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Linee Guida Bonifica - ASL Varese

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I M A T E R I A L I<br />

S O S T I T U T I V I


BONIFICA DI MANUFATTI CON FVA<br />

FVA: Fibre Vetrose Artificiali<br />

Qui si fa riferimento a:<br />

Regione Lombardia – Direzione Generale<br />

Sanità Atto n. 1015 del 22.12.2010<br />

“<strong>Linee</strong> <strong>Guida</strong> per la bonifica di manufatti in<br />

posa contenenti fibre vetrose artificiali”


DISTRIBUZIONE DELL’AMIANTO<br />

NEI DIVERSI UTILIZZI<br />

• Cemento amianto 69%<br />

• Coibentazione tubature 10%<br />

• Cartoni 7%<br />

• Freni e frizioni 3%<br />

• Tessuti 2%<br />

• Altro 9%


OBIETTIVO<br />

Avere consapevolezza dei rischi<br />

derivanti dai materiali utilizzati<br />

in alternativa all’amianto e in<br />

particolare dalle FVA<br />

Fibre Vetrose Artificiali


FIBRA<br />

Il termine “FIBRA” indica ogni particella di<br />

forma allungata, avente una lunghezza<br />

nettamente maggiore rispetto al diametro,<br />

ovvero, sono particelle che presentano<br />

L > 5 micron<br />

D < 3 micron<br />

Rapporto L/D maggiore o uguale 3:1


I MATERIALI SOSTITUTIVI<br />

DELL’AMIANTO<br />

I PRIMI MATERIALI SOSTITUTIVI<br />

DOVEVANO RISPETTARE I CRITERI<br />

STABILITI DAL D.M. 12.02.1977


I CRITERI DEL DM 12.02.1997<br />

1) ASSENZA DI AMIANTO<br />

L’assenza di amianto deve risultare da<br />

analisi con tecnica di microscopia<br />

elettronica


I CRITERI DEL DM 12.02.1997<br />

2) Concentrazione totale inferiore a 0,1%<br />

delle sostanze pericolose:<br />

• inserite nella normativa nazionale di recepimento Direttiva<br />

67/548 – cancerogene cat. 1 o 2 ed etichettate almeno come<br />

Tossica con frase di rischio R45 “Può provocare il cancro” o<br />

R49 “Può provocare il cancro in seguito ad inalazione”;<br />

• classificate dalla Commissione Consultiva Tossicologica<br />

Nazionale nella categoria 1 o nella categoria 2;<br />

• classificate dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul<br />

Cancro nel gruppo 1 o nel gruppo 2a


I CRITERI DEL DM 12.02.1997<br />

3) Caratteristiche dei materiali con abito fibroso<br />

(L/D ≥ 3)<br />

•Diametro geometrico medio ≥ 3µm e contenuto fibre con D<br />

minore di 3µm in percentuale sul totale delle fibre inferiore<br />

al 20%;<br />

•Le fibre non abbiano tendenza a fratturarsi lungo l’asse<br />

longitudinale. In caso contrario queste devono essere<br />

considerate innocue da parte della CCTN, o classificate dalla<br />

stessa o dalla IARC in categoria diversa da 1 o 2;<br />

•Il monomero presente in forma libera, nei materiali a base di<br />

fibre polimeriche, deve soddisfare il requisito precedente.


I CRITERI DEL DM 12.02.1997<br />

4) I materiali sostitutivi dell’amianto non<br />

devono dar luogo a rifiuti classificati come<br />

tossici e nocivi, a norma del DPR 915 del<br />

1982 (ora D.Lgs. 152/2006)


Le fibre naturali<br />

HANNO STRUTTURA CRISTALLINA:<br />

SI POSSONO SUDDIVIDERE IN<br />

FIBRILLE SEMPRE PIU’ SOTTILI E<br />

PICCOLE, COME NEL CASO<br />

DELL’AMIANTO


Le fibre artificiali<br />

HANNO UNA STRUTTURA AMORFA:<br />

DANNO LUOGO A PARTICELLE PIU’<br />

CORTE IN QUANTO SI SEZIONANO SOLO<br />

TRASVERSALMENTE, FINO A PERDERE<br />

LA CARATTERISTICA DI FIBRA<br />

PROPRIAMENTE DETTA


CARATTERISTICHE DELLE FAV<br />

• Alta stabilità chimica e fisica<br />

• Non infiammabili<br />

• Scarsamente attaccabili da umidità e da agenti<br />

chimici corrosivi<br />

• Ottimo rapporto peso/durezza<br />

• Flessibilità<br />

• Alta capacità isolante (acustica e termica)<br />

• Non sono sensibili alla aggressione di microrganismi


Principali settori di impiego


La legislazione in materia di FAV<br />

Direttiva 67/548/CE (Direttiva Madre) recepita con<br />

Legge 29.5.1974 n. 256.<br />

Direttive 97/69/CE e 2009/2/CE (adeguamento al<br />

processo tecnico della Direttiva Madre) - in cui si<br />

introducono elementi di distinzione, in relazione alla<br />

pericolosità, tra le varie FAV.<br />

Si mette in evidenza come non tutte le FAV<br />

presentino effetti cancerogeni; per alcune tali effetti<br />

sono esclusi.


La Direttiva 97/69/CE<br />

suddivide le FAV in due macro categorie:<br />

1. Fibre Ceramiche Refrattarie FCR – con tenore di<br />

ossidi alcalini e alcalino-terrosi pari o inferiore al<br />

18% in peso;<br />

2. Lane (fibre artificiali vetrose) con tenore di<br />

ossidi alcalini e alcalino-terrosi superiore al 18%<br />

in peso


Direttiva 67/548/CE Classificazione ed etichettatura FAV


Classificazione ed etichettatura: criteri CLP


Classificazione ed etichettatura: criteri CLP


Classificazione ed etichettatura: criteri CLP


TOSSICOLOGIA DEI<br />

MATERIALI PRODOTTI CON<br />

FIBRE MINERALI ED<br />

ARTIFICIALI


FAV: Tossicologia ed effetti sulla salute<br />

Forma e dimensione delle fibre condizionano la<br />

profondità di penetrazione e/o deposizione ai diversi<br />

livelli dell’apparato respiratorio.<br />

Per fibre con diametro > 12 µm, non in grado di<br />

raggiungere l’area polmonare deputata agli scambi<br />

respiratori si usa il termine “inalabili”.<br />

Per contro, particelle di diametro < a 3 µm sono<br />

considerate “respirabili”.


DISPOSIZIONE DELLE FIBRE<br />

NELL‘ORGANO NELL ORGANO RESPIRATORIO<br />

Il Diametro Aerodinamico ( Da ) è il<br />

parametro fisico che determina<br />

l’entrata e la deposizione delle fibre<br />

nell’apparato respiratorio.<br />

Da = 1.3 ρ 1/2 d 5/6 L 1/6<br />

Dove p=densità d=diametro fisico L=lunghezza


DISPOSIZIONE DELLE FIBRE<br />

NELL‘ORGANO NELL ORGANO RESPIRATORIO<br />

Il diametro geometrico è molto più importante<br />

della lunghezza nel determinare il Da.<br />

Fibre relativamente lunghe e di diametro<br />

molto piccolo possono viaggiare con il flusso<br />

d’aria inalata e arrivare nelle zone profonde<br />

del polmone.<br />

Fibre di amianto lunghe anche 200 Micron<br />

sono state osservate nei tessuti del polmone<br />

umano


DISPOSIZIONE DELLE FIBRE<br />

NELL‘ORGANO NELL ORGANO RESPIRATORIO<br />

Fibre con Da maggiore di 12 µm (per gli esseri<br />

umani) molto difficilmente possono raggiungere i<br />

bronchioli e gli alveoli.<br />

Il limite superiore per il diametro di respirabilità<br />

viene collocato intorno ai 3 µm ; poiché il Da<br />

corrisponde a circa 3 volte il diametro geometrico,<br />

fibre con Ø inferiore a circa 1 µm hanno maggiore<br />

probabilità di deposizione nelle regioni alveolari


DURABILITÁ<br />

DURABILIT<br />

PROPRIETÁ<br />

PROPRIET<br />

È la capacità di una sostanza di rimanere inalterata<br />

nei liquidi biologici:<br />

▼ L’asbesto permane nell’organismo nel quale è<br />

penetrato.<br />

▲ Il materiale vetroso va incontro a fenomeni di<br />

lisciviazione e la sua permanenza è limitata nel<br />

tempo.<br />

Lisciviazione: separazione di una sostanza da altre sfruttando<br />

le proprietà di solubilità e la differenza della stessa.


BIOPERSISTENZA<br />

La biopersistenza delle fibre sta a significare<br />

se ed entro quale lasso di tempo le fibre<br />

penetrate nei polmoni possono dissolversi<br />

(decomporsi) nei liquidi dell’organismo<br />

umano. Le fibre con una solubilità elevata nei<br />

liquidi dell’organismo hanno una biopersistenza<br />

ridotta e quindi un tempo di permanenza<br />

breve. Un tempo di permanenza lungo significa<br />

che le cellule polmonari colpite vengono<br />

maggiormente irritate: da ciò si può dedurre<br />

un’intensificazione dell’azione cancerogena.


Sembra che la biopersistenza dipenda non solo<br />

dall'efficienza del sistema immunitario di un<br />

soggetto, ad esempio dall'azione depurativa della<br />

mobilità ciliare della mucosa bronchiale<br />

(la velocità di depurazione polmonare è pari a 13<br />

mm al giorno in una persona normale) ma anche<br />

dalla lunghezza delle fibre, nonché dalla<br />

durabilità<br />

BIOPERSISTENZA


BIODISPONIBILITÀ<br />

BIODISPONIBILIT<br />

La biodisponibilità è anch'essa un parametro che<br />

è funzione delle dimensioni della particella ed in<br />

particolare essa dipende dal diametro della fibra<br />

che per essere attiva in tal senso deve misurare<br />

meno di 2µ.


FAV: Tossicologia ed effetti sulla salute<br />

Il meccanismo di azione delle FAV è noto solo in parte.<br />

Alcune caratteristiche in grado di condizionare la loro<br />

tossicità:<br />

• La forma<br />

• La lunghezza<br />

• La composizione chimico- mineralogica<br />

• La biopersistenza


FAV: Tossicologia ed effetti sulla salute<br />

Studi di mortalità in esposti a fibre di vetro:<br />

Le attuali conoscenze hanno portato (IARC) ad<br />

esprimersi per una inadeguata evidenza di<br />

cancerogenicità nell’uomo, con classificazione nel<br />

gruppo 3 (non classificabile come cancerogeno per<br />

l’uomo).


FAV: Tossicologia ed effetti sulla salute<br />

Studi di mortalità in esposti a lana di roccia e<br />

di scoria:<br />

Nel 2002 IARC ha riclassificato tali fibre nel<br />

gruppo 3 (non classificabile come<br />

cancerogeno per l’uomo).


FAV: Tossicologia ed effetti sulla salute<br />

Studi di mortalità in esposti a Fibre Ceramiche<br />

Refrattarie (FCR):<br />

Nel 2002 IARC ha classificato tali fibre nel<br />

gruppo 2B (Possibile cancerogeno per l’uomo).


EFFETTI NON TUMORALI SULL’UOMO<br />

SULL UOMO<br />

EFFETTI IRRITATIVI:<br />

• FAV: sono noti i loro effetti irritativi per fibre<br />

con D maggiore di 4 µm su cute e mucose;non sono<br />

ancora chiari gli eventuali effetti per patologie<br />

cutanee allergiche dovute ad additivi in uso nei<br />

processi lavorativi delle FAV.<br />

• FCR: sono state osservate associazioni significative<br />

con sintomi quali irritazione oculare, ostruzione<br />

nasale, tosse secca per esposizione a concentrazioni ><br />

0,2 ff/cmc.


VALORI LIMITE DI RIFERIMENTO<br />

Il riferimento normativo in Italia è il D.Lgs. 81/08; non<br />

sono indicati valori limite. Si farà riferimento alle<br />

indicazioni di agenzie internazionali come ad es.<br />

ACGIH che definiscono Limiti soglia (TLV)<br />

Valori limite ACGIH 2010


METODI BONIFICA MANUFATTI CONTENENTI FAV<br />

Gli indicatori da utilizzare sono:<br />

• Il contenuto in ossidi alcalino - terrosi<br />

• il diametro geometrico medio ponderato rispetto alla<br />

lunghezza, meno due errori standard


METODI BONIFICA MANUFATTI CONTENENTI FAV<br />

Il processo<br />

decisionale


METODI BONIFICA MANUFATTI CONTENENTI FAV<br />

Le FCR rientrano tra le FAV con contenuto in<br />

ossidi alcalino – terrosi < a 18% e con diametro<br />

geometrico medio ponderato rispetto alla<br />

lunghezza , meno due errori standard < 6 µ


METODI BONIFICA MANUFATTI CONTENENTI FAV<br />

La classificazione “cancerogeno” NON si applica in<br />

presenza di:<br />

• fibre con % in ossidi alcalino – terrosi inferiore al<br />

18% e diametro superiore a 6 µ<br />

• fibre con % in ossidi alcalino – terrosi > al 18% e<br />

diametro superiore a 6 µ


METODI BONIFICA MANUFATTI CONTENENTI FAV<br />

Per modulare le misure operative si definiscono<br />

3 casi:<br />

Caso 1) Le fibre NON sono cancerogene<br />

Caso 2) Le fibre sono cancerogene di categoria 2<br />

Caso 3) Le fibre sono cancerogene di categoria 3


International Agency for Research on Cancer<br />

Organizzazione che è parte di OMS e ONU<br />

CATEGORIE IARC: sono previste cinque categorie<br />

Categoria 1 : cangerogena per l’uomo<br />

Categoria 2A: cancerogena probabile per l’uomo<br />

Categoria 2B: cancerogena possibile per l’uomo<br />

Categoria 3 : classificazione impossibile riguardo<br />

alla azione cancerogena per l’uomo<br />

Categoria 4 : probabile non cancerogena per l’<br />

l’uomo


METODI BONIFICA MANUFATTI CONTENENTI FAV<br />

Caso 1) bonifica manufatti già in posa contenenti<br />

FAV con ossidi alcalino – terrosi 18%<br />

con DLG-2ES > 6 µm :<br />

Le FAV con queste caratteristiche non sono<br />

considerate cancerogene poiché non respirabili.<br />

La ditta operante eseguirà una VDR tenendo<br />

conto degli effetti irritativi determinati dalle<br />

sostanze in questione.


METODI BONIFICA MANUFATTI CONTENENTI FAV<br />

Caso 2) bonifica manufatti già in posa contenenti<br />

FAV comprendendo anche le FRC, con ossidi<br />

alcalino – terrosi


METODI BONIFICA MANUFATTI CONTENENTI FAV<br />

Caso 3) bonifica manufatti già in posa contenenti<br />

FAV comprendendo anche le FRC, con ossidi<br />

alcalino – terrosi >18% e DLG-2ES < 6 µm :<br />

Le FAV con queste caratteristiche non sono da<br />

considerarsi cancerogene.


PRIME RICERCHE SU<br />

PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

La sostituzione dell’amianto è affidata<br />

necessariamente ad una serie di materiali che,<br />

a seconda delle applicazioni, possono dare i<br />

migliori risultati in funzione delle esigenze<br />

dell’utilizzatore finale, al quale prospettare la<br />

soluzione migliore al prezzo più accettabile.


PRIME RICERCHE SU<br />

PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

L’ETERNIT Svizzera ha avviato, nel 1984, la<br />

produzione di un nuovo tipo di lastre ondulate e di<br />

rivestimenti usando una nuova fibra sintetica, il<br />

DONALIT, creata in collaborazione con la<br />

HOECHST tedesca. Le ricerche erano state<br />

avviate fin dal 1977, in considerazione dei continui<br />

aumenti di prezzo dell’amianto derivanti dalla<br />

sempre minore disponibilità della materia prima e,<br />

quindi dal timore di contraccolpi economici<br />

derivanti dalla sua carenza.


PRIME RICERCHE SU<br />

PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

I Tecnici della multinazionale elvetica stimavano in una<br />

trentina d’anni il periodo di tempo sufficiente per il<br />

manifestarsi dei problemi d’approvvigionamento.<br />

Lo stanziamento fu pari a 7,5 Miliardi di lire l’anno ed<br />

80 furono i tecnici specializzati assegnati alla ricerca<br />

Dopo aver esaminato centinaia di fibre, ci si rese conto<br />

che non ce n’era una da sola in grado di sostituire<br />

l’amianto, ma ne occorrevano diverse : una<br />

combinazione di fibre.


PRIME RICERCHE SU<br />

PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

La ricerca portò alla nascita dei primi prodotti<br />

realizzati con cemento miscelato a cellulosa e a<br />

due fibre sintetiche il DOLANIT e il KURALON<br />

quest’ultimo realizzato in collaborazione con la<br />

giapponese Kuraray.<br />

Il nuovo materiale é risultato più elastico, meno<br />

sensibile agli urti e più facile alla colorazione.


PRIME RICERCHE SU<br />

PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

Anche la FIBRONIT si è dimostrata all’avanguardia<br />

negli studi per la realizzazione di lastre prive di<br />

amianto. Ha messo a punto una lastra ondulata<br />

chiamata RETICEM, per le coperture civili ed<br />

industriali, ed anche la macchina necessaria per la sua<br />

produzione. La Reticem è costituita da cemento armato<br />

rinforzato con reti in Polipropilene. Garantisce ottime<br />

doti di durata resistenza e leggerezza. Non risentono di<br />

sbalzi termici e contribuiscono all’isolamento<br />

monoacustico.


DEFINIZIONE<br />

F I B R A<br />

Si intende per fibra, al di là della<br />

composizione chimica, qualsiasi<br />

particella che abbia dimensioni tali che<br />

la sua lunghezza superi di almeno tre<br />

volte il suo diametro.


FIBRE NATURALI<br />

INORGANICHE<br />

Wollastonite<br />

Zeolite<br />

Sepiolite<br />

Gli usi prevalenti sono :<br />

Guanti antiustione<br />

Materiale ignifugo applicato a spruzzo<br />

Isolamenti Termici ed elettrici


WOLLASTONITE<br />

È un metasilicato di calcio che si trova in<br />

natura in alcune zone degli USA, della<br />

Finlandia e dell’India.<br />

Le fibre hanno caratteristiche simile<br />

all’amianto, può anche essere confusa con<br />

la tremolite, un anfibolo.<br />

Per il suo elevato punto di fusione viene<br />

impiegata nell'industria delle ceramiche e<br />

nei materiali di frizione. Temperatura di<br />

impiego delle fibre è di 800° C.


ATTAPULGITE<br />

E’ un minerale argilloso, costituito da<br />

idrosilicato di magnesio.<br />

SEPIOLITE<br />

Ha aspetto terroso, contiene fibre allungate, tra loro<br />

parallele ed è utilizzata, tra l’altro per ricoprire la faccia<br />

ricevente di carte autocopianti.<br />

ZEOLITI<br />

sono allumosilicati che contengono soprattutto sodio ma<br />

ve ne sono alcune varietà che contengono anche bario e<br />

magnesio. Sono usati nell’industria chimica, in dialisi e<br />

per la depurazione delle acque.


FIBRE NATURALI<br />

ORGANICHE<br />

Sono le fibre tratte da materiali esistenti in natura e<br />

utilizzate mediante lavorazioni meccaniche, ma senza<br />

modificarne la struttura.<br />

ORIGINE VEGETALE<br />

COTONE<br />

JUTA<br />

LINO<br />

CANAPA<br />

CELLULOSA<br />

ORIGINE ANIMALE<br />

LANA<br />

SETA


LANA<br />

La più diffusa ed importante fibra animale che<br />

costituisce il vello di varie razze ovine.<br />

CARATTERISTICHE: grazie alla sua particolare<br />

struttura e alla fitta ondulazione delle fibre, possiede<br />

eccellenti qualità e proprietà, come: igroscopicità<br />

(assorbe umidità in peso sino al 30%), forte<br />

protezione termica (coibenza), elasticità, resistenza<br />

all'usura ed alla fiamma.<br />

SETA<br />

L'unica fibra animale, prodotta da insetti<br />

CARATTERISTICHE: termoisolante, leggera, elastica,<br />

flessibile.


LINO<br />

La più antica e pregiata fibra naturale, tratta dallo<br />

strato corticale di una pianta erbacea.<br />

CARATTERISTICHE: ottima igroscopicità, resistenza<br />

all'usura, tenacia, durata.<br />

COTONE<br />

La fibra vegetale più diffusa al mondo, tratta dalla<br />

peluria dei semi di pianta cespugliosa del genere<br />

“gossipium”costituita da cellulosa.<br />

CARATTERISTICHE: la fibra di cotone presenta<br />

eccellente igroscopicità, buona tenacità, resistenza al<br />

calore.


CELLULOSA<br />

La fibra di cellulosa proviene dal riciclaggio della<br />

carta dei quotidiani che, con l’utilizzo di componenti<br />

minerali naturali (Sali di bario) la rende non<br />

infiammabile, inattacabile dalle muffe, dai<br />

roditori,dagli insetti.<br />

CARATTERISTICHE: buona capacità di<br />

coibentazione termoacustica ma bassa<br />

resistenza meccanica e la resistenza elettrica<br />

dipende dal grado di umidità,


FIBRE NATURALI<br />

ORGANICHE<br />

Questi materiali derivati da fibre<br />

naturali vegetali devono essere<br />

accompagnati da adeguate garanzie e<br />

certificazioni riguardo la loro<br />

provenienza da coltivazioni in cui non<br />

si sia fatto uso di prodotti chimici.


Gli usi prevalenti sono:<br />

FIBRE ARTIFICIALI<br />

INORGANICHE<br />

Coibenti termici ed acustici per pareti,<br />

soffitti o pavimenti;<br />

Isolanti elettrici, materiale ignifugo (pannelli<br />

o stuoie);<br />

Guarnizioni statiche;<br />

Filtri per sostanze liquide o fumi;<br />

Preparazione di materiali sotto forma di<br />

pitture.


Fibre di vetro;<br />

SiO2 - Fibre<br />

Fibre di carbonio<br />

Fibre di vetro non tessili, lana di vetro, lana di<br />

roccia, lana di scorie;<br />

Fibre ceramiche;<br />

Fibre di gesso;<br />

FIBRE ARTIFICIALI<br />

INORGANICHE


FIBRE ARTIFICIALI<br />

INORGANICHE<br />

Una delle modalità per produrre materiali fibrosi<br />

artificiali è quella che utilizza il vetro che è uno<br />

dei più antichi e versatili materiali che l’uomo<br />

abbia mai utilizzato con innumerevoli risultati;<br />

ma la possibilità di ottenerne fibre si concretizza<br />

solo negli anni 30. Venivano ottenute con un<br />

procedimento relativamente semplice come quello<br />

dell’estrusione di vetro fuso attraverso una filiera,<br />

con un crescente utilizzo per la coibentazione<br />

degli edifici.


FIBRE ARTIFICIALI<br />

INORGANICHE<br />

Le fibre vetrose sintetiche (FVS), conosciute anche<br />

come fibre minerali artificiali (MMMF – Man<br />

Made Mineral Fibres) sono materiali inorganici<br />

fibrosi con struttura molecolare amorfa (vetrosa<br />

cioè non cristallina) prodotti a partire da vari<br />

minerali. Queste furono introdotte in commercio fin<br />

dagli inizi del XX secolo per scopi di Isolamento<br />

Acustico e Termico. Attualmente sono conosciute<br />

oltre 30.000 utilizzazioni commerciali;<br />

principalmente settori Termoacustico - Industria<br />

Tessile


FIBRE ARTIFICIALI<br />

INORGANICHE<br />

Nel 2001 sono stati stimati livelli di produzione<br />

annuale che superano i 9 Milioni di Tonnellate. Da<br />

un punto di vista sanitario gli elementi di<br />

somiglianza morfologica e tossicologica esistenti tra<br />

amianto e FVS hanno indotto il sospetto che anche<br />

le FVS possano produrre effetti biologici negativi,<br />

di diversa potenza, ma della stessa natura di quelli<br />

determinati dall’amianto.


FVS<br />

Tradizionalmente le FVS sono state<br />

arbitrariamente suddivise in 3 categorie<br />

generali sulla base della composizione e<br />

dell’utilizzazione:<br />

dell utilizzazione:<br />

FIBRE DI VETRO: VETRO:<br />

comprendenti le lane di vetro<br />

ed i filamenti di grande diametro<br />

LANE MINERALI: MINERALI:<br />

Roccia - Scoria – Pietra<br />

FIBRE CERAMICHE REFRATTARIE


FVS<br />

Secondo la classificazione corrente le fibre di<br />

vetro a filamento continuo hanno Ø nominali<br />

compresi tra 2 e 9 µm e sono impiegate<br />

essenzialmente per l’isolamento termico nel<br />

settore dell’edilizia e dell’industria.<br />

Le microfibre di vetro per applicazioni speciali<br />

hanno Ø nominali compresi tra 0,1 e 3 µm e<br />

sono essenzialmente destinate alla produzione di<br />

filtri ad alta efficienza per polveri


FVS<br />

Le fibre ceramiche refrattarie con Ø nominali<br />

compresi tra 1 e 3 µm vengono utilizzate per<br />

moltissime applicazioni nel campo delle alte<br />

temperature ( > ai 1000 - 1200 °C ). Occorre<br />

osservare che, dal punto di vista sanitario, l’uso<br />

delle F.C.R. può comportare problemi<br />

aggiuntivi durante le operazioni di<br />

manutenzione in quanto l’alta T° può causare<br />

parziale devetrificazione e generare silice<br />

cristallina.


FVS LANE MINERALI<br />

LANA SCIOLTA ED ALTRI PRODOTTI SENZA<br />

RIVESTIMENTO:<br />

prodotti costituiti da fibre minerali artificiali ( di<br />

vetro - di roccia) ottenute mediante processo di<br />

soffiatura. Le fibre sono a vista e quindi, non<br />

imbustate, ne isolate per mezzo di carta, plastica,<br />

alluminio.


FVS<br />

PANNELLI PREFORMATI<br />

prodotti in lana di vetro, di roccia, pronti all’uso con<br />

forma e dimensioni prefissate. I pannelli piani possono<br />

essere rivestiti su una faccia con carta, alluminio,<br />

politilene;<br />

MATERASSI - PANNELLI A SANDWICH<br />

Prodotti isolanti dove le lane sono racchiuse tra due<br />

strati di materiale (carta, alluminio)


FVS<br />

PANNELLI PRESSATI<br />

Pannelli nnelli con lane minerali “ caricati “ con composti<br />

minerali non fibrosi, resinati, pressati e verniciati con<br />

caratteristiche meccaniche tali da essere utilizzati<br />

come controsoffitti leggeri a vista;<br />

FELTRI IMBUSTATI<br />

In questo gruppo vi sono tutti i prodotti in lane<br />

minerali sigillati all’interno all interno di materiali<br />

impermeabili al passaggio delle fibre da ogni lato;


FVS<br />

FIBRE DI VETRO A FILAMENTO CONTINUO<br />

Filamento di vetro e derivati: fibre ottenute<br />

mediante trafilatura meccanica da magma<br />

vetroso attraverso filiere con Ø dei fori<br />

predeterminati. Le fibre hanno usualmente Ø<br />

maggiori di 5 µm e sono fibre di base che servono<br />

per la fabbricazione di materiali compositi come<br />

ad es. vetroresina oppure per materiali tessili<br />

come nastri,tele ecc.


FVS<br />

FIBRE CERAMICHE REFRATTARIE<br />

Fiocco in ceramica: materiali costituiti da fibre<br />

artificiali refrattarie, ottenute mediante un<br />

processo di soffiatura o di centrifugazione. Il<br />

fiocco ha un aspetto simile al cotone idrofilo.


Con il fiocco vengono confezionati altri<br />

svariati prodotti:<br />

PRODOTTI TESSILI<br />

MASTICI – CEMENTI<br />

COPERTE ISOLANTI<br />

GUARNIZIONI<br />

FVS


FVS<br />

FILAMENTO CONTINUO PER ALTA TEMPERATURA<br />

Si tratta di filamento continuo molto simile a<br />

quello di vetro, con il quale vengono confezionati<br />

prodotti tessili che possono sopportare<br />

temperature fino a 1600 °C.<br />

I Ø delle singole fibre sono > di 5 µm e queste<br />

fibre sono denominate “ Policristalline”


FIBRE ARTIFICIALI<br />

ORGANICHE<br />

Cominciano da qualche anno ad assumere<br />

maggior diffusione.<br />

Gli usi prevalenti sono :<br />

Preparazione di pitture ignifughe<br />

Guarnizioni<br />

Isolamenti Termici ed elettrici<br />

Filtri per Apparecchi respiratori


FIBRE ARTIFICIALI<br />

ORGANICHE<br />

Parliamo di fibre polimeriche ossia di polimeri le<br />

cui catene sono allungate e allineate una vicina<br />

all’altra, proprietà che permette alle fibre di<br />

essere filate ed utilizzate per la realizzazione di<br />

fibre tessili.


Fibre Poliacrilonitrile (PAN)<br />

Fibre Ox PAN<br />

Fibre vinilal (PVA)<br />

Fibre Polipropileniche (PP)<br />

Fibre Politetrafluoroetileniche (PTFE)<br />

Fibre Aramidiche<br />

FIBRE ARTIFICIALI<br />

ORGANICHE


MATERIALI NON FIBROSI<br />

Vermiculite<br />

Gesso<br />

Perlite<br />

Argilla espansa clinkerizzata<br />

Silicato di calcio<br />

Talcocaolino carbonato di calcio


MATERIALI NON<br />

FIBROSI<br />

Vengono utilizzati prevalentemente per le<br />

seguenti funzioni :<br />

Coibenti termici ed acustici per l’edilizia<br />

Coibenti termici di strutture metalliche<br />

Coibenti termici per forni<br />

Cariche inerti per materie plastiche<br />

Materiali di attrito


PRIME RICERCHE SU PRODOTTI<br />

Altra azienda italiana che ha sviluppato prodotti<br />

composti da materiali alternativi all’amianto é la<br />

TECNOLOGIE INDUSTRIALI<br />

Controsoffittature<br />

Protezioni Antincendio<br />

Tessuti Protettivi<br />

Isolamenti Industriali<br />

SOSTITUTIVI


INDIVIDUAZIONE DEI<br />

FATTORI DI RISCHIO<br />

L’amianto produce fibre molto sottili e leggere, tali<br />

da essere facilmente sollevate dalle normali<br />

correnti d’aria presenti negli ambienti di lavoro.<br />

Questo avviene perché le fibre di amianto hanno un<br />

Ø molto più piccolo delle altre fibre.<br />

Amianto Ø 0,01 – 0,1 µm<br />

Fibre di vetro (filamenti continui) Ø 3 – 15 µm<br />

Lane di vetro/roccia Ø 4 – 9 µm<br />

Fibre ceramiche Ø 2 – 3 µm<br />

Microfibre di vetro Ø 0,1 – 3 µm


INDIVIDUAZIONE DEI<br />

Per dare una idea della estrema finezza delle stesse<br />

basti pensare che in un centimetro lineare si possono<br />

affiancare<br />

250 capelli umani<br />

1300 fibre di nylon<br />

FATTORI DI RISCHIO<br />

335000 fibre di amianto<br />

Inoltre, tali fibre, sono soggette a “fratturarsi”<br />

anche longitudinalmente dando origine a<br />

particelle sempre più sottili e numerose.


PROPRIETÁ<br />

PROPRIET<br />

ROTTURA DELLE FIBRE<br />

Per quanto riguarda le MMMF ed in<br />

particolare le fibre di vetro, una delle<br />

caratteristiche che le differenzia dall'amianto<br />

consiste nell'impossibilità di separarsi<br />

longitudinalmente in fibrille di più piccolo<br />

diametro. Spezzandosi trasversalmente si<br />

producono frammenti più corti.


CLASSIFICAZIONE<br />

Nel 1987 l’OMS l OMS ha classificato i materiali di lana di<br />

vetro, lana di roccia, di scoria e fibre ceramiche quali<br />

"agenti agenti potenzialmente cancerogeni per l’uomo l uomo"<br />

categoria 2b IARC; IARC<br />

Il progredire delle conoscenze scientifiche e delle<br />

metodiche analitiche, ha portato ad una<br />

classificazione molto più pi articolata delle MMVF per<br />

ciò che attiene la loro pericolosità pericolosit tossicologica: la<br />

Direttiva 97/69/EC introduce parametri chimico-fisici<br />

chimico fisici<br />

nel determinismo della biopersistenza e solubilità solubilit e<br />

quindi della capacità capacit oncogena delle fibre stesse.


CLASSIFICAZIONE IARC<br />

Gruppo 1: cancerogeni per l’uomo l uomo (Asbesto, Erionite) Erionite<br />

Gruppo 2a: probabilmente cancerogeni per l’uomo l uomo<br />

Gruppo 2b: possibilmente cancerogeni per l’uomo l uomo<br />

(lana di vetro, lana di roccia, lana di scoria, fibre<br />

ceramiche)<br />

Gruppo 3: non classificabile come cancerogeno per<br />

l’uomo uomo (wollastonite<br />

( wollastonite, , sepiolite, attapulgite, attapulgite,<br />

filamenti di<br />

vetro continui)


DIRETTIVA 97/69/CEE<br />

Recita chiaramente che “studi studi di laboratori indicano<br />

che alcune fibre artificiali vetrose presentano effetti<br />

cancerogeni e che le indagini epidemiologiche hanno<br />

suscitato preoccupazioni circa gli effetti sulla salute<br />

delle fibre artificiali vetrose; pertanto l’elenco l elenco delle<br />

sostanze pericolose figuarnte nell’allegato nell allegato 1 del DM<br />

28 aprile 97 deve essere adattato e completato ….”<br />

Infatti le lane minerali vetrose vengono introdotte<br />

nella classe di rischio 3 CE e di conseguenza<br />

etichettate con frasi di rischio R40, Xi R38, le fibre<br />

ceramiche refrattarie introdotte nella classe di rischio<br />

2 CE ed etichettate con frase di rischio R49.


FRASI DI RISCHIO<br />

R40: possibilità possibilit di effetti irreversibili dovuti agli<br />

effetti cancerogeni.<br />

Xi R38: irritante per la pelle con nota Q e nota R.<br />

R49: cancerogeno per inalazione.


Oltre agli effetti cancerogeni si sono incominciati a<br />

studiare anche gli altri effetti sulla salute. Le<br />

conclusioni sono che può essere confermata la<br />

possibilità di insorgenza in operatori che<br />

manipolano fibre di vetro e/o di lana di vetro e/o<br />

lana di roccia, di rinite, faringite, bronchite acuta<br />

e di dermatosi che riconosce un meccanismo<br />

irritativo e non allergico


esclusi alcuni casi isolati di sintomi respiratori e di dermatiti<br />

associate con l’esposizione a fibre minerali artificiali in<br />

ambiente domestico o in uffici o due limitati studi su effetti<br />

oculari e respiratori in uffici e scuole, non esistono in<br />

letteratura dati su effetti sfavorevoli sulla popolazione in<br />

generale. Non esistono studi specifici sulla popolazione<br />

generale su mortalità o cancro a seguito di esposizione a fibre<br />

minerali artificiali. Sui dati disponibili è pertanto impossibile<br />

stimare quantitativamente i rischi per la popolazione.<br />

Naturalmente i livelli misurati “indoor” sono notevolmente<br />

più bassi di quelli in ambiente lavorativo.


LE IMPRESE<br />

SIAD S.p.a. (Bergamo)<br />

OMNIAFILTRA CARTIERA DEL TORANO S.p.a. (Napoli)<br />

NUOVA SACELIT S.p.a. (Bergamo)<br />

FINANZIARIA FIBRONIT S.p.a. (Alessandria)<br />

FERODO ITALIANA S.p.a. (Cuneo)<br />

NYCO MINERAL INC. (New York)<br />

BALZARETTI MODIGLIANI S.p.a. (Milano)<br />

MARANIT S.p.a. (Ferrara)<br />

SIDERCAM S.r.l. (Reggio Emilia)<br />

ISIBOND S.p.a. (Torino)<br />

EDILFIBRA S.p.a. (Padova)<br />

EDILIT EDILIT S.p.a. (Padova)


LE IMPRESE<br />

ITT Automotive Haly S.p.a. (Cuneo)<br />

FIBROTUBI S.p.a. (Bagnolo in Piano)<br />

LANDINI S.p.a. (Reggio Emilia)<br />

SOCIETA’ SOCIETA ITALIANA LASTRE S.p.a. (Brescia)<br />

COPERNIT S.p.a. (Mantova)<br />

BARACLIT S.p.a. (Arezzo)


I MATERIALI SOSTITUTIVI<br />

Caolino;<br />

Fibra di polivinalcol PF-1, PF 1, HTM, Kuralon, Kuralon,<br />

Newlon, Newlon,<br />

PF3, PF4, CL4, HTMCL4, PF1;<br />

Sepiolite 100, MA;<br />

Fibra di cellulosa Lapponia pine, Celco, Celco,<br />

Arauco, Arauco,<br />

Portucel, Portucel,<br />

Soporcel, Soporcel,<br />

S.A, Eucalipto portucel, portucel,<br />

Excel,<br />

Patriamonopolv,<br />

Patriamonopolv,<br />

Klausmecke;<br />

Klausmecke<br />

Fibra di carbonio RK10;<br />

Krenit; Krenit;<br />

Fibra di roccia Lapinus, Lapinus,<br />

y-180, y 180, RB 250;<br />

Polpa di acrilonitrile,<br />

acrilonitrile,<br />

Ricem PC, Sigraf; Sigraf<br />

Wollastonite;<br />

Wollastonite


I MATERIALI SOSTITUTIVI<br />

Fibra di vetro AR 2500, Isover; Isover<br />

Fibra di polietilene, SWP, Dolanit ;<br />

Fibra fenolica, Kynol Europa;<br />

Fibra aramidica, aramidica,<br />

Kevlar, Twaron 1095, 1099;<br />

Fibra di cotone, FB 24;<br />

Lana di ottone, MSL 7, SO 1 TTT;<br />

Lana di acciaio, SO 1;<br />

Silice liquida;<br />

Fibra minerale PMF;<br />

Fibra CFF; -<br />

Fibra di basalto;<br />

Fibra di acciaio lunga, media.


V A L U T A Z I O N E<br />

D E L R I S C H I O


MISURE DI PROTEZIONE<br />

Il D.Lgs 626 prevede all’art. 4 l’obbligo, da<br />

parte del datore di lavoro, della valutazione<br />

dei rischi in tutte le situazioni in cui si<br />

utilizzano materiali che presentano rischi<br />

per la salute, categoria nella quale rientrano<br />

in misura maggiore o minore tutte le<br />

MMVF, pertanto è necessario valutare i tipi<br />

di materiali utilizzati ed individuare le<br />

misure preventive da adottare.


MISURE DI PROTEZIONE<br />

Imballaggi e manipolazione dei prodotti.<br />

Delimitazione dell’area di lavoro.<br />

Preparazione dell’area di lavoro.<br />

Pulizie dell’area di lavoro<br />

Preparazione degli operatori.<br />

Dispositivi di Protezione Individuali


IMBALLAGGI<br />

Questi prodotti devono essere convenientemente<br />

confezionati per il trasporto con involucri in cartone,<br />

polietilene, carta ecc.<br />

I contenitori devono avere caratteristiche di<br />

robustezza tali da garantire l’integrità della<br />

confezione.


MANIPOLAZIONE<br />

La manipolazione dovrà essere effettuata con la<br />

massima delicatezza, sia per l’estrazione dei materiali<br />

dagli imballaggi che per la messa in opera.<br />

I prodotti del tipo pannelli pressati o cartoni sono<br />

quelli che necessitano di una energica azione<br />

meccanica per poter essere tagliati, una incisione<br />

preliminare eseguita con utensile manuale seguita da<br />

una rottura per flessione risulta essere il metodo<br />

meno polverulento.


ZONA DI LAVORO<br />

Delimitazione dell’area di lavoro.<br />

Predisposizione di una zona adeguatamente<br />

delimitata e segnalata dove l’accesso è consentito<br />

solo agli addetti ai lavori.<br />

Deposito temporaneo dei materiali da installare.<br />

Aperture.


ZONA DI LAVORO<br />

Preparazione dell’area di lavoro.<br />

Creazione di una zona sgombra da suppellettili o altri<br />

oggetti non necessari allo svolgimento del lavoro.<br />

Ricoprire gli arredi con teli di polietilene con particolare<br />

attenzione a sedili rivestiti di stoffa, a moquette per<br />

pavimenti in quanto di difficile pulizia per<br />

contaminazioni accidentali.<br />

Tutto ciò faciliterà le operazioni di pulizia durante ed al<br />

termine del lavoro. Il cantiere di lavoro dovrà inoltre<br />

essere dotato di un aspiratore con filtro ad alta efficienza<br />

per eventuali necessità di rimozione di sfridi o pulizia.


ZONA DI LAVORO<br />

Pulizie dell’area di lavoro<br />

Si sono evidenziate diminuzioni fino a dieci volte<br />

delle concentrazioni di fibre minerali artificiali<br />

aerodisperse in aria durante operazioni nelle quali si<br />

sono seguite in maniera scrupolosa particolari tecniche<br />

di pulizia.<br />

Pertanto è necessario tenere l’area di lavoro in<br />

perfetto stato di pulizia rimuovendo prontamente gli<br />

sfridi di lavorazione ed evitandone il calpestio.<br />

I residui di elevata pezzatura verranno rimossi<br />

manualmente ed imbustati in solidi involucri di<br />

plastica, mentre i piccoli ciuffi e la polvere dovranno<br />

essere asportati mediante aspirapolvere.


RIMOZIONE<br />

I prodotti sono soggetti ad invecchiamento e<br />

diventano più fragili con conseguente incremento<br />

dello spolveramento.<br />

Le operazioni di rimozione si presentano pertanto a<br />

maggior rischio di aerodispersione delle fibre.<br />

Le misure di prevenzione da approntare dovranno<br />

essere adeguate a minimizzare il rischio.<br />

Il datore di lavoro dovrà procedere ad una<br />

valutazione del rischio che comprenderà una<br />

dettagliata localizzazione e tipizzazione dei prodotti<br />

da rimuovere.


ADDETTI<br />

Preparazione degli operatori.<br />

Coloro che dovranno svolgere questa attività dovranno<br />

essere adeguatamente informati sui rischi ed i danni<br />

derivanti dall’esposizione a fibre minerali artificiali e<br />

sulle modalità di utilizzazione dei Dispositivi di<br />

Protezione Individuale (DPI) e collettiva. Gli operatori<br />

dovranno inoltre essere in possesso di attestazione di<br />

idoneità alla mansione rilasciata dal medico<br />

competente.


ADDETTI<br />

Dispositivi di Protezione Individuali<br />

Dovranno essere scelti e graduati in base alla tipologia<br />

dei materiali in lavorazione.<br />

Le maschere respiratorie dovranno essere del tipo a<br />

pieno facciale o in alternativa, possono essere utilizzati<br />

facciali filtranti ( FF) e occhiali a tenuta.<br />

Le tute monouso integrali sono preferibili in tyvek in<br />

quanto risulta essere il materiale più impermeabile e<br />

che meno ritiene le fibre; da evitare tute in tessuto di<br />

tipo cotone o altro.<br />

I guanti sono da preferirsi in gomma o altro<br />

materiale impermeabile alle fibre.


MEDICO COMPETENTE<br />

Si sottolinea comunque che spetta al medico del lavoro<br />

valutare le diverse situazioni in relazione a:<br />

- Modalità (installazione, rimozione, uso) e livelli di<br />

esposizione<br />

- Tipo di fibra utilizzata (si ricorda che nel caso di<br />

utilizzo di fibre ceramiche refrattarie classificate con<br />

R49, scattano gli obblighi previsti dal titolo 7 del<br />

D.Lgs. 626/94)


Ipotetico rischio cancerogeno (pur in assenza di strumenti<br />

diagnostici preventivi specifici);<br />

Individuazione di situazioni che possano controindicare<br />

lo svolgimento di quella particolare attività lavorativa<br />

(fattori favorenti o di ipersuscettibilità e difficoltà di<br />

utilizzo<br />

SORVEGLIANZA<br />

dei mezzi di protezione respiratoria);<br />

Informazione del lavoratore sui possibili rischi derivanti<br />

dalla esposizione a MMVF, sulla necessità di un uso<br />

appropriato dei DPI e sulle idonee procedure di pulizia<br />

SANITARIA<br />

(lavaggio delle mani e del viso prima di qualsiasi<br />

interruzione, cambio della tuta e doccia prolungata calda<br />

alla fine di ogni turno di lavoro).<br />

Informazione del lavoratore sulla necessità di evitare o<br />

ridurre qualsiasi rischio ulteriore per l’apparato<br />

respiratorio (ad esempio fumo).


F I N E

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