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In un numero dedicato<br />
alla donna sembra che possa<br />
collocarsi bene una riflessione<br />
sull’amore-passione. E’<br />
infatti riconosciuto che delle<br />
due espressioni dell’essere<br />
umano che sono rispettivamente<br />
l’uomo e la donna, è<br />
proprio la donna che, per la<br />
sua relazione più intima con<br />
le forze profonde della vita e<br />
quindi per la sua tendenziale<br />
maggiore istintività, ne risulta<br />
maggiormente toccata e ne<br />
paga le maggiori conseguenze.<br />
L’autore parte da una constatazione,<br />
che cioè nella nostra<br />
attuale cultura occidentale<br />
l’amore è concepito comunemente<br />
come passione, cioè<br />
come sentimento primitivo,<br />
pulsionale, e perciò stesso<br />
insofferente di regole e controlli:<br />
ne fanno fede gli infiniti<br />
libri, film e canzoni che così<br />
lo presentano e descrivono.<br />
Senza parlare degli innumerevoli<br />
episodi cronaca che lo<br />
vedono protagonista per lo<br />
più in negativo.<br />
Ebbene, all’autore sembra<br />
che questa concezione non<br />
trovi riscontro né in altre culture<br />
né nella stessa cultura<br />
greco-romana-ebraico-cristiana<br />
da cui l’attuale nostra deriva,<br />
ma sia il frutto di una<br />
particolare evoluzione del<br />
pensiero e del costume e<br />
rappresenti più una deviazione<br />
pericolosa che un raggiungimento<br />
positivo sulla<br />
strada della civiltà.<br />
S ono abbastanza<br />
note le tesi con<br />
cui Denis de Rongement<br />
sosteneva che l'amore,<br />
così come noi lo conosciamo in<br />
Occidente – cioè come passione<br />
e valore assieme - è una invenzione<br />
dei trovatori medioevali<br />
e, in parte, del Catarismo, con il<br />
suo rigido dualismo e con l'idea<br />
di trasgressione che la ricerca<br />
dei piaceri terreni reca inevitabilmente<br />
con sé. Tesi, appunto,<br />
non nuove; ma forse non si è<br />
riflettuto abbastanza sul fatto<br />
che non solo nell'antichità greco-romana,<br />
ma anche nelle culture<br />
extra-europee, da quelle<br />
"primitive" (come la polinesiana)<br />
a quelle "superiori" (come<br />
la cinese classica) esisteva ed<br />
esiste un diffuso atteggiamento<br />
di diffidenza, per non dire di<br />
condanna, nei confronti dell'amore<br />
passionale, visto come<br />
una vera e propria minaccia<br />
sociale. Consideriamo la concezione<br />
romana e greca.<br />
Si cita continuamente il verso<br />
virgiliano "Amor omnia vincit",<br />
ma si omette di precisare<br />
che Virgilio non valutava affatto<br />
l'invincibilità dell'amore<br />
come un fattore positivo; tutt'altro:<br />
vedeva in esso la prova<br />
della sua natura crudele e malvagia.<br />
Didone, il personaggio<br />
più grande (artisticamente e<br />
umanamente) da lui creato, è<br />
una vittima infelicissima dell'amore-passione,<br />
che giunge al<br />
delirio e al suicidio per colpa di<br />
tale sentimento. Cordinone,<br />
nella II ecloga, leva un canto di<br />
infelicità per il suo amore non<br />
corrisposto per il bell'Alessi;<br />
Damone, nella VII, si getta in<br />
mare da una rupe per il tradimento<br />
di Nisa; e l'amante abbandonata<br />
di Dafni, nello stesso<br />
carme, ricorre a un sortilegio<br />
per riportare a sé l'amato incostante.<br />
Sappiamo da Orazio che<br />
negli orribili riti della magia<br />
nera si giungeva fino all'omicidio<br />
rituale di un bambino; da<br />
quello stesso Orazio che, parlando<br />
della libidine di Canidia,<br />
ha scritto i versi forse più impietosi<br />
sul desiderio d'amore di<br />
tutta la letteratura antica.<br />
Perfino Catullo, il più<br />
"passionale" dei poeti latini,<br />
riconosce con se stesso che<br />
l'amore passionale per Lesbia<br />
è una forma di degradazione e<br />
di intollerabile smarrimento<br />
morale. E Ulisse declina gentilmente<br />
l'amore di Nausicaa non<br />
solo per un sentimento di fedeltà<br />
verso Penelope, ma anche<br />
e soprattutto perché, nella sua<br />
saggezza di uomo maturo che<br />
molto ha visto e molto sofferto<br />
(l'Odissea è il primo "romanzo<br />
di formazione" della letteratura<br />
occidentale) sa che l'amore passionale<br />
della giovane principessa<br />
dei Feaci, ingenua e generosa,<br />
in quel momento della sua<br />
vita e nel particolare contesto<br />
sociale in cui egli, naufrago<br />
straniero bisognoso d'aiuti per<br />
rientrare in patria, provocherebbe<br />
solo disastri.<br />
Così come disastroso è, nelle<br />
Argonautiche di Apollonio Rodio,<br />
l'amore di Medea per Giasone:<br />
infatti la principessa còlchica,<br />
tradita dal suo uomo,<br />
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