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racoon-archivio-Giugno-2007

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nell'arco di pochi millesimi di secondo,<br />

egli è vincolato ad una sola<br />

visuale, e pertanto non sempre è in<br />

grado di assumere la giusta decisione.<br />

FALLI E SCORRETTEZZE<br />

L'arbitro ha il potere di punire<br />

un calciatore ed anche un allenatore,<br />

o un qualsiasi dirigente<br />

presente in panchina, per cattiva<br />

condotta, gioco violento o proteste.<br />

Un arbitro può estrarre il cartellino<br />

giallo come ammonizione, e<br />

può estrarre il cartellino rosso che<br />

comporta l'espulsione del giocatore.<br />

L'espulsione può avvenire direttamente,<br />

in genere per falli molto<br />

gravi, reiterati, per comportamenti<br />

violenti e antisportivi, o in seguito<br />

alla seconda ammonizione ad uno<br />

stesso giocatore (somma di ammonizioni):<br />

due cartellini gialli equivalgono<br />

infatti ad un rosso anche se<br />

comminati per motivazioni completamente<br />

differenti. Ad esempio il<br />

fallo da ultimo uomo, cioè quando<br />

si atterra un attaccante quando ha<br />

davanti a sé solo il portiere, comporta<br />

l'espulsione (cartellino rosso)<br />

se si dovesse presentare una chiara<br />

occasione da rete; se il fallo da ultimo<br />

uomo è commesso dal portiere<br />

invece resta materia di dubbi e dibattiti<br />

e lasciato alla discrezionalità<br />

dei giudici di gara. Un esempio di<br />

applicazione automatica del regolamento<br />

senza discrezionalità è rappresentato<br />

dal fatto che esultare<br />

dopo un gol levandosi la maglietta<br />

della squadra comporta incondizionatamente<br />

una ammonizione<br />

(cartellino giallo).<br />

Erica<br />

I problemi attuali del calcio<br />

professionistico in Italia mi sembrano<br />

di due ordini: finanziari e<br />

di violenza. Esaminiamoli singolarmente.<br />

DEBITI<br />

Per quanto riguarda i debiti accumulati<br />

dal mondo del calcio il<br />

problema è complesso, soprattutto<br />

perché si tratta di società per azioni,<br />

qualcuna addirittura quotata in Borsa,<br />

ed è difficile poter sindacare<br />

quelli che sono degli investimenti<br />

approvati dai Consigli di Amministrazione<br />

delle varie squadre. Voglio<br />

dire che i divieti di superare determinati<br />

parametri possono essere<br />

imposti a società senza scopo di<br />

lucro, ma non ad aziende che perseguono<br />

utili economici, e quindi<br />

devono avere diritti e doveri propri<br />

di ogni azienda produttiva di beni o<br />

servizi.<br />

Forse il problema sta proprio<br />

qui: che delle società sportive possano<br />

quotarsi in borsa come una<br />

qualsiasi azienda produttiva. Ciò fa<br />

diventare fatto economico ogni fatto<br />

sportivo (una vittoria o una sconfitta,<br />

e quindi ogni importante decisione<br />

arbitrale), introducendo inevitabilmente<br />

elementi di valutazione<br />

estranei allo spirito del gioco. Ma<br />

questo è ancora niente. Nella logica<br />

del profitto a tutti i costi possono<br />

più facilmente essere commessi e<br />

tollerati comportamenti antisportivi<br />

di ogni genere: si pensi solo al<br />

caso Moggi.<br />

VIOLENZE NEGLI STADI<br />

Siamo così al secondo problema<br />

– quello della violenza – che non<br />

ritengo direttamente collegato al<br />

primo (i soldi), ma che certamente<br />

ne è pesantemente condizionato.<br />

Infatti dirigenti senza scrupoli non<br />

si vergognano di accogliere e blandire<br />

i tifosi più esagitati pur di assicurare<br />

alla squadra un pubblico entusiasta<br />

e tale da incutere timore<br />

fisico alle squadre avversarie.<br />

Ultimamente si rimane impietriti<br />

di fronte agli atti di violenza che<br />

purtroppo si verificano negli stadi a<br />

causa di tifosi poco civili e poco<br />

sportivi, ma molto deficienti. Ci<br />

sono stati atti di vandalismo anche<br />

all’esterno degli stadi, che hanno<br />

causato molti danni alle strutture<br />

pubbliche e private.<br />

Tutta questa violenza non ha<br />

senso! Il calcio dovrebbe restare un<br />

gioco per ogni tifoso, senza che le<br />

partite sfocino in violenza!|<br />

Ora le norme di sicurezza negli<br />

stadi italiani sono aumentate, maggior<br />

controllo agli ingressi e maggior<br />

presenza di forze dell’ordine.<br />

Però questi controlli dovrebbero<br />

essere fatti con più criterio. E’ un<br />

mistero, ad esempio, il modo con<br />

cui vengono introdotti oggetti abbastanza<br />

grossi e pesanti che verranno<br />

poi lanciati sul campo da gioco.<br />

Certo non si può pensare che<br />

bastino i controlli e la repressione<br />

per restituire al calcio la dimensione<br />

di gioco o almeno di competizione<br />

civile. Serve anche uno sforzo da<br />

parte dei commentatori sportivi<br />

della tv e della carta stampata e<br />

soprattutto da parte delle società<br />

per abbassare i toni delle polemiche<br />

e delle recriminazioni, per<br />

svelenire i contrasti e le contrapposizioni.<br />

Gli antichi si imponevano di<br />

rispettare i nemici in guerra, possibile<br />

che oggi non si sia capaci di rispettare<br />

gli avversari in una competizione<br />

sportiva?<br />

Erica<br />

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