mountain biker.
Questo provvedimento però non colpisce unicamente i ciclisti
sconsiderati, ma tutti coloro che possiedono una
mountain bike.
Un ciclista in mountain bike si distingue su molti sentieri per
il fatto di essere l'unica persona che viaggia ad alta velocità.
Gli escursionisti, i cacciatori e i cavallerizzi procedono
lenti sul loro cammino. I ciclisti lenti sono ben accetti da tutti
gli altri utenti dei sentieri, poiché la loro andatura è compatibile
con l'ambiente, ma se un escursionista incontra un
centinaio di ciclisti che pedalano lentamente e tranquillamente
con un atteggiamento amichevole, e un solo ciclista
maleducato che dimostra un atteggiamento di disprezzo
nei suoi confronti, è probabile che finirà per ricordarsi di
quell'unico ciclista.
Chi perde la calma con i biker che scendono a velocità elevate
su strade e sentieri frequentati anche da altri, ha
assolutamente ragione, perché, oltre al rispetto della tranquillità
altrui, bisogna anche garantire l'incolumità di tutti.

29
- Restare sui percorsi già tracciati per non arrecare danni alla
vegetazione e limitare l'erosione del suolo evitando di
tagliare per terreni molli.
- Rispettare le proprietà pubbliche e private, inclusi i cartelli
segnaletici, lasciando i cancelli così come sono stati trovati.
Rivolgersi possibilmente ai proprietari per chiedere il
permesso di entrare nei loro terreni. "Vietato entrare", spesso
significa solo "per favore chiedete il permesso".
- Non lasciare rifiuti. Portare con sé i propri e, se possibile,
raccogliere quelli abbandonati dagli altri.
- Non spaventare gli animali, siano essi domestici o selvatici.
Date loro il tempo di spostarsi dalla vostra strada.
- Rispettare la filosofia del ciclo-escursionista tesa al minor
impatto possibile con la natura. Limitarsi a scattare fotografie
e a lasciare impronte leggere portandosi via solamente
bei ricordi.
- Controllare sempre la velocità e affrontare le curve prevedendo
che si possa incontrare qualcuno. L'andatura va
commisurata al tipo di terreno e all'esperienza di ciascuno.
- Rallentare e usare cautela nell'avvicinare e nel sorpassare
altri escursionisti facendo in modo che si accorgano in anticipo
della vostra presenza.
- Dare la precedenza agli scursionisti non motorizzati: la
gente giudicherà la mountain bike dal vostro comportamento.
Negli USA ci si è posti questi problemi già da molto tempo,
ed è stato scritto il decalogo
NORBA (National Off Road Bicycle Association)

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- Tenere la destra
- Uscire il meno possibile dai sentieri, senza rovinare pascoli,
prati ad erba alta, tratti coltivati, torbiere e aree di
valore escursionistico, con profondi solchi lasciati dalle ruote.
- Lascia stare raccolti, bestiami o macchinari.
- Evitare di lasciare tracce e profondi solchi che si allargheranno
con la pioggia. L'unica traccia consentita è
l'impronta dei copertoni evitando inutili derapate, le gomme
larghe appoggiano in modo sufficientemente morbido
da evitare drastici segni. La ruota di una mountain bike,
quando non sia frenata o derapata, è molto meno erosiva
persino di uno scarpone, perché, girando, non deve creare
una base d'appoggio a ogni passo.
- L'escursione in mountain bike richiede una certa preparazione
fisica. Per evitare che ad altri tocchi la seccatura di
venire a toglierci dai guai, è meglio scegliere percorsi adeguati
alle proprie capacità e conoscenze.
- La prima azione da fare quando si incontra qualcuno sul
sentiero è avvisarlo della propria presenza per evitare che
si spaventi, quindi ridurre la velocità o addirittura fermarsi
per consentire il passaggio. Il saluto con un sorriso dovrebbe
venire spontaneo per chi lo offre e gradito a chi lo
riceve, creando così un’immediata simpatia. Se si fermano
loro per lasciarvi libero il passaggio, superarli a passo
d'uomo e ringraziarli cortesemente.
- Non spingersi mai in aree chiuse, ciò non fa altro che provocare
ulteriori restrizioni.
- Sarebbe utile contribuire alla pulizia dei sentieri e non al
loro deperimento: togliere dal sentiero i rami caduti, i sassi
rotolati per effetto della pioggia o della neve.
- Se volete allenarvi ad alta velocità, cercate una discesa
adatta che non sia percorsa da escursionisti e chiedete al
proprietario o al comune il permesso di utilizzarla per i vostri
allenamenti.
- Per soddisfare la voglia di alta velocità, servitevi delle
competizioni ufficiali. Nessuno ha nulla da obiettare contro
chi va veloce in mountain bike, purché ciò avvenga nel posto
giusto.
Ecco altre regole di comportamento che completano
il decalogo NORBA

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Immaginiamo adesso uno scenario alternativo
Vi siete seduti con la vostra famiglia lungo il sentiero per riposarvi, ammirare il panorama e addentare un panino, quando
un gruppo di tre ciclisti in mountain bike appare improvvisamente a velocità sostenuta dalla curva in cima alla salita.
Scorgendovi, i tre bikers rallentano immediatamente, e a pochi metri da voi si fermano. Nasce subito una conversazione
sulle cose interessanti da vedere lungo il sentiero. Uno dei ciclisti vi parla di una cascata lì vicino che vale la pena di vedere,
un altro vi avverte della presenza di un nido di vespe in cui stava per incappare. I ciclisti salutano augurandovi una
buona continuazione e se ne vanno tranquillamente.
Voi rimanete impressionati dal loro comportamento cordiale e disponibile, sembra proprio si stessero divertendo, e balena
in voi l'idea che non sarebbe male acquistare una mountain bike.

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Nel 1988, cinque gruppi di mountain bike della California si unirono per creare l’ IMBA
(International Mountain Bicycling Association). I gruppi erano preoccupati per il futuro di
questo sport, infatti molti sentieri venivano chiusi alle MTB per mezzo di associazioni equestri
e di escursionismo, e l'accesso si faceva sempre più limitato. Oggi le cose sono
cambiate molto, ma la chiusura di sentieri è ancora una cosa a cui l'associazione IMBA dedica
molto tempo, per mantenerli aperti con un metodo responsabile a livello di
sostenibilità e salvaguardia dell'ambiente.
L'IMBA viene supportata da 500 gruppi di MTB locali e oltre 34 milioni di membri in tutto il
mondo.
Due squadre di Cura dei Sentieri (Trail Care Crews TCC) hanno il compito di spargere la
voce in America. Viaggiano tutto l'anno incontrando ciclisti, gruppi di mountain bike e manager
terrieri per mostrargli e insegnargli a costruire e mantenere tracciati sostenibili, e per
istruirli su quanto sia importante rispettare gli altri utenti se a loro volta vogliono essere rispettati
dagli stessi. Per fare ciò, organizzano dei workshop gratuiti della durata di tre giorni.
Dal 1988 l'IMBA ha allenato più di 150000 persone e ha contribuito alla costruzione di
8000 km di sentieri, grazie a un milione di ore di lavoro volontario.
I sentieri devono essere sostenibili, ovvero il loro impatto ambientale e la loro manutenzione
devono essere il più basso possibile; devono essere divertenti da percorrere per evitare che
i biker sentano il bisogno di uscirvi; la rete di sentieri deve sempre offrire una serie di opzioni
tecniche, per facilitare l'accesso ed il divertimento a distinti livelli di abilità; quando si
costruisce un sentiero, bisogna osservare alcune regole per minimizzare l'erosione causata
dalle bici e dall'acqua. Secondo l'IMBA, è importante dotare i sentieri di una segnaletica
per indicare cosa aspettarsi da un determinato sentiero: distanza, difficoltà tecnica e terreno.
Nonostante sia un'organizzazione americana con sede a Boulder in Colorado, ha portato
la sua missione in diverse nazioni, tra le quali il Canada, aprendo una sede a Toronto.
Molti progetti, i "Trail solutions program", che comprendono la costruzione di vere e proprie
reti di tracciati, e facilitano la comunicazione tra le varie parti coinvolte, si sono svolti in
Italia, Israele, Australia, Messico e Inghilterra. Altri paesi con rappresentanti attivi sono
l'Islanda, la Norvegia, lo Sri Lanka, e la Svezia.
Manutenzione dei sentieri: l'esempio americano

34
- Non viaggiare da soli in zone isolate e se si devono coprire
lunghe distanze.
- Essere sempre autosufficienti. Destinazione e velocità media
verranno stabiliti in funzione dell'abilità personale,
dell'equipaggiamento, del terreno, delle condizioni meteorologiche
del momento e quelle previste.
- Affrontare le uscite solo se in buona condizione fisica.
- Portare con sé acqua e cibo a sufficienza in relazione al
tempo di percorrenza previsto.
- Non abbassare mai il livello di concentrazione, perché le
peggiori cadute avvengono spesso per distrazione.
- Tutti i materiali devono essere di buona qualità e garantire
il buon funzionamento. La mountain bike deve essere controllata
accuratamente prima della partenza.
- Prima di ogni uscita, si tenga conto delle condizioni atmosferiche
e del tempo a propria disposizione, perché non
sempre con il buio è sufficiente un fanalino a pila per tornare
a casa, e la nebbia, o la pioggia, o il peggioramento
del tempo, possono rovinare l'escursione e mettere in difficoltà;
la conoscenza del percorso e l'ausilio di una cartina,
consentono di orientarsi e ritornare per la via più breve.
- Portare sempre con se un telefonino.
- Avvisare sempre qualcuno circa l'itinerario, anche breve,
sul quale si intende avventurarsi, così che, in caso di incidente,
si sa dove cercarci.
- Portare sempre con se il kit di riparazione
- Quando esiste l'eventualità di tornare tardi e di rientrare
con il buio, portare sempre con se un fanalino posteriore (a
led) e uno anteriore (a pila).
Qui di seguito alcune norme fondamentali di sicurezza - Usare sempre il casco, le cadute su sassi, rocce e alberi
sono molto frequenti. Inoltre usare un abbigliamento tecnico
da bicicletta, guanti e occhiali compresi.
Norme di sicurezza

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Le mulattiere
sono strade secondarie che alternano la
terra battuta a pavimentazioni con lastre di
pietra o ciottoli. Il loro nome deriva dal fatto
che in passato venivano sfruttate con l'ausilio
di animali da soma come il mulo. La loro
pendenza non è mai eccessiva, nemmeno
quando cominciano a salire in quota.
Le insidie per i biker sono costituite dai vari
tipi di materiali che si alternano, con il rischio
di incastrare la ruota anteriore tra le
pietre o le fessure, e dalla pavimentazione
che diventa viscida con la presenza di foglie,
rami, acqua e ghiaccio.
corrono questo tipo di strada, possono essere
le pietre o le canaline che riducono
l'equilibrio e possono pizzicare le ruote.
In estate il fondo in terra battuta può rivelarsi
fastidioso per la polvere alzata o per i
profondi solchi creati dalla pioggia.
Le strade sterrate
rappresentano un buon approccio per la
loro facilità. Il fondo è ghiaioso oppure
compatto e dotato di canaline di scolo dell'acqua.
La carreggiata è solitamente
sufficiente larga da consentire il passaggio
di automobili. Le insidie per i biker che per
Abbandonando la strada asfaltata per addentrarsi
in un percorso a fondo naturale, ci
si trova ad affrontare strade sterrate, mulattiere,
sentieri più o meno stretti e
tracciati poco regolari. Inoltre bisogna tener
conto che a dipendenza delle
stagioni, i fondi dei percorsi mutano.
I terreni solcati dalle MTB

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e ai colpi di sole. In inverno basta coprisri
e attrezzarsi. L'insidia peggiore è costituita
dal ghiaccio, che può anche
nascondersi sotto le foglie, il terriccio o gli
aghi di pino.
corsi, con rischio di smottamenti.
Ma cnche inverno e estate sono interessanti.
In estate bisogna fare attenzione al
repentino mutamento delle condizioni meteorologiche,
alle giornate di troppo caldo
La stagione migliore per praticare questo
sport è l'autunno, i colori e gli scenari sono
stupendi, gira poca gente, la temperature è
mite e i terreni sono molto compatti. Mentre
in primavera, il disgelo rende fangosi i per-
Fuori dai sentieri
Se si esce da qualsiasi tracciato per attraversare
pendii o falsi piani, la maggior
insidia è data dalla scarsa visibilità del terreno
ricoperto da arbusti e vegetazione e
dal fatto che tale vegetazione può impigliarsi
tra i raggi del mezzo.
Bisogna prestare particolare attenzione a
non incappare in buche improvvise, avvallamenti
o rocce che possono mettere in
pericolo l'equilibrio.
Una particolare attenzione va data durante
l'attraversamento dei boschi, al fogliame
che riduce l'aderenza e nasconde buche,
rocce e radici, e a rami e tronchi che possono
invadere il sentiero.
Un altro punto che deve essere preso con
molta attenzione, è il passaggio nei pressi
di costoni rocciosi e scarpate.
I sentieri
si trovano perlopiù in quota, più o meno ripidi
con fondi vari e quindi con difficoltà
diverse.
I sentieri in terra battuta non richiedono impegni
particolari, ma in caso di pioggia o
di profondi solchi lasciati dalle erosioni, le
piccole pietre e le rocce possono diminuire
l'aderenza. I sentieri con sassi e rocce prevedono
un maggior impegno tecnico.

37
Bici da trial
Una bici da trial ha una speciale protezione per la ruota libera,
è più bassa delle normali mountain bike, ha una sola
velocità, e spesso ha gomme molto grosse, più grandi dei
pneumatici normali. Inoltre sono provviste anche di staffe
più alte e di un telaio molto angolato. Gli atleti di trial in genere
usano pedali piatti senza fermapiedi e calzano
scarpe morbide che permettono di sentire il pedale e dominare
meglio la bici.
Bici da discesa o down hill
Biciclette estremamente specializzate, pensate esclusivamente
per la discesa. Hanno telai molto robusti,
sospensioni di grande escursione, impianto frenante potentissimo.
I prezzi sono molto elevati.
Bici free-ride o fun
Caratterizzate da un uso rivolto più al divertimento che alle
competizioni.
Biciclette bi-ammortizzate con sospensioni di grande estensione.
Manubri larghi, telai dalle forme svariate. Pesano un
po' più rispetto alle bici da cross country.
Il costo è circa di 1500 franchi.
Bici race
Sono bici destinate unicamente alle competizioni di Cross
Country e sono caratterizzate da pesi molto contenuti, anche
inferiori ai 10 chilogrammi. Sono studiate per una
massima resa biomeccanica a scapito della comodità, infatti
sono adatte per restare in sella unicamente dalle 2 alle
3 ore. I prezzi variano dai 4000 agli 8000 franchi.
Bici da cross country
Biciclette destinate all'escursionismo e alle gare. Sono quelle
più diffuse per le loro caratteristiche di polivalenza.
I prezzi oscillano tra i 1300 e i 5000 franchi.
Ammortizzate anteriormente e sempre più anche posteriormente.
Modelli base
Sono quei modelli, venduti nei negozi specializzati che
oscillano su prezzi tra i 600 e i 1300 franchi. Consentono
già di percorrere tutti i tipi di sentieri.
Tipi di mountain bike

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Le gare di orientamento
mettono alla prova la resistenza di un biker alla fatica, le
sue capacità di orientamento e di scelta del tracciato per
arrivare alle diverse mete. La condizione psicofisica deve
essere perfetta. I concorrenti partono a gruppi di due e a
un'intervallo di due minuti l'uno dall'altro. Devono trovare
lungo il percorso i posti di controllo. Vince chi accumula il
maggior numero di punti.
Lo slalom parallelo o Dual Slalom
nasce ispirato all'omonima gara sciistica. Due percorsi di
uguale lunghezza vengono disegnati fianco a fianco su di
un ripido pendio. Sul percorso sono disposte porte simili a
quelle usate nello sci. Due concorrenti lasciano contemporaneamente
il cancelletto di partenza cercando di arrivare
per primi al traguardo.
Il Cross Country
è il tipo di gara più comune con la mountain bike, sono simili
alle corse su strada sia per la struttura che per lo sforzo
fisico richiesto. Le gare di questa disciplina vengono svolte
normalmente su un percorso che varia dagli 8 ai 24 km e
che le categorie percorrono per un numero diverso di volte
a seconda della loro abilità ed esperienza. Una gara offre
una certa varietà di terreni: discese tecniche o ripide, curve
strette, salite con grandi pendenze, percorsi con diverse
difficoltà tecniche, ma la maggior parte del percorso dovrebbe
snodarsi lungo ampie strade in terra battuta.
Il Down Hill
è una corsa in discesa in mountain bike, della durata di pochi
minuti lungo colline erbose o pendii alpini. Discese che
raggiungono fino ai 65 chilometri orari di velocità.
Con una mountain bike ci si può specializzare in varie discipline,
dal Down Hill, al Cross Country; dal Dual slalom;
al BMX (tipo motocross, in una pista di terra battuta piena
di salti); dal Biketrial alle competizioni veloci; dalle competizioni
a percorso breve alle gare in salita.
Le varie discipline competitive della MTB

39
Le gare di regolarità
sono un altro tipo di competizione derivata da un'analoga
specialità motociclistica e attraggono ciclisti non interessati
alle velocità elevate e che tuttavia non disdegnano un po'
di competizione. Il percorso delle gare regolate può comprendere
tratti in pavé, strade in terra battuta, sentieri facili
e difficili, colline ripide e cross country. Il percorso è segnato
con frecce o altri segni e sta al concorrente prestare
attenzione a non sbagliare strada.
A diverse parti del percorso viene assegnata una velocità
media alla quale non si può sgarrare, poiché lungo il percorso
ci sono vari punti di controllo. Lo scopo è di arrivare a
ciascun punto di controllo in un momento preciso.
Arrivando troppo presto o troppo tardi si subiscono punti di
penalità.
Le gare in salita
contano due tipi di competizione: quelle in cui la salita è
percorribile nella sua interezza e il vincitore è colui che arriva
in cima nel minor tempo possibile, e quelle in cui la
salita è praticamente impossibile da percorrere nella sua interezza
e in cui vince chi arriva più in alto.
Le competizioni a percorso breve
sono semplicemente delle gare di mountain bike che si tengono
su un percorso di pochi chilometri ricavati all'interno
di parchi cittadini o aree urbane. I tracciati possono comprendere
strade in pavé, prati erbosi, cave di ghiaia,
strade abbandonate, ecc.
Il Biketrial
è una delle più popolari forme di competizione fuoristrada
inMTB. Ispirato ad analoghe competizioni motociclistiche,
l'idea base è quella di percorrere un breve tratto di terreno
accidentato senza che i piedi tocchino terra. Le zone, di solito
una decina, sono delimitate da nastri rossi e blu.
Un concorrente affronta questo percorso tre volte, per un totale
di 30 prove. In questo tipo di competizione, la velocità
è ininfluente, ciò che conta è l'accuratezza.
Le competizioni veloci
sono corse a cronometro in discesa, in cui un corridore alla
volta cerca di scendere per un percorso in terra battuta nel
minor tempo possibile. Queste gare sono caratterizzate da
un alta velocità, elevati livelli di adrenalina e altrettanti elevati
livelli di rischio.

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Le prime gare in mountain bike erano le pionieristiche
Repacks del 1976, prove di discesa a cronometro, improvvisate
su un percorso mozzafiato che scendeva di 296
metri in 3,2 chilometri. Da allora questo sport si è diffuso in
tutto il mondo e vanta un organizzazione più accurata,
eventi diversi e percorsi spettacolari.
Alcune competizioni sono entrate nella leggenda di questo
sport, come quella che si svolge nel Colorado, tra Crested
Butte e Aspen, la quale impone la traversata del passo
Pearl, a 3800 metri di dislivello. La Kamikaze invece è la
Downhill più famosa del mondo, si svolge in California sulla
Sierra Nevada. Sulla sabbia vulcanica della Mammoth
Mountain, a 3370 metri, i bikers si sfidano lanciandosi a
folli velocità che raggiungono i 100 chilometri orari.
I grandi eventi della mountain bike vanno dal Campionato
del Mondo a quello Europeo a un circuito importantissimo
come la Coppa del Mondo, sia di discesa che di Cross
Country. E quest'ultima disciplina è entrata a far parte dei
Giochi Olimpici, ufficialmente a partire da Atlanta 1996.
La Coppa del Mondo è il punto di collegamento tra Europa
e Stati Uniti, infatti si svolge per metà oltreoceano e per l'altra
metà in Europa. Le gare sono spettacolari perché
presentano percorsi tecnici e faticosi, con lunghe salite o
saliscendi.
Nel 2003 i Campionati Mondiali furono affidati al Ticino,
uno dei percorsi nati in quell'occasione è stato recentemente
trasformato da pista di gara in percorso Cross Country
segnalato. Un'opera momentanea è stata concretizzata in
un progetto duraturo nel tempo. I Mondiali 2005 si sono tenuti
quest'anno a Livigno, mentre l’edizione 2006 sarà
invece organizzata dalla Nuova Zelanda a Rotorua.
Le grandi competizioni

42
Oltre a questo campionato, sono organizzate altra gare:
la 4 ore del Monte Verità
la 4 ore di Lodrino
la 24 ore di Mendrisio
la staffetta del Gottardo
la Staffetta della Grossalp
il Gianetty Day MTB
il Momo Bike Rally a Mendrisio.
In Ticino esiste un campionato che si disputa tra luglio e settembre
su tutto il territorio in cinque tappe. Quest'anno le
tappe si sono svolte a Campra, Sobrio, Fusio, Nara e a
Grono. La classifica finale è stilata sommando il punteggio
di 4 delle 5 gare. In caso di parità tra due corridori, fa stato
il punteggio della 5 gara.
Si stila una classifica unica di donne e tre classifiche maschili
a seconda dell'età.
Le competizioni in Ticino

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Il turismo in mountain bike, chiamato anche cicloturismo, è sinonimo di libertà, libertà di
andare dove le vostre gambe riescono a portarvi: per piccole strade poco frequentate, attraverso
paesini tranquilli, su per montagne impervie, con una velocità tale da permettere
di stare a contatto con l'ambiente e tutto ciò che esso comporta. Posti e itinerari che non potrebbero
essere apprezzati del tutto quando vi si passa in automobile, ammesso che con
questo mezzo vi si possa passare. La mountain bike offre al turista la versatilità.
Le biciclette sono predisposte al trasporto di carichi, se adeguatamente equipaggiate, sono
sufficientemente robuste da sopportare carichi pesanti, e mantengono al contempo la
necessaria stabilità. I copertoni grossi, robusti e a pressione ridotta, sopportano pesi elevati
e permettono una guida dolce. Inoltre si bucano con minor frequenza.
La cosa migliore è che la libertà garantita dalla bicicletta è aumentata dal fatto che tutto
l'equipaggiamento è rimovibile per poter esplorare in strada e fuoristrada le zone visitate.
L'obiettivo più importante non è fare sport, bensì ampliare i propri orizzonti non soltanto
geografici, ma anche mentali. Viaggiare apre la mente, facendoci incontrare gente nuova
e modi di vita diversi dai nostri.
Molte associazioni organizzano viaggi in bici. Gli organizzatori hanno percorso l'itinerario
più volte e ne conoscono le difficoltà. Il percorso è programmato e le sistemazioni sono
già prenotate, così ci si può concentrare sulla pedalata.
Il turismo in mountain bike

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Le vette d'Europa
tra le Alpi, le Dolomiti e i Pirenei, stanno diventando meta per appassionati di mountain bike,
stazioni sciistiche diventano sempre più, in fuori stagione, mete per bikers.
La Gran Bretagna
è uno dei paesi che più si prestano ad essere percorsi in mountain bike. Alcuni paesaggi
unici per la loro bellezza come le Highlands in Scozia, South Down e il parco Snowdonia
sono diventati mete fisse di appassionati delle lunghe passeggiate fuoristrada.
Il Dartmoor, nella regione occidentale inglese, è una grande landa selvaggia, colline ricoperte
da foreste e brughiere, che si estende per 500 km2 , con altitudini che variano dai
210 ai 610 metri. L'unico inconveniente è che si tratta di una regione soggetta a repentini
mutamenti di tempo.
Il South Downs è una catena ininterrotta di colline di 160 km, che accompagnano il litorale
sud dell'Inghilterra. Per la bellezza del paesaggio, è una zona molto frequentata dai biker.
Le Highlands in Scozia offrono l'imbarazzo della scelta di percorsi, perlopiù sentieri tracciati,
ma praticamente integri, per chi ama pedalare in solitudine.
I Borders scozzesi, sulla frontiera posta a sud-est della Scozia, offrono paesaggi incantati e
condizioni di terreno molto variate. Quasi tutto il territorio è ricoperto da foreste.
La regione del Galles sembra creata apposta per la mountain bike, offre molte scelte di itinerari
fuoristrada tra le colline nel parco nazionale di Snowdonia e i Brecon Beacons.
Le regioni dei laghi hanno un paesaggio magnifico e i tracciati per mountain bike sono i
più difficili da percorrere
Le regioni del Peak District e del Yorkshire dales offrono paesaggi pittoreschi e percorsi molto
impegnativi.
Il mountain biking guadagna spazio, il turismo dedicato a questo sport sta prendendo sempre
più piede, ed esplora tutto il mondo.
Mountain bike in giro per il mondo

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Australia e Nuova Zelanda
La mountain bike è diventato uno sport popolare anch in Australia e in particolare nel
Nuovo Galles del Sud, in Queensland e in Victoria. In Australia si possono attraversare deserti
immensi e scalare montagne innevate.
Le Snow Mountains a circa sette ore da Sidney sono perfette in estate per le mountain bike.
In Nuova Zelanda si trova natura intatta, un paese poco popolato, valli verdeggianti e
montagne ripide, difficili e con passaggi tecnici. Nei parchi nazionali sono stati messi a
punto tracciati lunghissimi attraverso foreste incontaminate.
La Nuova Zelanda conta due grandi isole. Le migliori piste per bikers sono nell'Isola del
Sud, lungo la catena delle Alpi neozelandesi.
Il Mediterraneo
offre infinite possibilità di mete per mountain bikers.
La Spagna offre alcuni dei più bei percorsi in mountain bike: le vette dell'Andalusia e la
Sierra Nevada.
Le Canarie, per la loro natura vulcanica, sono particolarmente indicate per la pratica del
fuoristrada e molti sono i sentieri tracciati.
Il Marocco offre delle bellissime escursioni attraverso le montagne dell'Antiatlante e
dell'Altoatlante, dove si incontrano vette di 4000 metri.
Una tra le mete preferite in Italia è il lago di Garda con le sue colline, dove si trovano sentieri
già attrezzati e appositamente marcati per mountain bike. Per chi ama l'avventura, è però
consigliabile un escursione in Sardegna, mulattiere abbandonate, strade bianche che costeggiano
il mare o tracciati in salita, tecnici e montagnosi.
La regione della Turchia che più si presta ad essere attraversata in bici è la Cappodocia:
i continui terremoti e le erosioni vulcaniche hanno creato stupendi paesaggi.
La Costa Azzurra è una regione che, lasciato alle spalle il litorale, offre diverse possibilità
per gli amanti del fuoristrada. Sentieri che si inerpicano in collina, in un clima fresco e ideale.
Questa regione è famosa per la discesa di Cap d'Ail.

46
Africa e Asia
sono anch'esse meta di escursioni in mountain bike.
Il Nepal è diventata una tappa obbligatoria per i bikers e risalire l'Himalaya in mountain bike,
è diventata un'alternativa al trekking.
In India i migliori tracciati Himalayani si trovano nella parte settentrionale.
Nella piana meridionale del Nepal c'è una regione coperta di foreste, presso il parco nazionale
del Chitwan, con tracciati appositi per mountain bike.
In Kenia, Tanzania e Repubblica Sudafrica è possibile trovare percorsi attrezzati per MTB.
Il Nord America
è il paradiso della mountain bike. Offre tutte le possibilità per gli appassionati del fuoristrada,
dai deserti alle foreste, pareti e vette da scalare. Negli Stati Uniti però molte aree sono
proibite alle mountain bike, ma d'altra parte si trovano interi parchi riservati ai bikers.
Le Montagne Rocciose si estendono dal Colorado fino al Canada, lungo la costa occidentale
degli Stati Uniti. I migliori terreni per i bikers si trovano attorno alla città di Durango,
divenuto luogo di incontro per amanti del mezzo. La particolare posizione delle Montagne
Rocciose e la spettacolarità del deserto del Nuovo Messico costituiscono il paradiso della
mountain bike.
Moab Utah è uno dei punti più spettacolari del mondo. Arrivarci in mountain bike è un impresa
da brivido. Si tratta di un enorme roccia arancione trasformata dal clima in una pista
naturale per MTB. La superficie è ondulata e l'aderenza perfetta.
In California del sud è nata la mountain bike e qui il suo sviluppo non ha pari nel mondo.
Purtroppo molti sentieri tracciati dai pionieri del mezzo sono stati chiusi ai bikers e inoltre è
stato fissato un limite di velocità di 24 km orari su quasi tutti i sentieri.
Bib Bear e Mammouth sono due tra le più rinomate stazioni sciistiche in inverno e di MTB in
estate in California. Le piste sono classificate in base alla difficoltà. Non a caso in queste
zone si organizzano da anni le più belle gare. A Mammouth si trova una delle piste da discesa
più famose: la Mammouth Kamikaze.
Baja California in Messico è meta di allenamenti invernali di molti team professionisti.
È una delle zone più frequentate dai bikers statunitensi, infatti possiede percorsi simili a
quelli californiani ma senza limite di velocità.

47
Dal loro esordio, le MTB sono state impiegate per compiere
imprese spettacolari.
Le tappe più importanti di questa avventura sono:
- La conquista in mountain bike del Kilimangiaro, la montagna
più alta dell'Africa, nel 1984, compiuta dai cugini
Nick e Dick Crane, è considerata il punto di arrivo dell'esperienza
di anni di scalate e di ciclismo in montagna.
Arrivati alla quota di 5900 metri, poterono pedalare ancora
pochi metri prima di crollare per mancanza di ossigeno.
La ricompensa tuttavia fu straordinaria: una discesa a ruota
libera. Coprirono una distanza di 80 Km in poco più di 8
giorni.
- L'attraversata del Sahara nel 1983 compiuta da Tim
Gartside e Peter Murphy, con l'attraversamento di 650 km
di pista sabbiosa in 17 giorni.
- Il percorso da Kathmandu in Nepal fino al campo base
dell'Everest nella primavera del 1983, compiuto da Brad
Grunewald e Craig Moffet.
- Sui ghiacci del Cervino nel 1984, da Zermat al ghiacciaio
del Teodulo e ritorno dal Passo del Teodulo a Zermat in
soli 4 giorni, ad opera di Kirk Davis, Vincent Hilton e
Roberto Breda
- La scalata del Monte Bianco nel 1984 da parte di Jaap
Lampe e di Eric Poo.
Le grandi imprese

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Dopo l'uscita in mountain bike, l'organismo necessita di
carboidrati. È consigliabile mangiare qualcosa nelle due
ore immediatamente successive allo sforzo fisico, altrimenti
il giorno dopo ci si sentirà stanchi.
I liquidi sono una cosa essenziale per il nostro organismo.
Anche solo una perdita del 2% del proprio peso, può invalidare
qualsiasi prestazione. È quindi necessario bere
regolarmente durante uno sforzo fisico, anche se non si avverte
la sete e specialmente nel caso di una forte
sudorazione. L'acqua naturale fresca è l'ideale perché viene
assorbita velocemente. Per ricostituire minerali, sali e
zuccheri si possono diluire nell'acqua gli appositi prodotti
energetici in commercio, che tuttavia non vengono assorbiti
velocemente dall'organismo come l'acqua naturale.
Almeno un'ora prima di partire per un'escursione in mountain
bike, è necessario consumare un pasto facilmente
digeribile, composto da cibi leggeri a base di carboidrati
che assicurino un adeguato apporto calorico-energetico.
Se l'escursione richiede uno sforzo prolungato, per essere
certi di assicurarsi le riserve di carboidrati indispensabili,
occorre portarsi appresso alimenti zuccherini privi di grasso
da consumare regolarmente a piccole dosi durante il
tragitto. Sono consigliabili alimenti come la frutta secca,
eccezionale fonte di energia; le barrette energetiche, caratteristiche
per l'apporto di zuccheri e l'immediata
assimilazione e trasformazione in energia; le banane che
contengono zuccheri, sono di facile digestione e sono ricche
di potassio, utile per prevenire i crampi.
Se vengono consumate tutte le riserve di carboidrati, ci si
trova repentinamente senza energie in crisi di fame.
Le gambe diventano pesanti all'improvviso, perdendo potenza.
Anche il livello di zuccheri nel sangue deve rimanere
elevato, una sua carenza provoca mancamenti e disturbi di
coordinazione.
I carboidrati sono il combustibile che permette al nostro organismo
di funzionare. Essi vengono immagazzinati nel
fegato e nei muscoli come glicogeno. Tra i cibi che forniscono
un grande apporto di carboidrati figurano patate,
pasta, riso e pane. Sono questi gli alimenti fondamentali di
cui dovrebbero essere costituiti principalmente i pasti.
Il corpo necessita inoltre di grassi come quelli assunti con
l'olio d'oliva o di semi, mentre quelli saturi animali sono
dannosi. Anche le proteine sono necessarie regolarmente
al nostro organismo per crescere e rinnovarsi. Le migliori
fonti di proteine sono le carni bianche, i fagioli, il pesce e
le lenticchie.
Pedalando con una certa frequenza, è indispensabile assumere
zuccheri, importante fonte di energia.
Le vitamine più importanti per uno sportivo sono le vitamine
A, C ed E, perché aiutano a non danneggiare i muscoli dopo
l'esercizio fisico. La vitamina A è contenuta nelle
verdure verdi, gialle e rosse come spinaci, carote, barbabietole
e mais. La vitamina E è fornita da noci, semi, oli di
semi e cereali integrali. La vitamina C è presente nelle verdure
crude o poco cotte e nella frutta.
Un altro apporto importante all'organismo è il ferro. Sintomi
di una sua carenza sono la spossatezza.
Si assume ferro mangiando verdure a foglia verde, frutta
secca, fagioli, lenticchie, carne rossa e pane integrale.
L'alimentazione del biker

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Il casco è un abbigliamento del corredo del mountain biker
indispensabile.
La mountain bike espone a molti rischi di caduta, e poiché
anche la caduta più stupida può avere conseguenze gravissime,
è il caso di portare sempre il casco.
Gli occhiali sono indispensabili per proteggersi non solo
dal sole ma da vento, polvere, insetti, schegge e altri corpi
estranei.
I guanti sono indispensabili per la mountain bike per proteggere
le mani in caso di caduta e in caso di freddo e
soprattutto per proteggere il nervo ulnare, che passa in
mezzo alla mano, da un'eccessiva sollecitazione trasmessa
dal manubrio durante l'azione. Inoltre sudore, fango e
residui di grasso potrebbero compromettere l'aderenza
delle mani sul manubrio. I guanti risolvono questo problema.
Le scarpe da bicicletta hanno una suola molto più rigida di
quelle normali, infatti devono distribuire il carico tra il corpo
del pedale e tutta la superficie del piede. Inoltre, a differenza
delle altre scarpe sportive, non devono ammortizzare
ma trasmettere la forza del piede al pedale senza dissipazioni.
Le specifiche da MTB hanno suole artigliate e in ogni
caso meno rigide di quelle da corsa, poiché nei percorsi in
MTB capita non di rado di dover scendere dalla sella e fare
lunghi tratti a piedi su sentieri impervi.
La giacca adatta per la mountain bike è corta sul davanti
per evitare che si arrotoli in posizione di pedalata e lunga
dietro per proteggere i reni dal vento e evitare che si solevi.
È traforata per favorire la traspirazione, evitare il surriscaldamento
e far evaporare il sudore. Inoltre possiede un
colletto alto che aderisce bene al collo per proteggerlo dall'aria
e per evitare che la giacca svolazzi mentre si
pedala.
La maglia adatta per mountain bike è in materiale misto cotone
o sintetico per riparare la pelle dall'umidità, il colletto
è rialzato con chiusura lampo per aprire facilmente e regolare
la ventilazione, e possiede tasche posteriori. Inoltre è
aderente per ridurre eventuali svolazzamenti e più lunga
dietro per coprire i reni. È utile portare sempre con se una
maglia di ricambio per cambiarsi quando ci si ferma e si è
sudati.
I pantaloncini adatti per la mountain bike sono in tessuto
elasticizzato, per garantire una certa libertà di movimento,
sono più bassi davanti per non comprimere l'addome, hanno
un imbottitura morbida sul cavallo per ridurre l'attrito e i
colpi, sono abbastanza lunghi per evitare lo sfregamento
della gamba con la sella, e hanno i bordi elasticizzati per
tenerli ben tesi sulla coscia. Si consiglia di non indossare la
biancheria intima sotto per evitare gli sfregamenti contro la
sella.
La mountain bike è uno sport che richiede un alto dispendio
di energia e che riscalda velocemente i muscoli. Proprio
per questo motivo, molti giubbotti sono realizzati in tessuto
traspirante, tipicamente traforato. Infatti se l'aria non circolasse,
in meno di una decina di minuti, pedalando a
un'andatura da moderata a sostenuta, ci si surriscalderebbe
notevolmente.
L'abbigliamento da adottare per le escursioni in mountain
bike è molto variabile in funzione della stagione, delle condizioni
atmosferiche e della quota a cui si svolge.
La scelta accurata dei capi di abbigliamento può contribuire
ad aumentare il comfort e a far apprezzare
maggiormente un'escursione.
L'abbigliamento del biker

50
Praticare il ciclismo fuoristrada, significa anche cavarsela da soli all'aperto.
Un repentino cambiamento delle situazioni climatiche, una rottura meccanica, una caduta
o semplicemente perdersi, può trasformare quella che era iniziata come una piacevole gita
in mountain bike, in una situazione di pericolo, ma se siamo preparati ad ogni evenienza,
tutto andrà per il meglio.
Quando si prepara una spedizione, per breve che sia, è necessario essere sempre pronti a
qualsiasi evenienza e avere con se sempre un corredo di emergenza anche se la cosa a
primo avviso potrebbe sembrare esagerata.
Un corredo di emergenza minimo contiene tre gruppi di oggetti: capi di vestiario, mappe,
acqua e cibo; corredo di emergenza personale; attrezzi fondamentali per la riparazione
della bici.
Una giacca impermeabile è essenziale, e consigliabile portare con se almeno una maglia
di ricambio. Lo scopo è quello di proteggere il corpo dall'umidità, dal freddo o dal sole, a
seconda del caso.
L'acqua è essenziale, ed è consigliabile portare con se uno spuntino da sgranocchiare in
caso di crisi di fame.
Portare sempre appresso una mappa, anche quando si pedala in luoghi che si pensa di conoscere.
Programmare un'escursione in mountain bike

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- Attrezzi multiuso per bici
- Un cacciavite piatto
- Un cacciavite a stella
- Chiave da 10 e da 8 mm
- Chiave imbus da 2-3-4-5-6 mm
- Pompa per gonfiare o bomboletta di Co2 con raccordo
- Due leve per copertoni
- Un cavo per il freno posteriore
- Un kit per la riparazione della camera
- Una o due camere d'aria di ricambio
- Uno smagliacatena
- Due perni di ricambio per la catena
- Qualche cm di filo di ferro per riparazioni d’emergenza
- Coltellino svizzero, per qualsiasi evenienza
- Cerotti e disinfettante
- Fiammiferi o accendino
- Bussola
- Soldi, servono sempre
- Telefonino in caso di emergenza
In sintesi
- Giacca impermeabile
- Maglia di ricambio
- Mappa
- Acqua
- Snack

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La mountain bike è una tendenza sempre in crescita, tanto che gli enti locali turistici stanno
sempre più prendendo provvedimenti per creare offerte interessanti in questo senso.
Nel Mendrisiotto l'ente turistico locale si è mobilitato verso la disciplina della mountain bike
proponendo quattro tracciati, facilmente percorribili, pronti entro la fine dell'estate 2005,
realizzati con la collaborazione di MOMO Bike, la società attiva nel settore, e il TCS.
Inoltre nel centro commerciale Fox Town è stato aperto un punto informativo per dare la possibilità
alle associazioni di presentarsi e presentare i propri prodotti.
Tendenze

Seconda parte Stato dell’arte del tema

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Mi è capitato più volte di vedere siti di privati che propongono le vie di arrampicata, le gite
in MTB o le escursioni pedestri che hanno fatto. Si tratta di un tentativo unilaterale di condivisione
delle informazioni. Interessante.
Ho visitato circa un'ottantina siti internet:
- Siti che parlavano di sport in generale e all'aria aperta in Ticino: mountain-bike, escursionismo,
arrampicata, bici da corsa, corsa, parapendio, arrampicata.
- Siti degli uffici del turismo ticinesi
- Siti di città ticinesi
- Siti vari di associazioni, federazioni, privati e società
- Alcuni siti Svizzeri e Europei
Per quanto riguarda l'escursionismo, l'offerta è veramente vasta. Ogni associazione, privato
o società propone i suoi itinerari e i suoi consigli, che a volte si ripetono. La regione è
trattata globalmente, da Nord a Sud, ma d'altra parte non esiste un sito che riassuma tutto.
Per quanto concerne la MTB, l'offerta è un po' più ristretta, ma comunque abbastanza abbondante,
soprattutto per la zona del Sottoceneri. Il Sopraceneri è un po' povero di
proposte a livello di web. Anche in questo caso ognuno tira l'acqua al suo mulino, associazioni,
società e privati propongono i loro percorsi, e non c'è nulla di unificato.
Per quanto concerne gli altri sport all'aria aperta, non si trova molto su internet.
L'unico sito che propone percorsi per la corsa è www.percorsovita.ch.
L'arrampicata ha un paio di siti che propongono tutta l'offerta della regione.
Per quanto riguarda il paracadutismo, un paio di siti raggruppano tutte le informazioni necessarie.
Siti internet
L'idea iniziale a proposito del tema generale per il mio lavoro di diploma, era quella di
creare un sistema di percorsi unificato e un sistema informativo per tutti gli sport all'aperto in
Ticino (escursionismo, bici da strada, mountain bike, arrampicata, parapendio, corsa,
ecc.) arrivando ad una condivisione intelligente dei vari percorsi in contemporanea alla
salvaguardia del territorio. Ciò significa non intervenire in modo invasivo sul territorio e sensibilizzare
gli sportivi ad un comportamento corretto nei confronti dell'ambiente e della
gente che usufruisce di questo ambiente, sviluppando una campagna di sensibilizzazione.
A questo punto ho cominciato ad analizzare il materiale presente in Ticino sullo sport all'aria
aperta.
Dagli sport all’aperto alla mountain bike
Introduzione

56
Ho intervistato tre persone, una copia e un altro ragazzo tutti appassionati di MTB.
Praticano questo sport settimanalmente per il contatto con la natura, per il piacere di fare
sport e per il benessere che questo provoca.
I percorsi che hanno compiuto fino ad ora sono stati scelti all'inizio dalle poche guide in circolazione,
quindi per passaparola di conoscenti appassionati di MTB, oppure per caso
testando nuovi sentieri dalla cartina escursionistica. Con quest' ultimo metodo si sono imbattuti
a volte in zone poco propense a questo mezzo, e altre volte in percorsi piacevoli.
Non marcano mai i percorsi che hanno fatto. Peccato, specialmente per questi nuovi percorsi.
A proposito dei depliant o delle guide esistenti, ritengono che le cartine proposte non sono
molto utili perché non sempre marcano le curve di livello, le fontane i luoghi dove fermarsi
ad ammirare il paesaggio, a mangiare o a visitare qualcosa di caratteristico, informazioni
importanti. Inoltre ritengono le schede tecniche molto imprecise.
Per quanto riguarda gli altri sport, un intervistato spiega che:
l'offerta per la bici da corsa è ampissima, basta prendere una cartina stradale, dove c'è
asfalto c'è un percorso.
Per la corsa il discorso è simile, si può correre ovunque. Sarebbe eventualmente utile un
percorso in cui sono marcati ogni tot i chilometri appena percorsi, così ci si regola ogni volta
come allenamento.
Interviste
Sono andata in alcuni uffici turismo a prendere depliant, mappe e raccolte che potessero
essere interessanti per la mia ricerca. Sono uscita con circa una sessantina di opuscoli.
Molti opuscoli sono la versione cartacea del relativo sito internet.
La maggior parte è indirizzata a turisti che restano pochi giorni in Ticino, a cui si propone
un ampio ventaglio di offerte sportive di facile e medio livello, per un target che va dalla famiglia
allo sportivo dilettante.
Un altro tipo di informazione è il libretto di Promozione salute svizzera indirizzato a chi non
fa sport per incitarlo a cominciare. Sensibilizza sul benessere che apporta l'attività fisica.
L'offerta per quanto riguarda l'escursionismo è molto ampia, a partire da depliant specifici
sul tema, per poi proseguire nei depliant di funivie, funicolari, capanne, monti, o enti turistici
di una regione, che propongono ognuno i possibili itinerari.
Si trovano addirittura banche che propongono collane di itinerari escursionistici o di mountain
bike.
Inoltre si trovano cartine escursionistiche pedestri o di ciclopiste 1:60000 o cartine più specializzate
con itinerari di mountain bike o di trekking.
Librerie , biblioteche, edicole
In libreria e in biblioteca ho trovato moltissimi libri su itinerari escursionistici pedestri ticinesi
e solo un paio su percorsi per mountain bike.
In edicola l'unica rivista di sport all'aria a aperta è "Vivere la montagna", che tratta più che
altro escursionismo.
Depliant

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Così ho cominciato a fare una ricerca simile a quella appena compiuta ma sul tema più
specifico della mountain bike e i suoi percorsi in Ticino.
Mi sono presto resa conto, che per quanto riguarda il campo dell'escursionismo, il materiale
esistente è già abbondante e piuttosto esaustivo, ci sono una miriade di libri che
propongono ognuno i propri itinerari; per la corsa non esistono altro che i percorsi vita, ma
mi sono chiesta se aveva senso creare dei percorsi definiti; per la bici da strada, la cartina
delle piste ciclabili in concomitanza con la cartina delle strade, basta come mezzo per scegliere
dei percorsi;
L'unica possibilità concreta mi sembrava esistesse per la MTB, la proposta di itinerari infatti
non copre ancora completamente tutto il Ticino, ci sono vari percorsi non ancora scoperti,
e quelli segnalati sono esposti tante volte in modo indegno. Questa mancanza è spiegabile
pensando che si tratta di uno sport relativamente nuovo, senza radici solide quanto, ad
esempio, l'escursionismo.
Conclusioni

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La parte veramente valida di questi libri (la storia della mountain bike, come preparare un
itinerario, cosa portarsi appresso, il kit di riparazione, il comportamento del biker, scegliere
una mountain bike, ecc) la si trova molte volte anche nella parte introduttiva dei libri e delle
guide di itinerari per mountain bike.
La bibliografia è completamente italiana, in Ticino non sono mai stati pubblicati libri di questo
genere. Ne troviamo alcuni in Svizzera tedesca.
Si tratta per la maggior parte di manuali superflui, con le informazioni basilari sul mezzo,
trattate molto sommariamente. Piccole enciclopedie che danno un infarinatura su tutto ma
niente di più.
Inoltre la bibliografia, esclusi un paio di manuali, è piuttosto vecchia, e la tecnologia di
questi mezzi è cambiata enormemente negli ultimi anni. Fintanto che si parla di storia della
mountain bike, di codice di comportamento, di discipline della mountain bike, di come
preparare un itinerario, di cosa mettere in un kit di riparazione o della tecnica di guida,
i testi sono ancora attendibili, ma dal momento che si parla di struttura, telaio, freni e cambio,
di abbigliamento, scarpe, casco e pantaloncini, ecco che questi libri diventano
oggetti di antiquariato.
In ogni caso si tratta di libri acquistati eventualmente da chi comincia ad avvicinarsi a questo
sport, più che altro adolescenti. Non sono libri per uno sportivo che già pratica questa
disciplina. Infatti spiegano cose assolutamente basilari o cose, che si imparano una volta in
sella, provando e riprovando, eventualmente con qualcuno che te le spiega, non di certo
leggendole: "l'equilibrio a bassa velocità", "come fare le curve", "la frenata",
"come pedalare in salita", "superare gli ostacoli", ecc.
Il libro "Tecniche e Tricks per mountain bike" parla esclusivamente di queste cose.
A.Limatore, Tecniche e Tricks per mountain bike e biketrial, Ediciclo editore, Portogruaro 2002
F.Ferrero, Manuale della Mountain bike, Hoepli edizione, Milano 2001
G.Micheloni, F.Saletti, Guida alla mountain bike, Zanichelli 1998
D.Joyce, C.Reid, P.Vincent, Il grande libro della bicicletta, Idea Libri, Hong Kong 1998
D.Hope, La Mountain bike, tutto quello che dovete sapere, Fabbri Editori, Milano 1996
Verolengo 1996
F.Ferrero, S Schmitz, Quick mtb, Mountain Bike, struttura, scelta, manutenzione, Mulatero Editore,
R.Ballatine, R.Grant, Biciclette, Edizione Calderini, Bologna 1993
J.Olsen, Mountain biking, Edizione Calderini, Bologna 1993
G.Ragazzoni, Guide pratiche Mondatori: La bicicletta, Arnaldo Mondatori Editore, Verona 1993
M.Angeli, Mountain bike, scelta, manutenzione, competizioni, De Vecchi Editore, Milano 1992
Robert van der Plas, Mountain bike dalla A alla Z, Edizione Sperling & Kupfer, Milano 1992
Prima di iniziare a ricercare a proposito di percorsi di mountain bike in Ticino, ho letto alcuni
libri sul tema della mountain bike.
Analisi sulla letteratura di percorsi di mountain bike in Ticino
Libri sul tema in generale

59
In Ticino esistono unicamente due guide, entrambe recenti, la prima del 2001 e la seconda
appena uscita quest'anno. Mentre i libri italiani sono tutti di stampo piuttosto vecchio.
Interessanti le guide ticinesi, ma velocemente esauribili, infatti molti percorsi proposti si ripetono.
Chi pratica assiduamente la mountain bike, segue inizialmente i percorsi proposti,
quindi si stufa e cerca autonomamente nuovi itinerari.
In due dei quattro libri analizzati provenienti dall'Italia, troviamo alcuni itinerari ticinesi del
Sottoceneri in uno, e alcuni itinerari del Locarnese e della Vallemaggia nell'altro. Inoltre alcuni
percorsi che partono dall'Italia, sconfinano in paesi Svizzeri. La maggior parte di
questi percorsi si trova già nelle guide ticinesi.
Tutti i libri con percorsi per mountain bike propongono itinerari da facili a medi e difficili,
con pochi veramente impegnativi. La maggior parte coprono la fascia dei medi. Ecco che
servono unicamente a biker agli inizi. Manca una vera e propria raccolta che accontenti
sia il principiante che l'appassionato sconsiderato.
Per quanto riguarda l'esposizione dei percorsi, in tutti i libri si trova qualcosa di buono, ma
nessuno propone qualcosa di veramente completo e funzionale. Chi ha una cartina eccellente
si ritrova con una descrizione troppo sommaria, chi eccelle nella descrizione ha
magari un grafico altimetrico assolutamente inutile. Oppure qualcuno segnala alcune cose
nella cartina che un altro segnala unicamente nella descrizione e quindi non propone una
lettura immediata.
Bisognerebbe trovare un modo di esporre sia sommariamente che esaustivamente tutte le
informazioni, così che con il modo sommario si decide quale percorso piacerebbe intraprendere,
e con il modo esaustivo ci si informa al punto giusto da trovarsi preparati sul
terreno e non perdersi niente.
Inoltre è il caso di cercare di creare un esposizione dei dati che non obblighi a dover passare
da un tipo di comunicazione all'altro, dalla descrizione, al grafico altimetrico, alla
cartina, per riuscire a farsi un'idea completa del percorso.
Un altro fattore da non sottovalutare sono le fotografie, utili per farsi un'idea del luogo e per
invogliare ad intraprendere il percorso e trasmettere emozioni e passione.
Tararà Edizioni, Verbania 1997
Lago Maggiore, percorsi in bicicletta, a piedi e in mountain bike,
A.Coppa, L.Perazzi,
Edilciclo, 1993
Lombardia in mountain bike, Vol.1: Prealpi comasche,
M.Pinali, S.Romero,
Edilciclo, Portogruaro 1997
Lago Maggiore versante occidentale in mountain bike,
M.Parmigiani, M.Pinoli, O.Perni, S.Romero,
Centro di Documentazione Alpina, Torino 1996
Dal Lago Maggiore al Lago di Como in mountain bike,
M.Parmigiani, M.Pinoli, S.Romero,
Fontana edizioni 2005
Road book, mountain bike in Ticino,
L. de Franco, A. Curti, G.Lucchini,
Climb&Bike Edition, Maienfeld 2001
Esperienze in mountain-bike, Ticino,
Vital Eggenberger,
Introduzione
Ho proseguito la mia ricerca analizzando tutte le guide di percorsi per mountain bike in
Ticino e un paio della vicina Italia, per vedere cosa effettivamente esiste già.
Vedi analisi completa nel fascicolo1 in appendice "Analisi documentazione bibliografica".
Qui di seguito ho riassunto alcune mie considerazioni sulle seguenti pubblicazioni.
Analisi documentazione bibliografica

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Per quanto riguarda l'offerta di percorsi, bisogna ammettere che è abbastanza esauriente,
copre omogeneamente gran parte del Sottoceneri, della Leventina e del Locarnese, ma lascia
scoperta quasi completamente il distretto della Vallemaggia.
Anche all'interno delle pagine descrittive dell'itinerario, siamo obbligati a dover passare
da un tipo di comunicazione all'altro, cioè dalla descrizione, al grafico altimetrico, alla
cartina, per riuscire a farsi un'idea completa del percorso. Infatti nella cartina non troviamo
tutte le informazioni utili, così come non le ritroviamo tutte nel grafico altimetrico, ne nella
descrizione.
La guida è apparentemente molto ben strutturata, c'è la parte introduttiva sulla mountain bike,
la parte con riassunti tutti i percorsi e quindi l'esposizione degli itinerari, uno dopo l'atro.
Per quanto riguarda l'esposizione dei percorsi, se da un lato troviamo una cartina e un grafico
altimetrico piuttosto completo e funzionale, dall'altro abbiamo una descrizione a
parole troppo riduttiva del percorso e poche fotografie essenziali per rendere l'idea del luogo
e le poche proposte non mostrano molto e non trasmettono emozioni e passione.
Inoltre nella parte descrittiva del percorso non ritroviamo quelle informazioni principali riscontrabili
nella tabella riassuntiva iniziale. Ecco che ci tocca saltare da una parte all'altra
del libro per avere una visione completa del percorso.
Per il fatto che il libro è bilingue, troviamo la tabella con le informazioni principali descritta
a simboli, ma non propriamente intuibili. Ciò significa che ancora una volta ci tocca andare
nella parte principale del libro per visionare la legenda.
Seguono una cartina sinottica 1:150000 con marcata la posizione di tutti gli itinerari all'interno
del Ticino e una cartina della Svizzera più in piccolo che situa il Cantone Ticino, con
accanto una tabella contenente la lista degli itinerari e i dati principali.
Da qui in avanti seguono i vari percorsi descritti con alcune righe di testo, una tabella con le
informazioni principali, la cartina con il percorso e il grafico altimetrico della gita.
Il libro di Vital Eggenberger, "Esperienze in mountain-bike, Ticino", è una guida tascabile e
quindi facilmente trasportabile. Il testo della guida è bilingue, tedesco e italiano.
Ciò lascia intendere che sia indirizzato sia agli appassionati della regione, sia ai turisti
d'oltralpe che arrivano in Ticino per una vacanza all'insegna della mountain bike.
Descrive una quarantina di itinerari in MTB nel Canton Ticino e nella vicina Italia del Nord,
divisi abbastanza equamente in quattro regioni: Leventina e Valle di Blenio; Bellinzonese,
Locarnese e Ascona; Malcantone e Luganese; Mendrisiotto.
Come già accennato nella descrizione dei libri sulla mountain bike, troviamo nella parte
iniziale alcuni accenni sulle regole di comportamento per bikers, consigli sull'equipaggiamento
e sulla stagione migliore in cui percorrere i vari itinerari. Inoltre troviamo accenni
personali dell'autore sulle sensazioni che nascono andando in mountain bike e perché il
Ticino è una zona ideale per questo genere di sport.
Vital Eggenberger,
Esperienze in mountain bike, Ticino
Climb&Bike Edition, Maienfeld 2001

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Trovo che questo libro a primo acchito possa sembrare interessante, ma che ad una veloce
analisi risulti del tutto non funzionale. Il costo poi è veramente spropositato, 59 franchi!
Per quanto riguarda le schede a parte, gli autori del libro ritengono siano "uno strumento
agile e di facile consultazione da portare con sé durante il percorso."
Ma il supporto su cui sono state stampate è un semplice cartoncino che alla prima piega si
sgualcisce. Inoltre i vari punti indicati sono inutilizzabili unicamente con l'impiego di un ciclocomputer
tarato, senza il quale non è possibile misurare le distanze tra i vari punti.
Avrebbero dovuto segnalare ogni punto direttamente sulla cartina.
d'orientamento durante il giro. Serve in ogni caso il supporto di una cartina topografica.
Cartina e grafico altimetrico sono una delle informazioni principali che si guarda per vedere
se interessa o meno il percorso. La cartina è risolta talmente male che appiattisce
completamente il percorso, il grafico altimetrico è scritto talmente in piccolo che non invoglia
minimamente ad analizzare la situazione. L'unica cosa positiva è l'uso dei colori che
rende ben individuabile il tipo di terreno per ogni tratto di percorso.
In poche parole, per decidere se intraprendere un percorso, devo forzatamente leggere tutta
la descrizione e unire le varie informazioni al grafico e alla cartina. Operazione che
bisognerebbe invece fare una volta intravisto che il percorso potrebbe interessare.
La parte più interessante di tutta l'esposizione del percorso nel libro, è la parte scritta, la dettagliata
descrizione del giro. Decisamente molto esauriente, poiché riporta indicazioni
sulla direzioni di percorso da prendere, tipologie di strade e di sentieri, nome dei paesi e
degli alpeggi incontrati, peculiarità naturalistiche, architettoniche, paesaggistiche, distanze
chilometriche. Inoltre la descrizione è completata dalle fotografie di parti del percorso e
di panorami.
La parte scritta è tanto esaustiva quanto troppo sintetici e graficamente mal esposti sono le
cartine e i grafici altimetrici del percorso. La cartina non può essere presa come mezzo
Si tratta di un manuale strutturato in tre parti.
La prima parte, più generale, si occupa della storia della mountain bike, del comportamento
del biker, della scelta della bicicletta, di consigli sulla manutenzione,
dell'organizzazione della gita e riporta alcune note per impostare l'allenamento.
La seconda parte è dedicata ai 30 itinerari suddivisi in tre grandi aree geografiche
(Sottoceneri e Mendrisiotto, Bellinzonese e lago Maggiore, alto Ticino e Valli).
Ogni itinerario è scritto con note tecniche, descrizione testuale del percorso, cartina sintetica,
profilo altimetrico e foto scattate durante il percorso.
La terza parte consiste nelle schede a parte di ogni itinerario. Le schede contengono una tabella
nella quale sono riportate le informazioni necessarie al biker per seguire il percorso
scelto, una trascrizione grafica del percorso con le direzioni da prendere e le distanze da
percorrere.
Osservando i percorsi proposti, ci si accorge però che la maggior parte sono tratti tali e
quale dai percorsi proposti nel 2000 da Bike Explorer, vedi analisi CD Rom.
Evidentemente cambiano le descrizioni, di carattere più personale e le nuove fotografie.
Questa pubblicazione è a tutti gli effetti un libro, infatti le sue dimensioni sono piuttosto
grandi. Ciò nonostante è stato previsto di una mappetta a parte con schede trasportabili
per ogni percorso.
Questo libro è esplicitamente la volontà di tre appassionati di condividere con altri i percorsi
già vissuti per coinvolgere nuovi appassionati.
L. de Franco, A. Curti, G.Lucchini,
Road book, mountain bike in Ticino,
Fontana edizioni 2005

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Entrambi i libri sono della stessa collana e quindi ugualmente strutturati. Il primo volume contiene
28 percorsi situati nell'area geografica del bacino del Lago Maggiore ed in
particolare in corrispondenza della sua sponda destra. Gli itinerari comprendono anche
una divagazione verso nord con le prime alture alpine del Locarnese e della Vallemaggia.
Si tratta di una guida tascabile e quindi facilmente trasportabile.
L'esposizione del percorso è data dalle informazioni riassuntive, complete di annotazioni
tecniche o su cose da vedere, dalla descrizione analitica del percorso, molto esaustiva,
dalla cartina e dal grafico altimetrico.
La cartina è fatta a mano, molto sintetica, il grafico altimetrico è molto essenziale.
In poche parole c'è tutto, ma esposto in un modo un po' sommario, che poco invoglia di
prendere in considerazione.
M.Pinali, S.Romero,
Lombardia in mountain bike, Vol.1: Prealpi comasche,
Edilciclo, 1993
M.Parmigiani, M.Pinoli, O.Perni, S.Romero,
Lago Maggiore versante occidentale in mountain bike,
Edilciclo, Portogruaro 1997
Il tutto appare piuttosto scarno, non invoglia certamente ad intraprendere una gita.
Di interessante della cartina è che ha uno sfondo che suggerisce la morfologia del territorio
e quindi l'andamento del percorso. Ma il suo formato è decisamente piccolo, si fa fatica a
decifrare il tutto, inoltre il sistema per segnalare il percorso è confusionario. Non si sa il tipo
di fondo del percorso.
Per l'esposizione dei percorsi, abbiamo una tabella riassuntiva; una descrizione sommaria
con la difficoltà tecnica del percorso e la segnalazione dei luoghi caratteristici o panoramici,
nonché le possibili fontane che si incontrano nel tragitto; una descrizione analitica; e
ogni tanto la cartina con segnalato il percorso. Manca completamente un grafico altimetrico.
Per quanto riguarda i percorsi proposti, alcuni sono nuovi, atri sono già stati proposti in altre
guide o siti internet o opuscoli.
Si tratta di una guida tascabile facilmente trasportabile. Tratta tre zone prealpine sul tratto
compreso tra la sponda orientale del Lago Maggiore e quella occidentale del Lago di
Como, geograficamente divisa in Prealpi Varesine, Prealpi Luganesi e Prealpi Comasche.
Interessante per la mia analisi sono gli itinerari delle Prealpi Luganesi.
M.Parmigiani, M.Pinoli, S.Romero,
Dal Lago Maggiore al Lago di Como in mountain bike,
Centro di Documentazione Alpina, Torino 1996

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La descrizione sommaria riassume le difficoltà tecniche del percorso evidenziando anche i
luoghi caratteristici o panoramici, nonché le possibili fontane che si incontrano nel tragitto.
Interessante, in poche righe veniamo a sapere le cose che ci fanno scegliere un percorso
piuttosto che un altro.
Un'altra cosa interessante è la tabella analitica che riporta tutte le località attraverso cui si
passa con le indicazioni della quota, dei chilometri parziali da una località all'altra, di
quelli totali e della pendenza tra una località e l'altra. Inoltre ogni zona è caratterizzata dalla
lettera A se si tratta di fondo asfaltato o dalla lettera S se si tratta di fondo sterrato.
D'altra parte, troviamo però una cartina e un grafico altimetrico molto schematici, poco funzionali,
la tabella analitica riassumeva già le informazioni riproposte.
La descrizione più esaustiva del percorso permette di non perdersi, ma non lascia assolutamente
spazio a considerazioni sul territorio.
Si tratta di una guida tascabile e quindi facilmente trasportabile. Metà libro è riservato agli
itinerari di percorsi in bicicletta, l'altra metà si occupa di 20 percorsi a piedi e in mountain
bike. Si tratta di percorsi interamente su suolo italiano e quindi non rilevanti. Interessante invece
è la loro esposizione grafica. Il territorio corrisponde per morfologia a quello ticinese,
tenuto conto anche della vicinanza, quindi i tipi di percorsi proposti sono simili per difficoltà
e terreno.
Anche in questo libro troviamo per ogni itinerario la descrizione sommaria in poche righe
del percorso, la tabella riassuntiva, la tabella analitica, una descrizione circostanziata del
percorso, la cartina e il grafico altimetrico.
A.Coppa, L.Perazzi,
Lago Maggiore, percorsi in bicicletta, a piedi e in mountain bike,
Tararà Edizioni, Verbania 1997

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Nelle nostre edicole non troviamo alcuna rivista di mountain bike. Se andiamo in Italia ne
troviamo diverse della vicina Lombardia. Ho trovato una di queste riviste in biblioteca cantonale.
Sulle prime pagine troviamo riassunte quelle esistenti. Ce ne sono di vario genere,
da quelle che trattano la MTB a 360 gradi, a quelle che trattano la tecnica di base, quelle
che propongono consigli sull’acquisto, quelle che segnalano itinerari, i cataloghi delle nuove
MTB, e quelle specializzate in discipline come la BMW e il trial.
In ogni caso non troviamo segnalati itinerari Ticinesi.
Analisi riviste specializzate

Sette itinerari per mountain bike nella regione Valli di Lugano,
Qualche anno prima, nel 1995, l'ente turistico Valli di Lugano, ha pubblicato un semplicissimo
opuscolo formato A4 in cui proponeva sette itinerari in mountain bike. Fu uno dei primi
a proporre qualcosa del genere. La loro esposizione è molto semplice , ma funzionale.
Manca unicamente una descrizione dettagliata del percorso.
Dalla cartina bisogna basarsi molto sulla tabella accanto per capire l'andamento del percorso,
le salite e le discese.
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Ticino Turismo, Il Ticino in mountain bike
Raccolta di itinerari in MTB allestita da Ticino Turismo. Propone 21 itinerari in tutto il
Cantone con differenti livelli di difficoltà. Gli itinerari sono divisi in tre zone: Lugano e
Mendrisio, Lago Maggiore e valli, Bellinzona e alto Ticino. Ogni zona propone un tot di itinerari
raccolti in schede descritte abbastanza bene, solo la descrizione è un po' succinta.
Il cofanetto è ben fatto, ma molto elementare, ideale per un mountain biker agli inizi.
Interessante le indicazioni di luoghi da andare a visitare e di punti panoramici su chi fermarsi.
Manca la segnalazione delle fontane.
Cartina fotografica Lugano mountain bike
Lugano turismo propone con questa cartina 42 percorsi nel luganese. I percorsi sono dettagliatamente
descritti nel sito dell'ente turistico. Sulla cartina invece si trovano unicamente i
tracciati.
Questa cartina fotografica da un'idea del tipo di paesaggio e morfologia sulla quale si tro
va il percorso, ma crea difficoltà a percepire la dinamica dello stesso. Non si capisce
quando sale e quando scende e inoltre non sono segnalati gli altri sentieri e le altre strade
che si incontrano, utili per l’orientamento sul posto.
In ogni caso la quarantina di percorsi proposti è da prendere in considerazione poiché troviamo
varianti non pubblicate nelle guide principali.
Questo tipo di opuscoli non è una fonte interessante di percorsi per mountain bike.
Ho trovato però altri tre opuscoli e una cartina, un po' più sostenuti, specializzati nell'esposizione
di percorsi, che sono da prendere in considerazione.
Nel libretto di Promozione Salute Svizzera, indirizzato a chi non fa sport per incitarlo a cominciare,
troviamo una pagina sulla mountain bike con informazioni elementari per chi
comincia questo sport.
Negli opuscoli di società di impianti di trasporto (Monte Tamaro, Monte Lema, Cardada,
Monte Brè) troviamo alcuni itinerari, ma solitamente le uniche informazioni sul percorso a
disposizione dello sportivo sono la cartina e la brevissima descrizione del percorso.
Le stesse informazioni le troviamo sui siti internet affini.
Un'altra tipologia di percorsi è quella proposta dall'ente turistico di Vallemaggia, o quella
della gara Sun bike che espone il percorso con una cartina e il grafico altimetrico.
Introduzione
Nei sessanta opuscoli che avevo raccolto negli enti turistici, ne ho trovato una decina con
itinerari di mountain bike.
Vedi analisi completa nel fascicolo 2 in appendice “Analisi documentazione opuscoli”.
Analisi documentazione opuscoli

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Un altro dato interessante di questi fascicoli è la descrizione dei percorsi, decisamente
esauriente, occupa due pagine e tratta ogni singolo passaggio, a proposito del fondo stradale,
della difficoltà, della descrizione di cosa si vede attorno, ecc. Inoltre nelle pagine
che seguono si trovano note informative sul paesaggio, segnalate con dei numeri che corrispondono
ai numeri presenti sulla cartina che si trova all'inizio del fascicolo. Si tratta di
informazioni geografiche, storiche, naturalistiche e curiosità sulle valli, sulle cime, sugli alpi,
sulle località, sulle chiese, sui nuclei, ecc.
Veramente interessante, il giro in mountain bike diventa non più solo sport e svago ma pretesto
per informarsi culturalmente sulla zona in cui ci si trova.
Interessante di questa collana è il tentativo di sensibilizzazione verso i mountain biker sul
comportamento che devono tenere sul mezzo. In ogni fascicolo, la pagina immediatamente
seguente è dedicata alla sensibilizzazione sul comportamento dei mountain bikers. Per
ogni fascicolo c'è una fotografia con una frase e la firma della BSI con le seguenti parole:
"Chi rispetta le regole si diverte meglio"
Le frasi variano di fascicolo in fascicolo ("Restare sui percorsi tracciati per non arrecare danni
alla vegetazione e limitare l'erosione del suolo."; "Rallentare e usare cautela
nell'avvicinare e nel sorpassare altri escursionisti."; "Dare la precedenza agli escursionisti;
la gente giudicherà la mountain bike dal vostro comportamento."; "Non spaventare gli animali,
siano essi domestici o selvatici."; "Controllare sempre la velocità ed affrontare le curve
prevedendo che si possa incontrare qualcuno."
Le fotografie non sono pertinenti alle frasi citate, ritraggono unicamente dei bikers in ambienti
naturali.
Raiffeisen, A la décuvert du Pays du St-Bernard
La cartelletta contiene 21 schede che riportano altrettanti percorsi descritti molto graficamente.
La descrizione a parole è brevissima, segue la cartina e una tabella con segnalati i
cambiamenti di direzione. Si tratta di una tabella riscontrata già altre volte, molto interessante,
ma utilizzabile unicamente con l'ausilio di un ciclocomputer, perché i punti presi in
considerazione non sono segnalati direttamente sulla cartina.
Un'altra pecca di questa esposizione è la cartina, non funzionale perché priva di curve di
livello, impossibile percepire l'andamento corretto del percorso.
Un punto a favore di questo fascicolo è di aver stampato le schede su un supporto cartaceo
in seguito plastificato e dotato di cordonature per poterlo piegare e portarsi appresso nelle
gite senza paura di rovinarlo.
BSI, Paolo Crivelli, Montagne e valli ticinesi in rampichino
La Banca della Svizzera italiana ha pubblicato nel 1998 una serie di cinque opuscoli,
ognuno con un itinerario di mountain bike in Ticino, più uno introduttivo con alcune considerazioni
e consigli sulla pratica della mountain bike e sul mezzo.
I cinque percorsi uniscono alcuni giri conosciuti anche attualmente.

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Per quanto riguarda questo mezzo di esposizione dei percorsi, si può dire che diventa molto
interessante perché riesce a trasmettere la voglia di intraprendere il percorso attraverso le
fotografie e i video. Lascia però un po' a desiderare per quanto riguarda l'esposizione scritta.
In ogni caso potrebbe essere un mezzo di supporto per completare un libro.
Ogni itinerario possiede una paginata con le informazioni e le spiegazioni principali riguardanti
il percorso. Così da avere immediatamente una visione globale per decidere se
il percorso fa al caso proprio o meno. La descrizione è molto succinta, si limita con poche
parole all'indicazione della via da prendere, degli sfondi stradali e del panorama, ci si
aspetta di averne poi una in seguito più dettagliata, che purtroppo non esiste.
La spiegazione dell'itinerario è poi completata: dalla cartina topografica sulla quale è stato
inserito il percorso a colori che segnala per ogni colore un fondo stradale; da uno slide
show della gita, dalla salita alla discesa con didascalie che esplicitano dove sono state
scattate le fotografie; a volte da video che rendono molto bene l'entità del percorso e invogliano
ad intraprenderlo; e da un grafico altimetrico, anch'esso con i tratti del percorso
secondo lo sfondo.
Inoltre ogni percorso è dotato di una tabella che indica, secondo il chilometraggio percorso,
la quota raggiunta, il tipo di percorso, il tipo di svolta, la località di passaggio, le
indicazioni dei cartelli. Strumento utile solo se dotati di un ciclocomputer.
CD Rom: Gerd Schierle, Bike - Explorer Ticino, Svizzera 2000
CD Rom appartenente ad una serie prodotta in Svizzera sul territorio svizzero. (Ticino,
Grigioni, Svizzera dell'ovest, Vallese, Svizzera Centrale, Jura.). Il CD contiene 45 percorsi
in mountain bike distribuiti tra Leventina, Blenio, Bellinzona, Biasca, Mesolcina, Lago
Maggiore, Vallemaggia, Centovalli, Malcantone, Lago di Lugano e Mendrisiotto.
Per quanto riguarda l'offerta di percorsi, bisogna ammettere che è piuttosto esauriente, copre
omogeneamente tutto il Ticino, eccezion fatta per la Vallemaggia.
CD Rom , introduzione
Ho proseguito la mia ricerca analizzando un CD Rom di percorsi di mountain bike in Ticino
e tutti i siti che trattano di mountain bike in generale o di percorsi in specifico come siti di enti
turistici, di società di trasporto, di privati, di club, di associazioni, di gare, ecc.
Si trova di tutto, ma veramente poco è attendibile da prendere in considerazione.
Vedi analisi completa nel fascicolo 3 in appendice "Analisi documentazione mediatica" e
la raccolta delle paginate stampate.
Qui di seguito ho riassunto alcune mie considerazioni.
Analisi documentazione mediatica

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www.bellinzonaturismo.ch
L'ente propone 4 itinerari per mountain bike che si possono scaricare dal sito di Ticino
Turismo.
www.gambarognoturismo.ch
Segnala tre percorsi sul territorio, e li descrive molto sommariamente.
www.blenio.com
Il sito di Blenio turismo propone 6 itinerari per mountain bike tratti dalla guida
"Esperienze in mountain bike, Ticino" di Vital Eggenberger.
www.ticino-tourism.ch
Segnala il sito di riferimento del cofanetto prodotto dall'ente chiamato
"Ticino in mountain bike".
www.magicvalley.ch
Segnala due percorsi da reperire sul sito di Ticino turismo.
Analisi siti enti turistici
www.lugano-tourism.ch
Segnala 5 percorsi principali sul suo territorio e altri 45 descritti, reperibili sulla cartina fotografica
"Lugano mountain bike". La descrizione è piuttosto sbrigativa.
Siti internet, introduzione
Per quanto riguarda l'analisi di siti enti turistici, tre di quelli visitati segnala la presenza di
percorsi di mountain bike sul proprio suolo, e rimanda semplicemente alla guida pubblicata
da Ticino Turismo "Il Ticino in mountain bike" sul sito, oppure danno la possibilità di
scaricare direttamente la scheda in PDF.
Uno segnala i percorsi che ci sono nella propria regione proponendo la stessa esposizione
del libro di Vital Eggenberger, "Esperienze in mountain bike in Ticino".
Un altro ancora segnala percorsi che si possono trovare sulla cartina fotografica della regione.
In questo caso troviamo una descrizione dettagliata non proposta dalla cartina.
In poche parole sono tutti siti che traggono i loro percorsi da guide già esistenti o che fanno
loro da supporto.
Anche nel caso di siti di società di impianti di trasporto, i percorsi descritti si limitano evidentemente
all'area interessata e sono esposti in modo molto sommario. Si segnala la loro
presenza, alcuni dati e basta. Non si cerca affatto di vendere l'offerta.
Nell'analisi di siti di privati e società o associazioni, ho trovato un po' di tutto, come capita
sempre in internet. Pochi siti sono attendibili e ben esposti. Tra questi, due di privati appassionati
(web.ticino.com/rupabiker, www.extrememtb.ch), gli unici da prendere in
considerazione come spunto per nuove gite in mountain bike.
Ho completato la ricerca guardando anche siti di gare e altri siti affini a quelli di mountain
bike, ma non ho riscontrato nulla di interessante.

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www.campra.ch
È segnalato un unico percorso, valido per la Coppa MTB Challenge Ticino. Il percorso è
scaricabile in formato PDF.
Analisi siti di privati, club, associazioni
www.bike-explorer.ch
Si tratta del sito affine al CD Rom "Bike - Explorer, Ticino". Non espone ulteriori itinerari, né
quelli che si trovano nel CD Rom.
www.cardada.ch
Propone un percorso di mountain bike con una descrizione dettagliata del percorso, una
cartina poco funzionale, e il grafico altimetrico.
www.montelema.ch
La Funivia del Monte Lema offre due percorsi in mountain bike con eventuali varianti.
I percorsi possono venir scaricati in un documento formato PDF. I documenti sono ben fatti,
specialmente la cartina, ma la descrizione è molto limitata.
www.montegeneroso.ch
La società del Monte Generoso propone un percorso per MTB con salita in trenino.
Il percorso è completo di un grafico altimetrico e una tabella con segnalati la località, la
quota, i km dalla località precedente, i km totali percorsi e la descrizione. La descrizione è
sufficiente, ma non aggiunge altro che la pura descrizione del tracciato.
www.montebre.ch
La Funicolare Monte Brè offre un percorso facile e un percorso medio-difficile MTB.
La descrizione e la cartina con il percorso, sono gli stessi dell'opuscolo informativo "Monte
Brè in bike". In ogni caso si tratta di una descrizione alquanto riduttiva.
Analisi siti di società di trasporto
www.montetamaro.ch
La società Monte Tamaro propone due percorsi in mountain bike e il tracciato Cross
Country di Rivera, circuito della Coppa del mondo del 2003. C'è la possibilità di scaricare
la scheda de percorso. Ancora una volta la scheda è quella tratta dal cofanetto di Ticino
Turismo.
Analisi siti gare di MTB in Ticino
web.ticino.com/MTBExpedition/05-inizio_4-ore.htm
www.24ore.ch/4_ore_di_lodrino.htm
www.24ore.ch/
www.mtbchallenge.ch/
web.ticino.com/splocarnese/risultatistaffetta_grossalp.htm
www.momobike.ch/frame-1.htm
Analisi siti di MTB
www.swissgeo.ch
www.biciticino.ch/
http://www.salite.ch/struttura/salite.asp?stato=Svizzera
www.myswitzerland.com

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www.utoe.ch/programma_rampichino.htm
Non propone descrizione di giri.
www.casticino.ch/Programma/rampichino.htm
Non propone descrizione di giri.
www.extrememtb.ch
Sito di un privato. Sono allibita, ho trascorso più di mezza mattinata a perlustrare questo sito,
sono entusiasta, è completo e traspira passione da tutti i pixel prodotti.
Dopo aver visitato questo sito non ti resta che prendere una mtb e saltare in sella, impossibile
non ti sia balenato in testa questo pensiero. Basta leggere i messaggi rilasciati sul
guestbook, tutti entusiasti.
Sito molto completo e ben organizzato.
Per quanto riguarda i percorsi proposti, ce ne sono di assolutamente nuovi e descritti minuziosamente
con tanto di fotografie.
web.ticino.com/MTBExpedition
Sito di una società, non propone descrizione di giri.
www.timopro.ch
Sito di un privato appassionato di mountain bike. Si trova un po' di tutto, più che altro resoconti
di gare e gite fatte, il tutto condito con molte fotografie. Ma sono descritti molto
succintamente, solo due percorsi interessanti a livello Ticinese. Il sito è in costruzione.
www.mtbzone.tk
Sito di un giovane privato appassionato di MTB. Il sito è incompleto, con contenuti non pertinenti,
decisamente poco interessante. Si trovano solo due percorsi, per giunta mal descritti
www.cappef.com
Si tratta di un sito, prodotto da un gruppo di amici della montagna di Verbania, che propone
escursioni a piedi, in bici o con gli sci.
Per quanto riguarda le escursioni in rampichino, troviamo due itinerari ticinesi: Cimetta e il
Monte Bar. La loro descrizione si limita all'esposizione delle foto della gita fatta con i commenti.
Si tratta di un sito veramente brutto e mal organizzato.
web.ticino.com/rupabike
Sito di un privato, dedicato interamente al mondo della mountain bike. Dal sito traspare la
passione di questo uomo, specialmente dalle descrizioni degli itinerari. Il sito è molto ben
organizzato, ed i contenuti sono molto pertinenti. Si trovano: le ultime novità; le notizie sul
tema e i resoconti di gite vissute; consigli tecnici su modifiche da apportare alle mountain
bike; test e manutenzioni; gli itinerari delle gite fatte; fotografie delle varie uscite; racconti
sui viaggi e le esperienze vissute in mountain bike.
Il sito propone 10 itinerari, alcuni nuove varianti di quelli già pubblicati e altri nuovi.
La loro esposizione è esaustiva, con una parte di informazioni iniziali, la descrizione dettagliata,
puramente del tracciato, cartina e grafico altimetrico.
www.momobike.ch
Si tratta del sito del mountain-bike club di Mendrisio.
Il sito propone itinerari in mountain bike, ma rimanda con un link al sito web.ticino.com/rupabiker;
il programma annuale delle escursioni,;le foto delle escursioni fatte; consigli sulla
tecnica (link che rimanda al sito web.ticino.com/rupabiker); una pagina su viaggi in mountain
bike; una pagina con storie di mountain bike.
Sito interessante per alcuni contenuti ma non ha niente di proprio a proposito dell'esposizione
di itinerari.
www.sosto.net
Il sito, tra le varie escursioni a piedi, propone un uscita in mountain bike, tratta dall'opuscolo
"Montagne e Valli ticinesi in rampichino, edito dalla Banca della Svizzera Italiana". Si
tratta della versione ridotta del giro proposto sul fascicoletto.
www.bike-explorer.ch/topofticino
Si tratta di un sito che propone ogni anno un giro di 4 giorni in Ticino. Del giro si ha unicamente
un grafico altimetrico, alcune fotografie dei vari passaggi del tour e le fotografie
degli anni passati. Poco completo.

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Questa proposta non mi è giunta nuova, infatti anche uno dei primi intervistati, Fulgenzio
Mora, mi aveva elogiato i percorsi di Savognin. In una zona adibita a tracciati per MTB,
ha apprezzato che ad ogni bivio dei percorsi era marcata la direzione da prendere a dipendenza
di quale tracciato stavi percorrendo. Ogni tracciato era segnalato con un
numero. In questo modo non serve ogni volta fermarsi e prendere in mano la cartina.
Certo è che in questo modo si interviene drasticamente sull'ambiente, cartelli ovunque.
E d’altra parte, è poi così stupendo percorrere un sentiero senza fermarsi ad ammirare ciò
che ci circonda?
Alfio, 31 anni, è appassionato di MTB. Pratica questa disciplina regolarmente due volte la
settimana con giri corti e una volta la settimana con un giro lungo.
Appena cominciato con questa disciplina, per scegliere gli itinerari, usava le guide esistenti,
poi, ha cominciato ad esplorare autonomamente, cartina escursionistica alla mano.
Negli ultimi due anni Alfio ha avuto occasione di girare quasi tutto il suolo Ticinese e la vicina
Italia. Ha documentato ogni giro che compiva, interessante o meno che fosse, con
fotografie, dati tecnici, mappa con il tracciato e descrizione delle vari fasi del percorso.
Alcuni di questi nuovi itinerari li ha pubblicati sul suo sito personale www.extrememtb.ch.
Alfio mi ha confermato il fatto che i percorsi attualmente presenti sulle guide non sono che
un assaggio di ciò che potenzialmente offre il Ticino. In totale ci saranno circa ancora una
trentina-cinquantina di bei percorsi o varianti di percorsi non marcati.
Parlando delle guide attualmente disponibili per i percorsi ticinesi, Alfio si esprime in questo
modo:
Quelli proposti da bike-explorer sono fatti bene, ma sono sempre i soliti. Sono stati loro i
promotori di una catalogazione dei percorsi in Ticino.
L'ultima pubblicazione edita da Fontana "Il Ticino in mountain bike", Alfio la ritiene poco interessante,
infatti i percorsi proposti sono tratti da bike-explorer. Di innovativo propongono
le schede, risolte però in modo non funzionale, poiché non sono trasportabili, sono dotate
di una cartina inutile, spiegano cambiamenti di direzioni non marcati sulla cartina e propongono
fotografie a casaccio.
D'altro canto non disdegna la guida di Vital Eggenberger "Esperienze in mountain bike,
Ticino", con cartine decisamente interessanti, ma la definisce povera di descrizioni.
Per quanto riguarda i siti esistenti, sempre Alfio, spiega che ce ne sono alcuni di privati appassionati
come lui che pubblicano i propri giri, ma che in ogni caso è raro trovare nuovi
itinerari.
Alfio proponeva, come sistema veramente utile per un mountain biker, la segnaletica sul posto,
con cartelli non invasivi, ma che marchino ogni bivio. Infatti è scomodo per un biker
dover ogni volta fermarsi, prendere in mano la cartina o la scheda e decifrare dove deve
proseguire, mentre un cartello risolverebbe il problema. Alcuni monti già propongono un sistema
di segnaletica, come ad esempio il Monte Bar e la Val Colla con marcata la
direzione e i tempi di percorrenza, esattamente come per l'escursionismo.
Effettivamente i cartelli gialli ci sono già quasi ovunque, basterebbe aggiungere un nuovo
sistema per le mountain bike.
Intervista ad un appassionato

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Dall’intervista con alcuni biker, risulta che viene molto apprezzata la segnaletica di percorsi
per mtb, così che non si debba sempre in ogni momento fermarsi per consultare la cartina
topografica.
Ma una segnaletica per ogni percorso risulterebbe essere un intervento davvero invasivo
nei confronti dell’ambiente.
Bisogna pensare ad un sistema funzionale e immediato per muoversi sul posto. Il sistema
GPS potrebbe essere una buona soluzione.
Analizzando l’esposizione di percorsi di mountain bike su CD Rom e su internet, ci si rende
presto conto che la tecnologia ha la potenzialità di organizzare su vari livelli e in poco spazio
una moltitudine impressionante di informazioni fruibili secondo l’interesse.
Oltretutto, i mezzi come filmati, dia show, in supporto alle spiegazioni a parole, rendono
bene l’idea e trasmettono le sensazioni. Suscitano la voglia di intraprendere l’impresa.
Bisogna prendere in considerazione le potenzialità di un sistema informatico su piccola
misura da portarsi appresso, come ad esempio i palmari.
Le guide esistenti propongono ognuno una propria esposizione che pone l’accento più su
di un aspetto del percorso o più su di un’altro. A volte trattano a fondo la descrizione tecnica,
a volte l’eposizione è riferita più che altro all’aspetto turistico, a volte si trovano tabelle e
grafici, o una miriade di foto spettacolari.
Vari prodotti distinguono in una prima parte sotto forma di libro di approfondimento con fotografie
e descrizioni dettagliate, e una seconda parte con dati tecnici, grafici e schede
per muoversi sul posto. Altri prodotti propongono un opuscolo con informazioni aggiuntive,
da portarsi appresso, ma decisamente troppo riassuntivo per destare interesse.
Sarebbe interessante avere un prodotto unico, che tratti il percorso sotto tutti gli aspetti
possibili, con vari livelli di approfondimento. Sarebbe fantastico poter portarsi appresso
nel giro sia le informazioni riassuntive per lo spostamento che quelle di approfondimento,
senza dover distinguere in una preparazione del percorso prima, in cui ci si informa di come
è e di cosa c’è di interessante da vedere, e il percorso vero e proprio dopo, in cui ci si
muove sul posto vedendo effettivamente cosa c’è, ma senza alcuna informazione in più del
poco che ci si ricorda dalla sera prima.
Le stesse informazioni dovrebbero in questo caso essere organizzate in tal modo da essere
reperibili sia da casa che sul posto nel momento in cui ci si trova immersi in una situazione o
con qualcosa davanti che necessita di una spiegazione. Le informazioni dovrebbero essere
fruibili in momenti diversi a vari livelli di approfondimento, così che ognuno possa essere
libero di decidere quando e quanto approfondire.
Il tutto dovrebbe riassumersi in qualcosa di funzionale.
Non è concepibile un prodotto cartaceo che abbia in poco spazio così tante informazioni.
Si trova solitamente espoosta un unica variante di percorso per zona. A volte una guida ne
propone una e un’altra ne propone una seconda, non si trova una raccolta completa con
tutte le possibili varianti.
Sarebbe interessante creare un prodotto che raccolga tutte le varianti di tutte le zone.
Tutte le esposizioni di percorsi per mountain bike analizzate, propongono itinerari da facili
a medi, sono pochi quelli difficili, quindi vanno ad interessare unicamente i biker principianti.
Sarebbe interessante creare un prodotto utile a tutti allo stesso tempo, in cui sono raccolti
sia percorsi per chi è agli inizi, per chi se la cava e per chi eccelle, e sceglie l’itinerario che
più fa al caso proprio
Conclusioni

Terza parte Ricerca per uno sviluppo tecnologico

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L’industria della comunicazione mobile si è sviluppata a partire dallo stadio analogico,
per passare al digitale e arrivare con l’inizio del nuovo secolo all’attuale multimediale.
Le ricerche condotte negli ultimi anni, permettono di affermare con una certa sicurezza
che il mercato dei dispositivi mobili come i cellulari, gli smart-phone, i palmari e i gps,
è in continua crescita. La possibilità di poter ottenere informazioni in qualsiasi momento
in modo mirato, con dispositivi portatili senza fili interessa sempre più utenti in
svariati nuovi campi, e le loro esigenze continuano a crescere con la rapida evoluzione
delle tecnologie.
Basti pensare alla telefonia mobile, fino a una decina di anni fa, avere un telefonino
portatile era un lusso di pochi, nel giro di poco tempo invece è diventato un bene accessibile
a tutti, giovanissimi compresi. Le funzioni possibili con tale mezzo sono in
poco tempo moltiplicate, se agli inizi l’unica opzione possibile era telefonare, oggi
con un unico apparecchio si può anche fotografare, filmare, videochiamare, giocare
ai videogiochi, navigare in internet, ecc. La tendenza è quella di poter usufruire di tutte
le funzioni possibili ovunque, in modo semplice e veloce.
I palmari seguono la stessa evoluzione, in poco tempo, da semplici agendine elettroniche,
stanno integrando in un unico dispositivo svariate funzioni, assumendo le
potenzialità di un vero e proprio mini computer portatile con fotocamera, telefonino,
navigatore gps, ecc.
Per quanto riguarda i costi di queste nuove tecnologie, si può affermare che sono in
continuo ribasso. Nel giro di un solo anno, il prezzo di vendita di un determinato prodotto
tecnologico cala vertiginosamente, a causa del lancio sul mercato di versioni più
evolute.
I dispositivi mobili
Introduzione

75
I palmari sono prodotti da diverse aziende. Per la loro popolarità
si distinguono la HP con gli “iPAQ”, Toshiba,
ViewSonic, Dell e Fujitsu Siemens.
I loro costi variano molto a seconda delle funzionalità di cui
dispongono. In ogni caso si parte da un prezzo base di
250.- franchi.
Il peso si aggira attorno ai 195 grammi.
La grandezza complessiva dell’apparecchio varia di qualche
centimetro a dipendenza del modello.
170x73x19
130x78x16
120x70x19
114x71x11
Si trovano vari tipi di risoluzione dello schermo:
320x240 modalità normal
480x240 subpixel
480x272
480x320 quarter VGA
480x340 hipes
640x 480 alta risoluzione, risoluzione VGA
Uno dei palmari con la risoluzione maggiore che ho visto
era un 4” pollici di risoluzione 640x480 pixel.
telefonino, che sta portando all’esplosione del fenomeno
smarth-phone.
Alcuni palmari dispongono di una mini tastiera, i cui tasti
sono molto piccoli e occupano molto spazio. Altri la integrano
in schermate interne.
I diversi modelli di palmari si differenziano per la loro capacità
di memoria, che arriva fino ad un massimo di 4 giga,
per le dimensioni e il tipo di schermo. La loro memoria è
estendibile con il supporto di memory card.
Gli schermi più evoluti sono schermi transriflettenti TFT LCD ,
che assicurano una chiara visione contrastata anche in una
condizioni di luce non idonee, come la luce diretta del sole,
senza dover accendere la retroilluminazione.
Lo schermo conta 65000 colori, e può essere orizzontale
o verticale, i PDA più evoluti hanno la possibilità di cambiare
da orizzontale in verticale e viceversa.
Il palmare è un computer in formato ridotto tale da poter essere
portato sul palmo della mano. Viene designato con i
termini inglesi Palmtop, Handheld PC, o con la sigla PDA
che sta per “Personal Digital Assistant”.
Il primo sistema operativo per palmari, Message Pad, venne
sviluppato nel 1993 dal “Newton Team” di Apple.
Originariamente venne concepito come organizer, ma nel
corso degli anni si è fatto sempre più complesso, fino ad arrivare
ad offrire le stesse funzionalità di un vero e proprio
computer. Il settore ha visto la crescita esponenziale di funzionalità
e capacità dell’hardware, nonchè l’evoluzione
dei sistemi operativi e dei software utilizzati.
Allo stato attuale, un palmare non particolarmente evoluto
è dotato di orologio, calcolatrice, agenda, rubrica dei contatti,
la possibilità di memorizzare note, e la possibiltà di
collegarsi e scambiare dati con i computer fissi.
I palmari più evoluti arrivano ad una complessità tale da
avere la possibilità di installare programmi supplementari,
diventando mezzi per lavorare con i fogli di calcolo, giocare
ai videogiochi con grafica in 3D, riprodurre MP3,
guardare filmati, ecc. Alcuni, integrano direttamente la
connettività GSM e GPRS e quindi fungono anche da telefono
portatile e da mezzi per spedire e ricevere posta
elettronica, SMS, MMS, e navigare nel web. Una nuova
tendenza porta ad integrare in alcuni modelli anche un ricevitore
GPS consentendo al palmare di diventare anche
navigatore con i relativi programmi. Un’altra evoluzione è
l’integrazione di fotocamere digitali fino ad 1,3 megapixel
di risoluzione che permettono di fotografare e filmare.
L’evoluzione del palmare segue la tendenza, come per il telefono
mobile, di integrare in un solo dispositivo tutte le
funzioni, possibili. Il concetto di multimediale, unito a quello
di multifunzionale sta tracciando la rotta dell’informatica
e delle telecomunicazioni. L’esempio più evidente è costituito
dalla stessa fusione che sta avvenendo tra palmare e
I palmari

76
Il palmare è un concentrato di funzionalità comodo da portare
sempre con se ovunque. Permette l’accesso sicuro ad
informazioni internet rilevanti e a servizi, la facilità di trasporto
grazie alle sue dimensioni ridotte, l’interattività,
un’ampia memoria sfruttabile con svariati dati, e l’integrazione
della funzione gps.
D’altra parte potrebbe risultare negativo sotto altri aspetti,
come l’alto costo, la durata limitata delle batterie (massimo
4-5 ore a pieni regimi), e il difficile utilizzo per la massa.
Per quest’ultimo motivo è necessario sia il più intuitivo possibile.
I due sistemi operativi più in voga sono Pocket PC e Palm.
Il primo, sviluppato dalla Microsoft, nasce come espansione
tascabile del computer e,ne ripropone in piccolo le
varie funzioni e gli standard, anche a livello di hardware.
Recentemente anche alcuni smart-phone hanno adottato il
sistema operativo della Microsoft.
Il sistema operativo Palm invece nasce e si evolve come
perfetto gestore delle informazioni personali, e solo da un
paio d’anni, con l’avvento dell’OS 5, ha acquisito le capacità
multimediali proprie della casa Microsoft.

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Attraverso quella che è chiamata navigazione passiva, è possibile essere aiutati dal sistema
GPS nella navigazione verso un punto o lungo un percorso senza disporre di waypoint,
rotte o tracce predefinite.
Trovandosi su di un territorio, accendendo il GPS, il cursore di posizione si colloca esattamente
sul punto dove siamo in quell’istante. Anche se nel GPS non abbiamo programmato
alcun waypoit, rotta o traccia, possiamo comunque muoverci con sicurezza, sapendo in
ogni istante dove ci troviamo e seguendo gli itinerari segnati sulla mappa semplicemente
verificando che il cursore di posizione sia sempre posizionato sulla via che ci interessa e
non si discosti da essa.
Questo tipo di navigazione è possibile in una zona in cui non ci sono molti tracciati, come
nel caso di una zona di montagna. Infatti in città sarebbe impensabile, le rete stradale è
troppo fitta e i bivi si susseguono troppo frequentemente, così che ogni tot metri dovremmo
scegliere che direzione prendere.
La navigazione passiva permette di proseguire di passo in passo senza essere condizionati,
restando liberi di scegliere di volta in volta come proseguire lungo i percorsi per
raggiungere un determinato luogo. D’altra parte si rinuncia a vantaggi della navigazione
attiva come la possibilità di visualizzare in tempo reale i dati di viaggio o di essere guidati
attraverso i bivi.
Attraverso quella che è chiamata navigazione attiva, l’utente è tenuto a programmare il dispositivo
GPS per raggiungere una meta (waypoint) o percorrere rotte o tracce predefinite.
Ad ogni bivio, il GPS segnala la direzione da prendere per raggiungere la meta predefissata
attraverso la via ritenuta più idonea. Nel caso in cui non si imbocca la via segnalata, il
GPS ricalcola una nuova via per raggiungere il waypoint.
I vantaggi della navigazione attiva sono quelli di poter visualizzare dati di viaggio aggiornati
in tempo reale riferiti al punto di partenza e al punto di arrivo, e di farsi guidare
attraverso i bivi senza dispendio di energia e tempo per decifrare da che parte andare.
Navigazione attiva e navigazione passiva
La principale funzione di un GPS è quella di individuare la posizione dell’utente attraverso
coordinate ed eventualmente, secondo il dispositivo, di collocarla all’interno di una mappa.
Il sistema GPS può venir sfruttato in due modi: attraverso una navigazione attiva o
attraverso una navigazione passiva.
Introduzione
Il sistema GPS, Global Position System, attualmente in uso, venne sviluppato a partire dagli
anni ‘70 e completato nel 1993 dagli Stati Uniti, per motivi principalmente militari.
Il Ministero della difesa voleva seguire il percorso di mezzi militari sulla terraferma ed in
mare in modo da localizzarne la posizione in ogni momento e consentirne eventuali operazioni
di supporto e di salvataggio.
Il GPS è un sistema di individuazione della posizione che si basa sul raggruppamento di
24 satelliti artificiali orbitanti attorno alla terra alla quota di circa 20.200 Km . Attraverso
un adeguato ricevitore, i segnali di posizione inviati dai satelliti vengono elaborati, con
un’accurata procedura di triangolazione, e tradotti in un punto, espresso in latitudine e longitudine,
che può essere riportato su di una cartina topografica. Si può così sapere in
modo preciso dove ci si trova, dove si è passati, a che velocità si sta andando, e che direzione
bisogna prendere per dirigersi verso un determinato punto. Inoltre è possibile
ricervere la velocità e la direzione di marcia. Tale sistema sta divenando sempre più diffuso
tra gli strumenti a disposizione di chi vuole orientarsi con la massima precisione senza tanta
fatica.
I ricevitori GPS funzionano all’aperto, non è quindi possibile utilizzarli all’interno di un appartamento
o in sotterranei, ma devono poter avere il cielo libero su di se per ricevere il
segnale satellitare.
Anche l’Europa sta lavorando per attivare un proprio sistema di posizionamento globale
chiamato GALILEO, che dovrebbe diventare completamente operativo per l'anno 2008.
GALILEO sarà un sistema di posizionamento destinato ad un uso esclusivamente civile e sarà
amministrato dai Governi e dall'industria aerospaziale ed elettronica europea.
Alcuni modelli base della Garmin raggiungono le 20-30 ore di autonomia.
I dispositivi più modesti prevedono un hard disc di un minimo di 16 MB, ma i più potenti arrivano
fino a 2 ,5 giga per poter caricare più mappe alla volta. Eventualmente si possono
aggiungere schede di memoria supplementari.
La maggior parte dei GPS possiede le istruzioni vocali per concentrarsi sulla guida.
I produttori più conosciuti dei dispositivi di navigazione satellitare per auto e personali sono
Garmin, Tom Tom, Mio Digiwalker, Newman.
GPS, Global Positioning System

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I GPS per la navigazione a piedi, sono pensati impermeabili
e robusti, e dispongono di una gamma comune di staffe
di montaggio. La loro autonomia è molto alta, un modello
della Garmin che funziona a pile stilo, arriva fino a 30 ore
di autonomia.
I dispositivi
I GPS più essenziali riportano in bianco e nero le coordinate
del punto in cui ci si trova, l’altitudine, la distanza che
manca per arrivare al punto programmato, una freccia di
direzione che indica da che parte è il way point, il nord,
ecc. senza alcuna cartina.

79
I GPS più evoluti invece sono dotati di un display a colori
sul quale sono visualizzabili le mappe che illustrano la nostra
situazione, e sulla quale è segnalata con delle icone la
presenza di punti di interesse, quali ristoranti, ospedali,
edicole, ecc.
Questi apparecchi più evoluti sono normalmente utilizzati
nel campo automobilistico, dove la rete stradale è talmente
particolareggiata che senza una mappa non ci si salverebbe.
Questi apparecchi inoltre sono dotati di una funzione
vocale che annuncia gli spostamenti da fare visualizzati sul
display. In caso di ostacoli o svolte errate, i navigatori per
le automobili, ricalcolano il percorso e propongono le strade
alternative per raggiungere il punto programmato.
Le mappe sono scaricabili da computer a GPS e viceversa,
o su una scheda di memoria aggiuntiva, così da portarsi
appresso solo ciò che serve senza dispendio di memoria.
Alcuni nuovi GPS dispongono della tecnologia Bluetooth,
attraverso la quale possono connettersi direttamente al telefono
portatile che si ha in tasca per effettuare telefonate o
visionare la rubrica con un unico dispositivo, seguendo
contemporaneamente la navigazione.
Un’altra funzione che si ritrova sempre più spesso è la possibilità
di ricevere informazioni aggiuntive in tempo reale
attraverso la rete GPRS, come le informazioni sul traffico o
sulla meteo.

81
Esistono GPS studiati appositamente per motociclette e scooter che prevedono una custodia
resistente ed impermeabile, fissabile facilmente su qualsiasi mezzo.
Tale dispositivo vanta un semplice schermo touchscreen pensato per essere sensibile anche
nel caso si indosano i guanti, e con funzione antiappannaggio e antiriflesso per garantire
la migliore visualizzazione possibile con qualsiasi condizione atmosferica.
La batteria Lithium-Ion assicura fino a 5 ore di navigatione.
Una cuffia ergonomica, studiata per essere fissata all’interno del casco, assicura un chiaro
ascolto delle istruzioni vocali impartite dal dispositivo.
Schermate di dispositivi TomTom, leader
europeo di dispositivi per la navigazione.
Nel suo sito, TomTom ha riservato uno spazio
chiamato “community” dedicato agli
utenti che vogliono condividere immagini,
impressioni di luoghi in cui sono stati.

82
Tom Tom ha pensato il suo sistema di navigazione anche
per lo smart-phone
Lo stesso sistema di navigazione TomTom è stato pensato
anche per essere caricato su palmari.

83
Con un processore a 300 MHz e 64 MB di memoria, si ha
la possibilità di giocare ai videogiochi in 3D
e guardare filmati
Esisono programmi di navigazione pensati appositamente
per essere installati direttamente su palmari provvisti di
un’antenna per la ricezione GPS

84
La ditta Navman Europe, come anche la Garmin, riconoscendo
la necessità di un maggior livello di
informatizzazione nel trasporto, ha progettato una gamma
di personal trainer che sfrutta la tecnologia GPS per fornire
all’utente tutte le informazioni riguardo alle performance
sportive, con la precisione di un satellite. Ciò include velocità
e distanze esatte percorse, altitudine totale, lunghezza
del percorso, tempo del percorso e molte altre funzioni. Il
prodotto è rivolto a quegli sportivi interessati a monitorare
la loro performance sportiva.

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Si calcolano 64 pixel per un touch.
Esistono touch screen su cui si appoggia il dito e questo a
distanza di 100 pixel crea un cursore preciso al pixel.
La maggior parte dei modelli usa un foglio di plastica trasparente,
sottile e resistente, aderente alla superficie dello
schermo.
Molti schermi di GPS o palmari sono dotati di touch screen,
una tecnologia che rende la navigazione più
immediata e intuitiva.
Il touch screen è uno schermo sensibile al tocco, un dispositivo
hardware che consente all'utente di interagire con un
computer toccando lo schermo. È l’alternativa all'uso di altri
dispositivi di puntamento come il mouse o la touch pad.
Gli schermi transflexive cercano di unire le caratteristiche
migliori dei transmissive e dei reflective. Hanno un semispecchio
posto dietro il display, in grado di riflettere la luce
frontale (come i reflective), ma di far passare la luce proveniente
da un illuminatore posto nella parte posteriore (come
i trasmissive). Questo tipo di display si va diffondendo rapidamente,
soprattutto negli apparecchi mobili (telefoni
cellulari e computer palmari), per la sua buona leggibilità
in tutte le condizioni di luce.
ce artificiale mantiene i consumi energetici molto bassi. Un
piccolo schermo LCD consuma così poco che può essere
alimentato da una semplice cella fotovoltaica. Questi
schermi hanno una buona leggibilità in condizioni di forte
illuminazione ambientale, mentre risultano sempre meno
leggibili al diminuire dell'illuminazione esterna.
Gli schermi LCD di tipo reflective usano la luce presente nell'ambiente
che viene riflessa da uno specchio posto dietro
lo schermo. Questo schermo ha un contrasto più basso rispetto
al LCD transmissive, infatti la luce è costretta a
passare due volte attraverso il filtro. Il vantaggio principale
di questo tipo di schermo è che l'assenza di una fonte di lu-
Gli schermi LCD posso essere usati in due modalità denominate
transmissive e reflective. Gli schermi di tipo
transmissive sono illuminati da un lato e vengono visti dall'altro.
In pratica una luce viene posizionata sul retro dello
schermo e i cristalli liquidi agiscono da filtro fecendo passare
solo la componente cromatica desiderata. In questo
modo si ottengono schermi molto luminosi, d'altro canto,
però la fonte di luce spesso consuma più energia di quella
richiesta dallo schermo in se. Questi schermi hanno una
buona leggibilità in condizioni di scarsa luce ambientale,
mentre diventano poco visibili in condizioni di forte illuminazione,
risultando adatti per l'uso in interni.
TFT è l'acronimo di Thin Film Transistor, un pannello LCD
che consente a tutti i palmari di disporre di uno schermo
con colori brillanti, estremamente reattivo e con bassi consumi.
La qualità dell’immagine guadagna moltisimo, ma
ciò si ripercuote sul costo.
Alcuni modelli dispongono di schermi Transflective TFT retroilluminati
per una massima visibilità anche in presenza di
poca luce.
Gli schermi piatti dei computer, dei palmari e di altri dispositivi
utilizzano la tecnologia a cristalli liquidi (LCD, Liquid
Crystal Display). Il fluido di cristalli liquidi, racchiuso fra
due lamine di vetro, è un mezzo attivo che viene utilizzato
per produrre l'immagine sullo schermo.
Lo schermo ha la caratteristica di essere piatto e leggero.
Lo schermo
I GPS sono dotati di un canale audio che lavora con il sistema
di posizionamento entrando in funzione in determinati
momenti.
Si tratta di una tecnologia che interagisce con l’utenete permettendo
di muoversi liberamente nello spazio, senza
prestare particolare attenzione ad un determinato supporto
cartaceo o multimediatico. L’attenzione può così venir concentrata
direttamente sull’ambinete in cui si sta muovendo.
Si tratta di un opzione decisamente interessante nel caso di
un dispositivo per muoversi con la mountain bike in montagna,
dove il tempo di reazione deve essere maggiore vista
la velocità più elevata rispetto ad un semplice escursionista
a piedi.
L’audio

86
La nuova PSP, Playstation portatile è un dispositivo grande
quanto un GPS o un PDA.
Possiede uno schermo a 16:9 di 4,3”pollici e con una risoluzione
di 480x272. La visione allo schermo è
impressionante, si possono guardare dei film senza problemi,
nonostante la grandezza limitata dello schermo.
Il suo schermo a 16:9 permette di inserire i vari dati lasciando
la parte centrale per la visione del gioco vero e proprio.
Possiede 16,77 milioni di colori e un cip per la visione in
tridimensione.
Oltre a consol per videogiochi, si propone come dispositivo
portatile di convergenza multimediale che permette di
riprodurre foto, mp3 e video, navigare in internet e comunicare
con altre PSP tramite wireless Access Point.
L’unico inconveniente è lo schermo lucido non permette
un’ottima visione se non distante da fonti di luce che creano
riflessi.
Molti navigatori usano lo schermo a 16:9, poichè permette
la possibilità di creare delle colonne di servizio ai lati, su
cui inserire le informazioni senza compromettere eccessivamente
l’area dello schermo dedicata alla mappa.
Lo schermo a 16:9

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Dopo l’iniziale mobilitazione dei cicloturisti verso la tecnologia
GPS, anche i mountain biker si sono organizzati.
Attualmente in internet si trovano diversi siti di appassionati
mountain biker che si scambiano tracciati per GPS. Altri siti
ancora propongono tracciati GPS tratti da guide e tradoti
sul web per i navigatori. In tal caso, lo scaricamento avviene
solo sotto pagamento.
Questo tipo di tecnologia si sta facendo sempre più strada.
I GPS usati a tale scopo sono solitamente molto semplici,
perlopiù quelli usati anche per l’escursionismo, piccoli e resistenti.
I più gettonati sono i Garmin etrex.
Una volta scaricata la traccia sul computer, per trasferire
l'itinerario sul GPS serve un software e un cavo seriale.
Ci sono vari tipi di software, facilmente reperibili su internet,
ad esempio su www.gpstm.com.
GPS TrakMaker è uno di questi programmi, facile da usare,
con parecchie funzioni interessanti, quali la possibilità di
aggiungere punti e di modificare le tracce prima di inviarle
al GPS.
L’itinerario scaricato viene visualizzato sottoforma di tracciato
semplificato, sopratutto per stare entro i 100 punti
che sono un limite per alcuni modelli di GPS.
Con modelli un po’ più potenti, o con palmari con ricevitori
GPS, c’è la possibilità con speciali programmi, di caricare
come immagine di sfondo una carta 1:25000 passata allo
scanner che va poi georeferenziata per fare in modo che
il posizionamento sia preciso.
In ogni caso non esistono ancora in Svizzera e in Italia cartografie
di sentieri per GPS.
Il massimo di informazioni in più che un tracciato del genere
può avere sono i paesi, i punti di partenza e arrivo e le
cime delle montagne principali.
Tracciati GPS per percorsi di MTB

89
L’applicazione di GPS nel campo della bicicletta ha portato
a pensare a supporti per il dispositivo.

90
Google Hearth
Esistono vari applicazioni che usano cartine in 3D.
Google Earth offre una rappresentazione in 3D di tutto il mondo con tanto di particolari di
colline, montagne e città, basata su immagini satellitari degli ultimi tre anni.
Nella mappa si può planare, atterrare, avvicinarsi alle costruzioni, volare su colline e montagne
come un videogioco, con la possibilità di ruotare le mappe e inclinare l’angolo di
osservazione.
La schermata iniziale si apre con la rappresentazione del pianeta sull’emisfero del continente
americano. Cliccando una volta, il globo inizia a ruotare, con un altro clic si ferma
dove interessa.
Sulla sinistra dell’applicazione un menu permette di selezionare diversi “strati” d’informazione
che vanno ad arricchire la mappa. Ad esempio se vogliamo conoscere il nome delle
vie e delle strade di una certa zona, selezioniamo lo strato (layer) “strade” e la mappa si arricchisce
di queste informazioni. Stessa cosa per sapere l’ubicazione in un determinato
luogo di farmacie, bar, centri commerciali, noleggiatori video, sono altrettanti strati che
Google Earth mette a disposizione. Se andiamo dalle parti di Manhattan (una delle zone
meglio definite del programma) possiamo visualizzare sulla mappa la collocazione di bar,
pizzerie, ristoranti cinesi e anche lavanderie. Gli “strati”informativi da sovrapporre alle immagini
satellitari sono circa trenta.
In un’applicazione come Google Earth e i suoi omologhi il virtuale si mette al servizio del
territorio, non pretende di affiancarsi alla realtà geografica e territoriale, ma la rappresenta
nella maniera più efficace e minuziosa possibile.
Software con mappe in 3D

91
Atlante della Svizzera 2.0
Nell’Atlante della Svizzera, le carte 3D, sotto forma di panorami o immagini stereo, possono
essere sovrapposte ai boschi e ad altri livelli della carta. Possono inoltre essere
rappresentate la nebbia e la foschia, in modo da creare uno scenario simile allo stato naturale.
Per la navigazione nella carta 3D sono disponibili varie opzioni.
L’Atlante offre anche la possibilità di consultare informazioni sul terreno e temi come temperatura,
geologia, ecc., e di elaborare dei profili. Per analisi più elaborate, il terreno può
essere colorato ad esempio secondo la pendenza, l’esposizione, l’altitudine o la visibilità.
Siccome tutti questi elementi possono essere combinati a piacere, le carte 3D sono innumerevoli.

92
Geonova, volo d’uccello
Nell’ufficio informazioni del Parco Nazionale Svizzero è presente una installazione permanente
sul parco. Ultimamente è stato installato una simulazione a volo d’uccello della zona
con un software simile a Google Heart, e all’Atlante Svizzero.
Si ha la possibilità di muoversi in modo parallelo o perpendicolare alla superficie, simulando
molto bene il 3D della regione.
Un’opzione permette di visualizzare i tracciati dei percorsi e un‘altra permette di segnalare
con dei pittogrammi la presenza di punti di interesse suddivisi in fauna, flora, minerali, ecc.
Quando ci si passa accanto appaiono delle informazioni.
L’avvicinamento al suolo è molto limitato, ciò nonostante il prodotto rende già molto bene la
realtà.
La cartina in 3D da la possibilità di rendersi perfettamente conto di come sarà il percorso
che ci attende e permette di mostrare il percorso che è stato fatto.

93
Il posizionamento statico, chiamato anche localizzazione,
dà coordinate di punti immobili.
Viene usato in lavori di geodesia (misurazioni).
La precisione è molto alta, ma i dati non sono disponibili in
tempo reale. Serve un post trattamento delle misure per
avere una determinazione precisa.
Per ricevere la posizione di un punto, sono necessari dai 2
ai 5 minuti e un apparecchio piuttosto ingombrante.
Il posizionamento dinamico, chiamato anche navigazione,
permette di ricevere dati in tempo reale. È il sistema
usato dai dispositivi portatili.
Solitamente la posizione viene riportata in mappe 2D.
Infatti esiste un problema di precisione con la terza dimensione
(la quota).
In questo campo si stanno portando avanti ricerche. La navigazione
su mappa 3D sarà il prossimo passo.
Il GPS è un sistema che lavora in 3D, calcola la posizione
di un determinato punto con tre dati nello spazio: longitudine,
latitudine e quota.
Il sistema GPS viene sfruttato per due tipi di posizionamento,
quello statico e quello dinamico.
GPS e mappa tridimensionale

94
Il GPS rileva la posizione del visitatore, che a richiesta legge
dalla banca dati locale del software le informazioni
desiderate secondo una parola chiave o secondo il posto
in cui si trova. Con la funzione bookmarks ha la possibilità
di mandare alla centrale del Webparkserviceser via GPRS
alcune osservazioni relative al posto in cui si trova. Queste
osservazioni, se pertinenti, vengono condivise con gli altri
apparecchi in dotazione al parco.
Il Parco Nazionale Svizzero ha adottato, a partire da luglio
di quest’anno, un sistema PDA con navigatore GPS
all’interno della riserva naturale. Il palmare, noleggiabile a
5 franchi al giorno presso l’ufficio turistico del parco, offre
ai visitatori molte informazioni che si possono ricevere mentre
si cammina o sul posto.
Il programma è stato sviluppato nell’ambito del progetto di
ricerca europeo Web Park, www.webparkservices.info.
Le informazioni date sono:
- La posizione su mappe diverse (carta topografica, carta
geo morfologica)
- Un profilo del percorso con la propria posizione,
- Informazioni su piante e fiori,
- Osservazioni geologiche e storiche
- Manifestazioni all’interno del parco
- Informazioni organizzative (es: alloggi, parcheggi, ecc.)
- Possibilità di salvare le proprie osservazioni. (bookmarks)
Web Park: PDA e GPS in un unico dispositivo

95
Dalla lista di tutto ciò che si trova nelle vicinanze, troviamo
anche descrizioni di piante e fiori, ecc, presentate con fotografie
(quando ci sono) e una breve descrizione.
Queste informazioni sono raggiungibili anche nella funzione
ricerca avvanzata.
Cliccando sul percorso selezionato
appare la
schermata del grafico altimetrico.
Il grafico è raggiungibile
anche dalla descrizione
dei percorsi.
La mappa può venir zoomata
rendendo visibili le
curve di livello.
Esiste una schermata che
riassume tutto ciò che si trova
nelle vicinanze del
punto in cui ci si trova in
una lista: percorsi, fauna,
flora, alloggi, ristoranti,
ecc.
La cartina posiziona il visitatore
all’interno del parco
e segnala il percorso prescelto.
Dal menu posto sempre in
alto si possono raggiungere
tutte le schermate.
Il menu principale propone
tutte le possibilità dell’apparecchio.
L’apparecchio ha veramente poca interazione con l’utente,
sta all’utente cercarsi le informazioni che desidera.
Dalla cartina le uniche informazioni reperibili sono la posizione
in cui mi trovo, il tracciato del percorso e il
collegamento al grafico altimetrico. Inoltre l’avvicinamento
alla cartina è molto limitato. Le informazioni su ciò che mi
circonda sono unicamente reperibili in una lista scritta che
l’utente deve andare a cercare appositamente.
Manca una segnalazione immediata delle cose che ci
stanno attorno. A volte mi accorgo troppo tardi che prima
c’era qualcosa di interessante da vedere!
Il menu principale è molto asettico, si tratta di una scarna lista
di vocaboli.
Ai bivi, le informazioni su dove andare devo cercarmele
autonomamente, non mi viene proposta alcun percorso, alcuna
destinazione. Sta a me andare nel menu, sotto “nelle
mie vicinanze” a cercare i percorsi possibili. Cliccando su
di essi mi esce una descrizione sulla difficoltà, quindi il grafico
altimetrico e se mi interessa il loro posizionamento sulla
carta.
Le informazioni non sono organizzate in modo molto funzionale,
ci si perde facilmente e si rischia di passarci
troppo tempo, anche a causa della lentezza, rischiando di
perdersi ciò che ci circonda veramente.
Durante la gita al parco nazionale, mi è capitato più volte
di perdermi scoiattoli e topolini, mentre ero intenta a decifrare
il palmare.
Il suo uso deve essere limitato a pochi secondi o minuti mirati,
pechè è ciò che mi circonda che voglio vedere.
L’apparecchio è molto lento, si perde presto la pazienza,
inoltre l’autonomia raggiunge a malapena le 4 ore, insufficienti
per un percorso di una giornata intera.

96
I pittogrammi
I pittogrammi sono immagini
senza parole ne
tipografia che la gente capisce,
qualsiasi sia la
propria provenienza, qualsiasi
sia la propria lingua
madre e ovunque si trovi.
I pittogrammi aiutano a trovare
la via, a capire una
situazione, a fare la giusta
cosa. I pittogrammi organizzano
e creano ordine in
un sistema caotico.
Il segnale pittogramma ha
una funzione che non è solo
quella della
comunicazione o dell’informazione
passiva, ma
rappresenta una direzione,
un ordine, un
avvertimento, una proibizione,
un’istruzione. Non
ha solo il compito di comunicare,
ma piuttosto quello
di provocare nell’osservatore
una reazione
immediata. Il segnale si impone
nel capo visivo
dell’osservatore quasi contro
la sua volontà.
Visto la loro sintesi, sono
molto utili anche su di una
piccola superficie come
uno schermo di un dispositivo
portatile.
Comunicazione a schermo

100

101

102

103

104
L’adattabilità all’utilizzo sullo schermo dei diversi stili light, normale e bold dipende dai colori
scelti per carattere e sfondo.
Il light è adattabile allo schermo solo in alcuni casi e in grandi dimensioni.
Stili normali e grassetto sono adatti allo schermo se si aumenta il tracking.
Si ritiene che un carattere con le grazie sia più leggibile rispetto a un bastone. Ciò è comunque
relativo.
Univers e Frutiger sono ben leggibili a schermo sopra i 14 punti.
Il Gill è bilanciato a 16 e 17 punti, il frutiger a 14 e 17.
Da varie prove, risulta che il Verdana rimane il più leggibile.
Un testo scritto in lettere maiuscole occupa tanto spazio e ritarda considerevolmente il processo
di lettura. Un testo in minuscolo contiene numerose guide create da forme,
ascendenti, discendenti e irregolarità.
I caratteri a schermo
Lo schermo di un dispositivo eletronico, è composto da una rete di pixel, la quantità in lunghezza
e larghezza da la risoluzione dello schermo. Di consegenza, sotto ad una certa
grandezza 18px circa, è necessario ricorrere a caratteri pensati apposta per lo schermo,
costruiti sui pixel, lettere che si leggono con facilità dal monitor.
Caratteri di questo genere si chiamano pixel font, screen font, small font o bitmat font.
I primi pixel font vennero inventati dal font designer Matthew Carter, su commissione della
Microsoft. Si tratta del Verdana, bastone e del Georgia, carattere con grazie, pensato in
alternativa al Times. Questo tipo di font sono più facili da leggere su monitor.
Altri caratteri interessanti per il caso sono Arial, Helvetica, Sans Serif, Times new Roman,
Courrier, Georgia, Verdana,Chicago, Geneva, Monaco, New York
Il colore rosso viene definito attivo, eccitante, energetico, aggressivo
Arancione: gioioso, vivace, divertente
Giallo: ottimistico e spensierato.
Goethe afferma che rosso, giallo e arancione sono colori vivaci e ambiziosi, sono colori attivi
che producono uno stimolo visivo.
Rosa: protettivo
Blu: controllato, calmo, misterioso, intellettuale, razionale, che invita alla meditazione
Goethe riteneva che il blu fosse un colore passivo e rilassante
Verde: ottimista, vicino alla natura, determinato, ottimista, ambizioso.
Colori a schermo
I colori usati a schermo seguono la teoria della sintesi additiva, la quale utilizza una combinazione
di rosso, verde e blu per creare i colori dello spettro. La sintesi additiva viene
indicata come modello RGB. Quando i tre colori primari hanno la stessa intensità, si mescolano
per formare il bianco. Quando due colori primari si sovrappongono creano un
colore secondario.
Rosso e verde fomano il giallo
Rosso e blu formano il magenta
Blu e verde formano il ciano

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Per incoraggiare il lettore a proseguire la lettura a schermo, i testi devono essere progettati
con un interlinea ampia.
È inoltre consigliabile che abbia un tracking da 5 a 10 unità per migliorare la leggibilità.
Uno schermo con il fondo nero è meno fastidioso per gli occhi.
I testi sono più leggibili quanto più il colore della tipografia e quello dello schermo sono
contrastanti.
I colori combinati con il nero, diventano luminosi. Ma per via dei contrasti troppo forti, la
composizione tipografica che utilizza colori primari e colori secondari non è del tutto adattabile
a uno schermo con sfondo nero. A causa di questi contrasti infatti, gli occhi
continuano ad avvertire un effetto di tremolio. Questi contrasti possono però avere l’efficacia
di attirare lo sguardo. Un testo su fondo grigio, ha toni meno intensi.
La relazione carattere sfondo
Le proprietà del colore quali la tonalità, il valore e la saturazione, sono fattori critici per la
scelta del colore per i caratteri e lo sfondo.
Le combinazioni più leggibili si ottengono quando si ricercano forti contrasti di tonalità (caldo/freddo),
valore (chiaro/scuro) e saturazione (luminoso/opaco)

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