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Marzo 2009 - Unioni Ispettoria ICP

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L’Eco<br />

dell’oratorio<br />

Exallievi Don Bosco - Casa Madre<br />

1919 - <strong>2009</strong> novant’anni insieme<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2009</strong> n.1<br />

SALESIANI<br />

DI DON BOSCO


IL DIRETTORE<br />

Il direttore augura<br />

Carissimi exallievi,<br />

«Voi cercate<br />

Gesù Nazareno, il<br />

crocifisso. È risorto,<br />

non è qui»<br />

(Mc 16,6). La risurrezione<br />

di Cristo<br />

è la notizia<br />

più splendida<br />

che sia mai risuonata<br />

nella storia<br />

dell’umanità. «Cristo è vivo; è risorto»,<br />

è l’annuncio dell’angelo alle donne<br />

che, sconfortate per la morte in<br />

croce di una persona tanto amata, il<br />

mattino di Pasqua si erano recate al<br />

sepolcro per completare gli onori funebri.<br />

Cristo è vivo, è presente ancora oggi<br />

sulle strade della nostra martoriata<br />

terra; è vivo nella vita di chi lo accoglie<br />

e crede in Lui, Figlio di Dio; è vivo in<br />

ogni fratello che soffre e che fatica a vivere.<br />

È vivo per trascinarci nella sua<br />

risurrezione, per far sbocciare in ciascuno<br />

di noi una vita nuova risorta,<br />

una vita da figli di Dio. Cristo è il primogenito<br />

dei risorti, è l’aurora di una<br />

nuova umanità. La festa di Pasqua è la<br />

primavera del mondo; Gesù Cristo risorto<br />

è il senso della nostra vita, è il significato<br />

del nostro andare, del nostro<br />

vivere e del nostro morire.<br />

Scrive il card Martini: «Il Dio che ha<br />

fatto suoi il tempo e la morte, ha dato a<br />

noi la sua vita, nel tempo e per l’eternità.<br />

La Pasqua del Signore rivela la<br />

solidarietà del Dio vivente alla nostra<br />

condizione di abitatori del tempo, e insieme<br />

ci dà la garanzia di essere chiamati<br />

a divenire gli abitatori dell’eter-<br />

2<br />

nità. Nella risurrezione di Cristo ci è<br />

promessa la vita, così come nella sua<br />

morte ci era assicurata la vicinanza fedele<br />

di Dio al dolore e alla morte. La<br />

Pasqua è l’evento divino nel quale ci è<br />

rivelata e promessa la destinazione del<br />

tempo al suo felice compimento nella<br />

comunione in Dio».<br />

Don Bosco è stato, e vuole continuare<br />

ad essere, colui che indica, specialmente<br />

ai giovani, il Signore risorto<br />

come nostra forza. Don Bosco ha speso<br />

la sua esistenza fino all’ultimo respiro<br />

per far sentire ad ogni giovane<br />

l’amore di un Dio che è Padre che ci<br />

vuole bene, di un Dio che ci ha dato<br />

suo Figlio, Gesù Cristo, morto e risorto<br />

per liberarci dal male e perché potessimo<br />

così orientare la vita verso di<br />

Lui. Don Bosco ha indicato ed indica<br />

ancora ai suoi giovani (tutti siamo<br />

«suoi giovani» se lo ascoltiamo) il sacramento<br />

della riconciliazione per accogliere<br />

il dono dello Spirito Santo che<br />

perdona e rinnova; l’Eucaristia ove è<br />

presente per noi<br />

oggi la forza del<br />

Signore risorto<br />

che dona vigore<br />

alla nostra fede,<br />

speranza e carità;<br />

la preghiera che ci<br />

mantiene in cammino<br />

verso la nostra<br />

destinazione;<br />

una Madre, Maria,<br />

che è per i<br />

suoi figli ausiliatrice<br />

e conforto.<br />

Buona Pasqua<br />

di risurrezione a tutti voi, cari exallievi,<br />

ed alle vostre famiglie. Il Signore risorto<br />

doni pace, serenità e vita nuova.<br />

Don Enzo Baccini<br />

e la comunità salesiana<br />

di San Francesco di Sales


Buona Pasqua<br />

3<br />

IL DIRETTORE<br />

L’Eco dell’Oratorio,<br />

gli Exallievi di Valdocco<br />

«Casa Madre»<br />

con la loro Presidenza<br />

augurano in Cristo Risorto<br />

una santa e felice Pasqua<br />

ricca di Speranza e di Ottimismo<br />

al Nono Successore<br />

di Don Bosco, don Pascual<br />

Chávez, al sig. Ispettore, don<br />

Stefano Martoglio, al direttore,<br />

don Enzo Baccini, ai loro collaboratori e ai Salesiani tutti<br />

di Valdocco.<br />

Convegno Exallievi Don Bosco Valdocco «Casa Madre» - Torino<br />

DOMENICA 19 APRILE <strong>2009</strong><br />

ore 9,00: Accoglienza e tesseramento sotto il porticato presso la sede Exallievi<br />

Ritiro dei buoni per il pranzo.<br />

ore 10,00: S. Messa in Basilica: presiede don Enzo Baccini, direttore<br />

ore 11,00: Gruppo fotografico - Rinfresco<br />

ore 11,45: Riunione in «Sala don Sangalli»: informazioni, interventi e scambi di idee<br />

ore 13,00: Pranzo al «Ristoro della Basilica» (ex refettorio artigiani).<br />

Per il pranzo sono necessarie le prenotazioni entro il 14 aprile presso uno dei seguenti<br />

numeri telefonici:<br />

Delegato – don Giancarlo Casati: tel. 011.52.24.368<br />

Presidente – Luigi Mazzucchi: tel. 011.24.26.401<br />

Vicepresidente – Beppe Perazzo: tel. 011.895.39.98<br />

Arnaldo Garoglio (ore serali): cell. 348.5185640


Tutto parte da un Santo, come in ogni<br />

grande storia. Un Santo tenace, deciso, intraprendente,<br />

che proviene da una famiglia<br />

di campagna: famiglia povera e pronta<br />

ai sacrifici, con una Mamma dallo<br />

sguardo aperto che sorride alla vita e inizia<br />

il cammino in «quell’alone di leggenda divina»<br />

che si arricchisce di «proprietà divinatorie»<br />

con la storia di Don Bosco. E gli<br />

exallievi e la famiglia salesiana tutta continuano<br />

a viverla, con un manuale di valori<br />

e di princìpi condivisi.<br />

Nell’orizzonte della cultura salesiana<br />

l’exallievo non è uno storico generalista,<br />

ma uno specialista che studia la storia di<br />

Don Bosco, ed è sempre di conforto il ricorso<br />

ai cari luoghi comuni sullo spirito<br />

che allevia i mutati ritmi stagionali della vita.<br />

In apparenza la storia sembra ripetersi e<br />

siamo abituati a identificarla in numeri e<br />

date. Da quando all’interno delle coordinate<br />

risorgimentali di Torino l’irruzione di<br />

Don Bosco nel mondo politico torinese ha<br />

determinato un movimento di grande entusiasmo<br />

e di speranza, nel quale si inseriva<br />

la difesa dei diritti umani e dell’integrazione<br />

dei giovani poveri ed emarginati.<br />

La leggenda diventa storia l’8 dicembre<br />

1841, festa dell’Immacolata, nell’incontro<br />

con Bartolomeo Garelli, ragazzo di strada,<br />

nella sacrestia della chiesa di San Francesco<br />

d’Assisi. Qui, nella fredda Torino ottocentesca,<br />

la psicologia di Don Bosco riesce<br />

a strappare un sorriso e dare incoraggiamento<br />

a quel giovane orfano, disorientato,<br />

senza istruzione e mortificato, quando gli<br />

domanda: «sai fischiare?».<br />

E tra le tante manifestazioni di riconoscenza<br />

al Santo c’è il 24 giugno 1870, onomastico<br />

di Don Bosco, quando il leggendario<br />

Carlo Gastini con una dozzina di an-<br />

4<br />

Finestra sull’unione Exallievi<br />

dal passato remoto e recente al presente che continua<br />

tichi allievi dà inizio alle adunate degli<br />

«exallievi». Don Bosco li incoraggia: «Voi<br />

sarete luce che risplende in mezzo al mondo,<br />

e col vostro esempio insegnerete agli<br />

altri come si debba fare il bene e detestare<br />

e fuggire il male». E ancora: «Fate in modo<br />

che chiunque domandi chi siete si senta rispondere<br />

stupefatto: è un figlio di Don Bosco».<br />

Dopo la morte di Don Bosco gli antichi<br />

allievi trovano in Don Rua e Don Rinaldi<br />

degli straordinari animatori e organizzatori.<br />

Il viaggio nel tempo ci porta al<br />

1919: la prima guerra mondiale è finita e<br />

l’anno successivo si può inaugurare il monumento<br />

alla memoria di Don Bosco sulla<br />

piazza di Maria Ausiliatrice a Valdocco,<br />

realizzato su decisione e iniziativa degli<br />

exallievi nel primo congresso del 1911.<br />

Un’apoteosi con tre congressi internazionali<br />

dei Cooperatori, degli exallievi e delle<br />

exallieve, rappresentanti 23 nazioni.<br />

Sempre nel 1919, quando i valori erano<br />

valori, ed erano costumi di vita, l’Unione<br />

exallievi si affaccia con una nuova bandiera<br />

(ritratta nella copertina di questa rivista)<br />

con il proposito di continuare nell’«autogenerazione<br />

dell’educazione ricevuta».<br />

È il neorealismo<br />

della bellezza spirituale,<br />

creato dal protagonista<br />

della «santità nell’allegria»,<br />

che si era<br />

piazzato possente nell’Italia<br />

della rivoluzione<br />

industriale a destabilizzare<br />

un sistema<br />

che sfruttava i giovani<br />

causandone emarginazione<br />

e povertà.<br />

Da allora fino ai<br />

giorni nostri le generazioni<br />

degli exallievi si


accontano e si capiscono ricostruendo gli<br />

avvenimenti della famiglia salesiana. E se<br />

la bellezza delle rose dura lo spazio di un<br />

giorno, la longevità della nostra bandiera è<br />

entrata nella storia, perché porta un segno<br />

di distinzione nella firma di Don Bosco,<br />

prendendo le caratteristiche di un’icona.<br />

È storia in presa diretta con il profumo<br />

dell’attualità. La scia porta lontano, alla<br />

serenità, alla spiritualità, alla ricono-<br />

il Presidente<br />

Cari Exallievi,<br />

sabato 31 gennaio, festa di San Giovanni<br />

Bosco, hanno avuto inizio le celebrazioni<br />

per il 150° Anniversario della<br />

Fondazione della Congregazione<br />

Salesiana.<br />

Due sono state le funzioni religiose<br />

che hanno richiamato a Valdocco numerosi<br />

fedeli e devoti del nostro Santo.<br />

La prima è stata la Messa presieduta<br />

dall’Arcivescovo di Torino, Card.<br />

Severino Poletto. La solennità della cerimonia<br />

oltre al significato sacro e religioso,<br />

è stato un omaggio e un ringraziamento<br />

a Don Bosco e ai suoi figli<br />

per l’opera svolta nella Chiesa e<br />

nella società.<br />

Il secondo momento qualificante<br />

5<br />

scenza. Gli exallievi si rifanno alla storia<br />

collegando al passato l’evoluzione del futuro:<br />

azionano la sirena di allarme quando<br />

saltano gli schemi della convivenza solidale,<br />

dei diritti e dei doveri della famiglia<br />

nella società, del rispetto della dignità dell’uomo,<br />

dello spirito salesiano. I giovani, a<br />

cui noi adulti chiediamo di essere responsabili,<br />

ma ai quali abbiamo scippato la<br />

speranza, prima durante e dopo rifuggono<br />

da protocolli e cerimonie in chiave moderna<br />

e disinibita e sospesi tra essere e<br />

non essere (presenti) guardano alla vita<br />

nello stare allegri possibilmente con sani<br />

princìpi e divertimenti, anche al chiaro di<br />

luna (quando c’è). Buon viaggio allora,<br />

bandiera dell’Unione, con l’augurio – ne<br />

siamo certi – che l’avventura di Don Bosco<br />

non finisca mai e continui a sponsorizzare<br />

santità, forza e stile.<br />

Lorenzo Ardissone<br />

della giornata è stato<br />

l’incontro nella Messa<br />

pomeridiana tra il successore<br />

di Don Bosco,<br />

Don Pascual Chávez, e i<br />

giovani del Movimento<br />

Giovanile Salesiano. Erano<br />

oltre duemila i giovani<br />

in basilica e con le loro<br />

preghiere e i loro canti<br />

hanno creato un’atmosfera<br />

di gioia e d’allegria:<br />

una vera apoteosi.<br />

Il Rettor Maggiore, a sua volta ha rivolto<br />

ai giovani un bellissimo messaggio<br />

che sarebbe utile leggerlo interamente,<br />

ma lo spazio non ce lo consente.<br />

Voglio riportare solo un breve<br />

passaggio. “Per continuare questa missione<br />

(di Don Bosco) rivolgo a voi, cari<br />

giovani, il presente invito a collabo


are con il vostro entusiasmo e<br />

dinamismo giovanile a fare della<br />

Famiglia Salesiana un grande<br />

Movimento, vasto come il mondo,<br />

per la salvezza dei giovani.<br />

Non siete solo i destinatari della<br />

missione salesiana, ma con la<br />

freschezza della vostra giovinezza<br />

siete il cuore pulsante di<br />

questo grande movimento”.<br />

Cari Exallievi, quando nelle<br />

vostre case arriverà questo numero<br />

dell’«Eco dell’Oratorio», saremo<br />

in prossimità della Santa Pasqua.<br />

È importante prepararci a tale festività<br />

meditando e pregando per rigenerare e<br />

rinforzare il grande dono della fede.<br />

Lo faremo domenica 5 aprile (domenica<br />

delle Palme) riunendoci presso<br />

la Casa di preghiera Nostra Signora del<br />

Cenacolo sita a Torino in Piazza Gozzano<br />

4.<br />

***<br />

Domenica 19 aprile (Domenica in<br />

Albis, prima dopo la Pasqua) ci ritroveremo<br />

a Valdocco in occasione del nostro<br />

Convegno annuale.<br />

Festeggeremo i 150 anni di vita della<br />

Famiglia Salesiana nella quale noi Exallievi<br />

siamo parte integrante.<br />

Pregheremo in Basilica davanti alla<br />

statua dell’Ausiliatrice e all’urna di Don<br />

Bosco. Rivedremo tutti i luoghi dove<br />

abbiamo gioito, sofferto, e perché no,<br />

anche sognato. Vi aspettiamo numerosi<br />

con le vostre famiglie.<br />

È mio dovere, cari Exallievi, ringraziarvi<br />

per la vostra generosità che si è<br />

concretizzata nel rinnovare il tesseramento<br />

e soprattutto con le vostre offerte.<br />

Se anche quest’anno riusciremo a<br />

mantenere tutti gli impegni, che ci siamo<br />

prefissati, quali la Borsa di studio<br />

«Don Sartori», le adozioni a distanza e<br />

un aiuto alle missioni salesiane, è<br />

esclusivamente merito vostro.<br />

6<br />

Vi ringrazio di cuore e vi aspetto numerosi<br />

a Valdocco Domenica 19 aprile.<br />

***<br />

Domenica 24 maggio Festa di Maria<br />

Ausiliatrice<br />

La devozione alla Madonna è una<br />

delle colonne portanti del Sistema<br />

educativo di Don Bosco.<br />

Valdocco e la sua Basilica saranno<br />

meta di migliaia e migliaia di pellegrini<br />

e devoti che parteciperanno alla veglia<br />

di preghiera e alle numerose funzioni<br />

religiose che si concluderanno<br />

alla sera con la processione lungo le<br />

vie del quartiere alla quale gli Exallievi<br />

parteciperanno numerosi.<br />

Anche quest’anno gli Exallievi di<br />

«Casa Madre» allestiranno un bar-buffet<br />

con l’intento di essere di aiuto e<br />

sollievo ai numerosi pellegrini. Il ricavato<br />

di questa nostra iniziativa, aggiunto<br />

alle vostre offerte, sarà interamente<br />

devoluto, come è sempre avvenuto<br />

in passato, in opere di beneficenza.<br />

Cari Exallievi, interpretando i sentimenti<br />

di tutti i componenti di Presidenza<br />

della nostra Unione, auguro a<br />

tutti voi, ma in modo particolare a chi<br />

sta soffrendo per malattia o per altri<br />

gravi motivi una Santa Pasqua.<br />

Luigi Mazzucchi


il Delegato<br />

AMORE, PACE, VITA: tre parole usatissime,<br />

strapazzate e consumate da<br />

luoghi comuni contrastanti.<br />

L’AMORE: dal dono di sé per l’altro,<br />

dalla sublimazione della dedizione sovente<br />

è ridotto a istinto e comportamento<br />

puramente animalesco.<br />

La PACE è il bene che tutti vogliono,<br />

per vivere meglio; tutti l’auspicano,<br />

ma spesso è una chimera, perché esige<br />

giustizia, abnegazione, costanza,<br />

equilibrio di rapporti, capacità di accettare<br />

l’altro.<br />

Della VITA se ne parla a proposito e<br />

a sproposito. Tutti la esaltano, tutti la<br />

considerano un dono, e grande dono.<br />

Se è un dono, devo rispettare la volontà<br />

del donatore. E fin qui si è tutti<br />

d’accordo.<br />

Le divergenze incominciano e si<br />

acuiscono, quando si tratta di considerare<br />

nell’esperienza esistenziale dell’individuo<br />

la vita nella sua pienezza,<br />

nei limiti e nelle devastazioni, che essa<br />

può subire.<br />

Come conciliare, fondere il diritto<br />

a vivere con la com-passione o pietà<br />

verso chi ha uno spezzone di vita cosciente<br />

o non cosciente?<br />

Le due posizioni hanno le loro ragioni<br />

per essere sostenute. Si tratta di<br />

vedere la solidità e profondità di queste<br />

ragioni.<br />

La prima posizione vuole conservare<br />

la vita ad oltranza, con ogni mezzo,<br />

comunque essa sia. È un accanimento<br />

che ha poco a che fare con l’abbandono<br />

alla volontà dell’Autore del-<br />

7<br />

Pasqua: inno alla vita<br />

la vita: in questa fattispecie si colloca<br />

l’accanimento terapeutico.<br />

La seconda posizione, che ha acceso<br />

ed accende tante polemiche, anche<br />

strumentali ed appassionate, è<br />

quella di provocare, in nome della<br />

pietà, la morte del paziente.<br />

Chi sostiene «la dolce morte» si<br />

guarda bene di pronunciare la parola<br />

“uccidere”, come si guarda bene dal<br />

definire uccisione l’aborto: lo chiamano<br />

“interruzione di gravidanza”.<br />

Qui, dicono, si tratta di procurare<br />

(non provocare!) una dolce morte.<br />

Dunque uccidere, diciamo noi. Come<br />

è abile e astuta e tanto ipocrita questa<br />

“conquista civile”!<br />

Chi è in stato vegetativo è vivo? Eccome!<br />

Come lo è il regno vegetale. Ancor<br />

più se la persona ha qualche sintomo<br />

(anche se minimo) di sensibi-


8<br />

lità proprio del<br />

mondo animale, se<br />

non della persona.<br />

Un altro passo.<br />

Lo sfortunato è cosciente<br />

o no nella sua sofferenza? Su<br />

questo argomento le parole si sprecano.<br />

Se non è cosciente, che sofferenza<br />

può avere colui che è in coma?<br />

Se è cosciente o meno, come faccio<br />

a percepirlo se l’interessato non comunica<br />

in nessun modo? E io dovrei<br />

eliminarlo? Che ne so del suo subcosciente?<br />

Se il suo stato è vegetativo incosciente,<br />

il soggetto soffre o non soffre?<br />

Che razza di pietà è quella di eliminarlo<br />

appunto perché non è cosciente<br />

della sua sofferenza?<br />

Se è cosciente, e quindi soffre, ma<br />

non è in grado assoluto di farlo capire,<br />

è pietà farlo morire? Non è forse una<br />

pietà viziata in radice, quella di liberarmi<br />

da una situazione sofferta mia e<br />

dello sfortunato? Non è forse maggior<br />

amore fare di tutto per alleviare il dolore<br />

dell’ammalato con le medicine e<br />

con la vicinanza affettuosa e premurosa,<br />

anche se a volte stressante?<br />

Se la vita è un bene, che ci è stato<br />

dato, ogni intervento per soffocarla o<br />

limitarne la portata è un delitto. Non è<br />

una legge umana che può rendere lecita<br />

e buona un’azione di per sé illecita.<br />

Tutt’al più sarà la società-stato che<br />

se ne assumerà la responsabilità. È<br />

una forma di de-responsabilizzazione<br />

della persona, del singolo. Il delitto<br />

lo si ha comunque, quando l’azione<br />

non è in linea con le esigenze e le leggi<br />

più profonde della persona e costitutive<br />

del tessuto umano, legate e<br />

comparate non solo con la costituzio-<br />

ne dello Stato, ma anche e soprattutto<br />

con la “Costituzione” della Natura, che<br />

è molto più profonda ed estesa e coinvolgente<br />

di quella civile. Anche la costituzione<br />

civile per essere umana (per<br />

l’uomo) deve avere le sue radici nelle<br />

profonde esigenze della persona, della<br />

natura, nell’Autore stesso della legge<br />

civile e naturale.<br />

Se la vita, comunque essa sia, è un<br />

valore, perché eliminarla? Anche un<br />

flebile raggio di luce rischiara e illumina<br />

il buio della notte.<br />

Sotto il profilo cristiano poi la vita è<br />

un valore impreziosito da Cristo: dalla<br />

passione, dalla morte e soprattutto<br />

dalla Risurrezione di Gesù.<br />

La PASQUA, la RISURREZIONE di<br />

Gesù illumina la vita, l’arricchisce di<br />

speranza, di ottimismo e le dà la bussola<br />

per la giusta rotta: ogni più piccola<br />

scintilla dà luce e traccia la via<br />

nell’orizzonte nebuloso della società<br />

umana.<br />

PASQUA = TRIONFO DELLA VITA,<br />

DELLA RINASCITA ALLA VITA. Con<br />

questo spirito a voi tutti l’augurio di<br />

una Santa Pasqua.<br />

Don Giancarlo Casati


9<br />

Testimonianze - Testimonianze<br />

VOGLIO STARE SEMPRE CON LUI<br />

Da dieci anni Ernestina Enrico assiste suo<br />

marito con lo stesso amore di sempre. Da<br />

quando, nel 1998, un incidente stradale lo<br />

ha ridotto in stato vegetativo permanente.<br />

Signora Enrico, è possibile tornare a sperare?<br />

Mio marito non è più la persona di prima,<br />

non lo sarà più. Ma è qui con me e l’importante<br />

è questo, nel bene o nel male. Questo<br />

per me significa continuare a sperare, ringraziando<br />

il cielo continuiamo a tirare avanti.<br />

Per fortuna esistono cliniche come questa,<br />

altrimenti non saprei dire cosa avremmo<br />

fatto.<br />

Cosa è successo a suo marito?<br />

Dieci anni fa, mio marito era impiegato alla<br />

Olivetti, mentre tornava dal lavoro ha avuto<br />

un brutto incidente stradale. C’è stato davvero<br />

poco da fare.<br />

Per quale motivo ha scelto di vivere in<br />

clinica, insieme a lui?<br />

Entrambi abbiamo ormai raggiunto l’età<br />

della pensione, viviamo da soli in provincia<br />

di Torino. Non me la sentivo di lasciarlo da<br />

solo e ho scelto di vivere insieme a lui anche<br />

questo momento difficile. So bene che non<br />

sarà mai più lo stesso, ma come avrei potuto<br />

fare diversamente?<br />

Lasciando fuori dalla porta ogni polemica,<br />

quale idea si è fatta sul caso di Eluana<br />

Englaro?<br />

Che dire? Ognuno è libero di decidere come<br />

meglio crede, ma per fortuna mio marito è ricoverato<br />

qui. Solo chi vive questi drammi<br />

può capire, ci sono giorni più difficili e giorni<br />

più sereni. Giorni in cui mio marito reagisce<br />

alle attenzioni che gli diamo con un<br />

sorriso, giorni, segnati dal pianto. L’unica cosa<br />

che ci resta è la speranza, quando sarà<br />

ora ci penserà il buon Dio.<br />

«OGGI DICO NO ALL’EUTANASIA»<br />

L’oncologa Ménard: «Quando sei malato<br />

le volontà espresse da sano cambiano»<br />

Dopo una carriera spesa a combattere<br />

per il «diritto all’eutanasia», un anno fa l’annuncio<br />

choc ripreso da tutti i giornali: «Ho<br />

un cancro inguaribile al midollo, presto morirò.<br />

Ora, da malata, dico no all’eutanasia».<br />

Sylvie Ménard, oncologa di fama internazionale,<br />

fino ad aprile direttore del Dipartimento<br />

di oncologia sperimentale all’Istituto<br />

dei Tumori di Milano e per vent’anni<br />

impegnata nella ricerca accanto a UmbertoVeronesi,<br />

scoprì di essere condannata il 27<br />

aprile del 2005. Proprio lei si trovava improvvisamente<br />

dall’altra parte della barricata.<br />

«All’inizio mi ribellai e decisi di non<br />

curarmi: a che serve curarsi se si è inguaribili?<br />

Poi ogni prospettiva è cambiata e la<br />

mia vita è divenuta molto più piena e degna<br />

di essere vissuta prima».<br />

Perché? Che cosa era successo?<br />

Quando si è sani si parla di vita e di morte<br />

come valori filosofici, senza calarsi nella<br />

realtà. Ma quando ti trovi in prima persona<br />

nella condizione del malato, le prospettive<br />

cambiano, così come le priorità. Io stessa partivo<br />

lancia in resta a favore dell’eutanasia, mi<br />

pareva un diritto di “libertà”, senza approfondire...<br />

Essendo francese poi, per me la<br />

libertà è particolarmente importante. Il fatto<br />

è che tutti combattiamo per l’eutanasia,<br />

ma come diritto del vicino: quando ho dovuto<br />

ragionare della morte vera, la mia, la vita<br />

ha preso valore, tutta, fino all’ultimo istante.<br />

Dunque la volontà espressa da sani cambia<br />

quando si è malati?<br />

Radicalmente. Quale persona, da sana, accetterebbe<br />

una prospettiva spaventosa, come<br />

la Sla o un cancro gravissimo? Chiun-


que dice «se succedesse a me non vorrei vivere<br />

un solo giorno»... Invece quando ti capita,<br />

se hai ancora delle cose da realizzare, se senti<br />

che chi ti circonda ti ama, e soprattutto se<br />

i medici ti evitano la sofferenza fisica, il tempo<br />

che ti resta acquista una qualità prima<br />

sconosciuta: la vita quando ti sembra illimitata<br />

non la vivi appieno; è quando la stai<br />

per lasciare che la valuti.<br />

Dunque lei sarà contraria anche al testamento<br />

biologico.<br />

Quello che io stessa avrei scritto prima del<br />

2005, lo avrei strappato dopo il cancro. Perché<br />

piuttosto che batterci per una “degna<br />

morte” non ci si batte per una “vita degna”,<br />

affinché ogni cittadino abbia diritto alla terapia<br />

del dolore, a un accompagnamento<br />

totale, fisico e psicologico? Una volta accettata<br />

la propria morte capisci che è un fatto<br />

naturale, a condizione che sia serena e senza<br />

sofferenza, e oggi si può.<br />

A questo proposito, Eluana non soffre ma<br />

alcuni considerano la sua una vita non degna.<br />

Lo trovo spaventoso: non esiste una vita indegna.<br />

Può esserlo, tra virgolette, quella di<br />

un feroce assassino, certo non quella di un<br />

malato. Eluana respira da sola, dorme, si<br />

sveglia, va incontro alla senescenza... che ne<br />

so io della sua vita? Li chiamiamo “vegetali”<br />

ma non sappiamo assolutamente nulla di<br />

queste persone. Il mio terrore è che Eluana<br />

senta ciò che si dice intorno al suo letto...<br />

Molti pazienti usciti da anni di stato vegetativo<br />

ci hanno raccontato che sentivano tutto<br />

ma non potevano minimamente comunicare:<br />

da queste storie riconosciamo almeno la<br />

nostra attuale ignoranza.<br />

C’è chi sostiene che Eluana è inguaribile,<br />

dunque è inutile curarla.<br />

I due termini non sono sinonimi: molte malattie<br />

sono inguaribili, ad esempio il diabete,<br />

ma esistono i farmaci per curarle. Il cancro<br />

stesso a volte è inguaribile, ma è sempre curabile!<br />

Un concetto fondamentale per definire<br />

il ruolo del medico, oggi spesso snaturato.<br />

Esatto: il medico deve guarire qualche volta,<br />

10<br />

curare spesso, confortare sempre. Se un paziente<br />

esce dal suo studio con la morte nel<br />

cuore, quel medico non ha fatto il suo lavoro.<br />

O se la morte nel cuore ce l’ha un parente:<br />

in fondo è l’intera famiglia che si “ammala”,<br />

quando in casa c’è un caso grave come<br />

quello di Eluana.<br />

Beppino Englaro ha la morte nel cuore, significa<br />

che accanto a sé ha qualche medico<br />

che non sa fare ciò che deve. Io, scienziata<br />

atea, se potessi, vorrei lasciargli solo un dubbio:<br />

che forse in sua figlia una minima attività<br />

c’è, che magari possa sognare mentre<br />

dorme. Come fa lui a saperne più di tutti i<br />

neuroscienziati? Vuole liberarla, dice, ma è sicuro?<br />

Nella totale mancanza di dati che ci dicano<br />

se il suo mondo è così brutto come sostiene<br />

o addirittura non esista neppure, accolga<br />

questo dubbio. E nel dubbio abbia la<br />

forza di accettare una vita seppure minima,<br />

che non soffre e non fa male a nessuno.<br />

***<br />

«HO BUTTATO VIA 24 ANNI: QUESTO AVE-<br />

TE VOLUTO DIRMI?»<br />

(autorizzando la morte di Eluana)<br />

Cari giudici, che avete decretato legalmente<br />

la terribile, lentissima morte per fame<br />

e per sete di una indifesa e innocua portatrice<br />

di handicap grave; cari “medici”, esecutori<br />

dell’infamante sentenza di morte:<br />

pensavo aveste studiato per curare, prevenire,<br />

ridonare la salute, la vita, la speranza...<br />

Signor Presidente della Repubblica, credevo<br />

che lei volesse intervenire e porre fine a uno<br />

scandalo che getta discredito sul popolo italiano.<br />

In tanti ci siamo dissociati, gridando la<br />

nostra indignazione. Sono Tommaso Giusto,<br />

e tutto a un tratto, grazie a voi; ho capito<br />

di essere stato fino a oggi un illuso. Vi<br />

spiego il perché.<br />

Tutto ebbe inizio nel 1985. Avevo 32 anni,<br />

mia figlia Katia soltanto 4, e in quell’anno<br />

ebbe la disgrazia di ammalarsi di leucemia,<br />

per la quale fu curata ma con conseguenti<br />

danni cerebrali irreversibili. Il risultato è che<br />

oggi è portatrice di gravissimi handicap. Ap-


presa la terribile sentenza mi sono rimboccato<br />

le maniche, cambiando totalmente stile<br />

di vita e dedicandomi a lei: non più sport,<br />

pizzerie, cinema, feste, ma ricoveri tra un<br />

ospedale e l’altro d’Italia, settimane intere<br />

chiusi lei e io in centri specialistici, lontani<br />

da tutto e da tutti. Delusioni, derisioni, persecuzioni,<br />

che durano ancora. La mia gioventù<br />

è andata via per seguire una speranza,<br />

per combattere l’handicap, per raggiungere<br />

qualche risultato. Sono passati 24 anni, e<br />

tra gli handicap che affliggono mia figlia ce<br />

n’è uno che non le consente di stare in piedi<br />

da sola mettendone a rischio la vita. La<br />

sua è una vita vegetativa e inconsapevole;<br />

bisogna vegliare su di lei quasi 24 ore al giorno.<br />

Oggi – dicevo – mi sento un illuso perché<br />

credevo fosse mio dovere combattere, sacrificarmi<br />

ostinatamente, dare la vita per<br />

mia figlia, per il suo benessere, per tutelare<br />

la sua vita. Invece ho scoperto che bastava<br />

rivolgersi a un tribunale, poi a una struttura<br />

consenziente, e tutto si sarebbe risolto in<br />

maniera legale e sbrigativa. Ma io l’ho saputo<br />

solo ora! Chi mi ridarà i 24 anni “persi”<br />

fino a oggi per donare amore, protezione, affetto<br />

a chi è totalmente indifesa? A volte anche<br />

mia moglie, al culmine della sofferenza,<br />

ha gridato di voler morire anche lei. Ditemi:<br />

allora basta un tribunale e una struttura<br />

condiscendente? E quanti come me hanno<br />

pensato la stessa cosa? Quanti disabili gravi<br />

11<br />

abbiamo in Italia? Sono tutti condannati a<br />

morte? In nome di Dio, di mia figlia e di tutti<br />

questi malati: perché non si è salvata Eluana?<br />

Lei era anche figlia mia! Come restare<br />

zitti e insensibili, ora? Si è condannato a<br />

morte ancora una volta Gesù che nell’ammalato<br />

è presente più che in qualsiasi persona.<br />

Duemila anni fa, immobilizzato sulla<br />

croce così come Eluana nel suo letto, Gli offrirono<br />

da bere. A lei neppure questo. Il 3<br />

febbraio <strong>2009</strong>, mentre di notte si provvedeva<br />

al trasferimento della povera giovane nella<br />

casa di riposo di Udine per attuare la sua<br />

condanna a morte, il Vangelo del giorno –<br />

secondo Marco – parlava di Giairo che si rivolse<br />

a Gesù perché intervenisse per salvare<br />

la sua figliola in fin di vita. Giairo si sentì<br />

rispondere: «Lei non è morta, ma dorme». E,<br />

presala per mano, Gesù la diede a suo padre<br />

in piena salute, raccomandando di darle da<br />

mangiare. Chi aveva la possibilità di intervenire<br />

per impedire l’atroce fine di Eluana<br />

non l’ha fatto. In un altro passo del Vangelo<br />

si legge: «Ero malato... e mi avete curato, assistito,<br />

amato, servito». Oggi qualcuno ha<br />

voluto cambiare il finale di questa frase: «...<br />

e mi avete ammazzato». Guai a chi si macchia<br />

di un simile delitto. Solo Dio ha il potere<br />

di donare la vita e di riprenderla.<br />

Tommaso Giusto,<br />

Matera<br />

14 giugno <strong>2009</strong>: Exallievi in gita<br />

LOCARNO - CENTOVALLI - LAGO MAGGIORE<br />

Ore 7,00: partenza in pullman. Arrivo ad Arona: breve<br />

sosta e visita.<br />

Ore 10,15: imbarco su battello di linea e navigazione<br />

sul Lago Maggiore fino in Svizzera. Buon pranzo turistico<br />

durante la navigazione.<br />

Ore 14,00: arrivo a Locarno. Breve sosta e passeggiata<br />

fino alla stazione ferroviaria: sistemazione su<br />

vetture riservate del caratteristico “trenino delle Centovalli”.<br />

Rientro in Italia e arrivo a Domodossola. Proseguimento<br />

in pullman per Torino con arrivo previsto<br />

alle ore 20,30 circa.<br />

QUOTA DI PARTECIPAZIONE: € 69<br />

LA QUOTA COMPRENDE: Viaggio in pullman gran turismo:<br />

Torino-Arona + Domodossola-Torino. Navigazione<br />

su battello di Linea: Arona-Locarno (Svizzera).<br />

Buon pranzo turistico durante la navigazione con vino<br />

e minerale inclusi. Viaggio sul caratteristico trenino<br />

delle Centovalli da Locarno a Domodossola. Assistenza<br />

di un incaricato.<br />

Per ulteriori informazioni telefonare<br />

a Luigi Mazzucchi Tel. 011.2426401 (ore pasti)<br />

oppure Cell. 335.5360743.


Stiamo vivendo l’Anno Paolino (28 giugno<br />

2008 – 29 giugno <strong>2009</strong>) nel ricordo della<br />

sua morte avvenuta millenovecentoquarant’anni<br />

fa a Roma presso il luogo ora<br />

chiamato San Paolo fuori delle mura.<br />

Ogni domenica o quasi leggiamo brani di sue<br />

lettere (a volte difficiline). Lo conosciamo?<br />

1) LA SUA VITA<br />

1-10 (?) d. C. Nascita di Paolo (Saulo) a<br />

Tarso, in Cilicia.<br />

36 d.C. Paolo perseguita la «Chiesa di Dio»<br />

(Gal 1,13) a Gerusalemme e cerca di fare lo<br />

stesso a Damasco. Durante il viaggio di ritorno<br />

in Cilicia, l’episodio della conversione<br />

non lontano dalle mura della città.<br />

39 d.C. Paolo fugge da Damasco e visita<br />

le prime comunità cristiane a Gerusalemme<br />

e in Siria.<br />

44-45 d.C. Barnaba conduce Paolo ad Antiochia.<br />

46-49 d.C. Primo viaggio missionario di<br />

Paolo e Barnaba: Antiochia, Cipro, Panfilia,<br />

Calazia.<br />

49 d.C. Paolo partecipa al Concilio di Gerusalemme.<br />

50-52 d.C. Secondo viaggio missionario di<br />

Paolo, con Timoteo e Sila: Listra, Frigia,<br />

Calazia, Filippi, Tessalonica, Atene.<br />

53 d.C. Terzo viaggio missionario di Paolo:<br />

Calazia, Frigia, Efeso.<br />

54-57 d.C. In Efeso scrive la prima Lettera<br />

ai Corinzi e la Lettera ai Galati. Fugge poi<br />

in Macedonia e lì scrive la seconda Lettera<br />

ai Corinzi.<br />

58 d.C. Si reca a Corinto. Scrive la Lettera ai<br />

Romani. Torna poi a Gerusalemme.<br />

58 d.C. Paolo viene arrestato nel tempio<br />

di Gerusalemme e compare davanti ad<br />

Anania e al Sinedrio. Condotto a Cesarea<br />

compare davanti al proconsole Antonio<br />

Felice.<br />

12<br />

Paolo di Tarso<br />

l’apostolo missionario<br />

58-60 d.C. Paolo trascorre due anni di prigionia<br />

a Cesarea.<br />

60 d.C. Paolo compare davanti al proconsole<br />

Festo e, in quanto cittadino romano, si<br />

appella a Cesare.<br />

60 d.C. Nell’autunno Paolo, ancora prigioniero,<br />

parte per Roma e fa naufragio nei<br />

pressi di Malta.<br />

61-63 d.C. Paolo vive a Roma agli arresti<br />

domiciliari.<br />

64-68 d.C. Prigioniero a Roma, Paolo subisce<br />

il martirio per decapitazione.<br />

2) IL SUO APOSTOLATO<br />

Chi è San Paolo? «Vien detto di lui “che<br />

egli fu il primo dopo l’unico”; il suo posto<br />

fu tale che non possiamo comprendere<br />

Gesù e la sua Parola senza riferirci al santo<br />

genio di Tarso, al suo messaggio, alla sua<br />

azione».<br />

«Assume sul suo cuore lo passione del Dio<br />

eterno».<br />

Paolo, come Gesù, segno di contraddizione:<br />

accolto e respinto, amato e odiato.<br />

Non ci si accosta a lui impunemente: la<br />

sua parola colpisce, rivela, interpella, esalta,<br />

inquieta. La sua visione dell’uomo e<br />

della storia riceve luce dall’Alto.<br />

Paul Claudel ne descrive alcuni tratti in<br />

solenni ritmi poetici: «Vedendo Dio, [Paolo]<br />

vede con Dio questo mondo ingrato e<br />

crudele, e assume sul suo cuore umano lo<br />

passione del Dio eterno. E poiché Dio non<br />

ha voce, egli è la voce che parla per lui. /<br />

[...l Egli va dove il vento lo porta, senza fine<br />

né sosta, da un capo all’altro del mondo,<br />

come un fuoco che il vento strappa e<br />

trascina oltre il mare! [...] E vedendo quei<br />

figli ciechi e quei popoli che muoiono senza<br />

battesimo, / piange, si torce le mani e<br />

chiede di essere anatema per essi».


Bertolaso, l’uomo in tuta<br />

che accusa (e piace)<br />

È l’unico politico in tuta. Dalla Cambogia<br />

di Pol Pot agli argini del Tevere, mai<br />

una cravatta, sempre in tenuta da emergenza.<br />

Con giubbino e stivaloni, anche per<br />

lo tsunami svoltosi a seimila miglia di distanza:<br />

pure allora Guido Bertolaso apparve<br />

in tv, a dire non solo che non si trovava<br />

più Emilio Fede, incautamente in vacanza<br />

agli antipodi, ma si accettavano donazioni<br />

via sms. Bertolaso è tornato su tutti<br />

gli schermi, stavolta per un’emergenza<br />

sottocasa, con lo stile di sempre, preoccupato<br />

ma baldanzoso: «L’Aniene cresce però<br />

non è un problema», «stiamo monitorando<br />

le acque, solo qualche rigurgito al ponte<br />

Mammolo»; l’unico vero pericolo sono<br />

gli «imbecilli» che hanno attraccato male le<br />

loro barche. Un Masaniello d’ordine, a volte<br />

amatissimo dalle folle, talora detestato:<br />

così i terremotati di San Giuliano lo abbracciano<br />

piangendo, ma in Irpinia gli<br />

prendono a calci la macchina. Interventista.<br />

Un dannunziano tecnologico.<br />

Figlio di un ufficiale dell’Aeronautica,<br />

«il primo a collaudare l’F104. Ero ragazzino,<br />

mia madre mi portò all’aeroporto, e papà ci<br />

passò sopra con quell’uccello di ferro che<br />

urlava». Un politico – oltre che capo della<br />

Protezione civile è sottosegretario del governo<br />

Berlusconi –, però sui generis: si è<br />

fatto un nome con i disastri, ma nessuno<br />

ha mai osato definirlo, come fece Gasparri<br />

con il precedessore Franco Barberi, «sottosegretario<br />

alla Sfiga». «Sono assolutamente<br />

bipartisan – racconta al telefonino dalla<br />

riva del Tevere in piena –. Non è questione<br />

di destra e sinistra; il mio compito è servire<br />

il Paese, e in particolare i suoi cittadini<br />

13<br />

Un Exallievo di razza<br />

che soffrono e sono in pericolo. Da ragazzo<br />

sognavo di fare il medico dei negletti, degli<br />

ultimi. Il mio mito era Albert Schweitzer, il<br />

Nobel che aprì il suo ospedale in Gabon.<br />

Dopo la laurea, e il master in malattie tropicali<br />

a Liverpool, nel ’77, a 27 anni, parto<br />

per l’Africa. Dove c’è un’epidemia di colera<br />

arrivo io: Mali, Senegal, Burkina Faso, Niger,<br />

Somalia. Poi, dopo l’invasione vietnamita<br />

e la caduta di Pol Pot, mi mandano in<br />

Cambogia, ad amministrare il nuovo ospedale<br />

nella giungla. Arrivo e scopro che l’ospedale<br />

non c’è. Lo costruisco. L’Unicef mi<br />

offre il posto di direttore in Somalia. Ma<br />

arriva la chiamata dalla Farnesina: responsabile<br />

dell’assistenza sanitaria ai Paesi in<br />

via di sviluppo».<br />

È l’82, e alla Farnesina c’è Andreotti.<br />

«Uomo straordinario, di grandissima sensibilità,<br />

anche se tra i personaggi che lo<br />

circondavano qualcuno gli ha creato gravi


problemi. Forse non se n’era accorto, forse<br />

gli servivano per fare politica. Comunque,<br />

un maestro». Poi gli Affari sociali con Rosa<br />

Russo Iervolino e Fernanda Contri. «Nel<br />

’96 mi chiama Cosentino, assessore Ds della<br />

giunta Rutelli, per affidarmi lo Spallanzani,<br />

costruito e mai aperto. Lo avverto:<br />

guardi che io sono amico di Andreotti. Mi<br />

risponde che non importa». Rutelli – «uno<br />

degli uomini più importanti che ha attraversato<br />

la mia esistenza» – gli affida la logistica<br />

del Giubileo 2000. «L’anno dopo<br />

Berlusconi mi chiama alla Protezione Civile.<br />

Lo avverto che ho aiutato Rutelli nella<br />

campagna elettorale contro di lui. Mi<br />

risponde che non importa. Berlusconi è<br />

così: molto simpatico, alla mano, e anche<br />

molto semplice».<br />

Fiorello ha detto di Bertolaso che ha<br />

106 controfigure. Guida l’auto del Papa facendosi<br />

largo tra la folla giubilare di Tor<br />

Vergata (e nel 2005 si occuperà dei funerali).<br />

Accompagna il generale Angioni ad affrontare<br />

i gommoni albanesi in Adriatico.<br />

Avvisa il governo che Genova «non è la città<br />

adatta a ospitare il G8» (in effetti). Spegne<br />

gli incendi sul Gargano. Scioglie la neve<br />

sulla Salerno-Reggio Calabria. Apre un<br />

ospedale in Thailandia per i superstiti dello<br />

tsunami appunto con le donazioni via<br />

sms. Raccoglie fondi anche per gli orfani di<br />

14<br />

Beslan. Ricostruisce la<br />

cattedrale di Noto. Organizza<br />

i Mondiali di ciclismo<br />

di Varese 2008 infeudati<br />

alla Lega. Monitora<br />

il Vesuvio, con risultati<br />

inquietanti: «Ci si deve<br />

augurare che dorma<br />

per altri due secoli…».<br />

Predispone il piano anti-Sars.<br />

Litiga con Pecoraro<br />

Scanio, viene indotto<br />

alle dimissioni, poi<br />

torna con Berlusconi e<br />

mette una pezza all’emergenza<br />

rifiuti, facendo<br />

il commissario ma<br />

senza stipendio.<br />

Fervente cattolico e quindi in stretti<br />

rapporti con le gerarchie ecclesiastiche<br />

– dai progressisti di Achille Silvestrini ai<br />

conservatori di Fiorenzo «Sua Sanità» Angelini<br />

– e con Bruno Vespa, di cui nei giorni<br />

del dramma di Napoli è spesso ospite in<br />

collegamento dal Palazzo Reale, ori stucchi<br />

e marmi con Bertolaso in tuta. Più la misteriosa<br />

borsa, sempre la stessa, da cui mai<br />

si separa. Intimo di Gianni Letta, non si è<br />

preso con Pisanu e ha litigato pure con Fini,<br />

per poi fare pace. «Quando mi chiamò<br />

nel 2001, dissi a Berlusconi che avrei scelto<br />

io i miei collaboratori, senza guardare<br />

alla fede politica. Mi rispose: “Ha carta<br />

bianca, ma se sbaglia paga lei”. Finora non<br />

è successo, ma potrebbe accadere stanotte,<br />

o domattina». Speriamo di no. «Quando<br />

tutto sarà finito, tornerò in Africa. Resto il<br />

medico dei dannati della Terra. Prestato<br />

alla Protezione civile. Destra o sinistra, non<br />

importa».<br />

(dal Corriere della Sera)


SCIMMIE<br />

In Spagna è stata approvata una legge che<br />

riconosce particolari diritti alle scimmie<br />

in quanto “soggetti giuridici” affini alla<br />

specie umana, basandosi sul fatto che differiscono<br />

dagli uomini solo di un 5 per<br />

cento di diversità genetiche.<br />

Ma guarda tu. Sta a vedere che per un misero<br />

5 per cento di DNA ci siamo persi la<br />

Divina Commedia degli orango, la Cappella<br />

Sistina degli scimpanzè e persino la<br />

Nona Sinfonia dei gorilla (e sai che coro<br />

di Inno alla gioia).<br />

BON TON<br />

Non sopporto chi dà del tu alle commesse<br />

o va a parlare ai professori con il berretto<br />

in testa.<br />

Io invece mi faccio vanto di dare del lei<br />

anche a un ragazzo se non lo conosco e<br />

di togliermi il cappello allo sportello della<br />

posta.<br />

Il fatto è che manca anche solo la più banale<br />

voglia di convivere educatamente.<br />

In questo cito il compianto Rigoni Stern:<br />

“Una volta si sentiva la gente cantare. Cantava<br />

il falegname, il contadino, l’operaio,<br />

quello che va in bicicletta, il panettiere.<br />

Oggi la gente non canta e non racconta<br />

più”.<br />

Ha commentato bene il direttore di “Oggi”:<br />

“La cortesia è un bene raro,<br />

nessuno più cede il posto, nessuno<br />

chiede “come va?”. Si<br />

considera la cordialità superata<br />

e fastidiosa. Eppure basterebbe<br />

un “buongiorno” in più.<br />

SCUOLA 1<br />

Sul maestro unico si potrà anche<br />

discutere. Sul fatto che il<br />

15<br />

Ronzio di pensieri<br />

grembiulino non risolva i problemi della<br />

scuola si può anche annuire. Ma che finalmente<br />

un ministro tenti di riportare un<br />

po’ di ordine in quel putiferio che è la<br />

scuola italiana e abbia il coraggio di dire<br />

che “disciplina” non è una parolaccia...<br />

permettetemi, dopo 40 anni di scuola, di<br />

essere d’accordo con la Gelmini. Sì, sono<br />

per il bentornato al voto di condotta.<br />

SCUOLA 2<br />

E sono per le classi-ponte, ciò per quelle<br />

classi speciali riservate ai bambini stranieri<br />

affinché imparino un po’ di Italiano<br />

prima di entrare nelle classi “normali”.<br />

Razzismo? Anche qui, dopo 40 anni di insegnamento,<br />

posso permettermi di dire<br />

che il vero razzismo è nel falso buonismo<br />

di chi vuole mettere ragazzi che non capiscono<br />

una parola di italiano assieme a ragazzi<br />

italiani: ci rimettono gli uni e gli altri.<br />

I primi resteranno emarginati, annoiati e<br />

sempre più demotivati; i secondi continuamente<br />

frenati nel programma.<br />

È un po’ come lo sci. Non si può pretendere<br />

di mettere nella stessa squadra di allenamento<br />

Alberto Tomba e chi ha come<br />

massimo exploit lo stile “water”.<br />

(da S. Benigno Notizie)


Come eravamo<br />

Ex allievi artgiani e studenti 1944-’45<br />

V corso Artigiani 1957<br />

16<br />

II A studenti 1957<br />

Giovane di Azione Cattolica. Gruppo<br />

“Domenico Savio”. Studenti 11 maggio 1942


II B Studenti 1957<br />

L’autorità è servizio: il futuro cad. Bertone serve vino<br />

ai commesali. Non siamo alle nozze di Cana però.<br />

Il nutrito coro degli studenti del 1948 coi maestri<br />

don Lasagna e il sig. Lamberti<br />

Franco Piccinini con tre suoi “maestri”<br />

Il cortile S. Domenico<br />

Savio prima degli anni ’40


Le quattro candele bruciando,<br />

si consumavano lentamente.<br />

Il luogo era talmente<br />

silenzioso che si poteva<br />

ascoltare la loro conversazione.<br />

La prima diceva: io sono la<br />

pace, ma gli uomini non riescono<br />

a mantenermi: penso<br />

proprio che non mi resti altro<br />

da fare che spegnermi! Così fu e, a poco<br />

a poco, la candela si lasciò spegnere<br />

completamente.<br />

La seconda disse: io sono la fede, purtroppo<br />

non servo a nulla, gli uomini non<br />

ne vogliono sapere di me, e per questo<br />

motivo non ha senso che io resti accesa.<br />

Appena ebbe terminato di parlare una leggera<br />

brezza soffiò su di lei e la spense.<br />

Triste, la terza candela a sua volta disse:<br />

io sono l’amore, non ho la forza per continuare<br />

a rimanere accesa. Gli uomini non<br />

Ogni mattina appena ti alzi dal letto<br />

ricordati di rivolgere un pensiero alla vita<br />

ed alla grande fortuna che hai di esistere,<br />

affinché esso ti accompagni durante il giorno<br />

ampliando le tue gioie e riducendo i dolori.<br />

Ogni mattina appena ti alzi dal letto<br />

ricordati di rivolgere un pensiero al mondo<br />

ed all’immensa bellezza di cui ti fa dono,<br />

affinché durante il cammino del giorno<br />

tu possa percepire il bello in tutto ciò che vedi.<br />

18<br />

Le quattro candele<br />

mi considerano e non comprendono la<br />

mia importanza. Odiano persino coloro<br />

che amano i loro familiari. E senza attendere<br />

oltre si lasciò spegnere.<br />

Inaspettatamente un bimbo in quel momento<br />

entrò nella stanza e vide le tre candele<br />

spente. Impaurito per la semioscurità<br />

disse: ma cosa fate! Voi dovete rimanere<br />

accese. Io ho paura del buio. E così<br />

scoppiò in lacrime.<br />

Allora la quarta candela impietositasi<br />

disse: non temere, non piangere: finché io<br />

sarò accesa potremo sempre accendere,<br />

le altre tre candele. Io sono la speranza.<br />

Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime, il<br />

bimbo prese la candela della speranza e<br />

riaccese tutte le altre.<br />

Che non si spenga mai la speranza dentro<br />

il nostro cuore... E che ciascuno di noi possa<br />

essere lo strumento, come quel bimbo capace<br />

in ogni momento di riaccendere, con la<br />

sua Speranza, la Fede, la Pace e l’Amore<br />

PENSIERI DEL MAT TINO<br />

Ogni mattina appena ti alzi dal letto<br />

ricordati di rivolgere un pensiero all’amore,<br />

affinché colori di sé tutti i momenti della tua giornata<br />

e ti faccia aumentare la gioia di vivere.<br />

Ogni mattina appena ti alzi dal letto<br />

ricordati di rivolgere un pensiero alla morte<br />

affinché ti faccia apprezzare ogni istante del giorno<br />

e ti sproni ad agire per favorire la vita.<br />

Se sai vivere bene un solo giorno,<br />

riuscirai a vivere bene tutta la vita.


19<br />

MONDO<br />

MONDO GEX<br />

informa e<br />

soprattutto riflette:<br />

LA CRISI ECONOMICA va subìta o affrontata<br />

con spirito costruttivo per superarla?<br />

Carissimi Giovani Exallievi, per prima cosa<br />

auguro a tutti una santa Pasqua. La<br />

morte e resurrezione di Cristo ci diano la<br />

speranza e la convinzione di essere figli di<br />

Dio, destinati alla vita eterna.<br />

Il 13,14 e 15 febbraio, come ogni anno, si è<br />

svolto il tradizionale week-end sulla neve:<br />

una decina di exallievi si sono ritrovati sulle<br />

piste di Pracharbon in Val d’Ayas (AO),<br />

per divertirsi e condividere con amici,<br />

compagni e professori il loro tempo. Tutto<br />

è andato molto bene.<br />

Ma c’è una cosa che mi ha rattristato e di<br />

questo vorrei rendervi partecipi. Durante<br />

la lunga serie di telefonate<br />

che ho fatto per proporre<br />

la gita, molti hanno<br />

declinato l’invito perché<br />

senza lavoro e quindi<br />

senza coperture economiche,<br />

nonostante le nostre<br />

gite siano offerte a<br />

prezzi agevolati.<br />

Tanti Gex si sono ritrovati<br />

da un giorno all’altro senza<br />

occupazione: apprendisti<br />

lasciati a casa senza<br />

preavviso. A molti ragazzi<br />

con contratto interinale o<br />

a progetto non è stato più<br />

rinnovato il contratto; al-<br />

GEX<br />

cuni riescono a sopravvivere con la cassaintegrazione,<br />

finché ci sarà. Posso dire di<br />

avere toccato con mano quali siano realmente<br />

le conseguenze di questa crisi e,<br />

anche se non sono un economista e tanto<br />

meno un politico, mi permetto alcune<br />

considerazioni: innanzitutto dovremmo<br />

cercare di analizzare il perché siamo arrivati<br />

a questo punto e cercare di prepararci<br />

al futuro, quando ci sarà la ripresa.<br />

La crisi sicuramente è nata in una società<br />

che spinge molto al consumismo: «non<br />

importa se non hai i soldi», «inizia a comprare,<br />

renditi bello, forte», «acquista questo<br />

articolo, non puoi non averlo...». Con tutti<br />

questi messaggi le persone iniziano ad<br />

avere atteggiamenti al di sopra delle loro<br />

possibilità. Vi faccio degli esempi: ogni famiglia<br />

ha due macchine, tre tv, almeno<br />

due cellulari a persona; così si crea debito.<br />

Questa non è la nostra tradizione. La società<br />

italiana si basava sul risparmio, i beni<br />

si compravano solo dopo molti sacrifici<br />

e così facendo si dava anche un senso a<br />

quel bene. Invece oggi la mentalità del<br />

«tutto e subito», oltre a creare danni a livello<br />

educativo (ricordiamo alcune interviste,<br />

alla domanda «perché l’hai fatto»<br />

spesso la risposta data è: «l’abbiamo fatto<br />

per noia») sta creando problemi anche da<br />

un punto di vista economico.<br />

L’economia non ruota intorno al bene della<br />

persona. Si fa di tutto per il guadagno.<br />

Già ai tempi di Mosè, mentre egli era impegnato<br />

nel ritirare le tavole sul monte, il<br />

popolo, appena liberato dalla schiavitù<br />

egiziana, si mise ad adorare il vitello d’oro.<br />

È giusto analizzare questa crisi; è bene esaminarla<br />

anche con un ottica cristiana per<br />

non più subirla in futuro.<br />

Ricordando la parabola dei talenti, met-


tiamo al centro l’uomo, il bene comune, e<br />

condanniamo il consumismo esasperato,<br />

che ci ha portato fino a questa situazione.<br />

A conclusione vorrei ricordare ancora una<br />

volta a tutti gli Exallievi che l’unione Casa<br />

madre Valdocco vuole venire incontro a<br />

tutti i Gex, che si trovano in difficoltà lavorative:<br />

esiste uno sportello lavoro. Passate<br />

a trovarci in sede la prima domenica<br />

del mese oppure ritornate a scuola chiedendo<br />

del professor Giardina. Non abbiamo<br />

la bacchetta magica, ma camminiamo<br />

e affrontiamo insieme a voi questa crisi<br />

con tanta speranza, che contraddistingue<br />

noi cristiani.<br />

Michele Giardina<br />

Giovani<br />

e voglia di vivere<br />

CAMMINANDO INSIEME<br />

Passo dopo passo<br />

io e il mio amore<br />

con la mano nella mano<br />

percorriamo la strada<br />

della vita<br />

col cuore colmo di gioia:<br />

eccoci raggiungere<br />

la meta che ci eravamo prefissati.<br />

Dopo numerosi tentativi<br />

e tanti sacrifici,<br />

ad un passo dalla felicità,<br />

più consapevoli e maturi,<br />

ecco risplendere la vita<br />

di un candido bianco<br />

come se ci sorridesse<br />

e ci dicesse:<br />

«Siete arrivati.<br />

Avete tagliato il traguardo.<br />

Ora non abbiate<br />

più timori<br />

e godete i doni<br />

che avete ereditato<br />

nel lungo cammino<br />

sulla strada della vita!».<br />

Simona Marinari<br />

20<br />

VERSO LA LUCE<br />

Lunghe discese,<br />

impervie salite,<br />

pianure estese,<br />

viali ombrosi,<br />

strettoie tortuose,<br />

distese di prati fioriti,<br />

così nella vita verso la luce,<br />

cercando la giusta via,<br />

leggendo nel nostro cuore<br />

la verità,<br />

riscoprendo la gioia<br />

di vivere,<br />

dopo lunghi percorsi,<br />

rincorrendo la felicità,<br />

superando numerosi ostacoli,<br />

scalando alte vette<br />

camminando al buio<br />

con la luce delle stelle<br />

e il pallore della luna<br />

ci accorgiamo che<br />

mancano pochi metri al tragnardo,<br />

orgogliosi del nostro cammino<br />

col sorriso sul volto<br />

raggiungiamo la luce<br />

consapevoli e fieri<br />

che ciò che ci attende,<br />

ora non ci spaventa più<br />

e siamo pronti a ricominciare<br />

una nuova vita nella luce...<br />

Simona Marinari<br />

UN GRANDE AMICO<br />

Ama il silenzio,<br />

vivilo con serenità,<br />

perché esso è un grande Amico:<br />

ti aiuta ad ascoltare il tuo cuore<br />

quando intorno a te c’è confusione.<br />

Ama la vita<br />

vivila, sappi cogliere i suoi suggerimenti...<br />

Non sfuggire alla paura<br />

ma accoglila, comprendila:<br />

essa sarà il tuo punto di forza<br />

nei momenti difficili e poi...<br />

Ama, ama, ama all’infinito<br />

Ama la tua vita,<br />

Ama te stesso e gli altri.<br />

Ama: perché tutto ciò che serve


per vivere...<br />

La vita è il dono più grande<br />

che abbiamo.<br />

Amala: non ti deluderà.<br />

Simona Marinari<br />

TU NON MI ABBANDONI<br />

«È buio dentro di me,<br />

ma presso di te c’è la luce;<br />

sono solo,<br />

Filo diretto<br />

MARIO APRÀ ci scrive: ...devo chiedere<br />

scusa se il giorno 7 giugno u.s. non ho potuto<br />

essere con voi all’Oratorio. Ma non<br />

ho trovato amici che venissero con me: e<br />

poi quel giomo avevo la S. Messa anniversaria<br />

della morte di mio fratello don Giulio.<br />

...Poi alla fine di giugno mia moglie Rosalba<br />

ed io abbiamo celebrato i 50 anni di<br />

matrimonio. Non abbiamo voluto regali<br />

ma offerte, parte delle quali ho inviato a<br />

voi per le opere di bene, che sempre sono<br />

tanto utili, e parte ai nostri missionari diocesani<br />

in quel di Palmares.<br />

Sono 80 anni di vita,<br />

55 da artigiano: dei<br />

quali ringrazio la Madonna<br />

Ausiliatrice e<br />

Don Bosco. Parecchi<br />

sono i ragazzi a cui ho<br />

insegnato il mio mestiere<br />

imparato all’Oratorio<br />

dagli Elettro e<br />

soprattutto una cosa:<br />

nella mia officina nessuno<br />

ha mai bestemmiato!<br />

E mi sembra<br />

già una buona cosa...<br />

Grazie e complimenti,<br />

caro Mario. Anche<br />

per le foto, in cui<br />

21<br />

ma tu non mi abbandoni;<br />

sono impaurito,<br />

ma presso di te c’è aiuto;<br />

sono inquieto,<br />

ma presso di te c’è pace;<br />

in me c’è amarezza,<br />

ma presso di te c’è pazienza;<br />

non comprendo le tue vie,<br />

ma tu conosci la mia via».<br />

Dietrich Bonhoeffer<br />

siete, tu accovacciato per terra, il sig. Sandre,<br />

il sig. Molinari, il sig. Merlino (il maestro<br />

di Erminio Macario), don Sartori, sig.<br />

Manzo, il sig. Jans, il maestro Lamberto, il<br />

sig. Da Parma...


BILI SERGIO ci informa: ... per malattia<br />

non no potuto partecipare all’incontro dei<br />

veterani. Osservando la foto, non ho riconosciuto<br />

alcun volto a cui poter associare<br />

un nome. Sessantacinque anni sono trascorsi!<br />

L’impressione che ne ho tratto è<br />

che tutti sembrano in ottima forma. Dio<br />

sia lodato.<br />

Il sottoscritto ha 81 anni. Sono titolare di<br />

2 atelier di abiti da cerimonia, sia per uomo<br />

come per donna, siti in Torino. Il mio<br />

cardiologo mi consiglia di non abbandonare<br />

la mia attività! Nonostante innumerevoli<br />

malattie, tutte superate con l’aiuto<br />

della Madonna Ausiliatrice e di Don Bosco.<br />

Ho festeggiato il 40° di matrimonio presso<br />

la basilica e il rev.do Don Pellini mi ha riservato<br />

una bellissima cerimonia il<br />

7/09/08.<br />

Caro Sergio, complimenti. Ho trasmesso<br />

la tua composizione ad un musico.<br />

MARTIN GIANPAOLO: grazie dei tuoi<br />

auguri e della comunicazione del cambio<br />

di indirizzo.<br />

La signora LUCIANA, moglie di BLAN-<br />

DINO MICHELE, informa, tra il resto, sulla<br />

salute di Michele. «Appena ci sarà l’opportunità,<br />

verremo in Casa Madre. In ogni<br />

caso sappia che per noi Exallievi l’Ausiliatrice<br />

e Don Bosco sono un forte punto di<br />

riferimento e ci auguriamo che sia così per<br />

i giovani d’oggi».<br />

Grazie degli incoraggiamenti, tanto più<br />

valevoli se vissuti sul campo. Vi ricordiamo.<br />

GUIDO MOSCA, parlando di un giovane<br />

di Biella Guido Acquadro, morto in concetto<br />

di santità, ci manda alcuni pensieri<br />

che questi ha mandato a don Alfonso Mosca,<br />

suo amico di gioventù.<br />

Mi sento un po’ malaticcio, tuttavia sono<br />

sempre allegro. Quando sono un po’ turbato,<br />

allora rivolgo la mia mente a Dio e<br />

provo grande conforto.<br />

(Lettera all’amico A.M.)<br />

22<br />

Quando in fabbrica si tengono cattivi discorsi,<br />

io mi metto a cantarellare le litanie<br />

della Madonna o di qualche lode, o, comunque<br />

prego e penso al Signore e divento<br />

così assorto che non sento più nulla di<br />

quello che avviene intorno a me e, senz’accorgermene,<br />

lavoro anche più in fretta e<br />

meglio.<br />

(Confidenza all’amico A.M.)<br />

Aspetto con ansia l’ora di recarmi ai Santi<br />

Esercizi a S. Giovanni d’Andorno, a sentire<br />

la parola del Signore, a rinfrancare il mio<br />

spirito. Al diavolo spiace che i giovani vadano<br />

agli Esercizi Spirituali.<br />

(All’amico A.M.)<br />

Prego Dio che mi faccia camminare sempre<br />

nella retta via, benché piena di spine,<br />

di dolori, di mortificazioni, per poter entrare<br />

un giorno nel Suo regno, mondo da<br />

ogni peccato.<br />

(Lettera all’amico A.M.)<br />

Che c’è di più bello, di più sublime che vivere,<br />

lavorare, morire per il Signore?<br />

(All’amico A.M.)<br />

Caro Guido, il tuo amico ventenne ci ha<br />

dato lezioni di vita. Grazie.<br />

A KATIA BARBERIS: volentieri pubblichiamo<br />

l’annuncio di morte e la foto di<br />

papà Domenico, che lo ricordiamo con affetto.


Ricordiamoli; e preghiamo per chi ci ha lasciato<br />

BONAUDO JOLANDA<br />

ved. Bausola<br />

✙ 1-6-2008<br />

Felicitazioni e auguri a:<br />

✿ a ROSA e GIOSAFATTE SAVINO per i loro 50 anni di matrimonio<br />

✿ al dott. GIANPAOLO ing. CALLERI, dottore magistrale in ingegneria civile<br />

✿ al dott. IVAN VARGAS, dottore magistrale in ingegneria gestionale<br />

✿ a WlLBERT ROSSI neo dottore in ingegneria fisica<br />

✿ a DE ROSA BIAGIO neo dottore in ingegneria gestionale<br />

✿ a SALLAKU ILIR neo dottore in scienze multimediali.<br />

23<br />

BRUNO dott. CELESTE<br />

✙ 7-2-<strong>2009</strong><br />

MAFFEI LUCIANO<br />

✙ maggio 2008<br />

DOMENICO BARBERIS<br />

✙ 29-4-2008<br />

PORGIAMO LE PIÙ SINCERE E SENTITE CONDOGLIANZE<br />

a GIANDAVIDE MENCOBONI per la morte della moglie signora LILIANA<br />

a RENATO BAUSOLA per la morte della mamma JOLANDA<br />

a CARLO PAGANI per la morte della moglie signora ARIALDA


I nostri appuntamenti:<br />

Prime domeniche del mese: 3 maggio - 7 giugno<br />

Ore 10.00: S. Messa nella Chiesa di S. Francesco di Sales.<br />

5 aprile<br />

Ritiro in preparazione alla Pasqua presso la Casa di preghiera mostra signora del<br />

Cenacolo - piazza Gozzano 4 - Torino<br />

19 aprile domenica in Albis<br />

Convegno annuale Ex-allievi “Casa Madre”.<br />

25 aprile<br />

Festa della Famiglia Salesiana<br />

24 maggio: festa di Maria Ausiliatrice<br />

ore 20.30 “Solenne Processione”<br />

Tesseramento <strong>2009</strong><br />

La quota associativa è di € 18,00. Grazie per il vostro attaccamento a Don Bosco,<br />

all’Unione Casa Madre e per la vostra generosità.<br />

Per informazioni telefonare ai seguenti numeri:<br />

Delegato: 011.5224368 (cgian@valdocco.edu)<br />

Sede Ex: 011.5224502 con segreteria telefonica<br />

La nostra casella di posta elettronica:<br />

www.donboscoinsieme.com - ex-allievi@valdocco.edu<br />

I tuoi dati fanno parte dell’archivio elettronico gestito dell’Associazione Exallievi/e di Don Bosco - Casa Madre, con sede in Torino, Via Maria Ausiliatrice<br />

32, nel rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 196/03 sulla tutela dei dati personali. I Tuoi dati non saranno oggetto di comunicazione<br />

o diffusione a terzi, se non per ciò che riguarda la spedizione della rivista. Per essi potrai richiedere, in qualsiasi momento, modifiche,<br />

aggiornamento, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Delegato, all’indirizzo della rivista.<br />

24<br />

AVVISO<br />

PER IL<br />

PORTALETTERE<br />

Suppl. al n.3 de “Il tempio di Don Bosco”<br />

Dir. Resp. Valerio Bocci<br />

Aut. Trib. Torino n. 498 del 14-11-1949<br />

Corrispondenza:<br />

UNIONE EXALLIEVI CASA MADRE<br />

Via Maria Ausiliatrice 32 - 10152 Torino<br />

l’eco dell’oratorio<br />

marzo <strong>2009</strong><br />

In caso di MANCATO RECAPITO inviare a:<br />

TORINO CMP NORD per la restituzione al Mittente:<br />

via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino<br />

Esso si impegnerà a pagare la relativa tassa.

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