Corso di Fotografia 2010-2011: Marzinis - UTLE Fiumana
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L’ORATORIO DI SAN GIROLAMO<br />
L’Oratorio <strong>di</strong> San Girolamo è una piccola chiesa <strong>di</strong> origine votiva, realizzata nel<br />
XV secolo ed è sempre stato soggetto alla pieve <strong>di</strong> Pescincanna. L’oratorio (dal latino<br />
orare, pregare) è un luogo <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni destinato alla preghiera e al culto<br />
privato <strong>di</strong> famiglie e comunità. San Girolamo è venerato dai cattolici come santo,<br />
padre e dottore della chiesa che ha posto al centro della sua vita la Bibbia. Fu il primo<br />
traduttore della Bibbia dal greco e dall’ebraico al latino.<br />
Sofronio Eusebio Girolamo, meglio noto come San Girolamo, nacque a Stridone,<br />
o<strong>di</strong>erna Portole in Croazia, verso il 347 da una famiglia cristiana. Nel 366 ricevette il<br />
battesimo dal Papa Liberio. Nel 379 fu or<strong>di</strong>nato sacerdote dal vescovo Paolino <strong>di</strong><br />
Antiochia. Durante un soggiorno ad Aquileia maturò l’idea <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare monaco. Si<br />
spense a Betlemme nella sua cella, vicino alla grotta della natività, il 30 settembre nel<br />
419 o 420. La chiesa lo festeggia il 30 settembre ed è il protettore degli archeologi,<br />
bibliotecari, traduttori e stu<strong>di</strong>osi in genere.<br />
La chiesa è orientata lungo un asse longitu<strong>di</strong>nale est-ovest, con abside volta<br />
verso oriente, come si usava allora. Ha un’impostazione architettonica molto<br />
semplice: si compone <strong>di</strong> un’aula rettangolare sulla quale, rialzato <strong>di</strong> un gra<strong>di</strong>no,<br />
s’innesta il presbiterio, che è collegato all’aula da un arco a sesto acuto, che è<br />
sovrastato da una volta a crociera, con vele <strong>di</strong>stinte da costoloni. Una piccola<br />
sacrestia rettangolare è stata aggiunta a destra del presbiterio nel 1765. Nel costruire<br />
questa sacrestia fu chiusa una finestra che dava luce alla zona absidale e fu aperta<br />
una porta sulla parete corrispondente.<br />
La sacrestia fu realizzata con ciottoli <strong>di</strong> fiume e, solo per gli angoli, furono<br />
impiegati i mattoni.<br />
Il ciclo degli affreschi, in essa conservati, arricchisce la volta, le pareti e il<br />
sott’arco dell’abside. Nella navata invece sono presenti alcuni <strong>di</strong>pinti votivi e due serie<br />
<strong>di</strong> croci <strong>di</strong> consacrazione.<br />
LA CHIESA VISTA DALL’ESTERNO<br />
A prima vista la chiesa appare semplice e spoglia. La facciata ha una porta<br />
centrale d’entrata rettangolare con l’architrave in pietra (originariamente più grande),<br />
due finestre asimmetriche e un’apertura circolare fra gli spioventi del tetto (rosone).<br />
Sulla destra, una piccola nicchia ospitava un’acquasantiera. Una nicchia simile è posta<br />
all’interno accanto alla porta laterale. Oggi queste nicchie sono vuote.<br />
La porta secondaria, nel fianco destro, è pressoché uguale a quella principale.<br />
Una finestrella quadrata si apre sul lato destro della sacrestia. Sotto la gronda<br />
troviamo motivi a spigoli in mattoni.<br />
Nel lato sud, all’esterno della chiesa, c’era un affresco raffigurante San Martino<br />
a cavallo. La testa del cavallo era rivolta verso la sacrestia. Nel 1937, quest’affresco e<br />
le pareti esterne furono <strong>di</strong>pinte <strong>di</strong> colore ocra, tipico colore delle costruzioni della<br />
nobile famiglia Panciera <strong>di</strong> Zoppola.