Pisano Paolo
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DIBATTITO SUL CONTEMPORANEO<br />
<strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong><br />
CATTEDRALI<br />
a cura<br />
di Grazia Mancini
COMUNE DI<br />
PONTEDERA<br />
1 °<br />
50<br />
Unità d’Italia<br />
Centro per l’Arte<br />
Otello Cirri<br />
DIBATTITO SUL CONTEMPORANEO<br />
<strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong><br />
CATTEDRALI<br />
Pontedera, Centro per l’Arte Otello Cirri<br />
16 aprile - 29 maggio 2011<br />
Organizzazione e coordinamento<br />
Comune di Pontedera - Assessorato alla Cultura<br />
Ideazione del progetto Dibattito sul Contemporaneo<br />
Ilario Luperini<br />
Testi<br />
Maria Teresa Lazzarini<br />
Grazia Mancini<br />
Allestimento<br />
Enzo Lopardo in collaborazione con il personale<br />
del 3° Settore Gestione Servizi e Progettazione<br />
Comunicazione e Ufficio Stampa<br />
Silvia Guidi - Ufficio Cultura Comune di Pontedera<br />
Impaginazione e grafica<br />
Nancy Barsacchi - Ufficio Cultura Comune di Pontedera<br />
Stampa<br />
Bandecchi & Vivaldi, Pontedera<br />
In copertina: Fuoco alla porta<br />
in collaborazione con<br />
Rete Museale<br />
Valdera<br />
Centro per l’Arte Otello Cirri<br />
Presidente<br />
Liviana Canovai<br />
Comitato Scientifico<br />
Grazia Mancini (Direttore artistico),<br />
Luca Cherici,<br />
Riccardo Ferrucci,<br />
Ilario Luperini,<br />
Cecilia Robustelli
Questa mostra prosegue il ciclo di eventi nell’ambito della rassegna Dibattito sul contemporaneo. La scelta di<br />
costruire un percorso formativo che riguardasse la comunicazione, la formazione, le espressioni, il confronto dei<br />
molteplici linguaggi artistici, ha risposto ad un progetto di arricchimento culturale che ha prodotto interessanti<br />
e stimolanti riflessioni sull’arte. Sono nati così, nell’ambito di alcuni incontri presso il Centro per l’Arte Otello Cirri,<br />
suggerimenti, iniziative e dibattiti allo scopo di aggiornare continuamente la conoscenza nel campo dell’arte e<br />
sul percorso didattico da creare ogni volta. Quello che si è voluto instaurare è dunque una relazione tra il fruitore<br />
e l’esperto che induca alla riflessione sull’origine dell’opera e sui significati che sottende. La scelta di lavorare sul<br />
contemporaneo risponde all’idea di fomentare una sempre più forte consapevolezza dell’arte come elemento<br />
integrante del proprio contesto ambientale e sociale. La considerazione degli spazi in cui l’arte si crea e si percepisce,<br />
segnando simbolicamente un luogo, sollecita nuove potenzialità immaginative e creative, diventando<br />
un’esperienza fondamentale nel percorso educativo di ogni cittadino.<br />
Attraverso il dialogo tra le opere dei due artisti, così diversi per stile eppure così vicini per forza espressiva, abbiamo<br />
cercato di avviare una sorta di conversation pieces sul fatto che l’opera d’arte dia sempre da pensare. Il filosofo<br />
Kant sostiene “l’opera d’arte dà da pensare più di quanto qualunque pensiero compiuto riesca a congelare”; ciò<br />
significa che l’opera proprio perché non è conoscenza in senso stretto offre continuamente motivi di riflessione e<br />
di dialogo potenzialmente infinito.<br />
Avv. Simone Millozzi<br />
Sindaco di Pontedera<br />
Liviana Canovai<br />
Assessore alla Cultura<br />
3
Attese, Incontri, Dialoghi e Cattedrali:<br />
le opere più recenti di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong><br />
Con il titolo Attese, Incontri, Dialoghi e Cattedrali <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> (<strong>Paolo</strong> Rossi) espone nell’ambito di questa<br />
mostra le opere prodotte recentemente. I titoli rivelano come l’artista tende a esprimere una poetica in cui<br />
la monumentalità delle forme plastiche richiama la ricerca dell’assoluto.<br />
A ben osservare queste opere di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>, rivivono nel linguaggio dell’artista l’uomo immerso nella natura e<br />
nel mito. Gli elementi, il fuoco, l’acqua, l’aria e la terra e le figure evocative della mitologia mediterranea, come<br />
Minosse dalle mostruosità di recondite sapienze, Teti la dea che sulle acque visse giungendo a noi e Teseo che<br />
attraversò il mare sbarcando a Creta, si concretizzano in forme plastiche attraverso una metamorfosi che anima<br />
la materia. Tornando a parlare, esse animano un linguaggio capace di congiungere il passato al presente trasformando<br />
la fragilità dell’uomo in pensiero eroico.<br />
Ecco di fronte a noi le opere di questa produzione, si tratta di forme plastiche dalle dimensioni contenute tuttavia<br />
percepite in una scala di imponente monumentalità fatta di architetture che appaiono come innalzate di fronte al<br />
mare, ancorate alla terra, avvolte dalla luce solare, che si espande a quella notturna illuminata da fuochi improvvisi<br />
e percorsa da bagliori lunari. Figure evocative vivono in esse nell’attesa del ritorno dell’eroe o dell’uomo giunto<br />
sulla riva di un’antica sponda, al porto sicuro, frutto visionario di una cultura fiorita su sponde del Mediterraneo.<br />
Parafrasando le parole di Cesare Ripa l’Immagine appartiene allo scultore, che per mezzo della materia o d’altra<br />
cosa visibile può rappresentare qualche cosa di differente da essa guardando alle cose che stanno fuori dell’uomo e<br />
quelle che in esso sono congiunte e che si dicono essenziali. Il mito è come trasfigurato in immagini in cui le tematiche<br />
delle leggende pagane, attraverso una metamorfosi, al di là del tempo, si trasformano in figure cariche di complesse<br />
spiritualità. Del resto in Toscana la patria di Dante, del Petrarca, di Giovanni <strong>Pisano</strong>, di Donatello e di Michelangelo, da<br />
tempo la sacralità del linguaggio cristiano si fa carico del passato ponendo l’uomo in armonia con il creato. In questa<br />
terra è nato <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> e il linguaggio dei maestri è stato indispensabile alla formazione dello scultore.<br />
Entrando nello studio di <strong>Paolo</strong> Rossi, che non a caso si chiama <strong>Pisano</strong> in omaggio a Giovanni, il mondo dell’artista si<br />
carica di un linguaggio in cui l’umana sapienza si trasforma in figure. Di fronte a queste opere, in una continuità formale,<br />
la grande tradizione classica è come riplasmata in un singolare linguaggio capace di dialogare nel registro<br />
della percezione a noi consona. Qui si manifestano le opere della sua statuaria, opere prodotte ininterrottamente<br />
dall’età giovanile ad oggi, unite da un filo sottile in cui si colgono fasi interpretative di temi di vita, brani di poesia<br />
scaturiti dal dialettico rapporto tra l’uomo e la natura.<br />
Attraverso le opere dei maestri, il lessico innovativo della statuaria di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> si pone in uno sviluppo lineare<br />
che alla grande tradizione di cultura classica unisce i frutti di esperienze formali maturate sulle esemplarità delle<br />
opere di Marino Marini, di Arturo Martini, di Henry Moore.<br />
4<br />
di Maria Teresa Lazzarini
Se talvolta i riferimenti formali vanno ai maestri più vicini nel tempo, alle opere di Ossip Zadkine, di Jacques Lipchitz<br />
o a certe morbidezze di Jean Arp e compattezze di Julio Gonzalez, il linguaggio di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> si apre su arcani<br />
mondi, in cui l’uomo e il mito trascendono l’ambiente circostante abitando antiche Cattedrali.<br />
Cattedrale è il titolo che egli ha assegnato alle ultimissime opere; sono volumi e segni che, grazie al filtro della<br />
storia, simbolicamente si fanno forme capaci di restituire la spiritualità di questi luoghi che nel Medioevo costellarono<br />
l’Europa e contemporaneamente sono richiami poetici alla Sagrada Familia che Antoni Gaudì eresse a<br />
Barcellona. Le superfici, ora aspre e taglienti, ora pervase da una estrema morbidezza e sensualità, sono metafora<br />
dell’uomo calato nel mistero della vita, allusivamente richiamato dalle ombre e dalle penombre presenti sulle<br />
superfici plastiche mentre gli squarci di porte e di finestre appaiono come simboliche aperture sul mistero trascendente<br />
della perenne metamorfosi spirituale. Delle Cattedrali però è rimasta soltanto la facciata, l’interno è nullo.<br />
Distruzione, feticcio di quello che era, o è solo un monito.<br />
Come antiche divinità scese dall’olimpo sulla terra, le Attese, i Dialoghi e gli Incontri sono espressi nelle immagini<br />
di cariatidi e nelle figure femminili colte nel momento dell’attesa o dell’arrivo, da lontano, dell’eroe o dell’uomo, o<br />
forse di un evento misterioso ed epico. Alcune sono come monumentali porte aperte su città, fatte di architetture<br />
in cui si fa prioritaria la vitalità delle superfici per accogliere e trasfondere sull’uomo il vortice di mille strade in cui<br />
scegliere quella della poesia.<br />
5
<strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>: uno scultore<br />
appassionato ed entusiasta<br />
Conosco <strong>Paolo</strong> da tanti anni, il suo abbraccio affettuoso mi ha sempre accolto con entusiasmo. La sua casastudio<br />
comunica continuo stupore: statue e bozzetti in ogni angolo, porte istoriate a sbalzo d’argento aprono<br />
spazi improbabili, dove materiali lavorati con rara competenza e creatività denotano una cultura che conosce<br />
e rielabora le antiche tecniche, i “mestieri” delle vecchie botteghe, ma non nasconde una grande attenzione<br />
per le espressioni d’arte contemporanea.<br />
Ilario Luperini, nel 1990, scrisse di lui: ”… Si può affermare senza riserve che <strong>Paolo</strong> Rossi <strong>Pisano</strong> rappresenta una delle<br />
figure più interessanti nel panorama della scultura toscana e italiana di questo scorcio di secolo…”. Con l’incessante e<br />
frenetico lavoro successivo non si è che confermato ampiamente questo giudizio.<br />
I materiali che <strong>Paolo</strong> trasforma sono tanti: creta, marmo, legno, bronzo, argento, oro, stoffe: tutto acquista forma, ora<br />
aspra e spigolosa, ora morbida e definita, fino ad essere lucente.<br />
I suoi soggetti vengono da lontano: mitologia e antiche rappresentazioni pagane lo coinvolgono, come i racconti medievali<br />
e gli scultori antichi, anche toscani. L’Arcivescovo Alessandro Plotti, nel 2000, dice di lui: ”…Ha voluto chiamarsi<br />
<strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> non per entrare vanitosamente nella discendenza di Giovanni e Nicola <strong>Pisano</strong>, ma per trarre dalla loro eccezionale<br />
maestria una ispirazione profonda ed una ricchezza di contenuti inedita…”<br />
La sua produzione è smisurata e narra l’uomo (soprattutto la donna) che parlano del bene e del male, dell’amore e del<br />
dolore, della continuità e del cambiamento, della vita e della morte.<br />
Anche i suoi soggetti legati al cristianesimo si innestano su antiche rappresentazioni pagane.<br />
Il “suo” Cristo ha mani grandi e fuoriesce dalla croce, vivo e accogliente verso l’uomo. Anche le “sue“ Madonne hanno<br />
mani grandi, “accolgono” e “offrono” il Figlio; sono regali e curate nei particolari (mi ricordano gli antichi scultori: nella<br />
preziosità Tino da Camaino), ma con dissonanze di ombre e luci che le fanno vivere nel nostro tempo. Le sue figure<br />
spesso hanno deformazioni, sproporzioni, asimmetrie che accentuano le espressioni e rendono inquiete le loro classiche<br />
pose. Mi fanno pensare a Bodini per una certa ironia, magari bonaria, a tratti anche feroce.<br />
La Madonna in marmo dal fantastico turbante e l’elefante in bronzo sembrano avere la stessa forza come rappresentazioni<br />
di un mito.<br />
Affascinanti le opere, di qualche anno fa, in bronzo e legno dipinto con colori primari: Sole, Luna,…: che comunicano<br />
una allegra regalità: fredda, elegante, chiusa in se stessa la “luna”; aperto, travolgente, invitante il “sole”.<br />
Anche la “bestia” o “allegoria del male”, scolpita in marmo bianco e levigata fino all’esasperazione, è una sintesi della<br />
sua ricerca verso le metafore della vita.<br />
Grazie <strong>Paolo</strong> per donarci ancora, sempre nuove emozioni.<br />
di Grazia Mancini<br />
7
10<br />
Luna Sole
Genesi di un’opera<br />
11
12<br />
Attesa
Sul mare Attese<br />
13
14<br />
Lontananza
Fuoco e ferro<br />
15
16<br />
Oltre la grata
Notturno<br />
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18<br />
Cariatidi
Mito dell’elefante<br />
19
20<br />
Cattedrale
<strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong><br />
biografia<br />
<strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> (<strong>Paolo</strong> Rossi) nasce a Pisa il 24 ottobre 1941. Si diploma presso l’Istituto statale d’Arte di Pisa, frequenta per due anni<br />
l’Accademia di Belle arti di Firenze e si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera nella scuola di Marino Marini.<br />
È stato docente per circa un trentennio nelle scuole Statali e principalmente a Pisa nell’Istituto statale d’Arte Franco Russoli dove<br />
ha insegnato varie discipline artistiche, tra le quali educazione e comunicazione visiva, pittura e scultura.<br />
È presente con un’opera nel Museo dei Bozzetti di Pietrasanta.<br />
Ha eseguito opere per l’ASEM di Livorno, il Rotary Club di Milano Sempione, La Pieve di San Giovanni Battista di Pugnano, S. Giuliano<br />
Terme, Pisa (ambone), Il Duomo di Pisa (per le celebrazioni liturgiche solenni ha realizzato un servito completo da altare,<br />
in argento sbalzato istoriato, sbalzato, cesellato e dorato, promosso e finanziato dall’Opera della Primaziale e un Ostensorio in<br />
argento, sbalzato, dorato e istoriato) - la Chiesa di San Francesco di Pisa, chiostro, (Busto dedicato a Emilio Fedi), - la Cappella<br />
del Cimitero della Misericordia di Pisa (ambone), Cappella privata nel cimitero di Pontedera (bassorilievo in bronzo), la Casa di<br />
S. Giuseppe a Quercianella, Livorno (tabernacolo), - la Chiesa del S.S. Crocifisso a Populonia, Piombino, (lunetta in marmo della<br />
facciata), - Cappella Comunità dell’Accoglienza Maria Immacolata, Forlimpopoli, Forlì (arredi sacri in bronzo dorato).<br />
Croce pettorale Cardinalizia in argento dorato, fuso e sbalzato, commissionata dalla Delegazione Pisana del Sovrano Militare<br />
Ordine Di Malta. Altre opere di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> sono conservate in collezioni private.<br />
2011<br />
2010<br />
2008<br />
2007<br />
2000<br />
1996<br />
1982<br />
1981<br />
1979<br />
2001<br />
2000<br />
1998<br />
22<br />
mostre personali<br />
“Cattedrali” - Centro per l’Arte Otello Cirri, Pontedera (PI)<br />
Proiezione cinematografica e fotografica sull’attività artistica di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> dal titolo: <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>. La forma dell’idea<br />
e il suo atelier organizzata dal club Amici delle Muse di Firenze a Palazzo Borghese<br />
“Il recupero della memoria antica”, Chiostro della Concattedrale di Sant’Antimo, Piombino (LI)<br />
“Antichi riflessi nella scultura di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>”, Chiesa di S. Maria della Spina, Pisa (PI)<br />
“Vitalismo e Organicità”, Palazzo del Capitano di Uzzano (PT)<br />
“Sculture Sacre per il Giubileo del 2000 - Opere di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> per una mostra a Piombino”, Chiostro della Concattedrale<br />
di Sant’Antimo, Piombino (LI)<br />
“La forma dell’Idea - Sculture del maestro <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>”, Circolo Ufficiali M.M. “F. Mimbelli”, Livorno<br />
“Scultura Sacra oggi - una mostra di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> per il Giubileo del 2000”, Museo dell’Opera del Duomo di Pisa<br />
“Materia Quantitate Signate. Per una scultura sacra oggi <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>”, Istituto di Cultura Giorgio Cini, Ferrara<br />
“Le sculture di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>”, Chiesa di S. Francesco, Sala del Capitolo, Pisa<br />
Mostra personale, Parco delle Terme, Casciana Terme, Pisa<br />
Mostra antologica, Abbazia di S. Zeno, Pisa, 1981<br />
Premio pittura di paesaggio Carlo dalla Zorza, Convento di San Luigi, Asolo (Treviso)<br />
mostre collettive<br />
Mostra di Arte Sacra, Basilica di S. Maria in Montesano, Piazza del Popolo, Roma<br />
“Viaggio delle Forme e dei Colori”, Pinacoteca Civica di Palazzo Minucci-Solaini, Volterra<br />
“Arte-Musica alla Badia”, Camaiore (LU)
1990<br />
1988<br />
1986<br />
1985<br />
1971<br />
1966<br />
1968<br />
Rassegna Pisana di’arte figurativa, Palazzo Lanfranchi, Pisa<br />
“Voghera 12 scultori 1988”, Bottega d’Arte, Voghera<br />
“Fra parola ed immagine” Pittori e scultori in mostra, Palazzo Lanfranchi, Pisa<br />
“Aillof in lingua rovescia”, San Miniato (PI) e Fucecchio (FI)<br />
Mostra itinerante della Scultura e della Grafica nella Toscana<br />
Sesta rassegna pisana, Pisa<br />
Ottava rassegna pisana, Pisa<br />
antologia critica<br />
“…L’ultima fase della febbrile attività di Rossi è appunto la prodigiosa reinvenzione di forme umane archetipe: figure solenni fissate in gesti<br />
rituali, saldamente costruite in blocchi scavati da una vibrante modellazione, simboli monumentali delle forze latenti e indistruttibili di una<br />
natura assetata di assoluto…”<br />
Egidio Innocenti, Due scultori pisani, in “Rassegna Pisana”, anni V, 1969<br />
“Il Rossi è uno dei giovani più promettenti per le sorti della scultura pisana. Egli continua a creare le forme secondo un suo moto interno trasfigurante<br />
e drammatico, in una rappresentazione rapsodica e misteriosa…”<br />
G. Lenzi, Rossi, in “La Spiaggia di Tirrenia”, 24 gennaio 1970<br />
“…La ricchezza delle matrici e dei depositi linguistici e stilistici individuabili nell’opera di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>, ne attesta la provvedutezza, giacché<br />
mi pare che lo scultore sia animato dall’intenzione di recuperare, nella consapevole utilizzazione della sintassi moderna, alcune peculiarità<br />
della scultura antica, quali la concezione monumentale, la semplificazione delle partiture plastiche…Le presenze muliebri consentono anche<br />
letture simboliche, quali metafore della natura e segni della civiltà, luoghi di convergenza di molteplici aspirazioni e necessità (dell’uomo<br />
contemporaneo come degli antenati mitici che credevano nelle virtù apotropaiche dell’immagine): non ultimo il bisogno del sacro, di dare<br />
apparenza sensibile e durata al mistero dell’esistenza...”<br />
Nicola Micieli, Scultura a Pisa nel secondo Novecento, catalogo mostra, San Giuliano Terme 1983,<br />
a cura di Nicola Micieli, presentazione di Enzo Carli.<br />
“… Si può affermare senza riserve che <strong>Paolo</strong> Rossi <strong>Pisano</strong> rappresenta una delle figure più interessati nel panorama della scultura toscana ed<br />
italiana di questo scorcio di secolo...”<br />
Ilario Luperini, <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>: la frenetica, imprevedibile gioia di modellare, Pisa 1990,<br />
relazione presentata in occasione della mostra presso la Sala del Capitolo della Chiesa di San Francesco di Pisa, 1996.<br />
“…<strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> è uno spirito libero, capace di accettare e rielaborare con spontanea naturalezza anche suggestioni archeologiche... La<br />
ricchezza di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong> risiede nella capacità di cogliere stimoli creativi da qualsiasi cosa colpisca la sua immaginazione. La natura, la vita,<br />
la filosofia, la letteratura, la poesia, la storia, le opere di arte antiche e moderne offrono occasioni alla sua fantasia perché egli non pone limiti<br />
alla propria libertà espressiva...”.<br />
Marco Rossi, <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>. La forma dell’idea, un viaggio attraverso l’opera di <strong>Paolo</strong> <strong>Pisano</strong>, Pontedera, Bandecchi e Vivaldi, 2000<br />
“…La Bagnante, enigmatica e ammiccante, è un gioiello di delicatezza artistica. Essa è indistinta nel volto, i suoi seni prorompenti e turgidi<br />
sembrano due mondi che si offrono all’esplorazione mentre le sue gambe, appoggiate sul piano con grande indolente abbandono, lasciano<br />
trasparire l’idea di un’insenatura che sembra promettere chi sa quale accoglienza di morbido piacere…. Sempre idoneo all’assunto dell’opera<br />
è il possesso dei codici formali: si va dagli effetti di tipo figurativo all’astrazione geometrica; ma questa apparente eterogeneità di modi non<br />
deve trarre in inganno, perché ognuno di essi risponde ad un medesimo ritmo segreto che appartiene ad un sistema linguistico di rigorosa ed<br />
unitaria organicità…”.<br />
Giovanna Talà, “La forma dell’idea e il suo atelier”, Pisa, Edizioni Il Campano, 2010<br />
23
Finito di stampare<br />
nel mese di aprile 2011<br />
dalla tipografia<br />
Bandecchi & Vivaldi<br />
Pontedera