Cenni storici su Mondragone Nel 60 - Nobile Collegio Mondragone
Cenni storici su Mondragone Nel 60 - Nobile Collegio Mondragone
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1865 - 1925<br />
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Il 2 febbraio 1865 degnò la fine del letargo profondo in cui si era venuto a trovare il vecchio<br />
castello degli Altemps, gigantesca rovina di una grandezza passata. Prima del 2 febbraio 1865<br />
invano era profuso <strong>su</strong>l colle di <strong>Mondragone</strong> tanto sorriso di natura, invano. tornava col mite sole di<br />
primavera a fiorirgli attorno la verde ghirlanda dei boschi.<br />
Quale eco poteva rispondere ai lieti canti autunnali della vendemmia e alle squille festose del<br />
vespro dal palazzo vetusto se la grande mole sembrava un gigante che al declinare dei <strong>su</strong>oi giorni,<br />
sdegnoso degli uomini e delle loro piccolezze, si raccoglie maestosamente nella silenziosa<br />
meditazione del <strong>su</strong>o passato? Era letargo profondo, e un'aurea correva per le fredde sale, per i<br />
portici, per i giardini inselvatichiti e i pini <strong>su</strong>perbi e i cipressi agitavano dolorosamente le cime:<br />
l'aquila del Borghese aveva piegato mestosamente le penne e il drago dei Boncompagni, epilogo<br />
glorioso di tre secoli di storia, assisteva inerte al <strong>su</strong>o destino.<br />
Ma venne la re<strong>su</strong>rrezione, brillò finalmente la luce <strong>su</strong> tanta tenebra: le ferite che il gigante aveva<br />
riportate nelle lunghe lotte con gli uomini e con gli elementi, cominciarono a rimarginarsi. Le<br />
storiche sale rividero umani abitatori, il giardino di Gregorio XIII ridiede le <strong>su</strong>e rose profumate, le<br />
antiche fontane ripresero il canto interrotto da tempo e nel classico sacello dei Papi sorrise<br />
dall'altare l’immagine della Vergine a un drappello di giovani, primi fiori della rinascenza<br />
mondragoniana.<br />
Dal 2 febbraio 1865 ad aggi sono passati <strong>60</strong> anni! Quel primo drappello divenne una schiera,<br />
oggi é un'immensa falange sparsa per il mondo, falange che ha interessato <strong>su</strong>l verde colle la <strong>su</strong>a<br />
storia per propagarla nella vita, all’ombra protettrice di Dio e della patria.<br />
A tutti i 1270 convittori giungano graditi i cenni <strong>storici</strong> del vecchio <strong>Collegio</strong> al quale il loro<br />
pensiero ritornerà nostalgicamente per rievocare gli anni spensierati della giovinezza passata.<br />
L'edificio che da sessant'anni accoglie il nobile <strong>Collegio</strong> di <strong>Mondragone</strong> torreggia gigantesco <strong>su</strong><br />
di un terrazzo dell’amenissimo declivio settentrionale del colle di Tuscolo in posizione<br />
singolarmente vantaggiosa, alla quota di m. 435 <strong>su</strong>l mare.<br />
Lo si scorge da infiniti luoghi, dai monti al mare, da tutta la immensa pianura romana. Vi danno<br />
accesso due lunghi viali; alberato il primo di quadruplice fila di lecci annosi, 1'altro fiancheggiato<br />
da cipressi e da allori. E’ poi circondato da una selvetta deliziosa di pini ad ombrello e di castagni. e<br />
da estesi uliveti.<br />
Dinanzi al prospetto principale del palazzo di distende un ampio piazzale decorato con fontana<br />
artistica nel mezzo e due grandi torri, per ciascun lato, fregiate di mascheroni quadriformi sopra i<br />
rispettivi capitelli dorici. Da qui si, vagheggia un orizzonte così vasto e stupendo, da essere<br />
riguardato uno dei più meravigliosi dei colli laziali, e l'occhio non si sazia di rimirarlo. Al di sotto il<br />
2
pendio dolcissimo del colle che, tra coltivazioni di ulivi, e vigneti va a raggiungere la campagna<br />
sconfinata di Roma. L'Urbe si allinea quasi di fronte, con la <strong>su</strong>perba cupola di Míchelangelo, e<br />
incorniciata a ponente, da un tratto assai esteso del littorale tirreno, <strong>su</strong>l cui sfondo è tanta vaghezza<br />
di tramonti di sole. Si elevano, a sinistra, i giocondi poggi del “Tuscolo verde” ingemmati di ville<br />
patrizie, con la ridente prospettiva della città di Frascati. Da N.O. a N.E. si gode la lontana vista dei<br />
monti Sabatini e Cimini, del Soratte, del gruppo di Lucretile, dei Prenestini e Sublacensi mentre si<br />
profilano più lungi numerose vette appenniniche. Or ben si comprende quanto il luogo così sorriso<br />
da bel cielo, da vi<strong>su</strong>ali incantevoli, da flora svariatissima debba pur essere favorito da mitezza di<br />
clima e da aria saluberrima. E tutta questa delizia a soli- 25 . minuti di automobile da Roma.<br />
Card. Altemps<br />
Il palazzo colossale, costituito dalla riunione armonica di tre grandiose costruzioni, si trova eretto<br />
<strong>su</strong>gli avanzi della villa dei Quintilii che qui ci ricorda i consoli romani Massimo e Condiano di<br />
quella illustre famiglia, i quali, benché tanto benemeriti dell'impero, furono fatti uccidere da<br />
Commodo, sia in odio alla loro fede religiosa, come per la sete d'impadronirsi del loro pingue<br />
patrimonio. Questa villa dei Quintilii passò poi da Commodo a Caracalla ed in appresso ad Emilio<br />
Macro Faustiniano. Caduto l'impero, si ritiene che essa andasse in possesso di famiglie cospicue<br />
della vicina Tuscolo; e a1 pari delle tante altre ville andò in abbandono e rovina seguendo la triste<br />
sorte, della celebre città feudale, distrutta dal Romani (1172.91).<br />
Ma la villa dei Quintilii era destinata, a risorgere. Chi la richiamò a vita novella fu il facoltosissimo<br />
Cardinale Sittico Altemps onde far pago il desiderio espressogli dal <strong>su</strong>o augusto amico, Gregorio<br />
XIII (Boncompagni), che, <strong>su</strong>o ospite ambito nella villa Tuscolana, andando un giorno a passeggio<br />
lassù con lui,<br />
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alla vista di quell’amenità in<strong>su</strong>perabile di luogo ebbe a dire: «Oh quanto starebbe bene qui una<br />
villa! (1)<br />
Il munifico Porporato non pose tempo in mezzo: fare acquisto della località designata dal Papa e<br />
darsi modo per la fabbrica del palazzo e la formazione dei viali, delle alberate e dei giardini fu tutta<br />
una cosa.<br />
Alla risorta villa (1572-75), con disegno dell'architetto Martino Longo, il Card. Altemps dette il<br />
nome di <strong>Mondragone</strong>, a, significare insieme l'altura, <strong>su</strong> cui sorge l'edificio e il mezzo drago araldico<br />
dei Boncompagni. Durante il <strong>su</strong>o pontificato Gregorio XIII vi fece più volte dimora assai tradita,<br />
accogliendovi una moltitudine di personaggi ecclesiastici, tra cui il grande arcivescovo di Milano S.<br />
Carlo Borromeo, e nobili di Roma e di fuori. Vi trattò pure negozi della Chiesa, e vi promulgò la<br />
celebre Bolla della Riforma del Calendario Giuliano (1582). Il Cardinale Altemps, non soddisfatto<br />
dell'innalzamento della prima fabbrica, già per se stessa imponente, ordinò la costruzione di un altro<br />
edificio parallelo e poco distante, dalla parte dell'altura tuscolana, detto la Retirata, valendosi<br />
dell'opera dell'insigne architetto Van Zans, chiamato volgarmente il Vasanzio. In questo nuovo<br />
palazzo grandioso ed ornato furono per qualche tempo ospiti del Card. Altemps gli sposi Roberto<br />
Altemps e Cornelia Orsini di Virginio.<br />
<strong>Nel</strong> 1587 <strong>Mondragone</strong> può ricordare una. breve dimora fattavi dal grande vegliardo Sisto V, in<br />
occasione della visita che si era recato a fare ai lavori di presa dell'acqua Felice da Lui condotta a<br />
Roma dalli tenuta di Pantano.<br />
_____________<br />
(1) Il Cardinale Marco Sittico “Ab Alta Emps“, nome poi abbreviato in Altemps, non godeva abitualmente buona salute,<br />
tanto che più volte si è potuta spargere la voce falsa della <strong>su</strong>a .morte. Egli provava. spesso il bisogno di recarsi<br />
all'aperto, or qua, or là, per respirare l'aria libera e puma. della campagna, dalla quale traeva sollievo. Così, quando il<br />
Cardinale Alessandro Farnese si decise di vendere la Villa Angelina presso Frascati (già appartenente a <strong>su</strong>o fratello,<br />
Card. Ranuccio Farnese, detto il Card di St. Angelo); il Card. Altemps ne fece acquisto. Ma come trovò la, relativa<br />
abitazione non abbastanza vasta. per lui e la <strong>su</strong>a corte, così dette incarico all'insigne architetto Giacomo Barozzi, detto il<br />
Vignola di ampliarla convenientemente; ciò che fu fatto, e da allora là villa prese il nome di Tuscolana (e poi di Villa.<br />
Vecchia, quando il Card. Scipione Borghese ebbe comperato <strong>Mondragone</strong>, la villa Tuscolana e tutti gl'immensi<br />
possedimenti Altempsîani).<br />
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Fu pare in questa stessa villa, l'anno 1589, il Cardinale Sfrondati, vescovo di Cremona, asceso<br />
poi alla cattedra di San Pietro con il nome di Gregorio XIV. Gli fece seguito con parecchie<br />
villeggiature Clemente VIII (Aldobrandini). Il quale pontefice innanzi di accettare l'ospitalità di<br />
<strong>Mondragone</strong> offertagli dal munifico Cardinale Altemps, non aveva isdegnato di adattarsi più volte e<br />
con piccola corte nella rocca modestissima di Frascati (attuale. episcopio), e queste dimore “lo<br />
avevano per<strong>su</strong>aso che quest'aria era giovevole alla <strong>su</strong>a vacillante salute”, benché una volta vi<br />
rimanesse colto dalla podagra. <strong>Nel</strong> tempo del <strong>su</strong>o soggiorno a <strong>Mondragone</strong>, Cardinali,<br />
Ambasciatori, prelati, patrizi ed altri personaggi si recarono a fargli atto di omaggio o a trattarvi<br />
affari, di maniera che alla villa era sempre grande l'andirivieni di quelle ragguardevoli persone.<br />
<strong>Nel</strong>l'anno 1613, <strong>Mondragone</strong>, con molti altri possedimenti (un vero e proprio « status tusculanus<br />
» di cui era proprietario il Duca, Gian Angelo Altemps) fu acquistato dal Card, Scipione Borghese<br />
al prezzo di scudi 300.000, de' quali 280.000 in contanti e 20.000 costituiti<br />
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dal valore di. altra villa (ora Grazioli) che lo stesso Card. Borghese aveva comperata del Card.<br />
Acquaviva (1).<br />
Ed ecco che il Porporato di Casa Borghese, il beneamato pepate di Paolo V., si dette <strong>su</strong>bito<br />
pensiero non solo dell'ingrandimento ed abbellimento del palazzo, nel quale radunò insigni opere di<br />
arte, ma anche dell'ampliamento dei confini della villa con l'acquisto di fondi rustici limitrofi. Egli<br />
non tardò a far sorgere un terzo grandioso fabbricato dal lato di potente (la galleria) con il quale<br />
raggiunse pure<br />
lo scopo di riunire i due edifici fatti costruire dal Card. Altemps; e della nuova costruzione fu pure<br />
architetto il valentissimo Vasanzio. Era tale e tanta la magnificenza che presentava <strong>Mondragone</strong> dal<br />
primo quarto del secolo XVII, fino oltre la metà del seguente, per la quantità anche dei numerosi<br />
tesori artistici accumulativi, che nelle Guide ed itinerarii dell'epoca non si esagerava scrivendosi: «<br />
Villa Mondragonia Burghesiae Gentis magnificentissima », ed ancora: “la fabbrica di <strong>Mondragone</strong><br />
machina a vederla <strong>su</strong>perba, la quale spaventarla ogni Principe”, e dalla quali perfino si sarebbe “<br />
prisca Romanorum magnificentia <strong>su</strong>perata”. Qui Paolo V, circondato dalla nobile e festosa corte<br />
s'intratteneva con diletto; e ogni volta giuntovi da Roma diceva di riacquistare l'appetito, qui si<br />
levava di buon mattino, recandosi spesso a celebrare fuori di <strong>Mondragone</strong>, al vicino Eremo dei PP.<br />
Camaldolesi, ai Cappuccini di Frascati, alla cattedrale di questa Città, alla Badia di Grottaferrata,<br />
ecc. <strong>Nel</strong> resto del giorno era nella villa un via vai continuo di cardinali e personaggi:tra i quali il<br />
Duca di Vandome, fratello naturale di Luigi XIII re di Francia, gli ambasciatori di Francia, Spagna,<br />
Venezia, Mantova, Savoia, ecc. ecc.<br />
________________<br />
(1) Può interessare questo ricordo che si riferisce al palazzo di <strong>Mondragone</strong>, quando ancora apparteneva al Card.<br />
d'Altemps.<br />
Dopo la mirabile scoperta del <strong>su</strong>o telescopio, il sommo Galileo, nella prima osservazione, che vi fece in Roma dal<br />
Gianicolo, puntò il nuovo istrumento proprio <strong>su</strong> <strong>Mondragone</strong>, di cui, si poterono osservare benissimo le particolarità<br />
architettoniche più minute. (La Galla, De phenomenis in orbe Lunae novi telescopi usa a Galileo Galilei nonc iterum<br />
<strong>su</strong>scitatis. Venetiis, apud Tomasso Dalionum, MDCXLI.<br />
Ebbene, nella magnifica sala Borghese del <strong>Collegio</strong>, tutta decorata con quadri grandiosi di soggetti di storia naturale<br />
e con medaglioni di sommi scienziati, si ammira tra questi l'effigie del grande Galilei e quella dell'altro luminare<br />
dell'astronomia, il P. Angelo Secchi, ge<strong>su</strong>ita. Il quale, trovandosi a <strong>Mondragone</strong>, divisò d'impiantarvi egli stesso un<br />
Osservatorio Meteorologico Tuscolano, che fu poi costituito nel 1879, dall'illustre cultore di Fisica, P. Felice Ciompi,<br />
poiché l'insigne ge<strong>su</strong>ita era già mancato ai vivi.<br />
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Una speciale accoglienza paterna accordò il Papa nel 1616 all'umile religioso; S. Giuseppe<br />
Calasanzio, recatosi da Lui per trattare l'apertura in Frascati di una casa del nascente <strong>su</strong>o Ordine<br />
Scolopio. Il venerando istitutore non solo ottenne il desiderato consenso, ma anche l'invito di aprire<br />
le scuole pie in Frascati diventata « una, piccola Roma » perchè « la Corte, la maggior parte dei<br />
Cardinali vi passavano l'estate » scuole che il Papa amava molto e ne desiderava “di cuore,<br />
l'incremento”. Una quantità di lettere, parecchi Brevi o Bolle Pontificie ci stanno a ricordare le<br />
villeggiature trascorse nel <strong>su</strong>o <strong>Mondragone</strong> da Paolo V. Questo primo periodo Borghesiano della<br />
monumentale delizia, per le cure di quel, Pontefice e del <strong>su</strong>o Cardinal nepote, munificentissimi,<br />
segnò veramente il massimo dello splendore del luogo. Il gigantesco palazzo, infatti, con la <strong>su</strong>a vita,<br />
il <strong>su</strong>o arredamento stupendo, le preziose decorazioni e le stupende attrattive della villa mostrarono<br />
in quegli anni il fascino loro maggiore.<br />
Il 28 gennaio 1621 passava chi questa vita Paolo V, cui deve parecchi <strong>su</strong>oi monumenti <strong>su</strong>peri,<br />
l’erede, che fu il Cardinale Scipione Borghese, continuò, insieme co' <strong>su</strong>oi congiunti, a frequentare la<br />
villa, dove non venne meno la costumanza di ricevervi, con sontuosa cortesia, quante persone di<br />
alto grado si presentavano. Dopo un memorabile ricevimento che v'ebbe nell'ottobre del 1623 il<br />
Cardinal di Savoia, venne la volta di Urbano VIII Barberini, che accolse l'invito del Card. Borghese<br />
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di recarsi a villeggiare a <strong>Mondragone</strong>, dove il munifico proprietario si era dato il pensiero di far<br />
rimettere a nuovo l'appartamento già abitato da Paolo V. Vi si condusse quel Papa, negli anni<br />
1625-26, trovandovi un'accoglienza ben degna della Sua persona augusta e della incomparabile<br />
grandezza del porporato ospite. In villa, Urbano VIII era allietato dalla compagnia del signore del<br />
luogo, di quella di altri membri del S. <strong>Collegio</strong>, sempre presenti a tenergli corte, dei signori<br />
congiunti e di altri nobili. Passeggiava volentieri, prendeva parte con piacere a gite nei giocondi<br />
poggi tuscolani; componeva anche leggiadri versi latini, nè tutto ciò impedivagli di occuparsi degli<br />
interessi della Cattolicità. Ma non ostante la nobile ospitalità offertagli dall'eminentissimo Borghese<br />
e la dimora così splendida di <strong>Mondragone</strong>, il Papa, già da tempo vagheggiava l'acquisto di un luogo<br />
proprio di riposo in campagna, da formare la villeggiatura per così dire ufficiale dei sommi<br />
Pontefici. Ebbene, questa residenza per le ferie autunnali dei Papi, pur sorrisa da salubrità di clima<br />
ed ampiezza di panorami luminosi, fu stabilita nel villaggio di Castel Gandolfo, dominante il lago<br />
omonimo, dove Urbano VIII possedeva già una villetta privata. E fu proprio questa, forse, che<br />
ampliata e opportunamente ridotta sotto la direzione di architetti illustri, e resa decorosa col <strong>su</strong>o<br />
magnifico palazzo e il giardino fiorito, vide lo stesso Pontefice Barberini recarsi ad inaugurarla nel<br />
mise di maggio del 1826, e diventare poi il lieto e tranquillo soggiorno campestre dei <strong>su</strong>oi<br />
<strong>su</strong>ccessori fino a Pio IX (1870); dal qual tempo, per i noti avvenimenti storico-politici, la detta villa<br />
papale, benché non più frequentata dai Capi della Chiesa, è ugualmente rimasta in possesso della S.<br />
Sede per effetto della legge delle Guarentigie.<br />
Così <strong>Mondragone</strong> cessò di essere il luogo di delizia dei Papi; ma lo storico palazzo non doveva<br />
rimanere deserto, non ostante che un altro colpo lo attendesse alla morte del Card. Scipione<br />
Borghese (2 ottobre 1623), il cui erede, Marcantonio Borghese, valle destinare per la dimora di<br />
campagna della nobile famiglia la villa sottostante, più modesta (già Taverna), riservando<br />
<strong>Mondragone</strong> per le occasioni dei più solenni ricevimenti Le grandi aderenze, infatti, della Gasa<br />
Borghese con romana nobiltà e con personaggi di fuori valsero a mantenervi per buon tempo ancora<br />
l'affluenza dei signori anche di alto rango: così si ricordano il sontuoso ricevimento datovi al Duca<br />
Ferdinando De Medici (1628); l'altro non meno splendido che v'ebbero gli sposi, Principe Borghese<br />
e Donna Eleonora Boncompagni nel 1658; la dimora di alcuni giorni (1698) dell'ambasciatore di<br />
Spagna; poi una breve visita fattavi da Benedetto XIV nel 1741, in occasione della <strong>su</strong>a gita al vicino<br />
<strong>su</strong>o Eremo dei PP. Camandolesí per visitarvi il celebre Cardinale Passionei, ed un'altra (1744) di<br />
Giacomo III pretendente d'Inghilterra; ed infine (1745) quella singolare radunata di nobili dilettanti<br />
che nel teatro della galleria rappresentarono la tragedia di Voltaire “La. Zaira”, seguita dal ballo «<br />
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Galatea ». Il quale spettacolo dovette prendere allora proporzioni di un grande avvenimento se in<br />
lode di quegli aristocratici attori e delle amabili attrici furono composti (e parte anche stampati) ben<br />
venture sonetti da entusiastici ammiratori di quella esecuzione.<br />
Fino al tramontare del XVIII secolo il palazzo di <strong>Mondragone</strong> conservava ancora interamente la<br />
<strong>su</strong>a meravigliosa bellezza perchè statue, busti, bassorilievi, mosaici, decorazioni, addobbi, mobili,<br />
<strong>su</strong>p pellettili preziose tutto vi era rimasto pressoché intatto al rispettivo pasto, mentre all'esterno<br />
giardini, fontane, giunchi d'acqua ed ogni altra attrattiva continuavano ad allietare la villa. Ma il<br />
sopravvenire dei tragici avvenimenti politici di Francia, con tanta ripercussione nella nostra Italia;<br />
l'allontanamento da Roma (e parte anche dalla penisola) dei signori Borghese, le irruzioni di una<br />
banda di predoni (gl'insorgenti) presso e dentro la stessa città di Frascati; il violento terremoto<br />
dell'Agosto 1806 ; il vandalico passaggio delle truppe austriache per Napoli accasermate per tre<br />
giorni a <strong>Mondragone</strong>, il periodo sismico durato due mesi in Frascati durante l'estate del 1827,<br />
furono eventi tutti per cui rimase parecchio danneggiato il delizioso luogo.<br />
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Fino però alla metà del passato secolo si manteneva qui costante la tradizione che non lieve<br />
colpa della spogliazione e decadimento di <strong>Mondragone</strong>, (non fosse altro per incuria e difetto di<br />
custodia) l'avesse avuta il Cav. G. Cozzano, rappresentante del principe Don Camillo Borghese,<br />
viceré del Piemonte e consorte di Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone I. Il Cozzano, che si<br />
firmava “Agente generale del Principe Borghese in boma e nel Regno delle Due Sicilie”, avrebbe<br />
profittato della lontananza, del <strong>su</strong>o nobile signore per mandare a male le robe e gl'interessi affidati<br />
alla <strong>su</strong>a vigilanza. Ora, per debito d'imparzialità, è mestieri far noto che il eh. Saverio Kambo in una<br />
<strong>su</strong>a pregevole pubblicazione illustrata di Frascati rivendica la figura del Gozzano, presentandolo<br />
come persona capace e retta, pur se forzata per le incessanti richieste imperiose di denaro del <strong>su</strong>o<br />
padrone a fare delle alienazioni che avrebbe voluto evitare. Tutto allora pareva congiurare a danno<br />
di <strong>Mondragone</strong>, e intorno al luogo or così desolato si erano anche formate paurose leggende. Si<br />
diceva che <strong>su</strong>ll'imbrunire s'udivano <strong>su</strong>oni e rumori misteriosi, ora intensissimi, ora lamentevoli e<br />
lenti, che, al calar del sole, obbligavano chi si trovava vicino al palazzo ad allontanarsi frettoloso.<br />
Correva pure la voce che vi comparisse sovente il fantasma di una gran dama, creduto “lo spirito di<br />
Donna Olimpia” (alludendoli forse alla Donna Olimpia Aldobrandini, sposa in prime nozze di Don<br />
Paolo Borghese; pronepote di Paolo V, ed in seconde nozze moglie di Don Camillo Pamphily,<br />
nepote d'Innocenzo XII).<br />
<strong>Nel</strong>lo stato in cui era ridotto allora <strong>Mondragone</strong> non poteva esservi dubbio che presto sarebbe<br />
finito un mante di macerie e non è a dirsi quanto ne fosse rattristato il popolo di Frascati.<br />
Ma come fu destino che <strong>su</strong>i ruderi della villa. dei Quintilii sorgesse il <strong>su</strong>perbo castello, così era<br />
scritto, che dalla <strong>su</strong>a mole fatiscente dovesse sorgere ed accogliere uno fra i più nobili collegi, se<br />
non il primo, addirittura, d'Italia. Ed ecco come il miracolo avvenne. All'alba del 31 luglio 1828, un<br />
convoglio di carri carichi d.'inferriate, provenienti da <strong>Mondragone</strong>, traversava le vie di Frascati per<br />
essere condotto a Roma. La sorpresa e l'amarezza dei cittadini era grande. Quel ferrame divelto<br />
dalle fenestre basse dell'edificio, era stato acquistato da negozianti israeliti. I conducenti di quel<br />
treno si erano soffermati presso la residenza del Comune per munirsi della licenza d'introdurre nella<br />
Capitale, il loro carico di ferro. Ma insorse l'anima tuscolana, già tanto indignata per gli scempii<br />
ripetutamente compiutisi nei palazzi, il più storico e monumentale di tutte le nostre ville del<br />
rinascimento, e gridò il <strong>su</strong>o: basta!<br />
Il Gonfaloniere della città, gli Anziani, i Consiglieri e il Commissario, delle antichità, interpreti<br />
della passione della cittadinanza, non solo negarono il richiesto lascia. passare della triste merce per<br />
Roma, ma senza indugio profittarono della benevolenza sempre manifestata a Frascati dall'illustre<br />
Cardinale Bartolomeo Pacca, già amatissimo vescovo Tuscolano (1818-21) e molto influente presso<br />
Leone XII, per rendere informato questo Pontefice della rovina di <strong>Mondragone</strong> e perorare il di Lui<br />
sovrano intervento (1). Conosciuta il Papa la brama dei Tuscolani di veder salvato dalla distruzione<br />
totale quanto ancora era rimasto in piedi del celebre monumento, che la furia del vandalismo non<br />
aveva potuto far scomparire, benignamente accolse le loro istanze. E la <strong>su</strong>a autorità fu la salvezza di<br />
<strong>Mondragone</strong>: Ordinò Egli che s'invitasse il Principe proprietario ad effettuare le necessarie riparazioni<br />
al fabbricato, e qualora il Borghese noli vi si fosse adoperata, una Commissione apposita di Cardinali<br />
avrebbe dovuto avvisare ai mezzi più opportuni perché d’ufficio fosse in ogni modo assicurata<br />
l'esistenza dell'edificio, « oggetto d'architettura interessante».. Così cessarono le devastazioni; ed il palazzo già<br />
abitato da Sommi Pontefici, e che aveva ospitato tanti insigni .personaggi, i cui nomi erano passati. alla<br />
storia, stava per attendere il <strong>su</strong>o « post fata re<strong>su</strong>rgam ».<br />
__________________<br />
(1) COPIA della <strong>su</strong>pplica presentata a S. S. Leone XII, per la conservazione dell'edificio di<br />
<strong>Mondragone</strong>, dalla civica magistratura e dal commissario delle antichità, di Frascati. Il documento è<br />
fedelmente trascritto con tutti i <strong>su</strong>oi errori, specie ortografici.<br />
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« BEATISSIMO PADRE,<br />
«Una delle più grand'opere dell'architettura moderna è senza fallo il Palazzo delle Villa<br />
ondragone nell'agro Tuscolano celebrato da tutti gli Eruditi ed ammirato da tutti gli Esteri .<br />
« Finché i Proprietari della Villa, cioè i Sig. .Principi Borghese ridondanti di ricchezze hanno<br />
soggiornato in Roma questo maestoso Edilizio è stato gelosamente conservato.<br />
«Ma avendo questa Illustre Famiglia abbandonato il Soggiorno di Roma e dello Stato i di Lei<br />
Ministri con operazione veramente vandalica vanno di giorno in giorno spogliando 1'Edificio di<br />
tutti gli oggetti di solidità o di conservazione per trarne una vile economia ed un più vile ed inonesto<br />
guadagno, e così ridurlo allo stato di sicura e prossima demolizione.<br />
«Non fa duopo, di mettere: oggi in vista. la, pubblica opinione che i <strong>su</strong>ccessori di Paolo V nella<br />
Sede Romana abbiano il diritto di valersi di quest'abitazione per Loro diporto; opinione che non<br />
sarebbe difficile autenticare con pubblica documenti; se il bisogno lo esigesse. Ma quantunque il<br />
Proprietario della Villa fosse l'assoluto ed indipendente Padrone dell'Edificio, non perciò gli sarebbe<br />
permesso di demolirlo o direttamente o indirettamente e spogliare Roma, Frascati ch'è un luogo<br />
<strong>su</strong>burbano della Capitale, anzi tutte lo Stato di uno dei più belli, e de più magnifici ornamenti<br />
dell'architettura . moderna. Griderebbero in questo caso contro di Lui tutte le leggi del gius<br />
Commune sopra i Privati Edificj, e diverse Costituzioni de Sommi Pontefici le quali vietano a<br />
qualunque Privato di demore senza. l'autorità publica i loro propri Edificj, che pel pub. Decoro, ed<br />
ornamento sono sotto la .tutela del Principe Supremo.<br />
«In questo stato di cose i1 Commissario delle Antichità ed il Magistrato Tuscolano ricorrono ai<br />
piedi della Santità Vostra per impedire una rovina che sarebbe di disdoro allo stato e che<br />
meritamente riporterebbe la disapprovazione non solamente dei nostri ma ancora degli Esteri.<br />
«Ma acciocché in un tale affare si proceda con la massima ponderazione potrà la Santità Vostra<br />
degnarsi di destinare una Congregazione di Soggetti rispettabili la quale non solamente esamini<br />
diligentemente quanto con rispettosa <strong>su</strong>pplica si propone, ma inoltre <strong>su</strong>ggerisca tutte quelle<br />
provvidenze che saranno necessarie al bisogno.<br />
« Laonde; ecc».<br />
Il libro <strong>su</strong> Guendalina Talbot Borghese si trova presso la Biblioteca dell’Università Gregoriana di Roma<br />
11
Donna Guendalina Talbot, infatti, prima consorte del Principe Don Marcantonio II Borghese,<br />
dama di santa vita, verso il 1840, attratta dalla delizia e dalle insigne memorie del decaduto luogo<br />
monumentale, aveva accennata al duo nobile compagno che le sarebbe stato molto gradito vedervi<br />
restaurata qualche stanza dalla parte del fabbricato centrale rivolta a Roma. Lo stesso desiderio lo<br />
fece poi <strong>su</strong>o, con entusiasmo anche la nobile dama di Francia, Donna Teresa de la Rochefaucauld,<br />
seconda moglie del Principe Don Marcantonio. Questo gentiluomo romano, ebbe a cuore di<br />
corrispondere alle brame di persone a lui tanto cara. Si videro così alcune sale del centro del palazzo<br />
rese abitabili, non solo, ma anche ornate di dipinti; venne pure effettuato un principio di<br />
rinforzamento alla pericolante ala di ponente, non però continuato perché forse soverchiamente<br />
dispendioso. Furono elaborati progetti di costruzione in grande stile dai migliori architetti<br />
dell’epoca; ma nes<strong>su</strong>no di quei disegni venne eseguito. Intanto, anche con i più ridotti restauri<br />
compiuti, il <strong>Collegio</strong> Ghislieri di Roma potè farvi trascorrere dai <strong>su</strong>oi alunni le ferie autunnali, dal<br />
18<strong>60</strong> al 1864; e ciò per pura concessione del Principe Don Marcantonio Borghese al <strong>su</strong>o fratello<br />
Duca Don Scipione Salviati protettore di quell'Istituto romano. E il vedere quei giovani collegiali<br />
tanto felici e lieti a <strong>Mondragone</strong> fece decidere il Principe Don Marcantonio a destinare il grande<br />
edificio a dimora fissa di un collegio, tanto più che egli stesso aveva figliuoli da fare istruire ed<br />
educare.<br />
Del provvido <strong>su</strong>o divisamento il nobile signore fece parte al venerendo P. Ponza di S. Martino<br />
Provinciale della Compagnia di, Gesù, fratello dell'illustre diplomatico; ed ogni accordo essendo<br />
stato raggiunto potè, il giorno 2 febbraio 1865, festa della Purificazione di Maria, vedersi istituito ed<br />
aperto il <strong>Collegio</strong> di <strong>Mondragone</strong>. A me vecchio cittadino di Frascati torna assai grato ricordare un<br />
fausto avvenimento che fu davvero il lieto augurio della evoluzione così felice, compiutasi in questi<br />
primi sessant'anni di vita dal nobile istituto Mondragoniano; la visita, cioè, quasi inaspettata di Pio<br />
IX al nascente collegio, nel pomeriggio del giorno 21 agosto 1865. Non è a dirsi l'accoglienza<br />
ossequiosamente entusiastica, ed inenarrabile fattasi al Pontefice per questo Suo atto di sovrana.<br />
degnazione. Il Papa mostrossi molto lieto nel vedere destinata ad una istituzione per la nobile<br />
gioventù questo luogo monumentale e non cessava di beneaugurare con effussione al <strong>su</strong>a<br />
incremento avvenire. (1).<br />
12
Sono sessant'anni adunque che avvenne la nascita del collegio, con soli cinque alunni, tre dei<br />
quali erano principini Borghese, figli del munifico padrone di essa, e gli altri due: il duchino Gian<br />
Carlo Scotti Gallarate di Milano e Carlo Rocchi di Roma. Il rapido crescere del numero dei<br />
convittori (che <strong>su</strong>però poi il centinaio (1881) impose il proseguimento di ulteriori riparazioni<br />
grandiose nelle varie parti dei fabbricati. Concorse il munifico Dori Marcantonio Borghese alla<br />
spesa delle prime opere di ricostruzione più urgenti, stabilendo pure che quale compenso della<br />
occupazione dell'intero edificio, i PP. Ge<strong>su</strong>iti avessero erogato una data somma in restauri del<br />
gigantesco castello.<br />
Ebbene l'amministrazione del collegio dai giorni della fondazione ad aggi ha impiegato in lavori<br />
di risarcimenti e manutenzione, la somma di circa lire 1200.000; e pur con tanto danaro profuso;<br />
attesa la <strong>su</strong>a grandezza, la mole Mondragoniana mostra ancora all'esterno i degni del <strong>su</strong>o<br />
decadimento, mentre all'interno si presenta ripristinata e dé corona. Che se non più racchiude i tanti<br />
tesori artistici e 1'arredamento sontuosissimo, del tempo di Clemente VIII, Paolo V e UrbanoVIII,<br />
conserva tuttora monumenti e cose assai pregevoli da ammirare.<br />
E per l'aria purissima, per la delizia in<strong>su</strong>perabile della <strong>su</strong>a postura, per la <strong>su</strong>a grandiosità e le opere<br />
architettoniche magnifiche che contiene, il palazzo desta sempre l'ammirazione dei visitatori<br />
nazionali e stranieri. E ciò a prescindere dagli insigni ricorsi <strong>storici</strong> che sono legati al nome di<br />
<strong>Mondragone</strong>...<br />
Come collegio-convitto poi, già tanto rimarchevole per la vastità eccezionale de' <strong>su</strong>oi ambienti<br />
<strong>su</strong>perbamente signorili, che veramente sorprende, offre <strong>su</strong> tanti altri istituti consimili il vantaggio<br />
grande di trovarsi a giganteggiare, come si disse, <strong>su</strong> di un amenissimo colle in lieta campagna, così<br />
sorrisa dal sole e dal verde.<br />
_________________<br />
(l.) In questa occasione una deputazione di Monte Porzio venne a <strong>Mondragone</strong> per rendere omaggio al Santo Padre.<br />
Condusse con se due giovinetti a rappresentare la scolaresca del Comune, i quali offersero a Sua Santità un mazzo di<br />
fiori e recitarono versi in onor <strong>su</strong>o. Ma di questi due fanciulli, il più piccolino, di tre soli anni e vestito con leggiadria di<br />
colori bianchi e gialli, per la vivezza con cui recitò, commosse il Santo Padre che lo colmò di soavi carezze, anzi se la<br />
pose <strong>su</strong>lle ginocchia. Questo fortunato bambino è oggi Principe di Santa Chiesa Sua Eminenza il Card. Camillo<br />
Laurenti.<br />
Dopo la visita di Pio IX il <strong>Collegio</strong> accolse fra le <strong>su</strong>e mura un grandissimo numero di personaggi notissimi nel<br />
mondo religioso, letterario e politico, fra i quali, e si .tiene sommamente onorato, il Venerabile Don Bosco, padre e<br />
fondatore dell'inclita Congregazione Salesiana.<br />
13
Quanti personaggi. dal 186,5 ad oggi hanno onorato <strong>Mondragone</strong> della loro presenza, tutti hanno<br />
riportato del luogo e dell'istituto la migliore impressione. E' poi così bello il vedere nelle grandi<br />
solennità del <strong>Collegio</strong> (Patrocinio di S. Giuseppe e Purificazione di Maria) tornarvi a risvegliarvi la<br />
giocondità dei ricordi giovanili gli antichi convittori, appartenenti alle più distinte famiglie d'Italia,<br />
e ad alcune anche dell'estero, molti dei quali vi sono anche oggi rappresentati dai loro figli e perfino<br />
dai figli dei figli! Veramente memorabile fu la radunata di vecchi e giovani ex-alunni che vi si<br />
verificò in occasione della festosa. celebrazione del primo cinquantesimo (1915) della fondazione<br />
del <strong>Collegio</strong>. Un venerando Cardinale di S. R. C., 1'Emo Granito di Belmonte, l'ex Sindaco di<br />
Roma, Senatore Principe Don Prospero Colonna, altri molti patrizi romani, distinti Prelati, alti<br />
ufficiali dell'esercito, diplomatici, uomini politici, avvocati, giornalisti, ecc., tutti compagni di<br />
<strong>Collegio</strong>, sedevano a mensa. in numero di oltre 150 in tavole imbandite nel grande piazzale dei tigli,<br />
tutto adorno di pennoni di aste collegate da festoni di verdura, fiori e bandiere. In quel convito<br />
auspicante, la poesia delle memorie fece. sentire tutto il <strong>su</strong>o canto .-gioioso nel cuore degli<br />
intervenuti che lietamente tornarono ad affratellarsi ira loro e con gli antichi istitutori ed insegnanti.<br />
Il <strong>Collegio</strong> ricorda pure alcuni <strong>su</strong>oi giorni di trepidazione, e questi corsero dalla metà di maggio a<br />
quella dell'agosto 1895. Il principe Don Paolo Borghese, primogenito dei figli di Don Marcantonio,<br />
era stato vivamente sollecitato da gente di affari dì impiegare il <strong>su</strong>o danaro in speculazioni di<br />
carattere edilizio, le quali però non corrisposero alle speranze dei grandi profitti sicuri fattegli<br />
concepire. Dovette quindi trovarsi nella necessità di chiedere fondi ad istituti di credito, che senza<br />
difficoltà alcuna gli venivano accordati. Ma quando i prestiti ebbero munto cifre molto<br />
ragguardevoli e ne venivano domande di restituzione, le finanze del Principe non furono in grado di<br />
liberarsi <strong>su</strong>bito dalle gravi passività contratte, e per mancanza di accordo tra creditori si decise la<br />
vendita di <strong>Mondragone</strong> e di altre proprietà del patrimonio Borghese. Come potere scongiurare la<br />
preveduta chiu<strong>su</strong>ra del <strong>Collegio</strong>, dal momento che il prezzo che se ne richiedeva <strong>su</strong>perava di molto<br />
la capacità economica dell'istituto ? Anche in questa penosa circostanza si pensò di ricorrere al<br />
Papa. Il clero, le autorità cittadine e il fiore della popolazione di Frascati si associarono al Cardinale<br />
14
Serafino Vannutelli Vescovo Tuscolano e ad altri alti personaggi nei perorare insieme agli alti<br />
personaggi con i PP. Ge<strong>su</strong>iti, presso il Vaticano la causa della conservazione del <strong>Collegio</strong> di<br />
<strong>Mondragone</strong>.<br />
Nè le speranze andarono deluse. Come Leone XII ebbe impedito la intera distruzione dello<br />
storico palazzo, così un altro Papa Leone XIII di questo nome, il 15 agosto 1895 si degnava<br />
assicurare l’esistenza del nobile istituto, ordinando il concorso finanziario della S.Sede per<br />
1'acquisto dell'edificio di <strong>Mondragone</strong> con le <strong>su</strong>e più necessarie dipendenze.<br />
Una volta garantita la vita dell'istituto dal gesto munifico del Pontefice, le famiglie di convittori che<br />
già dà tempo avevano manifestato il desiderio di vedere il Ginnasio-Liceo del <strong>Collegio</strong> parificato ai<br />
regi guanto agli effetti legali, tornarono, a ripetere le loro istanze al riguardo. E ciò, per ovvie<br />
ragioni di carattere morale e per risparmiare ai collegiali candidati alle licenze di Ginnasio e di<br />
Liceo, di doversi trasferire in Roma e rimanervi per circa dieci, quindici giorni in estate, per<br />
sottoporsi alle relative prove di esame. Ebbene, trovandosi l'istituto in piena regola con i programmi<br />
di studi e con il corpo dei docenti, come era formalmente constatato da ispezioni governative e dalle<br />
Commissioni di esami concesse dal Ministero della Pubblica Istruzione per parecchi anni -- e .tanto<br />
più che ad alcuni Collegi pur diretti da ecclesiastici era stato accordato quel favore – i <strong>su</strong>periori<br />
del Convitto decisero di domandare al R. Governo la concessione del detto pareggiamento. Verso<br />
la fine dell’estate del 1898 fu presentata la relativa domanda al Ministero della Pubblica Istruzione e<br />
con il corredo di tutti i documenti richiesti dalla legge ed il <strong>su</strong>ccessivo appoggio di una petizione in<br />
favore firmata da 107 membri del Parlamento, alla quale si aggiunsero altre più alte commendatizie.<br />
Ma il fatto che i PP. Ge<strong>su</strong>iti di <strong>Mondragone</strong> erano ricorsi al Governo per ottenere un favore che<br />
– come si è detto – non si era negato ad altri istituti (pur non presentanti, come quello di<br />
<strong>Mondragone</strong>, tutte le note di doverosa considerazione) mosse lo sdegno di certa stampa contraria<br />
sino ad accendere discussioni nella Camera dei Deputati e a far ritirare la propria firma a nove<br />
deputati deo 107 che avevano sottoscritto la petizione. Non è difficile immaginare da quali occulte<br />
influenze fosse stata scatenata questa prima asprissima guerra. Con tutto ciò, disteso il 5 dicembre<br />
1898 il decreto del pareggiamento, il Ministro della Pubblica Istruzione, On. Guido Baccelli, lo<br />
firmò il giorno 8 <strong>su</strong>ccessivo. Il documento, dopo una settimana comparve nel Bollettino Ufficiale<br />
del Ministero della P. I. per essere poi trasmesso al P. Rettore del <strong>Collegio</strong> con un nobile messaggio<br />
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gratulatorio del Comune di Frascati, il cui rappresentante si esprimeva con parole del “più vivo<br />
compiacimento” per un fatto “che ridonava evidentemente a indiscutibile vantaggio della città”. Il<br />
P. Rettore del <strong>Collegio</strong>, da parte <strong>su</strong>a, non tardò a darne notizia alle famiglie degli alunni, e per la<br />
circostanza dell’imminenza del primo giorno del 1899 una Commissione di alunni e professori del<br />
Convitto, con a capo il P. Rettore e il Preside degli Studi, si recò in Roma a ringraziare il Ministro<br />
che gentilmente si disse contento di aver compiuta “un’opera buona” e che “non si sarebbe pentito<br />
mai di quello che aveva fatto”. Purtroppo invece le cose andarono ben diversamente, perché, dopo<br />
appena tre giorni dalle date assicurazioni, un incaricato governativo si presentava al P. Rettore del<br />
<strong>Collegio</strong> a richiedere a nome del Ministro il famoso decreto di pareggio col pretesto che mancavano<br />
ad esso alcune formalità volute dalla legge.<br />
In buona fede il documento fu consegnato e ne venne rilasciata ricevuta dall'ispettore governativo,<br />
signor Carbone. Il clamore di alcuni giornali, malignità e false insinuazioni blaterate contro ogni<br />
principio dì giustizia, sortirono il loro effetto.<br />
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Il Bollettino Ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione del 12 gennaio 1899 annunciava che<br />
“il Ministro della Pubblica Istruzione, avendo riconosciuto degli atti non conforme alte Leggi (!)<br />
il decreto ministeriale che pareggia temporaneamente ai regi il Liceo-ginnasio di <strong>Mondragone</strong>, lo<br />
ha ritirato”.<br />
Non ostante le interpellanze dei deputati contrari e l’ardore di polemiche accesesi contro gli<br />
onorevoli firmatari della petizione, si, può dire che quasi tutti i giornali della penisola, e molti<br />
esteri; occupandosi dell'affare di <strong>Mondragone</strong> si espressero favorevolmente al <strong>Collegio</strong>, il quale,<br />
nonostante la sofferta ingiustizia, non, ha cessata. di. prosperare e di godere la stima e la simpatia<br />
della parte più eletta della nazione e di famiglie straniere (1).<br />
Il giorno 8 dicembre di quest’anno, 1924, in circostanza della premiazione degli alunni più<br />
distintisi nella disciplina e nello studio, durante il periodo scolastico 1923-24, tra gli addobbamenti<br />
del portico del Vasanzio figuravano 12 pennoni dei diversi colori a rappresentare le varie nazioni<br />
dalle quali provengono gli alunni attuali del <strong>Collegio</strong> <strong>Mondragone</strong>.<br />
_____________<br />
Dott. Domenico Seghetti<br />
(1) Talvolta si era inteso dire che i giovani collegiali di <strong>Mondragone</strong>, perchè: appartenenti, per buona parte, a<br />
famiglie non solo agiate, ma anche nobili, poco curavano lo studio, inverse moltissimo i divertimenti e lo sport.<br />
Nulla di più falso.<br />
Gli studi nel <strong>Collegio</strong> fin dal 1875 furono in tutto ossequenti alle esigenze dei programmi del Governo, come fu<br />
constatato nelle ispezioni fatte da ispettori inviati dal Ministero della Pubblica Istruzione.<br />
Riguardo poi al profitto fatto negli studi dagli alunni, sia che questî si fossero recati a sostenere le prove di esame<br />
negli Istituti Regii di Roma, sia che essi venissero esaminati nel collegio medesimo da Commissioni mandate dal<br />
Governo, l'esito delle prove ri<strong>su</strong>ltò per nulla inferiore a quéllo normalmente ottenuto dai frequentanti dei Licei Ginnasi<br />
di Roma, Ennio Quirino Visconti, Umberto I°, Torquato Tasso, Terenzio Mamiani, Le cifre parlano meglio assai delle<br />
parole. La media delle licenze liceali conseguite dai convittori di <strong>Mondragone</strong> dà il 75 per cento; quella delle licenze<br />
ginnasiali dà il 91 per cento; molti diplomi furono conseguiti con splendide votazioni, ed anche con speciali<br />
congratulazioni dagli esaminatori. Fu in specie eloquente il ri<strong>su</strong>ltato per il biennio 1899-1900 in cui 23 studenti di liceo<br />
19 conseguirono la loro licenza: e <strong>su</strong> 29 studenti ginnasiali 25 furono licenziati! Dai convittori usciti dal <strong>Collegio</strong> si<br />
ebbero personaggi illustri, vanto della patria nostra, ed un glorioso manipolo di caduti nella grande guerra, tributo di<br />
sangue alla grandezza e all’unità d’Italia.<br />
A questi prodi che dettero lo spirito a Dio, il sangue alla patria, mandiamo un reverente commosso saluto!<br />
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DECIUS RAGGI<br />
Il testo e la traduzione sono stati tratti dal libro:<br />
Itinerari nella campagna romana – Le Ville Tuscolane<br />
di LUIGI DEVOTI<br />
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