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MERCATI<br />

In Italia cresce<br />

l’esercito<br />

dei foodies<br />

SEGAFREDO<br />

L’espresso<br />

italiano<br />

nel mondo<br />

Mensile di informazione - anno I numero 15 dicembre 2009 - € 2,00<br />

Natale riaccende<br />

la fiducia<br />

PRODOTTI<br />

Idee regalo utili<br />

e curiose<br />

CASH AND CARRY<br />

A Natale MIGRO<br />

raddoppia le offerte


Dalla Brand Equity all’acquisto di impulso.<br />

Lo scenario dei mezzi di comunicazione<br />

Benedetta Maffi a<br />

L’<br />

ultimo miglio della comunicazione è<br />

l’ultima possibilità di comunicazione<br />

commerciale e contatto prima<br />

della scelta d’acquisto, ovvero da casa<br />

(volantino e lista della spesa + patrimonio<br />

di marca, conosciuto in inglese come brand<br />

equity) alla strada verso il punto vendita<br />

(Esterna + Guerrilla marketing) al punto<br />

vendita stesso (carrelli + isole in galleria – in<br />

store promotion – totem interattivi – radio<br />

– video - merchandising). Dalla brand equity<br />

all’acquisto di impulso. Tutto può essere<br />

distrutto se le offerte e le emozioni che si<br />

vivono prima dell’acquisto promettono alte<br />

gratificazioni. Dall’ultimo miglio ai famosi<br />

sette secondi si conquistano gli incerti, gli<br />

acquirenti della categoria (e non della marca)<br />

ma anche i fedelissimi del Brand. Il 44% dei<br />

consumatori sceglie sul punto vendita cosa<br />

acquistare (dati Shopper Insight IRI). È ormai<br />

indubbio il profondo mutamento che sta<br />

attraversando il mondo della comunicazione.<br />

Le difficoltà di clusterizzazione del target, la<br />

crisi dei media sta portando verso profondi<br />

ripensamenti nelle modalità e nei contenuti<br />

stessi della comunicazione. Gli ultimi studi<br />

sul consumatore e sullo shopper portano<br />

sempre più i centri Media e gli uffici Marketing<br />

a ridefinire, in modo creativo, pianificazione e<br />

ripartizione dei budget. Nelle previsioni della<br />

GroupM su scenari dei media, la tv e la stampa<br />

subiranno un calo dal 50% al 70% rispetto<br />

agli investimenti del 2000, a favore dei nuovi<br />

mezzi e della nuove tecnologie (digital HOH,<br />

Mobile, Web che consolida la quota di circa<br />

il 20% degli investimenti media, a cui bisogna<br />

aggiungere le quote che acquisirà il cosiddetto<br />

“printernet”, e infine la Tv interattiva che<br />

dall’attuale 5 % raggiungerebbe da qui a 5<br />

3<br />

Editoriale<br />

anni quota 20%). In questo scenario il punto<br />

vendita e la relativa comunicazione In Store<br />

(nelle sue diverse modalità e differenziazioni<br />

di settore) vanno, al contrario, affermando<br />

sempre di più l’attenzione di tutti gli<br />

attori del mercato: dall’industria agli stessi<br />

Retailers, dalle agenzie di comunicazione<br />

ai fornitori di strutture e servizi collegati.<br />

Il pdv, con le opportunità di contatti utili<br />

possibili sia nelle gallerie commerciali sia<br />

nelle aree promo, diventa punto caldo di<br />

sperimentazione e studio. Nel Below the<br />

line oggi si parla di In Store Marketing e<br />

Marketing emotivo (aestetic marketing) per<br />

enfatizzare l’importanza del contatto sul<br />

luogo d’acquisto. Da sempre prerogativa del<br />

mondo del lusso e della moda, l’esperienza<br />

emotiva, che deve suscitare la comunicazione,<br />

si trasferisce con velocità crescente anche al<br />

mass market. La degustazione di prodotti<br />

sconosciuti proposti nella loro genuinità da<br />

ammalianti promotrici elimina i diversi livelli<br />

di notorietà verso la marca riportando la<br />

scelta all’acquisto d’impulso (le degustazioni<br />

sono il 5% del totale attività su pdv e il 20%<br />

delle attività con Promoter). La promozione<br />

pura ha raggiunto punte massime sul taglio<br />

prezzo (23% media LCC) che, con livelli di<br />

pressione promo pari al 24%, vede ridurre i<br />

livelli di efficacia. Non è che si vuole per forza<br />

essere pessimisti, da queste parti. Anzi. Ma<br />

il realismo è necessario. Il 2009 volge quindi<br />

al termine. A voi, cari amici, rinnovo il mio<br />

ringraziamento e i miei più sentiti auguri,<br />

quelli della redazione e del resto dello staff,<br />

promettendovi che faremo di tutto per<br />

non deludervi nell’arco del 2010 che, mi<br />

auguro, avremo il piacere di trascorrere<br />

ogni mese assieme, sempre più numerosi.


Finestra sui mercati<br />

6 Last minute market, un dono che rende tutti felici<br />

7 In Italia cresce l’esercito dei foodies<br />

8 Le contraddizioni della globalizzazione<br />

9 Politica economica: vecchie ricette per nuovi<br />

problemi<br />

10 Aria nuova nel mondo dell’informazione web<br />

11 Attenti ai distributori automatici<br />

Marketing & Fornitori<br />

12 Segafredo Zanetti l’espresso italiano più diffuso al<br />

mondo<br />

14 Banche: io me la cavo<br />

Cash and Carry<br />

16 A Natale <strong>Migro</strong> raddoppia le offerte<br />

Speciale donna<br />

18 Il coraggio della denuncia<br />

19 Fattore D: propulsore nel mondo, fanalino di coda in Italia<br />

Lavoro e carriera<br />

21 L’economia italiana batte quella inglese! Siamo sicuri?<br />

22 Paradosso, Azione e Vivido. Strumenti efficaci per<br />

imparare l’inglese<br />

Diritto e Fisco<br />

23 La garanzia bancaria nel commercio internazionale<br />

24 Scudo fiscale: istruzioni per l’uso<br />

Area prodotti<br />

27 Idee regalo utili e curiose<br />

Life style<br />

29 Influenza A: cos’è, come difendersi<br />

5<br />

6<br />

10<br />

18<br />

Sommario<br />

16


Finestra sui mercati<br />

Last minute market,<br />

un dono che<br />

rende tutti felici Francesco Dente<br />

L’<br />

ultimo accordo lo ha siglato il<br />

Comune di Sesto San Giovanni.<br />

La storica città milanese, ieri<br />

famosa per le acciaierie del gruppo Falck,<br />

si è guadagnata gli onori della cronaca per<br />

via del suo buon cuore. Quello, per la<br />

precisione, degli amministratori cittadini<br />

che hanno favorito l’intesa ma soprattutto<br />

dei commercianti cittadini. L’accordo,<br />

veniamo alla notizia, è quello fra una<br />

catena del settore distributivo della zona<br />

e Last minute market. Di cosa si tratta?<br />

Non dell’ennesima agenzia di viaggi on<br />

line ma di una delle più innovative società<br />

di servizi. Last minute, infatti, si occupa<br />

del recupero delle merci invendute e<br />

ormai prive di valore commerciale ma<br />

ancora idonee per essere utilizzate.<br />

Cibi prossimi alla scadenza, ad esempio,<br />

oppure prodotti contenuti in confezioni<br />

in parte danneggiate che, grazie ai buoni<br />

servigi di Last minute, vengono donati<br />

agli enti e alle associazioni che aiutano<br />

le persone che versano in condizioni<br />

di disagio sociale. Nel caso di Sesto San<br />

Giovanni, gli alimenti resi disponibili sono<br />

finiti alle strutture della San Vincenzo De<br />

Paoli e alle Caritas parrocchiali. La società<br />

di servizi si è occupata di predisporre<br />

l’organizzazione logistica per far sì che gli<br />

enti non profit ricevessero i prodotti in<br />

modo regolare e, soprattutto, in tempo<br />

utile per i pasti. L’attività dell’impresa<br />

sociale, spiega il sito aziendale, consiste<br />

nello studio e nell’attivazione di procedure<br />

fiscali, igienico-sanitarie, operativologistiche<br />

sino alla realizzazione di<br />

un prototipo operativo. Finora,<br />

vediamo un pò di numeri, nel<br />

solo comune lombardo sono<br />

stati recuperati 3.974 kg di<br />

pane più frutta e verdura<br />

per un valore di più di 7mila<br />

euro. Prodotti che, altrimenti,<br />

sarebbero finiti al macero. Non è un caso<br />

se lo slogan della società sia: trasformare<br />

lo spreco in risorse. Ideatore dell’iniziativa<br />

imprenditoriale, e al tempo stesso solidale,<br />

è il professor Andrea Segré, Preside<br />

della Facoltà d’Agraria dell’Università<br />

di Bologna. L’impresa di gestione delle<br />

eccedenze è figlia di un’attività di ricerca<br />

avviata nel 1998 dal Dipartimento di<br />

Economia e Ingegneria dell’Alma Mater<br />

felsinea che si è trasformata, a sua volta,<br />

nel 2004 in uno spin-off universitario,<br />

un’attività imprenditoriale cioè sorta per<br />

dare al progetto di ricerca una ricaduta<br />

produttiva. Al momento Last minute<br />

market opera soprattutto al Centro<br />

Nord. Le uniche regioni del Mezzogiorno<br />

in cui ha attecchito l’iniziativa o sono state<br />

avviate esperienze sono la Sicilia (Palermo<br />

e Agrigento) e l’Abruzzo (Teramo). Una<br />

bella idea, insomma, e una buona pratica da<br />

imitare. I vantaggi, infatti, non riguardano<br />

solo gli enti assistenziali o le istituzioni<br />

pubbliche che si prodigano per sostenere<br />

le intese con la società bolognese. Certo,<br />

i primi a “guadagnarci” sono gli enti non<br />

6<br />

profit<br />

che risparmiano<br />

sugli acquisti e le<br />

amministrazioni comunali che<br />

ricavano benefici di carattere sociale per la<br />

popolazione. Traggano un’utile (oltre quello<br />

morale), tuttavia, anche i dettaglianti, la<br />

grande distribuzione o anche i ristoratori.<br />

Chiunque dia in omaggio l’invenduto,<br />

infatti, riduce i costi di smaltimento e può<br />

ottenere anche dei vantaggi fiscali. Nel<br />

caso di Verona, ad esempio, i commercianti<br />

aderenti beneficiano di un’agevolazione nei<br />

conteggi della tariffa relativa ai rifiuti solidi<br />

urbani in quanto grazie alla donazione<br />

generano una diminuzione di rifiuti.<br />

L’idea ha sedotto commercianti ma anche<br />

operatori della ristorazione collettiva.<br />

Grazie ai pasti non serviti di questi ultimi,<br />

ad esempio, nel 2007 sono stati recuperati<br />

22mila chilogrammi di alimenti per pranzi<br />

e cene. Chissà quante bocche, vien da<br />

pensare, si potrebbero sfamare nell’intero<br />

Paese se si diffondessero pratiche come<br />

quelle suggerite da Last minute. Fare del<br />

bene, insomma, guadagnandoci pure.


S<br />

econdo una recentissima<br />

ricerca condotta dall’istituto<br />

Gpf per conto<br />

della Negroni (gruppo<br />

Veronesi), in Italia ci<br />

sarebbero ben 4,5<br />

milioni di foodies e il<br />

loro numero starebbe<br />

aumentando di 250<br />

mila unità ogni anno.<br />

Chi sono i foodies è<br />

presto detto: si tratta<br />

di persone che amano<br />

mangiare e bere bene,<br />

curiose di sapere tutto<br />

quello che c’è da sapere<br />

sulle caratteristiche,<br />

sulle tecnologie<br />

produttive, su chi c’è<br />

dietro a cibi e vini,<br />

indipendentemente<br />

dal fatto se siano<br />

prodotti d’eccellenza<br />

o per il consumo<br />

quotidiano, per poterli<br />

utilizzare al meglio in<br />

cucina, per abbinarli<br />

correttamente, per poterli gustare in<br />

compagnia in casa, da amici e al ristorante.<br />

Dei foodies Gpf ha delineato un<br />

identikit sociologico (si veda la carta<br />

d’identità nella pagina) ed ha analizzato<br />

i comportamenti distintivi rispetto<br />

al resto della popolazione italiana.<br />

Vediamo insieme quali sono.<br />

Innanzitutto i foodies sono più<br />

propensi a spendere di più per acquistare<br />

prodotti di qualità rispetto all’italiano<br />

medio: 82,4% contro il 54,1%. Come<br />

7<br />

Finestra sui mercati<br />

In Italia cresce l’esercito dei foodies<br />

Michela Caiapic<br />

il resto degli italiani, fanno la spesa al<br />

supermercato (87%), all’ipermercato<br />

(32,1%) e nei piccoli supermercati (21,4%).<br />

Ma sono grandi frequentatori<br />

delle salumerie-gastronomie<br />

(29,7% contro 15,1%), di<br />

negozi specializzati in<br />

alimenti tipici (31%,<br />

contro 15,1%) e dei<br />

mercati rionali (21,8%<br />

contro 13,6%). La<br />

fonte principale del<br />

loro sapere su cibi e<br />

vini, dopo il passaparola<br />

e i libri, è internet<br />

(40%). Amano invitare<br />

spesso gli amici a<br />

pranzo o a cena<br />

(43,4% contro<br />

il 26,7% della<br />

media degli<br />

italiani), ma<br />

mostrano anche<br />

una propensione a<br />

mangiare fuori casa doppia<br />

(60%) rispetto alla media.<br />

Oltre a ristoranti e pizzerie<br />

frequentano più della<br />

media osterie e agriturismi<br />

e scelgono dove andare in<br />

vacanza in base alla loro passione<br />

(86,2% contro il 60% della media).


Finestra sui mercati<br />

Le contraddizioni<br />

della globalizzazione<br />

Antonio Miclavez<br />

C<br />

ome si è visto ormai il mondo<br />

politico è dominato dal mondo<br />

finanziario. Gli uomini politici,<br />

non solo italiani, devono rendere conto<br />

del loro operato alle cosiddette autorità<br />

monetarie prima ancora che ai loro<br />

elettori. E nessuno sembra trovarci niente<br />

di strano. La globalizzazione ha accentuato<br />

questo fenomeno. Come l’euro, anche<br />

la globalizzazione è un falso amico. Viene<br />

presentata come libertà di commercio<br />

mondiale senza limitazioni. In realtà la libertà<br />

di movimento riguarda i capitali finanziari<br />

che possono liberamente continuare i loro<br />

pazzeschi rimbalzi sui mercati mondiali<br />

alla ricerca dell’investimento più fruttuoso,<br />

continuando il delirio parossistico della<br />

crescita economica irresponsabile già<br />

descritto. La globalizzazione ha anche un’altra<br />

funzione, mettere tutto il mondo sotto il<br />

potere di quell’orrendo padrone che è il<br />

mercato finanziario. I costi produttivi devono<br />

essere i più bassi possibili, quindi la produzione<br />

si sposta in quei Paesi dove la manodopera<br />

costa meno, trasferendosi immediatamente<br />

altrove quando questa aumenta. Ovviamente<br />

dove ci sono bassi costi di manodopera c’è<br />

anche poca capacità di spesa quindi i prodotti<br />

vanno venduti altrove e il mercato rende di<br />

più. Da qui nasce la necessità della cosiddetta<br />

“libera circolazione delle merci e dei capitali”.<br />

Succede così che una massa di denaro,<br />

solitamente straniero, inonda un Paese<br />

quando vi sono le circostanze ottimali e ne<br />

favorisce la crescita. Al tempo stesso il valore<br />

della moneta di quel Paese viene tenuta<br />

bassa, in genere con una forte inflazione,<br />

in modo che sia conveniente esportarne<br />

le merci altrove. L’inflazione impedisce al<br />

Paese di beneficiare realmente dello sviluppo<br />

industriale, salvo che ad una ristretta cerchia<br />

di speculatori, mentre l’economia si sbilancia.<br />

Si sviluppano grandi concentrazioni urbane<br />

per produzioni di massa, quasi esclusivamente<br />

destinate all’export, di articoli di bassa<br />

tecnologia. I prodotti tessili sono quelli che si<br />

prestano meglio. Dove vi sono materie prime<br />

da sfruttare, agricole o minerarie, si creano<br />

grandi latifondi per il loro sfruttamento.<br />

Il risultato finale è una grande quantità<br />

di merci di basso costo e spesso uniformi,<br />

perché devono adeguarsi alle produzioni<br />

di massa, che viaggiano per il mondo dai<br />

Paesi produttori ai Paesi consumatori, con<br />

grande spreco di combustibili e conseguente<br />

inquinamento, invertendo quello che, per<br />

millenni è stato il concetto di commercio.<br />

In passato infatti, viaggiavano solo merci<br />

particolarmente pregiate o introvabili nel<br />

Paese di destinazione. Qualunque Paese al<br />

mondo è in grado di produrre una maglietta<br />

o una forchetta, che senso ha importarle dalla<br />

Cina? Avrebbe senso se si trattasse di una<br />

lavorazione tipica, raffinata, esclusiva o con<br />

materiali poco comuni e quindi se si trattasse<br />

di un prodotto costoso. Invece è proprio<br />

l’economicità, spesso unita a bassa qualità, a far<br />

fare mezzo giro del mondo a questa merce.<br />

8<br />

L’obiezione, sarebbe meglio dire l’illusione,<br />

che prima o poi i Paesi produttori diventano<br />

anche consumatori ed alla fine si avrà un<br />

bilanciamento, è destituita di ogni fondamento.<br />

Un meccanismo che apertamente persegue la<br />

crescita continua non può accettare un livello<br />

di saturazione, perché è contrario ai principi<br />

su cui si basa. Per la finanza i Paesi, quando<br />

cessano di essere sfruttabili produttivamente<br />

e non assorbono produzione a sufficienza<br />

come consumatori, vengono semplicemente<br />

abbandonati.<br />

Inoltre la ricerca continua dell’ampliamento<br />

del mercato del consumo, porta a individuare<br />

produzioni a costi sempre più bassi e con una<br />

durata sempre inferiore, vivendo in un delirio<br />

di usa e getta, con conseguente enorme<br />

problema dello smaltimento dei rifiuti,<br />

inquinamento ed impoverimento del pianeta.<br />

Per negare la sua incoerenza e dannosità il<br />

sistema si è dato degli organismi di controllo,<br />

come il Fondo Monetario Internazionale,<br />

che sono, in realtà, al suo servizio. Il FMI è il<br />

principale responsabile del debito dei Paesi<br />

poveri dovuto alle politiche monetarie che<br />

spesso i governi sono stati costretti a seguire<br />

dietro indicazioni del fondo stesso.<br />

Non bisogna cullarsi nell’illusione di<br />

essere al sicuro perché facciamo parte di un<br />

Paese industrializzato e quindi di quel sesto<br />

di umanità che sfrutta gli altri cinque. Anche<br />

all’interno delle nazioni industrializzate lo<br />

squilibrio sociale è sempre più forte. In Italia<br />

poi, più che altrove.


l posto della fantasia o della<br />

competenza sembra che si sia<br />

scelto di mandare al potere la<br />

banalità!<br />

Questo emerge dalle recenti<br />

affermazioni in tema di politica<br />

economica del prossimo<br />

futuro: i soldi per lo sviluppo?<br />

Basta ridurre le spese<br />

superflue (Marcegaglia).<br />

Cosa fare per il Sud? Si<br />

sa, sicurezza, infrastrutture<br />

e, più generalmente, spendere<br />

i danari del contribuente<br />

(Fini). Cosa è la questione meridionale?<br />

Questione nazionale (Tremonti, Fini e altri).<br />

Come si fa a far crescere l’Italia? Basta<br />

far crescere il Sud (Schifani). La politica<br />

mediterranea? Attraverso lo sviluppo del<br />

Sud che sta al centro del Mediterraneo<br />

(Fini). E via vaneggiando con frasi e concetti<br />

che ci propinano da secoli e, vista la<br />

loro provata banalità, sono più<br />

adatti alla mitica casalinga di<br />

Voghera che a persone che<br />

asseriscono di saper governare.<br />

Per fare l’elenco di queste<br />

opinioni si è scelto di profittare<br />

di un convegno dei giovani<br />

confindustriali evidentemente<br />

reputati bisognosi di essere informati<br />

di tale profluvio di stupidaggini.<br />

Stupidaggini rimbalzate nelle case di<br />

tutti noi grazie al dispiegamento di tutti<br />

i mezzi dell’informazione di tutta l’Italia.<br />

Mai è passato per la mente che la<br />

situazione cronica del Mezzogiorno<br />

potesse essere imputabile proprio alla<br />

politica sbagliata che si è perseguita in tanti<br />

anni. Il Presidente Fini ha già tracciato la<br />

linea: nelle prossime dieci finanziarie si<br />

dovrà prevedere un capitolo specifico per il<br />

Sud; un modo politichese<br />

per dire che<br />

in tutte le<br />

prossime<br />

sessioni di<br />

bilancio dovranno<br />

prevedersi un pò di<br />

miliardi da destinare alle<br />

imprese (naturalmente<br />

per la più parte<br />

del Nord e<br />

confindustriali)<br />

che avranno il<br />

compito di<br />

realizzare<br />

queste opere<br />

faraoniche e<br />

tutte le altre<br />

che servirebbero<br />

a far decollare il<br />

Sud. In questa ottica è<br />

sospetta la prontezza con la<br />

quale Confindustria e la grande<br />

informazione del Nord si stiano<br />

impegnando a preparare il terreno.<br />

Nessuno ha parlato delle micro<br />

imprese del Sud che devono<br />

combattere tutti i<br />

giorni contro<br />

la burocrazia<br />

statale, fiscale<br />

e previdenziale; né per<br />

garantire la sopravvivenza di<br />

quelle imprese né per<br />

9<br />

Finestra sui mercati<br />

Politica economica: vecchie ricette<br />

per nuovi problemi<br />

A<br />

Canio Trione<br />

favorirne la crescita. Nessuno ha ipotizzato<br />

di costruire lo sviluppo partendo dalle<br />

imprese esistenti e non da quelle venute<br />

da altre parti. Nessuno si è preoccupato<br />

del costo ulteriore (prodotto dalla<br />

realizzazione di queste proposte) da<br />

scaricare sul contribuente (quanto meno<br />

in termini di mancata riduzione delle tasse).<br />

Men che meno è emersa l’ipotesi di studiare<br />

un modello di sviluppo meno centralizzato<br />

e quindi meno burocratico e più vicino<br />

all’ambiente e alla cultura delle popolazioni<br />

interessate. Nessuno ci dice che merci<br />

dovrebbero produrre quindici milioni di<br />

persone (opportunamente introdotte nel<br />

futuro sistema produttivo) che abitano il<br />

Mezzogiorno che non siano già prodotte<br />

e stivate nei magazzini dell’invenduto<br />

di tutte le fabbriche del mondo.<br />

Discorsi che cadono, temporalmente,<br />

proprio nel momento in cui la Grande Crisi<br />

non solo non ha allentato la sua terribile<br />

morsa sui conti della gente ma comincia<br />

a riaffacciarsi anche in Borsa.<br />

In tutto questo dibattito il<br />

Sud non parla. Sono assenti i<br />

rappresentanti delle categorie;<br />

in altre faccende affaccendati<br />

i politici meridionali; completamente<br />

venduta la classe dei notabili locali.<br />

Cosa dire poi delle Università<br />

meridionali? Da esse potrebbe venire<br />

un contributo autorevole al dibattito.<br />

Mai nulla. Quindi cosa vogliamo? Se si<br />

prendono per oro colato anche banalità<br />

così evidenti, si è implicitamente correi<br />

della situazione che si è venuta a creare; e<br />

si sa, “chi causa il suo mal, pianga se stesso”.


Finestra sui mercati<br />

C’<br />

è qualcosa di nuovo nel mondo dell’informazione<br />

on line. A novembre è nato www.<br />

zonafrancanews.it, magazine della Casa Editrice<br />

“la Città” che si arricchisce così di un nuovo prodotto.<br />

ZonaFranca si rivolge a tutti coloro che sono stanchi<br />

dell’informazione omologata, standardizzata, allineata<br />

con quanti dettano i ritmi e i tempi della notizia,<br />

ispirata o asservita ad una lobby o ad un movimento<br />

politico-religioso o ad un centro di potere ed interessi.<br />

È aperto al contributo di tutte le intelligenze libere,<br />

intellettualmente oneste; a quanti vivono il giornalismo non<br />

come strumento di potere ma come missione. Non vuole essere<br />

alternativo a tutti gli altri magazine on line che fanno informazione.<br />

Vuole essere complementare. E, obiettivo ambizioso, vuole<br />

completare l’offerta al momento disponibile sui mercati editoriali.<br />

Per questo accanto a tematiche “tradizionali”, la cronaca nera, quella<br />

politica, quella internazionale, solo per citarne alcune, compaiono<br />

le cenerentole dell’informazione, sport minori, cinema, musica<br />

senza etichetta, ma anche stranieri e immigrazione, sessualità, libri.<br />

In buona sostanza con il sito web e una newsletter,<br />

Aria nuova nel mondo<br />

dell’informazione web<br />

10<br />

Lucrezia d’Ambrosio<br />

ZonaFranca si propone di affrontare e approfondire temi di<br />

attualità, ma anche temi sociali, economici, con l’ausilio di<br />

agili contributi di analisi e, laddove necessari per completare<br />

l’informazione, interventi di ordine etico, religioso, laico,<br />

giuridico. Il sito è aggiornato quotidianamente. La newsletter<br />

di Zf, con cadenza settimanale, informa i lettori iscritti<br />

al servizio delle novità e degli articoli pubblicati sul sito.<br />

Tutti gli argomenti sono sviluppati utilizzando un linguaggio<br />

quanto più semplice possibile così da risultare di facile lettura<br />

e comprensibili per tutti. Le notizie in homepage sono brevi.<br />

E c’è di più. ZonaFranca, fatti salvi i diritti d’autore che<br />

resteranno comunque tuoi, ti mette a disposizione le pagine<br />

del suo portale per consentirti la pubblicazione del tuo libro,<br />

quello che da anni hai nel cassetto, della tua tesi di laurea,<br />

delle tue poesie. La rivista web intende creare un dialogo<br />

continuo con il lettore e la sfida è appena cominciata. A<br />

proposito, perché Zona Franca? Le motivazioni della scelta<br />

sono insite nel nome. Da subito il lettore deve avere netta la<br />

percezione di essere entrato in una zona franca di discussione,<br />

una “no tax area” dove sono importanti le opinioni di tutti.


onfida, l’associazione<br />

dei distributori<br />

automatici, esulta. Il<br />

settore delle “macchinette”<br />

non si fa intimidire dalla crisi<br />

e, anzi, reagisce mettendo<br />

a segno un più 8,42%<br />

nella crescita del parco di<br />

dispositivi presenti negli uffici<br />

e nelle aziende. Un grido<br />

di vittoria che rappresenta<br />

invece un grido d’allarme per<br />

il commercio al dettaglio.<br />

Non bastasse la guerra ad<br />

armi impari contro i giganti<br />

della grande distribuzione<br />

e i morsi della cattiva<br />

congiuntura economica che<br />

spinge le famiglie a stringere<br />

la cinghia, ora ci si mettono<br />

anche i distributori a monete.<br />

Buon per loro, naturalmente.<br />

Un settore emergente, il<br />

cosiddetto “vending”, che ha<br />

superato il perimetro in cui è<br />

stato a lungo confinato, quello<br />

per capirci delle macchinette<br />

per il caffè, e che ormai spazia<br />

dalla frutta fresca alle pizze.<br />

Prodotti alimentari già pronti,<br />

facili da acquistare e a due<br />

passi dal posto di lavoro. Se<br />

prima dunque si scendeva<br />

in strada per andare al bar,<br />

al panificio o dal salumiere<br />

per acquistare il panino o<br />

la merendina, le gomme o<br />

la bottiglietta dell’acqua,<br />

ora basta affacciarsi sul<br />

pianerottolo dell’ufficio,<br />

infilare i soldi ed è fatta.<br />

Pochi secondi e si può gustare<br />

quasi tutto. Basti pensare alla<br />

diffusione che gli apparecchi<br />

automatici hanno avuto<br />

nelle scuole. I distributori<br />

automatici, insomma, hanno<br />

fatto un bel pò di strada dal<br />

giorno in cui sbarcarono in<br />

Italia al seguito dei soldati<br />

americani durante il secondo<br />

conflitto mondiale. Un dato<br />

positivo, quello della crescita<br />

di macchinette (passate da<br />

2.103.000 unità del 2007 a<br />

2.280.000), a cui corrisponde<br />

una sostanziale tenuta delle<br />

consumazioni. L’anno scorso,<br />

ultimo periodo censito dal<br />

recente rapporto, gli articoli<br />

acquistati hanno segnato<br />

mezzo punto percentuale<br />

salendo da 6,309 miliardi<br />

a 6,340. In lieve flessione<br />

invece il fatturato: da 2.723,6<br />

a 2.714,7 milioni di euro<br />

(-0,33%). Dati, anche questi<br />

11<br />

ultimi due, sostanzialmente<br />

stabili se si considera la<br />

riduzione dei consumi che<br />

ha interessato invece altri<br />

settori commerciali. Ma quali<br />

sono i luoghi in cui è più<br />

facile trovare le macchinette?<br />

Secondo Confida si<br />

confermano maggiormente<br />

diffuse nei luoghi chiusi e in<br />

particolare in uffici e aziende<br />

Finestra sui mercati<br />

Attenti ai distributori automatici Francesco Dente<br />

C<br />

(90,4%, contro il 90,1% del<br />

2007). Stabili le presenze nei<br />

luoghi aperti al pubblico come<br />

metrò e stazioni (0,5%). Infine,<br />

gli enti pubblici (ospedali<br />

e ministeri) da un lato e le<br />

scuole e università dall’altro<br />

toccano rispettivamente<br />

una quota del 3,9% e 5,2%.<br />

Sicuramente interessanti<br />

le cifre che riguardano le<br />

consumazioni. Dati che<br />

rivelano le preferenze degli<br />

appassionati dei distributori<br />

e che possono indurre gli<br />

esercenti del commercio al<br />

dettaglio a riflettere sulle<br />

evoluzioni del mercato<br />

e sui gusti degli italiani.<br />

Le bevande calde hanno<br />

toccato un numero di<br />

consumazioni pari a 4,420<br />

miliardi che corrispondono a<br />

un fatturato di 1,3 miliardi di<br />

euro. Il caffè in grani, vediamo<br />

più da vicino i numeri, supera<br />

la metà del consumo (55,2%)<br />

seguito da caffè porzionato<br />

(26,5%), altre bevande (15,3%)<br />

e caffè solubile (3,00%). Se si<br />

guarda, invece, il settore delle<br />

bevande fredde (1 miliardo<br />

di prodotti e 378 milioni di<br />

euro di fatturato), l’acqua è al<br />

primo posto come prodotto<br />

più venduto con una quota del<br />

58,7%. Vengono poi lattine<br />

(29,9%), succhi di frutta (6,3%)<br />

e bevande PET in polietilene<br />

(5,1%). Caffè, bevande ma<br />

anche spuntini. Fra dolce e<br />

salato c’è un testa a testa<br />

negli snack monoporzione: il<br />

dolce si attesta 41,40% contro<br />

40,05% del salato. Al dolce<br />

vanno poi aggiunti il cioccolato<br />

con un 10,8%. Infine i prodotti<br />

freschi toccano il 7,3%), i<br />

gelati (0,3%), i surgelati (0,1%)<br />

e i prodotti non alimentari<br />

(0,05%). Numeri da capogiro<br />

anche in questo caso: gli snack<br />

venduti nel 2008 toccano gli<br />

870 milioni di pezzi con un<br />

fatturato di 330 milioni di euro.


Marketing & Fornitori<br />

Segafredo Zanetti l’espresso<br />

italiano più diffuso al mondo<br />

S<br />

egafredo Zanetti è leader<br />

dell'Espresso con oltre 140 mila<br />

tonnellate di prodotto vendute<br />

annualmente, quasi 100.000 clienti e 50<br />

milioni di tazzine bevute ogni giorno nelle 650<br />

caffetterie in franchising e licensing presenti in<br />

tutto il mondo. Questi sono solo alcuni dei<br />

numeri più significativi della grande azienda che<br />

produce il caffè espresso italiano più diffuso<br />

al mondo. Per fare un buon caffè occorre<br />

essere ottimi conoscitori della materia prima<br />

e del mercato, per questo la Segafredo rientra<br />

nella più grande galassia del Massimo Zanetti<br />

Beverage Group, società che prende il nome<br />

dal suo lungimirante Presidente fondatore<br />

che ha raggruppato al suo interno aziende<br />

di produzione e di commercializzazione.<br />

“Il dott. Zanetti è uno dei pochi<br />

imprenditori italiani innamorati<br />

del caffè. Ci<br />

è voluta tanta passione quando ha preso una<br />

media azienda italiana negli anni settanta e l’ha<br />

trasformata in un gruppo leader; passione che<br />

negli anni è rimasta inalterata e che ancora oggi<br />

trasmette nella sua organizzazione aziendale,<br />

che parla poco di sé ma concretamente fa molto”.<br />

La racconta così Dario De Palma, direttore<br />

generale commerciale Segafredo Zanetti.<br />

Come siete diventati l’espresso<br />

italiano più conosciuto al mondo?<br />

“Il dott. Zanetti, sin dai primi anni ’80<br />

ebbe l’intuizione di portare l’espresso italiano<br />

all’estero costruendo sedi e filiali oggi presenti<br />

nei principali paesi del mondo. Un’altra<br />

importante scelta fu quella di costruire un<br />

business model che parte dalla selezione della<br />

materia prima. Siamo direttamente presenti<br />

nei principali paesi produttori: in Brasile<br />

abbiamo la più grande piantagione a corpo<br />

unico al mondo, ma siamo anche in Costarica<br />

e Vietnam. Così controlliamo tutto il ciclo<br />

produttivo dalla piantagione alla tazzina. Inoltre<br />

abbiamo esportato l’organizzazione e un<br />

approccio etico al lavoro. Un modello che nel<br />

tempo ci ha consentito di svilupparci in tanti<br />

paesi, controllare<br />

la qualità della<br />

materia prima, garantirci un<br />

approvvigionamento costante. Infine<br />

importanti acquisizioni – tra le più recenti<br />

quelle in Finlandia, Scozia e Stati Uniti – ci<br />

hanno permesso di conquistare i relativi<br />

mercati. Consideri, che siamo terzi negli<br />

Stati Uniti e la nostra crescita continua”.<br />

Siamo a fine anno, che bilancio<br />

può trarre per questo 2009?<br />

“Sicuramente positivo. La Segafredo<br />

Italia veniva dalla buona crescita del 2008.<br />

A inizio anno ci aspettavamo una frenata,<br />

12<br />

Michele de Sanctis<br />

in realtà le cose sono andate meglio del<br />

previsto. In un momento come questo, in<br />

cui c’è grande attenzione alla convenienza,<br />

il nostro prodotto è molto apprezzato dai<br />

consumatori per l’ottimo rapporto qualitàprezzo.<br />

Quindi, da questo punto di vista,<br />

non abbiamo sofferto. Continuiamo nella<br />

nostra espansione nel centro-sud Italia dove<br />

abbiamo bisogno di partner che credano in<br />

noi. I distributori possono fare la differenza.<br />

Quando un distributore crede in noi,<br />

può stare certo che non lo deludiamo”.<br />

Il mercato del caffè è ormai consolidato,<br />

le promozioni fanno la differenza?<br />

“I margini di crescita a livello globale non<br />

sono importanti. Certo la differenza<br />

oggi si fa in promozione e il nostro<br />

prodotto, che registra una buona<br />

affezione da parte dei clienti, ha un<br />

rendimento molto importante anche<br />

superiore a quello dei competitor. Questo<br />

perché le nostre offerte qualitative, se abbinate<br />

alla convenienza, assicurano ottimi risultati”.<br />

Non siete ancora presenti nel cosiddetto<br />

mercato chiuso delle macchine da<br />

caffè, proposto con la vendita diretta a<br />

domicilio. Una scelta strategica?<br />

“Siamo i leader dell'espresso e per<br />

adesso non ci siamo ancora inseriti in questo<br />

segmento. Tuttavia non escludiamo di entrarci<br />

prossimamente. Se lo faremo sarà, come siamo


abituati a fare, con un apporto qualitativo e<br />

con i nostri prodotti. Per ora monitoriamo<br />

bene questo mercato. Intanto siamo presenti<br />

già dal 2005 nel sistema chiuso degli uffici,<br />

tecnicamente il canale OCS (Office coffee<br />

service), con una azienda del Massimo Zanetti<br />

Beverage Group, la Segafredo Zanetti Coffee<br />

System, gestita dal figlio del dott. Zanetti, che sta<br />

dando ottimi risultati anche con il caffè in cialda”.<br />

Il mercato chiuso, che attualmente<br />

è in grossa crescita, non rischia di<br />

cannibalizzare altri segmenti?<br />

“Per quanto il fenomeno del caffè in cialde<br />

e capsule sia in evidente espansione, i numeri<br />

sono ancora limitati e pertanto non impattano<br />

sugli altri segmenti nella distribuzione<br />

moderna, dove, prospetticamente,<br />

potrebbe in parte risentirne quello<br />

del macinato per macchine espresso”.<br />

Coffee shop in tutto il mondo e da poco<br />

una casa virtuale dedicata al caffè su<br />

internet. Segafredo non ha confini?<br />

“Abbiamo scommesso sui nuovi media<br />

lanciando diverse iniziative, anche su internet<br />

con il nuovo sito www.casasegafredo.it, un<br />

ambiente virtuale personalizzabile e una<br />

community per sentirsi a casa anche fuori casa.<br />

Internet è il media per eccellenza del futuro.<br />

È importante avvicinare i giovani consumatori<br />

al mondo del caffé. Il consumatore medio non<br />

è giovanissimo, noi stiamo scommettendo<br />

sui consumatori del futuro, con modalità<br />

coraggiose e non troppo esplicite. Un<br />

modo discreto per fare cultura del caffè<br />

dialogando con internauti anche su tematiche<br />

diverse nella community, siamo convinti<br />

che produrrà risultati nel lungo termine”.<br />

Qual è il rapporto con il<br />

canale distributivo?<br />

“La distribuzione moderna si è accorta<br />

13<br />

Marketing & Fornitori<br />

che Segafredo è un partner efficace, un<br />

brand conosciuto, una marca che oggi con<br />

il suo completo assortimento è in grado di<br />

soddisfare tutte le richieste, dall’espresso al<br />

decaffeinato. Proprio quest’ultima miscela<br />

presenta una particolarità. Attraverso un<br />

processo avanzato provvediamo alla naturale<br />

estrazione della caffeina, conservandone<br />

intatte le caratteristiche organolettiche”.<br />

Siete leader anche nel canale<br />

bar, sono in corso evoluzioni?<br />

“Il canale bar sta vivendo un momento<br />

difficile per due ordini di fattori: uno strutturale,<br />

per l’assorbimento di parte della domanda<br />

nell'Ho.Re.Ca; l’altro contingente dovuto<br />

all’abbassamento dell’offerta qualitativa da parte<br />

di nostri concorrenti che stanno correndo<br />

grossi rischi. Noi preferiamo continuare a fare<br />

scelte coraggiose e, al contrario, migliorare il<br />

nostro prodotto. Abbiamo messo in campo<br />

un’offerta integrata con un’altra azienda<br />

del gruppo La San Marco, che produce le<br />

macchine da bar, tra cui le famose macchine<br />

a leva, e sul territorio con nostri depositi,<br />

diffusi quasi a livello provinciale, siamo in<br />

grado di offrire il miglior servizio ai baristi. In<br />

questo modo siamo convinti che nel lungo<br />

periodo, la profonda ristrutturazione in atto,<br />

determinerà cambiamenti importanti e la linea<br />

che la nostra azienda sta tenendo ci premierà”.<br />

Cosa c’è ora in cantiere?<br />

“Abbiamo lanciato da poco la linea<br />

“Le Origini”, ampliando così l'offerta<br />

qualitativa con un prodotto selezionato<br />

monoprovenienza da Brasile, Perù e Costarica.<br />

Una ricchezza in un segmento di mercato in<br />

cui il consumatore è ancora molto tradizionale.<br />

Quindi vogliamo consolidare bene questa<br />

nuova linea. Poi l'azienda naturalmente sta<br />

pensando al futuro, come ha sempre fatto,<br />

ma vogliamo muoverci senza sbagliare.


Domenica 22 Novembre 2009 Hotel Excelsior Bari<br />

BANCHE: IO ME LA CAVO<br />

L’AUTODIFESA PER CITTADINI E IMPRESE<br />

Attenti alle banche! È questo il messaggio<br />

che imprenditori e risparmiatori<br />

hanno colto partecipando al seminario<br />

organizzato domenica 22 novembre<br />

alle ore 9.30 all’Hotel Excelsior di Bari<br />

dalla casa editrice “la Città”. Quattro<br />

illustri professionisti secondo diverse<br />

sfumature hanno tutti messo in chiaro<br />

alcuni lati oscuri nella gestione del credito.<br />

Argo Fedrigo ha subito messo in guardia<br />

dai rischi di signoraggio, ovvero quel<br />

profitto realizzato dalle banche centrali<br />

di emissione stampando cartamoneta<br />

e prestandola allo Stato al costo del<br />

suo valore nominale più l’interesse, in<br />

cambio dei titoli del debito pubblico.<br />

Poi è stata la volta di Antonio Miclavez<br />

che ha inventato un originale gioco<br />

“Bankopoli” per spiegare come il cittadino<br />

non riceva il denaro gratis, come al<br />

Monopoli, ma bensì è caricato di un debito<br />

che deve pagare…ad ogni lancio di dadi.<br />

Di anatocismo ha parlato, invece, l’ing.<br />

Maurizio Mastropirro, del rischio,<br />

quindi che le banche sommino al<br />

capitale di debito residuo gli interessi<br />

ad ogni scadenza di pagamento, anche<br />

se sono stati regolarmente pagati.<br />

C’è però la possibilità di intervenire.<br />

L’avv. Marco Della Luna nell’ultima fase<br />

del seminario ha spiegato come difendersi<br />

ad esempio da contratti derivati o<br />

commissioni implicite. Perché nel caso ci si<br />

trovi in difficoltà con coraggio si possono<br />

portare anche gli istituti di credito davanti<br />

al giudice per rispondere dei loro abusi.<br />

Ma


urizio Mastropirro, Antonio Miclavez,<br />

Argo Fedrigo e Marco Della Luna


Cash and Carry<br />

A Natale <strong>Migro</strong><br />

raddoppia le offerte<br />

16<br />

L<br />

e tendenze sugli acquisti segnano che<br />

quest’anno non si aspetterà il cenone<br />

di Natale per concedersi alla febbre<br />

dei consumi. I segnali positivi ci sono tutti e le<br />

vendite beneficeranno del clima migliore. In<br />

crescita è l'indice di fiducia e di percezione sul<br />

potere d'acquisto (un anno fa il 64% degli italiani lo<br />

considerava in discesa, oggi i pessimisti sono scesi<br />

al 45) e anche se si festeggerà in famiglia, non la si<br />

vivrà come una rinuncia ma come un’occasione per<br />

stare bene con i propri cari. Questo è lo scenario<br />

in cui i consumatori si muoveranno a dicembre.<br />

In casa <strong>Migro</strong> tutto è pronto per soddisfare<br />

al meglio i clienti e metterli nella migliore<br />

condizione per acquistare ogni giorno al prezzo<br />

migliore. Da nord a sud in tutti i Cash and Carry<br />

c’è un grande fermento e il personale è pronto<br />

a reggere l’onda d’urto degli acquisti festivi.<br />

Tuttavia sarebbe meglio organizzarsi per<br />

tempo. Trovare i giorni meno frequentati<br />

e diversificare le fasce orarie di spesa può<br />

aiutare a rendere meno lunga l’attesa alle casse.<br />

L’acquisto in promozione e l’attenzione al<br />

prodotto commercializzato sono ormai un’abitudine<br />

con cui tutti i commercianti dovranno fare i conti.<br />

E per venire incontro a queste esigenze <strong>Migro</strong><br />

quest’anno regala ai propri clienti il doppio delle<br />

offerte. L’ufficio marketing oltre al classico volantino<br />

tanto ricercato nei Cash, ha ideato un’uscita speciale<br />

per offrire il meglio degli articoli natalizi a un prezzo<br />

speciale. Occasione da non perdere per non far<br />

mancare nulla nei propri punti vendita, anche nel<br />

settore no food. Addobbi, complementi d’arredo,<br />

giochi e altre mille idee regalo possono fare la<br />

differenza. Perché la distinzione tra utile e futile non<br />

sarà mai il pezzo forte della cultura dei consumi.


Walter Guliada<br />

Carmelo Giordano<br />

Mancavo da un pò dal Cash di Tortona e sono stato piacevolmente<br />

sorpreso dall’allestimento natalizio, ma qui tutto l’anno c’è un<br />

buon ambiente. Quando faccio spesa a <strong>Migro</strong> risparmio più<br />

che altrove. Sono un artigiano dell’edilizia e le cose per il lavoro<br />

non vanno bene, quest’anno faremo qualche sacrificio in più<br />

ma a festeggiare bene il Natale in famiglia non rinunceremo.<br />

Sig. Marinella<br />

Luciano Coppotelli<br />

Da Ferentino vengo a Frosinone a rifornire il mio negozio di alimentari,<br />

aperto ormai 42 anni fa. Un mio collega mi ha suggerito il Cash <strong>Migro</strong><br />

e da allora non cambio, una-due volte alla settimana sono qui. Posso<br />

dire di essere diventato di casa, conosco il personale e mi trovo<br />

a mio agio. Risentiamo della concorrenza dei centri commerciali,<br />

soprattutto quando vendono in promozione, mentre sugli altri prodotti<br />

spesso, anche grazie alla <strong>Migro</strong>, riusciamo a essere competitivi. Se<br />

dovessi fare un bilancio di fine anno direi che sì abbiamo mantenuto<br />

lo stesso fatturato del 2008 ma i margini sono stati molto più bassi<br />

e con le spese crescenti si fa fatica, ma sono ottimista per il futuro.<br />

17<br />

Luciano Coppotelli<br />

Cash and Carry<br />

Walter Guliada<br />

Ho una attività di logistica, e faccio rifornimento qui a <strong>Migro</strong> per il<br />

mio ufficio. Acquisto carta e altre cose utili alla mia azienda. I prezzi<br />

sono convenienti e l’organizzazione è ottima. Personalmente Natale<br />

lo trascorrerò in famiglia e credo che per molti sarà così. Si spenderà<br />

come sempre, non sarà diverso dagli altri anni. Chi ha come me uno<br />

stile di vita regolare non risentirà certo del periodo che stiamo vivendo.<br />

Carmelo Giordano<br />

Sig. Marinella<br />

Gestisco un esercizio commerciale vecchio stile ad Alessandria.<br />

Arrivare al Cash è comodo, le offerte sono convenienti. Vengo a<br />

fare spesa una volta alla settimana, comprando un pò tutto quello<br />

che mi serve perché l’assortimento è ricchissimo e si trova sempre<br />

tutto. Mi trovo meglio venendo a rifornirmi di mattina, evito un pò<br />

di attesa alle casse. Prospettive per il Natale? Spero sarà migliore di<br />

quello dello scorso anno, le ultime notizie sembrano confortanti.


Speciale donna<br />

Il coraggio della denuncia<br />

N<br />

egli ultimi giorni abbiamo assistito<br />

ad un crescendo di episodi di<br />

violenza contro le donne, dalle<br />

atroci aggressioni allo stupro di gruppo,<br />

tanto da assumere i connotati di una vera<br />

e propria emergenza nazionale. Di fronte<br />

a questi dati così allarmanti non possiamo<br />

rimanere inermi ma abbiamo il dovere<br />

morale di denunciare la sottovalutazione<br />

della gravità del problema e un clima<br />

culturale di svilimento della dignità<br />

femminile.<br />

In realtà, non c’è Paese, non<br />

c’è universo sociale che possa<br />

dirsi alieno dalla sciagura della<br />

violenza contro le donne. La<br />

violenza familiare da parte del<br />

proprio compagno è in Europa<br />

e nel mondo la prima causa di<br />

morte per le donne fra i 16 e<br />

i 44 anni, così come emerge<br />

da un’indagine del Consiglio<br />

d’Europa, resa pubblica in<br />

occasione della presentazione<br />

dell’”Osservatorio<br />

criminologico e multidisciplinare<br />

sulla violenza di genere”.<br />

È veramente per l’umanità<br />

intera l’ora di concludere il<br />

capitolo delle 50mila donne<br />

uccise ogni anno da congiunti<br />

familiari, dei milioni di donne<br />

picchiate, terrorizzate, vendute,<br />

delle donne violentate, delle<br />

donne umiliate.<br />

Le democrazie che da<br />

centinaia di anni combattono<br />

la loro battaglia con caparbietà<br />

e determinazione, sono la<br />

maggiore testimonianza<br />

di un paziente impegno<br />

al contenimento e alla<br />

repressione del fenomeno,<br />

al suo inserimento nel tema<br />

dei diritti umani senza privarlo della sua<br />

specificità.<br />

A ciò si aggiunge la considerazione<br />

che, per quanto possiamo tentare di<br />

quantificare il problema, quello che<br />

riusciremo a scorgere è sempre e solo la<br />

punta di un iceberg più profondo, la cima<br />

di una montagna che proietta la sua ombra<br />

sull’intera società: basti pensare che il 67<br />

per cento delle violenze sono perpetrate<br />

dai partner e che di queste il 93 per cento<br />

non vengono denunciate, per capire in<br />

quale cupa disperazione, in quale silenzio,<br />

tante donne sono costrette a vivere per<br />

sempre. Questo crimine contro l’umanità<br />

troppo spesso viene dato per scontato,<br />

passa per una imbattibile pulsione tribale,<br />

o peggio ancora religiosa, si accetta quasi<br />

come una parte della natura umana.<br />

Sfide, come i grandi fenomeni migratori<br />

e le società multiculturali che si stanno<br />

formando costituiscono oggi potenziali<br />

condizioni favorevoli alla violenza, se non<br />

gestite in modo inclusivo e con l’obiettivo<br />

di un’integrazione razionale ed equilibrata.<br />

Questa è una battaglia che richiede,<br />

la liberazione di uomini e donne non solo<br />

dalle deformità della mente ma anche da un<br />

certo modello culturale che non riconosce<br />

i diritti fondamentali delle donne .<br />

Non è una questione politica, non è<br />

una battaglia che si può combattere solo<br />

giuridicamente,o con azioni di polizia,è una<br />

18<br />

Giovanna Poli<br />

ferita nell’anima stessa dell’uomo, che va<br />

contrastata in ogni modo, combattendo<br />

quegli atteggiamenti che tendono a<br />

condonare,a giustificare: è necessario<br />

creare una coscienza collettiva, una<br />

cultura che non tolleri o ignori la violenza<br />

sulle donne. Non va inoltre taciuta la<br />

componente di responsabilità che una<br />

dilagante miseria culturale e mediatica ha<br />

nell’aggravare questo fenomeno, spesso<br />

ampliato da meccanismi emulativi.<br />

È fondamentale che si<br />

faccia tutto il necessario per<br />

reprimere questi orribili reati, in<br />

primo luogo applicando le pene<br />

con certezza e determinazione.<br />

L’indeterminatezza della pena<br />

e l’illusione di scampare alla<br />

severità del carcere rischia di far<br />

credere a molti, indistintamente<br />

dalla loro nazionalità e dalla<br />

loro condizione sociale, che<br />

questi crimini siano, di fatto,<br />

socialmente tollerabili e tollerati.<br />

In questo senso si muove la<br />

legge n 38 dell’Aprile 2009 la<br />

quale,oltre a prevedere pene più<br />

severe, introduce per la prima<br />

volta in Italia il reato di stalking,<br />

quel comportamento molesto,<br />

ossessivo, persecutorio, che<br />

spesso degenera in minacce e<br />

pedinamenti, che genera nella<br />

vittima uno stato di ansia, paura,<br />

timore per la propria incolumità<br />

e la costringe soprattutto, ad<br />

alterare le proprie abitudini e<br />

scelte di vita.<br />

Contro la violenza sulle<br />

donne è necessario lavorare<br />

sulla prevenzione e promuovere<br />

una cultura del riconoscimento<br />

della libertà reciproca e del<br />

reciproco rispetto tra uomini e<br />

donne. Occorrono politiche concertate,<br />

amministratori che promuovano<br />

iniziative sul territorio, periferie meno<br />

abbandonate, una rete di sostegno. È<br />

necessaria la certezza della pena per chi<br />

commette questi reati, anche perché<br />

le vittime possano sentirsi sicure. Ma<br />

ciò presuppone che si riconosca che il<br />

problema esiste, che riguarda le relazioni<br />

stesse tra uomini e donne e che richiede<br />

un impegno straordinario.


I<br />

19<br />

Speciale donna<br />

Fattore D: propulsore nel mondo,<br />

fanalino di coda in Italia Angela Poli<br />

l nostro futuro<br />

globale si chiama<br />

donna. Il 2009 è<br />

l’anno dei premi Nobel al<br />

femminile e per di più in settori<br />

un tempo rigorosamente<br />

maschili: Medicina, Chimica,<br />

Economia, Letteratura.Lo<br />

stato delle donne nel mondo<br />

è stato recentemente sondato<br />

da prestigiosi gruppi di ricerca<br />

da tempo all’avanguardia<br />

nell’indicare nuove strategie di<br />

marketing. Risale allo scorso<br />

settembre uno studio del<br />

Boston Consulting Group. “Le<br />

donne vogliono di più” recita<br />

il titolo sconcertante poiché,<br />

come gli autori sottolineano,<br />

la metà del mondo si sente<br />

ignorata o mal servita dal<br />

mercato. Sottostimate,<br />

poco soddisfatte nei loro<br />

bisogni da media, aziende e<br />

banche, il pianeta donna è in<br />

realtà un territorio ancora<br />

incontaminato, dominato<br />

da cliché tutti maschili nel<br />

migliore dei casi, oppure, da<br />

totale indifferenza. Le donne<br />

nel mondo rappresentano<br />

un continente smisurato,<br />

più grande dell’India e<br />

della Cina messe insieme<br />

ma nessuno finora le ha<br />

prese adeguatamente in<br />

considerazione. Sono loro<br />

il mercato emergente e la<br />

nuova forza economica; esse<br />

gestiscono il budget familiare,<br />

hanno una capacità di spesa<br />

maggiore di quella degli<br />

uomini e possiedono esigenze<br />

specifiche quali quella di<br />

coniugare lavoro, famiglia e<br />

interessi personali. Il mercato<br />

però, non si sintonizza ancora<br />

con il suo potenziale miglior<br />

cliente limitandosi a dipingere<br />

di rosa un prodotto maschile<br />

e a cadere nei luoghi comuni.<br />

L’azienda che saprà cogliere<br />

questo enorme potenziale<br />

proponendo adeguate<br />

strategie di marketing, sarà<br />

avvantaggiata.<br />

Il magazine Forbes Woman<br />

nello stilare la classifica delle<br />

donne più influenti del pianeta<br />

ha affermato che l’onda rosa<br />

è in crescita nel mondo degli<br />

affari, in politica e nel no-profit.<br />

La Banca d’Italia ha stimato<br />

che la parità economica delle<br />

donne sul mercato economico<br />

italiano vale almeno 7 punti<br />

percentuali di Pil in più e<br />

molti studi registrano la<br />

crescente redditività delle<br />

aziende guidate da donne,<br />

il loro indiscutibile valore<br />

aggiunto anche in periodi di<br />

crisi. Secondo gli ultimi dati,<br />

le donne sono le meno colpite<br />

dalla disoccupazione, si stima<br />

che entro la fine dell’anno<br />

negli Stati Uniti, le donne che<br />

lavorano avranno superato il<br />

numero degli uomini.<br />

L’ Italia, col 46% di donne<br />

impiegate è il fanalino di coda<br />

dell’Europa. In base al trattato<br />

di Lisbona dovremmo arrivare<br />

al 60% entro il 2010 ma ci<br />

sono poche speranze data<br />

la scarsa attenzione rivolta<br />

alle politiche di genere. In<br />

molte nazioni si fa strada<br />

invece, la consapevolezza che<br />

il riconoscimento del ruolo<br />

della donna offre una via di<br />

uscita dalla crisi economica,<br />

basterebbe trasformare<br />

questo enorme capitale<br />

umano ancora sottoutilizzato<br />

in una risorsa per lo sviluppo<br />

e per la democrazia. A fine<br />

ottobre è apparso il “Global<br />

Gender Gap 2009”, il rapporto<br />

annuale del World Economic<br />

Forum di Davos che stila una<br />

classifica mondiale sulle pari<br />

opportunità tenendo conto<br />

di quattro parametri di base:<br />

partecipazione delle donne<br />

all’economia, opportunità<br />

di educazione per le donne,<br />

presenza femminile nella<br />

politica, salute e aspettativa di<br />

vita delle donne. La classifica<br />

copre il 93% della popolazione<br />

mondiale e assegna ai paesi<br />

scandinavi i primi posti. L’Italia<br />

scende ahimè, al 72esimo<br />

posto su 134 paesi, superata<br />

a sorpresa da Vietnam,<br />

Romania e Paraguay e seguita<br />

di un posto dalla Tanzania.<br />

Ad incidere pesantemente<br />

su questo infelice risultato<br />

è il grado di partecipazione<br />

femminile all’economia,<br />

la disparità di salario e di<br />

retribuzione e la scarsa<br />

verticalità. Solo il 4% dei<br />

manager in Italia è donna e ha<br />

un reddito di molto inferiore<br />

a quello dei suoi pari livello<br />

maschi e la discriminazione<br />

è ancora forte. Il rapporto<br />

sostiene che “per avere<br />

società economicamente<br />

competitive e prospere è<br />

necessario coinvolgere le<br />

donne su un livello pari degli<br />

uomini in tutti gli aspetti della<br />

vita” e che “l’integrazione di<br />

donne e ragazze è tanto più<br />

imperativa se si vuole una<br />

ripresa rapida e sostenibile<br />

della crisi finanziaria”. L’Italia<br />

è un paese che non usa metà<br />

del suo potenziale, le donne,<br />

ed è quindi urgente una<br />

rimodulazione del contesto<br />

culturale arretrato, legato a<br />

vecchi stereotipi che portano<br />

ad una discriminazione delle<br />

carriere e ad una conseguente<br />

perdita in termini di sviluppo.<br />

Il fattore D non può essere<br />

ignorato ancora a lungo.


i possono raccontare balle dicendo la verità? Si! Basta<br />

non contestualizzare.<br />

Si tratta di una pratica che si va sempre più<br />

diffondendo. Si può stravolgere la verità raccontandone solo<br />

una parte isolata dal contesto. Il contesto può essere storico o<br />

territoriale. Tutto fa brodo per far passare le proprie bufale.<br />

Una bufala storica è quella della Santanchè quando dice senza<br />

rossori che Maometto era un fedifrago e un pedofilo. Senza il<br />

contesto storico l’affermazione non ha senso alcuno se non quello<br />

di denunciare la propria ignoranza. Non c’è credo religioso che<br />

senza il contesto storico possa definirsi immune da affermazioni<br />

della stessa qualità di quelle della Santanchè.<br />

Con questo stile di articolazione del pensiero non si salva<br />

neppure la nostra religione cattolica.<br />

Potremmo dire nel suo stesso stile che nella metà<br />

dell’ottocento è vissuto un signore che ha scritto romanzi<br />

veramente scadenti, che si vestiva in modo originale e che per<br />

un certo tempo della sua vita si è fatto mantenere dal fratello<br />

che commerciava in olio in quel di Bitonto. Questo signore si<br />

chiamava Giuseppe Garibaldi e le cose che ho raccontato sono<br />

vere. Eliminate dal contesto storico questi dati disegnano un<br />

poveraccio.<br />

Queste mistificazioni possono essere demolite da un<br />

manualetto di storia per le scuole medie inferiori.<br />

Ma ci sono altre mistificazioni che incidono sulla politica<br />

economica, sulla nostra vita di tutti i giorni che possono avere<br />

una influenza maggiore che non le farneticanti affermazioni della<br />

Santanchè e soci.<br />

Queste mistificazioni riguardano i dati economici del nostro<br />

paese. “L’Italia è la sesta nazione più ricca del mondo visto che il<br />

suo PIL ha ormai superato quello della Gran Bretagna”.<br />

Questa affermazione non è stata pronunciata alla rassegna<br />

del cabaret di Canicattì ma in Consiglio dei Ministri ed è stata<br />

riproposta dalla stampa italiana. Si tratta di una ennesima spiritosa<br />

interpretazione di alcuni dati sottratti al contesto.<br />

Da dove nasce questa ultima bufala? Sono stati aggiornati<br />

recentemente i dati CLI. In inglese: Composite Leading Indicator.<br />

Ho riportato il termine inglese perché qualcuno ha infelicemente<br />

tradotto la sigla in Superindice. Come se fosse un indice di qualità<br />

superiore.<br />

Questo superindice (continuiamo definirlo in italiano)<br />

è costruito in modo diverso per ciascun paese. Non è per<br />

definizione comparabile. Per esempio in Italia tiene conto delle<br />

aspettative delle famiglie. In Germania delle immatricolazioni<br />

21<br />

Lavoro e carriera<br />

L’economia italiana batte quella inglese<br />

Siamo sicuri? Mariano Leone<br />

S<br />

delle auto. In Spagna tiene conto dei soggiorni negli alberghi. Dalla<br />

scelta delle rilevazioni dovrebbe essere scontato per tutti ma non<br />

per la nostra informazione italiota che questi dati non possono<br />

sostituire quelli elaborati dall’ISTAT, dalla Banca d’Italia e dalla<br />

stessa Banca Centrale Europea.<br />

Inoltre ad accrescere l’enormità dell’affermazione viene<br />

taciuto un ulteriore dato fondamentale. La svalutazione della<br />

sterlina rispetto all’euro. Un’incuria che permette di dire che la<br />

crisi è finita e che l’Italia va verso la ripresa.<br />

Torniamo ai nostri conti. Se ci riferiamo ai dati del World<br />

Economic Outlook del fondo Monetario Internazionale (Fmi)<br />

dell’Ottobre scorso, la situazione è molto diversa. Per tornare ai<br />

dati del PIL l’Italia dovrà aspettare il 2015 per ritornare ai livelli<br />

del 2008. Ma il dato più sconfortante è che l’Italia nel 2009 e<br />

nel 2010 è rispetto agli altri paesi europei l’ultima per crescita<br />

economica. Ci sarebbero anche i dati della Unioncamere, i dati<br />

della Confesercenti…a dare il quadro del paese reale. Ma sono<br />

loro, i nostri politici, ad essere fuori dalla realtà.


e associazioni di immagini sono<br />

uno dei metodi più potenti che<br />

possiamo mettere in campo per<br />

memorizzare efficacemente<br />

e a lungo termine un numero<br />

notevole di informazioni, anche<br />

se si tratta di imparare una<br />

lingua straniera come l'inglese.<br />

La cosa importante, come<br />

sempre, è che queste non<br />

vengano fatte in modo casuale<br />

ma osservando una regola che<br />

chiamiamo P.A.V. (Paradosso -<br />

Azione - Vivido). L'associazione<br />

deve cioè essere fatta in modo<br />

paradossale, dinamico e vivido.<br />

Con PARADOSSALE intendo<br />

che esca da tutti gli schemi<br />

e da ogni logica. In questo<br />

modo sfruttiamo l’emozione<br />

che viene suscitata in noi: se<br />

dovessimo immaginare un<br />

elefante lo immagineremmo<br />

piccolo come un moscerino<br />

e se dovessimo pensare a un<br />

moscerino lo penseremmo<br />

gigantesco come un elefante.<br />

Nell’associazione metteremo<br />

poi sempre l’AZIONE perché<br />

la nostra mente ricorda molto<br />

meglio qualcosa in movimento<br />

piuttosto che qualcosa di statico.<br />

Con VIVIDO intendo invece il fatto che<br />

immagineremo le associazioni di immagini<br />

proprio come se le stessimo vivendo in<br />

prima persona.<br />

Come abbiamo avuto modo di vedere<br />

nello scorso numero di <strong>Migro</strong> Informa<br />

l'associazione di immagini può essere<br />

applicata alla memorizzazione di parole,<br />

aggettivi e verbi inglesi di uso comune.<br />

Il suo utilizzo è però altrettanto efficace<br />

anche nella memorizzazione di parole<br />

più direttamente legate alla grammatica,<br />

come i pronomi personali soggetto. Per<br />

22<br />

Lavoro e carriera<br />

Paradosso, Azione e Vivido. Strumenti<br />

efficaci per imparare l’inglese<br />

L<br />

Matteo Salvo<br />

memorizzarli è innanzitutto importante<br />

creare delle immagini lavorando sul<br />

concetto e non sul suono. Le immagini<br />

possono essere quelle<br />

riportate della tabella e, per<br />

facilitarne ulteriormente la<br />

memorizzazione, a ciascuna sarà<br />

attribuito un colore diverso.<br />

Passiamo alla memorizzazione<br />

della pronuncia, notando<br />

subito che la seconda persona<br />

singolare e plurale hanno<br />

esattamente la stessa forma.<br />

Possiamo ora rendere animate<br />

le nostre associazioni di<br />

immagini. Vedremo così:<br />

• IO che si fa male e urla<br />

“AHIII!”<br />

• TU inseguito da una<br />

persona che la spaventa urlando<br />

“IUHHUU!”<br />

• EGLI che sta cavalcando<br />

un cavallo imbizzarrito che<br />

nitrisce “HIIII”<br />

• ELLA che sta andando<br />

sugli SCI<br />

• ESSO che tiene in bocca<br />

una bandiera ITaliana (ovvero<br />

l’inizio IT)<br />

• NOI e a un certo punto<br />

una personadel gruppo esclama:<br />

“Ladies & gentlemen the Winner<br />

(pronuncia UInner) is…”<br />

• VOI inseguiti dalla persona che urla<br />

“IUHHUU!”<br />

• ESSI con tanti VEIcoli coloratissimi (si<br />

usa per persone e anche per cose).


La garanzia bancaria<br />

nel commercio<br />

internazionale<br />

L<br />

a garanzia bancaria è l’impegno,<br />

irrevocabile, assunto da una<br />

banca di pagare una somma di<br />

danaro, qualora un terzo non assolva una<br />

determinata prestazione contrattuale.<br />

La garanzia bancaria è un impegno<br />

autonomo, indipendente rispettivamente<br />

da rapporto di debito principale e dal<br />

contratto tra creditore e debitore.<br />

Mediante la garanzia bancaria la banca<br />

si impegna a pagare, a prima richiesta,<br />

rinunciando alla preventiva escussione del<br />

debitore principale ed alla possibilità di<br />

opporre eccezioni di qualsivoglia natura,<br />

purché siano stati adempiuti i presupposti<br />

contenuti nel testo della garanzia.<br />

Di regola la garanzia bancaria è<br />

sottoposta al diritto nazionale della banca<br />

emittente.<br />

PRINCIPALI TIPI DI GARANZIA<br />

A) BID BOND (GARANZIA<br />

DELL’OFFERTA):<br />

generalmente, viene emessa in<br />

sostituzione della cauzione richiesta<br />

in relazione ad un bando di concorso<br />

pubblico (gara d’appalto/tender) La ditta<br />

che partecipa ad una gara d’appalto –<br />

specie se effettuato da un Ente pubblico –<br />

deve depositare, a garanzia dell’offerta di<br />

partecipazione, una cauzione o presentare<br />

una garanzia bancaria sostitutiva, al fine<br />

di consentire al beneficiario (appaltante/<br />

emittente bando di gara) di incassare la<br />

somma nel caso di :<br />

• ritiro dell’offerta prima<br />

dell’espletamento della gara;<br />

• non accettazione dell’ordine<br />

dopo l’avvenuta aggiudicazione.<br />

23<br />

Bartolo di Pierro<br />

in modo da poter indire una nuova gara<br />

senza ulteriori costi per l’appaltante.<br />

L’importo del bid bond è generalmente<br />

nella misura del 1 – 5 per cento<br />

dell’importo della gara o appalto.<br />

B) PERFORMBOND (GARANZIA<br />

DELLA BUONA ESECUZIONE):<br />

viene richiesta per garantire la buona<br />

esecuzione dell’opera commissionata ed<br />

a tutela di inadempienze parziali o totali<br />

degli impegni contrattuali assunti ed<br />

include quasi sempre, oltre la garanzia<br />

del manufatto, anche la garanzia del<br />

buon funzionamento delle macchine e/o<br />

dell’impianto realizzato. Generalmente,<br />

ma non necessariamente, viene emesso<br />

a seguito di un “bid bond”, in caso<br />

di aggiudicazione della gara e per un<br />

importo pari al 10 per cento del valore<br />

del contratto .<br />

C) ADVANCE PAYMENT<br />

GUARANTEE (GARANZIA<br />

PER RESTITUZIONE<br />

DELL’ACCONTO)<br />

In alcuni contratti viene, sovente,<br />

previsto il versamento di un acconto<br />

da parte del compratore o appaltante<br />

che serve al venditore per l’acquisto<br />

delle materie prime e per iniziare la<br />

produzione. Ovviamente il compratore<br />

verserà l’acconto a condizione che venga<br />

rilasciata in suo favore una garanzia<br />

bancaria che gli assicuri la restituzione<br />

della somma in caso di inadempienza<br />

degli impegno contrattuali da parte del<br />

venditore.<br />

Per questo tipo di garanzia è<br />

opportuno concordare che la riduzione<br />

della stessa sia automatica e proporzionale<br />

Diritto e fi sco<br />

al valore delle forniture effettuate o man<br />

mano che vengono emessi i SAL ( Stato di<br />

avanzamento lavori) .<br />

D) GARANZIA DI MANCATO<br />

PAGAMENTO<br />

Viene richiesta per assicurare il<br />

pagamento di una fornitura di merce<br />

o di una prestazione di servizi. La<br />

garanzia può coprire l’intero importo<br />

del contratto/prestazione o una quota<br />

parte. L’impegno della banca rimane<br />

valido sino all’esecuzione completa del<br />

contratto. In caso di mancato pagamento<br />

da parte del compratore il venditore<br />

escuterà la garanzia dietro presentazione<br />

di una dichiarazione scritta attestante<br />

il mancato bancamento. Questa<br />

dichiarazione, normalmente, viene inviata<br />

alla banca garante tramite altra banca che<br />

autenticherà le firme apposte, verificando<br />

che le chi firma ha anche i poteri per<br />

impegnare giuridicamente la società, e<br />

curerà l’incasso delle somme.<br />

E) RETENTION MONEY<br />

GUARANTEE:<br />

serve ad ottenere lo svincolo/<br />

regolamento delle somme che l’acquirente<br />

ha titolo di trattenere fino al verificarsi<br />

di determinati eventi (ad esempio il<br />

controllo e l’accettazione finale delle<br />

merci, il collaudo dei macchinari, etc. etc.)<br />

ALTRI TIPI DI GARANZIE:<br />

- garanzia a favore di banca estera che<br />

concede un credito o eroga un prestito;<br />

- garanzie per il rilascio del carnet ATA;<br />

- fideiussione per ritiro delle merci in<br />

mancanza di polizza di carico;<br />

- Fideiussione in favore dell’agenzia delle<br />

Dogane a garanzia dei diritti doganali.


Diritto e fi sco<br />

Scudo fiscale: istruzioni per l’uso Pasquale Pascullo<br />

A<br />

mmontano a circa 50 mila<br />

gli italiani che sono rientrati<br />

dall’estero negli ultimi<br />

cinque anni. Ed è proprio a loro che<br />

l’Agenzia delle Entrate ha dedicato<br />

una raccomandata con la quale rende<br />

noto delle possibili violazioni nella<br />

normativa sul monitoraggio fiscale dei<br />

beni rimasti oltre confine.<br />

Lo sforzo dell’amministrazione<br />

finanziaria, oltre a quello della<br />

lotta all’evasione, è anche (...<br />

principalmente…) quello di far<br />

cassa, tanto che il governo ha<br />

dovuto ipotecare le presunte<br />

entrate derivanti dall’operazione<br />

“scudo – ter”, vedi la riduzione<br />

dell’acconto per le persone<br />

fisiche passato dal 99,00% al<br />

79,00%. Operazione che costa<br />

alle finanze dello Stato Italiano<br />

circa 3,8 miliardi di euro, gettito<br />

che dovrebbe essere azzerato<br />

dall’entrate che verranno<br />

ricavate dallo scudo fiscale.<br />

La norma sullo scudo fiscale<br />

ha l’obiettivo di mettere sotto<br />

controllo i capitali all’estero dei<br />

residenti in Italia, e di riscuotere<br />

l’imposta del 5% per la sanatoria.<br />

Lo scudo attualmente in<br />

vigore si distingue dalle versioni<br />

precedenti (è bene ricordarlo,<br />

c’è ne sono state altre due di<br />

sanatorie). Oltre alla percentuale<br />

richiesta (il 5% attualmente<br />

richiesto è il doppio delle<br />

versioni precedenti) anche per<br />

la distinzione tra beni detenuti<br />

in Paesi fiscalmente trasparenti<br />

(white list), paesi con i quali<br />

esistono scambi di informazioni<br />

tra le rispettive amministrazioni<br />

finanziarie, e gli altri Pesi<br />

(devo dire molto numerosi,<br />

per citarne alcuni: la Svizzera,<br />

San Marino, il Liechtenstein,<br />

la Città del Vaticano).<br />

Prima di addentrarci nell’illustrare le<br />

varie condizioni, modalità e tutele che<br />

derivano e che servono per avvalersi dello<br />

scudo fiscale è opportuno precisare in<br />

quali casi è possibile usufruirne, in modo<br />

tale da non dare adito a fraintendimenti<br />

frutto di fantasie galoppanti.<br />

Il presupposto è il mancato rispetto<br />

di disposizioni afferenti attività detenute<br />

all’estero, nei periodi d’imposta nei quali<br />

gli interessati erano residenti in Italia:<br />

• in particolare l’obbligo di<br />

compilazione del modulo RW di<br />

Unico in relazione alla detenzione<br />

di investimenti all’estero e di<br />

attività estere di natura finanziaria;<br />

• obbligo di presentare apposita<br />

denuncia dei trasferimenti al seguito<br />

di denaro, titoli o valori mobiliari<br />

di importo superiore ai 12.500,00<br />

euro (sino al 25 giugno 2007) o<br />

10.000,00 euro (dopo tale data).<br />

24<br />

Qui di seguito elenchiamo i punti<br />

principali per far emergere le attività<br />

detenute illegalmente all’estero,<br />

illustrando le condizioni necessarie:<br />

• per utilizzare lo scudo -<br />

ter occorre essere residenti in<br />

Italia. L’accesso all’agevolazione è<br />

limitato alle persone fisiche, società<br />

semplici, assicurazioni, enti non<br />

commerciali, trust e società<br />

controllate e collegate estere;<br />

• l’emersione può essere<br />

attuata anche dalle società<br />

partecipate cui si applica la<br />

disciplina delle “controlled<br />

foreign companies (Cfc)”. Gli<br />

effetti si producono sui soci;<br />

• si possono scudare sia le<br />

attività finanziarie (denaro, azioni,<br />

obbligazioni, quote di società),<br />

sia quelle patrimoniali (immobili,<br />

oggetti preziosi, opere d’arte);<br />

• aderendo allo scudo<br />

fiscale è possibile mettere<br />

in regola tutte le attività<br />

patrimoniali e finanziarie<br />

trasferite o conservate all’estero<br />

fino al 31 dicembre 2008;<br />

• lo scudo - ter permette<br />

di mantenere le attività<br />

all’estero. Ma è possibile solo se<br />

si trovano in un paese della Ue o<br />

in uno dei 36 stati della “white<br />

list”, stilata dall’agenzia delle<br />

entrate (questa lista non include<br />

la SVIZZERA). Caso contrario<br />

è previsto solo il rimpatrio;<br />

• le strade che si aprono,<br />

dopo aver preso lo “scudo” sono:<br />

• emersione con il<br />

rimpatrio fisico (trasferendolo<br />

in Italia) o giuridico<br />

(affidandole in deposito,<br />

custodia, amministrazione o<br />

gestione dell’intermediario);<br />

• lo scudo è aperto<br />

solo a chi ha trasferito o<br />

comunque detiene attività<br />

all’estero violando le norme sul<br />

monitoraggio fiscale (compilazione<br />

del quadro RW del modello Unico);<br />

• per aderire allo scudo fiscale c’è<br />

tempo sino al 15 dicembre prossimo.<br />

Le attività da “scudare”<br />

come si possono valutare?


Per quelle finanziarie non occorre<br />

adottare criteri specifici. Per le altre,<br />

va indicato un valore compreso tra il<br />

costo d’acquisto ed il valore<br />

individuato da una perizia. Le<br />

garanzie si possono estendere<br />

anche ai rendimenti prodotti<br />

dalle attività scudate dal 1<br />

gennaio 2009 al momento<br />

dell’emersione. Ma bisogna<br />

dichiararli all’intermediario;<br />

Alcuni cenni sulle modalità:<br />

• per effettuare le<br />

operazioni di emersione è<br />

necessario rivolgersi ad un<br />

intermediario abilitato. Si<br />

tratta, prevalentemente,<br />

di banche, società<br />

fiduciarie, Poste italiane,<br />

agenti di cambio e stabili<br />

organizzazioni in Italia<br />

di banche ed imprese di<br />

investimento non residenti;<br />

• per avviare le<br />

operazioni, occorre<br />

presentare all’intermediario la<br />

dichiarazione riservata. Il modello<br />

è stato diffuso dall’agenzia delle<br />

entrate con il provvedimento<br />

del 14 settembre scorso;<br />

• occorre pagare l’imposta, che è<br />

pari al 5% delle attività indicate nella<br />

dichiarazione riservata (pari al 50%<br />

del rendimento delle attività, presunto<br />

al 2% annuo per i cinque anni che<br />

Date da ricordare<br />

precedono la data dell’emersione);<br />

• entro il 15 dicembre occorre<br />

presentare la dichiarazione riservata<br />

all’intermediario, riceverne copia e<br />

fornire la provvista per pagare l’imposta.<br />

Gli altri adempimenti si<br />

possono fare anche dopo, se il<br />

ritardo dipende da cause oggettive;<br />

• lo scudo non si può usare a<br />

sfavore del contribuente, in ogni<br />

sede amministrativa o giudiziaria.<br />

• Sono preclusi gli accertamenti<br />

tributari e contributivi sugli<br />

Ricordiamo alcune date, importanti, per l’ammissione allo<br />

scudo e quelle per il pagamento del 5% oltre che per la<br />

presentazione della dichiarazione riservata:<br />

• 31 dicembre 2008<br />

La sanatoria dello scudo fiscale riguarda tutte le attività<br />

patrimoniali e finanziarie trasferite o comunque conservate<br />

all’estero fino a questa data e non dichiarate nei modelli<br />

Unico. La data è lo spartiacque tra ciò che è sanabile e ciò<br />

che non lo è: in particolare, non possono essere scudate le<br />

attività trasferite e detenute all’estero dal 1 gennaio 2009.<br />

• 01 gennaio 2009<br />

Lo scudo estende la sua protezione anche ai rendimenti<br />

realizzati dalle attività scudate dal 1 gennaio 2009 fino alla<br />

data dell’effettiva emersione.<br />

• 5 agosto 2009<br />

Questa data, secondo l’Agenzia delle Entrate, vale per<br />

stabilire il paese che deve essere preso a riferimento per<br />

individuare le modalità di emersione a cui il contribuente è<br />

ammesso. In pratica, il contribuente deve verificare in che<br />

paese le attività si trovano alla data del 5 agosto 2009: se lo<br />

stato è tra quelli definiti dall’agenzia delle entrate collaborativi<br />

la posizione potrà essere sanata alternativamente con il<br />

rimpatrio o con la regolarizzazione. Contrariamente sarà<br />

25<br />

Diritto e fi sco<br />

imponibili oggetto di rimpatrio o<br />

di regolarizzazione indicati nella<br />

dichiarazione di emersione: sia per le<br />

imposte sui redditi, sia per tributi<br />

diversi (come l’Iva o l’imposta sulle<br />

successioni o sulle donazioni).<br />

Alcuni cenni sulle tutele:<br />

• chi aderisce allo<br />

scudo non è punibile per i<br />

reati di dichiarazione infedele<br />

o fraudolenta, omessa<br />

dichiarazione, occultamento<br />

o distruzione di documenti<br />

contabili, per i reati di falso previsti<br />

dal codice penale e per il falso in<br />

bilancio. Lo scudo blocca anche<br />

accertamenti di tipo “sintetico”<br />

come nella contestazione<br />

di un maggior reddito<br />

riferibile anche astrattamente<br />

alle attività scudate;<br />

• l’emersione fatta<br />

dall’amministratore o da chi<br />

comunque ha il controllo di una<br />

società non può essere utilizzato<br />

neanche a sfavore della società. Anche<br />

qui, fanno eccezione i procedimenti<br />

in corso al 4 settembre 2009;<br />

• gli intermediari e i professionisti<br />

devono fare le verifiche antiriciclaggio<br />

sui clienti che si rivolgono a loro per lo<br />

scudo. È però esclusa la segnalazione<br />

di operazione sospetta di riciclaggio se<br />

le attività da far emergere provengono<br />

da un reato coperto dallo scudo.<br />

possibile solo il rimpatrio.<br />

• 15 settembre 2009<br />

È la data di partenza dello scudo fiscale: da questa data è<br />

possibile presentare la dichiarazione riservata, pagare<br />

l’imposta straordinaria e avviare le operazioni di emersione.<br />

Questa data dà anche l’avvio al trasferimento delle attività<br />

detenute all’estero. Pertanto se il contribuente le ha<br />

trasferite prima di questa data non può aderire allo scudo<br />

fiscale.<br />

• 4 ottobre 2009<br />

Lo scudo non può essere utilizzato a sfavore di chi lo utilizza in<br />

ogni sede amministrativa o giudiziaria (civile, amministrativa<br />

o giudiziaria) fatta eccezione per i procedimenti in corso al 4<br />

ottobre 2009. Questa data, per correttezza di informazione,<br />

è stata interpretata, erroneamente, dall’Agenzia delle<br />

Entrate: stando alla legge, il termine è il 5 agosto 2009.<br />

• 15 dicembre 2009<br />

È la data di chiusura dello scudo fiscale. È stato chiarito<br />

che per aderire allo scudo è sufficiente presentare la<br />

dichiarazione riservata e versare all’intermediario il denaro<br />

necessario per pagare l’imposta straordinaria del 5% entro<br />

il 15 dicembre<br />

Fonte: Il Sole 24 Ore


Idee regalo utili e curiose<br />

O<br />

rmai siamo prossimi<br />

al Natale e si<br />

prevede la solita<br />

corsa agli acquisti. Ma come<br />

è cambiato l’approccio dei<br />

consumatori alla festività<br />

natalizia in questi ultimi anni?<br />

Una variazione di tendenza<br />

riguarda la tempistica, infatti,<br />

mentre in passato ci si recava<br />

solo gli ultimi giorni in negozi<br />

e centri commerciali, oggi gli<br />

acquisti cominciano già agli<br />

inizi di dicembre. Magari si<br />

approfitta di offerte, oppure<br />

si ha paura di non trovare un<br />

determinato articolo nei giorni<br />

successivi; l’unica certezza è che<br />

in tempo di crisi finanziaria si è<br />

più attenti al portafoglio ma al<br />

piacere di ricevere e regalare<br />

un oggetto non si rinuncia.<br />

La maggiore oculatezza<br />

comporta ovviamente<br />

una perdita di tempo nella<br />

ricerca dell’oggetto giusto e<br />

molto probabilmente, oltre ai<br />

motivi sopra elencati, anche<br />

questo potrebbe essere uno dei<br />

fattori che porta ad un acquisto<br />

anticipato dei regali natalizi.<br />

In un contesto famigliare è ovvio<br />

che i più interessati a questa<br />

festività sono i bambini ai quali<br />

si cerca sempre di regalare<br />

giocattoli o accessori di loro<br />

gradimento. Tante le novità di<br />

quest’anno.<br />

Anche per BARBIE<br />

è tempo di regalarsi<br />

una auto. Così in un<br />

fantastico tributo ai 50 anni<br />

dell’immortale bambola eccola<br />

in confezione regalo con la 500,<br />

un vanto nazionale targato FIAT.<br />

Per avvicinare invece maschietti<br />

novità nei<br />

Cash and Carry<br />

Tre novità in casa Petreet. Nuova formula che assicura<br />

al gatto un pasto completo e genuino perché è l’unica<br />

gamma che contiene il 60% di tonno in tutte le varianti,<br />

non ci sono coloranti o conservanti. Nuova grafica che<br />

comunica naturalità e freschezza. Nuova ricetta: sei<br />

diverse varianti di tonno con riso in confezioni da<br />

3x85g. Per assicurare il meglio al proprio gatto.<br />

27<br />

e femminucce a quella che nel<br />

giro di pochi anni sarà la loro<br />

finestra sul mondo ecco che<br />

la Clementoni ha studiato una<br />

nuova gamma di “COMPUTER<br />

KID”. Giocattoli ma non più di<br />

tanto per<br />

cominciare<br />

da subito<br />

l’alfabetizzazione<br />

informatica, e<br />

per renderla alla moda<br />

ecco che lo schermo ha la<br />

forma di HELLO KITTY.<br />

E per i maschietti più sportivi e<br />

più intraprendenti? C’è sempre<br />

Area prodotti<br />

Marco Fiorentino<br />

l’intramontabile mondo LEGO,<br />

i mattoncini che negli anni hanno<br />

fatto sbizzarrire la fantasia e la<br />

creatività di generazioni. Sempre<br />

in continuo aggiornamento,<br />

quest’anno ecco il prototipo<br />

da costruire pezzo pezzo della<br />

RACER di FERRARI F1.<br />

Ma i bambini non sono certo gli<br />

unici a ricevere regali durante<br />

queste festività quindi, un regalo<br />

originale per un uomo che in<br />

casa deve sempre avere attrezzi<br />

a portata di mano potrebbe<br />

essere la cassettina BLACK<br />

& DECKER con trapano<br />

avvitatore a batteria, set di 32<br />

accessori e borsa multiuso.<br />

Guai a dimenticare le donne,<br />

che mai curano più la casa come<br />

nel periodo delle feste natalizie.<br />

Quindi affrettatevi a regalarle un<br />

bel set tovaglia, presine e altri<br />

articoli a tema per passare un bel<br />

natale colorato e in compagnia.<br />

Queste sono solo alcune delle<br />

idee regalo disponibili nei Bliz<br />

o acquistabili facilmente on line<br />

sul portale Bliz.eu. In questo<br />

periodo ciò che più conta è<br />

donare o donarsi un sorriso, un<br />

momento di felicità che al di là<br />

della semplice materialità è ciò<br />

che ci può far stare davvero bene.<br />

novità nei<br />

Cash and Carry<br />

Rio Mare rinnova la gamma<br />

Professional dedicata alla<br />

ristorazione collettiva e<br />

commerciale assicurando<br />

il tonno con la garanzia di<br />

una marca leader. Sono ora<br />

disponibili il formato 1.730g<br />

all’olio d’oliva, all’olio di<br />

girasole e naturale<br />

e la latta da 800g.<br />

Perché Rio Mare offre<br />

esperienza, qualità e<br />

sicurezza a un prezzo<br />

competitivo.


influenza A, considerata una<br />

nuova pandemia (il termine<br />

indica che l’influenza è presente<br />

contemporaneamente in più parti del mondo, a<br />

prescindere dalla stagione) è arrivata a distanza<br />

di 41 anni dall’ultima, “la Hong Kong” del 1968.<br />

È stato l’OMS (Organizzazione Mondiale<br />

della Sanità) a dare un nuovo nome alla febbre<br />

che dai suini ha contagiato l’uomo. Esistono<br />

tre sottotipi del virus che causa l’influenza:<br />

A, B, C. Il virus “imputato”, quello che ha<br />

provocato l’influenza e quindi la trasmissione<br />

da suino a uomo, appartiene al sottotipo<br />

A, ecco quindi spiegata la sigla A/H1N1.<br />

Origine e trasmissione del virus<br />

I primi focolai di infezione sull’uomo sono<br />

stati accertati ad aprile 2009 in Messico. In<br />

Italia è stata istituita un’apposita unità di crisi<br />

per “controllare” e prevenire l’influenza A/<br />

H1N1 ed è stato avviato un piano, concordato<br />

con gli altri Stati dell’Unione Europea, per dare<br />

risposte e contenere la pandemia influenzale.<br />

Categorie a rischio<br />

Si è venuta affermando la falsa convinzione<br />

che ad essere contagiati dalla nuova influenza,<br />

siano solo le persone con un quadro clinico<br />

compromesso: il virus H1N1 può colpire<br />

chiunque ma può portare complicazioni<br />

solo in caso di una pregressa malattia. Come<br />

accennato, questo tipo di influenza “attacca”<br />

molto meno le persone anziane e i bambini,<br />

ma il motivo di ciò è da ricercare nel fatto<br />

che generalmente queste due categorie di<br />

persone, ogni anno, vengono preventivamente<br />

vaccinati contro l’influenza stagionale e questa<br />

“protezione” sembra essere in grado di rendere<br />

minore la possibilità di un eventuale contagio.<br />

È importante sapere anche che l’alimentazione<br />

a base di carne suina, non aumenta le<br />

probabilità di contrarre l’infezione che viene<br />

trasmessa da uomo a uomo per via aerea,<br />

esattamente come tutte le influenze comuni.<br />

I sintomi<br />

I sintomi da tenere sotto controllo sono<br />

quelli di una normale influenza: febbre, tosse,<br />

mal di gola, dolori muscolari, mal di testa e<br />

senso di spossatezza; solo in alcuni casi anche<br />

nausea, vomito e diarrea. Come in tutte le<br />

influenze, il contagio può avvenire da un giorno<br />

prima fino a una settimana dopo la comparsa<br />

dei sintomi. A seconda delle zone però, i<br />

disturbi possono essere diversi: nella zona di<br />

origine dell’infezione (Messico), il tratto più<br />

caratteristico del virus è una sintomatologia<br />

legata ad infezioni respiratorie, negli Stati<br />

Uniti invece “prevalgono” vomito e disturbi<br />

29<br />

Life Style<br />

Influenza A: cos’è, come difendersi<br />

vaccinazione contro l’influenza A/H1N1<br />

L’<br />

gastroenterici. Ma i casi più comuni sono<br />

rappresentati da febbre di diversa intensità,<br />

sonnolenza, malessere, scarso appetito<br />

e cefalea, associati spesso a raffreddore,<br />

tosse e mal di gola. Qualora dovessero<br />

comparire questi sintomi, sarà opportuno<br />

consultare tempestivamente un medico.<br />

Aggressività del virus<br />

I casi registrati fino ad oggi, si sono<br />

dimostrati piuttosto lievi e la guarigione<br />

completa è arrivata in una settimana.<br />

Le morti di cui si ha avuto notizia,<br />

sono relative a persone con problemi<br />

respiratori e già indebolite da altre malattie.<br />

La situazione in Italia<br />

Il Ministero del Welfare dovrebbe avere<br />

a disposizione 48 milioni di dosi di vaccino<br />

pandemico. La prima fase della campagna<br />

di vaccinazione contro l’influenza A/H1N1<br />

è iniziata i primi di novembre 2009 e verrà<br />

rivolta ad 8 milioni di persone, iniziando<br />

dalla categorie più “esposte”: le donne<br />

incinte, i lavoratori del settore sanitario e<br />

le persone con problemi medici cronici.<br />

Il vaccino verrà distribuito gratuitamente<br />

attraverso la rete dei pediatri e dei medici<br />

di base e sono previste per ogni persona,<br />

due dosi e quindi due somministrazioni<br />

a distanza di un mese l’una dall’altra.<br />

Il vaccino influenzale è efficace al 100%?<br />

Innanzitutto occorre dire che l’efficacia del<br />

vaccino può essere riscontrabile a distanza di<br />

alcune settimane dalla sua somministrazione:<br />

questo significa che la “protezione”<br />

dall’infezione non inizierà subito. Bisogna<br />

anche tener conto che un vaccino influenzale,<br />

oltre che avere molte controindicazioni, non<br />

“garantisce” l’immunità nel 100% dei casi,<br />

ma offre garanzie solo nel 50–60% e quindi<br />

si può essere colpiti dal virus e ammalarsi<br />

anche se ci si è sottoposti al vaccino.<br />

Perché l’OMS definisce moderata<br />

la pandemia influenzale A H1N1?<br />

La maggior pare delle persone che hanno<br />

contratto la nuova influenza, sono guarite senza<br />

terapia farmacologica e ricovero ospedaliero.<br />

Inoltre, i Servizi sanitari dei Paesi colpiti dalla<br />

nuova influenza sono riusciti a fronteggiare<br />

l’emergenza sanitaria. Attualmente l’influenza<br />

A, anche se si dimostra particolarmente<br />

contagiosa, ha tuttavia causato, in persone<br />

sane, sintomi leggeri facilmente risolvibili, simili<br />

a quelli di una semplice influenza stagionale.<br />

A cura di Maura Peripoli<br />

http://www.benessere.com/salute/arg00/influenza_a.htm


Recensioni<br />

Il simbolo perduto<br />

Brown Dan<br />

edizione Mondadori<br />

Robert Langdon, professore di simbologia ad Harvard, è in viaggio<br />

per Washington. È stato convocato d’urgenza dall’amico Peter<br />

Solomon, uomo potentissimo affiliato alla massoneria, nonché<br />

filantropo, scienziato e storico, per tenere una conferenza al<br />

Campidoglio sulle origini esoteriche della capitale americana. Ad<br />

attenderlo c’è però un inquietante fanatico che vuole servirsi di lui<br />

per svelare un segreto millenario. Langdon intuisce qual è la posta<br />

in gioco quando all’interno della Rotonda del Campidoglio viene<br />

ritrovato un agghiacciante messaggio: una mano mozzata col pollice<br />

e l’indice rivolti verso l’alto. L’anello istoriato con emblemi massonici<br />

all’anulare non lascia ombra di dubbio:<br />

è la mano destra di Solomon. Langdon<br />

scopre di avere solamente poche<br />

ore per ritrovare l’amico. Viene così<br />

proiettato in un labirinto di tunnel<br />

e oscuri templi, dove si perpetuano<br />

antichi riti iniziatici. La sua corsa contro<br />

il tempo lo costringe a dar fondo a<br />

tutta la propria sapienza per decifrare<br />

i simboli che i padri fondatori hanno<br />

nascosto tra le architetture della città.<br />

Fino al sorprendente finale. Un nuovo<br />

capitolo de “Il Codice da Vinci”,<br />

un thriller dalla trama mozzafiato,<br />

che si snoda a ritmo incalzante in<br />

una selva di simboli occulti, codici<br />

enigmatici e luoghi misteriosi.<br />

Inflazione e deflazione sono<br />

situazioni economiche di<br />

cui tutti parlano – quasi<br />

sempre in modo negativo<br />

– che influenzano in<br />

maniera decisiva la vita di tutti, dal governo di uno<br />

Stato alla grande multinazionale, dalla famiglia al<br />

piccolo risparmiatore. Esiste però un terzo concetto<br />

di cui nessuno parla mai: l’EUFLAZIONE. Di cosa si<br />

tratta? Di un’offerta di moneta calibrata correttamente<br />

in grado di garantire stabilità dei prezzi, far crescere<br />

gli scambi e incoraggiare gli investimenti. L’euflazione<br />

sembra proprio essere una manna dal cielo per chi – di<br />

certo la quasi totalità di noi – quotidianamente ha a che<br />

30<br />

La rizzagliata<br />

Andrea Camilleri<br />

Sellerio editore<br />

La vicenda ruota attorno alla redazione della RAI<br />

siciliana. Il direttore, Michele Caruso, tralascia di dare<br />

la notizia dell’avviso di garanzia di Manlio Caputo, figlio<br />

del leader della sinistra siciliana, accusato dell’omicidio<br />

della sua fidanzata, Amalia Sacerdote, anche lei un<br />

cognome importante perchè suo padre è il segretario<br />

generale dell’Assemblea Regionale Siciliana.<br />

La ragazza è stata trovata morta<br />

a casa sua con il cranio fracassato<br />

da un pesante portacenere e quel<br />

cadavere crea non pochi problemi,<br />

per le rivalità politiche<br />

dei genitori dei due<br />

giovani e per le evidenti<br />

connessioni con i poteri<br />

economico, giudiziario,<br />

giornalistico e politico<br />

dell’isola, una rete così<br />

solida - rizzaglio è una<br />

rete a forma di campana<br />

- cui è difficile sfuggire<br />

perchè i piombini che<br />

girano tutt’intorno la<br />

portano a fondo e poi<br />

una corda la serra e<br />

dentro ci restano i<br />

pesci.<br />

fare con i capricci e le contraddizioni del nostro sistema<br />

economico. Ma perché allora i media non ne parlano,<br />

i governi non la incoraggiano e gli istituti finanziari non<br />

la perseguono?<br />

È proprio questo lo scopo principale del nuovo libro<br />

di Miclavez, coautore del bestseller Euroschiavi:<br />

illustrare un concetto semplice ed efficace e<br />

denunciare la falsità e la corruzione del regime<br />

monetario e finanziario internazionale che, giorno<br />

dopo giorno, innesca turbolenze, fallimenti e crisi col<br />

solo scopo di autoalimentarsi e foraggiare chi, al suo<br />

interno e con la complicità del mondo politico e di<br />

quello dell’informazione, vive sulle spalle di piccoli<br />

imprenditori, onesti lavoratori e privati cittadini.


la Città s.r.l.<br />

via Carlo Alberto, 23 - 70056 Molfetta (Ba)<br />

Direttore responsabile:<br />

Benedetta Maffi a<br />

Capo redattore:<br />

Michele De Sanctis<br />

Grafi ca e impaginazione:<br />

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Hanno collaborato:<br />

Michela Caiapic<br />

Lucrezia d’Ambrosio<br />

Michele de Sanctis<br />

Francesco Dente<br />

Bartolo di Pierro<br />

Marco Fiorentino<br />

Mariano Leone<br />

Antonio Miclavez<br />

Pasquale Pascullo<br />

Angela Poli<br />

Giovanna Poli<br />

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Stampa:<br />

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La città s.r.l., Via Carlo Alberto, 23 - 70056 Molfetta<br />

(Ba).<br />

Invitiamo tutti i gentili lettori di <strong>Migro</strong> Informa a<br />

scriverci: via Carlo Alberto 23, 70056 Molfetta (Ba)<br />

E-mail: infowlacittaoggi.It<br />

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Tel./Fax 080 33 82 112<br />

Il nostro periodico è aperto a tutti coloro che<br />

desiderano collaborare nel rispetto dell’articolo 21<br />

della costituzione che cosi recita:“tutti hanno diritto di<br />

manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto<br />

e ogni altro mezzo di diffusione”, non costituendo<br />

pertanto tale collaborazione gratuita alcun rapporto di<br />

lavoro dipendente o di collaborazione autonoma.<br />

31<br />

Lettere<br />

Gentile redazione,<br />

vi siete più volte occupati della situazione degli acquisti. Ci avviamo al Natale, che è<br />

innegabile sia il periodo dell’anno per noi più atteso. Ho letto, ma ho anche avuto modo di<br />

vedere nel Cash di Modugno che le proposte per acquisti di ogni genere non mancano. Ma<br />

finora mi sono trattenuto dal fare molta spesa. La temperatura degli acquisti dei miei clienti<br />

è ancora fredda. Che fare?<br />

Alessandro Racanati<br />

Dovremmo dirle di non temere un calo dei consumi. Ma non lo facciamo per mero interesse.<br />

Abbiamo registrato anche in questo numero di <strong>Migro</strong> informa i segnali importanti di ripresa che<br />

autorevoli istituiti di ricerca hanno pubblicato. La nostra rassicurazione è però più ampia. I nostri<br />

Cash in tutta Italia sono i vostri migliori magazzini. Diversamente da quanto sono costretti a fare<br />

gli associati, da noi siete liberi di scegliere. Le nostre offerte e l’apprezzamento che i nostri clienti ci<br />

hanno accordato negli anni sono le nostre migliori rassicurazioni.<br />

Scusate se mi rivolgo a voi per una informazione di carattere tecnico. Vorrei conoscere le<br />

date di apertura del Cash nelle festività. Grazie.<br />

Corrado Tedeschi<br />

Non avendoci comunicato di quale Cash si tratta non saprei come aiutarla. Tuttavia posso dirle che<br />

nei fine settimana di dicembre orientativamente i Cash resteranno aperti nell’interesse dei nostri<br />

clienti. Sappiamo quanto in tali giornate siate costretti anche agli straordinari e per venire incontro<br />

alle vostre esigenze vi offriamo la possibilità di rifornirvi anche la domenica! Per ulteriori dettagli si<br />

rivolga al personale del suo Cash di zona, saranno felici di aiutarla.<br />

A presto<br />

Buone feste<br />

Michele Carfagnini

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