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Il libro è impostato su due<br />
storie parallele che si intrecciano<br />
e convergono in un finale<br />
mozzafiato. Una è quella<br />
di due ragazzini, Pietro e<br />
Gloria, lei figlia di un direttore<br />
di banca, lui di un pastore<br />
psicopatico; l'altra è quella di<br />
un palyboy, Graziano Biglia,<br />
che dopo anni di assenza torna<br />
al paese a ritrovare la serenità<br />
che ormai aveva perso.<br />
Il tutto è ambientato in<br />
un paese di mare, Ischiano<br />
Scalo, formato da quattro<br />
case e una laguna colma di<br />
zanzare. Proprio qui Graziano<br />
conosce la professoressa<br />
Flora Palmieri, insegnante di<br />
Pietro e Gloria, donna scansata<br />
da tutti per il suo atteggiamento<br />
freddo e distaccato,<br />
e se ne innamora. A questo<br />
punto entrano in gioco mille<br />
altri personaggi che si muo-<br />
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vono tra le due vicende, le<br />
quali scorrono parallelamente<br />
per tutta la durata della<br />
vicenda narrata nel libro.<br />
Pietro e Gloria sono anche<br />
loro reciprocamente attratti<br />
da un sentimento che assomiglia<br />
all'amore, ma non può<br />
ancora definirsi tale... Si conoscono<br />
dalla nascita e, mentre<br />
Gloria è sempre stata la<br />
bambina dolce, carina, e un<br />
po' viziatella, Pietro invece<br />
proviene da una famiglia disastrata,<br />
quindi è sempre stato<br />
lo sfigato della classe e il<br />
combinaguai perennemente<br />
picchiato dai bulli. Il destino<br />
di Pietro, lo si capisce bene, è<br />
già segnato dall'inizio del<br />
racconto...<br />
La realtà che viene riprodotta<br />
nel libro è decisamente<br />
squallida, pessima, ma si<br />
tratta di ambientazioni così<br />
comuni che sembra impossibile<br />
non riconoscerle. Cio' che<br />
viene narrato è pertanto percepito<br />
dal lettore come una<br />
vicenda molto verosimile.<br />
L'abilità di Ammaniti sta<br />
nel narrare in maniera fluida<br />
e semplice tante vicende intrecciate<br />
tra loro. Quasi compiacendosi<br />
della manipolazione<br />
dei destini, lo scrittore crea<br />
e dissolve in maniera impensabile<br />
le coincidenze,<br />
pronto a catturare di volta in<br />
volta gli aspetti più comici o<br />
inquietanti della vicenda o<br />
delle situazioni descritte.<br />
Proprio queste sue attitudini<br />
portano chi legge a immergersi<br />
pienamente nella storia<br />
e a leggerla tutta d'un fiato.<br />
Il finale per nulla scontato<br />
lascia una lacrima a rigare il<br />
viso...<br />
Una notazione conclusiva<br />
sul titolo. C’è gente che ha<br />
comperato il romanzo solo<br />
per il titolo, rimanendo poi<br />
avvinta dalla trama e dallo<br />
stile.<br />
In effetti il titolo ti prende<br />
per la gola con il suo timbro<br />
di voce quotidiana e con la<br />
sua evocazione di vita vissuta.<br />
Intuisci subito che nel<br />
testo vedrai rispecchiata una<br />
parte di te e dei tuoi casini,<br />
con le voglie di fuga e le malinconie<br />
di ogni giorno. Le<br />
parole e il colpo di scena finale<br />
chiudono il cerchio rinviando<br />
alla copertina con<br />
trovata efficacissima: conferiscono<br />
infatti alla storia una<br />
sorta di esemplarità, quasi<br />
come di mito.<br />
Alessia<br />
Titolo Ti prendo e ti porto via<br />
Autore Niccolò Ammaniti<br />
Editore Mondadori<br />
N. Pagine 405<br />
Anno 1999<br />
Prezzo 15 euro