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<strong>Il</strong> vestito di Arlecchino<br />

È fuor di retorica affermare che tutte queste persone rifondano continuamente “<strong>Il</strong> <strong>Portico</strong>”<br />

ed è tanto più vero quanto più queste disponibilità “locali” vengono armonizzate e<br />

rese significative dalla dimensione progettuale gestita dal direttivo che “pensa in grande”<br />

quanto viene realizzato “nel piccolo”.<br />

Con tante piccole disponibilità di stoffa e <strong>una</strong> buona sartoria si può confezionare un<br />

vestito allegro e dignitoso. “<strong>Il</strong> <strong>Portico</strong>” vive ancora di questi frammenti di tempo e di<br />

azioni che gli operatori coordinano e tendono a incentivare per diffondere <strong>una</strong> mentalità<br />

di servizio alla “cosa di tutti” (res-publica!) che, in sociologia, si potrebbe definire come<br />

“capitale sociale”.<br />

L’economia aziendale<br />

Anche dal punto di vista economico la precarietà <strong>del</strong>l’azienda-<strong>Portico</strong> è palpabile quotidianamente<br />

ed il rischio è più alto che nelle normali ditte che sgomitano nella giungla<br />

<strong>del</strong> mercato odierno. A nostro favore sembra giocare soltanto l’utenza, che aumenta<br />

continuamente, ma in realtà essa non porta denaro in relazione agli oneri, anzi, pretende<br />

maggiori servizi.<br />

Mantenere quattro operatori ed <strong>una</strong> struttura così “grande” è possibile con la collaborazione<br />

di tutti e con la diversificazione <strong>del</strong>le fonti di finanziamento, come è ben spiegato<br />

nelle pagine relative. Ciò che qualifica l’associazione in questo settore è la trasparenza<br />

<strong>del</strong> suo bilancio anche nei differenti progetti, spesso indicati dagli enti erogatori come<br />

esemplari.<br />

Una considerazione generale sul terzo settore serve per comprendere in quale scenario<br />

mondiale si sta muovendo la nostra piccola barchetta. Con il termine “terzo settore” si<br />

intende quello intermedio tra pubblico e privato. Viene definito anche “privato sociale”<br />

e comprende tutte le attività svolte da enti, associazioni, cooperative che svolgono un<br />

servizio pubblico con gestioni private.<br />

Un grande economista americano, Jeremy Rifkin, afferma “Oggi siamo in grado di produrre<br />

tutto ciò che ci serve con <strong>una</strong> frazione limitata di persone... Alle generazioni <strong>del</strong><br />

terzo millennio resterà poco da scegliere. Sono infatti quattro le porte tradizionali alle<br />

quali si bussa per cercare lavoro: il mercato, lo Stato, il terzo settore e la criminalità organizzata.<br />

<strong>Il</strong> mercato però offrirà sempre meno opportunità a causa <strong>del</strong> progresso tecnologico.<br />

Lo Stato, ovunque nel mondo, non è più in grado di assumere. E l’unica alternativa<br />

alla criminalità resta il terzo settore: tutte quelle attività, cioè, che producono capitale<br />

sociale.”<br />

Un intervento “integrale”<br />

L’ampia gamma <strong>del</strong>le collaborazioni attivate dall’associazione rivela l’interdipendenza<br />

dei problemi sociali. L’integrazione dei disabili non può avvenire in <strong>una</strong> realtà dove la<br />

competizione è la legge e dove l’economia è lasciata alla legge <strong>del</strong>la giungla promossa da<br />

un liberismo sfrenato, né in un contesto di accettazione <strong>del</strong>la violenza o <strong>del</strong> degrado<br />

ecologico. Le persone si trovano bene in un ambiente ordinato, pulito, rispettoso, onesto,<br />

tollerante, creativo…: i problemi ecologici, giuridici, educativi, morali, sanitari, organizzativi<br />

ecc. sono interconnessi al punto che tutti gli attori sociali dovrebbero lavorare<br />

per il bene comune e non per il proprio. Questo si potrebbe realizzare nel mondo <strong>del</strong><br />

volontariato se le associazioni, i gruppi e le cooperative concertassero le proprie richieste.<br />

Si riequilibrerebbero così, ad esempio, i finanziamenti privilegiati per i tossicodipendenti<br />

o i ciechi e le briciole riservate ai malati mentali.<br />

Per tali motivi l’associazione è iscritta a numerose realtà di coordinamento zonale e<br />

nazionale e impegna parte <strong>del</strong> tempo dei propri operatori per favorire la collaborazione<br />

tra le associazioni locali e <strong>del</strong>la provincia di Venezia.

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