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Molecole d'acqua - Hera Ragazzi

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L’acqua nella società<br />

che una rete acquedottistica deve garantire è la continuità del servizio erogato, anche in<br />

termini di quantità e qualità delle acque, diviene necessario poter disporre di una fonte<br />

idropotabile propria da cui attingere nei momenti critici.<br />

Tale fonte oggi è rappresentata dall’Impianto di Potabilizzazione (N.I.P.) attivo già dal 1968<br />

alle “Bassette” per far fronte all’aumentato fabbisogno idropotabile della città di Ravenna,<br />

allora in forte crescita per il notevole sviluppo industriale che si andava a creare.<br />

Nei suoi primi anni il potabilizzatore erogava fino a 100 l/s., andando a raddoppiare la<br />

disponibilità d’acqua che offriva l’acquedotto di Torre Pedrera che fino agli anni ’30 riforniva<br />

il capoluogo. L’acqua di presa, da rendere potabile proveniva dal Fiume Reno attingendola<br />

dalla canaletta dell’ANIC, opera realizzata nei primi anni ’50 proprio per collegare<br />

le acque del fiume Reno e successivamente anche del Fiume Lamone alla città. Oltre alle<br />

vasche di potabilizzazione, venne costruito un laboratorio di analisi chimico-fisiche in<br />

modo da poter controllare la qualità delle acque sia in entrata (cioè ancora da trattare) sia<br />

in uscita, già trattata e resa potabile. Una volta resa potabile l’acqua deve essere distribuita.<br />

Occorreva quindi una rete di adduzione e una torre di sollevamento, che venne eretta<br />

in via S. Alberto e da cui prese il nome. Nel 1971 la gestione dell’acquedotto è curata dalla<br />

Azienda Municipalizzata Gas, con lo scopo di estendere i servizi sia di acqua che di gas a<br />

tutto il territorio comunale.<br />

Nel 1975 prese corpo un progetto ambizioso che prevedeva la realizzazione di un anello<br />

attorno alla città, che partendo dall’impianto di potabilizzazione si dirigeva verso Sud e<br />

attraversando il Candiano raggiungeva Fosso Ghiaia per innestarsi con Torre Pedrera.<br />

Da qui percorreva la via Standiana, raggiungeva S. Stefano, S. Pietro in Vicoli, Roncalceci,<br />

Piangipane, Mezzano per chiudersi a S. Alberto nella condotta che era già stata realizzata.<br />

Da S. P. in Vincoli in un secondo tempo, sarebbe avvenuto l’allacciamento con la adduttrice<br />

di Ridracoli. Con questa nuova linea, si sarebbe assicurato l’approvvigionamento anche<br />

ai lidi sud, cioè Marina di Ravenna, Punta Marina, Lido Adriano, Lido di Dante, Lido di Savio<br />

e di Classe.<br />

Attualmente la rete di approvvigionamento e distribuzione dell’acquedotto di Ravenna ha<br />

superato i 900 Km di lunghezza, il volume di acqua erogata all’utenza si aggira intorno ai<br />

15.000.000 di mc.. Da quando è attivo l’acquedotto di Romagna, cioè dal 1989, l’acquedotto<br />

di Torre Pedrera è fermo e l’acqua immessa in rete proviene per il 60% dal N.I.P, e per<br />

il 40% da Ridracoli.<br />

Nel 1973 e poi ancora nel 1980 l’impianto di Potabilizzazione venne ampliato, portando la<br />

potenzialità di 100 lt/sec a 350 lt/sec., quindi a 650 lt/sec.<br />

La rete acquedottistica odierna<br />

Oggi, la rete idrica del Comune di Ravenna è alimentata da due fonti di approvvigiomento:<br />

· l’impianto di potabilizzazione di Area (già AMGA) alle Bassette;<br />

· l’acquedotto della Romagna tramite l’allacciamento in via Standiana sulla S.S. 16<br />

Adriatica.<br />

· In casi di emergenza può tornare utile l’impianto di Torre Pedrera, il cui rifornimento<br />

avviene mediante emungimento da pozzi artesiani.<br />

L’acqua potabilizzata alle Bassette viene avviata in 3 condotte adduttrici:<br />

· una in direzione dei lidi Nord;<br />

· una in direzione dei lidi Sud, principale, che può alimentare le vasche di stoccaggio di via<br />

Fusconi e quelle di Lido di Savio;<br />

· la terza si porta presso le vasche di stoccaggio di via S. Alberto.<br />

L’acquedotto di Romagna a seconda dei casi e delle necessità può fornire acqua, tramite la

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